RIANIMAZIONE
Epidemiologia
Numerosi studi epidemiologici hanno
dimostrato come la presenza di
malnutrizione calorico-proteica nel
paziente ospedalizzato spesso si associa a:
morbilità e mortalità
aumento della durata della degenza
ospedaliera e dei costi sanitari
Definizione di malnutrizione
Secondo la definizione del “Council on
food and nutrion, American Medical
Association” il termine malnutrizione
indica
“stato di alterazione funzionale, strutturale e
di sviluppo dell’organismo, conseguente
alla discrepanza tra fabbisogni nutrizionali
specifici ed introito o utilizzazione dei
nutrienti essenziali”
Uno stato di malnutrizione
Uno stato
risulta essere di malnutrizione
una situazione molto pericolosa
per il paziente e più in particolare
risulta essere una situazione
per il paziente critico molto
in cui si presentapericolosa
con notevole frequenza
ed è uno dei fattori determinanti per la prognosi
per il paziente e più in particolare per il
paziente critico.
La denutrizione nel paziente critico
riconosce molteplici motivi:
febbre postoperatorio
ustioni
Dal punto di vista quantitativo
il fabbisogno calorico basale è mediamente 30-40 kcal/m ²/h
2.700 kcal/die
(soggetto adulto normale, mediamente 70 Kg, a riposo, e a
digiuno)
Bilancio azotato
Creatinuria nelle 24 ore
Albuminemia
Transferrinemia
Analisi della composizione corporea
Bilancio Azotato (B.A.)
SEVERO 15 gr. N
Creatinuria nelle 24 ore
Portare il paziente da
una fase catabolica Ad una fase anabolica
Tipi di nutrizione artificiale
PARENTERALE (consistente in infusione
di soluzioni di nutrienti in vena centrale o
periferica)
Politrauma REEx1,35
• glucosio
• lipidi
• aminoacidi
Complicanze metaboliche secondarie
all’apporto di glucosio
La più frequente complicanza di questo tipo è
l’iperglicemia che si verifica nei primi giorni di
alimentazione parenterale o subito dopo un’
“aggressione” La principale causa dell’iperglicemia
in corso di NPT è la somministrazione di glucosio a
velocità o in quantità eccessiva. Alcune circostanze
però la favoriscono come il diabete mellito, le
infezioni e l’uso di corticosteroidi
Nei casi più estremi si può giungere a glicosuria con
diuresi osmotica, disidratazione e coma
iperosmolare
Queste complicanze devono esser prevenute
aumentando progressivamente le quantità di
glucosio somministrate con un flusso regolare,
ripartito nelle 24h, sull’utilizzo di insulina e
monitorando regolarmente la glicosuria e la
glicemia
Una sospensione brusca
dell’infusione può causare al
contrario ipoglicemia, che si
manifesta con letargia fino al coma
• facilità di utilizzo
• grande efficacia
• buona tollerabilità
Vantaggi della nutrizione enterale
A) Consente di mantenere l’integrità strutturale e
funzionale dell’intestino, con lo sviluppo
funzionale e del numero dei villi.
Questo fatto è probabilmente dovuto al miglior
equilibrio ormonale che sarebbe responsabile
della tolleranza dell’alimentazione enterale.
La secrezione dei gastrina, infatti, svolge un
ruolo trofico sulla mucosa gastrointestinale.
B) La risposta insulinica è maggiore che
•silicone
• PVC
• cloruro di polivinile
• poliuretano
Le sonde siliconate di diametro più piccolo
sembrano meglio tollerate delle comuni sonde in
polietilene che pur essendo di facile collocazione
espongono il paziente ad un alto rischio di
reflusso gastro-esofageo e ad esofagiti
Le sonde in poliuretano hanno il vantaggio di
non modificare la propria elasticità con la
temperatura
La miglior soluzione è rappresentata oggi
dall’utilizzo di sonde in elastomero di silicone,
sostanza ben tollerata dalla mucosa esofagea e
gastrica
La posizione della sonda deve esser
sempre controllata con una
radiografia, iniettando qualche
millilitro di prodotto di contrasto se la
sonda stessa non è radiopaca.
La verifica della pervietà della sonda
deve esser praticata più volte nella
giornata e la sostituzione deve
avvenire settimanalmente.
Alimentazione con sonda naso-
duodenale
Alcune sonde zavorrate di diametro molto piccolo
permettono un accesso diretto al duodeno e sono
di particolare interesse nel caso debba essere
attuata una nutrizione a lungo termine
Non di meno la loro collocazione si rivela difficile
Durante un intervento chirurgico addominale la
collocazione perioperatoria di una sonda naso-
duodenale si rivela utile
Alimentazione mediante digiuno-stomia
Le vie di accesso tramite stomia sono più
facilmente adottate in seguito ad intervento
chirurgico
Questo tipo di alimentazione ha riguadagnato
interesse dopo un periodo in cui era stata
abbandonata, periodo in cui la digiunostomia non
possedeva che poche indicazioni limitate ad
alcuni problemi chirurgici (gastrectomia totale,
pancreatite acuta…)
Accanto alla tecnica classica “alla Witzel”, la
digiunostomia “di minima”, mediante un
catetere sottile a tragitto intraparietale,
sembra particolarmente interessante
Un caso particolare è costituito dalle fistole
digestive alte, in cui il chimo raccolto viene
reiniettato attraverso l’apertura a valle
assieme o senza miscela nutritizia
Miscele nutritizie
Esistono numerosi tipi di miscele nutritizie
in grado di fornire l’apporto energetico in
glucidi e lipidi, l’apporto plastico in
proteine e coprire contemporaneamente il
fabbisogno idro-elettrolitico in vitamine e
oligoelementi
La composizione delle diete deve essere
adattata alla patologia primaria del
paziente e alle eventuali complicanze
Caratteristiche fisico-chimiche ed
energetiche delle diete
Per attuare un giusto protocollo dietologico, di
ogni dieta è necessario conoscere:
• osmolarità: deve esser il più possibile vicina a
quella fisiologica
I problemi di intolleranza sopraggiungono a valori
di 800 mOsm/l. L’osmolarità richiesta per le varie
miscele nutritive deve oscillare tra 250 e 650
mOsm/l
•viscosità: deve esser contenuta tra 3 ed 8
centopoises, solo in casi di diarrea si possono
raggiungere i valori di 13 cp
• pH: tra 7 e 7.6
• temperatura: ambientale
• concentrazione: per una renutrizione gastrica
si inizia con il 15-20% aumentando
progressivamente con gradualità
• rapportocalorie/ml: 1
La tollerabilità del prodotto a parità di calorie è
tanto maggiore quanto minore è la velocità di
flusso. Co n calorie e velocità idrali per un dato
paziente la tollerabilità è strettamente correlata
alla osmolarità endoluminale
Tipi di dieta
Le diete enterali si distinguono in:
Somministrazione discontinua
Somministrazione a flusso lento continuo
Somministrazione discontinua