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ALGORITMO LIFE

AR TI C OLI
Chi si approccia per la prima volta al gruppo, con il desiderio di fare un percorso di ricerca
di benessere fisico e mentale, spesso è confuso e non sa da dove partire. Per questi casi,
ecco una linea guida stilata da Zago Indi Veneto che vi aiuterà ad uscire dall’impaccio:

1. scegliete un Super Algoritmo (che trovate qui:


https://www.facebook.com/groups/algoritmolife/permalink/1315439488833172) e
recitatelo come se fosse una preghiera, in momenti di relax e di raccoglimento; ad
esempio, prima di dormire o al mattino prima di alzarvi dal letto (anche più volte al
giorno, finché non lo imparate a memoria). Se lo preferite, potete ascoltare
direttamente l’audio di un Super Algoritmo che trovate nel nostro Archivio di
Telegram: https://t.me/joinchat/WMwuSUMa1QOYxUTF

2. poi, esercitatevi a comunicare con il sintomo (malessere), eseguendo l’Algoritmo a 5


fasi finché non comincerete a percepire le risposte che il vostro fisico vi dà (tremori,
prurito, sensazioni di caldo o freddo, brividi, brevi contrazioni muscolari, ecc.). Già
dai primi istanti avrete dei miglioramenti di salute e di benessere psicofisico. Cercate
di porre attenzione anche ai piccoli cambiamenti che sentirete a livello fisico o
comportamentale;

3. ripetete questi esercizi x 7 giorni; 4. dopo 7 giorni avrete già avviato il percorso
automatico di auto guarigione, e sarete pronti, se volete approfondire tecniche e
metodi, per
la fase 2, ovvero, a fare domande e leggere gli altri file o testi che trovate nel gruppo.

Buon inizio.

Neuro-programmazione digitale applicata – Primo caso


trattato dal dott. Stefano Limontini
Ero di turno in pronto soccorso. Giunge alla mia osservazione la sig.ra C.M. (1967 in Venezuela).
Entra in ambulatorio seduta in carrozzina, con un atteggiamento molto sofferente, occhi lucidi,
sguardo perso. Riferisce di essersi svegliata regolarmente, ma appena alzata dal letto avverte la
comparsa di vertigini violente con nausea e vomito. Non riuscendo a stare in piedi è costretta a
rimettersi a letto. Passa circa un”ora e riprovando ad alzarsi, compaiono di nuovo le vertigini ancora
più violente e sempre accompagnate da nausea e vomito. Mentre racconta la sua storia, osservo con
attenzione i movimenti dei suoi occhi. A questo punto la faccio sdraiare sul lettino e le metto la mia
mano dx sul suo torace e cerco di entrare in sintonia con la sua respirazione. Aspetto un paio di
minuti e, nel frattempo mi faccio raccontare ancora cosa è successo e il motivo per cui viene in
pronto soccorso. Quando mi accorgo che è perfettamente rilassata le chiedo di dirmi qual”è,
secondo lei, la causa del suo problema e lei comincia a raccontarmi di essere stata aggredita sul
lavoro da un collega con cui stava litigando furiosamente. Mentre inizia a raccontare la sua storia le
tocco ripetutamente il braccio dx con il mia mano sinistra e si rilassata ulteriormente all’istante.
Noto, dal movimento dei suoi occhi che tutti i sistemi V, A e C sono rappresentati, ma il V è
manifestato sia a sin che a dx. Entro nei particolari della storia e mi faccio dire cosa esattamente
ricorda e cosa le dia fastidio. In effetti, l’immagine dell’aggressore, enorme su di lei, è la cosa che
scatena una crisi vertiginosa e la terrorizza al punto di scoppiare a piangere dicendo che non sarebbe
mai più andata a lavorare in quel posto. Le chiedo se riesce ad immaginare di rimpicciolire
l”immagine del suo aggressore e di allontanarla piano piano. Ci riesce, e dice di stare meglio. Non
contento, gliela faccio rimpicciolire e allontanare ancora di più. Sta ancora meglio, ma nel dirmelo,
per qualche istante gli occhi guardano ancora in alto a dx. A questo punto le chiedo di immaginarsi
seduta al cinema e di rivedere proiettata sullo schermo tutta la scena dall’inizio alla fine e di
riavvolgere la pellicola all’indietro il più velocemente possibile. Non le ho detto esplicitamente di
entrare nel film per associarsi, ma forse lo ha fatto automaticamente. In effetti, dopo, le chiedo di
rivedere la scena e gli occhi, questa volta, sono sempre a sin e rappresentati in tutti i sistemi.
Riferisce di stare bene e in assenza di sintomatologia.

Le chiedo quindi di tornare fra noi e di prendersi il tempo che vuole per farlo. Entro un minuto si
sveglia, si stiracchia stupita e riferisce che sta benissimo e chiede cosa è successo. Il suo volto è
sereno. Le chiedo quando va a lavorare il prossimo turno e lei, sicura di se, afferma: domani mattina
dottore. L”infermiera che ha assistito a tutta la scena è esterrefatta e incredula!!! Io ho la pelle d”oca
dappertutto, ma sono entusiasta. ….alla prossima!! Un abbraccio. Stefano. Complimenti! Non avrei
saputo far di meglio. A proposito, come avresti affrontato una simile situazione senza l”ausilio della
metodica che hai descritto? A presto da Elia Non avrei fatto altro che inviarla in consulenza
otorinolaringoiatrica. Lo specialista avrebbe consigliato un farmaco che si chiama Torecan da
prendere al bisogno in quanto aiuta a togliere le vertigini. Ovviamente, ad un primo esame
obiettivo, non trovando la causa delle vertigini, le avrebbe richiesto una marea di esami specialistici
da fare nei prossimi giorni. Esami che sarebbero stati tutti negativi, per cui la sig.ra era condannata
a vita a prendere supposte di Torecan tutte le volte che aveva crisi senza mai sapere la causa del
problema.

Esempi di “Terapie istantanee” – (Casi trattati dal dott.


Stefano Limontini, allievo del prof. Elia Tropeano)
Stefano Limontini (novembre 2006, Novara) Ero di turno in pronto soccorso e giunge alla
mia osservazione la sig.ra M. Elisa (1979). Entra in ambulatorio seduta in carrozzina, con
un atteggiamento molto sofferente, pallida, occhi socchiusi, sguardo assente. Parla a
fatica e si regge il capo con le mani. Riferisce di soffrire abitualmente di cefalea e di aver
consultato diversi “Centri Cefalea” ma senza mai aver trovato i motivi e nè la soluzione al
suo problema. Racconta che sono tre giorni che ha una cefalea e che la solita terapia non
aveva sortito alcun effetto. Essendo sfinita da un dolore ingravescente si presentava in
pronto soccorso in cerca di aiuto. Mentre racconta la sua storia, non riesco ad osservare
con attenzione i movimenti dei suoi occhi in quanto, disturbata dalla luce dell’ambulatorio,
li teneva chiusi. Decido quindi, con l’aiuto di un’infermiera, di farla sdraiare sul lettino e le
metto subito la mia mano dx sul suo torace e cerco di entrare in sintonia con la sua
respirazione. Attendo meno di un minuto e le tocco con la mia mano sin il suo braccio
destro ed in pochi istanti mi rendo conto che è perfettamente rilassata. L’infermiera di
turno con me, comprendendo l’imminente “spettacolo” esce a chiamare un’altra collega
che voleva assistere al trattamento. Nel frattempo, chiedo alla paziente di immaginarsi
vicino alla porta dell’ambulatorio e di vedersi sdraiata sul lettino. Ci riesce. Le chiedo di
rimpicciolire l’immagine e di allontanarla dolcemente e riferire l’effetto che fa sulla cefalea.
Ci riesce, e dice di stare meglio. Non contento, gliela faccio rimpicciolire e allontanare
ancora di più. Sta ancora meglio, e nel dirmelo, è stupita di quello che le sta capitando.
Insisto e le chiedo di rimpicciolire e allontanare l’immagine sempre di più fino a farla
svanire in un lampo di luce calda e bellissima. Ci riesce e improvvisamente apre gli occhi,
si mette seduta sul lettino guardandosi stupita intorno. Dice di stare bene e continua a dirlo
felice a se stessa. Si alza, sorride è felice. Continua a ripetere: “sto bene dottore, sto bene.
Non ho più nulla!” In quel momento entrano le infermiere e non credono ai loro occhi.
Quella povera ragazza era entrata in ambulatorio sofferente ed ora esce raggiante. Ancora
un caso trattato dal dott. Stefano Questo è il mio primo caso che affronto e risolvo tra le
mura di casa. L”altro giorno, mio figlio più grande, Luca, appena sveglio, mi riferisce un
dolore violento all”inguine dx. Il dolore è forte e fastidioso al punto tale che zoppica nel
camminare e soprattutto, grande fonte di dispiacere per lui, non sarebbe stato
assolutamente in grado di fare la partita del campionato di pallacanestro prevista in serata.
Su mia richiesta mi racconta che durante l”allenamento di pallacanestro di ieri sera, si è
stirato a livello dell”inserzione prossimale del m. adduttore della coscia dx, ma da “caldo” il
dolore era sopportabile e non ci aveva dato tanta importanza. Gli faccio assumere una
compressa di paracetamolo per permettergli di andare a scuola e gli prometto che gli avrei
risolto il problema dopo pranzo. Giunto il momento, svanito l”effetto del paracetamolo,
faccio sdraiare a fatica Luca sul divano di casa. Eseguo una serie di test per valutare la
motilità consentita alla coscia e mi riferisce che il dolore all”inguine è insopportabile
soprattutto nei movimenti controresistenza in adduzione, ovviamente.
Abbiamo a che fare con uno dei nemici peggiori di un atleta: la pubalgia! Non mi perdo
d”animo e chiedo a mio figlio di non preoccuparsi e di rilassarsi dolcemente. Metto subito
la mia mano dx sul suo torace e cerco di entrare in sintonia con la sua respirazione.
Attendo qualche minuto e gli tocco con la mia mano sin il suo braccio destro e la fronte ed
in pochi istanti mi rendo conto che è perfettamente rilassato. Gli dico di provare ad
immaginarsi vicino alla porta della cucina e di vedersi sdraiato sul divano. Ci riesce, ma
dice di fare fatica. Gli chiedo di rimpicciolire l”immagine e di allontanarla dolcemente e
riferire l”effetto che fa sul dolore. Ci riesce, ma mi conferma che fa fatica e che
preferirebbe immaginarsi di essere sul soffitto della stanza e di guardarsi dall”alto. Gli
confermo che per me va bene e quindi di proseguire nell”esercizio di rimpicciolire e
allontanare l”immagine di se sul divano ancora di più. Ci riesce senza difficoltà e dice di
stare decisamente meglio, e nel dirmelo, il suo sguardo è decisamente stupito e incredulo.
Insisto e gli chiedo di rimpicciolire e allontanare l”immagine sempre di più fino a farla
svanire in una bolla di sapone profumata e colorata e, quando la bolla si rompe, di
risvegliarsi e tornare tra noi senza fretta. In poco tempo apre gli occhi, si mette seduto sul
lettino guardandosi intorno stupito. Non osa chiedere cosa e come sia potuto succedere,
ma è felice perchè non ha più dolore. Eseguo di nuovo i test di valutazione muscolare e
anche nei movimenti di adduzione controresistenza non avverte alcun dolore. In serata
riesce a giocare la partita e non ha mai avuto alcun problema. …che soddisfazione!
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Esempi di super algoritmi
Il super algoritmo è differente dall'algoritmo per due motivi: primo, perché esegue una
scansione totale del corpo risolvendo i problemi che incontra, secondo, perché non ha
bisogno di risposte sensoriali attraverso il corpo. Qui di seguito trovate quelli che ho scritto
io e che possono servire da esempio. Ognuno di voi può scrivere e creare un suo testo o
modificare questi, e quindi sperimentarlo nel quotidiano. Ovviamente, se ne avete ricevuto
beneficio e/o avete risolto dei problemi, mi farà piacere se lo scrivete nel gruppo. Grazie.

Super algoritmo salute perfetta 2.0


Faccio appello alla parte più potente del mio cervello affinché programmi la salute perfetta
al mio corpo fisico, mentale ed emozionale. Voglio che analizzi tutto il mio corpo dalla testa
ai piedi e dove trovi un conflitto lo risolvi; dove trovi un errore, lo correggi; dove scopri un
malanno lo curi. Inoltre, voglio che correggi i miei pensieri anche quelli più profondi e li
trasformi in energia di luce, pace e amore. Voglio anche che plachi le mie ansie e cancelli
le mie paure, togliendo il velo che mi separa dalla Verità. Non ha importanza ciò che fai e
quanto tempo impieghi, l'importante è che tu faccia un lavoro perfetto per ottenere salute
perfetta! Parte più potente del mio cervello, puoi fare questo per me? PS: avendo usato il
Puoi nella domanda finale, non dovrebbe essere necessario attendere risposta.

Super algoritmo salute perfetta 3.0 (specifico per il sistema immunitario)

Faccio appello alla parte più potente del mio cervello affinché rinforzi il sistema
immunitario rendendolo efficiente e perfetto. Voglio che analizzi tutto il mio corpo dalla
testa ai piedi e dove trovi un virus, un'infezione batterica, un veleno, lo elimini
definitivamente. Non ha importanza ciò che fai e quanto tempo impieghi, l'importante è
che tu faccia un lavoro perfetto per ottenere un sistema immunitario perfetto! Parte più
potente del mio cervello, puoi fare questo per me? PS: avendo usato il Puoi nella
domanda finale, non è necessario attendere risposta.

Super algoritmo salute perfetta 4.0 (specifico per le cellule tumorali)

Faccio appello alla parte più potente del mio cervello affinché programmi la salute perfetta
per le cellule del mio corpo. Voglio che gli zuccheri che ingerisco attraverso il cibo
diventino tossici per le cellule cancerogene. Non importa ciò che fai e quanto tempo
impiegherai, l'importante è che tu faccia un lavoro perfetto per ottenere cellule sane ed
efficienti.Parte più potente del mio cervello, puoi fare questo per me?

Super algoritmo salute perfetta 4.1(specifico per le cellule tumorali)

Faccio appello alla parte più potente del mio cervello, affinché programmi la salute perfetta
per il mio corpo fisico e mentale. Voglio che analizzi tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi e
dove trovi una cellula malata o danneggiata, la guarisci; dove trovi una malattia, la curi.
Voglio che rinforzi il mio sistema immunitario rendendolo efficiente, e che potenzi ogni
farmaco o rimedio che assumo per la mia guarigione. Inoltre, voglio che correggi i miei
pensieri, anche quelli più profondi e li trasformi in energia di luce, pace e amore; voglio
che plachi le mie ansie e cancelli le mie paure, perché io sono Luce e dalla Luce provengo
perché io sono Pace e dalla Pace provengo perché io sono Amore e dall'Amore provengo
Non importa ciò che fai o quanto tempo impieghi, l'importante è che tu faccia un lavoro
perfetto per ottenere la salute perfetta. Parte più potente del mio cervello, puoi fare questo
per me? Vai avanti e procedi.

Super algoritmo salute perfetta 5.0

Ecco il testo e il pdf del Super Algoritmo Salute Perfetta 5.0 che ho fatto in gruppo a
Natale. Il testo è sperimentale e gli unici che possono testimoniarne gli effetti siete voi che
lo sperimentate. Faccio appello alla parte più potente del mio cervello affinché programmi
la salute perfetta di tutto il mio organismo. Voglio che scansioni tutto il corpo, dalla testa ai
piedi, risolvendo i problemi che incontri:
• voglio che analizzi l'apparato circolatorio e che ripulisci vene ed arterie da placche e
ostruzioni; che rendi efficiente il cuore facilitando il suo lavoro; • voglio che analizzi il
sistema linfatico e lo ripristini eliminando impurità e tossine;
• voglio che analizzi il mio sistema immunitario e se trovi problemi li risolvi rendendolo
efficiente e pronto a difendermi;
• voglio che analizzi gli organi emuntori: fegato, polmoni, intestino e reni; che li ripulisci da
parassiti, tossine, residui di farmaci e metalli pesanti; se trovi un organo malato lo curi, se
trovi anomalie le correggi.
• voglio che analizzi la vista e che ripari miopie, presbiopie e astigmatismi;
• voglio che analizzi tutto il sistema scheletrico e se trovi ossa deboli, le rinforzi; se trovi
buchi da osteoporosi, li ripari, se trovi carenze di minerali, le ripristini;
• voglio che analizzi tutto il sistema muscolare e articolare e se trovi debolezze e punti
critici, li rinforzi e li ripari;
• voglio che analizzi tutte le mie cellule e se trovi cellule danneggiate o malate, le curi, se
trovi cellule morte, le sostituisci.

Non importa ciò che fai e quanto tempo impieghi, l'importante è che tu faccia un lavoro
perfetto per ottenere la salute perfetta di tutto il mio organismo. Parte più potente del mio
cervello, puoi fare questo per me? Grazie per ciò che fai. Vai avanti e procedi.

LA TECNICA DEI PASSI Indietro - Elia Tropeano


Questo metodo lo progettai alcuni anni fa e lo insegnai a mio cugino Giuseppe Piantadosi, il
migliore allievo, ma senza disprezzare gli altri. Io l'ho usato solo due volte, ma il parente l'ha
modificato e utilizzato con successo almeno una trentina di volte.
Mio cugino è quel signore che ha inviato il video che trovate postato su queste pagine.
Allora gli ho chiesto in dettaglio come pratica questo sistema.
a) Si chiede al soggetto di tenete le gambe unite.
b) Si poggia un dito sulla fronte e uno dietro la nuca.
c) Si preme sulla fronte con una certa pressione anche forte e si equilibra con il dito dietro la
nuca.
Questa manovra serve a far calare le sensazioni dolorose, infatti, abbiamo detto che le
sensazioni esterne annullano quelle interne perché percorrono le stesse vie nervose. Inoltre, si
sposta l'attenzione sulla fronte e dietro la nuca.
d) Si fa eseguire il primo passo indietro e si chiede se il dolore o la sofferenza sia diminuita (in
generale la risposta è affermativa perché state premendo con una certa forza la fronte).
e) Si fa eseguire un'altro passo e si fa sempre la stessa domanda.
f) Dopo tre, 4 0 5 passi, il problema si estingue.
g) Il metodo termina nuovamente con i piedi uniti, ma si fa spostare l'attenzione sulla pianta dei
piedi (è un ancoraggio), cosa vuol dire: ogni volta che il soggetto cammina, entra in funzione il
sistema correttivo senza che se ne accorge.
h) Quando il soggetto ha nuovamente i piedi uniti, è come se si trovasse in uno stato alterato di
coscienza, quindi gli date un paio di schiaffetti e dite:" Veglia!".
P.S, Si comincia con i piedi uniti e si termina con i piedi uniti (si potrebbe aggiungere nel
finale:"Come ti senti i piedi?").
Piedi uniti non vuol dire attaccati, ma posizione parallela.

Ciò che conta è la pressione sul corpo mentre si fanno i passi indietro, quella importante nella
mia esperienza è la pressione sulla fronte, ma sperimenta che non sempre è uguale per tutti

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