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di
01 SCIENZA
t' gcomctris
ESERCl ~AZIONI
DELLE COSTRUZIONI
llU
11
delle masse
2. Strutturc ipcrst.'rtcbc c vcriticbc di rcsistcnze . lruroduzionc al/·a",'.';si probobilistico delle struttutc 4. Tern;d'cseme
/f![r2-t
ERASMO VIOLA
Collana di
SCIENZA DELLE COSTRUZIOI'i'
Esercitazioni di
I.
J.
2. In prcperzzionc
delle costruzioni 1
Strutture isostatiche e geometria delle masse
Scienza
f.
.<$
Presentazione
Con vero piacere presento questo testa didattico nel quale vedo materializzarsi il notevole impegno ela preparazione deU'Ing. Erasmo Viola, del quale apprezzo il valido aiuto che egli, da qualche a'1no, mi offre per 10 svolgimento di un Corso di Scienza delle Costruzioni nell'Univctsita di Bologna. Queste «Esercitazioni» sono evidentemente Jinalizzd,te alia preparazione di base dell'Allievo ingegnere, la quale deve certament~ esserc a monte di una success iva preparazione proJessionale; in questo sens,? il discorso si snoda in queste pagine mostrando e puntualizzando aspetti teenici ed applieativi alla base del calcolo delle strutture monodimensionali. . La possibilita di consultare questo materiale didattico riuscira di sicura utilita per l'Allievo che ha necessita di rif1ettere, ulieriormente guidato, su quanto ha aseoltato a lezione. Ringrazio percio l'lng. Vibla che, con questo lavoro, rendera eertamente piu projicuo ji nostro comune: eompito didattico,
ANGELO D1 TOMMASO
I:·
I
I
VII
-s:
Prefazione
.'
In quest! due volumi sono raccolti, per la maggior parte, gli esercizi da me svolti e proposti nei corsi di Esercitazioni di Scienza delle Costruzioni,
cite
Pacolti: d'Ingegneria dell'Universita di Bologna. Ho titenuto opportune far precedere delle premesse teoriche ad ogn; serie di problem! presentati, segue11do l'impostazione delle lezioni del Prof Angelo Di Tommaso. In esse- viene descritto sinietlcamente il procedimento . per la risoluzione di un certo tipo di esercizio e sono riportate Ie formule prirtcipali da utilizzare. Nel prime volume, dopo una rapida analisi dei sistemi piani di [orze, si studia il ealcolo analitieo-grafico delle reazioni vincolari per travature staticameltte determinate e viene discusso a problema della disposizione dei vincoli. Segue un ampio capitolo dedicato alia determinazione delle teristiehe della sollecitazione e alia loro rappresentazione graflea. La nente parte del volume tratta applicazioni clie riguardano la cun'a pressioni, le linee di injZuenza, le travature reticolari e la geometric masse. NeZ secondo volume, dope aver esaminato caratrimadelle delle
strutturale e di carico, noteoole spazio dedicatoalla determlnazlone del parametri di spostamento (linea elastica, corollari di Mohr, composizione
il problema
della simmetria
di rotazioni e spostametlti,
pri11cipio del lavori virtuali, metodi energetici) relativi (I strutture isostatiche e alla risoluzione di stru iture iperstaticlie essenzialmente: -, njZesse, [acendo uso sia=del 'metoda delle forze che delle i de!ormaZi;Mi, e sottollneando la distinzione tra «tela; a nodi [issi» e «telai a nodi spostabili», Seguo1tO i capitoli dedicati alIa stabilita. detl'equiltbtio elastica edalla verifica di sicrlrezza delle strutture. II volume si chiude COIl un'appendice che raccoglie alcuni temi assegnati alle prove scrittedell'esatne di Scienza delle Costruzioni svoltesi presso la Facolta di b1gegneria di Bologna.
IX
e sicuramente
imperJetta
ed incomplete,
per cui
e ogni collahorazione
Desidero ringraziare
u Prof
Di Tommaso,
mi ha dato nel1'affrontare il presente laooro, sia per gli innurnerevoli consigli da lui avuti durantela siesura del lauoro stesso; l'Ing. Alberto Carpinteri, nonche l'equipe della Casa Editrice Pitagora per la cura con cui a termine l'impegno assuntosl.
Ita condotto
ERASMO VIOLA
AYVERTENZE
SULLA SIMBOLOGIA
Questa seconda
edizione
esce aggiorlata
e da notar~
ed ampliata rispetto
alIa pre-
ouattro, II vol. 3 elntroduzione all'ana~isi probabilistica delle strutture» completamente nIA;9.l!p.mentreilvoZ. 4 €T~mi di esame» tiporta temi di esame completamente -svolti, alcuni de; qlAali\ g;a present! nell'appendice della prima edizione, e tem; con cenni di soluzione. A ciascuno dei due volumi i'1 parole r;serlldta lAnaprejazione a parte.
II vol. 1 si presenta arricchito di tavole. sinottiche dei vlncoli e di ulterior! esercizi sulla curva delle pressioni, Per cia che riguarda le stru tture isostatiche, poi, alcuni argomenti hanno trovato sviluppo nei temi d'esame,
Rispetto riguardanti alia prima stesura, il vol. 2 contien€! molti esercizi in piu, la trave continua, e due nuovi paragraJi che trattano a metodo
I
.
Nelle figure del testo il simbolo di fig. A denota la direzione e iI verso di un vettore, mentre la lettera scritta a fianco, ad esempio F in fig. B. ne indica I'intensid 0 modulo. 11simbolo di fig. C rappresenta una coppia concentrata antioraria agente nel piano del foglio. La lettera J( 0 M, poi. ne caratterizza iI modulo (figg. D, E). Quest'ultima rappresentazione ccrnoda soprattutto per i sistemi piani per indicare il vettore momento ortogonale aI piano del foglio, di modulo .At 0 M e diretto nel verso di avanzamento di una vite che ruota in sense antierario (fig. F). Naturalmente i vettori possono rappresentare sia Iorze che spostamenti. In alrri termini, Ja lettera scritta a fianco di ogni segmento 0 archetto orientato rapprcsenta in questo testo sempre e solo iI modulo del vettore, rnentre la direzione e iI verso sono quelli forniti dal segmento orienta to, nel caso di vettori fona 0 vettori spostamento. o dall'arehetro orientate, nel caso del vettore momento 0 del vettore rotazione. Quindi, iI parricolare carartere alfabetico piuttosto marcato che compare nelle figure per caratterizzare l'enre vettore, stato usato solo per un miglior contrasto grafico eon i restanri simboli e rappresenta in ogni caso solo il modulo del vettore . Per quanto riguarda il teste, invece, la generic a lettera seritta in grassetto rappresenta un vettore, cioe un ente caratterizaato da modulo, direzione e verso. La generic a lettera non in grasselto, invece, che si riferisce ad una forza. ad uno spostarncnto e COSt via. rappresenta solamente il modulo del vettore forza, vettore spostamento e cosi via: in tal caso I.direzione ed il verso sono quelli che si desumono dalla figura. Da quanto derto, dunque, segue che nel testo i1 riferimento al generico vettore (forza, spostarnento, memento e rotazione) pun essere fatto indifferentemente sia mediante i) suo modulo. che mediante una lettera in grassetto, quando si vuole sottolineare il carattcre vettoriale della grandezza .
~
XI
Indice
... "
Gener:tlita .
La deccmpcsizicne delle forae Definitioni di forze e coppie distribuire e concentrate. La curva funicolare Esercizi . Esercizi propostl .
8
10
13
15
Capitolo 2· ANALISI STATICA DEL CORPO RIGIDO Consideraaioni sui vincoli per i sisterni piani II calcclo delle reaaionl vincolari . Escrciz! . Esercizi propt)sri . 1..1. Tabcllc dei vincoli esrcrni 2.1. 2.2. J7 19 ::!1
34
35
3.2. 3.3.
3.4.
11principio del lavori virtuali Esercizi . Esercizl proposti : . . 11procedimento delle catene cinematiche . AnaHsi cinemaelca dei sistemi di corpi rigidi II calcolo delle reazioni attraverso il procedimento Est.' rtlzj • Esercizl proposti Eserc/zi. .. Esercizi propost; 11problema cinemntico delle strutrure piane I sisrcmi chiusi II problema sratico delle srrutture piane Esercisi . Le equazioni ausiliarie ESC!rci;:i;. .
39
40 45 46 49
51 53
56 59 68 69 74 77
78
81
82
XIII
3.9.
99
]03 7.3.
Esercizi
DELLA SOLLECITAZIONE
4.3.
4.8.
4.9.
Generalita . . . . • • . . . . . . . Le equazioni indefinite di equilibrio per Ie travi retrilinee Convenzioni sui segni e sui tracciamento dei diagrammi delle caratteristiche della sollecitaaione .....•..•...... Bsercisl , . •. •.•........ 11traeclamenro del diagramma del momento per i carichi distribuiti II nodo triplo. ..•.• Esercizi . ..... L'uso delle scale dei diagrammi Osservazicni sui tracciamento dei diagrarnmi delle caratteristiche della sollecitazione Esercizi proposti . Determinazione delle componenti dell'azione interna medianteil princlpiodei lavori wtuali . Esercizi :. Esercizi froposti. ............. Le earat,eristiche della sollecitazione nei problemi spaziali Esercizi \. . . . . . . . . . . . . . . . . Esercizi proposti I
107
110 III
114
s-
Capitulo 8 • LA GEOMETRIA DEl.LE MASSE 8.1. 8.2. 8.3. 8.4. 8.5. Il baricentro I mornenti d'inereia Mornenti ed assi principa.U d'inerzia . L'ellisse centrale d'inerz·ia • 11nocciolo centrale d'ineraia Escrci:i Esercizi proposti
227
229 232 234 236 237 249
146
149
150
152
171
s·
Generalit], . . . . . . . Considerazioni su un esempio tipico La scala nella lettura dei diagrammi . Esercizi .: Utilizzazibne della curva delle pressioni Esercizi .: . . Eserciei propost; , .
PER 1 SISTEMllSOSTATlCI
193
199
204
206
;J.
RETlCOLARI
PlANE 209
213
XJ'\!
xv
1.1. GENERALlTA'.
Si definisce forza qualunque causa atta a produrre una variazione dello state di quiete 0 di moto di un corpo oppure a deformarlo. La forza e un , particolare vet tore (1) libero
0
applicate,
da una
: intensita 0 modulo, da una direzione e da un verso (e punto di applicazione : per i vettori applicati). La forza puc essere anche definita come vettore retta
0
vettore
Id I
1
appartiene
ad una retta ben de fin ita detta retta di azione della forza.
In generale la forza
e una
funzione
della posizione
F = F (P,
P, t).
solo con forze costanti, doe con forze
\che non dipendono da nessuno dei suddetti parametri. Solo successivamente I .verranno considerate le forze posizionali, doe le ferae dipendenti dalloro ipunto di applicazione (la reazione provocata da una molla compressa, ad 'esempio, essendo proporzionale all'acccrciamento della molla stessa, costi'tuisce un esempio di forza posizionale). Piu' forze costituiscono un sistema di forze ~ il quale, considerando le singole forze come vettori applicati, si rappresenta con la notazione (1.2)
(i
= 1, ...
,n)
ove A j rappresenta il punto di applicaaione di Fj• Un sistema di ferae, poi, si dice piano quando le rette di azione delle forze appartellgono tutte ad un piano.
(1) Per una trattazione sistematica sulla teoria dei vet tori liberi ed applicati, si puc, far riferimento a1 testo: A. Di Tornmaso, L. Boscotrecase, Statica applicata a1le Cosrru:zioni; Patron Editore, Bologna, 1976, Per le citazioni successive, tale teste sara indicato concisamente con la notazione [*J. 1
Per caratterizzarc
I'effetto
rneccanico
di una ferza
tra corpi rigidi e. corpi dcforrnabili., di cui sioccupano rispettivamente 111. mcccanica razionale e la scicnza delle costruzioni. Un corpo sidefinisce rigido quando, considerati duc~ punti qualsiasi, la loro distanza rimane la costantc prima e dopo l'intervcnto delle forze; deformabile, distanza tra i punti varia al variate delle forze, quando
rispetto a quolsiasi polo O. Tra le condizioni di equivalenza. a.zero sono fondamentali, per la determi_ .. nazione grafica delle reazioni vincolari, i due seguenti teoremi. I. Un sistema costituito
equivalente
Definiarno, inoltre, la risultantc di un sistema piano E di forze come quella forz.a che, agendo sullo stesso corpo rigido, produce 10 stesso effctto delle forze date. Tale dcfinizionc lecita, poiche un sistema piano di forze
e che
affinche un le rette di
azione di tali Jori:e slano complanari e concorrenii in uno stesso punto proprio 0 improprio. Poiehe nel seguito spesso si fara ricorso a tale condizione, essa sara chiamata, per brevita, teorema N. Prima di concludere, generalmente riscontro (rigido
0
si scrive
riteniamo quotidiana.
opportuno II prime,
ricordare valido
due postulari che dei corpi, di largo per qualsiasi corpo 110n si altera
si ammettono
dell'equilibrio
(1.3)
R=' F. Lit
1
nell'esperienza deformabile)
nei termini
seguenti:
di sistemi equivolenti
e sistema quando
l'eouilibrio
dj un corpo se si sostiiuisce
producono \ 10 stcsso effctto Osscrviamo [che, analogamente sistcrni di Fone csisrono ncccssaric csufficicnti
su qualsiasi. corpo cui si pcnsino applicati. ai sisterni di vettori applicati (2), anche per i ossia delle condizioni tra due sisterni piani di forze. Noi due sistemi di Jorze L e L' si {R=R'} e 10 stesso momento
la lora risultante applicata nel medesimo punto, oppure n011 si altera I'equilibrio di un corpo se si sosiituisce ad una Jorza applicata il1 un punto piu [orze applicate nel ;:n.edesimo pun to e aventi come risultante la Jorza data. 11 secondo, invece, valido solo per i corpi rigidi, afferma: non si altera l'eouilibrio di un corpo rigido se si irasporta il punto di applicazione di una Jorza lungo la propria retta di azione. Nel caso dei corpi rigidi, dunque, le forze vengono considerate come cursoti 0 vettori scorrevoii; per j corpi deformabili, invece, Ie forze sono rappresentate da vet tori applicari. Le operazioni oggetto dei due postulati enunciati, deere operazioni i1!variantive elemeniari, applicate (una 0 piu volte) ad un sistema di forze ~, consenrono di pervenire ad un sistema L' equivalente a L.
per l'cquivalcnza
risuliante (3)I(Mo M~) rispetto a qualsiasi polo O. Un sistema di forze, poi, si dice equilibrato quando, pensate Ie forze applicate ad! un corpo rigido, esse producono effctto rncccanico nullo, cioe lasciano impcrturbaro 10 state di quicte 0 di mota del corpo. Un sistema equilibrate si dice anche sistema nullo sistema cquivalente a zero.
0
1.2.
LA l)ECOMPOSIZIONE
DELLE FORZE. della decornposizione i scguenti L' che rispetri talune condizioni
Anchc per i sisrerni nulli ornettiamo i critcri di equivalenza a zero e diamo solo la definizione: Ul1 sistema di Jorze L* si dice eouivolente a zero se ha null! la risultante
(2) 'Cfr. [*), (3) Si dcfinisce memento risultunte (scalare) di un sistema piano di forze (Ai' Fj) rispctt o al polo 0. I. sornrna .Igcbric. dei momenri delle singole Iorae rispetto al polo 0. J1 momento scalare della forza Fj rispetro al polo 0, si definisce come il prod otto del modulo della [orzn per In distanza dnl polo della retta di azione dena forza (braccio). II memento scalare si assume positivo onegativo a second. che il verso di rotazione della forza rispetto "I polo risulti" ad esernpio, orario 0 anriorario (per ccnvenzione},
2
Assegnato un sistema piano di forze L, il problema consiste nel determinare imposre e sia equivalente casi. 1. Decomposizione set. La soluzione un altro sistema
0
(R = O)
e if momento
risultante
(Mo = O)
equilibrante
(4) di L, Consideriamo
possibile
alle
(4) Un sistema di forze k' si dice equilibrante del sistema k se il sistema costituit o dall'insierne delle forze di k C L' risulta un sistema m,llo 0 equivalent"" c ero.
jFs+Ft=F
EQUILIBRIO
(1.4)
._._. F
F.
IF'l=F'd s
~' F,
.. __..
2. Deco'"'posizione di una fo~za F due [orse -d(cui un~ ~gente secondo pCT un punto A (fig. 1.4). .~
in
F.~
!IF,
c)
Figura 1.1
a)
b)
Se Il punto A non apparticne aIla retta t, la soluzione esiste ed unica. lnfatti, indicate con K iI punto di intersezione della retta T di azione della forz.a con la reeta t e detta s la' congiungente AK, i1 problema si riconduee al caso precedente. In fig. 1.5 sene riportati i sistemi eostituiti daJle forze PI e F, ehe rappresentano il sistema equivalente ed il sistema equilibrante
della forz.a F.
due rctte (proprio
0
improprio)
appnrticne
forz.a. Infatti, nel caso illustraro in fig. l.1.a, ad esempio, qualunque delle forz.e ngenti secondo pertante, tale risu1tante
set,
la loro risultante
A;
EQUI~ALENZA
EQUIUBRIO
equilibrante anehe , ed
della forza F. Nel caso, invece, ehe il punto A comunc allc due rette appartenga alia rctta di azione della forza (fig. 1.1.b), la dccomposizione unica. In fig. 1.1.c
50110
e possibile
illustrari
equivalcntc e l'altro cquilibrante di F. Se il PUlltO A improprio ed appartiene alia retta r, doc se Ie rette s e t sono parallcle alia rctta di azionc r della forza F (figg. 1.2, 1.3), il sistema
~' = {Fs' F,} equivalente ad F rappresentato in fig. 1.2, mentre quello equilibrantc mostrato in fig. 1.3. Asscgnatc Ie rette r, set, lc rclazioni
r-----~~----~----------EQUIVALENZA EQUILIBRIO
F,
F,
forz.e ineognite concorrano in un pun to A non appartenente allaretta di azione della forza (fig. 1.7). ilproblema impossibiie, in quanto la risultante di piu forze concorrenti i~ u.n punto deve. passare per tale punto. Se, inveee, la forz.a F passa per il pun to cornune a due rette di azione
T
Figura 1.2
Figura 1.3
equipollenti
la
Figura 1.6
Figura 1.7
Figura 1.10
o•
F
a)
indicato con A il punto comune ad res, consideriamo la rctta u per il puntO parallela a t. Detta d la distanza tra Ie rerte parallele u e t, il sistema costituito dalle forze F, illustrate in fig. 1.10, tali che
F = .4f t d
chiaramenre
equivalence
alIa coppia./lt.
Decomponendo
successivamente
Figura 1.8
,
I
Figural:9
la forza F, applicata ad u secondo Ie rette T ed s, si ottengono le restanti forze incognire, Pertanro, i1 sistema cosrituiro dalle forze Fr, Fs' agenti rispettivamentc (fig. 1.8), la esista. secondo Ie rette t,
T,
s (fig. 1.10),
forza Fu dev'~ssere
Infine, se le- quattr o rette T, s, t, u si incontrano a due a due in punti distinri (fig. 1.9.a), la soluzione esiste ed unica. La decomposizione della forza F puo esscre effettuata con n metodo di Culrnan. Si puo prima
./It, mentre quello rappresentato in fig. 1.11 equilibrante di AI. Facciamo notare, inoltre, che per T, s e t concorrenti in un punto proprio il problema impossibile; resta indeterminate, invece, se Ie suddette retre
r; e equivalence
decomporre,
ad esempio,
di urla Jorza
prende il nome di retta ausiliaria a) ottenendo il sistema equivalence {Fs' Fa}' Decomponendo successivamente la forza Fa secondo Ie rette u e t, si deterrnina il sistema {F", Fr} ad essa equivalence, II poligono delle forze Fs' Fu ed Fr. illustrate in fig. 1.9 .b rappresenta il sistema equivalente alla forza F. II sistema equilibrante di F, invece, costituito dalle stesse forze rna con versi opposti, illustrate in fig. 1.9 .a.
Data una forza F e scelto un qualsiasi punto A del piano, consideriamo in tale punto un sistema nullo coscituiro da due forze direttamente opposte aventi la stessa intensita della forza data (fig. 1.12). I sisterni k e k costituiti rispettivamente dalla forza originaria e da quest'ultima con I'aggiunta delle
I,
opposte,
4. Decomposizione
~ ={B, F},
s: = {(B,
Detta ./It la coppia ed r, s, t Ie direzioni, nell'ipotesi che tali direzioni costituiscano un triangolo non degcnere, la soluzione esiste ed uniea. Infatti,
S0110 equivalenti, per avere la stessa risultante e 10 stesso memento risultanre rispetto a qualsiasi polo. Dctta d la distanza del punto A dalla re tt a r
.KeF
Figura 1.14 Figura 1.12 Figura 1.13
e anche
equivalenteta
p= lim
.A, di
modulo
A$-O
-=/::.S
tlF
dF'
dS
..If
= Fd,
detta coppia di trasporto. In genera!e si puc dire chee lecito trasportare una [orza F parallelamente a se stessa purche si aggiunga la coppia di trasporto.At, il cui modulo fornito dalla (1. 5).
l'
\
su una lunghezza.
1.3. DEFINIZIONI
TRATE.
DI FORZE
E COPPlE DISTRIBUITE
E CONCEN-
\ La defl.nizione di [orza superficiale relativa all'unita di lunghezza viene introdotta in maniera del tutto analoga a quella di forza distribuita su una sllperficie. \ Consideriamo. un carico q(x) distribuito con una legge generics q = q(x) s~ una linea (fig. 1.15). II graftco della funzione q q(x) prende in generale il\nome di linea di carico. In particolareper il:diagramma ilvertore q di carico. Se 6Q
Finora abbiamo considerato soltanto forze concentrate, che sono una pura astrazione fisica. Quasi sempre, invece, si ha a che fare ton forze ripartite su una lunghezza 0 su una superficie, Le forze concentrate agiscono in zone cosl ristrette da poterle ritenere applicate nei punti, Per avere un'idea delle forze distribuite basta pensare ai recipienti pieni di liquido (forze ripartite su una superficie), Se Ie forze, invece, sono distribuite su una striscia di superficie simmetricamente rispetto alIa linea media, allora tali .fone si possono considerare agenti su una linea. Ad esernpio, Panello di un recipiente cilindrico in pressione puc schernarizzarsi attraverso la sua linea media, ed ivi caricato dalia pressione P: II prodotto poi, fornisce I'azione risultante. I concerti esposti, dal punto in formule. di
e la
q = q(x)
= = cosranre
51 ha, invece,
di linea !:::.x,
di vista formale,
essere espressi xy ~x
1. FOTze distribuite su una superjicie. Le forze superficial! si riferiscono all'unita di superficie. Supponiamo che su una superficie il carico sia distribuito con una certa !egge (fig. 1.14). Sia 65 l'area elemenrare di un intorno del punto A e 6F la forza che su
8
Figura 1.1S
Figura 1.16
1 Sistcmi piani di fone 1 Sistemi piani di forze (1.7) .6Q . dQ poligono delle. forze (6) e si proiettano da un punto P del piano (polo) gli n + 1 vertici della poligonale delle forze mediante n 1 raggi proiettanti, eben noto- che-il poligono funicolare· connettente -il sistema :E di ~forze
q=lim-=/lx-O .6x dx
q prende anche it nome di carico specifico Dal punto di vista dimensionaie, risulta:
II vettore .
assegnato
e la
poligonale
raggi proiettanti
ed i vertici sulle rette di azione delle forze, La denominazione di poligono funicolare cubica
II carico q puo essere costante, lineare, oppure avere legge quadratica, e cosi via.
Per definire la coppia distribuita m, consideriamo un corpo rigido soggetto ad un sistema di forze in equilibrio (fig. 1.16) j se .6M la variazione di mo-
senra la configurazione di equilibrio di un mo perfettamente flessibile ed inestensibile di opportuna lunghezza che, fissato in due punti del primo e dell'ultimo lato, sia sottoposto alle foree del sistema :E. E' note anche che nel tracciamento del poligono funicolare resta arbitraria sia la scelta del polo, determinate da due coordinate nel piano delle forze (scelta che puC quindi Farsi in 002 modi), che quella del primo lato del poligono funicolare nel fascio improprio di rette avente per centro la direzi~ne del primo raggio proiettante. Pertanto, esistono 003 poligoni funicolari connettenti un sistema piano di forze. Ebbene, iJ procedimento del poligono funicolare puc essere esteso anche aHa cernposizione di forze riparrite su una linea. In tal caso il poligono delle fone diventa la CUTva delle forze ed il poligono funicolare la CUTva
rnento esrerno relativa ad un tronco (del corpo) di lunghezza tss, il vettore (1.8)
m= lim --=-As-a 6s ds
6M
dM
prende il nome di coppia distribuita per unitd di lunghezza. 3. FOTze e coppie concentrate. Se i1 valore della forza distribuita grande all'ascissa generica s, cioe se (1.9) per unita di lunghezza q
e infinitamente
funicolare
0 sernplicemente
la funicolare (7)_
Se ~ sistema di carichi ripartiti, poi, costituito da forze infinitesime parallele, la curva delle forze diventa una retta e si chiama anche puntgggiata delle f~Tze; inoltre, nel caso in esame, della ftinicolare in forma differenziale.
.6Q
lim q(s) 6$ = F
all'ascissa s.
I
. .
Supponiamc che per un carico diffuso paralle10 con legge q = q(z), sia stata tracciata la curva funicolare (fig. 1.17). Se si riferisce la curva funicolare ad un sistema cartesiano ortogonale Oyz, le tangenti a e b alla curva stessa, ricordando la definizione e le proprieta del poligono funicolare, rappresentano due lad consecutivi del poligono funicolare connettente il sistema di forze elementari q dz' in cui puo immaginarsi suddiviso il carico ripartiro q . Mandando, poi, per il polo P le parallele PQ e PR alle due tangenti a e b , rispetrivamente, si individua sulla punteggiata delle forze I'mtensita della forza q dz, rappresentata dal vettore R - Q. Denotando con (X e ~ Ie inclinazioni delle tangenti a e b, e quindi delle proiettanti PQ e PR, e con H la . distanza del p~lo P dalla poligonale On [distanza polare), dalla punteggiata
(1.10)
As-O
6M lim --
6s
00
6s- 0
lim m Ss =A all'ascissa s,
1.4.
(6) 11 poligono delle forze e la poligonale in cui si riportano i vertori equipollenti alle fone, in un ordine prestabilito, a part ire da un pun eo qualsiasi del piano delle Forse stesse,
Assegnato
10
forze concentrate,
se si costruisce
il
.c
(7) Anche il nome [unicolare deriva d~l fatto che la sua forma sottoposta allo stesso sistema di carico.
e quella
di una fune
11
o
'r:
,.
Diagramma
dalle forze
"
=--.
H
q(z)
I'~
L'equazione (1.11) puC:>essere integrata solo quando si conosce il dia" grammadi carico,ossia laleggedivanazione q = q(z).. ~. E' facile notare che la forma della curva funicolare, essendo rappresentata da un'equazione differenziale del secondo ordine,
e indipendente
z
n
degli assi di riferimento. Infatti, se si misurano Ie ordinate y, anziche dall'asse z, da una retta paraIlela 0 inclinata rispetto a z, cio comporta I'aggiunta ad y di una funzione costanre 0 1ineare in z che non modifica la derivata
In- 0 I =
Figura 1.17
I'
o
Q(Z) dz
seconda di y. Rileviamo inoltre ehe se a carichi distribuiti si trovano associate forze concentrate, Ill. funicolare risulta costituita da tratti curvilinei ehe form an 0 delle cuspidi in ccrrispondensa di ogni forza concentrata,
I I
IR-QI=IS-QI-IS-RI
ovvero
q.
lntegrando
q dz == H
rispettivamente funzione m~e
tg a: - H tg {3.
il significato
alle derivate prime y~ e y~ [calcolare nei punti A la curva funicolare nel riferimento
e B)
:
Oy~, risulta
che fissano la posizione della parabola rispetto al
q dz
Ma essendo I'ineremento
= H(y~
Oyz, si determinano
ai limiti. Ad esempio,
infinitesima
la disranza
della funzione
q dz = H
e quindi y"
dy' = Hy" dz
z q ==-.
H
Si osservi che, nell'ipotesi in cui il vettore P equiverso all'asse z e Passe y orientato nel verso del carico (come in fig. 1.17), 13.funicolare presenta la convessita verso il semiasse positivo delle y, per cui l'equazione differenziaIe della funicolare del carico q assume l'aspetto:
Se
y Figura 1.1.1
12
13
se si vuole che Ia curva passi pe_r gli estremi 0 ed A del segmento OA (fig:r.l.l), deve essere (1.1;2)'y(O)=O;
y(l)- =0.- .. - . f.
di carico
Esercizi PJ;Oposti.
; ..
1.2. 1.3. Determinare le funieolari del carico per i casi illustrati nelle
figg.
i.z.i
segmflnto dicarico. .~
ql
y =-
2H
(- z2
+ lz) •
e opportuno
e una
Figura 1.2.1
Figura 1-3.1
1) La risultante (verticale) del carico Q = ql passa per il punta M, ossia per il punto d'incontro delle tangenti alia curva agli estrerni, 0 ed A, del segmenro di carico. 2) La costruzione soddisfacente della funicolare di un carico uniformemente riparrito, alle condizioni ai lirniti (1.1. 2), richiede che
i1 polo
polare H e Ie dBi~costantich7 deriva~o dall'integrazione della (1.11). altre parole, l'eqrlaz.ione della funicolare (1.1.3), ottenuta imponendo
iI II
del segmento
di carico,
i1
definita
a meno della
distribuito
sui segmento OA
e associata
inrermedio
B, ad esempio,
costiruenti la funicolare del carico formano una cuspide sulla retta di azione di F. In questo caso Ie condiz ioni ai limiti che consentono di determinare le quattro costanti diintegraz.ione esprimere: clinazioni forze, corrispondenza della cuspide relative aile equazicni ramo di raccordo, nonche fornita dei due rami possono in delle la differenz.a fra Ie in-
il passaggio di ciascun
delle tangenti
4) II caso di funicolare
di un carico costante
e quello
frequentemente nella pratica: basta pensare, ad esernpio, alla distribuzione del peso proprio di un profilato appoggiato agli estremi.
14
15
2.1. CONSIDERAZIONI SUI VINCOLI PER I SISTEMI PIANI. E' note che ilcorpo rigido (1) possiede nel piano 3 gradi di liberti. Infatti, schema.tizzando il corpo rigido nel piano con un segmento AB (fig. 2.1), la sua posizionepuo essere idefinita, ad esempio, dalle coordinate xp e Yp di un punto P di AB e dall'angolo 'P che I'asse ~ forma con I'asse x. I suddetti parametri xp' Yp e 'P, che individuano in maniera univoca la posizione del corpo rigido, prendono il nome di coordinate lagrangiane 0 coordinate generalizzote. Si definisce poi vincolo, ogni impedimento alia libera mobilita (due traslazioni e una rotazione) del corpo rigido; Ie forze, invece, che i vincoli sono capac! di esplicare in determinate condizioni, prendono i1 nome di reazioni vincolari. Precisamente, si ammette che i vincoli siano capaci di esplicare tune e solo Ie componenti di forza corrispondenti alle componenti di spostamento impedite. Nel parlare dei movimenti di un corpo rigido 0, piu in generale, di un sistema di corpi rigidi, ci si riferisce sempre a spostamenti infinitesimi a partire da una certa configurazione, detta configurazione iniziale. In tal caso
Figura 2.1
e data
tacitamente
all'elemenro
tTave, 1.
17
possibilc lincarizzarc il problema, cioe sostituire ai vincoli non lineari dei vincoli lincari , ossia csprimibili con cquazioni lineari. Se supponiamo, ad cseI11pi(), ·i::hc· punto P sin vincolaro a muoversi lungo una circonferenza
che il numero
di movimenti
sia rispettivamente
un
infinitesimi
a. la
"due, uno 0 nessuno. Per quanto riguarda il comportamento statico dei vincoli interni, possiamodire che essirimpedendo spostamenti ·generalizzati· (spostamentiJ. 0 rotazioni) relativi, trasmettono alla struttura due forze generalizzate interazioni. (forze
0
coppie),
interne
curva con la tangcntc a partite da Po' lnoltre, i sistemi S di corpi rigidi, collegnti tra loro c con I'csterno-mcdiante opportuni Jegami (vincoli), si intcndono piani se lc forzc agcnri e lc rcazioni dei vincoli appartengono ad un piano coincidcntc con il loro piano medic, I vincoli chc si considerano, a) olouomi, rclazioni trarmc avviso contrario, di S (anolonorni); si intendono: alia sola posizione doe delle introducono nel sense clic impongono di motu una restrizione
2.2.
i1
sistema di vincolo
ha molte-
dci
punti vincolati
(vincoli di posizione};
plicita v pari a 3 ed i vincoli stessi sono ben ·disposti, doe efficaci (2). In tal modo i vincoli sono strettamente sufficienti ad impedire iI moto rigido del corpo. sistema si dice iperstatico; superiors a quelli strettamente inferiore a 3, doe
dnl tempo;
chc consentono solo sposcamenti virruali [infinicon i vincoli) invcrtibili, ovvcro ogni componente di 10 in cntrnmbi i scnsi; quanto affcrmato equivale a
v sia superiore
a 3,
nel senso che i vincoli sana in nurner o necessari, Se, invece, il grado di vincolo 11 lasciano libero qualche
se i vincoli
(reagiscono
chc in qucllo dirctmmcntc opposro): d) privi Iii attrit o 0 lisci, cioe cnpnci di conscntirc mcnti ;1 cui non si oppongono: c) pC'rfetti, 055;;1 non ccdcvoli, movimcnri Oli quulisi oppollgono.
I vincoli
inrcgralmcnte
sistema si dice labile. Ebbene, quando il corpo rigido vincolaro in modo iperstatico 0 labile, non e possibile calcolare le reazioni vincolari, come si mostrera successivamente. In generale, il calcolo delle reazioni vincolari si basa sui seguente postulate: le reazioni cite i vincoli esplicano sui sistema S vincolato, pensate sostituite ai vinco!i stessi, possono equilibrare le forze agenti su S. Per tale postulate Ie equazioni cardinali della statica (3), esprirnenti l'cquilibrio di un corpo rigido libero soggetto ad un sistema di forze, continuano a valere anche nel case di corpi rigidi vincolati. Pertanto, indican do con R (a) ed M{a) rispettivamente la risultanre ed il momento risultanre delle forze esterne agenti sul corpo (forze attive) e con R{r) ed M{r) rispettivarnente la risultante cd il memento risultante delle reazioni esplicate della statica dai vincoli sul corpo (forze rigido reattive ), vincolato Ie equazioni cardinali assumono l'aspetto R= (2.1)
R{a)
movimento,
il
integral mente i
si dicono poi cstcrni, se vincolano punti del sistema di corpi rigidi ;11 suolo, ossin al rifcrimcuro fisso: interui, se limitano 0 impediscono i movimcnti rclntivi dci corpi rigidi cui sana collcgari: Dal punto di vista cincmntico i vincoli cstcrni vcngono classificati in base al numcro eli grndi di libcrtf chc ciascuno sopprirnc <11 sistema cui applicaro. Pert an to, ncl piano si possono averc solo tre specie di vincolo: semplice, donpio c triplo, a scconda di cui il sistema C c;lpncc.
chc irnpcdisca
uno, due
IIi
interne: pcrchc i1 gcncrico sistcrna , anz ichc immaginarsi ottenuto collegando corpi rigidi disrinri. pUG pcnsnrsi ricavato wgliando iI corpo e sostituendo i vincoli tripli chc prima csistcvan o tra lc varie sczioni con vincoli tali da conscnrirc movimcnti rcl.uivi tra lc varic coppie di sezioni risultanti dal taglio. Ma ucl pi;1I10i possibili movirncnti rclativi tra due corpi rigidi possono Pertanto,
+ R{r) = 0
Mo = M~)
+ Mg) = 0
In sconncssionc si dcfiniscc semplice , doppia 0 tripla a seconda che il vincolo sia rispcttivamcntc doppio, scrnplicc 0 non esista affatto, doe a seconda
18
(2) Pur avendo un grado di vincolo pari a tre, si puc lasciare qualche moto rigido al corpo, nel senso che alcuni vincoli tolgono dei gradi di libert. gia soppressi da altri vincoli. In tal caso, allora, si dice che i vincoli sono inefficaci, cioe mal disposti. (3) Cfr. [*). 19
dove () sufficicntc
un Pl1llto qualsiusi del piano. Quindl, eondizione necessaria e affinehi: un COTpO (0 sistema) I rigido vincolato siain equilibrio,: a zero.Jl sistema teorema: costitulro condizlone .dalleforze attive e_~
rcattivc agenti sui cnTpo (0 sistema). Le reazioni vincolari si possono dererminarc unchc
il
scopo di semplificare al massimo i1 sistema risolvcnte. Se lc equazioni risultanti dall'applleaaicne delle (2.3) 0 (2.4) sono lincarmentc indipcndenri, detto nil-lore nurnero ed-r-quelle-dellc -reaeioniincognitc, possono verificarsi i seguen ti casi: 1) r = n: soluzione efficaci;
seguente
necessaria e suffi.
cientc affine],,)
sia in equilibrio
e che
si annulli
problema
si dice
staticament/
determinate; perche la
tal caso i vincoli sono tutti
il momcmto
(2.2) elelle [orze attive (~ rcattive (I = 1,2,3) a.genti sul. corpo rispetto a tre punt! disposti
nelle reazioni
esiste ed e unica;in
2) r < n: II problema si dice staticamente impossibile, in quanto i1 sistema di equazioni staciche 'non arnmette soluzione; cio corrisponde fisicamente alIa mancanza d'equilibrio; 3) 1'1: i1 problema zione del sistema non
secorulo i vertici
Lc cqunzioni
tli
Uti
tridl1.f~()lo 11011tlege,·wrc.
vcttorinli
(2.])
5i
traducono
in sci equazioni
scalari nel-
r>
scnlari ncl piano. Infatd, con riferimento piano Il, R appnrticnc a n (per ipotcsi), mcntrc
:1
e unica,
si dice staticameni« indeterminate, perche la solucioc sistema amrncttc oor-" soluzioni; tali
pcrtnnro, sccltn unn terna! di assi orrogonali Oxyz n c proicrtando Ie (2.1) su tali assi, si avranno
soluzioni hanno solo un valore Forrnalc, trannc una che rappresenta la soluzione fisica: quest'ultirna potra determinarsi solo quando, abbandonata I'ipotesi di corpo rigido, si terra conto della deformabilitlt del materiale costituente la struttura. In generale vale Ia seguente proposizione: una struttur a isostarica statieamente determinata, una struttura iperstatica staticamcnte indeterminata, Una struttura labile staticamente impossibile. Infatti, il nurncro (1'1) di equazioni indipendenri di equilibrio disponibili per iI sistema uguale al numero dei gradi di liberta (g); inolrre, i1 numero di pararnctri incogniri di reazione -(r) vincolari uguaglia il numero di gradi di liberta (v) soppressi dai vincoli, doe risulta:
+ I~(r) x
+
I~(r)
(2.3)
R(d)
=0
M(n)
()
+ /I1(r) = ().
()
aile 3 cquazioni
\
(i = 1.2,3).
I
1'1
=g
lnfatti, dire chc il momcnto del sistema di Iorzc (;Jttive e rcurtivc) C nullo rispctro a due punti signinc;J chc, ill gcnerale, larisultante R passa pCr i due punri: inoltrc, scrivcrc che il 1l10111ente> C nullo rispctro punto (non ullincaro con i primi due] cquivalc ad affermare modulo ad un tcrzo che anchc it
r = v. C immediato
verificare ehe: ~ [II = r: srruttura struttura [r> 1'1: struttura staticarnente' staticamente dcrerrninata] indererminata]
[v =~: strurturaisosratica]
eli R
[v
<s. struttura
g:
struttura
statieamenfe
impossibile]
[v>
a zero. In dcfiniriva, acccttaro iI postulate che conscntc eli sosntuirc i vincoli con Ie rispcttivc rcnzioni vincolnri , llueste ultimo possono dctcrrninarsi applicundo lc cquazioni della statica (2.3), -doc scrivcndo clue cquazioni di cquilibrio ortogonnli) qualsinsi e una cqunzionc del piano,
j
!
.111:1 rruslaz ionc sccondo due dirczioni dlsrinrc eli ell uilibrio alia rotaziencinrorno
oppure mediante lc (2.4 ),esprilJ1ellti
I I
I
Condudendo, si vuole aneora ribadire che Ut1 problema di rice rca di reazioni vincolari si dice statical1lente determinato se possibile.determinare univocamente lereazioni oincolari con l'ausilio delle sole equazioni cardinali della statica.
momento di tutte Ie forzc (active e rcntrivc) rispctro acre punti non allincari del piano. La scclta delle (2.3) 0 (2.4) vicnc fatta di volta in volta allo
20
zerniera
21
I ·-1
j
Figura 2.1.1 Figura 2.1.2.
(2.1.3)
B)
~l+PZ=
O.
Come ovvio dedurre dalle suddcttc equazioni, si sene assunti positivi i versi indicati in 2.1.1. Diil sistema delle- ire equaziorii Iacile-i:lcavare
-fig.
.~
(2.1.4 ) In notazione ~=-F, matriciale [A]{X} Htl =2F.
+ [BJ{F}
(4) e net punto intermedio B con una biella (5), inclinaia di 45° sull'orizzontale. Cercheremo Soluzione prima la soluzione analitica e poi quella grafica.
~[~::~f.::~t:~f:1H'.J [~
+
Essendo i1 deterrninante della matrice dei coeificienti
F ee {o).
de!erminare
dalle equazioni
della statica
(2.3) esprimenti:
IAI=-2 e
zVz
a) I'annullamento della somma delle componenti secondo un asse orizzontale di tune le forze [arrive e reattive) che agiscono sulla trave (equilibrio aHa traslazione orizzontale) (2.1.1)
diverso da zero, le tre equazioni sono linearmente indipendenti, cioe i vincoli sono ben disposti. lnoltre, poiche sono pure tre le incognite, la soluzione esiste ed unica. DaIle (2.1.4) segue che i versi della reazione del pendolo 1{B e della componente orizzontale H II della cerniera S0110 proprio quelJi prefissati arbitrariarnente in fig. 2.1.2, mentre la componente verticale l~, risultando negariva, ha verso opposto a quello prcfissato, Soluzione grafica.
x)
sOI1"l~~'d611ec6mponenti vertic ali (equilibrio alIa
~+
-r:
E' note che il pendolo puc rcagire con una forza diretta secondo iI suo asse; la sua'retta di azione, nel caso in esame , incontra quell a della forza applicata F nel punto K (fig. 2.1.3); Sappiamo, inoltre, che la cerniera .1 puc reagire con una forza RA applicata in A e comunque diretta nel piano. Poiche la trave AC la si suppone in equilibrio, il sistema costituito dalla forza ester na e dalle reaz ioni vincolari deve risultare equivalente a zero. Ma ~ noto che condizione necessaria (e in generale non sufficiente) affinche un sistema di tre forze applicate ad un corpo rigido sia equivalente a zero e che le suddette forze siano cornplanari e concorrenti in uno stesso pUntO proprio 0 improprio. Consegue, quindi, clie la reazione della cernicra A avra la retta di azione passante per K [oltre naturalmenre
(6) Cfr. (*). 23
(4) La cemiera (fissa 0 reale) dal punto di vista cinematico e un vincolo che consente la rotazione intorno al proprio centro A, rna impedisce qualunque traslazicne. Per quanto riguarda Ie prestazioni statiche, essa reagisce con una forza RA .applicata al centro e comunque diretta nel piano. Tale reazione pub essere caratterizzata attraverso le sue componenti H A e VA secondo una coppia di assi cartesiani ortogonali. La cerniera un vincolo doppio 0 di molteplicita 2, perche toglie al corpo rigido cui e applicata due Iiberta di movimento.
(5) La bic1la 0 appoggio pendolare 0 ancora pendolo un vincolo sernplice, in quanto impedisce solo Ie traslazioni nella direzione del suo asse, mentre consentc quelle nella direzione orrogonalc e Ie rotazioni del corpo rigido che esso vincola. Dal punto di vista delle prestaz ioni statiche esso reagisce con una forza agente sui suo asse, 22
1
le equazioni
" . HA ~
~-009 1/2VF
__ MA--r-_-"
s"
tVa
EQUILIBRIO
EQUIVALENZA
Figura 2.1.3
Figura 2.2.1
Figura 2.2.2
Dal triangolo d'equilibrio, poi, si ricavano Ie reazioni vincolari, cioe le azioni ehe i vineoli esplicano sulla trave, Le azioni direttamente o.pposte alle reazioni vincolari, ossia le azioni che la trave espliea sui vinccli, possono dedurre anche dal triangolo di equivalenza.
I
II carrello, invece, reagisce con una forza verticale VB' Assunti i verst delle reazioni vincolari incognite come quelli illustrari in fig. 2.2.2, dette reazioni possono deterrninarsi scrivendo di equilibrio orizzontale: che se~ono: a) equazione di equilibrio alia traslazione (2.2.1)
si
~serciziO 2.2.
HA ----
FV3
2
= 0;
verticale:
Calcolare analiticamente egraficamente Ie Teazioni vincolari della trave illustrata in fig. 2.2.1, vincolata in A con un bipendolo (7) e in B con un carrello (8). Soluzione analitica.
F
(2.2.2) c) equazione (2.2.3) V. -B
= 0;"
attorno ad A: l~ . 21 = O.
II bipendolo reagisce con una forza parallela all'asse dei pendoli e com unque spostata nel piano. Tale reazione puc essere decomposta in una forza
(1) Il bipendolo 0 cerniera impropria, 0. doppio pendolo, un vincolo di molteplicitd 2, poiche consente unicamente traslazioni nella direzione ortogonale all'asse dei pen doli, mentre impedisce Ie rotazioni e le traslazieni nella direzione cemune (se i due pendoli non sene paralleli essi costituiscono una cerniera ideale con centre A nel punte di intersezione dei'lere assi) all'asse delle bielle. n vincolo, allora, reagisce con una ferza parallela all'asse dei pendoli e cemunque traslata rispetto ad essi, II vincolo in esame anche conosciuto con il nome di incastro scoTrevole. (8) II carrello 0. appoggio semplice e un vincolo di molteplicita 1, in quanto impedisce, al corpo rigido che vincola, la traslazione nella direaione orrogonale al piano di scorrimente del carrello; consente, invece, le traslazioni nella direzione parallela al piano. di scorrimenro e Ie rotazioni (attomo nlla cerniera). Tale vincolo realizzato con una cerniera cilindrica A, con asse crrogonale .1 piano. del carpe rigide, e un carrello scorrevole, Poiche l'esperienza dirnostra che ad ogni spostamento o rotaaicne impedita dal vincolo corrisponde rispettivarnente una ferza 0. coppia esplicara dal vincolo, consegue che il carrello reagisce con una Iorza passante per h cerniera e normale alla sua linea di scorrimenro, Pertanro il carrello si cornporta come una bielIa con l'asse ortogonale alla linea di scorrimento,
+ - + MA 2
FI
Nelle scrivere le equazioni (~.2.1), (2.2.2) e (2.2.3) si sana assunti positivi rispettivamente i versi di HA, VB e di MA• Esse costituiscono un sistema lineare non omogeneo di tre equazioni in tre ineognite ehe, risolto, fornisee:
H = ---,
A
FV3
2
l-B=-,
2 =
MA=-· 2 di equilibriosiscrivono:
FI
In nctazione (2.2.4)
[A ]{X}
+ [B}{F}
f:~U::Lljl:f-~:l. f~=.~~21· tt
+
F
21
= {OJ.
25
l~A
1/2
24
:z
Poiche il determinante della ·matrice [A J diverso da zero ed il sistema (2.2.4) non eomogeneo, la soluaione esiste 'ed unica. II problema, dunque, sraticamente deeerrninaco. Perricavare il vettore delle incognTte-
.~
";i
che la retta di azione della cerniera impropria la paral\ela all'asse dei pendoli condotta per K (fig. 2.2.3). Note le direzioni delle reazioni, il verso d~t~~in~ -(iall~ condizione di chiusura del poligono delle forze(attive e reactive) agenti sulla tra~, come
e:
e mostrato
in figura .
Esercizio 2.3. occorre, quindi, invertire la matrice dei coefficienti Determinate Ie reazioni vincolarl del sistema ABC rappresentato in fig. 2.3.1, carica to in B cia una forza inclinata di 45° rispetto.oll'orizzontale e vincolato oll'esttemo A con un pendolo improprio
[A
J=
'·"i''''r·(j''-r''o'.
5i:
OJ
1 i OJ
[issa.
Soluzione anolitica.
AHo stesso risultato puc pervenire anche per via grafica, ricordando la condizione necessaria :di equivalenza a zero per tre forze cornplanari (teorema N). Il lettore puc verificard facilmente che, applicando solranto una coppia
Il pendolo improprio reagisce con una coppia, rnentre la reazione della cerniera C puc essere rappresentata dalle sue componenti Hee secondo due direzioni distinte, ad esempio secondo queIJa orizzontale e quella verticale. In fig. 2.3.2 si sono sostituiri i-vincoli appunto con i suddetti parametri
~c
vH in un punto qualsiasi ~i AB, risultera sempre nulla la reazione del carrello, rnentre la cerniera irapropria reagin\. con una coppia ugua1e e contraria
a quella applicata. Soluzione grafica. La reazione complessiva del bipendolo una qualsiasi a1l'asse dei pendoli, rnentre quella del carrello verticale
di reazione
incogniti. Pertanto,
assumendo orizzontale:
in
FV2
B. Pertanto, derto K il punto di intersezione della retta di azione della reazione in B con quella dell~ forza estern a F ed essendo la trave in equilibrio, per la condizione necessaria di equivalenza a zero enunciata prima, consegue
,;t,.; ;;,
C
h
(/ 4S5{'
M"
He C __,. tVe
trxFigura 2.3.2.
Figura 2.3.1
Figura 2.2.3
(9) 11 pendolo improprio 0 incastro semplice e un vincolo sernplice 0 di molteplicita 1, pcrche impediscc I.. sola rotazione, mentre consenre qualsiasi traslazione. La reazione corrispondente, pertanto,
e una
cop pia. 27
26
~----
FV2
2 ._
=0;
C:
._.j
MA +Fh
V2=0.
Figura 2.3.3
La terza equazione stata scritta in modo che, analogamente alle due restanti, sia possibile ricavare immediatamente la componente di reazione incognita. Si lascia per esercizio al lettore verificare the, applicando in qualsiasi punto di ABC una coppia soleanto, risulta nulla la reazione della cerniera, mentre i1 pendolo quella estema. improprio reagisce con una coppia uguale e contraria a
.i
1
In notazione matriciale, indicando sempre con {X} il vettore delle reazioni incognite, con fA J la matrice dei coefficienti delle incognite, con {F} il vettore delle forze esterne (note) e con IBJ ia matrice dei coefficienti forze, le tre equazioni di equilibrio precedenri.si scrivono: delle
doppio pendolo, che vale MA = Fh ed diretto in senso orario, Proiettando poi Rc secondo 1a direzione orizzonrale e verticale, si ritrovano per via grafica (fig. 2.3.3) gli stessi risultati ottenuti per via analitica
Vi
Esercizio 2.4.
Risolvere analiticamente e graficamente il sistema_rappre.~entato in fig· 2.4.1, incastrato in A e sollecitaio Soluzione analitica. I'incastro da una [orza F in B.
[A]{X}
owero .... 1+ !
+ [BJ{F}
=0
(2.3.1)
[
Poiche
.. 0ltHCj [-
+ .~~~ .. F == {OJ.
I
A/2j
.
"Sostituito
fig.
2.4.2, se si assumono
(10) Con i parametri di reazione incogniti mostrati in come positivi i versi indicati in figura, le equazioni
in questo
immediate
coin tide con la rna trice stessa, ricavare il vet tore delle incognite
case I'inversa
di [A]
(2.3.2)
_f_.,.
Si puo 'osservare che, siccome il prodotto matrice [Aj la (2.3.2). da ancora la rnatrice [AJ, della rnatrice identita
Soluzione grafica. Poiche il sistema delle forze arrive e reactive deve essere in equilibrio e il pendolo improprio reagisce con un momento, consegue che 1a reazione della cerniera Rc sara applicata in C e tale da costituire con F una cop pia equilibrante di quella reattiva del pendolo improprio. 11verso di Rc' pertanto, univocamente determinate, come pure il momento con cui reagisce il
(10) L';ncastro un vincolo triple a di molteplicitd 3, poiche impedisce tutti e tre i movimenti nel piano. Esso si realizza bloccando it corpo rigido AB .1 suolo, ne1 punt~ A. La sua reazione equivale ad una forza comunque diretta nel piano: come SUOI rrametn possono assumersi le cornponenti secondo due direzioni arbitrarie (in generale s~sce!gon~ due direzioni ortogonali) e il momenta rispetto ad un punta del piano che, di soliro, S1
e
28
fa coincidere can A.
29
di equilibrio
ed alla rotazione
attorno
(2.4.1)
'.
y)
J.A = 0
-~ +F=O
A~-------'
HA=F'
x) A)
MA-Fh=O,
F
B
da cui si ricavanoimmediatarnente
Le (2.4.1) in notazione
Figura 2.4.3
(2.4.2)
MA =HAh. Si ottiene cosi, per via grafica, la stessa soluzione del sistema (2.4.1).
ove la rnatrice dei coefficienti delle incognite [A I una matrice diagonale vale - 1. Essendo gli elementi diagonali uguali all'unita (a rneno del segno), 1a rnatrice inversa coincide con la matrice stessa: pertanto delle incognite
{X}
si ricava formalmente
premoltiplicando
per
in fig. 2.5.1.
analitica.
Il sistema in esame
vincolato
esternamente
fA )-1 [B]{F}.
il sistema
con un grade
di vincolo
labile,
y)
(2.5.1)
F-
YB -
R A cos ~
x)
RA sen ~ =
=0
A)
Soluzione grafica. Si
FI - YB • 21 = ,0
ovvero, in forma matriciale, puc reagire can una forza eomunque diretta le forze agenti sui sistema sana due: la forza esterna F
e la reazione dell'incastro. Tale sistema, inoltre, deve essere equivalence a zero 0 nullo, per ipotesi. Infatti, il calcolo delle reazioni lecito solo per i
che un sistema di due forze(applieate) le due forze sene direttamente opposte. ne d'incastro Tale reazione
basta ricordare
opposta
con componente
(2.5.2)
[A]{X}
+ [B]{F}
----
___ ....
x) y) A)
H~
~
+ HB -
+ Va -
Va'
IA]
e 2, mentre
incre-
mentata vale 3, il sistema. non e compatibile, doe non arnmette soluzione. Cio corrisponde ,al fatto fisico che esistono componenti orizzontali capaci di far traslare la trave. Solo per (3 0 e (3 = 1800 il ifango della matrice cornpleta uguale a quello della matrice incompleta: in tal caso la soluzione esiste ed
e unica
(2.6.1)
e vale
Va=-· 2
0
t-~'j
0.
=0
e (J = 180
il corpo,
e in
equilibrio
per
Siccorne il ran go della matrice dei coefficienti (come pure quello della rnatrice incrementata} uguale a tre, mentre Ie incognite sono quat· tro, esistono 001 soluzioni che soddisfano Ie equazioni della statica. II
condizione
di carico.
Soluzione grafica. Per il teorema Nil corpo puo essere in equilibrio solo per (3 = 0 e (3 180°. Per un diverse valore di (3, infarti, e impossibile determinare Ie reazioni.
problema, quindi, indeterminate con le sole equazioni cardinali. Abbandonando l'ipotesi di corpo rigido, pero, e considerandolo invece deformabile, si vengono ad aggiungere ulteriori equazioni {detre equa-
zioni di congruenza) a queUe ~el1a statics: mento tra numero di equazioni e numero di determinate problema. in maniera univoca
la soluzione
Soluzione gralica.
Se la reazione
della cerniera
B incontra
Ill. retta
di azi6ne
I
dalla forza
Soluzlone analitica. Svincolando come in flg. 2.6.2 le equazioni di equilibrio alla trasla:done alle secondo gli assi x eyed alIa rotazione interne ad A, conformemente notazioni riportate in figura, si scrivono rispettivamente
per l'equilibrio
A sara. diretta secondo la congiungente AK (fig. 2.6.3). Al vf1Iiare del polo K su I variano le intensita delle reazioni, rna e sempre possibile equilibrare
il carico esterno.
Al limite,
improprio della retta le reazioni vincolari in Ae in B valgono ciascuna F/2. Come si vede, dunque, esistono 001 sisterni di forze reattive capaci di
I,
quando
il punto
K coincide'
con
il
punto
7?
RA
Figura 2.6.3
a
EQUIVALENZA
EQUII.IBRIO
Figura 2.6.1 32
Figura 2.6.2 33
equilibrate iI carico estcrno. Le rcazioni vincolari, cioc, non possono essere determinate in manicra univoca ed il problema, pcrtanro, si dice staticamente indeterminate. - _... ._.
.~
Esercizi proposti. 2.7 - 2.11. Per le struiture riportate nellc fi.~. 2.7.1, 2.B.1, 2.9.1, 2.10.1 e 2.11.1 determinare analiiicamente e graficamente Ie reazloni vincolari, considerando ,wente una sola condizione di carico per volta. Per quanto riguarda l'ultimo esercizio, poi, effettuare a: variabile tra 0 e 900• 2.3. TABELLE DEI VINCOLI ESTERN I i vincoli esterni incoritr ati riel cap. 2, ad ecceaioche non scorrevole In fig. 2.2 so no riportati ne dell'incasero anche la discussione per l'angolo
Figura 2.11.1
I!III
)Q
-F
"
Tuttavia,
state
da notare
considerato equivalente
cOSI come 10 sono la biella e il carrello. Nella prima colonna- sono indicari i simboli dei vincoli e dei cor pi rigidi,
il sistema
dal vincolo
di riferimento
e le componenti
di reazione
delle prestazioni
.,
.~
coppia .\1). ossia sono indicate sia le componenti nulle che quelle diverse da zero. Nella colonna delle prestazioni cinernatiche , si puc osservare che i vincoli non rrasmertono alcuna azione aJ corpo rigido in direzione degli spostamenti generaJizzati prendono due rraslazioni consentiti. Detti spostamenti generalizzad cominfiniresime dx e d y, rispctcivamerite nella dir einfinitesima d.,o attor no ad un asse
Fi~urll 2.7.1
Fi!(ura 2.8.1
F
Figura 2.9.1 34 Figura 2.10.1
iF
~
ortogonale al piano x - y. Si vuoJ far rilevare che, mentr e il parametro di roraaione infinitesima d.,o si r iferisce sempre al corpo rigido, le componenti di spost arnento nella direzione degli assi x e y sene quelle del punto A, se indicate con d x, e dy A' ovvero quelle del corpo rigido se denotat e sernplicemenre con dx e dy. Giova, a guesto punto, fare qualche considerazione sui vincoli che pos-
sono derivare dalla combinazione di piu bielle. Due pendoli applicati in un pumo A (fig. 2.3.a) costituiscono una cerniera fissa; due bielle, appli/i";I'/~
cate in punri diversi e i cui assi hanno definiscono concorrenti pendolo una cemiera in uno stesso punto proprio
in comune
0
ideate in C; tr e pendoli,
improprio,
vincolo, impedendo
r----------,------,---------------,.------.f
PRESTAZIONI SIMBOLO OENOMINAZIONEf-------.-------l STATICHE CINEMATICHE GRADO!" MOLTe~LICITA'
fl
;'i
",t
~.1 ..
PRESTAZIONI SIMBOLO-·. -.
t---~-------+----+----t_--___+_--___J]
01 VINCOLO
Corpo·rltido
-. r ..""~~ ;it
ceree rlgldo
'" x
Y~.VlnCrOIO . .. A
ip •
oppurt
I
..
APPOGGIO FISSO
oppure
/'4
Vlncol.
H=O V¢O
Vincolo ,.mpllc.
m
=v=
i
V
vmeete
i
V
Vlncolo doppio
In= V=
'-6-: ~.
,.~
Vlncoto
ce•• ,,..
CorpD rlgldo A
PENDOLO
oppure
u_z.rI9idO
dx = 0
Vincolo
vt-ccre
/~
Vlncolo
i
V
INCASTRO
V ... 0 M¢O
dye 0
triplo
m =V = 3
BIPENDOLO
/corpo rlgldo oppure
H=O
V¢O
dx ... 0 Vincolo
dy
CERNIERA IMPROPRIA
oppure
doppio m
~VlnCOlo
To
Figura
DOPPIO PENDOLO
M¢O
dIP=0
M¢O
dope
=V =2
2.2 37
36
•.'
.........
ca d. ""'PO rigido
r~----------------------------------------------~------------------------~'
Cor po rigido Corpo rigido
" ~, ""'-1J:~
J~,
.f
.,'.
f.
~~f ;il
'J:
~
CERNIERA a) FISSA CERNIERA b) IDEALE TRIPENDOLO c)
Figura 2.3
3.1.
II principia
per il calcolo delle reazioni vincolari chc per la dctcrminaz ionc delle caratteristiche della sdllecitaaionc, come: sara mostrato piii avanti. Esso si pub cnunciarc nel ~odo che segue: condizione necessaria sufficiente affinche la pOSizjOn~ So del sistema S, a vincoli [iss! bilaterali e pTivi di attrito, sia d'equilibri~ che il lavoro virtuale delle [orze age'1ti sia uguale a zero per ogni spos!amento virtuale (1) eseguito a partire dalla posizio71e
oL
ilL::: 0
dei lavori virtuali (che sintctica-
prende iI nome di equ~zione simbolica della statica. Vcdiamo ora corneisi applies iI principio mente verra richiama1to nel scguiro con la sigla P.L.V.) per dererrninare le reazioni vincolari dl un sistema staticamcnte determinate soggctto a forze. Come prima cosa si scpprimc il vincolo di cui si vuole determinare la reaz ione e si sostituisce ad esso la reazione
i
(2).
11sistema diviene cosi una volta labile, ma resta in equilibrio pcr la particolare condizione di carico. Si imprirne poi alla struttur a uno spostamento vir tuale qualsiasi eseguito a partire dalla configurazionc iniziale di equilibrio e si uguaglia a zero il lavoro delle forze esterne e della reazione vincolare. ottiene in tal modo una soja equazione in una sola incognita da cui possibile ricavare la componentc incognita cercata, Prccedendo succcssivamente allo 'stesso modo per ciascuno dei rimancnti vincoli, si possono de-
Si
(I) Lo spostamento
virtuale
uno spostamento
(2) Se la rcazione vincolare (interna 0 estern a) che si cerca viene esplicata da un vincolo di molteplicita V maggiore di uno. aliora il vincolo deve essere sostituiro con un altro, di molteplicita V - 1. che non trasmetta la componente di rcazione cercara. 38 39
piane
terminate tutte le reazioni vincolari (interne ed esterne) del sistema. Per rendere piu facile 1a comprensione di quanto stare ora detto, vengo-
ITITJ
la Teazione vincolare del carrello peT la trave indicata 'in
la reazione del carrello, si sopprima
fig. 3.1.1.
Volendo (fig. 3.1.2), determinare sostiruendcgli
il vincolo
la sua reazione
incognita
VB' La struttura
Figura 3.2.1
11/211/21
11/211/21
diventata COSl una volta labile, dato che puo ruotare attorno al punto A. Ma se V.B proprio la reazione che prima esplicava il carrello, il sistema con-
tinuera a stare fermo, cioe sara ancora in equilibrio per la particolare condizione di carico, Impressa allora alIa struttura una rotaziorre virtuale attorno ad A, per il P .L.V. applicate ai corpi rigidi risulta: (3.1.1) ma essendo 'TIB= 21.,0, dalla (3.1.1) segue A.,o-~'TIB
:-\ '.
+1'T1c
\
tl
Figyra 3.2.2
=0,
.'\
"
il pendolo
imprcpric,
1'0-
da cui si ricava
nendo in evidenza la sua reazione incognita Me (fig. 3.2.2). In tali condiz.ioni l'unico tratto che puo sub ire uno spostamento virtuale DC, in quanto i restanti due sene soggetti ad un gradodi vincolo pari a 3. Pertanto, illavoro virtu ale delle forze agenti per una rotazione virtuale I{) attornc a D assume
~=--21
A+3FI
l'aspetro
FII{) ---Mel{)= 0,
da cui si ricava
A
~
-I
M
Per l'equilibrio
=-.
2 con una
FI
Figura 3.1.1
Figura 3.1.2
reazione verticale; per determinare tale reazione, si sostituisce la cerniera con un vincolo che non reagisce con forze verticali e si applicano immediatamente a desera e a sinistra di DIe azioni incognite ~ (fig. 3.2.3). Ilsistema COS! ottenuto labile, ma se VD C proprio la reazione che la cerniera prima
40
41
3 AnBlisi staticae
pis.nc
--c~Ma essendo
I!
f
I Iii
1lc =_]<p,.
.
Figura 3.:U
f~ ! ,
e risultando
)0
('
q1l dz = qop
f'
qopl2 z dz = -2-
Ij
J Jq
da cui seguer-
qopz2
_
Figura 3.2.4
. ql ~=-+2F.
2 \ trasmetteva ai due tratti BD e DC, la struttura continuers a restare in equilibrio. Considerato uno spostamento virtuale del sistema (defini]o dalla traslazione verticale del tratto DC), il principio dei lavon virtuali fonsente scrivere
I "
quello seguito per Vz,. 11 memento con cui reagisce I'incastro, al troncoAB
.
poi, si deterrnina introducendo
111
di
Caratterizzata la deformata rigida del sistema, divcnuto labile in scguico alia diminuzione del grade di vincolo dell'incastro, mediante il parametro lagrangiano op, il P .L.V. consente di scrivere
da cui segue
~ =F.
Volendo quest'ultima ora calcolare il val ore della reazione del carrello, (con unverso arbitrario) al vincolo. Se Vc
Mop
e la reazione
si .sostituisca esplicata
'.,J
+-
qop12 2
- Flop -Atop
= 0,
dal carrello, la struttura continua ad essere in equilibrio pur essendo diventata una volta labile. Pertanto, considerato come spostamento virtuale di S eseguito a partire da So quello illustrate in fig. 3.2.4, definito dall'unico parametro .p, per il P.L.V., che impone l'annuJlarsi dellavoro forze agenti, si puc scrivere (3) virtuale di tutte le
ql2
-.
(3.2.1)
(3) Facciamo notare che il lavoro del carico distribuito del1.asua risultante Q = ql per 10 spostamcnto corrispondente 42
e fomito
1Ic12 = ",liZ.
Figura 3.2.5
43
to semplice il tracciamento dell~~~eformate rigide (meccanismi) per i sistemi piani qualsiasi, Pertanto, conviene ~opera:re graficarnente e riferirsi al proce-dimento cosiddetto delle ca.tene cinematiche esposto nel paragrafc.seguente, _
Esercizi proposti.
Figura 3.Z.6
3.3 - 3_5. Per Ie strutture riportaie nelle Jigg. 3.3.1, 3.4.1 e 3.5.1 veriJicare
Da quest'ultima relazione appare chiaro chc per i valor! delle reazioni vincolari, segnati al lato di ogni struttura, computdndo il lavoro del carico distribuito come lavoro della risuliante Q applicata nel
la reazione
MA
Q=ql Vo = Vc =
arbitrariamenre
in fig. 3.2.5;
il contrario,
ql2 >PI+A. 2
Per determinare mo in sostituzione la reazione verticals VA dell'incasrro, infine, consideriadell'incastro un vincolo che non reagisca con forze vertidisposes in A con i pendoli pa.
=F ve ., Cil
VA MA",
FI
Pigura 31.1
\
ralleli all'asse del sistema (fig. 3.2.6). Messa in evidenza la reazione incognita VA' il sistema labile cosi ottenuto, rna in equilibrio per la particolare condizione di carico, suscettibile di deformarsi cinematicamente. Assunro tra gli spostarnenri virtuali possibili quello definite dal parametro 15 (tutti gli altri sono affini, essendo il sistema una volta labile), per il P.L.V. deve risulcare nullo illavoro che per esso compiono tutte Ie forze agenti. Si ha ~ ·15+
VB'" Q D
Me'" J{
VC = Vo MA
= 2ql'
VE
=0
---p·o=
2
·15 ·1
O.
Figura 3.4.1
il verso di VA coincide con quelIo prefissato in figura solo se risulra F> q1/2. Si osservi che 130 coppia esterna ..Jl cornpielavoro nullo, perche il tratto AB trasla senza ruotare,
II disegno degli spostarnenti, come si potu to constatare dai due esempi tratrati, non ha presentato difficolta alcuna; rna, in generale, non altrcttan-
=F
MA= FI Vc = Ve = Maca
Figura 3.5.1
.-;
4S
3 Analisi statica e c:inematica delle strutture pianc Osservazione. Come facilmente si puo dedurre
dagli
esercizi proposti,
tutte
iniziali. Pertanto,
le componenti da
le componenti orizzontali delle reazioni vincolari sono nulle. Ciosi verifica __.ogn! qualvolta gli_ele~_en_ti_~.di (tr~vi) ~ono disposti lungo una retta ed i caric hi esterni ortogonali ad essi,
Yd·
spostamento di un punto Psi effettua secondo la
Si puo affermare 3.2. IL PROCEDIMENTO DELLE CATENE CINEMATICHE. ortogonale Oyz (fig. 3.1.), verticali degli spostamenti dei punri di S secondo Assegnato indichiamo
10
norrnale alla congiungente Peon il centre di rotazione che, generalmente, indicheremo con C: incltre, il valore della componente di tale spostamento secondo una retta r qualsiasi passante per P data dal prodotto della rotazione
Passe y e con
.p
riportate
ed orizzontali degli spostamenti dei punti di S vengono indicate rispettivamente con 17 e 0, mentre quelle secondo una direzione qualsiasi con s. Se A un punto di coordinate note nella configuraaione iniziale, nella solita ipotesi di spostarnenti infinitesimi, possibile calcolare 10 spostamenco e la rotazione del pun to generico B una volta noti i corrispondenti parametri relativi al punto A (4).
le cO!!lponenti v e w degli spostamenti dei punti P (fig. 3.1) su due rett~ fed ortogonali rispettivamente ady e a z , i diagrammi di tali componenn hanno punti di nullo in corrispondenza delle proiezioni di C suHe anzidette
J.
permette
di deter-
10
sp~stamento
scere la com~enente
Piu in generale, i1 teorema di Eulero afferma che-un qualsiasi spostamente del corpo rigide AB nel sue piano medic puo essere assimilate zione interne _. intersezione delle normali ai vettori spestamento ad una rota- .. dalla ad un punte C centro di rotazione assoluta, determinate
retta qualsias~ per P, si puc determinare 10 spostame~to totale di P e. proiettarlo su r, \ oppure moltiplicare 'I' per la distanza di r da C. Osserviarno ancora che, ~oto un diagramma delle componenti, ad esempio quelle verticali v, si puo: costruire
10
spostamento
complessivo
di qualsiasi punto P, in
direzione e ~erso, senza tracciare il diagramma delle componenti orizzon-" tali w. Infatti; riportato vp in direzione, grandezza e verso, poiche 10 spostamente s avviene secondo la normale per P alla retta CP, conducendo per
~~o
~
5
Z_'W_(~_)
j'estremo di v l'orizzontale, si determinano contemporaneamente sia 0 spostamento ~~mplessivo s che la sua componente orizzontale wp (fig. 3.2). : P , z
p'
PI.
Y'V(lI)
.~
~-~
T
.....
Figura >.1
y
,
Wp
(4) Cfr.
[*J.
Figura 3.2
46
47
plane
impone il centro
(assoluto
che il centro
ortogonale al suo piano di scorrimento; -~(~~olu'to 0 -relativo) si trovi sui suo asse,
Figura 3.3 f.
il
J intorno
a C, I e I insie-
me intorno a B. Se indichiarno con (Ci) e (C ) i centri di rotazione a$soluta, i rispettivamente dei tronchi I e I, eeon (Cj.) il centro di Totazione relativa dei suddetti tronchi, ossia il centro della rotazione cui puo ridursi
10 sposta-
mento rigid? relativo tra le due travi, si puc enunciare i sisterni o\onomi piani, di cui quello rappresentato un caso par~icolare.
PRIMO TEOREMA DELLE CATENE CINEMATICHE.
Nel caso di sistemi con piu di due tronchi carsi delle due propriera labilita del sistema. Per dimostrare deri l'esempio che il verificarsi fondamentali
solu te (CI) ~ (Cj) di due elementi I e ] (di un sistema rigido piano) e il centro della rotazio.ne relativa (C.,) sono allineati. •
, 'J
Inoltre, fier un sistema rigido piano costituito sussiste il \ ni relative (Cf), (Cjk),
•~
almeno
da tre tronchi,
di fig. 3.4, in cui pur risultando (1), (1,3) e (3) (1,2), (1,3) e (2,3). (2), (2.3) e (3),
I,
I centri delle rotazloK sono allineat! . tra loro e con il suolo, ai tenere pre-
Assegnato. un sistema di corpi rigidi vincolati fini della dcterrninazione sente che: dei centri
a) i vincoli doppi esterni permettono di individuare i centri assoluti dei tronchi ad essi inerenti, mentre quelli interni consentono di individuare i centri relativi dei tratti in essi con correnti; in entrambi fissano il centro; i casi i vincoli doppi
Pendolo P parallelc
ad AS
b) i vincoli semplici, invece, fissano la retta su cui devono trovarsi i centri (assoluri 0 relativi), Inoltre e importante ortogonale notare che, se un corpo trasla in una certa direzione, al punto improprio della direzione
Figura 3.4
ra fissa in se stessa iI centro (assoluto 0 relative}; un bipendolo fissa it centro (assoluto 0 relativo) nel punto improprio degliassi dei due pendoli; un pen48
49
delle strutture
piane
il sistema non pub subire spostamento virtua1c a1cuno, mancando l'allincamento ~~I centro relative (I,.?) con i centri assol_1:lti _(1)~ Per la posizione del tronco 1lI paralldo adA13, risultando il centro relativo (1, 2) il punto
t~).
un~
--__ _.__
lk2y_
proprio
Ie cosiiizio- .
c senz'altro
labile. Allo stesso modo si ragiona per il sistema illustrato in fig. 3.5, costituito da trc tronchi rigidi vincolati tra loro c al suolo mediante vincoli doppi. Trattandosi di vincoli di moltcplicita 2, i ccntri (assoluti e rclativi) sono definiti e, precisamente, sono qucllimostrati in figura. Si noti che i ceutri (1), (1, 2) e (2)~ sono allineati. 11centro relativo (1, 3), poi, per il secondo teorema, dovendo csscrc allincato con (1, 2) e (2, 3), sara ubicato s~lla congiungente questi due punti; csso, inoltrc, deve cssere allineato (per il prime teorcrna) con i centri (1) c (3 )~. Quante detto per il centro relativo (1,;3) si esprime simbolicamentc nel modo scguenre: I (1,2),(2,3) (1,3)
Figura 3.6
il sistema considerate
ma non labile. Se il bipendolo in A fosse disposto con l'asse orizzontale. invece, verificandosi l'allineamento del centro relative (2, 3) con i centri assoluti (2)~ e (3)~ (un punto proprio allineato con u n qualsiasi punto improprio), il sistema risulterebbe labile: sarebbe consentita al sistema, infatti, la traslazione infinitesima verticale. In generale, se una struttura labile piu di una volta,.jl problema della costruzione dei centri relativi ha piu soluzioni. Nel caso di un sistema costituito da due corpi rigidi, dei.centri necessaria e sufficientc per la labilita del sistema. lnfatti, consideriamo ad esempio il sistema di fig. 3.6, costituito da due tronchi vincolati al suolo con due cerniere e internamente con un doppio pendolo. Quando l'asse dei pendoli non orizzontale, il centro relativo non allineato con i centri
1 (1), (3)~ \
(fig.
e state
gia affermato
Per il soddisfach#6ntodelles.uddette.cqndizioni; (1, 3) coinciders con il centro assoluro (1) anchc i ccntri (1,2), (1, 3), (2, 3); (1), (1, 3), (3)~. Non risultando perc allincati i centri (2)~, (2, 3), (3)~
e labile.
e orizzontale.
allineati i ceritri
e possibilc
tura
uno spostamenro
e labile,
ATTRAVERSO
IL PROCEDlattr a-
~1 (J)
== (1. 3)
I (1. 2)
ili
Figura 3.5
-(2)_
Per il calcolo delle reazioni dei vincoli intcrni ed esterni procediamo verso i seguenti passi, a) Sopprimiamo il vincolo e sostituiamolo
gnita; questo nel case in cui il vincolo sia ester no e di molteplicird 1. Nel caso in cui il vincolo sia interne, invece, esso viene sostituito con lc intcraz ioni
51
50
piane
00
csterno)
e di
.i
vi ai tronchi
molrcplicita 2 0 3, il grado di vincolo viene ridotto di una unita., in modo che il vincolorisultarite non' rcagiscapiU -Conin coinponeriteincognita di reazione o di interazione che si vuol determinare. Talc componen]e, pertanto, viene posta in cvidcnza, Si ottiene cosi un sistema una volta labile, ma in equilibrio per In particolarc condizione di carico. b) Riconosciamo le ubicazioni dei centri assoluti c relativi 0 lc rettc cui" cssi appartengono, in base alia disposizionc dei vincoli, e fissiamo successivamente tutti gli altri centri (5)' necessari per il tracciamento dei diagrammi 17 e fl, mediante l'applicazione dei due teoremi sulle catene cinematiche. c) Tracciarno i diagrammi delle componenti degli spostamenti secondo due direzioni tra loro ortogonali. Ognuno dei suddetti diagrammi composeo di segmenti di retta, ciascuno dei quali relative ad un tronco e delimitate
fig. 3.7 esemplificato il proeedirnento, nel caso in cui i centri (assoluti e relativi) siano proprl peril rracciamento-dcl diagramma·delle.componenti 'r/ degli spostamenti. d) Applichiarno
I e K si inrersecanc
suUa proiettante
J:
e della cornponente di rcazione evidenziata, per un qualsiasi spostamento virtuale del sistema eseguito a partite dalla configurazione di equilibrio. L'equazione COS1 ottenuta, contenendo una sola incognita, permette di risolvere il problema del calcolo della componente di rcazionc. Poiche i1 nueleo delprocedimento consiste nel tracciamento ma degli spostamenti, P.L.V., premettiamo mi delle componenti volta labili. prima dt passare al calcolo delle reazioni alcuni esercizi relativi ana dcterrninazione di spostamento del diagramattraverso
il
dei diagram-
dalle radcnti r al tronco stcsso, parallele alIa direzione delle componenti spostamcnto. intcrscca La retta cui apparticnc Ia retta di riferimcnto (fondamentale) nel punto di proiezionc
centro assoluto (i), mentre Ie rctte aile quali appartcmgono i segmenti relati-
r-..
T
,
!
'
chiararnente
e quelli esterni in A e C posscno rogliere ai due corpi non piu di 5 gradi di libert:l; il problema della cosrruzione dei centri relativi, inoltre, arnmerte una ed una sola soluzicne. lMatti il centro relativo (1, 2) determinate \
~,
Figura 3.7
'P
'2
12
i
T
I""I!'IIII!ILIIIIII·~:-:::.
(5) Se il sistema costituiro dn n tratti cinematici consecutivi, per discgnare i diagrammi delle componcnti dcgli spostamcnti sufficiente la conoscenza di 2'" - 1 centri.
...
Figura 3.6.1
53 52
piane
delle strurture
piane
in maniera
univoca
dall'intersezione
della retta
con la
._.parallela per C == (2) alla direzione dell'assejlel bipendolo. Ci,ge, fissati i cen~tri assoluti dei tronchi I e II e la retta r che contiene il centro relativo (1,"2), si ha: (1,2) Er (1,.2~ (1)~, (2). Se si suppone centro che il tronco II ruoti della quantita infinitesima delle componenti .p attorno al
Figura 3.7.1
0. degli spostarnenti per il s~detto tronco e rappresentato da! segmento 2K nspetto alla fondamentale f La retta che ~ntiene iI diagramma degli spostamcnti per il 1 tratto, poi, ha il val ore 12L in B (la biella non consente traslazi~i relative secondo il suo=asse) e dcvc passare per la proiezione di (l)~suf, doe essere parallela (6) af. Conducendo la radente nella direzione di 0, infine, si delimits il tratto LM che complera
orizzontali
II prime teorema
impone
che il centro
sia con
(1) e (1, 2) che con (2, 3) .. e (3), doe sinteticamente: (I), (1, 2) (2) (2, 3)~, (3). Pertanro, la costruzione per la determinaz.ione di (2) I: quell a riportata in
orizzontali
seg~ent~ R2 deve essere indinato sulla fondamentalc f dell'angolo .p orano. 51 not! che per il tracciamento dei diagrammi del tronco I si e utilizzato il fatto che Ie rett~.contenenti si intersecano sulla' proiettante componenri di spostamento idiagrammirelativi a due tronchi consecutivi i1 lor6 centro relative nella direzione delle
fig. 3.7.2.c. Come si I: detto, per il tracciamento ulterior! centri, tuttavia, volendo relative (1, 3), si puc scrivere: (1), (3) (1,3) (1,2), (2, 3)~
dererminare
che si cercano.
Esercizio 3.7. Tracciare i diagrammi delle c0111ponel1ti volta labile mostrato inJig. 3.7.1. Per risolvere di spostamento per i1 sistema una
e fornito
dall'intersezione
parallel a per B aHa dirczione di (2, 3)~ (fig. 3.7.1). Noti i centri, per costruire i1 diagramma dcgli spostame nti nella dircz ione di T1e di 6, si tracciano due fondamentali, ad esempio ortogonali rispcttivamen te alle diretioni di 77eo, su cui si proiettano i cen rri assol uti e rei ativi
J, J,
numerare i vari tratti, ad esempio con numeri romani e, successivamente, segnare i. centri che si rilevano direttamente dall'osservaaione della figura. Nel caso in esame, si individuano immediatamente i centri assoluti (1) e (3) dei. tronchi I e III rispettivamenre, e i centri relativi (1, 2) e (2, 3)~ (fig. 3.7.1 ).-Poiche per tracciare i diagramrni occorrc conoscere 211 - 1 centri, dove 11 I: il nurnero dei tronchi, il passo seguente consisre nella deterrninaz ione dei centri mancanti, avvalendosi dei due teorcrni delle catene cinematiche. il sistema di figura, dunque, sufficicntc conoscere il centro assoluto
I (fig.
3.7.2.a),
si traccia
Per (2).
di r.
e Ja direzicne
.p (orario) rispetto alia fondamentale cio equivale a supporre che il tronco I sia ructato dell'angolo infinitesimo op rispetto al centro assoluro (1). Conducendo le radenti, parallele a 77, per gli estremi del tronco , inolrr e, si deterrnina su d i1 diagramma degli spostarnenti 77rclativi al tratto AB. 11 diagramma degli abbassamenti del tronco II, poi, deve passare per '2 ec\ incontrare la retta d sulla proiettante il centro relative (I, 2). Noti cosi due punti, si traccia la retta che contiene il diagram rna relative al secondo rratro e si dctcrmi55
1.
una retta
d inc1inata dell'angolo
delle sautture
piane
.. , = 2 i
\
(1.2)
\
II
T ~T
Figura 3.7.2
q>
12
2A11111J"3
Figura 3.8.1
~o in esarne. ! Per determinare gli abbassamenti del terzo tronco, infine, basta osservare che il terzo lato deve passare per 3, proiezione del centro assoluto (3) sulla fondamentale, ed incontrare H secondo lato·sulla proiettante il centro relativo (2, 3)~. Ma essendo la proiezione di un pun to improprio su una retta coincidente con la retta stessa, consegue che il terzo lato del diagramrna passa per '3 e risulta parallelo alprecedente. In rrraniera del tutto analoga, poi, si traccia i1 diagramma delle componenti orizzontali li degli spostamenti(fig. 3.7.2.b).
III
Esercizi proposri. 3.8. - 3.12. Perle struiture tiportate nelle Jigg. 3.8.1, 3.9.1, 3.10.1,3.11.1
e 3.12.1 veriJicare i diagrammi delle componenti verticali relativi ai sistemi una volta labili mostrati e tracciare i corrispondentl diagramrni delle component; orizzontali. Si noti che in tutti gli esercizi proposti,
56
IIIIIIII!II~II I
Figura 3.9.1
!fUIUI 111111
III
i centri da detcrrninare
per poter
.,
57
3 ~isi
piane
~
(2)
(1,2)
o---~--~
(1.2)
II
(2) (1)_
1 (1)_.
(1.2) (2)E r
(1).
12
"2
~
IrTTTIII """1111 "n"nlll 1Tn,11 """"""11
23 III
r
3
_""""'111~11111"""""""'11111"""""11111"""""""11111~1111[UIIDr
II 11111111
T
Figura 3.12.1
Figura 3.10.1
tracciare i diagrammi
da sod-
relativamente
al tratto
ai tratti inreressati.
Esercizio 3.13
(2) 1(1). III
I (2.3).
(1.2). (3)
lereazioni
11 sistema in esame
e isostatico
poiche i tronchi
I
<
H D B
-1
59
\ 1/2 \ 1/2
Figura 3.11.1 Figura 3.13.1
or"
58
pianc
Calcolo di HA
f
•
_,_ .••• -.
Per determinare la componente orizzontale HA della reazione della cerniera A si sostituisce detta cerniera con un carrello, avente linea di scorrimento orizzontale, piu la componente HA con cui la cerniera reagiva prima dell'ideale sostituzione (fig. 3.13.2). Il vincolo che prima si trovava in A era doppie, quest'ultimo, invece, sernplice; quindi la struttura divcntata labile, anche se in equilibrio per la particolare condizione di carico. II sistema, essendo labile,
1(1) Er.
- __ "__ •
·w __ •
__
,•.
__
..
..'!;
Per il tracciamento deidiagrammi degli spostamenti, si scelgono due fondamentali, parallele agli assi di un arbitrario sistema riferirnento cartesiano ortogonale Oyz, e si proiettano su di esse i centri assoluti e relativi. llati
en
essen do -- ..
e suscettibile
di deformarsi
cinematieamente
struttura pub subire, essen do una volta labile, sol parametro arbitrario.
e determinata
e la deformata
Eli
un
Tracciamo prima il diagramrna delle componenti verticali 11.Supposto che il tronco I ruoti intorno al centro assoluto (1) di un angelo I{J (arbitrario ed orario). il diagramma degli abbassamenti e nullo in I ed e inc1inato di I{J rio spetto all'orizzontale La cerniera si abbassa di HK. Tale cerniera coincide con il centro relative (1, 2) e deve considerarsi appartenente sia al eroncc I che al tronco corrispondenza tro assoluto In maniera
Per la ricerca dei centri assoluti e relativi, si divide innanzitutto ra in tronchi, come ad esempio mostrato in fig. 3.13.2. i
la struttu-
f.
II centro assoluto (2) del tronco II, vincolato al suolo d.alla cerniera, coin. cide con Cj il centro relativo (1, 2) dei tronchi I e II coincide con B, mentre il centro assoluto (1) del tronco I e ubicato sulla retta riper A norma le alia linea di scorrimento del carrello. lnoltre, per il primo tebrema delle catene cine~ati~he, il centro (1) deve essere allineato con i cen~i (1, 2) e (2). Dal scddisfacirnenro delle due condizioni si deterrnina in modo univoco il centro (1).ln simboli, quanto detto di esprime nel modo seguente:
II. Pertanto
per il tronco
II, conoscendo
10
spostamento
in
del cen-
l1e la congiungente
K2.
analoga si determina
orizzon-
tali 8. Si osservi che i lad dei diagrammi 11e 8 relativi agli stessotronchi dedono risultare tra loro ortogonali. Inoltre, la parte disegnata a tratti del lato I deldiagramma degli spostamenti orizzontali serve solo per la costruzione; essa ~ fittizia, cioe non corrispondente Costruiti agenti; per il P .L.V. si puc scrivere: a punti effettivi del tronco 1. i diagrarnrni 11 e 8, si pub esprimere
i1 lavoro
di tutte le forze
o~
y.T}
zoo
(ll
(3.13.1 )
I
- HA
·8A
+ F 'l1D = o.
11 prime termine di tale equazione negative, essendo so opposto a quello di HA• Ma essendo:
10 spostamento
di ver-
~ = 2Lp,
dalla (3.13.1) risulta
I{JI
l1D = -,
F HA =-.
4
i
Figura 3.13.2
Calcolo di VA'
La componente verite ale della cerniera A si pub determinare disponendo
verricale e poncn-
60
61
+-
3 2
lop • F
= O.
F~
D
3 ~ =-F. 4
-,
+- -_
Calcolo di Ve e He' Le componenti della reazione della cerniera C si determinano in modo del tutto analogo a quanto visto per il calcolo di VA e HA• Operando in tal modo risulta
Figura 3.13.3
I e II e riconosciuti
il centro assoluto (1) deve essere allineato con essi (primo teorema delle cae deve inoltre appartenere (per definiz.ione) alla retta per Daile due condizioni alla linea di scorrimento del carrello.
le componenti
statico rappresentato
in fig. 3.14.1.
\
da una [orza concentrata in D, da una cop-
II sistema in esame
pia esterna concentrata
e sollecitato
esposte consegue che il centro assoluto (1) del tronco I coincide con il centro assoluto (2) del secondo tratto, A questo la componente dalla conoscenza stamenti. punt&>Stcorrt incognita notereche, di reazione essendo le [orae agenti orizzontali verticali, VA puo determinarsi prescindendo 0 degli spo-"
da un carico distribuito can legge costante, sul tratto GK. Per il calcolo della componente verticale dell'interazione
del diagramma
delle componenti
rio sostituire la cerniera con una biella di~posta con l' asse orizz on tale ed applicare ai tronchi AB e BC le azioni che essa trasmetteva ai suddetti tronchi prima della sostituzione. ; Note Ie posizioni del centro assoluto (~) e (2), rispettivament~ Ie
A tal fine, proiettati i centri assoluti e relativi sulla fondamentale parallela all'asse z, si costruisce i1 diagramma 17. Supposto che il tronco I ruoti dell'angolo <p arbitrario (antiorario) intorno ad (1). il relativo diagramma
e lineare
u.n centro
relative (1,2) si fissa tenendo presente che esso e situate sUl: ed allineato con (1) e (2) (fig. 3.14.2). Ma essendo quest!
rappresentato dal segmento PQ, della retta IF, delimitate dalle due radenti al tronco AB in esame e parallele alia direz ione delle componenti delle spostainvece, deve tagliare la fondamentale in corrispondenza della proiezione "2 del centro assoluto (2) e intersecare il primo sulla proiettante il centro relativo (I, 2). Esso, pertanto. costituito
mente,
1/2
I
F
1/2
I
-c;,
1/2
!
K
CDJ]q
B
dal segmento QR. dove l'estremo R rappresenta retta QI can la verticale condotta per H. L'applicazione del P.L.V. consente di scrivere
il punto d'inrersezione
della
',1
1/2+
Figura 3.14.1
0,
62
.5800_
Y.
'7l
Y.,.,!
~
H' 1
~N
Figura 3.14.3
~2
I
H
."JH"
mento H,'H. ~aturalmente illavere VB' b.'I7B puc essere a~che ~alcolato semma dei l~,veri che Ie due compenenti compiono per 1 cornspondentl stamenti,
"?"
spo-
Figura 3.14.2.
=-
VB . HN
VJ3 • NH .
ultimi disposti su una retta parallels all'asse, consegue che - (1, 2)",
il centro
Preiettati
relative
Sestituende
il
punte
f ef
orizzontale.
i centri
<p in-
e suppeste
che
i1 tronco
I ruoti dell'angole
terne al proprio centre assoluro, i corrispondenti lati dei diagrammi '1'1, 6 sene rappresentati rispettivamente dai segmenti IH elK (fig. 3.14.2). Poiehe i secondi lad (relativi al secondo tratte) devono tagliare Ie rette ~i riferimento in corrispendenza delle proiezioni (2 e 2) del centro assoluto (2) e intersecare i prirni sulla proiettante i1 centro relativo (1, 2}.., essi appartengeno aile parallele ai primi lad condotte per Ie proiezioni di (2) sulle fondamentali (la proiezione di un punto im proprio. su una retra coincide con essi sene rappresentati
si ricava
v.: =---+_.
B
F
4
v#
ql
21
16
Come si potute rilevare, anche in queste caso i1 ~iag:am~a. ~elle componenti erizzontali .degli spostamenti orizzontali era inutile ai fm! del calcolo di V ; tuttavia esso estate disegnato per cempletezza. 'f. . l~oltre, ripetendo il procedimento piu velte di seguit~ e c~n n~nme~to . . '11 . fi 3 143 il P L.V. consente di scrivere I equazlOalle netazlont I ustrate mig. . ., . ne
Ki
fig. 3.14.2, si ha
(3.14.1)
F . .,., 'ID
v.: . b.,.,"B B
. -0 ,"
'Y -
dei versi di VB e b.T/J3' lnfatti, considerate fisso un tronco, la Va che agisce su di esso cornpie lavoro nullo, mentre l'alrra ha verso oppesto allo spesta64
le opportune
sestituzion1
e semp
1'['"
I
icazioru,
permette
di rica-
65
delle strutture
piane
H ~.
=-----. 4 21)6
ql
Esercizio 3.15. Verifico.re che la cetniera A del sistema di fig. 3.15.1, casicato suI traito orizzontale KL do. un carico trio.ngolare di valore massimo g, esplica reazione nulla; mostro.re inoltre che risulta
I
Figura 3.16.1
1111
B
per
10 spostamento
virtu ale si
Si noti che la struttura in esame isostatica, poiche i 6 gradi di liberta posseduti dai due corpi rigidi AB e BC pensati liberi vengono completamente soppressi dai tre vincoli in A, in B e in C.
moltiplicando
la sua risultante
I
di spos~amento
Q=-,
3ql 2
q)
per l'ordinata
Per la siruitura mostrata in fig. 3.17.1, verifica.re i seguenti valori delle reazioni vincolas!
corrispondente.
v.: C
.Af =l!.=-,
B
21
~ = -+ql,
.«
21
..
fl II II
..:
k-----+----------~L
Q
31 Figura 3.1S.1
II II I
Esercizio 3.16.
1/2
Itq
B
Per 10. trutiura mostrata in fig. 3.16.1, verificare i seguent! valori delle reas
zioni vincolari
Figura 3.17.1
1/2 A
(1,.1(
67
~ =2ql,
66
II
=M
'B
= 2q12
'
II sistema
i1 tronco AB..e
vincolato
con una cerniera e con un pendolo, doe COn un grade di vinco, necessaria ad impcdirne
Essendo al primo tratro irnpcditoqualsiasi spostamento rigido, Ja cerniera in B puo considerarsi fissa, per cui anche BC non possiede alcun grade di liberta; le costrizioni dei vincoli infatti, sene strettamente necessarie a toglicrc tutti i gradi di liberta aI tronco BC. Pcrtanto iI sistema ABC e isostatico,
e fisso.
il mote
.:<,
Fig'~ra 3.21.1
figg.
3.21.1, deierminase le reazioni vincolari interne ed esterne dopo averne controllato l'isostaticita.
3.5.
IL PROBLEMA CINEMATlCO DELLE STRUTTURE nell'ambito della Meccanica razionale, come un insieme di parti rigide (travi) vincolate
Mantenendosi considerate
una struttura
rimento fisso. Sia Nil numero delle parti rigide costituenti 5; p.piche al corpo rigido Iibero net piano competono tre gradi di liberta, gli elementi di 5, pensati liberi da vincoli interni ed esterni, conferiscono al sistema un grade di liberta complessivo g pari a
g=3N .
21
..!. .
1
Indichiamo R R
molteplicita dei vincoli interni ed eseemi che connettono gli elernenti di 5 tra essi e alsuolo. Supponiamo, Inoltre, che I sia il grado di labilita, doe il numero di grad! di liberta posseduti da1 sistema, ed j il grade di iperstatidta. ovvero il numero di vincoH sovrabbondant]. (3.3) In generale yale la relazione
Figura 3.18.1
Figura 3.19.1~
3N-
V= l=-],
le condizioni sufficient! di labilita ed! iperstaticita ;
(3N - V> 0)
=> (Slabile)
Le due precedenti
Figura 3.20.1
condizioni
sufficienti
di labilita e di iperstaticita
non
sono perc necessarie, inquanto la struttura puc risultare conternporarrcamente iperstatica e labile e il grado di ipersraticita (labilid) puo uguagliare 69
68
cita 0 I'isostaticita della struttura. Per chiarire i concetti csposti, considcriamo altri esempi. Per entrambe lc strutturc riportate nelle figg. 3.11 e 3'.1:["'· vale la condizione
.~
3N - V = 9 - 8 = 1> 0,
avendo considerate il pendolo P, nei due casi, come vincolo scmplice e non come tratto. Pertanto le strutture sono sicuramcnte labili. Per esse, inoltrc (3.3) si ha anche o
3N - V = 12- 11 = 1> 0 3N - V = 9 - 10 = - 1 < O. Figura 3.9.
i=:
Figura 3.8
o superare quello di labilidl (iperstaticita}. A chiarirnento si considerino gli esempi riportati in fig. 3.8 e 3.9. Inoltre, la condizione
di quanto detto
(3.6)
si puc pervcnire anchc considerando che il pro· blema della costruzione dei centri di rotazione ha una sola soluzione (I = 1). Naruralrnente, se si riesce a stabilire i1 grade di iperstaticita, il problema si sernplifica, in quanto si evita la doserueione dei centri di rotazione. Nella scconda, invece (fig. 3.12). essen db il tronco AB vincolato csternarnentc con un grade di vincolo pari a 4, si ha-nna iperstaticita, quindi risulra i = 1.1 = 2. Che la seconda struttura abbia u~ grado di labilit:i pari a 2. 10 si puo anehe vedere mediante le strutture la costruzionc BC e CD (il tronco AB
e necessaria,
la struttura sufficiente, Infatti,
e fisso
rclativarncnte
ai tratti
it centro
di rotazione
il tratto
e vincolato
O.
0 labile. Tale condiz ione, perc. non .dalla struttura illusrrata in fig. 3.10.
e riportaro
cita, e
in oggetto il problema
della eostruzione
nelle figg. 3.11 e 3.12:, ove nel primo caso il pcndolo, per scrnplistare considerato an cora come vincolo semplice e non come trarto. i casi il centro assoluro del tronco BC coincide con la ccrniera per la struttura di fig.! 3.11, la costruzionc dei centri
esternamente
mediante mentre
l'incastro AB
e il pen-
In entrambi B. Inoltre,
a 4 vincoli semplici,
il tratto
labile.
e univoca-
l-i=
Ebbene la condizione (3.7)
mente determinata (I = 1), mcntre per quella illustrata in fig. 3.12 ad ogni posizione (2', 2", ... ) del centro: assoluto (2) sulla retta DA corrispondc un
1= j = 0
di valutare la labilita.Piperstaci-
e sufficiente
1 volta iperstatica
3N= 9 V=8 i=0 1=1 3N" 9 V=8 I" 2 i= 1
3N - V = 6-6
=0
Figura 3.10
Figura 3.11
Figura 3.12
71
70
piane
lute
(1). 11 centro assoluto del tronco II, invece, per essere il tronco
stesso
.~
.'"
"
vineolato esternamente al carrello, deve appartenere a1la. retta EL; in piu, essendo il trattovincolato al suoloanche con il pendolo improprio, tale centro deve essere un puntoimproprio. Ne consegue che il centro assoluto del tratto
II
e il punto e
improprio
della direzione
di BL.
11 centro
all'asse del pen dolo interne in C ed essere allidall'intersezione di T con la parallela ad EL con-
e valida
la
=9
I", 0 i=O
< 0,
e quindi
Figura 3.13 Figura 3.14
possibile
insieme
di centri
di rotazione.
nato e precisarnente
la struttura
e una
volta iperstatica
per la presenza
tale pen dolo, infatti, aggiunge un grade di vincolo eSlerno al tronco a spostarsi per la presenza
ne dalla sola posizione di (2) sulla retta DA. Le strutture riportate nelle figg. 3.13 e 3.14 rispettano risulta
la (3.6), perche
3N - V = 9 - 9::;: O.
Nella prima, poi, il problema 'della costruzione luzione, perche oltre ad AB
e fisso
1=2
anche
il tratto
I., 1
per essere vincolato al riferimento fisso con tre vincoli sernplici, dovrebbe avere come centro di rotazione contemporaneamente un pumo proprio R (determinato dal carrello e dal pendolo) ed un punto irnproprio (per la presenza del pendolo improprio). centro di rotaziorre per il tratto in esame, pertanto, non esiste e quindi il tronco e fisso. Osservando pure che non esiste il centro di rotazione del tronco BC, risulta in definitiva I = 0 e, di conseguenza, anche i = 0, doe la struttura sicuramente isostatica. Nella seconda, invece,
Figura 3,,15
it tratto
AB
vincolato
esternamente
con un vincolo
i=2 1=1
in piu (pendolo P), percio risulta i == 1 e 1 = 1. La labilita di una parte della struttura appare anche dalla costruzione dei .centri relativi mcstraca in fig. 3.14. Si noti che la ricerca della labilita per via cinematica si rende necessaria nel caso in cui non sia facile determinare il grado d'iperstaticita i. Per la struttura in esame (fig. 3.14), essa viene deterrninata per esercizio.
II tratto AB non state numerate perche, vincolato esrernarnente in rnaniera iperstatica, non influisce sugli eventuali spostarnenti della srruttura. 11tratto I, potendo ruotare intorno al punto fisso B, ha in esso il centro asso72
Figura 3.16
73
delle suutture
piane
delle strutture
piane
impropria
penanto.
risulta i
= 1 ed 1= O. La secon.~
.s-
da._invece (fig. 3.16). ha _due ipers~~ti_cita per I~_presenza del pe.!ldoli!l _~P2 . agenti su CDFG; per ~ssa dunque risulta i = 2 ed I = 1. Per Ie predette stfutture la labilita si puc anche controllare attraverso il procedimento delle catene cinematiche. Nel primo case, infatti, il problema della costruzione dei centri di rotazione non ammette soluzione, e quindi, risulta 1 OJ nel secondo, invece, tale problema ammette soluzione relativamente ai tratti AB e BC, per cui si ha I = 1. Le strutture per le quali si ha
£
Figura. 3.18 Figura. 3.19
111 IV V 11
////. ;,.-4;·F"/ ... ',1'/ ~//ht' ..
3N-V*O.
potendo essere costituite contemporaneamente da parti labili ed iperstatiche, da alcuni autori vengono chiamate prevalentemente lab;li se risulta
1-;>0
:e prevalentemente lperstatiche se
\
\
l-j<O.
i3.6. I SISTEMI CHIUSI. \ A differenza diq~anto si verifica nei sisterni aperti (monoconnessi). in ~uelli chiusi (pluTiconnessi) la linea d'asse costituisce dei circuiti chiusi. Se C il numero dei circuiti chiusi, il sistema si dice C + 1 volte connesso. Ad esempio, i sistemi riportati in fig. 3.17 sono rispettivamente 2, 3 e 4 volre connessi.
Figura. 3.20
i
monoc:onnesse; pertanto, essen do isostatica internamente la struttura monocon nessa, la generica struttura chiusa possiede 3C vincoli interni sovrabbondanti. Per quanto riguarda i vincoli esterni, considerando la struttura pluriconnessa come un unico corpo rigido, essa ha tre gradi di liberra; il sistema chiuso, pertanto, risulta isostatico esternamente solo se il grado di vincolo
, Se per ognuna delle suddette strurture si effettua un numero di tagH (sconnessioni triple) pari a queUo dei circuiti, si ottengono altrettante strutture
pari a tre ed i vincoli stessi sono ben disposti (vincoli efficaci). La srruttura illustrata in fig. 3.18 isostatic a per vincoli esterni e 15 volte
o
(a)
iperstatica per vincoli interni; infatti, per riportarla ad una struttura monoconnessa, basta effettuare 5 tagli, uno per ogni riquadro. Quella rappresentata in fig. 3.19, poi, ancora isostarica esternamente, pero risultaessere 9 volte iperstatica internamente, per i1 fatto che sono sufficient! 3 tagH per ren-
e costituita
dall'insieme
Figura 3.17
za vincoli interni, il grado di iperstaticita puc essere calcolato introducendo delle sconnessioni in modo da suddividere la stru trura in parti isosratiche. Per escmpio, si riconosce che la struttura della fig. 3.20 diviene isostatic a
7S
74
piane
DELLE STRUTTURE
PlANE. relative
11problema
al corpo rigido piano. Bsso; cioe,consiste nel sostituire i vincoli interni ed esterni del sistema dicorpi rigidi con le rispettive reazioni, Interne ed esterne, e nello scrivere per ogni elemento del sistema le tre equazioni delia statica (2 ..3) 0 (2.4 ).Tali equazioni possono essere anche sostituite da quelle esprirnenti I'equilibrio alia rotazione intorno a due punti distinti A e B e l'equilibrio alia traslazicne secondo una qualsiasi direzione non ortogonale (7) alia congiungente AB. Si perviene in tal modo ad un sistema lineare di 3N equazioni nelle V incognite reazioni vincolari: questo sistema, poi,
a) •
b)
e orno-
e quello
non omogeneo
in caso contrario.
doe il numero
d)
di equazioni uguaglia queUo delle incognite reazioni vincolari. i due casi che seguono. b. della matrice nei coefficienti
e diverse-
da zero. In tal
caso il sistema omogeneoammette come unica soluziorre quella banale (rea-'" zioni tutte nulle), rnentre il sistema nonomogeneo ammette soluzione determinata e finita. La condizione delle sole equazioni b. #: 0 e sufficiente univocamente della statica. perche la struttura Ie reazioni se la strutrura sia isostatic a, essendo posslbile determinare con l'ausilio vincolari
Viceversa,
Figura 3.21
isostatica, la soluzione esiste ed e unica per tutte le incognite, quindi deve risultare b. #: O. In definitiva, si puc dire che nell'ipotesi in cui sia 3N = V, la condizione b. #: 0 e necessaria e sufficiente perche la strutrura sia staticamente determinata. Si osservi che b. dipende esclusivamente dallageornetria della struttura, effettuando 7 tagH; infatti si ottengono In definitiva, 5 parti isostatiche:
le prime quartro
Allo
vincolate al suolo mediante un incastro, la quinta mediante una cerniera reale e un pen dolo improprio. il sistema e 21 volte iperstatico, stesso risultato si PUQ pervenire anche considerando it sistema 12 volte iperstatico per vincoli esterni (basta un vincolo di moltepJicid 3 ad impedire un qualsiasi mote rigido del sistema) e 9 volte iperstaticoper sultan do il sistema costituito da 3 maglie chiuse. vincc)Jiinterni, ri-
b) determinante della matrice dei coefficienti nullo. Se I< il rango della matrice dei coefficienti, 3N - 1<. equaz.ioni risultano linearmente dip endenti, doe 3N parentemente
1<.
vincoli risultano
inefficaci.
e ap-
isostatic a, perche
PUQ muoversi
come
labile. 11 problema in generale e impossibile. L'equilibrio puc verificarsi solo per particolari condizioni dicarico, per cui so no uguali le caratteristiche
(') Infatti, come e stato gia osservato nel cap. 2, scrivere che il momenro e nullo rispetto a due punti A eB equivale ad afferrnareche larisultante Rdel sistema di forze passa per i suddetti puntLScrivendo, inoltre,che la c:omponente di R secondo una qualsiasidirezione non ortogonalc aIla rerta AB nulla si afferma che anche il modulo della risulta:nte ~ nullo e quindi che il sistema di fone (arrive ereattive) e equivalenre a zero.
Nel case, invece, che la struttura presenti piu vincoli interni, se in ogni elemento chiuso il grade di sconnessione pari a 3, la strut tura risulta internarnente isoseatica. Ad esempio, ciascuna delle strutturemostrate in fig. 3.21 e internamente ed esternamenre isostatica.
76
77
delle stnltture
piane
L I"
"'l
D B
I I
;
I
I", 1 1=1
C
0
/
1/2
1/2
r
retta
t'H,
i}v:
A_ r:px Figura 3.22.2
-+
tVa
+-
H, B ..
,-§
Figura 3.22.1
il principio
di azione
reazione. .i deve ri 1 Assunti come 'positivi i versi indicati in figura, per il ~onco AB eve nsu tare: equilibrio alia traslazione secondo x:
Figura 3.22
HI! +HB = 0; della matrice incompleta Importance e di quella incrementata. labili dal punto di vista geometrico equilibrio alIa traslazione secondo y:
(3N - V) 0, ma'~.lt~mpo~tes~o, inequilibrio per la particolare condizione di carico. Ad esempio, le strutture labili mostrate in Hg. 3.22 sono anche
staticamente determinate per la condizione di carico indicata, reazioni vincolarisi determinano in maniera univoca, sfruttando zioni della statica dei corpi rigidi. Anche graHcamente zioni dei vihcoli interni ed esterni si possono determinare in quanto Ie Ie sole equa-
>
il
~+~-F=O;
equilibrio alia rotazione intorno a B:
VI-HI--=O; I! I! 2
F!
si osserva che Ie reain un sol modo. mentre per il tronco BC deve aversi: _ equilibrio alla traslazione secondo x: -HB +Hc = 0;
Esercizio 3.22. DeterminaTe Soluzione le reazioni vincolari della struttura rlportata in fig. 3.22.1.
y:
~ - Va
= 0: intorno a B;
analltica.
Il sistema isostatico, in quanto risulta 3N - V = 6 - 6 = 0 e 1 = i = O. Suddivisa la struttura in tronchi, si sono messe in evidenza le reaz ioni incognite esplicate dai vincoli sulla struttura (con un verso arbitrario) (Hg.3.22.2). Supponendo il sistema in equilibrio,
o.
costituisco~o formsce = -He= u~ sistem~ line~re non omogeneo
1 seguentl
10
D.
valori:
Le interazioni della cerniera C sui due tronchi soddisfano gi:l l'equilibrio della stessa; le azioni esplicate dai tronchi sulla cerniera B non sono state
78
VB = HA=-HB
Ve= F/4,
79
3 ~=-F. 4
isostatica, poiche possibile determinare le reazioni vincolari ton Ie sole equazionicardinali della statica, Spesso si utilizza tale risultato per valutare !'isostaticita, l'iperstaticita 0 la labilita di strutture appunto dall'arcn a tre cerniere. che possono farsi derivare
Per via analitica, du.nque, si trova che la struttu.ra tipo arco a t!e cemiere
I--
Equllibrio ronco AB
II b
8
In notazione matriciale "(8) il sistema risclvente di 6 equazioni in altrettante incognite assume la forma
-!--+---l'-~'--~'r'-"
._.. :---- .... ---j_
~ 11 I
0 I l-t~.?.
I
EquilibriC) -i;onco Be
II b
0
-1
Figura 3.22.3
I -I
(teorema
N). Ma poiche
Ie rette
in
1- 1
! 01
1:
f{;
0 0
O! ovvero, in notazione
010
11\11
! !
Note le retre di azione, i poligoni di equilibrio dei vari tronchi consentono di determinare intensita e verso di tutte Ie reazioni vincolari interne ed esrerne, In fig. 3.22.3 le interazioni della cerniera non sono state applicate secondo la congiungente KC, ma per chiarezza sene state riportate sui tronchi su cui agiscono. -"anziche globale equilibrio Se interessa considerare dell'intera conoscere sol tanto Ie reazioni basta dei vincoli considerare esterni, quello di I'equilibrio struttura dei vari tronchi, .con
He
compatta,
+ [Bj {F}
= 0,
[A)3N X V = matrice dei ccefficienri delle incognite, pende dalla sola geometria del'sisterna;
the di-
(equilibrio la direzione
11 poligono
della struttura,
coincidente
il poligono
di equilibrio
del tronco
Be e
e precedentemente
esclusivamente Ie reazioni deiyincqli esrerni e quindi non e conveniente considerate 3N equazioni. Inoltre, anche se si voglionc determinare le reazioni di tutti i vincoli, puo essere utile scrivere il sisterna di 3Nequazioni in modo equazioni cia spezzarlo in piu sistemi. parziaH. Cio puo farsi scrivendo le della static a per I'intera struttura, supponendo che siano solidifiinrerni, e le equazioniausiliarie, che impongono il rispetto statiche relative ai vincoH interni.
l'equilibrio
devono
concorrcre
improprio
80
81
delle strutture
piane
complessivo, mediante
ottenuto
applicando
le equazioni
cardinali
della
static a ai
le .equazioni ausiliarie. __
reattive incognite, come sccondo Esercizio 3.24.
singoli tronchi.
,.
e mostratc
-per
Sostituiti
gli assi y ex e l'equazione di equilibric alia rotazione intorno ad A, scritte 11 complesso della struttura con la ccrniera in C solidificata, cioe per Ie sole rcazioni esternc, sono
y)
(3.23.1 )
l'applicazione
x) A)
3N - V
= 1 = i = 0,
per l'isostaticita. Per verificare che non esistono lache seguono (fig. 3.24.1); aneh'essa AB fisso, la cerniera in B puc considerarsi
= O.
e sufficiente
il pareggiamento tra numero di equazioni e numero di incognire si ottiene scrivendo una quarta equazione, detta appunto ausiliaria, che, nel caso in csame, esprime l'equilibrio alIa rotazione intorno a B del troncoiAB oppure del tronco BC. Esprimendo, ad esempio, l'equilibrio di BC intorno a B si ha
(3.23.2)
fissa;
b) il tronco BD si comporta per cui il centro della rotazione ed appartenere c) potendo allora come vincolato al suolo in B e in C, assoluta, dovendo coincidere con il punto B di rota-
\
e (3.23.2)
alla retta d'azione di J;f, non esiste; allora considerate la cerniera D fissa, anehe il centro tratto
Le (3.23.1)
cognitc ~, HA eb~s~a~o per dcterminarle. Le restanti incognite e T'B ed HB si possono calcoiare scriven do, ad esempio, le equazioni di equilibrio alla traslazione per tratto BC (fig. 3.23.2); \ brio ' + J;f = 0 (3.23.3)
'.f19,H
costituiscono
contemporaneame~te un punto proprio (coincidente con D) ed improprio, per la presenza del vincolo in C. Risultando cosi 1 = 0 ed essendo 3N - V 0, per la (3.3) si ha anehe i = 0, per cui si puc afferrnare ehe
la struttura
e isostatiea.
-Va
Piii semplicernente,
l'isostaticitd
della struttura
HB
+ He
= O.
Quantunque
ziali di equazioni,
e piu
svelte, la risoluzione
immediata
della risoluzione
.X
iF
B
Figura 3.24.1
1'/2 ,'/21
x)
dell'asse x,
y) = equilibrio alIa traslazione sl?_co!ldola !i.irezione dell'asse y, _ A) = equilibrio alIa rotazione intorno alpolo A del pjano della struttura,
Figura 3.24.3
y)
H
B
~ + Ji, - Va - ql = 0
BCD
ll!l{jq
Figura 3.24.4
~-V-B
~t:-V-c---,t
B)
Vo II sistema costituito
f.6 . I + Ji, . 21 -
qlZ
2
= O.
fornisce
vando che essa puc farsi derivare dal corpo rigido AC incastraro statico) mediante l'intrcduzionc di due sconnessioni
in A (iso-
ql 2
\ ql Va=+F,~2
sernplici in B e in D e
di due vincoli esterni semplici in C e in G; I'inercduaione di due labilid e due iperstaticita, pcrtanto, non altera l'isostaticid del sistema, sempre che le labi1ita non vengano eutivi. Per dererminare tica per i vari tronchi, esplicate (fig. 3.24.2).
TrO!1CO
< F,
i versi di Vc e
Va
i
HA = 0
~
introdotje
tra due vincoli esterni semplici conscsi scrivono le equazioni della stada essi
Ie reazioni vincolari,
y) A) da cui si ricava
+ Va == 0 + Val
ql 2
=
-MA
0
qI2 2
DC (fig. 3.24~3):
cquilibrio nlla rraslazione secondo x: VA =-F+-, cquililirio alla rrnslazionc secondo y: -T~-F=O cquilibrio alia rotazionc intorno a D: Ma avendo supposto prefissato in figura.
MA =--
+ Fl.
l;4
ha 10 stesso verso di quello
ql!2
< F,
consegue che
-Me - Fl/2 = O.
Siccome prcfissato
J1)
e oppostO
a quello
Figura 3.24.5
arbitrariamcnre
e opposta
in figura. Per questo, pure l'aziqne che la cerniera a quclla segnata in fig. 3.24.2. Pcr sernpli-
3 Analisi .utica
piane
- rAJ- --- AB
{X}9 ~ HA
1!0! 0!1i 0!0I0 Iij 0 ~· -~ - t..-- • t"""-""+""--"""'1-t- ·--t -1 · o 1 1_ 0 0 L _.!.. 0_ ..1_ 0 l! 0 1I 0. ! 10 i : ............. o 0 1-1 I I 0 ! 0 ! 0 ! 0 !" 0
I I .~~. ·····r·······!········l·······t·······+·······f········~·······l·····
o ........! 0-t--..t- -..---t - -+ -- ~ - ..- t~ - i - .. !0 0 ! 0 I-I! 0 ! 0 i 0 i 0
I I I I I I I
: 0 :-1
BCD
DC
O··"j···()·-r-··O···t···tr·O··t··O···j···O··t···o··j=·i Me
o I -..~ -+- - ..-+- ~ · --:- · i .. !!P.. + --· -~ -- -..t .. o II0 li 0 _ ! 0 ! __ liii ...... 2l i 0 1........_ ~ 0 I0 ..- .._...._...._......._ .._...... !_.._...._..l_.. ...... _ !_ .. ~.:__....... ...... . o I 0 i 0 i 0 ! 0 i 0 :-1 i 0 i 0 T{, ..--..-~----..- ..t -..t -..--~ --- 1-~---..-- L __ -t -o :, 0 I, 0 !, 0 I 0 !' 0 i, 0 • :1 0 HD ! i-1
:
0i1:1
0:0
I =~~~~1~=~=
[B]-. {F}'
11)
B
! 1111 ! I
_........ _--...t-....
o
!
0 -l~I i 0 :
010
00
o
t-
..
::-.
~
-
•
t
H...
la=2
ql
D
M...
=i2i2~~"'O'"
.... ?_... L... ? o i -1/2
-··o·--r·o··· t~j
-r
.rA~
v...
= {O},
1rx
3N V == L'asisostatica,
Figura 3.25.1
Figura 3.25.2
Verifichiamo
=I- i
anzitutto
9- 9
= 0 ed I = i = 0, la struttura e sicuramente
e
]'isostaticita
della struttura.
Poiche
Partendo ~al tronco piu a destra della struttura, come si visto, state possibile dekrminare le reazioni vincolari tratto per tratto ; iniziando dal tronco di sirlistra, invece, occorreva scrivere prima il sistema di equazioni reo lativo ai virij tronchi della struttura e poi risolverlo. In alcuni casi, pero, data la particolare disposizione dei vincoli, necessario scrivere comunque il sistema co~ples~i'ifQ}di equazioni relllctivoai vari tratti della struttura. In notazidne matriciale estesa, le nove equazioni d'equilibrio assumono
I
senza ABD
di labilita nella struttura si riconosce facilmente perche il tronco fissato al suolo, mentre il problema della costruzione dei ceritri di
rorazione per i tratti BC e CD non ammette soluzione. Piu semplicemente si pub dire che la struttura isostatic a esternamente per essere vincolata al suo10 con un vincolo di mclteplicirs
3, ed isostatic a internamente
semplici (ben disposte).
in quanto
la maglia chiusa contiene tre sconnessioni Soluzione analitica. al carico distribuito Q= 2ql
I
11 II
l'aspeuo
compatta,
Sostituiro
su BC la sua risultante
{o).
scriven do le equazioni dei tronchi Per ogni tronco, poi, sono state scritte, nell'oralla trasiazione
La matrice
statica [A]
stat a costruita
e al vincolo in A Ie reazioni esplicabili dallo stesso,le equazioni della statica (2.3), scritte per la struttura riportata in fig. 3.25,2, "forniscono imrnediatamente le reazioni dell'incastro. secondo x e Infatti, scriven do le equazioni di equilibrio di equilialia roo brio alia traslazione caz.ione interne
di equilibrio
da osservare
y.
nonche I'equazione
[A) dipendente dalla geometria del sistema, si determina il vettore incognite {X} per qualunque condizione di carico. Cioe risulta
al polo A, risulta
x)
HA = 0
~-Q=O
y)
A)
MA -Ql = O.
che risultano essere di verso arbitrariarnente,
ni pub effettuarsi sia scriven do un sistema di 9 equazioni esprimcnri l'equilibrio dei tre tronchi 0ppure, piu sernplicemente, scrivendo dei sistemi par87
10 _. vet
B 0----1"'1---Vc~
-:; He
---- -- --'lCl;2c_
.....-.....;o
~ Q/2
Figura 3.25.3
Figura 3.25.4 i
Figura 3.25.5
Figura 3.25.6
ziali di equazioni. Ad esempio, Ie equazioni d'equilibrio lalla rotazione dei tronchi BC e CD rispettivamente intorno ai punti B e b ~fig. 3.25.3) assumono l'aspetto
esterne, Per verifica, poi, si puc notare che le reazioni interne ed esterne applicate al tronco ABD verificano le equazioni della static a (fig. 3.25.5).
Soluzione gTafica..
Considerando I'equilibrio di tutta la struttura, I'incastro deve reagire con alla risultante del carico esterno Q. Le rette tenendo presenuna forza direttamente opposta
B) D)
da cui si ricava
-Ql+J{;.21=0 - J{;l-He ·1 = 0,
di azione dei vincoli inrerni, poi, (fig. 3.25.6) si determinano te che sui tr~i:to ABD agiscono,RA,
I
T-(; = Ql2,
He = - Ql2.
,
dei predetti alle
R8 ed RD, mentre sui tronco DC agiscono Rc ed RD i dovendo essere i tronchi in equilibrio, ciascuno dei suddetti insierni di forze deve costituire un sistema equivalence a zero. Si individuano
T1 ed 72, Considerando in seguito il poligono d'equilibrio del tronco BC, si determinano in direzione e verso Ie azioni che Ie cerniere in B e C esplicano su BC, mentre Ie forze direttamente opposte, per il principio di az.ione e reaz ione, sono esplicare sui tronchi BAD e CD, rispettivamenre, Infine, dai poligoni di equilibrio dei tratti anzidetti, BAD e CD, si deterrninano Ie interazioni
Le equazioni di equilibrio alla traslazione verticale ed orizzontale tronchi, poi, forniscono le interazioni in BeD. notazioni rip or tate in fig. 3.25.4 si ha: - iratto Be:
cosile rette
Infatti, conforrnemente
xl
y) - tratto DC: x) y)
-Hl1 +He
=0
Va+v~-Q=o;
inDo
HD -He = 0
VD
Eserciz:io 3.26.
-T-(;
o.
delle reazioni che compaiono nelle prece-
DeterminaTe le reazioni vincolari della struitura facendo uso delle equazioni della sta.tica.
La strurtura in esame
rnostrata
in fig. 3.26.1,
l'B = HB = HD =
Si sono cosi determinate
88
VD
= 0,12.
Ie reazioni vincolari interne ed
agevolmente
..
come bielle, S1 ha 3N - V 1 - i ,;6 - 6 = O. Inoltre risulta 1 = i = 0, perche il centro assoluto del rronco AC (coincidente con A). queUo del tronco BD (coincidente con B) ed illoro centro relative (coincidente Con il punto
89
e isostarica. =
Infatti,
considcrando
i tratti HK e CD
'
piane
delle strutture
piane
- I 11 I I
Qoo!!!~ __
I I I Ilq-"""<lD
h/2
secondo il quale le equazioni della statiea devono valere anche per un insieme di corpi rigidi, una volta solidificati i vincoli che li uniscono. Ad esernpre, le equazionr dena- statica scritte- per oil complesso deiIastruttura con-Ie cen1iere in C e in D solidificate~ mono I'aspetto doe per le sale reazioni esterne (fig. 3.26.4), assu-
I
.
h/2
x)
wz
h/2
(3.26.1)
y)
~+Va-Q=O Va(1 + h cotg a) -:- Ql/2 = O. rappresentano l'equilibrio alla traslazione see l'equazione d'equilibrio alia rotazione
A)
di interseeione delle rette CD e HK) non sana aliineati. L'Isostacicita della struttura puc essere provata immediatamente notanda che essa e del tipo arco a tre cerniere, ove la terza di queste (ideale) individuata dagli assi dei tronchi HK e CD. Per il calcolo delle reazieni vincolari, suddivisa la struttura in tronchi e sostituiti i vincoli can le reazioni da essi esplicabili, in particolare per il pendolo P si mettono in evidenza le azioni esplicate sui tronchi AC e DB (fig. 3.26.2), le equazioni della statica scritre per tali tronchi forninelle nove ineognite ~, HA, 5, ~, Ho scono un sistema di nove equazioni
intorno al punto A. Siccome Ie predette equazioni non possono fornire Ie 'quattro incognite ehe in esse compaiono, e necessaria scrivere altre equazioni; ad esempio quelle (ausiliarie) esprimenti I'equilibrio alia rotazione dei tratti AC e BD. rispetrivamente intorno ai punti C e D (fig. 3.26.2) (3~26.2) C)
\
I Le:(3.26.1) tarlte incognite,
D)
e (3.26.2),
~ . h cotg a
costituendo
+ HB
h - 5 d3
= O.
in altretesterne e
permettono
di determinare
10
HD, Va, HB• Tale proeedimento e il piu immediato, rna giunge aHa formulazione di un sistema di equazioni di soluzione manuale alquanto laboriosa. Allo scopo di avere un sistema piu facilmente risolvibile, costituita dali'insieme di piu sistemi parziali di equazioni, si fa rieorso al principio di solidijicazione,
ff"
sforzo nel pendola. Le restanti incognite He' ~, HD, ~ si passon a deterrninare scriven do le equazioni della statica per il tratto CD (fig. 3.26.2) e l'equazicne d'equilibrio x) (3.26.3) alla rotazione -He -HD ~ -~ =_0 =0 -Ql/2=O. =0 interne al punto A dei tronehi AC e CD solidificati in C (fig. 3.26.3)
I
A _ H..
y)
C)
.1)
~1-Ql/2
~1+HDh-5d2
dove Ie prime tre equazioni si riferiscono al tronco CD e l'ultima equazione al tronco ACD. Le equazioni (3.26.1). (3.26.2) e (3.26.3) sono state seritte assumendo _come versi positivi delle reazioni interne ed esterne quelli riportati in figura.
h
Figura 3.26.3 Figura 3.26.4
Esercizio 3.27 Risolvere graficamente una [orza orizzontale l'esercizio precedente, considerando applicata anche F su AC.
91
90
delle sttunure
plane
.;
. cipio _di .sQvrapposizi'm!~ q.eglieffetti. .secondo, cui gH ~£fcmi di forze sana SOmma degli effetti che ciascun sistema provocherebbe
il prin~i~_s_i$temi di
vale da solo
f
Note le direzioni di tutte le reazioni ed il carico estern a F, si determinano 'i 'mod~h ed i versi delle reazioni esterne (Hg. 3.27,1.b). NotaRB, poi, si trovano i modul! ed i versi di RDedS (fig.3.27.1.c) (equilibrio-del trattoBD).L'equilibrio del tratto cP, infine, consente di ricavare la reazione Re' <jonsiderando la stuttura soggetta al carico distribuito, ai Hni del calcolo delle reazioni e lecito sostituire ad esso la Sua risultante, Tale case, non di imrnediata soluzione, puc essere risolto per tentativi (fig. 3'.27.2). Supponendo nota la direzione r di RA e detta T l'intersezione di r con l'asse del pendolo, per I'equilibrio del tratto AC la retta di azione di Re e la congiungente TC, Per l'equilibrio del tratto CD, poi, nota l'intersezione di Rc can Q, la retta di azione df Rp risulta essere la congiungente ND. La retta di azione di RB, infine per l'equilibrio di DB, passers per B ed R.
sulla struttura, In virtu di tale principio, si possono determinaregraficamente le reazioni vincolari provocate dalle singole fOr7e, F e Q, e sornmarle successivamente. Consideriamo prima la struttura soggetta alla forza F, Pe~ l'equilibrio del tratto CD, Ie reazioni Re ed RD suI tratto stesso sono uguali e contrarie ed hanno come retta d'azioae la congiungente CD. Sui tratto DB agiscono le forze RD, S ed RB che, per Farsi equilibrio, devono concorrere nel punta R di intersezione delle prime due forze. La rerta di azione di RB• pertanto,e individuata da ReB. Per l'equilibrio dell'intera struttura, poi Ie forze RB, RA, F devono concorrere nello stesso punto H, inrersezione delle rette di azione di RB ed F (che sono note). La rerta passante per A e H, dunque, e la retta d'azione di RA (fig. 3.27.1.a),
Poiche il punto G non appartiene alIa retta n di azicne del carico esterno Q, cioe non essendo soddisfarrc l'equ ilibrio per vincoli esterni, la direzicne scelta per la reazione struzione finche esatta del problema in A non equella giusta. Oc~orre allora ripetere richiesta. \ la cocon Gnon soddisfi la condizione Cioe la soluzione
R F
b)
~RA
Ro
grafica~ente
le reazioni
della st\-uttura
isostaiica
di fig.
~
c)
da una coppiaoA
nelZ'estretno
libero G.
I
Figura 3,27.1
Osserviamo, irmanz.itutto, che i pendoli Pl e Pz hon reagiscono per I'equiHbrio della cerniera T. Sui tronco ED allora, agiscono solamente le reazioni del pendolo E e della cerniera D. Poiche tali for~e non possono avere la stessa retta d'azione, per l'equilibrio del tratto esse devono essere nulle, Per l'equilibrio del tratto AGE, poi, la reazione RA deve costituire con la reazione del pendolo una coppia uguale e opposta a quella esterna; detta d la distanza tra leloro rette d'azione, si ha
del tratto
RB deve concorrere
di inrersezione
di R~ eVe'
Ma essen do R~ la reazione che il penoppostD. a R~, dal poligono di le reazioni vincolari del car-
dolo P esplica su DeB (tratto 11), direttamente equilibrio mostr aro in Figura si determinano rello C e dellacerniera r-, B.
92
93
piane
e sicuramente
isostatica,
Per l'equilibric del tronco scarico AB, RA ed R~ devono costrtuire 'un sistema-· equilibiante-dellit"'copplii'cOri "cui reagisce il pendolo impro-
prio, doe
la retta
di azione a di RA
il momento
M;
a P. Considedel vincolo
in
Rp
del pendolo
P, la cop pia estern a .4f e la reazione Rc della cerniera in C. Poiche la retta d'azicne della risultante di M; ed ~ la retta (a), per equilibrare la coppia esterna RA ed Rc devono costituire una coppia: quindi la retta di azione
Conosciute le rette di azione delle reazioni dei vincoli esterni, e possibile determinare l'intensiea ed il verso tenendo presente che le fone applicate
devono essere assorbite dai vincoli esterni per l'equilibrio di tutta la struttu-
(c) di Rc
e la parallela
ra. I vincoli interni, infatti, reagiscono con delle reazioni mutue (interazioni) rna non assorbono le sollecitazioni esterne gravanti sulla struttura. Pertanto si ha RA =Rc=-'
10
A
d2
i cui versi sono stati indicati in figura, Dovendo inoltre R A ed equilibrare la coppia con cui reagisce il vincolo in B sui tronco AB, si ha che questa
~f
di fig.
MB = R~ d1 = RA d1·
Infine, le reazioni che i1 pendolo P ed il vincolo in B esplicano sul tronco Be sono uguali ed opposte alle rispettive azioni esercitate sui tratto AB.
II centro di rotazione assoluta del tronco I coincide fon A, quello del tronco II coincide con C, mentre il centro della rotaz.ione relativa tra i tronc hi I e II e il punto improprio dell'asse del pendolo P; poiche i tre centri non sono allineati, risulta I = O. Essendo inoltre 3N - V = I - i = 6 - 6 = 0,
Ie
reazioni
vincolari
per la strutiura
di fig.
3.30.1.
Per la struttura riportata in figura, caricata daJla forza esterna F, risulta 3N - V = I - i = 6 - 6 = 0; inoltre, il problema della costruzione dei centri di rotazione non ammette scluzione. II centro assoluto del tronco AB, infatti, non esiste perche esso non puc conternporaneamente coincidere COil A ed appartenere all'asse del pendolo
t:igura 3.29.1
e cinematico,
cioe
e fisso.
Stabilito
cio, il pen-
dolo improprio in B puc considerarsi un vincolo esterno; pertanto anche il centro' di rotazione assoluta del tronco BC non esiste , in quanto il pendolo 9S
94
~B
H
o
Figura 3.30.1
~
Pz ed il carrello in C plice in B
( ");::. '5
10
~o
Figura 3.31.1
10 fissa
in un punto imprcprio.
e isostatica
Risultando (condizione
quindi
= 0, si ha an-
sufficiente).
esterno, pertanto,
consideraztont
analoghe valgono per il tronco CDH. La cerniera H, £is4. La restante parte, poi, puc assimilarsi Infatti ad
II problema
del calcolo delle reazioni vincolari non e risolvibile per vjncoli i vari tronchi. Partiamo dal tronco AB seaMB i per l'equilibrio
puc considerarsi
esterni, percio occorre analizzare rico. Su esso agiscano R A ' Rp, una coppia equilibrante proprio, del pendolo
Rp,'
il momento
R A deve costituire con MB con cui reagisce il pendolo imcui agiscono Rc' Rp ,
un'unica .trave con ~ernjera in ~\e pe~dolo improprio in E. Osserviamo, anzttutto, che 1 \trattl HG e GE so no scarichi. zioni del bipendolo equilibrare G e del pen dolo P dovrebbero la coppia ME' per l'equilibrio
le rea-
comemporaneamente le
libiio di GH. Ma essendo il sistema, e quindi i singoli tratti, in equilibrio, precedenti condizioni devono essere entrambe soddisfatte doe nulle Ie reazioni dei vincoli in H, E e del pendolo P. '
- MB, F, si ha che la risultante di Rp. ed Rc' che passa per K, deve costituiie con F una coppia che equilibrata da - MB• Decomposta la forza - F secondo le rette (c) e (P2), si determinano Ib reazioni del carrello e del-pendolo P2i
tt,
Dall'equilibrio il pendolo
alia eraslazione.verticale
inoltre, osservato che Ill.coppia con cui reagisceil pend6!o improprio to AB e antiorario e vale M B = Pdl dolo Pl costituiscono per l'equilibrio
MB
'
sul trat-
comporta
le reazioni della cerniera in A e del pen· una cop pia oraria tale che Pdl
che la reazione del vincolo in C sui trarto considerato, coppia uguale ed opposta a quella esterna ..If.
Si determinano
. RB
=---=---.
d2 d2
=RA
=-,
I
la cop pia estern a ovvero la col' pia M~ espliABC.
AI
Esercizio 3.31. Detenninare graficamente le reazioni vincolari della struttura di fig. 3.31.1, Esercizio 3.32.
che devono controbilanciare cata dal bipendolo C suluitto sollecitata in L da una coppia concel1trata .;f(. La struttura il movimento. in esame
chiaramente
isostatica,
Infatri
iI tronco ABC e
in C come vincolo
necessario ad impedirne
Determinare 3S2.1.a
graficamente
le reazioni concentrataF
di fig.
il doppiopendolo
soggetta ad unaloTza
96
97
piane
risulta 3N -
V = 9 - 9 = 0 cd i = O. La struttura, perc, non e risolvibile per ! vi~coli estcrni, p(!rche. ~. in.~ognita_la x:e5~a.di _azione _c!eJlax:e~!C?nC!. ~. __ in__
Pertanto occorie considerarc l'equilibrio dci vari tratti. Tronco EL:'1.a reazione del vincolo in L deve essere direttamente
La struttura,
controllare,
e isostatica,
in quanto
ne
RL,
esplicata
~alpen~olo
plicata alia retta e. In maniera del eutto analoga si determina zione vincolare interna ed esterna.
ogni rea-
Tronco LBD. Su di esso agiscono la reazione Ra, u momenta pendolo improprio c la reazione Ri del vincolo in L. Per l'equilibrio ve costituire in B. con
e parallela
opposta Esercizi proposti. 3.-33 -3.35. Per le sttutture illustrate nelle figg. 3.33.1, 3.34.1 e 3.35.1, verificare I'isostatieita e determinate i versi delle reazioni vincolari.
Mb
Rl
del momento
Mb che il vincolo
del RB de-
Tronco ADEC. Su tale tronco agiscono Ie reazioni esterne RA ed Rc' queUe interne R~ ed nonche il carico esterno F. Per l'equilibrio del tron-
Mg,
co LBD, la risultante
L agisce sulla retta b. D' altra parte la risul tan te della reazione in C e del carico esterno (Ie cui rette d'azione s'incontrano in H) deve equilibrare la risultante di RA ed (che passano per K). Per I'equilibrio le due risultanti devono es-
Ra
sere direttamente
opposte,
gente HK (fig. 3.32.l.a). Per determinare il verso delle reazioni vincolari, si parte dal tronco caricato. II poligono di equilibrio del tronco II (fig. 3.32.1.b)
consente di determinare la reazione del pendolo C e la risultante R, delle reazioni della cernicr;i.ip.clcl pendoloin A; l'~quivalenza di fig. 3.32.l.c, poi, permette di dererminare tali reazioni, Per l'equilibrio del primo tronco,la reazio-
del tronco
I, la reazione
del vincolo in D
e 4iretta
de1l6 dire-
D/.: P.
zioni note di Rc ed RE• Sui tratto II agiscono RD, RE, RB e Q. La risultante delle prime due, per l'equilibrio del tronco I, ha come retta di' azione Passe del pendolo in C. Pertanto, se S il punto di intersezione di tale retta con il carico esterno, per l'equilibrio del tronco II (teorema N), la reazione R B ha come retta d'azione t !a congiungete BS. Sulla retta di azione AB). r
b)
applicata
anche
Ia reazione
dell'incastro
A (equilibrio
di
del tratto
AE le reazioni
RE ed RA
che la reazione
una coppia
RD,
in C. SuI tratto
Ie reazioni l'equilibrio
Figura 3.32.1
del tratto.
e Rp; esse devono costituire un sistema nullo per Poiche la risultante delle prime due passa per G, di Rp ed
anche Ia risultante
RF, inoltre. deve passare per B (teorema N), dovendo essere soddisfatto l'equilibrio del tratro BF. Le reazioni del pendolo P e del bipendolo F,
99
98
3 Analisi statiea e cinematica delle strutrure pianc 3 Analisi statica e cinematica delle structure piane
f.
pertanto, hanno la risultante agente sulla retta GB f). Detta H\l'intersezione di talc retta con l'asse del pendolo P, poi, l'orizzontale per H f*nisce la retta di azione della reazione del bipcndolo F. I 3.3 5. Pcr l'equilibrio il carico esterno, cui del tronco Ee, la reazione della cefniera E deve di RE con retta HD su
3.36 - 3.42. Determinare le reazioni vincolari dei sistemi illustrati nelle figg. 3.36.t, 3.37.1, 3.38.1, 3.39.1, 3.40.1, 3.41.1 e 3.42.1, sia dal punto di vista analitico ehe grafteo. Per quanto riguardala determinazi;ne grafica, tisolvere Ie singole strutture considerando applicate un solo carico per volta. Verificare inoltre l'isostaticita delle strutture, dimostrando ch« il problema della costruzlone dei centri di rotazione 110nammette solueione.
e applicata
si determina
per l'equilibrio
del tronco DE
hi
librio del tronco ABD, anche la ris~ltante di R" ed RB deve passare per tale punto. Si conosce, cosi, un punto (L) per cui passa la risultante delle reazioni vincolari del bipendolo A e della biella B. D'altra parte, risolvendo la stru ttura per vincoli esterni, ossia equilibrando
la risultante di Riled R B deve concorrere (teorema N) nel punto K di intersezione del carico esterno con la rcazione del carrello C. La retta LK, dunque, rappresenta la retta d'azione della risultante di Riled RB• Infine, dereo Til punto d'intersezione di LK con l'asse del pendolo in B, si determina la retta d'azione sue bielle. del bipendolo in A mandando la parallela per T agli assi delle
(9) La re tta GB di azione della reazione in B, si pub anche deterrninare considerando l'equilibrio per vincoli esterni della parte di struttura privata del tratto DC, caricata in D dalla forza
»a«
Figura 3.37.1
100
101
t/2
~/2
21
sinteticamente
tutti
i vincoli interni
sinora incon-
trati. Nella prima colonna sono indicati i corpi rigidi interessati dai vincoli e le interazioni che i vincoli stessi trasmettonc ai due corpi conrigui. Nel caso piu generale di-problema piano, le interazioni sono costiruire da due coppie di forze X e Y, dirette secondo gli assi x e Y rispettivamente , e daIle cop pie concentrate M. In corrispondenza vincoli della colonna interazioni delle presrazioni, nella direzione si puc notare degli spostarnenri come i relanon trasmettano
Figura 3.38.1
Figura 3.39.1
tivi consenciti. Questi ultimi, poiche si considerano soltanro nel piano del sistema, si riducono ai tre spostamend relarivi /::'x = dxB-dxA
i movirnenti
/::,y=dYB-dYA
t;,'p = dCPB -
dcp A
infinitesime
/::'x e /::,y secondo
I I
. .
..
Ie rraslazioni infinitesirna
gli assi x e
/::'cP attorno
E' da notare che i movimenti relativi in discorso riguardano le sezioni terrninali delle travi (corpi rigidi) connesse dal vincolo, i cui baricenrri sono A e B. Nella prima colonna della fig. 3.23 si puc osservare che, solo nel caso
21
Figura 3.40~1
Figura 3.41.1
A e B delle sezioni terminali delle due travi contigue. Le sezicni terminali possono derivare, ad esempio, da un taglio effertuato in corrispondenza delIa sezione S, indicata in fig. 3.23 per rappresentare il vincolo di continuira mareriale, Nei restanti casi, i baricentri A e B delle sezioni concigue connesse dal vincolo non 50110 indicati.
Figura 3.42.1
102
103
delle strutture
piene
..
-01
_._.
---_
SIMBOLO
.-
._-
. ...
- _ ... ..
DENOMINAZIONE
... '
PRESTAZIONI ...
..
VINCOLQ
STATICHE
CINEMATlCPE
TIPO 01 VINCOLO
--X..,o CERNIERA V"'O Vlncolo doppio odi moltepllcita ConnesslOile doppla Sconnessione sempllce m =v=2
'~
'"
Corpl rlgldl
~
M \
Vlncolo
0
0
Corpl rigidI
= y=
'~
- t~X
X¢O "'CDrITINUITA' MATERIALE INS V..,O M..,O L1x = 0 L1V'" 0 L1'" = 0 Vineolo lriplo o di molt.plicita Connessione triple Stonnessione nulla 3
V:COIO
Corpa
rlgido
m =v=l
m=v=3
CERNIERA IMPROPRIA
Corpl rigldl
'~~7
SeZlonl rllultantl
Figura 3.23
104
lOS
comunque variare di forma e dimensioni, purche cio avvenga con continuita, La traiertoria s descrieta dal suo baricentro prende il nome di asse della trave; la figura normale.
n, nella
generica posizione,
sezio1{e
Affinche possano utilizzarsi i risultati di De S. Venant, fin d'ora si ~a l'ipotesi (anche se non necessaria nella static a dei corpi rigidi) che Ia trave sia a piccola curvatura ed a sezione debolrnente variabile. In mold fenomen'i che si studieranno, l'esperienza dimostra che la deformabilica dei corpi non ha un'influenza apprezzabile, per. cui in tutta la prima parte del teste i corpi verranno considerati rigidi. Si consideri ora la trave mostrata in fig. 4.1, soggetta ad un sistema di., forze in eq ~ilibrio e suI cui asse sia fissato un sistema di ascisse curvilinee
Figura 4.1
-s:
107
4- Le clIl'Bttcr1stiche della sollecitaZione avente l'origine nella sezione di estFcn1'ita. ,u~ e orientate .-..$i. supponga, da sinistraa destra,
"t"...... _..' -
4 Le carattcristiche
della 50necitazlone
effettuat~ tronchi illustrati in flg. 4.2. La sezione retta risultante da1 taglio appartenente al tronco (I) si dice sezione di normale positiva, quella appartenente al tronco La tuato tronco taglio (II) sezione di normale..negativa. trave inizialmente era in equilibrio (per ipotesi), ma dopo aver effetil taglio i tronchi (I) e (II) generalmente non 10 saranno, Aff~che ~ (I), ad esempio, resti in equilibrio, basta applicare sulla sezrone di di ascissa s $ le azioni che la parte (II) esercitava sulla parte '(1)
inolrrev di dividere la trave in due.zraeri mediante un. taglio in corrispondenza della sezione s = $. Si()ttengonocosl i due
. -M-= momento y Mz
Tali caratteristiche zione,
flettente
secondo y'
= momento
torcenie.
azioni interne nella se-
Se l'asse della trave s appartiene ad un piano, ad esempio yz, e la trave simrnetrica rispetto a tale piano, la trave si dice piana e i1 piano yz si chiama piano medio,
attraverso la sezione stessa di taglio, prima di effettuare i1 taglio. Siano R ed M la risultante ed i1 memento risultante di tali asioni, che SI chiamano insieme azione interna nella sezione ,uj sis. R che M possono considerarsi applicati nel baricentro
Se anche le forze agend appartengono al piano medio, si parla allora di 'problema piano. In un problema piano le caratteristiche della sollecieaeione si riducono a tre: T, N, M e si chiamano semplicemente sfOTZO di taglio, sforzo normale e momento jlettente' (ng. 4.3). A meno della convenzrone sui segni, le caratteristiche dell'aeione interna, nel caso di problema piano, possono cosl enunciarsi: a)
R ed M sono uguali e contrari rispettivamente alla risultante e al momento risultante delle forze agenti sulla parte (I) e coincidenti con la risultante ed il momento costituiscono risultante delle forze agenti sulla parte (II). Cioe, R ed M delle forze agentt su (I) ed il sistema
10
sforzo
nonnale
N(s)
in una sezione
di ascissa
s coincide
con
il sistema equilibranre
la cornponente, secondo la tangente z all'asse della trave in s, della risultante di tutte Ie forze (attive e reactive) agenti a destra 0 a sinistra della sezione ; b) 10 sforzo di taglio T(s) nella generi.ca sezione di ascissa s coincide con la componente, secondo la normale y all'asse della trave, della risultante di tUtte le fcrze (attive e reattive) considerata; c) il momento jlettente agenti a destra sezione
0
equivalente delle forze agenti su (II). Considerando una terna cartesiana ortogonale Gxyz , solidale con la sezione corrente, con gli assi x e y coincidenti congli assi principali d'inerzia della sezione (0 anche qualsiasi, purehe della trave e orientate tale terna forniscono, sollecltazione interna
:t
ortogonali)
come questo, le proiezioni di R ed M sugli assi di per definizione, le seguenti 6 caratteristiche della
0
nella generica
coincide
0
componenti
dell'azione interna:
0 0 0
R =T
y
z
x y
= sforzo = sforzo
di taglio
corrente, rettilineo,
(non allineate)
mutuamente
connesse
si definisce
poi
~5 (II)
Bigur~ 4.2
Figura 4.3
lOll
109
4 Le caratteristiche della solledtazionc l'asse della trave uguale alIa componente cambiata di segno;'"'" c) la derivata J del momento flettente allo sforzo di taglio T diminuito distribuita cambiata di segno. Le relazioni equilihrirr-per punti diz. differenziali (4.1)
4 Le caratteristiche
della IIODecitazione
'-----z
tagliante M risperto
INDEFINITE
DI EQUILIBRIO
uguale
q (carico tagliante),
da uno orizzontale
concentrate e da coppie distribuitelm. Isolando dalla trave un concio di lunghezza infmitesima dz, su cui non agiscono forze e coppie concentrate (fig. 4.4), se nel punto di ascissa z, sulla sezione sinistra del concio, le caratteristiche della sollecitazione sono M, NeT, nel punto di ascissa z + dz, sulla sezione destra del concio, Ie caratteristiche rispettivamente M della solleeitazione saranno
= m(z)
sono funzioni
dM, N
dN e T
Nell'ipotesi in cui i carichi agenti siano vertic ali, ossia coppie distribuite m, si pub scrivere:
= 0 e non esistano
agenti sul tronco sono infinitesime. Le equazioni di equilibrio, alla traslazione I e q dz e alla rotazione : rispettivamente: intorno al loro punto
forniscono
- =-q dz
(4.2) dM -=T
dT
-=-p dz
dT -=-q
dN
dz
I
I
\(4.1)
d2M dz2
=-
q.
forze F
0
dz
------ == T - m. dz
Le (4.1) consentono di affermare che: a) Ia derivata dello sforz o normale N rispetto all'ascissa z misurata secondo l'asse della trave
dM;
coppie
.;I{
concentrate,
e uguale
alIa componente
Ia variazione
del taglio
e pari
cambiata di segno; b) la derivata dello sforzc di taglio T rispetto all'ascissa z misurata secondo
al val ore della forza concentrata, mentre nelle sezioni sedi di cop pie concentrate la variazione di momento uguaglia il val ore della coppia esterna. Le relazioni differenziali (4.2) e (4.3), associate con le condizioni ai limiri che tengono conto della presenza dei vincoli, permettono nelle strutture isostatiche le funzioni T=T(s) e M=M(s). di determinare
4.3.
T+dT Figura 4.4
CONVENZIONI
SUI SEGNI
E SUL TRACCIAMENTO
DEI DlA·
DELLA SOLLECITAZIONE.
dz
Le caratteristiche della sollecitazione, in generale, si definiscono positive se, considerate come agenti sulla sezione retta di normale positiva, sono
111
110
4 Lecuat~dchedeUasoneci~one
Figura 4.6
///~\o\tN
positive su un concio elementarc
/~N~O
di trave eseratco dalla struttura e isola to
in fi~.4.7. In generale, invcce, assegnata una struttura qualsiasi (fig. 4.8) e tracciata una punteggiata da unlato della strurtura, 5i fissano Ie caratteristiche
Figura 4.5
dirette nel verso degli assi] (fIg. 4.2). Nei problemi piani utile riferire la I convenzione sia alle facce dflla trave risultanti dall'asportazione di un tronco elementare, che alle facce del tronco stesso. Cioe, estratto un tronco elemenI tare da una trave equilibrata su cui scato fissato un sistema di ascisse
da essa .. Ebbe.n.e" nel tracciamento dei diagrammi, si conviene di riportare i momentl posmvi dalla parte della punteggiata, quelli negarivi dalla parte opposta. Per il tracciamento dello sforzo normale N e tagliante T, invece, la convenzione 0pposta, ossia i valori negativi di NeT parte della punteggiata, guelJi positivi dalla parte opposes.
si riporrano
dalla
curvilinee, si possono considerare positive le caratteristiche zione che hanno il verso indicate in ftg. 4.5. Un altro modo per indicare le convenzioni
della sollecitaconsiste
La convenzione cosi fatta, per il memento flertenre M equivale a far riportare iI diagramma della cara.iteristica M sempre dalla parte delle fibre tese. Per quanto riguarda lc cararteristichs NeT, invece, i loro valori si
neI caratterizzare la trave ~on una punteggiata, in modo da indicare in maniera univoca la posizione di un elemento staccato dalla struttura. SulI'elemenro COS! prelevato, inoltre, si segnano le caratteristiche che'si vogliono indicare come positive. Ovviamente, per il principia di azione e reazione, sono anche definite le caratteristiche positive sulle facce della trave risultanti dall'asportazione Con riferimento del concio, alle caratteristiche positive indicate sui concio elementare
.
Figura 4.7
di fIg. 4.6, si suole dire che: a) 10 sforzo assiale N positive se genera trazione; b) il taglio T positivo se tende a far ruotare il concio in senso orario; c) il momenta .flettente M positlvo se tende ad allungare il lembo
,..._. __
._-
punteggiato Spesso
del concio (fibre inferiori). comodo mettere in grafico i valori delle azioni interne Cio viene fatto riferendoil diagramma
rr~_~_~_~_~_-_-_-O __ -_-_-_-_~: I J
I
I I
neIle all'asse
Figura 4.8
I :
N.-ft~I\M~. .1
M T 113
della struttura e riportando in corrispondenza di ogni sezione un segmento proporzionale al valore che ivi assume l'azione interna presa in esame, Per le travi rettilinee, in generale si assumono i tiferimenti rappresentati
112
4 Le caratterlstiche
della sollecitazicne
riportnno spcsso dalla parte delhi struttura che Illcglio contribuiscc alia chiarc~z;l' del di:lgramllla: in tal CiiSO basta il segno 00 u carartcrizzare ..il.vcrso.dcllo sforso ussialc o di qucllo tagl.i:Jlltc. -_. -- - ... _-
lntegrando
j, .
le (4.1.l) si orriene N == C1
(4.1.2)
T=-qz
M=--
+ C2
qz2
2 +CZz+C3,
IS II
Esercizio 4.1. 'i'r<lcciure ; d;".~rdlIIlJli dc-lit' couipouenti dcll'azionc intcrn<l P'" 1" mrusola eli jig. 4. 1. 1. a, [uccudo IISO del nietodo elijj,'TcI/::i<lIe.
lntrodorto un rifcrimcnro su una
rcttu
I I
.
dove Ie costanti Cl, C2 c C3 si dctcrrninano ucilizzando Ie condizioni OIl con ramo. Poiche nel punto di ascissu z = 0 nan agiscono vincoli 0 forze,
dcll'csrrcmo
risulra
N(z (4.1.3)
con il uwtodo
cliHercll=idlc
analitico occorrc
(4.1).
0)
=0 o.
I
'J'(z = 0) == 0
liN d.:
(4.1.1 )
M(z = 0) = =0
d'/'
d.:
=r:»
= '1'.
~ertanto,
sono
dill d.::
N=O
(4.1.4 )
T=-q:z qz2
M=--
0 '1
IIIII
A
II
B~
to
2 e 4.1.1.c, si puo in
diagrammi di T ed M sono rapprescnrari nelle figg. 4.1.1.b rispetrivarncnre. Per il tracciarncnro di un diagramma parabolico generale adottare la seguente costruzione. Costruzione
_i
della parabola.
B per cui passa la parabola,
Supponiamo che siano nod due punti A e di equazione y = az2 + bz + c, e la tangente costruzione della parabola si esegue attravcrso a) dal punto medio H del scgrnento AB si che interseca la tangente parabola nel punto B; b) dal punto t nel punto
t ad essa nel punto A. La le seguenti fasi (fig. 4.1.2): manda la' parallcla all'asse y BK
K: la retta
la tangenre
alIa
medio D del segmento HK si traccia la rctta d parallela ad alia parabola, mcnrre la retta d rappresenta la
Figura 4.1.1
114
115
4 Le caratteristichc
della sollccitazionc
4 Le caraneristichc
della sollecitazione
coincide
y
risperto
alia carattensnca
tagliante __ __
N=O,
Ii momento (4.2.2)
T=-qz.
M=-(qz)--=--2
dipende
qz2 2
,
del rnornento del carico sulla sezione
estern 0 'qz rispetto alia caratteristica S a sinistra del concio (fig. 4.2.1.b).
Note cosi tre t.lllgclltl, III nltrettnnti punti delhi parabola, SI puc tracciarc la parabola stcssa, Per una maggiore approssimazionc, si POSSOllO determinate unchc ultcriori tallgcllti. 1 Esercizio 4.2.
Trac ciarr
Poiche le leggi di variazione di M, NeT fornite dalle (4.2.1) e (4.2.2) coincidono con Ie (4.1.4) dell'esercizio precedente, si ottengono anche gli stessi diagrammi. Da quanto esposto, consegue che il metodo diretto immediato di quello analitico.
e piu
\
j;,ccllclu
11.,0
Notiamo che le caratteristiche della soHecitazione in corrispondenza dell'incastro non sono altro che le reazioni vincolari dell'incastro stesso, Naturalmente, si perviene allo stesso risultato anche cornpurando Ie forze agenti a destra della sezione generica S. E' bene aneora osservare che Ie leggi di varia:z.ione dei taglio e del momenta sana in accordo con le (4.2) e (4.:3), secondo cui per i tratri sottoposti a carico tagiiante lineare, mentre il momento parabolico.
dell'cserclzlo
prccedeut«,
Suppoui.nno
= cost, iI taglio
gcncrica sczionc S, disrunrc :: dull'csrrcmo libcro .-1 (fig. 4.2.1). Per determinarc lc carnrrerist ichc di sollcciruaionc nella sczionc S (fig. 4.2.1.a), pens,lta appancllclltc alla parte di sinistra di un concio clcmcntnrc esrrurro d';llla trave (fig. 4.2.l.b). occorrc considcrare le for2.e agenti sull» partc di travc a sinistra di S. La risultuntc del enrico sui tratro .-IS verticale con il verso indicuto in fig. 4.2.].01 e di modulo '1::. La componentc di talc risulrnntc sccondo l'assc della travc nulla, mcntrc quclla sccondo la normalc all'asse
Determinare i diagrammi M, NeT della trave appoggiata riportata in fig· 4.3.1.a, caricata nell« mezzeria C da una 'forza verticale'F e da UI1 carico distribuitoiP secondo l'asse della trave. -Applicando
il cui verso
e quello
Ie equazioni dellastatica, si determinano Je reazioni vincolari, indicato in fig. 4.3.1.a, rnentre i moduli valgono ~=
A~l
+5 Figura 4.2.1
a)
:fl_-~ -------l
S T
b)
Va'=-, 2
HB = 2p1.
Considerando la .sezionegenerica adistanza z dall'appoggio A, nonche Ie forze agenti a sinistra dellasezione,_ per Ie convenaioni sui versi positivi delle caratteristiche riportate sui concio elementare di fig. 4.3.1.a, si hanna Ie seguenti lcggi di variazione per Ie componenti dcll'azione inrerna: - tratto AC:
117
116
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
. ,-'.
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
v:..
c) nella sczionc C di applicazioncdclla forza conccntrata IF, il taglio discontinue (e la variazionc di taglio' t.T c-p:.ri al valorc della forzaconccntrata F), mentre il momento presents una discontinuita ncillnnclinazione (cuspide).
M(z) = v:..z
tratto CB: N(z)=-pz Esercizio 4.4. (1 <z"; 21) F(z -I).
dell'azione
v:..z -
fi!!.· 4.4.1.
diagrammi dello sforzo normale, dello sforzo tagliante e del memento sono iIIustrati rispcttivamente nelle figg. 4.3.1.b. 4.3.1.c e 4.3.1.d: DOl tali diagrammi si osserva, eonforrncmente aile (4.1), (4.2). (4.3) e (4.4). chc: a) nei tratti in cui i1 carico tagliantc ed il momenta M(z) lineare: b) lungo il tratro AB in cui il enrico assiale N(z)
In corrispondenza della generica sezione S, appartcncntc ai vari tratti della trave in csarnc e distantc z dal punto A, se si considerano sempTe le
c nullo. n
taglio T(z)
costante
e lineare:
e costante,
'/2
1/2
10 sforzo
normale
al
A~----7-Punteggiata
+------'--+ I z. IF
Figura 4.4.1
He
---3A..~
~B jv
bl
Nl
'-=:-r-~-,-,--,--,--r_
-r-rlt--::Z
Figura 4.4.2
He
c)
II\II@ II 1\
.1111~11111
FI'1
D
d)
Figura 4.3.1
Figura 4.4.3
118
119
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
4 Le caratteristiche
dena sollecitazione
forze agenti a destra della sezione, con riferimento in fig, 4.4.1. si ha quanto segue. Tratto CD:
'r;
N=O
(4.4.1) T=F M=-F(21-z).
.'
(4.4.5). relative ai tratti CD e BC, si e sempse'considerata forze agenti a destra della sezione, doe Ie caratteristiche e 'riferlti queUe rappreserit~te' fac-cia d~str~ in fig. 4.4.1. ,;.
sono
s~ll~
d~i
3 -1<z"<21 2
le leggi di variazione
di M, NeT
sui tratto
Per procedere poi lungo la campata BC, occorre calcolare Ie reazioni vincolari. L'equilibrio alla rotazione attomo a C di tutte le forze agenti suUa trave, fornisce (4.4.2) lmponendo, ql J.B=F+-. 2 alia traslazione verticale e orizzontale, rlsulta
AB, si possono sempre considerare Ie forze agenti a destra della sezione e procedere come per i tratti BC e CD. Per maggior semplicita, pero, dovendo pervenire comunque al medesimo risultato, conviene considerare per il tratto in esame le forze agenti a sinistra della sezione e riferirle alle caratteristiche positive rappresentare sulla faccia sinistra del concio 4.4.1. In tal modo si ha immediatamente di fig.
N=O
(4.4.6~ T=-F M=~Fz. Tracc,kmento dei diagrammi. degli appoggi il diagramma del vincolare, mentre il momento esiste per l'inclinaaicge), le
invece, I'equilibrio
ql
VC=F+ 2
Ten~ndo presente che in corrispondenza taglio \presenta un salto pari alla reazione non presenta (4.4.5) discontinuita e '(4.4.6) (la discontinuita consentono
Ie reazioni 110n nulle sono dirette come in fig. 4.4.1. Note, cosi,
Ie reazioni vincolari, si puo riprendere interna nei vari tratti. Tratto Be:
dell'azione
(4.4.1}.
di tracciare
i1 diagra.mma
e del memento (figg. 4.4.2 e 4.4.3). Lo sforzo normale i carichi non hanno componente assiale.
e sempre
del taglio
zero, perche
N=O
(4.4.4 ) T(z) = F- VC q (~ 1- z) +
Tali \diagrammi risperrano la convenzione di riportare le caratteristiche positive NeT dalla parte opposta della punteggiata e dalla stessa pa.rte della pun teggiata la caratteristica flettente positiva. II diagramrna del memento puoottenersi per sovrapposizione degli effetti. Infatti, iI rrapezio ADKHA rappresenta il momento dovuto allesole forze _ ~(~ I-z
M(z) =-F(21-z)
~G
I-z)
)2.
concentrate; a par tire da HK, poi, sicostruisce Ia. parabola di cui siconoscono tre punti (H, K e Q) per cui essa deve pa.ssare. Conforrnemente alle (4.1), (4.2). (4.3) e (4.4), dai diagrammi riportati nelle figg. 4.4.2 e 4.4.3 si osserva che: a) nei tratti in cui iI carico tagliante e nullo, il taglio e costante ed il rriornento lineare: b) nei tratti in cui ilc.arico tagliante costante, la legge di variazione del taglio lineare, mentre quell a del memento e parabolica; c) in corrispondenzadeIIa. sezione di ascissa z = 1, i1 taglio nullo, mentre il memento assume it valore massimo, cioe
N=O
(4.4.5 ) T= q(l-z) qz2 M 'f=
-
+ qlz - - ql2 - 8
FI 2
.
espresse dalle (4.4.1) e
di M, NeT,
T(z = I) = 0 121
4 Le caratteristiche
della soUecitazione
4 Le caratteristiche
della sollec:itazione
M(z
= I) = -
q12 8
-- .
2
FI'
Esercizio 4.S. Determinare l'andamento dei diagTammi M, NeT peT la trave illustrata in fig. 4.5.1, sollecitata sul tTatto AB da un carico distribuito con legge triangolare. Per risolvere iI problema con iI metodo diretto, doe facendo solo considerazioni di equilibrio, senza applicare Ie relazioni differenziali (4.1), occorre conoscere tutte le forze agenti sulla struttura, comprese Ie reazioni vincolari. Applicando Ie equazioni cardinali della statica risulta:
II
I
Figura 4.5.1
~----Il_
21 B
,c
I
' f~8
,,
== --
qz
9]. 10 ql 929
=9
Q
10
(4.5.1)
J.B=--=
Q.
Figura 4.5.2
®
consideriamo i vari
della sollecitazione,
II
Tratto DE. Con riferimento alta generica sezione distanre %1 dal punto E e percorrendo la struttura da destra a sinistra, Ie caratteristiche della sollecitazione sono date dalle fane agenti a destra della sezione e vanno quindi riferite alle caratteristiche positive rappresentate sulla faccia destra del concio
11
(4.5.2)
fi
T= VE
M(zj) =-l{,z}. le medesime considerazioni fatte per il rronco
Figura 4.5.3
I
. .
(4.5.3)
T=O
Figura 4.5.4
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
della sollecitazione
del carrello B
i1
diagrarnma
del taglio presenta una discontinuita pari al valore della reazione da esso -esplicata. 1 diagrammr dello-sforzc normale,' del taglio e- del rnornento sono quelli mostratl nelle figg. 4.5.2, 4.5.3~ 4.5.4 rispertivamenre. In tali diagramrni i valori positivi di NeT ed i valori negativi del momento sono
z Figura 4.5.5
stati riportati (per convenzionc) dalla parte opposta della punteggiata. Da tali diagrammi, conformemente alle (4.1) - (4.4), si osserva che: a) sui tratro AB, in cui il carico tagliante varia con legge lineare, il taglio T(z) varia secondo una leggc quadratica ed il momento M(z) secondo una legge cubica; 'b) Jungo i tratti BC e DE, su cui il taglioe costante, le rette m ed n del diagramma dei mornenti rclativi a tali trasri sene parallele , perche l'inclinazione del diagramma dei mornenri rappresenta i1 taglio; c) lungo il tratfo DC, dove il momenta e costante , il taglio e nullc; d) in corrispcndenza dei nodi C e D della linea d'asse, risulta M(':1
do
per da A
21) = M(z2
0),
M(z2
ee
1) = M(z1 = 21),
(4.5.5)
21
(O";;z<l)
cioe In corrispondbnza. dei punti angolosi il mo~ento assume valore unico. Pertanto, tracciato\il diagrarnma su un trarto fino al nodo, si prosegue sul tratto successive r~baltando iI valore sulJa normale di quesr'uleimo tratto,
M(z)
=--,
61
con sernplici considerazioni.
qz3
Esercizio 4.6.
\
ove il momento ed il taglio sono stati determinati Infatti (fig. 4.5.5), nata all'ascissa z qz q=e successivamente
Detcrniinare i didgrammi di T, M ed N per la struttura sollecitata du IlIla fo~::a esterua F. Lc equazioni dell~ starica applicate alia struttura
di fig, 4,6.1
'
valori delle rcazioni vincolari: ":'-1 == F, ~ = HA = 0, cioe I'unica vincolarc diversa da zero e la componenre verticale VA' direttamente ad F. Per la dererrninazione dei diagrarnmi, procediamo per tratti. Tratto FH. Essendo iI tratto scarico, risulta (4.6.1) infine, la forza At = N = T= 0. 'una generica sezione di ascissa z
l'
2 che rappresenta
in base alle
di rappresentare
le componenti
dell'azione
125
4 Le cararteristiehe
della sollecitazione
4 Le caratteristiche
della scllecitazione
.~
zf
---~-
~""""':i,
:.y
hI
----. Dr-
---
--
F - - -~
---
:'
ZI
L
I
4v"
-ft~lji -----t
T
------
cioe il taglio costante lunge tutro il tronco, mentre iI momento lineare, Tali caratteristiche di sollecirazione, valutate con considerazioni di equilibrio, sonov-come facile verificare, in accordo con -Ie relazioni differenziali (4.1).
ff N
%2
da-b, risulta
N=-F
(4.6.3)
+tt~!r
Figura 4.6.1
T=O
.A-l(Z2)
= - F2i,
10
sforzo
normale
ed il momenta
sana costanti
su
.-Ie. Considcrando
Figura 4.6.2
(4.6.4)
T=-F
(,0 ';;;;zl';;;;
21)
In base allc (4.6.1) - (4.6.4) sono srari tracciari i diagrammi delle componcnti dell'uzionc inrcrna (figg. 4.6.2, 4.6.3 e 4.6.4). Come al solito, stara
rispcrr.nu la convcnz ione di riportare iJ tagli~ c 10 sforzo norrnule negarivi dalla parte della pUlHcggiata, cd il memento \nettente ncgatico dalla parte opposea.
, \f
Figura 4.6.3
Esercizio 4.7. Dctcrniiuare i diagralllllli delle curatteristiche di fig. 4.7. i. Le rcazioni vincolari con i versi di fig. 4.7.1 valgono I~ = ~~ .1f!3/. Con= sidcriamo le forze agenri a destra (dal laro dell'appoggio B) di una generic;! SCZiOllCS. E' note che 10 sforzo assiale N la componentc di VB nella direzionc di QB, 10 sforzo tagli~IHe T 'e- b componente -di VB nella direzione di sollecitazione
per il sistema
flertentc
AI
e daro
dal prodotro
Per i scgni da arrribuire ad N, T cd AI, basta ricordare le solite convcnzioni: cioc. c.trnrtcriz zarn la strur ruru con una punreggiara cd estrarr o iJ concio clcmenrarc, se si consideruno lc forze agenti a destra (a sinistral della sez ione
127
126
4 Le caratteristiche
dc:lla soUecitazione
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
,I
Figura 4.7.1
r----,
, ,, , ,
'A
considerata, Ie componentisecondo la tangente e la normale all'asse della trave della risuleante di tali forze ed U loro momento rispetto al punto in '~ui l' asse della trave viene tagliato, vanno riferite alle caratteristiche positive f.applicate sulla Cacciadestra(sinistra) del concio. Ripetendo tale ragionamento per i van tratti della struttura e considerando turte le forze ~_re~ioni agenti su di essa, e agevole disegnare i diagrammi diM, T ed N, riportati rispettivamente rtelle figg. 4.7.2,4.7.3 e 4.7.4. Da tali diagramtni e facile osservare che, nella sezione K di applicazione della cop pia concentrata, il momenta e discontinue, mentre il taglio non subisce anomalie. Nei tratti a destra ed a sinistra della sezione di applicazione della coppia, il diagramma del momento M(z) mantiene la stessa inclinazione, poiche non c'e varlazicne dello sforzo di taglio (dMldz T).
Osservazioni sui tracciamento del diagramma del momenta. Con riferimento alle notazioni illustrate in fig. 4.7.2, il diagramma dei momenti puc essere tracciato in base alle considerazioni seguenti relative ai Van tra tti.
Tratto QB. Essendo il tratto in esame scarico, per Ja (4.3) il diagramma dei momenti e lineare Jungo tutto il tratto, Pertanto, tracciaro ilIato BR del diagramma di M relative al tratto QB, viene fissata automaticamente la scala con cui viene ad essere rappresentata la caratteristica flettehte M. Per il significato geometrico di derivata, inoltre, essendo dM/dz = T, la tangente trigonometrica dell'angolo che Ia retta RB forma con I'asse QB del tratto in esame coincide con il taglio (costante su tutto QB). Tratto QK. Anche su tale tratto non agiscono carichi esterni, per cui it diagramma dei momenti e lineare, Per tracciarlo, quindi, basta conoscere due ordinate, che sono gh\ note. Infatti, nota il momenta (QR) nel punto Q, pensato appartenente al tratto QB (coppia designata con linea continua), per l'equilibrio del node infinitesimo evidenziato in fig. 4.7.5, il memento (coppia rappresentata con una linea a tratti) in Q relativarnente aI tratto KQ deve essere 10 sresso, ovvero deve essere rappresentato da una ordinata di lunghezza pari a QR.
Figura 4.7.2
Figura 4.7.3
,
!:'-!:'-~- ~-~-~-~-~-~-~- ~ I
MQ
Figura 4.7.4 Figura 4.7.S
128
129
4 Le earatterlsnche
della sollcc:itazione
4 Le caratteristiche
della soUec:itazione
II memento-in
Q pertanto,
relativamente
aI
tratto
QK,
_ dal s.egl!!_eI_lto Z op~_n~to .ribaltan~~ sul~a normaleper Q ~_.Kg"Aa.!.1as~.essa parte in cui si trova RQ rispetto all'asse della struttura, il segmento QR
,,§
e rappresentato
"'··''''F,· --.-,----------------,
mediante
una rotazione
intorno
risultante delle forze che stiamo considerando, la VB' taglia Passe virtuale della struttura, In tale punto (detto pun to di nullo del diagramma dei momenti relativamente aI tratto in esame), ovviamente risulta M = 0, per cui il diagramma dei rnomenti passers per P. Si puo COSl tracciare la retta PZ, che rappresenta il diagramma dei momenti per il tratto KQ.
Figura 4.8.1
Tratto HK. Per la presenza della coppia concentrata agente in una sezione K del tronco, il diagramma dei momenti presenta un salto in K, rna e ancora lineare a destra e a sinistra di K per I'assenza dei carichi distribuiti. lnoltre, i1 punto H in cui la retta di azione di VA [risultanee delle forze agenti a
sinisrra di una sezione generica del tratto) incontra Passe della trave HQ, viene ad essere un punto di nullo per il diagramma dei mornenti relativamente a talc tratto, A questo punto la discontinuita della coppia viene determinata automaticamente senza introdurre non introduce un'ulteriore scala, se si tiene conto che nel taglio. Pertanto,
Figura 4.8.2
F/2l
F/2l
E
A
G z
la coppia concentrata
una discontinuita
essendo i1 taglio uguale sia a destra che a sinistra diK, illato del diagramma dei momenti per il tratto HK rappresentato dalla parallela per Halla
lungo AH
e nullo,
Esercizio 4.8.
1
i
E.! sf +
2
A
'2
z
FI
Tracciare difig.4.8.1.
II sistema in esame e isostatico: si puc verificare possono infatti considerare i tre tronchi indipendenti,
tre gradi di liberta nel piano, e poi i vincoli esterni ed interni, che ne limitano rispettivamente i movimenti assoluti e relativi: i carrelli porrano ciascuno un grade di vincolo, la cerniera intern a ed i1 doppio pendolo due, mentre l'incastro
e un yincolo
si ha
Figura 4.8.4
g=3'3=9 V=1+1+2+2+3=9
130
c~,
~~D------;T------~~
@?
131
4 Le caratterisDche
della soUecitazione
iperstaticita.
c) in corrispondenza
e nullo.
L'altro modo di verificare se la struttura e isostatica e piu sintetico, e consiste nel ritenere i tre tratti ·rigidamenteconnessi: ilsistema-cosi eonCeplto e due volte iperstatico (fig. 4.8.4), Ie due sconnessionj$5emplid in C e in E, poi, 10 rendono isostatico, Per tracciare i diagrammi delle caratteristich~ dellasollecitazione occorre determinare le reazioni vincolari. L'equilibrio allarotazione del tratto AC attorno alIa cerniera C e l'equilibrio alia traslazione vertic ale permettono dl ricavare Ie reazioni
per definizione,
"
Esercizio 4.9. Tracciare i diagrammi delle caratteristiche della soilecitazione del sistema dt fig. 4.9.1, carica to nell'estremo libero G da una coppia concentrata. La struttura in esame (1)
~=~=-,
F
2
isostatica
cio
nei due
precedente.
I I
+ 2ql = !_ ~
2
I
2ql,
Mil
E
FI = _.
2
Figura 4.9.1
Per I'equilibrio
dell'ulrimo
trattd
momento uguale ed opposto ad M.JIl,\cioe uguale ad Tracciando ora iI diagramma del taglio si hanno
Mil.
su quello del momento £1ettente\ essendo, COm'e noto, dMldz T. Nelle prime due travi si hanno due forze concentrate: la F .nella prima e la reazione ~ nella seconda. In! corrispondenza di esse si ha una discontinuita di prima specie nel diagramma del tagUo. doe un salto della funzione T pari al modulo della forza concentrata, Si puo notate come. in conforrnita dell'equazione indefinita di equilibrio dTldz q, l'inclinazione del diagramma risulti la stessa sia nel tratto CD che nel tratto DE, essen do ,il carico q uniformemente distributto su tutta la luce
TI
Figura 4.9.2.
hTrflllrTTT"IIUriTrlI1TTTTIlIIm-n 1+-.A(/-'
-----:-z
=-
della trave CEo Noto, cosi,' il diagramma del taglio (fig. 4.8.2). e piu facile tracciare quello del memento, riportato in ng -.4.8.3. Dai suddetti diagrammi si osserva che: a) Ie cuspidi nel diagramma del momento sono peste in corrisponclenza delle discontinuita b) il memento mente a destra continua;
132
'A11111TIIIIIIIIII
C
til.
Z
'~ (I) Un sistema di travi rertilinee, collegate tra loro da connessioni, senza discontinuit:i della linea d'asse e vincolato esrernarnente in modo da risultare isostatico denominate, sovente, trave Gerber. 'Affinch~ i vincoli siano ben dlsposri, cioe non vi sia nessun tratto labile e nessun tratto iperscatico, Ia regola e di non aver mai pin di due cerniere :tra due appoggi consecutivi e viceversa. Se il caricoe oreogonale all'asse delJa struttura, in ogni sezione risulta nullo 10 sforzo normale.
nel diagramma del taglio; M(z) ha uguale inclinazione nelle sezioni immediatae a sinistra dei punti C ed E, ove infatti
T(z)
= dM/dz
133
4 Le carattcristicbe
della solledtazione
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
II tratto DG in equilibrio: il doppio pendolo in D. quindi, reagisce sul tra:tto 'con' un momento-Mgr··uguilleecontrado alIa coppia esterna.4f. Per l'equilibrio del doppio pendolo D. poi, il m~mento esterno.,/{ si trasrnette
11 tratto DE scarico; infatti, per l'equilibrio alla rotazione - deve essere - nulla-Ta- reazione del carrellc, Dalle equazioni
attorno
aD, C
della statica
al tratto BD che, per l'equilibrio alIa rotazione, sara soggetto alIa cop pia reattiva dovuta al carrello C ed alla cerniera B. Risulta doe I'c = =.H /1. L'incastro, infine, reagisce con una fona .HII form ante una coppla di braccio nullo con la reazione verticale V;I della cerniera B sul tratto AB (tale reazione uguale ed opposta alIa reazione che la cerniera B esplica sul tratto BD, e do per l'equilibrio della cerniera stessa).
applicate ai tronchi BD ed liB, poi, ; ricavano le reazioni del carrello e dell'incastro Ii, vale a dire -
v;H
Jf=
2F,
I diagrammi del taglio e del momento sono mostrati nelle figg. 4.10.2 e 4.10.3 rispettivarnente. Da essi si osserva che: a) la discontinuita del taglio in C pari a1 valore del modulo della
Note le reazioni vincolari, immediato tracciare i diagrammi delle caratteristiche taglio e momento, illustrati rispettivamente nelle figg. 4.9.2 e 4.9.3.
reazione Ve; b) il momento ha inc1inazione costante nei tratti AC e CD, ove il taglio ha valore costante, e si annulla in corrispondenza delle due cerniere BeD.
Esercizio 4.10. Tracciare j diagrammi delle catatteristiche MeT per i1 sistema isostatico di fig. 4.10.1, sollecitaio sulla cemiera D da una forza F. Esercizio 4.11. Tracciare
j
diagrammi
Gerber mostrata
'r
delle component;
dell'azione
intema
per la trave
distri-
V;I
deve coseituire \
con la risultante
Q = 2ql una
in
di quella, MA' con cui reagisce la cerniera irn propria 2q,I BD, poi, tenendo conto che
~I =
~v~ ==F
Figura 4.10.1 I
A ; cioe si ha
V;I'=:=
Per l'equilibrio l'equilibrio
:del tratto
V;II
(per
"i,=
2qI,
I'c = 4ql.
in fig. 4.11.1, mentre
TI
Figura 4.10.2
ABC
1111II1I1
111111111111111111
0 i'F ,
i diagrammi delle caratteristiche MeT sene riportati nelle figg. 4.11.2 e 4.11.3. Da tali diagrammi risulta che: a) in corrispondenza della sezione B, il diagramma del tagUo presenta un punrcangoloso dovuto al fatto che varia bruscamente (discontinuit:l.) la legge di carico, e quindi la tangente a destra divers a da quella a sinistra,
Figura 4:10.3
essendo dTldz = - q; b) dove si annulla il taglio si ha un estrernante per il momento flettente, poiche dMldz = T; cosi in A, ove si annulla il taglio per la presenza del doppio pendolo, si ha un massimo relative, che anche assoluto, del
momenta
flettente;
135
134
4 Le caratteristiche
della soUecitazione
+t~tfN
T Figura 4.11.1. Figura 4.12.1
Figura 4.11.2
vIt~IIIIIIIII '
c
cJllIlHll1 tv,
0
0 C
@
Figura 4.12.2
+-=+
Rs
o
Figura 4.11.3
c) in eorrispondenza
possiede
Figura 4.12.3
la stessa tangente a destra e a sinistra della cerniera, poiche i1 vincolo non introduce variazione di T.
Esercizio 4.12. Tracciare i diagrammi delle caratteristiche difig.4.12.1. di sollecitaziorze per la struttura
E"
Oceorre anzitutto caleolare le reazioni vincolari che determiniamo per via grafica. II doppio pendolo in B puo reagire con una forza RB parallela alle aste dei suoi pen doli e eomunque traslata nel piano. Per l'equilibrio del tronco GEB la retta di az.ione di RB non puo essere ehe la verticale per G. La cerniera G, dunque, reagisee sul tratto GEB con una forza vertic ale pet C. Consideriamo i1 tratto CDA. La reazione verticale della eerniera G
136 Figura 4.12.4
.1
+-4
R ·1
137
4 Le caratteristiche della sollecitazione incontra la risultante Q = qh del carico distribuito nel punto K: pertanto l'equilibrio del tratto impane che la retta di'azione di RA sia la congiungente A-K. -Note -c~sl Ie dir:~io~i delle~~~ionivinc;l~i esterne R~Oed -R.c;:i.I .. poligono di equilibrict-ael carico esterno consente di determinare le intensita ed i versi delle stesse. In fig. 4.12.1 so no state indicate anche le interazioni in C (di modulo pari alia reazione del bipendolo), quantunque non siano necessarie per il tracciamento dei diagrammi. Determinate le reazioni vincolari, si puc disegnare l'andamento delle componenti dell'azione intema,
4 Le caratteristiche della sollecitazione conformi alle (4.2) e (4;3);") b) .in corrispondenza della cerniera C. Ildiagramma dei momenti flettenti f. ha un punto di nullo e l'inclinazione la stessa a destra e a sinistra, poiche la cerniera, essendo scarichi i tratti a destra e a sinistra di essa, non introduce
variazione di taglio. In generaJ~., il. momenta in corrispondenza di una cerniera (interna esterna), anche se caricata da una forza, nullo poiche, per definizione, tale vincolo non reagisce a momenta (non trasmette momenti).
Diagramma dello sforzo normale (fig. 4.12.2). Per il tratto BE 10 sforzo normale, in quanto componente RB lunge BE, costante, negativo e di valore pari al modulo della reazione del vincolo in B. l Lungo tutto il tratto DE, invece, essendo la reazione RB (risultante delle forze agenti a destra di una qualsiasi sezione del tratto) ortogonale all'asse,
della reazione
Esercizio 4.13.
Disegnare i diagrammi di M, NeT per la struttura di fig. 4.13.1.
La ricerca delle reazioni vincolari per via grafica analoga a quella esposta : nell'eserclzio precedente. Per l'equilibrio del tratto BC e dell'inrera strutrura, . si determina il punto K in cui concorrono le reazioni vincolari RA ed Rc e la forza-esrerna F. Dal triangolo delle forze, poi, S1 deterrninano i moduli: ed i versi delle suddette Considerando reazioni esterne indicate in ftg. 4.13.1. e Ie forze agenti su di essa, con il solito la struttura
1D
(uguale aRB) ed
e positivo
10
di RA lunge
Iriagramma della sforzo di taglio (fig. 4.12.3). : Nel tratto BE nullo, in quanto la reazione RB non ha componente secondo la norrri'al~ia BE; nel tratto DE costante, negativo e vale RB• \ Nel tratto AD, invece, l'andarnenro lineare, poiche sui tratto insiste un
procedimentc si tracciano i diagrammi delle componenti dell'azione inrerna riportati neHe figg. 4.13.2, 4.13.3 e 4.13.4. Qualche chiarimento utile per quanto concerne il diagram rna dei rnomenti (fig. 4.13.4). Quest'ultimo lineare lunge il tratto CE e costante su
carico ripartito trasversale q. In corrispondenza di A il taglio vale la componente orizzontale della reazione in A, ossia qh, e in D esso si annulla. Dlagramma del momenta (fig. 4.12.4).
DE con val ore in E pari ad ReI (considerando la sola reazione Rd. Analogarnenre esso lineare su GR e costante su RD, con val ore nel nodo H
negativo, costante, con valore pari ad RBI. ha andamento !ineare (il carico tag!iante
Sui tratto DA, infine, il diagramrna dei rnomenti lineare con punto di nullo nella cerniera A. Inoltre, per l'equilibrio alla rotazione del nodo D, il momento in D, relativamente al tratto DA, deve equilibrare gli altri due (fig. 4.13.5). quelle relative nel nodo. E' questo modo, per il tratto La corrispondente ordinata, pertanto, deve essere somma di ai momenti in D relativamente ai restanti due tratti concorrenti possibile COSt tracciare il diagramma per DA. Procedendo in perc, viene fissata la scala dei rnornenti due volre , prccisamente CE e GR. Si mostrera in seguito come fissare la scala' dei dei momenti in corrisponesso
nullo) con punto di nullo in C (pun to in cui la linea di azione della risultante delle forze incontra l'asse della trave). Inoltre, per l'equilibrio del nodo E, il momenta in E deve essere unico, ossia EE' = EE". La retta E"C, quindi, rappresenta il diagramma per i1 tratto DE. Per il tratto DA, in fine, sostituendo il carico distribuito con quello concentrato, diagramma risulterebbe costiruiro dalla bilatera D"LA. Per. tener conto dell'effettivo carico, poi, occorre inserire la parabola tra Ie
momenti una sola volta. Facciamo inoltre osservare che il diagramma denza del doppio pendolo
e,
in generale,
Dai diagrammi riportati nelle suddette figure facile desumere che: a) i diagrammi del momenta e del taglio relativi ai vari tratti
138
sono
reagisce a memento}: inoltre, risultando nullo il taglio in corrispondenza del vincolo (per definizione, non reagisce a taglio) e nei tratti BE e BD che 10 precedono e 10 seguono, consegue che il di~gramma dei momenti
139
Figura 4.13.5
Figura 4.13.1
costanre (fig. 4.13.4). Cio si verifica ogniqualvoIta che le due biell" riSllltano parallele all'asse dei tronchi che unisce.
Esercizio 4.14.
F=R ... 05C1 c
++
di sollecitazione
p('r i1
sistema
difig·4.14.1. La struttura e isostatica sia per vincoli interni che per vincol; cstcrni. Per l'equilibrio di tutta la struttura risulta
Figura 4.13.2
con i versi indicati in fig. 4.14.1. Inoltre le equazioni cardinali d"lh st:nica applicate ad uno dei tronchiAD oBE (fig. 4.14.2) e l'equazione di l''lllilibrio alla traslazione orizzontale del pendolo ED consentono di ricavare 1(' rca7.ioni vincolari interne:
Figura 4.13.3
1
j i
I
r:
.1
I
I
Figura 4.14.1
1
Figura 4.14.2 141
140
.Le csratteristiebe
della 5011ecitazionc
,I
~
J(
.~
Vc;= -,
21
della sollecitazione sono ,~ppresentati .
~ 'y
ell B il diagramma dei momenti presenta una cusp ide e. dovendo .inoltre passare per la cerniera C, esso avra inclinazione costanre suI'tratto AB.
nelle figg. 4.14.3,4.14.4 e 4.14.5. Poiche sulla struttura non agiscono carichi distribuiti:, i1 diagramma del momenta costituito da segrnenti ell rette (nel
-- -NertiitfoHA;-pm,'il-Ciiagrarnina'e-tostante, perche le fone agenti a partire da E, cioe HE' RB ed RA hanno Iopesso momento per ogni punto del tratto stesso. Infatti il braccio di HE e costante, mentre .RA ed RB costiruiscono una coppia, doe risulra M(AH)=HE'21-RA Si completa quindi
vi{
pendolo ED risultaM = 0). Partendo dal nodo E e calcolato il momento in G, Me = HE' 21, si vede che tale momento costante lunge il tratto BG poiche la forza .HE possiede braccio costante ed la sola forza agente fmo a! carrello B. In cerrispondenza
'21=--.
tratto AD, come mostrato in fig. 4.14.3. Per quanto riguarda il tracciamento del diagramma del raglio (fig. 4.14.4), poi, esso puc essere ricavato dal diagramma del momenr o, ricordando che O-------""'"l:'.E
I
il diagramma
dei momenti
il
l'inclinazione
rap pre-
I@
Figura 4.14.3
~~~~~~~~GI1"~
i
del taglio di immediato tracciamento. 11 diagramma dello sforzo normale, per la sua sernplicira. Nel tracciare i diagrammi _. la solita convenzione parte punteggiata
per via direrca, dol- considerando la 0 a sinistra della sezione. il diagramma _ in fine , non ha bis()gno di commenti di snllecirazione opposra si
usata
di riportare
della struttura,
dalla parte
II!
"
+-tFigura 4.14.4
J{/41
1IIIIIffillili ~
I
+-4-
"{{/41
caratteristiche
Esercizio 4.15.
DeterminaTe i diagrammi di M, NeT ad una Jorza orizzontale Determiniamo per la struttura di Jig. 4.15.1, SO;:;:etta
CD
anzitutto
= MA
}u/41
e la reazione della cerniera in C Re' Per l'equilibrio del tratto, la reazione in C deve costituirc con il carico esterno una coppia uguale e contraria a quella con cui rcagiscc il vincolo esterno in A. Risulta doe MA SuI restante
R
®
Figura 4.14.5
= FI tg ex = ReI
CDEGL,
tg a. oriaontaJi - Re'
!.,{{/41
tratto'
e la reazione vertic ale VE; l'equUibrio alla traslazione vcrt icule del tr at to irnpone che sia ~ = 0, rnentre quell a alia traslazione uri zzontale impone
143
142
4 Le carattcristiehe
deUa soUccitazione
pendole
sia direttamente
opposta
sia uguale alia reazione esplicata'dalla cemiera C sul tratto CBA. - -- Considerandoper la .generica sezione-dei vari tratti -larisultante
forze agenti a$destra 0 a sinistra di essa, in base alle notazioni illustrate in fig. 4.15.1, e immediate traedare idiagrammi dello sforzo assiale e tagliante riportati nelle figg. 4.15.2 e 4.15.3. Per quanta riguaxda momento (fig. 4.15.4), invece, analizziamo i singoli tratti.
il diagramma
del
Lungo il tratto HL, essendo la risultante delle forze RL parallela all'asse geometrico, il momento e costante, positive e vale RL (h + I tg a:). Per l'equilibrio
Figura 4.15.1
del node
segmento cosi
il momento
P un pun to di nullo per il diagramrna dei momenti relativamente al tratto in esame e maneando inoltre earichi distribuiti,la eongiungente PH" individua
il momento nel nodo G, rappresentato dal segmento GG', e diagramma per il tratto HG. Ribaltando il segmento GG' sulla G al tratto GD ed essendo la risultante delle forze parallels determina anche il diagramma (costante) per il tronco GD.
Figura 4.15.2
concorrono tre aste rna, essendo ED seariea, per I'equilibrio alla rotazione del nodo D i1 momento in D deve essere unico. Pertanto si traccia il diagramma (lineare) anche lunge CD, essendo C un punto = DD". Infine 51 traccia il diagramma
F sena
del restante
tronco, tg a:
= MB = Fl
= MD'
Esercizio :4.16. DeterminaTe il diagramma dei momenti per 11 sistema sollecitato in H e in K da due Jorte F dlrettamente opposte. Poiche di Jig. 4.16.1,
Figura 4.15.3
i1 sistema
di fone· esterne
e equilibraro,
anche Ie reazioni
e la congiungente
esrerne AB.
Per l'equilibrio del tratto GEB, poi; la risultante di RBed Rp (passante per il punto S di intersezione delle loro linee diazione) deve costituire con F una coppia per equilibrare il momento del pendolo improprio C. poligono di equivalenzamostrato in figura, si ricavano COS1 Ie reazicni che la biella P e la cernieraB esplicano sul tratto in esarne. La reazione
D:J.
Figura 4.15.4
SuI tratto CDNA agiscono il memento Me del pendolo improprio, la reazione del pendolo Rp, la forza F e la reazione RA della cemiera A. Per l'equilibrio del tratto la risultanre-diR A ed F, dovendo costituire una
145
RA• perl'equilibrio
di tutta la struttura,
e direttamente
oppostaa
RB•
144
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
4 Lc carattcristichc
dclla sollecitszione
tratto di trave agisce un carico distribuito q(z), il diagramma del momento in generale una curva. tAL fini del cal colo delle reazioni sempre lecito -sostituire al.carico distribuito,q(z) la suarisultante Q applicata nel baricentro . .'" Per quanto riguarda il tracciamento del diagramma del momento, invece,
considerando
Q in
luogo dell'effettiva distribuzione di carico, oecorre poi effettuare una correzione al suddetto diagramma, per tener conto della reale condizione di carico, Consideriamo, ad esempio, la struttura riportata in fig. 4.9, soggetta ad un carico uniformemente ripartito sui tratto BC. Le reazioni vincolari sono quelle rappresentate in fig. 4.9, mentre
il diagramma
del momento,
con la
Figura 4.16.1
sostituzione di cui sopra, risulta essere quello illustrate in fig. 4.10, con un valore nella mezzeria D di BC pari a Ql!4 = M~. In realta il momento in D vale
,-----------------------------------.
boppia uguale e opposta ad Me' agira sulla retta r passante per T e parallel a all 'asse della biella P. Per il diagrarnma del memento si puc partire dalla cerniera B con inclinaQ=ql
~ione costante
~isultante di Rl' ed Rn parallela al tratto. Ribaltando iI mom en to nel nodo E e determinate il punto di nullo R, in cui la risultante delle forze
e cosrante
poiche la
if
i?contra
iI momento
Figura 4.9
destra
e una
CDC, la risultante
e costante,
determinato d~terminato
incorrispondenza di H. Noto il momento nella sezicne C e il punto V in cui la risultante di e Me incontra l'asse del
»,
per il trattQ,CN.
II momento
A~~~nTnTriTnT~~~l ~=M' 4
0
nella sezione N della trave AN coincide in val ore con i1 memento nella sezione N della trave NCj inoltre un pun to di nullo del diagramma del momento relativo a NK
e rappresentato
dal punto
di intersezione
Q della
Figura 4.10
retta di azione r della risultante delle forze (agenti a destra 0 a sinistra di una generica sezione del tratto) con l'asse del tratto NK. Si determina cosi il momento per
il tratto
il tratto
KA.
c
4.4. IL TRACCIAMENTO DEL DIAGRAMMA DEL MOMENTO PER I
Figura 4.11
K
4 Le caraneristiche
della sollecltazione
4 Le caranerisriche
della sollecltazione
Q= ql
M =----=D
Ql 4
Q1 24
QI 8
q12
=-
8
distribuzione del carico, II
in quanto momento
occorre
tener
conto
in mezzeria,
dunque,
dell'effettiva
consi-
dcrando il carico concentrate. In corrispondenza della sezione D, poi, essendo iI taglio nullo, 1a tangente t a1 diagramma dei momenti (che c una parabola, essendo q = cost) C orizzontale. Inoltre i lati del diagramma BK e KC (fig. 4.10) rappresentano le tangenti all a parabola rispettivamente in B e in C. In definidva, dunque, possibile tracciare la parabola in corrispondenza del carico distribuito, essendo note tre tangenti. Si ortiene cosi il diagramma effettivo rapprcsentato In generale, sostituito in fig. 4.11. al carico distribuiro di carico,
il
fornito
dall'lntersezione
dell'asse
q la sua risultante Q e deterrninato in tal modo il diagramma del momento di lati n ed 1, per tener conto
della reale direzione SeT distribuzione si mandano Ie radenti parallele alla in del carico q fino ad intersecare su cui agisce i lati ncd' I rispettivamente
destra della sezione generica S del tratto considerate. Una ordinata del diagramrna che si cerca, invece, si ricava dal diagramma note, relativo al tratto IN. lnfatti, in corrispondenza del puntO Z in cui Ia retta 1 incontra I'asse di IN, risultando nullo il contributo di RI' il mornento
q,
Nel caso in esame sono gH note due tangenti alla parabola in SeT, rappresentate rispettivamente dai lati 11 ed I; la rerza tangente s la parallela ad ST condotta per i1 punto medio del segmento KR.
Quando un carico distribuito, infine, agisce su piu tronchi, si puo sostituire al carico distribuito la sua risultante solo per il calcolo delle reazioni vincolari esterne e nell'ipotesi di vincolo interno solidificato. Per il tracciamento del diagramma del mornento, invece, la precedente sostituzione lecita solo per il carico agente sui singolo tronco (fig. 4.13) e si precede successivarnente nel modo vista in precedenza.
148
Figura 4.14
149
4 Le caratteristicbe
della sollccitazione
4 Le caraneristiche
della sollccitazione
.~
in Z dovueceeclusivamente alia risultante Rj delle forze a simstra di S, pari ancheal memento. della risultante Rp .delle , forze...agentLa...destra.di S rispetto alla sezione Z. Pertanto, I'ordinara d del diagramma del momento per il tratto IN, letta in corrispondenza della sezione Z, rappresenta un'ordi.·f nata del diagramma di M relativa al tratto NP. La conoscenza della suddetta ordinata e del punto di nullo V, quindi, permettono il tracciamento del diagramma per il tratto NP (fig. 4.14). Per l'equilibrio del nodo, poi, il momento MNL agente in N e relativo al tratto NL vale la somma degli altri due; i1 punto T, inoltre, un punto di nullo per sibile cosi com pIe tare triploN.
·:·c 1""-"'-'
o
--'---'---------------------,
i1 diagramma i1 diagramma
dei momenti sul tratto NL. E' posdi M sulle aste conccrrenti nel nodo
Esercizio 4.17. Tracciare iI diagramma dei momenti per la struttura citata in S da una coppia concentraia .;/f.
Figura 4.17.1
M-tt~~H~
. -----T
Per I'equilibrio del carico esterno le reazioni vincolari devono cosrituire una coppia. Partendo dalla sezione S di applicazione del carico j{, il diagramma del memento ha 'andamenro costante lungo i tratti RS ed RH. Fissata una scalaiglrappresentazione per il memento, il segmento SZ rappresenta j{ in detta scala. Lungo i restanti tratti il diagramma del momento ha andamento lineare, ed possibile tracciarlo conoscendo sempre un punto di nullo e un'ordinata
Esercizlo 4.18. Tracciare il diagramma del momenta in fig. 4.18.1, senza operare cambiamenti j1ettel7te per la stru ttura riportata di scala. :
II diagramma del momenta relacivo al tratto !ineare; fissato un segmento PE che rappresenti per la trave HE il momenta in E, si stabilisce la scala dei momenti. Vediarno ora come tracciare cornpletarnente
HIE e
nota. Infatti,
per il tratto
pun to di nullo per il diagramma dei mom end relativo al tratto in esame, Inoltre l'ordinata WK del diagramma relative al tratto HR viene ad essere un'ordinata fittizia del diagramma dei momenti
a di
RA con Passe di HG
e un
HG,
il punto di intersezione
la scala cosi prefissata. Anche per il tratto EG iI diagramma dei moment! !ineare. Esso rappresentato da un segmento la cui retta di appartenenza
per
i1
tratto
HG,
al momento
d'intersezione
dell'asse
del tratro
EG con la risultante
I
.
o
di RA deve uguagliare quello eli ,;{{e di RB; risultando perc nullo il contribute della reazione in B, iI momento in K della reazicne RA uguaglia la coppia esterna JI. II segmento della retta WP, relative al tronco HG, rappresenta percio il eliagramma del momento cercato. Per i tratti GD, DP e AP, poi, renendo conto dell'equillbrio dei nodi G, D, P e dei punti di nullo E, C, A immediato tracciare ~ corrispondenti
passaggio da HE ad EG, inoltre, interviene la reaz ione RA che incontra l'asse della trave in L; in corrispondenza di tale punta i diagrammi relativi ai due tratti devono avere la stessa ordinata- LT, essen do nullo il contributo di RA• Pertanto la retta TN contiene illato del diagramma relative al tratto EG. Nod MEH ed MEB, poi, si ricava imrnediatamente MED, negativo e rappresentato da un segmento E V uguale a PQ. E' nota anche un punto di nullo del diagramma del momenta relativo al tratto ED, rappresentato dall'inrersezione Z dell'asse della trave ED con la risultante delle forze agenti a destra (sinistra) della generics sez ione di ED. Infine, tenendo conto degli
151
diagrammi di M. Considerando l'equilibrio del nodo triplo H, si ricava MHL = MHR ....,M HG e con considerazioni analoghe alle precedenti, infine, si completa il diagramma per il tratto HB.
150
4 Le camtteristiche
della soUecitazione
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
agli estremi di luee pari a 10 metri e earieata da una forza concentrata in __ .rnezzeria di.10 kilo, Ne.wton,essa_ver:rLschematizz.ata.eon un segmento di 3,33 em e con un veetore agente nella mezzeria di modulo pari a 1,43 em (fig.
4.15.a). Poiehein tal caso
N
il momento
. 5m
in mezzeria vale"f.
Me
= 5 kN
25 kN . m,
il
segmento
HK
e lunge
1,66 em.
AG e CB pari a 5 kilo - Newton, sara rappresentato da ordinate lunghe 0,71 em. La diseontinuita in G, in fine, rnisurata dal segmento LR lunge 1,42 em.
Proponiarnoci
ora di determinare
il
momento
la struttura ed i eariehi disegnati nelle rispettive scale SL ed SF' Supponiamo che Ms sia fornito dalla relazione
Ms = F1bl,
Figura 4.18.1
nell'iporesi ehe FI sia rappresentato da un segmento di 2 em di lunghezza e bl da uno di 3 em. I valori reali di FI e bl risultano forniri da equilibri dei nodi in D e in C, si complera del memento per i tratti AD e CG.
il traeciam~nto
I
FI = 2 em • SF del diagramma
= 14
kN . m,
bl = 3 em . SL = 9 m,
II momento
effettivo valequindi
4.6.
Nel memento in cui si rappresenta graficamente su: un foglio di carta una struttura soggetta ad un insieme di forze, si introduce automaticamente una scala per le lunghezae SL ed una per le forze SF' Supposto di fissare per le forze e Ie lunghezze Ie due scale SF: 1 em = 7 kN; 7 kN SF=-cm
4t~~;N
T
a) b)
SL: 1 em = 3 m;
volendo tracciare i diagrammi delle caratteristiche della solleeitazione, fissare una terza scala SI>!relativa ai momenti; ad esempio
15 kN·
SM:1em=15kN'm; SM= em reale
m Figura 4.15
F/21
c)
e una
4 Lc caratteristiche
della 8Onecltazione
4 Le caratteristiche
della 5Onecitazione
Ms
"VOlendo riportare basta divid~e
= Flb1
oil
';14::1tN '"9 m
= 126
'1 ,~.!..
Un segmento considerata.
Ms
SM
126 kN' m
15 kN .
m/cm
= ~,4cm. cos!
di 8,4 centimetri
rappresenta
il
momento
nella sezione
Figura 4.16
all'estrernita 4.7. OSSERVAZIONI SUL TRACCIAMENTO DEI DIAGRAMMI DELLE CARATTERISTICHE DELLA SOLLECITAZIONE.
in un nodo,
una volta
conosciuti
Nel presente paragrafo S1 vogliono riassurnere le regole fondamentali relative al tracciamento dei diagrammi dei momenti, molte delle quali sono state gia evidenziate negli esercizi preeedenti. a) Se la struttura costituita da tratti retrilinei,
momenti all'estremita delle restanti travi eoncorrertti nel medesimo nodo. £) In corrispondenza di una eerniera propria, se non applicata alcuna forza concentrata, l'inclinazione del diagramma del memento (fig. 4.17.a)
mento,
searieo,
il diagramma del
rno-
a destra e a sinistra della cerniera la stessa, essendo costante il1taglio e valendo la relazione dM/dz = T. Se in eorrispondenza della cernieraie applicata una forza coneentrata, inveee, i1 diagramma del memento ha inclinazioni diverse a destra e a sinistra della cerniera affermare che il momento in corrispondenza (fig. 4.17.b). In generale; si puc di una cerniera
formato
da un segmento
0
di retta.
e semprr
nullo,
chiamato punto di nullo del diagramma dei mornenti, ed fornito dall'intersezione dell'asse della trave con la risultante di tutte Ie forze agenti a destra
0
in quanto essa trasmette solo taglio e sforzo normale, ma non momento. g; In eorrispondenza di un doppio pendolo disposto con le bielle p:u-allele all'asse della struttura, i1 diagramma del momento nei tratti scarichi,' immediatamente a destra e a sinistra del vincolo (fig. 4.18.a), ha andamento eostante. Infatti, la risultante delle forze agenti a destra 0 a sinistra del vineolo, per l'equilibrio del tronco, deve essere parallel a all'asse dei pendoli, invece, il diagramma non cioe deve avere braecio costante, Nel easo in cui le bielle del doppio pendolo non sono parallele all'asse della struttura,
del
diagramma
il taglio, co-
del memento present a una cuspide (discontinuita nell'inclinazione) con la punta avente 10 stesso verso della forza, rnentre queUo del taglio presenta un salto pari all'inrensita della forza. c) In corrispondenza delle sezioni di applicazione di una cop pia concerttrata, il diagramma del momento presenta un salto pari al val ore della cop pia, mentre queUo del taglio non presenta ne salti ne punti angolosi. d) Nei tratri soggetti ad un carico tagliante costante, il diagramma del taglio !ineare, mentre quello del memento parabolico. Se il carico tagliante variabile con legge lineare, invece, il diagramma del taglio una parabola quadratic a, mentre quello del momento una parabola cubica. e) In un node incastro, la somma dei momenti £lettenti agenti su di esso deve essere nulla, per l'equilibrio alIa rotazione del nodo. Le coppie agenti sul nodo sono, ovviamente, uguali ed opposte a quelle agenti sulle facee delle travi che sono unite dal nodo stesso (fig. 4.16). Questa osservazione consente di determinare i1 momento £1ettente (in valore e segno)
il diagramma
e c~stante
Figura 4.17
bl
IIIIIIIIIII~IIIIIIIIIII
Figura 4.18
a)
fITrTrrn-n,.,., ~-bl
__
154
155
della sollccitazione
a)
H
bl
JIIHlln~lllllllll
Figura 4.20 Figura 4.21.1
---iJ£--
Figura 4.19
Figura 4.22.1
a destra e a simstra del vincolo, rna procede con la stessa Inclinazioae, essendo cestante il taglio nei tratti scarichi immediatamente a destra e a sinistra del vincolo, Un punto dinullo P del diagramma del momenta e quellc in cui la risultante delle forze incontra l'asse della trave (fig. 4.18.b). h) In corrispondenza di una biella interna, il momento e nullo nel pun to in cui l'asse della biella incontraquello della trave. rhnclinazione del diagramma e la stessa per la parte di trave che precede e segue il vincolo, poiche non vi e discontinuitd del taglio (fig. 4.19.a). Lunge i pendoli, considerati come elementi strutturali, poi, i1 diagramma dJI momento e del eaglio sono nulli, poiche la reazione e diretta secondo l\asse dello stesso (fig. 4.19.b). Essi dunque risultano soggetti solo a sforzo asslale, i) Dal punto di vista delle caratteristiche della sollecieasione, il pendolo improprio reagisce a momento, rna non trasmette sforzo norrnale e taglio. Pertanto, in corrispondenza di tale vincolo, nei tratti scatichi immediatamente a destra e a sinistra di esse, i diagrammi delle carattenstiche NeT sono sempre nulli. II diagramrna del memento, invece, allorche la reazione del vincolo e diversa da zero, ha andamento costante (fig. 4.2.0)' . Esercizi proposti. 4.19 - 4.39. Determinate analitlcamente e gTaJicamente le reazioni vincolari delle strutture riportate nelle Jigg. 4.19.1-4.39.1; peT ognuna di esse,
inoltre, tracciare i diagrammi delle componenti dell'aztone il1terna.
..L
I:
Figura 4.24.1
.L..
Figura 4.Z3.1
qt I 1 I ) I ) I ) I
~I~
~I~, ,A 11
Figura 4.25.1
Figura 4.26.1
I 111J
~
1/2
q"
.._
t III11
~
1/2 Figura 4.27.1 Figura 4.28.1 157
4 Le caratteristiche
della sollec:itazione
".~
4 Le caratteristiche
della sollecitazione
."
.'
Figura 4.29.1
Figura 4.30.1
Figura 4.37.1
Figura 4.38.1
I
e ,I 21
Figura 4.31.1
Figura 4.32.1
Figura 4.39.1
II II
-vJ
Figura 4.33.1 Figura 4.34.1 .A
-F
to
4.8. DETERMINAZIONE DELLE COMPONENTI DELL'AZIONE INTERNA MEDIANTE IL PRINCIPIO DEI LAVORl VIRTUALI.
Le componenti struttura dell'azione interna in una s~zione generica S di una isostatica possono essere determinate, oltre che col metodo diretto,
12
doe facendo riferimento alla risultante di tutte le forze agenti a destra 0 a sinistra della sezione considerata, anche mediante l'applicazione del
P.L.V.
Allo scopo, si supponga di effettuare un taglio in corrispondenza della sezione S (fig. 4.21) in cui si vuole determinare la caratteristica di solleci-
I
Figura 4.35.1 158
tazione e di introdurre, poi, tra le superfici di separazione un vincolo che non trasmetta la caratteristica cercata.' La' struttura diviene COS1 labile e,
.i:
Figura 4.36.1
1"
a destra
il momenta
4 Le c:aratteristichc
della sollecitazione
7',··
Figura4.Z1 Figura 4.22
sempre rendere
la struttura
. fig. 4.40.1.
Si introduce a destra e
2.
nella sezione E una cerniera e si applicano, sinistra del vincolo introdotto, due coppie
immediatamente aucoequilibrate
(fig. 4.40.2). Si ottiene ccsi una struttura una volta labile, ma in equilibrio per la particolare condizione di carico, Determinaro il centro assoluto (2)
I (1); (I, 2)
Figura
4p
I
(2) 1(2,3);
Figura 4.24
i diagrammi
B e vertic ali
indicate,
1)
degli
cernierJ, risultan6
mentre
l'equilibrio
viene conservato
applicando
i1
momento
che si trasmetteva
prima di effettuare
10
spostamento
il
P.L.V.
Desiderando I
invece conoscere
nella sezione, si inserisce nella sezione stessa un doppio pendolo, in modo che non reagisca rispettivarnente a taglio oa sforzo notmale. In generale, per determinate T (fig. 4.23), il vincolo si dispone con i pendoli paralleli I alIa tangente all'asse della trave in S, mentre per determinare N gli assi dei pendoli devono essere disposti secondo la normale all'asse della trave nella sezione (fig. 4.24). In entrambi i casi, perc, al fine di conservare I'equilibrio necessario sollecitare Ie facce dei tronchi connessi dal vincolo can la caratterisrica che si cerca. Cio fatto, .s'imprime partire alIa struttura uno spostamento virtuale eseguito a dalla configurazione di equilibrio. Per tale sistema di spostamento
Esprimendo 6v' TIc e IJtpE in funzione deformata virtuale: (4.40.2) e sostituite le (4.40.2) nella (4.40.1),
del parametro
tp che caratterizza
la
risulta
PI 1I1E=-·
2
lavorano sia Ie forze est erne che la caratteristica di sollecitazione la quale, comparendo come unica incognita nell'equazione risultante dall'applicazione del P.L.V., puc essere cOSI determinata. . -E' bene osservare che, introducendo nella sezione di una struttura isostatica un vincolo di molteplicita alle forze esterne due (sconnessione semplice), la struttura che fa compiere interna diventa lavoro una volta labile, per cui il sistema di spostamenti
minare definito da un solo parametro. Diversamente, un vincolo semplice nella sezione (sconnessione doppia) due volte labile e il sistema di spostamenti,
160
e alIa componente
dell'azione
di conseguenza,
definito
da
161
4 Le eanttcristiche
della sollecitazionc
4 Le c:arattcristiehe
dena sollecitazione
.r
II
(2)
:r
(2.3)
(2)
_2
IJ
T
Figura 4.41.1 Figura 4.40.2
12
253
i 35i
I
.
Nei procedimentc
considerando
esposto il lavoro delle coppie ME state calcolato un tt'tli1co fisso evalutando illavoro della cop pia agente sul-
1 (2,3)_,
(3)
l'alero tronco per la rotazione relativa ~E' Tale lavoro puc essere calcolato anche moltiplicando ciascuna coppia per l'angolo di cui ruota il tronco sul quale la coppia agisce. Infatti, mentre
il tronco
.p antiorario, i11avoro
e si tracciano i diagrammi degli spostarnenti orizzontali e vertic ali (fig. 4.41.1). Applicando il P.L.V. al sistema di spostamenti indicato in figura, si ha (4.41.1) Ma essen do . 'TIc
il
tronco
verso opposto
dell'angolo
= l.p,
1 6= -.p+ 2
7 - I"" 2
Esercizio 4.41. Determinare il taglio nella sezione S della ·struttura rappresentata In'fig. 4.40.1 dell'esercizio precedente. Introdotto nella sezione considerata un vincolo che non trasmette taglio
dana (4.41.1)
consegue
F
Ts=- . 2
(un doppio pendolo disposro con i pendoli paralleli all'asse della struttura nella sez.ione) e due forz.e uguali 15 a destra e a sinistra di esso (per l'equilibrio), si deterrnina il centro assoluto (2)
162
essendo
positivo,
ha
i1
verso. indicato
in
163
4 Le caraneristiche
della sollecitazionc
4 Le carattcristiche
della soUcciwione
11K
= 41.,0,
0D
= 1.,0,
OR ~
41.p.
Per calcolare 10 sforzo normale nella sczione R si introduce un doppio pendolo disposto con le bielle ortogonali all'asse della struttura in R, in modo da non trasmettere la caratteristica cercata. Calcolato il centro assoluto (2), come mostrato in fig. 4.42.1, facendo uso dei teoremi delle catene cinematiche:
"! compiuto dalle forze agenti per il sistema di spostamenti in fig. 4.42.1 assume l'aspetto
iI lavoro
7T
7T lIR
-FlIc+
FOD -N sen 4
-N cos - OR 4
= O.
si ricava
FV2
dalla (4.42.2),
il
punto
!
di intersezione
HK=4·1=AK.
facile notare
dallosforzo
searo valutato
zcntale e la verticale
relative 6R e 17R• Tali lavori son.9 entrambi negativi, in quanto, considerate un tronco fisso, ad esempio ADR, le componenti di N agente su RC risultano di verso opposto per cui lavorano. alle componenti
lIR
(concorde
a y) e OR (concorde
a x)
della struttura
illustrata
in fig. 4.43.1.
Per determinare
10 sforzo
si puc sopprimere
il vincolo
e applicare sui tronchi AC e CB dellastruttura due forze S, uguali e opposte, nei punti H e K. Le forze S mostrate in fig. 4.43.2 S0110 le azioni della struttura sul vincolo: quelle mostrate in fig. 4.43.3,invece, sono Ie azioni del vincolo suJla srruttura, Lo sforzo norrnale nel pendolo, dunque, state assunto di traz ione. Fissati i centri di rotazione assoluta dei tronchi I e II, coincidenti rispetrivamente can A e B, e determinate il centro della rotazicne relativa, che risulta essere il punta improprio della congiungente. AB, si tracciano i diagrammi mostrati in fig. 4.43.3. Ilprincipio del lavori virtuali, quindi, cons en te di scrivere
(4.43'.1)
Figura 4.42.1
S cos a--
6u
2
= 0,
rna essendo
164 165
4 Le caratteristicbc'della
$oUecitazionc
4 Le carattcristiche
della 50llecitazione
Esercizi proposd. 4.44 :-4.46. Deterininare-Ze-componenti dell'azio;:ie interna- nella sezione S per le strutture riportate nelle figg. 4.44.1,~.45.1 e 4.46.1, mediante l'applicazione del principia dei lavori virtuali. Veri/icare successillamente i
!) 11 ) 11111 ) 1 J I J ) 1 ) J ) I
Figura 4.43.1
r
Figura 4.43.3
I ,
Figura 4.45.1
l)H
= 21<p.
s=----
.4{
+ 2Fl
non
1 cos ex
Dalla (4.43.2). poi. consegue che lo sforzo nel pendolo come supposto, bensl di compressione.
e di
trazione,
Figura 4.46.1
166
167
4 Le caratteristiche
della s()lIecitazione
valori delle caratterlstiche cos,' determinate cOn il metoda diretto, dopo aver calcolato le reasionivincolari. -' - .
TRATTOAB
."
';;'
4.9.
LE GARATTERISTICHE
DELLA SOLLECITAZIONE
NEI PROBLEMy=FI
a)
MI SPAZIALI.
In generale si parla di problema struttura struttura non
della la al
b)
contenuto
interamente
quando
piana,
rna le rette
piano della struttura, si di fronte ad un problema spaziale. in tal caso le componenti dell'azione interna non sono piu tre, come nel problema piano, rna in generale S1 hanno sei sollecitazioni semplici: uno sforzo normale, ut' momento torcente, due sforzi taglianti e due momenti flettenti. Per valutare i segni delle caraeteriseiche di sollecitazione, ci si puo riferire ad una tern~
fissa di assi cartesiani ortogonali. Nel caso di strutture iscstatiche, con i tratti paralleli agli assi della terna di riferimento, fissato un verso di percorrenza sull'asse della strutturaj definiamo positive Ie caratteristiche equiverse agli assi della terna fissa; quando i vettori caratteristici sono relativi alle forze agenti a partire, ad. esempio, dall'origine si puo operate come
c)
In rnaniera equivalence. ;
I
d)
Figura 4.47.2
---------------------------------------------------Esercizio 4.47.
i
II tratto AB parallelo all'asse x', mentre i1 tratto BC ha la direzione dell'asse y'. Per quanto riguarda le reazioni vincolari, I'incastro C reagisce in modo da form are una coppia di braccio forze esrerne P ed F. II problema trave BA incastrata in B e successivamente nullo con la risultante considerando delle
Studiare le caratteristiche della sollecitazione che si manifestano nella' trave di fig. 4.4 7.1, cancata nell'estremo libero da due [orze concentrate.
prima la B
la mensola
CB lib era in B e
caricata in tale pUnto con Ie reazioni, sullamensola BA (figg. 4.47.2 e 4.47.3). Per valutare i segni delle caratteristiche si sono considerate due terne cartesiane
di segno, dell'incascro
}-----~------------~.~
Figura 4:47.1
con origine in un incastro e con gli assi x, y e z paralleli ed equiversi agli assi x', y' e z', Le componenti secondo gli assi x, y e z della risultante R e del momento risultante M delle forze agenti a destra della generica sezione S (figg.4.47.2.a e 4.47.3.a), ossia le componenti dell'azione interna nella sezione, sono state assunte positive se equiverse agli assi, negative in caso contrario.
169
v:
168
4 Le caratt~tiche
della sollecitazionc'
4 Le caratt~tiche
della sollecitazione
TRATTO
Be
.. ..
••
My
a)
Esercizi proposti . 4.48 • 4.51. Tracciare i diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione per le travi spaziali mostrate nelle Jigg. 4.48.1, 4.49.1, 4.50.1 e 4.5:1.1, +cui tratti sono paralleli agli assi della tema cartesiana ortogonale Oxyz,
b)
c)
Figura 4.48.1
d)
Figura 4.49.1
e)
f)
Figura 4.50.1
Figura 4.51.1
M,
Figura 4.47.3
Come si puo notare dai diagrammi, il tratto AB (fig. 4.47.2.a) sollecitato a sforzo assiale N (fig.4.47.2.b), a taglio ~ (fig.4.47.2.c) e a memento flettente My (fig.4.47.2.d). Le suddette tre componenti dell'azione intern a sono negative, poiche le forze esterne F e P hanno il verso opposto degli assi z e x, mentre il vet tore memento My della forza F, trattandosi di una coppia oraria, ha il verso opposto dell'asse y. II tratto Be (fig. 4.47.3.a), poi, sollecitato da due sforzi taglianti (figg. 4.47.3.b e 4.47.3.c), da due momenti Ilerrend (figg. 4.47.3.d e 4.47.3.e) e
da un momence
170
171
".
\..
5.1. GENERALlTA'. Dalla..teoria del poligono funicolare e note che, assegnato un sistema qualsiasi di forze! nel plano, esistono ",,3 poligoni funicolari connettenti il sistema di forze date, Infa.tti, per tracdare. un poligono funicolare occorre prefissare tre paramerri, cioe, in. generale, esso viene defmito univocamente da tre condizioni, ¢onsideria.mo adesempiola struttura illustrata in Hg. S.1.a, caricata dille for701 esterne FI' F2, F3, F.j' Per l'equilibrio pcllastruttura, lerea7oi(;mivincolari in A e in B devono costituire con la sollecitazione esterna un sistema nullo, quindi il poligono delle forze at rive reattive deve essere chiuso. Poiche il sistema 3 volte iperstatico, esistonb 003 solueion! per lere~ioni vincolari nella seaeica dei corpi rigidi, Noi s~pponiamodi conoscere le reazioni vincolari effettive, I ottenute considerarldo il corpo deformabile. Degli ",,3 poligonHurticola.ri che coanettono le forz.e esterne Fi' costruiamo quello che rispetta ll: seguenti tre condiz.ioni: a) il primo lato i del poligono sia parallelo aHa retta di azione di RA i b) l'ultirno lato del poligono siaparaUelo a RBi
-I
-I
bl
Figura 5.1
T;
5'
173
S La curva delle press~oni c) il primo lato del poligono coincida con la retta di azione di RA• Le condizioni a) e b) individuano il polo P (fig. 5.1.b) del poligono delle forse (1), 'mentre la terza condizione fxssa il prime lato 'ael poligono tra' le . infmite esterne poligono risultanti rette parallele a e soddisfa
0'1'. II poligono
funicolare
alle condizioni
a), b), c)
e unico
}; forze .
U nome di
delle pressioni, CUTVa delle pressioni 0 poligono delle successive (brevemente c.d.p.). Ogni lato del poligono funicolare si chiama
anche linea delle pressioni. n poligono delle pressioni si chiama anche curva delle pressioni perche, come accade in generale, per la presenza di carichi distribuiti, esso una curva; inoltre,
denominatopoligono
e U poligono e
delle forze 1Pplicate considerate continuita l'asse della struttura. 11 suo generico lato, cioe,
partendo la retta
di appllcazione
della risultante
tutte le forze che precedono questo sezione S del tratto CD (fig. S.l.a), cui risultante R, rappresentata
dal vettore
(1
+P)
(fig.
s.i.s), e applicata
In questo
caso
immediato
verificare
al lato del poligono funicolarecompreso tra ~l ed F2. Le componenti di tale risultante R secondo la tangente e la norrnale all'asse della trave, poi, forniscono rispettivamente 10 sforzo norm ale ie il taglio in S, mentre il prodotto Re della risultante
_.ll._.·..••• .
la curva delle pressioni. Con riferimento alia generica sezione S del tronco AB, si osserva che la risultanre delle forze agenti a sinistra della sezione coincide con RA• Pertanto 10 sforzo normale e il taglio in S sono forniti dalle componenti di RA secondo la tangente e la normale in S all'asse della struttura; il momenta £lettente (in S) dato da RAe, cioe dalla risultante delle forze a sinistra moltiplicata per la distanza della sua retta di azione (linea delle pressioni per U tratto ABT) da S. Per quanto riguarda il segno delle componenti dell'azione interna in S, le caratteristiche positive da considerare sono, naturalrnenre, quelle indicate sulla sezione sinistra p~~ una struttura, quindi, possibile ricavare il val ore di M, NeT per ogni sezione di essa (2). Se si suppone inoltre R A unitaria, la generica ordinata, normale alia curva delle rappresenta, pressioni, compresa tra quest'ultima flettente si avvicina per e Passe dell'arco, in opportuna scala, U momenta
per I'eccentricita
\e da il memento
flettente
in S. La curva de....•.. ,.' . e>pressioni, quindi, fornisce ~na visione immediata delle ... J:';<, I condizioni scarichedella struttura; essa, cioe, costituisce una rappresentazione grafica sintetica dell'azione interna. , SU UN ESEMPIO TlPICO.
5.2.
CONSIDERAZIONI
del concio.
Nota
Vogliamo determinare la curva delle pressioni per Parco a tre cerniere rnostrato in fig. 5.2 e soggetto ad una forza concentrata nel pun to T del tratto BC.
ad un sistema piano di [orze {Fl' ... , Fn}, si definisce poligono delle forze la poligonale 01 ... 'I che, a partire da un punto 0 del piano, ha come primo lato 01 iI vettore equipollente alia forza Fl, uscente dal vertice 0, come secondo lato 12 il vettore equipollente alia forza FZ uscente dal vertice 1 e cosi di seguito, e come ultimo lato (n -1)11 il vettore equipollente alia forn Fn uscente dal vertice (n -1). Scelto poi un pun to P del piano (polo) non appartenente aile rette 01, ... , On, le semirette PO, P1, ••• ,Pn prendono, rispettivamente, iI nome di prime, secondo, ... , ennesimo raggio proiettante. Si definisce poligol1o [unicolare connettente il sistema di forze {Fl' ... ,Fn}, la poligonale 0'1' ..• II' avente i lad paralleli ai rispertivi raggi proiettanti e i vertici 0', 1', ..• , 11' sulle re~te di applicazione delle forze.
cos i che, man mane che la curva delle pressioni della struttura, la caratteristica flettente poi, e con forza applicata della struttura
diminuisce;
(1) Per un arco con curvatura v~riabile con continuitd, riferendoci ai valori assoluti, nella sezione di momenta massimo risulta massimo anche 10 sforzo norrnale ; 10 sforzo di tagli9 invece nullo. Cia vero solo nelle ipotesi dell'arco AB di fig. 5.2.
174
175
5 La curva dellepressioni
Figura 5.3
Analogamenre, a destra eli F il momento nella generica sezlone e fornito dal prodotto di e' (ordinata generica letta nella direzione di F) per H {componente de Rc normaleialla -dkezlone diF). In definitiv~, sf pub condudere elicendo che i segmenti paralleli ad F, inter~ttati tra l'asse dell'arco e la curva delle pressioni (rette eli azione delle reazioni vincolarl), moltiplicati per la componente H delle reazioni secondo la normale ad F, doe nella scala eli H, rappresentano i momenti nelle varie sezioni. Si ha cioe sono nulli, mentre Ia sola componente dell'azione Interns presente risulta essere 10 sforz.o normale.
Esercizio 5.1. 5.3. LA SCALA NELLA LEITURA DEI DIAGRAMMI.
Con riferimento alIe notazioni di fig. 5.2, il memento Mr nella sezione T di applicaz.ione della fona concentrata, a seconds che si considerino Ie forz.e a destra 0 a sinistra della sezione (per semplicita presdndendo dal .segno), assume rispettivamenre l'aspetto
Mr=RcTV Mr-=RA TW.
Disegnare la c.d.p. per la strutiura di fig. 5.t.l.a applicato sul tratto retiilineo. .
Dalla prima di tali relazioni risulta che i1 segmento TV, a meno di Re, rappresenta i1 momento in T. Analogamente, dalla seconda relazicne risulra che il segmento TW rappresenta il momento in T nella scala di RA che, in generale, e diversa da Re' . In conclusione, tracciando i1 diagrarnma del momence con ordinate normali alla curva delle pressioni vengono ad essere adortare due scale diverse: RA da A al punto di applicazione di F, RB da T a C. I segmenti TW e TV, quindi, sono in generale diversi. Per tracciare il diagramma dei momenti in un'unica .scala, riferiamod ancora alla struttura di fig. 5.2. Relativamente alla generica sezione S, mandiamo la parallela r alIa direzione della forza fino ad intersecare la curva delle pressioni relativa al tratto AB. Sia e' la Iunghezea del segmento della suddetta retta compreso tra l'asse del tratto AB e la relativa curva delle pressioni. II prodetto di tale distanza per Ia componente H di RA norm ale ad r fornisce il momento in S; cioe Ms = He'. Indicate inoltre con e il braccio di RA rispetto ad S,
risulta Ms=RAe = He',
I
Se in luogo del carico distribui~o agisce il carico concentrate Q = ql, la curva delle pressioni risulterebbe ~ssere la spez.zata ADC. Ma poiche sul tratto BC insiste il carico distribui~ q, occorre tenerne conto modificando [a parte di bilatera BDC relativa al tr'onco su cui agisce appunto q. Si suddivida il carico distribuito ~n quattro parti, ad esempio, e, sostituita ciascuna di queste parri con la rispettiva risultante, si costruisca la poligonale Al'2'3'4'C mostrata in fig. 5.1.1.a.:La risultante di RA e ql e Rl = (l-p) \
Q:=ql
POLIGONO DELLE FORZE
Figura S.1.1
b)
dato cheMs
176
= RAil = RAe'
sen ex = He'.
177
determinare"I valori delle componenti dell'azione interna in S per la struttura di 'flg. 5.1.2 dell'esercizio 5.1, di cui e disegnata la curva delle pressioni, occorre determinate -anzitutto ta'risultanfe-cielle' feree agenti a sinistra (0 a destra) della sezione
S. (In sostanza,
per poter
utj1izzare
la c.d.p.
basta
invertire it ragionamento fatto per costruirla). Cic puc eseguirsi inoltrando da S la retta paralIela alia direzione del carico fmo ad incontrare la curva delle pressioni in T: la tangente tin T allac.d.p. rappresenta la direzione della lrisultante delle forze applicate in S. II valore di tale risultante si ottiene mandandodal polo P del poligono delle forze la paralIela a- t fino ad intersecare rappresenta
Figura 5.1.2
la risultante
,,
(fig.5.lolob) ed e applicata nel loro punto
e
1'. La risul-
quella delle forte a destra di S. Determinata cosi la risultante dato dalla componente diRs
di intersezione
tante di Rl e q2' rappresentata nel poligono delle ,"one dal vettore 2 - P, e applicata in 2'; it vettore 3 - P rappresenta la risultante R3 di Rz e q3 applicata infine, in 4'. doe in 3'. La risultante di RA e di tutt~
1
il carico distribuito,
la risultante funicolare
- Rc
= R4,
Esercizio 5.2.
applicata
II poligono
it poligono
per come
stato costruito,
Suddividendo
djJ!;0successiv~ risultanti dei carich! RA, Ql' Q2' Q3' Q4' it carico distribuito in parti sempre piu piccole, i lad del
poligono funicolare aumenrano e, al limite, per una, suddivisione infinitamente grande del carico distribuito, il poligono funicclare tende ad una curva detta appunto curva delle pressioni (flg. 5.1.2). La c.d.p, nel caso in esame e una parabola, vamente aIle rette di azione : in B e in G rispetticome tangente
per il tratto AB risulterebbe essere la bilatera BHA: ossia BH per il tratto KB ed AH per il tratto AK. Per tener conto deU'effettiva distribuzione del
inviluppo di tangenti rappresentate dai lad del poligono funicolare che connettono le forze inflnitesime in cui puc pensarsi suddiviso il carico distribuiro.
Q
Q=qR
~P
5.4.
UTILIZZAZIONE
La curva delle pressioni dipende, ovviamente, dal carico e dalla posizione dei vincoli sulla struttura, ma non dalla geometria dei singoli tratti. La forma geometrica dell'asse della struttura influisce solo nella valutazione delle caratteristiche 178 della sollecitazione nella sezione. Ad esempio, volendo
Figura 5'.2.1
179
inserlre la parabola .
tra le tangeii"ti
.. --- -·-·-1I~-·-_""~!--1
:..!. ::. ~ .
pa.:.ab~a.:.
__,.:.~+B
IF
Esercizio 5.3. Determinate
C
La struttura in esarne, isostatica sia internamente che esternamente, caricata d80 una cop pia concentrata .A nel punto medio del trattO CD. Determinate l'cquilibrio in terazioni, Ie !inee di azione delle reazioni vincolari esterne, considerando di tutta la struttura,
Figura 5.4.1
a)
tva
curva delle pressioni, in due renter quella la c.d.p., invece, in rnezzeria, degenera
e immediato
Considerata
Infattl, per l'eqailibrio dei tratt! DE e CBE l'interaaione della cerniera C agisce sulla retta CP; per I'equillbric del tratto DAC, 180 risultante della reazione vincolare in A e dell'Ineeraeione in C parallela alIa congiungente DE. II poligono delle pressioni, ~uindi, inteso come insieme di linee delle pressioni, relative ai vari tratti, Sa cui applicata la risultante delle forze
che contiene VA e quella che contiene VB (fig. 5.4.1.80). Nel case di trave appoggiata con carico diseribuito
comprende eurte le rette del piano parallele a VA e VB esterne al segmento AB (zona tratteggiata) (fig. 5.4.l.b). Infatti, percorrendo la trave da A verso B, ad esempio, consideriarno le sezioni per lequali risulta 0 z I,
ehe competono ai tratti stessi per l~ valutazione delle componenti del1'azione interna, puc cssere sintetizzato come indica la tabellina riportata in fig. 5.3.1.
1 <z
< 21;
<<
per ognuna di queste sezioni Ie ferze agend a destra pertanto, dovendo esseredalla
sono due forze parallele e discordi di cui la reazione di un vincolo La loro risultanre, risultante si trovera sempre all'esternodel delle forze coincide varnente, mentre in corrispondenza
e la maggiore.
a sinistra
segmento AB. Per le sezioni A e B, poi, la con le reazioni vincolari in A e in B rispertidella sezione di mezzeria C la risultante
Tratto-l AG GR
GC-CH HB DR·DE·E::H
eoppia la cui retta di azione la retta irnpropria. E' facile intuire che lac.d.p, quando degenera perde tutro il suo significato, doe non puc essere utilizzata per determinare le componenti dell'azicne interna e non da una visione immediata delle condizioni statiche della struttura,
e una
Esercizio 5.4. Determinare La curva delle pression! per 10. trace appoggiata soggetta: a) ad una jorza concentrata in mezzeria (fig. 5.4.1.0.),' 0) ad un carico distribuito q sull'intera Iuee (fig. 5A.1.b).
180
I tratti AC e CB sono soggetti a carichi distribuiti agenti come moserato in fig. 5.5.1; la struttura un arco circolarea tre cerniere le cui reazioni vincolari Bono quelle indicate in figura. Infatti Ia risultante del carieoesterno vale Q ede applicata alia retta
V2
reazione in A fa congiungenre AB.Essendo .la reazione in A orizzontale, risulta orizzonrale, per I'equilibrlc del tronco AC, anche l'interazionedella cerniera C. Per l'equilibrio del tronco CB, infine, I'inrerazione della cerniera
181
dei vincoliestemi,
dunque,
la retta di applicazionedella
a=a1,b=b1, interna, il carico esterno e la reazione in B concorrono nello stesso punto H. Con semplici considerazioni, poi, si determinano i moduli ed i versi delle reazioni vincolariinterne ed esterne. Note le reazioni vincolari facile rilevare che la c.d.p., per il tratto CB, un arco di parabola (3) avente tangente in C orizzontale e in B coincidente con RB, mentre per il tratto AC degenera in un insieme di rette orizzontali, In sostanza il tratt; AC si comporta
c=c1•
Cio fa si che nella generica sezione, essendo la risultante delle forze (agenti a destra 0 a sinistra della sezione) applicata alIa tangente all'asse in quella sezione, sono nulli il t~lio e i1 memento flettente. Tutta la struttura, quindi, risulta soggetta solo a sforzc norrnale, I
I
come una trave appoggiata agli estremi e soggetta ad un carico uniformemente ripartito su tu tta Ia sua luce.
Esercizio 5.7.
Deierminare la c.d.p. per un areo semicircolare rad~le (fig. 5.7.1). ~i simmetria del carico (cap. 9), Ia risultante in C, polare
di raggio R soggetto ad Q di
un carlco uniforme
Esercizio 5,6.
Determinare la c.d.p. per un arco parabolico un carico distribu!to q (fig. 5.6.1). Poiche a tre cemiere soggetto ad
Date Ie condizioni
quest'ultimo, pensato ~ente sulla struttura solidiflcata passa per i1 centro 0 .dell'arco, Scelto un riferimento
il carico
del carico una parabola. Poiche questa deve passare per i punti A, B e C in cui sono ubicate Ie cerniere (essen do in tali punti nullo il memento), con segue che la curva delle pressioni coincide con l'asse dell'arco, In altre parole, se
e verticale
e distribuito
in modo uniforme,
la funicolare
y:: ax2
+ bx + c + b1x + c1
e I'equazione
= a1x2
la funicolare del carico costante, dovendo Yl passare pe,!" i pund A, B e C in cui si annulla il memento, si ha
Figura S.7.1 (3) La c.d.p.
e parabolica
182
.. i
Q ==
con cpI'argomento ..
e nullo
quadre, se si
(5.7.1)
generic a il taglio
analitico,
fornito
dalla relazione
-,,/2
Il risultato fornito dalla (5.7.1) generale, neI sense the, indipendentemente dalla forma dell'arco e per carico costante e ortogonale all'asse della struttura, la risultante data sempre dal prodotto del modulo del carico per la proiezione ortogonale del tratto caricato sulla normalealla risultante.
~=--=---, ds Roo
si dimostra che il ta.glio pertanto,
1 dM
Con riferimento
alle notazioni
~+Va-Q=O
della statica
=-
V cos a - 2qRsen2
a
2
==
x) A)
-.fiA + HB = 0
,
VB2R~QR=O. = - qR ( cos a
Poiche le ere equazioni (S.V.2) contengono quattro incognite, occorre scrivere un'equazione ausiliaria e~primente, ad esempio, l'equilibrio alIa rotazione di BC intorno a C. \ Essendo I'angclo BOC idi 60b, il segmento CB ha la lunghezza R, rnentre la risultante R equazione ausiliaria, perta~to, \R (5.7.3) assume l'aspetto del raggio
+ 2 sen 2
strntture funicolari di
carico.
Va:: -
Q 2
= qR = V
O.
Nella generica sezione S (del tratto AC 0 CB) il memento £1ettente, com-: purando gli angoli a partire dalla semiretta orizzontale uscente dal centro 0, assume l'aspetto .._ (5.7.5) Ms= VR(l-cosa)-2qR2sen2-
= qR2 [l-cosa-
2 sen2
:J
Figura 5.8.1
184