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Due lettere sul commercio cabalistico col mondo elementare

Da La chiave del Gabinetto del cavagliere G. F. Borri Colonia (Ginevra) 1681


Ill.mo ed Ecc.mo Signor, Sig. r Padron Col.mo. V. E. mi ha mostrato tanto piacere, mentre ero in Roma, quando mi
faceva la grazia di darmi qualchora di trattenerla di cose curiose, che ho stimato che non trovarebbe disdicevole che la
trattenessi ancora lontano. Massime che quanto ho da dirle s curioso, che al contrario son certo che gradir questo
segno del mio osseguio.
Avendo io sempre sospettato (come sovente ho pigliato lardire di dire a V.E.) che tutte le scienze segrete erano piene di
vanit, non sono mai stato tentato di perdere il tempo a leggere i libri che ne parlano ; ma altres non trovando
ragionevole di condannare, senza sapere il perch tutti quegli che vi si danno in preda, che sono persone sapienti, savie
e di qualche serie, mi son posto (per evitare desser ingiusto, e per non affaticarsi ad una tediosa lettura) fignere che
mi ero imbarcato in queste scienze con tutti quegli, che ho potuto sapere, che vi erano immersi.
Ebbi subito un successo maggiore che non isperavo. Come questi Signori, per misteriosi e riserbati che procurino di
parere, non domandano altro che di enumerare le loro imaginazioni e le scoperte nuove, che pretendono aver fatto nella
natura, fui subito e in poche settimane il p confidente d pi riguardevoli tra quegli, che trovavo nelle mie erranze, alle
quali sono costretto, come V. E. sa per le persecuzioni dellInquisizione.
Quando fui in Amstelodamo e avevo sempre alcuno nel mio Gabinetto, che avevo empito posta d loro Autori pi
ghiribizzosi e fantastici : non passava alcuno straniero sapiente che non ne fossi avvertito : in una parola mi trovai ben
tosto un granduomo, fuorch la scienza segreta mancava. Avevo per compagni Prencipi e Gran Cavaglieri, Dame
bellissime e delle brutte ancora : Dottori, prelati. Frati, Monache, in fine persone dogni serie. Alcuni inclinavano
Diavoli, gli altri agli Angeli ; alcuni al genio, altri aglIncubi ; alcuni a guarire dogni male, gli altri alle stelle ; alcuni a
segreti della Divinit, e quasi tutti alla Pietra Filosofale.
Rimanevano tutti daccordo che questi gran segreti, e sovra tutto la Pietra Filosofale, erano malagevoli a cercare, e che
pochi erano quegli che li sapevano ; ma ciascuno in particolare era in buon concetto appo se stesso per credersi del
numero degli Eletti. Per mia buona fortuna i pi riguardevoli aspettavano allora con impazienza larrivo dun danese
gran Signore e gran gabalista. Aveva egli promesso ai figli della filosofia, cherano in Amstelodamo, di venire a visitarli
nellandare in Inghilterra. Io ebbi la commissione di far risposta alla lettera di questo GrandUomo, e gli mandai la
figura della mia nativit, affinch giudicasse se potevo aspirare alla somma sapienza. La mia figura e la mia lettera
ebbero fortuna bastevole per portarlo a rispondermi che sarei il primo chegli visitarebbe in Amstelodamo, e che se il
cielo non vi si opponeva, non terrebbe ad esso che non entrassi nella societ de savi. Per conservarmi questa fortuna
tratenni commercio con questIllustre Danese. Gli proponevo di tempo in tempo alcuni dubbj, scifrati quanto potevo
sullarmonia del Mondo, sulli numeri di Pitagora, sulle visioni di S. Giovanni, e sul primo capitolo della Genesi.
La grandezza della materia lo rapiva in estasi, e mi scriveva cose inudite, e viddi bene che avevo a che fare con un
uomo dun imaginazione vigorosa e vastissima. Ho pi di sessanta lettere duno stile s straordinario che non potevo
risolvermi legger altro, quando ero solo. Mi arrivarono alcune cose in Amstelodamo, e mi ritirai a Coppenaga,
sperando di trovarlo quivi, ma per mia disgrazie era partito per la Francia, e mi trovai deluso nella mia speranza.
Pascevo st la mia curiosit col leggere le sue lettere, quando un giorno, che ne leggevo ed ammiravo una, viddi entrare
un belluomo, il quale salutandomi con gravit mi disse in Italiano ed in accento straniero : Adori V. S., adori il
GrandIddio de Savj, e non sinorgoglischi mai se manda a V. S. uno dei figlj della sapienza per associarla nella loro
Compagnia, e per farla partecipe delle maraviglie della sua onnipotenza.
Un simil nuovo saluto mi rec stupore, e cominciai a dubitare per la prima fiata, se si ha alle volte qualche apparizione :
Pure facendo animo e guardandolo il pi civilmente, che la paura mi permetteva - Chiunque V. S. sii (gli dissi) il cui
compimento non di questo mondo, mi fa molto onore di visitarmi : ma permetti, pria di adorare il Dio de savj, chio
sappia di quai Savj e di qual Dio V. S. parla, e se gradisce, seda col e mi favorisca di dirmi chi questo Dio, questi
Savj, questa Compagnia, queste maraviglie donnipotenza, e pria, e doppo qual sorte di creatura ho lonore di parlare.
-V. S. mi riceve saviamente (ripigli egli ridendo e pigliando la sede) V. S. mi dimanda queste cose, che per non gli
voglio dire oggi. Il compimento fattogli un ristretto delle parole che i Savj dicono nellaccostare quegli quali nno
risoluto di aprire il cuore, e scuoprire i Misteri. H stimato che sndo essa cos sapiente come mi parsa nelle sue lettere,
questo saluto gli sarebbe noto, e che fosse il pi grato compimento che gli potesse fare il di lei amico il Danese.- Ah Signore ! (esclamai) come potr rendermi degno di tanti favori. E egli possibile che il maggiore di tutti gli uomini
sia nel mio Gabinetto, e che il Gran Danese mi visiti e mi faccia tal onore ?- Sono il minimo de Savj (replic egli con gravit) e non h che una parte di quanto ammiro ne miei compagni. Spero
che V. S. li eguaglier qualche giorno, se ne devo giudicare dalla sua figura di nativit che mi ha mandato. Ma se vuol
bene V. S. che mi duolga (aggiunse ridendo) perch V. S. a prima vista mha pigliato per un Fantasima ?-

- Ah, non gi per un fantasima (gli dissi) ma gli confesso Signore, che ricordandomi di quanto riferisce Cardano, che
suo padre fu visitato un Giorno nel suo museo da sette uomini incogniti, vestiti di varj colori che gli tennero varj
discorsi bizarri della loro natura, e del loro impiego.- Intendo V. S. (ripigli egli) erano Silfi, di cui io parler che sono una sorte di sostanze aeree, che vengono alle fiate
consultare i Savj sulli libri dAverroe, che non intendono troppo. Cardano un pazzarello daver pubblicato questo nelle
sue sottigliezze. Egli aveva trovato queste memorie ne papelli di suo Padre, che era uno de Nostri, e che vedendo che
suo figlio era naturalmente un ciarlone, non gli volse insegnare niente di rilievo e gli lasci perdere il tempo
allAstrologia Ordinaria per la quale non seppe prevedere ned anche che suo figlio sarebbe giustiziato. Costui causa
che V. S. mha fatto lingiuria di pigliarmi per un Silfo.- Ingiuria (replicai) come sarei assai sfortunato per.....- -Non importa, non vado in colera (interruppe egli) V. S. non tenuto a sapere che tutti questi popoli Elementarj sono
nostri discepoli che sono contenti, quando ci vogliamo abbassare ad istruirli, e che il minimo de nostri Savj pi
sapiente e pi potente di tutti loro. Ma parleremo unaltra fiata di questo.- Di grazia, signore, V. S. dice male di Cardano. Abbia riguardo almeno che era mio compatriota, e che l i suoi
descendenti, che sono oggid viventi a Milano che sono galantuomini e persone onorate.- Basta, basta (interruppe egli ridendo). Lasciamo Cardano, e mi basta daver avuto oggi il contento di vederla.
Procuri fra tanto di rendersi degno di ricevere la notizia de Misteri gabalistici. Lora della regenerazione arrivata non
terr che a V. S. dessere una nuova creatura.Si lev poi, ed abbracciandomi, senza darmi luogo di rispondere - Addio (mi disse) h fare un poco, doppo che gli
dar mie nuove. Vegghi, fra tanto, prieghi, speri e Taccia.Usc in questo mentre, e mi duolsi della brevit della visita, ma mi disse che non perderei nellaspettare, e se ne and,
lasciandomi in un grande stupore. E viddi bene che il Demonio che lo agitava era un gran Predicatore, e molto morale.
Mi venne a trovare il giorno seguente, e mindusse ad andare a spasso ad un luogo di diporto fuori di Coppenaga,
appartenente al R. Per istrada osservavo con esatezza questo uomo : e non ho mai visto persona alcuna si piena di
sodisfazione, e contento interno, come mi pareva in tutte le sue azioni. Aveva lanimo pi tranquillo e pi sciolto che
non mi pareva che dovesse avere uno stregone. Il suo aspetto non era dun uomo che la sinderesi stimolasse, n potesse
pugnere con qualche mancamento, e stavo con grandimpazienza di vederlo ingolfare nella materia desiata, non potendo
concepire come una persona che sembrava tanto giudiciosa, e perfetta in ognaltra cosa, si fosse corrotto il cervello
colle visioni chimeriche e pazze, come avevo conosciuto essere il giorno innanzi.
Mi parl benissimo di politica, e god dudire che avevo letto quanto ne aveva scritto Platone, tanto pi che mi disse
che ne avrei duopo qualche giorno. Mi trattenne molto sullAlchimia, e con sodezza di discorso, forsi per
maggiormente allettarmi, sapendo la mia inclinazione totale a questa scienza.
Arrivassimo al luogo, ed egli sdegn di mirarne le bellezze, cominciando ad abracciarmi e levare le mani in alto
dicendomi che non poteva assai rallegrarsi per essere ispirato di non celarmi niente, e che sarei al sommo della felicit,
se potevo avere le disposizioni che tali cose chiedevano.
- V. S. v (mi disse) ad imparare a comandare alla natura tutta ; il Sommo facitore solo sar suo Padrone, ed i Savi
saranno suoi uguali e pari. Le supreme intelligenze si glorificheranno dubbidirla ; i Demoni non oseranno essere
presenti al suo aspetto ; la di lei voce li far aggriccire nelle cloache abissali, e tutti i popoli invisibili elementari si
recheranno fortuna dessere li ministri de di lei piaceri. Oh di quanta gloria coronato luomo, gi che stabilito
Monarca Sovrano ed assoluto di tutte le opere fatte dal Sommo Facitore ! sente V. S. (aggiunse egli) questa ambizione
eroica, che il carattere sicuro de Savj ? Osa V. S. desiare di non servire, che al solo Protomonarca de Cieli ? Ha
capito V.S. che cosa voglia dire esser Uomo, e non sinfastidisce ella desser schiava, gi che nata per essere un
Sovrano ? E se conosce di nodrire tali nobili pensieri, consideri maturamente se avr lanimo di rinunciare quanto
puol essergli dostacolo per pervenire allinnalzamento a che ella nata ?Stava egli aspettando la mia risposta. E come avevo sperato dudirlo parlare della materia cominciai quasi a disperare
dudirlo seguire. La parola di rinunciare magghech, e non dubitai che non mi andasse a proporre di rinunciare al
battesimo ed al Paradiso, si che perplesso gli dissi. :
- Come dunque bisogna rinunciare qualche cosa ?-

- Si certo, mi rispose, ci talmente necessario che bisogna da questo cominciare. Non so se S. V. vi si potr risolvere,
ma sia certa che la saviezza non abita in un corpo peccaminoso, si come non entra in unanima preoccupata derrore o
malizia. I Savj non lammetteranno mai al loro consorzio, se non rinuncia adesso ad una cosa che loro incompatibile.
E duopo (aggiunse egli col chinarmisi allorecchio) duopo rinunciare ad ogni commercio carnale colle donne-.
Jo scoppiai di riso a tal proposizione, e gli dissi che mastringeva a poca cosa ; che aspettavo che volesse esiggere
qualchaltra rinuncia, ma poich non ne voleva che alle femine , la cosa fatta, un pezzo. Io sono assai casto. Fra
tanto come Salomone era il pi Savio del mondo, e per si lasci corrompere, gli chiesi di dirmi come faceva egli ed i
suoi compagni ad esentarsi di quelle, e che inconveniente vi era che nel Paradiso de Filosofi ogni Adamo avesse la sua
Eva .
- Sono cose riglievanti (mi replic egli) a spiegare, ma gi che la vedo disposta a tal rinuncia le dir una ragione che h
costretto i Savj esiggere questa da loro discepoli, quinci da ci conoscer in qual ignoranza vivon gli altri.
Quando V. S. sar nel numero de Filosofi, e che li di lei occhi saranno fortificati scoprir essere gli Elementi popolati
da creature assai perfette, la cui cognizione stata levata alluomo, forsi per il peccato primiero del mondo. Questo
spazio immenso tr il Cielo e la Terra h abbitanti pi nobili che gli uccelli e le mosche ; i Mari nno bene altri ospiti
che Delphini e Balene ; la Terra non solo per le talpe ; e il fuoco pi nobile degli altri non e stato fatto per rimaner
vuoto. Laere pieno dun numero grande di popoli di figura umana, daspetto apparente fieri, m realmente docili ;
amanti le scienze penetranti, Ufficiosi Savj, e nemici deglignoranti. Le loro femine nno una bellezza simile a quella,
con che si pignono le Amazzoni.Restai attonito dellardire di questOltramontano di credere di poter persuadere simili pazzie ad unItaliano, la cui
nazione passa per perspicace, e non potei rattenermi di dirgli se mi teneva per un Idiota di volermi far credere che quei
spiriti rubelli fossero maritati ed avesero figliuoli. M egli mi rispose di non irarmi, che tali cose le vedrei c miei propri
occhi, e che fr tanto dovevo obliare quanto avevo udito in tal maniera nelle scuole deglIgnoranti, altrimente che mi
spiacerebbe poi, doppo esser cvinto dalla sperienza, desser sforzato di confessare che mero ostinato fuori di
proposito. E che dovevo udire tutto, e sapere che i mari ed i fiumi erano abitati come laere,e che quei abitanti erano
stati chiamati dagli Antichi Savj Ondini o Ninfe. Che pochi erano i maschi, ma molte le femine che erano di gran
bellezza.
Che la terra era piena quasi fino al centro di Gnomi di statura piccola, custodi de Tesori, miniere e pietre preziose,
ingegnosi amici dellUomo, e facili ad eseguire quanto si comandava loro. Che questi somministravano tutto il il danaro
necessario Savj, non ambendo altra ricompensa che la gloria dessere commandati. Le Gnomidi loro mogli erano
piccole, m graziose e con un abito curioso.
Non sarebbero della mia amicizia gli Ondini (risposi ridendo) perch temo troppo lacqua. Ma se vi fossero gli Gnomi
sarebbero bene i miei diletti, se mi volessero dare tesori ; perch cos avrei tralasciato daffaticarmi tanto in traccia della
Pietra Filosofale, comegli poteva sapere che facevo a gran spesa del R, che quasi sannoiava della lunghezza del
lavoro. -E bene, mi rispose, li vedr quanto prima, e sar lei a disporne.-Quanto alli Salamandri (continu) abitanti infiammati della ragione del fuoco, servono Filosofi, ma non cercano con
ardore, bench ardenti la loro compagnia, e le loro femine si lasciano vedere di rado.- Elle no nno ragione (interruppi) e non mi curo delle loro apparizioni.
- Perch ? (disse egli)- Perch (ripigliai) che non avevo a fare di conversare con una bestia s brutta come la Salamandra, per maschio o
femina che fosse. - V. S. h torto (replic egli) questa lidea che ne nno li pittori e scultori ignoranti. Le femine degli Salamandri sono
belle, e pi belle di tutte le altre, perch sono dun elemento pi puro e nobile. E non ne parlo perch V. S. le vedr a
suo piacere, come altres li loro abiti, viveri costumi e le loro leggi mirabili. V. S. sar affaturato dalla loro belt,
dellingegno loro pi anche che dal corpo, ma non potr non commiserarle quando udir che le loro anime sono mortali,
e che non nno punto di speranza nel godimento eterno dellessere supremo, che conoscono ed adorano religiosamente.
Eglino gli diranno che sendo composti di parti purissime di quellabitato elemento, e non avendo qualit contrarie, per
esser fatti che dun elemento solo, non muorono che dopo varj secoli. Ma che cosa il tempo a rispetto delleternit !
Sar duopo rientrare per uneternit nel niente. Tal pensiero li affligge, ed nno grande stento li Savj a consolarli. I
nostri Primi filosofi commiserando lo stato di queste creature elementari, chiesero da che poteva darne cognizione,
rimedio a tal male, e f ispirato loro che li Silfi, li Gnomi, li Ondini e li Salamandri potevano collalleanza che potevano
contrarre collUomo, essere fatti partecipanti dellimmortalit. Cos una Ninfa o una Silfide diviene immortale quando

pu maritarsi un Savio, ed uno Gnomo od un Silfo cessa desser mortale quando sposa una femina delle nostre. Da ci
nacque lerrore de primi secoli di Tertulliano, di Giustino Martire, di Lattanzio, di Cipriano, di Clemente Alessandrino,
dAtenagora Filsofo Cristiano, e di tutti gli altri Scrittori di quel tempo. Eglino avevano saputo che tali mezi uomini
elementarj avevano cercato la compagnia delle femine : ed nno tratto da ci che la caduta degli Angeli non era
provenuta che dallamore al quale si erano dati in preda per le donne. Alcuni Gnomi desiosi dimmortalizzarsi, avevano
voluto guadagnarsi le buone grazie delle figlie degli uomini, ed avevano loro portato alcune pietre preziose, di cui
eglino, come h detto, sono custodi : e questi Autori nno stimato, fondandosi sul libro dEnoc, inteso male, che era il
laccio teso deli Angeli Amorosi alla castit delle nostre femine. Nel principio fattesi questi amare dalle figlie degli
uomini generarono i famosi Giganti, e li Cabalisti ignoranti, Gioseppe e Filone (come sono tutti gli ebrei ignoranti) e
doppo essi i nominati Autori nno detto, come altres Origene e Macrobio, che erano Angeli, e non nno saputo che
erano i Popoli Elementarj che sotto il nome di figli di Eloim sono distinti da figli degli uomini. Cos quando il Prudente
Agostino h avuto la modestia di non decidere circa le sollicitazioni che quegli che si chiamavano Fauni , Satiri,
facevano alle Africane suo tempo, spiegato da quanto si detto del desio di quelle creature di allearsi cogli uomini
per immortalizzarsi. I nostri Savj non imputeranno mai allamor delle donne la caduta degli Angeli, n sopporranno mai
gli uomini al potere de Demonj, per attribuir loro tutte le venture dell Ninfe e de Silfi che riempono la storia. Non vi f
mai alcun male in ci. Erano Silfi che procuravano dimmortalarsi. Le loro sollicitazioni, invece di scandalizzarci, si
sono parse s giuste che perci dun consenso comune abbiamo risoluto di rinunciare totalmente alle donne, e di darci
ad immortalare le Ninfe e le Silfidi.
- Oh che odo ! (esclamai) e fin dove va la f......
- S (minterruppe) ammiri V. S. fin dove v la felicit Filosofica ! Per femine di belt labile posseggono i Savj bellezze
inalterabili, e che nno la gloria dimmortalare. Giudichi di grazia delamore e della ricognizione di queste amanti
invisibili, e con qualardore cercano piacere al caritatevole Filosofo che si applica ad immortalarle.- Ah, rinuncio (esclamai ancora una fiata).- S (segu egli senza darmi tempo di parlare) rinunci V. S a piaceri inutili ed insipidi delle donne. La pi bella tra esse
deforme rispetto della minima Silfide : tra questi abbracciamenti non vi mai nausea. Oh miseri quelli che non ponno
godere queste volutt Filosofiche !- Oh misera lei (interruppi duna voce framista di colera e di compassione) mi lasci dire fin dove va la follia Filosofale,
e che rinuncio a questa saviezza insensibile, che trovo ridicola questa filsofia chimerica. Che detesto tai abracciamenti
abominevoli che vi uniscono a fantasime, e che tremo per lei che qualcuna delle chimeriche Silfidi non si acceleri a
portarla nellInferno nel pi caldo de suoi trasporti, temendo in fine che V. S. non si accorga della demenza di questo
zelo chimerico, e non faccia penitenza dun fallo cos grande e cos enorme.- Oh oh (rispose egli rinculando alcuni passi e guardandomi dun occhio bieco) misera lei spirito indocile.Questazione mi pavent, lo confesso : ma fu peggio quando viddi che, allontanandosi trasse dalla saccoccia una carta,
che vedevo da lungi, piena di caratteri che non potevo discernere.
Leggeva egli con attenzione, si metteva in collera e parlava tra s. Stimai che invocasse qualche spirito per ruinarmi, e
mi pentii quasi un poco del mio zelo indiscreto. Se evito questa (dicevo tra me) mai pi Cabalista alcuno mi parler.
Tenevo gli occhi fissi in esso, come sovra un giudice che andava a condannarmi a morte, quando viddi rasserenarsi la
sua faccia- Durum est tibi (mi disse ridendo ed accostandomisi) contra stimulum calcitrare. V. S. destinata ad essere il primo
Cabalista di questo secolo. Se non sar per mio mezo, sar quando piacer al suo Saturno.Ah se devo divenire uno di questi pazzi Savj (gli dissi) non sar che per su mezo, ma temo che sar malagevole che mi
possa attrarre allamore filosofico.- Perch ? (mi replic) sarebbe V. S. assai cattivo fisico per non sapere lesistenza di questi popoli ?- Non so (risposi) ma mi sembra che sarebbero sempre diavoli travestiti.
- Come ? (soggiunse egli) Ne creder V. S. pi sempre alla sua nodrice che alla ragione naturale, che Platone,
Pitagora, Celso, Psello, Proclo, Porfirio, Giamblico, Plotino, Trismegisto, Nollio, Dorneo, Fluddo, al
gran Teofrasto Paracelso, e che tutti li nostri colleghi ?
- Ne crederei (risposi) pi anche a V. S. che tutti li nominati, ma non potrebbe V. S. fare che non fossi tenuto di sfarmi
in tenerezza con queste Signorette elementari .-

- S (replic egli, ognuno libero, e non si ama se non si vuole : pochi savi nno potuto difendersi da tai bellezze. Ve ne
sono per stati, che non non nno potuto amare per serbarsi cose maggiori.- Sar dunque (ripigliai) di questo numero, Tanto pi che non saprei risolvermi a perder il tempo alle cerimonie, che ho
udito dire da un Prelato, che si devono praticare per il commercio di questi Genij. - Questo Prelato (disse egli) era un ignorante, perch questi non sono Genij, ed inoltre Savio alcuno non impieg mai
ceremonie, n superstizioni per la famigliarit de genij, non pi che per questi popoli Elementari. I Savj non oprano che
con i principj della natura : e se sovente si trovano ne nostri libri parole inusitate, caratteri e suffumiggi, ci serve solo
per celare aglignoranti i principj fisici. Ammiri V. S. la simplicit della natura in tutte le sue operazioni le pi stupende!
ed in tal simplicit unarmonia ed un concerto cos grande e giusto, e s necessario, che lo far ridurre suo malgrado, e
lo ritrarr dalle sue fievoli immaginazioni. Vorrei dirgli qui quanto insegnamo nostri discepoli, quelli cio che non
vogliamo lasciarentrare totalmente nel ripostiglio pi recondito della natura, e che non vogliamo per privare della
societ dei popoli Elementarj per la compassione che abbiamo di questi stessi popoli, voglio dire che vorrei dirgli il
modo che si tiene per vedere questi popoli, e di trarli a s, ma poich la vedo cotanto ostinata, voglio prima procurare di
rimuoverla da questa sua caparbia durezza, e poi in altro tempo gli spiegar i modi segreti questo effetto, e servir ci
di lieve castigo alla sua ostinazione.
Lavversione che mi mostra per lamore di queste creature mi fa ricordarle che potrebbe accomodarsi con le
Salamandre, perch come sono pi pure che le altre degli altri elementi, vivono lungo tempo, quinci non saccelerano a
chiedere Savj limmortalit e forsi non gliene parlerebbero mai. Il modo che diferiscono a dirgli tutto chimico ;
senza caratteri, senza cerimonie, senza parole ostruse si diviene padrone assoluto di que popoli ; ed egli non esigono
alcun culto da Savj, perch sanno essere pi nobili dessi. E la venerabile natura ignea a suoi figli a riparare gli
elementi cogli elementi. Colla sola chimica si ristabilisce larmonia, e cos luomo ricupera il suo impero naturale, e pu
tutto negli elementi, senza demonio e senzarte illecita ; e da ci V. S. vede, e vedr da quanto gli dir fra qualche
tempo, che i Savj sono pi innocenti di quello che si pensa. V. S. non mi dice niente ? - Ammiro (risposi) il suo discorso, e comincio temere che non mi faccia divenire maggiore distillatore di quello che
sono. Di gi per questo h incontrato tante disgrazie, e V. S. vede che anche adesso vi sono immerso fino alla gola.
Quante spese non ho fatto fare varie persone, alla Regina Cristina di Svezia in Amburgo, ed questo R ? Lassicuro
che temo c suoi discorsi dellavvenire.-N, n (mi disse) . V. S. lascer un giorno tutto questo ; e gli h detto che i Savj non mostrano queste cose che quegli
che non vogliono annoverare totalmente tra essi. V. S. col tempo avr questi vantaggi, ed altri ben pi gloriosi, e grati
con procediture benaltrimento filosofiche. Non gli h detto questo, che per mostrargli linnocenza di questa filosofia e
per levargli il terrore che mostrava. - Non ho pi tanta paura che ne avevo test (risposi), E bench non mi determini ancora ad accomodarmi con le
Salamandre, come mi ha proposto, non lascio per davere la curiosit di sapere come h scuoperto che que popoli
morivano. - Eglino ce lo dicono (ripigli egli) e li vediamo morire.- Come dunque (replicai) li pu vedere morire, gi che il comercio de Savj limmortala ?- Ci sarebbe buono (disse egli) se il numero de Savj uguagliasse il loro : oltre che vi sono molti d essi che amano pi
tosto di morire che darrischiare collimmortalit dessere infelici, come vedono che sono i demonj. Il Diavolo ispira
loro tale sentimento, e fa tutto per impedire queste povere creature di divenir immortali col nostro comercio. Si che
tengo, e V. S. deve tenere per una tentazione perniziosa e come un muoto fuori dogni carit, lavversione che V. S. h.
Del resto per quanto concerne questa, chi che costrinse lOracolo di Apollo di dire, che tutti quegli che parlavano negli
oracoli erano come desso mortali, come riferisce Porfirio ? E che pensa lei che vogli dire quella voce intesa nelle
spiagge della di lei Italia, che pavent que che solcavano il mare ? Il GRAN PAN E MORTO. Erano i popoli Aerei che
avvertivano gli Ondini che il primo ed il pi vecchio dei Silfi era morto.
- Quando questa voce f udita (gli dissi) mi sembra che il mondo adorava Pan e le Ninfe. Questi dunque erano i Dij falsi
de Pagani ? E vuol poi chio abbia comercio con essi ?
- Egli vero (ripigli) i Savi non diranno mai che il diavolo abbia mai avuto il potere di farsi adorare. E troppo
sfortunato e fievole per aver avuto questo piacere e questa autorit. Ma h potuto persuadere a questi Elementari di
mostrarsi agli uomini e di farsi ergere tempj ; e per il dominio naturale, che ciascuno ha sullelemento che abita,
intorbidavano laere ed il mare, vacillavano la terra e davano il fuoco dal Cielo loro piacere ; si che non avevano
stento ad esser pigliati per Divinit, finche il Sommo Essere non volle trarre dal buio le Nazioni. M il Diavolo non h

ottenuto dalla sua malizia quanto sperava ; posciache da ci successo che Pan e tutti gli Elementari, avendo trovato
modo di mutar questo culto in comercio damore (sendo che, se V. S. si ricorda appo gli Antichi Pan era il Re di quei
Dij che nominavano Incubi, e che sollecitavano molto le femine) molti si sono sottratti al Diavolo, e non abbruceranno
nellInferno, almeno secondo alcuni, che non so se devo nominar dementi e pazzi. - Non intendo questo (ripigliai).- V. S. non intende certo ( continu egli) ridendo e burlando. Questo supera tutti quegli, che non intendono questa fisica.
Sappia che si come gli Elementari acquistano immortalit collalleanza c gli uomini predestinati, cos gli uomini che
non hanno parte alla gloria eterna, questi miseri, a quali limmortalit non che un vantaggio funesto, per i quali il
Messia non stato mandato.
- Voi siete dunque Giansenisti, signori Cabalisti ? (interruppi).
- Non sappiamo queste opinioni (replic egli agramente). Questi sfortunati, quali la triste immortalit non sarebbe che
una disgrazia eterna, nno ancora il rimedio, come alcuni credono di poter divenir mortali alleandosi coi popoli
Elementarj. Se ci i Savj non arrischiano niente per leternit. Se sono predestinati nno il piacere di condurre al Cielo
nel lasciare la prigione di questo corpo, la Silfide o Ninfa che hanno immortalata, e se non sono predestinati, il comercio
con la Silfide mortalizza lanima loro e lo libera dallorrore della seconda morte. Cos si esentano dal pericolo dessere
dannati.
- Senza dubbio (Esclamai non osando irarlo per farlo seguire a scoprire i suoi chimerici segreti della Gabala, che stimai
bizarri, e ricreativi dal poco che aveva detto) V. S. d una perfezione troppo indiscreta alla sua Filosofia. Sono Cristiano,
Signore, e giammai mi lasciar metterin capo cose simili che repugnano alla ragione ed alla Scrittura Sagra, la quale
necessario seguire per salvarsi.
- V. S. vede (mi disse) che gli ho detto che opinione solamente dalcuni. Ma se questa vera, supera lintelligenza di
tutti i di lei dottori.
- V. S. ha ragione (replicai) e credo che superi anche lintelligenza de nostri Magistrati, e che se potessero scoprire chi
sono quegli che fuggono dalle mani del Demonio con questo meza, pigliarebbero glinteressi del Diavolo contro que
fuggiaschi, e farebbero loro un cattivissimo partito.
- E perci (ripigli egli) che vi raccomando il segreto. I giudici sono stravaganti, condannano unazione innocente
come un delitto abominevole. Qual barbarie ! di aver fatto abbruciare quei due Preti che dice il Prencipe della
Mirandola daver conosciuti, che avevano avuto ciascuno la sua Silfide lo spazio di quarantanni ! Che inumanit daver
fatto morire Giovanna Ervilliera, che si era apposta ad immortalare un Gnomo lo spazio di trenta sei anni ! e qual
ignoranza a Bodino di trattarla da strega, e di pigliar motivo da ci di autorizzare le chimere popolari circa le streghe.
M vedo esser tardi, e che V. S. non h magnato, perch per noi altri magnamo per piacere, e mai per necessit, come
fanno i Savj del mondo che non magnano, che per necessit. Che pensa S. V. (continu) che possino stari Savj senza
magnare ? - Non so (gli risposi). Mois ed Elia stettero quaranta giorni, i savj, stimo, staranno qualche giorno di meno.
- Che bello sforzo sarebbe (ripigli). Paracelso afferma aver veduto veri Savj che sono stati ventanni senza magnare la
minima cosa. Egli stesso, prima dessere pervenuto alla Monarchia Filosofica, prov di vivere molti anni col pigliar
solamente un mezo scrupolo di quintessenza solare. E non si h che separare la terra elementare, cio depurata di
grassizie, da ognaltro elemento, porla sullumbilico, e rinnovarla quando troppo secca, e fa che non si cura luomo di
magnare e bere senza stento veruno, come h provato Paracelso per sei mesi. Sovraci andassimo a pransare secondo
luso degli Eroi Filosofici.Doppo pranso ritornassimo al luogo di conversazione. Avevo compassione della demenza di questo Signore, dalla quale
vedevo che era malagevole di ritrarlo, e questo mi vietava di pigliare spasso di quanto maveva detto, almeno tanto
quanto avrei fatto se avessi avuto speranza di ritrarlo. Cercavo nellantichit qualche cosa per opporgli che non
potesse rispondere, perch di addurgli li sentimenti della chiesa stimavo che non gli piacerebbero per esser pazzo, e di
voler convincere u cabalista colla ragione, ci mi sembrava troppo arduo. Mi venne in questo mentre nel capo che aveva
parlato de Dij falsi, a quali aveva sostituito gli Elementarj, e che ci poteva essere refutato cogli Oracoli de Pagani,
che la scrittura tratta con verit per tutto di Diavoli, e non di silfi. M come non sapevo se attribuirebbe gli Oracoli a
qualche causa naturale, stimai necessario di fargli dire il suo pensiero sovra di ci. Me ne diede motivo lodando certe
statue che erano in quel luogo doveravamo.
- Sono state qua portate massime dItalia (ripigliai) credendo che altre fiate avevano resi oracoli, quinci sono state
comprate gran contenti.-

- E un male comune (ripigli egli) LIgnoranza fa commettere ogni giorno una maniera dIdolatria colpevole, col
conservare con cura glidoli che si credono aver servito altre fiate al demonio per farsi adorare. Non si sapr mai nel
mondo, che nel suo principio i nemici sono stati precipitati sotto lo sgabello de piedi, e che il demonio tenuto
incatenato sotto la terra nel buio tenebroso ! tal curiosit poco lodevole. Di ragunare cos que creduti organi del
Diavolo, potrebbe divenir innocente se si potesse persuadere che mai il demonio ha oracolizzato.
- Non istimo (interruppi) che fosse agevole dasserirlo tra curiosi ; ma ben si forse tra i Sodi. Posciache stato deciso
poco fa in una Ragunanza fatta apposta per tal materia d acutissimi ingegni, che tutti questi Oracoli non erano che una
superchierie dellavarizia de Preti Gentili, od unartifizio della politica de Sovrani. - Erano forsi (mi disse) Maomettani quegli della ragugnanza, e che decisero questo ?- No (risposi)
- Di qual religione dunque erano (replic) poich non badano alla Scrittura Sagra, che parla in tanti luoghi di tanti varj
Oracoli ? e particolarmente de Pitoni, che facevano la loro residenza e che rendevano le loro risposte nelle parti
destinate alla moltiplicazione.- Parlai (replicai) di questi ventri parlatori, e feci notare che Saule li aveva banditi dal suo Regno, dove ne trov per
ancora uno la vigilia della sua morte, la cui voce ebbe lammirabil potere di resuscitar Samuele, suo priego, ed alla sua
rovina. Ma questi sapienti non lasciarono di decidere, che non vi furono mai Oracoli.- Se la Scrittura non faceva loro impressione (disse egli) bisognava convincerli collantichit, nella quale era agevole di
far loro vedere mille bellissime pruove. Tante Vergini gravide del destino de mortali, che partorivano la buona o la
cattiva fortuna di quegli che le consultavano. Perch non adduceva V.S. Crisostomo, Origene ed Ecumenio ? Che
rammentano que indovini chiamati da Greci Engastrimandes , i cui ventri profetici articolavano Oracoli tanto famosi. E
se non volevano la Scrittura e i Padri, bisognava addurre quelle zitelle miracolose menzionate da Pausania, che si
mutavano i colombe, e rendevano li celebri Oracoli delle Colombe di Dodona ; quelle zitelle illustri della Francia, che
si mutavano in ogni figura, al piacere de Consultanti, e che oltre gli Oracoli celebri che rendevano, avevano limperio
sovra li fiotti, ed una autorit salutare sulle malattie pi incurabili.- Oh (risposi) sarebbero state trattate queste cose di falsit.- Perch (ripigli egli), lAntichit forsi le faceva sospette ? Doveva allegar loro gli Oracoli che si rendono ancora ogni
giorno.
- Ed in qual luogo del mondo (gli dissi)
- Per tutto (rispose) V. S. maestro in Israele e non lo sa ? Non si consultano forse ogni giorno gli oracoli acquatici
dentro bicchieri dacque dentro bacini, e gli aerej negli specchi, c crivelli e sulle mani delle Vergini ? Non si
recuperano cos gli orologi rubati e cose perdute ? Non si sanno cos le nuove de paesi lontani ?- Ah, che mi dice V. S. (gli dissi)- Gli dico (ripigli egli) quanto son sicuro che arriva ogni giorno. - Mi scusi Padrone (replicai) io non lo credo. I magistrati farebbero giustizia e darebbero qualche esempio dunazione
tanto abominevole e non tolerarebbero che lidolatria.......- Oh, come V. S. pronto ! (interruppe) non vi tanto male come pensa in questo, e la provvidenza non lascier che si
estirpi questo rimasuglio di filosofia che si salvato dal miserando naufragio della povera verit. Se rimane ancora
qualche vestigio del formidabile potere de nomi divini fr i popoli, perch scancellarlo ? e perder cos il rispetto
quegli che operano soli tante meraviglie, anche invocato dagli ignoranti e peccatori, e che farebbero bene altri miracoli,
e pi stupendi in una bocca cabalistica. Se S.V. voleva convincerli della verit degli Oracoli non aveva che da esaltare la
sua imaginazione, e la sua fede, e volgendosi verso lOriente gridare ad altra voce A. G........- Signore (interruppi) avrei ben badato di far un simile argomento persone si onorate come quello colle quali ero ;
mavrebbero pigliato per pazzo, perche al certo non vi prestano fede, e quando anche avessero saputo loperazione
gabalistica, che V. S. dice, non sarebbe riuscita per mia bocca, perche io vi h ancora minor fede dessi.- Se V. S. non ne ha (disse egli) ce ne far bene venire. Fratanto se avesse V. S. stimato che non avessero prestato fede a
quanto si vede ogni giorno, dovea addur loro lOracolo che dice Celio Rodigino aver veduto egli stesso render nel fine

del secolo passato da quelluomo straordinario che prediceva il futuro collo stesso organo di Euricle di Plutarco - Non avrei voluto (risposi) citar Rodigino, perch sarebbe stata la citazione assai pedantesca, e non avrebbero mancato
di dirmi che questuomo era un indemoniato.
- Si lavrebbero detto, ma frateschissimamente (ripigli egli)- Signore (interruppi) nonostante la di lei avversione cabalistica che vedo che ha per gli Ecclesiastici, non posso far di
meno in taloccasione di prendere il loro partito. Stimo che non vi sarebbe tanto male di dire che non vi sono mai stati
Oracoli, quanto vi sarebbe nel dire che non era il demonio che parlava. Poich in fine i Padri ed i Teologi......-Poich infine (interruppe egli) i Teologi non concedono eglino che la sapiente Sambetea, la pi antica delle Sibille era
figlia di No ?
- Che importa ?(ripigliai)
- Plutarco (ripigli egli) non dice egli che la pi antica delle Sibille f la prima, che rese gli oracoli a Delfo ? Questo
spirito, che teneva Sambetea nel suo seno, non era dunque un Demonio, ned il suo Apollo era un Dio falso ; poich
lidolatria non cominci che un pezzo doppo la divisione de linguaggi, e sarebbe poco verisimile dattribuire al padre
delle menzogne i libri delle Sibille e tutte le pruove della vera Religione che ne nno tratte i Padri : e poi non tocca a V.
S. di rompere il matrimonio fatto da un cardinale di Autorit tra Davide e la Sibilla, n di accusare questo personaggio
daver comparato un s gran profeta ed un sfortunata Energumena. Posciach o Davide fortifica la testimonianza della
Sibilla, la Sibilla affievolisce lautorit di Davide. In oltre il Demonio mai egli stato diviso da se stesso ? ed egli alle
fiate contrario suoi proprj interessi ?
- Perch no ? (gli risposi)
- Perch no ? (disse egli) Perch quello che Tertulliano h chiamato la ragione di Dio, non lo trova a proposito. Il
Demonio non mai diviso da se stesso. Ne siegue dunque che il demonio non h mai parlato contro i suoi proprj
interessi ; quinci se gli oracoli nno parlato contro glinteressi del demonio, non era il Demonio che parlava negli
Oracoli.
- Ma Dio non h egli potuto sforzar il Demonio (gli dissi) di dar luogo alla verit e di parlar contro se stesso ?
- Ma (replic egli) se Dio non lh sforzato ?
- Ah ! in questo caso (ripigliai) V. S. avr maggior ragione che li Ecclesiastici.
- Vediamolo dunque (segu egli) e per procedere invincibilmente non voglio addurre gli Oracoli addotti da Padri perch
comeran uomini potevano ingannarsi, m voglio addurre unUomo che non pu essere sospetto in ci : Pagano, e
Pagano daltra sorte che Lucrezio, Luciano gli Epicurei, un Pagano infatuato de suoi Dij e de demoni senza numero,
superstizioso fuor di modo, Mago e per conseguenza gran partigiano del Diavolo, Porfirio io dico. Ecco alcuni oracoli
chegli riferisce, eccoli, parola per parola.
Oracolo
" Vi sovra il fuoco celeste una fiamma incorruttibile, sempre risplendente, scaturigine dell vita, fonte dogni essere e
principio dogni cosa. Questa fiamma produce tutto, e non perisce che quanto questa consuma, si fa conoscere da se
stessa e non puolesser contenuta da alcun luogo.
Ella senza corpo, senza materia, circonda i Cieli ed esce da essa una scintilluccia che fa tutto lo splendore del Sole,
della Luna e delle Stelle. Ecco quanto so dIddio : non cerca saperne di pi, perch eccede la tua capacit per sapiente
che tu sij. Del resto sappi che luomo ingiusto e cattivo no pu celarsi da Dio. N scaltrezza, n senza pu coprire niente
suoi occhi penetranti. Tutto pieno di Dio. Dio per tutto."

- Questo Oracolo non mi pare procedente dal Demonio. Almeno (dissi) esce assai dal suo carattere.
- Eccone un altro (disse egli) che dice meglio.
Oracolo

" Vi in Dio una profondit immensa di fiamma il cui calore tranquillo e quieto fa larmonia e la durata del mondo.
Cosa veruna non esiste che da questo fuoco, che lo stesso di Dio. Non stato generato da alcuno, senza madre, sa
tutto, e non gli ci puolinsegnar niente ; invacillabile ne suoi disegni, ed il suo nome ineffabile. Ecco cosa Iddio,
posciache per noi, che siamo suoi Messaggieri, non siamo che una particella di Dio."

- E bene che dice V. S. di questo ?


- Dir di tutti due (replicai) che Dio pu sforzar il Padre delle menzogne dar luogo alla verit.
- Eccone un altro (ripigli egli) che levar questo scrupolo
Oracolo
"Ahi Trpiedi ! Piagnete e fate lOrazione funebre del vostro Apollo. Egli mortale, si spegne perch la luce della
fiamma celeste lo fa spegnere"

- V. S. vede bene che, chiunque sia che parla in questi Oracoli, che spiega cotanto bene a pagani lessenza, lUnit,
limmensit e lEternit di Dio, confessa che mortale e che non una scintilluccia di Dio. Non dunque il demonio
che parla, poich immortale, e che Dio non lo sforzarebbe a dirlo, che non lo . E costante che il Demonio non si
divide contro se stesso. E egli questo il modo di farsi adorare, di dire che non vi che un Dio solo ? dice che mortale,
e da quando in qua il Demonio s umile di levarsi le sue qualit naturali ? V. S vede dunque, che, se il principio di
quello che si chiama per eccellenza il Dio delle scienze sossiste, non polessere il Demonio che h parlato negli Oracoli.
- Ma se non il demonio (gli dissi) con mentire quando si dice mortale, dicendo la verit per forza quando parla di
Dio, chi attribuire dunque questi oracoli che V. S. sostiene esser veramente stati resi ? Forsi allesalazione della Terra,
come Aristotele, Cicerone e Plutarco ?
- Oh questo no (disse egli) non sono cos pazzo.
- Come (replicai) tiene V. S. questa opinione per pazza ? i suoi partigiani sono per persone di giudizio.
- Non lo sono in questo (ripigli egli) ed impossibile di attribuire allesalazione quanto si fatto negli Oracoli. Per
esempio, quelluomo appo Tacito, che compariva in sogno Sacerdoti dun tempio d Ercole, nellArmenia, e che
comandava loro di tenergli pronti corsieri bardati per la caccia. Sin qui potrebb essere lesalazione : ma quando i
corsieri venivano alla sera stanchi, ed il carcasso vuoto di frecce, e che il giorno seguente si trovavano tante bestie
morte ne boschi quante frecce nel carcasso, ci non pu derivare dallesalazione. E non era il Diavolo, perch non si
pulattribuire allinimico di Dio senza pazzia, che gli sia permesso di pigliarsi tale spasso.
-A che dunque (gli dissi) attribuisce la Gabala tutto ci ?
- Aspetti V. S. (replic) e mi lasci levargli dal capo questesalazione, perch ha citato con tant Emfasi Aristotele,
Cicerone e Plutarco che V. S. potrebbe ancora citare Giamblico, che, per dotto che fosse, stette in talerrore qualche
tempo, che lasci per quando ebbe squitinata la cosa nel libro de misterj.
Pietro dAponio, Ponponaccio, Levinio, Sisenio e LucinioVanino ancoreglino, nno piacere daver trovato questo in
alcuni antichi. Tutti questi dotti, quali, quando parlano delle cose divine dicono pi tosto quanto bramano, che quanto
conoscono, non ammettono cosa alcuna di sovra umano negli Oracoli, per riconoscere qualche cosa di superiore
alluomo. Temono di fare una scala per arrivare sino Dio, che temono di conoscere co gradi delle Creature Spirituali,
e vogliono pi tosto farsene una per iscendere nel niente. Non vogliono assoggettare luomo alle sostanze meno
materiali, e lassoggettiscono ad unesalazione, e senza considerare che non vi alcun rispetto tr questo fumo
chimerico e lanima dellUomo tr questo vapore e le cose future, tr questa causa fievole e questi effetti miracolosi,
basta loro dessere singolari per credere che sono ragionevoli, e di niegare gli spiriti per sembrare dotti e giudiziosi..
- La singolarit dunque spiace molto a V. S. (interruppi)
- Ah (mi disse egli) la peste del giudizio, e la pietra dinciampo de giudiziosi. Aristotele, per gran logico che fosse,
non h potuto evitare il laccio, nel quale la fantasia ed il ghiribizzo della singolarit induce tutti, non h potuto, dico,
evitare dimbrogliarsi e di contraddirsi. Dice nel libro della generazione degli animali, e nella sua morale, che

lintelletto umano viene dalluomo esteriormente, e che non pu procedere dal Padre : e per la spiritualit delle
operazioni dellanima conchiude esseressa dun altra natura che il composto materiale che anima, e la cui materialit
non fa che offuscare le speculazioni invece di contribuire alla loro produzione. Cieco Aristotele ! poich secondo esso il
composto materiale non puolessere lorigine de pensieri spirituali, e vuole poi che unesalazione fievole possa essere
la causa de pensieri sublimi, e dello scopo pio de Pitoni che oracolizzano. Ecco come si contradice, e come la
singolarit lo fa traviare.
- V. S. parla benissimo (gli dissi) - sperando di sanarlo dalla sua demenza, gi che vedevo che parlava bene, dio voglia
che.....
- Plutarco (interruppe egli) tanto sodo, muove a compassione ne suoi dialoghi, perch gli oracoli nno cessato. Si
oppone varie cose convincenti che non risolve punto. Perch non si risponde degli, quando gli si dice che se
lesalazione che sia la causa di questi trasporti ed entusiasmi, tutti quegli che si avicinano al trepiede fatidico sarebbero
pieni dentusiasmi, e non una zitella sola, ed ancora duopo chessa sia vergine ? M come pu questo vapore articolar
voci nel ventre ? Di pi questa esalazione una causa naturale, necessaria, che deve fare il suo effetto regolarmente e
sempre : e perch questa zitella agitata solo quando vien consultata ? E perch la terra h cessato ella di tramandare
simili vapori ? E essa meno terra di prima ? riceve ella altri influssi ? ha essa altri mari, e fiumi ? Chi h dunque
otturato i suoi pori, mutata la sua natura ? Ammiro Ponponaccio, Lucillo ed altri daver pigliato lidea di Plutarco, e
daver lasciato il modo con che si spiega. Egli aveva parlato pi giudiziosamente dAristotele e di Cicerone. Comegli
era uomo giudizioso, e non sapendo che conchiudere degli Oracoli, doppo unirresoluzione tediosa, si era prefisso che
talesaltazione era uno Spirito Divino ; cos attribuisce alla divinit que moti e chiarezze straordinarie delle
sacerdotesse dApollo (Questo vapore indovino- dicegli - un soffio ed uno spirito divino e santo). Ponponaccio,
Lucillo e gli Atei moderni non tengono simili discorsi, che suppongono la divinit . Tai esalazioni (dicono eglino) erano
della natura de vapori che infettano gli Atribilarj, che parlano linguaggio che non sanno. Ma Fernello refuta questi
empj, provando che la bile, che unumor peccante non pu cagionare questa diversit di linguaggi, che un effetto
miracoloso della considerazione, ed un espressione artifiziale de nostri pensieri. Egli h per deciso la cosa
imperfettamente quando si soscritto a Psellio ed altri che non nno capito la nostra filosofia. Non sapendo donde
pigliare le cause di tanti effetti, h fatto come le Donne ed i Frati e li h attribuiti al Demonio. - A chi dunque attribuirli (gli dissi) un pezzo che aspetto tal segreto.
- Plutarco stesso lh notato (mi disse egli) ed avrebbe fatto bene di tenervisi. Questo modo irregolare di spiegarsi per
un organo indecente, non essendo assai grave e degno della maest de Dij (dice questo pagano) e superando quanto
dicevano gli Oracoli le forze dellanima dellUomo, quegli nno reso un buon servizio alla Filosofia che nno stabilito
alcune creature mortali tr gli Dij e gli uomini, a quali si pu riferire quanto supera la fievolezza umana, e che non si
avvicina alla grandezza divina. Questopinione di tutta la filosofia antica. I Platonici, e Pitagorici lavevano pigliata
dagli Egizj, e questi da Gioseppe e dagli ebrei che abitarono lEgitto prima del passaggio del mar Rosso. Gli Ebrei
chiamano queste sostanze che sono tra gli Angeli e luomo Sadaim ed i Greci trasportando le sillabe e non
aggiungendovi che una lettera, Daimonos. Questi Demonj sono appo gli antichi Filosofi un popolo aereo dominante gli
elementi, mortale, generante, incognito in quel secolo a quegli che tracciavano poco la verit nella sua antica stanza,
cio la nella Gabala, e nella teologia degli Ebrei che avevano appo dessi larte particolare di trattenere questa nazione
aerea, e di conversar con essa.
- Eccola ancora, per quanto io credo (interruppi) alli suoi Silfi.
- S (continu egli). Il Terafim de Giudei non era che la cerimonia che bisognava osservare per tal comercio ; e quel
Micas ebreo che si lagna nel libro de Giudici che sono stati levati li suoi Dij, non piagne che la perdita della statua nella
quale i Silfi lo trattenevano. I Dij che Rachele rubb a suo Padre, erano un Terafim. Micas, n Labano non sono ripresi
didolatria : e Giacobbe non avrebbe vissuto quatordici anni con unIdolatra, n sposato la sua figlia. Ci non era che un
comercio de Sifi : e noi sappiamo per tradizione che la Sinagoga teneva tal comercio lecito, e che Idolo della moglie di
Davide non era che il Terafim col quale teneva comercio co popoli elementarj : poich V. S. pu ben credere che un
simile Profeta non avrebbe tolerato lIdolatria in casa sua. Questi Elementarj prima della venuta del Messia pigliavano
piacere a spiegaragli uomini negli oracoli quanto sapevano di Dio ; ed mostrar loro vivere moralmente, dar loro
consigli prudenti ed utilissimi, come se ne vedono molti appo Plutarco ed altri Storici. Ma quando Dio ebbe piet del
mondo, e volle diveniregli stesso Dottore, questi Dottorelli si ritirarono, e quinci il silenzio degli Oracoli.
- Risulta dunque (replicai) da tutto il discorso, che vi sono stati Oracoli, e che i Silfi li rendevano ; e che sono dessi che
li rendono ogni giorno ne bicchieri, negli specchi e crivelli.
- Li Silfi, Salamandri, i Gnomi li Ondini (ripigli egli)
- Se ci (replicai) i di lei Elementarj sono bene poco onesti.

- Perch ?(disse egli)


- Eh, puossi vedere cosa pi brutta (seguitai) che tutte queste risposte equivoche che davano sempre.
- Sempre ? (ripigli egli). Ah non sempre. Quella Silfide che apparve a quel romano in Asia e che gli predisse che vi
riverrebbe una fiata in qualit di Proconsole, parlava forsi essa con oscurit ? E Tacito non dice egli che la cosa successe
comera stata predetta ? Quelliscrizione, e quelle statue famose nelle Storie di Spagna, che predissero allo sfortunato
R Rodrigo che la sua curiosit e la sua incontinenza sarebbero castigate da persone vestite ed armate come loro, e che
questi uomini neri sapponderarebbero della Spagna, e vi regnarebbero lungo tempo. Ci non poteva essere pi chiaro, e
se ne vidde leffetto lo stesso anno, perch i Mori stronarono questo R effeminato, e V. S. ne sa la storia ; e V. S. vede
bene che il Demonio, che doppo la venuta del Messia non dispone deglImperi, non h potuto esserautore di questo
Oracolo, e che sicuramente stato qualche Gran Gabalista che laveva saputo da qualche Salamandra delle pi dotte :
poiche come queste cose amano molto la castit, ci dicono volentieri li disastri che devono arrivare al mondo per la
mancanza od intaccamento di tal virt.- Ma Signore (gli dissi) trova V. S. casto e degno del pudore Cabalistico quellorgano eteroclito di cui si servivano per
predicare la loro Morale ?
- Ah questa volta (disse ridendo) V. S. pazzo, non vede ella la ragione fisica che fa che il Salamandra infiammato si
piace nei luoghi pi ignei, ed attratto dal....
- Intendo, intendo (interruppi) senza che si spieghi pi avanti
- Quanto alloscurit dalcuni Oracoli (segu egli gravemente) che V. S. chiama bruttezza e sporchezze, le tenebre non
sono elleno labito ordinario della verit ? Loracolo continuo lasciato da Dio, la Scrittura dico,, non ella ingombrata
duna oscurit santa che confonde i superbi come conduce gli umili ? Se V.S. non h che questa difficolt, la conseglio
non differire dentrare in comercio co questi Elementarj. V. S. li trover onesti, sapienti, benefici e timorosi di Dio. Son
di parere che V. S. cominci da Salamandri, perche il suo Marte denoti molto ardore nelle sue azioni ; E per il
matrimonio son di parere che si pigli una Silfide. V. S. sar pi felice con ella che con altre, perch il suo Giove in
sestile di Venere presiede allaere e popoli aerei. Per squitini il suo interiore, perch come sapr un giorno, per gli
astri interiori che il Savio si governa, e gli astri del cielo esteriore non servono che a fargli conoscere pi certi gli aspetti
degli astri del Cielo interiore, che in ogni creatura. Cos tocca V. S. a dir la sua inclinazione per procedere
allalleanza cogli Elementarj che gli saranno pi grado.- Ci (risposi) richiede tempo per deliberarmi - e sovra questo ritornassimo a Coppenaga, ed in istrada lo feci discorrere
degli Atei e non h mai udito parlare cotanto bene, n dire cose s sode per lesistenza di Dio e contro laccecamento di
quegli, che passano la loro vita senza darsi ad un culto continuo di quello dal quale teniamo lessere e che ci conserva.
Ed assicuro V. E. chero attonito dal carattere di questo signore, e non potevo capire come poteva essere in uno stesso
tempo tanto forte e tanto fievole, si mirabile quanto ridicolo.
Fr tanto in me stesso ruminavo tutte queste cose, ed avrei volentieri desiderato che quanto maveva detto fosse vero,
perche volentieri avrei voluto aver comercio co Gnomi per aver da essi Tesori e segreti proprj per accumular danari per
potermi astenere dalle fatiche continue alle quali mero dedicato per tracciare la Pietra Filsosfale, m quando squitinavo
tutto, trovavo che era chimerico, e cos lasciando tutti questi Elementarj chimerici nel loro niente, continuai le principali
fatiche per questo R, n mi sono pi curato di vedere questo Signore per qualche tempo. Egli mi stato cercare gi
due volte, m non avevo tempo di parlargli. Se lo vedr di nuovo non mancar di dar parte V. E. della continuazione
di questo trattenimento bizzarro, che dal detto si pu dedurre che sar bello.
Fr tanto V. E. pu spassarsi di questo fin ad altro tempo, che mi verr fatto di trattenerla daltre cose, e la supplico di
credere che in ogni occasione mi gloriar dessere con rispetto e riverenza
D. V. E.
da Coppenaga li 16 Maggio 1666
-------------------------------------------------------------------------------2) - Eccellentissimo Signore
Eccomi di nuovo con questa dare spasso , per quanto mimagino V. E. colla continuazione del discorso di quel
Signore Danese, del quale gi le scrissi in altra mia lungo ragionamento, circa lesistenza di certe creature Elementari,
come da quella V. E. avr visto. H tardato tanto perch h tardato dabboccarmi con esso, quantunque egli lo

desiderasse in sommo e che ne sollecitasse li mezi : m miei soffiamenti mi tenevano talmente occupato che non h
avuto tempo per dare qualche ora simili trattenimenti, finche arrabbiato un giorno per lo scoppio di qualche vaso di
liquor prezioso, che avevo quasi ridotto perfezione, e ci per aver dato fuoco quasi in eccesso, godei che giustamente
mi venne trovare, che serv per dar sollievo allaffanno che mi rodeva il cuore.
Egli maccost : - Emb (mi dissegli) per quale specie de popoli invisibili h V. S. maggior inclinazione, per le
Salamandre, Gnomidi, Ondini o Silfidi ? - Non ho ancora (risposi) risoluto il matrimonio, e se lo volessi, amerei meglio con le Gnomidi che con altre, affinche
per amore mi facessero riuscire la pietra Filosofale. - E perch non si risolve ? (ripigli) - A parlare ingenuamente, Signore (gli dissi) non posso mutar pensiero, n limmaginatione : questa mi rappresenta
sempre questi Elementarj come tanti griffagni del diavolo.
- Oh Dio (esclam egli) non chiudi di grazia ladito alla verit, sia pi docile. Ma n, lo dispenso desserlo perch si
offende la verit con prepararle strada.
Essa sa abbattere le porte di ferro ed entrare ovunque vuole malgrado della resistenza della menzogna. E che pu V. S.
opporle ? Forsi che Dio non ha potuto creare tali sostanze elementari ? - Non h squitinato (gli dissi) se vi qualche impossibilit nella stessa cosa. Se un elemento solo pu somministrare
sangue, carne d ossa, se vi puolessere un temperamento senza mescolazione, ed azione senza contrariet ; ma supposto
che Dio labbia potuto fare, che pruova soda evvi che labbia potuto fare ?- Vuol V. S. esserne convinto allistante (ripigli egli) senza tante maniere ? me ne vado a far venire i Silfi di Cardano, e
V. S. sentir dalla loro bocca ci che sono e quanto gliene h detto. - N n, di grazia Signore (eclamai) differischi la supplico questa sorte di pruova, finche sij persuaso che costoro non
sono nemici di Dio, posciache fin questo vorrei pittosto morire che far questo torto alla mia coscienza di......- Ecco lignoranza e la devozione falsa di questi tempi ! (interruppe egli) Perch non si scancella dal Calendario de
Santi il maggiore degli Anacoreti ? perch non si abbracciano le sue statue ? E peccato che si gettino al vento le sue
ceneri, come quelle di chi vien accusato daver comercio col Demonio. Non h egli esorcizzato i Silfi, e non li h egli
trattati come uomini ? Che h V. S. dire questo Signor scrupoloso ? Il Silfo che discorre della sua natura quel
Patriarca, suo parere, egli un griffagno del Diavolo ? E egli con uno spirito folletto che quelluomo incomparabile
ebbe conferenza nel Vangelo ? ed accusarallo V. S. davere profanato que Sagri Misterj parlandone con una fantasima
nemica dellAltissimo ? Atanasio e Gerolamo sono dunque indegni della gran fama che nno fra i di lei Dottori, davere
scritto con tant Eloquenza elogio dun uomo che trattava tanto umanamente co diavoli : Se pigliavano quel Silfo pr
un diavolo, bisognava celarne laccidente, levare la predicazione in ispirito, quellapostrofe s patetica che fa il pi
zelante anacoreta, ma pi credulo di V. S. alla citt di Alessandria ; se lnno pigliato per una creatura che aveva parte,
come assicurava, nella redenzione come noi ; e se tal apparizione, a loro parere, una grazia straordinaria che Dio
faceva al Santo di cui scrivono la vita, perch voler essere pi sapiente d Atanasio e Gerolamo, e pi santo dAntonio
Eremita ? che avrebbe V.S. detto ad Antonio, se V. S. fosse stato nel numero de dieci mila solitarj a quali narr la
conversazione avuta col Silfo ? Pi savio ed illuminato di tutti quegli Angeli Terrestri V. S. avrebbe rimostrato al Santo
Abbate che tal conversazione non era che una semplice illusione, ed avrebbe dissuaso il suo discepolo Atanasio di far
sapere tutta la terra una storia s poco conforme alla religione, all Filosofia ed al suo buon senso. Non egli vero ?- Egli vero (gli dissi) che sarei stato di parere di non parlarne, di dirne di pi.- Atanasio e Gerolamo (ripigli egli) non potevano dirne di pi, perch non ne sapevano di pi, e quando avrebbero
saputo tutto, il che non pu essere se non si nel numero di noi altri, non avrebbero divulgato temerariamente li segreti
della sapienza.- Ma perch, replicai) non propose questo Silfo SantAntonio quanto V. S. mi propone adesso ?
- Che (diss egli ridendo) il matrimonio ? Ah ! sarebbe stato a proposito ?
- Egli vero (ripigliai) che apparentemente il buon vecchio non avrebbe accettato il partito, e lofferta. - Non certo (diss egli) perch sarebbe stato tentar Dio di maritarsi in quellet e domandargli prole.

- Come ? (ripigliai) si marita dunque con le Silfidi per aver prole ?


- Perch dunque (disse egli) farsi, che mai lecito maritarsi per altro fine ?
- Non istimavo (risposi ) che si pretendeva da queste descendenza, e credevo che tutto terminasse ad immortalare le
Silfidi.
- Ah ! V. S. aveva torto (segu egli), la carit de Filosofi fa cheglino si propongono limmortalit delle Silfidi : ma la
natura fa cheglino desiderano di vederle feconde ; V. S. vedr nellaere, quando vorr, queste famiglie filosofiche. Oh
mondo felice se non vi fossero che queste famiglie, e se non vi fossero figli diniquit !
- Ma che chiama V. S. (interruppi) figli diniquit e del peccato ?.
- Sono (continu egli) tutti i figli che nascono per la strada ordinaria ; concepiti per la volont della carne e non di Dio,
figli dIra e di maledizione, ed in una parola figli dUomo e di Donna. V. S. desia dinterrompermi, vedo bene quanto mi
vorrebbe dire. Si, sappia che non fu mai la volont del Signore che luomo e la donna avessero figli nel modo che nno.
Il disegno era pi nobile. E se Adamo non avesse disubbidito allordine che aveva di non toccar Eva, e che si fosse
accontentato del rimanente de frutti del Paradiso terrestre, di tutte le bellezze delle Elementari, il mondo non sarebbe
pieno di uomini imperfetti, che ponno passare per mostri rispetto de figli de Filosofi.
- Come (gli dissi) V. S. crede per quanto vedo che il fallo dAdamo ben altro che daver mangiato un melo ?
- Non lo crede (ripigli) perch la scrittura dice altrimenti ; anzi detesto quelli che non vogliono credere alla Scrittura
Sagra. Ma gli parlo in senso dalcuni che non pigliano la storia del melo letteralmente. Dicono che la lingua santa suole
metaforizzare per allontanare da noi le idee poco oneste dun azione cagionatrice delle sfortune del genere umano. Cos
quando Salomone diceva che voleva salire sulla Palma, e come frutti ci dicono che aveva tuttaltro appetito che di
magnar dattoli. La lingua degli Angeli tutta pura e casta, non ha termini per ispiegare ed esprimere quanto nomina melo
o dattolo. Ma questi cifrano tai figure quando vedono che il gusto e la bocca dEva non sono gastigati, che partorisce ne
dolori, vogliono che il gusto non sia reo, e stimano di scoprire il primo peccato per la cura che pigliarono i primi
peccatori di celare con foglie certi luoghi del corpo, e conchiudono che luomo non doveva moltiplicarsi per questa
strada. Se ci fosse vero, cos come falso, Adamo non doveva generare che uomini suoi pari, od Eroi Giganti.
-E che espediente vi era (interruppi) per queste generazioni mirabili ?
- Non toccare (replic) che le creature elementari. E cos non sarebbero nati che Eroi, e lUniverso sarebbe stato
popolato di persone forti. Si pu congetturare la differenza che vi era tra il mondo innocente ed il colpevole doggid per
i figli nati cos alcune fiate.
- si sono dunque visti (di questi figli degli elementi ? Ed un dottore che mi cit, vi qualche tempo, San Agostino, San
Gerolamo e san Gregorio Nazianzeno, si dunque ingannato, credendo che non potesse nascer prole dallamore degli
Spiriti colle Donne, dal comercio che ponno aver certi uomini c certi demonj che chiamava Ifialti, incubi e succubi.
- Lattanzio h ragionato meglio, e Tomaso dAquino ha risoluto sodamente che non solamente tai comercj potevano
esser fecondi, ma che i figlj che ne nascono sono duna natura pi generosa, ed eroica. V. S. legger a suo piacere i fati
generosi di que uomini potenti e famosi che asserisce il Legislatore Mos che sono nati cos. Noi ne abbiamo la storia
al vigesimo terzo Capitolo de Numeri. Fratanto giudichi come sarebbe il mondo se tutti gli suoi abitanti
rassomigliassero, per esempio, a Zoroastre.
- Zoroastre (gli dissi) che vien detto esser lAutore della Negromanzia ?
- Egli stesso (disse egli) di cui glignoranti nno scritto questa calunnia, egli aveva lonore desser figlio di Oromasi
Salamandro e di Vesta moglie di No. Visse dodici secoli il pi Savio Monarca del mondo, e poi f rapito da Oromasi
suo Padre ne la Regione delle Salamandre.
- Io non dubito (gli dissi) che Zoroastre non sij nel fuoco con Oromasi, m non vorrei fare loltraggio che v. S. fa No.
- Loltraggio non s grande come V S. crede (mi replic). Tutti que Patriarchi si recavano a grandonore dessere i
padri putativi de figli che gli Elementarij volevano avere dalle loro donne.
- Certo (ripigliai) non sarebbero di quellumore nella nostra Italia. Gli uomini sono troppo gelosi delle loro mogli, che di
lasciarsi fare loro le corna dal Diavolo.

- Ben bene (continu egli) ritorniamo a Oromasi. Questo fu amato da Vesta moglie di No. Questa, sendo morta f il
genio tutelare di Roma, ed il fuoco sagro chessa voleva che le Vergini conservassero con tanta cura, era in onore di
Oromasi Salmandro suo Amante. Oltre Zoroastre nacque dallamore loro una figlia di rara belt e duna sapienza
estrema, chiamata Numa, chessa amava di far ergere un tempio Vesta sua madre, dove si terrebbe il fuoco segreto in
onore di Oromasi suo Padre. Ecco la verit della favola, narrata d Poeti

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