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CAPITOLO VENTUNESIMO

KARMA, DESTINO E LIBERO ARBITRIO


La teoria del karma comune a molte religioni orientali. Nella sua forma popolare afferma che c' un sistema universale di contabilit in cui ciascun individuo deve sperimentare le conseguenze di tutte le sue azioni ( karma ); le buone azioni portano buoni risultati e le cattive azioni si risolvono inevitabilmente in sofferenza per chi le compie. La teoria afferma poi che le conseguenze delle azioni ( conosciute anche come karma ) non devono essere sperimentate necessariamente nella presente vita, ma possono essere trasportate nelle vite future. A causa di ci, sono state postulate molte sottodivisioni del karma. La seguente classificazione, che fu usata da Sri Ramana, comune a molte scuole di pensiero: 1* Sanchita karma. Il deposito dei debiti karmici accumulati in nascite precedenti. 2* Prabdha karma. La parte del proprio sanchita karma che dev'essere esaurito nella vita presente. Poich la legge

del karma implica il determinismo nelle attivit umane, il prarabdha spesso viene tradotto come destino. 3* Agami karma. Il nuovo karma accumulato nella vita presente che verr sperimentato nelle vite future. Sri Ramana accett la validit delle leggi del karma, ma disse che erano applicabili solo fino a quando una persona immaginava di essere separata dal S. A questo livello ( livello dell'ajnani ), egli disse che gli individui attraverseranno una serie di attivit e di esperienze preordinate, che sono tutte conseguenze di fatti e pensieri precedenti, Occasionalmente egli disse perfino che ogni atto ed esperienza di una persona sono determinate alla nascita e che la sola libert che si possiede quella di realizzare che non c' nessuno che agisce e nessuno che sperimenta. Comunque, una volta che si realizza il S, non c' pi nessuno a sperimentare le conseguenze delle azioni e cos l'intera struttura delle leggi karmiche divente superflua. Sri Ramana considerava la legge del karma come una manifestazione della volont di Dio. Egli disse che prima della realizzazione del S c' un Dio personale, Iswara, che controlla il destino di ciascuna persona. E' Iswara che ha ordinato che ognuno deve soffrire le conseguenze delle sue azioni ed Iswara che seleziona la sequenza delle attivit che ciascuna persona deve subire durante la sua vita. Non si pu sfuggire alla giurisdizione di Iswara mentre ci si identifica ancora con le attivit del corpo. Il solo modo di diventare liberi dalla sua autorit quello di trascendere completamente il karma realizzando il S. D: E' possibile sopraffare, mentre ancora esiste il corpo, il prarabdha karma che si dice duri fino alla fine del cosmo? R: S. Se l'agente da cui dipende il karma, cio l'ego, che venuto in esistenza fra il corpo ed il S, si fonde nella sua sorgente e perde la sua forma,

come pu sopravvivere il karma che dipende da esso? Quando non c' io non c' karma. D: Si dice che il prarabdha karma solo una piccola frazione del karma accumulato in vite precedenti. E' vero? R: Un uomo potrebbe aver seguito molti karma nelle sue nascite precedenti. Solo alcuni di questi saranno scelti per questa nascita ed egli dovr gioirne i frutti in questa vita. E' qualcosa come una proiezione di diapositive, dove l'operatore sceglie alcune diapositive da mostrare durante una proiezione, riservando le altre diapositive per un'altra. Tutto questo karma pu essere distrutto acquisendo la conoscenza del S. I differenti karma sono le diapositive, karma che derivano dalle esperienze passate, e la mente il proiettore. Dev'essere distrutto il proiettore cos non ci sar ulteriore riflesso e nessuna ulteriore nascita o morte. D: Chi l'operatore? Qual' il meccanismo che seleziona una piccola parte del sanchita karma e quindi decide che sar sperimentato come prarabdha karma? R: Gli individui devono soffrire i loro karma, ma Iswara fa in modo di trarre il meglio dei loro karma per il suo scopo. Dio manipola i frutti del karma, ma non vi aggiunge n toglie nulla. Il subconscio dell'uomo un magazzino di karma buono e cattivo. Alla nascita di ciascun uomo Iswara sceglie da questo magazzino ci che egli vede si adatter meglio all'evoluzione spirituale, che sia piacevole o doloroso. Cos non c' nulla di arbitrario. D: Nell'Upadesa Saram dici che il karma porta frutto per ordine di Dio ( karta ). Ci significa che raccogliamo le conseguenze del karma solo perch Dio lo vuole? R: In questo verso, karta ( Dio ) significa Iswara. E' colui che distribuisce i frutti delle azioni ad ogni persona secondo il suo karma. Ci significa che egli il Brahman manifesto. Il Brahman reale e immanifesto senza moto. E' solo il Brahman manifesto che viene chiamato Iswara. Egli d il frutto ad ogni persona secondo le sue azioni ( karma ). Ci significa che Iswara solo un agente e che d le paghe

secondo il lavora fatto. Questo tutto. Senza questa shakti ( potere di Iswara ), questo karma non avverrebbe. Questo il motivo per cui si dice che il karma di per s inerte. D: Le esperienze presenti sono il risultato del karma passato. Se conosciamo gli errori commessi prima, possiamo correggerli. R: Se un errore viene corretto, permane tuttavia l'intero sanchita karma delle nascite precedenti che ti d innumerevoli nascite. Cos questo non il modo. Pi poti una pianta, pi vigorosamente essa cresce. Pi correggi il tuo karma, pi si accumula. Scopri la radice del karma e tagliala. D: La teoria del karma significa che il mondo il risultato di azione e reazione? Se cos, azione e reazione di cosa? R: Fino alla realizzazione ci sar karma, cio azione e reazione. Dopo la realizzazione non ci saranno n karma, n mondo. D: Se io non sono il corpo, perch sono responsabile delle conseguenze delle mie azioni buone e cattive? R: Se non sei il corpo e non hai l'idea Io sono l'agente, le conseguenze delle tue azioni buone e cattive non ti influenzeranno. Perch delle azioni che il corpo esegue dici Io faccio questo o: Io feci quello? Finch ti identifichi col corpo in questo modo sei influenzato dalle conseguenze delle azioni, cio, ti identifichi col corpo e accumuli il karma buono e cattivo. D: Ma poich non sono il corpo, non sono realmente responsabile delle conseguenze delle buone o cattive azioni. R: Se non lo sei, perch ti preoccupi della cosa? D: Da qualche parte si afferma che lo sforzo umano la sorgente di ogni forza e pu perfino trascendere il karma. Altrove si dice che tutto dovuto alla grazia divina. Non chiaro quale di queste affermazioni sia corretta. R: S, alcune correnti filosofiche dicono che non c' alcun Dio al di fuori del karma delle nascite precedenti, che, in accordo con le scritture, il karma compiuto nella nascita presente conosciuto come purushakara ( sforzo umano ), che il karma precedente e presente si incontrano per una lotta testa a testa

come fra arieti e che il pi debole viene eliminato. Questo il motivo per cui queste persone affermano che si dovrebbe rafforzare il purushakara. Se chiedi a tali persone quale sia l'origine del karma, diranno che tale domanda non deve essere posta poich come l'eterna domanda: Cos' venuto prima, il seme o l'albero? Dibattiti come questo sono solo dispute che non potranno mai arrivare alla verit finale. Questo il motivo per cui dico: innanzitutto scopri chi sei. Se ci si chiede: Chi sono io? Come sono arrivato a questo dosha ( imperfezione ) di vita?, l'io sparir e si realizzer il S. Se ci viene fatto adeguatamente, l'idea del dosha sar eliminata e si otterr la pace. Perch dire perfino si otterr? Il S rimane cos com'. L'essenza del karma conoscere la verit di se stessi indagando: Chi sono io, l'agente, chi inizia a produrre karma? Finch l'agente del karma, l'ego, non viene annientato attraverso l'indagine, la pace perfetta della beatitudine suprema, che il risultato del karma yoga, non pu essere raggiunta. D: Le persone possono cancellare le conseguenze delle loro cattive azioni recitando mantra e facendo japa o dovranno sperimentarle necessariamente? R: Se il sentimento: Io sto facendo japa non presente, le cattive azioni commesse da un uomo non gli si attaccheranno. Se il sentimento: Io sto facendo japa presente, persisteranno le conseguenze delle cattive azioni. D: Il punya ( merito accumulato da atti virtuosi ) non estigue il papa ( demerito accumulato da atti peccaminosi )? R: Finch presente il sentimento: Io sto facendo, si deve sperimentare il risultato dei propri atti, che siano buoni o cattivi. Com' possibile cancellare un atto con un altro? Quando il sentimento: Io sto facendo viene perduto, nulla influenza un uomo. Finch non si realizza il S, il sentimento: Io sto facendo non svanir mai. Per chi realizza il S, dov' la necessit di fare japa? Dov' la necessit del tapas? A causa della forza del prarabdha la vita continua, ma colui che ha realizzato il S non desidera nulla.

Il prarabdha karma di tre categorie, ichha, anichha e parechha ( desiderato personalmente, senza desiderio, dovuto ai desideri altrui ). Per colui che ha realizzato il S, non c' ichha prarabdha, ma rimangono gli altri due, anichha e parechha. Qualunque cosa faccia un jnani sempre per gli altri. Se ci sono cose che debbono essere fatte da lui per gli altri, egli le fa, ma i risultati non lo influenzano. Qualunque siano le azioni che tali persone compiono, non ci sono punya, n papa attaccati ad esse. Fanno solo ci che appropriato secondo il modello accettato dal mondo-null'altro. Coloro che sanno che ci che devono sperimentare in questa vita soltanto ci che destinato nel loro prarabdha non si sentiranno mai perturbati circa quello che deve essere sperimentato. Sappi che tutte le esperienze di un individuo saranno forzate su di lui, che lo voglia o meno. D: L'uomo realizzato non ha ulteriore karma. Non vincolato dal suo karma. Perch dovrebbe rimanere all'interno del suo corpo? R: Chi pone questa domanda? E' l'uomo realizzato o l'ajnani? Perch dovresti preoccuparti di ci che fa il jnani o di perch non fa nulla? Preoccupati di te stesso. Ora sei sotto l'impressione di essere il corpo, cos pensi che anche il jnani abbia un corpo. Il jnani dice di avere un corpo? Pu sembrarti che abbia un corpo e pu sembrare che faccia delle cose col corpo, come fanno gli altri, ma lui stesso sa di essere incorporeo. La corda bruciata sembra ancora una corda, ma non pu servire come corda se cerchi di legare qualcosa con essa. Un jnani cos-pu sembrare come l'altra gente, ma questa solo un'apparenza esterna. Finch ci si identifica col corpo, tutto ci difficile da comprendere. Questo il motivo per cui in risposta a tali domande a volte detto: Il corpo del jnani continuer finch la forza del prarabdha si esaurir e cadr dopo che il prarabdha sar esaurito. Un esempio che viene usato in questo contesto quello di una freccia gi scoccata che continuer ad avanzare

e colpir il suo obiettivo. Ma la verit il jnani ha trasceso tutti i karma, incluso il prarabdha karma, e non vincolato dal corpo e dai suoi karma. Non esiste nemmeno uno iota di prarabdha per coloro che si occupano ininterrottamente dello spazio della coscienza, che risplende come Io sono, che non confinato nel vasto spazio fisico e che pervade tutto senza limitazioni. Solo questo il significato dell'antico detto: Non c' destino per coloro che raggiungono o sperimentano i cieli. D: Se una cosa mi giunge senza nessuna pianificazione o senza aver lavorato per essa ed io ne fruisco, non ci saranno cattive conseguenze da ci? R: Non cos. Ogni atto deve avere le sue conseguenze. Se qualcosa viene spontaneamente a causa del prarabdha, non puoi farci nulla. Se prendi ci che viene, senza alcun particolare attaccamento, senza alcun desiderio di averne di pi o di una sua ripetizione, non ti dannegger portando a ulteriori nascite. D'altra parte, se ne gioisci con grande attaccamento e naturalmente ne desideri di pi, vincolata a condurti ad ulteriori nascite. D: Secondo la scienza astrologica, le predizioni sugli eventi futuri sono fatte prendendo in considerazione l'influsso delle stelle. E' vero? R: Finch hai il sentimento dell'egotismo tutto ci vero. Quando quell'egotismo viene distrutto tutto questo non vero. D: Ci significa che l'astrologia non sarebbe vera nel caso di coloro il cui egotismo distrutto? R: Chi rimane a dire che non sar vero? Il vedere ci sar solo se c' chi vede. Nel caso di coloro il cui egotismo distrutto, anche se sembra che essi vedano, in realt non vedono. Il destino il risultato dell'azione passata. Interessa il corpo. Che il corpo agisca come gli si addice. Perch ti preoccupi di ci? Perch vi presti attenzione? Se qualcosa deve accadere, accade come risultato delle proprie azioni passate,

della volont divina e di altri fattori. D: Si dice che il presente sia dovuto al karma passato. Possiamo ora trascendere il karma passato con la nostra libera volont? R: Guarda cos' il presente. Se fai questo comprenderai ci che ha un passato e un futuro o ci che ne influenzato, ci che sempre presente e sempre libero e ci che rimane inalterato dal passato o dal futuro o da qualunque karma passato. D: C' una cosa simile al libero arbitrio? R: Il libero arbitrio di chi? Finch c' il senso della paternit dell'azione, c' il senso del godimento e della volont individuale. Ma se questo senso viene perduto attraverso la pratica di vichara, la volont divina agir e guider il corso degli eventi. Il fato sopraffatto da jnana, la conoscenza del S, che al di l della volont e del fato. D: Posso comprendere che i pi importanti eventi nella vita di un uomo, come il suo paese, la nazionalit, la famiglia, la carriera o la professione, il matrimonio, la morte, ecc., siano tutti predestinati dal suo karma, ma pu essere che tutti i dettagli della sua vita, sino al pi minuscolo, siano gi stati determinati? Ora, per esempio, metto qui sul pavimento questo ventaglio che nella mia mano. Pu essere che fosse gi deciso che nel tale giorno, alla tale ora, avrei dovuto muovere il ventaglio e posarlo qui? R: Certamente. Qualunque cosa faccia questo corpo e qualunque esperienza debba attraversare, era gi deciso quando venne in esistenza. D: Che cosa accade allora alla libert dell'uomo e alla responsabilit delle sue azioni? R: La sola libert che ha un uomo quella di sforzarsi di acquisire jnana, che lo metter in grado di non identificarsi col corpo. Il corpo passer attraverso le azioni rese inevitabili da prarabdha ed un uomo libero di identificarsi col corpo e di essere attaccato ai frutti delle sue azioni o di essere distaccato da esso ed essere un semplice testimone delle sue attivit.

D: Cos il libero arbitrio un mito? R: Il libero arbitrio ha valore solo in associazione all'individualit. Finch dura l'individualit c' libero arbitrio. Tutte le scritture sono basate su questo fatto ed esse consigliano di dirigere il libero arbitrio nella giusta direzione. Scopri a chi importano il libero arbitrio o il destino. Scopri da dove vengono e dimora nella sua sorgente. Se fai questo, entrambi vengono trascesi. Questo il solo scopo di discutere queste questioni. A chi sorgono queste domande? Scoprilo e sii in pace. D: Se ci che destinato ad accadere accadr, c' qualche utilit nella preghiera o nello sforzo? O dovremmo semplicemente rimanere oziosi? R: Ci sono soltanto due modi per conquistare il destino o esserne indipendenti. Uno indagare di chi questo destino, scoprire che non il S, ma soltanto l'ego vincolato dal destino e che l'ego non esistente. L'altro modo uccidere l'ego abbandonandosi completamente al Signore, realizzando la propria impotenza e ripetendo continuamente: Non io ma tu, o Signore, abbandonando ogni senso di io e mio e lasciando che il Signore faccia di te ci che preferisce. L'abbandono non pu mai essere considerato completo fino a che il devoto vuole questo o quello dal Signore. Il vero abbandono amore di Dio per amore dell'amore e null'altro, nemmeno per amore della liberazione. In altre parole, per conquistare il destino necessaria la completa cancellazione dell'ego, sia che tu raggiunga questa cancellazione attraverso l'autoindagine o attraverso il bhakti marga.

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