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Esoterismo - Salvatore Brizzi - Il Lavoro Alchemico
Esoterismo - Salvatore Brizzi - Il Lavoro Alchemico
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il ricordo di se
( parte I )
...In quel periodo avevo cominciato a leggere i libri di Gurdjieff e Ouspensky. Un giorno stavo
dialogando con un mio amico, quando a un certo punto vidi che era addormentato. Mi parlava con
veemenza dei fatti del giorno, ma non era sveglio. "Qualcosa" parlava al suo posto mentre lui
dormiva. Ne provai orrore. Quello era il mio migliore amico... avevamo vissuto insieme momenti
belli e brutti per anni. Ci significava che anche io ero in quello stato. In quell'istante decisi che
avrei dedicato il resto della mia vita a cercare di svegliarmi.
Non c' altro modo per sfuggire alla morte, all'infuori del ricordo di s.
Robert Earl Burton
introduzione al ricordo di s
Entriamo nel vivo dei processi alchemici atti a trasmutare luomo in qualcosa di splendidamente
superiore. Affrontiamo quindi per la prima volta anche il concetto di risveglio dellessere
umano.
Il primo passo verso lacquisizione della liberazione e dellimmortalit consiste in un accurato
lavoro di risveglio ; lindividuo deve cio rendersi pienamente conto che allo stato attuale sta
dormendo.
Quando ci destiamo al mattino in realt non ci svegliamo, ma passiamo da uno stato di sogno a un
altro: il sonno verticale; un sonno, cio, che permette la posizione verticale, il movimento, il
parlare, lo studiare... purtuttavia ancora ben lungi dall'essere un reale stato di veglia. Si tratta di
una condizione di perpetuo rintronamento nella quale non si pensa, ma si pensati, non si provano
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emozioni, ma si da esse trascinati, non si gestisce il proprio corpo, ma si subisce la sua fisiologia.
Se vogliamo lavorare per evadere dalla prigione imperativo innanzitutto che sappiamo di essere
all'interno di una prigione. Il pi grande ostacolo al risveglio che l'uomo pensa di essere gi
cosciente e pienamente libero! Per avere la certezza di essere in uno stato di prigionia necessario
vederlo con i propri occhi e, magari, rimanerne scioccati. L'ideale sarebbe riuscire a SENTIRE
EMOTIVAMENTE l'addormentamento. Questo fornisce l'energia occorrente per iniziare a lavorare
su di s.
I seguenti esercizi si basano sul ricordo di s . Lo sforzo di ricordarci di noi stessi nell'arco della
giornata ci permette di vedere come siamo fatti e in quale stato viviamo tutti i giorni; serve a farci
comprendere che durante il giorno "dormiamo" e di conseguenza non siamo mai coscienti di noi.
Viviamo dentro unallucinazione; non vediamo la realt e non possediamo alcun potere occulto in
grado di modificarla semplicemente perch dormiamo. Il "ricordo di noi stessi" ci permette di
evitare di lasciar scorrere nell'inconsapevolezza la nostra esistenza quotidiana, portando alla luce
anche le zone pi nascoste di noi.
Cosa il ricordo di s ? Non lo si pu spiegare a parole: lo si capisce facendo gli esercizi. Come
vedremo pi avanti, si tratta di essere presenti qui-e-ora almeno in corrispondenza di determinate
occasioni che vengono stabilite a priori. Un uomo risvegliato un uomo che si ricorda di s sempre,
un uomo che sempre presente qui-e-ora per ventiquattro ore al giorno... anche nel sonno. Il
ricordo di s infatti un livello di coscienza superiore che si pu raggiungere solo sforzandosi di
ricordarsi di s!
L'errore principale della filosofia e della psicologia moderna risiede nell'aver ignorato un quarto
stato di coscienza oltre i tre gi noti all'uomo ordinario. Gli stati di norma conosciuti sono: sonno
verticale (quello ritenuto a torto il normale stato di veglia dell'uomo), sonno profondo, sogno.
Nessuna psicologia e nessuna filosofia sono proponibili se non si considera la possibilit nell'uomo
di un quarto stato: lo stato di ricordo di s, che poi il reale stato di veglia.
Il ricordo di s - il 'terribile segreto' dell'Ars Regia che tutti gli alchimisti si sono preoccupati di
tenere occulto nei loro scritti: il regime , l' agente universale , il fuoco lento a cui la
materia deve essere sottoposta per ottenere una trasformazione.
Premettiamo che l'effettivo stato di ricordo di s uno stato EMOTIVO SUPERIORE, non un
fenomeno intellettuale. Quando nel corso della presente trattazione ci riferiremo al ricordo di s, ci
staremo in realt riferendo ai nostri tentativi di ricordarci di noi, cio all'unico stato attualmente
possibile per il neofita: uno stato ancora principalmente mentale, in cui ci si sforza di essere presenti
per ricordarsi di s. Con l'espressione ricordo di s intendiamo quindi riferirci allo sforzo di
ottenere questo stato, e non allo stato stesso. Attraverso gli sforzi ripetuti sar per possibile attivare
il 'centro emotivo superiore' ( il Cuore ) e quindi entrare nel reale ricordo di s... e questo il nostro
scopo.
Attraverso lo sforzo di ricordarci di noi tocchiamo con mano la totale assenza di Volont che ci
contraddistingue... ma non dobbiamo abbatterci a causa dei pessimi risultati. Il nostro lavoro
consiste nello sforzarci ogni giorno di riuscire, non nell'ottenere un risultato, il risultato non
interessa minimamente i nostri scopi.
Il ricordo di s il fenomeno pi importante della Magia, dell'Alchimia e dellesoterismo in genere.
Compreso questo, luomo possiede la chiave per farsi progressivamente strada in altri stati di
coscienza e acquisire nuovi poteri. Il ricordo di s costruisce il corpo astrale , o corpo lunare ,
che permette la sopravvivenza dopo la morte, e anche il corpo di gloria , cio l'anima
dell'individuo, che permette l'immmortalit assoluta. Sono due livelli iniziatici successivi. L'unico
modo che abbiamo per capire cosa il ricordo di s fare degli esercizi; esso non pu essere
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noi stessi" metnre ci infiliamo o ci togliamo i vestiti, cio completamente presenti a quello che
stiamo facendo, senza farci distrarre da altri pensieri o da persone che richiamano la nostra
attenzione. All'inzio pu essere utile ripetersi: "Mi sto infilando i pantaloni... e sono presente... mi
sto ricordando di me... non sono distratto da altro...".
Negli istanti in cui riusciamo a essere presenti sappiamo gi che a breve ripiomberemo nel sonno.
Ogni momento di presenza una conquista. Mentre laviamo i piatti o ci spogliamo a tratti siamo
presenti e a tratti ci identifichiamo con il contenuto della mente sognando a occhi aperti,
immaginando situazioni e dialoghi assortiti... ma per ora siamo schiavi e non possiamo evitarlo, non
abbiamo sufficiente Volont per evitarlo, possiamo solo sforzarci di "tornare in noi" appena ce ne
ricordiamo e prolungare questo stato di presenza finch ci possibile. Noteremo presto che questi
esercizi sono quindi un continuo andare e venire da uno stato di presenza a uno di assenza. Una
continua lotta per rimanere desti. E la lotta contro la meccanicit ci che ci serve per provocare la
cottura alchemica delle sostanze che vanno a formare i nostri "corpi sottili".
Nei primi tempi sarebbe bene non mischiare i differenti esercizi: meglio concentrarsi per unintera
settimana su un unico esercizio e poi cambiare. Sette giorni il periodo ideale. Dopo sette settimane
si conclude un ciclo e se ne pu cominciare uno successivo, mantenendo gli stessi esercizi oppure
sostituendone qualcuno.
L'attenzione divisa. Praticando gli esercizi ci si accorge che il ricordo di s implica il verificarsi di
un particolare fenomeno detto attenzione divisa , cio la capacit di prestare attenzione a ci che
si sta facendo e contemporaneamente a se stessi. L'attenzione prende cos due direzioni: una verso
l'esterno e una verso l'interno. Nel corso della vita normale invece l'attenzione monodirezionale,
cio la coscienza interamente persa nell'evento esterno. Se una persona ci sta parlando noi siamo
concentrati su di lei, la nostra coscienza interamente PERSA in lei, annullata nell'avvenimento
esterno. Quando ci si sforza di rimanere presenti ci si accorge che possibile parlare con una
persona prestando attenzione a quanto dice, e contemporaneamente ricordarsi di s, cio essere
presenti a se stessi. Si pu cio tenere una parte dell'attenzione sempre rivolta verso l'interno.
Questo sforzo fa s che dentro di noi si strutturi il corpo dell'anima - e che la nostra coscienza
divenga perci immortale - e che il nostro centro di consapevolezza si sposti in esso. Accade che
noi diveniamo progressivamente l'entit che osserva lapparato psicofisico al lavoro, e non si
identifica pi interamente con esso, non si annulla pi in esso. Questa entit la coscienza
extracerebrale, ci che in oriente viene definito il testimone , l'osservatore imparziale. Il nostro
disidentificarci dalla macchina biologica, il rimanere presenti come osservatori mentre il corpo e la
mente fanno qualcosa, fa s che creiamo nuovi "corpi sottili" da abitare e simultaneamente ci
identifichiamo con essi, cio spostiamo la nostra coscienza in essi. I due processi vanno di pari
passo.
Se mentre camminiamo per strada ci proponiamo fermamente di rimanere svegli fino
allincrocio successivo, ma dopo qualche minuto sorprendiamo la nostra mente a fantasticare sopra
gli argomenti pi svariati, allora ancora una volta ci siamo dimenticati di noi... ci siamo
addormentati.
Non abbiamo il controllo della nostra mente! Non abbiamo il controllo delle nostre emozioni! Non
viviamo la vita che scegliamo noi, ma solo quella della nostra macchina biologica.
A questo punto lassenza di libero arbitrio diviene per noi un fatto indubitabile. Non dobbiamo
affidarci alle teorie di qualche filosofo per decidere se luomo possiede oppure no una libera
Volont. Lo possiamo sperimentare sulla nostra pelle!
Ma fino a quando non vengono attuate nella pratica, queste rimangono solo parole prive di utilit!
Questo sito non un ricettacolo di teorie esoteriche, ma un costante richiamo a lavorare su di s!
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2 -- Questa seconda categoria di esercizi molto differente dalla precedente: non si tratta infatti di
ricordarsi di s per un periodo prolungato (mentre laviamo i piatti o mentre camminiamo per
strada), bens di ricordarsi di s in corrispondenza di azioni distribuite lungo la giornata, e che
possono anche giungere all'improvviso (non possiamo infatti sapere quando squiller il telefono o
quando qualcuno ci rivolger la parola).
Una mattina ci alziamo e prendiamo una decisione risoluta: "Oggi, mentre sono in ufficio, voglio
ricordarmi di me tutte le volte che giro la maniglia di una porta per aprirla". Questo significa che
ogni volta in cui stiamo aprendo una porta dobbiamo essere presenti e pensare: "Ecco, sono
presente, sono cosciente di stare aprendo questa porta".
Tornati a casa, oppure alla sera prima di andare a dormire, analizziamo la giornata e verifichiamo
quante volte siamo riusciti a ricordarci di noi aprendo una porta. Se aprendo una porta non ci siamo
mai fermati a pensare: "Ecco, ora ci sono, sono presente, sto aprendo la porta", allora non ci siamo
mai ricordati di noi. Abbiamo aperto le porte nell'inconsapevolezza pi totale, cio nello stesso stato
di sonno in cui abbiamo compiuto tutte le altre azioni nel corso della giornata.
Aprire le porte con consapevolezza rappresenta un esercizio efficace perch ci si costringe a restare
presenti in un momento in cui difficile esserlo, in quanto stiamo passando da un ambiente a un
altro. Questo solo un esempio e le varianti adottabili sono molteplici. Possiamo fare sforzi per
ricordarci di noi tutte le volte che:
-- apriamo la portiera di un'auto per salire o scendere,
-- saliamo o scendiamo da un autobus,
-- ci alziamo da una sedia o ci sediamo,
-- squilla un telefono (sia nostro che di altri),
-- portiamo il bicchiere alla bocca per bere qualcosa,
-- azioniamo la freccia alla guida dell'auto,
...e cos via.
Anche per questa pratica vale la regola dei sette giorni e delle sette settimane. I due diversi generi di
esercizi possono essere alternati di settimana in settimana, in modo che dopo quattordici settimane
abbiamo completato un ciclo di sette esercizi diversi per ognuno dei due tipi. Le varianti possiamo
anche inventarle noi: scegliamo una qualunque azione e ci imponiamo di ricordarci di noi tutte le
volte che la svolgiamo, tenendo conto del fatto che l'esercizio serve solo fino a quando ci costringe
a compiere uno sforzo; quando ci abituiamo perde la sua efficacia e si deve passare a un altro.
All'inizio probabilmente non ci ricorderemo mai, o addirittura non ci ricorderemo nemmeno di
analizzare la giornata alla sera per verificare se qualche volta siamo stati presenti durante il giorno.
Ma se tutte le mattine per giorni e giorni ci riproponiamo di farlo, la situazione presto migliorer. E'
importante ribadire che un uomo risvegliato vive permanentemente in quello stato di ricordo di s
che noi fatichiamo a riprodurre solo per qualche istante nella nostra giornata, mentre stiamo
mangiando o nel momento in cui squilla un telefono. Essere svegli significa, tra le altre cose, anche
questo: ricordarsi continuamente di essere presenti.
Non facciamo esercizi per ottenere risultati, i risultati non contano nulla, il risveglio non altro che
un costante TENDERE VERSO il risveglio, pertanto il nostro obiettivo restare sempre in uno
stato di sforzo verso il risveglio, e non raggiungere il traguardo di ricordarci di noi, n un qualunque
altro traguardo. La trasmutazione alchemica si produce a causa dello sforzo, non del risultato. Il
lavoro alchemico un salto nel vuoto, l'accettazione della propria eternit. Ma a questo stadio
difficile comprendere tale affermazione.
continua...
il ricordo di se
( parte II )
Ricordati di te stesso, idiota!
(Gurdjieff, nascosto dietro le quinte, a Orage che sta parlando sul palco)
Se non possiamo controllare la macchina, siamo la macchina.
Robert Earl Burton
nell'identificazione completa con la nostra mente. Nessuno ci ha mai detto che possiamo essere
un'"entit esterna" che osserva la mente al lavoro.
Riusciamo a osservare il corpo che lava i piatti, ma ci difficile osservare la mente mentre compie
un ragionamento. Nell'istante in cui la mente deve rispondere, la nostra coscienza, che magari fino a
un attimo prima era riuscita a restare presente, e quindi divisa, si riidentifica al cento per cento con
la mente pensante.
Questo dovuto al fatto che noi possediamo ancora uno scarso controllo sulla nostra mente e sulle
nostre emozioni, mentre ne abbiamo uno molto maggiore sul corpo fisico. Controllo e
identificazione sono inversamente proporzionali: meno siamo identificati - cio meno siamo
coinvolti - con qualcosa, pi ne abbiamo il controllo.
Un buon esercizio in preparazione al ricordo di s in compagnia di altre persone pu essere svolto
mentre si guarda la televisione. In questo caso si meno coinvolti perch ci si esercita in solitudine,
ma allo stesso tempo si lavora sulla disidentificazione dalla mente, cio sul ricordarsi di s mentre
la mente segue i dialoghi di un film o di una qualsiasi trasmissione. All'inizio non semplice
nemmeno questo, ma in ogni caso preferibile cominciare a compiere questo genere di sforzi
davanti alla tv, uno strumento con il quale non dobbiamo interagire in maniera attiva, che buttarsi
subito nel mezzo di una conversazione dove il coinvolgimento decisamente maggiore e il ricordo
di s diviene un'impresa titanica.
Altra possibilit quella di sforzarsi di ricordarsi di s mentre si legge. Ci si accorger presto che
nei momenti in cui si porta l'attenzione verso l'interno si perde il significato di ci che si sta
leggendo. Pi precisamente: una parte di noi ancora capace di svolgere una funzione automatica di
lettura, ma la mente che deve comprendere il significato non riesce a lavorare in due direzioni
contemporaneamente: o si ricorda di s, o afferra il significato. E' consigliabile esercitarsi
inizialmente con letture poco impegnative dal punto di vista del significato.
Ricordarsi di s ogni volta che si inizia a parlare a qualcuno costituisce un altro buon esercizio.
Appartiene alla categoria degli esercizi "istantanei". Il momento in cui parleremo ci coglier sempre
di sorpresa. Sul lavoro qualcuno ci far una domanda e la risposta uscir da noi meccanicamente.
Solo al termine della conversazione ci accorgeremo di non esserci ricordati di noi quando abbiamo
pronunciato le prime parole.
Risulta interessante analizzare cosa accade in questo caso. Per esempio, decidiamo fermamente che
ci ricorderemo di noi tutte le volte che rivolgeremo la parola a qualcuno durante le prossime tre ore.
Non dobbiamo ricordarci di noi durante l'intera conversazione, il che costituirebbe gi il passo
successivo, ma solo al momento di pronunciare le prime parole. Nonostante il nostro fermo
proposito, quando qualcuno ci interpeller, le parole usciranno dalla nostra bocca come se fossero
attirate dalle parole del nostro interlocutore, come se fossero una conseguenza inevitabile delle sue
parole. Ci dimostra che la nostra risposta in realt non mai pensata, ma solo frutto di una
reazione meccanica alla domanda dell'altro, o all'evento che abbiamo commentato.
Il nostro parlare sempre una reazione meccanica all'avvenimento esterno, perch noi, come
coscienza, veniamo bypassati dalla nostra mente. La coscienza osservatrice ( il testimone ) e la
mente razionale sono due cose completamente diverse. Non riusciamo a frenare la reazione
meccanica della nostra mente, non ci ricordiamo nemmeno di farlo, perch il nostro parlare un
meccanismo che funziona nello stesso modo da decenni, e tutti intorno a noi ne sono ugualmente
schiavi, pertanto non abbiamo un valido metro di paragone. Notiamo un evento esterno e reagiamo
meccanicamente, pensando o parlando senza aver realmente pensato in maniera cosciente, cio con
tutto il nostro essere in stato di presenza.
Possiamo veramente accorgerci che i nostri pensieri e le nostre parole sono meccanici - cio
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reazioni meccaniche a stimoli sensoriali esterni solo quando proviamo a fermarli coscientemente
per mezzo di tali esercizi. Altrimenti questa rimane una teoria come tante.
Le conseguenze del parlare in stato di sonno anzich in stato di ricordo di s sono sotto i nostri
occhi tutti i giorni: i rapporti sociali su questo pianeta sono semplicemente disastrosi; e si va dal
rapporto di coppia ai rapporti internazionali fra gli Stati.
Un altro buon esercizio consiste nel pensare "Io sono" non meno di una volta ogni ora, per tutto il
giorno. Questo serve a permeare di ricordo di s lintera giornata. Sarebbe meglio accompagnare il
pensiero con un'inspirazione (pensando "Io") e un'espirazione (pensando "sono").
Ricordarsi di s ogni volta che si pronuncia la parola "Io" costituisce un esercizio molto avanzato e
difficile da mettere in pratica. Purtuttavia a un certo grado del cammino sar possibile eseguirlo e la
sua efficacia assicurata.
Anche mentre si mangia ci si pu ricordare di s. Lesercizio consiste nel rimanere presenti dal
momento in cui si porta il cibo alla bocca a quando si inghiotte il boccone. Portare la propria
attenzione sulla masticazione condiziona in maniera notevole lassimilazione delle sostanze
nutritive da parte dellorganismo; la presenza fa s che cogliamo con maggiore profondit i sapori,
estraiamo molta pi energia dagli alimenti e di conseguenza percepiamo molto prima il senso di
saziet.
Ricordarsi di s mentre si mangia spesso risulta difficoltoso per la presenza di altre persone che ci
rivolgono la parola. In tal caso la buona regola di non parlare con la bocca piena pu venirci in
aiuto per consentirci di svolgere il nostro esercizio prima di dover rispondere a qualcuno.
Un contributo al ricordo di s viene dato dallo sforzo di compiere delle semplici operazioni
invertendo il lato con cui si compie lazione. Per esempio, possiamo sforzarci di mangiare per una
settimana con la mano sinistra invece che con la destra (o viceversa per chi mancino) portando il
cibo alla bocca con la mano sinistra e tagliando il pane con la mano sinistra. Lavarsi i denti, farsi la
barba o depilarsi con la sinistra un altro buon metodo per costringersi a rimanere presenti durante
queste attivit.
All'interno di una scuola esoterica possibile esercitarsi fra allievi, e questa in effetti la soluzione
migliore. Risulta infatti pi semplice ricordarsi di s mentre si ascolta o si parla con qualcuno che
sappiamo si sta a sua volta sforzando di ricordarsi di s. Questo permette di acquisire una certa
sicurezza 'in famiglia', e sar poi meno complicato fare sforzi quando ci si sposta all'esterno della
scuola.
concentrare lo sforzo
Una importante raccomandazione necessaria: concentrare tutto lo sforzo durante il tempo che si
deciso di dedicare all'esercizio e non cercare di ricordarsi di s anche al di fuori di questo tempo.
Per quanto riguarda la prima serie di esercizi, se ad esempio decidiamo di ricordarci di noi tutte le
volte che ci alziamo da una sedia, dobbiamo decidere in anticipo per quanto tempo fare sforzi in
questa direzione.
Possiamo farlo per tutta la mattina, o durante le ore di lavoro in ufficio, o solo nel percorso
dall'ufficio a casa, o esclusivamente dal momento in cui varchiamo la soglia di casa fino all'ora di
cena, oppure possiamo decidere di fare sforzi per le prossime due ore indipendentemente da dove ci
troveremo.
E' importante stabilire un limite di inizio e fine. Non di alcuna utilit fare sforzi indiscriminati per
tutto il giorno, perch si perde in capacit di concentrazione e l'esercizio non risulta altrettanto
efficace. A meno che non si stiano praticando esercizi che per la loro natura richiedono
un'estensione illimitata (ad es. l'esercizio dell'"Io sono"). Dobbiamo avere molta pazienza e
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procedere per gradi, non dobbiamo farci prendere dall'ansia di voler fare tutto subito. Questa risulta
a lungo andare la tecnica migliore per svegliarsi. Sono consigli che nascono dalla mia esperienza
diretta.
Per quanto concerne gli esercizi di "ricordo di s prolungato" vale lo stesso principio. Se decidiamo
di ricordarci di noi mentre spazziamo il pavimento non dobbiamo fare alcun tentativo n prima n
dopo. Se decidiamo di farlo per il tempo in cui viaggiamo sull'autobus, dal momento in cui
scendiamo dobbiamo interrompere gli sforzi.
Tuttavia nel breve tempo in cui decidiamo di concentrare gli sforzi tutta la nostra energia deve
essere veicolata in quel tentativo. Se decidiamo di compiere sforzi per due ore, dobbiamo
considerare quelle due ore come le ultime due ore della nostra vita. Sprecheremmo le nostre ultime
due ore di vita per vagare con l'immaginazione da un pensiero all'altro senza alcuno scopo?
Qualunque cosa succeda in quelle due ore noi ci ricorderemo di noi stessi! Questo deve essere
l'atteggiamento. Sforzi prolungati per troppe ore lungo la giornata non portano a nulla. Sforzi
concentrati ma potenti portano inevitabilmente al risveglio.
Approdare a un nuovo stato di coscienza significa anche entrare consapevolmente in una nuova
dimensione: la quarta dimensione. Questa dimensione stata esaurientemente descritta da poeti,
scrittori e chiaroveggenti, e la letteratura in merito vasta (si vedano Arthur E. Powell e P.D.
Ouspensky fra tutti). Penetrare in questa dimensione come conquistare una fortezza nemica:
dobbiamo organizzare dei raid mirati e potenti. Non possiamo combattere tutto il giorno con tutte le
nostre truppe, perch ci esporremmo eccessivamente al fuoco nemico e dopo una settimana
saremmo esausti. Attacchi di poche ore, ma portati regolarmente tutti i giorni, prima o poi ci
consentiranno inevitabilmente di aprire una breccia nel muro nemico. Una volta aperta una breccia
nella quarta dimensione, sar pi semplice penetrarvi le volte successive.
continua...
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il ricordo di se
( parte III )
Ricorda te stesso sempre e dovunque. Il ricordo di s produce precisi mutamenti chimici che
provocano la comparsa dell'essenza dell'essere umano.
P.D. Ouspensky
L'attenzione divisa non produce risultati immediati e i centri superiori non possono sopraggiungere
senza lo sforzo perseverante di molti anni. Svegliarsi difficile, ma pu essere fatto. E' impossibile
svegliarsi senza dedicarsi totalmente alla propria evoluzione. Si in errore se si pensa che siano
sufficienti delle mezze misure.
Robert Earl Burton
vedere il sonno
Un risultato importante che si ottiene dagli esercizi di ricordo quello di toccare con mano il
proprio stato ipnotico. Possiamo comprendere che se siamo svegli solo nei momenti in cui ci
sforziamo di ricordarcelo, allora dormiamo e viviamo come burattini per tutto il resto della giornata.
Prendiamo decisioni nel sonno, lavoriamo nel sonno, studiamo nel sonno, facciamo l'amore nel
sonno, intratteniamo i rapporti umani nel sonno.
Praticando gli esercizi, dopo un po di tempo, ci ricorderemo di noi - cio saremo coscientemente
presenti - anche al di fuori dei momenti stabiliti per l'esercizio. Magari camminando per strada
improvvisamente ci ricorderemo di noi ("Ecco, sono presente, cammino e mi ricordo di me, non sto
vagando fra i pensieri come al solito"), senza averlo prestabilito e senza aver fatto uno sforzo. In tal
caso potremo approfittare della situazione mantenendo quello stato di presenza pi a lungo possibile
prima di ricadere nel sonno, ma, come detto in precedenza, non si devono fare sforzi al di fuori
dello spazio riservato agli esercizi.
Nei momenti di ricordo, osservandoci con attenzione, possiamo cogliere la differenza fra lo stato di
coscienza in cui ci ricordiamo di noi e lo stato in cui eravamo un attimo prima, quando non ci
ricordavamo e stavamo dormendo. E' indispensabile portare avanti questo lavoro sul cogliere la
differenza fra i due stati di coscienza. Dovremmo farlo ogni volta che ci possibile, ossia ogni volta
che ce ne ricordiamo.
Se stiamo scendendo dall'autobus e ci ricordiamo di noi per un istante, se riusciamo cio a essere
presenti e non compiamo nel sonno quell'azione ("Ecco, ci sono, sono presente e sto scendendo
dall'autobus"), possiamo sforzarci di prolungare questo stato cogliendo la differenza tra come siamo
adesso e come eravamo qualche minuto prima sull'autobus: "Cosa facevo? A cosa ho pensato per
tutto il tempo del viaggio? Se io sono presente solo ora, allora chi pensava e chi compiva le azioni
al mio posto fino a poco prima? Nel sonno avrei potuto picchiare qualcuno reagendo a un'offesa,
avrei potuto decidere di cambiare lavoro, o avrei potuto invaghirmi di una persona e risolvermi in
seguito di sposarla."
Vivere nel sonno pericoloso, ma lo si pu comprendere solo a un certo grado di risveglio. L'uomo
comune, che non ha mai provato a svegliarsi, non puo essere cosciente del pericolo derivante dal
trascorrere la propria vita nel sonno. D'altronde le cronache quotidiane illustrano in maniera
soddisfacente le conseguenze della vita nel sonno. Siamo sonnambuli che camminano dormendo sul
cornicione di un palazzo a venti metri da terra! Finch dormiamo sembra che vada tutto bene.
Se, ad esempio, mentre mangiamo un panino proviamo a fare l'esercizio di ricordo di s, possiamo
confrontare i momenti in cui siamo coscienti delle azioni che compiamo con quelli in cui invece
mangiamo pensando a tutt'altro, e quindi in effetti non mangiamo nel vero senso del termine, perch
il nostro corpo fisico mangia meccanicamente senza che noi ne siamo coscienti ("Adesso mangio e
sono presente, porto il panino alla bocca e lo mordo, e ne sono cosciente. Ma un attimo prima dove
ero mentre mangiavo? Perch la mia autocoscienza non era qui con me?").
Il risveglio consiste nello sforzo di ricordarsi di s e nel successivo confronto fra i momenti di
ricordo, di effettiva presenza, e i momenti precedenti di sonno, di assenza. Se riusciamo a sentire
dentro di noi in modo EMOTIVO questa sottile ma enorme differenza allora abbiamo compreso la
differenza fra un essere umano che dorme e un essere umano che cerca di svegliarsi. Questo
significa toccare con mano il proprio stato ipnotico, e sovente qualcuno ne rimane sconvolto.
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volont [thelema]
Il secondo scopo degli esercizi sviluppare un ottimo grado di forza di Volont - in greco Thelema,
come viene definita negli insegnamenti di Aleister Crowley - indispensabile in tutti gli aspetti del
lavoro su di s. Quando lavoriamo sull'immaginazione negativa (il "dialogo interno" della nostra
mente) e sulle emozioni negative, possiamo sfruttare la Volont costruita grazie al ricordo di s.
Rammentiamo che l'uomo addormentato non possiede vera forza di Volont, egli fa ci che la vita
gli permette di fare; questo pu anche consentirgli di divenire casualmente un uomo colto e di
successo, ma non di acquisire un reale potere sugli eventi circostanti. Il fatto che dobbiamo
compiere degli sforzi immani per combattere la meccanicit dei nostri atti e ricordarci di noi, la
dimostrazione di questa nostra incapacit di volere. Pensiamo di essere liberi di volere perch
decidiamo cosa ordinare al ristorante, mentre in realt non decidiamo nemmeno quello, i nostri
meccanismi inconsci decidono, e loro decidono in base alle informazioni presenti nellambiente.
Fingiamo di volere, mentre ci lasciamo trascinare da forze pi grandi di noi.
La forza di Volont non altro che la capacit di utilizzare l'energia. Gli esercizi sul ricordo
aumentano la nostra capacit di disporre dell'energia. Quando cominciamo a svolgere questi esercizi
per noi un giorno storico, sacro, perch per la prima volta opponiamo resistenza cosciente alla
meccanicit che ci ha sovrastati durante tutta la nostra vita. Per la prima volta ci sforziamo di
decidere qualcosa: "Voglio essere io a stabilire cosa pensare e quando pensarlo, voglio decidere io
se arrabbiarmi o no, se avere paura o no. Non voglio pi essere schiavo". Un uomo nuovo sta
nascendo in noi e ora vuole essere padrone in casa sua.
Dobbiamo diventare degli specialisti del ricordo di s. Ci sono persone brave a giocare a scacchi,
altre brave in uno sport, altre ancora nel cucinare dolci o suonare uno strumento, e alcune sanno fare
molto bene il loro particolare lavoro... noi siamo specializzati nel ricordo di noi stessi. Ci
accorgeremo presto che ogni altra questione di minore importanza. Non importa che lavoro
facciamo per mantenerci, la nostra specializzazione deve diventare il ricordo di noi stessi. Questa
la nostra preoccupazione pi grande: svegliarci. E solo se questa attivit diviene il nostro centro di
gravit permanente per anni, allora possiamo sperare di svegliarci. Avere un lavoro o essere
disoccupati non di alcuna importanza se non si svegli. Avere un partner o essere single non fa
differenza finch si dorme. Nel sonno tutto uguale.
Ogni singolo sforzo compiuto nel tentativo di svegliarsi provoca una TRASMUTAZIONE
ALCHEMICA: durante questi tentativi di ricordo di s si viene a creare un notevole attrito fra
l'abitudine meccanica della nostra esistenza e il nostro voler diventare coscienti. Questo attrito
genera un fuoco , e questo Fuoco agisce sui nostri atomi per creare nuovi elementi pi sottili che
costituiranno i "corpi superiori", compreso il corpo dell'anima o corpo di gloria . Tale
trasmutazione coinvolge anche lo sviluppo dei corpi emotivo (astrale) e mentale, con la conseguente
acquisizione di siddhi, i poteri inerenti il mago: capacit di viaggiare in astrale, materializzare e
smaterializzare oggetti, invocare ed evocare entit presenti sul piano astrale e sui piani pi alti.
Quel punto di luce che l'anima comincia ad aggregare gli atomi per costruire il suo nuovo corpo e
il nostro centro di consapevolezza inizia a spostarsi in quella direzione, il nostro Cuore comincia ad
aprirsi. Il primo giorno in cui compiamo sforzi qualcosa cambia per sempre in noi. Ovviamente, se
gli sforzi si limiteranno a pochi mesi di tempo e non proseguiranno, non accadr nulla di tangibile,
ma un seme stato comunque gettato.
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difficolt
Quando si inizia la pratica di esercizi per il ricordo di s si possono verificare due condizioni in
particolare: si incontrano subito grosse difficolt e non ci si ricorda nemmeno di fare gli esercizi,
oppure si riesce molto bene per qualche giorno o settimana, ma poi si subisce un rapido calo di
energia e si abbandona tutto. Entrambi i comportamenti sono perfettamente normali.
Per qualcuno all'inizio sar difficile persino il ricordarsi di stabilire al mattino appena sveglio in
quali occasioni si sforzer di ricordarsi di s durante il giorno. E' necessario trovare la forza di
Volont per eseguire almeno i passi iniziali. Il fatto che durante il giorno non riusciamo a essere
presenti nemmeno una volta perfettamente normale, ma se non ce lo imponiamo con forza non
abbiamo speranza di migliorare. E' vitale non abbattersi in questa fase, per quanto possa durare a
lungo, e ribadire ogni giorno il proprio desiderio di ricordarsi di s.
Teniamo a mente che lo scopo sforzarsi, tendere verso, non raggiungere il risultato voluto.
Paradossalmente l'esercizio funziona solo fino a quando non siamo in grado di farlo bene e ci
sforziamo di farlo.
Quando si riesce anche per una sola volta a essere presenti mentre si sta compiendo una delle azioni
descritte negli esercizi, si deve assaporare quel momento cercando di prolungarlo: "Ecco, sono vivo,
sono presente qui-e-ora, mi sto ricordando di me, sono in uno stato di coscienza diverso da quello in
cui ero prima e diverso da quello in cui sar fra qualche istante". All'inizio il lavoro soprattutto
mentale, si costretti a ripetersi frasi simili, in cui si afferma di essere presenti; con il tempo
diventer uno stato interiore: ci si sentir presenti senza alcun bisogno di ripeterselo; poi diverr un
fatto emozionale (EMOZIONALE SUPERIORE), e solo questo sar il vero ricordo di s!
Grazie al contatto con un sistema di pensiero nuovo e all'entusiasmo iniziale che ne deriva accade
spesso che si riesca a svolgere anche pi esercizi nella stessa giornata e che ci si accorga subito
della differenza fra i momenti di presenza e quelli di sonno. Altrettanto spesso per accade che
l'entusiasmo iniziale svanisca e si perda totalmente interesse per gli esercizi, se non addirittura per il
lavoro su di s in generale. I cali di energia devono essere previsti, perch sono ciclici e rispettano
leggi ben precise su cui noi non abbiamo potere. Ma gi il solo fatto di sapere che tali cali devono
obbligatoriamente arrivare serve a non far precipitare l'individuo nell'abbattimento pi completo.
I cali devono avvenire perch cos vogliono le leggi naturali, che sono cicliche. L'attenzione non va
concentrata sul tentativo di evitarli, bens sui metodi per uscirne velocemente grazie a nuove
immissioni di energia: leggere un libro, vedere un film particolare, parlare con persone che sono
anche loro impegnate nel lavoro, assistere a conferenze... La necessit di contrastare i cali ciclici di
energia forse il principale motivo per cui non possibile lavorare da soli e a un certo punto
indispensabile trovare una scuola.
Quando si intraprende la strada del risveglio e si decide di iniziare con gli sforzi per ricordarsi di s,
accade di frequente che agli sguardi dei nostri conoscenti - paradossalmente - si appaia come pi
distratti e meno presenti. Ci normale e accade perch non siamo abituati allo stato di ricordo di
noi stessi, che uno stato di attenzione divisa. Il fatto di dividere l'attenzione, all'inizio, e per un
lungo periodo, impiega tutte le nostre energie, per cui succede spesso di dimenticare oggetti, di
scordare gli appuntamenti, di girare nella via sbagliata, di non afferrare ci che il nostro
interlocutore sta dicendo. Sembriamo pi assenti agli occhi degli altri proprio perch ci stiamo
sforzando di fare qualcosa che non abbiamo mai fatto e nessuno fa mai: essere presente.
Inoltre il risveglio ci modifica caratterialmente: tutto ci che superfluo nella nostra macchina
biologica progressivamente scompare. Di conseguenza alcuni potranno trovarci meno interessanti, o
pi noiosi, o pi seri. In realt non stiamo diventando meno interessanti, solo che
disidentificandoci dalla macchina e identificandoci con l'anima, non rispecchiamo pi le aspettative
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della societ, la quale si fonda sulle caratteristiche della macchina biologica: l'essere al centro
dell'attenzione, l'essere competitivi, il discutere con coinvolgimento degli argomenti futili pi alla
moda in un dato momento, esprimere inutili opinioni su qualunque avvenimento... e cos via. D'altra
parte diventeremo sempre pi interessanti e riconoscibili agli occhi di chi ha intrapreso un percorso
di risveglio come noi, o di chi possiede anche solo una visione pi profonda dell'esistenza rispetto
alla norma.
economizzare l'energia
L'uomo ha in s la capacit di costruire un nuovo corpo che gli permette di cogliere la quarta
dimensione, una realt completamente diversa da quella che percepisce nelle condizioni ordinarie,
una realt che agli altri risulta accessibile solo per mezzo delle droghe, ma per fare ci ha bisogno
di una quantit notevole di energia. All'inizio tale energia viene ricavata semplicemente dalla
drastica riduzione degli sprechi. Un uomo infatti, possiede gi nella sua macchina biologica
l'energia necessaria a iniziare il lavoro su di s, ma non ne pu disporre perch la disperde
continuamente in attivit inutili e dannose.
Il suo primo obiettivo deve essere quindi il risparmio di energia. Questo gli consentir di disporre
della quantit di energia necessaria a fare sforzi per il ricordo di s. Gli sforzi per ricordare se stessi
necessitano di molta energia. Tali sforzi con il tempo produrranno episodi di reale ricordo di s, e
questi faranno affluire ulteriore energia da reimpiegarsi nel lavoro.
Per risparmiare energia dobbiamo lottare contro le abitudini che ci costringono a disperderla.
Sprechiamo energia provando emozioni negative di ogni sorta (quando siamo in ansia, quando ci
arrabbiamo con qualcuno, quando siamo nervosi, quando siamo depressi, ecc), sprechiamo energia
lasciandoci ossessionare dall'immaginazione negativa (pensiamo a episodi spiacevoli che
potrebbero accadere a noi o ai nostri cari, costruiamo dialoghi immaginari nella nostra testa,
alimentiamo inutili fantasie di ogni sorta, realizzabili o irrealizzabili, ecc) e sprechiamo energia
utilizzando male il nostro corpo (nel compiere ogni movimento contraiamo molti pi muscoli di
quelli necessari, assumiamo posture sbagliate, ecc).
Emozioni negative e immaginazione negativa verrano trattate nei successivi capitoli, mentre
riguardo all'energia che viene sprecata a causa di un cattivo utilizzo del corpo accenneremo
qualcosa subito.
Ogni giorno disperdiamo una grande quantit di energia nella contrazione di muscoli che non sono
interessati nel movimento che stiamo compiendo, oppure nella contrazione sproporzionata dei
muscoli interessati in tale movimento. Ad esempio, nel semplice atto di piantare un chiodo in una
parete contraiamo un inimmaginabile numero di muscoli che non dovrebbero venire coinvolti in
quell'atto (muscoli del viso, delle spalle, delle gambe, ecc) e contraiamo sia i muscoli necessari che
quelli non necessari con un'intensit sufficiente a trainare il vagone di un treno!
Le posture che assumiamo durante il giorno e il nostro modo di camminare sono scandalosamente
antieconomici. In particolare la contrazione dei muscoli del viso, che non quasi mai necessaria,
accompagna tutte le nostre attivit (probabilmente avete i muscoli della fronte contratti anche
adesso che state leggendo) e causa una fuoriuscita continua di preziosa energia. Ci sono molte
persone che vivono l'intera giornata con la fronte aggrottata, lo sguardo corrucciato o la mandibola
serrata; tanti digrignano i denti anche di notte.
Tutti viviamo con i muscoli del collo e delle spalle - il trapezio - perennemente contratti. Se in
questo momento portate la vostra attenzione alle spalle e provate a rilassarle vi accorgete di averle
tenute contratte, senza motivo, fino ad ora.
Rientra nell'opera di economizzazione dell'energia portare periodicamente durante la giornata la
nostra attenzione sui muscoli del volto e cercare di rilassarli. Lo stesso deve essere fatto per il collo
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e le spalle. Ogni qualvolta ce ne ricordiamo, la postura che abbiamo assunto in un dato momento per parlare, per scrivere o per aspettare il bus - deve essere osservata scrupolosamente, mettendo
l'accento sui muscoli che non dovrebbero essere contratti e invece o sono, poich non siamo
consapevoli del nostro corpo e questo quasi un estraneo per noi.
la gestione dell'energia
Un ultimo appunto riguarda l'afflusso di energia che accompagna gli esercizi di ricordo di s. Un
individuo che decide di fare sforzi a lungo e in maniera intensa consuma molto energia, ma allo
stesso tempo il frutto di questi sui sforzi - il ricordo di s - introduce energia e innalza la sua
frequenza vibratoria. Se egli non seguito da qualcuno che pi avanti di lui sul percorso del
risveglio (e qui si ripresenta la necessit di lavorare all'interno di una scuola) non sa come utilizzare
questa nuova energia, la quale, se non correttamente indirizzata, si riversa nella personalit
ingigantendone le caratteristiche.
L'individuo potrebbe andare incontro a maggiore irritabilit, nervosismo, mal di testa, crisi
depressive, sbalzi d'umore, disarmonia nella capacit decisionale (scelte improvvise condotte in
maniera irrazionale). E' dunque necessario che chi svolge tali esercizi si tenga sotto costante
osservazione, diventi lo spettatore e l'analizzatore di se stesso, dei suoi pensieri e delle sue
emozioni, in modo da accorgersi di quando il suo carattere inizia a manifestarsi con toni esasperati.
Quando si rilevano tali disarmonie consigliabile interrompere ogni esercizio e concentrarsi
esclusivamente sugli altri aspetti del lavoro di risveglio: osservazione delle emozioni negative e
controllo dell'immaginazione negativa.
Testi sull'argomento:
LA QUARTA VIA
P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946)
FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO
P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976 (1915-1923)
IL RICORDO DI SE'
Robert Earl Burton, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1994 (1991)
LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA
E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)
IL LAVORO PRATICO SU SE STESSI
E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 2004 (1989)
SUFI: LA PRESENZA QUI E ORA
K.E. Helminski, Edizioni Amrita, Torino 1998 (1992)
LE EMOZIONI NEGATIVE
Noi ci eleviamo inginocchiandoci,
Conquistiamo arrendendoci,
Guadagniamo rinunziando.
il Maestro a Ercole, nel mito dell'Idra
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Per mezzo del ricordo di s si prende atto del proprio stato di addormentamento, si guadagna
energia utile per il lavoro successivo, si sviluppa la forza di volont, si acquisisce la capacit di
essere presenti in corrispondenza di determinati eventi e, a livello alchemico, si costruiscono i corpi
sottili, fra cui il pi importante il corpo dell'anima. Ma il ricordo di s solo una parte del lavoro.
Per costruirsi un corpo immortale in grado si ospitare il S indispensabile lavorare assiduamente
su pi fronti contemporaneamente. La parte pi consistente e pi difficile del lavoro va compiuta
sull'immaginazione negativa e sulle emozioni negative.
Sia ben chiaro che lo stato di risveglio uno stato emozionale superiore , non mentale. La
costruzione del corpo per l'anima e la conseguente apertura del Cuore sono fatti che concernono le
emozioni superiori, cio la capacit dell'uomo di guardare il mondo attraverso le emozioni superiori
anzich attraverso le emozioni negative, e quindi di cogliere il Vero e il Bello.
Il corpo dell'anima costituito di emozioni superiori e ci permetter di vedere il mondo attraverso
tali emozioni. La nostra macchina biologica invece costituita di immaginazione negativa ed
emozioni negative e ci costringe a vedere il mondo attraverso di esse.
Le emozioni superiori - e quindi il corpo di gloria - si sviluppano in due modi:
a) per mezzo del NUTRIMENTO che ci viene dalle cose belle che gi adesso siamo in grado di
vedere intorno a noi e che ci provocano emozioni superiori. Non dobbiamo farci sfuggire nessuna
occasione per cogliere pi Bellezza che possiamo e per emozionarci di fronte a questa Bellezza: si
va dalle manifestazioni artistiche agli eventi quotidiani che possono commuoverci. Dobbiamo
educarci al Bello ponendo l'attenzione sul Bello che gli altri uomini manifestano. La percezione del
Bello in una cosa o in una situazione provoca emozioni superiori: amore, compassione, tenerezza,
perdono, ... coltivare queste emozioni il metodo pi rapido e sicuro per costruire il corpo
dell'anima.
b) attraverso un lavoro alchemico mirato sulle emozioni negative.
I due metodi sono complementari e indispensabili entrambi: si lavora simultaneamente sul ravvivare
e incrementare le emozioni superiori che gi siamo in grado di provare e sulla trasmutazione di
quelle negative che ci impediscono di cogliere la realt per come intrappolandoci nell'illusione.
Si tenga ben presente che il lavoro su immaginazione ed emozioni negative deve iniziare
parallelamente agli esercizi sul ricordo di s. L'immaginazione negativa e le emozioni negative ci
fanno perdere consistenti quantit di energia. Se non possediamo una sufficiente quantit di energia
il ricordo di s ci appare impossibile; esso infatti comporta un enorme dispendio di energie.
Allo stesso tempo il riuscire a essere presenti - anche se non ancora il vero ricordo di s - ci
permette di guadagnare energia. Se per dovessimo procedere con il lavoro sul ricordo di s senza
aggiungere un parallelo lavoro su immaginazione negativa ed emozioni negative, perderemmo in
queste manifestazioni tutta l'energia guadagnata grazie ai momenti di ricordo. Un'arrabbiatura di
qualche minuto, o qualche ora di depressione, possono far perdere la quantit di energia accumulata
in settimane di sforzi per rimanere svegli.
La manifestazione senza controllo di emozioni negative fa subire un crollo alla frequenza delle
nostre vibrazioni, ci scarica energeticamente e avvelena le nostre cellule anzich favorirne la
trasmutazione. Se non lavoriamo su di esse non facciamo altro che versare acqua in uno scolapasta
e ci troviamo continuamente al punto di partenza.
Inoltre l'energia acquisita nei momenti in cui ci ricordiamo di noi tende a seguire spontaneamente la
linea di minor resistenza e va a rafforzare i vecchi schemi mentali e le vecchie emozioni negative
della macchina, quindi, se entrambi non vengono sorvegliati fin dal primo momento, le nostre
paure, le nostre rabbie e i nostri pregiudizi diventano sempre meno gestibili e il nostro stato diviene
pi penoso di quello da cui siamo partiti.
Per inciso utile rammentare - e non lo si rammenta mai abbastanza - che le pratiche di meditazione
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le emozioni superiori. In questo modo i fatti del mondo che attraverso i vecchi schemi di pensiero
venivano percepiti come brutti, dai nuovi schemi dell'anima vengono immediatamente percepiti per
quello che realmente sono oltre l'illusione: Bellezza allo stato puro.
Qualcuno potrebbe chiedersi: "Chi ci garantisce che non stiamo solo sostituendo vecchi meccanismi
con nuovi meccanismi - come accade nell'ipnosi, nella programmazione mentale o nel pensiero
positivo - e che in tutto questo l'anima c'entri veramente qualcosa?" Rispondiamo che il nostro un
lavoro COSCIENTE e VOLONTARIO; questo significa che per ottenere un cambiamento stiamo
operando uno sforzo cosciente andando contro qualcosa che MECCANICO e INVOLONTARIO.
Se noi utilizziamo una qualsiasi forma di programmazione mentale alla fine del nostro lavoro
rimaniamo addormentati esattamente come prima, con la sola differenza che adesso siamo schiavi
di meccanismi differenti da quelli precedenti. Con il risveglio invece noi diventiamo liberi di
provare le emozioni che vogliamo e di pensare ci che vogliamo: vediamo la realt sottostante
l'illusione e di conseguenza possiamo scegliere se arrabbiarci oppure no; ma fino a quando non
vediamo la realt siamo costretti ad arrabbiarci senza alcuna possibilit di scelta. Deve esser chiaro
che la differenza non sta nell'assumere un comportamento 'buono' piuttosto che uno 'cattivo' rimanendo sempre limitati alla sfera della macchina biologica - bens nel vedere o non vedere cosa
sta accadendo realmente, e nella libert di agire come pi ci pare, magari anche con lo stesso
comportamento di prima!
Psicoanalisi, pensiero positivo, ipnosi, programmazione neurolinguistica e molte altre tecniche si
limitano ad agire nell'ambito della nostra macchina, permettendoci di ottenere una macchina che ci
piace di pi o che ci pi utile nella vita sociale, ma non agiscono 'alla radice', non ci consentono di
traslare il nostro centro di consapevolezza dalla macchina biologica all'anima e non ci dischiudono
la verit oltre le apparenze. Quando va bene ottengono come risultato la creazione di una prigione
un po' pi confortevole per noi e per chi ci circonda.
Un'altra frequente domanda : "Tutta la gioia e l'amore che si provano in questo nuovo stato non
potrebbero essere frutto di un forte autoconvincimento che impedisce di vedere la vita con tutte le
sue reali sofferenze? Non forse un modo per fuggire alla vita entrando in un delirio di beatitudine
allucinatoria?".
Chi pone questa domanda lo fa da uno stato di coscienza diverso da quello risvegliato. Quando si
ancora identificati con la macchina pu sorgere la paura di divenire vittime di un lavaggio del
cervello di natura tale da annullare anche solo la possibilit del dubbio circa la veridicit del nuovo
stato di coscienza. Ma questa paura pu sorgere unicamente in un individuo che ancora
identificato con la sua mente e che immagina lo stato risvegliato come un 'diverso stato della
mente', non come uno stato sovramentale . Nello stato risvegliato si guarda a partire dall'anima e
si vede la propria mente dal di fuori, la si guarda mentre lavora e pensa; qualcosa di totalmente
diverso da ogni fenomeno possiamo immaginare adesso utilizzando la nostra mente. Se lo si
immagina unicamente come un differente stato della propria mente, magari pi gioioso e rilassato,
allora non si capito nulla, e possono ancora sorgere domande come la precedente. Ma quando si
in quello stato si pu solo ridere di tali domande!
deprimiamo.
Noi crediamo che un evento esterno oggettivo causi il nostro fastidio, invece sono i vecchi schemi
di pensiero che abbiamo dentro - i pregiudizi sulla realt - a farci vedere un determinato evento cos
come lo vediamo; e un evento visto dall'interno degli schemi di pensiero della macchina risulta
completamente falsato.
Tutti i Maestri risvegliati affermano che il mondo Bello. Essi vivono in un costante stato di Gioia
dovuto a un senso di innamoramento per la vita che li pervade in maniera stabile. Se noi viviamo
nella sofferenza anzich nella Gioia ci dovuto alla cronica incapacit della macchina di percepire
la Bellezza della realt.
Siamo ciechi. Non abbiamo occhi per vedere. Quest'affermazione deve entrare a far parte del nostro
intero essere. Non siamo in grado di vedere cosa sta accadendo, quindi ogni nostra opinione sul
mondo allucinata gi alla radice. I meccanismi della macchina ci impediscono SEMPRE di vedere
la realt, e ogni emozione negativa aggiunge un velo ulteriore, perch rafforza la nostra fede nella
veridicit dell'allucinazione che abbiamo sotto gli occhi, immergendoci in un circolo vizioso di
falsit.
Ges chiamava la nostra dimensione il "mondo della menzogna", Budda la definiva l'illusione, nella
tradizione ind si parla di Maya.
Riportiamo un esempio: un uomo ruba il portafoglio a un altro. Non vero, non mai successo, su
questo pianeta nessuno pu rubare qualcosa a qualcuno; in realt sta accadendo tutt'altro, ma
dall'interno dei nostri schemi mentali potremmo giurare di vedere un uomo che ruba il portafoglio a
un altro. L'illusoriet di quanto percepiamo un concetto difficile da afferrare per chi sempre
vissuto in un'allucinazione, perch l'allucinazione consensuale, cio tutti la condividono e la
confermano. Ma chi uscito dall'allucinazione vede con certezza che nessuno pu rubare portafogli.
A livello fisico si muovono certe energie, quindi quell'uomo sta effettivamente compiendo
quell'azione, ma non ha niente a che vedere col rubare qualcosa a qualcuno. Lo stesso vale per
l'omicidio: due uomini compiono delle azioni uno rispetto all'altro, ma il fatto che uno abbia ucciso
l'altro un'invenzione della nostra macchina, un'interpretazione fornita dai nostri meccanismi
condizionati, dai nostri pregiudizi mentali. Sulla Terra non mai accaduto che qualcuno uccidesse
qualcun altro!
Approfondiamo questo primo punto perch quello fondamentale. Ci accade un evento: qualcuno
fa un'affermazione dispregiativa nei nostri confronti. Noi non possiamo ancora usare il Cuore per
vedere cosa accaduto realmente perch non siamo identificati con il s, l'anima, pertanto la nostra
macchina interpreta l'evento secondo i suoi schemi meccanici: "Mi hanno insultato".
L'interpretazione mentale della macchina ci fa provare un'emozione negativa: ci arrabbiamo.
L'emozione negativa abbassa la frequenza delle nostre vibrazioni - cio aggiunge un ulteriore velo
all'illusione - e ci rende ancor pi distanti dalla realt. Meno vediamo, pi tutto diventa allucinato,
quindi rispondiamo all'insulto... l'altra persona si esaspera ulteriormente... e poi si arriva alle grida e
alla rissa in una spirale discendente.
Diventa pi chiaro adesso perch si detto che il lavoro va inizialmente condotto sulla mente. Il
processo di alterazione della realt inizia sempre da una interpretazione errata da parte della mente
della macchina, e avviene inconsciamente, cio prima che la nostra parte conscia abbia il tempo di
intervenire in qualsiasi modo. Al fine di imparare a cogliere la realt attraverso emozioni superiori il
lavoro pi arduo va compiuto prima a livello della mente cercando di convincere la personalit che
allo stato attuale non in grado di conoscere nulla circa gli eventi che le accadono.
b) Le emozioni negative ci privano dell'energia necessaria al risveglio. Praticando gli esercizi per il
ricordo di s ci accorgiamo presto che per risvegliarsi occorrono grandi quantit di energia, perch
si tratta di mantenere un livello di attenzione elevatissimo e, soprattutto, di costruire un nuovo corpo
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con le nostre stesse forze. Il motivo per cui a volte il ricordo di s sembra impossibile proprio la
mancanza di energia. Se avessimo pi energia potremmo fare pi sforzi per ricordarci di noi, e
questo ci sveglierebbe alle dimensioni superiori e costruirebbe il nostro corpo dell'anima.
La lamentela, le arrabbiature, il nervosismo, il fastidio verso cose o persone, il continuo dialogo
interiore della mente, scaricano all'esterno la preziosa energia che invece dovremmo utilizzare per
la nostra trasformazione. Se l'obiettivo ci appare inarrivabile il motivo che manifestiamo emozioni
negative e ci perdiamo nell'immaginazione negativa.
c) Le emozioni negative, cos come gli schemi di pensiero che ne sono all'origine e che le
giustificano, non appartengono a noi: sono fenomeni esterni a noi. L'anima utilizza una macchina
biologica, la quale ha un suo modo di pensare circa il mondo e di conseguenza prova certe
emozioni... ma tutto ci non siamo noi. Noi non siamo la nostra macchina, bens un'anima che
attualmente identificata con una macchina. L'anima identificata con la macchina perch
attualmente non possiede un altro corpo attraverso cui manifestarsi. Noi possiamo costruirle questo
corpo utilizzando e trasformando gli elementi stessi della macchina.
Inoltre ci che costituisce la macchina con cui siamo identificati materiale preso dal pianeta,
materiale che la macchina attira a s per simpatia vibratoria . Essa entra continuamente in
risonanza con pensieri ed emozioni che attraversano l'atmosfera del pianeta. Quando noi proviamo
un'emozione negativa ci stiamo stupidamente identificando con oggetti emotivi che passano
nell'aria e che la nostra mente ha attratto a s e ha fatto suoi. Se la nostra mente pensasse in maniera
corretta, al sopraggiungere di un certo pensiero e di una certa emozione non li giustificherebbe, ma
li riconoscerebbe come oggetti di passaggio inutili e assurdi e non si identificherebbe con essi.
Invece la nostra mente convinta che quelle emozioni siano sue, che sia giusto provarle e che non
esista modo per smettere di provarle!
L'emozione negativa che viaggia nell'aria solo una vibrazione con una certa frequenza, non un
pensiero definito, gi formato. Per esempio, mentre siamo in coda alla posta nell'atmosfera girano
determinate vibrazioni di bassa natura emanate dalle altre persone in coda che si lamentano.
Ammettiamo che si lamentino perch stanno pagando bollette troppo care, ma noi non ci sentiamo
minimamente coinvolti perch non dobbiamo pagare delle bollette. Tali vibrazioni investono
comunque la nostra macchina.
Se ci arrivasse un pensiero di lamentela rivolto in modo specifico alle bollette noi lo
riconosceremmo subito come non nostro e lo scacceremmo, perch in tal caso ci accorgeremmo di
non avere nessun motivo razionale per lamentarci. Il problema che arriva solo una vibrazione, non
un pensiero gi costruito, e tale vibrazione entra in risonanza con una vibrazione corrispondente che
si trova gi fra i nostri meccanismi, cio qualcosa che ci appartiene.
Se gi in partenza all'interno della nostra macchina non esistesse alcuna tendenza verso queste
manifestazioni basse, non attireremmo pi emozioni e pensieri di natura bassa. Ma se noi
solitamente ci lamentiamo del governo, o dell'economia mondiale, possediamo comunque la
vibrazione della lamentela gi dentro di noi, quindi entriamo in risonanza con quella vibrazione di
lamentela che c' in coda alla posta, con la sola differenza che noi cominceremo a costruire pensieri
di lamentela circa il governo, non circa le bollette troppo care, e a provare emozioni negative
conseguenti a quel pensiero.
In questo modo, anche se tali basse vibrazioni sono oggetti estranei a noi, noi non li riconosciamo
come estranei, perch li coloriamo con la nostra personale sfumatura di pensiero (il governo,
piuttosto che l'economia, la guerra o la pettinatura del nostro partner), dunque li riteniamo nostri e li
alimentiamo rimuginandoli a lungo.
L'emozione negativa un'energia dotata di una certa frequenza piuttosto bassa che entra nella nostra
macchina seguendo la linea di minor resistenza che qui trova, cio seguendo il canale pi largo
che si formato in noi grazie alle nostre abitudini di pensiero.
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che essi ci usano come amplificatori di emozioni basse sulla Terra, e lo siamo nella misura in cui
diveniamo consapevoli di poterci liberare ma non lo facciamo. In questo particolare periodo storico
di risveglio per la Terra e per l'umanit tali entit si organizzano continuamente a livello planetario
per impedire con qualsiasi mezzo che gli uomini aprano il proprio Cuore e che smettano cos di
produrre cibo per loro.
Noi tutti i giorni possiamo scegliere di lavorare consapevolmente su noi stessi, e quindi produrre
energia per l'evoluzione della Terra e del Sistema Solare, oppure possiamo scegliere di vivere nella
normalit, continuando a fornire energia a queste infime entit. Esattamente come ogni altro essere
vivente occupiamo una precisa posizione nella catena evolutiva dell'universo: mangiamo e siamo
mangiati. Volenti o nolenti l'energia che produciamo alimenta comunque delle forze superiori a noi
che di tale energia si cibano e che grazie a essa crescono. Noi possiamo per decidere la qualit
dell'energia prodotta, la quale andr cos ad alimentare certe forze piuttosto che altre, angeli
piuttosto che diavoli. (Per saperne di pi su queste entit e su come operano rimando all'esauriente
articolo "Vendere l'anima al diavolo").
f) Trasformando le emozioni negative da esse si ricavano le emozioni del Cuore, le emozioni
superiori. La trasmutazione delle emozioni negative in emozioni superiori un raffinato processo
alchemico. La vera al-kimiya il lavoro che l'uomo compie su di s per costruire il corpo dell'anima
trasmutando le emozioni provate dalla macchina da negative in superiori. Per farlo deve essere
presente, deve ricordarsi di s, durante l'espressione delle emozioni negative. Ribadiamo che il
nostro nuovo corpo deve essere interamente costruito con le emozioni superiori. Ci consente di
percepire il mondo emozionalmente anzich mentalmente, attraverso le emozioni superiori anzich i
vecchi schemi di pensiero e le emozioni negative.
La maggior parte di noi prova gi delle emozioni superiori. Ogni volta che perdoniamo, ci
commuoviamo, proviamo amore disinteressato, o compassione (non piet) siamo nelle emozioni
superiori, e questo pu accadere perch in realt il corpo della nostra anima in una certa misura
gi sviluppato (in qualcuno molto, in qualcuno quasi per nulla), ma senza un preciso lavoro su di s
questi rimarranno eventi sporadici e fuori dal nostro controllo. Noi vogliamo poter provare gioia
quando lo vogliamo, indipendentemente dal mondo esterno, utilizzando le potenzialit del corpo
di gloria e del suo organo di espressione: il Cuore.
Testi sull'argomento:
OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata
Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)
IL POTERE DELLA KABBALAH
Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004)
L'APERTURA DEL CAMMINO
Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985)
LA QUARTA VIA
P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946)
LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA
E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)
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IMMAGINAZIONE NEGATIVA
Ogni secondo di ricordo di s penetra l'"immaginazione" e apre una breccia nell'eternit.
Robert E. Burton
Abbiamo constatato quanto sia pericoloso giustificare e alimentare le emozioni negative, ma
abbiamo altres constatato che esse sono la base di partenza per la nostra futura gioia e per la
fabbricazione dei "corpi sottili". Adesso possiamo decidere di lavorare con la "materia emozionale",
per, dal momento che una grande percentuale di emozioni negative origina dall'immaginazione
negativa si dovr compiere un parallelo e attento lavoro anche su quest'ultima. Per amor di
precisione apriamo quindi una parentesi dove illustriamo la differenza fra immaginazione negativa e
visualizzazione .
Immaginazione negativa. Rientra sotto questa dicitura ogni genere di immaginazione o "dialogo
interno" che avviene nella nostra macchina biologica e non da noi n voluto n controllato. La sua
pericolosit sta in due caratteristiche:
a) da essa trae origine la maggior parte delle emozioni negative che proviamo durante la giornata;
b) essa in grado di far riaffiorare e poi alimentare un'emozione negativa anche a distanza di ore,
giorni o mesi dall'evento che ha causato tale emozione.
Facciamo qualche esempio del primo genere: alla vigilia di un esame o di un colloquio di lavoro la
nostra mente comincia a costruire situazioni immaginarie che incrementano la tensione e la paura.
Alla vigilia di un incontro con un parente per il quale non proviamo alcuna simpatia la nostra mente
costruisce dialoghi immaginari in cui si arriva agli insulti o alle percosse. Mentre il nostro partner
in vacanza con amici la nostra mente immagina senza freno situazioni di tradimento oppure
disgrazie come incidenti o malattie. L'ipocondria immaginazione negativa. Ogni pensiero
ossessivo origina dall'immaginazione negativa. Tutte queste immaginazioni fanno fremere la nostra
macchina a livello emotivo come se stessimo vivendo le situazioni immaginate.
Facciamo ora qualche esempio del secondo genere di immaginazione negativa: dopo un incidente
stradale nel quale ci siamo infuriati con l'altro automobilista andiamo a casa e trascorriamo ore a
pensare a cosa gli avremmo detto o a cosa gli avremmo fatto, riprovando cos la stessa emozione di
rabbia e frustrazione. Ripensando a una situazione spaventosa riproviamo ripetutamente la stessa
paura e ripensando al partner che ci ha lasciato riproviamo per mesi la stessa nostalgia per i
momenti belli passati insieme. Ripensando a quel politico o a quell'evento sociale inaudito
costruiamo mentalmente situazioni in cui noi litighiamo con quel politico o interveniamo con
violenza per risolvere una situazione; allora la nostra macchina vibra di fastidio o rabbia.
Le emozioni negative scaturite dall'immaginazione negativa producono sull'ambiente tutti gli effetti
descritti nel capitolo sulle emozioni negative. Il fatto che tutto avvenga nella nostra mente non fa
alcuna differenza, in quanto la macchina quando pensa emette le sue basse vibrazioni e i suoi
pensieri-spazzatura nello spazio.
A ben guardare fanno parte dell'immaginazione negativa pure tutti quei "dialoghi interni" e quelle
scene da film che la nostra mente immagina e che non producono emozioni negative, ma ci fanno
invece provare piacere o gratificazione personale. Nei nostri sogni a occhi aperti immaginiamo di
vincere alla lotteria, di avere un incontro amoroso con un famoso attore, di avere successo sul
lavoro, di fare un bel discorso con gli amici, di essere gli eroi o i Maestri in mille situazioni.
Anche tutti i 'sogni a occhi aperti' riguardanti il nostro partner, di cui siamo follemente innamorati,
rientrano nell'immaginazine negativa, e un giorno, quando ci abbandoner, invece che dai sogni
saremo ossessionati da scene di gelosia, violenza, vendetta e disperazione.
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Inizialmente i 'sogni a occhi aperti' non causano rabbia o paura, tuttavia possono causare emozioni
di gratificazione, euforia, senso di esaltazione personale che appartengono sempre al mondo della
macchina e che, in quanto tali, sono anch'esse frutto di una visione alterata della realt. Con il loro
manifestarsi rendono tale visione sempre pi allucinata, inoltre, prima o poi, richiameranno
inevitabilmente - per effetto della Legge di Compensazione - una dose corrispondente di emozioni
negative (vedi l'euforia dovuta all'innamoramento e le corrispondenti rabbia e depressione dovute
all'abbandono).
Resta il fatto che quando cominciamo a contrastare l'immaginazone negativa, all'inizio ci conviene
concentrare la nostra attenzione su quei pensieri direttamente collegati a emozioni negative
(lamentela, rabbia, giudizio, ansia, tensione, ecc), perch pi dannosi dal punto di vista dello spreco
di energia e pi facilmente distinguibili nella miriade di oziosi pensieri quotidiani.
Visualizzazione. Accenniamo alla visualizzazione perch tale concetto viene talvolta confuso con
quello di immaginazione negativa e si pensa che eliminare quest'ultima significhi togliere all'uomo
anche la sua facolt di sognare e di creare.
Niente paura, queste magnifiche facolt umane permangono e fanno appunto parte della
visualizzazione. Questa l'indispensabile capacit di immaginare e costruire col pensiero in
maniera voluta e cosciente. Immaginare cosa si dir prima di un incontro importante molto utile se
lo si fa in maniera controllata, cio senza ripetere le stesse scene ossessivamente per decine di volte
e, soprattutto, senza scivolare nella tensione e nell'ansia (emozioni negative).
Anche ricostruire la scena di un incidente o il filo dei discorsi che si sono fatti in una certa
occasione molto utile ed anche un buon esercizio di addestramento della mente, ma anche qui
indispensabile non farlo con il fine di replicare le stesse basse emozioni - il che rientrerebbe
nell'immaginazione negativa.
Inoltre la visualizzazione un elemento importante della creativit: gli artisti creano i mondi che
poi rappresentantano nelle loro opere immaginandoli, ma ci ben diverso dal sognare a occhi
aperti di vincere alla lotteria o di diventare un messia che salva l'umanit.
Ricordo di s. Durante la giornata, ogni volta che ce ne ricordiamo, dobbiamo chiederci cosa
stiamo pensando e perch. sufficiente porsi una domanda: "Avevo il controllo di ci che stavo
pensando, oppure no?". Tutte le volte che non siamo stati noi a voler iniziare coscientemente un
certo processo di immaginazione, ci significa che esso venuto da s e ci sta usando, rubandoci
preziosa energia. pertanto meglio interromperlo iniziando un'attivit che tenga occupata la mente
e le impedisca di sprecare le nostre forze nel sogno a occhi aperti.
Come un giovane fiorente d'un tratto si accorgesse di tenere legata al collo la carogna di una serpe
o una carogna di cane o una carogna umana e spaventato, raccapricciando e rabbrividendo, subito
se la strappasse e la gettasse via.
(Majjhimonikyo, XX)
Su tutto questo, nota: in primo luogo, che necessario arrestare il pensiero o sentimento al suo
apparire. Va come colto al volo, prima che prenda terra nella tua anima e vi si diffonda. Previeni.
Soffoca in germe. Fatti agile, labile, pronto a distaccarti e a sottrarti.
Abraxa, Gruppo di Ur
Il modo migliore per gestire l'immaginazione negativa il ricordo di s. Nel momento in cui
cominciamo a essere ossessionati da pensieri disturbanti - gelosia, ansia, paura o giudizio verso gli
altri - dobbiamo portare l'attenzione su noi stessi, sul qui-e-ora. Non importante l'oggetto della
nostra immaginazione negativa, ma solo il fatto che in quel momento non ci stiamo ricordando di
noi e siamo totalmente identificati con i meccanismi psicologici della personalit. A noi pare un
argomento di importanza vitale, qualcosa di essenziale per la nostra vita, invece solo frutto
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Tutto ci che stato detto finora su immaginazione negativa ed emozioni negative servito a
introdurre un ambiente mentale indispensabile affinch possa iniziare la loro trasmutazione.
Parallelamente agli sforzi sul ricordo di s, l'operatore alchemico dovr infatti portare avanti un
lavoro di trasmutazione delle sue emozioni negative.
Cominciamo col ripetere che nella nostra officina alchemica vogliamo fabbricare un veicolo per
l'anima, il che si accompagna allo spostamento del centro di consapevolezza dell'individuo dalla
mente al Cuore (il Centro Emozionale Superiore, secondo G.I. Gurdjieff). La mente l'organo
attraverso cui percepisce la macchina, mentre il Cuore l'organo del corpo di gloria attraverso
cui percepisce l'anima. Per fare ci sfruttiamo il ricordo di s e le preziose materie prime a nostra
disposizione: le emozioni negative della macchina. Rabbia, invidia, gelosia, senso di sconforto,
senso di inadeguatezza, paura, ansia, stress... sono il materiale su cui possiamo lavorare per
fabbricare i nuovi corpi. In ci sta il senso di tutta l'Alchimia. Ma per poterlo fare dobbiamo
ricordarci di noi.
Prima fase. A questo stadio non ancora possibile lavorare all'interno dell'emozione negativa,
perch di norma troppo difficile ricordarsi di s nel bel mezzo di un'arrabbiatura o di una fase
depressiva. Lo scopo lavorare non appena ci si ricorda di farlo, non appena ci si disidentifica un
p dalla situazione di sofferenza, il che pu avvenire a qualche minuto o a qualche ora dall'apice
dell'emozione negativa; meglio se avviene quando la macchina sta ancora fremendo a causa della
frustrazione, dello stress o della rabbia da poco provate.
Appena ci si ricorda, ci si deve sforzare con tutta la Volont di sostituire l'immaginazione negativa e
l'emozione negativa - che viaggiano sempre in coppia - con pensieri che rappresentano una nuova
visione di quanto sta accadendo. Le azioni da compiere sono queste:
a) -- ricordarsi di s, ossia ricordarsi di essere presenti qui-e-ora;
b) -- cercare di non farsi coinvolgere nei pensieri sfrenati della mente (immaginazione negativa),
collegati all'emozione negativa che stiamo provando. Disidentificarsi dai pensieri significa guardarli
come se fossimo spettatori esterni dell'attivit frenetica di una macchina di cui noi siamo solo ospiti;
c) -- assumere un nuovo atteggiamento mentale. Adesso spieghiamo come.
Tutte le volte che non siamo in uno stato di Gioia, che non siamo innamorati del mondo e soffriamo
per una qualche ragione, il motivo che non riusciamo a vedere quanto sta accadendo intorno a noi.
Lamentiamoci, arrabbiamoci, deprimiamoci, proviamo la nostra paura o lo sconforto, gridiamo il
nostro fastidio, facciamo insomma tutto quanto siamo soliti fare, ma una volta tornati in noi, anche
se accade dopo qualche ora, ci sediamo e pensiamo: "Quello che mi successo - la mia sofferenza non dovuto a qualcosa che non va bene nel mondo esterno, ma al fatto che io non riesco ancora a
vedere il mondo come veramente " e poi affermiamo con forza: "Ne ho abbastanza di questa
allucinazione, IO VOGLIO VEDERE IL MONDO COME VERAMENTE ".
Ribadiamo per maggiore chiarezza: non appena ce ne ricordiamo, il prima possibile, ci fermiamo un
attimo e assumiamo un atteggiamento che lentamente cambier la nostra vita: "Se non sono nella
Gioia perch sto vedendo brutto, sbagliato, qualcosa che invece bello" "VOGLIO VEDERE
QUESTA BELLEZZA". Se abbiamo la forza di volont di pensare queste cose, anche se non siamo
ancora del tutto convinti della loro veridicit, anche se siamo ancora scettici, stiamo comunque
operando una radicale trasformazione in noi.
Quando abbiamo un motivo di preoccupazione, un'angoscia, un'ansia, un fastidio, quello il
momento per ricordarsi che non stiamo percependo la realt autentica. ovvio che non possiamo
esserne certi; all'inizio sar solo una frase priva di senso, potr apparirci come un'affermazione
moralistica che stride con quanto noi abbiamo di fronte in quel momento - e che ci appare del tutto
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sempre fatto: questo attrito un Fuoco che agisce sulle sostanze presenti nella macchina biologica
per creare delle nuove sostanze che vanno a costituire il corpo dell'anima.
Ovviamente i nostri primi tentativi di pensare in maniera diversa all'evento che ci accaduto
andranno continuamente a vuoto; sar un continuo passare da pensieri come "Io voglio vedere la
realt, se la vedessi non starei male" a pensieri come "Sono maledettamente sfortunato, la vita
proprio uno schifo, le disgrazie capitano tutte a me, inutile che mi prenda in giro con tutte queste
filosofie consolatorie, se avessi fra le mani quel farabutto gli darei io una lezione". Questa
alternanza non qualcosa di negativo, giusto che sia cos; ricordiamo infatti ancora una volta che
lo sforzo ad alimentare il Fuoco, non il risultato. Non dobbiamo cadere nella trappola di pensare al
lavoro su di s inquadrandolo nei nostri vecchi schemi di pensiero, come se ci stessimo occupando
dell'amministrazione di un'azienda o di un campionato di calcio. Qui non un particolare risultato a
produrre gli effetti migliori.
persone sono degli 'errori della Vita', e io pretendo di decidere quali sono errori e quali no.
Dimentico che niente oggettivamente sbagliato, ma sono io a dividere in modo arbitrario fra
giusto e sbagliato secondo i fastidi e le antipatie della mia macchina".
Costringere la mente a pensare in maniera corretta riguardo le emozioni negative crea un nuovo
ambiente mentale polarizzato in direzione del Cuore. La personalit reagisce con emozioni
negative a certi eventi perch pensa: "Lui sta sbagliando, potrebbe comportarsi in un altro modo ma
non lo fa. Questa situazione non giusta", oppure pensa: "Io non sono all'altezza. Far una brutta
figura e tutti rideranno di me. Non potr mai fare questa cosa". Per correggere queste visioni
alterate si devono introdurre nuovi pensieri: "Devo ammettere che io attualmente non ho gli
strumenti di percezione adatti a vedere cosa accade intorno a me. Il fatto che qualcuno possa
sbagliare, truffarmi, offendermi o ridere di me il risultato di una mia allucinazione, derivante dal
fatto che percepisco il mondo attraverso sensi non ancora convertiti".
Spesso iniziamo a pensare a disgrazie che possono capitare ai figli o al partner, o al pianeta intero,
quindi ci sentiamo ansiosi, frustrati o impotenti. Le immagininazioni che alimentano la paura di
essere traditi sono altrettanto dannose. Ogni volta che ci sorprendiamo in una immaginazione
negativa questa va scrollata di dosso con decisione e buttata dove le spetta: nel cesso.
Ad esempio in questo periodo la frustrazione e il senso di impotenza per quanto accade nel mondo
sono forme di sofferenza molto diffuse. Esse sono completamente inutili e dannose: se possiamo
fare qualcosa per gli altri o per il pianeta smettiamo di piangere e iniziamo a farlo oggi stesso; se
invece la nostra posizione non ci consente di fare qualcosa per il pianeta smettiamo di piangere e
facciamo qualcosa per chi ci circonda.
La sofferenza non nostra, e questo vale per ogni genere di sofferenza, sempre qualcosa che si
trova nell'atmosfera e che la nostra macchina assorbe fornendole nuova energia e rispedendola
nell'ambiente pi forte di prima. Non scritto da nessuna parte che dobbiamo soffrire quando ci
accade qualcosa. Si buttano via i pensieri inutili e si agisce; non si piange.
Mirare al sovranaturale
L'essere umano che nel momento in cui prova un'emozione negativa non si abbandona totalmente
ad essa, ma lotta per restare sveglio e presente, comincia a vincere le forze della natura di cui stato
fino a quel momento inconsapevole schiavo.
Non perdersi completamente nell'emozione a una prima impressione potrebbe apparire come
qualcosa di innaturale e limitante per la libert dell'essere umano. In realt non si tratta di una
pratica innaturale, bens sovranaturale, e chi vi si dedica lo fa perch gi divenuto consapevole
che la libert per l'uomo che brancola nel sonno della coscienza non mai possibile.
Continuare a sottostare a ci che naturale non pu che trattenere l'uomo nell'ambito della
mediocrit. Compiere il sovranaturale lo eleva altres a Uomo Nuovo , con i poteri che gli
competono e la capacit di portare un reale aiuto all'umanit nei piani pi sottili della realt.
L'animale totalmente succube delle leggi di natura, ma l'essere umano pu, almeno in parte,
svincolarsi da esse. In fondo questo tentativo stato il motore dell'intera storia evolutiva della
nostra civilt. Scienza, arte, tecnologia, medicina sono il frutto degli sforzi dell'uomo indirizzati a
controllare una natura inesorabile. Ora giunto il momento di imprimere una decisa accelerazione a
questo naturale processo evolutivo.
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Per non manifestare le emozioni negative necessaria una buona capacit di essere presenti e svegli
durante tutto l'arco della giornata; si tratta di collegare il ricordo di s a queste emozioni. Risulta
infatti ovvio che per non manifestarle dobbiamo innanzitutto ricordarci di farlo. Se tutto nella nostra
vita scorre senza attenzione, inosservato, allora non trasmuteremo mai le nostre emozioni, bens le
rafforzeremo nello stato in cui si trovano. Dobbiamo sforzarci di ricordarci di noi non appena ci
accorgiamo di essere preda di un'emozione negativa e fermarne immediatamente la manifestazione
esteriore.
Per molto tempo ancora non riusciremo a coglierla all'inizio, ma non questo lo scopo della
presente fase del lavoro; per adesso lo scopo sorprendersi nel bel mezzo della gelosia, della rabbia
o del desiderio di vendetta. Allora ci si pu sforzare di smettere con la manifestazione esteriore
dell'emozione negativa e con i pensieri negativi a essa collegati.
L'emozione va fatta bruciare all'interno, nel crogiuolo ! Il crogiuolo il nostro Cuore in
embrione, prima che si trasformi totalmente in Lapis Philosophorum, cio in una pietra magica
capace di trasmutare ogni bruttezza in Bellezza e ogni fastidio in Gioia. E' infatti possibile agire su
un'emozione negativa solo se si crea il giusto ambiente mentale e, soprattutto, se la si porta nel
Cuore, cio se si comincia a osservarla con gli occhi dell'anima.
Lasciamo che il 'fuoco lento' crei il giusto attrito tra l'antico e il nuovo trasformando le vecchie
sostanze nelle nuove che ci sono necessarie. Riportare alla mente il differente modo di pensare
esposto nel precedente capitolo servir a non giustificare l'emozione negativa e ci fornir l'energia
necessaria a interromperla. Unicamente in tali condizioni esiste la possibilit che finalmente il
Cuore emerga; esso al contempo causa ed effetto della trasmutazione. La macchina biologica la
nostra officina alchemica.
Si tenga presente che certi piccoli fastidi saremo subito in grado di non manifestarli all'esterno, gi
dall'inizio del nostro lavoro su noi stessi, mentre per quanto concerne le emozioni pi pesanti la
prima fase del lavoro perdurer forse per anni. Procedendo per tentativi distingueremo presto fra ci
che siamo gi in grado di gestire in una certa misura, ci su cui possiamo lavorare 'a distanza'
appena ce ne ricordiamo (prima fase del lavoro) e ci che per ora meglio lasciar perdere perch
fuori dalla nostra portata.
In ogni caso lavorare con impegno sulle piccole cose ci fornir l'energia giusta per lavorare in
seguito anche sulle manifestazioni pi profonde e radicate. Il nostro obiettivo accumulare energia
evitando inutili dispersioni. Molte emozioni negative possono essere semplicemente eliminate come
insetti fastidiosi, altre invece saranno usate quali sostanze per la trasmutazione in emozioni
superiori.
Giustificazioni
Una giustificazione molto usata riguardo le emozioni negative : "Reprimere le emozioni
dannoso, causa squilibri, e prima o poi queste esplodono tutte insieme."
Chiariamo subito cosa la repressione. La repressione avviene in due casi principali:
1) quando noi vorremmo esprimere un'emozione ma non possiamo perch l'ambiente sociale ci
impedisce di farlo liberamente;
2) quando noi non riusciamo a esprimere le nostre emozioni perch non siamo capaci di farlo,
siamo cos condizionati dalla paura interiore che le emozioni faticano a sgorgare da noi.
In entrambi questi casi la non-manifestazione delle emozioni INVOLONTARIA: si vorrebbero
esprimere delle emozioni, ma non si pu, e a volte non si confessa nemmeno a s stessi questa
impossibilit. Noi per stiamo parlando di tutt'altro. Qui si tratta di un lavoro COSCIENTE: noi
operiamo con le emozioni negative all'interno di un contesto di lavoro su di s, dopo aver compreso
la natura delle emozioni negative e la loro grande utilit per il nostro risveglio. Per tale motivo
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essenziale creare dentro di noi un ambiente mentale dove tali manifestazioni non vengono pi
giustificate e ricercate: "Ho capito che ne sono schiavo, che non sono io a decidere di provarle, che
loro mi usano, quindi voglio assumerne il controllo e sfruttarle".
Un uomo pu lavorare su di s solo volontariamente, come conseguenza dell'essersi accorto che per
lui il modo migliore di affrontare la vita. Gli stessi comportamenti possono divenire dannosi
quando risultano inconsapevoli o imposti dall'esterno.
Un'altra giustificazione che contribuisce a tener vive le emozioni negative la convinzione diffusa
che la loro causa sia esterna e non interna. Questo forse l'ostacolo mentale pi grosso da superare.
Gli uomini sono convinti che le loro emozioni abbiano origine all'esterno e che cambiando la
situazione esterna non proverebbero pi quell'emozione negativa: "Mi sono arrabbiato perch lui mi
ha insultato" "Sto male perch il mio partner mi ha tradito" "Sono depresso perch il mondo fa
schifo e la mia vita fa schifo" "Quelle persone mi mettono in imbarazzo" "Sono infastidito da quella
persona cos materiale e ignorante" "Odio la prepotenza" "Odio la guerra".
L'emozione negativa non riguarda mai la presenza o l'assenza di una particolare condizione,
altrimenti di fronte alla stessa condizione tutti avrebbero le stesse reazioni; essa riguarda invece la
struttura della nostra macchina, i suoi condizionamenti. Tutte le volte che giudichiamo sbagliato o
ingiusto qualcuno o qualcosa ci predisponiamo a un'emozione negativa. Se nei nostri vecchi e
radicati schemi di pensiero ci sono molte idee di 'ingiusto' e di 'sbagliato' allora proveremo molte
emozioni negative. La causa nei nostri schemi, cio nei nostri pregiudizi - i nostri giudizi
preconfezionati su fatti e persone - non certo negli eventi, i quali sono di per s stessi sempre
neutrali.
Il nostro vecchio modo di vedere il mondo l'unica causa della nostra sofferenza. Anche se
riusciamo a mutare la situazione esterna, ma i nostri schemi mentali rimangono gli stessi, prima o
poi ci creeremo intorno una situazione analoga dove proveremo sempre le medesime emozioni
negative.
Se il nostro partner si innamora di un'altra persona si possono verificare due situazioni:
a) se la nostra macchina ha registrato in s un pregiudizio riguardo il tradimento, riterremo sbagliato
quell'evento e proveremo un'emozione negativa (rabbia, paura, desiderio di vendetta, ecc.);
b) se noi non siamo identificati con la macchina, bens con il Cuore, proveremo le emozioni
superiori che corrispondono, nel Cuore, a quelle che erano negative nella macchina. Ad es.
proveremo gioia per il fatto che il partner si trova in una bella fase di innamoramento, invece di
provare odio perch innamorato di un'altra persona, e proveremo eccitazione per un futuro da
single tutto da scoprire, invece che paura per essere rimasti soli.
Giustifichiamo con particolare forza la nostra emozione negativa quando a livello razionale siamo
dalla parte della ragione. Immaginiamo di stare attraversando la strada sulle strisce pedonali e con il
semaforo verde. Arriva un'auto pirata che passando con il semaforo rosso ci sfiora e ci fa cadere sul
selciato; a un nostro accenno di protesta l'autista si ferma, grida che il semaforo era verde per lui, ci
insulta e riparte.
Perch in questo caso l'emozione negativa che inevitabilmente proviamo pi forte del solito?
Perch la giustifichiamo di pi. Il fatto che la nostra percezione di giusto/sbagliato sia suffragata dal
codice della strada, che oggettivo, rende tale percezione pi profonda, ma non per questo essa
meno fasulla.
La divisione giusto/sbagliato fasulla, perch nella creazione non ci sono errori, non possono
esistere persone oggettivamente sbagliate. Il concetto di errore un parto della nostra mente e della
sua visione alterata, non sintetica, non animica dell'universo. Vecchi e stupidi schemi di pensiero
che ci fanno odiare chi non rispetta le regole o chi aggressivo, ci costringono a trascorrere ore
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dentro emozioni negative che vanno dalla rabbia al senso di impotenza e dentro immaginazioni
negative in cui pensiamo a cosa avremmo potuto fare a "quel criminale per dargli una lezione".
'Dare una lezione a qualcuno' proprio una delle giustificazioni pi utilizzate dalla mente: "Se
qualcuno non gli d una lezione e non gli fa capire che sbaglia, lui continuer a sbagliare", e questo
qualcuno che deve fargli capire che sbaglia siamo sempre noi!
L'educazione degli altri non ci deve interessare, almeno fino a quando non avremo trasmutato la
nostra rabbia in un'emozione superiore, allora avremo la giusta lucidit e sapremo cosa fare per
agire nel mondo. Il discernimento una qualit che acquisiremo grazie al costante lavoro di
espansione della coscienza.
Il fastidio verso chi aggressivo o verso chi non rispetta le regole qualcosa che riguarda
esclusivamente noi, una nostra caratteristica, uno schema attraverso cui guardiamo il mondo; il
pirata della strada non c'entra niente con quello che noi proviamo, lui fa ci che pu fare in base
agli schemi della sua personalit e muovendosi in linea con gli obiettivi del sua personale percorso
evolutivo - che differente dal nostro - e non deve certo chiedere il permesso a noi per agire.
Quando vediamo qualcosa di sbagliato e stiamo male per questo, non dobbiamo chiederci quale la
causa, esterna o interna che sia, di questa sensazione, ma solo concentrarci sul nostro stare male,
sull'emozione negativa e agire su questa riportando alla mente un nuovo modo di pensare. Chi ha
ragione e chi ha torto non ci deve interessare; cosa sia giusto e cosa sbagliato non ci riguarda. Noi
non siamo giudici, stiamo compiendo un lavoro di trasformazione e solo questo deve occupare la
nostra mente.
Mai cadere nelle giustificazioni scontate: "Questa proprio un'ingiustizia, chiunque al mio posto si
sarebbe arrabbiato". La giustificazione va nella direzione opposta al risveglio e non crea il giusto
attrito utile a edificare un nuovo corpo. Teniamo sempre bene a mente il nostro scopo e non
lasciamoci distrarre dagli eventi mondani.
Emozioni superiori
Lavorando su di s in maniera onesta si giunger prima o poi a cogliere l'emozione sul nascere e a
sostituirla con un impeto d'amore. Allora quando sentiremo un insulto provenire da qualcuno, noi
saremo svegli e presenti, pronti a spostare il nostro centro di consapevolezza nel Cuore per cogliere
lo stimolo esterno attraverso i nostri nuovi sensi, provando cos una nuova emozione superiore,
qualcosa che appartiene alla sfera della Gioia e dell'amore invece che alla sfera della rabbia e
dell'angoscia.
Questa la trasmutazione del piombo in oro, la realizzazione della Grande Opera: un'emozione
negativa viene colta all'origine e attraverso un atto di volont/amore viene immediatamente
trasmutata in perdono, compassione, commozione... Un Uomo Nuovo fa sentire i suoi primi vagiti.
Il binario attraverso cui fino a oggi abbiamo colto qualcosa che credevamo sbagliato, diviene
immediatamente canale di conoscenza del Cuore, il 'centro emotivo superiore', il nostro Lapis
Philosophorum; l'emozione negativa in un istante si trasmuta in emozione superiore e a noi si
spalanca la Bellezza nascosta in quello che prima interpretavamo falsamente come un insulto.
Abbiamo conosciuto attraverso il Cuore. L'amore ha prevalso sulla separativit. Per la prima volta
abbiamo deciso con consapevolezza di conoscere attraverso l'amore invece che per mezzo della
mente e ci si dischiuso uno spicchio di realt. Abbiamo il controllo sul demone di
quell'emozione: egli ora ai nostri ordini e noi non lo siamo pi ai suoi. Nuovi poteri magici sono
in nostro possesso.
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Se vogliamo che ci avvenga sempre pi spesso dobbiamo assaporare con tutto il nostro essere
questi momenti. Dobbiamo nutrirci di queste emozioni superiori. Fare in modo che rimangano
registrate dentro di noi. In seguito sar impossibile cercare di descriverle con la mente, ma i nostri
atomi ricordano... e ricordano bene.
Il Cuore nulla ha da spartire con il sentimentalismo; esso lorgano dellintelligenza, facolt
esclusivamente spirituale, non mentale. Il Cuore l' intelletto d'amore , per usare un'espressione
dantesca, e ci d la conoscenza oltre l'illusione, ci consente di intuire e di creare. Il Cuore ci rende
geni.
Le emozioni superiori non possono per venire affrontate come le altre fasi del processo alchemico.
Mentre all'inizio l'aspirante, sia esso maschio o femmina, si getta nel lavoro in maniera irruente,
pronto a qualsiasi sforzo, con l'intento di cavalcare la Tigre , adesso tempo di cambiare
atteggiamento. Il maschile deve fondersi con il femminile a formare l' androgino .
L'emozione superiore non pu essere provocata con lo sforzo e con il desiderio, essa pu
unicamente venire attesa in uno stato di raccoglimento interiore e accolta nel momento in cui
giunge. L'apertura del Cuore implica uno stato passivo, negativo e ricettivo: il Regno dei Cieli non
viene pi penetrato, bens accolto nel proprio utero .
Ci non significa che il Mago debba rinunciare alle sue caratteristiche di guerriero - tutt'altro - ma
solo che egli combatter con un'irruenza maschile sostenuta da un'energia femminile entrostante. La
sua lotta esteriore sar una danza interiore.
Quanto detto non comporta alcuna differenza fra l'alchimista maschio e l'alchimista femmina, in
quanto si sta trattando di energie e non di aspetto fisico.
Un Cuore aperto rappresenta una incredibile e preziosa forza, capace da sola di dare origine a una
"nuova vita", quale appunto il corpo dell'anima. Come si gi detto il Cuore insieme causa ed
effetto della trasmutazione. Le emozioni superiori sono la conseguenza della cristallizzazione del
corpo dell'anima, ma allo stesso tempo ne sono la causa: ogni attimo di commozione, ogni
esplosione di Gioia o impulso al perdono costruiscono il corpo di gloria .
Quando noi cominciamo a padroneggiare le energie interiori invece che essere i loro burattini,
possiamo accumularle e poi indirizzarle coscientemente all'esterno. I demoni sono sotto i nostri
piedi. L'insegnamento, la guarigione, l'attivit artistica e la lotta contro le forze involutive presenti
sui piani sottili sono le principali vie attraverso cui si possono veicolare tali energie. Allora
evolviamo alla velocit della luce e acquisiamo poteri sovranaturali straordinari. Diveniamo cio
veri Maghi. L'uomo che riesce a vincere e ad acquistare potere sulla propria personalit
(tradizionalmente simboleggiata dal Serpente o dal Drago) pu vincere anche sulle leggi della
natura: guarigione da ogni malattia, sospensione dell'invecchiamento, chiaroveggenza, telepatia,
preveggenza, immortalit, capacit di viaggiare in astrale, trasmutazione dei metalli ecc.
In conclusione vorremmo rammentare ci che stato detto all'inizio del capitolo "Le emozioni
negative", dove facevamo notare che la costruzione del corpo dell'anima e l'identificazione con il S
si conseguono attraverso due vie:
1) trasmutando le emozioni negative, che ci sottraggono energia e fino a oggi hanno preso il posto
delle emozioni superiori;
2) nutrendosi di emozioni superiori, cio, in ultima analisi, di ogni sfumatura dell'amore.
Le vie vanno intraprese entrambe perch sono interdipendenti. Una non ha senso senza l'altra.
Il primo fuoco a disposizione dell'alchimista quello del ricordo di s, il quale permette di
aprire con violenza una breccia nell'addormentamento umano e di creare il giusto attrito fra l'innata
tendenza a dormire della macchina biologica e il desiderio di risveglio dell'anima. Il secondo
fuoco quello dell'amore: questo il fuoco pi potente, quello che brucia ogni scoria e permette
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parte una spada fiammeggiante, per custodire la via all'Albero della Vita.
Gen 3,22-24
Compiendo uno sforzo di concentrazione contro la meccanicit dellimmaginazione negativa e delle
emozioni negative, stiamo lavorando a livello alchemico. La ferma Volont del testimone di
percepire il mondo in maniera differente sviluppa attrito contro la volont dellapparato psicofisico
di continuare a pensare come ha sempre fatto. Questo attrito un Fuoco che agisce sulle sostanze
presenti nella macchina biologica, per crearne di nuove, che vanno a costruire il corpo astrale e
il corpo di gloria .
Il termine Nigredo, o Opera al Nero, sta proprio a indicare lannerimento, la cottura delle
sostanze che compongono la natura animale. Grazie allemergere di un testimone distaccato, gli
aspetti pi grossolani della macchina biologica non vengono pi alimentati e vanno in putrefazione
(termine alchemico).
Le vecchie sostanze vengono incenerite, e da queste ceneri nascono nuove materie. Le materie
sottili che emergono da questo processo formano i corpi sottili, lUomo Nuovo.
Lanima non un concetto astratto, ma qualcosa di fisico, sebbene di una fisicit molto sottile e per
noi intangibile. Possiamo quindi parlare di corpo dell'anima come di un fenomeno perfettamente
reale. Compiendo un lavoro alchemico, ci identifichiamo sempre di pi con lanima e allo stesso
tempo stiamo costruendo il suo corpo sottile, il corpo di gloria , quello attraverso cui
percepiremo il mondo quando saremo entrati nello stato di coscienza del Regno dei Cieli.
Se, ad esempio, la nostra macchina biologica sta provando rabbia, ci vuol dire che essa pervasa
dalla sostanza della rabbia, cio da un aggregato di atomi con una certa struttura. Oltre che
manifestarsi sul piano emotivo, questa sostanza agisce anche a livello mentale dove prende la
forma dellimmaginazione negativa e a livello fisico dove provoca varie alterazioni in ambito
ormonale, circolatorio e muscolare.
Se noi cerchiamo di ostacolare tali manifestazioni della rabbia, osservandole in maniera distaccata e
imponendoci un nuovo modo di ragionare, creiamo una certa dose di attrito; questo un fuoco
che agisce sulla sostanza della rabbia e fa in modo che si produca da essa una differente materia,
che si cristallizza nellanima. Il fuoco cuoce gli atomi della sostanza grossolana e modifica la loro
struttura.
Questo mutamento strutturale dei nostri atomi anche conosciuto come redenzione della materia.
Per il fatto di appartenere alla macchina biologica di individui che nel corso della loro vita stanno
praticando un lavoro di trasformazione interiore, questi atomi vengono cambiati per sempre.
La cottura o lincenerimento, a cui si fa riferimento nei testi alchemici riguarda proprio questo
processo. Il presupposto teorico verificabile sperimentalmente che le nostre emozioni non
siano "enti astratti" privi di consistenza come alcuni studiosi oltraggiosamente stupidi si ostinano
a pensare ma sostanze fisiche composte di atomi, la cui struttura pu venire modificata
coscientemente.
Questa "nuova materia" molto pi sottile e delicata di quella da cui ha avuto origine. Essa quindi
si cristallizza si fissa, per usare un termine alchemico non nel nostro apparato psicofisico, dove
si trovano la rabbia e le altre emozioni grossolane, bens nel "corpo dellanima". In questo corpo
etereo e impalpabile, la nuova sostanza, risultante dalla rabbia, d origine a un "senso dellanima".
Cos come lapparato psicofisico, anche lanima ha i suoi sensi, attraverso i quali percepisce il
Regno dei Cieli invece che il mondo illusorio. Questi sensi sottili sono fabbricati con la sostanza
ricavata dalle emozioni negative, quando vengono trasmutate in emozioni superiori.
Notiamo, a questo punto, che il lavoro di trasformazione interiore non un lavoro psicologico,
morale o spirituale, bens un processo squisitamente fisico, che si produce attraverso la creazione di
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sostanze che sono fisiche e di corpi che sono fisici anche se appartengono a una fisicit meno
grossolana di quella che siamo abituati a misurare con i mezzi comuni.
Testi sull'argomento:
OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata
Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)
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sicuri. Il nostro grado di fiducia, sicurezza e amore possiamo deciderlo noi... adesso, senza dover
mutare alcuna condizione esterna.
Per fare ci dobbiamo avere il coraggio di andare per il mondo con in Cuore aperto. Allora, e solo
allora, vivremo in un mondo sicuro, pieno di armonia e pace... anche se gli altri continueranno a
vedere la guerra e la sopraffazione. L'illusione di maya ci tiene prigioniero il Cuore e lo far
fino a quando non avremo sviluppato occhi per vedere.
Aprire il Cuore significa cominciare a galleggiare nell'amore... vibrare a un'altra velocit e spostarsi
nel mondo senza mai uscire da quella calda vibrazione. Sentire ardere il Sacro Fuoco interiore lungo
ogni momento della giornata. Un elevato livello di amore pu dare vertigine e stordimento: non
sentimentalismo, ma qualcosa di tangibile e concreto che produce uno straordinario effetto sulla
macchina biologica.
L'eccesso di amore pu addirittura bruciare. L'amore rappresenta il principale e pi potente fuoco
dell'alchimista - ancor pi del ricordo di s - che permette di trasmutare il veleno in farmaco ,
cio ogni emozione negativa in emozione superiore. L'amore tenuto costantemente acceso conduce
con certezza all'immortalit.
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il Fuoco
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potr render salato?
A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non pu restare nascosta una citt collocata sopra un monte, n si
accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perch faccia luce a tutti
quelli che sono nella casa. Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perch vedano le
vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che nei cieli.
Mt 5,13-16
E' innanzitutto indispensabile comprendere che l'uomo, al pari di ogni altra creatura, non esiste "a
caso " e non libero di fare ci che vuole. L'intera vita di un uomo rappresenta una delle
innumerevoli tessere dell'inconcepibile mosaico che il Piano Divino. La completa realizzazione
interiore dell'essere umano coincide unicamente con la sua capacit di comprendere e di adeguarsi a
tale Piano. Egli pu anche esprimere il suo libero arbitrio disinteressandosi alla missione che gli
propria, ma, al di fuori del Progetto del Grande Architetto, l'uomo diventa una scheggia impazzita
destinata a vivere soffrendo... e condannata a morire.
Ogni individuo, nascendo, eredita un destino personale che direttamente connesso alla sua storia
passata: questa la croce che gli spetta di portare. Egli deve migliorare il suo carattere e
sviluppare emozioni superiori, incontrando persone e vivendo situazioni che gli permettono al
contempo di esaurire il suo karma. Parte della vita di ogni uomo sar quindi orientata a portare a
compimento le conseguenze delle azioni intraprese nelle esistenze passate, siano esse buone o
cattive.
Ma, oltre alla sua personale croce , ogni uomo dovrebbe assumersi la responsabilit di prendere
su di s parte del carico del mondo, contribuendo coscientemente, insieme ai suoi simili, alla
realizzazione del Piano Divino. Nel Vangelo scritto: "Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua." (Lc 9,23) Rinnegare se stessi
significa smettere di pensare ai mille problemi legati alla propria personalit. Prendere la propria
croce significa cessare di lamentarsi e di chiedere aiuto per la soluzione di questi problemi. L'uomo
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che prega i Maestri affinch questi lo aiutino a risolvere le sue difficolt con il partner, i soldi, il
lavoro... si sta rifiutando di prendere la sua croce. La vuole mettere sulle spalle di qualcun altro.
Sempre nel Vangelo scritto: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete
ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti dolce e il mio carico leggero." (Mt 11,28-30)
Questo un invito a partecipare al Piano Divino. Chi affaticato e oppresso dai suoi crucci
personali, sar ristorato in seguito alla decisione di dedicarsi interamente, di sacrificarsi (=farsi
sacro) a uno scopo superiore.
Il messaggio dei Maestri : non occupatevi dei problemi relativi alla personalit - conseguenza delle
mille sfaccettature del karma -, non sprecate energia nel pensare ad essi, dedicatevi invece con tutta
l'anima a servire il Piano Divino; come conseguenza riceverete dall'alto fiumi di Gioia e Amore... e
le vostre preoccupazioni si scioglieranno al calore del Sole. Chiunque abbia intrapreso la strada del
servizio pu testimoniare questo risultato. Egli nel mondo, ma non pi del mondo.
Uno degli aspetti fondamentali del Progetto prevede la spiritualizzazione della materia. L'alchimista
occidentale intende percorrere un processo di imitatio Christi che conduce alla redenzione della
materia. Egli si apre alle forze del Cielo per consentire la discesa del Fuoco - lo Spirito Santo - nella
carne; la sua carne e al contempo la carne del mondo, cio la materia in senso pi generale.
In antitesi a quanto usualmente si crede, il vero potere non abita nello Spirito, bens nel Corpo, e
quindi al Corpo si deve obbligatoriamente tornare per concludere l'Opera. Nel Corpo sono l'origine
e la fine, nel Corpo custodito il segreto .
Durante la Piccola Opera - i Misteri Minori - cio la fase ascendente del percorso alchemico,
l'alchimista mette a tacere la natura inferiore (nigredo) e spicca il volo verso il Cielo (albedo), ma
una volta giunto nel Regno dei Cieli deve proiettarsi ancora oltre, identificarsi con il Tutto, la
Materia Prima, per discende a redimere e cristificare la carne (rubedo) - innalzandola (Grande
Opera o Misteri Maggiori).
Si tenga presente che una piccola Opera al Rosso si verifica ogni qualvolta l'alchimista si identifica
con l'Assoluto e permette al Fuoco di attraversarlo.
Gli atomi che, in tali occasioni, vanno ad aggiungersi al corpo di gloria in costruzione sono di
due tipi:
a) quelli che, grazie ai nostri sforzi, hanno mutato la loro struttura, passando cos dal mondo della
personalit a quello dellanima; (Albedo) (Piccola Opera)
b) quelli che, grazie al verificarsi di unemozione superiore, discendono su di noi direttamente dal
Regno dei Cieli. (Rubedo) (Grande Opera)
Infatti, tutte le volte che esprimiamo unemozione superiore, stiamo aprendo un varco che
permette allo Spirito dimorante nel Regno dei Cieli di riversarsi in noi.
Ci troviamo nel punto dincontro fra Piccola e Grande Opera: quando la quantit di atomi
trasformati raggiunge un certo livello (fase Albedo), lemozione superiore che ne deriva ci consente
di accedere a una fonte superiore (fase Rubedo).
Prima ci siamo distaccati dallemozione negativa, iniziando a considerarla come un oggetto su cui
lavorare. (Nigredo)
Poi siamo riusciti a trasmutarla in un'emozione di gioia. (Albedo)
Quindi ora ci spingiamo fino a "toccare" Dio, lasciandoci trasmutare dal Suo Fuoco. (Rubedo)
Il segreto per far discendere lo Spirito Santo risiede nel porsi completamente al Suo servizio col fine
di soccorrere l'umanit, senza manifestare pi alcun desiderio personale. il desiderio del
suicidio occulto , l'annullamento del proprio Io nel Tutto.
Ci pu essere compiuto al meglio a partire dal momento della realizzazione dell'Opera al Bianco,
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poich proprio da quello stato di coscienza extracerebrale che l'uomo pu fungere da perfetta
Coppa del Graal pronta ad accogliere il Fuoco che scaturisce dal Centro del Sole.
Ecco quanto avviene nel corso di tale operazione magico/alchemica. Una volta tranquillizzati i
cinque sensi del corpo, l'alchimista si dispone nello stato d'animo suscitato dal "sentire
interiormente" le frasi evangeliche:
"Non sia fatta la mia, ma la Tua volont." (Lc 22,42)
"Mio cibo fare la volont di colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera." (Gv 4,34)
Egli si proietta verso il Cielo, accostando la sua coscienza a quella dei Maestri o a Dio stesso. Per
fare ci, oltre a rendere immobili i tre veicoli inferiori (fisico, emotivo e mentale), indispensabile
che "allinei" i centri superiori: il Cuore, la Gola, il Terzo Occhio e il Coronale. A tale scopo pu
immaginare una linea di luce che salendo lungo la spina dorsale li attraversa tutti fino a uscire dal
centro Coronale, in cima alla testa, per collegarsi ai Maestri. Con il tempo, acquisita una certa
abilit nel rimanere fermo in questo stato di meditazione, la coscienza dell'alchimista si ritira dai
veicoli inferiori per essere rapita nell'anima.
Allora, in risposta a questa invocazione , il Fuoco discende e invade i corpi sottili: dapprima
agisce sui corpi mentale, astrale ed eterico, poi da questi pu essere indirizzato verso il corpo di
carne al fine di operare anche qui la trasmutazione. Ogni singola particella, fino allultimo atomo di
calcio delle ossa, viene rimpiazzata da una nuova particella mediante un processo fisiologico
misurabile scientificamente. La legge dellAttrazione richiama atomi antichi, con una maggiore
frequenza vibratoria, e respinge quelli pi "giovani" e meno evoluti (Legge di Repulsione),
obbligandoli a cercare altrove nuovi centri di attrazione. Cos, mentre la coscienza si espande e
ascende, altri atomi di un ordine pi elevato e dimoranti sul piano spirituale rimpiazzano quelli
vecchi. (si veda a proposito: "Il diario di un alchimista" di Douglas Baker)
Nella Grande Opera non avviene pi una trasformazione degli atomi di cui sono composte le
sostanze grossolane della macchina biologica, come accadeva nella Piccola Opera; si verifica
invece la loro sostituzione. Ogni singola particella viene rimpiazzata da una nuova, appartenente
alla sfera dello Spirito Santo.
Sostituire gli atomi, anzich mutare la struttura di quelli gi esistenti nella personalit, rappresenta
unaltra forma di redenzione della materia.
Irradiazione
Ogni alchimista pu reggere una differente quantit di Fuoco che varia col variare della sua apertura
di coscienza, cio la sua attitudine a rendersi servo dello Spirito.
A causa del processo di discesa dello Spirito Santo , nel corso della sua vita quotidiana
l'alchimista diviene ora un accumulatore di Fuoco capace di irradiare tale forza intorno a s.
L'ambiente che lo circonda e le persone con cui interagisce - per il solo fatto di trovarsi nel suo
raggio d'irradiazione - vengono sottoposti al medesimo procedimento alchemico, sebbene con
minore intensit e sempre secondo le qualificazioni di ciascuno.
L'alchimista non lavora solo per s, ma per la Terra. La materia dell'intero pianeta cambia la sua
frequenza vibratoria per sempre ogni qualvolta un singolo uomo si fa canale dello Spirito. come
se il Sole stesso approfittasse di un corpo per penetrare nella materia e da qui irradiare verso
l'esterno.
La conseguenza di ci la risurrezione nel Corpo. A questo punto l'immortalit della carne
ottenuta. Il Mago pu conservare il suo corpo fisico attuale oppure, a imitazione di Cristo,
abbandonarlo e costruirne un altro. Tenendo la mente fissa sull'immagine del nuovo corpo da
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creare, opera con la materia al fine di attirare a se, come fa una calamita, gli atomi necessari a
fabbricare il nuovo involucro atto a manifestarsi nell'ambiente planetario.
La potente irradiazione ignea del Mago sta alla base del concetto di iniziazione per trasmissione
o "trasmissione diretta fra Maestro e allievo". Non infatti possibile conseguire alcunch di
definitivo solo attraverso la lettura di scritti e l'applicazione solitaria dei loro contenuti; questi sono
indispensabili nell'opera di diffusione dell'Arte e nell'indirizzare l'aspirante sul corretto sentiero, ma
non possono, da soli, condurlo oltre un definito limite. A un certo punto del suo lavoro, il neofita
deve porsi sotto l'influenza di un Mago/Alchimista pi avanzato di lui, affinch si operi
l'irradiazione diretta da Cuore a Cuore , pena l'arrestarsi inesorabile del suo cammino.
Scopo futuro di ogni alchimista resta comunque il poter attingere il Fuoco direttamente dal Tutto,
attraverso la completa identificazione con esso, senza dover pi usufruire di iniziati di vario grado
che fungano da mediatori. Quando il suo ego spazzato via, potr infatti accedere in linea diretta al
Fuoco Solare.
Il compito del Mago annullare se stesso per ricevere lo Spirito Santo dalla sorgente solare e
ritrasmetterlo agli uomini che sono sotto la sua influenza. Ci pu esser compiuto dedicandosi
all'arte, alla guarigione e all'insegnamento.
Il Mago esperto - proseguendo nel suo percorso di imitatio Christi - pu regolare la direzione e
l'intensit del Fuoco che lo attraversa e decidere di veicolarlo in maggiore quantit verso un
individuo piuttosto che un altro, dopo aver valutato le possibilit di ognuno di fungere a sua volta
da irradiatore di Fuoco nel suo ambiente. Pertanto, egli si preoccuper di inviarne maggiormente
verso coloro che pi sentono il desiderio di servire, tenendo sempre in considerazione le rispettive
capacit di assimilazione e ridistribuzione. Egli potr anche spingerlo nei chakra appropriati a
seconda delle particolari necessit del singolo.
A causa di una predisposizione naturale, succede talvolta che l'alchimista inizi a ricevere dentro di
s il Fuoco gi molto presto a partire dal momento in cui si "mette all'Opera", o addirittura prima
ancora di aver inziato il lavoro alchemico o un qualunque altro percorso spirituale; spesso il
fenomeno comincia spontaneamente in giovane et. In tali circostanze la natura inferiore non
ancora stata purificata e per l'individuo risulta piuttosto complesso tenere a bada la sua personalit,
anche perch, nella maggior parte dei casi, non ha idea dei motivi occulti per cui si accentuano in
lui determinati aspetti del carattere. Comportamento irrequieto, aggressivit, sensualit spinta e
"fuori dalla norma" e atteggiamenti ribelli si annoverano fra le pi frequenti manifestazioni esteriori
dell'accumularsi del Fuoco in un individuo. Si tenga per presente che l'apparire di tali sintomi non
sempre riconducibile a quella causa elevata.
Trattenere per s il Fuoco costituisce un comportamento suicida. Esso va espresso in qualunque
attivit che implichi un servizio agli esseri umani: guarigione, insegnamento e realizzazione di
opere artistiche sono solo alcune fra le occupazioni possibili. Lo Spirito deve costantemente
circolare, altrimenti esso si accumula nell'individuo e consuma la forma che lo contiene. Se
Prometeo ruba il Fuoco agli dei solo per donarlo agli uomini; tenerlo per s stesso significherebbe
condannarsi a bruciare stupidamente.
Uno degli usi possibili del Fuoco - in particolare in questo periodo storico - la "battaglia per la
Terra", cio la lotta contro le forze involutive rappresentate dai Maghi Neri. Un Mago, sia esso
bianco o nero, in grado di muoversi agevolmente sui piani spirituali, dove si consumano
quotidianamente titanici scontri fra le forze della luce e le forze dell'ombra che non hanno
nulla da invidiare alle pi spettacolari scene dei film di fantascienza o fantasy.
Il bisogno di nuovi esseri umani capaci di canalizzare il Fuoco cos pressante che quando un
aspirante pronto - e ci pu essere facilmente visto dall'aspetto dei suoi corpi sottili - e manifesta
le qualificazioni necessarie per svolgere tale compito, viene immediatamente contattato dai Maestri
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della Gerarchia che - qualora lui dia la sua volontaria disponibilit - lo arruolano fra le schiere dei
combattenti per la liberazione della Terra.
La realizzazione ultima
( distinzione fra l'Uno e lo Zero )
Mentre attraverso la Piccola Opera (nigredo e albedo) il mago/alchimista giunge a un primo grado
di Illuminazione, vale a dire all'identificazione con l'anima - il S - all'apertura del Cuore e a un
primo grado di immortalit; grazie alla Grande Opera egli si identifica con l'Uno stesso, Dio, il
Demiurgo. Solo questa pu dirsi "immortalit", in quanto il corpo di gloria - cos come la
relativa autocoscienza - verr anch'esso disgregato in favore della successiva assimilazione
nell'Uno.
L'Uno radix ipsius, cio radice di se stesso, in quanto causa non causata . L'Uno pur venendo
spesso indicato come lo Spirito, si colloca in verit oltre qualunque possibile dualit, quindi anche
al di l della dicotomia spirito/materia. Trascende l'Io e il non-Io, l'essere e il non-essere, la
coscienza e l'incoscienza. eterno, quindi aspaziale e atemporale.
Si pu per andare ancora oltre.
Di norma si considera l'Opera al Rosso - la Grande Opera - come la "realizzazione del divino", ma a
ben guardare essa conduce pi in l dell'Essere divino. Come gi precisato il divino il Demiurgo,
l' Essere , il principio , il Grande Architetto, l'Uno. Ma "ci di cui nulla pu esser detto" lo
Zero, non l'Uno. ci a partire dal quale Dio stesso si autoproduce.
La realizzazione ultima cui tende il mago/alchimista - e a cui pu tendere l'essere umano in genere si esprime dunque nell'identificazione con la cosiddetta Materia Prima , il Parabrahman della
tradizione ind... che di per s indefinibile e inconcepibile. Questo "stato", se cos pu essere
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chiamato, non toccato nemmeno dalla dissoluzione universale ( pralaya ) alla quale Dio stesso
pare sia soggetto. Quello sar sempre, anche quando questo universo e il suo Dio non saranno pi.
L'unico personaggio di cui si pu esser certi che abbia raggiunto tale supremo stato si chiama Sri
Nisargadatta Maharaj (1897-1981). Gli altri Illuminati parlano dell'apertura del Cuore, oppure della
realizzazione del S, che talvolta viene usato per indicare l'anima, talvolta lo Spirito, cio
l'identificazione con Dio; ma solo Maharaj distingue fra l'Uno e ci che sta oltre.
Testi sull'argomento:
OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata
Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)
IL DIARIO DI UN ALCHIMISTA
Douglas Baker, Edizioni Crisalide (1977)
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volta risvegliata, comincia a incanalarsi in emozioni come odio, rancore e desiderio di possesso
diviene un'aberrazione della natura. Tutte le manifestazioni pi basse vengono infatti ingigantite
dall'afflusso di nuova energia e divengono estranee a ogni tentativo di controllo. L'individuo si
trasforma in breve tempo in un folle lussurioso, spietato, desideroso oltre ogni limite di potere
materiale. I 12 capi delle SS, gli apostoli neri di Himmler, sono un esempio eclatante del traguardo
a cui pu portare il sentiero delle acque corrosive se non accompagnato da una coscienza vigile
e orientata verso il bene.
Al di fuori di un contesto dove i danni provocati dal percorrere tale via possono risultare un giusto
rischio da correre in assenza di alternative - data l'imminenza del termine della propria incarnazione
- non esiste alcuna ragione intelligente per esporsi a simili pericoli. La via alchemica consueta
infatti gi di per s la via pi rapida - ammesso che la rapidit possa venire considerata un metro di
giudizio in ambito spirituale - e lo pu divenire ulteriormente in funzione della volont e
dell'aspirazione del praticante. In alchimia ognuno pu decidere la velocit della propria
evoluzione.
Si consideri inoltre che, anche qualora la via violenta andasse a buon fine e il praticante
riuscisse a conservare la propria integrit psichica, lo sviluppo cos ottenuto non potrebbe mai
essere completo. Non infatti in alcun modo possibile incrementare la propria intelligenza, ottenere
maggior conoscenza o acuire la propria genialit artistica semplicemente limitandosi a controllare il
respiro, assumere droghe o lavorare con l'energia sessuale!
Tali qualit animiche sono realizzabili innanzitutto grazie a uno studio approfondito, e poi per
mezzo del processo di trasmutazione di ci che inferiore in ci che superiore. Non si diventa
infatti geniali semplicemente facendo affluire una considerevole quantit di energia - di per s
neutra - nel proprio organismo, ma solo approntando nel corso degli anni, grazie alla trasmutazione,
i sensi sottili affinch tale energia possa manifestarsi come genialit.
tuttavia nostra intenzione soffermarci su tali conoscenze occulte in quanto la loro applicazione, se
intesa non come sentiero evolutivo in s, ma esclusivamente come valido aiuto in determinate fasi
del proprio percorso alchemico - e sviluppantesi parallelamente a questo - pu senza dubbio
accelerare il percorso stesso. Riguardo ai modi, ai tempi e alle circostanze di tale utilizzo solo un
iniziato pu fornire le giuste indicazioni al neofita, il quale, proprio in virt della sua condizione
di neofita, non in grado di distinguere in quale momento l'applicazione di una tecnica pu divenire
vantaggiosa e in quale invece andrebbe a compromettere, talvolta irreversibilmente, i sottili
equilibri della sua psiche.
I metodi impiegati come acque corrosive sono tre:
- l'assunzione di sostanze droganti
- il controllo della respirazione
- il padroneggiamento dell'energia sessuale
Testi sull'argomento:
L'UOMO COME POTENZA
Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925)
INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. I II III
Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929)
LO YOGA PER NON MORIRE
Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1996)
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le sostanze droganti
Vi come un sistema autoprotettivo naturale: pu svegliare kundalini soltanto un forza non minore
a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di
purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini.
Julius Evola, L'uomo come potenza
Il problema dell'uso delle droghe inerente questa affermazione di Evola. Nell'accedere ai piani
superiori attraverso l'assunzione di sostanze psicoattive si scavalca d'un sol colpo tutto quel lavoro
di purificazione che, fra l'altro, indispensabile allo sviluppo nell'individuo di quella presenza e
di quella forza di volont preziose nel momento in cui ci si confronta con energie ed entit che
superano di gran lunga le normali capacit di gestione dell'uomo medio.
Tutte le acquisizioni supernormali e le esperienze di contatto con il mondo astrale che di norma
luomo ricerca nelle sostanze psicotrope possono essere raggiunte naturalmente grazie a un lavoro
alchemico fondato sul ricordo di s , l'apertura del Cuore e la trasmutazione delle emozioni
negative.
La funzione della sostanza drogante era fondamentale nellantichit in quanto atta a fornire al mago
neofita una breve esperienza delle meraviglie che lo attendevano una volta portata a termine la
trasmutazione di s in Uomo Nuovo e ricondotta quindi la sua coscienza all'Uno primordiale. La
sostanza non rappresentava mai una via spirituale in se stessa, ma veniva utilizzata esclusivamente
in un contesto iniziatico allo scopo di provocare uno stato di coscienza modificato utile al futuro
sviluppo del mago. Era un "assaggio". Uno sciamano o un mago pi anziano, si prendevano la
responsabilit di guidare il neofita lungo il suo viaggio affinch questo non si risolvesse in una
inutile esperienza di fascinazione psichedelica, o potesse risultare dannoso, se non addirittura letale.
Se, dopo aver sperimentato l'indescrivibile gioia del contatto con i mondi spirituali e il "senso
dell'Uno", l'individuo, una volta cessata l'esperienza, iniziasse a lavorare assiduamente su di s tutti
i giorni della sua vita al fine di conseguire in maniera permanente quella gioia e quell'amore, allora i
nervi e le cellule del suo corpo fisico si trasformerebbero a poco a poco e anche i suoi veicoli sottili
si "fisserebbero" consentendogli di reggere in maniera stabile la nuova frequenza vibratoria.
La piramide principale della piana di Giza - che Cheope si era attribuito e che stata erroneamente
identificata con una tomba dagli studiosi - un perfetto esempio di luogo iniziatico. Il sarcofago di
granito collocato nella cosiddetta "camera del Re" serviva da "battello" per il viaggio iniziatico del
neofita. L'iniziando assumeva una bevande composta di sostanze psicoattive, veniva poi fatto
distendere all'interno del sarcofago, il quale veniva chiuso da un coperchio di pietra. Intorno, i
sacerdoti recitavano dei mantra per tutta la durata della cerimonia mentre essenze di vario genere
saturavano l'aria. Nel buio pi completo e sotto l'effetto delle sostanze droganti il neofita viveva la
sua esperienza iniziatica.
Tutta la struttura della piramide stata concepita affinch energie spirituali provenienti dai mondi
superiori potessero essere veicolate nel sarcofago, cos come in altri punti strategici della
costruzione. La piramide fungeva da ponte tra la Terra e il Cielo, e percorrere un determinato
tracciato al suo interno, sostando in alcune stanze secondo una precisa successione, significava
vivere in forma "compressa" il cammino iniziatico che si sarebbe dovuto poi realizzare nella vita
quotidiana.
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Le droghe erano pure utilizzate dagli sciamani/guaritori, i quali conducevano la coscienza del
portatore della malattia - fisica o psichica che fosse - nei mondi "di l dal velo" per metterlo in
contatto con la parte pi profonda di s, spesso simboleggiata dall' animale-guida . Tale contatto
permetteva al malato di sciogliere alla radice il suo problema. L'attenzione era pertanto sempre
posta sull'origine psicologica e animica del disturbo - che poteva essere individuata ed elaborata
attraverso un viaggio - e mai sul sintomo esteriore.
Purtroppo oggi le sostanze psicotrope non vengono pi considerate come finestre dalle quali
possibile gettare uno sguardo sulla propria vera essenza, ma come semplice svago o facile via di
fuga da una realt sociale che si ritiene insopportabile. Nell'attesa che venga instaurata una societ
autenticamente iniziatica, esse andrebbero totalmente proibite, in quanto latrici di maggior
addormentamento all'interno delle coscienze, anzich risveglio.
Paradossalmente, di questi tempi, proprio le sostanze che potrebbero aiutare il risveglio dell'anima,
sono fra le principali cause della prigionia psichica cui il pianeta sottoposto. Le coscienze dei
giovani vengono intontite da un uso sconsiderato e anti-iniziatico dell'alcool e delle droghe, pesanti
o leggere che siano. Le potenti energie giovanili vengono in tal modo imbrigliate e rese inoffensive
per segreto volere dei governi mondiali che, come chiunque non abbia la coscienza completamente
obnubilata pu notare, tollerano e segretamente finanziano una diffusione sempre maggiore di
droghe, alcool e armi sul pianeta.
Qualificazione irrinunciabile per una qualsivoglia pratica sia essa inserita in un percorso che
contempla le acque corrosive, cos come all'interno del processo alchemico classico la
capacit dell'aspirante di produrre a volont l'assoluta p r e s e n z a - o ricordo di s - senza la
quale nessuna attivit realmente magica possibile.
Pertanto il Mago deve innanzitutto essere in grado di mantenere una perfetta concentrazione
mentale e una inscuotibile tranquillit emotiva in ogni istante della pratica occulta, sia essa
concernente l'assunzione di droghe, l'esercizio di respirazione o il lavoro con l'energia sessuale;
inoltre deve essere capace di associare il ricordo di s, cio la consapevolezza del qui-e-ora a
tale stato di ferma e rilassata concentrazione. Lui deve dominare lo svolgersi dell'esperienza con
tutta la p r e s e n z a di cui in grado, e mai lasciare che sia essa a dominarlo.
Per tutto il lasso di tempo in cui si accede all'avventura psico-spirituale, il riuscire a essere
presenti a se stessi segna la differenza tra la vita e la morte. In un altro brano tratto da "L'uomo
come potenza" di Julius Evola, si dice infatti:
...la potenza ormai trasformata inonda sushumna e procede lungo la direzione ascendente. Ci
sentito come vampa, poi folgore e venire trasportato vertiginosamente: allora bisogna
immediatamente e in pura evidenza affermare la formula che deve essere gi stata oggetto di tante
concentrazioni e meditazioni: "Io sono lei"; bisogna cio fulmineamente e intrepidamente
identificarsi con questa cosa terribile, mortale. Se si manca a ci, se il destarsi di kundalini ci
sorprende e travolge - e per quanto ci si possa preparare, fra l'aspettazione e il fatto rester sempre
un salto - se si esita a slanciarsi nell' Io sono questo , detto che... disciplina e sacrifici... tutto
vanificato: non solo, ma l'avventura in massima viene pagata a caro prezzo: tutta l'enorme tensione
si scarica sull'aspirante imprudente che pu venire precipitato in disturbi gravissimi - epilessia,
invasamento, idiozia, follia e, talvolta, la morte stessa. Invece la fulminea, intrepida identificazione
opera le nozze dell'individuale e dell'universale, la composizione di zolfo e mercurio...
Per saperne di pi circa gli effetti di ogni particolare sostanza rimandiamo a un documento diffuso
dal Gruppo di Ur, che per la sua precisione e fedelt al punto di vista tradizionale rimane ancora
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ineguagliato.
http://www1.autistici.org/amprodias/txt/psichedelia/sulledroghe.htm
Vedi anche il sito: http://psiconautica.byethost13.com
Testi sull'argomento:
L'UOMO COME POTENZA
Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925)
INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. III
Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929)
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Solo quando l'apprendista in grado di osservare il proprio respiro in uno stato di presenza per
diversi minuti senza venire distratto da associazioni di pensiero e dialoghi immaginari che si
svolgono all'interno della sua mente, allora pu passare alla fase successiva.
A questo punto il tempo di ritenzione - la pausa tra il movimento di inspirazione e quello di
espirazione - deve cominciare a diventare sempre pi lungo.
Tale pausa di ritenzione conosciuta come matra (=misura) dagli ind.
Mantenendo una postura fissa e ritenendo il respiro per periodi di tempo sempre crescenti si
acquisiscono siddhi ( poteri magici ) sempre pi straordinari, fino a giungere alla sospensione
dell'invecchiamento e all'immortalit assoluta - al di l della dissoluzione universale ( mahapralaya ). Secondo i pi antichi scritti dell'alchimia ind, il grado di progresso dato dalla
lunghezza del tempo in cui si riesce a trattenere il respiro. Si deve procedere con cautela, cercando
di aumentare ogni giorno il numero dei secondi che caratterizzano la durata della fase di ritenzione.
Secondo quanto riportato nell'Amanaska Yoga (citato ne "Il corpo alchemico" di D.G. White, pagg.
335-338): "...Quando si in grado di trattenere il respiro per 12 minuti la kundalini si rafforza e si
risveglia iniziando la sua ascesa; dopo 96 minuti si raggiunge una condizione estatica; dopo tre ore
l'assunzione di cibo e la produzione di escrementi sono notevolmente ridotte; dopo sei ore si
manifesta la luce della propria anima; ...dopo otto giorni, la cessazione di qualsiasi senso di fame e
di sete; ...dopo dodici giorni, la capacit di muoversi sulla Terra a proprio piacimento; dopo tredici
giorni, il potere del volo; ...dopo ventidue giorni, il compimento di tutti i desideri; ...dopo ventotto
giorni, si pu piegare l'universo ai propri voleri; ...".
Quanto tali valori numerici vadano presi alla lettera difficile dirlo. In ogni caso certa l'esistenza
di un legame direttamente proporzionale fra la durata della ritenzione del respiro e l'acquisizione di
poteri sovranaturali quali la visione astrale, lo sdoppiamento astrale, la materializzazione di oggetti,
la cessazione dell'invecchiamento, ecc... .
Lo studioso avveduto pu facilmente intuire quanto tale tecnica possa risultare pericolosa - nonch
perfettamente inutile quanto alla possibilit di acquisire le siddhi - laddove il neofita non la conduca
sotto la supervisione di un iniziato che lo istruisca riguardo le modalit e i tempi della pratica.
Basti dire che l'attitudine a ritenere il respiro si trova in rapporto diretto con la capacit di ritenere i
pensieri, cio di avere sotto il proprio controllo la caotica attivit della mente grazie all'utilizzo
della ferma concentrazione o del ricordo di s . Il potere di controllo sulla respirazione altro non
, a livello analogico, che la conseguenza di un gi acquisito potere di controllo sull'attivit della
propria mente. Controllo che si ottiene nel corso della prima fase di questa tecnica, quando l'attivit
respiratoria va semplicemente osservata in stato di ricordo di s , cio portando l'attenzione sia
sul respiro che sulla propria presenza ».
Per cui, se il praticante decidesse in maniera sconsiderata di sforzarsi di ritenere il respiro nella
speranza di acquisire poteri, non farebbe altro che "mettere il carro davanti ai buoi" confondendo la
causa con l'effetto. Nel tentativo di trattenere il respiro in maniera innaturale non otterrebbe n la
calma della mente, n le tanto agognate siddhi, bens, perseverando in tale folle proposito, andrebbe
sicuramente incontro ad allucinazioni e altri danni psichici e fisici.
Non si devono mai produrre sforzi volti a frenare e inibire i pensieri, ma solo limitarsi a osservarli
come testimoni distaccati. Il testimone per il fatto stesso di osservare modifica inevitabilmente
gli oggetti osservati. Il lavoro su di s basato sullo sforzo di esserci , e mai sullo sforzo di
modificare qualcosa: ci deve rimanere sempre ben chiaro!
Testi sull'argomento:
IL CORPO ALCHEMICO
David Gordon White, Edizioni Mediterranee (1996)
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Il fine del lavoro alchemico tramite l'energia sessuale quello di fare in modo che essa non si
disperda, ma si accumuli progressivamente nell'organismo umano e venga indirizzata verso scopi
definiti. Fino a un certo grado evolutivo, l'essere umano, invece di mettere l'energia sessuale al
servizio della propria volont, di norma ne completamente succube. In un normale rapporto infatti
questa forza non viene controllata e diretta, ma liberata nell'ambiente quasi inconsciamente. Ed
bene che sia cos, in quanto tale individuo anche qualora avesse il controllo della propria energia
sessuale non saprebbe cosa farsene ed essa gli arrecherebbe esclusivamente danno - ci che
capiterebbe a chiunque volesse afferrare un serpente per la coda.
Come pu allora un uomo sapere se giunto per lui il momento di fare uso di tale energia per scopi
magico-evolutivi?
Innanzitutto si tenga presente che limpiego dell'energia sessuale non costituisce mai di per s una
via evolutiva - n magico/alchemica, n di altro genere. Le pratiche che concernono il suo utilizzo
possono rappresentare un valido aiuto nelle proprie realizzazioni solo se inserite in un ben definito
contesto di purificazione interiore. Inoltre, perch risultino efficaci la loro applicazione deve
cominciare esclusivamente in seguito all'acquisizione di determinati traguardi evolutivi da parte del
praticante.
Un aspirante mago non pu mai decidere autonomamente di intraprendere un lavoro con l'energia
sessuale, in nessuna fase del processo alchemico, ma deve sempre chiedere l'assistenza di un
iniziato - che sia provato tale e nel quale egli abbia riposto la pi completa fiducia. Per molti
alchimisti non di alcuna utilit lavorare con l'energia sessuale e per molti altri addirittura
controproducente, perch essa andrebbe a smuovere forze interiori che, se portare alla luce,
frenerebbero il lavoro ermetico intrapreso. Non esistono regole valide allo stesso modo per tutti.
Solo un vero mago gi realizzato in grado di verificare se tale percorso pu risultare vantaggioso
piuttosto che dannoso per il neofita. Egli deve possedere la capacit di monitorare le trasformazioni
che avvengono nei corpi sottili del praticante, deve poter evidenziare i suoi eventuali errori e
fornirgli giorno per giorno le pi corrette indicazioni. Le conseguenze negative di un lavoro con
l'energia sessuale condotto senza criterio sono spesso terribili e irreparabili.
FINE
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