Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1. La vita
Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 presso Girgenti (Agrigento), da una
famiglia di agiato condizione borghese e di tradizioni risorgimentali e
garibaldine. Dopo gli studi liceali si iscrisse alluniversit di Palermo, poi alla
facolt di lettere alluniversit di lettere. Nel 1903 un allagamento delle miniera
di zolfo in cui il padre aveva investito tutto il suo patrimonio e la dote stessa
della nuora provoc il dissesto economico della famiglia. Il fatto ebbe
conseguenze drammatiche nella vita della scrittore: alla notizia del disastro la
moglie, il cui equilibrio mentale era gi fragile, ebbe una crisi che la sprofond
irreversibilmente nella follia.
Anche lesistenza di Pirandello, come quella di Svevo e di altri scrittori del
Novecento, fu segnata dallesperienza della declassazione, del passaggio da
una vita di agio borghese ad una condizione piccolo borghese, con i suoi disagi
economici e le sue frustrazioni, un fenomeno tipico della situazione sociale del
tempo e in particolar modo della condizione intellettuale.
2. La visione del mondo e la poetica
2.1 Il vitalismo
Alla base della visione del mondo pirandelliano vi una concezione vitalistica,
che affine a quella di varie filosofie contemporanee: la realt tutta vita,
perpetuo movimento vitale, come lo scorrere di un magma vulcanico. Tutto
ci che si stacca da questo flusso, e assume forma distinta e individuale, si
rapprende, di irrigidisce, comincia, secondo Pirandello, a morire. Cos avviene
dellidentit personale delluomo. In realt noi non siamo che parte indistinta
delluniversale ed eterno fluire della vita, ma tendiamo a cristallizzarci in forme
individuali, a fissarci in una realt che noi stessi ci diamo, in una personalit
che vogliamo coerente e unitaria. Ciascuna di queste forme, una
costruzione fittizia, una maschera che noi stessi ci imponiamo e che ci impone
il contesto sociale. Sotto questa maschera non c un volto definito,
immutabile. Non c nessuno. Lavvertire di non essere nessuno genera un
senso di solitudine tremendo. Viceversa lindividuo soffre anche ad essere
fissato dagli altri in forme in cui non pu riconoscersi. Luomo si vede
vivere, si esamina allesterno, come sdoppiato, nel compiere gli atti abituali
che impone la sua maschera, la sua parte, e che appaiono assurdi, destituiti
di ogni senso. Queste forme sono sentite come una trappola, come un
carcere in cui lindividuo si dibatte, lottando invano per liberarsi. La societ
gli appare come un enorme pupazzata, una costruzione artificiosa e fittizia,
che isola irreparabilmente luomo dalla vita, lo impoverisce e lo irrigidisce, lo
conduce alla morte anche se egli apparentemente continua a vivere. Alla base
di tutta lopera pirandelliana si pu scorgere un rifiuto delle forme della vita
sociale.
2.2 Relativismo conoscitivo
Oltre che sulla visione della societ, dal vitalismo pirandelliano scaturiscono
importanti conseguenze sul piano conoscitivo. Se la realt magmatica, essa
non si pu fissare in schemi e moduli dordine tatalizzanti, onnicomprensivi. Il
reale multiforme, non esiste una prospettiva privilegiata da cui osservarlo; al
contrario le prospettive possibili sono infinite e tutte equivalenti. Ognuno ha la
sua verit, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose. Ne deriva un
inevitabile incomunicabilit fra gli uomini: essi non possono intendersi, perch
ciascuno fa riferimento alla realt com per lui, e non sa n pu sapere
come sia per gli altri. La perdita di fiducia nella possibilit di sistemare il reale
in precisi moduli dordine, il relativismo conoscitivo. Il soggettivismo
assoluto collegano Pirandello a quel clima culturale europeo del primo
Novecento in cui si consuma la crisi delle certezze positivistiche, della fiducia in
una coscienza oggettiva della realt mediante gli strumenti della razionalit
scientifica.
2.3 La poetica: lumorismo
Dalla visione complessiva del mondo scaturiscono anche la concezione
dellarte e la poetica di Pirandello. Possiamo trovarle enunciate in vari saggi, tra
cui il pi importante e il pi famoso Lumorismo, che risale al 1908. Si tratta
di un testo chiave per penetrare nelluniverso pirandelliano. Lopera darte,
secondo Pirandello, nasce dal libero movimento della vita interiore; la
riflessione resta invisibile, quasi una forma del sentimento. Di qui nasce il
sentimento del contrario, che il tratto caratterizzante lumorismo per
Pirandello. Questo avvertimento del contrario il comico. Ma se
interviene la riflessione, e suggerisce che quella signora soffre a pararsi cos e
lo fa solo nellillusione di poter trattenere lamore del marito pi giovane, non
posso solo pi ridere: dall avvertimento del contrario, cio dal comico,
passo al sentimento del contrario, cio latteggiamento umoristico. La
riflessione nellarte umoristica coglie cos il carattere molteplice e
contraddittorio della realt. Permette di vederla da diverse prospettive
contemporaneamente se coglie il ridicolo della persona, di un fatto, ne
individua anche il fondo dolente, di umana sofferenza, e lo guarda con piet; o
viceversa, se si trova di fronte al serio e al tragico, non pu evitare di fare
emergere anche il ridicolo.
3. Le poesie e le novelle
Nel 1922 progett una sistemazione globale in 24 volumi; col titolo
complessivo di Novelle per un anno. Durante la vita dellautore solo 14
volumi furono pubblicati, a cui si aggiunse postumo Una giornata, nel 1936.
A differenza delle raccolte classiche. Di Boccaccio o dei novellieri
rinascimentali, nella raccolta pirandelliana non si riesce a individuare un ordine
determinato. Lo stesso titolo, suggerisce Luperini, sembra alludere allo
sperpero casuale dei giorni e delle vicende. Il corpus sembra quasi riflettere
la visione globale del mondo che propria di Pirandello, un mondo non ordinato
e armonico, ma disgregato in una miriade di aspetti precari e frantumati, il cui
senso complessivo sembra irrangiungibile. Le novelle siciliane possono a
prima vista ricordare il clima verista, ma ad un osservazione pi attenta
rivelano di appartenere gi ad una dimensione diversa e inconciliabile.
Pirandello diverge dal Verismo in 2 direzioni: 1) da un lato riscopre il sostrato
mistico, ancestrale e folklorico della terra siciliana; 2) dallaltro lato quelle
figure di un arcaico mondo contadino sono deformate sino al parossismo da
una carica grottesca, che le trasforma in immagini bizzarre, stravolte,
allucinate, e le vicende, prive di ogni riferimento ad un contesto sociale,
estremizzati sino allassurdo. Su una linea affino si collocano anche le novelle
per cos dire romane. Nelle pagine pirandelliane si allinea una successione
sterminata di figure umane che rappresentava la condizione piccolo borghese
una condizione meschina, grigia, frustrata. Queste figure avvilite e dolenti non
sono che la metafora di una condizione esistenziale assoluta: il rapprendersi
donna relegata in casa davvero la figlia, che si finge una seconda moglie per
assecondare il marito. Al termine compare in scena la signora Ponza, velata;
tutti ritengono di poter finalmente avere la soluzione dellenigma, di sapere se
ha ragione il signor Ponza o la signora Frola, ma la donna delude le aspettative,
poich si limita ad affermare: io sono colei che mi si crede, e per me
nessuna! nessuna!.
Nel Piacere dellonest (1917) Angelo Baldovino, un fallito, accetta di
sposare proforma Agata Renni, in modo da dare un padre legale al figlio che
costei aspetta dal suo amante, ma poi pretende di osservare fino in fondo la
forma, con assoluto rigore, e cos facendo smaschera lipocrisia del contesto
borghese che ha combinato lintrigo.
In questi drammi Pirandello sconvolge due capisaldi del teatro borghese
naturalistico, la verosimiglianza e la psicologia. Gli spettatori non hanno
lillusione di trovarsi di fronte un mondo naturale, del tutto simile a quello in
cui sono abituati a vivere, ma vedono un mondo stravolto, ridotto alla parodia e
allassurdo, in cui i casi della vita normale sono forzati allestremo e
deformati, assumendo una fisionomia stranita, artificiosa, meccanica, che
lascia sconcertati e sbalorditi dalla loro forma dirompente. Inizialmente, per
questi motivi, il teatro di Pirandello ebbe scarso successo di pubblico ed
ottenne tiepidi giudizi da parte dei recensori.
5.2 il teatro nel teatro
La critica pirandelliana alle forme teatrali correnti, nel periodo del grottesco,
lavora sotterramente allinterno di quelle stesse forme, spingendole allassurdo
e cos disgregandole. Nel 1921, con Sei personaggi in cerca dautore,
Pirandello allo scoperto il rifiuto, investendo direttamente temi, intrecci e
convenzioni teatrali del tempo. I sei personaggi a cui allude il titolo, un padre,
una madre, un figlio, una figliastra, una bambina, un giovinetto, sono nati vivi
dalla mente di un attore, che si rifiuta di scrivere il loro dramma. Pertanto si
presentano su un palcoscenico dove una compagnia sta provando una
commedia ( Il giuoco delle parti di Pirandello), affinch gli attori diano loro
dramma quella forma che lautore non volle fissare. Cos Pirandello, invece del
dramma dei personaggi, mette in scena la sua impossibilit di scriverlo,
emerge per anche limpossibilit da rappresentarlo: non solo per la mediocrit
degli attori, ma per lincapacit intrinseca del teatro di rendere sulla scena ci
che uno scrittore ha concepito. I sei personaggi costituiscono un testo
metateatrale, dove, attraverso lazione scenica, si discute del teatro stesso.
Il dramma, suscit lindignazione furibonda del pubblico, impreparato a una
discorso davanguardia che sconvolgeva le convenzioni del teatro corrente.