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S C H EG GE

Rappresentazione Esoterica Mediale in


Sei Quadri, Una Picche, Una Cuori

di Arnaldo Ancarani
"Aggiungo al linguaggio parlato un
altro linguaggio, e cerco di restituire
al linguaggio della parola, le cui
misteriose risorse sono state dimen-
ticate, la sua efficacia fascinatrice,
integrale(...) e che anche la parte
parlata e scritta lo sarà in un senso
nuovo"
Antonine Artaud
I
INDICE

p. III Nota dell'autore

1 Introduzione - Cuori

3 Prologo - La Torre

5 Il Diavolo

7 Il Mondo

9 La Forza

1o La Giustizia

12 L'Appiccato

14 Epilogo - Picche

II
Nota dell'autore.

Quello nelle pagine che seguono è un testo teatrale che composi


circa dieci anni fà e che tentai di portare in scena con una costituenda
compagnia. Il progetto non andò in porto, allora non mi rimase
altro che una vuota collezione di brevi monologhi scritti e ciò che
doveva essere la rappresentazione compiuta esclusivamente nella
mia testa.
Ora, a distanza di anni, ne ho riscoperto l'ambizione originale e
l'ho scritta nuovamente, revisionandola e con un'attenzione a
t r a t t i q u a s i m a niacale nel des criv erne i dettagli tecn ici ed
interpretativi.
Dovrei allegare a questi scritti anche i brani musicali che si
snodano nel corso della rappresentazione, poichè importanti, se
non fondamentali nella stessa.
La musica in questo spettacolo è sempre una protagonista, in-
sieme ai sei attori. Dà sempre il ritmo narrativo ai diversi quadri,
ne scandisce il tempismo rappresentativo, ne avvalora le espres-
sioni emotive ed esalta le capacità attoriali quando non c'è. Se lo
volete contattatemi per averla (specie se volete presentare l'-
opera in scena), altrimenti immaginatevela.
"Mettici dentro tutto, mettilo a frutto..." lo scriveva Raymond
Carver in una delle sue poesie, io l'ho fatto in quest'opera, spero
lo faccia la compagnia che avrà intenzione di proporla o voi che
semplicemente lo leggerete; ci sono delle tracce, o meglio delle
schegge, di danza Buto, teatro delle Crudeltà, commedia del-
l'Arte, mimica; altre schegge, più o meno nascoste, di carattere eso-
terico nella ricercatezza di un'immagine, un numero, una luce o
di un disegno creato con gli spostamenti sul palco.
Scopritele, queste schegge che vi ho menzionato, forse non
saranno le stesse che avevo in mente io, ma non per questo le
vostre intuizioni non saranno comunque valide.
Gli interpreti sono: tre attori, tre attrici, una voce narrante.
Grazie e buona "visione".

III
IV
Schegge

V
Introduzione

Cuori

Scena vuota, buia, musica in sottofondo. Sulle quinte vengono proiettate in sequenza
delle diapositive a colori con delle immagini di cuori umani e carte francesi del seme
omonimo, in sequenza casuale e non si fermeranno per tutta la durata della scena.
Entrano silenziosamente attore1 ed attrice1, giungono al centro del palco ed ognuno
viene illuminato da una luce spot cruda ed azzurrina; hanno lo sguardo distratto verso
il fondo della platea. Si muovono dopo pochi secondi con dei passi asincroni verso il
pubblico puntando alle estremità opposte del palco. Le rispettive luci li seguono. En-
trambi hanno in mano un mazzo di carte, maneggiato nervosamente con entrambe le
mani. Giunti al limitare del palco si fermano, fissano lo sguardo verso il nulla, iniziano
a mescolare le carte. Poco prima del loro giungere al limitare del palco, entra in scena
attore2 dal centro della quinta e camminando a passi misurati e svelti, portando
in mano un cero da processione poggiato sulla spalla, si posiziona al centro del palco,
posa il cero sul parterre. Lo guarda intensamente e comincia a declamare:
"Un giorno venni al mondo; lo dovessi dire o ricordare il motivo
per cui nacqui nessuno me lo seppe spiegare! (Attore2 sorride, attore1
ed attrice2 iniziano a lanciare le carte una ad una, disordinatamente, verso il pubblico
e la scena, casualmente. Attore2 riprende a declamare) Mi diedero un mondo
con cui giocare ed in cui vagare, per poter cercare arcani segreti
che nessuno si usò a spiegare... a distanza, negli anni, il mio pere-
grinare ancora la sete di sapere non è riuscito a placare; (parlando
con voce ferma e pacata, discorrendo fra sè) continuo imperterrito nel mio
viaggiare, perdendo pian piano di vista lo scopo primario
del mio cercare. (si china ed accende il cero con un fiammifero, si inginocchia e
riprende a parlare con voce sofferente) Mondo immondo ed impietoso, di-
velto il mio essere fisico, distrutto il mio cuore, sgretolata la mia
anima, mi hai abbandonato, esangue, su di un anonimo selciato,

1
profondamente addolorato e desolato, scuotendo le mie mem-
bra , esalando un'esangue guaito, (alza la testa di scatto, fissa il centro del
pubblico, la voce è scandita, ferma e decisa) ma non per questo mi dichiar-
erò battuto, sconfitto o vinto." (si rialza lentamente, con potenza, in po-
sizione eretta e continuando a fissare il centro della platea, nessuno in particolare,
continua a parlare ad alta voce, in crescendo)
Non sarò mai domato, nè dal mio viaggio e dalla mia ricerca potrò
mai essere allontanato!" Detto questo, si gira rapidamente e a passi svelti esce di
scena, attore1 ed attrice1 sfuggono alla luce degli spot saltando in platea, le luci si
affievoliscono fino a spegnersi, mentre gli attori vanno verso l'uscita, continuando
a lanciare le ultime carte sopra il pubblico; escono dalla sala, il brano musicale termina.
Le diapositive si spengono. Il cero rimane acceso. Dopo pochi secondi si sente distintamente
fuori scena il rumore di un incidente automobilistico, seguito in sequenza da quello di un
cane che abbaia, il muggito di una mucca, un aereo di linea che atterra, cavalli al galoppo,
una campana che suona festosa, delle esplosioni, urla, un bambino che frigna, uno stormo
di aerei caccia a bassa quota per finire con un bebè che piange per un minuto, ossessiva-
mente, per poi placarsi mentre il suono sfuma. Silenzio.

2
PROLOGO

La Torre
- quadro primo -

Al centro della scena, illuminata da una luce gialla diffusa, una scala di legno a doppia
salita, le carte sparse nella scena precedente. Sulle quinte sono proiettate a immagine
fissa tre diverse carte dei tarocchi tutte rappresentanti la torre. Inizia il brano mu-
sicale. Entra in scena dal lato destro attore2 , cammina disinvolto fino al cero, si sporge
leggermente ad osservarlo, estrae pensoso di tasca una fiaschetta, ci giocherella. Attore1
e 3, attrice1 e 2 entrano in sala, si sparpagliano sul fondo e si dirigono verso il palco; si
muovono a stento, con fatica, pesantemente. Attore2 li osserva brevemente, stappa la fi-
aschetta e beve un sorso rapido, nervoso; richiude la fiaschetta, la rimette in tasca si
gira e giunge rapidamente alla scala, la tocca con attenzione, la esamina. Guarda gli altri
attori che sono ancora distanti. Inizia a parlare con voce assorta e nel corso del monol-
ogo, prima che gli altri attori giungano al palco, salirà e scenderà, uno alla volta, da tre
gradini su ogni lato. Inizia a parlare con voce calma e riflessiva.
"Provare ad essere il conduttore della tua stessa vita per
combattere i bastardi che vogliono possedere la tua mente.
Potrai scoprire che nessun'altra libertà potrà essere più grande e
reale di quella che tu senti di dover conquistare.
Dovrai aspramente lottare per affrancarti dalle leggi morali instil-
late giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, secondo dopo sec-
ondo, dalla classe borghese dal consumismo liberista; liberare il
tuo corpo dalla schiavitù industriale e tecnologica che vuole uc-
ciderlo occludendo la tua anima. (pausa. l'attore si volge a guardare gli altri
3
che, giunti al palco, lo stanno scalando.) Scoprire
che l'unica vera respons-
abilità è quella che hai verso te stesso e l'unica vera legge ammis-
sibile è solo quella che tu stesso ritieni essere giusta o sbagliata. (gli
altri attori sono riusciti a salire sul palco. Si muovono verso la scala, un pò curvi, lenta-
mente, faticosamente; a tratti raccolgono una carta e la gettano noncuranti verso la
scala. Attore2 sale quattro gradini, continuando ad osservarli mentre gli si avvicinano)Un
nemico certo da combattere ed abbattere sarà il conformismo. (gli
altri attori si dispongono ai quattro lati della scala, ne afferrano i montanti con en-
trambe le mani e si fermano, con le schiene piegate, leggermente genuflessi, e
alzano la testa fissando attore2, che stà sorridendo) Ricercare continuamente
la tua identità ti porterà ad essere consapevole del tuo essere con-
duttore, (schiocca le dita,indica attore1 e gli fà cenno di uscire, scende un gradino)
padrone,(idem, con attrice1) maestro, (idem, attrice2) possessore (idem, at-
tore3) della tua vita." Attore1, tornato ora con i piedi sul palco, volge le spalle
al pubblico, chiude seccamente la scala, mantenendola in verticale. Il brano musi-
cale termina, attore1 getta rabbiosamente la scala di lato che fà un gran botto, si china, rac-
coglie una carta, la osserva con attenzione su entrambe i lati, si rialza, la racchiude nei
palmi e mentre le luci si affievoliscono sino a spegnersi, l'attore esce di scena rapido,ner-
vosamente. Le immagini proiettate vanno in dissolvenza, buio, silenzio. Il cero rimane ac-
ceso.

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Il Diavolo
- quadro secondo -

Da questo quadro fino al quarto non vi sono interruzioni.


Scena inondata da una violenta luce rossa. Ci sono la scala e le carte delle scene precedenti. C'è
anche una sedia posta al centro del lato destro, rivolta al pubblico. Al centro delle quinte
vengono proiettate in sequenza tre carte dei tarocchi. Inizia la musica ed entra in scena
dalla quinta sinistra attrice2, illuminata da una luce spot gialla che la seguirà mentre
attraversa la scena in diagonale, con passo sciolto, sino a giungere all'estremità laterale op-
posta.
L'attrice si sporge verso il pubblico con la mano sopra gli occhi, sembra stia cercando
qualcosa o qualcuno fra gli spettatori, indica incerta uno spazio lontano, fuori della
sala, scuote le spalle, si volta e và a sedersi composta sulla sedia, le mani giunte posate
sulle cosce. Immobile, continua a guardare verso il nulla. Entra in scena dalle spalle del-
l'attrice2 attore2, che è rinchiuso in un mantello rosso che lo ricopre fino ai piedi. Ha
nella mano destra un lungo bastone nodoso, con cui accompagnerà rumorosamente i
suoi passi. Le sue unghie sono lunghissime ed ha un cappuccio che gli ricopre il capo,
si intuiscono dei rilievi di mefitiche corna; si porta alle spalle dell'attrice, ridendo satani-
camente. Mentre inizia a parlare con voce roca e profonda, le accarezza la testa, non in-
terromperà mai questa azione durante il monologo.
"Uomo! Tu credi e non credi che io esista.(con enfasi) Ma io ci sono,
sono stato e sarò, (con la voce iniziale, ma compiaciuta) sempre presente
nelle tue linee vitali e nel tuo destino.(lentamente, scandito) Ti ho do-
nato macchine imperfette (batte con violenza il bastone ed attrice2, sempre

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con lo sguardo fisso e la testa immobile, inizia a guidare un automobile immag-
inaria) di cui essere schiavo e servo, (si interrompe e la guarda compiaci-
uto annuendo con la testa e poi, con enfasi compiaciuta, continua) ti ho dato una
divinità (batte il bastone, l'attrice alza gli occhi al cielo e giunge le mani, immobile stà
pregando) in cui credere per poterti liberare dai tuoi sensi di colpa, (l'
attore si interrompe, con la mano che accarezza scende sulla scollatura, le accarezza il
seno sinistro, lo artiglia e lo tende leggermente verso l'alto, china la testa e brevemente
rumorosamente muove oscenamente la lingua verso il seno, compie il percorso inverso
con la mano e continua ad accarezzarle la testa, l'attore inizia a parlarle nell' orecchio,
sibilando con forza, l'attrice è statica nella sua preghiera immobile) ho creato leggi
etiche, morali, (all'attrice cadono le braccia inerti lungo i fianchi , socchiude gli
occhi e inizia a reclinare il capo verso il petto) civili e penali (l'attore solleva il ba-
stone e lo pianta rumorosamente con l'estremità sul bordo della seduta, fra le gambe
dell'attrice, mentre pronuncia le frasi seguenti lo fa scorrere fino a metterlo in contatto
con il pube dell'attrice)per obbligarti a non vivere la tua vita. (l'attrice
comincia ad afflosciarsi, l'attore le dà una lunga leccata dalla spalla all'orecchio)Ho
distrutto il tuo essere,(l'attore inizia a girare il bastone, come per avvitarlo) la
tua anima e il tuo pensiero per poterti dominare e possedere,
nella tua totale incoscienza. (l'attrice è completamente afflosciata, scom-
postamente, gli occhi chiusi; l'attore guarda con disgusto l'attrice, lascia cadere il bas-
tone davanti alla sedia, alza la mano che si è liberata ed inizia a declamare, ancora
non interrompe l'accarezzare la testa dell'attrice)I miei dogmi, ormai instillati da
innumerevoli generazioni nella tua mente, continueranno per sem-
pre, incessantemente a lavorare nel tuo interno. (l'attore poggia en-
trambe le mani sulla testa dell'attrice e smette di carezzarla) La tua forza
per reagire sarà eternamente sopita e per quanti sforzi farai,
mai,(l'attore spinge in basso l'attrice che rimbalza come fosse di gomma) mai(idem)
riuscirai a liberarla o a liberarti!" l'attore leva le mani dalla testa dell'attrice
scuotendole inizia a ridere satanicamente ed arretra zoppicando, sempre ridendo, sino
all'uscita dal palco; contemporaneamente la musica termina e la luce rossa si spegne, la
proiezione si interrompe sfumando; resta lo spot bianco sull'attrice, che sussulta e si
stiracchia, come se si fosse appena svegliata, si rassetta i capelli e si guarda attenta-
mente intorno,sembra non capire dove si trova...

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Il Mondo
- quadro terzo -

...la musica inizia, contemporaneamente si accendono delle luci azzurra e verde (la
prima illumina il lato destro del palco, la seconda il sinistro),gli attori 1 2 3 e le attrici 1
e 3 entrano in scena da entrambi i lati delle quinte, le diapositive si alternano con tempi
brevissimi spostandosi da sinistra verso destra, gli attori vagano casualmente e frettolosi
su tutta la superficie del palco. attore3 si muove istericamente, seguito da una luce spot
blu. Attrice2 alza la testa ed urla:
"AAAHHH...(si alza di scatto ed inizia a vagare anch'essa sul palco; nel corso
della recitazione, a tratti, casualmente, urta gli altri attori) oramai ci sono caduta
dentro, muovermi ed agitarmi freneticamente perchè così devo
fare, tutti devono fare senza darsi tregua. Frenesia che collide e si
compenetra con la follia del continuare a correre via, stridente e
dilungato connubio con la violenza... lontano,vicino, altrove, sono
sempre quì oppure no! è tutto uguale, sono tutti uguali, sto gi-
rando su me stessa...(attrice2 urla nuovamente, con disperazione)
GUERRA! (l'attrice si porta le mani alla testa, la scuote, riprende la recitazione con
voce cantilenante angosciata) guerra del lavoro guerra dei salari guerra
preventiva guerriglia urbana, guerra all'inquinamento guerra al
razzista, guerra continuata e perversa ovunque! basta che sia di-
verso colui al quale si fà guerra. (attrice2 si ferma e con disperazione, quasi
urlando, dice) Guerra violenza e follia non sappiamo resistere e non
possiamo desistere!" La musica termina, le luci blu e verde si spengono attrice2
ed attore3 sono immobili e si stanno guardando attenti, gli altri escono di scena, sin-
cronicamente gli attori sul palco alzano lentamente la mano destra e si indicano con
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rabbia, odio. Alzano la mano sinistra verso i lati opposti delle quinte, un attore porta una
spada inguainata all'attrice2 e gli infila visibilmente nel vestito una carta e gli parla in
un orecchio, esce silenzioso; le stesse azioni saranno compiute contemporaneamente
da un attrice con attore3. Attrice2 ed attore3 si portano la spada al fianco e trasportano
la mano destra sull'elsa. Gli spot che li inquadrano virano entrambi sul colore arancione.
Continuando a guardarsi cominciano lentamente ad estrarre la spada...

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La Forza
- quadro quarto -

...inizia la musica, le carte dei tarocchi vengono proiettate a tre alla volta, ad impulso.
Le uniche luci di scena sono gli spot sugli attori. Gli attori si avvicinano, le spade
oramai sguainate in posizione di guardia e recitano coralmente:
"Finalmente ti ho scovato, inimicizia eterna, alter ego indissolubile
del travaglio della nostra esistenza. (pronunciata l'ultima frase gli attori
iniziano a duellare, lo faranno sino alla fine della musica, e si troveranno a bordo palco;
continuando a guardarsi, ansanti, interrompono il duello si inginocchiano e puntano
con forza la spada in terra, rimanendoci appoggiati. Con odio, la voce strozzata,
coralmente dicono) Sei tu! Sono io! Specie in pericolo, reietto, paria,
uomo o donna che tu sia, sconfiggerti sarà la mia vita, o la mia
morte!" Gli attori si rialzano di scatto e saltano in platea, ai lati del cero, di profilo al
pubblico. Si scambiano pochi vigorosi colpi dall'alto, parandoli con le mani ai bordi
della spada. Su di un attacco laterale alle gambe incrociano le spade e facendole stridere
con forza le pongono di fronte a loro. Spingono con le lame si osservano torvamente e
compiono un giro completo, ruotando con il cero al centro. Gli spot si spengono e le di-
apositive anche. La tensione fra i due attori si scioglie, si distanziano con i corpi e poi
con le lame. Compiono un passo all'indietro e abbandonano il braccio armato sul fianco,
con l'altro estraggono di tasca una carta e se la lanciano con disprezzo. Restano in sala,
immobili in posizione di riposo. Lunga pausa prima di iniziare il quadro seguente.

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La Giustizia
- quadro quinto -

Tra questo quadro ed il seguente non vi sono interruzioni.


Luce flebile, surreale, sul violetto, diffusa nella zona delle quinte, fumo lieve si spande
dalla quinta centrale. Entrano in scena silenziosamente Attore1 e Attrice1 dalla quinta
di destra, Attore2 ed Attrice3 da quella di sinistra. Tutti e quattro hanno legata sulla
fronte una benda larga di cotone grezzo, camminano convergendo al bordo centrale del
palco, di fronte al cero, arrivatici si siedono con le gambe a penzoloni. Ognuno dei quat-
tro, con una diversa espressione sul volto, si cala la benda sugli occhi. Sulle quinte, ad
immagine fissa e sfocata viene ora proiettata la carta dei tarocchi che titola il quadro. In-
izia la musica ed i quattro attori iniziano a recitare coralmente con voce piatta, mono-
corda.
"Nel carcere, presso la città c'è una fossa di vergogna, e dentro
vi deve giacere un'infelice divorato da denti di fiamma, in un su-
dario ardente egli giacerà, e la sua tomba non recherà nome. E colà,
finchè cristo non chiamerà i morti lasciatelo giacere in silenzio: non
c'è bisogno di sprecare una vana lacrima, nè di esalare il vento di
un sospiro: l'uomo aveva ucciso la cosa che amava, e pertanto
dovrà morire." Attrice3 ed Attore2 sempre bendati scendono dal palco e trascinano
per un braccio i loro omonimi sul palco; nel frattempo Attore1 ed Attrice1 si sono rad-
drizzati con una capriola all'indietro, escono rapidamente dalla quinta sinistra e vi
rientrano portando una sedia che poseranno sul lato sinistro, speculare a quella sul lato
destro, Attrice1 resta in attesa dietro la sedia di sinistra, si sfila la benda continuando
a tenerla in mano; Attore1 si porta rapido dietro la sedia di destra e si sfila anche lui
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la benda tenendola in mano. Attrice3 conduce Attrice2 alla sedia di sinistra e la fa
sedere bruscamente(ora la musica termina), si sfila la benda ed imbavaglia la bocca del-
l'attrice seduta, le leva la spada dalla mano e la lancia di punta sul palco verso il cero,
Attrice1 benda gli occhi all'Attrice2. In contemporanea, specularmente, gli attori sul
lato destro del palco compiono le stesse azioni . Attrice3 ed Attore2 camminano fino al
centro della quinta, affiancandosi l'una all'altro si scambiano di lato e si volgono al
pubblico, rimangono immobili con le braccia conserte una espressione neutra e le gambe
leggermente divaricate. Le luci iniziano a virare sul blu, aumentando gradualmente di in-
tensità, le diapositive lentamente cominciano a sfumare in dissolvenza...

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L' Appiccato
- quadro sesto -

...la luce è ora blu intensa, i diaproiettori si riaccendono proiettando flebilmente la carta
dell'impiccato, inizia la musica ed uno spot si accende sulla coppia delle attrici, attrice1
inizia a passare lentamente un braccio intorno al collo dell'attrice2 iniziando a recitare,
con voce calda e compassionevole:
"E ognuno uccide la cosa che ama, che questo lo sentano tutti, chi
lo fà con uno sguardo amaro, e chi con la lusinga,(Attrice2 si dibatte,
sussulta agonizzante) il codardo lo fa con un bacio, il coraggioso con la
spada! (Attrice2 si spegne ed Attrice1 allenta la presa, la scioglie, si raddrizza e
resta a guardare l'attrice seduta; viene illuminata da uno spot bianco la coppia di attori sul
lato sinistro che nel prossimo periodo riproporranno la dinamica precedente. Breve
pausa ed Attore1 inizia a recitare con voce decisa) Chi uccide il suo amore da
giovane, e chi lo uccide da vecchio; chi lo strangola con le mani della
lussuria, chi con le mani dell'oro: i più pietosi usano un coltello,
perchè i morti si freddano così presto. (quando l'attore1 è fermo a guardare
Attore3 si accende uno spot bianco sulla coppia di attori al centro della quinta; sempre
immobile inizia a recitare Attore2 che è sulla sinistra)
C'è chi ama troppo poco, ( sincronicamente Attore1 ed Attrice1 si posizionano
a fianco dei loro omologhi sullo spazio laterale libero, si inginocchiano e gli sciolgono i
bendaggi, li carezzano sul volto teneramente, dolcemente; di tanto in tanto si in-
terrompono e li fissano intensamente) chi troppo a lungo, c'è chi vende e
c'è chi compra; chi compie l'atto con molte lacrime, e chi senza un
sospiro: perchè tutti uccidono la cosa che amano, anche se dopo

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non tutti muoiono. (Attore2 finisce la recitazione e resta ancora immobile, dopo
una breve pausa è la volta di Attrice3 che inizia la recitazione con voce che sembra quasi
allegra) Ohilà! (Attice1 ed Attore1 si slanciano ad abbracciare gli attori seduti sempre in-
erti e li baciano, li carezzano) cantavano, il mondo è vasto ma gli arti in-
catenati sono zoppi! E gettare i dadi una volta o due è gioco da
gentiluomini,(Attore1 ed Attrice1 cominciano a baciare con trasporto sulle labbra
i loro omologhi seduti, che restano ancora inerti) ma non vince colui che giuoca
col peccato nella segreta casa della vergogna." Attrice3 resta immobile e
sorride, anche attore2. Attrice2 ed Attore3 si rianimano incerti muovendo le braccia
verso gli attori che li stanno baciando, ricambiano l'abbraccio, ricambiano il bacio e si
lasciano sollevare con le labbra incollate all'altro, giunti in posizione eretta le due coppie
speculari si sciolgono dal bacio e dall'abbraccio, si guardano contenti e si incamminano
verso gli attori ancora fermi al centro della quinta, cingendosi i fianchi con un braccio, sono
seguiti dagli spot bianchi, la luce blù si attenua rapidamente fino a scomparire, le carte
proiettate si ingrandiscono andando fuori fuoco e si spengono repentinamente; i sei attori
riunitisi si baciano e si abbracciano fra di loro con gioia e con trasporto, e d'improvviso
iniziano a correre verso il pubblico, saltano in sala, e ne escono correndo, un attore ed
un attrice si fermano a soffiare sul cero, lo spengono e poi fuggono anche loro verso le
uscite. Tutti gli spot ruotano impazziti sul palco e si spengono. Buio completo, silenzio.
Breve pausa prima della scena finale.

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Epilogo

Picche

La scena rimane buia, inizia a basso volume l'ultimo brano musicale si accende uno
spot bianco, perpendicolare al centro del palco ed una voce narrante, un poco
cantilenante e strafottente inizia a dire:
"In questa amorfa sera di certo il lusso mi son preso dell'avervi
deriso, deluso e vilipeso, ma poco importa, poiché nessuna
certezza è mai tale... (entrano in sala i sei attori con delle ciotole di coccio con-
tenenti caramelle, cioccolatini, profilattici confezionati e spille da balia, si sparpagliano
nella sala e ne offrono il contenuto al pubblico) in un'attimo di limpida
chiarezza, baciata dal sole e carezzata dalla brezza, come in una
visione ardita, noi tutti siam mattoni in disordine accata-
stati, multi strati difformi ed ineguali, frantumati, bagnati e col-
orati siam tutti inutilizzati, poiché i muri già costruiti son troppo
alti e solidi, mai saranno abbattuti, sempre saranno rinno-
vati, restaurati con tanti piccoli e perfetti mattoni in plas-
tica... Benvenuti in Legolandia! La musica termina, la luminosità dello spot
si fà tenue, si accendono le luci di sala, gli attori terminano eventualmente la dis-
tribuzione e salutano il pubblico. Addio. Tutti a casa.

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"...recitare significa piuttosto
rivelare qualcos'altro, qual-
cosa che il pubblico non può
vedere nella vita di tutti i
giorni. Questo qualcos'altro
non è fisico, dunque non è vis-
ibile. Nè sta all'attore renderlo
concreto, egli agirà soltanto
sull'immaginazione del pub-
blico(...) Lo spettatore deve es-
sere in grado di dimenticare
l'attore. L'attore deve
sparire..."
Yoshi Oida
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Accrediti:
Nel quinto e sesto quadro il testo è stato estratto dalla “Ballata del carcere di reading”
di Sir Oscar Wilde.
Le musiche utilizzate sono state pubblicate dai seguenti gruppi:
Blind
Einsturzende Neubauten
Husker Du
U.K. Subs
Aphex Twin
Pink Floyd
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