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Quarantanni fa port la Cina dentro lOccidente E oggi che la Storia gli ha dato ragione
Henry Kissinger confessa: LAmerica non ha ancora capito
Allinterno
La copertina
La recensione
Intervista al Doctor K
FOTO MICHELINE PELLETIER/CORBIS
Lintervista
La lirica
Lattualit
FEDERICO RAMPINI
VITTORIO ZUCCONI
NEW YORK
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ei pensa che sono indulgente nel giudizio su Mao Zedong? Troppo positivo su Zhou Enlai?. Chi lo avrebbe mai detto: Henry Kissinger, che ha frequentato con una familiarit unica al mondo i padri fondatori della Repubblica Popolare cinese, scoprendone i vizi e i tic pi intimi, legge con attenzione maniacale le recensioni del proprio libro, Cina. Sente il bisogno di giustificarsi, ribatte con puntiglio. Ecco davanti a me comunque lo si giudichi secondo criteri politici o etici un vero gigante della Storia. C chi contest il suo Nobel per la pace, e lo considera responsabile di crimini contro lumanit, per il ruolo che gli viene attribuito nei bombardamenti della Cambogia (1970), o nel golpe contro Salvador Allende in Cile (1973). Ma col passare degli anni, nella sua straordinaria influenza sulle relazioni internazionali il capitolo che simpone su tutti lapertura alla Cina. (segue nelle pagine successive)
erdutamente innamorato di se stesso eppure tormentato dallinsicurezza del bambino ebreo bastonato nella Germania nazista, Heinz Alfred Kissinger Henry per la Storia fu il geniale stratega barbaro chiamato a difesa dellimpero americano traballante, nel suo massimo e ultimo fulgore. Ormai quasi novantenne del 1923 eppure sempre evasivo, reticente e vanitosamente bugiardo nel raccontarsi, Kissinger stato quello che il germanico Flavio Stilicho Stilicone fu per la Roma vacillante del Quinto secolo. Il generale convertito alla causa che riesce a puntellare, e prolungare, lesistenza di un mondo che sta crollando. Nessun altro uomo nella storia americana ebbe tanto potere e prestigio senza essere stato eletto a nessun incarico. Super K, come venne soprannominato allinizio dei Settanta, in coincidenza con il collasso dellautorit politica incarnata dal suo protettore e succube Richard Nixon, non fece ma fu la politica estera Usa per almeno otto anni, dal 1969 al 1977. (segue nelle pagine successive)
Il libro
Repubblica Nazionale
LA DOMENICA
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La copertina
Intervista a Kissinger
FEDERICO RAMPINI
(segue dalla copertina) on esagerato affermarlo: il mondo in cui viviamo, questa economia globale plasmata dallirruzione del colosso asiatico, porta le inconfondibili impronte digitali di Doctor Kissinger. Doctor, il titolo con cui tutti lo chiamano, anche oggi nello staff di specialisti che lavorano per lui al 350 di Park Avenue, presso la Kissinger Associates, societ di consulenza geostrategica che annovera tra i clienti molti governi (quasi sempre anonimi: Kissinger rinunci a presiedere la commissione dinchiesta sull11 settembre, quando gli fu chiesto di divulgare i nomi dei suoi clienti onde evitare conflitti dinteressi). Doctor, il titolo che in America distingue chi ha completato liter accademico del Ph.D. Per Kissinger la dimensione dello studioso sempre stata essenziale. uno strumento per sovrastare i suoi interlocutori inclusi otto presidenti degli Stati Uniti con una potenza di fuoco intellettuale soverchiante. Nato 88 anni fa in Baviera, in una famiglia di ebrei tedeschi fuggiti dalle persecuzioni naziste nel 1938 e rifugiati a New York, nella sua seconda patria Kissinger stato anzitutto uno studioso deccezione: Harvard, e una serie di opere memorabili sugli equilibri politico-diplomatici nellEuropa di Metternich. La sua carriera governativa in senso stretto durata solo otto anni, dal 1969 al 1977, come segretario di Stato di Richard Nixon e Gerald Ford. Anni memorabili, certo, perch coincisero con lapice e poi la fine della guerra del Vietnam, lavvio della politica di distensione con lUrss, la guerra del Kippur e i due shock petroliferi. Ma il capolavoro di Kissinger, il dialogo-alleanza con la Cina comunista di Mao, ha fatto s che la sua influenza si sia estesa ben oltre le Amministrazioni Nixon e Ford. Tutti i presidenti successivi, incluso Obama, hanno consultato Kissinger prima e dopo ogni summit con un presidente cinese. E a Pechino, tre generazioni di leader da Deng Xiaoping a Jiang Zemin a Hu Jintao hanno continuato a ricevere Kissinger come un plenipotenziario ombra. Lo ha visto di recente il leader in pectore, il futuro presidente Xi Jinping. Quando mi accoglie nel suo studio newyorchese, questa longevit della sua influenza sullasse WashingtonPechino il primo tema della nostra conversazione. S osserva Kissinger questo il capitolo della politica estera americana dove c pi continuit. Si sono succedute otto amministrazioni, senza discostarsi veramente da quellindirizzo. Allinizio dei loro mandati, solo Reagan e Clinton provarono a cambiare qualcosa nella politica verso la Cina, ma poi rientrarono nella continuit. La mia eredit principale? il riconoscimento dellimportanza di un riavvicinamento tra America e Cina, di una politica diretta alla cooperazione. Oggi tante cose ci sembrano scontate: non dico le favole di un G2, un direttorio sino-americano per governare il mondo, ma semplicemente lintensit dei rapporti bilaterali, il credito cinese che finanzia il Tesoro di Washington, le cordialit che Obama e Hu Jintao si scambiano in questi giorni nei vertici Apec e Asean da Honolulu a Bali; tutto ci era impensabile quando la Cina di Mao era un impero del Male. Kissinger colse il momento per una mossa tattica vincente profitt dello scisma comunista tra Pechino e Mosca per alterare i rapporti di forze nella Guerra fredda. Cos pose le premesse per lingresso della Cina nel nostro universo contemporaneo. Kissinger in una forma strepitosa, allaltezza della sua leggenda anche nei minimi dettagli, dalleleganza delle bretelle allumorismo caustico: com-
mentando il tramonto di Berlusconi mi chiede se lItalia abbia rimpianti per Giulio Andreotti; avendo appreso che ho ascoltato il suo libro sulliPod facendo jogging a Central Park, si schernisce di non poter fare altrettanto: Dovrei operarmi allanca, ma significa sopportare sei mesi di immobilit, e alla mia et sei mesi sono troppo preziosi. il suo ultimo libro loccasione dellintervista. Lopera omnia di Kissinger riempie diversi scaffali, eppure ho la sensazione che per lui Cinasia il pi importante. Perch affronta leredit pi duratura del Kissinger-statista. E perch nei confronti della Cina il Kissinger-studioso dispiega la sua insaziabile curiosit intellettuale. Non un caso
se, in un segno di inconsueta modestia, il pronome io vi appare solo a pagina 213 delledizione americana. Certo, quella per molti lettori la parte pi ghiotta: il racconto in prima persona di un exploit formidabile, il disgelo Washington-Pechino preparato quarantanni fa dalla sua sapiente regia. Ma prima di arrivare a quelle pagine di retroscena avvincenti su sua maest imperiale Mao che umilia un Kruscev in mutande in piscina, e sul mandarino-filosofo Zhou, Kissinger impone al lettore una lezione di storia, lo accompagna nella scoperta di una civilt, decifra le radici della visione del mondo che guida Pechino. Dalla strategia militare di Sun Tze al gioco del Go o wei-
qi, una sorta di antenato cinese degli scacchi, indispensabile per capire le strategie di accerchiamento, Kissinger ci guida nei meandri di una cultura millenaria. Limmenso rispetto che ha verso quella civilt mi spinge a chiedergli se pensa che vivremo in un secolo cinese, nel senso di un nuovo ordine mondiale disegnato da Pechino. Non credo risponde perch i leader cinesi pensano che un ordine mondiale esiste gi, non vedono la necessit di costruirne un altro. Considerano naturale che la Cina debba avervi un ruolo primario, che le altre nazioni devono riconoscerle. Noi abbiamo unidea delle relazioni internazionali fondate su basi di tipo legalistico. I cinesi le ve-
dono organizzate attorno al rispetto per le loro dimensioni. Se la Cina conquista una posizione preminente, questo il fondamento del nuovo ordine, non la struttura legale. Uno scopo del suo saggio didattico: offrire agli americani le chiavi interpretative di un mondo per loro ancora misterioso. Uno degli effetti della crisi iniziata nel 2008, che i tempi del sorpasso economico Cina-Usa si stanno accorciando. Ne sono consapevoli i suoi concittadini? preparata lAmerica ad affrontarne le conseguenze? La sua riposta secca: No. Gli americani nellinsieme tuttora trovano difficile credere che qualsiasi altra nazione possa raggiungere la parit con loro. La crisi ha costretto gli
IL NOBEL CONTESTATO
Limpegno per la fine della guerra in Vietnam gli vale il Nobel per la pace (1973), contestato per il presunto ruolo nel golpe di Pinochet
Dopo i viaggi segreti in Cina nel 71, gli incontri ufficiali Nelle foto a destra dal basso: con Mao (1972), Zhou Enlai (1973), Deng Xiaoping (1974)
Repubblica Nazionale
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IL LIBRO
Il saggio di Henry Kissinger, Cina (Mondadori, 528 pagine, 22 euro), sar in libreria da marted. Nella foto a sinistra Kissinger di spalle nello Studio Ovale con Ford (1975) Nella foto di copertina nel suo ufficio nel 1973
utte le grandi scelte strategiche destinate a cambiare il ruolo dellAmerica nel mondo, e dunque il mondo, dal Vietnam alla Cina, dalla distensione con lUrss di Breznev ai negoziati fra arabi e israeliani che condussero alla pace fra Egitto e Israele portano il suo sigillo. Kissinger era un autentico, profondo conservatore, non un neo, un post, una colomba o un falco, ma uno studioso di storia moderna che aveva sposato come proprio ideale lEuropa ingessata dal cancelliere Metternich dopo la grande paura della Rivoluzione francese, nel 1815. Il mondo sognato da Super K, che le copertine dei settimanali disegnavano nel 1973 con la cappa e la calzamaglia di Superman sotto il volto carnoso e le lenti da secchione anni Cinquanta, era un mondo rigidamente bipolare, fissato attorno al duello fra Urss e Usa, rossi e blu, il colore assegnato allOccidente capitalista nei giochi di guerra. Tutto, dal Medio Oriente allAfrica, dove a ogni nazione conquistata dai rossi nel risiko globale doveva corrispondere un altro governo arruolato dai blu, non importa quanto ripugnante. Ogni mossa, come la sua pi ammirevole intuizione, la carta cinese calata contro Mosca, doveva essere funzionale al mantenimento dellequilibrio fra limpero americano e le trib che premevano ai suoi lontani confini. A questo obbiettivo sacrific molto. La verit, prima di tutto. La sua capacit di mentire era leggendaria. Negoziava con arabi e israeliani fingendo di avere ottenuto concessioni di una parte per ingannare laltra. La sua definizione del diplomatico, un signore in smoking pagato per mentire per conto del suo Paese, sintetizzava perfettamente la sua visione dei rapporti fra nazioni e corrispondeva alla personalit del suo ultimo imperatore, quel presidente Nixon che lo volle come primo consigliori per la sicurezza nazionale e poi come Segretario di Stato, pur diffidandone. Nixon era invidioso del successo e della popolarit di K, dopo il grande colpo cinese, ma fu lultima persona sulla cui spalla pianse la sera della dimissioni. Nel creare il vortice dei successi, delladulazione, della vanit, la sua storia personale era stato un vento formidabile. La fuga, nel 1938, dunque dallultima crepa ancora aperta in Germania prima del genocidio, con il padre, maestro di scuola a Fuerth. Larruolamento nella Us Army allo scoppio della guerra, per ottenere la cittadinanza subito. La sua assegnazione ai reparti di intelligence dopo la Normandia e di denazificazione nei villaggi della Germania occupata. Il ritorno negli Usa, il Ph.D., il dottorato a Harvard, con una tesi appunto sullEuropa dopo il Congresso della restaurazione postnapoleonica. Un titolo, quello di dottore, che nel suo incancellabile accento germanico suonava sempre come Doktor, al quale tiene moltissimo, anche pi del discutibilissimo Nobel per pace dopo anni di guerra in Vietnam. Ma fu lincontro con David Rockefeller che fece di lui il futuro mandarino dellimpero americano. Gli fu affidato, nel 1973, il compito di formare la Commissione trilaterale, insieme lobby e think tank che raccolse i migliori di Europa, Usa e Giappone, sempre per solidificare il campo dei buoni contro i cattivi, dal Pacifico allAtlantico. E in questo mondo bipolare, dunque bidimensionale, lui era il grande giocatore pronto a tutto, anche a lavorare per quel colpo di stato violento in Cile che uccise Salvador Allende e che pesa sulla sua reputazione. Tutto doveva essere sacrificato al mondo a due dimensioni, tranne il calcio, per il quale aveva una passione che lo portava spesso allo stadio di Torino con Gianni Agnelli anche se detestava, me lo disse in unintervista, il catenaccio e il difensivismo allitaliana. La sua gloria, ma non i suoi guadagni attraverso le consulenze principesche offerte allo studio Kissinger Associates per sfruttare le sue relazioni planetarie, si sarebbe offuscata e poi appannata con la nascita di un mondo in 3D, del mondo multidimensionale nel quale oggi viviamo. Lo stratega a due dimensioni non poteva essere anche luomo a tre dimensioni che questo nuovo pianeta, che dal 1991 si rimesso in moto, richiede.
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FOTO BETTMANN/CORBIS
Stati Uniti a riconoscere limportanza del loro indebitamento verso la Cina, con la quale tuttavia devono anche competere. In questo senso, la loro consapevolezza ha raggiunto il livello pi elevato con Obama. Fino al 2000 nessuno qui considerava la Cina come una vera concorrente, alla pari. Fra le accuse rivolte a Kissinger c quella di avere promosso una realpolitik attenta ai rapporti di forza, agli interessi strategici, poco sensibile ai diritti umani. Lo provoco quindi sulla durezza con cui il governo di Pechino ha reagito alla primavera araba, con un giro di vite sui dissidenti. Lui che frequenta i leader cinesi, ha la percezione che paventino un contagio? Sospetta-
no che gli Stati Uniti possano destabilizzare la Repubblica Popolare appoggiando qualche rivoluzione arancione? I dirigenti cinesi mi risponde credono certamente che qualcosa di simile a una primavera araba sia possibile anche in Cina, ma non per effetto di un contagio o di ispirazione da altre parti del mondo. Non li preoccupa la possibilit che un giorno il popolo cinese dica facciamo anche noi come a Piazza Tahrir, per hanno visto allopera nel mondo arabo delle forze potenti, delle reti di comunicazione, che possono essere replicate. Il governo cinese ha censito molte migliaia di incidenti sociali, cio rivolte. In quanto agli Stati Uniti, il governo di Pechino
non pensa che incoraggino delle ribellioni cinesi, e tuttavia prevede che se un giorno quelle rivolte dovessero avvenire secondo dinamiche autonome, probabile che gli Stati Uniti finirebbero per appoggiarle. Dunque, signor maestro della realpolitik, come possiamo appoggiare i diritti umani in Cina? Dobbiamo capire dice Kissinger che cosa intendiamo esattamente quando parliamo di diritti umani. utile che i dirigenti cinesi sappiano quali sono i nostri principi. Dobbiamo renderli consapevoli che pagheranno un prezzo quando violano i nostri valori. Io ho sempre trovato che lapproccio pi efficace quello non ostile. Capisco che altri possano pensarla
LA CONSULENZA
Negli anni Ottanta fonda una societ di consulenza, la Kissinger Associates, specializzata nelle relazioni tra i governi
diversamente. Ma stiamo attenti a non ravvivare nei cinesi i ricordi del loro XIX secolo, nel senso delle umilianti interferenze occidentali che furono costretti a subire. (Avendo appreso che ho vissuto cinque anni a Pechino, scatta da parte sua un lungo contro-interrogatorio, unintervista alla rovescia: si capisce che il Doctor Kissinger ha un lungo addestramento al lavoro di intelligence). Il colloquio scivola verso i ricordi, affiora la nostalgia di Kissinger per quei lunghi dibattiti tra me e Zhou Enlai, pi adatti a due professori di filosofia. Infine un aneddoto recente, di questestate: Ero di nuovo in Cina a luglio. Gli organizzatori hanno fatto in modo di riunire tutte le persone ancora vive, che avevano lavorato a preparare il mio primo arrivo di quarantanni fa. Tutti vecchi, per forza. Cerano una figlia di Deng Xiaoping e una nipote di Mao. Cera perfino un anziano che allepoca della mia prima missione segreta a Pechino lavorava nei servizi di sicurezza. Mi ha confessato qual era lincubo degli addetti alla nostra sorveglianza: che la delegazione americana rubasse le preziose porcellane custodite nel palazzo di Stato dove venivamo ospitati.
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LA DOMENICA
Il suo presidente diventato Presidente del Consiglio Dal suo cda arriva anche il super ministro dellEconomia
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Lattualit
Sui suoi banchi hanno studiato sia il leader di Confindustria che il capo di Bankitalia. Per i detrattori solo una lobby, per altri luniversit che produce classe dirigente Siamo andati a vedere come funziona
ETTORE LIVINI
MILANO ario Monti? Non pervenuto. LUniversit Bocconi fatta cos. Il 16 novembre il suo presidente sbarca a Palazzo Chigi. Corrado Passera, ex allievo e membro del cda un whos who dellItalia che conta si accomoda al suo fianco come super-ministro dellEconomia. Applaudito da un presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, laureata pure lei in via Sarfatti. Nasce il governo dei bocconiani, strepitano i detrattori. Ma il sito della Harvard dei Navigli ha altro di cui occuparsi. Supermario pu attendere. Niente foto, zero celebrazioni in home page. Leroe del giorno parola di www.unibocconi.it Carlo Edoardo Filippo Maria figlio di pap, accento milanese, snob, viziato, abiti firmati, protagonista di 18 e lode, la nuova sitcom a episodi di BStudentTv, la televisione online autogestita dagli studenti dellateneo. Monti, assicura chi lo conosce, non si certo offeso. Lui, ovvio, il fiore allocchiello delluniversit. Ma il primo a sapere che i Monti del futuro iniziano a formarsi a ventanni nelle aule milanesi di fronte agli alberi secolari del Parco Ravizza. Impastando Keynes e reality-fai-da-te, esami a raffica e feste sulle piste del Divina, gli ingredienti eterogenei di quella misteriosa ricetta che ha
Il giorno in cui Mario Monti si insediava a Palazzo Chigi, sul sito dellateneo leroe
accademico e oggi avvocato . Il senso di appartenenza a Mamma Bocconi inizia dalla quotidianit del primo anno di corso, come in un college Usa. Studi, dai esami, vai agli europei universitari di pallavolo a Istanbul, incontri aziende e poi, nel weekend, sfidi gli studenti della Columbia e di Warwick nelle regate di Santa Margherita. E magari ti capita, successo a me, che mentre sposti un tavolone di marmo per un incontro tra studenti arrivi Mario Monti, si rimbocchi le maniche, e si metta l a darti una mano come una matricola qualsiasi racconta De Vecchi. Chi non si adegua a questi ritmi a met tra lIvy League e il villaggio Valtur si arrangia. Una volta perso il passo dei frenetici tempi bocconiani il lato oscuro di via Sarfatti sei tagliato fuori. Recuperare il terreno perduto anche se stato solo un inciampo difficile. Vale limpietosa legge della selezione darwiniana e se abbandoni luniversit, dice la tradizione, sai gi che da queste parti (qualcuno dice si debba proprio firmare un impegno scritto) non potrai pi mettere piede. Detto cos pare un gioco per ricchi. E gli stereotipi appiccicati indelebilmente ai bocconiani dagli yuppie di Sergio Vastano nel Drive indegli anni 80 fino al Carlo Edoardo Filippo Maria di 18 e lode sono l a confermare i clich. Ma la realt unaltra cosa. Certo la retta annua media (calcolando i 43.500 euro di costo dei master) di 10.400 euro. Ma qua c tanta gente che arriva da fuori, studia dalla mattina alla sera, torna a casa una volta ogni dodici mesi e riesce a mantenersi grazie alle borse di studio delluniversit, racconta Alessandra Sanchi, studentessa al secondo anno ma gi bocconiana dentro. Lateneo ha garantito nel 2010 (per questioni di merito o di reddito) 23 milioni di euro come borse e 1.500 posti letto a prezzi agevolati nel mitico pensionato. Un altro dei toponimi dove tra pigiama party e lunghe serate sui libri nasce e si consolida il senso di appartenenza allistituzione. Io ero romano, sono arrivato qui e dopo un po, proprio al pensionato, ho conosciuto la donna che diventata mia moglie, ha raccontato Fabrizio
1903, LA BIBLIOTECA
Viene inaugurata la biblioteca, oggi considerata tra le pi importanti dEuropa con un patrimonio di oltre 600mila volumi
1902, LA FONDAZIONE
Limprenditore Ferdinando Bocconi fonda a Milano lUniversit Commerciale Luigi Bocconi, in ricordo del figlio
CELEBRITIES
Enrico Tommaso Cucchiani, Luigi Einaudi, Vittorio Grilli, Emma Marcegaglia, Tommaso Padoa Schioppa, Alessandro Profumo, Paolo Scaroni, Nouriel Roubini, Fabrizio Saccomanni Luigi Zingales
IL CENTENARIO
Nel 2002 luniversit milanese festeggia i suoi primi 100 anni emettendo un francobollo celebrativo
RITI SCARAMANTICI
Chi passa tra i leoni non si laurea alla Bocconi: una maledizione obbliga gli studenti a dribblare i due leoni di marmo allingresso delluniversit
I Bocconiani
13.807
gli studenti iscritti alla Bocconi
15%
la percentuale degli stranieri
2.550
ammissioni ogni anno, circa 8.000 le richieste
16 mesi
il tempo impiegato per trovare lavoro dal laureato
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Keynes e reality fai-da-te, esami a raffica e pigiama party, cultura del gruppo ma soltanto se riesci a tenerne il passo Cattivo ma fortificante, questo lo stile del nostro ateneo dicono orgogliosi gli studenti dellHarvard milanese. Che dopo anni di accuse di yuppismo oggi chiedono un Paese in cui ci sia pi meritocrazia e meno raccomandazioni
LUIGI EINAUDI
In occasione del 50 anniversario dalla sua fondazione, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi presenzia alla cerimonia
CONTESTAZIONE
Il vento del 68 scuote lateneo Nel 73 lo studente Roberto Franceschi muore negli scontri con la polizia
DRIVE IN
Gli anni Ottanta sono gli anni dello yuppismo, la Bocconi diventa meta dei giovani rampanti ma anche bersaglio dei comici in tv
Saccomanni, direttore generale di Banca dItalia. La macchina della Bocconi, naturalmente, non lascia niente al caso. Il modello del college Usa (presto sar pronto il nuovo campus da 100 milioni di via Castelbarco) stato studiato a tavolino. Luniversit aiuta e sostiene una lunga serie di associazioni che fanno gruppo: c quella per le danze balcaniche, una per gli studenti salentini, quella legata alla Milton Friedman Society. Da poco nata Best, organizzazione che promuove il rispetto tra le molte identit dellateneo, decollata dopo la sospensione per un anno (la sanzione prevista dal Codice dOnore) di uno studente reo di aver pronunciato frasi contro gli omosessuali. Tutto fa rete. E il meccanismo funziona. Basta vedere cos successo gioved scorso quando il corteo degli studenti indignati ha cercato di assediare luniversit. Noi ex allievi ci siamo autoconvocati via web. Lidea era di fare un cordone attorno a via Sarfatti tenendo in mano un libro di microeconomia racconta De Vecchi . Lobiettivo? Spiegare ai ragazzi che lateneo non il simbolo dei poteri occulti ma un posto dove si studia e si fa cultura. La chiamata alle armi, una cosa pi da Templari che da ex-studenti di economia, non stata necessaria. La polizia ha fermato il corteo prima che arrivasse in via Sarfatti. Ma sul web, a futura memoria, rimasto il post scritto di getto sul suo blog (Diario di una Bibliomane) dalla studentessa Chiara Donadi demoralizzata per la manifestazione. Un Bignamino che aiuta a capire dal di dentro perch, dopo la laurea, si resta bocconiani tutta la vita: La Bocconi non il paradiso n linferno, ma uno dei pochi luoghi in Italia che riesce a dare ai giovani lorgoglio di unidentit scrive nel blog . Ogni universit dovrebbe essere come la nostra. Cattiva ma fortificante come una maestra severa delle elementari. Deve farti piangere e sentire solo, ma anche felice come dopo una lunga giornata di lavoro. Dandoti il diritto di non aspettare raccomandazioni. O lamico politico di tuo cugino. O lavvocato che ti prende in studio se ti fai scopare una volta a settimana. Il blog di Chiara stato subissato di centinaia di commenti di compagni di corso. Tutti daccordo con lei. Lera di Nicole Minetti e delle Olgettine (speriamo) in archivio. Pensionata, forse non un caso, da Mario Monti, larchetipo della lobby dei bocconiani. Ma dietro di lui la nuova generazione della rete di via Sarfatti sta gi affilando le armi.
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43.500 euro
il costo medio di un master in Business Administration
23milioni di euro
le borse di studio stanziate nel 2010
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Repubblica Nazionale
LA DOMENICA
INEDITI
I disegni di queste pagine sono tratti da Il re degli uccelli di Shaun Tan e sono un collage di tutte le tecniche dellartista
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Limmagine
Recensioni dautore
La sua graphic novel, Lapprodo, ha commosso il mondo. Poi arrivato lOscar per Oggetti smarriti. Ora lartista australiano ha aperto i suoi taccuini popolati di re uccelli, animali meccanici, fantasmi
Abbiamo chiesto a un suo illustre collega e ammiratore di leggerli per noi a pochi giorni dalla pubblicazione in Italia
rrivano due libri. Li ho fatti mandare allindirizzo di mia madre perch io sono spesso in giro e i pacchi arrivano fino al cancello di casa, rimbalzano nel campanello senza risposta e tornano indietro. Magari non subito, si fanno qualche giorno allufficio postale, poi tornano indietro. Mia madre mi ha chiamato. Il pacco con i libri, come avevo chiesto, era indirizzato a lei. Lo ha aperto, cera un biglietto, lo ha letto. Mi ha chiamato, impaurita: arrivato un pacco e c un biglietto dove qualcuno ha scritto che spera che questo sia il primo pacco, che possano essercene altri in futuro. Mi dice che teme di dover pagare qualcosa a qualcuno.
Quel pacco, che ho fatto inviare a casa di mia madre, conteneva due libri disegnati da Shaun Tan. Questo giornale mi ha chiesto di leggere (guardare) questi due libri e scrivere questo testo. Ho risposto che non avrei saputo farlo, credo di averlo ripetuto pi volte, poi ho accettato. Masochismo. Sapevo che avrei sofferto guardando (leggendo?) i libri di Tan. Shaun Tan un grandissimo disegnatore. Anni fa ha pubblicato un volume, intitolato Lapprodo, che gli ha dato, anche da noi, una certa notoriet. Io quel volume lho visto sul banco di un editore a una fiera di fumetti. Non ricordo quale. Lho visto, sapevo che nel 2008 aveva vinto un premio prestigioso al festival di Angoulme, in Francia.
Lho visto. Lho toccato. Lho sfogliato. Non lho comprato. Quel libro conteneva dei disegni meravigliosi. Anche io sono un disegnatore. O meglio, ho fatto il disegnatore per tantissimi anni, poi qualcosa si rotto. Per questo non ho comprato il libro di Tan. In quelle pagine cerano disegni bellissimi e ogni sguardo mi provocava una fitta precisa al fegato. Il dolore dellinvidia. Non pensate subito male. Il sentimento dellinvidia stato, per me, uno stimolo e un motore che spingeva a disegnare, a raccontare, a sperimentare, per tanti anni. Uninvidia dolce, che non provoca reazioni dannose per gli altri, ma solo questo cucinarsi un male al fegato.
Succede che, vedendo il lavoro di altri che sono andati pi avanti di noi e che hanno avuto maggiore costanza e migliori intuizioni, si possa provare questo dolore. Limportante tramutarlo in lavoro e non fargli prendere quel connotato distruttivo e maligno al quale il termine stesso di invidia viene automaticamente associato. Le tavole (una tavola una pagina disegnata) di Shaun Tan in Lapprodo erano magnificenti. Provavo invidia anche solo a immaginare il tempo che era riuscito a dedicare a ogni singolo disegno. Quanta resistenza era riuscito a offrire alla vita vera, quella che chiama oltre la porta, fuori dalla finestra, via dal tavolo da disegno? In passato, quando il Dio del disegno non mi aveva ancora abbandonato (torner?)
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I LIBRI
Re degli uccelli, terranauti, cinghiali meccanici, gufi fantasma. Uno dopo laltro i personaggi che popolano la fantasia di Shaun Tan insieme ai bozzetti, gli appunti e i ritratti scorrono nei suoi taccuini di lavoro Elliot li pubblica con il titolo Il re degli uccelli in una raffinata edizione moleskine (128 pagine, 18,50 euro) insieme alla nuova graphic novel del disegnatore australiano scritta da Gary Crew: Memorial (32 pagine, 16,50 euro) Entrambi i volumi saranno in libreria da marted. I disegni che illustrano queste pagine sono tratti dai taccuini
LARTICOLO
Gipi, vero nome Gianni Pacinotti, uno dei pi bravi disegnatori italiani Collabora con Repubblica ed autore di graphic novel come Appunti per una storia di guerra, LMDM, Diario di fiume e altre storie, Verticali, tutte edite da Coconino Press Ha vinto prestigiosi premi internazionali come quello di Angoulme e questanno ha debuttato come regista. Il suo Lultimo terrestre, prodotto da Fandango, era in concorso alla Mostra del cinema di Venezia
questo genere di trauma mi portava a stringere i denti e mettermi al tavolo da lavoro. Negli anni vissuti a Parigi, in stretta vicinanza con amici e autori di fumetto di enorme talento, questa invidia era comparsa pi volte. Vedendo le tavole nascenti di Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior, per esempio, o il nuovo vitale e raffinatissimo stile grafico dei Quaderni ucraini di Igort, o, ancora, lumorismo graffiante e stralunato dei racconti di Alessandro Tota e il genio della narrazione di Giacomo Nanni. Spesso, con gli altri autori ci mostravamo i lavori in corso. Credo di poter dire che il sentimento di invidia costruttiva provato da me nel vedere i loro lavori sia stato corrisposto, a volte. Lo spero, almeno. La cosa buffa che questo sentimento non
ci allontanava, al contrario ci avvicinava come se giocassimo nella stessa squadra e, in qualche modo, ogni passo in avanti di uno potesse facilitare lavanzare di un altro. Certo, quel passo doppio avremmo voluto farlo tutti noi, ma in quel momento lo aveva fatto solo uno, sarebbe arrivato il turno di ognuno, infine. Eravamo amici. Quando ho aperto il pacco, a casa di mia madre, cercando di spiegarle che no, non avrebbe dovuto pagare niente, che non era una vendita di libri per corrispondenza e che il mondo non sempre malvagio, ho tirato un sospiro di sollievo. Il re degli uccelli e altre creature, il libro di Tan che stava nel pacco, era un volume di schizzi, idee e disegni preparatori per altri progetti. Non cerano i disegni monumentali de
Lapprodo dentro. La parte invidiosa di me ha subito provato un sottile piacere. Mi sbagliavo. Arrivato a casa ho letto lintroduzione dellartista a questo libro di schizzi e appunti e progetti. Leggetela, ne vale la pena. Il suo amore per il disegno traspare dalla prima riga. I disegni sono schizzi, alcuni veloci, altri senza apparente importanza, ma ugualmente vitali e pieni di voglia di disegnare. Come racconta Tan nel testo introduttivo, e come ogni disegnatore sa bene, negli schizzi fatti in libert si pu trovare una carica di energia che difficile mantenere nel disegno definitivo. Questi schizzi spesso contengono tutto il segreto e la magia del disegno, delle cose che vengono dalla mano quando non si esiste, non si pensa e si diventa solo il tramite tra il Dio del
disegno (di cui sopra) e il foglio. Shaun Tan cambia stile in questi disegni e cambia tecnica come fa un disegnatore innamorato del mezzo che ha nelle mani, con la voglia di giocare che tipica del disegnatore bambino, del disegnatore bravo. Non avrei voluto scrivere questo testo, intanto perch quando si passa a parlare del lavoro degli altri significa che si finiti nella squadra di quelli che parlano, vuol dire che le parole hanno vinto sulle cose da fare. Brutto segno, per me. E perch conoscendo lenorme talento di Shaun Tan sapevo che avrei sofferto. Ho accettato lo stesso. andata cos. Masochismo e meraviglia.
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Repubblica Nazionale
LA DOMENICA
Quasi ottantanni fa con Metropolis anticip Star Wars, Blade Runner e Matrix. Ha inventato i primi effetti speciali e cambiato limmaginario del cinema Ora in Francia una mostra e un libro svelano
per la prima volta i segreti, i trucchi e le abilit artigianali del regista pi visionario della storia
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Spettacoli
Utopie
MARIO SERENELLINI
PARIGI
voluto un secolo. Ma finalmente, dopo montagne di libri e seminari, si scopre che per Fritz Lang era tutto un gioco. Lui. I suoi film. Persino Metropolis, e forse tutto il cinema espressionista. Un gioco che per il regista giocava con regole precise che oggi per la prima volta vengono svelate. Invano lo stesso Lang aveva provato a tenerle nascoste, a depistare tutti. Che pensa lei dellespressionismo?, si sentiva domandare il Dottor Mabuse. Non che un gioco. E perch no? Tutto oggi gioco. Era un gioco s, ma serio, disciplinato, gelosamente custodito. E oggi arriva la conferma. Con lautorit di una mostra esemplare della Deutsche Kinemathek Metropolis, a Parigi fi-
no al 19 gennaio alla Cinmathque Franaise integrata dalla possente collezione della stessa Cinmathque, e il sostegno dun volume che laccompagna, il fondamentale Fritz Lang au travail di Bernard Eisenschitz (Cahiers du Cinma). Il gioco comincia al culmine della tragedia, nella famosa scena dellinondazione, quando la folla sabbarbica sulla scalinata, grappolone di braccia, mani tese, disperate in cerca di salvezza. Chi ha visto Metropolis, sia pure in una delle mille improbabili versioni ricavate dalle manipolazioni subite dalloriginale allindomani della prima il 10 gennaio 1927 a Berlino, ricorder il senso di malessere anche fisico, da mal di mare, davanti a quella sequenza. La mostra alla Cinmathque ne rivela il dietro le quinte: in due foto di set, il regista impegnato personalmente in possenti carrellate avanti e indietro della cinepresa, installata sul sedile di unaltalena: Nulla di meglio per trasmettere alla platea un senso dangoscia, glossava Lang. Metropolis lugubre utopia duna gigantesca metropolifabbrica alimentata da operai-schiavi fino a poco tempo fa era un puzzle in libert. Ha ritrovato la forma e la durata della prima volta grazie alla scoperta a Buenos Aires di una copia in 16mm clonata dalloriginale del 1927 che ha restituito i 25 minuti (cio 90 scene) mancanti. E ora la mostra parigina celebra
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Appunti di lavoro di Fritz Lang: dallalto, il risultato che vorrebbe ottenere in uninquadratura di Bassa marea (1950); indicazioni di camera per La donna del ritratto (1944); un bozzetto per Metropolis (1927) e, a destra, sceneggiatura di You and Me (1938) Nella foto, sul set di La strada scarlatta (1945)
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LE INIZIATIVE
Mentre in corso fino al 19 gennaio alla Cinmathque Franaise di Parigi la mostra Metropolis che celebra lanniversario del film dellanno prossimo, uscito per le edizioni dei Cahiers du Cinma Fritz Lang au travail di Bernard Eisenschitz (272 pagine, illustrazioni, 59,95 euro) da cui sono tratte alcune delle immagini di queste pagine
SUL SET
A sinistra, alcune scene di Metropolis: nella prima a sinistra Lang d istruzioni a Brigitte Helm Sotto, storyboard di Lang per Caccia alluomo (1941)
FOTO DEUTSCHE KINEMATHEK / PHOTO ARCHIVE FOTO FONDS FRITZ LANG/CINMATHQUE FRANAISE
quenza in un buio totale dove Maria, come un insetto spaventato, incalzata dai sadici cerchi di luce della torcia elettrica. Se cartapesta e bricolage di genio, oltre che stupefacenti scene di massa, fanno di Metropolis uno dei film pi visionari nella storia del cinema, la sua rappresentazione immobile di una gerarchia rigidamente piramidale parsa subito inaccettabile allo stesso Lang: Ho amato il film quando lo giravo, lho odiato quando lho finito. Due film incollati per la pancia, scriver il giovane Buuel. La ricetta messianica di una riconciliazione tra olimpo dei ricchi e sottoproletariato tra cervello e mani deve fare da intermediario il cuore era gi diventata indigesta al regista a mano a mano che procedeva nelle riprese. Scontento del messaggio, che piacer alla Germania di Hitler (e sembrer propaganda comunista agli americani), Lang prender sempre pi le distanze dal nazismo, a differenza della moglie sceneggiatrice, Thea von Harbou, che finir per aderirvi. Tanto che nel 1933, ne Il testamento del Dottor Mabuse, at-
o dellilluminazione mistica che ebbe alla nascita del suo capolavoro Ma erano solo le ennesime invenzioni
tribuir al diabolico protagonista propositi palesemente hitleriani. allora che il regista sarebbe stato convocato da Goebbels, incontro descritto da Lang pi volte e con particolari sempre pi suggestivi, come nella Conversation del 1975 con William Friedkin: i corridoi interminabili del Terzo Reich, il salone immenso da cui spunta il ministro e il colloquio kafkiano nel quale, contro le previsioni del cineasta di punizioni e censure per il Mabuse, si sente proporre il posto di regista ufficiale della Germania nazista, in riconoscimento del suo cinema che piace molto al Fhrer. Alle prudenti resistenze di Lang, che evoca la discendenza ebrea (la nonna materna), risponde laccomodante Goebbels: Siamo noi a decidere chi o non ebreo. Cos, quella sera stessa, riempita in fretta una valigia, Lang prende il primo treno per Parigi, per poi proseguire il suo lungo esilio artistico a Hollywood. Una tranche de vie che ha il taglio duna sceneggiatura. E infatti pura invenzione dellautore. Come hanno dimostrato vari studiosi, tra cui Michel Ciment (Le meurtre et la loi, Dcouvertes Gallimard), la cronaca di Lang contraddetta dai numerosi visti Germania-Francia sul passaporto nelle settimane successive. Ed anche sospetto il fatto che nei diari minuziosissimi di Goebbles non si trovi neanche una riga su quellincontro. Perci, pur dando atto di fermezza etica a Lang, che qualche mese dopo lascer la Germania per gli Usa, facendovi ritorno solo nel 1959, gli va anche riconosciuto lo spirito ludico con cui traduce in finzione la realt. Comera gi successo nel 1924, quando il regista aveva indicato nella scoperta entusiasmante dei grattacieli di Manhattan la scintilla ispiratrice di Metropolis, mentre di fatto la sceneggiatura era gi pronta. Anche New York unaltra favola di Lang, ma la lettura delle sue note (...strade che sono pozzi di luce... e al di sopra, molto pi su delle auto e del metr aereo, torri blu e dorate, bianche e porpora, che si spingono fino al cielo...) di nuovo rivelatrice del suo modo di essere e di lavorare. Anche se gi esisteva sulla carta, in questo sguardo affascinato che prende corpo per la prima volta quella citt del futuro da cui nascer limmaginario fanta-metropolitano di un intero secolo, da Alphaville a Brazil, a Blade Runner. In Lang prima viene limmagine, poi la traduzione di uno scritto in film (o, nel caso-Goebbels, prima limmaginazione, poi i fatti). lo sguardo incandescente di chi si sempre proclamato ein Augenmesch, un uomo dellocchio, a caricare di futuro e di leggenda ci che vede. Prima del film, talvolta meglio del film. Anche in altri casi il film non comincia a esistere che a partire da un clic, una visione: che fossero o non fossero gi stati sceneggiati, anche Caccia alluomo del 41 nasce da un fucile dal mirino telescopico puntato su Hitler, Il covo dei contrabbandieri del 55 dalla vela rossa che porta via un morto e lultimo Mabuse, nel 1960, da un ago tirato nel cervello del bersaglio. nello scatto iniziale della visione che il regista ha sempre giocato la sua partita.
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la rinascita del film, quasi 85 anni dopo, anatomizzandolo, smembrandolo di nuovo (anche le cineteche giocano?), per introdurre lo spettatore in un making of dal vivo, nellofficina giocherellona di Lang. Si scopre cos che quella macchina gigantesca e magica non era che una bottega artigiana, molto sudore e tanta inventiva, sulla scia dellancora contemporaneo Mlis, ma gi in anticipo su Star Warse Matrix. Esempio, i cerchi magnetici che inanellano lautoma al momento della metamorfosi in donna icona che campeggia al cuore dellesposizione non erano altro che un su e gi di tubi circolari al neon. Essa stessa itinerario-laboratorio, la rassegna svela strategie di ripresa e repertorio di trucchi, dagli esiti sontuosi ma di natura candidamente fatta in casa, come i giochi di specchi per combinare persone reali con scenografie in miniatura o il ricorso alla pi elementare stop motion nelle panoramiche sulla megalopoli in scala ridottissima con le auto spostate di un centimetro a ogni scatto, i pedoni di qualche millimetro e gli aeroplanini, appesi a capelli, di due centimetri. Ma forse gli effetti pi straordinari, e prediletti da Lang, oltre che dal suo primo operatore, la superstar Karl Freund, sono quelli ottenuti con la sola cinepresa: come nella se-
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Scrivere status, parlare con amici, pubblicare foto e video anche dal proprio smartphone Indispensabile per restare sempre connessi col mondo
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ANGRY BIRDS
Disponibile per iPhone, iPad, Android e WP7, gli uccelli arrabbiati hanno raggiunto gli oltre 300 milioni di downloads in meno di due anni
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Una vera e propria stazione meteorologica a portata di mano, con previsioni, mappe e dati sulle condizioni atmosferiche in tutto il mondo
Facile facile
Top Ten
Nate cinque anni fa per il primo modello delliPhone, subito si trasformarono in un potentissimo e trasversale strumento di gioco o di lavoro
Oggi sono diventate il nuovo web,
RICCARDO LUNA
ono passati quasi cinque anni. Per la precisione cinquantotto mesi e qualche giorno in cui circa 500 mila apps sono state scaricate pi di diciotto miliardi di volte. Ora lo possiamo dire: quel giorno Steve Jobs ha avuto torto. Eppure era probabilmente al massimo della sua forma. Era il 9 gennaio 2007 e al Moscone Center di San Francisco presentava il primo modello di iPhone: il 2g. Apple reinventa il telefono era lo slogan. Per come sono andate le cose, non era affatto esagerato. Ohhhh, faceva la folla ogni volta che Jobs svelava una nuova funzione. Its like magic, diceva lui. Quel discorso fece epoca. Una frase per la notarono solo gli hacker. Diceva pi o meno: le applicazioni dentro liPhone ce le mettiamo noi della Apple e basta. Jobs, infatti, non voleva che nessuno potesse sporcare, danneggiare o modificare quellapparecchio che ai suoi occhi era perfetto cos. Niente apps esterne, quindi. Fu un errore strategico clamoroso. Ma fu anche un veto che per sua fortuna dur poco, anzi, nulla: il tempo di far arrivare gli iPhone nelle mani degli hacker di tutto il mondo. E la rivoluzione ebbe inizio. In Italia il primo a metterci sopra la mani fu iRev, alias Max Uggeri, 45 anni oggi, gi noto come Il Reverendo dai tempi in cui era minorenne e faceva impazzire la polizia postale con le sue incursioni informatiche; e poi passato dalla parte dei buoni ad occuparsi di sicurezza digitale. iRev smont lapparecchio, perch solo cos capisco che roba , disse wow e in pochi minuti la prima app era gi pronta: si chiamava Free Contact, un modo per scambiarsi i contatti delle rubrica con un clic (fece 15 milioni di download ufficiosi...). Ora, va detto che questa stessa cosa capitava contemporaneamente in tutto il mondo: nuove apps nascevano alla velocit della luce. Non si potevano fermare, andavano cavalcate. E cos fu. A giugno Jobs apr uno negozio ufficiale, dove venderle dopo averle vistate e approvate, e la storia cambiata. Oggi le app sono il nuovo web. Un indicatore su tutti. Fino a qualche tempo fa le aziende chiedevano di avere un sito per comunicare con i clienti: ora vogliono unapp osserva Silvia Vianello, docente di marketing alla Bocconi e conduttrice di un programma tv quotidiano sul tema, Smart&Apps. pi di una moda. Le apps in fondo sono software che servono a fare velocemente e facilmente delle cose: giocare, informarsi, lavorare, comprare, filmare, socializzare insomma pi o meno tutto. E visto che funzionano su un telefonino, danno la sensazione inebriante di avere il mondo in tasca. Per questo stanno esplodendo. Secondo la ricerca pi aggiornata, nel 2012 il mercato registrer cinquanta miliardi di download (era a sette miliardi nel 2009). Naturalmente non c solo Apple, anzi la leadership del mercato (44 per cento contro 31) appena passata nelle mani di Google con il sistema operativo Android che usato da telefonini di moltissime marche;
mentre lanno prossimo si calcola che il mercato registrer cinquanta miliardi di download Ecco chi lo alimenta E come fa
In pochi clic Non esiste pi una distinzione fra chi sa fare una app e chi invece no Ormai tutti possono farla, in pochi clic e senza neppure conoscere il software
SILVIA VIANELLO conduttrice del programma tv Smart & Apps
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Intrattenimento
BRUSHES
Una divertente applicazione che trasforma qualsiasi utente in pittore Pensata per iPhone, iPod touch e iPad, ha vinto nel 2010 lApple Design Award
Musica
SHAZAM ENCORE
Chi canta questa canzone? Come si intitola? Il dubbio presto risolto: attivando Shazam, nel giro di pochi secondi la risposta arriva direttamente sullo schermo del cellulare
Fotografia
CAMERA+
Permette di scattare foto, catalogarle e modificarle Ha una grafica semplice e intuitiva ed considerata una delle migliori app per iPhone
Utilit
DROPBOX
Permette di accedere da ogni postazione ai file inseriti nellapposita cartella possibile la condivisione con altri utenti Privacy garantita
Benessere
MYFITNESSPAL
Con un database di oltre 1 milione di cibi e 350 tipi di esercizi ginnici, lapp una valida alleata per mantenere la linea, monitorando le calorie assunte
In viaggio
TRIPIT
Informa su orari di partenza e arrivo dei voli, gates e tipo di aeroplano possibile ricevere, via sms ed email, avvisi in caso di ritardi e cancellazioni
Glossario
Apps
Software che aiutano lutente a fare una determinata cosa Le apps in particolare sono quelle applicazioni che stanno prevalentemente negli smartphone
Appstore
Il negozio online dove si scaricano le apps Il pi famoso di Apple Ma ci sono anche quelli di Google, BlackBerry, Nokia, Microsoft Phone, Amazon e Facebook
Sviluppatore
Le apps sono realizzate da sviluppatori di software Ma oggi il processo si cos facilitato che alcuni ormai realizzano apps pur non conoscendo i software
Download
Le apps si scaricano dagli store. Se lo sviluppatore fa modifiche migliorative alla sua app, l'utente riceve una notifica e viene invitato a scaricarla di nuovo
Html5
Il linguaggio con cui si scrivono apps multimediali che si vedono sui siti web ma funzionano su tutte le piattaforme dei telefonini Ancora in fase di sviluppo
seguono Microsoft, Nokia, Rim e gli altri. Con quei numeri stratosferici, c spazio per tutti. Il lato pi interessante della storia delle apps per non chi le scarica e le utilizza, ma chi le inventa e le realizza. Facendo a volte moltissimi soldi. Il caso limite sono i cugini finlandesi Mikael e Niklas Hed che con il giochino Angry Birds, scaricato da 75 milioni di utenti, hanno incassato 50 milioni di euro in un anno investendo... 51 tentativi sbagliati. Allinizio gli sviluppatori di apps erano i webmaster, quelli che facevano i siti. Oggi sono tutti. Per restare allItalia, c il genio del software Gionata Mettifogo che ha lasciato la Microsoft a Seattle per realizzare una app che porta i giornali di mezzo mondo su iPad (Paperlit); e c lesperto darte Roberto Carraro che ha realizzato una app immersiva lodata proprio da Jobs allultima uscita, Virtual History Roma; c il maestro elementare Italo Ravenna che ha scritto una app-fiaba con i disegni dei suoi allievi (La marcia dei folletti); e ci sono i baby sviluppatori, come Federico Cella e Francesco Puddu che a dodici anni hanno alle spalle una app di successo come Lucky Battles che ha permesso loro di creare una software house. Tutti ormai possono sviluppare una app, basta avere una buona idea, sostiene Silvia Vianello. Non solo uno slogan: da sei mesi infatti stata lanciata una piattaforma per farsi una app in quattro clic per tutti i tipi di telefonino: si chiama apps-builder, lidea Daniele Pelleri e Luigi Giglio che hanno trovato supporto in due venture capital e oggi contano duemila apps al mese fatte a modo loro. Tra lItalia e il resto del mondo non ci sono grandi differenze. Facciamo il caso dellistruzione. Un anno fa luniversit di Stanford ha lanciato un corso per insegnare a sviluppare applicazioni: ha avuto cos successo che stato messo gratuitamente sul canale iTunesU, dove rimasto mesi in cima alla classifica. E lo stesso ha fatto luniversit di Pisa: prima un corso per apps tutto esaurito, poi la scalata della classifica di iTunes e infine, da venerd scorso, persino un master del dipartimento di informatica per lo sviluppo di applicazioni mobile. I corsi non davano crediti accademici, erano semplici test: il master unaltra storia, un riconoscimento solenne. una rivoluzione, dice nel suo manifesto la community di sviluppatori riunita sotto le insegne di whymca che da anni organizza eventi. Intanto un grande format mondiale sta per sbarcare in Italia: si chiama Bemyapp e il prossimo weekend arriva a Bari con il tutto esaurito. Mentre appena partito il filone delle applicazioni civiche, ovvero apps socialmente utili realizzate a partire dai dati pubblici (verde, parcheggi, mobilit). Fino al 10 gennaio si pu partecipare al contest apps4italy, oltre trentamila euro di montepremi. Lo aveva annunciato il ministro Brunetta lo scorso 18 ottobre: Ora non solo non c pi il ministro, ma neppure il ministero, osserva uno dei promotori Lorenzo Benussi. Le apps invece vanno avanti.
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Repubblica Nazionale
LA DOMENICA
Da bere o da mangiare, salutista o trasgressiva, primo piatto o dessert, con la carne o con il pesce. Da secoli si sa che il frutto della fertilit, che fa bene e fa digerire, che consola e riscalda dal freddo dellinverno
Ma nessuno ha mai svelato il mistero che la rende ideale per ogni contraddizione gastronomica
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I sapori
Gi al Sud
LICIA GRANELLO
n giorno le preparer un pesce allarancia. un piatto che va cucinato in casa, richiede del tempo. Ma adesso il tempo ce lho. un piatto salato allarancia, quello che in un momento di disperata vedovanza tenta il commissario Carvalho di Manuel Vzquez Montalbn in Storie di fantasmi. Perch la cucina degli agrumi non fa distinzioni, non divide ricette buone e cattive, di prima classe o di risulta. Soprattutto, non separa il dolce dal salato, lasciando al cuciniere di turno onere e onore della scelta: primo piatto o dessert, carne o pesce, da bere o da mangiare. Le arance sono cos, facili e ubique, pronte alla bisogna in qualsiasi punto del men e ora della giornata, dalla spremuta a colazione (da correggere con mezzo limone per arancia, cos da renderla pi digeribile) fino alle irresistibili scorzette candite, tuffate nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria, nella versione pi golosa del pianeta. In realt, la cucina firmata dalle arance lunga un millennio abbondante, perch fin dal Medioevo gli agrumi hanno abbondantemente accompagnato pranzi e cene, grazie alla loro doppia valenza, simbolica e gastronomica. Da una parte, le arance molto pi ricche di semi rispetto a oggi erano considerate portatrici di fecondit, con tanto di lancio nelle feste di Carnevale a rappresenta-
All
LA RICETTA
Arancia
Alici in zuppa darancia (con marmellata di ananas e gelatina di mandarino)
Ingredienti per 4 persone
10 alici freschissime 1/2 kg. di sale grosso 100 gr. di succo di arancia 1/2 tazzina di aceto di vino rosso 5 gr. di finocchio selvatico Per la gelatina di mandarino 50 gr. di succo di mandarino 1/2 foglio di colla di pesce Pulire le alici, lavarle, asciugarle Sotto sale aperte per 20. Sciacquare, chiuderle asciutte tra due fogli di carta da forno, appoggiare su vassoio in freezer per 48 ore (anti rischio anisakis). Preparare la marmellata con lananas a tocchetti, bollire per 15 minuti con gli ingredienti Far raffreddare. Frullare il succo di mandarino col mezzo foglio di colla ammollata e strizzata, far riposare 1ora in frigo, sbriciolare con una forchetta Mescolare laceto col succo di arancia Servire 2 alici a piatto, con pois di marmellata di ananas (scorzette comprese), dadini di gelatina di mandarino, semi di finocchio Rifinire col succo di arancia allaceto Per la marmellata di ananas 50 gr. ananas 25 gr. zucchero il succo di 1/2 lime buccia darancia bio 5 gr. di zenzero grattugiato
Mauro Uliassi nel suo locale di Senigallia crea piatti dal pescato dellAdriatico Come in questa ricetta che celebra il pesce azzurro, ideata per i lettori di Repubblica
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Gli indirizzi
DOVE DORMIRE
PALAZZO PENNISI DI FLORISTELLA Piazza Lionardo Vigo 16 Acireale (Ct) Tel. 095-7633079 Camera doppia da 70 euro, colazione inclusa CASALE DEL SIMETO Contrada Schettino Patern (Ct) Tel. 328-4856436 Camera doppia da 50 euro, colazione inclusa VILLA SAN LEO Contrada San Leo Belpasso (Ct) Tel. 095-5186104 Camera doppia da 80 euro, colazione inclusa
DOVE MANGIARE
OPERA PRIMA (con camere) Piazza Garibaldi 27 Acireale (Ct) Tel. 095-608666 Sempre aperto, men da 35 euro GIARDINO DI BACCO Via Piave 3 San Giovanni la Punta (Ct) Tel. 095-7512727 Chiuso luned, men da 40 euro VILLA TAVERNA Corso Cristoforo Colombo 42 Trecastagni (Ct) Tel. 095-7806239 Chiuso luned, men da 30 euro
DOVE COMPRARE
AZIENDA BIOAGRICOLA SPICCHI DI SICILIA Via Marchese di Sangiuliano 99 Acireale (Ct) Tel. 331-2058884 PRODUTTORI ARANCE ROSSE ROSARIA Contrada Porticelli Belpasso (Ct) Tel. 095-7913562 BIOAGRITURISMO RUVITELLO (con camere) Contrada Cuba Localit Fondo Ruvitello (Ct) Tel. 095-451405
1 Spaghetti siciliani
Acciughe sciolte nellolio a fuoco dolce A seguire, succo, scorze, spicchi darancia tagliati a vivo e pane grattugiato Saltare la pasta in padella
3 Orata al forno
Pesce pulito, salato, messo in pirofila con extravergine, vino bianco, pangrattato e fettine darancia. Durante la cottura, bagnare con il succo di cottura
2 Anatra caramellata
Cottura parziale in forno, poi in casseruola nel fondo deglassato con una tazza di brodo, arance spremute, profumo di cognac, scorzette sbianchite
4 Insalata
Finocchi tagliati sottili e arance pelate a vivo A scelta, uvetta, pinoli, olive nere, semi di zucca Condire con emulsione di succo d'arancia, olio e sale
Carpaccio
Pesce spada marinato in emulsione di olio e succo darancia. Nel piatto, sovrapposizione dolio, fettine darancia, pesce, pinoli tostati, buccia grattugiata
7 Campari orange
Due fette di arancia e un cucchiaino di zucchero di canna schiacciati nel bicchiere alto Poi ghiaccio tritato, una parte di bitter e tre di arance spremute
6 Vellutata
Carote (mezzo chilo), unarancia e una patata tagliate a tocchi, bollite fino a renderle di consistenza morbida. Frullare insieme a unarancia spremuta, sale e pepe
8 Maiale arrosto
Carne rosolata con aglio, salvia e rosmarino, infornata fino a cottura. Succo darancia a deglassare il fondo e, a nappare, le fette Spicchi a contorno
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Sulla strada
arancia in Sicilia di sinistra. Ma cominciamo con il limone. Il dottore lo prescriveva contro raffreddore, diarrea, cistite, calcoli, bronchite, mal di gola, mal di mare, mal di testa, mal di piedi, arteriosclerosi, singhiozzo e cretinismo. E la panettiera Silvana raccontava che il segreto della sua bellezza della mia salute era il de-
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Repubblica Nazionale
Le arance invece sono dolci e rosse: ricchezza, bellezza e progresso. E infatti chiamiamo giardino laranceto perch loasi sempre verde assediata dal mondo arido e primitivo. la Sicilia dei colori e dellombra, della zagara, delle masserie, dellingegneria idrica e del mercato che signific porti e navi. Un muro a secco la separa dallimmenso giallo bruciato che una volta era il grano e ora sterpaglia: il latifondo sempre stato un non luogo. E la questione meridionale estetica. Lucio Tasca Bordonaro, che non voleva capire, nel 1944 la chiamava diffamazione fotografica. E per vero che lemon in americano imbroglio, bidone. E larancia migliore tarocco: c sempre la fregatura nella perfezione. Da Lentini a Cleveland lagrume aumentava di prezzo ad ogni passaggio di mano e la mafia diventava broker capitalism. Ecco, si parte da unarancia e si arriva a Ges: le arance sono le palle di Natale, addobbavano le case durante la Novena. Ma si arriva anche al sesso e alla violenza meccanica di Burgess e Kubrick. C il mondo in unarancia.
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Lincontro
Chansonnier
Gianmaria Testa
Autodidatta della chitarra, ha fatto per venticinque anni il capostazione Poi un giorno lo chiama lOlympia di Parigi e si ritrova artista. Eppure ancora oggi, mentre esce il suo ottavo album, continua a essere pi famoso allestero che in Italia
Faccio fatica a considerare la musica un lavoro Sar che sono rimasto un figlio di contadini e che la sera ci
i sono artisti che pi della fama inseguono tenacemente la coerenza. E che difendono la propria creativit senza curarsi dei diktat commerciali. Lo chansonnier-ferroviere Gianmaria Testa uno di questi e, quando una calda mattina dautunno lo incontro sulla terrazza di un bar con vista sulle colline delle Langhe, mi vengono in mente le parole di uno dei suoi primi pezzi, La terra delle colline: rossa / la terra delle colline / rossa di ferro e sudore. Con otto album dal 94 a oggi, tutti a met strada fra jazz e canzone dautore (lultimo, Vitamia, uscito in questi giorni) e pi di duemila concerti in tutto il mondo (comprese cinque serate allOlympia di Parigi, il tempio della musica europea che lo consacra star internazionale), ancora oggi Testa forse pi conosciuto allestero che in Italia, e forse proprio per quel suo carattere schivo, riservato, refrattario ai compromessi. Occhialini alla John Lennon, sguardo diretto, sorriso caldo sotto i baffi sornioni, chitarra sempre accanto, guarda ammirato la dolcezza delle colline che ha davanti: Sono i posti dove sono cresciuto, non potrei vivere da unaltra parte. Ho viaggiato tanto per lavoro, ma mi ha sempre accompagnato il senso profondo del tornare a casa. Se lavo-
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ri la terra, ti sporchi le mani, hai una percezione diversa del territorio che ti circonda. Conosco tutti gli odori e i colori di questi luoghi in cui ho sempre vissuto. Il suo segreto tutto qui. La sua indifferenza al successo e lattaccamento a unetica daltri tempi hanno radici lontane, che affondano nella fatica del lavoro manuale e nella semplicit della vita di campagna. Racconta con voce pacata: Sono nato in una famiglia contadina, primo di quattro fratelli. Vivevamo a Madonna del Pilone, coltivavamo una terra povera e difficile. Per anni il mio microcosmo stato quello, tutto ci che so lho imparato l. A dieci, undici anni il mio unico immaginario erano i libri che leggevo nellenorme biblioteca di una villa di signori di Torino, di cui facevamo i custodi. A tredici anni mio padre mi ha regalato la prima chitarra. Si cantava in famiglia tutti insieme. Mia madre e i miei zii avevano voci bellissime. A quattordici anni il liceo scientifico a Fossano. Mi alzavo alle cinque del mattino per mungere le vacche, poi andavo a scuola. Era frequentata dai figli di notai, farmacisti, veterinari. Cerano solo due figli di contadini, io e un altro ragazzo. Ci siamo riconosciuti subito, dallodore di stalla, che non va via neanche a lavarlo. Testa un autodidatta, si formato sulle canzoni dei grandi cantautori, da De Andr a Bob Dylan. Strimpellavo la chitarra, scrivevo pezzi ma non ho potuto studiare musica, a casa bisognava lavorare. Mi sono comprato i fascicoli Chitarristi in 24 ore e ho imparato su quelli. Cos mi sono creato un mio stile. Uno stile sempre riconoscibile, fatto di toni lievi, intimi e malinconici e accompagnato da testi poetici e evocativi. Uno stile che non rinuncia a tingersi di sonorit pi rock soprattutto in presenza di contenuti pi politici e impegnati, come alcune canzoni dellultimo album (Sottosopra e Cordiali saluti). La svolta avvenuta quando ho ascoltato per la prima volta Il gorilla di De Andr, che riadattava una canzone di Brassens. Ho capito che a differenza delle canzonette suonate per radio si poteva musicare anche uninvettiva o uno sberleffo. E che esisteva qualcosa che andava al di l della logica dello spettacolo. Alla fine degli anni Sessanta il mondo stava cambiando. Volevo fare il magistrato e mi sono iscritto a giurisprudenza, ma non ce lho fatta, dovevo anche lavorare. Nell82 sono
entrato nelle ferrovie come capostazione di Cuneo. E l mi si aperto un mondo. Allora esisteva una ferrovia solidale, il rapporto tra colleghi era sincero, andavo a lavorare contento. Ho fatto quel lavoro per venticinque anni. Mi lasciava abbastanza tempo libero per dedicarmi alla musica. Finch, quasi per caso, Testa invia una cassetta registrata chitarra e voce al Festival di Recanati e, con sua sorpresa, lo vince per due anni di seguito. La prima volta fu nel 93, avevo scelto Recanati perch cera un comitato artistico di garanzia: De Andr, Fernanda Pivano e Dario Bellezza. Mi hanno dato un milione di lire e la possibilit di registrare due canzoni. Mi ha cercato qualcuno, ma nel frattempo mi erano nati due gemelli, continuavo il lavoro alle ferrovie, avevo poco tempo. E poi mi chiedevano di crearmi un personaggio. Per me erano allucinazioni.
Mio padre non mai venuto a un mio concerto Mi diceva: Cosa vuol dire cantare? Forse aveva ragione
E cantava meglio di me
Lanno dopo rivinco il concorso. Penso: lultima cosa che faccio, poi chiudo. Al festival c una produttrice francese che tre mesi dopo mi contatta chiedendomi se pu occuparsi di me in Francia. Registro il mio primo disco ad Amiens e inizio a fare qualche concerto in Francia. Finch mi chiama il direttore artistico dellOlympia proponendomi una serata. Esce un pezzo su Repubblica: Il signor Nessuno allOlympia. E cos anche in Italia si accorgono di me. Nel corso degli anni suona e collabora con i grandi nomi del jazz: da Paolo Fresu a Enrico Rava, da Stefano Bollani a Enzo Pietropaoli. Ma anche con scrittori e attori in spettacoli itineranti: Andrea Bajani, Erri De Luca, Marco Paolini, Giuseppe Battiston e Jean-Claude Izzo, a cui legato da una forte amicizia e che lo cita in Marinai perduti e nella trilogia marsigliese. Ma Gianmaria Testa continua a presentarsi sul palco nel solito modo: seduto su uno sgabello, chitarra in mano, giacca casual e immancabile bicchiere di vino bianco per ammorbidire la voce. La notoriet arrivata per caso, Paolo Conte aveva aperto una strada in Francia, ho avuto il privilegio di usare una lingua evocativa e musicale come quella italiana. Seguo ancora la regola di pubblicare un disco solo se ho qualcosa da dire. Questa per me la libert. Ma la libert complicata, o te la compri o te la sudi. Io lho difesa con il lavoro di ferroviere, stato un baluardo in favore della normalit. Ancora oggi non riesco a considerare la musica un lavoro. Mio padre non mai venuto a un mio concerto. Mi diceva: Cosa vuol dire cantare?. Lui stesso cantava meglio di me. Tutto sommato sono daccordo con lui. Quando compone o sale su un palco con la chitarra sente responsabilit nei confronti del pubblico? Tra le arti la canzone quella che maggiormente possiede il dovere di non mentire perch la pi diffusa e popolare, quella che si pi venduta al mercato. Per questo ogni pezzo musicale deve intimamente rappresentarmi, contenere una piccola verit che la mia. Quellancora di verit il mio punto di partenza. Comporre una necessit, non posso farne a meno. Parto sempre da unemozione, prendo la chitarra e strimpello qualcosa che poi lascio l. Voglio essere sicuro che quella canzone non sia solo frutto di unimmediatezza istintiva. Se dopo mesi me la ri-
cordo ancora e risuonarla mi d le stesse emozioni allora la scrivo. Non fondamentale che venga pubblicata. Negli ultimi album ho sentito il dovere nei confronti dei miei figli di parlare di immigrazione. assurdo che proprio in Italia che ha rimpolpato il mondo di emigranti esista una legge sui respingimenti. Eppure pi forte la disperazione di chi attraversa il mare. Come si immagina il suo futuro? Ho cinquantatr anni, tra venti spero di sedermi a un tavolo senza vergognarmi mai di quello che ho fatto. Quando osservo la bellezza, le colline davanti a noi in una giornata stupenda come questa, ne vengo travolto. Non sono credente, ma ho sempre sentito un legame con qualcosa di spirituale che non riesco a codificare. Come Foscolo, credo che il paradiso stia nel lasciare qualcosa. La vita unoccasione che abbiamo tra le mani, non ha senso sprecarla. A maggior ragione avendo dei figli. Figli che ora sono tre dopo la nascita di Nicola, sei anni fa, cui dedicato Nuovo, la prima ballata di Vitamia. Speravo di poter vivere con una presunzione di innocenza rispetto alla vita, ma non ne sono stato capace o forse impossibile che accada. Il fatto che occupi uno spazio vitale, anche se piccolo, non ti permette di non nuocere a nessuno. A volte dico che vorrei fermarmi, coltivare lorto, osservare la natura e i figli crescere. Poi vado avanti, ma quello che pi mi preme ritornare sempre a casa.
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Cucinare, vestirsi, arredare una casa, educare i figli e fare sesso nel modo giusto. Dopo i manuali lora dei programmi che insegnano come vivere. A met tra documentari e reality, tra orientamento e intrattenimento. Perch, in un mondo che cambia in fretta, piacciono gli esperti, spesso severi, che danno consigli e istruzioni. I tutor che, dal video, si prendono (un po) cura di noi
CULT
a come ti vesti? La domanda prende quel tono scherzosamente drammatico che caratterizza una certa ironia mirante allo chic. Nel caso rivolta a un prestante giovanotto, il quale indossa camicie bianche sotto le quali si vedono T-shirt con scritte spiritose (Terrone al 100%): cos conciato svolge funzioni di agente immobiliare. Se ne meravigliano i due conduttori, che si chiamano Carla Gozzi e Enzo Miccio e devono intendersi di moda, perch una voce fuori campo li ha dichiarati Maestri del fashion style e Pronti a svelarvi i segreti dell'eleganza. Teniamo nel giusto conto che si tratta pur sempre di televisione: show, finzione, montaggio, gioco. Pazienza, allora, se l'eleganza dovrebbe sempre essere pi velata che svelata; pazienza anche se nel concetto di eleganza dei due disinvolti emuli di Petronio Arbitro rientrano locuzioni come Ti vesti cos e poi vai a vendere location (= case) o Sempre la stessa cravatta, si vede che le piace. Si vede che piace loro il terribile le usato in Lombardia per rivolgersi a un uomo. Eleganza, del resto, anche stare bene nei propri panni. Ma non siamo noi che li vogliamo cambiare a loro, bens loro che li vogliono cambiare a noi: e in senso letterale, perch Ma come ti vesti ? uno, probabilmente il pi fortunato, dei format televisivi che stanno caratterizzando il canale satellitare Real Time e occhieggiano per anche altrove. C' il programma che vi dice come rifare il guardaroba, ed appunto questo. Il programma che vi consiglia l'alimentazione pi giusta per le vostre patologie, se avete l'ulcera smettete la spremuta d'arancia e i gin tonic (si chiama Zenzero). Quello che fa controllare il vostro modo di ricevere gli ospiti da un'architetta, da uno chef e da un esperto in buone maniere (prende il nome dal romanzo Cortesie per gli ospiti di Ian McEwan, che nessuno deve aver letto a Real Time perch non affatto accomodante e glam). C' il programma per trovare casa, o se preferite location, e il programma per venderla. C' il programma che vi insegna a riciclare vecchi oggetti per farne di nuovi. C' il programma che organizza ricevimenti matrimoniali. Ai format italiani si assommano originali americani, che sono molto pi avanti sulla stessa strada e hanno titoli come My shocking body (history case di obesi redenti e brutti anatroccoli trasformati) o Malattie imbarazzanti. E poi c' naturalmente il famoso boom delle trasmissioni culinarie, quelle che hanno improvvisamente messo a profitto la sinestesia gusto-vista che gi praticavano i ristoranti giapponesi, quando mettevano in vetrina le raccapriccianti riproduzioni in plastica dei piatti serviti della casa. Il concetto quello. Se seguite l'allegro tirocinio vi emenderete da tutte le vostre annose magagne, quelle ereditate e quelle acquisite. Finirete, cos, quasi inevitabilmente per trovare il partner e per avere figli, almeno nei casi consentiti
TORNATA MAMMATV
STEFANO BARTEZZAGHI
Lintento
La televisione di ieri stata una maestra, cattiva o buona, ma quasi sempre in modo subliminale mentre oggi lintento formativo esplicito
La tradizione
Siamo pur sempre sul piccolo schermo quindi show e gioco si mescolano in questi allegri tirocini che ora sostituiscono gli esempi tradizionali
dalla biologia e/o dalla legge. Passerete a Fox Life e alla Sette: S.O.S. Tata avr molto da insegnarvi anche nel campo della puericoltura. Se si riesce a non farsene troppo suggestionare, sono anche programmi divertenti. La loro distanza rispetto al resto dell'offerta televisiva meritoriamente astronomica, anche se non che tutto quanto sia lontano dalla tv generalista becera sia per ci stesso davvero vicino alla realt. Per fare la prova-realt non c' che da andare negli stessi negozi in cui le cavie di Ma come ti vesti? si rifanno il guardaroba (tre mise a testa: lavoro, tempo libero, sera) con millecinquecento euro in tutto. Il fatto che con questi programmi la tv spara forse la sua ultima cartuccia verso un target sempre pi remoto e mobile. Cattiva o buona che sia stata (secondo la linea popperiana o quella antipopperiana), la tv stata maestra in modo quasi sempre subliminale. Con quest'altra tv, l'intento formativo diventa un obiettivo esplicito; direbbero loro: una mission. Dal generalismo al particulare, dal budget alto al budget basso, dal formato-show all'agile formato-blog; nei contenuti, dall'offerta da editoria di massa (fiction, giornalismo, dibattito, spettacolo) alla manualistica sui temi della vita quotidiana. Non mai troppo tardi per tornare alla tv di Non mai troppo tardi. Ma anche una tv che ha una sua audience (numericamente non trascurabile). Chi che trova (o: come mai troviamo) divertenti, e se-
gretamente istruttivi, programmi in cui si parla di abiti da sposa, modi di apparecchiare la tavola, alternative analcoliche per l'ora dell'aperitivo o piegature della pochette a seconda della formalit dell'occasione? un dubbio che si pu facilmente rovesciare: a chi chiedere, oggi, se la cravatta gialla star bene in tv, il punto di cottura giusto per il trancio di spada o come evitare che i bambini devastino la tavola anzich cenare? I saperi si tramandano per due vie: in una cultura testuale, contano gli esempi; in una cul-
Repubblica Nazionale