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CAPITOLO DODICESIMO

VITA NEL MONDO


C' una tradizione Ind ben consolidata secondo la quale per i sinceri cercatori spirituali sono prescritti quattro stati di vita ( asrama ). Questi quattro stati vengono qui elencati secondo l'ordine in cui tradizionalmente si susseguono. 1* Brahmacharia ( studio da celibe ). Un lungo periodo di studio delle scritture che precede il matrimonio, solitamente in una istituzione che specializza nella scienza Vedica. 2* Griahstha ( matrimonio e famiglia ). Alla conclusione dei suoi studi ci si aspetta che l'aspirante si sposi e compia i suoi affari ed i suoi doveri di capofamiglia coscienziosamente, ma senza attaccamento ad essi. 3* Vanaprastha ( eremita nella foresta ). Quando tutti gli obblighi famigliari sono stati realizzati ( solitamente si intende che i figli siano sposati), l'aspirante pu ritirarsi in un luogo solitario, normalmente nella foresta, e si pu impegnare nella meditazione a tempo pieno. 4* Sannyasa ( monaco errante ). Nello stadio finale il cercatore abbandona il mondo completamente e diventa un monaco errante che vive di elemosine. Non avendo vincoli materiali, sociali od economici, il sannyasi teoricamente ha rimosso tutti quegli attaccamenti che prima impedivano il suo progresso verso la realizzazione del S. Questa antica struttura sopravissuta nel tempo sosteneva il comune credo Indiano secondo il quale era necessario

abbandonare la propria famiglia e darsi ad una vita meditativa di ascetismo e celibato se si era seriamente interessati a realizzare il S. Sri Ramana fu interrogato diverse volte su questa usanza, ma egli rifiut sempre di approvarla. Rifiut corentemente di dare ai suoi devoti il permesso di abbandonare le loro responsabilit mondane in favore di una vita meditativa ed insist sempre sul fatto che la realizzazione era egualmente accessibile a tutti, indipendentemente dalle circostanze fisiche. Invece di consigliare la rinucia fisica, egli disse a tutti i suoi devoti che sarebbe stato spiritualmente pi produttivo compiere i loro normali doveri ed obblighi con la consapevolezza che non c'era un io individuale ad eseguire od a accettare la responsabilit degli atti che il corpo eseguiva. Credeva fermamente che l'attitudine mentale avesse sul progresso spirituale un effetto pi grande delle circostanze fisiche e scoraggi costantemente tutti gli interlocutori che sentivano che una manipolazione del loro ambiente, per quanto leggera, sarebbe stata spiritualmente benefica. Gli unici cambiamenti fisici che egli autorizz sempre erano nella dieta. Accettava la prevalente teoria Ind sulla dieta che afferma che il tipo di cibo consumato influenza la quantit e la qualit dei propri pensieri e raccomand una moderata assunzione di cibo vegetariano come il pi utile aiuto alla pratica spirituale. La teoria Ind sulla dieta che Sri Ramana approv classifica i differenti cibi secondo gli stati mentali che inducono: 1* Sattva ( purezza o armonia ). Latticini, frutta, ortaggi e cereali sono considerati cibi sattvici. Una dieta composta in prevalenza da questi prodotti aiuta gli aspiranti spirituali a mantenere la mente tranquilla e quieta. 2* Rajas ( attivit ). I cibi rajasici comprendono la carne, alimenti aromatici e piccanti come il peperoncino rosso, cipolle, l'aglio. L'assunzione di questi cibi produce una mente superattiva. 3* Tamas ( indolenza ). Il cibo putrefatto, stantio o prodotto da un processo di fermentazione ( ad es. l'alcool ) classificato

come tamasico. Il consumo di questi cibi conduce a stati mentali apatici, torpidi, che ostacolano un pensiero chiaro e deciso. D: Avrei intenzione di dimettermi dal lavoro e rimanere costantemente con Sri Bhagavan, R: Bhagavan sempre con te, in te e tu stesso sei Bhagavan. Per realizzarlo non necessario n dimetterti dal tuo impiego, n fuggire di casa. La rinuncia non implica un apparente spogliarsi degli abiti, dei legami famigliari, della casa, ecc., ma la rinuncia ai desideri, agli affetti ed agli attaccamenti. Non c' bisogno di abbandonare il tuo impiego, ma soltanto di abbandonarti a Dio, colui che porta i pesi di tutti. Chi rinuncia ai desideri, in effetti si fonde nel mondo ed espande il suo amore all'intero universo. L'espansione dell'amore e dell'affetto sarebbe di gran lunga migliore della rinuncia per un vero devoto di Dio, poich chi rinuncia ai legami immediati in effetti estende i vincoli dell'affetto e dell'amore ad un mondo pi vasto al di l dei confini di casta, credo e razza. Un sannyasi che apparentemente getta i suoi vestiti ed abbandona la sua casa, non fa questo per avversione nei confronti dei suoi parenti pi stretti, ma a causa dell'espansione del suo amore verso gli altri intorno a lui. Quando giunge questa espansione, non sente di fuggire da casa, ma di caderne come un frutto maturo cade da un albero. Fino ad allora sarebbe una follia lasciare la propria casa ed il proprio impiego. D: Come si pone un grihasta ( capofamiglia ) nello schema di moksha ( liberazione )? Non dovrebbe necessariamente diventare un mendicante al fine di conseguire la liberazione? R: Perch pensi di essere un grihastha? Simili pensieri che sei un sannyasi ( monaco errante ) ti ossessioneranno anche se ti metti a fare il sannyasi. Sia che tu continui nella famiglia o che rinunci ad essa andando nella foresta, la tua mente ti ossessioner. L'ego la sorgente del pensiero. Crea il corpo ed il mondo e ti fa pensare di essere un grihastha. Se rinunci, sostituir solo il pensiero del sannyasa con quello del grihastha e l'ambiente della foresta con quello della famiglia.

Ma gli ostacoli mentali saranno sempre l per te. Addirittura essi aumenteranno in grande misura nei nuovi ambienti. Non un aiuto cambiare l'ambiente. L'unico ostacolo la mente e dev'essere sopraffatta sia nella casa che nella foresta. Se puoi farlo nella foresta, perch non potresti nella casa? Perci, perch cambiare l'ambiente? I tuoi sforzi possono essere fatti perfino ora, qualunque sia l'ambiente. D: E' possibile gioire di samadhi ( consapevolezza della realt ) mentre si occupati nel lavoro mondano? R: Il sentimento Io lavoro l'ostacolo. Chiedi a te stesso Chi lavora? Ricorda chi sei. Allora il lavoro non ti vincoler, proceder automaticamente. Non fare sforzi n per lavorare n per rinunciare; il tuo sforzo che schiavit. Ci che destino che accada accadr. Se non sei destinato a lavorare, il lavoro non pu essere ottenuto nemmeno se lo cerchi. Se sei destinato a lavorare, non sarai in grado di evitarlo e sarai forzato ad impegnarti in esso. Cos, lascia questo al potere pi alto; non puoi rinunciare o trattenere a volont. D: Ieri Bhagavan ha detto che mentre si impegnati nella ricerca di Dio all'interno, il lavoro esterno dovrebbe continuare automaticamente. Nella vita di Sri Chaitanya detto che durante le sue lezioni agli studenti in realt egli stava cercando Krishna all'interno e dimentic completamente il suo corpo continuando a parlare solo di Krishna. Questo fa sorgere il dubbio sul fatto che il lavoro possa essere lasciato a se stesso con sicurezza. Si dovrebbe tenere parte della propria attenzione sul lavoro fisico? R: Il S tutto. Sei separato dal S? O il lavoro pu procedere senza il S? Il S universale cos tutte le azioni continueranno sia che ti sforzi di impegnarti in esse o meno. Il lavoro proceder da solo. Cos Krishna disse ad Arjuna che non aveva bisogno di prendersi il fastidio di uccidere i Kaurava perch erano gi stati uccisi da Dio. Non toccava a lui decidere di agire e preoccuparsene, ma doveva permettere alla sua natura

di eseguire la volont del potere superiore. D: Ma il lavoro pu soffrire se non vi presto attenzione. R: Prestare attenzione al S significa prestare attenzione al lavoro. Poich ti identifichi col corpo pensi che il lavoro venga eseguito da te. Ma il corpo e le sue attivit, incluso quel lavoro, non sono separati dal S. Cosa importa se presti attenzione al lavoro oppure no? Quando cammini da un luogo ad un altro non presti attenzione ai passi che fai, tuttavia dopo un po' ti ritrovi alla tua meta. Guarda come l'attivit del camminare procede senza che tu vi presti attenzione. Lo stesso avviene con gli altri tipi di lavoro. D: Se uno ricorda il S, le sue azioni saranno corrette? R: Dovrebbero. Comunque, una tale persona non interessata al giusto o all'errato delle azioni. Le sue azioni sono di Dio e sono quindi corrette. D: Come pu essere tranquilla la mia mente se devo usarla pi delle altre persone? Voglio andare in solitudine e rinunciare al mio lavoro di direttore. R: No. Puoi restare dove sei e continuare il tuo lavoro. Qual' la forza che vivifica la mente e la mette in grado di fare tutto il suo lavoro? E' il S. Cos quella la reale sorgente della tua attivit. Sii semplicemente consapevole di esso durante il tuo lavoro e non dimenticarlo. Contempla nel fondo della tua mente anche mentre stai lavorando. Per fare ci, non affrettarti, prendi il tuo tempo. Mantieni vivo il ricordo della tua natura reale, anche mentre stai lavorando, ed evita la fretta che ti fa dimenticare. Sii cauto. Pratica la meditazione per tranquillizzare la mente e farla diventare consapevole della sua vera relazione col S che la sostiene. Non immaginare di essere tu a compiere il lavoro. Pensa che a compierlo la forza sottostante. Identificati con quella forza. Se lavori senza fretta, in modo raccolto, il tuo lavoro o servizio non sar un ostacolo. D: Nei primi stadi non sarebbe utile per un uomo cercare la solitudine e abbandonare i suoi doveri esterni nella vita? R: La rinuncia sempre nella mente, non nell'andare nelle foreste

o in luoghi solitari o nell'abbandonare i propri doveri. La cosa principale far s che la mente non si volga all'esterno ma all'interno. In realt non dipende da un uomo che egli vada in questo o in quel luogo o che abbandoni o meno i suoi doveri. Tutti questi eventi avvengono secondo il destino. Tutte le attivit che il corpo deve eseguire sono determinate quando viene al mondo. Non dipende da te accettarle o respingerle. La sola libert che hai di volgere la mente all'interno e l rinunciare alle attivit. D: Ma non possibile che qualcosa sia d'aiuto, specialmente per i principianti, come un recinto attorno ad un giovane albero? Per esempio, non dicono i nostri libri che utile recarsi in pellegrinaggio a templi sacri od ottenere sat-sanga? R: Chi ha detto che non sono utili? Solo che tali cose non dipendono da te, mentre dipende da te volgere la tua mente all'interno. Molte persone desiderano i pellegrinaggi o il sat-sanga di cui parli, ma li ottengono tutte? D: Perch ci viene lasciato solo quel volgerci all'interno e non altre cose esterne? R: Se vuoi andare all'essenziale, devi indagare chi sei e scoprire chi ha la libert o il destino. Chi sei e perch hai ottenuto questo corpo che ha queste limitazioni? D: E' necessaria la solitudine per vichara? R: C' solitudine ovunque. L'individuo sempre solitario. E' suo compito scoprirla all'interno, non cercarla all'esterno. La solitudine nella mente dell'uomo. Si potrebbe essere in mezzo mezzo al mondo e mantenere la serenit di mente. Un tale uomo in solitudine. Un'altro pu stare in una foresta, ma sar incapace di controllare la sua mente. Di un tale uomo non si pu dire che sia in solitudine. La solitudine una funzione della mente. Un uomo attaccato ai desideri non pu ottenere la solitudine ovunque sia, mentre un uomo distaccato sempre solitudine. D: Cos si potrebbe essere impegnati nel lavoro, essere liberi dal desiderio e mantenere la solitudine.

E' cos? R: S. Il lavoro eseguito con attaccamento un impedimento, laddove il lavoro eseguito con distacco non influenza l'agente. Chi lavora in questo modo in solitudine pur lavorando. D: La nostra vita di ogni giorno non compatibile con tali sforzi. R: Perch pensi di essere attivo? Prendi l'esempio grossolano del tuo arrivo qui. Sei partito da casa tua con un carro, hai preso un treno, sei sceso alla stazione, sei salito su un carro e ti sei ritrovato in questo ashram. Quando vieni interrogato dici di aver viaggiato sin qui dalla tua citt. E' vero? Non forse un fatto che sei rimasto dov'eri e che ci sono stati dei movimenti di mezzi di trasporto per tutto il tragitto? Proprio come quei movimenti vengono confusi con i tuoi, cos avviene anche nelle altre attivit. Non sono tue, sono le attivit di Dio. D: Come si pu conseguire la cessazione dell'attivit ( nivritti ) e la pace della mente in mezzo ai doveri famigliari che hanno la natura della costante attivit? R: poich le attivit dell'uomo saggio esistono solo agli occhi degli altri e non per lui, sebbene possa realizzare compiti immensi, in realt non fa nulla. Perci le sue attivit non costituiscono un ostacolo all'inazione e alla pace della mente. In quanto conosce la verit che tutte le attivit avvengono in sua mera presenza e che egli non fa nulla. Quindi rimarr come il testimone silente di tutte le attivit che avvengono. D: E' pi difficile per gli occidentali ritirarsi all'interno? R: S, sono rajasici ( mentalmente superattivi ) e la loro energia va all'esterno. Dobbiamo essere quieti internamente, non dimenticare il S, e quindi potremo procedere esternamente con l'attivit. Un uomo che sta recitando sul palcoscenico una parte femminile dimentica forse di essere un uomo? Allo stesso modo anche noi dobbiamo recitare le nostre parti sul palcoscenico della vita, ma non dobbiamo identificarci con quelle parti. D: Come si fa a rimuovere l'indolenza spirituale degli altri? R: Hai rimosso la tua? Dirigi la tua indagine verso il S. La forza stimolata all'interno di te agir anche sugli altri.

D: Ma come posso aiutare un altro? Nei suoi problemi, nelle sue difficolt? R: Cos' questo parlare di un altro? C' soltanto l'uno. Cerca di realizzare che non ci sono n io, n tu, ma solo il S che tutto. Se credi al problema di un altro, stai credendo a qualcosa all'esterno del S. Lo aiuterai meglio realizzando l'unit di ogni cosa piuttosto che attraverso l'attivit esterna. D: Appovi la continenza sessuale? R: Un vero brahmachari ( celibe ) uno che dimora in Brahman. Allora non c' pi alcun problema di desideri. D: Nell'ashram di Sri Aurobindo c' una rigida regola in base alla quale le coppie sposate hanno il permesso di vivere l solo a condizione che non abbiano rapporti sessuali. R: Qual' l'utilit di ci? Se esiste nella mente, qual' l'utilit di forzare le persone ad astenersi? D: Il matrimonio un ostacolo al progresso spirituale? R: La vita familiare non un ostacolo, ma il capofamiglia deve fare del suo meglio per praticare l'autocontrollo. Se un uomo ha un forte desiderio per una vita pi elevata, allora la tendenza sessuale cesser. Quando la mente viene distrutta, vengono distrutti anche gli altri desideri. D: Ho commesso peccato sessuale. R: Anche se l'hai commesso, non ha importanza finch non pensi in seguito di averlo fatto. Il S non consapevole di alcun peccato e la rinuncia al sesso interna, non semplicemente del corpo soltanto. D: Alla vista del seno di una giovane vicina sono spesso tentato di commettere adulterio con lei, Cosa dovrei fare? R: Tu sei sempre puro. Sono i tuoi sensi ed il corpo che ti tentano e che confondi col tuo S reale. Cos, innanzitutto, conosci chi viene tentato e chi il tentatore. Ma anche se commetti adulterio, non pensarci dopo, perch tu sei sempre puro. Tu non sei il peccatore. D: Come possiamo sradicare la nostra idea sessuale? R: Sradicando la falsa idea che il corpo sia il S.

Non c' sesso nel S. Sii il S ed allora non avrai problemi sessuali. D: Il digiuno pu curare il desiderio sessuale? R: S, ma temporaneo. Il digiuno mentale l'aiuto reale. Il digiuno non un fine in se stesso. Deve esserci un parallelo sviluppo spirituale. Il completo digiuno rende la mente troppo debole. La ricerca spirituale dev'essere mantenuta durante un digiuno per averne un beneficio spirituale. D: Si pu progredire spiritualmente digiunando? R: Il digiuno dovrebbe essere principalmente mentale ( astensione dai pensieri ). La semplice astinenza dal cibo non porter alcun beneficio e inoltre sconvolger la mente. Lo sviluppo spirituale verr invece regolando il cibo. Ma se durante un digiuno di un mese viene mantenuta la visione spirituale, allora dopo circa dieci giorni dalla rottura del digiuno ( se viene interrotto correttamente e viene seguito da un modo di cibarsi giudizioso ), la mente diventer pura e stabile e rimarr tale. Nei primi giorni dopo il mio arrivo qui, avevo gli occhi chiusi ed ero assorbito in meditazione cos profondamente che sapevo a malapena se era giorno o notte. Non mangiavo n dormivo. Quando c' movimento del corpo, si ha bisogno di cibo. Se si mangia, si ha bisogno di dormire. Se non c' movimento, non c' bisogno di sonno. Pochissimo cibo sufficiente a sostenere la vita. Quella era la mia esperienza. Uno o l'altro erano soliti offrirmi un bicchiere pieno di qualche nutrimento liquido ogni volta che aprivo gli occhi. Quello era tutto ci che mangiavo. Ma ricorda una cosa: tranne quando si assorbiti in uno stato dove la mente senza moto, non possibile abbandonare completamente il sonno o il cibo. Quando il corpo e la mente sono impegnate nelle ordinarie occupazioni della vita, se abbandoni il cibo ed il sonno il corpo vacilla. Ci sono diverse teorie riguardanti quanto un sadhaka dovrebbe mangiare e quanto dovrebbe dormire. Qualcuno dice che salutare coricarsi alle dieci di sera e svegliarsi alle due

del mattino. Ci significa che quattro ore di sonno sono sufficienti. Altri dicono che quattro ore di sonno non sono sufficienti, ma che dovrebbero essere sei. Ci significa che il sonno ed il cibo non dovrebbero essere in eccesso. Se vuoi abbandonarli entrambi completamente, la tua mente sar sempre diretta verso di essi. Perci il sadhaka dovrebbe fare ogni cosa con moderazione. Non c' danno nel mangiare tre o quattro volte al giorno. Soltanto non dire: Voglio questo tipo di cibo e non quell'altro. Inoltre, prendi questi pasti durante dodici ore di veglia, mentre in dodici ore di sonno non mangi. Il sonno ti conduce a mukti? E' errato supporre che la semplice inattivit conduca a mukti. D: Cosa ci puoi dire sulla dieta? R: Il cibo influenza la mente. Per la pratica di qualunque tipo di yoga assolutamente necessaria una dieta vegetariana poich rende la mente pi sattvica ( pura ed armoniosa ). D: Si pu ricevere l'illuminazione spirituale pur mangiando carne? R: S, ma abbandonala gradualmente ed abituati a cibi sattvici. Comunque, una volta che hai conseguito l'illuminazione far meno differenza ci che mangi, come privo di importanza quale combustibile viene aggiunto su un grande fuoco. D: Noi Europei siamo abituati ad una particolare fede ed un cambiamento di dieta influenza la salute ed indebolisce la mente. Non necessario conservare la propria salute fisica? R: Sicuramente necessario. Pi debole il corpo, pi forte diventa la mente. D: In assenza della nostra dieta abituale, la nostra salute soffre e la mente perde forza. R: Cosa intende con la forza di mente? D: Il potere di eliminare l'attaccamento mondano. R: La qualit del cibo influenza la mente. La mente si nutre del cibo consumato. D: Davvero? Allora gli Europei come possono adattarsi unicamente a cibo sattvico? R: L'abitudine solo un adattamento all'ambiente. E' la mente che

conta. Il fatto che la mente stata addestrata a considerare certi cibi gustosi e buoni. La sostanza del cibo si ricava egualmente bene sia nella dieta vegetariana che in quella non vegetariana. Ma la mente desiderai il cibo al quale si abituata e che considera gustoso. D: Ci sono restrizioni per l'uomo realizzato riguardo al cibo? R: No. Egli stabile e non influenzato dal cibo che ingerisce. D: Per preparare una dieta a base di carne non equivale a sopprimere una vita? R: Ahimsa ( non violenza ) in testa al codice di disciplina per gli yogi. D: Anche le piante hanno vita. R: Come pure le pietre su cui ti siedi! D: Possiamo abituarci gradualmente al cibo vegetariano? R: S. Quello il modo. D: E' innoquo continuare a fumare? R: No, poich il tabacco un veleno. E' meglio farne a meno. E' bene che tu abbia smesso di fumare. Gli uomini sono resi schiavi dal tabacco e non riescono a rinunciarvi. Ma il tabacco d solo una stimolazione temporanea alla quale deve seguire una reazione che si risolve nel desiderarne ancora. Non benefico nemmeno per la pratica della meditazione. D: Raccomandi che la carne e gli alcoolici siano abbandonati? R: E' consigliabile abbandonarli perch questa astensione costituisce un valido aiuto per il principiante. La difficolt nell'abbandonarli non sorge perch siano realmente necessari, ma semplicemente perch ci siamo abituati ad esse per costume e abitudine. D: Parlando in generale, quali sono le regole di condotta che un aspirante dovrebbe seguire? R: Moderazione nel cibo, moderazione nel sonno e moderazione nel parlare.

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