Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
dell’energia che dall’ambiente passa al nostro corpo e dal
nostro sistema nervoso viene letta, interpretata, elaborata.
Se volete venire in possesso di questo importante docu-
mento di riconoscimento questo lavoro vi può essere utile,
vi dirà chi siete dal punto di vista dell’apprendimento e vi
collocherà in una fascia relativamente ristretta, tanto da
riconoscere come simili persone che, seppur raramente,
incontrerete ma quotidianamente riconoscerete parziali
analogie con alcune persone e differenze con altre che
non riterrete più pregi o difetti ma solo qualità personali.
L’informazione più importante però che se ne può ricava-
re è che questo schema personale si comporta come un
assistente un po’ rompiscatole :punta i piedi quando vo-
gliamo svolgere compiti che non gli sono consoni anche
se lo permette, comprensivo, affidandoci a un secondo as-
sistente più paziente e con più tempo a disposizione che si
chiama :”RAZIONALITA’”.
Il primo assistente si chiama :”ISTINTO” e ci indica ,la
strada da percorrere, il filo conduttore, ci richiama sul giu-
sto sentiero se ce ne allontaniamo troppo a lungo :è la via
della nostra realizzazione personale che non può prescin-
dere dalle nostre specifiche capacità fisiologiche che pos-
siamo ampliare, variare, supplementare ma non ignorare o
non porteremo a termine il compito fondamentale della
nostra esistenza :”ESSERE NOI STESSI”.
2
PRESENTAZIONE DELLA RICERCA
4
avuto un certo riscontro oggettivo ma, soprattutto, pro-
vate a sottoporvi a questo test che rivela ad ognuno qual-
cosa di se stesso che magari conosce solo superficialmen-
te, senza esserne realmente consapevole.
Se ciò che ho osservato ha rigore scientifico, i risvolti do-
vrebbero essere veramente importanti ma, al di là di que-
sto, i risultati raggiunti potrebbero già essere utilizzati per
un insegnamento più consono alle caratteristiche di ap-
prendimento generali e più elementari che sono emerse.
Non ho variato la struttura della ricerca che ho eseguito in
due parti e in due tempi successivi: la prima parte è un
piccolo progetto dove ho analizzato un campione misto di
12 soggetti adulti e ragazzi ottenendone risultati e osserva-
zioni che ho poi sviluppato nella seconda parte su un
campione di 13 adulti.
Nell’appendice ho ampliato ulteriormente il campione ar-
rivando a circa 50 osservazioni, ho sviluppato alcuni temi
precedentemente non trattati e altri che, mano mano, si
sono presentati, ho modificato e corretto alcuni risultati a
cui precedentemente ero pervenuta sulla base dei nuovi
riscontri, in particolare il modello per aree.
La struttura rispecchia il cammino che ho seguito quindi è
chiaramente frammentaria, ho intuito fin dall’inizio le pos-
sibilità del test che ritengo senza dubbio di ampio respiro,
esse però mi si sono mostrate in modo molto dilazionato
nel tempo, via via che avevo occasione di proporre il test a
nuovi soggetti e che avevo modo di meditare sui suoi ri-
sultati, mettendo alla prova anche le mie capacità; perveni-
re a molte conclusioni, soprattutto alla definizione dei pa-
rametri fondamentali ha richiesto molto tempo e molta
riflessione.
5
MEMORIA A BREVE TERMINE E CANALI
SENSORIALI
INTRODUZIONE
6
chiaramente il numero maggiore di relazioni si ritroverà
nel campo di età più affine, per un effetto gratificazione di
ritorno, esisterà poi un secondo campo preferenziale di
minore entità e così via, fino ad arrivare all’ultimo e più
esiguo.
Naturalmente la persona, volontariamente o per necessità,
potrà decidere di aumentare le frequentazioni nell’uno o
nell’altro campo, questo le richiederà un certo sforzo.
Se l’effetto sarà gratificante le possibilità saranno due:
a)diminuiranno le sue frequentazioni in uno degli altri
campi, rimanendo la totalità delle sue frequentazioni co-
stante
b)potenzierà la sua capacità relazionale(in ordine alla
quantità di individui)e in questo caso potrà mantenere le
vecchie amicizie pur acquisendone delle nuove.
Ritornando alle preferenze sensoriali, ogni persona ha un
proprio schema che si mantiene nel corso della vita a
grandi linee.
Seleziona, sia per la propria specifica fisiologia che per la
propria operatività mentale gli stimoli esterni determinan-
done la quantità e l’accuratezza in base alle proprie pecu-
liarità.
C’è, per esempio, chi ha spiccata preferenza per la cono-
scenza visiva, chi per quella tattile, chi ha una configura-
zione sensoriale equilibrata.
Lo schema sensoriale si fissa più o meno ad accrescimento
ultimato.
Uno sforzo artificioso, limitato nel tempo, non dovrebbe
avere un reale effetto su tale schema, se avviene in età
adulta, forse è possibile, invece, un potenziamento setto-
riale o complessivo quando si hanno delle evidenti caren-
ze.
7
Gli stimoli di diversa natura che oltrepassano la barriera
sensoriale vengono recepiti dalla memoria immediata.
La maggior parte di queste percezioni viene persa quasi
istantaneamente perché di ingente quantità essendo la ca-
pacità del primo magazzino, come dei successivi, limitata.
Un secondo filtro seleziona gli stimoli che verranno cu-
stoditi nella memoria b.t.
Dalla memoria b.t. un filtro seleziona i contenuti che per
la loro rilevanza verranno fissati nella memoria a lungo
termine.
La memoria b.t., a differenza delle altre due, è indagabile
facilmente in modo semplificato :un test elementare per-
mette di valutare approssimativamente la rilevanza dei va-
ri sensi nel processo di memorizzazione e di avanzare
,quindi, ipotesi circa la natura preferenziale di apprendi-
mento, le possibilità d’intervento per migliorarne la quali-
tà, le modalità da seguire per ottenere dei risultati a livello
individuale o di gruppo.
Il test proviene da un saggio divulgativo del 1976 sulla
biologia dell’apprendimento:”Il pensiero, l’apprendimento,
la memoria” di F.Vester, viene proposto marginalmente
insieme ad altri tests destinati ad indagare il processo di
memorizzazione e di apprendimento.
Il testo si propone di integrare conoscenze di tipo biochi-
mico, neurologico, fisiologico al fine di fornire un quadro
generale che possa spiegare il proprio tipo di apprendi-
mento e il ruolo che possano avere vari fattori come la cu-
riosità, lo stress ,la familiarità ,le esperienze di successo, la
comunicazione.
Lo scopo ultimo, tuttavia ,è delineare un tipo di scuola
dove si tenga conto di tutti i fattori che facilitino
8
l’apprendimento, sulla base non più delle correnti filosofi-
che, pedagogiche etc. ma della biologia.
9
più o meno regolare in base alle caratteristiche
dell’individuo.
Costruendo il quadrato relativo alla memoria ottimale, di
lato uguale al valore ottenuto nella prova dove si sommi-
nistrano tutti gli stimoli, si può osservare la convenienza o
meno di un apprendimento impostato sulla stimolazione
di tutti i canali sensoriali.
Il quadrato di lato 10 rappresenta invece il massimo valore
di memoria che è possibile riscontrare.
Quali sono in definitiva le domande importanti che ci si
possono porre?
1)questo test è utile per conoscere le caratteristiche senso-
riali e di apprendimento individuale?
2)è possibile ricavarne delle indicazioni per improntare un
insegnamento più rispondente alle necessità individuali e,a
livello di gruppo, più attento ai fattori facilitanti
l’apprendimento?
3)è possibile sfruttare il test per intervenire sulle situazioni
di difficoltà di apprendimento in modo efficace?
Per rispondere bisognerebbe poter disporre di campioni
omogenei per alcune caratteristiche fondamentali es. età,
livello di apprendimento e nel caso degli adulti situazione
lavorativa.
E’ tuttavia molto difficile affrontare una sperimentazione
piuttosto vasta.
Per avere qualche indicazione che possa essere il presup-
posto eventuale di indagini ulteriori forse anche un picco-
lo campione non omogeneo può essere di qualche aiuto.
Il campione che ho utilizzato consta di 11 individui:5 adul-
ti di età diverse e 6 ragazzi di età uguali(alcuni con difficol-
10
tà di apprendimento).
Nelle pagine successive riporto i dati rilevati tramite il test
e alcune osservazioni che svilupperò nella seconda parte.
11
e)lettura-udito(lu)come ultima scelta
lettura e udito
vista e tatto hanno una correlazione sufficiente
vista e udito
12
stranti 10 e 9 nei campi vista e tatto avevano inclinazioni
di tipo artistico legate alla manipolazione se il valore 10 si
trovava a livello del tatto e alla pittura se si trovava a livel-
lo della vista.
Osservazione 3 :difficoltà nell’apprendimento sono gene-
ralmente legate a valori molto bassi di memoria uditiva.
Osservazione 4 : l’area di memoria totale, calcolata trami-
te il quadrilatero ottenuto dalla congiunzione dei punti ri-
feriti per ogni canali, cresce oltre che col livello di ap-
prendimento anche con l’età.
Si presume che aumenti con l’età e poi cominci a decre-
scere con la sospensione dell’attività lavorativa.
Nei ragazzi in genere si raggiunge come area ¼ del mas-
simo, negli adulti 2/4 o più.
Osservazione 5 :quando vengono forniti tutti gli stimoli si
ha generalmente un decremento della memoria probabil-
mente per un effetto interferenza.
Osservazione 6 : è possibile azzardare ipotesi circa la natu-
ra dell’apprendimento tipica di ogni individuo.
Es. utilizzando una formula empirica, suggerita anche dal-
la conoscenza dei soggetti in esame, supponendo vista e
tatto come facoltà di apprendimento legate soprattutto
all’esperienza tangibile e lettura e udito come modalità le-
gate all’esperienza meno immediata, più intuitiva, calco-
lando gli scarti esistenti fra VT(somma dei valori registrati
di vista e udito) e LU(somma dei valori registrati di lettura
e udito)in ogni individuo(vedi tabella 1),si ricavano i se-
guenti intervalli :
13
prendimento : preferenze di tipo sensoriale-
pratico
Ho denominato:
14
Osservazione 8 :per tutte le vie correlate in modo almeno
sufficiente si presuppone che, potenziando con esercizi
adeguati un tipo di memoria, si intervenga necessariamen-
te anche sulla memoria correlata.
Ciò può essere importante per superare difficoltà legate a
qualche area di apprendimento:
es. difficoltà nella lettura e quindi anche nella memorizza-
zione di questo ambito hanno probabilmente un prece-
dente nella memorizzazione dell’udito per cui, per supera-
re le difficoltà di lettura si dovrà probabilmente intervenire
potenziando la capacità di ascolto e la memorizzazione in
tale ambito.
Aumentando la capacità del magazzino di memoria b.t
uditiva si aumenterà di conseguenza anche quello della
memoria b.t. della lettura con accresciuta facilità nel colle-
gamento delle sillabe e nella formazione dell’intera parola.
Osservazione 9:la memoria, in alcuni casi, si organizza se-
condo i vari canali sensoriali, in modo da raggiungere livel-
li che stanno fra loro in proporzione (L:V=Ua :T)
Più gli effettivi valori di U si discostano dal valore L*T/V
atteso (Ua) più esistono scompensi o anche solo disparità
nell’accrescimento dei vari campi di memoria.
Ciò può essere dovuto all’accrescimento non ultimato
dell’individuo ma quando lo scarto è elevato probabilmen-
te alla presenza di difficoltà o, al contrario, all’esistenza di
inclinazioni marcate.
Nei primi due casi gli scarti Ua-U sono positivi nel terzo
negativi(vedi tab.4).
Forse questo parametro può essere utilizzato per valutare
15
il discostamento dalla situazione di equilibrio più o meno
marcato, indice di difficoltà di apprendimento o di pro-
pensione spiccata verso campi particolari
dell’apprendimento.
Osservazione 10 : è possibile usare test statistici (t,z,etc…)
Al fine di avere indicazioni riguardanti la natura dei cam-
pioni e l’appartenenza di alcuni individui a un gruppo o
meno ancora, stabilire se determinate misurazioni rientri-
no con accettabile probabilità nei valori riscontrati nel
gruppo o se ne discostino significativamente.
Es. dividendo il campione iniziale in campione
“A”(ragazzi)e campione “B”(adulti) si osserva nel cam-
pione “A” la presenza di un elemento “I” che risalta per la
media elevata dei propri risultati nelle prove(vedi tabella 5)
Si tratta di una ragazza che dimostra problemi di appren-
dimento soprattutto in matematica, alcuni sostenevano
gravi, altri no.
La sua area di memoria risulta molto sviluppata in relazio-
ne alla sua età, i suoi alti valori soprattutto nella memoria
uditiva, non farebbero propendere per questa ipotesi.
Il test z sul campione “A” conferma che la media dei risul-
tati è assolutamente improbabile rispetto al campione cui
appartiene(p<0,0001).
16
ALCUNE CONSIDERAZIONI IN BASE AI RISUL-
TATI DELL’INDAGINE
17
tenziamento di una facoltà e della relativa memorizzazione
direttamente o indirettamente attraverso una facoltà corre-
lata.
Naturalmente buona parte di questi possibili sviluppi, ba-
sandosi su dati ricavati da un numero di individui così esi-
guo, ha solo valore di proposta da valutare e analizzare,
nel caso sia ritenuta interessante.
E’ però, a mio parere, rilevante riscontrare come imposta-
zioni di insegnamento ricavate dall’esperienza e dalla sag-
gezza, trovino qui una rispondenza e una motivazione og-
gettiva.
Molto interessante è stato poi scoprire che le indicazioni
ricavate attraverso una osservazione sommaria del grafico
rispondevano alla situazione reale del soggetto e, in alcuni
casi, hanno ricordato ad adulti passioni che, per motivi di
ordine contingente, avevano da molti anni trascurato o
dimenticato.
Ciò che questa breve indagine vuole essere, come già det-
to, non essendo per svariati motivi i risultati rigorosi dal
punto di vista scientifico, è solo uno spunto per intra-
prendere una sperimentazione ben eseguita nelle direzioni
ritenute più interessanti e promettenti che, a mio parere
esistono e possono risultare di grande utilità.
Alle tre domande :
precedenti, risponderei senz’altro in modo affermativo.
18
CONCLUSIONE
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
UTILIZZO DELLA RICERCA
1)modalità :
2)possibilità :
41
INDICAZIONE PER UN UTILIZZO A LIVELLO
D’INSEGNAMENTO GENERALIZZATO
DELL’INDAGINE.
Quali sono le indicazioni più utili per l’insegnamento rica-
vabili dall’indagine?
La prima è senz’altro che la priorità dei canali vista e tatto
nella quasi generalità dei casi osservati implica la necessità
di un apprendimento fondato sull’esperienza visiva e tatti-
le quindi aderente alla realtà tangibile di tipo visivo e ope-
rativo; sarà dunque auspicabile utilizzare materiali e audio-
visivi(diapositive, lucidi, video…)in appoggio alla lezione
esplicativa.
Al fine dell’apprendimento la spiegazione verbale deve
essere il più possibile ridotta perché, visto la bassa entità
della memorizzazione uditiva, buona parte del contenuto
andrà probabilmente perso.
I testi dovrebbero essere ricchi d’immagini e di attività
operative che permettano di assimilare con più facilità i
contenuti tenendo conto dei vari fattori che influiscono
sull’apprendimento : curiosità, familiarità ,semplicità che
predispone al successo, apre la strada a nuove esperienze e
non creazioni di blocco o di rifiuto.
L’impostazione dovrebbe tenere conto di tutto ciò che in-
centiva la motivazione all’apprendimento partendo dal
conosciuto, dal generale, per arrivare, partendo dai biso-
gni, dalle richieste al nuovo e al dettaglio.
Gli ambienti dovrebbero essere strutturati in modo da fa-
vorire le attività operative quindi essere ordinati ma piace-
voli e stimolanti.
La conoscenza delle caratteristiche mnemoniche a livello
singolo dovrebbero facilitare l’insegnamento individualiz-
zato
42
LE INDICAZIONI PIU’ IMPORTANTI QUINDI DOVREBBE-
RO ESSERE :
43
OTTENERE INDICAZIONI CIRCA LE CARATTE-
RISTICHE SENSORIALI DELLA PERSONA
46
INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVALLI DI CON-
FIDENZA RELATIVI AD OGNI CANALE SENSO-
RIALE
LETTURA : 5-7
UDITO : 5-7
VISTA : 8-10
TATTO : 7-9
49
PROPENSIONI PER AREE DI APPRENDIMENTO
50
PROPENSIONE PER MATERIE IN BASE A SCARTI
VT-LU.
0 1 2 3 4
EQUIL. VERB. VERB. VERB. MATEM.
MAX ARTIST. ESPRES. TECN.
5 6 7 8 9
EQUIL SCIENZE OPER. OPER. OPER.
MIN. TECN. ESPRES. ARTIS.
52
MODELLO CIRCOLARE DI PROPENSIONE PER
AREE DI APPRENDIMENTO
54
DESCRIZIONE DELLE AREE DI APPRENDIMEN-
TO
AREA 6
AREA 7
AREA 8
AREA 9
57
AREA INTUITIVA
AREA 4
AREA 3
58
la geografia, l’educazione fisica, le lingue
AREA 2
AREA 1
59
AREE DI EQUILIBRIO
60
ATTITUDINI PER AREA DI APPRENDIMENTO
AREA 0 – LA COMUNICAZIONE
61
A)SVILUPPO DIFFERENZIALE DEI CANALI
64
Vedere, insomma, quali canali, abbinati, forniscono il
maggior numero d’informazioni minimizzando il rifiuto
degli stimoli.
Ogni individuo ha, infatti, oltre alle preferenze di canale
sensoriale, delle preferenze di abbinamenti di primo, se-
condo, terzo…grado.
Gli abbinamenti preferiti al fine dell’apprendimento pos-
sono anche essere considerati a livello di gruppo.
Quando un determinato argomento incontra difficoltà
nell’essere recepito, ogni individuo dovrebbe affrontarlo
sfruttando il canale preferito o l’area di apprendimento per
cui ha propensione.
Altra norma è quella di evitare di eccedere nella varietà
degli stimoli per non creare interferenza, per questo oc-
corre riferirsi al dato memoria ottimale.
C)STILE DI APPRENDIMENTO
1)SENSORIALITA’-INTUIZIONE
2)ANALITICITA’-SINTETICITA’
3)CARATTERE DELL’IMPEGNO
65
stimoli, ad un’apertura della mente verso il mondo allo
scopo della conoscenza e della operatività.
I sensoriali quindi sono persone pratiche, operative ma-
nualmente, generalmente piuttosto tradizionali.
Istintivamente trasferiscono un’acquisizione teorica nella
pratica e se apprendono preferiscono l’approccio speri-
mentale e operativo piuttosto che una presentazione teori-
ca dell’argomento.
Per loro l’apprendimento è l’opera visibile e tangibile, lo
strumento la mano.
Sono generalmente delle persone ordinate per natura, me-
todiche, amano la routine e sono spesso disturbate da ogni
inconveniente che può esserle d’ostacolo.
Apprezzano le certezze, l’oggettività, il riscontro.
Gli intuitivi sono persone più legate all’istinto e mettono
in gioco un senso interno, se così si può chiamare, sono
più legati alla parola, alla teoria, all’ispirazione, a qualcosa
che trascende il riscontro immediato.
L’intuitivo è generalmente meno metodico, può essere
programmato ma tutto a un tratto si libera dei programmi
perché limitano la sua inventiva, la sua fantasia.
Può amare l’ordine ma, ogni tanto, vi si ribella perché se
ne sente schiavo, per lui è soltanto un metodo per conse-
guire altri obiettivi.
E’ tendenzialmente un’idealista perché, la sua trascenden-
za nei riguardi della pratica, lo mette in condizione di non
sopravvalutare gli ostacoli di un percorso, è quindi ten-
denzialmente un ottimista che se ha anche il carattere della
perseveranza e della tenacia, raggiunge i propri scopi con
determinazione fidandosi dell’ispirazione,
dell’improvvisazione, della competenza e della sua buona
66
stella.
I suoi strumenti sono la parola, il pensiero, lo scritto, la
musica, il corpo.
Gli intuitivi non hanno generalmente molta confidenza
con la pratica, sono fondamentalmente dei teorici che ar-
rivano solo più tardi alla sperimentazione e all’opera con-
creta.
L’approccio teorico prima della pratica è per loro preferi-
bile.
Poiché sono prevalentemente dei sintetici lo strumento
della loro azione motoria è il corpo in toto.
Gli insegnanti di ed. fisica gli atleti sono generalmente de-
gli intuitivi dell’area verbale tecnica o al limite espressiva
(quando la tecnica si avvicina all’arte).
Le attività espressive legate all’intuizione sono la musica, il
canto, la poesia, l’arte letteraria.
68
Un valore positivo o nullo di scarto L*T/V –U,
nell’adulto, potrebbe essere indice di impegno localizzato,
oggettivo, su richiesta.
Valori negativi, possono indicare , in progressione, un im-
pegno a livello di interesse soggettivo, approfondito e per-
sonale o incisivo e originale.
Questa, come dicevo, è solo un’ipotesi, forse difficilmente
verificabile.
E) AREE PREFERENZIALI
69
In opposizione l’area 0 è l’area di equilibrio max. dove
sensorialità e intuizione raggiungono il massimo valore e si
compongono.
Nello schema di propensione per materia di tipo lineare
ho disposto le aree in modo che venisse rispettata la gra-
dualità dell’intuizione da una parte e della sensorialità
dall’altra.
Ho identificato l’area intuitiva con l’area logico-verbale le-
gata a simbolo-numero-parola e l’area sensoriale con
l’operatività sperimentale-tecnica-espressiva-artistica.
Ogni individuo ha due ali che sono le aree collaterali a
quella in cui è situato.
L’area centrale può anche essere considerata l’incrocio di
quelle laterali.
Ogni soggetto ha quindi un ambito preferenziale che lo
caratterizza in modo determinante e due aspetti secondari
che possono comparire con più o meno forza.
A volte quando un’ala viene particolarmente sviluppata
può essere anche confusa con il punto di forza centrale.
Ciò può essere causato da fattori non dipendenti dal sog-
getto :per esempio un insegnamento carente nell’area
principale può renderla poco efficiente e il soggetto può
essere indotto a tralasciare quest’area perché non ottiene i
successi sperati che magari ottiene in un area collaterale
dove ha avuto un insegnamento efficiente.
Generalmente però uno sviluppo armonico contempla lo
sviluppo dell’area centrale in contemporanea ad almeno
una delle aree collaterali.
La realizzazione dovrebbe avvenire quando il soggetto,
rafforzate anche le sue aree laterali, può dedicarsi compiu
70
tamente al suo punto di forza ma in modo integrato, cioè
servendosi anche dei suoi aspetti secondari.
H)SINTETICITA’-ANALITICITA’
MTmin = 5 + 5 +8 +7 = 25
MTmax =7 + 7 + 10 +9 = 33
73
MTmedia= (MTmin + MTmax ) / 2 =29
25 26 27 28 29 30 31 32 33
min max
SINTETICITA’ ANALITICITA’
+ - - +
equilibrio
74
SVILUPPO DELLA SENSIBILITA’
UDITO
Il neonato avverte suoni di intensità piuttosto elevata a cui
reagisce con movimenti del corpo.
TATTO
Nel neonato è a livello di sensibilità cutanea soprattutto
localizzata nelle palme delle mani e dei piedi, nel viso.
VISTA
Alla nascita il bambino non vede, è presente solo il riflesso
fotomotore.
SENSIBILITA’ PROPRIOCETTIVA
Nel neonato la sensibilità propriocettiva è di origine labi-
rintica, articolare, ed è abbinata a sensazioni di benessere o
malessere legate alla posizione corporea.
OLFATTO E GUSTO
Sono presenti alla nascita e sono fondamentali per
l’imprinting e il riconoscimento materno.
PROGRESSIONE
75
La differenziazione delle cellule avviene dopo
l’accrescimento e la moltiplicazione.
Le cellule nervose nel momento in cui si differenziano in
sensoriali e poi in uditive, tattili etc perdono la capacità di
dividersi, possono solo aumentare le loro connessioni.
Quindi la struttura uditiva è già alla partenza una struttura
chiusa e la stessa cosa succede per le strutture sensoriali
che via via si differenziano.
La moltiplicazione cellulare è possibile solo prima della
differenziazione.
Il valore medio delle prove di memoria relativo ad ogni
area potrebbe essere un indice dell’estensione di queste
aree di cui l’udito dovrebbe essere la più interna perché la
prima a differenziarsi.
La seconda a differenziarsi dovrebbe essere il tatto che
presenta una correlazione estremamente alta con l’udito,
questo potrebbe dipendere dalla capacità di proliferazione
del nucleo centrale che poi si differenzierà nell’udito.
Più prolifera la parte nucleare prima di differenziarsi più
sarà sviluppata la parte adibita al tatto.
La conseguenza di questa ipotesi potrebbe essere che an-
che le connessioni maggiori fra cellule nervose si ritrove-
ranno fra tatto e udito da qui la correlazione elevata fra le
due vie sensoriali.
La regione più estesa e l’ultima a differenziarsi sarà dun-
que la vista.
La memoria per la lettura è correlata sufficientemente con
la memoria uditiva, poco con la memoria visiva.
E’ la più tardiva a differenziarsi ed è distinta da tutte le al-
tre.
76
Il suo sviluppo è determinato principalmente dallo svilup-
po della memoria uditiva.
Il suo scopo è decifrare stimoli visivi e trasformarli in udi-
tivi.
Non è decisiva tanto la capacità di recepire stimoli visivi
che si riferiscono, in fondo, a un numero limitato di sim-
boli quanto il riconoscimento dei suoni in cui essi si tra-
ducono.
Le facoltà nominate vanno sottintese come memoria rela-
tiva.
Le correlazioni esistenti fra loro potrebbero essere le pos-
sibilità associative esistenti, viste anche come possibilità di
connessioni nervose.
Riferirsi per il potenziamento di una facoltà a quella corre-
lata potrebbe significare utilizzare il più possibile quei col-
legamenti che le mettono in comunicazione : per maggiore
chiarezza, sfruttare le vie collaterali per non utilizzare una
via principale intasata; per es. nel caso dell’udito e del tatto
associare alla struttura di una lettera ,studiata con la mano,
il suo suono (cioè associare al tatto un suono).
La conoscenza manuale degli oggetti è un’apertura alla
conoscenza dei loro suoni quindi toccare l’oggetto, cono-
scerlo nei suoi particolari, significa anche conoscerne il
comportamento sonoro.
Riconoscere manualmente le lettere che si uniscono a
formare i suoni significa percepirle meglio nel complesso
e riconoscerle più facilmente quando prodotte unitaria-
mente.
Nominare il suono relativo è già creatività.
In definitiva : se le strutture sono già delineate quantitati-
vamente a livello precoce, dovrebbe essere tuttavia possi
77
bile sfruttare al meglio ciò di cui realmente si dispone ,
aumentandone l’efficienza.
Il potenziamento può derivare dall’aumento
dell’accuratezza a livello sensoriale, attraverso lo sviluppo
dell’attenzione e l’aumento della stimolazione che pervie-
ne alle aree di memoria.
L’accentuazione della loro rilevanza a livello affettivo può
inoltre incentivare la memorizzazione e infine, l’utilizzo
delle vie alternative può sopperire alla eventuale carenza
delle vie principali.
3)OPERARE IL RICONOSCIMENTO
79
Il tutto può sintetizzarsi con “educare all’attenzione”, con-
seguire il piacere dell’osservazione dei particolari, delle
qualità, dei riscontri che essi possono avere sul soggetto.
Si tratta quindi di guidare all’esperienza sensoriale e alla
sua accuratezza, degna di nota è la possibilità di agire su
facoltà correlate.
Particolarmente rilevante è la correlazione fra udito e tatto
che comporta la possibilità di un miglioramento attraverso
un’azione affiancata sulla capacità tattile e viceversa Que-
sta eventualità è tutta da valutare e da comprendere:
“…studi eseguiti da Zangwill (1960) hanno dimostrato
come uno sviluppo insufficiente della manualità abbia
complessi rapporti con la dislessia specifica, la confusione
direzionale e l’incapacità di riconoscere ad occhi bendati il
dito che ci viene toccato (agnosia digitale)” : da “ I nuovi
orizzonti della psicologia” Boringhieri 1968
CONDIZIONE:
CONSEGUENZA :
OSSERVAZIONI
81
UN CASO DI RECUPERO E POTENZIAMENTO
PERCETTIVO.
9)LETTURA DI LIBRI
SOGGETTO N
SOGGETTO O
86
SOGGETTO P
SOGGETTO Q
SOGGETTO R
SOGGETTO S
SOGGETTO T
SOGGETTO V
SOGGETTO Z
90
SOTTOPOSIZIONE AL TEST
91
E’ utile avere tutto pronto e a portata di mano, compresi i
fogliettini su cui verranno scritti gli esiti delle prove, per
non interferire troppo sui tempi del test.
E’ meglio non ripetere oggetti simili all’interno del gruppo
O anche in gruppi diversi per non creare confusione.
Qualsiasi tipo di schema è apprezzabile, non esistono mi-
gliori o peggiori anzi, le differenze e le peculiarità persona-
li che sono rintracciabili nel test sono quelle che rendono
interessante ogni persona.
Dal test emergono caratteristiche di cui il soggetto è a co-
noscenza ma in modo inconsapevole.
Prenderne coscienza significa appropriarsi di un tesoro
forse sepolto e sfruttarlo per la propria realizzazione.
La definizione della propria area di propensione è impor-
tante per conoscere la propria forza, la natura preferen-
ziale del proprio apprendimento, il campo di espressione
più alta, quindi l’utilità del test spazia dagli interessi del
soggetto per acquistare consapevolezza della propria iden-
tità a livello di apprendimento e per il suo orientamento
negli studi e nella professionalità, all’insegnamento e
all’individuazione dei soggetti in difficoltà e al loro recupe-
ro.
Nelle pagine successive riporto un esempio di come il test
può essere svolto.
E’ ispirato, naturalmente al test originale riportato in
“ Pensiero, memoria, apprendimento” di F.Vester-
edizioni Martello –Giunti-1976 alle pag.148-151 e da lui
ristampato con l’autorizzazione della casa editrice Gruner
& Jahr che l’aveva pubblicato nella rivista Schule.
E’ stato elaborato dal gruppo di studi di biologia ambien-
tale per una serie di articoli che comparivano in questa ri
92
vista.
La struttura che propongo ripete quella originale :una pro-
va per la lettura, una per l’udito, una per la vista, una per il
tatto, una per la memoria ottimale.
I tempi assegnati ad ogni prova sono leggermente diffe-
renti perché ho ridotto il tempo assegnato al calcolo (20’"
invece che 30’)."
Al tempo della scrittura del memorizzato non dò grande
importanza purché sia ridotto, la persona si ferma quando
non ricorda più, a quel punto si può permettere di aggiun-
gere una parola se viene ricordata quasi subito.
Il modo più pratico per eseguirlo è questo.
1)si allestisce un primo foglio, su di esso si scrivono dieci
parole facendo attenzione che non ci siano ripetizioni o
comunque oggetti similari (foglio 1-lettura)
2)si allestisce un secondo foglio scrivendo altre dieci paro-
le (diverse)con le stesse prerogative precedenti (foglio 2-
udito)
3)si allestisce un terzo foglio, questo serve a noi per scri-
vere il nome di dieci oggetti che non abbiano similarità fra
loro e che abbiamo a disposizione(foglio 3-vista)
4)si allestisce un quarto foglio, anche questo serve a noi
per scrivere il nome di dieci oggetti, con le stesse preroga-
tive del punto 3 e diversi da essi :devono essere ricono-
sciuti facilmente al tatto (foglio 4-tatto)
5)si allestisce un quinto foglio con oggetti diversi dai pre-
cedenti, con le stesse prerogative per la memoria ottima-
le(foglio 5-ottimale)
6)si raccolgono gli oggetti dei fogli 3-4-5 in tre sacchetti
differenti segnando in ognuno il nome della prova per
renderli riconoscibili (vista-tatto-ottimale)
93
7)si allestisce un sesto foglio con dei semplici calcoli, una
ventina, da somministrare fra una prova e l’altra al sogget-
to che li deve risolvere rispondendo oralmente
8)si comincia il test
DESCRIZIONE :
96
TEST-FOGLIO 1 – LETTURA
BOTTIGLIA CASA
MELONE SEDIA
FORCHETTA SCARPA
BICICLETTA PORTA
LUNA SCALA
97
TEST-FOGLIO 2 –UDITO
BUSTA CASTELLO
ARMADIO BICCHIERE
OCCHIO ARIA
FINESTRA CAVATAPPI
ZANZARA SALE
98
TEST-FOGLIO 3-VISTA
OMBRELLO LIBRO
CUCITRICE PENNA
CHIAVE SCONTRINO
SCATOLA CUCCHIAINO
ANELLO FOTOGRAFIA
99
TEST-FOGLIO 4-TATTO
CALCOLATRICE SQUADRA
PANNO COLLA
FORBICI GOMMA
TEMPERINO GRAFFETTA
OROLOGIO PORTAFOGLIO
100
TEST-FOGLIO 5-OTTIMALE
TAPPO BOLLETTINO
CD PRESA ELETTRICA
ELASTICO MONETA
101
TEST-FOGLIO 6-CALCOLO
102
SINTESI DEI DATI E DEGLI ELEMENTI RICAVA-
BILI DAL TEST
A)Grafico
B)Canali sensoriali
C)Stile di apprendimento
1)Sensoriale o intuitivo
2)Sintetico o analitico
3)impegno oggettivo, equilibrato, soggettivo, approfondi-
to e personale, originale e incisivo (questo parametro è an-
cora in via di chiarimento)
105
SCHEMA CON GRIGLIA PER LA PROPOSTA DEL
TEST A LIVELLO ESTESO
106
per cui lo scarto assume valori negativi mentre, negli adul-
ti, la situazione generalmente si capovolge (vedi tab.DE).
Il fatto dovrebbe coincidere col prevalere nell’adolescente
e forse nel bambino di età scolare dello sviluppo delle
funzioni di adattamento (manualità, lettura), seguito poi
dall’incremento delle funzioni primarie vista-udito che
conduce alla situazione di prevalenza di queste ultime
nell’adulto.
Nella pagina successiva riporto la griglia di cui ho parlato e
quindi il suo utilizzo nell’indagine eseguita sul soggetto P.
107
108
109
110
111
CONCLUSIONE
114
ULTERIORI SVILUPPI :
Schema circolare
L’allestimento dello schema circolare, riguardante le aree
di apprendimento, credo sia un buon risultato raggiunto
dalla ricerca.
Inizialmente avevo contemplato l’esistenza di nove aree in
uno schema lineare, poi mi sono accorta della necessità di
uno schema circolare, perché gli individui terminali man-
cavano di un’area collaterale.
Costruendo lo schema circolare mi resi conto che manca-
va di simmetricità ma non diedi molta importanza alla co-
sa.
In seguito, dovetti constatare l’esistenza di una nuova area
e dovetti modificare il grafico che così divenne perfetta-
mente simmetrico, con due aree di equilibrio (massimo e
minimo) e la suddivisione in due aree equiestese :una per
l’ESPRESSIVITA’ e l’altra per il SAPERE.
Già questa indicazione permette una prima classificazione
dell’apprendimento soggettivo e una migliore accettazione
delle proprie e altrui carenze visto che, chi appartiene ad
un’area, difficilmente potrà possedere forti abilità nell’altra.
la seconda suddivisione è nata, invece, con lo schema, ca-
ratterizza l’apprendimento in due settori : il SENSORIA-
LE e l’INTUITIVO (lato sinistro e destro dello schema).
Le due tendenze, uguali nella zona di equilibrio max, de-
crescono l’una procedendo dalla sinistra verso la destra
dello schema circolare e l’altra dalla destra verso la sinistra,
individuando con l’interazione della loro reciproca gradua-
lità le varie aree di apprendimento.
115
AREA 0
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
NOTA INTRODUTTIVA
134
PARAMETRO VU-LT E MOTIVAZIONE
ALL’APPRENDIMENTO
137
VU-LT=-4
Apprendimento motivato dall’affettività, desiderio di ren-
dersi utili, di gratificare le persone care.
VU-LT=-3
Apprendimento di tipo affettivo motivato dal prodotto,
desiderio di efficienza, amore per l’opera, per il lavoro.
VU-LT=-2
Apprendimento di tipo affettivo, motivato dal desiderio di
attenzione e di unicità, ricerca dell’originalità, del persona-
le.
VU-LT=-1
Apprendimento di tipo razionale, motivato dal desiderio
di conoscenza finalizzato alla persona stessa.
VU-LT=0
Apprendimento di tipo razionale finalizzato alla cono-
scenza pura, è una posizione di equilibrio perfetto fra le
tre tendenze.
VU-LT=1
Apprendimento di tipo razionale motivato da fini esterni
al soggetto, generali
VU-LT=2
Apprendimento di tipo istintivo, il soggetto è spinto alla
conoscenza dal bisogno naturale di affermare la propria
personalità.
138
VU-LT=3
Apprendimento di tipo istintivo volto al raggiungimento
dell’armonia, della completezza.
VU-LT=4
Apprendimento di tipo istintivo che mira al miglioramen-
to, all’accrescimento personale attraverso la conoscenza,
l’adattamento e la modifica dell’ambiente.
139
Ogni valore numerico indicato nel modello circolare di
motivazione all’apprendimento corrisponde al valore del
parametro VU-LT in precedenza descritto.
Presumo che ogni persona percorra questo schema circo-
lare partendo dall’istintività dell’apprendimento, conti-
nuando con l’affettività e la razionalità e di qui possa pro-
cedere ancora per l’istintività.
Poiché finora non ho ancora potuto osservare
l’accrescimento dello schema sensoriale in continuo posso
solo affermare che, dati i valori negativi del parametro nei
ragazzi e quelli prevalentemente positivi negli adulti, si
possa presumere che fra l’adolescenza e l’età adulta l’asse
vista udito abbia un accrescimento prevalente rispetto a
140
quello lettura-tatto conducendo l’individuo verso motiva
zioni di tipo soprattutto razionale e istintivo
all’apprendimento.
141
PARAMETRO L*T/V –U E CARATTERE
DELL’IMPEGNO NELL’APPRENDIMENTO
143
L*T/V –U=(+4; +2)
Impegno controllato dall’affettività, dall’emotività.
L*T/V –U=+1
Impegno di tipo razionale a carattere oggettivo cioè gene-
rato dalla necessità, mirato al raggiungimento di uno sco-
po
L*T/V –U=0
Impegno di tipo razionale, corrispondente a un impegno
equilibrato, programmato.
L*T/V –U=-1
Impegno di tipo razionale a carattere soggettivo cioè gesti-
to da interessi di tipo personale
L*T/V –U=-2
Impegno di tipo istintivo di carattere personale e
approfondito
L*T/V -U=-3
Impegno di tipo istintivo con caratteristiche di incisività e
originalità
L*T/V –U=-4
Impegno di tipo istintivo tendente all’artistico
144
COSTRUZIONE DELLO SCHEMA DI PROPEN-
SIONE PER AREE E SUA GIUSTIFICAZIONE
H (VT-LU=9)-dipingeva
D (VT-LU=7)-insegnava ed.tecnica
M (VT-LU=6)-dimostrava un’evidente criticità e praticità
A e G (VT-LU=5)-non avevano particolari inclinazioni e
si destreggiavano facilmente fra teoria e pratica
Il soggetto A (VT-LU=5) riusciva bene in egual modo in
matematica e italiano
Il ragazzo C (VT-LU=8) aveva forte inclinazione per
l’educazione artistica ma l’ho verificato solo in seguito.
146
In prevalenza di L e U ha grande importanza la parte del
cervello che presiede alla parola, al linguaggio.
Un politico difficilmente si potrà trovare nell’area senso-
riale.
Un tecnico difficilmente si potrà trovare nell’area intuitiva.
In pratica, quindi, i livelli di sensorialità e di intuizione si
risolvono con la reciproca interazione delle due aree cere-
brali adibite alla manualità e al linguaggio.
In ultimo ho aggiunto allo schema l’area 0.
Il diverso sviluppo di queste due aree porta alle diverse
propensioni e al loro interagire.
Quando la differenza fra VT e LU è 5 si ha un equilibrio
funzionale fra la manualità e la teoria per fini orientati alla
conoscenza e all’elaborazione mentale, quando la differen-
za è nulla manualità e linguaggio si equilibrano realmente
(VT-LU=0) per fini non legati alla pratica e alla teoria nel-
la conoscenza della realtà ma per rappresentarla diretta-
mente in forma espressiva essenziale al di là
dell’elaborazione mentale.
Quindi il primo equilibrio presiede a una conoscenza indi-
retta, elaborata della realtà ambientale, il secondo ad una
conoscenza immediata.
In definitiva :
VT= MANUALITA’
LU= LINGUAGGIO
147
La creatività si può avere in entrambi gli ambiti nel mo-
mento in cui ci si allontana dagli schemi mentali preceden-
temente accettati e il materiale a disposizione diventa il
presupposto per qualcosa che dà come risultato un ele-
mento nuovo, non ripetitivo.
Si tratta però sempre di un allontanamento dalla realtà di-
rettamente percepibile, di un evento inusuale.
Con l’individuo A ho ipotizzato, visto un’ eguale abilità in
italiano e matematica che si trovasse al centro fra queste
due propensioni poi però ho pensato che dal 5 in poi ci
fossero dosi crescenti di manualità partendo dalla speri-
mentazione, continuando via via con un uso della mano
sempre più specifico.
Dalla parte opposta del 5 sistemai perciò il contrario della
manualità ossia la teoria come numero, parola, suono in
pratica il linguaggio nelle sue varie forme.
Ne risultò che l’italiano avrebbe dovuto trovarsi nelle aree
1-2-3 (verbalizzazione).
A questo punto però l’individuo A essendo abile sia in
matematica che in italiano rimaneva un po’ decentrato.
Più tardi però ho riscontrato che gli insegnanti di lettere
appartengono facilmente all’area 6 denominata scienze,
pur non amando molto la matematica e neanche quelle
che vengono classificate normalmente scienze (matemati-
che, chimiche, fisiche, naturali)
A questo punto l’ipotesi iniziale che avevo abbandonato
per il momento cioè che A si trovasse al centro fra la ma-
tematica e l’italiano veniva confermata.
L’area 6 perciò viene a coincidere con qualcosa di più
esteso identificabile con la criticità, con la ricerca, col de-
148
siderio di applicare e verificare nella esperienza, un pensie-
ro quindi più pratico di quello che si trova nell’area 4,più
vincolato alla realtà percepibile.
L’area 4 si può considerare perciò come la verifica logica
del pensiero nella realtà (…è giusto per ipotesi)e l’area 6
come la verifica empirica del pensiero nella realtà (…è
giusto per sperimentazione).
L’ipotesi di schema per aree di propensione con le sue
nove possibilità (successivamente dieci) si è basata, in pra-
tica, sull’osservazione di 10 individui, solo per 5 di essi
conoscevo alcune caratteristiche importanti (A,D,E,G,H).
Lo schema che ho ricavato come ipotesi da verificare de-
finiva sinteticamente la natura delle aree che supponevo
esistenti in base a una gradualità dapprima individuata nel-
la manualità e poi trasferita al linguaggio.
Di alcune di queste aree mancavano esponenti es. area 8
perché non conoscevo inclinazione per area artistica del
soggetto C e area 4 di cui ho trovato rappresentante molto
più tardi.
In totale l’ipotesi di schema lineare basata su 5 individui è
stata verificata in positivo su altri 14 soggetti testati suc-
cessivamente dei quali ha confermato le inclinazioni trami-
te lavoro effettivamente svolto o attraverso forte inclina-
zione non assecondata.
Giustificato il modello di schema per aree di propensione
sul piano teorico, dal punto di vista della verifica oggettiva
penso sia altrettanto accettabile, ecco i motivi :
p(4)=1/10 4
(4;1)(4;2)(4;3)(4;4)(4;5)(4;6)(4;7)(4;8)(4;9)(4;10 seconda
estrazione
p(4;4)=1/10*1/10=1/100
(4;4;1)(4;4;2)(4;4;3)(4;4;4)(4;4;5)(4;4,6)(4;4;7)(4;4;8)(4;4;9)
(4;4;10)
p(4;4;8)=1/10*1/10*1/10=1/1000
151
152
ESTENSIONE DEL TEST A UN CAMPIONE PIU’
AMPIO E RIESAME DELLE TABELLE
153
Tabella adulti fascia 17-50 anni
INTERVALLI DI CONFIDENZA
LETTURA 5-7
UDITO 5-7
VISTA 9-10
TATTO 7-8
OTTIMALE 6-7
154
Tabella adulti fascia 51-63
Lettura 6 4,8
Udito 6 5
Vista 9,1 8
Tatto 7,4 6,5
Ottimale 6,4 6,8
LETTURA 4-5
UDITO 4-6
VISTA 7-9
TATTO 6-8
OTTIMALE 6-7
155
moria ottimale.
La memoria media totale, come ho detto, cala di 4 unità
passando da 28,4 a 24,3.
Ciò che si può immediatamente ipotizzare è che fra i 50 e i
63 anni si verifichi uno scatto negativo di memoria totale
corrispondente a 4 unità, una per canale.
Lo schema sensoriale dovrebbe quindi ridursi come di-
mensioni, pur mantenendo le sue caratteristiche essenziali:
area preferenziale, motivazione e impegno.
L’evoluzione dello schema, dunque, consiste di una cresci-
ta della memoria totale fino ai 17 anni circa, età in cui di-
venta definitivo, si mantiene costante fino a 50 anni circa,
età in cui comincia una regressione che conduce tutti ver-
so la sinteticità e verso i valori e i parametri già assunti
nell’adolescenza e nell’infanzia.
Ciò che ho ipotizzato osservando gli altri tests apparte-
nenti a fasce diverse è che, abbastanza verosimilmente, si
abbia, ogni 10 anni circa, a partire dai 50, uno scatto di
una unità per canale con perdita di 4 unità di M.T.
Prima dei 17 anni, osservando la media dei canali e la
M.T., si può presumere uno scatto positivo di 4 unità di
M.T., un’unità per canale, ogni 3 anni.
Dovrebbe esserci un’età, forse intorno agli 8-11 anni, in
cui lo schema non ancora completo avrebbe già acquisito,
tuttavia, caratteristiche definitive per i parametri fonda-
mentali e, a partire da allora comincerebbe un accresci-
mento regolare, ogni 3 anni la M.T. aumenterebbe di
un’unità per canale fino ai 17 anni circa.
Raggiunto il valore massimo di M.T. lo schema non subi-
rebbe più alcuna variazione fino ai 50 anni e costituirebbe
156
per l’individuo una specie di imprinting sensoriale che
l’esperienza non può modificare, in fondo un ricordo in-
delebile della propria adolescenza, riguardo all’approccio
col mondo : preferenze sensoriali o al contrario difficoltà,
inclinazioni, spinta all’apprendimento, modalità
d’impegno, attenzione al particolare o al globale.
La scelta di una professione effettuata per motivi razionali
e non per effettiva inclinazione potrebbe anche comporta-
re una sensazione di inadeguatezza istintiva iniziale, mes-
saggio che può essere raccolto da una persona attenta e
che può spingerla a cambiare la propria attività in età più
matura, riscoprendo le proprie preferenze adolescenziali.
Queste le osservazioni e conclusioni più immediate che si
possono ricavare dalla considerazione delle tabelle.
Medie relative a fasce contenenti un numero esiguo di
elementi, unitamente a quelle più rappresentative delle due
fasce principali, mi hanno condotto ad elaborare un ipote-
tico schema di evoluzione della sensorialità che riporto a
pag.184 e che è frutto, anche, di osservazioni relative alla
motivazione all’apprendimento nei soggetti testati.
SINTETICITA’ E ANALITICITA’
158
159
160
161
VERIFICA SUL NUOVO CAMPIONE DEL MO-
DELLO DI PROPENSIONE PER AREE
AREA 5
AREE 4-6
AREE 3-7
AREE 2-8
AREE 1-9
AREE 0-10
AREA -1
165
166
Come si può riscontrare le scelte intuitive si orientano su
scuole di tipo tecnico-commerciale, linguistico, commer-
ciali, magistrali, licei.
167
168
Come si può riscontrare le scelte pratiche e manuali sia
negli studi che nell’attività svolta predominano nettamen-
te; l’insegnamento delle lettere (area 6) credo che si identi-
fichi, in questo caso con un indirizzo non tecnico o
espressivo della lingua ma critico, sperimentale più orien-
tato alla ricerca oppure educativo.
Le scuole che compaiono :gli istituti tecnici industriali, per
geometri.
Questi sono studi e attività degli individui che si sono pre-
stati al test, parlando con loro ho ottenuto informazioni
più estese sulle loro abilità e sui loro hobbyes che qui non
riporto, ciò che risalta, però, è la netta prevalenza degli
aspetti pratici-manuali nei sensoriali e del linguaggio, nelle
sue forme, negli intuitivi.
L’appartenenza a un’area è qualcosa di ancora più specifi-
co, molto chiaro negli individui dell’area 3 e dell’area 7 che
si orientano generalmente a studi e lavoro attinenti ai ser-
vizi o impiegatizi i primi e di tipo tecnico-manuale i se-
condi.
Gli individui appartenenti alle aree 2 e 8 tendono a dare
un’impronta più personale e creativa al loro lavoro, ideati-
va e anche più libera.
Le aree 4 e 6 cercano di orientare il loro lavoro secondo
modalità più indipendenti, più autonome, meno puramen
169
te applicative, anche se possono svolgere attività assimila-
bili a quelle delle aree 3 e 7 ,la loro caratteristica, non sem-
pre espressa, è il pensiero, la valutazione, la criticità.
Gli individui appartenenti all’area 5 hanno un’ampia
gamma di scelte perché mettono al centro la conoscenza
quindi possono anche acquisire molte diverse competen-
ze.
I soggetti dell’area 5 con gli studi e le attività :
171
SVILUPPO DELLA SENSORIALITA’ IN BASE AGLI
SCARTI VU-LT
172
FASE 7-6-5 SENSORIALE
FASE 4-3-2-ISTINTIVA
173
all’ambiente
FASE (-2)-(-3)-(-4)-AFFETTIVA
174
PREVALENZA DI VT-SENSORIALITA’-PRIMA
ISTINTIVITA’-
VALORI VU-T: 7-6-5-4-3-2-PRIMA INFANZIA-
DEAMBULAZIONE
EQUILIBRIO-PRIMA RAZIONALITA’-
VALORI VU-(L)T :1-0-(-1)-PRESCOLARITA’-
SCOLARITA’
EQUILIBRIO-SECONDA RAZIONALITA’-
VALORI VU-LT : (-1)-(0)-(1)-PRIMA ADOLESCEN-
ZA-ETA’ ADULTA
178
SCHEMA EVOLUTIVO DELLA MOTIVAZIONE
ALL’APPRENDIMENTO (VU-LT)
179
Lo schema qui riportato, invece, vuole essere una rappre-
sentazione più estesa del fenomeno per cui include fasi
che, di per sé, non è possibile osservare col test ma la cui
esistenza viene supposta in base ai riscontri disponibili (il
valore VU-LT=7 si è aggiunto con l’estensione del cam-
pione).
Nello schema circolare precedente il valore -4 era il primo
valore riscontrato e quindi quello di partenza e
l’accrescimento procedeva da questo verso l’affettività
(giallo),la razionalità (azzurro) e l’istintività (rosso).
Naturalmente l’evoluzione si poteva arrestare in uno dei
valori in esso registrati.
Nello schema sopra riportato il percorso evolutivo inizia
alla nascita dell’individuo e in esso si distinguono 4 fasi
che si susseguono dalla prima infanzia all’età scolare :
sensorialità, istintività, razionalità, affettività (arancione,
rosso, azzurro, giallo).
Tali fasi si ripetono in forma secondaria dall’adolescenza
all’età adulta tutte o in parte ma in direzione inversa (gial-
lo, azzurro, rosso, arancione).
Si parte dalla sensorialità che è la forma più elementare di
relazione con l’ambiente, una relazione unilaterale, a senso
unico, dove l’individuo recepisce solo stimoli, si continua
con l’istintività che include un tentativo di reazione imme-
diata, riflessa.
La razionalità coincide con l’instaurarsi di una vera e pro-
pria interazione con l’ambiente, l’affettività con
un’interazione più profonda mirata ad ottenere e dare gra-
tificazione.
I valori 7,6,5 coincidono con una comunicazione semplice
tramite suoni-vista-tatto (7),tramite la produzione volonta-
180
ria di suoni(6), tramite la produzione di parole e movimen-
ti (5).
L’istintività 4,3,2 consiste nell’instaurarsi di reazioni moti-
vate agli stimoli sensoriali, riconoscibili nel desiderio inna-
to di imparare, di realizzare, di dominare l’ambiente.
L’affettività si concretizza nell’utilizzo di questi prodotti
per instaurare e consolidare legami affettivi con persone e
ambiente.
Nella normalità queste tappe sono abbastanza veloci, nella
difficoltà lo sviluppo è molto rallentato, la memoria a bre-
ve termine è fondamentale per l’instaurarsi di queste tap-
pe perché è la memoria di lavoro e quindi il fondamento
di ogni azione.
E’ in definitiva la memorizzazione di un quadro di stimoli
su cui impostare un’operazione di qualsiasi tipo, una scar-
sa m.b.t. comporta incapacità di coordinare azioni elemen-
tari in una serie, di organizzare un’attività produttiva an-
che semplice, oltre che di memorizzare a lungo termine in
modo sufficiente, efficiente, temporale.
Quando l’accrescimento della m.b.t è rallentato tutta
l’attività mentale ne risente perché l’individuo non può far
riferimento a un patrimonio di ricordi accessibili a livello
razionale come succederà con il decremento della m.b.t
che si verificherà nell’età matura.
La fase sensoriale potrebbe risalire ai primi 3-4 anni di vi-
ta, la fase istintiva ai 3-5 anni di vita, la fase razionale ai 6-
7 anni, la fase affettiva agli 8-11 anni, la seconda fase ra-
zionale agli 11-13 anni, la seconda istintività-sensorialità ai
14-17 anni.
Nella difficoltà grave ogni fase è molto rallentata per cui
lo sviluppo della m.b.t. si arresta precocemente, nella diffi
181
coltà meno grave si osserva un rallentamento nello svilup-
po riscontrabile anche attraverso il valore impegno L*t/V-
U.
182
183
IMPEGNO E VALORE L*T/V – U NELLO SVILUP-
PO INDIVIDUALE
186
SCHEMA EVOLUTIVO DELL’IMPEGNO(L*T/V –
U)NELL’APPRENDIMENTO
188
ULTERIORE CORREZIONE AL MODELLO CIR-
COLARE DI PROPENSIONE PER AREE
AREA SAPERE :
AREA 4-AREA 5-AREA 6
AREA ESPRESSIONE :
AREA 1-AREA 2-AREA 3- AREA 7-AREA 8- AREA
9
AREA COMUNICAZIONE :
AREA 0-AREA -1-AREA 10
191
SCHEMA CIRCOLARE A 12 AREE DI PROPEN-
SIONE
193
MISURAZIONE DELLA MEMORIA:MISURAZIONE
DELL’ENERGIA
198
SCALA SENSORIALE NELL’UOMO : TENTATIVO
DI INTERPRETAZIONE
204
produttive, moltissime modalità di affrontare e risolvere
problemi, la varietà è il suo principio, ogni individuo ha in
sé la possibilità di rapportarsi all’ambiente secondo le mo-
dalità dell’intera società ma ne sceglie alcune che predilige,
quelle gli forniranno i successi migliori ma nulla gli impe-
disce e qui sta il compito dell’insegnamento, di utilizzarne
altre che sono patrimonio più specifico di altre persone,
soprattutto quando si trova in situazioni critiche o che lo
richiedono.
La scuola generalmente non riesce a valutare l’individuo
nella sua totalità e nella sua complessità, generalmente
viene considerato e valutato un certo tipo di applicazione
e di rendimento e ne viene penalizzato un altro.
Il merito di questa indagine che è senz’altro suscettibile di
critiche e modifiche è quello di far comprendere che se
abbiamo in noi infinite possibilità, per motivi fisiologici e
ambientali, la nostra mente si evolve in modo differente
privilegiando alcune modalità, quindi, ognuno sviluppa,
inevitabilmente, determinati campi dell’apprendimento e
non altri, anche per motivi di natura energetica.
Ogni individuo ha quindi inclinazioni che deve conoscere,
approfondire e inevitabili carenze anzi, generalmente,
quanto più saranno importanti le prime, quanto più saran-
no rilevabili le seconde.
Chi ha facilità di linguaggio non ha, generalmente, una
grossa abilità a livello manuale e viceversa, nella scuola che
è impostata prevalentemente sullo sviluppo e la valutazio-
ne delle capacità intuitive e non sensoriali (scrivere, studia-
re, ripetere, calcolare, risolvere problemi a livello logi-
co…)una persona che ha creatività e capacità di produrre
a livello manuale e che parta magari da una situazione di
svantaggio non verrà mai valorizzata.
205
Comprendendo che ognuno di noi ha un ambito di appli-
cazione in cui può ottenere successi e che nessuno può
coprire tutte le aree dell’apprendimento, non si cadrà più
nell’errore di valutare al massimo le nostre capacità e squa-
lificare quelle altrui o il contrario che forse è ancora più
grave.
Il principio è infatti che ognuno deve andare orgoglioso
del proprio apprendimento, valutarlo e cercare di limitare
le sue immancabili inadeguatezze.
Utilizzando un’indagine di questo tipo a livello di classe,
sarà possibile individuare o abbozzare i caratteri
dell’apprendimento di ogni alunno che in seguito potran-
no essere approfonditi, verificati ed eventualmente con-
fermati, l’importante è sottoporre sempre a critica lo
strumento di cui si dispone e non considerarlo un verdetto
definitivo, prima di tutto perché deve essere sottoposto ad
indagini più accurate ed estese e poi perché ogni persona è
un mondo a sé con grandi libertà d’azione al di là di quelle
che possono essere varianti misurabili.
Un’opera teatrale o musicale ha degli schemi ben fissi di
realizzazione e riproduzione ma l’interpretazione può da-
re, a volte, risultati quasi irriconoscibili l’uno dall’altro.
L’importante, però, è considerare il test un’arma prelimi-
nare per…sapere qualcosa di più, un punto da cui si può
partire alla scoperta delle qualità e delle possibilità di un
soggetto che possiamo essere noi o altri, generalmente è
proprio la disponibilità della persona che decide o no il
successo e il raggiungimento dell’obiettivo che non è la
classificazione ma l’aiuto, il coinvolgimento, la compren-
sione, l’incentivazione, l’indirizzo, la promozione della
persona umana.
206
Solo in questo senso il test può essere d’aiuto, se invece
viene utilizzato con altri fini o come arma infallibile, come
metro per la persona umana perde ogni sua efficacia è, se
così si può dire, il punto di partenza per un colloquio, una
conoscenza migliore, un modo per abbreviare una strada
che a volte non viene neppure imboccata, un segno di
buona volontà per venirsi incontro e per andare incontro
all’altro.
Nessuno schema è migliore o peggiore, persone in diffi-
coltà o che hanno grandi successi nell’apprendimento so-
no praticamente indistinguibili, risaltano però le loro
caratteristiche che, all’occorrenza, possono essere utilizza-
te per pervenire a risultati migliori.
Come può utilizzare un insegnante il quadro
d’apprendimento ottenuto dalla somministrazione del
test?
L’interpretazione è personale ma alcune modalità fonda-
mentali potrebbero essere queste :
1)canali d’apprendimento
Impostare l’insegnamento a livello generalizzato coinvol-
gendo soprattutto vista e tatto e possibilmente manualità,
a livello individuale considerare i canali che il soggetto ha
personalmente privilegiato, dove ha i migliori risultati ri-
spetto alla generalità, es. se un individuo ha U=7 è chiaro
che ha orientato il suo apprendimento verso l’ascolto, pri-
vilegerà l’apprendimento dalla tv, dalla radio, dalla musica
più che dalla lettura e dallo studio.
210
211
212
213
214
OSSERVAZIONE DELLE FREQUENZE DI CAM-
PIONE E DEL LORO GRAFICO
216
217
218
219
220
221
222
APPROSSIMAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE
DELLE FREQUENZE ALLA DISTRIBUZIONE BI-
NOMIALE
223
frequenze attese e osservate e se l’adattamento sarà suffi-
ciente la popolazione costituita da campioni di opportune
dimensioni avrà distribuzione binomiale approssimativa-
mente; potremo dunque considerare attendibile ogni pa-
rametro calcolato tramite i parametri della popolazione
anche per gli esperimenti futuri.
TABELLA LETTURA
Si tratta di considerare le persone esaminate col test come
termini indifferenti inanimati e di considerare i riscontri
come indipendenti anche se uniti dalla situazione di
test(casualmente uniti).
I campioni di ampiezza dieci vengono numerati dall’uno al
17.
R Non
R
1 6 4
2 7 3
3 7 3
4 6 4
5 3 7
6 7 3
7 5 5
8 9 1
9 8 2
10 7 3
11 4 6
12 2 8
13 5 5
14 8 2
15 6 4
224
16 5 5
17 7 3
R=0 p(0)=(10)*(0.6)°*(0.4)^10=10^(-4)
0
R=1 p(1)=(10)*(06)^1*(0.4)^9=1.5*10^(-3)
1
R=2 p(2)=(10)*(0.6)^2*(0.4)^8=0.01
2
R=3 p(3)=(10)*(0.6)^3*(0.4)^7=0.042
3
R=4 p(4)=(10)*(0.6)^4*(0.4)^6=0.111
4
R=5 p(5)=(10)*(0.6)^5*(0.4)^5=0.2
5
R=6 p(6)=(10)*(0.6)^6*(0.4)^4=0.251
6
R=7 p(7)=(10)*(0.6)^7*(0.4)^3=0.21
7
225
R=8 p(8)=(10)*(0.6)^8*(0.4)^2=0.121
8
R=9 p(9)=(10)*(0.6)^9*(0.4)^1=0.04
9
R=10 p(10)=(10)*(0.6)^10*(0.4)^0=0.006
10
0 0
0 0
1 0*
1 1
1 2*
3 3
3 4*
5 4*
2 2
226
1 1
0 0
R=0 0 0 p(0)=10^(-4)
R=1 0 0 p(1)=1.5*10^(-3)
R=2 0 0 p(2)=0.01
R=3 0 1* p(3)=0.042
R=4 1 2* p(4)=0.111
R=5 6 3* p(5)=0.2
R=6 4 4 p(6)=0.251
227
R=7 4 4 p(7)=0.21
R=8 2 2 p(8)=0.121
R=9 0 1* p(9)=0.04
R=10 0 0 p(10)=0.006
freq.osservate freq.attese
R(0) 0 0 p(0)=0
R(1) 0 0 p(1)=0
R(2) 0 0 p(2)=0
R(3) 0 0 p(3)=0
R(4) 0 0 p(4)=0
228
R(5) 0 0 p(5)=0
R(6) 0 0 p(6)=0
R(7) 0 1* p(7)=0.045
R(8) 5 3* p(8)=0.171
R(9) 5 6* p(9)=0.39
R(10) 7 7 p(10)=0.39
R=0 0 0 p(0)=1.7+(10)^(-6)
R=1 0 0 p(1)=4.7*(10)^(-5)
R=2 0 0 p(2)=5.9*(10)^(- 4)
R=3 0 0 p(3)=4.37*(10)^(-3)
229
R=5 0 1* p(5)=0.071
R=6 4 3* p(6)=0.163
R=7 6 4* p(7)=0.259
R=8 5 5 p(8)=0.268
R=9 1 3* p(9)=0.166
R=10 1 1 p(10)=0.046
230
frequenze mentre i valori dal 6 al 9 raccolgono complessi-
vamente l’86% dei casi.
Le valutazioni che in precedenza sono state impostate,
supponendo la distribuzione dei rilievi di canale come po-
polazioni in origine continue e normali, si rivelano ora ab-
bastanza adeguate.
In base all’approssimazione binomiale i valori relativi ad
ogni canale per il range di età 17-50 possono essere così
classificati :
LETTURA-UDITO
VISTA
LETTURA
R=0 0 0 0.00136
R=1 0 0 0.0127
R=2 0 1 0.0536
R=3 2 2 0.1335
R=4 4 4 0.218
R=5 8 4 0.2446
232
R=6 3 3 0.1905
R=7 1 2 0.1017
R=8 0 1 0.03563
R=9 0 0 0.00739
R=10 0 0 0.000691
UDITO
freq. osservate freq.attese probabilità
R=0 0 0 0.00055
R=1 0 0 0.0061
R=2 0 1 0.0309
R=3 2 2 0.0922
R=4 4 3 0.18
R=5 8 4 0.2422
R=6 3 4 0.2258
R=7 1 3 0.1444
R=8 0 1 0.0606
233
R=9 0 0 0.00150
R=10 0 0 0.00016
VISTA
R=0 0 0 0
R=1 0 0 0
R=2 0 0 0
R=3 0 0 0.000162
R=4 0 0 0.001536
R=5 0 0 0.004748
R=6 3 1 0.04495
R=7 5 3 0.13898
R=8 2 5 0.2819
R=9 5 6 0.339
R=10 3 3 0.1834
234
TATTO
R=0 0 0 0
R=1 0 0 0.000512
R=2 1 0 0.00428
R=3 0 0 0.00212
R=4 3 1 0.069
R=5 0 3 0.153
R=6 5 4 0.238
R=7 3 4 0.252
R=8 3 3 0.176
R=9 2 1 0.0725
R=10 1 0 0.0135
LETTURA
UDITO
VISTA
TATTO
238
239
240
241
242
243
244
245
245
246
246
247
247
248
248
INDIVIDUAZIONE DELLE EQUAZIONI DI RE-
GRESSIONE DI CANALE TRAMITE LA CORRE-
LAZIONE MULTIPLA
249
ramente proporzionato alle altre facoltà di un individuo
sintetico mentre, nel secondo, il forte divario con gli altri
canali potrebbe realmente indicare, se non una almeno
istintiva difficoltà nell’ambito, una preferenza spiccata,
un’inclinazione dominante per una o più delle altre che
dovrebbe avere ripercussioni riscontrabili.
Pur non trascurando le indicazioni delle precedenti tabel-
le(pag.243 e 248),potrebbe essere utile soprattutto nei casi
limite disporre di un altro confronto che tenga conto, que-
sta volta, di un riscontro in relazione con gli altri tre, per
far questo mi sono servita della correlazione multipla e ho
individuato per ogni canale una retta di regressione.
Questa retta, come si può evincere dal quadro che la de-
scrive in ogni sua caratteristica, non è in grado di prevede-
re in modo soddisfacente il riscontro di canale, dà tuttavia
indicazioni utili sul fenomeno di memorizzazione di cana-
le riferito alla totalità percettiva e, abbinato alla valutazio-
ne precedente, fornisce informazioni aggiuntive importan-
ti, soprattutto per i valori situati al limite della normalità.
Un valore che la prima tabella valuti fuori della normalità
può risultare nei limiti tramite la regressione.
E’ quindi, a mio parere, migliore abbinare l’uso delle due
modalità per poter dare una valutazione più completa.
Quando in entrambi i casi il riscontro risulti fuori
dell’intervallo di normalità, si potrà dire con sufficiente si-
curezza che in effetti si tratta, se ben registrato, di un valo-
re inconsueto e che perciò la sua esistenza dovrebbe avere
una ripercussione nel vissuto della persona come carenza
o inclinazione.
Riporto qui sotto i quadri descrittivi della retta di regres-
sione di ogni canale, ricavabile tramite la correlazione mul
250
tipla per l’età 17-50 anni, di seguito il confronto fra i ri-
scontri effettivi e quelli ottenuti dalla retta.
Stessa sequenza poi per l’età 51-63.
251
252
252
253
254
255
256
257
258
259
SISTEMA NERVOSO COME CIRCUITO DIGITALE
260
dere visione di cataloghi e posso anche considerare tutto il
panorama delle marche presenti in più rivendite.
Le fabbriche utilizzano, in questo caso, sistemi di distribu-
zioni consistenti di magazzini propri e rivendite proprie o
comuni ad altre marche in cui il cliente può vedere e spe-
rimentare la natura del materasso con calma, anzi di più
tipi di materasso.
Una struttura complessa, seppur dispendiosa, permette al
cliente un acquisto più ragionato e obiettivo operando un
confronto più vasto con altri elementi dello stesso tipo.
E’ come se la complessità avesse permesso al sistema ner-
voso una maggiore varietà e possibilità di scelte e di con-
seguenza un maggiore adattamento all’ambiente.
Vi è mai successo di aver bisogno di qualcosa di molto
specifico e di non trovarlo dove normalmente lo andreste
a comprare?
Molti vi diranno che è introvabile, uscito di produzione,
irreperibile ma vi posso assicurare che se continuerete la
vostra ricerca senza stancarvi lo troverete e capirete che
una persona con cui non avete mai avuto alcuna relazione
e che avete trovato solo perché l’avete cercata e cercata si
rifornisce abitualmente di questo prodotto e lo ritiene
consueto.
Non avrete magari mai più bisogno di quella persona pe-
rò, la sua esistenza, ha permesso che voi portaste a termi-
ne un compito e, seppure non ricorrerete più a lei, ringra-
zierete che esista e di averla trovata…era ciò di cui in quel
momento avevate bisogno.
La complessità è sinonimo di varietà, di soluzione di pro-
blemi, di costruttività, di sopravvivenza.
261
La complessità è assicurata nell’uomo sia dalle strutture
che dalle informazioni e dalle loro reti di distribuzione, nel
momento in cui il rapporto domanda risposta non è diret-
to ma dilazionato nel tempo tramite la memoria.
Nel caso precedente la conservazione di un prodotto di
basso consumo ha permesso la soluzione di un vostro
problema, questo succede anche nell’evoluzione delle spe-
cie secondo Darwin.
La presenza di minoranze garantisce la sopravvivenza del-
la specie, tutte le volte che si cerca di effettuare scelte e se-
lezionare a livello comunitario si operano dei grossi guasti
a livello di società.
Insomma è come vivere alla giornata o farsi delle riserve,
se fai delle riserve alimentari ti può succedere di mangiare
cose fuori stagione e fuori tempo e di poterti riposare
programmando anche un futuro che non sia un domani in
cui procurarti da mangiare, puoi fare una cosa e continuar-
la il giorno dopo e così via finché non è completata e sarai
sicuro di non nausearti sempre con la solita minestra.
La memoria nello stesso modo, permette paradossalmente
un futuro.
Se vogliamo fare un parallelo fra la memoria e il rapporto
diretto e quello indiretto di un acquisto i relativi percorsi
sono questi :
1)prodotto acquirente
2)prodotto magazzini dislocati rivendito-
ri(esposizione-cataloghi) scelta richiesta-
vendita
Nel primo caso l’acquisto a casa comporta una minore
possibilità di scelta anche se più comodo e può paragonar-
si alla dimensione istintiva dell’esperienza sensoriale, nel
262
secondo caso si ha a disposizione un panorama più vasto
che fa capo ai magazzini della memoria e alle associazioni
fra queste che comporta una risposta più dilazionata nel
tempo di tipo affettivo o razionale.
Nello sviluppo sensoriale ho individuato il succedersi di
queste fasi attraverso il variare del rapporto fra i vari tipi
di memoria a breve termine(vista, lettura, udito, tat-
to)nell’infanzia e il ripetersi di una o più di queste fasi nel
consolidamento della personalità nell’adolescenza.
Ciò che condiziona la memoria a lungo termine di un
evento o di una persona, di una cosa è generalmente la ri-
sonanza che nella nostra memoria, cioè il peso che le vie-
ne dato.
Il peso dipende dall’importanza che viene data
all’informazione o semplicemente dal suo ripetersi.
L’importanza è legata alle associazioni, al fatto che un
qualcosa venga riconosciuto o identificato come già spe-
rimentato ma solo parzialmente e si cerchi di completare
la zona mancante di questo richiamo, se ne cerchi la com-
plementarietà (curiosità).
Il ripetersi di un evento, invece, crea una familiarità che
non esiste e permette di riconoscere un qualcosa che di
per sé non ha grandi somiglianze col conosciuto, sembra
estraneo.
Quindi l’apprendimento dovrebbe avvenire tramite queste
due vie la familiarità e la ripetitività.
Forse vi è successo di non riconoscere una persona finché
non la vedete almeno 5-6 volte se la incontrate per stra-
da…la ripetitività la imprimerà nella memoria e la renderà
importante perché si è inserita nel vostro quotidiano.
263
Vi sarà successo però anche di aggregarvi più facilmente
con persone che hanno un determinato carattere, perché
le riconoscete come familiari e non vi creano molte diffi-
coltà relazionali, diciamo che , queste persone, inducono
curiosità positiva.
Ciò che non risponde a questi canoni, chiaramente, avrà il
risultato contrario e, probabilmente, supererete le vostre
barriere istintive con la ripetitività cioè aumentando la fa-
miliarità dello stimolo con la ripetizione.
Apprendere nella sua accezione più immediata è memo-
rizzare e poi elaborare.
La memorizzazione, in sé, non è altro che
l’immagazzinamento di uno stimolo elettrico che, invece
che viaggiare dall’ambiente all’individuo e da questo
all’ambiente, si ferma, si riposa in un neurone o più neu-
roni, riproducendo perfettamente la sensazione che lo ha
provocato ma in situazione di copia archiviata, conservata,
e non solo di risposta immediata ad esaurimento, per un
possibile utilizzo successivo.
Ciò comporta una velocità maggiore del riconoscimento
dell’oggetto ma anche di quelli simili che presentano po-
che e poi molte differenze.
Più si dispone di materiale e più si ha materia di confronto
per il riconoscimento, più l’ambiente ci diventa familiare e
più si desidera di apprendere.
Ogni elemento della memoria è come il programma di un
computer, una sequenza di energia elettrica presente o as-
sente come un alfabeto morse che riproduce perfettamen-
te il segnale sensoriale di partenza di qualunque tipo, un
film dei nostri 5 sensi che può essere proiettato in qualsia-
si momento, a richiesta dell’ambiente esterno o della no-
264
stra coscienza o anche della nostra incoscienza nel sonno.
Immagini, suoni, sensazioni tattili, chimiche codificate
tramite l’accensione di neuroni o altre unità che, in situa-
zione di allerta, sono pronte a scaricare il loro programma
fatto di 1 e 0, di sì e no, in attesa, per far rivivere sensa-
zioni passate o per riconoscere, confrontare, valutare.
Probabilmente ciò che rende affiorabili i ricordi alla nostra
coscienza è il fatto che siano stati richiamati più volte per-
ché hanno creato problemi o perché la felicità li ha recu-
perai spesso dalla memoria o perché indipendentemente
da ciò si sono ripetuti.
E’ stato provato che le sinapsi si modificano con l’uso ri-
petuto creando una situazione di rinforzo e di memoria
permanente(ricerche sulla plasticità sinaptica: Kandel,
Greengard, Carlsson premi Nobel 2000).
Ciò coincide con l’aumentare il peso dell’esperienza e di-
minuire l’input necessario per l’output.
L’uso rafforza, si creano delle sostanze chimiche che ren-
dono stabile la sinapsi, aumentano i recettori facilitando il
passaggio del segnale.
Ugualmente lo studio delle reti neurali ha individuato due
tipi di organizzazione o famiglie, quelle feedback e quelle
feedforward, le prime senza connessioni all’interno degli
strati (struttura a colonna assimilabile alle strutture del
tronco dell’encefalo) e le seconde con connessioni e
scambio di informazioni, associazioni a livello di strato
( struttura a rete assimilabile al telencefalo).
Le prime sarebbero riferibili a un tipo di risposta più istin-
tiva e le seconde a un tipo di risposta più affettiva o razio-
nale(paragone con la vendita diretta o con la rete di distri-
buzione)
265
E’ chiaro che maggiori collegamenti fra neuroni aprono
più vie per arrivare a un programma mentre, dove non
esistono collegamenti, la via è una sola e l’accesso sarà più
limitato, più selettivo.
E’ come arrivare a una città attraverso più autostrade o at-
traverso una provinciale, è supponibile che il centro, nel
primo caso, sia più frequentato perché più di passaggio
mentre, nel secondo caso, vi arriverà solo chi ne ha
l’intenzione.
Potrebbe essere utile operare un confronto fra un sempli-
ce modello di circuito digitale e la nostra mente per capir-
ne in modo immediato il comportamento anche se gli stu-
di sulla intelligenza umana e artificiale hanno raggiunto
una complessità davvero straordinaria.
A volte la semplicità con tutta la sua imperfezione permet-
te di afferrare concetti che la specificità non consente più
di cogliere.
E’ chiaro che questo esempio non ha alcuna validità scien-
tifica, molti cercano da tempo di identificare gli elementi
di un sistema artificiale con quello umano ma finora nes-
suno ha potuto farlo.
Ogni elemento del sistema nervoso, a partire dai sensori, è
stato riprodotto imitando la natura e l’uomo se ne serve
per aumentare le proprie capacità di indagine e la propria
conoscenza.
Lo studio dei sensori presenti negli animali ha creato sen-
sori elettronici che avvertono variazioni di intensità di lu-
ce, di temperatura, di chimica, di onde elettromagnetiche,
il computer è una riproduzione elettronica del cervello
umano.
Sensori-trasporto assonale lungo i nervi-centri cerebrali-
266
magazzini della memoria( temporanea o permanente)-
elaborazione, questo è il percorso dello stimolo elettrico.
Certo la complessità della cellula umana e della vita non è
paragonabile a quella di un cervello artificiale ma i principi
di funzionamento sono analoghi perché gli stimoli sono
dello stesso tipo : elettrici qualunque sia la loro origine
ambientale e, poiché il neurone segue la legge del tutto o
nulla nel propagare lo stimolo, di tipo digitale.
Pur non addentrandosi nell’elettronica, possiamo immagi-
nare un modello semplificato :
neurone sensoriale(encoder)-neurone dei centri encefali-
ci(flip flop)-sequenza di neuroni dei centri encefali-
ci(registro di memoria=catena di flip flop)-rete di neuroni
encefalici(programma installato visivo, uditivo, tattile
etc)sotto forma di memoria temporanea RAM (probabil-
mente ippocampo e amigdala)o permanente ROM (pro-
babilmente corteccia cerebrale)-
elaborazione(visualizzazione, rivisitazione, operazioni le-
gate al riconoscimento, al confronto, alla simulazione, alle
scelte riferibili alla CPU).
Nella sequenza di neuroni che funziona da registro di
memoria si colloca una carica permanente ma in situazio-
ne di sottosoglia, di non scarica assonale, nel sistema arti-
ficiale questo è ottenibile tramite l’uso adeguato di porte
che bloccano la serie di bit che si è generata nel registro e
ne permettono il trasporto solo a condizioni prefissate.
Questa rete si comporta come fosse in attesa, basta un
impulso e si scarica tutto il programma che viene letto dal
display (inteso come visualizzatore sensoriale a qualsiasi
livello) e la situazione iniziale vista come successione di 1
267
e 0 si reinstaura istantaneamente perché stabilmente sti-
molata se ci troviamo nella memoria permanente.
La struttura che trasforma l’elettricità analogica in digitale
può essere raffrontata con un encoder che nel sistema
nervoso corrisponde alle cellule sensoriali.
A livello dei centri dell’encefalo si può collocare invece
una struttura di memoria paragonabile al registro, una se-
rie di piccoli condensatori detti flip flop.
Questi condensatori sono in grado di trattenere la carica
unitaria di un bit(simbolicamente 1) e di rilasciarla secon-
do modalità prestabilite, tramite porte inibitorie che arre-
stano il trasferimento dello stimolo e ne permettono
l’uscita solo in particolari condizioni (porte NAND o
NOR).
Nella cellula questo sistema di porte conduce alla memoria
temporanea o permanente che mette in gioco non delle
semplici porte elettriche ma innumerevoli sinapsi eccitato-
rie e inibitorie che avvicinano o allontanano dal valore so-
glia di partenza.
Si tratta di un gioco complesso di interazione fra neuroni
che decide quando e se il neurone deve trasmettere.
Il visualizzatore di immagine sensoriale trasforma gli im-
pulsi in effetti visivi, uditivi, tattili etc, possiamo immagi-
nare un registro collegato a un display luminoso che crea i
numeri come in un orologio digitale.
Lo stimolo di qualsiasi tipo è dovuto allo stato elettrico
della materia che lo genera e la rappresentazione del reale,
del vissuto, è codificata in stimoli elettrici che il nostro
corpo può trasportare, registrare, elaborare in modo com-
plesso grazie all’enorme quantità di materiale proveniente
dall’esperienza individuale, relazionale e dell’umanità.
268
E’ chiaro che ogni processo mentale è il risultato
dell’evoluzione della specie attraverso un apprendimento
graduato, selezionato e trasferito alle generazioni successi-
ve, ridurlo alla matematica del computer è troppo sempli-
ce anche se le operazioni di base sono per forza analoghe,
visto che si tratta di flussi elettrici in entrata e uscita e i
processi devono per forza assomigliarsi.
Quindi se l’argomento di base è fisso, la sua complessità,
porta a risultati sconvolgentemente creativi e nuovi che la
tecnica non potrà mai ottenere che sono propri della vita e
delle spinte interiori che essa crea per conservarsi e perpe-
tuarsi.
Una è la possibilità di allungare lo stadio
dell’accrescimento e della dipendenza per accrescere i po-
teri del fisico e della mente che diventano pieni solo
quando, se l’ipotesi che ho sviluppato sarà verificata, la
sensorialità ha acquisito capacità di memorizzazione di un
certo valore e dopo che ha ripercorso, nel suo accrescersi,
le tappe già attraversate nell’infanzia di istintività, raziona-
lità, affettività.
Queste tappe sono collegate all’aumento della memorizza-
zione delle varie percezioni e, probabilmente, ognuno di
noi, in questo ciclo, si ferma al tipo di configurazione che
in lui, durante l’infanzia, ha lasciato una traccia indelebile e
che lo muove, lo spinge ancora ad apprendere, uno svi-
luppo che forse è stato generato dall’istinto di sopravvi-
venza e che ha creato delle strutture fisiologiche preferen-
ziali.
Tali strutture si accrescono mantenendo questo rapporto
269
di superiorità invariato rispetto alle altre come un primato
e individuando uno schema che condiziona
l’apprendimento dell’individuo per tutta l’età adulta rima-
nendo stabile.
Si tratta di un programma sensoriale che condiziona
l’approccio istintivo della persona nei riguardi
dell’ambiente e della conoscenza e nell’età matura regredi-
sce riacquisendo, probabilmente le caratteristiche della
prima adolescenza e dell’infanzia.
270
IPOTESI FISIOLOGICA SULLA NATURA
DELL’APPRENDIMENTO.
SINTETIZZANDO:
OGNI INDIVIDUO E’ LA SOMMA DI UNA VITA
VEGETATIVA E DI UNA VITA RELAZIONALE
LA VITA RELAZIONALE SI BASA SUI MESSAGGI
PROVENIENTI DALL’AMBIENTE ALLA BA-
SE DELLA VITA RELAZIONALE STA LA SENSO-
RIALITA’ CHE E’ IL PRESUPPOSTO DELLA CO-
NOSCENZA E QUINDI DELL’APPRENDIMENTO
CONOSCERE LA SENSORIALITA’ SIGNIFICA CO-
NOSCERE L’APPRENDIMENTO LA SPECI-
FICITA’ SENSORIALE E’ ALLA BASE DELLA SPE
272
CIFICITA’ DELL’APPRENDIMENTO.
L’UNICA MODALITA’PRATICA PER INDAGARE
FACILMENTE LA SENSORIALITA’ E’ LA MEMO-
RIA A BREVE TERMINE CHE CI PERMETTE DI
COMPRENDERE L’IMPORTANZA CHE OGNI IN-
DIVIDUO HA FISIOLOGICAMENTE ATTRIBUITO
AD OGNI CANALE.
LA POTENZA TOTALE, LA POTENZA DI OGNI
CANALE PERMETTONO DI RICAVARE TUTTE LE
COORDINATE DELL’APPRENDIMENTO.
*E.P.TORRANCE-C.R.REYNOLDS-O.BALL-
T.RIEGEL,Revised norms-technical manual for Your Style of
Learning and Thinking, University of Georgia,Department of
Educational Psycology,Athens 1978
275
INDICE
APPENDICE
NOTA INTRODUTTIVA…...……………………………PAG.133
PARAMETRO VU-LT E MOTIVAZIONI ALL’APPREN-
DIMENTO……………………………………………… PAG.135
MODELLO CIRCOLARE DI MOTIVAZIONE ALL’AP-
PRENDIMENTO…………………………………………PAG.140
PARAMETRO L*T/V –U E CARATTERE DELL’IMPE-
GNO NELL’APPRENDIMENTO……………………… PAG.142
COSTRUZIONE DELLO SCHEMA DI PROPENSIO-
NE PER AREE E SUA GIUSTIFICAZIONE……………PAG.145
VERIFICA…………………………………………………PAG.152
ESTENSIONE DEL TEST A UN CAMPIONE PIU’
AMPIO E RIESAME DELLE TABELLE……………… PAG.153
TABELLA GENERALE……………………………….. PAG.159
TABELLA ADULTI 17-50…………………………… PAG.160
TABELLA ADULTI 51-63……………………………. PAG.161
VERIFICA SUL NUOVO CAMPIONE DEL MODELLO
DI PROPENSIONE PER AREE………………………. PAG.162
SVILUPPO DELLA SENSORIALITA’IN BASE AGLI
SCARTI VU-LT………………………………………….. PAG.172
SCHEMA EVOLUTIVO DELLA MOTIVAZIONE
ALL’APPRENDIMENTO……………………………… PAG.179
IPOTETICO SVILUPPO SENSORIALE DI UN INDI-
VIDUO DELL’AREA 4………………………………… .PAG.183
IMPEGNO E VALORE L*T/V –U NELLO SVILUPPO
SENSORIALE INDIVIDUALE…………………………. PAG.184
SCHEMA EVOLUTIVO DELL’IMPEGNO…………….. PAG.187
ULTERIORE CORREZIONE AL MODELLO CIRCOLA-
RE PER AREE DI PROPENSIONE…………………… PAG.189
SCHEMA CIRCOLARE A 12 AREE DI PROPENSIO-
NE………………………………………………………... PAG.192
MISURAZIONE DELLA MEMORIA:MISURAZIONE
DELL’ENERGIA………………………………………….PAG.194
SCALA SENSORIALE NELL’UOMO : TENTATIVO
D’INTERPRETAZIONE…………………………………PAG.199
APPLICAZIONE DEL TEST ALL’INSEGNAMENTO
GENERALIZZATO………………………………………PAG.201
APPLICAZIONE DEL TEST ALL’INSEGNAMENTO
INDIVIDUALIZZATO………………………………… PAG.202
QUADRO APPRENDIMENTO……………………….. PAG.211
QUADRO APPRENDIMENTO : LEGENDA…………. PAG.213
OSSERVAZIONE DELLE FREQUENZE DI CAMPIO-
NE E DEL LORO GRAFICO…………………………… PAG.215
APPROSSIMAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE
DELLE FREQUENZE DI CANALE ALLA DISTRI-
BUZIONE BINOMIALE……………………………… PAG.223
INDIVIDUAZIONE DELLE EQUAZIONI DI
REGRESSIONE DI CANALE TRAMITE LA CORRELA-
ZIONE MULTIPLA…………………………………… PAG.249
SISTEMA NERVOSO COME CIRCUITO DIGITALE… PAG.260
IPOTESI FISIOLOGICA SULLA NATURA DELLO
APPRENDIMENTO…………………………………… PAG.271