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ARCHEOLOGIA STORIA SCIENZA E MISTERO

ANNO I NOVEMBRE 2011

PA G

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IN E

OMAGGIO

Siamo Celti? Il Popolo dei Celti


non mai esistito

SIMBOLI: LINTELLIGENZA DEL DADO ARCHEO: LENIGMA DELLE ROVINE DI MIRAFLORES SCIENZA: PUNTO G: PUNTO EROTICO O PUNTO INIZIATICO?

IN QUESTO NUMERO:

5 RUBRICHE 14 ARTICOLI

editoriale
una Bianca va avanti. Anche questo mese ci sono molte novit foriere di interessanti sviluppi. Chi ci segue dai primi numeri sa che il corpus degli argomenti trattati dalla nostra rivista indaga tra scienza, archeologia, storia e mistero. Ma se la parola mistero abbraccia quasi tutto quello che non completamente conosciuto, la stessa cosa non si pu dire della parola scienza. Gli articoli pubblicati da Runa Bianca spaziano dunque tra il noto e lignoto. Come si pu descrivere lignoto?... una buona definizione letterale sarebbe: Quello che non noto! Per noi tutto ci che ancora non ha trovato un inquadramento in quella che si suole chiamare scienza. Ma questo non vuol dire che ci che ancora non si conosce non esista; anzi, qualcosa che va maggiormente approfondito e studiato, per essere realmente compreso. In fondo, quasi tutti i fenomeni che sono al giorno doggi oggetto di analisi scientifica sono stati catalogati, in principio, come cose misteriose... penso ai fulmini, ai terremoti o alla stessa forma dei continenti, che solo nella seconda decade del 1900 fu realmente conosciuta. Runa Bianca quindi continuer a parlare di Ufo insieme ad importanti scoperte archeologiche, convinta che facciano parte di un tutto. Tanti tasselli di uno splendido mosaico che alcuni chiamano vita, ed in cui noi siamo meravigliosamente immersi. La passione di conoscere e di sapere ci accomuna e ci spinge a proseguire in questa direzione. La vita ha infinite sfaccettature che portano soddisfazione alla mente ed al corpo; siamo infatti esseri senzienti, ed utilizziamo il nostro corpo per interagire col mondo che ci circonda. Nei numeri passati abbiamo discusso della capacit delluomo di amare e di provare emozioni, alla ricerca della sua anima gemella. In questo numero si parler anche della conoscenza pi intima di come il nostro corpo sia stato progettato per provare piacere e dare piacere. Ci siamo a tal proposito rivolti ad uno dei maggiori esperti di questo settore, per parlare

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a cura di Vincenzo Di Gregorio

Un altro giro di ruota...


del misterioso punto G del corpo femminile: il dr. Bencini, medico chirurgo, specialista in psicoterapia ad indirizzo funzionale corporeo per terapie individuali e di coppia. Ecco quindi come una cosa che per molti misteriosa possa rientrare nellambito scientifico se solo si hanno i mezzi e la volont per farlo. Questo argomento, tab per molti, manifesta la nostra intenzione di aprire unimportante capitolo che riguardi la conoscenza ed il benessere del nostro fisico. I nostri avi romani solevano dire Mens sana in corpore sano, convinti che non si potessero raggiungere livelli elevati di coscienza se la mente non fosse stata supportata da un corpo efficiente ed in salute. La sessualit svolge un ruolo importante in questa direzione, ma non solo. Ad esempio anche essenziale una sana alimentazione, ed una medicina capace di curare senza ricorrere a forti dosi di farmaci, magari utilizzando metodi tramandati da civilt che ci hanno preceduti e che abbiamo forse volutamente dimenticato. Ecco quindi come la storia ed il passato possono aiutarci a capire e a migliorare il nostro presente. Runa Bianca sta quindi seguendo un percorso di conoscenza ed informazione a 360 gradi. Chi avr la voglia di seguirci potr capire come tutto intimamente legato, come siamo gocce che galleggiano nel mare della conoscenza; similmente a certi cammini iniziatici che portavano gli apprendisti a penetrare nei segreti della conoscenza, magari solo vedendo sotto unaltra luce quello che era sempre sotto gli occhi di tutti. Stiamo compiendo questo cammino senza appartenenze o settorialismi, ma solo mossi dalla voglia di conoscere e far conoscere le nostre verit. C infatti dentro ognuno di noi un frammento di Verit e di sapere. Se solo riuscissimo a condividerlo, avremmo accesso ad un sapere collettivo e senza limiti. Buona lettura e a presto! Arch. Vincenzo Di Gregorio

RUNA BIANCA

NOVEMBRE 2011 | n.5

NOVEMBRE 2011 | N.5

sommario
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Editoriale

a cura di Vincenzo Di Gregorio

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RUBRICHE
Jung e la legge dellUno Viaggio interiore alla scoperta della coscienza universale
a cura di Lilly Antinea Astore LA BIBBIA SVELATA PERLE DI SAGGEZZA

Lenigma delle rovine di Miraflores. Spedizione nella cordigliera di Paucartambo


di Yuri Leveratto

La Scienza Sacra dei costruttori di megaliti. Origine culturale delloperazione megalitica (III)
di Marisa Grande

Dalle traduzioni letterali della Bibbia ricaviamo che non ci hanno raccontato tutto e nemmeno il vero (V)
a cura di Mauro Biglino I SENTIERI DI OGMA

LErba dei Templari. LHypericum perforatum


di Giorgio Pattera

Personaggi particolari per una Torino magica. Nella teoria come nei fatti (I)
di Danilo Tacchino

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Lilith il mito della dea ribelle (II)


a cura di Fabio Truppi PUNTEGGIATURE CULTURALI

Ipazia di Alessandria. Antica luce femminile di sapienza


di Adriano Petta

A che punto il mistero


a cura di Elena Serughetti

Lenigma delle due Gioconde. Le colonne mancanti


di Maria Benedetta Errigo

La Ziggurat Sarda

SARDEGNA DA SCOPRIRE

a cura di Pietrino Sechi

ARTICOLI
Siamo tutti Celti? Il Popolo dei Celti non mai esistito
di Mario Moiraghi

Ufologia, ovvero la ricerca riferita agli oggetti volanti non identificati e ai fenomeni annessi
di Candida Mammoliti

In volo sulle ali del Graal. La linea dellOrso


di Davide Ursi

Comitato redazionale: Vincenzo Di Gregorio Lilly Antinea Astore Francesca De Salvia Andrea Critelli Sviluppo e progetto grafico: Andrea Critelli Contatti redazionali: redazione@runabianca.it Sito web: www.runabianca.it

Il punto del mistero. Punto G: punto erotico o punto iniziatico?


di Valter Bencini

Il Risorgimento Italiano nellopera della Massoneria


di Marco Pizzuti

Pier Luigi Ighina. Luomo venuto dalle stelle


di Jusy Zitoli

Lintelligenza del dado. Parlar di simboli

di Giovanni Francesco Carpeoro

Un altro tempo, un altro luogo


di Ludovico Polastri

Anticipazioni Runa Bianca numero 6, dicembre 2011

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RUNA BIANCA

Perle di saggezza
Jung e la legge dellUno

a cura di Lilly Antinea Astore

Viaggio interiore alla scoperta della coscienza universale

FOTO: LOMBRA, MAGRITTE

reud apre la strada allapproccio psicoanalitico del sogno, ma lanalisi freudiana si amplia con lopera di uno dei suoi discepoli, il dissidente professor Carl Gustav Jung, la cui opera di capitale importanza per la sua scoperta dellanima. Jung denuncia la riduttiva esposizione freudiana sulle motivazioni prettamente sessuali del sogno, visione che porta ad un immiserimento della ricchezza della vita. Inoltre, tali motivazioni sarebbero per Freud prettamente individuali; Jung dimostra invece che linconscio individuale partecipa del cosiddetto inconscio collettivo, e che dunque la psiche umana parte di una psiche cosmica: questo senza dubbio uno dei punti pi importanti e caratterizzanti della sua ricerca. A proposito dellinconscio collettivo, esso ben descritto in un passo significativo dellopera di Jung Luomo alla scoperta della sua anima: di esso afferma che sian concentrato, n inten-

so, ma crepuscolare fino alloscurit, vi guadagna unenorme estensione e racchiude uno accanto allaltro, in modo paradossale, gli elementi pi eterogenei disponendo, oltre che di una massa indefinita di percezioni subliminali, anche del prodigioso tesoro delle stratificazioni deposte durante la vita degli antenati che, con la loro sola esistenza, hanno contribuito alla differenziazione della specie. Se si potesse personificare, linconscio prenderebbe le sembianze di un essere umano collettivo che vive ai margini della specificazione dei sessi, della giovent e della vecchiaia, della nascita e della morte, forse dellesperienza umana quasi immortale di uno o due milioni di anni... perch avrebbe vissuto la vita dellindividuo, della famiglia, della trib e dei popoli un numero incalcolabile di volte e conoscerebbe il ritmo del divenire, della fioritura e della decadenza. Il sogno proviene da unanima oscura e unificatrice: grazie al sogno, noi sprofondiamo

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Jung e la legge dellUno nellUno Cosmico e accediamo ad una memoria che oltrepassa la nostra limitata individualit. Jung ha osservato che, ogni volta che un suo paziente entrava in una situazione di conflitto, emergeva a livello individuale un conflitto umano generale ed anche i motivi onirici assumevano un aspetto collettivo, per il quale era possibile trovare corrispettivi nella mitologia o nelle favole. Jung arriv cos alla definizione di archetipo; esso un motivo onirico che deriva da un sostrato cosmico, linconscio collettivo, del quale egli fornisce questa descrizione: Gli archetipi rappresentano la vita e lessenza di una psiche non individuale. Malgrado questa psiche sia innata in ogni individuo, non pu essere modificata n posseduta, allo stesso modo in cui il mare comprende la singola onda. Un passo illuminante, che mostra come il nostro Io cosciente e limitato sia radicato nellinconscio. Paradossalmente, questinconscio la fonte della coscienza individuale e rimanda ad unaltra forma di coscienza. La grande scoperta di Jung sfoci nellindividuare sviluppi psichici paralleli nei riti iniziatici dei popoli primitivi, nei grandi culti esoterici, nelle religioni occidentali e nella Grande Opera degli Alchimisti. I sogni delluomo moderno rievocano questo passato e permettono di capire alcuni testi altrimenti inintelligibili. Il sogno la rivelazione dellappartenenza delluomo ad unordine cosmico; gli archetipi ne sono la prova. Per essere pi concreti, esaminiamo un sogno che pu chiarire le caratteristiche dellIo onirico. Si tratta di un sogno riferito da Jung: chi parla una ragazza di 17 anni, che presenta sintomi disteria e che fisicamente ha unatrofia muscolare ad uno stadio iniziale. La paziente racconta: Rientro a casa di notte... vi regna un silenzio di morte; la porta della sala socchiusa e scorgo mia madre impiccata al lampadario, il vento che entra liberamente dalla finestra la fa dondolare. Improvvisamente, un rumore spaventoso risuona nella casa; mi chiedo cosa stia succedendo, e vedo un cavallo terrorizzato che galoppa nellappartamento e che, attraversando la porta del corridoio,

Lilly Antinea Astore

FOTO: ILLUSTRAZIONE DEL LIBRO ROSSO TRATTA DAL LIBER NOVUS

precipita in strada dal quarto piano. Lo guardo con terrore: sfracellato al suolo. In questo sogno ci sono due simboli dominanti: la madre e il cavallo. Si tratta di due entit equivalenti, perch entrambe si uccidono. La madre un archetipo che evoca lorigine, la natura, la creazione passiva e, di conseguenza, anche la natura materiale, il ventre, laspetto istintivo, impulsivo, il lato fisiologico, il corpo che abitiamo e che ci contiene; perch la madre un recipiente, una forma concava che porta e nutre. Essa incarna anche il funzionamento vegetativo, linconscio, le basi della coscienza. Queste allusioni racchiudono buona parte dellevoluzione mitologica e filologica della nozione di madre o, meglio, di una parte essenziale di ci che la filosofia cinese chiama Yin. Questa non unacquisizione individuale

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Lilly Antinea Astore

Jung e la legge dellUno

si pu constatare, un equivalente della madre, con la differenza che il significato si sposta da vita originale (la madre) a vita permanente animalesca e corporea (il cavallo). Se applichiamo questo significato al sogno, ne risulter questa interpretazione: La vita animalesca si autodistrugge. Si pu notare come, nel sogno, la morte stessa trasmuti in un significato che va oltre la morte di un individuo. Questo perch nel sogno si esprimono le immagini e le tendenze che provengono dalla natura pi profonda e primitiva dellanima. Lesempio fatto illustra alla perfezione la concezione junghiana del sogno. A questo punto possiamo vedere la demarcazione tra Freud (vedi il n4 de La Runa Bianca) e Jung: questultimo rifiuta il monismo sessuale freudiano e svolge unanalisi tutta particolare della natura del sogno. Anche Jung, come Freud, mette in gioco nellanalisi il metodo delle associazioni ma, quando tutte le associazioni sono state FOTO: LA CONDIZIONE UMANA, MAGRITTE sfruttate, lanalisi fa ricorso a parallelismi storici, etnografici e cos via. (soggettiva) della ragazza in questione, ma pos quello che Jung chiama metodo delle apsiamo trovare in tutto ci uneredit collettiva, plicazioni, e che si basa su questa affermazione rappresentata nella parte pi antica della psiche; junghiana: Bisogna oltrepassare il limite della di conseguenza, essa risiede in tutti i popoli e soggettivit ed estendere limmagine. Jung giuin tutti i tempi. Ecco dunque un esempio della dica il processo interpretativo di Freud riduttivo complessit del simbolo, che affonda le radici in e casuale, e vi aggiunge quindi una prospettiva un retroscena cosmico. storica sintetica e finalistica. In questo viaggio Ma qual, in questo caso, il significato del sonel mondo onirico, penso si possa giungere ad gno? che la vita inconscia si distrugge da sola... una constatazione certa di una scientificit del Il cavallo un archetipo molto diffuso nella sogno, mettendo in risalto, in questa ricerca, le mitologia e nel folklore. Come animale, rappredimostrazioni scientifiche, per riscontrare che senta la psiche non umana. Il subumano, la betutto ha un significato. stia che in noi, incarna cio la psiche inconscia; troppo semplice dire I sogni sono assurdi, ecco perch i cavalli del folklore sono chiarovegoppure Io non sogno. In questo modo si esprigenti, odono da lontano i rumori e talvolta sono me solo la scarsa conoscenza che luomo ha di persino dotati di parola. Il cavallo dinamismo e s stesso. Se non ricordiamo i nostri sogni, non veicolo: porta verso un obbiettivo. Esso , come

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Jung e la legge dellUno per caso: qualche cosa dentro di noi si oppone al ricordo. Hume asseriva nel XVIII secolo: La conoscenza delluomo la pi utile e la meno avanzata di tutte le conoscenze. Freud allorigine di una rivoluzione nella conoscenza delluomo: egli sconvolge i vecchi pregiudizi e pone domande decisive. La psiche umana per tre quarti inconscia: che scacco, per un uomo che pretende di essere caratterizzato dalla coscienza! Il sogno ha un senso, che il sognatore stesso deve far emergere attraverso associazioni di idee. Eppure, qualche volta il sogno enigmatico: rimanda ad impulsi sessuali il pi delle volte trasformati dal controllo della censura; esso rivela quella parte di noi che vogliamo ignorare e che ci turba tanto pi quanto vogliamo ignorarla. Ecco perch conoscere i sogni una terapia: una persona si pu curare anche con linterpretazione dei sogni. Perci Freud poteva affermare che lo studio dei sogni la migliore preparazione allo studio delle nevrosi. Lapporto di Jung svela prospettive nuove: non basta spiegare lindividuo con lindividuo, bisogna anche considerare il rapporto tra la psiche individuale e la psiche cosmica; allora il sogno diventa il luogo privilegiato degli archetipi, veicolo delle eterne immagini della vita. Nel sogno, luomo si riannoda allorigine, alla madre, alla terra,

Lilly Antinea Astore a Dio. Jung consente cos di stabilire un legame tra una psicoanalisi del sogno ed una parapsicologia del sogno. La stessa analisi degli archetipi e dellinconscio collettivo implica la possibilit di tale collegamento. Moltissimi sogni premonitori rimandano alla memoria-madre, al passato cosmico. La scienza ha capito facilmente che le sue frontiere sono suscettibili di sempre ulteriori allargamenti, non tanto in estensione, quanto in profondit. In questo grande processo di sviluppo della coscienza pu aver luogo un bilanciamento di tutta la nostra parte cosciente con la parte inconscia, che pu permettere allessere umano di raggiungere quella che Jung definisce totalit... cio una reale coscienza universale, un viaggio nel quale ci che conta non la meta -forse irraggiungibile- ma il momento stesso del viaggio, verso un obiettivo che ci pu portare ad un equilibrio coerente tra parte conscia e inconscia. Tutto ci pu consentire di dare alla nostra vita un senso di totalit e di ricongiungimento con quellunit primordiale che ha il potere di dipanare ogni conflitto individuale, trasmutandolo alchemicamente in un bene universale realmente totalitario... una nuova umanit, dove la dimensione del sogno e dellarchetipo divengono armonia di simboli di vita.

LIllY ANTINEa ASTORE


una studiosa eclettica con interessi in svariati campi che spaziano dalle scienze di confine, allesoterismo, dallarcheoastronomia, allarte ed allufologia. cavaliere dell Ordine Mistico Rosacrociano. A soli 15 anni intraprende il suo percorso di ricerca partecipando con uninnovativa relazione sul tema del Rinnovamento , alle conferenze presso le Universit di Bologna e di Camerino, organizzate da Massimo Inardi, Peter Kolosimo, Roul Bocci ed il Conte Pelliccione di Poli. Il campo esoterico collabora con il Centro Studi di Lecce di Franco Maria Rosa dalla quale apprende ed approfondisce le Medicine Olistiche. In campo culturale Rappresentante internazionale della Synergetic-Art, movimento artistico-culturale fondato

da Marisa Grande, che si prefigge come obbiettivo finale la ricomposizione globale, una conoscenza collettiva, coniugando tra loro nuovi ed antichi saperi ed annullando i rigidi settorialismi accademici. Nellambito ufologico ha partecipato per anni a numerosi simposi e convegni del settore e collaborato con lassociazione no-profit : Rete-Ufo, dedita allo studio dell extraterrestrialismo. Dal 1990 creatrice e conduttrice del programma radiofonico DIMENSIONEX: Indagini nel Mistero . Un programma radiofonico che affronta in maniera sinergica numerose e controverse tematiche per lo pi ignorate dalla scienza ufficiale e dallinformazione generalista e che la consacra tra le principali divulgatrici in Italia delle tematiche legate al mistero, allesoterismo, allufologia e allarcheo astronomia. Attualmente fa parte della redazione della Runa Bianca.

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La Bibbia svelata

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a cura di Mauro Biglino

Dalle traduzioni letterali della Bibbia ricaviamo che non ci hanno raccontato tutto e nemmeno il vero (V)

FOTO: FRAMMENTO DI PAPIRO EGIZIANO DEL 200 A.C CIRCA (FONTE: MARTIN SCHYEN)

roseguiamo nel nostro racconto relativo alle curiosit bibliche esaminando questa volta un concetto che viene spesso sottolineato e rimarcato: la Bibbia il libro ispirato da Dio e dunque non sbaglia. Tutto il nostro lavoro parte invece dal presupposto che la Bibbia sia un libro di storia scritto da uomini, e come tale abbia tutte le caratteristiche dei libri di storia: contenga verit e falsit, cronaca asettica ed esagerazioni volute, descrizioni oggettive, sottolineature forzate ed errori Vediamo alcune curiosit proprio in relazione alle inesattezze. Pochi esempi evidentissimi: sono passi in cui non esistono possibilit di varianti interpretative cui attribuirli. Si tratta proprio di errori indiscutibili: 1. In Tobia 1,2 c scritto che la deportazione di cui si parla avvenuta al tempo di Salmanassar, mentre si verificata al tempo di Tiglat-Pileser III. 2. In Tobia 1,15 c scritto che quando mor Salmanassar sal sul trono suo figlio Sennacherib, mentre il successore fu Sargon II. 3. In Daniele 4,30 si parla della follia di Nabucodonosor, mentre lo squilibrio mentale colp suo figlio Nabonide (555-539), che abbandon trono e Babilonia per ritirarsi nelloasi di Tema (vicenda narrata anche in un documento di Qumram conosciuto come la Preghiera di Nabonide).

4. In Daniele 5,2 c scritto che Baldassar era figlio di Nabuconosor, mentre in realt era figlio di Nabonide. 5. In Daniele 5,30 c scritto che Baldassr venne ucciso alla presa di Babilonia, mentre il re che fu ucciso quella notte era Nabonide, perch Baldassar era gi morto in precedenza nel corso di una battaglia condotta fuori dalla citt. 6. In Daniele 6,1 si dice che, alla morte di Baldassr, Dario il Medo ricevette il regno (di Babilonia), mentre fu il re persiano Ciro a conquistare la citt; Dario la riconquist solo nel 521, sconfiggendo un ribelle che aveva preso il potere nominandosi Nabucodonosor IV. 7. In Daniele 10,4 si narra di una visione che il profeta ebbe a Babilonia e si dice ero sulla riva del fiume Tigri quando noto che a Babilonia scorre lEufrate. La cosa curiosa che sul libro di Daniele, cos colmo di imprecisioni, si costruiscono numerose interpretazioni ed elaborazioni profetiche relative al futuro. Va detto per che gli Ebrei non lo inseriscono neppure nei libri profetici (nevim) ma nellelenco dei semplici e meno importanti ketuvm: gli scritti. Riportiamo in questo elenco di errori non imputabili a dubbi interpretativi una vicenda che tutti noi conosciamo dallinfanzia: il duello tra Davide e Golia, lo scontro tra il pastorello armato

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Dalle traduzioni letterali della Bibbia... (V) di fionda ed il gigante spaventoso dotato di armi che avrebbero fatto piegare le ginocchia anche ad un esperto guerriero. Siamo nel periodo storico in cui Davide ha cambiato casacca: da alleato dei Filistei ne diviene acerrimo nemico. In Samuele 2, 21 si racconta di numerose battaglie in cui tra le fila dei filistei combattevano i discendenti di Raf, della stirpe dei Nefilm: i giganti che avevano anche sei dita per ogni arto, ci dice la Bibbia. In quellinsieme di circostanze furono uccisi alcuni di quei giganti: Isbi-Benb, Saf e un altro che non viene nominato. La cosa interessante per che, nel corso della battaglia combattuta in Gob, lebreo Elchanan, figlio di Jair, colpisce a morte il gigante Goliat. Ma c un particolare di non poco conto: lautore, o chi lha ispirato, dimentica che Goliat era gi stato ucciso da Davide, come narrato in Samuele1;17, 23 e segg passo in cui si descrive la famosissima ed epica vicenda del pastore Davide che colpisce Golia con la fionda e poi lo uccide con la sua stessa spada. Mentre il versetto Samuele 2; 21,19 dice che Elchanan colp Goliat e che Elchanan abbia ucciso il gigante proprio in questa occasione, lo ripete con chiarezza il versetto 22: Quei quattro erano discenti di Rafa e caddero per mano di Davide e dei suoi servi. I quattro erano infatti: Isbi-Benb, che viene ucciso da Abisai, figlio di Zerui; Saf, che viene abbattuto da Sibbecai il

Mauro Biglino cussita; il gigante innominato e dotato di sei dita per ogni arto viene che ucciso da Gionata, figlio di Sime; Goliat, che appunto viene colpito da Elchanan. Insomma, non sappiamo da chi fu ucciso il gigante Golia: la notizia non fondamentale in s, ma gli errori ci dicono molto sulla reale ispirazione biblica, e se si volesse dire che Dio ha trasmesso la giusta ispirazione e gli errori vanno imputati agli scribi ed hai copisti, potremmo allora rilevare, con una battuta, che Lui stato quanto meno un pessimo correttore bozze, perch ha consentito la pubblicazione e circolazione di un testo spesso sommario ed impreciso. Infatti altri ne vedremo di errori, contraddizioni, incongruenze La Bibbia va veramente letta come un libro in cui degli uomini hanno narrato la loro storia ponendo lattenzione soprattutto a due obiettivi: glorificare la loro nazione (come facevano e fanno tutti i popoli) e - da un certo momento storico in poi - diffondere la dottrina monoteistica tentando di affermare come unico il loro dio. In questa operativit, cos finalizzata e distribuita nei secoli, gli errori compiuti dai numerosissimi autori sono pressoch inevitabili: in questo intrico bisogna inserirsi con pazienza, nel tentativo di enucleare il nocciolo di storicit che ci aiuta a comprendere su quali basi si fondano le religioni del Libro.

MaURO BIGlINO
Realizza prodotti multimediali di carattere storico, culturale e didattico per importanti case editrici italiane, collabora con varie riviste, studioso di storia delle religioni, traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo: dalla Bibbia stuttgartensia (Codice di Leningrado) ha tradotto 23 libri dellAntico Testamento di cui 17 gi pubblicati. Da 30 anni si occupa dei testi sacri nella convinzione che solo la conoscenza e lanalisi diretta di ci che hanno scritto gli antichi redattori possa aiutare a comprendere veramente il pensiero

religioso formulato dallumanit nella sua storia. Tra i suoi libri ricordiamo: Resurrezione reincarnazione. Favole consolatorie o realt? Una ricerca per liberi pensatori (Uno Editori, 2009), Chiesa romana cattolica e massoneria. Realmente cos diverse? Una ricerca per liberi pensatori (Uno Editori, 2009), Il libro che cambier per sempre le nostre idee sulla Bibbia (Uno Editori, 2010) e...

Il Dio Alieno della Bibbia Uno Editori, 2011

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I sentieri di Ogma
Lilith il mito della dea ribelle (II)

a cura di Fabio Truppi

FOTO: IL ROGO DELLE STREGHE DA UN ANTICA ILLUSTRAZIONE

ilith non fu la sola divinit oscura dellantica civilt del Vicino Oriente Antico. Altra terribile dea-demone mesopotamica denominata, tra laltro, sorella delle divinit delle Strade, era Lamashtu. Da entrambe deriverebbe proprio la famosa dea greca Ecate, figlia di Zeus e Latona, o di Perseo e Asteria, oppure di Ade e Demetra. Ecate era anzitutto la personificazione della Luna, non priva di aspetti sinistri, la quale presiedeva durante la notte alle strade; la sua statua veniva posta in ogni incrocio, e incuteva paura persino agli spiriti, essendo essa la guida notturna dei morti. Fu ideata con tre teste, le tre fasi lunari, con chioma di serpi, reggente fiaccole e pugnali; siamo in presenza di una delle prime forme di Trinit divina (come per la teologia cristiana nei confronti del proprio Dio) largamente diffusa e conosciuta e di cui si hanno raffigurazioni gi nel VI sec. a.C. (Una divinit analoga altrettanto

importante nella cultura minoica del II millennio a.C. era stata la cosiddetta Dea dei Serpenti.) Gli antichi Greci credevano che avesse influenza sul bestiame, rendendolo fecondo o sterile a seconda del suo imperscrutabile volere; per far propendere verso la prima di tali evenienze, essi non mancavano di offrirle focacce con impressa la figura di un bue o di un ariete. La civetta era la sua messaggera sebbene nelle raffigurazioni essa poteva apparire pi spesso con cani ululanti e simboli lunari; le fiaccole soprattutto significavano la sua funzione di accompagnatrice e protettrice degli uomini nella loro vita e nella strada dal mondo dei vivi a quello dei defunti. La denominazione Hekate Kleidoukoz, vale a dire Colei che tiene la chiave, si riferisce allattributo divino che chiarisce come ella fosse predisposta a sorvegliare il passaggio dal mondo superiore al mondo infero, ctonio. Il serpente era collegato al mito del labirinto e di tale passag-

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Lilith il mito della dea ribelle (II) gio, ma anche al mondo degli inferi, dal momento che striscia sulla terra, divenendo poi secoli dopo, nella cristianit, il simbolo stesso del male. Presso le popolazioni di cultura celtica, tale importante divinit corrispondeva a Morrigan, la triplice dea lunare moglie del grande dio della luce Lug, di sicura derivazione dalla primigenia Dea Madre della fertilit e della vita. Laspetto della Trinit (la vergine, la madre e la vecchia), come risulta anche dalla statuaria celtica, accompagnato dal simbolo della Luna giacch questultima in cielo percorre il triplice ciclo di nascita, crescita e morte. (Figura letterariamente vicinissima alla Morgana arturiana, alter ego dello stesso druido Merlino). Altre figure molto simili e vicine nella loro significativa simbologia divina sono le Moire della mitologia Grecia, le tre divinit vestite di bianco, chiamate Cloto, Lachesi e Atropo, rappresentate nellatto di filare i giorni della vita di ogni uomo, dalla giovinezza alla vecchiaia. In particolare Atropo, la pi piccola di statura delle tre, era considerata anche la pi terribile, anche e soprattutto perch apportatrice della morte. Tutte e tre, altamente venerate, erano la personificazione stessa del Fato ineluttabile. Nellantica Roma, la divinit che pi di ogni altra si pu accostare a Lilith senzaltro Diana (lArtemide dei Greci), considerata dea dei boschi e anchessa personificazione della Luna. Un barlume di tendenza al riscatto daltronde riscontrabile proprio nella festa a lei dedicata celebrata dai Romani il 13 agosto: era la cosiddetta festa degli schiavi. Con il crollo dellImpero Romano e la definitiva cristianizzazione dellOccidente, tutte le divinit pagane vengono eclissate, seppur mai del tutto, mentre si assiste a un crescente e implacabile dominio dellimportanza del ruolo maschile rispetto a quello femminile. A ci va aggiunta quella profonda crisi economica e sociale che invest il Basso Medioevo, scatenata dallarrivo e dalla diffusione epidemica della peste in Europa, causa di uno spaventoso tracollo demografico, anzitutto, e di una esasperata paura della morte e del giudizio divino cui neppure la fede e il fervore sembravano porre rimedio. Conseguenza dalle complesse sfaccettature di questa situazione sar il fenomeno della caccia alle streghe, laddove la vittima sacrificale, che solo il fuoco

Fabio Truppi

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FOTO: DIANA DI VERSAILLES AL LOUVRE, COPIA ROMANA DEL I SEC.D.C. DI ORIGINALE GRECA ATTRIBUITA A LEOCARE

poteva realmente purificare dal male, diveniva il bersaglio designato di un malessere ormai sfociato nel delirio pi atroce e nel pi buio oscurantismo (le streghe erano persino accusate di trasmettere malattie). Eppure il fenomeno della cosiddetta stregoneria oggi sappiamo essere molto pi razionale e stratificato, nella sua manifestazione, di quanto si pensato per secoli, fino a tempi recenti. NellEuropa medioevale ci sono donne che, in mancanza di poteri istituzionali, tentano di far sopravvivere il proprio gruppo sociale mediante nozioni che sono state loro tramandate da tempi ancestrali, e quindi utilizzano il buon senso e la saggezza per risolvere liti, usano erbe e decotti per curare invero le malattie, il tutto alimen-

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Fabio Truppi

Lilith il mito della dea ribelle (II)

tato e tenuto vivo dalla fede nei vecchi dei, molpersecutrice dei neonati; il suo odio per Eva scato spesso identificabili con la Natura stessa, con il turiva dal fatto che lei le aveva preso il posto nel mondo delle piante e degli animali. Un concetto cuore di Adamo. Lilith era talmente temuta e la sempre pi mal tollerato dalla Chiesa con il pasconvinzione del suo potere nefasto fu talmente sare degli anni, tant che fu solo in un secondo forte nel popolo ebraico che il capofamiglia, o tempo, quando il fenomeno divenne troppo rileuna persona nota per la sua piet, attaccava alla vante per essere accantonato, che si ritenne neporta, sui muri, sul letto delle scritte che dicevacessario combatterlo, da principio classificando no Adamo, Eva, fuori Lilith. la stregoneria come una delle tante sette eretiQualche volta venivano aggiunti pure i nomi che e successivamente come una categoria a dei tre angeli (Sanvi, Sansanvi e Semangelaf) che, parte. incaricati di annegare Lilith nel Mar Rosso, ne ebIrrimediabilmente segnata appare la sorte bero piet e la risparmiarono facendosi prometdella civetta, del gufo e del barbagianni, tutti e tere che non avrebbe fatto del male ai bambini tre uccelli notturni, ritenuti indistintamente e l dove vedeva i loro tre nomi. Mentre la notte simbolicamente malefici e ctonii, i quali divendella circoncisione, in una ricorrenza cos imporgono vittime di un ulteriore equivoco che lega la tante per gli Ebrei, Lilith veniva allontanata con civetta alla parola strega; in realt, una certa difla recitazione di letture pie. ferenza tra i vari animali era comunque presenPer tutto il Medioevo la civetta Lilith unate soprattutto nellantica Grecia dove il nimemente considerata come gufo era rispettato e ritenuto laspetto femminile ancestrale una sorta di animale sacro, della sessualit oscura, nonch nonch simbolo della dea essere funereo e notturno, cos Atena, a differenza della cicome descritto nei bestiari mevetta che poteva invece far dievali, e fin troppo facilmente parte della selvaggina con entrer a far parcui eventualmente cibarte della tradizione si. La strix di cui ci parlano esoterica e alchimiPlauto, Properzio, Ovidio stica. e Plinio, quelluccello A due dei personotturno che sucnaggi pi conosciuti chia il sangue soe legati a questo amprattutto dei bambiente, lalchimista e bini e che sovente negromante Edward si presenta come la Kelley e lastrologo John Dee metamorfosi di una (attivo nella corte della regina donna malvagia o di una Elisabetta), risale una vera e prolarva, per identificabile pria invocazione magica compospecificamente con il barbasta verso la fine del XVI secolo, gianni; eppure in parecchi diachiamata Appello di Lilith, che letti italiani la civetta (che in rappresenta una delle forme latino in verit noctua) verr rituali pi fruite nella magia lichiamata in un modo che dilithiana. pende proprio dalla parola strix, Per centinaia danni dunque la cui assonanza con il termine la fama e linfluenza avute dal strega sar fin troppo scontata. mito di Lilith si sono tramandate Nella traduzione rabbinica e preservate, con una diffusione medievale, Lilith la spotale da ritrovare nella tradiziosa infedele di Adamo, la ne celtica chiari riferipreferita delle quattro menti a esso, successimogli del Diavolo e vamente allimportante FOTO: ECATE, INCISIONE DI WILLIAM BLAKE (1795)

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Lilith il mito della dea ribelle (II) divinit lunare di Morrigan. In particolare, nella mitica figura irlandese della Banshee che persistono tratti evidenti celtizzati della dea Lilith e del legame con il mondo delloltretomba. La Banshee, cos come leggiamo nel classico Dizionario irlandese, non sarebbe altro che uno spirito femminile, o fatadonna, che di notte era solita cantare lamentazioni funebri presso quella casa in cui qualcuno giaceva malato ed era vicino alla morte. Una tradizione, cos simile a quella italiana dellUccello della Morte, che stata protagonista di alcune storie preziosamente riportate, assieme ad altre leggende, dallo studioso Thomas Crofton Crocker durante le sue ricerche, e pubblicate a Londra nel 1825 nella famosissima raccolta Fairy Legends and Traditions of the South of Ireland. La figura della Banshee entrer anchessa a far parte della letteratura fantasy, un genere da sempre capace di assimilare e reinterpretare creativamente innumerevoli miti e leggende, nei quattro romanzi del fortunato ciclo dei Rigante, ideato dal grande autore inglese David Gemmell (1948 2006). Tale figura, sebbene secondaria rispetto ai personaggi principali, assume nei romanzi un ruolo molto importante nello svolgersi dellintreccio narrativo, oltre a essere altamente temuta e considerata da coloro con cui essa entra in contatto; e fa riflettere la modalit con cui, dopo cos tanti secoli e vicissitudini, un mito cos antico sia riuscito a riemergere e a comparire non su frammenti lapidei rinvenuti da archeologi n su vecchi testi di qualche rara biblioteca specializzata, bens nei testi narrativi della moderna fantasy del XXI secolo. Lilith insomma, a unanalisi pi attenta, non soltanto ci concede la possi-

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FOTO: DEA DEI SERPENTI RINVENUTA A CRETA, 1600 A.C..

bilit di riportarci alle affascinanti origini di un mito millenario nato, si pu dire, con luomo stesso ma, a dispetto di una genesi cos arcaica, si dimostra tuttora capace di proclamare al mondo la sua fiera indipendenza, rivendicando fin dallalba dei tempi quel diritto per cui ogni donna lotta da sempre, dando voce a un giusto riscatto del mondo femminile al quale la storia, forse in ritardo, ha dato ragione. Roma nel 2004. Chitarrista e appassionato di letteratura fantastica, nonch vincitore di numerosi concorsi letterari nazionali, svolge attualmente attivit di docenza in Lettere.

FabIO TRUPPI
Nato a Francavilla Fontana (Br), laureato in Conservazione dei Beni Culturali (Beni Architettonici, Archeologici e dellAmbiente), discutendo nel 2002 una brillante Tesi su Atlantide con lausilio del professore e archeologo Riccardo Guglielmino, docente di Archeologia e Antichit Egee allUniversit degli Studi di Lecce, pubblicata dalle Edizioni Bardi di

Atlantide. Tra mito e archeologia Bardi Editore, 2004 RUNA BIANCA

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Punteggiature culturali A che punto il mistero

a cura di Elena Serughetti

l termine mistero ha subto nel tempo diverse variazioni di significato rispetto a quello originario di mantenere il silenzio (dal greco muein, chiudere la bocca, usato per indicare liniziazione ai culti misterici). Il suo significato si poi allargato a comprendere accezioni come cosa arcana, ignota, enigma, ci che ancora non si conosce; a met del 900 Einstein scriveva: La sensazione pi bella che possiamo provare il mistero. Costituisce lemozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza. Colui che lha provata e che non ancora in grado di emozionarsi come una merce avariata, come una candela spenta.1 Il mistero alla base della scienza, dunque: perch dalla curiosit verso ci che ancora insondato che nasce la spinta della ricerca. E allo stesso tempo, quella stessa emozione del mistero che dovrebbe pervadere ogni scienziato durante tutta la sua vita, ricordandogli che quante pi cose scopre, tanto pi si allarga lorizzonte di quelle ignote. La consapevolezza profonda dei pregi e dei limiti dellapproccio scientifico nellindagine della realt dovrebbe essere il fondamento che sostiene la ricerca cos come la divulgazione della scienza. Eppure, sebbene lepoca del Positivismo ottocentesco sia terminata da oltre un secolo, listruzione scolastica e la divulgazione scientifica
 ) Albert Einstein: Come io vedo il mondo. Giachini Editore, 1952

FOTO: PARTE DELLA NEBULOSA OMEGA (FONTE: NASA)

sembrano essere ancora ferme a quel tempo. Le scoperte scientifiche del 900 avevano tutte le potenzialit per scardinare alla base il sistema di paradigmi creato nel secolo precedente. Avrebbero dovuto farlo. La forza di quelle scoperte era dirompente, come lo quella delle ricerche condotte tuttoggi. Eppure siamo ancora imprigionati in un sistema mentale di stampo meccanicista, che per sua stessa natura non pu che rifiutare le conquiste intellettive della fisica moderna non deterministica. Ancora oggi i nostri ragazzi vengono istruiti sulla base di programmi che non contemplano le scoperte della fisica quantistica (quantomeno non quelle pi dirompenti, come la non-localit), e che si guardano bene dalleducare a riflettere sulle implicazioni sconvolgenti di queste scoperte sul sistema di credenze comune. Si tratterebbe infatti di un vero cambiamento di paradigma2, un mutamento radicale delle sovrastrutture mentali e culturali su cui ognuno di noi fonda la propria vita. Durante la nostra giornata diamo per scontata una quantit impressionante di concetti e realt, che ci sono stati trasmessi a scuola e che abbiamo impiantato nel nostro cervello fino al livello pi profondo. Sono ormai divenuti veri e propri dogmi su cui non ci poniamo domande. Scardinare anche solo uno di questi capisaldi diventa impresa quanto mai ardua. E allora entriamo in un circolo vizioso per far stare quieta la mente:
2) Robert Schoch: La voce delle pietre. Net, 2005

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A che punto il mistero la storia delluomo esattamente come lhanno insegnata a scuola, non esistono teorie scientifiche diverse da quelle insegnate degne di essere prese in considerazione (perch non sono state pubblicate su riviste peer-review!); e cos, forti di queste conoscenze insindacabili, se anche alcuni ricercatori pubblicano studi su scoperte che vanno contro le teorie accettate, siamo certi si tratti di millantatori, o quantomeno di esperimenti errati. Ecco che quindi le reazioni nucleari a debole energia non sono realt, le costruzioni piramidali in Europa non esistono, i vaccini hanno sconfitto le malattie infettive, manufatti umani antecedenti al Paleolitico sono impossibili e via dicendo. Il sistema di formazione scolastico tale per cui anche i laureati in materie scientifiche, bench abbiano in mente che la scienza in costante evoluzione, siano fermamente restii ad accettare ipotesi lontane da quelle apprese alluniversit. La scuola non infatti un luogo di formazione culturale ma piuttosto il fulcro di un sistema che mira a plasmare gli studenti, a modellarne i percorsi logici in modo da creare sovrastrutture mentali difficilmente modificabili in seguito. Il modo con cui vengono trasmesse le informazioni scientifiche risulta, alla prova dei fatti, affetto dallo stesso difetto imputato alle religioni: la dogmaticit. E questo non solo allinterno della scuola ma anche nella divulgazione: a tutti i livelli vengono trasmesse nozioni che non lasciano in realt spazio al dubbio, al vero dubbio che fondamento della ricerca. Le conclusioni comunemente accettate nella comunit scientifica vengono presentate come fatti indiscutibili, dal big-bang alla natura dei buchi neri alla storia evolutiva del genere umano, per arrivare poi a fenomeni border-line come le percezioni extra-sensoriali e larcheologia non ortodossa: crediamo di sapere cosa sia vero e cosa, invece, sia da catalogare nel calderone

Elena Serughetti dellaria fritta, poich ne abbiamo avuto una presentazione tanto sicura dalla scuola e dai media. Ma ci che noi abbiamo soltanto una rappresentazione mentale della realt, scaturita dallinsieme di nozioni assimilate pi o meno acriticamente nel corso della nostra vita. La mancanza del dubbio nel percorso formativo, che sforna ogni anno migliaia di laureati in discipline scientifiche, fa s che questi nuovi ricercatori si stabilizzino entro binari gi tracciati, arrivando persino a manomettere i dati delle proprie ricerche perch coincidano con unipotesi data gi per acquisita3. Questo fenomeno il segreto di Pulcinella del mondo accademico ed una realt tanto terrificante quanto in continua espansione. Chiunque abbia a cuore la scienza e sostenga di ispirarsi al metodo scientifico non pu che aborrire un atteggiamento simile, che invece non viene considerato come qualcosa di sconveniente allinterno dei laboratori. Cos fan tutti E allora labitudine a manipolare le ricerche per compiacere i finanziatori o le teorie accettate diviene pratica comune su cui pochi trovano da ridire, almeno pubblicamente. Il paradosso che si proclama che la scienza apra la mente e vengono invece formati scienziati dalla mente ottusa. Solo i grandi scienziati, i veri scienziati, che non vengono a compromessi e pongono la scienza al di sopra degli umani affanni, hanno dimostrato di poter contribuire realmente al progresso della conoscenza. Le scoperte pi grandi sono state compiute da quei ricercatori che hanno sempre avuto ben chiaro nella mente e nella coscienza che il dubbio e lemozione del mistero, la consapevolezza dellorizzonte infinito dellignoto e dellindecifrabile realt ultima delluniverso, sono alla base di ogni sana ricerca, non solo scientifica. tempo di cambiare paradigma.
3) Federico Di Trocchio: Le bugie della scienza. Mondadori - De Agostini, 1995

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ElENa SERUGHETTI
Naturalista, si occupa di educazione ambientale e divulgazione scientifica; da anni coltiva per passione lo studio della sto-

ria, dellarcheologia e delle scienze di confine. Collabora con diversi siti web che si occupano di informazione e attualit ed responsabile del sito Crocomania.com (http://www.crocomania. com) e del blog Natura e Cultura (http://naturacultura.blogspot.com).

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Sardegna da scoprire
La Ziggurat Sarda

a cura di Pietrino Sechi

FOTO: LA ZIGGURAT SARDA DI MONTE DACCODDI E LOMPHALOS (FONTE: SECHI PIETRINO)

oshanno in comune i sardi e le maestose strutture religiose dellantica Babilonia? Apparentemente nulla. Eppure sul versante nord-ovest della Sardegna, a 16 km da Sassari, visse una comunit che, circa 6000 anni fa, in epoca prenuragica, eresse una piramide a gradoni simile alle ziggurat mesopotamiche, le enormi torri a gradoni realizzate da sumeri, assiri e babilonesi: laltare preistorico di Monte DAccoddi. questo il nome che, in tutte le guide archeologiche, indica il complesso sacro che si erge sul vasto territorio pianeggiante al confine tra la Flumenargia e la Nurra. Prima della sua scoperta, avvenuta nel 1952 grazie allinteressamento dellallora ministro Antonio Segni, i lavori di scavo furono assegnati allarcheologo Ercole Contu. Gli studiosi erano convinti di trovarsi di fronte a uno dei tanti cumuli di pietre, resti di un nuraghe come tanti in Sardegna, ma gli scavi dimostrarono il contrario.

Emerse infatti qualcosa di unico nel suo genere: un grande tempio di forma tronco-piramidale largo quasi 40 metri, lungo 30. Il popolo che lo aveva costruito abitava il territorio sardo in villaggi di capanne fatte di paglia e legno, sfruttava i costoni calcarei della zona per seppellire i propri morti (nelle cosiddette domus de janas), osservava attentamente la volta celeste e venerava gli dei della natura e del cielo tirando s altissime pietre calcaree, i menhir. Queste genti appartenevano alle civilt prenuragiche identificate nelle culture di Ozieri, Filigosa, Abealzu e Bonnanaro (definizione comunque generica, che include le culture sviluppatesi in Sardegna prima dei popoli costruttori di nuraghi): i loro primi insediamenti risalgono al 6000 a.C., ma lo sviluppo pi considerevole di questa societ avvenne tra il 3300 e il 2480 a.C.; il tempio di Monte DAccoddi risale proprio a questo periodo. E al suo interno nasconde una sorpresa:

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La Ziggurat Sarda un altro tempio, di forma ridotta, che stato definito Il Tempio Rosso per le sue pareti dipinte di ocra, di cui rimangono parzialmente visibili solo il pavimento e un alzato di circa 70 centimetri. Secondo Giovanni Lilliu, archeologo ed esperto della civilt dei Nuraghi, la struttura era alta in origine circa 10 metri: 6 metri per la terrazza base e 4 per una terrazza pi piccola, sovrapposta alla maggiore. Il tempio chiudeva la sua imponenza verso il cielo con unedicola, cui il sacerdote accedeva tramite una rampa lunga pi di 40 metri e da dove celebrava i riti alla presenza del popolo raccolto ai piedi del sacro edificio. Dalla stessa rampa venivano portati in cima alla torre gli animali sacrificali. A sinistra della rampa si trova un menhir alto quattro metri e mezzo, dalla parte opposta un lastrone di calcare di forma trapezoidale posto su tre appoggi, su cui, secondo Ercole Contu, si svolgevano i sacrifici cruenti. A breve distanza stupisce la presenza di due grosse sfere in pietra, una in arenaria, laltra pi piccola in granito grigio: alcuni studiosi le hanno paragonate agli omphalos, le pietre scolpite che rappresentavano lombelico del santuario greco di Delfi, forse ricoperte dal sangue delle vittime. Altri ipotizzano invece si tratti della rappresentazione di una costellazione: lo farebbe pensare la loro forma e il tipo di decorazione incisa con microcoppelle. Ed qui che si fa spazio, tra le polemiche dei cattedratici, lipotesi di un uso pi complesso del tempio. Eugenio Muroni, subacqueo della Soprintendenza archeologica e astrofilo da 30 anni, studiando i movimenti celesti dovuti alla lenta rotazione conica dellasse terrestre (la cosiddetta precessione degli equinozi) afferma che lo ziggurat sardo stato costruito ricalcando la costel-

Pietrino Sechi lazione della Croce del Sud, che in tempi antichi veniva usata dai naviganti per orientarsi durante i viaggi in mare. Osservando il monumento da sud-est, Laltare sembra proprio una croce realizzata in terra o una persona, un gigante in pietra, disteso con le gambe unite e le braccia aperte, faccia al cielo scrive Muroni, sottolineando come lo schema geometrico dellaltare e le sue asimmetrie corrispondano chiaramente alla Croce del Sud. Con laiuto dellarcheoastronomia Muroni si reso conto che nel 2800 a.C., mentre a levante sorgeva la via Lattea, la Croce del Sud si trovava proprio l davanti e raggiungeva la sua massima altezza lungo la via tracciata dalla rampa del tempio. Monte DAccoddi potrebbe essere perci un luogo sacro dedicato al culto della Dea Madre, generatrice di vita e sovrintendente della morte e che, proprio come limmensa volta celeste e come la luna calante, crescente e nuova, muore e si rigenera tramite il passare del tempo e delle stagioni. Queste genti ritenevano che la dea apparisse loro sotto forma di Croce del Sud quando, nelle notti di primavera, la costellazione transitava sotto lorizzonte informando gli uomini che quello era il periodo giusto per darsi allagricoltura e alla navigazione. In questo senso laltare doveva rappresentare il tramite tra cielo e terra, tra luomo e la divinit. Se vi trovate a passare di l, salite sulla sommit di Monte dAccoddi e chiudete per un attimo gli occhi: per qualche secondo vi sembrer di vivere tra queste antiche genti, tra i fuochi accessi, i rumori degli artigiani al lavoro, la voce del sacerdote che prega. Riaprite gli occhi: siete ancora nel presente, ma lo spettacolo della natura che avete intorno vi appagher comunque.

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SECHI PIETRINO
Nato a Sassari, ha avuto fin da piccolo una grande passione per lo studio del passato innamorandosi della storia quando vide per la prima volta il film di Mel Gibson. Dal 2007 lavora nel settore archeologico e di restauro, mentre iscritto alla facolt di beni culturali con indirizzo archeologi-

co. Per lui il modo migliore di studiare la storia e quello di cercare nelle vite delle persone che hanno lasciato insediamenti sul territorio, i monumenti hanno da raccontare molte cose. Collabora a progetti annui come Monumenti aperti sia nella citt di Sassari che a Porto Torres.

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MARIO MOIRAGHI

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Siamo tutti Celti?

Il Popolo dei Celti non mai esistito

FOTO: VERCINGETORIGE GETTA LE SUE ARMI AI PIEDI DI CESARE. DIPINTO DI LIONEL-NOL ROYER, 1899, MUSE CROZATIER A LE PUY-EN-VELAY (FONTE: WIKIPEDIA)

l tentativo di comprendere e decifrare quel complesso di cose che ordinariamente viene chiamato celtico conduce a sorprendenti risultati. Chi si addentra in questa sterminata nebulosa colpito innanzitutto dalla straordinaria invasivit del fenomeno celtico. Citati per la prima volta dai Greci (precisamente da Ecateo di Mileto nel VI sec. A.C.) e da loro localizzati vagamente a nord del mondo frequentato dai Greci stessi, vengono lentamente e inesorabilmente associati, dai celtisti, a innumerevoli popoli antichi, giungendo ad assimilare anche Umbri e Apuli (da cui il nome Puglia), passando da Germani e Reti, Liguri e Veneti, conducendo alla fatidica domanda, per ora estesa alla sola Europa: siamo tutti Celti? Anche i Siciliani? Eppure (seconda sorpresa) ci che i Celti ci hanno concretamente tramandato da quei se-

coli lontani veramente poco. Oggetti e reperti vari, illustrati nei testi specializzati a loro dedicati, sono veramente esigui e miseri, se comparati con le tracce archeologiche di altre Civilt. Le presunte illustrazioni di testimonianza celtica spesso comprendono insignificanti prati verdi, con modeste alterazioni superficiali, che su altri libri possono anche essere spacciate per residui dellatterraggio di astronavi aliene. Si notano poi incredibili mistificazioni, come lattribuzione ai Celti dellinvenzione della birra, prodotta e bevuta nellantico Oriente vari millenni avanti Cristo, anche da chi non li conosceva. Sorprende ancora (quarto punto) il continuo riferimento al mondo etrusco, come matrice culturale di molti reperti celtici. Il materiale trovato negli insediamenti archeologici tutto etrusco o riconducibile al suo influsso. Allora coserano gli Etruschi? Quale capacit di penetrazione cultu-

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Siamo tutti Celti? rale, oggi dimenticata, li caratterizzava? Ma questo un altro problema. Possiamo notare infine che questa splendida epopea celtica sembrerebbe coprire un arco di tempo di almeno tre millenni, dalle prime tracce storico letterarie sopra citate fino ai giorni nostri, facendo invidia alle pi longeve realt storiche, dagli Egizi al Cristianesimo, ridicolizzando Greci e Romani. Su tutto ci occorre ragionare con calma e ponderazione, cercando di separare il grano dalla zizzania, o almeno tentando di mettere a fuoco un p di senso critico, da utilizzare nei nostri occasionali incontri con i Celti o i celtisti. Una ricerca accurata porta a conclusioni non del tutto in linea con quanto ci viene somministrato in occasione di Halloween o delle feste celtiche, con qualche precisazione preliminare. Non si intende affermare che lEuropa dei tempi antichi fosse spopolata e deserta, o abitata da sparuti gruppuscoli di esseri primitivi. Non si vuole negare lesistenza storica di Vircingetorige o di san Colombano. La questione differente: non esistono prove di una unit etnica dei presunti Celti. Non sono mai stati n popolo n nazione, n etnia, n nulla di simile. La quasi totalit di ci che noi consideriamo antico patrimonio celtico appartiene a culture, a tempi e a luoghi diversi e non comunicanti fra loro, inventato, o ricostruito, o forzatamente ristrutturato almeno un paio di millenni pi tardi. Ci che risulta sono semplicemente quei fenomeni di trasmissione di culture, di artigianato e di usanze che hanno da sempre contraddistinto le comunicazioni fra i popoli, senza trascurare quella componente dorigine europea comune, quel sostrato possibile e probabile, da qualcuno sommariamente indicato come indoeuropeo, non senza riserve o doverose precisazioni. Non esistono neppure prove che lIrlanda e le isole britanniche, da una parte, e le regioni dellEuropa continentale, dallaltra, condividano una matrice celtica comune. I presunti Celti irlandesi e i presunti Celti continentali costituiscono due realt totalmente autonome. Per questi due gruppi, in particolare: non esistono prove di una lingua o di una letteratura celtica unitaria; non esistono prove di un collegamen-

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FOTO: INCISIONE SU UN RECIPIENTE IN METALLO

to territoriale, sia esso in forma politica, commerciale o altro; non esistono prove di una storia comune; non esiste una cultura condivisa. Esistono invece precise prove della volontaria manipolazione di fatti e di eventi, al fine di costruire una struttura fittizia, rivolta in generale alla fabbricazione di una tradizione inesistente e, sovente, agli obiettivi particolari voluti da esponenti politici o governativi, soprattutto negli ultimi secoli.

Rompere col passato latino


Occorre dire chiaramente che lintero castello della Questione Celtica semplicemente dovuto alla precisa volont di rompere con il passato romano, latino e cristiano, cattolico in particolare, per creare una nuova fittizia identit europea, forte, laica e di radici antichissime, o presunte tali. Ci potrebbe essere comprensibile, per un

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Mario Moiraghi semplice e spontaneo motivo di psicologia elementare. Capita a molti, se non a tutti, di vagare per le proprie terre di origine, cercando di figurarsi le antiche presenze dei nostri avi, dei nostri antenati, immaginandoli intenti nelle attivit della loro vita quotidiana, cercando di immedesimarsi nei loro pensieri, nelle loro speranze, nella loro spiritualit. E immaginare popoli invasori, giunti da luoghi lontani, per sottomettere e soggiogare uomini e pensieri, non certo gratificante. Ci molto comprensibile se osserviamo che talvolta anche molte religioni forestiere hanno cercato di modificare e forzare, con un insopprimibile istinto missionario, i sistemi religiosi dei popoli conquistati, cercando di spiegare loro che il dio in cui credevano era sbagliato e che solo quello nuovo, portato dagli invasori, era lunico vero. E questo era spesso accompagnato da discipline nuove, preghiere nuove, riti nuovi, imposti se necessario con la violenza. Anche la storia missionaria del Cristianesimo (parte direttamente o indirettamente importante, nel nostro racconto) non certamente apparsa sempre e dovunque fraterna e benevola ma si spesso associata alle conquiste territoriali delle nazioni dominanti. Cercare le proprie radici o rimediare ad errori del passato certamente pi che comprensibile, fino a quando non genera una reazione e una serie di errori uguali e contrari ai precedenti, fino a quando non utilizzato per sostituire la violenza altrui con la propria. comprensibile, se non torna a danno della verit storica e dellautentica radice dei singoli popoli. Non pi comprensibile n accettabile, se non porta gli uomini e i popoli ad affrontare con chiarezza il proprio passato e a prevenire, nel futuro, inutili fanatismi. Non pi accettabile, se ragione di ostilit e frattura, allinterno di una cultura europea che fatica a trovare identit. Non pi accettabile se si fa portatrice di contrapposizioni e usa parole dirompenti come spade. Citiamone almeno un caso, che ritroveremo pi avanti, al quale dobbiamo riconoscere almeno il coraggio della franchezza. Io non amo Roma, vero. Ne hanno abusato, nei miei confronti. Fanciullo, sono stato costretto a

Siamo tutti Celti?

FOTO: CERNUNNOS (DIO DEI CELTI)

credere che le dovevamo tutto, che ella era per noi iniziatrice e madre. E io non riuscivo a darmene ragione. Mi sentivo straniero, ribelle. Non trovavo in me la minima solidariet con questi poeti piatti e con questi avvocati chiacchieroni, con questa specie di prussiani totalitari. Cosa pressoch impensabile, questa lunga ostentazione di rispetto delle nostre scuole, verso i massacratori dei Galli, i guardoni scientifici dei supplizi dellanfiteatro, inventori di un sadismo ufficiale che le SS del XX secolo non hanno eguagliato. Ero a disagio con Roma. Non mi sono mai riconosciuto in lei. Ella non mi ha donato mai alcuno dei miei sogni. La sua religione miserabile, la sua logica a fil di terra non nulla per me... Mi chiedo cosa proveranno nella loro tomba, nel sentire queste parole, Abelardo, Pascal, Racine, Molire, ma anche Jacques de Molay, LAbb Pierre... Atteggiamenti come quello appena riportato gettano ombre sgradevoli sullintera materia celtica e, comunque, rafforzano la necessit di un chiarimento sullintera questione.

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Siamo tutti Celti? Che i Celti siano esistiti realmente la questione centrale che non si pu esaurire in poche pagine. Ma ci appare chiarissimo che, anche se i Celti non fossero mai esistiti, esistono sicuramente i Celtisti, i Celtisti ad oltranza, e il rapporto con loro non sar sicuramente facile.

Mario Moiraghi questi quattro momenti, la cultura celtica comunque in letargo e, quando produce qualcosa, produce solo ripetizioni e reiterazioni di cose gi sentite. Non solo. facile notare che queste quattro presunte fasi della celticit non possiedono nulla in comune. La prima, di periodo etrusco latino, unaccozzaglia di tracce e di reperti confusi. La seconda, gaelica, sostanzialmente dimpronta religiosa, cristiana, mistica e monacale. La terza fiabesca basata su imprese cavalleresche e avventure di ogni genere, anche amoroso. La quarta chiaramente orientata alla ricerca di una identit dei popoli gaelici. Non esiste unevoluzione o uno sviluppo logico e sequenziale fra queste quattro fasi.

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La continuit storica che non c


Unaltro problema di rilevante importanza dunque quello connesso con la continuit storica dei Celti. Al di l delle affermazioni appena riportate, in base alle quali la cutura celtica spazia almeno dal 1000 a.C. fino ai giorni nostri, una ricerca anche approssimata rivela che i Celti sono apparsi e scomparsi secondo un ben preciso ciclo. 1. La loro prima apparizione storica tradizionale datata attorno al 400 o 300 a.C., quando trib bellicose, provenienti dal nord, invadono clamorosamente la penisola italiana. Precedentemente la menzione dei Celti appare frammentaria e occasionale. Come vedremo, spesso si tratta di citazioni dotte di qualche studioso o letterato. 2. Dallinizio dellEra Cristiana fino al periodo illuministico e romantico non esiste una vera teoria sui Celti, ma, a posteriori, viene considerata celtica la cultura di origine irlandese o gaelica, maturata attorno al 500 d.C. 3. Sempre a posteriori, viene considerato celtico quellinsieme di testi letterari e fantasiosi che ruota attorno alla cosiddetta Materia di Bretagna, relativa sostanzialmente alla ricerca del Graal, a re Art, ai Cavalieri della Tavola Rotonda. 4. Il quarto momento storico appunto quello che, dal 1700, crea il castello del celtismo, per un artificioso disegno nato in Francia, giocando anche sui sentimenti e le identit dei popoli che si affacciano sul Mare dIrlanda: Scozzesi, Gallesi, Britannici, Bretoni e, naturalmente, Irlandesi. Altra occasione occorre per analizzare a fondo queste fasi del celtismo, ma quel che preme osservare il fatto che, nei periodi intermedi fra

Eppure qualcosa cera, forse


Paradossalmente, un elevatissimo numero di storici e letterati antichi parla dei Celti. Vale la pena elencarne qualcuno, almeno per non farsi dire dai celtisti che non lo sapevamo: Ecateo di Mileto (540 475 a.C.) Erodoto (490- 424 a.C.) Platone (428 348 a.C.) Aristotele (384 322 a.C.) Teopompo (378- 300 a.C) Eforo (sec. IV a.C.) Diodoro (sec. IV a.C.) Callimaco (320 240 a.C.) Polibio (205 120 a.C.) Poseidonio (135 50 a.C.) Giulio Cesare (102 44 a.C.) Strabone (63 a.C. 20 d.C.) Tito Livio (59 a.C.- 17 d.C.) Plinio il Vecchio (23 79 d.C.), Properzio (47 a.C. 16 d.C.) Lucano (39 65 d.C.) Cassio Dione (155 235 d.C.) Tacito (? 276) Diogene Laerzio, (sec. III d.C.) Avieno (sec IV d.C.) Ammiano Marcellino (332 400 d.C.), Inizialmente i Greci, dallalto del loro atteggiamento di superiorit, chiamavano Iperborei tutti gli abitanti del nordovest dEuropa, unindefinita terra di nessuno il cui unico confine era Borea, il

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Mario Moiraghi

Siamo tutti Celti? Iberi, allestremo occidente, Germani, nelle pianure del nord, Sciti, nelle steppe dellest. Nelle altre regioni europee il termine usato era in generale quello di Celti. Pi tardi gli autori latini, accanto alla denominazione greca di Celti o Galati, usarono un altro termine: Galli. Catone (fra il III e II secolo a. C.) il primo ad usare il termine Galli e Giulio Cesare, nel De Bello Gallico, precisa: qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur ovvero quelli che nella loro lingua si chiamano Celti e nella nostra Galli In realt certo che loro non si definivano affatto Celti e non si sarebbero definiti tali ancora per almeno un millennio e mezzo. Plutarco racconta che si presentavano con il nome della trib di appartenenza, usato come grido di guerra: Alverni, Biturigi, Boi, Cenomani, Edui, Insubri, Senoni, Tettosagi, Treviri i e molti altri.
FOTO: CROCE CELTICA

vento del nord. Con questo termine Eraclide del Ponto chiama i Galli che invasero Roma nel 390 a.C. Il nome dei Celti viene utilizzato per la prima volta da Ecateo di Mileto (fine VI secolo a.C.) e da Erodoto nel V secolo a.C. Il termine, in realt, veniva usato dagli scrittori classici per indicare i popoli di pelle bianca che abitavano a nord delle loro frontiere, senza indicazioni geografiche precise, ed aveva significato dispregiativo: Celti, ovvero barbari. Barbari, cio stranieri, erano i popoli caratterizzati da tre elementi: mangiavano pane di segale, anzich di frumento, cucinavano con grassi di animali e non con olio doliva, bevevano birra o altre bevande fermentate anzich vino. Cos li inquadrava anche Tacito, confermando che essi non possedevano le tre piante basilari della cultura mediterranea: frumento, olivo, vite. I Barbari, poi, erano distinti in quattro i gruppi etnici:

Come ce li propongono oggi non sono mai esistiti


A dispetto di tutti coloro che riempiono relazioni, volumi e convegni, i fatti dimostrano che i Celti non sono mai esistiti, come nazione o come popolo, e che quelli che venivano chiamati Celti, comunque, non sapevano neppure di esserlo. Una donna vissuta nel Dorset, nel IV secolo a.C., un sacerdote pagano irlandese, del II secolo a.C., un guerriero dei Belgi, nel I secolo a. C., un bambino della corte di Hywel Dda, nel 950, un allevatore delle Highlands scozzesi, nel XVI secolo d.C., si sarebbero altamente meravigliati di essere definiti Celti. Il termine celti, usato indiscriminatamente per indicare un popolo o una nazione o qualunque altro aggregato di persone da coloro che si classificano celtisti, ha una validit storica ed etnica poco differente da termini come barbari, o infedeli, o gentili, o qualunque altro termine usato per indicare una vaga accozzaglia di persone ritenute aliene ma non precisamente identificabili. Se si riflette senza pregiudizi e senza fanatismi sullintera materia dei Celti, appaiono evidenti al-

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Siamo tutti Celti? cuni elementi stonati, alcune forzature che nessuno studioso serio potrebbe accettare in qualunque campo accademico. La lingua e la cultura celtica non presentano un quadro unitario, n nello spazio (dallIberia alla Britannia) n nel tempo (dai Keltoi ai Franchi). Possiamo dare qualunque giustificazione teorica, filosofica, storica o esoterica alla mancanza di una scrittura e di una letteratura celtica, ma resta, come dato di fatto incontrovertibile, che questo stato di cose non ha mai permesso la formazione di una lingua e di una cultura celtica, n in senso prorio, n in senso lato. La diffusione, fra il 1000 e il 100 a.C. di qualche elemento grafico (ben poco artistico) fra le popolazioni europee, ha un significato di minor rilievo rispetto alla diffusione della pizza, in base alla quale nessuno dedurrebbe la conquista dellEuropa e delle Americhe da parte dei napoletani. Non esiste continuit celtica fra Europa continentale e le isole britanniche. Non esiste continuit storica fra Keltoi (prima di Cristo), Gaelici (fra il 500 e l800),

Mario Moiraghi Graaliani (del 1100 e 1220) e Celtoromantici del 1700. Sul terreno dove sarebbe vissuto il celtismo sono passati Etruschi, Latini, Chiesa, Napoleone I, Napoleone III, Romantici, sviluppo industriale, consumismo, cinema, mescolando e confondendo la verit con pii desideri, fantasie, sciovinismo e progetti politici. Lequiparazione fra fiaba e storia, inaugurata sostanzialmente da Geoffrey de Monmouth e sfruttata a fondo dai celtisti, meriterebbe ben altro trattamento da parte degli accademici e degli studiosi. Esiste un deprecabile vezzo che tende a togliere valore ai documenti storici concreti, evidenziando e sfruttando le inevitabili imprecisioni, per invalidare la stessa esistenza di figure storiche o di fatti reali, mentre elementi mitologici assolutamente ipotetici e fantastici assurgono alla dignit di tracce reali di presunte verit storiche. Si mette in discussione lesistenza storica di Carlo Magno, mentre si ipotizza che Cenerentola corrisponda ad un persona realmente esistita. Qualcuno dissente.

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MaRIO MOIRaGHI
Nato a Milano, nel 1942, si dedica attualmente alla realizzazione di testi storici e scientifici, allo studio di eventi sociali di rilievo e alla progettazione di piani operativi per la gestione di situazioni di rischio ambientale e di emergenza. Possiede una formazione culturale eclettica, che, partendo da una base classica e letteraria, si sviluppata nei titoli di Ingegneria, al Politecnico di Milano, di Economia aziendale, alla Bocconi, in associazione con corsi di specializzazione di vario genere, in materia ambientale, economica, amministrativa e sociale. In campo linguistico, in aggiunta a quattro lingue moderne, al greco antico e al latino, ha compiuto studi sulle calligrafie medievali, sulle lingue del bacino mesopotamico e sullegiziano geroglifico. Ha operato in settori industriali privati, nel campo del controllo ambientale, come coordinatore di

progetto, presso societ multinazionali europee e americane. stato dirigente pubblico, nellambito di unamministrazione regionale, ricoprendo anche incarichi di livello nazionale. Docente universitario per circa un decennio, nel settore del governo delle situazioni di emergenza e della protezione civile, ha insegnato in varie scuole di perfezionamento post laurea, in diverse sedi italiane. Ha diretto riviste scientifiche e pubblicato numerosi articoli tecnici e storici, per riviste italiane e di lingua inglese. Realizza conferenze nei campi di competenza ed ha organizzato importanti convegni culturali. Gestisce il sito www.scriptorium.it.

Il grande libro del Graal Ancora, 2006 RUNA BIANCA

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Il punto del mistero

Punto G: punto erotico o punto iniziatico?

FOTO: AMORE E PSICHE, CANOVA

a quando stato scoperto negli anni 50 da Grafenberg, alla cui iniziale del cognome si deve il nome della zona allinterno della vagina oggetto di questo articolo, il punto G stato oggetto di discussioni, di feroci negazioni, di accuse di ascientificit alle ricerche che ne dimostravano lesistenza, tali da avvolgere nel Mistero quella che in realt unarea importantissima della sessualit femminile. Soprattutto anacronistiche e pretestuose mi sembrano quelle polemiche vetero- femministe neganti il punto G, perch in qualche modo darebbero di nuovo potere alla penetrazione ed al ruolo del maschio, ed altrettanto quello veteromaschiliste, portate a sancire una superiorit ed una maturit diversa dellorgasmo vaginale rispetto a quello clitorideo. La sessualit viaggia su canali infinitamente pi semplici rispetto alle contrapposizioni umane; il mio Maestro di Tantra era solito dire Se il

Cosmo ha dato due tipi di piacere alle donne, perch dobbiamo sforzarci di dire che ne esiste uno solo o che uno migliore dellaltro; dobbiamo solo accettare la realt, e la mia Maestra aggiungeva Dov il problema se abbiamo la possibilit di godere in due modi diversi?. In questo piccolo contributo cercher di ripercorre la storia di questo punto, le principali ricerche a favore o a sfavore, di illustrare brevemente la tecnica del massaggio pi indicata a svelarlo, e le posizioni che meglio lo stimolano.

Nel 1950 Ernst Grafenberg, ginecologo tedesco, ebreo, scopr il punto G e da questa scoperta acquis fama, anche postuma; in realt Grafenberg era gi un ginecologo stimato ed affermato, che aveva sviluppato un dispositivo

Punto G: la scoperta

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Il punto del mistero contraccettivo uterino e che aveva compiuto importanti studi sul comportamento delluretra nellorgasmo femminile. Il punto G una massa di tessuto erettile, localizzata nella parete anteriore della vagina, a met strada tra losso pubico e la cervice (pi o meno a una distanza di 5 cm). Stimolata propriamente, tale massa si dilata e cambia struttura. Si reperisce da sola, ma sicuramente pi facile trovarla con lassistenza di un compagno. Il termine inglese che la definisce G spot, e la sua traduzione letterale sarebbe certamente pi appropriata, perch indica un aera o una zona piuttosto che un punto; ma ormai, nella consuetudine, il termine universalmente accettato in Italia punto G. Nel rispetto delle variabilit individuali equiparabile, nella sua eccitazione massima, ad un area di diametro riferibile a quello di una moneta da due euro. Sinonimi che possono essere incontrati in alternativa, in testi pi o meno scientifici, sono: zona di sensibilit tattileerotica, corpo spugnoso uretrale, ghiandole parauretrali (skene glands), prostata femminile. Gi se ne trova traccia nel Kamasutra: Doppio il piacere delle donne: leccitarsi e leiaculare. La lubrificazione della vagina deriva soltanto dalleccitazione, il culmine della libidine invece dalleffusione frullante. E qui si introduce gi un altro mistero: quello delleiaculazione femminile, che molte volte accompagna lorgasmo del punto G; statistiche attuali alla mano, vi percentuale oscillante tra il 33 ed il 39% di donne che prova questo tipo di orgasmo . Il Kamasutra non voce isolata. Il Koka Sastra (XII secolo) descrive questo punto come purna chandra (luna piena). Ancora pi dettagliato lAnanda Ranga (XVI secolo) che parla di saspandana (punto della beatitudine o punto sacro) e kama salila (succo dellamore): La donna, che alla fine del piacere amoroso permette al liquido del dio dellamore di riversarsi, con molte urla e pianti si butta di qua e di l, diventa debole e chiude i suoi begli occhi, estremamente soddisfat-

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FOTO: IL DR. ERNST GRAFENBERG

Un po di storia

ta non riesce a sopportare nulla. Pianti, urla! che orgasmo dunque questo? La donna non riesce a sopportare nulla? Perch? Teniamo a mente e vediamo di trovare spiegazioni nel corso del nostro viaggio. Anche la nostra e altre culture non mancano di riferimenti; ne parla Ippocrate nel 377 a.C. e Galeno nel suo De Semine. Una curiosit medievale: la Chiesa Cattolica riteneva fertile anche il liquido femminile, per cui nella Teologia Morale vieter ad uomo e donna gli orgasmi secchi. Riguardo ad altri popoli, noto che le donne pellerossa Mohave hanno sempre dichiarato di espellere un liquido al momento dellorgasmo sia nei rapporti vaginali, che orali, che anali. Nei trukesi, un popolo che vive nel sud del Pacifico, abitudine che gli uomini infilino la punta del pene nella vagina e la muovano come un cucchiaio che gira il fondo di una tazza stimolando il punto G. Anche in Uganda, le donne della trib Batoro tramandavano alle pi giovani lusanza del kachapati, letteralmente spruzza il muro. Vuoi vedere che anche la nostra saggezza popolare ci insegna qualcosa di importante, che non sia la magra consolazione per una giornata di pioggia che guasta un matrimonio, nellesclamazione: Sposa bagnata, sposa fortunata!? Non posso affermarlo con certezza, ma il sospetto di una conoscenza popolare degli effetti della stimolazione del punto G legittima e pertinente!

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Il punto del mistero molte donne credono di urinare e sono imbarazzate (lirrisione da parte di alcuni partners maschili poco sensibili aveva fatto s che alcune di loro avessero imparato a trattenere o nascondere lorgasmo). Sintetizzo i principali studi che si sono succeduti da allora: 1981: Belzer scopre che il liquido diverso dallurina; 1984: Perry, attraverso lanalisi di elettromiogrammi del muscolo pubococcigeo, scopre che lorgasmo al punto G pi profondo e potente di quello clitorideo; 1985: Alzate conclude che nell89 % dei casi

In realt, del punto G ne aveva gi parlato lanatomista Olandese Ernst De Graff nel XVII secolo; quando egli lo descrive nel 1950, viene colpito dal fatto che sia costituito da tessuto erettile, che non esita a definire simile ai corpi cavernosi del pene. Hyme, un urologo che condivideva pienamente la scoperta di Grafenberg, fu fatto passare per visionario e deriso in tre congressi scientifici. Seguirono, dal momento della scoperta, circa 30 anni di silenzio ed anche confusione. Master e Johnson, tra gli anni 60 e 70, cos come Kinsey, spostarono lattenzione sul clitoride. Erano gli anni del femminismo e della negazione del concetto freudiano dellorgasmo penetrativo come orgasmo maturo. Queste alcune delle affermazioni che caratterizzarono quegli studi, che pure ebbero, bisogna riconoscerlo, per altri aspetti, unimportanza grandissima nella conoscenza della fisiologia sessuale: Il clitoride rappresenta il punto focale di ricezione degli stimoli sessuali esterni; Si pu quindi concludere che lorgasmo vaginale e clitorideo non rappresentano due fenomeni separati. Da allora non si parler pi di orgasmo vaginale distinto fino al 1980, anno in cui le sessuologhe Whipple e Ladas, insieme a Perry, studiarono 400 donne e arrivarono a queste conclusioni: c un punto allinterno della vagina che estremamente sensibile a forte pressione. Si trova nella parte anteriore della vagina, a circa 5 cm dallapertura; stato trovato in tutte le 400 donne esaminate; stimolato in modo giusto, si gonfia e provoca lorgasmo; spesso la stimolazione porta ad una serie di orgasmi;

Mondo scientifico dal 1950 al 1980: 30 anni di silenzio e confusione sul punto G

FOTO: POSIZIONE DEL KAMASUTRA ADATTA A STIMOLARE IL PUNTO G

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Il punto del mistero di una sua ricerca, le donne arrivano allorgasmo stimolando solo le pareti vaginali senza il clitoride; 1987: Sevely evidenzia con foto e modelli le ghiandole parauretrali, da lei ritenute responsabili delleiaculazione femminile; 1990: Darling rileva che il 40% delle donne da lui testate sperimenta leiaculazione durante lorgasmo; 1994: Sabine zur Nieden conclude che, su 309 donne da lei interpellate, 1/3 aveva sperimentato leiaculazione almeno una volta nella vita; 1995: Westhmeir, psicosessuologa, nega lesistenza del punto G; 1997: Cabello spiega che spesso non c consapevolezza di eiaculare nella donna perch, nel 75% dei casi, leiaculato torna indietro per affluire in vescica; 2002: Jannini, ricercatore italiano, conclude che le ghiandole periuretrali sono le omologhe della prostata maschile e abbondano di 5-fosfodiesterasi, una sostanza cruciale per leccitazione maschile. Nel 2008, sempre il dott. Jannini evidenzia con delle ecografie transvaginali, almeno nell80% dei casi, una piccola area di ispessimento tra uretra e vagina, corrispondente al punto G. 2010: si torna apparentemente indietro. Un team scientifico del Kings college di Londra sostiene, con toni trionfalistici, che il punto G non stia nella vagina, ma solo nella testa di alcune donne.

Valter Bencini di organi ghiandolari, e sicuramente questo parametro pu essere diverso anche tra gemelle sia eterozigoti che omozigoti. Inoltre, punto ultimo e non meno importante: hanno testato le 1800 gemelle con lo stesso uomo? Sicuramente no, e labilit del partner parametro certamente da non sottovalutare quando si parla di stimolazione del punto G. sorprendente come una posizione scientifica, se trova il consenso del momento sociale e storico, si rafforzi, rendendo oscura per anni una realt che, almeno empiricamente, pu essere sotto gli occhi di tutti. Una cosa che non esiste non diventa oggetto di ricerca (come ad esempio il punto G per i 20 anni successivi agli studi di Master e Johnson); se il punto G non viene adeguatamente stimolato non lo si scopre, quindi per la scienza non esiste. Sappiamo infatti che esso aumenta di volume con leccitazione. Alcuni paradossi sulla ricerca del punto G Per trovarlo lo devi stimolare, e per stimo-

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Come stimolarlo?

La conclusione che alcune delle donne dellesperimento (peraltro gemelle) ne avevano conoscenza ed altre no. Peccato che la metodologia scientifica invocata stimoli alcune perplessit da parte di molti altri ricercatori. Questo studio, fatto su 1800 donne (900 gemelle sia omozigoti che eterozigoti), ha cercato una base genetica comune; ma risaputo che il corredo genetico, pur provenendo dagli stessi genitori, non identico tra i due eterozigoti, come nel caso degli omozigoti. anche risaputo che lesposizione ad ormoni durante la vita fetale pu condizionare lo sviluppo

FOTO: POSIZIONE DEL DITO, UNCINATO, SULLA PARETE ANTERIORE DELLA VAGINA

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Valter Bencini larlo lo devi aver trovato. Il ginecologo nella visita non eccita la paziente per motivi di etica e deontologia professionale; neppure gli urologi ovviamente masturbano i pazienti maschi, ma nessuno mette in dubbio lesistenza dellerezione e dellorgasmo maschile. Allora, perch dubitare del punto G e del piacere ad esso connesso? Solo perch il pene visibile ed il punto G non lo ? Il parametro tempo fondamentale: alcune ricerche scientifiche possono non essere attendibili per la scarsa quantit di tempo dedicata alla stimolazione.

Il punto del mistero Condizionamenti culturali Uomo: Si raggiunge meglio con il dito che con il pene. Stimolazione lunga pi dei preliminari, che per latteggiamento psicologico non idoneo e insofferente di certi uomini durano anche troppo. Donna: Dover riprendere in mano il concetto freudiano dellOrgasmo Vaginale Maturo, abbandonato con lorgasmo clitorideo promosso dalla Hite. Rivisitazione della propria autonomia, conquista femminile che trovava il suo corrispettivo nella masturbazione clitoridea. Valutare nuovamente la dipendenza da un partner, che assicura una stimolazione maggiore e migliore. Il Tantra (veicolo per ampliare la coscienza) porta come obiettivo alla percezione del tutto compreso nelluno (non-dualit), il che significa togliere alla Mente il primato rispetto al Corpo, tipico pensiero degli analisti occidentali. Il punto G sfugge a logiche di risposta lineare azione-reazione: le sue risposte seguono percorsi circolari. Nella stimolazione siamo pi nella dinamica corpo- emozione- corpo-stato danimo- corpo. La tecnica a cui si far riferimento in questo articolo mi stata insegnata da E. &M. Zadra, maestri tantrici, che hanno studiato il punto G con una casistica di 65 casi, ricerca della quale mi onoro di essere stato uno dei partecipanti. Indubbiamente, il rituale tantrico che porta alla scoperta ed alla stimolazione del punto G un rituale iniziatico, che pu dividersi in questi passi: Preparare il viaggio Bussare alla porta

Ricerca tantrica

FOTO: IL SALUTO PRIMA DI ENTRARE ENTRAMBI NELLESPERIENZA

FOTO: POSIZIONE DELLUOMO NEL MASSAGGIO DEL PUNTO G

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Il punto del mistero Aprire la porta Togliere il velo Il femminile svelato Le prime volte occorre dedicare moltissimo tempo (4 ore circa, nella ricerca che fu effettuata al corso di Tantra). Nella calma della propria abitazione credo siano sufficienti 2 ore per questo tipo di rituale. Nellaffiatamento di coppia poi, ad un uomo esperto, durante i preliminari, sono sufficienti pochissimi secondi per reperire il punto G ed iniziare a stimolarlo per il tempo necessario alla donna per raggiungere il piacere. Primo step - Preparare il viaggio Donna: Non intraprendere questa esperienza per far piacere al partner. Si tratta di un viaggio interiore. Osserva pensieri, aspettative che sono nella tua mente; mettile ritualmente sulla carta e non ci rimuginare pi sopra. Cura con amore il tuo corpo: bagno caldo, olio profumato, etc. Orina prima di entrare nel viaggio. Uomo: Prepara lambiente: letto, cuscini, accessori, incenso, olio da massaggi, gel vaginale, asciugamano, acqua, alcuni stuzzichini come dolcetti e salatini. In poche parole, prepara lambiente in modo che la donna si senta a suo agio e regina in questa esperienza cos intima. Tagliati e limati le unghie. Rimani centrato sul tuo respiro. Entrambi: Entrare nel rituale con un saluto. Usate pochissime parole ed in modo sintetico. La donna si sdraia supina e luomo si mette accanto seduto o in ginocchio; entrambi si concentrano sul proprio respiro. Massaggio di 15 minuti a sciogliere le tensioni di collo, spalle e di qualsiasi altro muscolo contratto della schiena. Come uomo, ti siedi poi tra le sue gambe posizionando le sue ginocchia sulle tue gambe (incrociate o distese).

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Secondo step - Bussare alla porta Luomo deve ricordarsi che non si deve eccitare ma rilassare, e deve inizialmente rilassare anche la partner con un massaggio della vulva che dura complessivamente 25/30 minuti. La donna pu dare istruzioni semplici (ad esempio pi piano, pi deciso) e ricorrere ad un feedback di suoni e sospiri. Niente critiche. MASSAGGIO DELLA VULVA 5 minuti per ogni parte indicata: 1. Punta delle dita sopra il pube. Entrano sempre di pi ad ogni respiro. 2. Solchi delle cosce e glutei. Rimanere al di sotto del tendine centrale: in pratica stare nella parte bassa dellinguine. 3. Perineo. Da massaggiare con un pollice, due pollici, dita piegate, pugno. 4. Olio sulle grandi labbra e sulla vulva in generale. Massaggio delle grandi labbra senza toccare il clitoride: avvicinarle, tirarle,strofinarle, premere, aprire e chiudere. Non dimenticare mai il fine rilassante. 5. Piccole Labbra. Tocchi leggeri come toccare i petali di una rosa. Massaggio indiretto chiudendo le grandi labbra, facendo in modo che le piccole labbra rimangano comprese e sporgenti.

FOTO: LE CINQUE ZONE DEL MASSAGGIO DELLA VULVA

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Valter Bencini Terzo step - Aprire la porta Consigli per luomo: Evita il senso di sacrificio per accontentare la donna. Sentiti curioso per questa esplorazione del femminile. Non devi portare eccitazione ma coscienza, consapevolezza, affinch la donna senta la sua vagina millimetro per millimetro. Respira, stai centrato su te stesso, apriti a tutto quello che pu venire da lei (pianto, irritazione, godimento intenso, nulla) ed in caso di fastidi della donna non sentirti in colpa. Ricorda che il punto G un punto iniziatico oltre che erotico, che la pu mettere in contatto anche con traumi repressi, dimenticati o anche ben presenti nel suo animo. In ogni caso stai pronto al caso che ci potrebbe essere rifiuto, fastidio, prima di entrare pienamente nel piacere. Cospargersi il dito con del gel.

Il punto del mistero ATTEGGIAMENTO: non vai a penetrare la vulva, ma aspetti che lei venga da te; come un fiore che sboccia e che ti invita ad entrare fino alla prima giuntura del dito. Con laltra mano accarezzi pancia, seno, gambe. Tieni il dito diritto ed usa solo il polpastrello per prendere connessioni con le pareti, su cui immaginerai una disposizione ad orologio, con il clitoride sopra le ore 12: ti muovi sulle ore 12, 11, 10 e cos via fino a completare lorologio. Ti porti al centro. Attendi un altro invito ed entri con la seconda falange. Eviti le 12: non devi ancora eccitare. Di nuovo al centro, ultimo invito ed entri tutto, eviti le 12 e rifai lorologio. Quarto step - Togliere il velo Il punto rugoso e ruvido ti segnala la posizione. una zona che cambia consistenza alla pressione, e da dormiente si inturgidisce allo stimolo. Se non si trova subito, provare vari punti sulla linea delle 12. una leggenda metropolitana

FOTO: CONSIDERA LA VULVA E LA VAGINA COME UN FIORE CHE SI APRE SPONTANEAMENTE

FOTO: DISPOSIZIONE DELLOROLOGIO CHE ORIENTA I MOVIMENTI DEL NOSTRO DITO, IN SENSO ANTIORARIO

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Il punto del mistero che si trovi in tutte le donne a 5cm. La misura indicativa e solo lesperienza aiuta. Utile alluomo, per rimanere centrato, immaginare che il proprio respiro attraversi il dito. La conferma di averlo reperito viene dalla donna: sensazione di scariche elettriche, a volte fastidio, sensazione di dover urinare. IL PUNTO G NON DELICATO COME IL CLITORIDE, RICHIEDE PRESSIONE. Si consigliano 15-20 minuti. Tipi di movimento: STANTUFFO (va e vieni) FLUTTUAZIONE (similcircolari) VIBRAZIONE (fermi con il polpastrello in un punto, si fa vibrare il dito) INVITO (movimento a grattare verso luscita) Quinto step - Femminile svelato Riportare il dito al centro. Uscire prendendoti 3,4 minuti per farlo. Stare un minuto allentrata, in contatto con le piccole labbra. Mano sulla vulva per dare alla donna protezione. Poi staccarsi.

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FOTO: RISPETTARE LA DONNA ALLA FINE DELLESPERIENZA: PU VOLERE CONTATTO CON LUOMO, COME STARE CON S STESSA

Rispettare la compagna senza offendersi dei suoi desideri e delle sue reazioni: pu voler star sola, abbracciata a te, tenerti semplicemente una mano.

Ringraziamenti
Un sentito ringraziamento ai miei maestri tantrici E. & M. Zadra, per tutto quanto mi hanno insegnato nel lungo training di formazione. Alcuni dei concetti, delle immagini, nonch la tecnica del massaggio qui descritta provengono dai loro insegnamenti e dai loro testi.

ValTER BENCINI
medico chirurgo, specialista in psicoterapia ad indirizzo funzionale corporeo. Terapeuta individuale e di coppia. Si occupa in particolare di comunicazione uomo-donna e problematiche della sessualit, con particolare riguardo a quella maschile. Ha tenuto corsi e conferenze su comunicazione, intimit, carattere, proiezioni genitoriali sul partner, identit di genere, sessualit. Autore di alcune pubblicazioni scientifiche sulla rivista Olos. allievo dei Maestri di Tantra E. & M. Zadra, con cui

ha completato il training formativo, e del Maestro di Tao Edy Pizzi. Utilizza le conoscenze della sessualit orientale, integrandole nel suo bagaglio di psicoterapeuta, nei corsi che conduce e nelle terapie individuali e di coppia. Ha collaborato, nella sua formazione, con il Centro Prevenzione Abuso Minori di Prato (Pamat) e con la Casa di Cura per Malattie Mentali a Poggio Sereno di Fiesole. Gi docente in Comunicazione per i Circoli di Studio del Comune di Firenze e del Comune di Prato. Attualmente membro del Centro W. Reich di Firenze e socio SIF (Istituto di Psicologia Funzionale). Per informazioni su corsi, conferenze, terapie scrivere a: vb-psicocorporea@libero.it

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JUSY ZITOLI

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Pier Luigi Ighina


Luomo venuto dalle stelle

FOTO: REALIZZAZIONE FANTASTICA DEL COSMO

l 23 giugno 1908 nasceva, in umili spoglie, Pier Luigi Ighina, il pi grande degli scienziati esistiti sul pianeta Terra, uomo troppo evoluto mentalmente e spiritualmente per essere compreso e riconosciuto nel suo tempo come illuminato e come precursore duna scienza-coscienza proveniente da unaltra dimensione. Come tutti i grandi uomini esistiti sulla Terra che sono stati portatori di nuova civilt, anche Pier Luigi Ighina ha pagato il prezzo esoso dellincomprensione e dellinaccettazione pi cruenta da parte della classe dominante, vergognosamente ignorante e presuntuosa che, se pur investita di enorme potere materiale e gonfia di saccenza accademica, stata troppo povera di intelligenza spirituale per saper cogliere nella mente e nellanima di questuomo le tracce inequivocabili di un essere superiore, un essere del tutto anomalo rispetto alla comune razza umana perch privo di qualunque forma di ego, calcolo,

competizione e malignit; il suo candore infantile era cos toccante e disarmante che persino un cieco ne sarebbe stato folgorato, a patto per che avesse avuto gli occhi dello spirito ben accesi, per poterlo e saperlo riconoscere . Gli indizi della sua natura fuori dal comune sono stati cos tanti e cos visibili da rendere ridicola fino allestremo la caparbia stoltezza di coloro che cercavano in lui le tracce dellordinario, per potergli concedere la propria stima o il loro benestare. Pier Luigi Ighina invece, suo malgrado, sbaragli tutti quei meschini, bisognosi di riconoscimenti ufficiali da toccare e verificare, per riuscire a dare onore e valore ad una mente o ad unanima. Li vinse dando nozioni di fisica del futuro non appresa da alcun maestro o testo accademico, visto che quella fisica ancora non era stata scoperta. Li sbaragli nel trasmettere quel bagaglio infinito di conoscenza superiore con la semplicit assoluta di chi non ha alcun bisogno

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Pier Luigi Ighina di studiare per tentare di scoprire una nuova scienza, poich quella scienza gi gli appartiene per natura e per conoscenza congenita, proprio come il sapere delloltre appartiene per natura ad un uomo venuto dalle stelle .Ci che il mondo ancora non ha compreso- ma solo per colpa di coloro che ne hanno voluto impedire la comprensione- che Pier Luigi Ighina era davvero un uomo venuto dalle stelle. Attraverso questo portale di informazioneche ritengo di grande valore ed importanza per la seriet e lattendibilit dei contenuti e delle persone che si offrono a divulgare ci che necessario rendere palese in questo tempo di confusione, di macchinazione e di depistamento pilotato descriver alcuni passaggi della vita di Ighina, affinch la sua figura di uomo e di scienziato possa essere conosciuta meglio ed in modo pi corretto da chi ha di lui solo notizie frammentarie e non specifiche, soprattutto per quanto riguarda la sua parte pi importante, che quella spirituale. A soli 16 anni egli fece una scoperta del tutto rivoluzionaria: scopr lAtomo magnetico, il mattone primo della materia, il promotore di tutti gli altri, lorganizzatore generale di tutte le forme create, quellelemento che gli scienziati di oggi ancora vanamente ricercano ed inseguono e che han battezzato allunanimit: la particella di Dio . Le doti del ragazzo-prodigio sono state veramente straordinarie e riscontrabili gi in tenerissima et durante la quale, anzich giocare con i soldatini, il piccolo Pier Luigi costruiva impianti ad alta tensione con mezzi del tutto rudimentali, accedendo ad un bagaglio cognitivo di cui nessuno riusciva a capire la provenienza. Fu proprio questa sua sconcertante eccezionalit ad indurre un parente conte (cognato acquisito di Pier Luigi) a creare un contatto diretto fra il giovane scopritore e Guglielmo Marconi, dato che il nobiluomo era il comandante del sommergibile in cui Marconi faceva esperimenti radio. Il comandante enunci quindi allo scienziato le doti straordinarie del ragazzo nel ramo della fisica, e gli parl nella fattispecie della scoperta dellatomo magnetico. Quella notizia fece scattare nel Premio Nobel il desiderio impellente di incontrare il giovane per poter appurare di persona le sue capacit e scoprire quale mente straordinaria poteva aver

Jusy Zitoli scoperto in cos giovane et ci che lui aveva invano tentato di scoprire nel corso di tutta la sua vita. Lincontro fra i due avvenne di l a pochissimo. Da quel giorno, Marconi volle il giovane Ighina con s inderogabilmente, pago e consapevole di aver trovato in Pier Luigi il prezioso tassello mancante, il completamento alle sue intuizioni e la risposta concreta al progetto futuro che mai avrebbe sperato di veder realizzare senza la scoperta stupefacente che il giovane genio gli aveva portato su un piatto doro. Fra i due nacque un rapporto straordinario e simbiotico in mente e spirito, che Marconi stesso rivelava di non aver mai provato nei confronti di nessun altro essere umano. Entrambi sapevano di essere luno il tassello mancante dellaltro ed entrambi sapevano di essere parte di un Disegno divino perfetto che li aveva collegati volutamente, per ci che il futuro avrebbe avuto in dono grazie allunione del loro operato. La loro collaborazione fu capillare ed i loro esperimenti comuni furono sempre carbonari, perch troppo lungimiranti e troppo importanti per correre il rischio che qualche invidioso ne disturbasse il corso o ne compromettesse il risultato; pertanto Pier Luigi fu pienamente concorde a rispettare il patto di svolgere le ricerche a totale insaputa dei collaboratori ufficiali di Marconi. Ighina venne dunque conosciuto negli ambienti scientifici come lenigmatico discepolo di Guglielmo: nessun membro della cerchia baronico-ufficiale di quel tempo seppe mai proiettarsi oltre la barriera ingannatrice della realt apparente e soprattutto mai volle accettare che quel pupillo, senza fasto e senza dottorati da sfoggiare, fosse in realt il maestro dei maestri in materia di Fisica, nonch il maestro stesso di Marconi sul piano spirituale, pur se nato appositamente con le spoglie umili del discepolo, per poter compiere la segreta ed importantissima missione per cui era stato inviato sulla Terra. Pier Luigi Ighina stato in effetti lincognita scientifica, umana, cosmica e spirituale pi stupefacente di tutto il secolo scorso e del secolo attuale; un astro anomalo ma concreto e ben visibile, entrato nel nostro sistema solare per arricchirlo di luce e potenzialit, astro di cui la presunzione degli iper-dotti non ha voluto riconoscere la presenza n tantomeno la luminosit, pur vedendolo ruotare e brillare nel nostro spa-

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Jusy Zitoli zio. Questa pecca infame avvenne perch la nuova scienza, che il giovane scienziato proponeva di sondare e di perseguire per giungere alla comprensione perfetta della Creazione, era di un tipo del tutto diverso rispetto a quello perseguito fino ad allora dai ricercatori ufficiali, fermamente immobili sulla propria posizione e pi accaniti che mai a disdegnare, denigrare e sabotare qualsiasi visione e percezione diversa dalla loro. Persino Marconi, pur godendo della massima stima e sostegno economico dei potenti della Terra e pur avendo a disposizione collaboratori ufficiali di altissimo livello per le sue ricerche, in realt non rivel mai n agli uni n agli altri la natura e la portata degli esperimenti che conduceva in segreto con Pier Luigi Ighina, che malgrado la giovanissima et considerava unico nel suo genere per genialit, conoscenza degli elementi e struttura mentale, animica e spirituale. Furono proprio questi attributi naturali (ma troppo eccezionali allinterno di una societ fondata gi allora sullimmagine e sul potere asso-

Pier Luigi Ighina luto dei baroni) a far emergere il disturbo palese di tutta lalta classe scientifica nei confronti del genio lungimirante, seppur cos umile, che lenigmatico Ighina incarnava e rappresentava. Questo fu uno dei motivi per cui Marconi volle proteggere il giovane scienziato dallinvidia cocente e dalla presunzione pericolosa che ruotava nelle stanze dei bottoni, gi prevedendo con certezza le inevitabili reazioni che certuni avrebbero avuto al cospetto di una mente infinitamente pi evoluta della loro. Il riconoscimento della genialit di Ighina avrebbe difatti significato linevitabile caduta dal trono dei veterani pi accreditati, ed avrebbe dimostrato che costoro avevano percorso una strada del tutto sbagliata ai fini evolutivi e rigenerativi del pianeta Terra un errore immane messo in ridicolo da un giovane senza lauree e senza lustro, la cui saggezza ed il cui candore naturale costituivano un deterrente ancora pi insopportabile del suo stesso genio. In realt la storia di Ighina potrebbe venir descritta in unenciclopedia accademica da lasciare

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Pier Luigi Ighina ai posteri, cos come potrebbe essere narrata attraverso una fiaba (cosa che io ho deciso di realizzare per iscritto proprio in questo periodo), poich questuomo stato simbolo dellenigma della sapienza scientifica, cos come ha rappresentato il Deva, lelfo della natura, il mago della pioggia, lalchimista, il profeta, il maestro di saggezza, il portatore della nuova scienza, liniziatore della nuova Era e langelo sapiente mandato sulla Terra per insegnare ai dotti a guardare nel microscopio e dentro ogni aspetto della Natura con gli occhi innocenti del bambino anzich con la presunzione accecante e distorcente delladulto. Ancora oggi, ad oltre centanni dalla sua nascita e a circa 9 anni dalla sua dipartita, i leaders ufficiali della Fisica omettono di citarlo nelle conferenze mondiali e di rendere pubbliche le sue intuizioni, oggi pi attuali che mai ed indiscutibilmente pi comprensibili ai quadrati del mondo accademico che non hanno avuto il dono naturale della lungimiranza, nemmeno con lausilio fortunato di laboratori super tecnologici di cui servirsi e luso di computer eccezionali, per arrivare a conclusioni del tutto impossibili ai loro piccoli cervelli. Quellomissione indecente in realt diventata il segreto di Pulcinella, in quanto ormai manovra del tutto eclatante agli occhi di coloro che sanno lintera verit (ed oggi sono veramente tantissimi) . evidente che ammettere lesistenza di una scoperta simile renderebbe blasfema, ridicola ed inaccettabile la dispendiosissima ricerca dellatomo primario, a cui legioni di scienziati si immolano da decenni, quando invece la sua scoperta effettiva datata 1924, ha come sua innegabile paternit Pier Luigi Ighina e giace volutamente ignorata e sepolta negli archivi segreti di tutti i pi importanti laboratori scientifici del pianeta (NASA compresa)- enti a cui Ighina stesso aveva inviato dettagli tecnici ampiamente specificati, esortando senza sosta ad un contatto diretto, ad una collaborazione urgente, seria, importantissima e soprattutto assolutamente necessaria per il bene del pianeta e dellintera umanit. Quella collaborazione, per, non avvenne mai ! Come ben si pu immaginare, si tradusse invece in una vera e propria opera di oscuramento e di depistaggio, esattamente come avviene tuttora per tutto ci che i governi del mondo ci

Jusy Zitoli vogliono nascondere e di cui ci vogliono privare in termini di diritto, col preciso scopo di continuare a manipolarci ed a dominarci, speculando sulla nostra pelle, arrivando persino ad impedire la diffusione di una scoperta straordinaria, qualora potesse eliminare gli sporchi traffici miliardari dellattuale sistema e farci accedere a benesseri naturali infiniti, a costi irrisori ! Gli esperimenti importantissimi che Ighina fece in segreto con Marconi avevano confermato tutte le sue teorie sullatomo magnetico, ma lo stesso Marconi rivel al suo giovane discepolomaestro che la cerchia accademica di quel tempo non avrebbe mai accettato di riconoscere la sua scoperta e soprattutto mai avrebbe accettato lui, perch troppo pulito, troppo umile e troppo diverso da loro, cos infettati di boria e di discriminazione e tanto posseduti dal delirio di potere e di onniscienza. Gli confid che lagnello viene inesorabilmente sbranato se compie lazzardo di entrare nella tana dei lupi, pur con le migliori intenzioni... perch lagnello resta agnello e i lupi restano lupi, pur di fronte ad occhi innocenti. Gli profetizz inoltre tutta la subdola ed infame opera di derisione e di occultamento, che poi si verific effettivamente nel futuro. In effetti a Pier Luigi Ighina i lupi non risparmiarono niente in boicottamento ed angherie sottili, ma ci che non perdoniamo ai lupi del nostro tempo, travestiti da uomini per bene, di perseverare nelloccultamento e di aver privato quellangelo benefattore del diritto sacro di offrire a questa umanit lopportunit straordinaria di una conoscenza scientifico-cosmica che viaggia di pari passo con le leggi spirituali, una scienza-coscienza che davvero in grado di produrre soluzioni eccezionali e concrete per riequilibrare tutto ci che in Natura stato degenerato. Grazie allesistenza fisica di Pier Luigi Ighina ed allopportunit straordinaria che lui ha incarnato e rappresentato nel nostro spazio-tempo, lattuale societ avrebbe fatto un salto evolutivo enorme, proprio quel salto per il quale lui era stato mandato sulla Terra . Si trattava di un salto che per la razza umana di quel tempo doveva saper meritare, attraverso atteggiamenti mentali e spirituali molto diversi da quelli che invece sono stati scelti e perseguiti, poich il dono della nuova scienza che lui voleva offrire al mondo richiedeva, come obbligatoria clausola divina, che gli

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Jusy Zitoli abitanti del mondo purificassero le loro menti e le loro anime, altrimenti il Cielo stesso avrebbe provveduto a privare lumanit di quel beneficio. E cos stato ! Pier Luigi Ighina andato via da questa vita e da questa dimensione portando via con s tutti i segreti di quella scienza e soprattutto tutti i rimedi straordinari che soltanto lui sapeva estrapolare da essa, perch questa umanit non li ha meritati. La sua morte non stata casuale e non stata nemmeno una morte, come noi volgarmente la intendiamo. Lui stato semplicemente portato via da un mondo che gli stato ingrato e che, come causa-effetto, dovr tornare a viversi tutta la sua preistoria scientifica, corredata di tutti i suoi inevitabili e deleteri effetti collaterali. Ci avverr fino a che gli scienziati di oggi non impareranno finalmente ad unire la scienza con lo spirito, comprendendo che soltanto attraverso la conoscenza delle leggi perfette dello spirito si pu accedere alla vera scienza, la scienza su-

Pier Luigi Ighina periore che esiste nelle dimensioni pi evolute della nostra- quella dei rimedi eccezionali e delle propriet illimitate che il messaggero Ighina era stato mandato ad insegnare ed a concretizzare attraverso i congegni stessi che lui aveva ideato e costruito, per far s che i migliori scienziati della Terra ne potessero imparare la valenza, luso e le propriet. Sappiamo che, nel tempo presente, esistono grandi cervelli nellambito della Fisica. In effetti fra di loro c gi chi sta studiando seriamente la fantascienza per poter arrivare un giorno a scoprirne gli ambiti segreti, e a tradurli in tecnologia concreta da sperimentare e poi utilizzare in un vicino futuro ma per quanto intelligenti e lungimiranti, anche in questi scienziati manca la coordinata speciale, quella assolutamente necessaria per non correre il rischio di scatenare i pericolosissimi effetti collaterali capaci di distruggere il mondo. Quella coordinata speciale per ha un unico,

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Pier Luigi Ighina mastodontico problema: non pu essere prodotta in alcun laboratorio, non pu essere comprata, venduta n prestata, non pu essere rubata in alcun archivio, non pu essere strappata ad alcun sapiente, non pu essere estorta con la dolcezza, con linganno n con la forza bruta ad alcun informatore e non pu essere carpita nemmeno con lipnosi pi avanzata ad alcun Illuminato. Il motivo molto semplice: non trattandosi di un dato mentale non pu essere trasferibile ad altro cervello umano n ad alcun computer super tecnologico- come invece qualunque dato personale o governativo potrebbe, per contro, venir carpito e trasferito nei database di una potenza avversa attraverso i metodi avanzatissimi usati da spie, hackers criminali e quantaltro di peggio esista nel mondo e nel cosmo, in termini di risucchio cognitivo e plagio. Lelemento di cui parlo in realt una chiave infinitamente semplice ma nel contempo impossibile da creare persino ad una razza aliena superlativamente tecnologica. Essa sfuggente ed incatturabile dalla mano ed dalla mente di qualunque potente e di qualunque sciacallo e pu soltanto essere prodotta dal proprio spirito: quella coordinata si chiama purezza la purezza naturale del bambino... Ecco perch nessuno pu rubare ad un altro questo attributo e farlo proprio. Chiunque di noi non possiede per natura quel livello di purezza ma lo desidera obbligato ad intraprendere un profondo lavoro di purificazione di s stesso, per tentare di avvicinarsi ad essa- un lavoro duro e costante, il cui risultato non conoscibile a priori e la cui durata non assolutamente rapportabile alla quantit di percorsi spirituali intrapresi n agli insegnamenti teorici (siano essi filosofici o religiosi), perch vi un abisso immane fra il Sapere che ci illustra e descrive lInnocenza ed il diventare, in prima persona, lInnocenza. Pier Luigi Ighina invece nato con linnocenza del bambino gi radicata e sviluppata nei suoi atomi mentali e spirituali e ci che ancora pi straordinario che egli morto con la stessa innocenza con la quale nato. Nulla di questo mondo ha mai infettato il suo candore interiore, nemmeno i pi abili corruttori ultra miliardari provenienti da ogni parte del mondo, che negli anni sono andati in incognito ad offrirgli fortune materiali inimmaginabili in cambio dei suoi

Jusy Zitoli segreti, per poter accaparrarsi lesclusiva di usare a proprio piacimento la sua scienza ed i suoi congegni. Irremovibile e saggio come soltanto un vero Maestro spirituale potrebbe essere, lui declin ogni offerta ambigua e ripet incessantemente a governanti faziosi ed a sciacalli assetati di potere che a nessuno al mondo avrebbe venduto e permesso luso improprio di quella Conoscenza . In realt, la sua venuta al mondo era stata stabilita dallAlto con un programma ben preciso: quello di offrire alla comunit scientifica mondiale lopportunit straordinaria di uscire dalle ignoranze perpetuate e dalle impossibilit risolutive del passato e fare il salto di qualit nella scienzacoscienza del futuro . Questo programma per era sigillato da una chiusura di sicurezza infallibile, ovvero quelleccezionale opportunit sarebbe stata donata soltanto se tutti i capi di governo e delle comunit scientifiche si fossero uniti a lui con totale umilt e spirito di collaborazione, con lo scopo comune di offrire alla razza umana un mondo davvero migliore ed un pianeta rigenerato, l dove scellerati senza coscienza lavevano degenerato. Sappiamo tutti che Atlantide stata la dimostrazione eclatante di una Conoscenza avanzata manovrata da folli assetati di potere, che hanno dato origine alleffetto collaterale inevitabile di quelluso improprio, che stato appunto la distruzione di tutto il genere umano presente in quella terra. I folli, gli incompetenti ed i malati di onnipotenza ignorano che luso di una forza superiore richieda la purezza assoluta della mente e dello spirito di chi la manovra altrimenti, pur dopo risultati apparentemente straordinari, si innesca linesorabile contro-effetto che distrugge creatore e materia creata . Purtroppo non esiste ancora sulla Terra chi pu succedere a Pier Luigi Ighina in purezza di mente e spirito; ecco perch verr impedito dallAlto, in ogni modo possibile, che quella scienza venga usata, finch non nascer il suo degno successore... o forse lui medesimo in un corpo giovane, per terminare il compito che nella vita passata ha dovuto obbligatoriamente interrompere. Ovviamente, se mai esistesse qualche folle che tenta di riprodurla in segreto per un uso non finalizzato al bene dellumanit, allora si ripeterebbe inevitabilmente la storia di Atlantide, e luomo ver-

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Jusy Zitoli rebbe scaraventato nella tristissima condizione di ricominciare da zero, ripartendo dalla preistoria ed obbligato ad iniziare da capo tutto il percorso di fatiche, spurgo e sofferenza per potersi conquistare, vita dopo vita, un piccolo barlume verso il risveglio della coscienza. Dio, nella sua infinita bont, ci ha concesso la libert totale di scelta: la libert di far tesoro degli aiuti infiniti che ci ha mandato attraverso gli Angeli, i messaggeri, gli Illuminati e gli spiriti evoluti, cui ha dato mille forme umane per poterli affiancare a noi quando le difficolt personali, comunitarie e mondiali richiedevano la presenza di esseri Speciali, capaci di farci uscire dai reticolati asfissianti in cui uomini senzanima ci avevano intrappolati. Gli aiuti divini ci son stati sempre,in ogni tempo. La decisione di accettarli o respingerli, Egli lha lasciata a noi, allertandoci per a non dimenticare che qualunque strada sia verso legoismo ed il potere personale a discapito del bene della comunit, una strada che porta allinevitabile disastro. Pier Luigi Ighina ha detto tutto ed ha offerto tutto al mondo. Non avrebbe potuto donare di pi... ma la societ degli uomini di potere non ama e non riconosce i Puri , anzi li evira o li uccide, proprio come ha fatto con Ges Cristo; quindi lasciamo che i Puri vivano felici tra i loro simili, in mondi molto pi puliti di questo, e lasciamo che gli uomini oscuri sperimentino inevitabilmente su s stessi, con immense e do-

Pier Luigi Ighina

FOTO: PIER LUIGI IGHINA CON UNA SUA INVENZIONE

lorose perdite, il prezzo di quel mancato riconoscimento. Pier Luigi Ighina, allinizio, era per me lo sconosciuto angelo mandato da Dio per strapparmi alla morte in cui stavo sprofondando... poi nel tempo compresi che lui non era soltanto questo, ma che era anche il mio padre spirituale. Quella rivelazione motiv il legame fortissimo e il ri-

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Pier Luigi Ighina spetto sacro che avevamo luno dellaltro, con la certezza che tasselli dispersi di vite passate erano stati ricomposti e uniti per terminare un ciclo nellequilibrio perfetto che il Cielo stesso aveva previsto e disegnato. Con lui ho avuto lesperienza pi straordinaria che mai potessi immaginare: lincontro con uno spirito evolutissimo dotato della sapienza dellOltre e trasferito in un veicolo umano un veicolo che ho avuto lonore di affiancare e di abbracciare, e che lui mi ha permesso tacitamente di sondare, attraversando col mio spirito tutti gli strati della sua necessaria ed insospettabile copertura esterna, perch io potessi scoprire ci che poi mi si rivelato nel tempo del suo disegno, della sua missione e della sua Vera natura. Ora so che tutto ci avvenuto perch io potessi tradurre un giorno, in informazione da diffondere e in verit da rivelare, tutto quanto avevo visto e compreso di lui con gli occhi dello spirito. In effetti il mio vero compito non era quello di diventare relatrice tecnica dello scienziato, poich questo ruolo era affidato ai tecnici. Sono invece stata mandata a lui per scoprire la sua realt segreta, la pi ignorata dai curiosi della scienza, eppure la pi importante in assoluto: la sua realt spirituale. Scoprii nel tempo che quel processo di rivelazione doveva avvenire per suo corso naturale, senza che lui mi manifestasse nulla n mai lasciasse intendere o trapelare

Jusy Zitoli qualche indicazione. Difatti lui non parl mai di se stesso... anzi, pareva sfuggire delicatamente ogni qual volta leggeva nei miei occhi che stavo scoprendo la verit, una verit cos grande ed emozionante che pareva voler mascherare ancor pi tenacemente, temendo forse che io non potessi contenere quellemozione. Avevo di fronte a me il Maestro dei Maestri, e la misura della sua grandezza mi veniva data dalla sua umilt unumilt cos autentica, cos profonda e cos smisurata da lasciarmi ogni volta attonita, con le lacrime agli occhi e senza parole. stato tanto toccante stargli vicino e respirare la sua Purezza, che ancora oggi mi sembra un sogno averlo avuto in dono nella mia vita ed essere potuta entrare in contatto con quella sua energia elevatissima, capace di innalzare magicamente la mia di mille piani, nel solo atto di stargli accanto. Ancora oggi ringrazio Dio per il miracolo che mi stato concesso di guardare negli occhi un angelo, un meraviglioso ed ineguagliabile angelo-bambino di 90 anni, nella cui scorza rugosa ho trovato la traccia sottile e luminosa della sua saggezza millenaria e dietro il cui paravento fittizio, usato per esistere in questo mondo, ho scoperto limmenso del suo mondo... A presto, prezioso uomo venuto dalle stelle... Sento che tornerai per terminare il tuo meraviglioso compito, ed io ancora una volta ti riconoscer!

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JUSY ZITOlI
Scrittrice, poetessa, ricercatrice in scienze di frontiera e regista artistica. stata per molti anni collaboratrice personale dello scienziato Pier Luigi Ighina, scopritore dellAtomo magnetico e della Fisica del futuro. impegnata da sempre sul fronte del ripristino degli Equilibri umani e planetari. In qualit di artista e di progettista impegnata nel creare eventi artistici a forte impatto coreografico ed emozionale, per risvegliare la poesia dei luoghi e dellanimo umano e combattere fortemente il degrado delle citt, attraverso il massimo potenziamento dellArte, unita alla presenza di uomini di genio. In qualit di scrittrice

sta componendo attualmente una fiaba in onore di Pier Luigi Ighina, suo Maestro di vita e padre spirituale. Ha dedicato a Pier Luigi Ighina il libro intitolato: Io lho conosciuto (Edizioni Atlantide), che descrive il contatto stravolgente ed inimmaginabile avvenuto fra lei e lo scienziato. Il suo ultimo libro sulla scoperta di tutte le Chiavi segrete per la riconquista della propria libert ...

Il riscatto delle nostre ali M.I.R., 2007 RUNA BIANCA

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Un altro tempo, un altro luogo

FOTO: I MULTI UNIVERSI - I DUE UNIVERSI PARALLELI E NON SONO COMUNICANTI TRA DI LORO. LA CURVATURA DELLO SPAZIO IN GRADO DI RENDERLI COMUNICANTI

Dal mondo tridimensionale agli iperspazi


La matematica dellOttocento ricavava i suoi concetti fondamentali dal mondo reale, riponendo una grande importanza nello sviluppo delle teorie fisiche e raccogliendo, in fase sperimentale, unenorme quantit di dati che solo in un secondo tempo sarebbero stati riassunti in formule; in altre parole, interveniva solo a posteriori, come strumento utile per precisare e razionalizzare le leggi ad essa collegate. Le teorie scientifiche del XIX secolo avevano pertanto il pregio di essere facilmente spiegate in termini sensibili, senza richiedere unapprofondita conoscenza aritmetica; levidenza oggettiva era preminente su quella logica. Dai primi anni del Novecento si attuato un profondo rinnovamento nel campo dellindagine teorica grazie alla formulazione del principio di relativit, verificato solo a posteriori in campo sperimentale. Da quel momento in poi non si pi avuta una matematica che astraeva dal mondo sensibile la fisica dei corpi, ma che si costruiva invece da s, con i soli materiali della logica

pura, diventando la scienza di tutti gli enti possibili. Il primo importante esempio fu la nascita dei mondi iperspaziali; possiamo infatti osservare che, se vero che la lunghezza di un segmento data da a, larea di un quadrato di lato a data da S=a2 ed il volume di un cubo con spigolo a dato da V=a3, nel caso in cui si considerino spazi ad n dimensioni si deve ipotizzare lesistenza di forme geometriche il cui volume n-dimensionale pari a V=an. Questo nuovo approccio ha portato un profondo cambiamento interpretativo, in quanto le figure degli iperspazi non potevano pi essere immaginate in forma reale ed il loro studio richiedeva esclusivamente i metodi analitici propri dellanalisi funzionale. Infatti, se ammettiamo in uno spazio a 4 dimensioni un ipercubo, dovremmo immaginarci un solido composto da 8 cubi aventi le facce a due a due in comune; evidente che, in questa situazione, la nostra razionalit risulta spiazzata e nessun oggetto cos concepito riscontrabile nel mondo che ci circonda. La conseguenza di simili sviluppi matematici stata quella di aver fornito alla scienza strumenti potenti a tal punto da far prospettare nuove realt fino a prima ignote.

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se propriet, violando il cosiddetto principio di de-coerenza, nel mondo sub-atomico queste possibilit possono essere ampiamente provate. Secondo alcuni studiosi, la nostra stessa realt si Il passaggio a schemi logici extra-sensibili per sdoppia ogniqualvolta una particella ha la possispiegare la realt fisica si estende non solo alla bilit di comportarsi in modi diversi, dando vita teoria della relativit, ma anche alla teoria dei a diverse realt parallele; di sdoppiamento in quanti, dato che nellinfinitamente piccolo persdoppiamento si possono formare tutte le posdono ogni significato i concetti a noi familiari. In sibili varianti. questo mondo infatti vengono meno gli schemi La stessa concezione di esistenza nel mondo abituali con i quali cerchiamo di comprendere sub-atomico tuttaltro che intuitiva. Se ci appala realt. Se il mondo visibile rappresentabile re del tutto normale affermare che sia reale solo da leggi deterministiche, caratterizzate dalla reci che qui ed ora e che gli eventi futuri non lazione di causa-effetto, in quello quantistico si possono essere determinati mentre quelli passadevono considerare leggi probabilistiche, come ti sono sicuri e veritieri, in relativit la simultaneidimostrato nella meccanica ondulatoria, che t di due eventi dipende, invece, dallo stato di tiene conto della doppia natura della luce. moto dellosservatore, ed il presente non altro Ogni sistema quantistico ha la caratteristica che linsieme degli eventi contemporanei al mio di poter essere descritto da una funzione donda esistere qui ed ora. Prendendo in considerazione che contiene tutta linformazione possibile su di lo spazio quadrimensionale che circoscrive la reesso; una particella pu, per esempio, essere dealt relativistica si dimostra che essa diversa in scritta da una funzione y(r,t), chiamata equaziofunzione dei vari tempi istantanei degli osservane di Schrdinger, che rappresenta la probabilit tori, ossia che ci possodi trovare la particella in no essere due o pi osr. Questo significa che, se servatori il cui presente effettuiamo diverse mi costituito da eventi sia surazioni della particella, passati che futuri rispetsapremo per certo che to al presente di ogni essa si trova in un volume singolo osservatore. molto ristretto, facendo Questo ci porta a dire collassare lequazione: in che il piano della realquesta condizione i valori t costituito da curve possibili per la posizione rappresentanti le consi riducono drasticamendizioni di qualunque te ed istantaneamente FOTO: IL PIANO DELLA REALT IN FUNZIONE osservatore inerziale; in ad uno solo. Il principio DELLO SCORRERE DEGLI EVENTI altre parole la relativit di indeterminazione di accetta che possa essere reale il presente, il pasHeisenberg peggiora ulteriormente le cose, afsato ed anche lintero futuro: tutto esisterebbe e fermando che tanto pi precisa linformazione sarebbe rigidamente fissato nel continuo quasulla velocit, cio sulla quantit di moto di una dridimensionale dello spazio-tempo. particella, tanto meno precisa la sua localizzazione. Il manifestarsi in maniera ambigua della realI multi universi t subatomica ci porta a dire che essa si comporta in modi diversi a quelli a noi noti, obbligando Sulla scorta di questi principi, a partire dalla a continue scelte circa la sua possibilit di apmet degli anni Ottanta si iniziato sempre pi ad parire. Il noto paradosso del gatto di Schrdinindagare sullipotesi di elaborare una Teoria del ger, che mette in relazione la funzione donda tutto, prendendo in considerazione leventualidi probabilit della disintegrazione di un atomo t di dimensioni superiori alle tre comunemente con quella di trovare in vita o meno lanimale, ci note ed ipotizzando il concetto di supercorde. mostra che, seppur nel mondo macroscopico sia Il prefisso super si riferisce alla speciale simmeassai improbabile che un insieme di corpuscoli tria posseduta da queste brane, che possono assuma tutte e contemporaneamente le stes-

Il mondo quantistico e relativistico

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Ludovico Polastri essere immaginate come filamenti energetici in grado di rappresentare le particelle nel mondo quantistico, armonizzando tutte e quattro le forze fondamentali che, nelle teorie fino ad oggi conosciute, sono sfuggite allunificazione. Tuttavia la teoria delle supercorde pu reggere solo se ci si riferisce ad universi che posseggono un numero di dimensioni spaziali superiori alle tre che ci sono familiari. I modelli costruiti esigono infatti che lo spazio abbia nove dimensioni, oltre a quella temporale; di queste dimensioni, allatto dellespansione delluniverso, se ne sarebbero espresse solo tre, mentre le restanti sei sarebbero rimaste intrappolate facendo in modo che i loro effetti siano diventati indiscernibili non solo alla nostra esperienza quotidiana, ma anche agli esperimenti della fisica delle alte energie. In che modo questo intrappolamento sia potuto avvenire ancora un problema irrisolto. Quello che per sembra certo che, se nel nostro universo le tre dimensioni svolgono un ruolo chiave nel far s che la materia e la vita stessa si sia potuta realizzare, altri universi possono essere ipotizzati e dimostrati matematicamente a partire dalla teoria della relativit stessa. Sappiamo infatti che essi possono essere nati da un riaggiustamento delle quattro forze fondamentali e potrebbero comunicare grazie a collassi gravitazionali, peraltro gi dimostrati a livello cosmologico. Con queste ipotesi si spiegherebbero le diverse possibilit di realizzazione degli eventi descritti dalla funzione donda di Schrdinger, in quanto ognuno di noi pu esistere in un mondo e non esistere in un altro. In altre parole ci pu essere un particolare evento quantistico per il quale un osservatore viene creato in un mondo mentre in un altro non lo sar. Poich quando un osservatore compie una qualsiasi misura abbiamo una divisione in due storie diverse, possiamo inserire queste storie diverse tra loro nella funzione donda facendole svolgere in pi realt diverse. Di fatto ogni mondo ha una sua particolare evoluzione, ed a mondi differenti corrispondono storie differenti. Se nel linguaggio usuale una persona caratterizzata in maniera molto precisa in quanto oggetto macroscopico, definito in un particolare momento di tempo, nellinterpretazione dei multi universi quello che io sono ora, tra qualche minuto, quando far per esempio un esperimento quantistico, si divider in due ed avr in comu-

Un altro tempo, un altro luogo ne solo il ricordo di quel momento e del prima, ma non del futuro. Gi nell istante in cui leggiamo queste righe ci potrebbero essere altrettanti lettori in realt diverse che stanno facendo operazioni simili ma non identiche.

Luomo pu andare oltre le barriere del tempo


Dopo aver passato in rassegna delle situazioni che si possono verificare nel mondo subatomico lecito porci una domanda alquanto ardua, ovvero: come pu la conoscenza di un evento precedere, nel tempo, lattimo in cui diventa reale? In altre parole, si pu ammettere lesistenza della precognizione? Abbiamo chiarito che leventuale assurdit dei fenomeni precognitivi deriva dalla concezione tradizionale di un universo a tre dimensioni, in cui il passato non esiste pi ed il futuro non esiste ancora: solo il presente ha un senso razionale; in conseguenza di ci lunica realt sarebbe quella presente. Ma cos il presente? Consideriamo un osservatore situato sul bordo di una strada che sta osservando una processione. Il presente si identifica con il piccolo gruppo di persone che egli pu vedere ad un dato istante, ma se egli si sposta lungo la terza dimensione dello spazio, salendo per esempio su unaltura, allora scorge lintera processione, ossia la parte passata ma anche quella che verr: in questo caso esiste un continuum spaziotemporale: passato, presente e futuro sono abbracciati in ununica dimensione. Abbiamo visto che vi possono essere parecchi modelli di universo proposti da fisici e matematici e tra questi la concezione di Minkowski, in cui spazio e tempo appaiono intimamente connessi, quella da cui hanno preso le mosse i relativisti aggiungendovi il concetto di curvatura dello spazio. Vi sono per anche altri schemi meno noti, come quello elaborato dallo scienziato italiano Fantappi, che presuppone il concetto di esistenza totale come perfezionamento ulteriore dei modelli relativistici. Secondo questa teoria la difficolt di vedere cose che non sono presenti scompare, poich esse sono nondimeno da considerare esistenti, anche se passate o future. Il concetto di esistenza viene cos esteso oltre i limiti accessibili al senso comune. Il microcosmo ed il macrocosmo trovano allora un punto di

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Un altro tempo, un altro luogo contatto, luomo diventa il mediatore, il riflesso delluniverso in s stesso secondo la concezione esoterica di trasmutazione interiore, superando le ipotesi rigidamente deterministiche e costringendoci ad allargare gli orizzonti della nostra conoscenza. Noi sappiamo ormai che luomo un essere a pi di tre dimensioni e che pu spaziare mentalmente lungo la dimensione del tempo, ben oltre i limiti fissati dallorigine e dalla durata del suo corpo. Sono possibilit che affiorano eccezionalmente, per ora spesso in fenomeni definiti paranormali e troppo frettolosamente accantonati dalla scienza ufficiale; ma bastano anche pochi casi accertati ad aprire la strada a considerazioni e a deduzioni di enorme importanza. Secondo il professor Zorab, laccezione del concetto di eterno presente comporta linesistenza del libero arbitrio. In effetti la precognizione non implica affatto, in s stessa, lesistenza di cause vincolanti della volont. Il futuro esiste, ma solo in quanto alla sua attuazione concorrer liberamente ciascuno di noi e ci non vieta che da una dimensione superiore si possa conoscere quale sar la futura e libera espressione della nostra volont. La verit, semplice ma sconcertante, si pu dunque enunciare come segue: in punti ancora lontani del continuum spaziotemporale, esistono gi le conseguenze di nostri liberi atti di volont dei quali lio cosciente non sa ancora nulla, perch non ancora arrivato a viverli.

Ludovico Polastri infinite possibilit di combinazione che si possono verificare a seguito di un rimescolamento delle forze fondamentali conosciute, ed in particolare le costanti naturali che rientrano in queste leggi, questo universo sembra essere regolato su misura per rendere possibile lesistenza della vita. Ma non per questo dobbiamo scomodare spiegazioni soprannaturali o divine per dare una spiegazione a questa singolarit. vero che le leggi fisiche nella stragrande maggioranza di eventuali multi universi potrebbero non consentire la formazione della materia a noi nota, n di galassie, stelle, pianeti ed esseri viventi, ma, considerando il numero davvero enorme di possibilit, la probabilit che lordine cosmico possa pescare almeno una volta la giusta combinazione di leggi non certo bassa. Recenti scoperte hanno infatti dimostrato che la vita potrebbe essere parimenti possibile anche a fronte delleliminazione di una delle quattro forze fondamentali e precisamente quella nucleare debole e la modificazione delle restanti costanti. Luomo forse non dunque una cosa cos eccezionale ed unica come si potrebbe credere ma semplicemente potrebbe essere una probabilit, una potenzialit che si potuta statisticamente realizzare; forse anche per questo che sta cercando di ridefinire la propria collocazione nel cosmo affacciandosi ad una nuova spiritualit pi aperta e scientificamente pi matura, mettendo di conseguenza in crisi credenze e dogmi religiosi. Fra miliardi di anni il nostro universo forse non ci sar pi se non nella forma del nulla; sar scomparsa ogni forma di vita, di intelligenza, di ricordo dellumanit. Quale scopo ha avuto la nostra esistenza visibile? Aver conosciuto il fatto di vivere, essere stato inserito nellesserci del mondo, incastrati in tre dimensioni, precipitati in un nome per poi scomparire, forse, ha avuto un senso. Anche il nessun senso in fin dei conti un senso. Organizzazione e Gestione Aziendale. Ricopre da molti anni ruoli di responsabilit in ambito tecnico, produttivo e impiantistico per conto di importanti realt aziendali. Si occupa inoltre di aspetti normativi e legali inerenti la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro. Ricercatore indipendente e giornalista free lance, collabora per diverse testate giornalistiche.

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Verso una nuova spiritualit


Proviamo a questo punto a trarre alcune conclusioni possibili e razionali. Luomo appartiene ad uno dei tanti universi realizzabili, ciascuno dei quali dotato di leggi fisiche proprie; possiamo dire che, partendo dalle

LUDOvICO POlaSTRI
laureato in ingegneria meccanica allUniversit di Brescia. Ha conseguito la specializzazione post lauream presso il Politecnico di Milano e effettuato corsi di specializzazione in ambito: Produttivo, Certificazione dei Sistemi Qualit e Ambientali Aziendali,

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Spedizione nella cordigliera di Paucartambo

FOTO: YURI LEVERATTO PRESSO UNA CITTADELLA AGRICOLA PRE-INCA SCONOSCIUTA (FONTE: YURI LEVERATTO)

a regione di Cusco (Per), estesa circa 72.000 chilometri quadrati, occupata in gran parte (pi del 50%) da un particolare ecosistema chiamato selva alta (che a sua volta si divide in selva alta e bosco andino). Durante limpero degli Incas la selva alta ricopriva un ruolo molto importante, in quanto era la frontera tra il mondo andino e quello amazzonico. I popoli antecedenti agli Incas, gli Huari, i Pukara ed i Lupaca costruirono durante secoli vari avamposti detti tambo in quechua (luoghi di riposo), ma anche cittadelle e fortezze che servivano, oltre che per delimitare limpero, anche come luoghi di riposo ed intercambio, dove si soleva barattare con etnie di Chunchos, Moxos e Toromonas i prodotti della selva (coca, oro, miele, piume duccello, erbe medicinali), con quelli della sierra (camelidi e cereali andini, maca e vari tipi di patate).

Gli avamposti pi conosciuti sono quelli di Espiritu, Pampa e Vitcos (entrambi nella regione di Vilcabamba), Abiseo, la fortezza di Hualla, Mameria e la fortezza di Ixiamas (Bolivia). Secondo vari esploratori, tra i quali il peruviano Carlos Neuenschwander Landa, esisterebbe unultima fortezza, ancora sconosciuta, che fu utilizzata dagli Incas quando scapparono dal Cusco nel 1537. il mito del Paititi andino che si fonde con la legenda ricompilata da Oscar Nuez del Prado nel 1955, che indica nel Paititi loasi dove si rifugi il semidio Inkarri dopo aver fondato Qero e Cusco. Carlos Neuenschwander concentr tutte le sue ricerche nel cosidetto altopiano di Pantiacolla, unaspra e fredda zona andina inclusa tra i 2500 e i 4000 metri daltezza sul livello del mare, tra le regioni di Cusco e Madre de Dios. Laltopiano di Pantiacolla (dal quechua: luogo

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dove si perde la principessa) entra a pieno titolo, per vari motivi, tra i luoghi pi difficilmente accessibili del mondo. Innanzitutto la lontananza da centri abitati e la difficilissima orografia del terreno: profondissimi canyons dove scorrono fiumi impetuosi e ripidi costoni dove passano solo alcuni angusti sentieri, a volte nemmeno percorribili da muli, complicano laccesso allaltopiano. Inoltre il clima, sempre cangiante, molto severo, con forti venti, piogge e grandinate, ed a volte neve e tempeste, intervallate da FOTO: CITTADELLA AGRICOLA PRE-INCA SCONOSCIUTA (FONTE: YURI LEVERATTO) brevi periodi di sole. Huillca Mamani, lo spagnolo Javier Zardoya ed il La temperatura pu scendere a -10 di notte, sottoscritto. mentre di giorno oscilla tra 0 e 5 gradi. Abbiamo trascorso gli ultimi giorni prima dinLultimo e forse pi importante motivo che traprendere la spedizione nel grande mercato di rende quasi inacessibile la meseta de PantiacolCusco, acquistando i viveri necessari per un totala il fatto che nelle zone adiacenti (situate ad le di 11 giorni. Molto importante, per una spedialture pi basse), come il Santuario Nazionale zione andina, stato lacquisto di alcuni chili di Megantoni e la zona chiusa del Parco Nazionale foglie di coca e della cosidetta lipta, una specie del Manu, vivono indigeni isolati (non contattadi dolcificante a base di stevia o cenere che serve ti), che a volte possono essere molto aggressivi. da catalizzatore per poter assimilare le proprieMi riferisco a gruppi di Kuga Pacoris, Masko-Piros t benefiche delle foglie di coca. e Toyeris. Unaltra sfida stata la scelta dellequipagLa vallata del Rio Mapacho-Yavero, inizialgiamento, in quanto dovevamo essere preparati mente chiamato Rio Paucartambo, funge dacper il clima tropicale del basso Yavero, ma anche cesso alla cordigliera di Paucartambo, lultima per il freddo intenso della cordigliera, dato che vera catena montuosa andina (con cime di oltre avevamo previsto di giungere oltre i 3000 metri 4000 metri), prima della selva bassa amazzonica, daltezza s. l. d. m. la conca del Rio Madre de Dios. Siamo partiti nel cuore della notte alla volLobiettivo della nostra spedizione nella cordita della vallata del Rio Yavero con un potengliera di Paucartambo stato quello di studiare te fuoristrada condotto da un autista esperto. e documentare i sentieri incaici della vallata del Dopo circa 10 ore di difficile strada sterrata, siaRio Chunchosmayo (Rio dei Chunchos, antichi e no giunti in un luogo chiamato punta carreteterribili popoli della selva), che conducono allalra, nella valle del Rio Yavero. una vallata moltopiano di Pantiacolla e possibilmente alla mitito stretta, poco popolata, senza strade (eccetto ca Paititi di Inkarri. che per lunica via daccesso) e senza elettricit. La spedizione iniziata al Cusco, la citt che I pochi contadini che vi vivono coltivano princifu capitale degli Incas. In totale eravamo 5 partepalmente caff. Lindomani mattina, con laiuto cipanti: lo statunitense Gregory Deyermenjian, i di due muli, abbiamo iniziato a camminare perperuviani Ignacio Mamani Huillca e Luis Alberto

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Yuri Leveratto correndo un ripido costone, scendendo in circa quattro ore fino al Rio Yavero, nel punto dove si trova il ponte sospeso Bolognesi. Ubicazione: 12 38.739 lat. Sud / 72 08.129 long. Ovest. Altezza: 1222 metri s. l. d. m. Al di sotto di quel ponte traballante scorre limpetuoso Yavero (affluente del Rio Urubamba), circondato da una vegetazione lussureggiante. Da quel punto abbiamo iniziato a camminare risalendo il margine destro della vallata fino ad un luogo chiamato Naranjayoc, abitato da alcune famiglie di contadini che parlano principalmente quechua. un mondo completamente rurale dove si vive senza luce, n acqua corrente, n tantomeno gas per cucinare o riscaldarsi. Tutto esattamente uguale a come era un secolo fa. Il terzo giorno abbiamo utilizzato tre muli per proseguire. Inizialmente abbiamo risalito un ripidissimo costone e quindi, una volta raggiunta la cima del monte, ci siamo trovati di fronte ad un

Lenigma delle rovine di Miraflores remoto sito archeologico detto Tambocasa. Ubicazione: 12 37.174 lat. Sud / 72 07.206 long. Ovest Altezza: 1792 mt. S. l. d. m. un tipico tambo (luogo di riposo), di forma rettangolare (40 x 10 metri), costruito in epoca inca. Ubicato esattamente nello spartiacque tra le valli del Rio Yavero e del suo affluente Chunchunsmayu (fiume dei Chunchos), fu utilizzato principalmente come luogo di riposo ed intercambio di prodotti agricoli. Quindi abbiamo camminato per circa quattro ore lungo un ripido costone a picco sul precipizio, inoltrandoci nella valle del Rio Chunchusmayo. Verso sera siamo giunti presso un altro sito archeologico detto Llactapata (in quechua: citt alta). Ubicazione: 12 37.025 lat. Sud / 72 05.750 long. Ovest Altezza: 1935 mt. S. l. d. m. Abbiamo deciso di accamparci in una vasta

FOTO: CITTADELLA AGRICOLA PRE-INCA SCONOSCIUTA (FONTE: YURI LEVERATTO)

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Lenigma delle rovine di Miraflores radura adiancente alle rovine, con lintento di esplorarle lindomani. Dopo aver cucinato una zuppa a base di uncucha (una patata dolce tipica di questa vallata), ci siamo preparati per la notte. Il cielo era completamente screvro da nubi e, stranamente, si notava una grande stella molto bassa in direzione dellaltopiano di Pantiacolla. Il quarto giorno abbiamo potuto documentare il sito di Llactapata: oltre ad alcuni resti di fondamenta pre-inca nei quali langolo dei muri invece di essere perpendicolare smussato, abbiamo potuto documentare una costruzione rettangolare risalente allepoca pre-inca caratterizzata da una particolare parete con otto incavi, probabilmente utilizzati per motivi cerimoniali. Quindi abbiamo nuovamente intrapreso il nostro cammino in direzione nord-est, risalendo la stretta vallata del Rio Chunchusmayo. Inizialmente abbiamo camminato per circa cinque ore in uno stretto sentiero a picco sul precipizio. Alcuni passaggi sono stati difficili e

Yuri Leveratto abbiamo dovuto alleggerire il carico dei muli, stando attenti ad evitare che si imbizzarrissero, cadendo nel vuoto. Siamo poi giunti in un luogo da dove si poteva vedere lincontro del torrente Tunquimayo con il Rio Chunchusmayo. Da quel punto iniziata una ripida discesa fino al Rio Chunchusmayo. Abbiamo dovuto attraversare una zona di selva molto densa e umida, fino a giungere presso il suo corso. Una volta attraversatolo, abbiamo iniziato la ripida salita del cosidetto Cerro Miraflores, inizialmente in una densissima selva e quindi lungo un enorme costone con poca vegetazione. Dopo circa tre ore di cammino dal fiume abbiamo deciso di fermarci e di allestire laccampamento, anche perch era iniziata una forte pioggia. Dun tratto ci siamo resi conto di trovarci presso un antico tambo pre-incaico di costruzione rettangolare. Anche qui, il fatto che gli angoli della costruzione fossero smussati ci ha fatto pensare ad una costruzione pre-inca.

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FOTO: CITTADELLA AGRICOLA PRE-INCA SCONOSCIUTA (FONTE: YURI LEVERATTO)

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Ubicazione del Tambo di Miraflores: nella parte che si affaccia ad est, un muro di circa 1236.506 lat. Sud / 72 03.681 long. Ovest 6 metri di lunghezza, con 4 rientranze ubicate Altezza: 2540 mt. s. l. d. m. allaltezza di circa 80 cm dal suolo (vedi foto prinIl quinto giorno abbiamo inizialmente esplocipale). rato la parte di selva che si trovava a nordEravamo certi di aver raggiunto unimportanovest dal nostro campo base. Abbiamo trote e sconosciuta cittadella agricola pre-inca, ma vato alcuni muri di contenzione, anchessi di ignoravamo chi lavesse costruita e quando. Alorigine pre-incaica, indizio che tutta la zona cuni mandriani della zona ci avevano accennato era stata abitata e coltivata in epoche remote. al nome Miraflores, con il quale si indicava la Poi ci siamo inoltrati in una densissima selva, allontanandoci per dallantica zona agricola. Abbiamo quindi deciso di seguire il sentiero verso nord, fino alla cima del monte. stata una durissima salita lungo un sentiero stretto e fangoso, ma finalmente abbiamo raggiunto la cima e quindi abbiamo proseguito verso nord lungo un altopiano coperto da un bosco non troppo denso. La nostra caminata ha avuto fine in un punto situato a 3185 metri s.l.d.m. da dove si poteva scorgere, in lontananza, laltopiano di Pantiacolla e il FOTO: CITTADELLA AGRICOLA PRE-INCA SCONOSCIUTA (FONTE: YURI LEVERATTO) cosidetto Nudo de Toporamontagna intera. ke, unaspra formazione rocciosa situata presso Ubicazione della cittadella pre-inca di Miralo spartiacque tra la conca del Rio Urubamba e flores: quella del Rio Madre de Dios. Quindi siamo rienLat. 12 36.507 Sud / Long. 72 03.715 Ovest trati al campo base con una caminata di circa tre Altezza: 2523 metri sul livello del mare. ore. Osservando con attenzione il muro princiIl sesto giorno della nostra esplorazione stapale, mi sono reso conto che probabilmente to quello determinante. Abbiamo nuovamente esplorato la parte di era crollato parzialmente e che anticamente era lungo almeno il doppio. Forse le rientranze, selva a nord-ovest rispetto al nostro campo-bache per me erano utilizzate per motivi rituali, se. Ci siamo quindi inoltrati in una spessa foresta furono in passato 8, proprio come a Llactapata. umida, tanto che era molto difficoltoso avanzare. Ma chi poteva aver costruito la cittadella? PoteDopo circa mezzora abbiamo trovato le fondamenta di unabitazione dalla forma trapezioidavano essere stati i Chunchos, antenati dei Matsiguenkas, da cui deriva il nome del fiume Chunle e quindi, a pochi metri da essa, i basamenti di chosmayo? Non sembra, perch quei popoli unaltra abitazione rettangolare e vari muri di della selva adiacente al Cusco non hanno mai contenzione che servirono per le classiche colutilizzato le cosidette coltivazioni a terrazza. tivazioni a terrazza. Procedendo lesplorazione abbiamo indiviProcedendo nella nostra esplorazione abbiamo potuto documentare altre abitazioni, molte duato il centro di unantica cittadella occulta neldelle quali avevano una specie di finestra o rila selva: una spianata di circa 12x12 metri con,

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Lenigma delle rovine di Miraflores entranza nei loro muri, probabilmente utilizzata per motivi rituali. Il settimo giorno abbiamo continuato la nostra esplorazione. Procedendo a fatica attraverso la selva densa e intricata, abbiamo scoperto altre abitazioni e molti muri di contenzione per le cosidette coltivazioni a terrazza. Abbiamo potuto comprovare che la cittadella si estende su due ettari, con un totale di circa 20 abitazioni, oltre alla spianata centrale, dove vi il muro principale con le 4 rientranze rituali. La cittadella agricola di Miraflores fu costruita quasi sicuramente da popoli pre-inca, anche se a tuttoggi non possibile individuare esattamente il popolo che la edific. molto probabile che gli Incas utilizzarono il sito con lo scopo di controllare laccesso alla vallata e poter coltivare lintero versante occidentale della montagna, in modo da poter rifornire di alimenti (mais, fagioli, patate, coca, zucche) i soldati che presidiavano i limiti estremi dellimpero, nellaltopiano di Pantiacolla e nelle fortificazioni di Toporake, tutti siti ubicati nello spartiacque (a circa 4000 mt. s. l. d. m.), fra il bacino del Rio Urubamba e quello del Rio Madre de Dios. possibile che la cittadella agricola di Miraflores sia servita per rifornire di alimenti un sito maggiore, situato forse al di l della meseta di Pantiacolla, ovvero il legendario Paititi di Inkarri? In seguito abbiamo esplorato tutta la zona adiacente, scoprendo altri

Yuri Leveratto spazi abitativi e cerimoniali. Molto interesante stato il ritrovamento di una tomba. Ubicazione della Tomba di Miraflores: Lat. 1236.521 Sud / Long. 72 03.731 Ovest Altezza: 2509 mt. s. l. d. m. Lo studio futuro di questo sito potrebbe svelare lenigma delletnia che costru lintera cittadella. Durante il pomeriggio, siccome non pioveva ed eravamo lontani da corsi dacqua, abbiamo deciso di smontare il campo base ed avvicinarci al Rio Chunchusmayo. Abbiamo quindi montato il campo 2 a circa 2000 metri sul livello del mare, a dieci minuti di camino dal fiume. Quindi, siamo scesi sulle rive del Rio Chunchusmayo ed abbiamo fatto il bagno, immergendoci nelle sue acque gelide. Poco dopo abbiamo cercato i resti di un ponte incaico che, secondo alcune voci, avrebbe dovuto trovarsi nella zona, ma senza esito favorevole. Lottavo giorno siamo rientrati verso Naranjayoc ed il giorno sucessivo abbiamo camminato fino alla strada carrozzabile. Il decimo giorno abbiamo incontrato il nostro autista in un punto prestabilito e, per mezzo di un potente fuoristrada, siamo rientrati al Cusco in dieci ore di viaggio. Il bilancio della spedizione stato pi che positivo. Oltre a documentare i siti di Tambocasa e Llactapata, abbiamo scoperto e descritto le rovine della cittadella agricola di Miraflores: un ulteriore passo avanti nellambito delle spedizioni Paititi-Pantiacolla. in Italia. Dal 2005 vive in Colombia, continuando a viaggiare venendo a contatto con culture autoctone, studiandone la cultura e il loro modo di vita. Appassionato di storia cerca di trovare nel passato degli spunti che gli facciano comprendere il presente e le relazioni tra gli esseri umani. Il suo sito web http://www.yurileveratto.com. Tra i suoi libri ricordiamo: La ricerca dellEl Dorado (Infinito Edizioni, 2008) e

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YURI LEvERaTTO
Nato a Genova nel 1968, ha conseguito la laurea in Economia nel 1995, e ha iniziato a lavorare presso unagenzia marittima di Genova. In quel periodo ha dimostrato interesse per la letteratura e ha scritto il suo primo romanzo, Linverno dellanima. Successivamente ha vissuto a New York, dove ha lavorato come guida turistica, e poi, a partire dal 1999, si imbarcato sulle navi da crociera della compagnia Princess, con funzioni amministrative. La sua passione per la fantascienza lo ha portato a scrivere La guerra alle multinazionali, e il suo proseguimento, Lera degli autoreplicatori. Nel 2004 ha lavorato come guida turistica

1542. I primi navigatori dei Rio delle Amazzoni Lulu, 2009 RUNA BIANCA

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La Scienza Sacra dei costruttori di megaliti (III)

Origine culturale delloperazione megalitica

FOTO: MONUMENTI MEGALITICI SALENTINI: DOLMEN (FONTE: EZIO SARCINELLA)

l passaggio allemiciclo precessionale dellOlocene, avvenuto nel millennio XI a.C., fu di una tale intensit che gli uomini superstiti si attivarono per poter bilanciare la Terra, applicando le conoscenze derivate da quellevento e la capacit di percezione energetica di cui erano dotati. Lesperienza di quello scenario caotico acu lintelligenza dei primi costruttori dei megaliti e ne ispir la missione millenaria equilibrante, da applicare sul piano planetario. Essi ne impressero la dinamica celeste con monumenti imperituri, modellando interi altopiani, come fecero per la Sfinge egizia della piana di Giza al Cairo, avente in origine la testa di leone, orientata verso la costellazione del Leone allepoca del 10.450. a.C. (R. Bouval-A. Gilbert, G. Hancock, J.A. West) o intere colline modellate a forma di piramide, come le Piramidi di Visoko in Bosnia (www.runabianca.it) o gi elevando me-

galiti, come nel tempio di Gopleki Tepe nellantica Anatolia (che gli studiosi collocano entro una parentesi temporale millenaria compresa tra l11.500 e l8.000 a.C.). Si scopre ora, con molta sorpresa, che questi e altri noti templi megalitici, in Asia, Africa e nel continente americano pre-colombiano, possono essere stati eretti a partire dallXI millennio a.C. per imprimere sul territorio un messaggio per i posteri legato al ciclo del Grande Anno e scandire con la loro imponente presenza il ritmo cosmico del ciclo della Precessione degli equinozi. Sulla scia di quella prima conoscenza postglaciale, dopo il primo mese bimillenario precessionale, caratterizzato da un millennio temperato e da uno glaciale (Glaciazione Breve o Dryas recente), la civilt della rinascita dell8.000 a.C. pot avviare una seconda fase di operazione megalitica che condusse alla diffusione del pi noto megalitismo, quello composto da specchie,

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La Scienza Sacra dei costruttori di megaliti (III) da dolmen, da menhir, da henges, da piramidi e poi da havitte e da stupa, ad opera di costruttori di grandi templi, favoriti nella loro conquista del mondo da un pi gradevole clima temperato. Risalgono all8.000 a.C. le prime tracce europee di coltura incipiente del nocciolo, trovate in Inghilterra nei pressi della localit di Stonehenge, il luogo sul quale gi allepoca il cerchio oggi megalitico era composto da pali mobili, infissi nelle buche scavate nel terreno, ai fini di calcolare i cicli temporali di breve e lungo termine. La vita ricominciava per quelle genti su un nuovo registro di conoscenze e di abitudini, adeguate alla fase temperata, che trasformava il pianeta e offriva opportunit nuove per conquistarlo. Furono le genti delle coste atlantiche inabissate per linnalzamento del livello degli oceani, a causa delle acque del disgelo della Glaciazione Dryas recente che, servendosi di un palo di legno per traguardare gli astri, sia in navigazione sotto costa che sulla terraferma, si mossero verso una lenta, millenaria conquista di nuovi territori. Rinvenire le tracce lasciate nei primi millenni della loro peregrinazione arduo, per la deperibilit del legno dei loro strumenti e dei loro monumenti. Resti di pali infissi in modo da formare un cerchio semi-sommerso dal mare delle isole Orcadi, come anche i residui di legni da palo collegabili alla serie di buche che contornano il circolo di pietra di Stonehenge, corrispondono alle rare tracce di una pratica astronomica e cultuale iniziata in quella fase e continuata con la trasformazione in monumenti stabili, per mezzo dellimpiego di megaliti, di cui Stonehenege rappresenta oggi proprio lemblema delloperazione megalitica delle Isole britanniche e di tutti i monumenti megalitici del mondo. Accomunava gli esponenti di questa seconda generazione di costruttori di megaliti una cultura basata sulla conoscenza di unastronomia empirica, sperimentata in millenni di pratica di osservazione del cielo. Vissuti in fase glaciale nella nicchia ecologica dellarea franco-cantabrica, la cui temperatura rigida era mitigata dallinflusso marino, ma in fase post-glaciale costretti a muoversi lungo i nuovi bordi costieri e lungo le vie fluviali ingrossate dal disgelo, si trasformarono da cacciatori di grandi animali da prateria in raccoglitori di volatili, di molluschi terrestri e marini

Marisa Grande e in pescatori con lausilio di nasse, reti, arpioni e ami di osso. A differenza dei cacciatori di renne che, seguendo il cervo come nuova preda della fase temperata trovarono, nelle gole delle Alpi liberate dai ghiacci, una via continentale che attraversava lEuropa da Nord a Sud, dalla Scandinavia al Salento, da percorrere ciclicamente per attivare un tipo di nomadismo stagionale legato alla caccia ai cervidi e che produssero lungo questa via larte rupestre di Badisco, di Tuppo dei Sassi e delle Alpi Camune, le genti provenienti da Nordovest, si muovevano, invece, alla ricerca di territori pi accoglienti, di nuove nicchie ecologiche dove potersi insediare e attivare la loro operazione megalitica. (M.Grande, Antiche confluenze viarie in Puglia, Anxa, maggio-giugno 2011) Dispersa per, con le devastazioni del nuovo post-glaciale della Dryas recente, quellantica avanzata conoscenza dei progenitori, i nuovi superstiti ripresero la conquista del mondo e il nuovo piano planetario ponderale equilibrante servendosi di un semplice palo di traguardo. Con il suo ausilio furono in grado di orientarsi in terra e in mare. Approdati sulla terraferma, raggiungevano un punto emergente vicino alla costa, dal quale potevano dominare il mare e lentroterra con una visuale completa di 360 gradi e l costruivano specchie litiche ed accendevano fuochi per elevare verso il cielo colonne di energia, modelli sacri di axis mundi, che in seguito avrebbero moltiplicato e reso imperituri innalzando la raggiera di menhir litici. Se ritenuto adatto alla vita, sinsediavano su quel territorio e, intorno al polo emergente della collina sacra, creavano una nuova cellula culturale in una nuova cella geodetica, costruita nella naturale cella geomorfologica, di cui percepivano lintensit energetica. Con la loro operazione ponderale imbrigliavano nel sistema megalitico quelle energie del territorio per contribuire poi, tutti insieme, nelle diverse parti del mondo nelle quali sarebbero approdati quali costruttori di nuove macchine equilibranti astronomicamente orientate, a sviluppare la sacra sincronia tra Terra e cielo, rendendo coerenti tutte le linee di flusso del campo magnetico terrestre. I costruttori di megaliti intendevano ottenere ci basandosi sulla conoscenza delle antiche

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Marisa Grande

La Scienza Sacra dei costruttori di megaliti (III)

tecniche di osservazione astronomica e di navina assiale comprendente le acque sotterranee, le gazione marina e fluviale e fidandosi delle loro camere sovrapposte e lo Zed, ossia un sistema di capacit percettive, notevoli sul piano della geoambienti in risonanza, a cui si aggiungono i due manzia e della rabdomanzia. cunicoli orientati in forma di Y verso il cielo. Impiegando minerali litici con propriet di I flussi di elettromagnetismo, convogliati in conducibilit elevata, quali il quarzo, le pietre stato caotico alla base della piramide per mezzo sarsen, le pietre blu, il silice, ma di diramazioni idriche del Nilo, venianche lumile calcare come quello vano resi coerenti dal sistema interno salentino, elevavano megaliti distridella piramide, vibrante nelle risonanbuiti a forma di tela di ragno, riproze giuste per effetto della riflettanza ducente in Terra la tela cosmica del dei minerali impiegati e delle proporcielo. zioni della stessa piramide, riproduGli abitanti centro-europei, delcenti in scala la grandezza planetaria le coste e delle isole atlantiche, da della Terra. Questa poteva essere stacui provenivano anche i costruttori ta dedotta empiricamente per mezzo di megaliti salentini, avevano alle della misurazione del triangolo solaspalle un retroterra culturale che li re, composto della linea di massima aveva resi progrediti sul piano delestensione allorizzonte delle due pola conoscenza del territorio e del sizioni apparenti della levata del Sole cielo, avendo praticato per millenni ai solstizi, per la base e, per il vertice lastronomia empirica per orientaropposto, dalla posizione intermedia si su un territorio prevalentemente dellastro in declinazione rispetto al ghiacciato. Il loro bagaglio culturale centro nel giorno della sua levata agli era stato formato nel Paleolitico per equinozi. una lunga tradizione di osservazioTali misure astronomiche erano cone del cielo e di misurazione dei nosciute da millenni come variabili nel cicli degli astri da parte dei Sapienstempo e rappresentate in forma di losapiens Cro Magnon, i quali lo avesanga pi o meno affusolata, una forvano in parte anche ereditato dai ma romboidale divenuta simbolo delloro cugini Sapiens neandertaliani, la dea astrale gi nei cicli precessionali meglio adattati alla grande glaciadel Paleolitico Inferiore. La losanga zione pleistocenica. comprendeva, oltre al triangolo solare Erano stati i loro progenitori che, luminoso posto al di sopra dellorizin fase post-glaciale del millennio zonte, anche il suo rovescio, il triangoFOTO: MENHIR NEL SALENTO (FONTE: EZIO XI a.C., avevano iniziato lattivit di lo buio indicante il percorso notturno SARCINELLA) bilanciamento della Terra, deviando del Sole. Quando la losanga solare i fiumi per trasportare i flussi di eletaveva la diagonale, corrispondente ad tromagnetismo sotto le colline che, modellate a un tratto della linea dellorizzonte, molto ampia forma di piramide, avevano la funzione di modue quindi risultava molto aperta, significava che larne i flussi rendendo coerenti le onde del camlasse terrestre era molto inclinato e che il Sole in po magnetico terrestre. Essi recuperarono ed fase di solstizio rischiava di non rinascere, rimaapplicarono anche tale antica scienza in modo nendo fermo per tre giorni nella zona buia della egregio nella Grande Piramide egizia, se non si losanga, al di sotto dellorizzonte. Tale esperienvuole fare risalire anche questa alle costruzioni za di buio totale vissuta nellemisfero boreale, equilibranti di prima generazione, risalenti alla tramandata dagli egizi come Sole fermo, aveva fase post-glaciale Wrm. per illuminato per altrettanti tre giorni lemisfeLa Grande Piramide della Piana di Giza rapro australe, per il tempo corrispondente al giorno presenta il modello per eccellenza di tale antica finale del ciclo stagionale, al giorno del solstizio produzione di macchine equilibranti, con il suo e al terzo giorno di ripresa del ciclo stagionale, sistema interno verticale, composto dalla colonma con moto di rotazione inverso, con levata del

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La Scienza Sacra dei costruttori di megaliti (III) Sole nel punto del suo ultimo tramonto, poich il fenomeno corrispondeva ad uninversione del moto di rotazione della Terra. La forma perfetta della Grande Piramide, per essere funzionante, doveva perci contenere il suo rovescio buio, costituendosi cos come un cristallo a forma di ottaedro, composto dalla piramide quadrangolare sub-aerea visibile e dalla piramide opposta, uguale e invisibile, perch sotterranea. Tale forma risonante tridimensionale rendeva tridimensionale la losanga rappresentata nei simboli universali come bidimensionale, gi a partire da quella dipinta dagli antichi progenitori africani 77.000 anni fa a Blomblos. La piramide buia aveva il compito dincanalare le polarit nord del campo magnetico terrestre lungo la via sotterranea, facendo procedere la linea di campo del meridiano fondamentale verso il Polo Sud, e la piramide visibile aveva il compito opposto di incanalare le polarit sud verso la via aerea e aiutarle a proseguire la loro naturale via verso il Polo Nord, per mantenere attivo il sistema del dipolo terrestre. Baluardo dellemisfero boreale, la Grande Piramide egizia, collocata nella Piana di Giza al 30 parallelo Nord, agiva in sincronia con i monumenti megalitici europei, che avevano la stessa funzione di intercettare le polarit sud, aeree, prima che potessero essere captate dal suolo per oscillazioni parossistiche della Terra e interferire con le polarit nord, sotterranee. Tale anomalia pu avvenire quando lasse raggiunge la sua massima inclinazione e, imprimendo alla Terra unevidente fase di rallentamento, crea un effetto trottola mol-

Marisa Grande to ampio, con oscillazioni a forma di analemmi, doppi dellangolo dinclinazione assiale. La Terra potrebbe correre il rischio dinversione totale delle polarit magnetiche, di ribaltamento su s stessa e dinversione del moto di rotazione e di rivoluzione, nel momento in cui il suo asse dovesse raggiungere linclinazione massima di 33 gradi, che produrrebbero analemmi ampi 66 gradi. Lattenzione sulla distanza variabile allorizzonte tra i solstizi, indice della tendenza alla variabilit dellinclinazione dellasse terrestre, si accentu a seguito del diluvio biblico del V millennio a.C. In quella fase nella mitologia egizia tale estensione fu rappresentata dal Sole alato (anche simbolo mesopotamico delleroe Gilgamesh), ossia dallampiezza massima delle ali della divinit uccello, il dio Falco-Horus, subentrato in Egitto al deposto Osiride/Orione, divinit cosmica slittata nel cielo per il salto del meridiano fondamentale celeste, proprio nel V millennio a.C., in fase di passaggio di stagione precessionale, secondo la dinamica descritta nello Zodiaco rettangolare di Dendera. Proprio alle tre stelle della Cintura di Orione, ossia ancora al pre-diluviano Uomo Cosmico HU, venerato sin dal 10.000 a.C. nella Grotta dei Cervi di Badisco, e quindi in epoca precedente il V millennio a.C., si era fatto riferimento nel costruire le celle geodetiche megalitiche del versante adriatico salentino, orientando sulle tre stelle osservate allorizzonte le tre specchie erette sulle alture oggi denominate: dallAlto, dei Mori e Montevergine. stenti tra le varie branche del sapere e promuovere una rinnovata visione della conoscenza. Collabora con associazioni culturali e case editrici e scrive articoli per riviste di cultura. Tra le sue pubblicazione ricordiamo: Lorizzonte culturale del megalitismo (Besa, 2008) e...

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MaRISa GRaNDE
Dopo la sua carriera di insegnante di Disegno e Storia dellArte, continua nel campo artistico con un linguaggio originale, la Synergetic-Art, che trova la sua piena espressione nel meta-realismo della sua pittura e della sua poesia. Con il Manifesto del Movimento culturale Synergetic-art 1990 (www.synergetic-art.com) ha avviato unattivit di studi e di ricerca pluri-disciplinare, condotta con approccio sistemico, per cogliere le interconnessioni esi-

Dai simboli universali alla scrittura Besa, 2010 RUNA BIANCA

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GIORGIO PATTERA

LErba dei Templari


LHypericum perforatum

FOTO: HYPERICUM PERFORATUM

a Natura il miglior chimico e i prati sono la sua farmacia. Questa definizione il compendio di tutto ci che stiamo per illustrare a proposito dellHypericum perforatum, meglio conosciuto nella tradizione popolare come erba di S.Giovanni e da non confondersi con altre essenze riunite sotto lidentica terminologia volgare, come lAssenzio e la Verbena. Ltimo ha unorigine incerta. Per alcuni studiosi deriva dal greco yper (= su, sopra) e oikos (= casa), forse per il fatto che questerba cresce spontaneamente a ridosso dei ruderi; altri invece, molto semplicisticamente, lo fanno risalire a yper (= su) ed erikin (rica), nel senso di pianta che vegeta sopra le riche. Personalmente propendo per una terza interpretazione, che affianca al significato prettamente scientifico quello magico-religioso. Secondo i filologi, il termine sarebbe composto da yper (= sopra) ed eikim

(= immagine), per lantica usanza di appendere nelle case i rametti della pianta sopra le immagini sacre di Santi o Divinit ed allontanare cos i dmoni del male: per questo veniva anche chiamata scacciadiavoli. Per contro, secondo i botanici, il prefisso yper (= al di l, dellimmagine) si riferirebbe alla punteggiatura trasparente delle sue foglie, che consente di vedere al di l della pagina fogliare stessa, tanto da essere chiamata anche millebuchi o erba forata. Ci confermerebbe lapposizione latina perforatum: per riconoscerla infatti basta guardare le foglioline contro luce, notando cos numerosi puntini, simili a minutissimi fori traslucidi, che in realt altro non sono che fito-ghiandole, affondate nel lembo fogliare e contenenti resina e ol essenziali incolori, i pi importanti principi attivi della pianta, di cui ci occuperemo pi avanti. La conoscenza delllperico, sacro a Giove per gli antichi Romani, si perde nella notte dei tempi:

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LErba dei Templari Ippocrate (il padre della medicina), Dioscoride (il pi rinomato medico dellantica Grecia) e Plinio il Vecchio lo impiegarono per curare molte malattie, intuendone le propriet terapeutiche veramente eccezionali che andremo ad elencare nella seconda parte della ricerca. Ma gi Aristotele ne aveva fatto oggetto dattenzione, considerandola erba magica per eccellenza, tanto da raccomandarne luso contro gli spiriti maligni e come protezione nei confronti di possibili incantesimi. Tradizione talmente radicata nella superstizione popolare, da rimanere intatta attraverso lo scorrere dei millenni. La ritroviamo infatti nel Medioevo: la notte della vigilia di S.Giovanni era consuetudine dormire con un mazzolino dIperico sotto il cuscino, nella convinzione che, cos facendo, il Santo apparisse in sogno e proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero. Sempre nel corso dei secoli bui, lIperico (forse perch il suo profumo ricorda molto da vicino quello dellincenso ?) era noto col nome di fuga daemonorum, serviva cio a cacciare le presenze spiritiche e le influenze negative dagli ambienti e dalle coltivazioni. Cera una casa infestata ? Niente paura: si entrava, si allestiva un fal dIperico e i dmoni, che secondo la credenza popolare non ne sopportano lodore, se ne andavano di corsa. Rituali, questi, che oggi possono far sorridere, ma che fino a qualche decennio fa hanno resistito (ed in parte ancora resistono) nelle tradizioni contadine. La notte di S.Giovanni (24 giugno), che corrisponde al solstizio destate di celtica memoria, era costume nelle campagne bruciare lIperico, insieme con la ruta, la menta e lartemisia, contro gli incantesimi delle fate ed il malocchio. Ancora: ai viandanti che si avventuravano per i sentieri nella notte pi magica dellanno, si consegnava un mazzolino di piantine (raccolte rigorosamente la notte di S.Giovanni, per ottenere il massimo potere esorcistico ed accuratamente conservate in una pezzuola rossa), affinch proteggesse il loro cammino.

Giorgio Pattera gendari del Medioevo, conosciuti anche come i Cavalieri delle Crociate. Fondato nel 1118 al termine della prima crociata da Hugo di Payns, lOrdine dei Templari era originariamente costituito da 11 frati francesi che, armati di spada, ebbero il compito di difendere dagli infedeli i pellegrini che viaggiavano lungo le strade fra Jaffa e Gerusalemme. I Templari oltre che soldati erano grandi studiosi di arte, ingegneria (erano loro a custodire i progetti delle cattedrali gotiche, le cui arditissime arcate restano ancor oggi un mistero di tecnica architettonica) e medicina. Essi infatti avevano il difficile compito di curare i soldati feriti nelle crociate e, negli ospedali di Malta e Cipro, applicavano le loro notevoli conoscenze erboristiche soprattutto nelle ferite da guerra. E i Templari furono i primi a scoprire che lIperico, oltre alle ustioni e alle ferite da taglio, era utilissimo per migliorare lumore di questi guerrieri, che erano costretti a rimanere immobilizzati a letto per mesi: per questo i Cavalieri delle Crociate conservavano grandi quantit della pianta, per il suo potere energizzante e antimalinconia. Le procedure delle applicazioni delle erbe non seguivano chiaramente alcuna metodologia scientifica: a quei tempi non si conoscevano ancora i principi attivi delle essenze vegetali, visto che la chimica era praticamente sconosciuta. I medici dellepoca si affidavano alla teoria dei segni, studiavano cio i segnali che la pianta mandava loro. LIperico, ad es., ha le foglie con i canali linfatici fratturati (cio interrotti, spezzati): bene, per loro significava che la pianta era utile nelle fratture e nelle ferite subite in battaglia. Le esperienze dei templari approdarono poi alla scuola medica salernitana, che rimasta fino al seicento la culla della fitoterapia.

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Note scientifiche sulliperico (Hypericum perforatum)


Erba di San Giovanni, Famiglia delle Hypericaceae (Guttiferae) Pianta erbacea perenne, selvatica e praticamente ubiquitaria. Cresce facilmente anche su terreni sterili, sassosi e si ritrova comune tra la flora spontanea delle nostre campagne. Nel Colorado e in Australia viene considerata

LIperico e lOrdine dei Templari


Chi si occupa di medicina naturale sa che le virt dellIperico sono conosciute da secoli. La fama di questa pianta procede di pari passo con la storia dei Templari, cavalieri misteriosi e leg-

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Giorgio Pattera addirittura unerba infestante. Nella seconda met del secolo scorso, in Inghilterra, si sono registrati casi di avvelenamento nel bestiame: se ingerito in grandi quantit, infatti, provoca fotofobia ed irritazione della pelle. Fiorisce in estate, pi o meno allepoca in cui si festeggia San Giovanni (24 giugno). Parti usate: foglie e sommit fiorite. Principali costituenti conosciuti (princip attivi). Tra i componenti dellIperico annoveriamo un olio essenziale e derivati fenolici, tra cui un pigmento rosso fotodinamico (ipericina) contenuto nei fiori. Questi sono di colore giallo-intenso e i petali sono ricoperti di puntini neri che, se sfregati, tingono le dita (appunto) di rosso. Da ci, oltre che per lepoca di fioritura e raccolta, sembra derivare il nome di erba di San Giovanni, in quanto il rosso ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Salom. Varie leggende concordano sul fatto che Giovanni sia da identificare con il Battista e non con lApostolo: infatti i puntini neri sui petali e i forellini sulle foglie rappresenterebbero, i primi, il sangue versato da San Giovanni decapitato, i secondi le lacrime versate da chi assistette a quel crudele evento. La festa di San Giovanni del 24 giugno risale ad un rito pagano dei Germani, i quali usavano addobbare con lIperico fiorito i luoghi in cui erano soliti festeggiare il solstizio destate.

LErba dei Templari

FOTO: HYPERICUM PERFORATUM E HYPERICUM MACULATUM

LIperico come medicina


Spesso si ritiene che la medicina naturale costituisca, se non un placebo, un rimedio allacqua di rose e senza effetti collaterali, dimenticando ad es. che il principale farmaco per le patologie cardiovascolari ancor oggi la digitalina (estratta dalla Digitalis purpurea, comune nei nostri prati di montagna) e che su dieci prodotti che acquistiamo in farmacia, tre sono di deriva-

zione vegetale. Le spiccate propriet terapeutiche dellIperico, che ha goduto duna lunga tradizione nelluso popolare, sono state confermate dalla scienza medica intorno al 1988 negli U.S.A. e se ne fa un gran parlare da quando alcuni psichiatri americani ne hanno dimostrato lefficacia contro il pi attuale dei mali: la depressione. Persino il prestigioso ed autorevole British Medical Journal se n occupato, attestando che i preparati alcolici od oleosi della pianta (lipericina scarsamente solubile in acqua), assunti per almeno 2/3 mesi, esercitano azione benefico-rasserenante sullumore e lo stato depressivo migliora nel 70% dei casi. I primi effetti si riscontrano gi dopo 2/3 settimane e da studi recenti non sono

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LErba dei Templari emersi casi di tossicit da iperdosaggio: lIperico sostanzialmente una pianta priva di tossicit e non provoca effetti secondari indesiderati (n disturbi, n assuefazione). Lunica precauzione da adottare, in caso di assunzione di alte dosi del principio attivo, quella di evitare le prolungate esposizioni ad intensa radiazione solare, a causa dellazione fotosensibilizzante sostenuta dallipericina, che determina eritema cutaneo. Ma lIperico non ha solo propriet antidepressive, forse si farebbe prima a dire ci che non ha: possiede anche azione antisettica, astringente, cicatrizzante, antibatterica, antiemorroidaria, antidiarroica, antiparassitaria; aumenta inoltre la risposta immunitaria e blocca la replicazione virale. Per quanto riguarda luso estensivo dellIperico nella medicina allopatica, si pu dire che siamo soltanto agli inizi: le premesse tuttavia sono pi che incoraggianti. Attualmente lefficacia dellIperico viene testata per la cura dellAIDS, di varie forme di neoplasie, dellenuresi notturna nei bambini, di alcune malattie della pelle (come la psoriasi), dellartrite reumatoide, della gastrite, delle ulcere peptiche e, non

Giorgio Pattera ultimo, del mal di testa da sbornia. LIperico infatti, come s detto, si solubilizza bene nellalcool. Chiss, forse fra qualche tempo lerba dei Templari sar aggiunta alle bevande alcoliche, allo scopo di agire come riduttore dei postumi delle sbronze... Bibliografia: P.M.North (M.I.Biol.) Poisonous plants The Pharmaceutical Society of Great Britain, London 1967 D.Manta / D.Semolli Le erbe nostre amiche Ferni, Genve 1976 I.Frattola Piante medicinali italiane Signorelli, Roma 1977 M.I.Macisti Miti e magie delle erbe Newton & Compton, Roma 1993 M.Flenghi Libro de secreti diversi er miracolosi Orsa Maggiore, S.Marino 1994 R.Masci Lerbario degli Di M.I.R., Firenze 2000 F.Alaimo Le erbe delle stelle Il Punto dIncontro, Vicenza 2001 C.Gervasutti / A.Sannita Le Piante amiche del nostro benessere U.T.E.T., Milano 2001 catalogazione informatizzata degli avvistamenti UFO (dal 1947 a oggi) su tutto il territorio provinciale, di cui il Responsabile. Membro del Consiglio Direttivo del CUN, dal 1999 Direttore Tecnico del Comitato Scientifico, per le ricerche sul campo e le analisi di laboratorio. Fa parte della Commissione scientifica CSA, creata allo scopo di studiare il fenomeno abduction in ogni sua manifestazione. Affianca le Autorit (Carabinieri, Polizia Municipale) durante le indagini atte a smascherare la diffusione di avvistamenti falsi e di notizie atte a turbare lordine pubblico; presiede numerosi Convegni, Congressi e Conferenze, sia in ambito nazionale che internazionale.

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GIORGIO PaTTERa
Nato il 20 maggio 1950 a Parma, dove ha lavorato per 16 anni presso i Laboratori dAnalisi dellAzienda Ospedaliero-Universitaria, come Tecnico dIndagini Bio-Mediche; attualmente distaccato in Direzione Sanitaria, ove ricopre la funzione di Capo-Tecnico Coordinatore. laureato in Scienze Biologiche, iscritto allOrdine Nazionale dei Biologi dal 1995 e, dal settembre 2004, allAlbo dellOrdine Nazionale dei Giornalisti di Bologna. Nel 1988 riceve dal Prefetto di Parma il Decreto Provinciale di Guardia Ecologica Giurata Volontaria e, nel 2000, ottiene il riconoscimento dellAssessorato Regionale Ambiente dellEmiliaRomagna, per la permanenza ultradecennale nel volontariato del servizio di vigilanza ecologica. Appassionato di esobiologia (ricerca e studio di possibili forme di vita extraterrestre), iscritto dal 1980 al C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale), di cui dirige la sede di Parma dal 1982; cura la

UFO: ventanni di indagini e ricerche PPS Editrice, 2011

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DANILO TACCHINO

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Personaggi particolari per una Torino magica (I)


Nella teoria come nei fatti

FOTO: PANORAMA NOTTURNO DI TORINO (FONTE: WIKIPEDIA/ TOREPHOTO)

lecito chiedersi se nel nostro tempo, nellattualit del terzo millennio in nuce, vi sia ancora uno spirito vero e pratico, non legato soltanto a quel che si sentito dire, al passaparola o alla storia del passato, dellanedottica dei tempi andati, connessi al mistero di quel che non c pi o che non si pu provare, o almeno identificare. Per cercare di rispondere a questi dubbi, lunica alternativa quella di trovare dei personaggi esistenti o scomparsi da poco nel nostro secolo, o negli ultimi anni di quello precedente, che in qualche modo dimostrino o abbiano dimostrato di essersi occupati di fatti particolari, e di averli in qualche modo concretizzati e documentati, cercando di dare una spiegazione a questi fenomeni. Personaggi che, appunto, possono dirsi detentori della singolarit del territorio torinese. Molti casi particolari di uomini torinesi noti e meno noti, che sembrano possedere facolt o

conoscenze fuori dal comune sono stati descritti , catalogati, studiati e interpretati dagli esperti del settore. Personaggi torinesi del nostro tempo che, rifacendosi alle conoscenze del passato, hanno ricercato con gli strumenti prodigiosi della magia e dellinsolito, riuscendo forse, in qualche modo, ad essere accreditati senza ombre dalla comunit scientifica ufficiale, a dimostrare con le loro esperienze dei fenomeni che rientrano nellambito del mistero, del prodigioso e del parapsicologico. Gli attuali continuatori, nella cronaca del nostro tempo, di fenomeni particolari ed inspiegabili, al limite della razionalit, che rientrano nei canoni della magia e dellinsondabilit logica e materiale, sono gli individui che in qualche modo mantengono ancora vivo e vitale il canone magico che la citt da sempre ha nel suo bagaglio di storia e di vita. Queste persone ritengono di avere in pi, ri-

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Personaggi particolari per una Torino magica (I) spetto alla media degli altri loro simili, delle conoscenze esoteriche, volute o subite, che lasciano completamente aperto il campo al fenomeno dellinsondabilit del mistero umano sulla sua capacit di crescere e di acquisire nuovi poteri e nuovi sensi attraverso conoscenze psichiche e naturali. Non sappiamo se fa la differenza che siano nati o residenti a Torino, piuttosto che a Genova, Milano, Napoli o Sorrento. Si sa che il territorio torinese contiene pi della met degli operatori dellocculto che operano in Piemonte, che la quinta regione in Italia per numero di occultisti, ma questo non pregiudica che lindividualit del personaggio descritto non abbia quellunicit riscontrabile soltanto nella sua propria originalit. Difficile tentare di classificare i fenomeni e i prodigi di questi personaggi, che per molti versi e casi si sommano e si intersecano, ma ci abbiamo provato lo stesso, avendo identificato approssimativamente una decina di famiglie in cui classificarli, ovviamente con differenziazioni particolari anche allinterno della stessa famiglia, oltre che nellintersecazione tra famiglie differenti, come gi accennato. Troviamo quindi molti sensitivi, quelli che sentono e dicono di essere contattati da anime dellaldil, defunti, fantasmi e addirittura da entit superiori come gli angeli custodi. Questi personaggi utilizzerebbero elementi diversi per catturare fenomeni particolari, vibrazioni che si trasmuterebbero in particolari fenomeni come la xenoglossia (coloro che parlano lingue sconosciute senza averle mai studiate), la scrittura automatica (coloro che scrivono sotto dettatura medianica), la diagnostica (coloro che riescono a diagnosticare un malattia soltanto guardando il soggetto malato), la radioestesia e la rabdomanzia (coloro che avvertono radiazioni emesse da sostanze nascoste nel sottosuolo come sorgenti e vene metallifere ). Troviamo poi dei medium, quelli che fanno da intermediari con laldil; dei veggenti,quelli che vedono oltre la normalit delle cose apparenti; tutta una serie di guaritori, quelli che dicono di riuscire a guarire o lenire le malattie con metodi alternativi alla medicina ufficiale, quali la pranoterapia e luso delle erbe. Andando avanti nella lista troviamo i demonologi, quelli che hanno contatti di studio e non di possessione

Danilo Tacchino con spiriti demoniaci, moderni alchimisti, astrologi, particolari maestri cultori del corpo tramite arti orientali, e mezzi fachiri che si dilettano in pirobazia: camminano sui carboni ardenti senza bruciarsi e provare dolore. Abbiamo quindi identificato circa una ventina di personaggi intervistati negli anni 70 e 80 dalla giornalista torinese Giuditta Dembech e dal ricercatore Gianni Toninelli, mentre unaltra quindicina venne intervistata allinizio del terzo millenio dal giornalista torinese Enrico Bassignana.

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I sensitivi
Iniziamo con la numerosa famiglia di quelli che sentono. Paolo Oddenino Paris si dice abbia poteri eccezionali, in grado di leggere nella mente di chi lo avvicina. Che abbia la capacit di spostarsi attraverso il suo corpo astrale, da ogni parte del pianeta, e che sia in grado di guarire dalle nevrosi di ultimo stadio. Si racconta della sua capacit, a quattro anni, di captare telepaticamente i pensieri dei suoi famigliari, ed impar a trasmettere dopo essersi limitato per lunghi anni solo a ricevere. Alla fine impar ad effettuare esperimenti psichici sulla materia, cio a effettuare operazioni che avvengono attraverso il passaggio dalla dimensione in cui ci troviamo come esseri uma-

FOTO: PAOLO ODDENINO PARIS (FONTE: OKFRANCHISING.IT)

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Danilo Tacchino ni, ad unaltra completamente diversa. Pratica la psicoterapia, ed un guaritore della psiche. un particolare miscuglio tra luomo di medicina e il mago, un poco psichiatra e un poco stregone. Utilizza lipnosi per curare disturbi di origine nervosa. Primo Bonello un anziano rabdomante dagli occhi azzurri che abita a Trofarello, nella prima cintura Sud della provincia torinese. un personaggio in grado di sentire, tramite le vibrazioni di una bacchetta di legno a forcella, la presenza di acqua o altri minerali e metalli nel sottosuolo. Ha scoperto da bambino questo suo potere, grazie allinsegnamento casuale avuto da un frate. Per questa sua eccezionale capacit ricercato dai comuni per potenziare la rete idrica dei loro acquedotti, dai contadini per trovare vene acquifere in grado di rendere fertili i loro terreni, e dai grandi complessi industriali. Egli in grado di dire, in anticipo, a quanti metri metri di profondit bisogna scavare per trovare la vena ricercata. Tempo addietro afferm che sotto la pianura padana esiste unimmensa quantit di petrolio in grado di rendere lItalia autonoma dallacquisto di greggio dai grandi Emirati Arabi. Piero Ronco, ottantanni suonati, Chierese, sensitivo rabdomante con un passato da imprenditore tessile. Afferma di aver scoperto in cinquantanni, con larte della Rabdomanzia, pi di cento pozzi sorgivi, e da circa un lustro ha iniziato a studiare con sistematicit la geobiologia per comprendere al meglio le energie che scaturiscono dal sottosuolo. Vi sono punti energetici negativi e positivi che da sempre rendono la vita di unarea vivibile e armonica o stressante e pericolosa. Questo sensitivo racconta che gli antichi conoscevano i punti positivi su cui costruire, e noi oggi possiamo misurare e sentire tali punti nevralgici. Francesco Cinotti, classe 1937, ex rappresentante di commercio, insegnante di judo e karate, grazie a cui dice aver scoperto le sue doti di guaritore. Si fa chiamare maestro Franchino ed effettua guarigioni di ogni genere. Ha lo studio in via sette comuni, ed opera anche tramite reti televisive. Per i suoi interventi diagnostici utilizza una scheda goniometrica, che su di un semicerchio inquadra i principali organi del corpo e la tipologia del male identificato. Con il pendolino quantifica lintensit della malattia riscontrata e

Personaggi particolari per una Torino magica (I) verifica lefficacia di uneventuale cura in corso. Vincenzo Canino, nato nel 1927, conosce sei lingue ed in pensione. Abita a Castelnuovo Don Bosco. Ha assistito a molte apparizioni, tra cui quella che dice essere stata dellArcangelo Michele, che gli diede le informazioni necessarie per costruire il talismano dei cinque metalli composto da rame, argento, zinco, stagno e piombo in diverse percentuali differenti tra loro. Vi sono incisi la spada, il bastone del comando, i simboli dei quattro elementi e i primi cinque numeri dispari che riconducono alla formula magica maggiore della Qabbalah. Vi sono raffigurati una stella a cinque punte e quattro lettere greche, dalla cui unione si ricavano gli otto nomi santi di Dio (Rota, Otar, Taro, Ator, Rato, Arot, Tora, Orat). Dice di essere stato oltre la morte, e nel 1998 costru nella vicina frazione Bardella di Castelnuovo una piramide in tutto simile a quella egiziana di Cheope, nella quale portava i pazienti per scopi terapeutici. Sin dal 1970 si interessa di pranoterapia e medicine naturali, e cura con la prano o direttamente con il pensiero, nelle ore notturne, concentrandosi sulla fotografia della persona ammalata. anche scopritore di un olio naturale portentoso a base di olive ed erbe macerate quali liperico, il tarassaco, la ruta, la canfora, laloe, la mirra e la glicerina vegetale. utile per tutti i mali e sono necessari tre anni di macerazione perch sia pronto ed efficace. utilizzabile per uso esterno. Ileana Solinas una giovane donna che ricercata per le sue doti nel parlare e vedere alcuni tipi di angeli. Il contatto avviene tramite la scrittura automatica; lei scrive ci che le dettano le entit angeliche che dice di vedere. Avverte tre tipologie di presenze: langelo custode della persona che a lei si rivolge, che mai si incarnato sulla terra, oppure un parente defunto, o lo spirito guida della persona che le chiede aiuto. La donna ha una calligrafia molto larga ed a volte di difficile comprensibilit. Dice che questi angeli le appaiono come entit di luce con diverse gerarchie, e molte cose che le hanno predetto si sono poi avverate. Li riconosce dal tenore dei loro messaggi e per luso di parole che la sensitiva afferma non appartenere al suo usuale linguaggio. Laura Paradiso, signora di mezzet, dice di aver acquisito la capacit di sentire dopo la morte del figlio, e di poter registrare la voce dei

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Personaggi particolari per una Torino magica (I) defunti. specializzata nella tecnica della metafonia: fa scorrere una penna biro sulla superficie della custodia di unaudiocassetta, registrando il suono che produce; riascoltando il suono registrato, ella sente le voci dei defunti. Afferma che ogni messaggio identifica il nome del defunto, che si fa riconoscere in modo ineccepibile. Alberto Fenoglio, sensitivo salito allauge della cronaca nei primi anni 60, era in grado di mummificare pesci, di far germogliare in poco tempo fiori e piante, di compiere viaggi astrali al di fuori del proprio corpo. Giorgio Pontiglio, funzionario di banca in pensione dal 1973, afferm di veder apparire sui muri della sua abitazione delle immagini di persone defunte che gli manifestavano la volont di volere mettersi in contatto con i loro famigliari. Questa sua facolt fu evidenziata dai mass-media e gli furono dedicati parecchi studi ed inchieste. Alcuni personaggi preferiscono comparire soltanto con il proprio nome di battesimo, e noi ottemperiamo a questa volont. Alberto e Mavi sono una coppia particolare di sensitivi ritenuta fuori dal tempo, con una dimensione di vita spirituale pi ampia di quella comunemente vissuta. Vivono, con la massima semplicit, unintensa vita colma di soddisfazioni interiori. Alberto incontra e vede persone defunte che gli parlano, chiedono o offrono aiuto. Si interessa di metabiologia e insieme alla moglie riesce a sentire le radiazioni lasciate in un luogo da persone non pi in vita. Su questi fenomeni raccontano molti aneddoti particolari a loro capitati, come lincontro con un antico guerriero medievale al castello di Avigliana o la visione avuta nei pressi di Superga riguardante un omicidio a scopo di furto avvenuto verso la fine del 1800. Asseriscono che molte entit frequentano la loro modesta dimora. Un altro campo di attivit della coppia la capacit di guarire con la pranoterapia (con lenergia delle mani). Sanno percepire e incanalare laura, quellenergia che circonda, come un alone, il corpo umano. Riescono anche a curare a distanza, concentrandosi su una fotografia del paziente. Le energie dei due coniugi sono diverse, anche se complementari. Alberto ha la facolt di mummificare i corpi non pi viventi, disidratandone la struttura, mentre la moglie riesce a emanare dalle mani unenergia

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FOTO: LAURA PARADISO (FONTE: VIAGGIONELMISTERO.COM)

che trasfonde nuove energie vitali al soggetto in cura. Inoltre Mavi legge le carte e la sfera, compenetrando le sue capacit di sensitiva e guaritrice con quelle di veggente e di medium. Laura una dottoressa, non pi giovanissima, che lavora nel laboratorio di analisi di una casa di cura torinese. Si occupa di radioestesia, ed infatti spesso non ha bisogno dei mezzi clinici tradizionali per esprimere una diagnosi, che puntualmente azzecca. A tal fine utilizza spesso il pendolino. Berto un odontotecnico un poco timido ed un po melanconico, con la capacit di sentire presenze antiche ed energie che fanno parte del luogo utilizzando la scrittura automatica. ritenuto un archeologo ed uno storiografo ed ha come elementi di studio le energie stesse degli attori che hanno vissuto il passato e la storia. Uno dei suoi aneddoti pi interessanti lamicizia con Almina, ancella del medioevo presso il castello della Volta, nelle langhe tra i paesi di Barolo e La Morra. Tarquinio (si presenta con uno pseudonimo), scrittore moncalierese cinquantenne, allet di ventanni acquista poteri legati alla scrittura automatica, e grazie a questa da circa una decina danni dice di parlare lingue strane, a lui sconosciute, probabilmente antiche. Il tutto sarebbe iniziato attorno agli anni 80, quando utilizz la scrittura automatica per acquisire contatti con presunte entit di antichi guerrieri cartaginesi, che si sarebbero presentati come probabili soldati dellesercito di Annibale, per riuscire a defi-

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nire la via utilizzata dal granmaglie dei parenti malati, che de condottiero per scendere Mariuccia toccava imponenin Italia. Questo fenomeno, do le mani. Per molti volveresi identificato come xenogloslattivit di Mariuccia era disia, sarebbe la capacit che ventata un piccolo affare: chi alcuni sensitivi hanno di parapriva locande per alloggiare lare e scrivere in un linguagi visitatori, chi avvolgeva uno gio interamente sconosciuto spago alle panche dattesa nel al soggetto in questione, socortile della cascina della sanlitamente acquisito per vie ta, per occupare un posto in paranormali, quali appunto cambio di qualche centinaio di contatti con spiriti ed entit. vecchie lire. Muore a 75 anni, Selene, donna molto belverso la fine del 1993, nella sua la e avvenente, con una carabitazione in via XXIV maggio riera di insegnante di mate39 a Volvera. rie letterarie, da bambina ha Madame Mizar un singoiniziato la sua esperienza di lare personaggio reso popolasensitiva attraverso lutilizzo re da una celebre giornalista della planchette; essa una alla fine degli anni 70. Definita cornice a giorno ricoperta da astrochirologa, medium, chiaun vetro in cui racchiuso roveggente, dice di amare la un foglio con sopra disegnati gente e di prodigarsi senza ridue anelli concentrici, in uno sparmio per risolvere i probledei quali sono scritte delle mi che le vengono sottoposti, FOTO: MARIUCCIA SOPEGNO, lettere e nellaltro numeri e soffrendoli in prima persona LA SANTA DI VOLVERA simbolismi vari. La bella seninsieme allaiutato. Si dice absitiva utilizza una conchiglia deposta sul vetro, bia nei suoi clienti pi riservati personaggi del appoggiandoci sopra un dito, poi inizia a parlare teatro, dello spettacolo in genere, politici e giored il dito comincia a scorrere sul foglio. I concetti nalisti di grosso calibro. Nelle sue sedute, alimene i termini che non appaiono immediatamente ta la sua energia bruciando tutto il suo potenziale nel discorso vengono integrati proprio dallutimagico sino alla risoluzione di ogni caso a lei sotlizzo dei segni sul foglio. toposto, pagandone duramente le conseguenze Ora il turno di quelle persone che hanno se necessario. Offre limpressione di donna fracome poteri pi forti e particolari la medianit e gile e delicata, ma la sua volont di aiutare i bila veggenza. sognosi sembra sia caparbia e indistruttibile. La sua vita privata non delle pi eclatanti, sin dalla fanciullezza, trascorsa senza lappoggio dei geMedium e veggenti nitori, e nelladolescenza durante cui divampava il secondo conflitto mondiale, fino ad un matriMariuccia Sopegno, veggente di grande monio celebrato in India con un rito magico, che popolarit, detta anche la Santa di Volvera, dal per fin male, ed ad un tentativo di suicidio per nome del paese dove viveva, nei pressi di Pinefuggire la solitudine e la disperazione. Viene conrolo. Divenuta oggetto di interesse della stampa siderata una specialista nellannullare le fatture agli inizi degli anni 50, dopo che si disse abbia pi terribili, quelle che come conseguenza finale visto la Madonna nella stalla della cascinotta di portano alla morte. famiglia alla fine degli Anni 30. Aveva iniziato Francesco Varetto, denominato il Mago a guarire i suoi compaesani, e poco per volta la Franko, si ritiene un veggente metropolitano. sua fama si diffusa in modo tale che a Volvera Ha lo studio in via Frejus, ed laureato in Filosono iniziati ad arrivare i primi pullman da varie sofia. Non crede nel Dio delle religioni istituzioregioni italiane. I pellegrini portavano anche le nalizzate, bens in una grande massa energetica

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che contiene tutto luniverso, e anche ad attirare lattenzione di cui ogni essere umano ne fa di uomini di scienza come parte. Sensitivo da generazioni, Cesare Lombroso. Molte perracconta che una sua zia alla viplessit per furono espresse gilia delle nozze, vide sua nonda parte di valenti fotografi na, morta gi da alcuni anni, su alcune documentazioni venire a trovarla per porgergli fotografiche relative a dei le sue felicitazioni con un mazsuoi esperimenti. zo di fiori. Lui stesso racconta Libia Martinengo, al sedi avere avuto, nel dormivecolo Anna Bertelli, nasce a glia, la visita di parenti defunti Savona nel 1912. Viene adotda parte del padre che lo pretata, allet di due anni, dalla gavano di andare a prendere Contessa Martinengo, a caudallospedale uno zio che vi era sa della prematura morte delveramente ricoverato. Il giorno la madre. Persona dallo spiridopo venne a sapere che, alla to interiore molto sensibile e stessa ora del sogno, quel suo introverso, anche per via di parente era mancato. Dal tavouna grave forma di poliomelo del suo studio emerge una lite che la colp da bambina, FOTO: EUSAPIA PALLADINO mano bianca di ceramica su cui sviluppa doti di sensitiva che sono illustrate le linee significative per larte delrivela poi in alcuni suoi testi, vere e proprie opere la chiromanzia, detta anche lettura della mano. letterarie subliminali. A Torino Libia stabilisce un Non mancano poi pendolini di ogni sorta, forprofondo rapporto con unentit definita il Mama ed uso. Racconta che, facendo scorrere i suoi estro, che nel corso degli anni le avrebbe dettapendolini su una cartina del territorio, una volta to molti dei suoi libri e molti suoi insegnamenti riusc a trovare un gatto smarrito ed un paio di trasmessi alle persone che Libia via via incontraautomobili rubate a Moncalieri. Legge con doviva nel corso delle sue esperienze e conferenze, zia di particolari la sfera di cristallo e i Tarocchi, proseguite per quasi cinquantanni. Fonda alla usando un vecchio mazzo consunto di cui non si fine degli anni 40 lAssociazione Idea Spiritualipriverebbe mai, perch avrebbe acquisito negli sta, nata per sviluppare e diffondere i messaggi anni una particolare energia magnetica e magidettatigli dal Maestro, con lintento di realizzare ca. un sistematico e razionale studio delle intuizioEusapia Palladino, celebre medium ottocenni umane e delle rivelazioni divine. Muore il 18 tesca del pionierismo spiritualista torinese, riusc maggio del 2000.

DaNIlO TaCCHINO
Nato a Genova nel 1958, vive a Moncalieri, provincia di Torino. Sociologo, scrittore e poeta. Conferenziere e promotore di convegni. Laureato in Lettere Moderne con indirizzo sociologico - industriale, diplomato in Elettronica, opera nei settori dellorganizzazione aziendale e dellinnovazione industriale, in special modo attraverso le tecniche della terza generazione quali lInformatica, lElettronica, la cultura della Qualita. stato docente di Sociolo-

gia Industriale allUniversit Popolare di Torino. Il suo sito personale: www.dantak.com. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La Stele. I Celti, le Alpi, Annibale (Il Punto, 2006), Torino , storia e misteri di una provincia magica (Edizioni Mediterranee, 2007) e...

Faraoni sul Po Ananke, 2009

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Ipazia di Alessandria
Antica luce femminile di sapienza

FOTO: RICOSTRUZIONE IMMAGINARIA DI UNA SALA DELLA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA

pazia sconosciuta ai pi seppur presente nelle opere di Pierre de Fermat, Chateaubriand, Voltaire, Proust, Toland, Fielding, Diderot, Gibbon, Wieland, Pguy, Leopardi, Monti, Pascal, Luzi, Calvino ed innumerevoli altri. Chi deteneva il potere fece di tutto per far sparire le sue tracce, il suo pensiero. Ma Ipazia fu una donna di tale levatura morale e culturale, che questo progetto fallito, e le sue orme sono rimaste impresse nella polvere dei secoli. Ipazia (370-415 d.C.) fu lerede della Scuola alessandrina: fu filosofa, matematica, astronoma, antesignana della scienza sperimentale. Era la figlia del matematico Teone, che operava nella biblioteca di Alessandria dEgitto (la biblioteca figlia), dove erano custoditi oltre 700.000 volumi: in quella biblioteca cera il sapere dellumanit, libri di astronomia, anatomia, filosofia, botanica, matematica ogni campo dello scibile umano, proveniente da tutto il mondo,

tradotto nella lingua dei colti: il greco. La biblioteca madre (annessa al Mouseon, lantico Centro Studi, prospiciente il porto) era stata involontariamente bruciata da Giulio Cesare tre secoli prima, mentre conquistava la citt. E allora gli antichi pensarono di spostarne la sede nellunico luogo sicuro, nel Serapeo, il principale tempio pagano di Alessandria. E cos la biblioteca figlia divenne la prima biblioteca dellumanit, il cui accesso era consentito anche al popolo e non solo agli studiosi. Sopra la biblioteca, nel tempio vero e proprio, davanti alla statua del dio Serapide, cera una colonna di marmo su cui svettava il simbolo dellaccordo fra la Ragione e la Religione, fra la Scienza e gli dei pagani: un mesolabio (uno dei primi strumenti di calcolo nella storia dellumanit, simile al regolo calcolatore in uso fino a pochi decenni fa). I sacerdoti che ufficiavano nel tempio si facevano chiamare sacerdoti-filosofi: una volta

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Ipazia di Alessandria

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terminati i loro riti in onore del dio, scendevano re: lascesa al potere della Chiesa Cattolica e lo nella biblioteca e si univano agli studiosi, per apscellerato patto di sangue stipulato con limpeprofondire la conoscenza della matematica, delro romano agonizzante. Un editto dopo laltro, la filosofia, dellastronomia. gli imperatori romani misero fine alla libert di Era lanno 391. Nella biblioteca operavano il pensiero tipica del mondo ellenistico. Aristarco matematico Teone e la figlia Ipazia, un bellissima di Samo, secoli prima, aveva ipotizzato per priragazza di 21 anni, a detta del padre dotata di mo che fosse la Terra a girare attorno al Sole: la grandi capacit intellettuali e che un giorno lo sua teoria non ottenne il favore della scuola alesavrebbe superato. sandrina, ma non per questo fu messo al bando Da sette secoli Alessandria dEgitto era il faro o venne bruciato vivo. Con gli editti di Teodosio della scienza e del sapere del mondo intero. Nella il Grande (imposti dal vescovo Ambrogio di Mibiblioteca di Alessandria era contenuto il sapere lano), oltre alla soppressione del paganesimo, universale: vi si confutavano dogmi e ed assoluti, dei Misteri Eleusini, delle Olimpiadi ebbe inizio in una ricerca dura ed emozionante attraverso la la cancellazione delle biblioteche, della scienza relativit delle osservazioni, del ragionamento, e degli scienziati, lannullamento del libero pendi uno studio continuo e scevro dai condizionasiero, della ricerca scientifica (nei concili di Cartamenti del potere. Ipazia e la sua scuola si eressegine fu proibito a tutti, vescovi compresi, di sturo ad ultimo baluardo che la Ragione opponeva diare Aristotele, Euclide, Tolomeo, Pitagora etc.). allavanzata della Religione. La libert di pensiero Vennero bruciate le biblioteche di Atene, Pella, quello per cui ha combattuto e dato la vita IpaPergamo, Antiochia, Efeso. zia, la cui morale, la cui etica era costruita giorno In poche decine di anni il piano scellerato per giorno nel massimo rispetto delluomo. venne quasi interamente realizzato. Ma AmbroLa pi importante comunit scientifica delgio, Giovanni Crisostomo, Agostino e Cirillo i la storia aveva operato l, nel Mouseon prima e nella biblioteca figlia dopo: l avevano studiato Archimede, Aristarco di Samo, Eratostene, Ipparco, Euclide, Tolomeo, Erone, Ctesibio, Maria lEbrea (colei che per prima pose le fondamenta della chimica moderna) e tutti i geni che hanno gettato le basi del sapere scientifico universale. Nei suoi settecento anni la Scuola alessandrina aveva raggiunto vette talmente elevate nel campo scientifico, che sarebbe bastato non darla alle fiamme e lasciar vivi e liberi di studiare Ipazia e i suoi allievi per acquisire 1200 anni in pi di progresso. Ma su Ipazia (e sullintera umanit) si abbatt FOTO: ANTICA PERGAMENA CHE RITRAE LA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA DEGITTO IN CUI la pi grossa delle sventuSTUDIAVA IPAZIA

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Adriano Petta giganti del nascente impero della Chiesa (che sarebbero poi stati elevati al rango di padri fondatori nonch al regno dei santi), a intralciare la loro strada trovarono una ragazza di una rettitudine incrollabile: la nostra Ipazia. In quel 391 d.C. vescovo e patriarca di Alessandria era lo zio di Cirillo, Teofilo: erano stati appena promulgati gli editti dallimperatore Teodosio che mettevano fuorilegge il paganesimo. Teofilo sobill la folla cristiana e, con lappoggio delle guardie dellimperatore romano, guid lassalto al tempio di Serapide bruciando tutto, assieme ai suoi fedeli monaci: tempio, biblioteca, il sapere dellumanit Con un colpo di piccone fece a pezzi la statua del dio e il mesolabio, simbolo della tolleranza fra la Ragione e la Religione. Ebbe inizio la caccia agli ebrei, ai novaziani, ai pagani: i loro templi, le loro case, i loro riti, la loro cultura cominciarono ad essere bruciati, cancellati. Il nemico numero uno continuava ad essere il libro, il Sapere, la Conoscenza. Ipazia continu a studiare, ad insegnare. Assieme ai suoi allievi proseguiva nellindagine filosofica, nel neoplatonismo, nelle scienze, nella matematica, nellastronomia. E, alla fine della giornata, si gettava sulle spalle il tribon, il mantello nero dei filosofi, usciva per le strade di Alessandria e- con ingegno oratorio e straordinaria

Ipazia di Alessandria saggezza- insegnava alla gente umile un po di matematica e dastronomia, ma soprattutto luso della Ragione. Ipazia era pagana ma non apparteneva a nessun dio, perch per lei qualunque religione, qualunque dogma era un freno alla libera ricerca, e poteva rappresentare una gabbia che non permetteva dindagare liberamente sulle origini della vita e sul destino delluomo. La sera, quando tornava a casa, esausta dopo una durissima giornata di studio e dinsegnamento, si metteva a costruire strumenti scientifici per trasferire la teoria nella materia. E fu cos che realizz lidroscopio, laerometro e- soprattutto- lastrolabio (lo strumento che precedette il sestante), sfruttando un rozzo progetto di Ipparco. Grazie alla sua rettitudine, a lei si rivolgevano anche politici, magistrati, prefetti imperiali, per avere un parere. Era pronta e dialettica nei discorsi, accorta e politica nelle azioni, e questa sua natura- oltre che procurarle tanto credito presso il popolo- glielo procur anche presso i capi di Alessandria i quali, ogni volta che si prendevano carico delle questioni pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei. Era stimata e apprezzata dal prefetto imperiale Oreste, il quale prov a difenderla, riuscendo a ottenere persino delle sovvenzioni da parte

FOTO: RICOSTRUZIONE IMMAGINARIA DELLA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA

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Ipazia di Alessandria dellImperatore dOriente (da cui dipendeva Alessandria) per la sua scuola. Ma le mire espansionistiche del vescovo e patriarca Cirillo videro in questevento lultimo pericolo. Il vescovo si avvaleva di un corpo di guardia di eccezionale ferocia: i monaci parabolani erano capitanati da Pietro il Lettore, suo amico e compagno di studi nel monastero della montagna della Nitria per 5 lunghi anni. Cirillo cominci a predicare nella cattedrale cattolica di Alessandria, il Cesareo (lantico tempio pagano), additando alla folla cristiana quella donna devota in ogni circostanza alla magia, agli astrolabi e alla musica, tuonando contro Ipazia perch aveva stregato molti ingenui con le sue arti sataniche, compreso il prefetto augustale Oreste. E i fedeli cristiani echeggiarono, urlando che bisognava uccidere la pagana che aveva stregato le folle e lo stesso governatore con i suoi incantesimi. Cinquecento monaci parabolani diedero la caccia a Ipazia, la trascinarono nella cattedrale,

Adriano Petta la denudarono e la immobilizzarono sullaltare di marmo bianco, poi si scagliarono su di lei, facendola a pezzi con dei gusci taglienti, la smembrarono viva, e infine Pietro il Lettore, mentre in Ipazia ancora il cuore palpitava, le cav gli occhi con le mani. Poi trascinarono per le vie di Alessandria i poveri resti smembrati, fino al Cinerone, dove si bruciava la spazzatura, e li incenerirono, al grido della definizione di come Agostino considerava la donna: Immondizia!. Questo delitto segn la fine del paganesimo, il tramonto della scienza e della dignit stessa della donna, e la fine della pi importante comunit scientifica dellumanit. Da quel giorno sono trascorsi 1600 anni. La cricca spietata e feroce, che ha calpestato il puro messaggio damore di Cristo, ha fatto di tutto per cancellare il ricordo della martire pagana, creando addirittura il mito che- invece della pagana Ipazia dedita alla magia- fosse esistita una santa cattolica e cristiana, protettrice della filosofia

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FOTO: FOTOGRAMA DAL FILM AGORA DIRETTO DA ALEJANDRO AMENBAR, CON IPAZIA INTERPRETATA DA RACHEL WEISZ

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Adriano Petta Santa Caterina di Alessandria. I libri di Ipazia e di tutta la Scuola alessandrina furono bruciati (con la sola eccezione del suo commento alla Syntaxis). A parte Ierocle (di cui sono rimaste solo due modeste opere di filosofia neoplatonica) e il poeta Pallada che con i suoi versi cant lirreprensibilit dei costumi, lalto sentire, laccuratezza e il savio giudicare della filosofa alessandrina, tutti i discepoli della scienziata scomparvero e di loro, del loro pensiero, delle loro opere nulla rimasto. Alcuni riuscirono ad emigrare in India (tra cui Paulisa, autore dellopera astronomica Paulisa siddhnta), importandovi le ultime scoperte di trigonometria e astronomia. Ci pervenuta, per, una parte dellopera dellallievo prediletto di Ipazia: Sinesio di Cirene, vescovo di Tolemaide. Dalle sue lettere indirizzate alla maestra- fra le testimonianze pi autorevoli- si apprende che Ipazia stata la madre della scienza moderna in quanto, allanalisi teorica dei problemi di fisica e di astronomia, faceva seguire la sperimentazione pratica (il grande matematico del 600 Pierre de Fermat, studiando lidroscopio realizzato dalla scienziata alessandrina, rese omaggio alla grande Ipazia, che fu la meraviglia del suo secolo). Mentre la sua maestra era ancora in vita, Sinesio scriveva: LEgitto tien desti i semi di sapienza ricevuti da Ipazia. Le testimonianze antiche su Ipazia sono offerte, principalmente, da quattro storici: Socrate Scolastico (Storia Ecclesiastica), Filostorgio (Storia Ecclesiastica), Sozomeno (Storia della Chiesa)- tutti contemporanei di Ipazia- e Damascio (ultimo direttore dellAccademia platonica di Atene, che scrisse di lei 50 anni dopo il suo massacro). Fra le opere di matematica e astronomia che compose

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FOTO: RITRATTO IMMAGINARIO DI IPAZIA

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Ipazia di Alessandria Ipazia, le pi importanti furono il Commentario alla Aritmetica di Diofanto, Commentario alle sezioni coniche dApollonio Pergeo, Commentario al Canone astronomico. Il nome di Ipazia ha attraversato i secoli raggiungendo le nostre vite con un impeto giovanile, un sorriso, un incutere fiducia nelle qualit delluomo, come se fosse viva in mezzo a noi, donna dei nostri giorni e grande scienziata. Ma forse veramente viva, forse non solo un ricordo che abbraccia le nostre anime: forse viva nelle speranze che muovono lumanit, nella ricerca di una vita senza violenze, nel libero sviluppo di tutti i campi del sapere e nella condivisione delle conoscenze, come se fosse viva anche fisicamente nube fremente di atomi che partecipa dei nostri corpi e trasmette un impulso di vita. Dopo lincendio della biblioteca figlia, il prefetto augustale Evagrio aveva proposto a Ipazia di convertirsi al cristianesimo, in cambio di maggiori sovvenzioni per la sua scuola. Sottomettere la scienza voleva dire poter sottomettere luomo. Ipazia aveva rifiutato dicendo: Se mi faccio comprare, non sono pi libera. E non potr pi studiare. cos che funziona una mente libera: anchessa ha le sue regole. Per Ipazia, liberare la scienza voleva dire liberare luomo. Le donne che tentarono di studiare e dinserirsi nel mondo della filosofia e della scienza dovettero combattere su due fronti: il primo risaliva ai tempi di Platone, che le considerava esseri inferiori per natura (mentre Aristotele sosteneva che la donna era uno scarto della natura), il secondo fu il ruolo secondario assegnatole proprio dai padri fondatori della Chiesa (SantAgostino e San Giovanni Crisostomo, che afferm che la donna porta il marchio di Eva e che Dio non le ha

Adriano Petta concesso il diritto di ricoprire cariche politiche, religiose o intellettuali). Se Ipazia fosse stata uomo, lavrebbero solamente uccisa. Essendo donna, dovevano farla a pezzi, nella cattedrale cristiana, per rendere quel massacro simbolo dun sacrificio. Per escludere, nel cammino dei secoli a venire, met del genere umano. Ipazia ci ha insegnato che la via della ragionela via dellesperienza personale non mediata da altri, la ricerca continua della verit sulla nostra vita, verit che racchiude il nostro corpo, la mente, luniverso, lintelligibile, come direbbero gli antichi filosofi, la metafisica, che vuol dire il raggiungimento dun principio supremo non creatore, ma che , e che si evolve insieme a noi- la via a cui ha diritto ogni essere umano. Il 2009 stato lanno mondiale dellastronomia: avremmo dovuto dedicarlo a Ipazia, parlando di lei, sognando il sorriso di quella creatura che il poeta Pallada definiva astro incontaminato della sapiente cultura. Quando composi lultimo capitolo del romanzo storico Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo, il cammino era lastricato di gorghi dinfernale incandescenza; mentre scrivevo, piangevo, perch io ero lallievo perdutamente innamorato della sua maestra, rifiutato perch lei non aveva tempo per dedicarsi allamore, disperato perch non ero riuscito a proteggere lultima voce libera, lultima luce femminile di sapienza dellellenismo. Fui capace solo di affidare la storia a un papiro mentre la nuvolaglia che si levava dal Cinerone si dirigeva verso il Faro, attraversando la caligine sospesa sul porto preistorico, poi si apriva, diventava luminosa, cominciava a volteggiare verso il mare aperto, verso gli oceani lontani, verso la purezza dei cieli alti della nostra Ipazia.

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ADRIaNO PETTa
Studioso di storia della scienza e storia medievale. I suoi romanzi Eresia pura (Stampa Alternativa 2001, La Lepre 2012), Assiotea (Stampa Alternativa 2009) e Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo (La lepre 2009) sono dedicati a figure storiche che si sono battute

per la libert di pensiero ed approfondiscono la tematica del conflitto tra ragione e religione.

Ipazia La lepre edizioni, 2010 RUNA BIANCA

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MARIA BENEDETTA ERRIGO

Lenigma delle due Gioconde


Le colonne mancanti

FOTO: DA SINISTRA LA GIOCONDA DI LEONARDO DA VINCI AL LOUVRE; DISEGNO CON DAMA DI RAFFAELLO AL LOUVRE; DISEGNO IN PICCOLO COMPLETO E PARTE A COLORI DELLA MONA LISA A ISLEWORTH (FONTE: WIKIPEDIA)

ioconda e Monna Lisa: due nome per indicare la stessa bellezza, lo stesso quadro, uno dei simboli del talento di Leonardo da Vinci. Gioconda e Monna Lisa. Ma la Gioconda davvero Monna Lisa? Alcuni indizi farebbero pensare allesistenza di due donne, di due persone raffigurate in due quadri differenti, uno al Louvre e uno in Svizzera. Certo, qualcuno storcer la bocca, qualcuno dir che non possibile, ma prendete tutto questo solo come un qualcosa che vi voglio raccontare cominciando dalla Firenze del 1500. Leonardo da Vinci, artista rinomato, viene convocato da Francesco del Giocondo che gli commissiona il ritratto della giovane moglie Lisa. Leonardo rimane molto colpito dalla bellezza della giovane, quasi ossessionato, e per oltre quattro anni cerca di riproporre su tela la bellezza e la perfezione del viso di Lisa. Ma alla fine

capisce che per lui impossibile riportare quel viso su tela e lo consegna incompleto al marito, come dice anche il Vasari nella sua Vite de pi eccellenti pittori, scultori e architettori italiani,da Cimabue insino a tempi nostri: Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasci imperfetto, la quale opera oggi appresso il re Francesco di Francia in Fontanable. Incompiuto? Ma come? Il dipinto al Louvre completo, non si tratta certo di un dipinto lasciato incompiuto. Ancora, il Vasari descrive nel suo trattato alcuni tratti dellopera di Leonardo che per stridono con quello che noi vediamo ora nel museo parigino: egli parla infatti della bellezza delle sopracciglia di Lisa, finemente pennellate da Leonardo. Ma basta dare unocchiata al quadro del Louvre per vedere che la donna nel quadro non ha sopracciglia. Inoltre per Vasari le

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Lenigma delle due Gioconde fossette sulle guance della giovane erano qualcosa di non descrivibile per la perfezione raggiunta. E anche qui basta fare un confronto con la Gioconda del Louvre per vedere che le guance sono lisce, non compare nessuna imperfezione sul quel viso. E poi ancora: Leonardo si port il quadro in Francia via con s nel 1516: perch non lo lasci al ricco Francesco del Giocondo, che certamente poteva permettersi di tenere un quadro commissionato a Leonardo? Poi alcuni storici su basano anche su fatto che nel 1584 lo storico dellarte Giovanni Paolo Lomazzo, in un suo scritto, parlava dei lavori di Leonardo e in particolare, quando arriv alla descrizione dei dipinti, scrisse chiaramente La Monna Lisa e la Gioconda. Insomma, due quadri e due donne o forse sempre la stessa? In ogni caso almeno una cosa sicura: una, quella che Leonardo si port sempre con s, al Louvre. Ma laltra? Colin e Damon Wilson, nel loro libro Il grande libro dei misteri irrisolti, affermano che Vi sono prove attestanti che a met del XVIII secolo la Monna Lisa originale sarebbe stata segretamente trasferita dallItalia nel Somerset in Inghilterra, nella casa avita di un nobiluomo. Allalba del primo conflitto mondiale venne riscoperta dal grande esperto Hugh Blaker a Bath, il quale la acquist per una manciata di ghinee e la port nel suo studio di Isleworth. Qui divenne celebre come la Monna Lisa di Isleworth. Si trattava di una tela pi grande di quella conservata al Louvre e non finita. Lo sfondo risultava infatti appena accennato. Blaker ne era rimasto straordinariamente impressionato. La donna del quadro era pi giovane e bella di quella del Louvre. E proprio su queste basi Blaker si convince di essere in possesso della Monna Lisa originale, quella descritta dal Vasari. Cos Lisa del Giocondo sa-

Maria Benedetta Errigo rebbe quindi arrivata dallItalia allInghilterra per poi, nel 1962, essere acquistata da una cordata svizzera ed essere riposta con mille cautele nel caveau di una banca elvetica. Resta da capire, allora, chi la donna al museo francese, forse il quadro pi famoso al mondo. Di ipotesi se ne sono fatte tante, ne riporter solo alcune. Leonardo nel 1571, gi in Francia, mostr le sue opere alla corte del re Francesco I, fra le quali il ritratto di una donna di Firenze amata da Giuliano de Medici, che allora poteva essere Costanza dAvalos. Si diceva che fosse una donna sempre sorridente: forse il soprannome Gioconda pu venire anche da questo? Altre attribuzioni sono state fatte sulle figure di Caterina Sforza o addirittura con la madre di Leonardo Caterina Buti del Vacca o con la sorellastra Bianca. C da dire,comunque, che la donna del Louvre sicuramente pi anziana della giovane moglie di Francesco del Giocondo, e qualche dubbio lo fa venire anche la testimonianza eccellente di un altro pittore: Raffaello Sanzio. Nel 1504 infatti, nel momento clou della rappresentazione della moglie di Francesco del Giocondo, Raffaello va a visitare Leonardo e lo trova nel suo studio, intento a lavorare sul ritratto di Lisa. Raffaello lo osserva e decide di tracciare uno schizzo di ci che il maestro stava dipingendo in quel momento. Lo schizzo mostra ai lati due colonne, esattamente le stesse che ci sono nella Monna Lisa di Isleworth, mentre il quadro del Louvre non risulta avere colonne, nemmeno dopo le varie scanerizzazioni ai raggi X cui il dipinto stato sottoposto. Insomma, una storia, una leggenda, qualche dubbio e nessuna certezza. Tutte cose che non toglieranno comunque fascino a questa, o queste, opere del grande Leonardo da Vinci. Sud della Francia. Si concentrata sul mondo della stregoneria e della cultura popolare, sotto gli aspetti antropologici e storici, focalizzando le sue ricerche sul mondo della Wicca e delle religioni neo-pagane. Su tali tematiche ha pubblicato articoli sui mensili Hera e SpHera e sui siti web Il portale del mistero (http://www.ilportaledelmistero.net) e Tracce di eternit (http://www. simonebarcelli.org). Ha partecipato come relatrice ad alcuni convegni sul tema della stregoneria.

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MaRIa BENEDETTa ERRIGO


Giornalista, laureata in scienze delle comunicazioni internazionali, lavorando per 10 anni in una redazione locale del quotidiano Il Gazzettino. Studia le pi diverse tematiche mistico-esoteriche, le vicende storiche legate allOrdine dei Cavalieri Templari e le tradizioni legate al culto della Maddalena nel

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CANDIDA MAMMOLITI

Ufologia

ovvero la ricerca riferita agli oggetti volanti non identificati e ai fenomeni annessi

FOTO: MEIER 8 MARZO 1975

na realt e un campo di ricerca indubbiamente fraintesi, quelli dellufologia. Questo soprattutto dovuto alla disinformazione e al cover-up, cio allinsabbiamento dellinformazione ufologica, che da oltre cinquantanni influenza, tramite i mass-media, lopinione pubblica, dato che lufologia, sin dai suoi albori, stata intrappolata in macchinazioni di genere politico-militare. La moderna ufologia nasce nel mese di giugno del 1947 negli Stati Uniti, dopo lavvistamento oramai storico del pilota americano Kenneth Arnold. Egli stava sorvolando i monti Rainier nello Stato di Washington, quando allimprovviso scorse nove oggetti luminosi di forma appiattita e discoidale che volavano in formazione, disposti a gradini accanto a lui, senza provocare alcun rumore. Kenneth ebbe modo di osservarli per alcuni secondi, dopodich i misteriosi oggetti

scomparvero alla sua vista allontanandosi a velocit elevatissima. Certo di quello che aveva visto, da pilota professionista diede informazione ad un suo amico giornalista abitante a Pendleton nello Stato di Oregon, che pubblic un articolo sul giornale East Oregonian, definendo gli oggetti avvistati da Kenneth flying saucers, cio piatti volanti. Seguirono a valanga numerose altre segnalazioni di avvistamenti analoghi, e da quel giorno la stampa di tutto il mondo ha preso ad occuparsi dello sconcertante fenomeno che riguardava lavvistamento di oggetti misteriosi volanti di forma discoidale, sferoidale, cilindrica o triangolare. Tanto che inizi ad occuparsene lUSAF (United States Air Force), lAeronautica Militare Statunitense, denominando gli strani oggetti: UFO (Unidentified Flying Object), dunque oggetti volanti non identificati. Dal 1947 ad oggi, come noto in ufologia, i vari organi dinformazione

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Ufologia hanno segnalato, in varie ondate o flaps, decine di migliaia di avvistamenti ed anche atterraggi documentati di UFOs. Negli USA, lAeronautica Militare Americana ha studiato il fenomeno sin dal 1947, dapprima attraverso gli appositi Project Sign e Project Grudge, per costituire successivamente il Project Blue Book, che ha affrontato il problema UFO in termini pi concreti. dal 1953, come fanno testo i verbali inizialmente segreti della commissione Robertson, nata nellinquietudine del momento per analizzare le numerosissime segnalazioni UFO registrate a quei tempi, che si inser la CIA (Central Intelligence Agency), il servizio segreto statunitense, che ancor oggi organo di manipolazione delle informazioni ufologiche, anche se, detto francamente, con molte fughe dai loro uffici. Comunque la questione ufologica non venne ritenuta un problema di sicurezza nazionale, e gli oltre 10000 casi di avvistamenti, tra cui ben 700 risultavano essere non convenzionali, quindi non spiegabili in termini scientifici, registrati nel Project Blue Book, vennero accantonati e lo stesso Project Blue Book archiviato. Dei fenomeni ufologici si interess anch il KGB russo. Nei primi anni Novanta alcuni autorevoli quotidiani dellex-URSS pubblicarono articoli riguardanti sensazionali scoperte scientifiche sovietiche. Durante un sondaggio laser dellatmosfera, effettuato da un aereo IL-14, gli scienziati siberiani (Istituto di Ottica, sezione Siberia dellAccademia di Scienze Sovietica) osservarono uno strano fenomeno. Come riportato da L. Levitsky del quotidiano Izvestiya, il velivolo sem-

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FOTO: MEIER 8 MARZO 1975

brava immergersi nelle nuvole, ma il cielo era terso e azzurro, il sole era caldo. Non credevano ai loro occhi. Gli strumenti di registrazione die dati atmosferici (umidit e temperatura tipiche di quando si in prossimit o allinterno di una nuvola) restarono muti, quindi non si trattava affatto di una nuvola. Il KGB russo si occupato di molti rapporti speciali riferiti al fenomeno UFO, come per esempio a quelli provenienti dalla zona di Kamchatka,

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Candida Mammoliti tra il 1987 e il 1988. Alcuni oggetti non identificati sorvolarono larea super riservata di Kura, un campo di addestramento al combattimento. Si trattava di piccole sfere, la cui tonalit mutava dal rosso al bianco. Militari che riferirono il fatto al KGB dissero che la presenza degli oggetti perdur per quasi tre minuti. Apparvero mentre si stavano collaudando alcuni articoli pesanti, probabilmente missili sperimentali, ma si trattava di oggetti che non presentavano le caratteristiche degli ordigni convenzionali. Anche lo Stato Maggiore dellAeronautica Militare Italiana si organizz a partire dal 1979 per seguire in termini sistematici il fenomeno UFO, fino da allora oggetto di cura da parte del SIOS (Servizio Informazioni Operativo e Situazione) dellAeronautica Militare, in caso di intercettazione in volo, rilevamenti radar e atteraggi fuori aeroporto. Difficile da valutare in termini concreti, ma le

Ufologia segnalazioni UFO registrate dai piloti italiani potrebbero essere di diverse migliaia. Possiamo essere certi che, negli ultimi cinquantanni, ogni nazione si occupata a livello ufficioso del fenomeno UFO. In Francia esiste dal 1977 un ente governativo per lo studio dei fenomeni ufologici: Lex GEPAN, denominato in seguito SEPRA (Service dExpertises de Phnomne des Rentres Atmosphrique),ed ora GEIPAN, un ente ufficiale che si occupa degli UFO ed parte istituzionale del Centro Nazionale di Ricerca Spaziale Francese. Dopo tanta ufficiosit sembra quasi inverosimile che ci si sia occupati di un fenomeno come quello ufologico sia a livello privato che civile. Cosa che sarebbe da considerare del tutto naturale, perch ovvio che in un vasto universo come il nostro non possiamo essere i soli esseri viventi intelligenti- cos almeno ci definiamo- e che altrove nello spazio infinito vi sia la possibili-

FOTO: BASILEA SVIZZERA 1566

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Ufologia t di altre forme di vita, probabilmente anche pi intelligenti della nostra. Nella moderna astrofisica si valutano attorno a 100 miliardi i corpi celesti presenti nella nostra galassia, e di galassie come la nostra ce ne sarebbero a miliardi in un universo che si considera essere multidimensionale, che quindi non presenterebbe solo dimensioni fisiche, bens anche di tipo energetico e immateriale. In ogni caso, tutto ci che concerne la nostra natura, la nostra realt e la nostra evoluzione sono aspetti e argomenti di studio, di cui lecitamente ogni popolazione ha il diritto di essere informata. Il padre dellufologia moderna lastrofisico americano di origine polacca Joseph Allen Hynek, inizialmente membro del Project Blue Book, da cui in seguito si dissoci per creare, negli Stati Uniti degli anni sessanta, il suo Center for UFO Studies, insieme ad altri colleghi; centro si studi privato al quale si dedic fino alla sua morte, avvenuta nel 1986. In Italia esiste da circa 40 anni il CUN (Centro Ufologico Nazionale), ente privato di ricerca ufologica. Nella Svizzera Italiana esiste dal 1995 il CUSI (Centro Ufologico della Svizzera Italiana), ente privato anchesso, di cui presidente la scrivente. Lottiamo con impegno costante per unadeguata informazione ufologica in una Svizzera che, in questo senso, non si impegna minimamente. Un grande riconoscimento va sicuramente dato alla libera Repubblica di San Marino, dove non esiste il cover-up o il debunking (depistaggio dellinformazione ufologica), e che nel 1998 ha presentato formalmente un appello allONU, di cui ora ve ne diamo il contenuto: In rappresentanza di 16 diversi paesi, i delegati del 6 Simposio Mondiale su-

Candida Mammoliti gli UFO apertosi a San Marino sotto legidia della Repubblica del Titano hanno redatto una Carta di San Marino che richiede al Governo sammarinese di presentare alle Nazioni Unite una mozione sollecitante la costituzione di unagenzia o dipartimento delle Nazioni Unite per affrontare, coordinare e divulgare i risultati della ricerca sugli oggetti volanti non identificati e fenomeni connessi, come gi suggerito dalla decisione 33/426 adottata durante l87 meeting plenario dellAssemblea Generale il 18 dicembre 1978, in conseguenza allazione della Delegazione di Grenada. Infatti, 20 anni fa lazione di questultimo Stato fu bloccata poco prima dellAssemblea Generale che avrebbe dovuto istituzionalizzare la proposta per un colpo di stato che coinvolse il paese caraibico. Liniziativa potrebbe essere formalmente ripresa ed attuata dalla Repubblica di San Marino. I ricercatori hanno convenuto: a) sulla possibile natura tecnologica nonterrestre degli avvistamenti UFO dellultimo mezzo secolo; b) sul crescente interesse del pubblico di tutto il mondo su questo argomento; c) sulla necessit di uno studio scientifico interdisciplinare aperto, a carattere civile ed internazionale. Putroppo con la carta di San Marino non hanno potuto essere realizzati gli obiettivi prefissati, perch lintera questione ufologica rimane assurdamente legata alle attitudini dei servizi segreti. Ma chi tenacemente persiste in una lotta per la verit basata sullintelligenza, sulla non-violenza e sul desiderio di portare a conoscenza delle gente comune fatti tanto difficili da comprendere quanto meravigliosi, la cui natura non di origine terrestre, avr infine la meritata vittoria. festazione dei valori cristiani, ai problemi della comunit, soprattutto di quella italiana, allestero. Nutre una particolare dedizione per lapprendimento delle lingue, per la comunicazione, la recita e per lo studio del periodo storico arturiano-medievale. Dal profondo interesse verso il senso dellesistenza umana, la nostra evoluzione e luniversalit, promuove nella Svizzera Italiana un innovativo campo di studio scientifico, quello della ricerca di vita intelligente nello spazio.

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CaNDIDa MammOlITI
Presidente del Centro Ufologico della Svizzera Italiana. Frequenta le Scuole Magistrali italiane a Como ed ottiene il certificato FSEA 1 (Certificato Federale CH) come formatrice di adulti a Lugano. Sin da adolescente si dedica alla ricerca interiore, alla filosofia (specialmente quella orientale), alla mani-

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DAVIDE URSI

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In volo sulle ali del Graal


La linea dellOrso

FOTO: PARTE DELLA COPERTINA DEL LIBRO DI DAVIDE URSI, LA LINEA DELLORSO (FONTE: URSI)

egli ultimi trentanni di vita ho cercato qualcosa che somigliasse ad una verit accettabile per la maggior parte delle persone e perci vicina alla verit assoluta. Cominciai il mio cammino come giovane uomo di 25 anni, quando persi in un drammatico epilogo mio fratello maggiore, sostituto del padre sempre assente per motivi di lavoro. Mia madre, dopo questo evento, sembrava avesse perso la cognizione del tempo e della realt: con il suo primogenito se nera andato anche molto del suo cuore e della sua capacit di pensiero. Si era quindi accostata alla parapsicologia cercando disperatamente un contatto con suo figlio: scelse in particolare la psicofonia, un ramo della parapsicologia di frontiera che permetteva di ascoltare le voci dei propri cari tramite un registratore o una radio. Ben presto divent una personalit nellambito, fino ad essere considerata la pi grande ricercatrice in Italia nel campo!

Io, che mi ero sempre interessato alla parapsicologia, anche se non era proprio la strada che prediligevo, attraverso i suoi contatti e il suo nome mi introdussi nellambiente per conoscere pi da vicino quei fenomeni che tanto mi affascinavano e le persone che riuscivano a tradurre certi eventi. Nel contempo incontrai luomo che mi avrebbe dato pi di chiunque altro in termini di insegnamento di vita e di spirito: il professor Gabriele Mandel Khan, psicoanalista, archeologo, mistico appartenente alla confraternita dei Sufi Nakshbandi, i frati dellIslam equivalenti ai lama del Buddhismo. Il professore mi prese in simpatia, e da quel momento nacque un rapporto simile a quello che intercorre fra allievo e maestro, ma anche fra figlio e padre: scoprii di aver conosciuto una persona davvero speciale, figlioccio di Gabriele DAnnunzio, discendente di Gengis Khan, con una conoscenza enciclopedica di tutto ci che

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In volo sulle ali del Graal era avvenuto nel mondo dalla nascita delle arti ai giorni nostri. Mi port in viaggio con s per paesi a me sconosciuti, dal momento che non se ne parlava molto n sui giornali n alla televisione, e visitammo fra gli altri la Siria, il Marocco, lEgitto e in particolar modo la Turchia, dove imparai a capire che nella semplicit delle persone risiede la vera tolleranza e che con esse si pu stringere un rapporto di amicizia intenso e duraturo, senza pregiudizio e senza discriminazioni. Grazie a queste esperienze, ho acquisito una capacit di percezione particolare che mi aiuta a intuire le intenzioni delle persone con cui parlo, soprattutto se le guardo negli occhi. Fu cos che, quando lessi Il codice da Vinci e in seguito la storia di Rennes le Chateau, qualcosa dentro di me mi disse che una parte di quegli eventi avrebbero influenzato notevolmente le mie ricerche e i miei studi sulla spiritualit da quel momento in poi. Appena ne ebbi loccasione mi recai a Rennes le Chateau accompagnato dai miei figli, per vedere con i miei occhi quella particolarissima chiesa, i dintorni di essa, ma soprattutto per sentire con la mia anima latmosfera di quei luoghi. Quello che provai fu particolare Stranamente ero come a casa mia! Una sensazione di familiarit pervase il mio animo e, guardandomi intorno, nulla mi parve strano: era come se tutto appartenesse a una storia gi conosciuta. Verso sera scendemmo al paese di Couiz e i miei figli andarono in albergo a riposare unora. Io, dato che era gi limbrunire, andai a bere una birra in un locale. L, seduta ad un tavolo, incontrai una persona con una vibrazione molto calda, intensa ed antica, come se fosse stato un fantasma che avesse preso corpo e fosse entrato in quel bar. Non ero estraneo a questo tipo di sensazioni e non mi ero mai lasciato impressionare da esse, anche perch trovavano sempre conferma in eventi successivi. Ne comprendevo il senso quando sentivo le percezioni arrivare dallanima e non dalla mente. Mi guard e mi squadr da capo a piedi, mentre parlavo in italiano con il barista. Quando il misterioso avventore mi rivolse la parola, anche la sua voce aveva qualcosa di antico: parlava un inglese senza particolari accenti, ma il richiamo di saggezza e antichit che traspariva da esso mi costrinsero a sedermi al suo tavolo e ad ascoltare

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FOTO: MARIA MADDALENA CON IL GRAAL (FONTE: WIKIPEDIA)

con molta attenzione ci che aveva da dirmi. Nella mia vita molte persone mi hanno detto cose positive sul mio animo e sulle mie sensazioni, come ad esempio tu possiedi delle grandi doti, oppure puoi aiutare gli altri con lenergia delle tue mani, o hai davanti a te una strada di luce, non buttare via il tuo dono. Ma non era mia abitudine farmi adulare da valutazioni di altri sul mio conto, per quanto fossero positive: sono sempre stato convinto che ci che importante sono i risultati della ricerca interiore, non quello che se ne pu dire. Eppure sapevo che questuomo mi avrebbe detto delle cose importanti: in quellattimo la mia esistenza era gi completamente cambiata! Ognuno deve percorrere la propria strada e non so per quale motivo, in quel momento, ero certo che stavo per iniziare un cammino che mi avrebbe portato esattamente dove avevo sempre voluto andare, cos come sapevo che non sarebbe stato certo un percorso indolore. Chiusi gli occhi per un attimo, respirai profondamente e, con una calma che non sapevo di avere, mi accinsi ad ascoltare. (dal mio libro, La linea dellorso).

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Davide Ursi Quindi, quando mi resi conto che non cera pi tempo e che dovevo tornare dai miei figli, rimasi molto sorpreso dalla sua intenzione di venirmi a trovare in Italia e soprattutto dal fatto che sapeva di dover venire in Piemonte! Io sono abituato ad osservare i segnali della natura e, nei giorni seguenti, ebbi parecchie approvazioni mentre pensavo a quella situazione: flash notturni, tremolii di foglie in un giorno senza vento e altri fenomeni che formano una sorta di distorsione quantica nellordine delle cose. Quando venne da me e cominci a parlare, il tempo sembr fermarsi e io viaggiai con lui in un mondo diverso dal mio, fatto di cavalieri, di castelli ma anche di Ges e Maddalena, quel mistico binomio che mi aveva tanto attratto. Mentre egli parlava vedevo quel mondo come se fosse reale: Rennes le Chateau era solo il prologo del racconto, in realt tutto ruotava su Cristo ed il vero significato del Graal, che ero da sempre stato convinto non fosse solo una coppa. Allo stesso modo mi ero sempre chiesto che relazione vi fosse fra Re Art, che mi aveva sem-

In volo sulle ali del Graal pre affascinato, e il Graal come simbolo di Cristo. Ora lo so, e so che tutto nella mia mente andato al proprio posto, come i tasselli di un grande puzzle. Il mio cuore in pace e disposto ad affrontare qualsiasi prova per portare, a chi abbia voglia di ascoltarlo, lo stupendo messaggio che mi venne dato. Il Graal simboleggia lunione di anime che sentono in s il vero messaggio di Ges, cos come stato lasciato dallinizio del suo cammino fino a alla sua morte, secondo una discendenza di sangue che in realt una discendenza danima. S, vero, vi sono dei discendenti ancora in vita, e non uno solo! La verit verr rivelata dettagliatamente nel secondo libro, che ho gi cominciato a scrivere per chi sar pronto a non considerami folle. Il ritorno di Ges si sta manifestando in una nascita di intenti da parte di persone che sentono il suo messaggio e il suo cammino nel loro cuore: io non so come trovarle, ma mi stato detto che presto lo sapr. Da chi? Come? Ho accettato di portare avanti questo mes-

FOTO: APPARIZIONE DEL GRAAL AL CENTRO DELLA TAVOLA ROTONDA, DA UN MANOSCRITTO DEL XIV SECOLO (FONTE: WIKIPEDIA)

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In volo sulle ali del Graal saggio perch la mia vita costellata di avvenimenti che mi hanno confermato la forza dellAmore che tutto vince. Il mio primo approccio con le persone sempre stato accogliente: ho sempre dato lamore di un fratello, di un padre e di un figlio. Sono stato provato da vizi che mi stavano portando alla rovina fisica, ma ho sempre vinto senza laiuto di nessuno. Ho fatto tutto con quellAmore che sento nel mio Cuore per i miei figli, la mia compagna e i miei amici. Ho aiutato pi persone quando non avevo un soldo che quando ero un giovane rampollo di nobile famiglia, ed ho imparato che la gente non cerca solo il denaro, ma ha bisogno di qualcuno che la comprenda e le dia limpressione di essere la sua famiglia. E, seppure vorrei essere vicino a tutti, accade sempre un avvenimento che mi aiuta a comprendere come devo muovermi. Sono, come tutti, un essere divino, ma non mi sento un Maestro. Sono un uomo che ha scelto di camminare su un percorso fatto di dolore e sofferenza dedicato al significato di quellevento chiamato Graal! Non ho manifestazioni particolari, non faccio miracoli, ma le persone che mi si sono avvicinate hanno cominciato a stare bene e a comprendere quale sia la strada maestra per amare il prossimo come s stessi. Questo mi basta per essere felice. La storia di Art mi ha fatto comprendere quanto sia stato difficile, in tempi come quelli (dove la forza era il metodo per sopravvivere e salvare dai guai la propria famiglia), essere testimoni di una rivelazione quale quella del Graal: Tu sei portatore di materia e spirito, disceso per dare vita a un cammino che altri dovranno seguire per rafforzare lunione dei discendenti del Cristo, che un giorno porter luomo divino alla vittoria sulluomo bestia. Le sofferenze scompariranno con le necessit materiali; lio primordiale, che tanto danno ha fatto, rinforzando la sete di potere delluomo come se fosse un animale che doveva prendere il controllo del branco, si addormenter lasciando il controllo allo spirito, e la materia si piegher alluomo senza bisogno di spade, di lance o di frecce. Ricorda bene Art: tu sei il Graal! (dal mio libro, La linea dellorso). Cos ora penso alluomo che inganna, mente e crea falsi Dei solo per avere il pieno controllo del popolo, ignaro di cosa vi sia dietro le sue false parole e le sue azioni ingannevoli. Le parole

Davide Ursi di Ges non si riflettono negli orrori della Chiesa come linquisizione, la menzogna a scopo di potere e, in certo qual modo, anche la castit. Cristo ci lascia liberi di sbagliare perch quello lunico modo di imparare. La vita di Ges stata anche un esempio per quanto riguarda la reincarnazione: la salita alla montagna sacra con la propria croce sulle spalle e la certezza di potersi rialzare dopo ogni caduta; la sopportazione della sofferenza inflitta da altri uomini e la consapevolezza che non esiste colpa, poich ciascuno segue un cammino di comprensione; il desiderio del perdono affidato al Padre e non la vendetta; morire e rinascere tornando alla fine al suo fianco. La grandezza di Cristo stata proprio il concentrare tutto in una vita sola: pensate davvero che in quei diciotto anni in cui scomparve si rinchiuse in una grotta? Io non lo credo affatto. Prov le passioni delluomo e mise alla prova la sopportazione della rinuncia a favore del proprio cammino! Altrimenti, il dispiacere per la rinuncia a cosa si poteva riferire se non alle gioie materiali di un mondo di passioni altrettanto materiali? Che tentazione sarebbero state le parole di Satana quando disse alluomo: Se vorrai, tutto ci che vedi sar tuo, dette a un uomo che non sapeva di cosa stesse parlando e che non avesse provato quelle gioie? Questa stata la grandezza di Ges, essere uomo e divino allo stesso tempo. Egli ci ha insegnato che tutti noi abbiamo la Divinit nella parte pi nascosta del nostro Essere, e quello il nostro personalissimo Graal, su cui dovremo far leva se vorremo salire felici quella montagna che ci riporter a vivere la vera vita che ci attende, senza malattie e senza dolori, immersi nella Luce di quellenergia cosmica che rappresenta Dio. Solo con i secoli luomo si sarebbe reso conto da solo dellimportanza della donna, e il cammino di Cristo ci ha insegnato anche questo. La Maddalena era lapostolo pi amato: lo dice Filippo nel suo Vangelo, screditato come altri dal potere di Costantino, che ha assicurato il mondo al polso della Chiesa, come un guinzaglio con il quale era capace di manovrare ogni decisione venisse presa dagli uomini della terra. Ed in parte ancora cos Ho riflettuto a lungo sul ruolo della donna nella storia e nei Vangeli, cosa che sento come uno stiletto infilato nel petto. Perch la donna

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Davide Ursi stata relegata al ruolo di fattrice, vipera, ingannatrice e, ciliegina sulla torta, prostituta? La donna parte di noi, unanima complementare che, affiancandoci nel percorso su questa Terra, avrebbe dovuto aiutarci quando, barcollando, uscivamo di strada; prendere le redini della situazione al nostro posto quando questa richiedeva la sua mente e la sua forza interiore; farci comprendere i nostri errori nei confronti degli altri e dei nostri figli e darci quellAmore che solo una donna pu dare. Noi avremmo dovuto proteggerla, farla sentire importante e amata allo stesso tempo poich un nostro pari: mai una schiava, mai una prostituta e soprattutto mai debole ma pi forte di noi! Quando un uomo e una donna si amano veramente, il dualismo scompare e, anche di fronte alla gente, appare un entit singola, tuttuno con luniverso e forte come un dio, capace di affrontare le malvagit del mondo con navi da

In volo sulle ali del Graal battaglia rostrate e uomini dacciaio. Purtroppo la malvagit delluomo arrivata a corrompere fin da subito il ruolo essenziale della donna, trasformandola in un essere ambiguo, ingannatore e corruttore delle menti grazie alla forza del sesso, per scopi di potere. In realt credo invece che noi uomini labbiamo voluta cos e che ora dobbiamo restituirle lo stato di divinit che le abbiamo sottratto, come colonna della famiglia e consigliera di Pace. Non credete anche voi? Quante volte la donna ha dimostrato di comprendere le situazioni meglio degli uomini e ha dato loro la possibilit di vincere la loro battaglia senza che essi si siano degnati di ammettere che la chiave di volta erano stati i suoi consigli? Nei Vangeli, nonostante lo sforzo fatto da Costantino prima, da Papa Gregorio Magno poi e dalla Chiesa tuttora, non sono riusciti a cancellare del tutto la divinit e la forza femminile. Nei momenti pi importanti del

FOTO: LA TORRE DI MAGDALA (FONTE: URSI)

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In volo sulle ali del Graal Vangelo sempre stata lei il fulcro del movimento energetico. Maria Madre, che ha permesso allo spirito di Cristo di scendere, nonostante avrebbe poi dovuto farsi ammazzare da chi avrebbe dovuto imparare ad Amare; la vera prostituta che gli ha lavato i piedi riconoscendo in Lui unanima di Luce, che avrebbe insegnato alluomo a vivere in pace; Marta, sorella di Lazzaro, sempre al seguito di Ges senza mai proferire una sola parola di dubbio; e infine la splendida Maddalena, relegata al ruolo di prostituta in quanto troppo importante per darle la forza che meritava. Queste donne hanno partecipato, senza mai aver dubbi, fino alla fine al martirio, hanno curato Ges fino a quando stato deposto dalla croce e lhanno portato nel sepolcro. Dove erano infatti gli apostoli dal momento dellarresto di Ges fino alla sua rinascita? Scappati, messi in fuga dalla paura? Ma la paura non parte della Fede: le donne avevano la vera Fede, non gli apostoli. Le donne hanno seguito Ges durante la via crucis con il loro sguardo amorevole e la loro energia, quasi dandogli la forza di salire verso la crocifissione. E hanno visto per prime il Ges rinato, portandone gioiosa testimonianza agli apostoli che ancora una volta si erano nascosti. La Bibbia un prodotto delluomo, raccontata da uomini prima e scritta a memoria da altri uomini poi. E i Vangeli sono stati manipolati ed adattati per scopi di potere fino ai giorni nostri. Ma, nonostante questo, la Luce del Cristo si ir-

Davide Ursi radiata nel tempo in tutto il mondo lasciando la sua scia di Amore e spiritualit. Questa la vera discendenza del Cristo. Cos come si evolvono gli esseri umani di generazione in generazione, anche la Luce che essi ricevono in dono per perpetuare il Suo messaggio cresce insieme a loro. Chi accetta di portare il peso della discendenza Luminosa del Cristo degno di portarla a conoscenza dei suoi fratelli. Il nostro fisico si evolver in base alla nostra Luce interiore e alla necessit di poterla contenere senza trasformarci in una fiammata e scomparire. Ci vuole purezza danimo e sguardo limpido per poter permettere alla nostra Luce interiore di evolversi, senza inganni e senza falsit! Anche se questo non il mondo che vorrei in termini di purezza e sincerit, continuer il mio cammino e la mia salita alla montagna sacra, nonostante le difficolt che incontra chiunque segua lAmore e la Spiritualit. Ebbene, io credo in questo libro e in tutto quello che mi stato rivelato, perch lo sento dentro come un fuoco che mi scalda il cuore in un inverno gelido. Non chiedo a chi legge di credere, ma almeno di provare ad amare, perch solo cos potremo vivere in pace su questo pianeta, che ci stato donato e che probabilmente sta per esserci tolto a causa della nostra opera distruttrice. In fondo al nostro cuore e alla nostra anima ognuno di noi sa gi che la strada dellAmore tutto ci a cui aspiriamo.

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DavIDE URSI
Nasce a Milano nel 1956. Consegue il diploma di ragioniere e un attestato di programmazione su computer industriali con il Touring Club Italiano. Dopo la morte del fratello Umberto in giovane et, segue la madre nel suo cammino di ricerca come parapsicologa di frontiera, divenuta in seguito la pi importante personalit italiana nel campo della psicofonia. Organizza con lei 4 congressi Internazionali di ricerca parapsicologica, con lo scopo di promuovere dibattiti fra scienza e spiritualit. Conosce cos alcune tra le personalit di spicco

dello spiritualismo italiano e inizia un percorso iniziatico che lo porter a conoscere Gabriele Mandel. Verso la fine degli anni 80 studia ipnoterapia. Dopo circa 25 anni di crescita interiore inizia a compiere le proprie ricerche spirituali in modo autonomo, giungendo allispirazione che lo porter a scrivere il libro...

La linea dellOrso UmbertoSoletti, 2010

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MARCO PIZZUTI

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Il Risorgimento Italiano
nellopera della Massoneria

FOTO: GARIBALDI A PALERMO, GIOVANNI FATTORI, (1860-1862)

causa delle incredibili lacune dei libri di testo e dei grandi canali dinformazione, per conoscere veramente il senso del Risorgimento italiano indispensabile innanzitutto riflettere sul comune denominatore che lega tutti (con rare eccezioni) i suoi principali protagonisti. Dalla loro lunga e altisonante lista si evince infatti che a spianare la strada al Risorgimento italiano, alle guerre dindipendenza, al fascismo e infine alla c.d. democrazia rappresentativa furono quasi esclusivamente membri della Massoneria stessa. Non bisogna dimenticare inoltre che i confratelli ufficiali di cui certa liscrizione alle logge rappresentano solo la minoranza visibile degli affiliati alla libera muratoria rimasti clandestini. Gian 1 Domenico Romagnosi, Giuseppe Mazzini, Francesco Crispi, Adriano Lemmi (ban1) Paul Naudon, Histoire gnrale de la FrancMaconnerie francaise, Office du Livre, Paris

chiere massone del Risorgimento coinvolto nel famoso scandalo della Banca Romana del 1892), Camillo Benso Conte di Cavour2, Filippo Buonarroti, Massimo DAzeglio, Luigi Luzzatti (banchiere di origine ebraica che rivest le pi alte cariche di governo), Goffredo Mameli (di cui ci resta il famoso inno nazionale), Ernesto Nathan (Gran Maestro massone e finanziere ebreo), Silvio Pellico, Nino Bixio, Bettino Ricasoli, Guglielmo Oberdan, Vittorio Emanuele Orlando e Giuseppe Garibaldi furono tutti illustri membri della Massoneria. Peraltro, il gi citato Adriano Lemmi (detto il banchiere del Risorgimento italiano) fond la Loggia P1 (dove la lettera P sta per propaganda) da cui poi derivata la celebre Loggia P2 di Licio Gelli dagli acclarati scopi cospirativi ed eversivi. 1981, p. 170. 2) Lemoyne-Amadei-Ceria, Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, Torino 1898-1939, vol. XI, p. 313.

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Il risorgimento italiano Ma la massiccia occupazione dei ruoli di potere da parte degli uomini della confraternita non si limit solo allarena politica e riguard ogni aspetto sociale e culturale della nazione. Per tale ragione troviamo i nomi dei frammassoni disseminati sia nel campo dellarte che della letteratura italiana, con una lista di personaggi davvero eccellenti: Giovanni Pascoli, Ugo Foscolo, Gabriele DAnnunzio, Giosu Carducci, Vincenzo Monti, Niccol Paganini, Carlo Pisacane e Vittorio Alfieri, per citare solo alcuni tra coloro che hanno indossato ufficialmente il rituale grembiule massonico. Allombra di questa inquietante realt resta il popolino, ovvero la gente comune, che nella maggior parte dei casi ignora completamente cosa sia la Massoneria, quali siano i suoi scopi e quale sia il motivo per cui al suo interno troviamo solo illustri personaggi. Ma allora come possibile che i programmi didattici scelti di volta in volta dai nostri ministri di governo (molti dei quali massoni) abbiano sempre trascurato di approfondire tanto lesistenza quanto i reali scopi di unorganizzazione cos potente? Forse perch meglio che le masse non sappiano? Aprendo poi una parentesi su Cavour, noto per essere stato soprannominato il tessitore in virt delle sue doti di statista, si pu ragionevolmente supporre che tutta la politica savoiarda di cui era portavoce venisse decisa da personaggi come lord Palmerston (insigne massone) e A. Pike (Gran Maestro dellordine dedito al culto luciferiano gnostico e promotore dellodio razziale attraverso il famigerato Ku Klux Klan). Una conclusione questa piuttosto scontata, visto che tutte le logge nazionali sono coordinate dallalto (dai soliti finanzieri invisibili) per seguire un fine globale comune. Secondo lAcacia Massoni3 ca Camillo Cavour, ministro e capo del governo piemontese, pur essendo lispiratore della Massoneria nazionale, prendeva direttamente ordini dai leader della fratellanza internazionale. Non sembra quindi un caso che Cavour si sia formato politicamente proprio in Inghilterra, dove strinse cordiali rapporti con esponenti dellassociazione ed entr a farne. Anche limprobabile spedizione dei Mille guidata dal massone Giuseppe Garibaldi stata mitizzata dai libri di scuola come una grande 3) p. 81, numero febbraio/marzo del 1949.

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FOTO: GIUSEPPE MAZZINI DA UN LIBRO DI STORIA

impresa militare, mentre invece noto a tutti gli storici pi intellettualmente onesti che i garibaldini da soli non avrebbero mai potuto conseguire alcuna reale vittoria sul campo. Il successo della spedizione pot essere garantito solo grazie al potente appoggio finanziario e logistico delle logge massoniche che prepararono loro la strada. Gli alti ufficiali dellesercito borbonico infatti vennero corrotti dalla confraternita con piastre doro turche per arrendersi e ritirarsi senza sparare un colpo4 I mille inoltre, dopo le prime vittorie diverranno migliaia: secondo le memorie di Dium, erano almeno dodicimila prima dellingresso a Napoli. Scopriamo cos che Garibaldi venne iniziato 5 massone a Montevideo nel 1844 e venne eletto 4) Lorenzo Del Boca (saggista): Le piastre turche erano la moneta commerciale di allora, si potrebbe dire il dollaro di qualche anno fa . Era una moneta commerciale ma anche la moneta delle tangenti perch impediva di individuare la provenienza di questi soldi e quindi a quale malaffare cera dietro... Il corrotto stato maggiore dellesercito borbonico in effetti scappava quando era invece il momento di attaccare. 5) A. Mola, La liberazione dItalia, op. cit., p.108.

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Gran Maestro del 33 Dallintervista del prof. Antonio Di Janni durante un servizio del TG2 Dossier grado del Rito Scozzesul bicentenario dalla nascita di Garibaldi emersa impietosa tutta la verit se a Torino il 17 marzo 6 sulla vicenda: 1862. La Massoneria Antonio Di Janni: Si trattato solo di una grande farsa, dove si incontr un eseritaliana inoltre, come cito regolare con uomini addestrati contro un pugno di avventurieri dalle giubbe pubblicamente riconorosse . sciuto persino dal suo Voce narrante: Nella vallata di Pianto Romano di fronte a Calata Fini si schierastesso storico ufficiarono si schierarono i mille di Garibaldi. Sulla collina avevano gi preso posizione i le Aldo Mola, operava militari borbonici guidati dal Maggiore Sforza. sotto la supervisione Di J. : Garibaldi schier i mille in tre settori, uno centrale al comando di Bixio e due della confraternita brilaterali con i famosi picciotti di mafia che non avevano alcuna preparazione alla tannica. Il Mola infatbattaglia e al combattimento militare. Il primo ordine di Garibaldi fu quello di non ti ha espressamente sparare ma le due ali di destra e di sinistra dello schieramento formato dai picciotti scritto quanto segue: partirono allattacco in maniera scalmanata gridando e bestemmiando. Le truppe La spedizione dei Mille borboniche aprirono quindi il fuoco e gli eroici picciotti fuggirono tutti a gambe si svolse dallinizio alla levate. fine sotto tutela britanVoce narrante: Nelle retrovie borboniche timidamente seduto in carrozza asnica o, se si preferisce, sisteva al combattimento il generale Landi con il grosso delle truppe pronto ad della Massoneria ingleintervenire. La posizione svantaggiata e lo sbandamento dei picciotti misero in se. E Giulio Vita ha agdifficolt i garibaldini. Si legge sui libri di scuola che Nino Bixio, il luogotenente di giunto: Studi in archivi Garibaldi richiese in questo frangente al generale di dare lordine di indietreggiare e su periodici di Edimed a questo punto che forse Garibaldi pronunci la famosa frase: Bixio qui o si burgo mi hanno perfa lItalia o si muore! Ma quando il maggiore Sforza mand a chiedere al generale messo di rilevare e conLandi munizioni e rinforzi per sferrare lattacco decisivo contro i garibaldini si verifermare il versamento fic un colpo di scena. a Garibaldi di una somDi J. : A questo punto il generale Landi invece di annientare i garibaldini ordin ma veramente ingente, misteriosamente la ritirata. durante la sua breve Voce narrante: Si scopr in seguito che il generale Landi aveva gi in tasca una permanenza a Genova, fede di credito equivalente ad un assegno con cui qualcuno aveva, come dire ageprima che la spedizione volato il suo passaggio alla causa dellunit dItalia. Lininterrotta catena di sucsciogliesse le ancore. La cessi militari di Garibaldi si spiega anche cos. A differenza dei sottufficiali e dei somma riferita con presoldati fedeli a Francesco II di Borbone lo stato maggiore dellesercito borbonico cisione di tre milioni di con poche eccezioni si era gi fatto corrompere prima dellarrivo dei volontari garifranchi francesi. Questo baldini. Emissari piemontesi avevano da tempo preparato il terreno allo sbarco in capitale tuttavia non Sicilia avvicinando ufficiali e funzionari borbonici. Vennero loro offerte promoziovenne fornito a Garibalni nel futuro stato sabaudo e ingenti ricompense in piastre doro turche, una valuta di in moneta francese, allepoca facilmente convertibile e usata in tutti i porti del mediterraneo. bens in piastre doro turche. La conferma dellesistenza della cassa segreta della spedizione viene fornita da una lettera alla sorella di Ippolito Nievo, ufficiale capo dellIn6) Il Grande Oriente di Palermo gli confer tendenza, specialit che allora abbracciava le tutti i gradi dal 4 al 33 inviando al Generale scorte auree e di valuta dellimpresa militare. Il alcuni suoi Commissari Straordinari, fra cui il Nievo scrive che, per sicurezza, teneva il cumu33 Francesco Crispi; vedi anche Aldo A. Mola, lo di sacchetti doro sotto il suo pagliericcio, nel Storia della Massoneria Italiana dalle origini ai proprio alloggio. Questo dettaglio pu offrire un nostri giorni, Bompiani, Milano 1992, pp. 823interessante spunto alle ipotesi sulla fine di Ip824, dove si riferisce, riproducendo i docupolito Nievo e sulla sua scomparsa dal piroscamenti originali, che tre giorni dopo Garibaldi fo Ercole, che lo portava da Palermo a Napoli. fu nominato Gran Maestro del Supremo ConNievo, al termine dellepopea dei Mille, tornansiglio di Palermo.

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Il risorgimento italiano do al Quartier Generale dellesercito Regio e al Ministero della Guerra, recava con s tutta la documentazione finanziaria della spedizione. Certamente non potevano mancare precise informazioni sulluso delloro ricevuto da Garibaldi alla partenza. Come noto, il piroscafo Ercole affond durante la breve traversata. Altre navi nel Tirreno meridionale non avevano incontrato in quelle ore tempeste pericolose. Quasi subito si sparse la voce di sabotaggio, che probabilmente aveva causato unesplosione nelle caldaie. Pare che ci sia stato confermato da recenti spedizioni subacquee tuttavia incontrovertibile che la marcia davvero trionfale delle legioni garibaldine dalla Conca di Palermo al Vesuvio venne immensamente agevolata dalla conversione subitanea di potenti dignitari napoletani dal sanfedismo alla democrazia liberale. Non assurdo pensare che questa vera illuminazione pentecostale sia stata 7 almeno in parte catalizzata dalloro. Del resto anche Giacinto de Sivio (1814-1867), autore di parte napoletana, denunci la trama di imbrogli e corruzioni con cui inglesi e piemontesi si comprarono tutto il governo di Ferdinando II, compreso il 8 primo ministro Liborio Romano e larga parte degli stati maggiori militari e della burocrazia, che di fatto disarmarono un esercito e una marina fra le pi potenti della penisola di fronte a mille volontari disomogenei e male armati. Un altro argomento taciuto dai libri di storia riguarda i rinforzi ricevuti dalla spedizione nei tre mesi successivi allinizio delle operazioni, ossia ben ventiduemila uomini, in larga parte prove9 nienti dallesercito sardo. In conclusione, il Risorgimento italiano e le sue guerre dindipendenza sono da ascrivere tra i capovolgimenti politici compiuti dalla Massoneria, infatti i simboli della stessa li troviamo frequentemente disseminati in ogni centro nevralgico dello Stato, dallobelisco che campeggia dinanzi al Palazzo del Quirinale (sede istituzionale del Capo dello Stato) alla stella a cinque punte (pentalfa) che identifica tanto 7) Aldo A. Mola, La liberazione dItalia, op. cit., intervento di Giulio Vita, pp. 379-381. 8) Liborio Romano (1798-1867) era massone dalto grado; cfr. Bollettino del Grande Oriente del 1867, II, p. 190. 9) F. Pappalardo, cit., in Cristianit, n. 94, p. 5.

Marco Pizzuti la repubblica italiana quanto il suo esercito.

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La Carboneria allombra della squadra e del compasso


La Carboneria stata nello stesso tempo una delle pi impenetrabili e note societ segrete dellOttocento e, secondo la testimonianza di Richard Wurmbrand10, pastore protestante e acceso sionista, sarebbe stata fondata nel 1815 dal massone genovese Antonio Maghella proprio per portare avanti lo stesso programma politico della Rivoluzione francese. Organizzata in Vendite su vari livelli, secondo il classico schema massonico, essa operava in stretto contatto con i supremi consigli del 33 grado del Rito Scozzese, il cui vertice si chiamava appunto Alta Vendita, un collegio internazionale composto da quaranta membri11. Nel 1847 si riun a Strasburgo un Convegno Internazionale delle massonerie per preparare il piano rivoluzionario che avrebbe condotto alla 12 nascita di una confederazione europea. Nel 1848 le frange insurrezionaliste passarono allazione guidando e fomentando rivolte a Parigi13, Berlino, Vienna, Praga, Milano, Venezia, Napoli e Roma. Ma bene sapere che sia Giuseppe Mazzini quanto lintero ordine dei carbonari appartenevano agli Illuminati di Baviera14. Una singolare conferma del culto massonico professato da Mazzini proviene dalla sua fede dichiarata nella reincarnazione15, convinzione spirituale che lo spinse ad affermare: Il perfezionamento dellindividuo si compie di esistenza in esistenza, pi o meno rapidamente a seconda delle opere nostre16. Mazzini inoltre aveva come stretto collaboratore lisraelita Henry Mayer Hyndman, un marxista a capo dellassociazione chiamata The National Socialist Party. Nel 1881 questultimo fonder la Democratic Federation insieme a Eleo10) Massoneria e sette segrete, op. cit., p. 167.  ) Ibidem.  ) Ibidem, p. 168.  ) Ibidem.  ) Alain Stang, The Manifesto, American Opinion, febbraio 1972, pp. 53-55. 15) Massoneria e sette segrete, op. cit., p. 168.  ) G. Mazzini, I doveri delluomo, La Nuova Italia, Firenze 1927, p. 116.

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Marco Pizzuti nora Marx (la figlia del noto ideologo comunista) e Annie Besant (1847-1933), 33 grado del Rito Scozzese nonch capo della Societ Teosofica17.

Il risorgimento italiano la guerra aveva lasciato ben trentamila morti sui campi di battaglia di Solferino e San Martino, acutizzando i problemi sociali della classe popolare gi afflitta da epidemie e miseria19. Basti ricordare che nel 1860 lincidenza delle spese militari piemontesi si attestava sul 61,6 per cento della spesa totale, mentre la percentuale stanziata per le strutture di pubblica assistenza non superava il due per cento20. Senza contare che il debito pubblico piemontese in quel periodo sfond il tetto di un miliardo di allora, ripartito su soli quattro milioni di abitanti21. Lo stesso Francesco Nitti, pur essendo massone, fu costretto a riconoscere quanto segue: prima del 1860 era al sud la pi grande ricchezza22. Ma la pagina pi emblematica dellepopea risorgimentale fu senzaltro la conquista del Sud, un regno rimasto libero e indipendente sin dal 1734, con un re italiano alla sua guida, un popolo prosperoso e una flotta seconda in Europa solo a quella inglese. Il regno del Sud insomma prima  ) Ibidem.  ) Ibidem, p. 169.  ) Ibidem.  ) Francesco Nitti, Scritti sulla questione meridionale, Laterza, Bari 1958, p. 7.

Lunit dItalia e il mito della spedizione dei Mille


A partire dal 1850 il Piemonte venne utilizzato dalla Massoneria per rovesciare il potere della Chiesa e proseguire il processo di globalizzazione profetizzato dagli Illuminati di Baviera. Per tale ragione vennero unificate con le armi tutte le autonomie locali sotto legida di un unico stato unitario. Il governo piemontese, con la legge Siccardi del 1850 e successivi provvedimenti, una volta espropriate le terre ecclesiastiche le rivendette a prezzi stracciati a voraci latifondisti, che in breve tempo ridussero i contadini nella massima indigenza18. Il nuovo stato liberale spazz via il vecchio ordine sociale soppiantandolo con un potere centrale sbilanciato a favore dei grandi mercanti e dei proprietari terrieri. In quel periodo, inoltre, 17) Massoneria e sette segrete, op. cit., p.169. 18) Massoneria e sette segrete, op. cit., p.182.

FOTO: QUADRO RAFFIGURANTE GARIBALDI A MARSALA (1907)

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Il risorgimento italiano degli anni dellunificazione era un paese florido, che contava ben 472 navi, un debito pubblico minimo e notevoli riserve auree a cui facevano da cornice grandi opere civili e le tasse pi leg23 gere dEuropa! La miseria tocc il Sud Italia solo dopo il processo di unificazione e comport limmigrazione disperata di 14 milioni di meridionali 24 tra il 1876 e il 1914. Esso cerc quindi di resistere con ogni mezzo al nuovo ordine imposto dalla Massoneria e il Piemonte dovette impegnare 120.000 uomini in una sanguinosissima repressione. Questo ultimo ed esasperato tentativo di resistenza della popolazione venne poi definito mero brigantaggio 25 dalla Massoneria e dai libri di storia.  ) A. Socci, La societ dellallegria Il partito piemontese contro la chiesa di Don Bosco, Sugarco, Como 1989, p. 154. 24) Massoneria e sette segrete, op. cit., p. 183.  ) Briganti noi combattenti in casa nostra, difendendo i tetti paterni; e galantuomini voi venuti qui a depredar laltrui? (Giacinto de Sivio, I napoletani al cospetto delle nazioni civili, ristampa anastatica a cura delleditrice Forni, Bologna 1965). Il Giornale degli Atti dellIntendenza di Basilicata dellanno 1857, dove erano riportate tutte le sentenze e gli atti ufficiali del governo napoletano, riporta un solo caso di brigantaggio nellarco di 12 mesi, che riguardava un banditello da pochi soldi, ben diverso dal leale suddito di S. M. Ferdinando II che, impugnando le armi per difendere la pro-

Marco Pizzuti E cos tra il gennaio e lottobre del 1861, nellex Regno delle Due Sicilie si contavano ben 9860 fucilati, 10.604 feriti, 918 case incendiate, sei paesi rasi al suolo, dodici chiese predate, quaranta donne e sessanta fanciulli uccisi, 13.629 imprigionati, 1.428 comuni insorti26. Pertanto si tratt di una guerra di rappresaglia contro i ribelli civili del sud che prosegu per anni, provocando un numero superiore di morti a quello raggiunto durante tutte le guerre risorgimentali messe insieme27. Ma ci che appare pi paradossale in tutto ci che alcuni dei principali ideologi del liberalismo illuminato piemontese furono proprio dei massoni napoletani: Francesco De Sanctis, elevato nel 1859 al 18 grado del Rito Scozzese, grado di Cavaliere Rosacroce28 Bertrando Spaventa, Pasquale Stanislao Mancini, Silvio Spaventa, Ruggero Bonghi, Camillo De Meis. pria terra, la propria casa, la propria famiglia, veniva bollato dagli invasori come tale.  ) Carlo Alianello, La conquista del sud, Rusconi, Milano 1972, p. 133.  ) Denis Mack Smith, Storia dItalia dal 1861 al 1958, Laterza, Bari 1962, vedi anche il Giornale del 12.04.1986.  ) Aldo A. Mola, La Liberazione dItalia nellopera della Massoneria, Atti del Convegno di Torino 24-25 settembre 1988, Bastogi, Foggia 199, p. 198. A. A. Mola direttore del Centro Studi per la storia della Massoneria, che ha sede presso il Grande Oriente dItalia, a Roma. di trasmissione di energia senza fili con la tecnologia Tesla che hanno suscitato grande interesse. Scrive inoltre articoli per numerose riviste del settore e da anni conduce appassionate ricerche indipendenti. Tra i suoi scritti ricordiamo: Rivelazioni non autorizzate (Il Punto dIncontro, 2009), Scoperte archeologiche non autorizzate (Il Punto dIncontro,2010), e...

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MaRCO PIzzUTI
nato a Roma nel 1971. Laureato in Legge, scrittore e conferenziere, ex ufficiale dellesercito, lavora per una nota societ di servizi presso le pi prestigiose istituzioni dello Stato (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Consiglio di Stato). Attualmente si occupa di sperimentazione scientifica e collabora a livello didattico con il Museo dellEnergia del Ministero delle Attivit Produttive. Ospite frequente di diverse emittenti radio in qualit di esperto di controinformazione e opinionista, ha tenuto decine di conferenze in tutta Italia, effettuando anche esperimenti in pubblico

Scoperte scientifiche non autorizzate Il Punto dIncontro, 2011

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GIOVANNI FRANCESCO CARPEORO

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Lintelligenza del dado


Parlar di simboli

FOTO: SCALA DI DADI (FONTE: INMAGINE.COM)

Il vuoto e il pieno
Nel primo capitolo della prima parte di questo nostro studio siamo partiti sostanzialmente delineando le nozioni di simbolo e segno e la relazione che tra essi intercorre. Abbiamo, in quella sede, ipotizzato che il mondo rappresentato dai simboli debba essere necessariamente preesistente a ci che lo richiama in essere tramite la percezione dei nostri sensi, che possiamo chiamare segno, anche senza considerarlo esclusivamente riferito alla connotazione grafica del termine. In questa sede, per meglio esprimere la relazione tra segno, simbolo e rappresentazione delluniverso simbolico prenderemo come esempio il segno grafico, che si fonda quindi sulla vista, nella consapevolezza tuttavia che i nostri ragionamenti potranno essere trasposti, con marginali adattamenti, anche ai segni sonori, ol-

fattivi, tattili, e gustativi. Il punto di partenza di qualunque rappresentazione della realt fondato sul dualismo non essere-essere e quindi, tradotto graficamente, vuoto-pieno. Gi il libro sacro pi diffuso del mondo, la Bibbia, inizia col delineare questo stato di partenza: in principio la Terra era senza forma e vuota. (Genesi) Ma noi possiamo comprendere o immaginare il vuoto? Per rappresentare il vuoto siamo costretti a compiere una mediazione consistente nel tracciare un segno che funga da contenitore: la soluzione pi semplice finisce per essere quella di immaginare una figura geometrica senza alcun segno allinterno. Tuttavia, come si pu vedere dallimmagine 1, il segno pi semplice che potrebbe richiamare il vuoto non garantisce un risultato totalmente rappresentativo, leffetto non completo. In realt tutto ci che lessere umano concepisce, idealizza o percepisce fa parte di una manifestazione, quella

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Lintelligenza del dado vissuta nel mondo visibile e quindi conosciuto, dove tutto fa parte di un ordine. Quindi, poich il nulla non ha parte in questo ordine, per noi difficile evocarlo o rappresentarlo. Stabilita questa premessa, dal concetto di nulIMMAGINE 1 RAPPRESENTAZIONE la, per trasferirsi al primo DEL VUOTO stadio del concetto di pieno, occorre immaginare due stadi cronologici: il disordine o kaos e lordine. Orbene, se si affermato che la nozione di nulla non facilmente n esattamente nella nostra manifestazione, facilmente e perfettamente rappresentabile, anche il kaos non appare precisamente e fedelmente ricompreso nella percepibilit e nella immaginazione umana. Il disordine, lo si pu esprimere o tentare di esprimere, come nellimmagine 2, disseminando a caso dei puntini sullo spaIMMAGINE 2 zio che prima era vuoto. RAPPRESENTAZIONE Come si pu notare il tenDEL KAOS tativo esperito finisce per esprimere la concreta ed effettiva impossibilit che limmagine delineata non richiami una qualunque idea di struttura, in tal guisa eliminando la nozione di casualit e annullando il concetto stesso di disordine, in quanto questultimo IMMAGINE 3 si rivela una forma riduttiRAPPRESENTAZIONE DI UN ORDINE va, parziale o pi profonda e sfuggente di ordine. Quindi, dopo il disordine, nasce laltra modalit del pieno, e quindi dellessere: lordine, nella misura un cui pu essere rappresentato con fedelt rispetto al modello percepito, come possibile IMMAGINE 4 osservare a titolo di esemRAPPRESENTAZIONE DI UN ORDINE pio nelle immagini 3 e 4. Il

Giovanni Francesco Carpeoro nulla, il kaos e lordine sono quindi le premesse ontologiche delluniverso simbolico, ma sono anche, per dominanti ipotesi scientifiche, mistico-religiose e di non sottovalutabile buon senso, fasi cronologiche dellevoluzione delluniverso cosmico, a conferma, quindi, della natura e della conseguente definizione da noi posta delluniverso simbolico come rappresentazione di eventi materiali o spirituali gi accaduti.

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Nasce il Segno
Ma come nasce il segno, prima di divenire simbolo? Sempre con lo stesso meccanismo, passando dal non essere allessere, dal vuoto al pieno. Ma in realt questa formulazione troppo rigida per rappresentare un meccanismo che pu anche funzionare per sottrazione e non solo per addizione. Per spiegare tale osservazione si pu provare a partire da un esempio grafico. La superficie della carta bianca il vuoto, il nulla inattivo. Se per si traccia un punto, come nellimmagine 5, viene attivata la IMMAGINE 5 superficie vuota, il biancoRAPPRESENTAZIONE nulla diventa luce-figura, DEL PUNTO che riconoscibile solo in contrasto con loscurit-ombra. Disegnare, cio etimologicamente tracciare un segno, significa rimuovere la luce, aggiungendo il nero al bianco; loperazione inversa impossibile. Quindi ci che sembra unaggiunta anche, contemporaneamente, una sottrazione. Paradossalmente la costruzione di un simbolo, che poi sempre lo sviluppo del segno-figura, pu anche procedere esclusivamente da una sottrazione. La scultura, ad esempio, funziona cos: si parte da un blocco di marmo, che il nulla inattivo contenitore della forma in potenza; tuttavia, perch la potenza sia attivata, occorre latto che consiste nella separazione, nella sottrazione di materia dal blocco da parte dellartista. Quindi si rivela assolutamente indifferente dal punto di vista della modalit con cui si giunga dal non essere allessere per addizione o per sottrazione.

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Giovanni Francesco Carpeoro Ma la regola del passaggio dal vuoto al pieno, e a tale proposito abbiamo gi visto come dal punto di vista simbolico del termine pieno sia riferito al significato e non alla materiale modalit di formulazione del segno, vale anche per i segni non legati alla percezione visiva. Se pensiamo ad uno spazio mentale dedicato alle percezioni uditive, olfattive, tattili o gustative non facciamo fatica ad immaginarle invase e parzialmente occupate da suoni, odori e via dicendo. Tuttavia occorre ora tornare allesempio di cui allinizio del paragrafo, e cio a quello di transizione dal non essere allessere mettendo un punto in uno spazio vuoto. Cosa sotto il profilo simbolico il punto? Il punto un concetto scientificamente astratto che indica con precisione una giunzione, una intersezione (punti dincrocio, punti di frizione, punti dolenti). la versione grafica e simbolica dellatomo, della particella elementare. E certamente quadra dal punto di vista simbolico simboleggiare linizio dellessere ad un primo atomo o a qualunque prima particella. Il punto pu assumere un senso anche in relazione con un altro segno, come il punto sulla lettera i, che rende una linea verticale una vocale, cio un suono, o il punto nel mezzo di un cerchio che simboleggia il concetto di centro. Ecco perch il punto, tanto nei geroglifici egizi, che nellantico ebraico, ad esempio nel nome di Dio, assume la connotazione di simbolo del Verbo Divino, nel senso espresso dallapertura del Vangelo di San Giovanni. Daltro canto cos ha origine la nostra stessa parola dio che, come il termine greco Zeus ed il latino Theos, ha grosse relazioni etimologiche con lo jod ebraico, il dj egizio, rappresentato dal mitico uccello bennu, e dallantecedente semiconsonante sanscrita.

Lintelligenza del dado

IMMAGINE 6 DADI (FONTE: WIKIPEDIA)

Come funziona il dado


La scelta del dado, ispirata da un ottimo testo di Adrian Frutiger (Segni e Simboli, edito da Stampa Alternativa/Graffiti) per rappresentare la

peculiarit pi importante dellefficacia dei simboli sul nostro processo conoscitivo ed evolutivo doverosa perch, come vedremo, limmagine che meglio rende questa dinamica particolare, della quale peraltro tratteremo nel paragrafo successivo. Per ora ci limiteremo a rappresentare, con riferimento ai suoi aspetti simbolici, come esso funziona, senza trascurare la storia delloggetto e del gioco ad esso legato. Wikipedia riporta una definizione esauriente delloggetto; riportiamola mentalmente, leggendola, in forma singolare e non plurale, atteso che ivi si parli di dadi e non di dado, perch il tema della voce il gioco omonimo che, come noto, si pratica con una coppia di oggetti. I dadi sono piccoli oggetti di forma poliedrica, utilizzati nel contesto di diversi giochi per generare in modo casuale esiti numerici o di altro tipo. Quelli tradizionali, utilizzati dalla maggior parte dei giochi, sono cubi con le facce marcate con i numeri naturali da 1 a 6; tuttavia, giochi specifici possono fare uso di innumerevoli varianti. Per ottenere un valore casuale, si fa rotolare il dado su una superficie piana, e convenzionalmente viene preso in considerazione come risultato il valore che si viene a trovare sulla faccia rivolta verso lalto quando il dado termina il proprio movimento. Lesito cos ottenuto si pu considerare casuale (ai fini pratici) solo se il movimento impartito inizialmente al dado sufficiente a farlo rotolare e rimbalzare in modo complesso (e

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Lintelligenza del dado quindi imprevedibile). Latto che impartisce il movimento iniziale deve quindi essere abbastanza deciso, e nella lingua comune viene indicato con lespressione lanciare i dadi. Il tipo pi comune di dado un piccolo cubo con il lato lungo da 1 a 2 cm e le cui facce sono numerate da uno a sei (usando generalmente dei puntini). Tradizionalmente i numeri sono assegnati in modo che la somma delle facce opposte sia sette (vedi immagine 6). Il dado ha origini antichissime: probabilmente i primi oggetti vennero ottenuti levigando o incidendo un osso, lastragalo estratto dal metatarso del piede dellagnello (vedi immagine 7). Successivamente sono stati comunemente realizzati dadi in avorio, osso, legno, metallo e roccia, anche se al giorno doggi luso della

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IMMAGINE 7 ASTRAGALI

plastica praticamente universale. I ritrovamenti pi antichi (vedi immagine 8) sono specialmente in riferimento a reperti funerari che ne comprovano luso, soprattutto in Oriente, da tempo immemorabile: ad esempio il gioco viene citato nei Rig-veda indiani. Comunque, giochi con tre o qualche volta due dadi erano diffusi anche nella Grecia antica, elemento ludico quasi immancabile dei banchetti. I romani ne fecero un uso comunissimo, consentendolo come gioco dazzardo in ogni stagione, e facendone divieto solo durante i Saturnalia. Col tempo la forma del dado che divenne pi comune quella che oggi tutti ricordiamo e cio quella con la numerazione progressiva da uno a sei puntini (vedi immagine 9). Ora accantoniamo, solo per un momento, la collocazione usuale dei puntini sul dado e facciamo qualche esempio di altra collocazioIMMAGINE 8 DADI ANTICHI

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Giovanni Francesco Carpeoro

Lintelligenza del dado ancora possibile lidentificazione del quadrato e quindi del numero 4. Nellimmagine 14 si esprime un movimento che tende verso lalto, come quello di una freccia. Nellimmagine 15 si rileva levocazione della lettera L, ma in questo caso occorre sottolineare come il simbolo trae in errore sullentit numerica in quanto i puntini, a vista e senza contarli con attenzione, sembrano 6 e non 5. Anche nellimmagine 16 non si riconosce il numero 6 bens un triangolo. Come si vede, questa efficacia del dado con i puntini spostati del tutto differente dalla conformazione usuale con sei collocazioni, le quali sono talmente radicate nel nostro archivio mentale che, in funzione di tali immagini, noi possiamo evocare i valori numerici senza contare i puntini. Il riconoscimento immediato perch il segno diviene simbolo, aderendo al suo altro frammento, cio allo schema mentale consolidato. La scelta del dado, come si pu notare, ha semplificato la partenza nel percorso che ci siamo prefissi. Le facce del dado sono come una sorta di nastro perforato, un codice per informare, o meglio per richiamare laltro frammento del segno divenuto simbolo, e cio lo schema mentale. La memoria il collegamento, insostituibile e indispensabile, allefficacia di qualunque simbo-

IMMAGINE 10 PUNTO DECENTRATO

IMMAGINE 9 LE SEI FACCE DEL DADO

ne, sempre legata a tale figura, che ci suggerisca qualche riflessione. Infatti, poich lordine una manifestazione tipica del nostro mondo, molto pi semplice dare o estrarre sempre un ordine, talvolta totale, talvolta parziale, e quindi un messaggio rispetto alla collocazione dei puntini. Diversa collocazione, diversa la risposta evocativa che attiva nella nostra memoria. La memoria il legame che dal segno conduce al simbolo, il combaciare dei due frammenti, senza il quale il segno rimane sterile e non evoca alcun significato. Quindi per verificare come funziona lo stabilirsi di questo legame basta partire da qualche piccola variazione delle configurazioni dei puntini su un dado. Se si prova a spostare i puntini non solo non si ottiene il riconoscimento di cui sopra, ma vengono evocate altre immagini o sensazioni. Nellesempio dellimmagine 10, lo spostamento, non solo non evoca lunit per la mancanza di centralit del puntino, ma provoca quasi una sensazione di disagio, caratteristica del decentramento, secondo un percorso che determina, in sociologia, lapplicazione del concetto di emarginazione. Nel caso dellimmagine 11, la sensazione evocata quella di due occhi in un viso. Invece, nellulteriore spostamento dellimmagine 12, levocazione simbolica quella di un archetipo come il triangolo. Si potr notare come non viene mai spontaneo immaginare o simboleggiare tale archetipo con la punta rovesciata, per la mancanza in natura di una forma consimile, peraltro incompatibile con la possibilit che un oggetto avente questa forma possa stare in equilibrio sul vertice invece che sulla base. Nellimmagine 13

IMMAGINE 11 DUE PUNTI CENTRALI

IMMAGINE 12 TRE PUNTI A TRIANGOLO

IMMAGINE 13 QUATTRO PUNTI TRASVERSI

IMMAGINE 14 QUATTRO PUNTI A FRECCIA

RUNA BIANCA

NOVEMBRE 2011 | n.5

Lintelligenza del dado lo. Daltro canto ci viene confermato dal mito, nel quale proprio Mnemosine, la memoria per i Greci, genera le nove Muse, cio tutte le arti collegate al genio dellessere umano, come frutto della sua relazione amorosa con Zeus, la somma divinit di quel popolo.

Giovanni Francesco Carpeoro numero indicante una quantit presuppone una misura o un conteggio. Invece, nel caso dei dadi, noi non contiamo affatto ma riconosciamo il numero in base ad una qualit, lusuale collocazione dei puntini, e non ad una quantit, il conteggio del numero di puntini. Questo il grande segreto dei simboli. Quando la loro ricostruzione quella giusta, essi ci consentono di identificare il contenuto senza analisi, solo con leco che essi ridestano nella grande vallata della nostra memoria ancestrale. Questa lIntelligenza del Dado, la capacit di rappresentare e conoscere un frammento di verit senza analisi e deduzione, solo con la scintilla dellattimo di corrispondenza tra i famosi frammenti spezzati, uno il simbolo e laltro leco che esso desta nella memoria. Se qualcuno ha voglia di farlo, pu verificare come le grandi scoperte e le grandi opere dellarte e del genio umano nascono da questo tipo di intelligenza e che lanalisi, la deduzione, la sperimentazione e la codificazione sono momenti cronologicamente successivi alla grande scintilla che illumina il buio di una parte del nostro cervello, o del nostro spirito, a seconda delle nostre convinzioni personali entrambe legittime e possibili; scintilla stessa, quindi, foriera di potenzialit eccezionali e sconosciute. Le teorie e le ipotesi di progresso della nostra civilt sono quindi in primo luogo la rievocazione, dallinterno della memoria ancestrale e ad opera dei simboli maggiormente precisi ed efficaci, di uno stato comune a tutti noi di condivisione universale dellintero sapere in termini di consapevolezza in quel tal momento acquisita. Solo in quel momento. Nel tempo che serve a gettare i dadi...

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IMMAGINE 15 PUNTI A SQUADRA

LIntelligenza del Dado


Le conclusioni relative alla operativit del dado sotto il profilo simbolico di IMMAGINE 16 SEI PUNTI A TRIANGOLO cui al paragrafo precedente sono fondamentali, perch delineano una capacit intellettiva peculiarmente legata al simbolo che, per nostra comodit, da ora in poi potremo chiamare Intelligenza del Dado. Abbiamo infatti delineato come, quando sulle facce del dado i puntini sono disposti in modo usuale, noi riconosciamo un numero che va dalluno al sei, mentre quando sono disposti, nelle stesse quantit, quindi sempre da uno a sei ma con collocazioni differenti dagli schemi, vediamo invece delle cose diverse, non riconoscendo pi il numero. E c di pi: in effetti nello schema usuale, a seconda della faccia del dado presa in considerazione, noi riconosciamo un numero corrispondente alla quantit di punti senza necessit alcuna di contarli. Cosa accade allora? Un

GIOvaNNI FRaNCESCO CaRPEORO


Nato a Cosenza nel 1958. Si trasferisce a Milano e si laurea in giurisprudenza presso l Universit Cattolica per poi svolgere per trentanni la professione di avvocato. Ha curato per Acacia Edizioni ledizione italiana de LArcheometro di Alexandre SaintYves dAlveidre e di Sotto le Piramidi di Andrew Collins. stato diret-

tore delle riviste mensili PC Magazine, HERA e I Misteri di HERA. Il suo sito personale: www.carpeoro.com. Delle sue pubblicazioni ricordiamo: Il volo del pellicano (Bevivino, 2007), Labirinti (Bevivino, 2008) e...

Il re cristiano Bevivino, 2010 RUNA BIANCA

NOVEMBRE 2011 | n.5

I primi freddi si fanno sentire, Runa Bianca vi riscalda con le anticipazioni del nuovo numero in preparazione, siete curiosi di sapere cosa conterr? Approfondiremo gli Etruschi, dal seme di Atlantide a Roma caput mundi con Germano Assumma, parleremo della simbologia, il mito, la metafora del Graal con Nicoletta Camilla Travaglini, scopriremo altri personaggi particolari di una Torino magica con Danilo Tacchino, concluderemo con Marisa Grande il discorso sulla scienza sacra dei costruttori di megaliti... ...e tanto altro ancora nel numero di DICEMBRE!

Nel prossimo numero...

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