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Mahatma Gandhi

Biografia, Matteo Pecoraro


Mohandas Karamchand Gandhi, detto anche il
Mahatma (ossia la Grande Anima) è stato un
politico indiano e leader del movimento per la
libertà e l’indipendenza dell’India, nonché il
fondatore della nonviolenza, un metodo di lotta
politica che rifiuta ogni atto di violenza. Gandhi
nacque il 2 ottobre del 1869 a Porbandar, in India. A
soli 12 anni Gandhi si sposa, con un matrimonio
combinato induista, con Kastürbā Gāndhi, anche lei
di 12 anni, e da cui avrà 4 figli maschi; tuttavia in
seguito Gandhi lotterà spesso contro l’usanza dei
matrimoni tra bambini. Gandhi studiò nelle
università di Ahmedabad e di Londra, si laureò in
giurisprudenza e per un breve periodo esercitò
l’avvocatura a Bombay. Nelle ultime generazioni la
sua famiglia ricoprì alcune cariche importanti nelle
corti del Kathiawar, I Gandhi appartenevano cioè ad
una setta induista con particolare devozione per
Vishnù.
La sua Vita tra il 19esimo e 20esimo secolo
Gandhi visse dal 1893 al 1914 in Sudafrica
prendendo coscienza delle condizioni di vita nel
paese e lottò contro le discriminazioni razziali. Il
Mahatma si batté per il riconoscimento dei diritti
dei suoi compatrioti e dal 1906 lanciò, a livello di
massa, il suo metodo di lotta basato sulla
nonviolenza, denominato anche Satyagraha:
una forma di non-collaborazione radicale con il
governo britannico, concepita come mezzo di
pressione di massa. Con l’inizio della prima guerra
mondiale Gandhi torna in India e in seguito ad
uno sciopero venne arrestato. Il 13 aprile 1919 ad
Amristar il generale Reginald Dyer ordinò alle
truppe di aprire il fuoco sulla folla che assisteva ad
un comizio in un’angusta piazzetta della città,
causando più di 1500 tra morti e feriti.
Da questo episodio Gandhi divenne l’anima del
movimento di resistenza che praticava una duplice
tattica:

• 1) la non partecipazione ai prestiti, boicottaggio dei tribunali e


delle scuole statali, rifiuto di ricoprire cariche civili o militari;
• 2) La propaganda dello Swadeshi (indipendenza economica da
qualsiasi forma di sfruttamento del prossimo e di costrizione),
rivendicazione dell’indipendenza nazionale.
Dal 1930
Nel 1930 prese l'iniziativa di un nuovo movimento di resistenza
antibritannica; per tre volte incarcerato (1932-1933), effettuò il suo
primo sciopero della fame. Ritiratosi dal 1934 al 1939 dalla vita
politica, vi ritornò per imporre alla presidenza del partito
indipendentista un suo seguace, Rajendra Prasad. Liberato per
l'ultima volta nel 1944, dopo due anni di carcere e un lungo sciopero
della fame, partecipò ai negoziati che si conclusero con la
proclamazione dell'indipendenza dell'India: il 15 agosto 1947.
Tuttavia, Gandhi vive questo momento con dolore, pregando e
digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati - India e
Pakistan - la cui creazione sancisce la separazione fra indù e
musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine
del 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi
La Morte
L’atteggiamento sul problema della divisione del paese
non piacque a un fanatico indù di nome Nathuram
Godse che uccise Il Mahatma il 30 gennaio 1948, durante
un incontro di preghiera. La sua dottrina etico-politica,
fondata sul valore spirituale del lavoro domestico e sulla
nonviolenza, fu ispirata alla religione giainica.
Lo stile di vita
Gandhi condusse una vita semplice, simile a quella monastica, dando esempio
di umiltà e rispetto per tutti, perciò era visto quasi come un eremita. riteneva,
che la vera fonte della forza nell'uomo fosse l'anima, non il corpo. 

I capisaldi del suo stile di vita sono quattro:


Il silenzio Povertà

Il digiuno La Castità
1. Il silenzio
Gandhi sosteneva che il silenzio gli permettesse di purificare la
propria anima, vi dedicava un giorno a settimana e; in quelle
giornate, comunicava con gli altri attraverso bigliettini di
carta. 
Oltre al rumore, anche le notizie da tutto il mondo disturbavano
il suo stato di pace interiore, gettandolo nella confusione, per
questo smise di leggere quotidiani per circa tre anni e
mezzo. 

"La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare


ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli
altri dicono e fanno." -Mahatma Gandhi
2. La povertà
 L'aparigraha, non possesso: si tratta della concezione su
cui si basa lo stile di vita del grande Mahatma.
 Il khandi come abito di stoffa filata a mano, attraverso il
charka; contro il mercato inglese.
Diventa simbolo della lotta non violenta indiana e Bandiera
dell'uguaglianza per cui Gandhi aveva lottato nel corso della indiana attuale
sua vita.
 Il charka assunse tanta importanza da entrare a far parte
della bandiera quando l'India ottenne l'indipendenza, nel
1947.

Bandiera del
Congresso
Nazionale
3. La castità
Gandhi decise di diventare casto all'età di trentasei anni,
pronunciando i voti del brahmacharya, sebbene sposato. 
Tuttavia questo è un tema abbastanza controverso a causa
del rapporto che aveva con un architetto ebreo conosciuto in
Africa di nome Hermann Kallenbach, che lo seguì in diversi
momenti molto importanti della sua vita.
Kallenbach costruì inoltre, presso Johannesburg una villa
dove vissero insieme fino al 1909, oggi parte del patrimonio
storico di Johannesburg. Nel 2009 fu acquistata dalla società
La
di viaggi francese Voyageurs du Monde, con il disappunto del Satyagraha
governo indiano che voleva acquisirla come un monumento
nazionale indiano. House o
Gandhi
House
4. Il digiuno
Gandhi praticava spesso il digiuno ritenendo che fosse un
ottimo mezzo per distaccarsi dalla natura materiale del
corpo e controllare meglio i propri sensi.
Il digiuno venne utilizzato anche come arma politica,
attraverso lo sciopero della fame. 

Il digiuno non è destinato ad agire sul cuore, ma sull’anima degli


altri, ed è per questo che il suo effetto non è temporaneo ma
duraturo
La concezione della società
Gandhi non si dilungò molto sulla struttura che avrebbe dovuto avere la società
indiana secondo il suo pensiero filosofico, ma era ispirato dalla visione di una
futura società indiana di stampo che potremmo definire socialista, basata
sull'agricoltura e sull'artigianato tradizionali.
Una società armonica e che tiene alla sua sopravvivenza deve rifuggire dalle sette
cose che possono distruggerla: 
1. Ricchezza senza lavoro                  7.  Politica senza principi              
2. Piacere senza coscienza
3. Conoscenza senza carattere
4. Commercio senza moralità
5. Scienza senza umanità
6. Religione senza sacrificio
La concezione della società
Ma pensava che il popolo indiano dovesse vivere condividendo le risorse della terra,
senza utilizzare il moderno apparato industriale, organizzato in una serie di
villaggi autogovernati in cui l'ordine era retto da brigate non violente e che
commerciavano tra loro per ottenere i beni necessari per la sussistenza.
Gandhi era contro l'educazione convenzionale: credeva che i bambini apprendessero
meglio dai genitori e dalla società piuttosto che dalle scuole. In Sudafrica,
insieme con degli anziani, formò un gruppo di insegnanti.

«Il capitale non è malvagio in sé; è il suo uso


sbagliato che è malvagio. Il capitale, in una forma o
un'altra, sarà sempre necessario.»
Metodo di Gandhi oggi

Proteste in Russia

Protesta dei gilet gialli Protesta ambientalista


Metodo pacifista oggi

Benefici delle proteste


pacifiche

Nei paesi liberali, nei quali il


dissenso può essere
espresso, il principio
formulato dal filosofo Karl
Popper porta innumerevoli
benefici rispetto a paesi con
forti regimi in vigore, ciò è
evidente nella questione
ambientale
Metodi a confronto ● Riscontro politico
● Danni
● Ascolto mediatico

Gilet/foulard rossi Gilet gialli


In Russia le rivolte pacifiche
Dove il pacifismo fallisce hanno generato ad oggi
11.000 arresti e nessun
successo, accade quando
alla rivolta pacifica si
risponde con la violenza

Rivolte in Russia Rivolte Kazakistan

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