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L’unione naturale di umanistico e scientifico

conoscenza con la scienza olistica

coincidenze, incontri e riscontri approfonditi sul mio metodo


conoscitivo e sulle mie conoscenze, attraverso l'analisi del saggio
"L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello"
e la poetica dell' autore Oliver Sacks

Alice Roncella
Classe V sez. C
Istituto “I. Calvino” - Città della Pieve
Anno scolastico 2016/2017
INDICE

Motivazioni 1
Prefazione 4

1. La Fisica nelle Neuroscienze 6


2. L-DOPA 10
3. Ms. O.C.'s reminiscence & Eveline’s epiphany 14
4. William Thompson & Vitangelo Moscarda 16
5. IDIOTS SAVANTS La concreta percezione del mondo 19

Bibliografia 21
Sitografia 22
Motivazioni

Nel 2012 sono stata riconosciuta come dislessica. Fino ad allora pensavo di essere
limitata, ero quella strana, quella diversa, ero derisa per i miei continui errori, sempre
uguali. Come se io a certe cose non potessi arrivare; ma allo stesso tempo ero curiosa,
mi piaceva capire e conoscere, continuavo a studiare nei miei interessi, non li capivo i
voti. Le materie in cui ottenevo risultati appaganti erano matematica, così chiara, logica,
uno dei miei giochi preferiti, e scienze perché potevo osservarla in tutta la natura. In
quei 7 anni di scuola le persone ignoranti, che come dice Socrate sono coloro che fanno
del male, hanno costantemente bombardato la mia fiducia nelle mie capacità.
Trovavo la quiete in campagna, sugli alberi, sopra i cavalli, con le rose, con i gatti e i
cani, perché gli animali e la natura non ti schedavano con i pregiudizi, non ti deridevano
se cadevi, ma l'erba ti accoglieva e gli animali ti aspettavano.
La logica matematica con cui giocavo veniva da mio nonno, Alberto, il quale, in
seguito ad un'operazione in giovane età, aveva spesso degli attacchi epilettici che i
medici non riuscirono mai a capire da quale errore fossero dipesi. Durante gli attacchi
succedevano sempre scene buffe che diventavano dei racconti umoristici, perché al
sorridente volto del nonno seguiva un espressione amareggiata e confusa: lui non
ricordava gli attacchi, non vi si riconosceva. Alberto è morto a 74 anni nel 2014, coloro
che lo operarono, in seguito all'operazione non si preoccuparono minimamente di capire
gli effetti che l'operazione avesse avuto su di lui; non gli interessava capire l'errore, per
evitarlo su altri, non volevano conoscere.
La sera a casa mi faceva scordare della paura della scuola, grazie a quello che per me
era come un padre, Fabrizio, un amico di famiglia che mi raccontava un sacco di cose e
rispondeva a tante delle mie domande, con lui ero molto vivace, tanto che mi chiamava
“Arsenico”. A 57 anni , novembre 2013, Fabrizio ebbe un ischemia che gli causò la
paralisi della parte destra del corpo e la perdita della parola. Il parente che si occupava
dei suoi beni non gli fece fare una giusta riabilitazione, né gli fornì i mezzi necessari;
ciò causò in lui una forte depressione, chiedeva costantemente di essere ucciso. Il
parente si appropriò ingiustamente dei beni di Fabrizio e lo mandò in una casa di cura
per malati di Alzheimer, contro la sua volontà. Ad oggi il caso è ancora aperto, ma i
suoi amici sono riusciti a tirarlo fuori dalla situazione catastrofica; Fabrizio non ha
ancora svolto attività specifiche di riabilitazione , ma i suoi amici gli hanno riabilitato
l'anima ed adesso lui, di sua volontà si esercita a scrivere.
In quanto a me, compreso che non avevo nulla in meno degli altri, oltre alla fiducia
dissolta, ma solo un metodo di apprendimento differente, iniziai a sbizzarrirmi con la
cultura e lo studio, con l'unica certezza che se una cosa mi fosse risultata difficile, mi ci
sarei dedicata di più. Nonostante devo sempre discutere con la mia sfiducia, riesco a
dimostrarle che non ha ragione; perché prevale la curiosità in ogni ambito, perché nella
vita capita di tutto e per sapere comunque una minima parte di questo infinito universo
la conoscenza “è tanto ,che non basta a dicer “poco” ”(1), condivido Socrate quando
dice che “ il sapiente è colui che sa di non sapere”.
Quello che sono io, quello che ho imparato lo devo però ai sapienti, ai miei insegnanti,
ai veri insegnanti che mi hanno trasmesso il loro interesse in ciò che fanno, in uno dei
più nobili intenti. Mi hanno fatto conoscere e capire tante persone e concetti che
dall'antica Grecia a oggi, mostrano che il diverso non è un errore, ma è colui che sta sui
1
Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso canto XXXIII

1
libri di scuola, che vale la pena insegnare, che tutti siamo diversi e le diverse idee vanno
condivise confrontate e unite per poter conoscere un pò più a fondo la natura delle cose
strutturale e interna, ma sempre tutti uniti nel comune rispetto di ognuno, senza esuli e
conflitti, verso una comprensione con incontri e non scontri.

2
“E' un libro che vorrei consigliare a tutti:
medici e malati, lettori di romanzi e di poesia,
cultori di psicologia e di metafisica,
vagabondi e sedentari, realisti e fantastici.
La prima musa di Sacks è la meraviglia
per la molteplicità dell'universo."

Pietro Citati

3
Prefazione

Il professore di filosofia consigliò casualmente la lettura di un libro, un saggio di casi


clinici, The Man Who Mistook His Wife For a Hat, del 1985, di Oliver Sacks, un
medico professore inglese di Neurologia allo Albert Einstein College of Medicine di
New York.

Mi incuriosì il titolo romanzesco per un saggio su casi clinici. Leggendolo capii che
Oliver Sacks, A.R.Lurija, come altri celebri professori e dottori, studiosi e acculturati,
curavano e studiavano i casi clinici ricercando una cura completa, unendo quindi
l'aspetto umanistico a quello scientifico. Con l’intento di far entrare nella coscienza
comune la necessità di questa unione scrissero così dei romanzeschi saggi clinici.
Gli ideali di Sacks sono chiari fin da subito, infatti apre il libro con la citazione di Ivy
McKenzie: “Il medico, a differenza del naturalista, ha a che fare [...] con un singolo
organismo, il soggetto umano, in lotta per conservare la propria identità in circostanze
avverse.”(2)

Nella prefazione scrive: “I pazienti di cui racconto le storie pur sapendo spesso di non
poter ricevere un aiuto diretto mi hanno permesso e incoraggiato a scrivere di loro, nella
speranza che altri possano imparare a capire e forse un giorno riuscire a guarire " ( 3).
A seguire enuncia il suo metodo conoscitivo di analisi e di studio, motivando il suo
bisogno di un uso della scienza olistica, riportando: “I malati e la loro malattia mi
inducono a riflessioni che altrimenti non avrei fatto. Le condizioni della malattia sono
fondamentali e integrati nella loro natura. i pazienti mi inducono delle domande e le
domande mi avvicinano sempre di più ad essi.
L'anamnesi della malattia , di Ippocrate è la storia di essa , ma non parla della storia del
paziente. La sua persona ed esperienza di come affronta e sopravvive alla malattia, di
come vive diversamente dal normale con la malattia.”( 4)

La comprensione esatta non può essere né fantastica né clinica. L’obiettivo è la ricerca


una cura con la scienza romantica. “Lurija parla di "scienza romantica" riguardo
all'incontro tra il caso clinico come malato e storia personale, fatto e fiaba.” O.S. ribatte
:"ma che fatti! Che fiabe! A che cosa paragonarli?[..]che sia giunto il momento di nuovi
simboli?"(5)

Riguardo la conoscenza il Dottor. Sacks ad un'intervista, onde evitare incomprensioni,


visto il delicato tema, affermò: “la consapevolezza si è sviluppata nei sistemi nervosi di
un tipo e una complessità particolari, grazie all’evoluzione e alle esperienze individuali,
e mi sembra che tutto ciò non vada scavalcato. Non sto affermando che per principio la
consapevolezza non può esistere, eventualmente, in qualcosa fatto di silicio piuttosto
che di unità di carbonio, come dicono a Star Trek . Ma sono scettico delle teorie della
consapevolezza che non si basano su una profonda conoscenza dell’anatomia, della
2
Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Prefazione del saggio ,gli
Adelphi 1986,[VII edizione GLI ADELPHI:febbraio 2005]
3
EAD. Prefazione del saggio L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
4
EAD. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello Op. Cit.
5
EAD. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello Op. Cit.

4
fisiologia e del comportamento del sistema nervoso, oltre che della sua embriologia e
della sua evoluzione”.(6)

Indi, solo dalla prefazione, è possibile capire cha la cura è più esatta quanto più
profonda è la comprensione delle malattie, dal punto di vista scientifico con la chimica:
conoscendo il corpo come insieme di vie biochimiche che producono sostanze che si
intersecano con le esperienze del vissuto dei singoli individui, avendo forti ripercussioni
psicologiche sulle loro emozioni. Essendo l’uomo composto da cariche e cellule, dalle
reazioni fra loro e conseguenze sui suoi sentimenti.
Per cui la mia tesi di fondo é l'unione fra matematica e arte, fra scientifico e umanistico
in tutti i loro campi, che si uniscono nella mente umana, in cui tutto si unisce
dall'esterno, al suo interno inquieto che proietta infinite connessioni e conferisce infiniti
idiomi all’ immenso esterno regolato.

Attraverso i miei studi liceali ordinari, ho potuto approfondire le tecniche di studio


clinico delle patologie, i metodi basati sulla fisica per rilevare le parti danneggiate,
come l’EEG, la terapia farmacologica L-DOPA; la comprensione del riscontro
psicologico della patologia, essenziale anch’essa per la cura di una persona, per poter
far condurre una vita adatta alle esigenze del singolo, sempre umano individuo oltre che
malato. Anche se l’essere umano in fondo è sempre malato,infatti Sacks stesso già nella
prefazione sostiene, citando Nietzsche, che l’uomo non può fare a meno di essere
malato. Ciò lo porta a trarre conclusioni e a comprendere l’agire umano; lui su casi
clinici, ma alle stesse conclusioni ho potuto riscontrare che vi arrivano anche degli
scrittori umanisti. Così comparerò la REMINISCENZA (della signora O.C di Sacks,
nella sezione XV), con l'epifania di Joyce ( in particolare in Eveline) e la cura non
farmacologica che Sacks scopre essere la natura con la sua quiete per il signor
Thompson, matto a causa della sindrome di Korsakov, a Pirandello nel romanzo
Uno,nessuno centomila per il suo Vitangelo, divenuto folle una volta compreso il
“giuoco delle parti” e la vita. Concluderò come Sacks conclude il saggio, cioè con la
sezione IV, IL MONDO DEI SEMPLICI, parlando degli “Idiot Savant”, i quali sono un
esempio indiscusso di come un caso patologico, sviluppi capacità superiori all’umano
normale, che vede e intende il mondo come arte e come matematica, che nel cervello
del savant sono la stessa cosa, infatti per essi la vita è concretizzata in algoritmi e
disegni e lo scientifico e l’umanistico non hanno differenze.
Nello specifico porterò sotto analisi la sezione XXIIII, L’ARTISTA AUTISTICO, e la
XXIII,I GEMELLI ,caso in cui Sacks si esprime citando Bertrand Russell:”Con uguale
passione ho perseguito la conoscenza; ho desiderato comprendere il cuore degli uomini;
ho desiderato sapere perché splendono le stelle; e ho cercato di comprendere la potenza
pitagorica per la quale il numero domina sul flusso degli eventi.” ( 7)
Cercherò di avvalorare la mia tesi concretizzando con l’attuale quello che sembra un
evanescente ”Scienza mistica”.

6
Christian Wertenbaker La natura della consapevolezza, intervista a Oliver Sacks,
16 Apr 2008 ,http://www.innernet.it
7
Le cose per cui ho vissuto prologo di Bertrand Russell L’autobiografia 1872-1914, Longanesi
1969 ripreso nel saggio L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello Op. Cit.

5
La Fisica nelle Neuroscienze
Applicazione della fisica per la comprensione del cervello funzionale e
strutturale

La Neuroscienza è una scienza interdisciplinare che comprende l’insieme delle scienze


che studiano il funzionamento del sistema nervoso dal punto di vista anatomico,
biochimico, fisiologico, genetico e psicologico. Ricerca un metodo di studio esatto,
scientifico del funzionamento del cervello. Per la comprensioni dei danni cerebrali di un
paziente,e per verificare scientificamente se una cura porta o meno miglioramenti; si
applica la fisica che fornisce dati esatti, grazie alle scoperte della fisica applicate al
corpo.

Negli anni '30 il chirurgo americano Wilder Penfield iniziò a utilizzare la stimolazione
elettrica diretta del cervello in operazioni a cranio aperto per andare a mappare aree del
cervello associate con funzioni motorie o sensoriali. I risultati dei test clinici effettuati
da Penfield, insieme a Phanor Perot, vennero raccolti nel trattato “ The brain’s record of
visual and auditory experience: a final summary and discussion” scritto fra il 1933-
1963 dove riportano una mappatura degli effetti prodotti in ogni area del cervello in
seguito a stimolazioni elettriche in più pazienti, fornendo con ciò un importante
materiale per i neurologi successivi. Nei casi delle reminiscenze il medico O. Sacks trae
le sue diagnosi proprio dai risultati dei test effettuati da Penfield e Perot; nel saggio in
esame cita più volte il famoso trattato ritenendo questo studio come il culmine di 30
anni di osservazioni, sperimentazioni e riflessioni, nonché uno dei lavori più importanti
di tutta la neurologia .
Nei suoi saggi e negli studi dei suoi casi clinici, il dott. Sacks. utilizza EEG per
verificare le condizioni cerebrali dei pazienti in risposta ad una cura, o per capire la
parte danneggiata a quale funzione penalizzata corrispondesse. EEG gli permise di
chiarire i comportamenti dei malati e, in particolare, di quale deficit cerebrale fossero la
conseguenza. Grazie ad esso ha rilevato eventi epilettici, ictus cerebrali, encefaliti,
danni ai lobi temporali o alla corteccia encefalica. Per farlo indagava l’interno del
cervello con EEG, per poi confrontare i risultati ottenuti con l’osservazione dei
comportamenti ed avere un quadro completo della situazione.
EEG faceva parte di quel gruppo di tecnologie nate a partire dal XX secolo che
permisero di studiare il cervello in azione e dal vivo in maniera “non-invasiva”. Oltre
alle encefalografia (EEG) tra le principali tecniche che analizzeremo nel dettaglio vi è
la tomografia ad emissione di positroni (PET). Queste tecniche dimostrano
l’importanza che hanno dato i contributi della fisica per ottenere dati esatti su una cosa
complessa come la mente.

Elettroencefalografia (EEG)

L’analisi di un EEG può essere connessa con l’andamento della coscienza


dell’individuo. La coscienza infatti coadiuva molto bene l’analisi neurologia e
psicologia dell’individuo stesso; per questo risulta maggiormente utile per accostare un

6
comportamento psicologico ad un dato andamento dell’attività cerebrale. Questo
esprime l’intento di scienza romantica di Sacks.

Il nostro cervello è composto da neuroni cosparsi di cariche, che per comunicare fra loro
usano messaggi sinaptici generando delle correnti, ossia cariche in movimento; l’attività
di comunicazione fra i neuroni è indi di tipo elettrico. La presenza di cariche genera
campi elettrici nei conduttori e la presenza di cariche in movimento fa sì che vi sarà
una corrente che genera un campo magnetico, nonché un campo elettrico variabile che a
sua volta genererà un campo magnetico. In particolare i neuroni corticali sono
organizzati in modo da formare ammassi colonnari ad orientamento perpendicolare alla
superficie della corteccia cerebrale, di cui costituiscono le unità funzionali elementari.
L'EEG è l'espressione dei vari processi sinaptici (potenziali elettrici pre- e post-
sinaptici) tra neuroni. I potenziali rilevabili con l’EEG sono quelli associati alle correnti
all'interno dell'encefalo che fluiscono perpendicolarmente rispetto allo scalpo.
Tramite una calotta costituita da molti elettrodi applicati sulla cute si rileva il campo
elettrico prodotto dall’attività cerebrale.

L’elettroencefalografia (EEG) fu inventata nel 1929 da Hans Berger, il quale scoprì che
si genera una differenza di potenziale elettrico tra due elettrodi nel momento in cui
sono posti a contatto con la cute dello scalpo. L’elettroencefalografia è una misura del
flusso di corrente extracellulare che è generato dalla somma delle attività di molti
neuroni. Dato che hanno un piccolo contributo elettrico (basso voltaggio), che deve
attraversare diversi strati non neurali, per essere rilevato un segnale abbastanza grande
vengono attivati in contemporanea più neuroni.
I potenziali di superficie rilevati sono l’attività dei neuroni dell’area corticale
sottostante all’elettrodo. L’EEG rileva la differenza di potenziale elettrico tra un
elettrodo attivo, posto sopra la sede, dove si svolge l’attività neurale, e un elettrodo
qualsiasi, distante dal primo.
Un elettrodo è un conduttore di prima specie, celle elettrochimiche (convertitori di
energia chimica in elettrica), in cui la reazione non può essere invertita, cioè la
corrispondenza di anodo e catodo con gli elettrodi è fissa. L'anodo è negativo
(cede elettroni) e il catodo positivo (acquista elettroni). Quindi EEG misura la
differenza di potenziale tra aree dello scalpo ed è proporzionale alla corrente che scorre
nella corteccia cerebrale durante l’eccitazione sinaptica di molti neuroni sotto il cranio.

Possiamo quindi affermare che EEG misura le tensioni elettriche generate da correnti
elettriche che scorrono durante l'eccitazione sinaptica. Il segnale elettrico rilevato da un
EEG è la somma di vari singoli contributi elettrici. La rappresentazione grafica della
registrazione è l’elettroencefalogramma, registrata dall'elettroencefalografo; il quale
fornisce una traccia su carta millimetrata da un poligrafo o, in seguito allo sviluppo
tecnologico, una traccia riportata su monitor, registrabile su hardware.
È utilizzato nei casi di disturbi convulsivi come l'epilessia (registrazione di onde
anomale come punte, punte-onda) o per segnalare la presenza di alterazioni che possono
indurre il neurologo a capire la provenienza fisica delle patologie, come infiammazioni,
malattie o tumori, epilessie notturne, in quanto studia l’attività mentale anche nelle fasi
di sonno.
Importanti per lo studio cognitivo e delle neuropatologie sono le onde cerebrali , cioè
quell'attività elettrica ritmica e ripetitiva del tessuto nervoso nel sistema nervoso

7
centrale. Sono individuabili con tracciati grafici che evidenziano l'attività elettrica del
cervello tramite la registrazione poligrafica dell'elettroencefalogramma.
In quest’ultimo sono rilevabili onde che differiscono per la frequenza, caratterizzate da
una periodicità e l’attività cerebrale che è asincrona, senza una periodicità precisa. Sulla
base della frequenza le onde possono essere: gamma (0.1 -3.9 hertz, numero di onde al
secondo ),tipiche nello stato di sonno profondo; theta (4 -7.9 hertz); alfa (8 -13.9 hertz)
stadi di veglia a occhi chiusi ; e gamma (30 -42 hertz) stati di tensione; poi vi è l’attività
Beta (14 -30 hertz), registrate nei lobi frontali durante lo stato di veglia, mentre sono in
corso attività mentali come dei ragionamenti aritmetici.
L’oscillazione dell'attività elettrica del cervello consente di rivelare immediatamente,
nel momento stesso in cui si verifica, le variazioni dell’attività cerebrale.
È il metodo più economico per studiare il funzionamento del cervello. Pur adatto per
diagnosi più veloci, è tuttavia un metodo approssimativo. Le ricerche attuali hanno
sviluppato altri metodi quali la magnetoencefalografia (MEG), analoga alla EEG solo
che misura le correnti che hanno un moto parallelo allo scalpo, nonché il campo
magnetico del cervello, presente poiché i neuroni generando correnti generano campi
magnetici (in base alle equazioni di maxwell).
È possibile quindi rilevare l’attività elettromagnetica del cervello con EEG o con la
MEG, altri
metodi indiretti sono: la risonanza magnetica funzionale (fMRI functional magnetic
resonance imaging) e, fra i più precisi, la PET.
Un limiti di EEG è che non è in grado di individuare precisamente le zone del cervello
coinvolte in precise attività. Le attuali ricerche richiedono immagini funzionali più
precise, per questo è stato superato dalle innovazioni offerte dalla fisica quantistica
come la tomografia ad emissioni di positroni(PET).

Tomografia ad emissione di positroni (PET)

La PET è utilizzata per rilevare malattie neurologiche, nella ricerca, per studiare
l'attività del cervello, per stabilire le aree in funzione durante una specifica azione e in
campo oncologico (per la diagnosi o per valutare l'andamento della terapia). Fornisce
un’immagine funzionale del cervello dando informazioni di tipo fisiologico. Studiando
le variazioni del flusso ematico durante varie funzioni; rilevate con reazioni di particelle
elementari e macchinari specifici.
Funzionamento Biofisico della PET: L’esame si basa sulla somministrazione di
radiofarmaci, caratterizzati dall’emissione di particelle chiamate positroni. Le radio
farmacie sintetizzano dei radio farmaci che vengono somministrati prima della PET
tramite un’iniezione. Questi fungono da traccianti , con un ciclotrone che accelera a
velocità elevatissima protoni e bombarda nuclei stabili; un ulteriore protone introdotto
nel nucleo crea isotopi instabili: un radionuclide, un atomo che si manifesta emettendo
delle radiazioni, in quanto ha un nucleo instabile, avendo meno protoni le forze nucleari
attrattive non reggono il confronto con le repulsive di Coulomb fra i protoni . I
traccianti più usati sono isotopi radioattivi dei costituenti dei viventi quali Fluoro-18,
Carbonio-11, Azoto-13, Ossigeno-15. Con essi vengono marcate le molecole di

8
glucosio che saranno iniettate al paziente con un tracciante. Il radiofarmaco più usato è
il 18 F-Fluoro-desossi-glucosio (18-FDG).
Il tracciante (isotopo) radioattivo iniettato nel sistema vascolare si diffonde al cervello e
si concentra nelle zone in cui il flusso ematico è maggiore, cioè quelle attive durante
una funzione.
L’isotopo radioattivo nel sangue inizia a decadere per decadimento beta +, da cui un
protone emette un nucleo con un protone in meno (N di massa-1), positrone e neutrino.
Nel sangue il positrone incontra un elettrone di un altro atomo e avviene una reazione di
annichilazione, cioè dall'incontro tra particella e antiparticella si distruggono a vicenda
emettendo energia sotto forma di due raggi gamma, o fotoni ad alta energia, che si
allontanano l'uno dall'altro in direzioni opposte. Dei rivelatori disposti a corona intorno
al paziente registrano gli impatti catturando i fotoni e trasformandoli in segnali elettrici.
Questi vengono trasmessi ad un calcolatore che ne calcola la posizione dell'impatto.
Con i dati elaborati ricostruisce poi delle immagini della zona analizzata.

9
L-DOPA

Trattamento Clinico-Scientifico ricorrente nelle neuropatologie,


applicato dal dottor Oliver Sacks
riscontrato nel suo saggio ”L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”

L-DiOxyPhenylAlanine
L-3,4 diidrossifenillalanina
3,4-dihydroxy-L-phenylalanin (levodopa)

L-DOPA è l’acronimo di L-DiOxyPhenylAlanine, è un α-amminoacido non proteico,


dove α sta ad indicare che al carbonio chirale C*(stereocentro) vi sono legati 4 gruppi
differenti; è otticamente attiva di tipo L (levogira): quando la luce polarizzata
l’attraversa verrà ruotata in senso antiorario (-). Negli amminoacidi si ha la forma L
quando il gruppo amminico è a sinistra del gruppo carbossilico rispetto allo stereocentro
chirale *C.
Essendo un amminoacido è bifunzionale, presenta sia il gruppo funzionale carbossilico
–COOH che uno amminico –NH2, legati allo stesso carbonio. Questi tendono ad
assumere una forma di ione dipolare in determinate condizioni ambientali (ph); uno
zwitterione con due cariche opposte in due gruppi diversi legati allo stesso carbonio, -
COO-, -+NH3 .

Si presenta come una sostanza bianca e cristallina, inodore ed insapore. In quanto fenolo
si ossida facilmente se entra in contatto con l’aria, in special modo se umida.

Nel film omonimo con Robin Williams del 1990 tratto dal libro del 1973 di Oliver
Sacks, Awakenings –Risvegli8, si vedono le difficoltà incontrate nella somministrazione
ai pazienti post-encefalitici, trovando alla fine una soluzione con il latte, che non inibiva
l’effetto del farmaco.
I pazienti avevano gravi danni ai neuroni distrutti dall’infiammazione encefalitica
dell’epidemia iniziata nel 1917-1924, erano amimici e acinetici, sintomi simili al
Parkinson, così il dottor Sacks decise di provare a somministrare loro lo stesso farmaco
usato per il Parkinson: l’L-DOPA. Da quell’esperienza scrisse il saggio Awakenings9;
successivamente, sulla stessa traccia, scrisse anche il libro sotto analisi “L’uomo che
scambiò sua moglie per un cappello”, qui troviamo altre patologie, spesso trattate con il
medesimo farmaco. Nel capitolo X -Ray dai mille tic- usa l’antagonista, l’aldoperidiolo,
e lo paragona alla L-dopa del saggio precedente, che spesso richiama; nello studio delle
reminiscenze usa L-DOPA. Questo perché è un precursore della dopamina che, in caso

8
Risvegli-Awakenings, Penny Marshall,Stati Uniti,1990
9
Oliver Sacks, Risvegli, traduzione Andrea Salmaggi, 4ª ed., Adelphi, 1991

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di morte dei neuroni dopaminergici, non viene più prodotta. Come le anfetamine, è una
sostanza psicoattiva, utile in malattie neurologiche degenerative, seppur non rappresenti
una “cura perfetta” come afferma Sacks a p.134 del saggio. Infatti pur ricevendo
sintomi di risposta positiva, non ferma la morte dei neuroni, che non saranno poi più
nemmeno in grado di assorbire il farmaco.

Le malattie neurologiche sono spesso caratterizzate da morte neuronale, o da neuroni


danneggiati che perdono la loro funzione, e sappiamo che i neuroni non sono cellule che
tendono a sostituirsi con delle nuove.
La morte dei neuroni dopaminergici, presenti nella sostanza nigra del mesencefalo,
porta ad una forte diminuzione di dopamina; la mancanza di questa inibisce
l’eccitazione di ogni stimolo portando a disturbi extrapiramidali, quali Ipercinesie
(assenza o lentezza dei movimenti ), ipercinesie (tremori, spasmi, movimenti bruschi),
alterazioni del tono muscolare (ipotono e ipertono); tipiche nella corea di Huntington e
nel Parkinson.

Questa mancanza viene contrastata con la somministrazione di 100 ml di L-DOPA e 25


ml di BENSERAZIDE che non attraversa la barriera emato-encefalica e serve per
inibire la L-DOPA decarbossilasi, dannosa a livello periferico (l’intestino), dato che il
farmaco viene assorbito nell’intestino da carrier per gli amminoacidi aromatici, penetra
nel sistema nervoso centrale (SNC) attraversando la barriera emato-encefalica con un
sistema di trasporto di amminoacidi, attraversa le terminazioni dopaminergiche, con dei
carrier accede infine ai neuroni.

11
Aggiunta di –OH

Precursore di
Neurotrasmettitori
Catecolaminici

Rimozione dell’ –COOH

Aggiunta di –OH

Aggiunta di un gruppo metilico –CH


3

12
La cura L-DOPA negli encefalitici di Sacks venne ritirata in numerosi casi, in quanto il
farmaco presenta effetti collaterali, come il vomito, visto che agisce proprio sui neuroni
dopaminergici che sono il centro del vomito; un periodo on-off (fluttuazioni della
risposta motoria), turbe psichiche, ipotensione ortostatica (diminuzione di pressione
durante degli scatti motori), discinesie (movimento involontario di muscoli e organi
volontari) e il periodo wearing-off , presente in quanto le malattie neurologiche sono
degenerative, distruggono i neuroni , e con essi viene a diminuire l’effetto benefico del
farmaco. Nonostante ciò ancora viene usata come trattamento per molte patologie
neurologiche, come il Parkinson. Nel 2017 in Italia è stato dimostrato che essa è anche
utile per il recupero di memoria e attività nei malati di Alzheimer.

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Ms. O.C.'s reminiscence & Eveline’s epiphany

O.C.'s reminiscence by Oliver Sacks and the Eveline’s epiphany by James


Joyce

Regarding the case of Mrs O.C., the memories of her Irish childhood give to her the
sensation of being a child again , and it is only an illusion caused by epileptic attacks.
Reminiscences and in particular those of Mrs OC are like Joyce's epiphanies especially
in Eveline who remembers her childhood evoked by the music of a pipe organ; it's the
illusion , the sensation of having changed her future but in reality it's only her stream of
consciousness and... she won't change her life.
The reminiscence could be compared to Joyce’s epiphany, in the way that the electric
stimulus of the cerebral cortex can correspond to the casual images that recall past
memories, which compose the flux of lived events. In Eveline by James Joyce’s the girl
lives again her mother’s sad past, her terrible present till to imagine her possible future,
thanks to the music of the organ.
In the end, she will be afraid of taking a new life. She felt like a "helpless animal”, her
hands remained still and she clutched the iron, in frenzy. Eveline didn’t take a change
and didn’t change her life, though in her mind she imagined to change it. So we can
admit that Joyce’s epiphany originate reminiscence because the stimulus provoke
thoughts of imaginary experiences and memories in the consciousness of the individual.

La reminiscenza può corrispondere all’epifania essendo gli stimoli elettrici indotti,


epilettici, ictus cerebrali nella corteccia cerebrale o nei lobi temporali, paragonabili a
quelle immagini casuali che richiamano, allo stesso modo, ricordi del passato,
componenti del flusso di eventi vissuti; e eventi che pensavano di aver ricordato, che
non avevano mai vissuto realmente, pur percependoli come accaduti. Così la Eveline
dei Dubliners 10di James Joyce ripercorre, grazie al suono di un organo proveniente
dalla strada, il triste passato della madre, il suo cupo presente, fino ad immaginare e
valutare un possibile futuro che accende il suo spirito, anche se, infine, la volontà di
cambiare la spaventerà e ”come un animale impaurito” resterà avvinghiata alla ringhiera
come alla sua piatta vita. Lei in realtà non è mai cambiata, ha solo immaginato di farlo.
Quindi possiamo notare che le vision epifaniche joyciane scaturiscono reminiscenze.
Anche se gli stimoli che le causano sono diversi, in entrambi uno stimolo provoca
pensieri, esperienze immaginarie e ricordi nella coscienza dell’individuo.
Nel caso della signora O.C., i ricordi dell’infanzia irlandese portano alla sensazione di
essere tornata bambina, che è solo un'illusione provocata dagli attacchi epilettici.
Le reminiscenze, ed in particolare quella di Ms. O.C., sono come le epifanie di Joyce,
specialmente in Eveline, la quale ricorda l’infanzia, evocata dalla musica di un organo,
ed ha la sensazione illusoria di aver cambiato il suo futuro; in realtà è solo un flusso di
coscienza, che non cambierà la sua vita.

10
James Joyce Dubliners(1914) Gente di Dublino,Edizione 2004 Rusconi Libri

14
REMINISCENZE, STATI DI SOGNO E CRISI PSICOMOTORIE 11
Durante gli stati epilettici, nell’insorgere delle convulsioni, si presenta uno stato mentale
vago e al tempo stesso estremamente elaborato, la cosiddetta aura intellettuale (come
osserva Hughlings Jackson).
Wilder Penfield riuscì a localizzare l’origine di questi attacchi evocando lo “stato
mentale elaborato“, o “allucinazioni esperienziali”, mediante una blanda stimolazione
elettrica dei punti della corteccia cerebrale soggetti ad un attacco. Queste stimolazioni
evocavano all’istante allucinazioni vissute come reali che Jackson aveva chiamato
“raddoppio della coscienza”, che si presentano come lo stato di coscienza quasi-
parassitario (stato di sogno), resti di coscienza normale. Si avrà quindi una doppia
coscienza: diplopia mentale. La precisione dei ricordi, dei particolari evocati dalla
stimolazione della corteccia più reali della memoria di eventi accaduti realmente, portò
Penfield a ipotizzare che il cervello contenesse la registrazione quasi perfetta di tutte le
esperienze della vita, che l’intero flusso di coscienza fosse conservato nel cervello e
potesse essere sempre evocato, suscitato, dalle normali circostanze della vita o dalle
circostanze straordinarie di una stimolazione elettrica o epilettica. Di solito possono
evocare la riproduzione casuale di qualche momento della vita trascorsa che compone il
flusso di coscienza.
La reminiscenza si avvertiva nel corso di attacchi spontanei o veniva stimolata
elettricamente la corteccia soggetta all’accesso. Quindi la scarica epilettica poteva avere
un significato emozionale per il paziente pur essendo la selezione casuale di qualche
condizionamento corticale, reminiscenze che potevano incombere inconsciamente anche
prima degli attacchi allucinatori.
La signora O.C. in seguito ad attacchi epilettici notturni aveva una perenne
reminiscenza di canzoni irlandesi udite durante la sua infanzia, che sentiva
perennemente risuonare nella testa. Ciò le aveva provocato uno sconvolgimento
emozionale, travolgente e nostalgico, la sensazione di essere tornata bambina.
Penfield e Perrot registrano attacchi esperienziali personali come replay di
un’esperienza.
L’analisi di questi casi consiste in un passaggio alla neurologia futura dell’esperienza
viva; che lega la sfera fisiologica al vissuto personale.

11
P.185 Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Prefazione del saggio ,gli
Adelphi 1986,[VII edizione GLI ADELPHI:febbraio 2005]

15
William Thompson & Vitangelo Moscarda

“UNA QUESTIONE D'IDENTITÀ”

Il XII racconto della II parte “Eccessi”, il quale tratta il caso di William Thompson,
affetto dalla sindrome di Korsakov, una malattia neurodegenerativa causata dalla
carenza di timina che sul soggetto ha effetti di amnesia retrograda e confabulazioni di
significato compensatorio. William Thompson era in delirio di loquacità frenetica,
creava di continuo un mondo e un sé per sostituire quello che andava perdendo, doveva
inventare se stesso e un mondo proprio ad ogni istante; poiché, osserva Sacks “ il
racconto costruito di continuo inconsciamente da noi in noi, attraverso percezioni
sentimenti azioni [...] poiché da un punto di vista biologico fisiologico noi non
differiamo molto dagli altri, storicamente come racconto ognuno di noi è unico, per
avere noi stessi dobbiamo ri- possedere la storia del nostro vissuto, l’uomo ha bisogno
di un racconto interiore continuo, conservare il mondo interiore”. Dunque per necessità
l’amnetico sostituisce alla memoria del suo vissuto una stupefacente immaginazione, da
un lato comica dall’ altro inquietante, è visto infatti come un uomo che corre sempre a
rattoppare quegli squarci della memoria che vanno solo degenerando e deve correre
sempre di più. Prova un continuo tormento, lotta con l’irrealtà ma continua a
sprofondare. Sacks osserva che il suo volto è rigido e teso, e i racconti fantastici
mascherano un'espressione di patetico smarrimento, è una superficialità forzata brillante
e creativa, ma pur sempre una superficie, una massa di illusioni, un delirio senza
profondità e perde l’identità profonda , la capacità di provare sentimenti oltre l’angoscia
la frenesia e il tormento.
Ma il dottore osservandolo fuori dalla clinica, ma con lo stesso spirito conoscitivo
scientifico nota che in giardino si quietava, ritrovava la propria pace. “La gente lo
costringe a un delirio di creazione e ricerca di un'identità, le piante quiete con il loro
ordine non umano, non gli impone obblighi umani o sociali.” Il delirio d’identità si
allenta e lui si rasserena, la natura gli offre un piano che trascende ogni identità, una
profonda comunione con la Natura, essa gli restituisce il senso di essere nel mondo, di
essere reale”

La condizione e il modo che usa per rasserenare la propria esistenza nel signor
Thompson è la stessa del personaggio che si accorge non avere un'identità,Vitangelo
Moscarda, protagonista di Uno,nessuno centomial: il “ romanzo testamento” di Luigi
Pirandello in cui racchiude tutta la sua poetica, tutto quello che ha compreso
dell’individuo, della vita, dell’esistenza. La comprensione lo porta a compiere
stravaganze fino ad essere ritenuto folle.

Seppur raccontato in scene comiche, narra lo scindersi dell’individuo che capisce che
indipendentemente dalle sue azioni, un suo atto è frainteso, visto in centomila modi
diversi a seconda di chi lo osserva e nessuno di questi è reale, così nella società che
maschera il reale, il reale si va perdendo e comparando le maschere si arriva all'assurdo;
colui che lo nota viene visto come folle. Così, scisso e incompreso, tentando atti che
vengono ritenuti folli, si allontana, trova rifugio e realtà nella natura in cui apparenza ed
essenza corrispondono, e si rispecchia in essa: l’uomo come essenza, un fluire che

16
ritrova sé solo nella natura in divenire come la natura della propria essenza. Allo stesso
modo i racconti comici che usa il sgr. T. per creare incessantemente il suo se per essere
un qualcuno nei confronti con l’altro lo rende folle, lo tormenta. Gli attimi lieti glieli
conferisce la natura che non gli da forma superficiale, li accoglie e coinvolge in se.

17
IV
Non conclude

“Anna Rosa doveva essere assolta; ma io credo che in parte la sua assoluzione fu anche
dovuta all’ilarità che si diffuse in tutta la sala del tribunale, allorché, chiamato a 200
fare la mia deposizione, mi videro comparire col berretto, gli zoccoli e il camiciotto
turchino dell’ospizio. Non mi sono più guardato in uno specchio, e non mi passa
neppure per il capo di voler sapere che cosa sia avvenuto della mia faccia e di tutto il
mio aspetto. Quello che avevo per gli altri dovette apparire molto mutato e in un modo
assai buffo, a giudicare dalla maraviglia e dalle risate con cui fui accolto. Eppure mi
vollero tutti chiamare ancora Moscarda, benché il dire Moscarda avesse ormai certo per
ciascuno un significato così diverso da quello di prima, che avrebbero potuto
risparmiare a quel povero svanito là, barbuto e sorridente, con gli zoccoli e il camiciotto
turchino, la pena di obbligarlo a voltarsi ancora a quel nome, come se realmente gli
appartenesse. Nessun nome. Nessun ricordo oggi del nome di jeri; del nome d’oggi,
domani. Se il nome è la cosa; se un nome è in noi il concetto d’ogni cosa posta fuori di
noi; e senza nome non si ha il concetto, e la cosa resta in noi come cieca, non distinta e
non definita; ebbene, questo che portai tra gli uomini ciascuno lo incida, epigrafe
funeraria, sulla fronte di quella immagine con cui gli apparvi, e la lasci in pace non ne
parli piú. Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi
ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la
vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola;
domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo.
L’ospizio sorge in campagna, in un luogo amenissimo. Io esco ogni mattina, all’alba,
perché ora voglio serbare lo spirito così, fresco d’alba, con tutte le cose come appena si
scoprono, che sanno ancora del crudo della notte, prima che il sole ne secchi il respiro
umido e le abbagli. Quelle nubi d’acqua là pese plumbee ammassate sui monti lividi,
che fanno parere piú larga e chiara nella grana d’ombra ancora notturna, quella verde
piaga di cielo. E qua questi fili d’erba, teneri d’acqua anch’essi, freschezza viva delle
prode. E quell’asinello rimasto al sereno tutta la notte, che ora guarda con occhi
appannati e sbruffa in questo silenzio che gli è tanto vicino e a mano a mano pare gli si
allontani cominciando, ma senza stupore a schiarirglisi attorno, con la luce che dilaga
appena sulle campagne deserte e attonite. E queste carraje qua, tra siepi nere e muricce
screpolate, che su lo strazio dei loro solchi ancora stanno e non vanno. E l’aria è nuova.
E tutto, attimo per attimo, è com’è, che s’avviva per apparire. Volto subito gli occhi per
non vedere piú nulla fermarsi nella sua apparenza e morire. Cosí soltanto io posso
vivere, ormai. Rinascere attimo per attimo. Impedire che il pensiero si metta in me di
nuovo a lavorare, e dentro mi rifaccia il vuoto delle vane costruzioni. La città è lontana.
Me ne giunge, a volte, nella calma del vespro, il suono delle campane. Ma ora quelle
campane le odo non piú dentro di me, ma fuori, per sé sonare, che forse ne fremono di
gioia nella loro cavità ronzante, in un bel cielo azzurro pieno di sole caldo tra lo stridío
delle rondini o nel vento nuvoloso, pesanti e cosí alte sui campanili aerei. Pensa alla
morte, pregare. C’è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l’ho piú questo bisogno, perché muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza
ricordi: vivo e intero, non piú in me, ma in ogni cosa fuori.” ( 12)

12
Luigi Pirandello, Uno nessuno e centomila ,a cura di Marziano Guglielminetti,1992, Editore
Arnoldo Mondadori S.p.a.,Milano

18
IDIOTS SAVANTS
La concreta percezione del mondo

La Natura come arte matematica


“I gemelli”, ”L’artista autistico” e Escher

Il neurologo Oliver Sacks mostra nella sezione IV “Il mondo dei semplici” come
l’umanità degli Idiots Savants, espressa allo stesso modo di quella degli artisti e dei
matematici ‘sani’: trasmettendo emozioni astratte, che normalmente si comunicano a
parole attraverso forme concrete come l’arte e la matematica.

Nel racconto “L’artista autistico” che ha come protagonista José, Sacks rileva con
l’EEG turbe continue ai lobi temporali del paziente, sintomi della sindrome di Savant.
José affetto da questa forma di autismo, avendo inibite o danneggiate delle zone del
cervello, per compensare le mancanze, sviluppa straordinarie abilità artistiche che usa
per esprimere le sue emozioni, contrastando la comune idea che gli autistici sono
insensibili e apatici.

Un caso recente e molto simile a quello di Josè è quello di Stephen Wiltshire (24 Aprile
1974), un artista britannico, affetto dalla sindrome di Asperger. Solo osservando una
città per pochi minuti riuscì a memorizzarla e riprodurla in ogni minimo dettaglio,
conferendo però anch'egli come Josè, un andamento delle linee dando proprio una
visione del mondo come lui la percepisce.

Ma il caso della storia “I gemelli” è il più sbalorditivo. A essi veniva attribuita una
memoria eidetica, definita senza emozioni, ma in realtà loro avevano solo una diversa
visione del mondo e riuscivano a ricordare tutto, ogni evento, grazie all’ associazione di
pensieri e attività ai numeri.
Infatti avevano un inconscio algoritmico, comunicavano fra loro con i numeri primi che
nessuno di loro aveva mai calcolato. Nonostante il basso IQ e non conoscendo
l’aritmetica, risolvevano quesiti per i quali servivano complicati calcoli, ai quali lo
stesso Gauss, dice Sacks, non sarebbe mai arrivato in quelle tempistiche. I numeri erano
le loro emozioni. loro vedevano e sentivano il mondo attraverso essi, il loro senso
dell’armonia risiedeva nei loro algoritmi.
W.Klein riteneva i numeri amici degli autistici e secondo Russell sono quest’ultimi a
dominare il flusso degli eventi; come si vede, ad esempio, anche nella sequenza di
Fibonacci ,una successione aritmetica lineare omogenea di numeri dei quali ogni
membro è la somma dei due precedenti. Se si fa il rapporto tra un numero della serie e il
precedente si ottiene un risultato che si avvicina (o in eccesso o in difetto) sempre più al
rapporto aureo Φ.
Euclide negli”Elementi” afferma: “si può dire che una linea retta sia stata divisa
secondo la proporzione estrema e media quando l’intera linea sta alla parte maggiore
così come la maggiore sta alla minore”13 , si dimostra che l : a = a : (l-a) => Φ=(l/a
)=[(1+√5)/2]≈ 1,6180339887498

13
Euclide, Gli Elementi, www.dm.uniba.it

19
Φ coincide con il rapporto costante fra i raggi consecutivi di una spirale logaritmica,
ottenuta da Cartesio, considerando la traiettoria di un punto in moto uniformemente
accelerato su una semiretta che ruota uniformemente intorno alla sua origine. La spirale
aurea è una forma matematica della natura; ad esempio compone la coda dei cavallucci
marini, la conchiglia di Nautilus ed è anche la traiettoria del volo dei falchi.
Con ciò ci riconosciamo nel pensiero F. W. August Fröbel (Pedagogista del
Romanticismo): “La matematica si può considerare come ciò che unisce e si interpone
fra l’Uomo e la Natura, fra il mondo esterno e quello interno, fra il pensiero e la
percezione”14 .
Anche l’artista olandese Maurits Cornelis Escher, basa le sue rappresentazioni artistiche
sulla regolarità matematica. Esemplari sono le “Metamorfosi” di aspetti reali del mondo
, che si fondono e trasformano con regolari passaggi geometrici, tanto da far apparire
logici, armoniosi e continui, un susseguirsi di materie apparentemente dissimili fra loro
che lui unisce con rigore matematico. Così trasmette la sua visione olistica del reale:
l’unione matematica della natura, base di tutte le cose.
Escher percepisce la matematica come i Savants e ci rappresenta il suo pensiero, pur
non conoscendola, a tale propositi afferma: “La cosa buffa è che, a quanto pare, io
utilizzo teorie matematiche senza saperlo. No, ero un ragazzo gentile e un pò stupido a
scuola. Immaginatevi adesso che i matematici illustrano i loro libri con i miei quadri! E
io che vado in giro con gente colta quasi fossi loro fratello o collega. Non riescono
neppure a immaginarsi che io non ne capisco nulla “15.

Quindi ancora una volta il malato clinico non è dissimile da un uomo diverso dalla
norma, con una propria sensibilità, nella quale termini scientifici esprimono sensazioni
umane.

Tutto l’umanistico è inscindibile dallo scientifico. L’uomo ha un cervello ed in esso


abbiamo potuto osservare che risiede tutto e tutto può accadere, esso compenserà
sempre ogni mancanza, sviluppando modi diversi di vivere, ma non sarà mai solo
analitico o solo emotivo, le due cose si uniranno sempre. Per uno studio esatto del
mondo e della natura , intesa come natura scientifica e natura dell'uomo, per capire
com’è la mente servono entrambi gli ambiti :scientifico e umanistico, necessari alla
mente per capire la natura.

14
F. W. August Fröbel , L'Educazione dell'uomo (1826) ,
http://omero.humnet.unipi.it/
15
Bruno Ernst, Lo specchio magico di M. C. Escher, Colonia, Taschen,
2007 [1978]

20
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Luigi Pirandello, Uno nessuno e centomila ,a cura di Marziano Guglielminetti,1992,


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