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La rana ambigua Chi non vede che con diversi vocaboli diciamo ognun di noi lo stesso? L.

GALVANI Questo libro tratta di un episodio di storia della scienza, la controversia fra i sostenitori della teoria dell'elettricit animale di Luigi Galvani e gli oppositori di tale teoria guidati da Alessandro Volta. Quanto quell'episodio sia stato importante lo si coglie assai bene dalle parole di uno dei primi che, ancora a caldo, se ne occup diffusamente, l dove egli scrive che esso provoc nel mondo della fisica, della fisiologia e della medicina una tempesta paragonabile solo a quella che nello stesso periodo (1791) stava montando sull'orizzonte politico dell'Europa. E quanto sia ancora attuale lo si capisce dal fatto che un aspetto essenziale di quella controversia ancora aperto e dibattuto.Al tempo in cui si svolsero i fatti, era considerato un dovere degli scritti scientifici insegnar divertendo. La cultura illuministica induceva a pensare che prove ed esperimenti sarebbero risultati pi efficaci se fossero stati condotti in maniera dilettevole e tale da richiamare l'attenzione del pubblico non specialistico. Il confine tra il laboratorio e il salotto non era cosi distante come oggi e si pu ancora ammirare lo sforzo che molti fecero per non mettere barriere fra scienza e popolo educato. un segno di questo sforzo la circostanza che, specialmente nelle introduzioni, manuali e trattati recassero storie, aneddoti, novelle filosofiche e galanti; o che interi libri rigorosamente scientifici fossero scritti per le dame o per le fraile. Allo scopo di introdurre i lettori all'argomento, seguir anch'io questo costume. Raccontando una breve novella storico-filosofica, sar pi facile mettere in evidenza i principali fatti storici su cui ci soffermeremo poi analiticamente e anticiparne la morale. Bench in generale io ritenga che dalla storia non si debbano trarre precetti morali (anche perch non ne d, se non quelli che, di nascosto, ci si mettono), un episodio storico pu ben essere usato per illustrare una morale, che poi il punto di vista teorico alla luce del quale stato ricostruito e senza il quale non assurge a dignit di storia. E naturalmente rimesso al giudizio del lettore valutare se tale punto di vista teorico adeguato all'episodio e se pu essere esteso ad altri. Il filosofo sempre impaziente di saltare ai genere prossimo; e fa bene lo storico a richiamarlo alle differenze specifiche. Ma ecco la novella. Come una rana dimezzata, chiamata a rivelare la propria elettricit, si fece beffa di un medico e di un fisico e rivel invece le loro metafisiche nascoste C'era una volta una rana. Capitata nelle mani di un medico, fu sacrificata in nome della scienza e preparata alla solita maniera, cosi come quel medico e altri con lui usavano fare con gli animali della sua specie. Chi non ricordasse com'era quella maniera, pu ancora consultare gli scritti di quel medico. Le povere rane venivano tagliate trasversalmente al di sotto degli arti superiori, scorticate, sventrate, lasciati li soli arti inferiori uniti tra loro, coi loro soli lunghi nervi crurali inseriti, e questi, o sciolti, e liberi, od appesi alla spinal midolla lasciata intatta nel suo canale vertebrale o dal medesimo ad arte tratta fuori e separata o in parte o tutta. Cosi preparato, l'animale consumava miseramente la sua vita (anzi la sua morte), passando da un tavolo di laboratorio a un altro. Tutti la guardavano, la toccavano, la punzecchiavano con spilli, aghi, coltelli, e la torturavano anche, con scariche terribili di elettricit fornita da una macchina appena inventata, gran vanto della scienza dell'epoca e gran diletto delle dame, e dei cavalieri che

nei salotti corteggiavano le dame. Finch un giorno la rana dimezzata decise di vendicarsi degli affronti e patimenti subiti. Quel giorno, all'insaputa del medico, fece in modo che le sue residue estremit, nervo e muscolo, toccassero un metallo. In quello stato, senti una scossa percorrerla da cima a fondo, ma non potendo gemere, pur avendone da qualche parte l'intenzione, richiam l'attenzione del medico cominciando a contrarsi. Il medico se ne accorse, si stup, manc poco che gridasse al miracolo - non si era infatti mai visto una rana dimezzata muoversi da sola, allo stesso modo in cui si contraeva quando veniva torturata con scariche dirette di elettricit - e cominci a studiarci su. Ci studi parecchio, provando e riprovando, come dicevano le regole del metodo di cui era ossequiente servitore. Finalmente, un giorno s'illumin. Eureka, eureka! - grid. - Ho capito l'arcano. La rana dotata di un fluido elettrico che si trova in stato di sbilancio, condensato nel nervo e rarefatto nel muscolo. Questo fluido, portato per la legge dell'equilibrio da una regione all'altra, percorre con forza i nervi e perci i muscoli si contraggono rapidamente e si solleva la zampa. Finalmente ho scoperto l'elettricit animale! La rana stette al gioco, che del resto era appena cominciato. Per proseguirlo and a mettersi nelle mani di un fisico che, come tutti i fisici, stava sul positivo e non credeva ai miracoli, neanche a quelli scientifici. Amava, questo fisico, ripetere quelle frasi celebri che, a torto o a ragione, hanno assicurato il successo nei secoli della sua compagnia. Nella scienza, - diceva ad esempio il fisico gonfiandosi tutto, - non si devono abbracciare principi vaghi per lusinghevoli apparenze. Non bisogna moltiplicare gli enti senza fondamento. Non bisogna accettare conghietture che non si accordino con l'esperienza e bisogna essere pronti a rinunciare alle idee pi belle quando l'esperienza le rifiuta. E poi ancora la massima preferita: Il linguaggio dell'esperienza pi autorevole di tutti i ragionamenti; i fatti possono distruggere i nostri raziocinii non vicversa. Il fisico guard la rana dimezzata con sospetto e cominci a ripetere le esperienze del medico. La rana fece in modo di contrarsi poco o nulla quando il fisico le toccava nervo e muscolo con un arco formato di un solo metallo, e di contrarsi invece gagliardamente quando l'arco era bimetallico. Alla vista di questi fenomeni, il fisico, che in cuor suo era gi passato dall'incredulit al dubbio circa la spiegazione del medico, sciolse infine tutti i sospetti. Eureka, eureka! - esclam, contento di aver tolto di mezzo un ente inutile. - Ho capito tutto. Il segreto sta interamente nei metalli. Quando metalli di specie diverse sono messi a contatto, essi non sono pi soltanto buoni conduttori del fluido, ma anche motori del fluido: si sbilanciano, uno cede il fluido e diventa negativo; l'altro acquista il fluido e diventa carico positivamente. Se questi due metalli vengono a contatto con un corpo umido, ad esempio il corpo della rana dimezzata, il fluido circola per la legge dell'equilibrio e si hanno le contrazioni. Perci le contrazioni non c'entrano nulla con l'elettricit animale; esse si devono alla comune elettricit fisica! Ah si? - disse la rana con gesto di sfida. - Come la metti allora con questo fenomeno? E cosi dicendo ritorn sul tavolo del medico e cominci a dare vivaci contrazioni anche quando questi, senza usare metalli, semplicemente le accost il nervo al muscolo.

Eureka, eureka - salt su trionfante il medico. - Questa una prova cruciale. Se il solo contatto nervo-muscolo provoca le contrazioni, allora vuol dire che il fluido elettrico nella rana naturalmente sbilanciato. Dunque, ho ragione io: l'elettricit animale esiste! Ma la rana dimezzata aveva ormai deciso di spingere il gioco fino in fondo. Si fece da parte e consenti che il fisico ottenesse una corrente elettrica mettendo su semplicemente una pila di corpi metallici e umidi combinati opportunamente. Eureka, eureka! - tuon ancora il fisico. - L'avevo detto, io, che l'elettricit animale non c'entra per nulla! Questa una prova cruciale. Ecco qui una rana elettrica che d tutti i segni dell'altra, e anche pi gagliardi, anzi d un moto perpetuo, e che non ha niente di animale. Che volete di pi? La gente sembrava che davvero non volesse niente di pi. Il fisico convinse quasi tutti. Mentre il medico moriva in miseria, lui raccolse onori, soldi, premi, carriera e prestigio. In mancanza del Nobel, che non era stato ancora inventato, si accontent di una bella medaglia appuntatagli sul petto nientemeno che da Napoleone Bonaparte. Ma non convinse la rana. Chi ti ha detto, - insinu, - che la tua rana elettrica uguale a me, che sono una rana in carne e ossa, che gracida, che si muove, che fa l'amore, che generata da rane e genera altre rane? E vero: tu metti in contatto due corpi umidi e ottieni segni elettrici. Ma chi ti ha detto che il mio nervo e il mio muscolo sono corpi umidi qualunque? No, mio caro: il mio nervo e il mio muscolo sono corpi organici propri; e se io do segni elettrici quando li metto a contatto, la mia elettricit tutta mia, propria e nativa. Il fisico, sicuro di s, ebbe pronta la battuta: Ma che dici mai? Non vedi, tanto per fare un esempio, che la pila dei miei conduttori analoga alla pila delle lamelle che servono alla torpedine allo stesso fine, cio a produrre elettricit e dare la scossa? Analogia?! - replic la rana. - Proprio tu parli di analogia? Ma il tuo motto preferito non era "fatti e raziocinio"? Ora, i fatti son quello che sono; li vedi tu come li vede il medico. E, quanto al raziocinio, chi ha ragione, il raziocinio del medico che, guardando il mio nervo e muscolo, vede proprio un nervo e un muscolo e quindi parla di elettricit animale, o il raziocinio tuo che, guardando le stesse cose, vedi soltanto due comuni corpi umidi e quindi parli di elettricit comune? La rana dimezzata non aveva ancora finito di sfogarsi. Decisa a portare la sua vendetta fino in fondo, rivolgendosi tanto al medico quanto al fisico continu: Non vi accorgete che io sono ambigua? Non capite che tutto il segreto sta nel modo come mi guardate? E il modo come mi guardate non dipende n dai fatti n dal raziocinio. Ve lo dico io da cosa dipende. Dipende dalle vostre metafisiche nascoste. Lo so, non ci avete mai pensato. Credete che la metafisica sia roba che non vi riguardi e invece no, ve la tenete in casa senza saperlo e vi riguarda, eccome! Guardatemi. In nome di una metafisica, io sono una cosa; in nome di un'altra metafisica, sono un'altra cosa. Io son pur qualcosa, ma le vostre esperienze cruciali non riusciranno mai a saperlo. Che bello! Mi avete usato perch rivelassi la mia elettricit e io vi rivelo le vostre metafisiche nascoste! Viva le rane e abbasso la vostra arte che vuol dimostrare tutto con fatti e raziocinio!

La favola dimostra che anche le rane dimezzate hanno un cuore filosofico che pulsa. Questo libro cerca di saperne di pi di quel che dica la favola, che pure, come tutte le favole, c'insegna come vanno le cose di questo mondo. Cerca intanto di sapere come andarono realmente i fatti che opposero il medico e fisiologo bolognese Luigi Galvani al fisico comasco Alessandro Volta. E cerca anche di capirne le ragioni, palesi e occulte. Dal punto di vista logico, la cosa sembra semplice. Tra Esiste un'elettricit animale e Non esiste un'elettricit animale, tertium non datur. Dunque, o ha ragione Galvani o ha ragione Volta. Anche dal punto di vista del metodologo la cosa sembra semplice. Se si aggiungono le esperienze e le prove (fatti e raziocinio), si dovrebbe infatti sapere chi ha effettivamente ragione. E per non tutto cosi chiaro. Intanto, l'alternativa vera tra Esiste un'elettricit animale e Esiste un'elettricit di contatto fra conduttori eterogenei. E allora, non solo tertium, ma anche quartum, ecc., datur, perci, o ha ragione Galvani o ha ragione Volta o hanno ragione entrambi o esiste un'altra soluzione. C' gi qui un primo problema. Se, in punto di logica, una controversia fra teorie empiriche non mai questione di prendere o lasciare fra due sole soluzioni, in punto di fatto, invece, lo diventa. Perch? Che cos' che irrigidisce la situazione fino a cristallizzare gli schieramenti contrapposti, a ridurli a due soli e a renderli impermeabili l'uno all'altro? Inoltre, su quali elementi - di merito, di metodo, o di altra natura - si formano gli schieramenti e si divide la comunit scientifica? E, infine, che cosa da ultimo decide la controversia? Questioni personali, certo, di impegni emotivi e passioni intellettuali, ciascuno per la propria scoperta. Fattori sociali, anche, di posizione e prestigio accademico o di scuola. Nel caso GalvaniVolta difficile negare un ruolo alle une e agli altri. Del resto, basta considerare i protagonisti e ci di cui erano portatori. Da un lato, uno scienziato di chiarissima fama come Volta, uomo dai molti interessi, scrittore prolifico, autorit internazionale, stimato e ascoltato per le molte scoperte di strumenti, premiato dalla Royal Society e da Napoleone; dall'altro lato invece un fisiologo, anatomista e medico rigoroso e premuroso come Galvani, uomo schivo, lento nel comunicare i risultati, avaro corrispondente, alieno dai viaggi e dalla gloria mondana, credente fervido ma tenace anche nei suoi convincimenti politici fino a morire in miseria per aver rifiutato il giuramento alla Repubblica Cisalpina. E ancora: da una parte, una scienza, la fisica, gi regina di tutte le altre e ogni giorno in espansione; dall'altra parte invece scienze in attesa di decollare, come la fisiologia, oppure ancora fortemente empiriche o pragmatiche, quando non spurie e sospette, come la medicina elettrica, se non la medicina stessa. Insomma, due piatti di una bilancia certamente non pari. Eppure, anche a poter dar fondo a tutte le risorse della psicologia dellinvenzione e della sociologia della ricerca, non si esaurirebbe la complessit fenomenologica delle controversie scientifiche e, nel nostro caso, neppure se ne coglierebbe l'essenziale. A mettere le rane contro la magica virt dei metalli fu, in primo luogo, una differenza di strategie. Particolarmente abile quella di Galvani. Fin dalle sue prime esperienze - non solo il cosiddetto primo esperimento delle contrazioni a distanza, ma soprattutto il secondo esperimento, allorch osserv che, semplicemente mettendo a contatto con un arco metallico nervo e muscolo di una rana preparata, se ne ottenevano delle contrazioni - Galvani cerc di appoggiare la sua conclusione sulle

leggi note e accettate dell'elettrologia. Come vedremo, il suo argomento principe consisteva nel dire che, posto che la fisica fosse nel vero ad attribuire ai metalli una funzione di conduttori ed equilibratori del fluido elettrico, allora la stessa fisica, di fronte a contrazioni muscolari in tutto uguali a quelle ottenibili con scariche di elettricit artificiale, avrebbe anche dovuto convenire che tali contrazioni erano dovute a uno scorrimento di fluido elettrico, che questo scorrimento era causato da uno sbilancio e infine che questo sbilancio era naturale e intrinseco alle parti dell'animale poste a contatto con l'arco. In sostanza, invocando sulla fisiologia l'autorit della fisica, Galvani intendeva mostrare che un certo apparato fisiologico, la fibra muscolare, non poteva che essere assimilato a nientaltro che ad un apparato elettrologico, la bottiglia di Leida. Dopo di che, le tradizionali obiezioni che proprio sul terreno della fisiologia erano state sollevate contro l'ipotesi di una elettricit animale - in particolare quella che una tale elettricit in mezzo a corpi conduttori si sarebbe dispersa anzich sbilanciata - avrebbero potuto essere superate con ipotesi speciali circa la peculiare costituzione del nervo e del muscolo. Ma altrettanto abile ed efficace fu anche la strategia di Volta. Se Galvani si appoggiava alla fisica, Volta cerc di prenderlo in contropiede facendogli mancare l'appoggio. Tutto il suo tentativo consist nel rovesciare l'antecedente di quell'argomento - se la fisica nel vero... - con cui Galvani ricavava, come conseguente, la teoria dell'elettricit animale. A questo scopo, Volta cerc di mostrare che proprio la fisica necessitava di revisioni o almeno di completamenti; in particolare, egli cerc di provare che i metalli non hanno solo la funzione di conduttori del fluido elettrico ma anche di motori e sbilanciatori. Perci quello sbilancio che nella rana venerava le contrazioni muscolari poteva essere spiegato da una legge interamente fisica come effetto dei metalli dell'arco; a quel punto, un'ovvia applicazione del rasoio di Occam avrebbe dovuto indurre ad abbandonare come superfluo il principio dell'elettricit animale e la rana avrebbe dovuto essere assimilata a nient'altro che un elettrometro, sia pure il pi sensibile fra tutti quelli noti. In sostanza, a Galvani che proponeva un'elettricit animale sbilanciata naturalmente, Volta contrapponeva un'elettricit nell'animale sbilanciata artificialmente. La rana era ambigua e si prestava ad entrambe le interpretazioni. E per una regola della metodologia, qualche volta seguita dagli scienziati, che un'interpretazione teorica di esperienze empiriche resti poco pi che un'ipotesi plausibile finch abbia il sostegno solo di quelle esperienze; n la situazione cambia molto se l'interpretazione teorica risulta compatibile con altre leggi e teorie accettate. Consapevoli di ci, tanto Galvani quanto Volta dovevano pertanto cercare altre prove; possibilmente prove cruciali. Le trovarono, come vedremo, e la controversia divenne allora, oltre che un conflitto di strategie, anche un conflitto di esperienze. Accostando semplicemente nervo e muscolo della rana senza metalli - il cosiddetto terzo esperimento - Galvani ne ottenne delle contrazioni. Era questa un'esperienza cruciale. Volta dovette prenderne atto; ma non si rassegn. Prima trasform quella che qui chiameremo la teoria speciale del contatto - i soli metalli come elettromotori - in teoria generale del contatto - tutti i conduttori, metallici o no, come elettromotori. Poi prov che coppie di metalli o di conduttori opportunamente combinate veneravano una corrente elettrica; addirittura, nel caso della pila, una corrente perpetua. E anche questa era un'esperienza cruciale. Con ci, la rana, pi che ambigua, diventava ambivalente.

Come ammettere questa situazione impossibile? Due esperienze cruciali, una ciascuna per due teorie incompatibili, pi di quanto sia concesso dalla logica e dalla metodologia. Eppure, entrambe le esperienze erano inequivocabili. La situazione poteva allora indicare due cose: o che entrambe le teorie - entrambe le facce della rana - erano vere e complementari e la loro opposizione apparente; oppure che la loro opposizione era reale ma le due teorie osservativamente equivalenti, come una stessa rana in due prospettive diverse. Non ci aiuta nulla sapere che la prima alternativa quella da noi oggi giudicata corretta; sapere tanto che un contatto bimetallico genera il cosiddetto effetto Volta quanto che esiste una corrente di demarcazione del nervo e del muscolo; o sapere - ed il tertium che, bench gi allora da taluno formulato, i due contendenti non presero mai in considerazione - che il contatto tra metalli e tessuti animali produce una reazione elettrochimica. Le teorie che oggi cosi si conciliano non sono pi quelle che allora si contrapponevano. E vero che, ad un certo punto della controversia, l'ipotesi di una composizione mediante un'equa distribuzione di principi esplicativi fu affacciata tanto dall'una quanto dall'altra parte. La circostanza e il modo stesso in cui il compromesso fu rifiutato ci mostrano per che le due posizioni erano realmente incompatibili e si ispiravano ad una logica del tutto o nulla. Come scrisse Galvani: Egli insomma tutto attribuisce ai metalli, nulla all'animale; io tutto a questo, nulla a quelli, ove si consideri il solo sbilancio. Resta allora la seconda alternativa. Ma che cosa vuol dire che la teoria dell'elettricit animale e la teoria generale del contatto erano osservativa- mente equivalenti? Vuol dire che avevano le stesse conseguenze empiriche; che non esistevano, a dispetto delle apparenze che ne mostravano addirittura due, prove realmente cruciali per la conferma o la confutazione delluna o dell'altra teoria; e infine che, in mancanza di tali prove, la loro accettazione o il loro rifiuto erano dettati da fattori extra empirici, anche se non necessariamente extranazionali. Siamo con ci ad un'altra dimensione della controversia. Oltre che un conflitto di strategie e di esperienze, essa fu soprattutto un conflitto di assunzioni, o di teorie interpretative, che funzionavano come Gestalten-, in particolare, fu il conflitto fra una Gestalt elettrobiologica e una Gestalt elettrofisica su un medesimo dominio osservativo. Nel corso del nostro esame cercheremo di mostrare come queste Gestalten decidessero a priori l'ambito di appartenenza dei fenomeni, come selezionassero i rispettivi tipi di ipotesi esplicative, come suggerissero ciascuna gli accomodamenti di queste ipotesi davanti alle rispettive anomalie, e infine come, coeteris paribus, cio a prove esaurite, determinassero da sole l'accettazione dell'una o dell'altra teoria esplicativa in competizione.Giunto il conflitto a questo livello, riusc a Volta di trasformare una sconfitta in una vittoria. La sua teoria speciale del contatto - la teoria dell'elettricit metallica - era stata confutata dalle esperienze di Galvani e rifiutata; ma la sua teoria generale del contatto non poteva essere confutata allo stesso modo, semplicemente perch diceva le stesse cose della teoria dell'elettricit animale. Non per con diversi vocaboli, come intu Galvani e come invece sfuggi a Volta, quanto piuttosto con diversi concetti, con una diversa interpretazione circa l'ambito di appartenenza dei fenomeni, insomma con una diversa Gestalt teorica. Fu su questo terreno, il terreno delle metafisiche nascoste, pi che su quello delle prove e della logica (fatti e raziocinio), che l'ambiguit della rana si sciolse a favore di Volta. La favola dunque, se noi diciamo il vero, dice il vero.

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