Anestesia e Rianimazione Prof.ssa La Camera La convinzione che la buona alimentazione sia essenziale per i malati risiede nella cultura popolare sin dai tempi remoti, ma bisogna arrivare agli anni ’50 per acquisire una conoscenza della fisiopatologia del metabolismo energetico che allo stato attuale, sta alla base razionale di ogni protocollo nutrizionale. Nel paziente critico il decorso clinico è ampiamente influenzato dallo stato nutrizionale, la cui valutazione ricopre un ruolo essenziale.
La valutazione degli stati di denutrizione soprattutto nel
paziente critico, da possibilità di correggere questo fattore di rischio al fine di ridurre le infezioni, la morbilità e la mortalità. La denutrizione del paziente critico riconosce molteplici motivi:
Un eventuale precedente denutrizione
La risposta catabolica allo stress
La perdita di sostanze azotate
L’introduzione di una adeguata semeiotica nutrizionale ha lo scopo di adeguare il tipo e l’entità dell’intervento alle necessità del paziente.
Molti sono i parametri clinico-biologici proposti
per la valutazione dello stato nutrizionale. Alcuni sono facilmente utilizzabili nella pratica clinica, altri sono riservati alla ricerca. L’esame obiettivo risulta indubbiamente utile e comprende il controllo dell’aspetto generale,della cute e degli annessi , anche se questi segni sono spesso difficilmente rilevabili e valutabili. Gli indici antropometrici consentono di ottenere dati quantitativi utili per documentare nel tempo variazione dello stato nutrizionale. Le misurazioni più frequentemente utilizzate sono : Peso corporeo
Statura
Circonferenza diametri corporei
Pliche cutanee misurate in diverse zone
Questi indici presentano però più fattori di imprecisione se impiegati in pazienti critici per le difficoltà tecniche e operative e le rapide fluttuazione dell’idratazione. La ricerca dei parametri immunologici consente di mettere in evidenza modificazioni dello stato immunitario tipico dei pazienti manutriti. Le variazioni nelle concentrazioni di sostanze chimiche nei tessuti e liquidi biologici e/o la comparsa di metaboliti specifici possono evidenziare un grado di malnutrizione ancora reversibile. Tutti questi parametri, sino ora menzionati, offrono dei dati indicativi sullo stato nutrizionale, ma non riflettono correttamente le condizioni dei vari compartimenti corporei quale si può ottenere con l’analisi dell’ impedenza bioelettrica. Nella valutazione dello stato nutrizionale allo scopo di mantenere i pazienti per quanto possibile in equilibrio azotato, un posto importante e ricoperto dalla determinazione: Bilancio azotato
Creatinuria nelle 24 ore
Albuminemia
Transferinemia
Analisi della composizione corporea.
Bilancio Azotato (B.A.)
Per valutarlo si utilizza il calcolo dell’azoto urinario
totale.
Il B.A. si ottiene per differenza fra l’azoto
introdotto(gr.di proteine somministrate / 6.25) e l’azoto eliminato (perdite azotate comprensive della perdita azotata urinaria e della perdita azotata con le feci, pelle, capelli, unghie) calcolato secondo Lee:
Urea urinaria x (g/24h) x 0.56
La seguente tabella evidenzia il grado di denutrizione
MODESTO 5-10 gr. N
MODERATO 10-15 gr.N
SEVERO 15 gr. N Creatinuria nelle 24 ore
La determinazione deve essere effettuata sulla
raccolta delle urine delle 24 ore ed eseguita per 3 gg consecutivi, solo in tal modo aumenta il grado di correlazione tra l’escrezione urinarie di creatinina e massa muscolare. Uomini Donne Altezza Creat. Altezza Creat. La creatinuria 157.5 1288 147.3 830 viene 162.6 1359 152.4 875 espressa in 167.6 1426 157.5 925 rapporto al 172.7 1513 162.6 977
peso e 177.8 1596 167.6 1044
180.3 1462 170.2 1076 all’altezza del 182.9 1691 172.7 1109 paziente 185.4 1739 175.3 1141 188.0 1785 177.8 1174 190.5 1831 180.3 1206 L’escrezione urinaria nelle 24 ore, a rene integro e relativamente costante ed è in rapporto alla massa muscolare.
La creatinuria del soggetto in esame rapportato
al volume ideale x 100 esprime l’indice creatinina altezza i cui valori normali sono: Uomini 8.5/cm /24 h
Donne 5.8/cm/24h Albumina (Alb)
L’albumina è segno tardivo della crenza
proteica in quanto il deficit albuminico si rende manifesto solo quando il pool corporeo totale si riduce ad 1/3 del suo volume totale; inoltre l’Alb ha una lunga emivita(20 gg). Transferrina (TRF)
La TRF è un segno più precoce e più
specifico di carenza proteica (range di riferimento 200-400 mg/die). Un elevato valore prognostico è determinato dalla diminuzione contemporanea dell’alb e della Tf. Analisi della composizione corporea tramite impedenza bioelettrica (B.I.A.)
La B.I.A. valuta resistenza e reattanza
dell’organismo al passaggio di un impulso elettrico. Poiché il tessuto magro ha una resistenza elettrica notevolmente inferiore a quella del grasso e la reattanza è collegata alla presenza di membrane cellulari, che si comportano come condensatori, in base ai dati B.I.A. e teoricamente possibile quantificare le dimensioni dei diversi settori corporei. L’analisi è : Semplice
Non invasiva
Eseguibile al letto del paziente
Ripetibile
Economica
Queste caratteristiche la rendono
particolarmente adatta per valutazioni routinarie della composizione corporea. Fabbisogno Energetico (FE)paziente critico
Il FE del paziente critico dipende da:
Pregresse condizioni nutrizionali Pregresse condizioni metaboliche Tipo di patologia sopragiunta Entità della reazione al trauma
L’equilibrio fra apporto e fabbisogno è
fondamentale per una corretta condotta rianimatoria nutrizionale. Il FE generalmente e desunto dalla determinazione dal metabolismo basale (MB) e dalla stima del B.A.
Il MB viene calcolato mediante calorimetria
indiretta basata sul consumo di O2 e produzione di CO2, a tale valore si arriva applicando delle formule in cui vengono utilizzati parametri (peso, età ,sesso) la più usata fra queste è quella di Harris e Benedict. Tale formule si basano su valori estrapolati da soggetti sani senza tenere conto delle problematiche fisiopatologiche dei pazienti critici, quali le alterazioni dello stato di coscienza e l’adozione di pratiche terapeutiche particolari (V.A.M. e sedazione) che pongono questi pazienti in uno status diverso dai soggetti su cui si basano le formule predette. A tale proposito sono stati effettuati numerosi studi per le differenze tra il dispendio energetico derivante dall’applicazione delle formule (BME) e il dispendio energetico realmente misurato (REE) è risultato infatti che il rapporto REE/BME è 1.12 +/- 0.15 a dimostrazione di una differenza media del 12% con un margine di variazione tra -35% e +45%. Questa differenza è superiore a quella trovata in altri studi riguardanti i pazienti in VAM in cui i valori compresi solo tra 4.6% e 3.8%. Alla luce di questi risultati l’apporto calorico al paziente critico è stato calcolato con il valore del M.B. derivato dalle formule (BME) moltiplicato per il coefficiente di stress fissato ad un valore di 1.5. In maniera più mirata ai valori del MB si aggiunge un incremento percentuale a seconda delle condizioni patologiche : post-operatorio = 5-15%
Politrauma = 30-55%
Gravi infezioni = 25-50%
L’aumento del FE è il rapporto all’entità
della patologia e può oscillare dal 10- 100% con valore medio del 50-60%. Nell’insufficienza respiratoria acuta scompensata è necessario limitare l’apporto calorico proteico in quanto l’aumento del consumo di O2 e della produzione di CO2 potrebbe peggiorare la funzione respiratorio. Infatti il quoziente respiratorio che esprime il rapporto tra VCO2 eliminato e volume di O2 utilizzato varia a seconda del nutriente utilizzato, per i glucidi è uguale a 1 per i lipidi è 0.70, per i protidi, di cui è variabile la struttura chimica, è stato stabilito in via indiretta un valore medio di 0.80. La valutazione del B.A. ci permette di dividere i pazienti in 3 classi:
Con catabolismo proteico lieve
Con catabolismo proteico moderato Con catabolismo proteico grave.
In assenza di alterazioni di organi e apparati, il
fabbisogno giornaliero di energia deve corrispondere 120-140% del FE reale del paziente.
Bisogna suddividere una quota di cal/Kg/die non
superiore a 45-50. L’apporto di N deve essere : 0.25 nel catabolismo lieve 0.4 nel catabolismo medio-grave
Il rapporto fra il fabbisogno di calorie non
proteiche per grammi di N varia a secondo del tipo del catabolismo: Lieve 150-180 cal/Kg/die Medio 110-130 cal/Kg/die Grave 80-100 cal/Kg/die In definitiva quindi per impostare un corretto apporto nutrizionale nei pazienti critici è necessario prendere in esame alcuni parametri: Fabbisogno giornaliero di energia totale
Fabbisogno giornaliero di K/cal
Origine delle calorie fornite
Fabbisogno giornaliero di N x Kg in peso in gr.
Fabbisogno di calorie non proteiche per ogni
gr. di N Suddivisione delle calorie non proteiche in glucidi e lipidi Nonostante un accurato monitoraggio di importanti paramentri è possibile incorrere in complicanza metaboliche in corso di nutrizione artificiale. Un assiduo riscontro clinico, affiancato ai rilievi biologici al fine di controllare e ottimizzare il trattamento nutrizionale non sempre è sufficiente ad evitare complicanze metaboliche per i molteplici fattori che interferiscono nel paziente critico.
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