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CAPITOLO TREDICESIMO

YOGA
I praticanti dello yoga mirano all'unione col S ( yoga in Sanscrito significa unione ) intraprendendo determinati esercizi fisici e mentali. La maggior parte di questi esercizi possono essere rintracciati negli Yoga Sutra di Patanjali che furono scritti circa 2.000 anni fa. Il sistema di Patanjali, conosciuto come Raja Yoga, contiene otto caratteristici livelli e pratiche. 1* Yama. La condotta di vita in relazione agli altri-evitare la menzogna, il furto, il danno ad altri, la sensualit e l'avidit. 2* Niyama. La condotta verso se stessi-pulizia, tranquillit, austerit, studio e devozione. 3* Asana. Esercizi di stiramento, piegamento, equilibrio e posizioni da seduti. Oggigiorno questi esercizi sono conosciuti collettivamente come hatha yoga. 4* Pranayama. Esercizi di respirazione che mirano a controllare la mente. 5* Pratyhara. Ritirare l'attenzione dal corpo e dai sensi. 6* Dharana. Concentrazione della mente. 7*. Meditazione. 8* Samadhi. Ininterrotta contemplazione della realt. La maggior parte di queste pratiche possono essere trovate in altri sistemi spirituali. Le uniche eccezioni sono l'hatha yoga ed il pranayama e sono questi che danno al raja yoga il suo carattere peculiare. Quando i visitatori interrogavano Sri Ramana su queste pratiche egli solitamente criticava l'hatha yoga per la sua ossessione riguardo al corpo. E' una fondamentale

premessa ai suoi insegnamenti il fatto che i problemi spirituali possono essere risolti solo attraverso il controllo della mente e, a causa di ci, egli non incoraggi mai la pratica di discipline spirituali che si dedicassero primariamente al benessere del corpo. Aveva l'opinione pi elevata del pranayama ( controllo del respiro ), dicendo che costituiva un valido aiuto per coloro che non potevano controllare in altro modo le loro menti, ma nel complesso tendeva a considerarla una pratica per principianti. Le sue opinioni sugli altri aspetti del raja yoga ( come la moralit, la meditazione ed il samadhi ) sono state trattate in capitoli separati. In aggiunta al raja yoga c' un altro popolare sistema chiamato kundalini yoga. I praticanti di questo sistema si concentrano su centri psichici ( chakra ) nel corpo al fine di generare un potere spirituale che chiamano kundalini. Lo scopo di queste pratiche di forzare la kundalini in un canale psichico ( sushumna ) che corre dalla base della spina dorsale al cervello. Il kundalini yogi crede che quando questo potere raggiunge il sahasrara ( il chakra pi alto localizzato nel cervello ) ne conseguir la realizzazione del S. Sri Ramana non consigli mai ai suoi devoti di praticare il kundalini yoga poich lo consider potenzialmente pericoloso e non necessario. Accettava l'esistenza del potere kundalini e dei chakra, ma afferm che anche se la kundalini avesse raggiunto il sahasrara non ne sarebbe seguita la realizzazione. Per la realizzazione finale, egli disse, la kundalini deve andare oltre il sahasrara, gi per un'altra nadi ( nervo psichico ) che egli chiam amritanadi ( chiamata anche paranadi o jivanadi ) nel centro del Cuore sulla destra del petto. Poich affermava che l'autoindagine avrebbe diretto automaticamente la kundalini al centro del Cuore, insegn che non erano necessari esercizi yoga separati. Il S viene raggiunto con la ricerca dell'origine dell'ego e tuffandosi nel Cuore. Questo il metodo diretto della realizzazione del S. Chi lo adotta non ha bisogno

di preoccuparsi di nadi, del centro del cervello ( sahasrara ), di sushumna, della paranadi, di kundalini, del pranayama o dei sei centri ( chakra ). In aggiunta alle pratiche sopradescritte, l'induismo contiene un altro yoga chiamato karma yoga, lo yoga dell'azione. I praticanti di questo sistema mirano ad evolvere spiritualmente servendo e assistendo altruisticamente gli altri. Sebbene nella Bhagavad Ghita si parli di ci in modo elevato, Sri Ramana generalmente scoraggi i suoi devoti dal seguire questo sentiero poich presuppone l'esistenza di un io che va ad eseguire le buone azioni e di altra gente che ha bisogno di aiuto. Egli lo incoraggi solo se sentiva che dei particolari devoti erano incapaci di seguire i sentieri di jnana, di bhakti o del raja yoga. Se per temperamento un aspirante non adatto ai primi due metodi ( jnana e bhakti ), n, per motivi di et, al terzo metodo ( yoga ), deve tentare il karma marga ( il sentiero del karma yoga ). I suoi nobili istinti diventano pi evidenti e ricava piacere impersonale. L'uomo diventa anche debitamente equipaggiato per uno dei tre sentieri suddetti. Sri Ramana enfatizz che per avere successo il karma yogi deve essere libero dall'idea di essere lui ad aiutare gli altri e che deve essere non attaccato ed indifferente alle conseguenze delle sue azioni. Sebbene abbia dato raramente pi di una tiepida approvazione al karma yoga, egli ammise che entrambe queste condizioni verrebbero realizzate se tutte le azioni fossero eseguite senza l'idea Io sono l'agente. D: Yoga significa unione. Mi chiedo, unione di cosa, e con che cosa? R: Esattamente. Lo yoga implica una precedente divisione e significa una successiva unione di una cosa con un'altra. Ma chi deve essere unito e con chi? Tu sei il cercatore,

che cerca l'unione con qualcosa. Se dai questo per scontato, allora quel qualcosa deve essere separato da te. Ma il tuo S ti intimo e tu sei sempre consapevole di esso. Cercalo e sii quello. Allora si espander come l'infinito e non ci sar questione di yoga. Di chi la separazione ( viyoga )? D: Non lo so. C' davvero separazione? R: Scopri per chi viyoga. Quello yoga. Lo yoga comune a tutti i sentieri. Yoga in realt non null'altro se non smettere di pensare che sei diverso dal S o dalla realt. Tutti gli yoga ( karma, jnana, bhakti e raja ) sono semplicemente differenti sentieri atti a soddisfare differenti nature con differenti modi di evolvere. Hanno tutti lo scopo di far uscire le persone dall'idea a lungo coltivata che esse siano differenti dal S. Non c' questione di unione o yoga nel senso di andare a riunire qualcosa che da qualche parte lontano da noi o differente da noi, perch tu non sei mai stato ne potresti mai essere separato dal S. D: Qual' la differenza tra yoga e indagine? R: Lo yoga prescrive chitta-vritti-nirodha ( repressione dei pensieri ), mentre io prescrivo l'atmaveshana ( ricerca di se stessi ). Quest'ultimo metodo pi praticabile. La mente repressa nello svenimento, o come effetto del digiuno, ma non appena la causa viene ritirata, la mente ritorna in vita, cio i pensieri cominciano a fluire come prima. Ci sono solo due modi per controllare la mente. Cercarne la sorgente o abbandonarsi affinch venga abbattuta dal potere supremo. L'abbandono il riconoscimento dell'esistenza di un pi alto potere sovrano. Se la mente si rifiuta di aiutare a cercare la sorgente, lasciala andare ed aspetta il ritorno; quindi volgila all'interno. Nessuno ha successo senza paziente perseveranza. D: E' necessario controllare il proprio respiro? R: Il controllo del respiro soltanto un aiuto per tuffarsi profondamente all'interno di se stessi. E' possibile tuffarsi altrettanto bene controllando la mente. Quando la mente sotto controllo, il respiro viene controllato automaticamente. Non c' bisogno di cercare di controllare il respiro; il controllo

della mente sufficiente. Il controllo del respiro viene raccomandato solo per coloro che non possono controllare direttamente le loro menti. D: Quando si dovrebbe praticare il pranayama e perch efficace? R: In assenza di indagine e devozione, si pu provare il sedativo naturale del pranayama ( regolazione del respiro ). Questo conosciuto come yoga marga ( il sentiero dello yoga ). Se la vita viene messa in pericolo, l'interesse totale si accentra attorno ad un punto, salvarsi la vita. Se il respiro viene trattenuto, la mente non pu permettersi ( e non lo fa ) di saltare verso i suoi favoriti, gli oggetti esterni. In questo modo c' riposo per la mente finch il respiro viene trattenuto. Dato che tutta l'attenzione rivolta al respiro o alla sua regolazione gli altri interessi vengono perduti. La sorgente del respiro la stessa di quella della mente. Perci il calmarsi di uno di questi conduce spontaneamente al calmarsi dell'altro. D: La concentrazione sui chakra acquieter la mente? R: Fissando le loro menti sui centri psichici come il sahasrara ( il chakra del loto dai mille petali ), gli yogi rimangono senza consapevolezza dei loro corpi per qualsiasi durata di tempo. Finch dura questo stato sembrano immersi in una specie di gioia. Ma quando la mente che diventata tranquilla emerge e ridiventa attiva, riassume i suoi pensieri mondani. E' perci necessario addestrarla con l'aiuto di pratiche come dhyana ( meditazione ) ogni volta che diventa esteriorizzata. Allora conseguir uno stato in cui non ci sar n il calmarsi ne l'emergere. D: Il controllo della mente indotto dal pranayama anch'esso temporaneo? R: La quiescenza dura finch il respiro controllato. Perci transitoria. La meta chiaramente non il pranayama. Essa si estende a pratyahara ( ritiro ), dharana ( concentrazione mentale ), dhyana ( meditazione ) e samadhi. Questi stati hanno a che fare con il controllo della mente. Tale controllo mentale diventa pi facile per una persona che ha prima praticato il pranayama. Il pranayama conduce quindi agli stadi pi elevati.

Poich questi stati elevati comportano il controllo della mente, si pu dire che il controllo della mente lo scopo ultimo dello yoga. Un uomo pi avanzato andr naturalmente diritto al controllo della mente senza perdere tempo a praticare il controllo del respiro. D: Il pranayama ha tre fasi-esalazione, inalazione e ritenzione. Come dovrebbero essere regolate? R: Solo il completo abbandono dell'identificazione col corpo esalazione ( rechaka ); solo l'immergersi all'interno attraverso l'indagine Chi sono io? inalazione ( puraka ); solo il dimorare come l'unica realt Io sono quello ritenzione ( kumbhaka ). Questo il vero pranayama. D: Nel Maha Yoga trovo scritto che all'inizio della meditazione si pu prestare attenzione al respiro, cio alla sua inspirazione e espirazione, e che dopo aver conseguito una certa tranquillit mentale ci si pu tuffare nel Cuore cercando la sorgente della mente. Ho avuto assoluto bisogno di qualche suggerimento come questo. Posso seguire questo metodo? E' corretto? D: La questione uccidere la mente in qualche modo. A coloro che non hanno la forza di seguire il metodo dell'indagine viene consigliato di adottare il pranayama come aiuto per controllare la mente. Il pranayama di due tipi, il controllo e la regolazione del respiro, o semplicemente l'osservazione dl respiro. D: Per controllare il respiro, il rapporto 1 4 2 per l'inalazione, la ritenzione e l'esalazione non forse il migliore? R: Tutte queste proporzioni, regolate a volte non contando ma pronunciando dei mantra, sono utili per controllare la mente. Questo tutto. Anche l'osservazione del respiro una forma di pranayama. Inalare, trattenere e esalare pi violento e pu essere dannoso in qualche caso, ad esempio quando non c' un Guru adeguato a guidare il cercatore ad ogni passo e ad ogni stadio. Ma la semplice osservazione del respiro facile e non comporta alcun rischio. D: La manifestazione di kundalini shakti ( il potere di kundalini ) possibile solo per coloro che seguono il sentiero yogico

dell'acquisire shakti ( potere ) o lo anche per coloro che seguono il sentiero della devozione ( bhakti ) o dell'amore ( prema )?. R: Chi non ha kundalini shakti? Quando la natura reale di quella shakti viene conosciuta, chiamata akhandakara vritti ( consapevolezza ininterrotta ) o aham sphurana ( effulgenza dell'io ). Kundalini shakti presente per tutte le persone qualunque sia il sentiero che seguono. E' solo una differenza di nome. D: E' detto che la shakti si manifesta in cinque fasi, dieci fasi, cento fasi e mille fasi. Cos' davvero: cinque, dieci, cento o mille? R: La shakti ha una fase sola. Si dice che si manifesta in diverse fasi solo un modo di dire. La shakti soltanto una. D: Pu un jnani aiutare non solo coloro che seguono il suo sentiero, ma anche altri che seguono sentieri diversi come lo yoga? R: Indubbiamente. Egli pu aiutare le persone qualunque sentiero scelgano di seguire. E' qualcosa del genere: supponi che ci sia una collina. Ci saranno molti sentieri per scalarla. Se egli dovesse chiedere alle persone di scalare per la via che ha seguito lui, qualcuno potrebbe gradirlo e qualcuno no. Se alle persone che non lo gradiscono viene chiesto di scalare attraverso quel sentiero, non saranno in grado di raggiungere la sommit. Perci un jnani aiuta le persone provenienti da ogni sentiero, qualunque possa essere. Le persone che sono a met strada possono non conoscere i meriti e i demeriti di altri sentieri, ma chi arrivato alla sommit e siede lass osservando gli altri che salgono in grado di vedere tutti i sentieri. Perci sar in grado di dire alla gente che sta arrivando di spostarsi un po' da questa o quell'altra parte o come evitare una caduta. La meta la stessa per tutti. D: Come si pu dirigere il prana, o forza vitale, nella nadi sushumna ( nervo psichico nella spina dorsale ) cosicch la chit-jada-granthi ( l'identificazione della coscienza col corpo ) possa essere spezzata secondo il modo stabilito nella Sri Ramana Ghita? R: Inquisendo Chi sono io? lo yogi pu mirare decisamente

a stimolare la kundalini e a farle risalire la sushumna. Il jnani pu non avere questo obiettivo. Ma entrambi raggiungono lo stesso risultato, quello di far ascendere la forza vitale attraverso la sushumna e tagliare il chit-jada-granthi. Kundalini solo un altro nome dell'atma, del S o della shakti. Ne parliamo come se fosse all'interno del corpo perch ci consideriamo come limitati da questo corpo. Ma in realt sia all'interno che all'esterno non essendo differente dal S o dalla shakti del S. D: Come si possono stimolare le nadi ( nervi psichici ) affinch kundalini possa ascendere la sushumna? R: Sebbene lo yogi possa avere i suoi metodi di controllo del respiro, per questo obiettivo il metodo del jnani unicamente quello dell'indagine. Quando la mente si fonde nel S per mezzo di questo metodo, la shakti, o kundalini, che non separata dal S, sorge automaticamente. Gli yogi attribuiscono grande importanza al far salire la kundalini fino al sahasrara, il centro del cervello o il loto dai mille petali. Essi mettono in risalto l'affermazione delle scritture secondo la quale la corrente vitale entra nel corpo attraverso la fontanella ed arguiscono che siccome viyoga ( separazione ) venuta in quel modo, anche lo yoga ( unione ) deve essere raggiunto nel modo opposto. Perci, essi dicono, dobbiamo riunire i prana per mezzo delle pratiche yogiche ed entrare nella fontanella per la consumazione dello yoga. I jnani d'altro canto evidenziano che lo yogi presume l'esistenza del corpo e la sua separazione dal S. Solo se si adotta questo punto di vista della separazione lo yogi pu consigliare lo sforzo per la riunione attraverso la pratica dello yoga. In effetti il corpo nella mente ed ha un cervello come sua sede. Che il cervello funzioni con la luce presa a prestito da un'altra sorgente ammesso dagli yogi stessi nella loro teoria della fontanella. Il jnani inoltre argomenta: se la luce presa in prestito, deve provenire dalla sua sorgente originale. Vai alla sorgente direttamente e non dipendere da risorse prese in prestito. Quella sorgente il Cuore, il S. Il S non viene da nessun altro luogo e non entra nel corpo

attraverso la corona del capo. E' cos com', sempre spendente, sempre stabile, immobile ed immutabile. L'individuo si confina entro i limiti del corpo mutevole o della mente che ricavano la loro esistenza dal S immutabile. Tutto quello che necessario abbandonare questa erronea identit e fatto questo, si vedr il S perennemente splendente come la singola realt non duale. Se ci si concentra sul sahasrara non v' dubbio che ne deriver l'estasi del samadhi. Le vasana, cio le tendenze mentali latenti, non vengono comunque distrutte. Lo yogi perci destinato a risvegliarsi nel samadhi in quanto la liberazione dalla schiavit non ancora stata realizzata. Deve ancora cercare di sradicare le vasana presenti in lui cosicch cessino di disturbare la pace del suo samadhi. Cos egli scende dal sahasrara al Cuore attraverso quella luce chiamata jivanadi, che soltanto un proseguimento di sushumna. Sushumna in questo modo una curva. Parte dal chakra pi basso, sale al cervello attraverso la spina dorsale e da l si curva in gi e termina nel Cuore. Quando lo yogi ha raggiunto il Cuore il samadhi diventa permanente. In questo modo vediamo che il Cuore il centro finale. D: Si dice che le pratiche dell'hatha yoga bandiscono in modo efficace le malattie e perci sono patrocinate come preliminari necessari al jnana yoga. R: Lascia che le usino coloro che le difendono. Non stata la nostra esperienza. Tutte le malattie saranno distrutte efficacemente dall'indagine continua sul S. Se procedi con l'idea che la salute del corpo necessaria per la salute della mente, non ci sar mai fine alla cura del corpo. D: L'hatha yoga non necessario per l'indagine sul S? R: Ciascuno trova qualche metodo adatto a se stesso, a causa delle tendenze latenti ( purva samskara ). D: L'hatha yoga pu essere realizzato alla mia et? R: Perch pensi a tutto ci? Dato che pensi che il S sia esterno a te stesso, lo desideri e cerchi di ottenerlo. Ma tu non esisti per tutto il tempo? Perch abbandoni te stesso e vai a cercare

qualcosa di esterno? D: Nell'Aparoksha Anubhuti detto che l'hatha yoga un aiuto necessario per l'indagine sul S. R: Gli hatha yoga affermano di mantenere il corpo in buona salute cosicch l'indagine possa essere effettuata senza ostacoli. Dicono che la vita dev'essere prolungata affinch l'indagine possa essere portata a termine con successo. Inoltre ci sono coloro che a quel fine utilizzano dei medicinali ( kayakalpa ). Il loro esempio preferito che la tela dev'essere perfetta prima di iniziare il dipinto. S, ma qual' la tela e quale il dipinto? Secondo loro il corpo la tela e l'indagine sul S il dipinto. Ma il corpo stesso non un dipinto sulla tela, del S? D: Ma dell'hatha yoga si parla molto come di un aiuto. R: Si persino grandi pandit ben versati nel vedanta ne continuano la pratica. Altrimenti le loro menti non si calmerebbero. Cos puoi dire che utile per coloro che non possono calmare la mente in altro modo. D: Cosa sono le asana ( posizioni o seggi )? Sono necessarie? R: Nelle Yoga Sastra sono menzionate molte asana coi loro effetti. I seggi sono la pelle di tigre, l'erba ( kusha ), ecc. Le posizioni sono il loto, la posizione semplice, e cos via. Perch tutto questo solo per conoscere se stessi? La verit che l'ego sorge dal S, confonde se stesso col corpo, scambia il mondo per reale e quindi, rivestito di presunzione egoistica, pensa selvaggiamente e cerca asana ( seggi ). Una tale persona non capisce che egli stesso il centro di tutto e che costituisce cos la base di tutto. L'asana ( seggio ) ha lo scopo di farlo sedere fermo. Dove e come pu rimanere fermo eccetto che nel suo proprio stato reale? Questa l'asana reale. La ferma ed immobile posizione ( asana ) per il samadhi perfetto solo la stabilit nel non vacillare dalla coscienza che la base ( asana ) sulla quale riposa l'intero universo soltanto il S,. D: In quale asana siede solitamente Bhagavan? R: In quale asana? Nell'asana del Cuore. Ovunque piacevole, quella la mia asana. Quella chiamata sukhasana, l'asana

dalla felicit. Quell'asana del Cuore pacifica e d felicit. Non c' bisogno di nessun' altra asana per coloro che sono seduti in quella. D: La Ghita sembra enfatizzare il karma yoga poich Arjuna venne persuaso a lottare. Sri Krishna stesso diede l'esempio con una vita attiva di grandi gesta. R: La Ghita inizia dicendo che non sei il corpo e perci non sei il karta ( l'agente ). D: Qual' il significato? R: Significa che si dovrebbe agire senza pensare di essere l'agente. Le azioni continueranno perfino nello stato privo di ego. Ciascuna persona venuta nella manifestazione per un certo scopo e quello sar realizzato sia che si consideri l'agente o meno. D: Cos' il karma yoga? E' il non attaccamento al karma ( azione ) o al suo frutto? R: Karma yoga quello yoga in cui la persona non si arroga la funzione di essere l'agente. Tutte le azioni procedono automaticamente. D: E' il non attaccamento ai frutti delle azioni? R: La domanda si pone solo se c' un agende. In tutte le scritture detto che non dovresti ritenerti l'agente. D: Cos il karma yoga kartritva buddhi rahita karma, l'azione senza il senso di essere l'agente. R: S. Proprio cos. D: La Ghita insegna che si dovrebbe avere una vita attiva dall'inizio alla fine. R: S, l'azione senza agente. D: Se si rimane quieti, come procede l'azione? Dov' lo spazio per il karma yoga? R: Cerchiamo prima di comprendere cos' il karma, di chi il karma e chi l'agente. Analizzandoli e indagando la loro verit, si obbligati a rimanere come il S in pace. Tuttavia perfino in quello stato le azioni continueranno. D: Come continueranno le azioni se non agisco? R: Chi pone questa domanda? E' il S o un altro? Il s implicato nelle azioni?

D: No, non il S. E' un altro diverso dal S. R: Quindi chiaro che il S non implicato nelle azioni e pertanto la domanda non si pone. D: Voglio praticare il karma yoga. Come posso aiutare gli altri? R: Chi c' che tu possa aiutare? Chi l'io che sta per andare ad aiutare gli altri? Prima chiarisci quel punto. Quindi ogni altra cosa si sistemer. D: Ci significa realizzare il s. La mia realizzazione aiuter gli altri? R: S, ed il miglior aiuto che puoi dare agli altri. Ma in realt non ci sono altri da aiutare. Poich l'essere realizzato vede solo il S, Proprio come l'orefice vede soltanto l'oro mentre lo stima in vari gioielli fatti d'oro. Quando ti identifichi col corpo, ci sono il nome e la forma. Ma quando trascendi la coscienza corporea, anche gli altri scompaiono. Il realizzato non vede il mondo come diverso da se stesso. D: Non sarebbe meglio se i santi si mischiassero alle altre persone al fine di aiutarle? R: Non ci sono altri con cui mischiarsi. Il S la sola realt. Il saggio aiuta il mondo semplicemente essendo il S reale. Il modo migliore di aiutare il mondo guadagnare lo stato privo di ego. Se sei ansioso di aiutare il mondo, ma pensi di non poterlo fare conseguendo lo stato privo di ego, allora abbandona a Dio tutti i problemi del mondo assieme ai tuoi. D: Vorrei cercare di aiutare il mondo che soffre. R: Il potere che ti ha creato ha creato anche il mondo. Se pu prendersi cura di te, allo stesso modo pu prendersi cura anche del mondo. Se Dio ha creato il mondo suo compito proteggerlo, non tuo. D: E' giusto il desiderio di swaraj ( indipendenza politica )? R: Tale desiderio senza dubbio comincia con l'autointeresse. Tuttavia il lavoro pratico per la meta allarga gradualmente la visione cosicch l'individuo si fonde con la nazione. Tale fusione dell'individualit desiderabile ed il karma che lo accompagna nishkama ( altruistico ). D: Se si guadagna swaraj dopo una lunga lotta e terribili sacrifici,

non giustificata la persona se compiaciuta del risultato e ne esaltata? R: Nel corso del suo lavoro deve essersi abbandonata al potere pi alto, la cui potenza deve essere tenuta in mente e mai persa di vista. Come pu allora essere esaltata? Non dovrebbe neppure curarsi del risultato delle sue azioni. Solo allora il karma diventa non egoistico.

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