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MATTEO SCORDATO
Il sistema di controllo marcia responsabile Gestione
treno (SCMT) e realizzazione progetti
ATC della Direzione
tecnica di RFI SpA

LE PREMESSE: IL SISTEMA ATC


La sperimentazione del sistema ATC (Automatic Train Control) ha
avuto inizio, a partire dagli anni ‘90, con lo sviluppo della “fase
prototipale” concentrata sul nodo di Cremona (300 Km com-
plessivi di binario).
Tale sviluppo doveva trasformare il sistema ATP semplificato, che
s’era dimostrato inaffidabile, in un sistema affidabile al fine di
testare le difficoltà connesse all’introduzione d’un sistema tecno-
logicamente complesso e che aveva come obiettivo il migliora-
mento della sicurezza della marcia dei treni e la riduzione dei
costi di condotta.
Il sistema ATC si poneva l’obiettivo di controllare puntualmente,
in ogni momento e ogni situazione, la marcia del treno, visualiz-
zando a bordo la velocità permessa e la puntuale informazione
degli eventi che avrebbero potuto interferire con la regolarità
della marcia.
Le specifiche allegate al contratto di realizzazione, pur pensate per
sistemi ferroviari più complessi, avevano avuto un test funzionale
adeguato solo sul bacino di Cremona, costituito da linee a sem-
plice binario e stazioni sostanzialmente tra le più semplici del
panorama della rete ferroviaria.
Una prima applicazione su linea più complessa, un breve tratto
della Milano-Venezia, aveva già evidenziato una serie di criticità
da dover superare.
All’analisi di fattibilità s’è poi aggiunto l’obbligo, derivante dalle
norme europee, di prevedere l’interoperabilità delle apparecchia-
ture con gli emergenti sistemi europei (ERTMS/ETCS).

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TECNOLOGIE ATC E SCMT ma SCMT, non appena disponibile la prima versione delle speci-
fiche e del prodotto Eurobalise. In Europa non esistevano sistemi
La tecnologia utilizzata nel sistema ATC era quella della boa a 180 sperimentati e omologati con le nuove normative CENELEC e
bit e con velocità di trasmissione dati terra-bordo di 50 Kbit/sec. le FS dovettero affrontare nello stesso tempo sviluppo, sperimen-
Il limite tecnologico era tale da limitare la velocità massima di tazione, omologazione e realizzazione.
captazione delle boe a circa 180-200 km/h.Tale tecnologia inol-
tre non era standard a livello europeo. TRANSIZIONE DA ATC A SCMT
Per tale motivo UNISIG (il consorzio delle imprese europee del
segnalamento) scelse la tecnologia Eurobalise con velocità di tra- Nel 1999 la necessità di realizzare entro i tempi previsti dal piano
smissione dati di 550 Kbit/sec e con messaggio di 1.023 bit in d’impresa un sistema tecnologico che consentisse la guida dei convo-
maniera da consentire la captazione fino a velocità di 500 km/h.Tale gli ad agente unico, senza diminuire il livello di sicurezza nella circo-
tecnologia, che si configura come l’evoluzione naturale della boa a lazione dei treni, ha richiesto una decisione strategica sull’opportuni-
180 bit, fu oggetto dello sviluppo dal 1996 (anno della scelta) al 2004 tà di proseguire nello sviluppo del sistema ATC, che presentava criti-
(anno del consolidamento finale delle specifiche avvenuto grazie alla cità nella sua implementazione, non sanabili nei tempi di realizzazio-
campagna di test del GEIE-ERTMS Users Group delle reti ferro- ne previsti, per la sua complessità e per le nuove regole europee sullo
viarie europee). In quest’arco di tempo si sono succedute diverse sviluppo dei sistemi di sicurezza e segnalamento.
versioni di specifiche e di prodotto, a partire dalla prima versione del A seguito di ciò, intorno alla metà del 1999 s’iniziò una rivisitazione
1998 alla seconda del 2001 fino a quella finale del 2004. del sistema determinata da:
1. l’elaborazione dei nuovi standard d’interoperabilità tra le reti
fig. 1 –
Rappresentazione (progetto ERTMS – European Rail Traffic Management System);
schematica del 2. l’introduzione delle nuove normative e procedure per l’omo-
sistema SCMT
logazione di prodotti e sistemi di segnalamento (ambito CEN-
CENELEC) che fissano i livelli di sicurezza da garantire nella
realizzazione degli impianti ferroviari utilizzanti software e hard-
ware in sicurezza;
3. il nuovo approccio introdotto dal sistema ipotizzato il cui control-
lo automatico della marcia del treno invertiva, in certe condizioni,
il rapporto tra uomo e macchina: quest’ultima, infatti, avrebbe con-
trollato la marcia in sicurezza del convoglio lasciando all’uomo meri
compiti esecutivi nella guida. Conseguenza di tale approccio sareb-
be stato un nuovo sistema di norme e regolamenti molto diverso
dall’esistente, e che oltre a richiedere una profonda trasformazione
professionale avrebbe determinato potenziali criticità comporta-
In tale contesto fu naturale superare la tecnologia dei 180 bit del mentali del macchinista nel passaggio da condizioni di marcia con
sistema ATC, per passare nel 1999 a quella interoperabile del siste- supervisione ATC a quella con guida manuale, affidata completa-

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mente al macchinista, su linee non attrezzate o in caso di degrado gere le specifiche tecniche, d’optare per modalità d’affidamento e rea-
del sistema automatico; lizzazione degli impianti tali da recuperare sui ritardi accumulati anche
4. l’eccessiva complessità d’un sistema che, concepito per assicurare il se in parte non più colmabili, d’individuare le linee oggetto della
controllo completo della marcia del treno, doveva interfacciarsi con prima fase degli interventi, circa 4.500 km della rete fondamentale, in
tutte le tipologie degli impianti di segnalamento esistenti sulla rete modo tale da avvicinare al meglio gli obiettivi del piano d’impresa e
FS, rendendo pertanto difficoltoso il raggiungimento concreto di selezionare imprese che possedessero il know-how del sistema e degli
degli obiettivi prestazionali nei tempi fissati, per la complessità degli impianti tecnologici ferroviari italiani, un livello tecnico e un’organiz-
interventi necessari. zazione adeguata alla complessità della fase di sviluppo secondo le
Le considerazioni sopra esposte hanno portato a rivedere il progetto nuove regole europee e la capacità di contribuire alla stesura delle spe-
nei suoi contenuti funzionali e tecnologici e d’implementazione sul cifiche tecniche.
territorio. Il SCMT, costituito da un sottosistema di terra e da un sottosistema di
Pertanto, pur traguardando la scelta d’attrezzaggio definitivo delle bordo strettamente integrati tra loro, è comunque un sistema a tecno-
linee con il sistema ATC/ERTMS, allora ancora in fase di sperimen- logia completamente innovativa e ha richiesto una complessa fase di
tazione in ambito europeo, fu deciso d’individuare, per la rete storica sviluppo e omologazione, seguendo le severe regole di verifica e vali-
FS, quale prima tappa d’avvicinamento, il sistema SCMT (Sistema di dazione introdotte in campo europeo (CENELEC) e fatte proprie da
controllo marcia treno) e d’applicare invece il sistema ATC/ERTMS RFI, sulle quali le imprese interessate avevano già maturato esperien-
alle linee AV. za in applicazioni tecnologiche similari interessanti la sicurezza, quali
Il sistema SCMT protegge la marcia del treno, istante per istante, dal ad esempio l’ACS di Roma Termini, il Misuratore velocità treno,
superamento della velocità massima consentita dalla linea e dal segna- l’ACS di Roma Ostiense e l’ACS di San Vito.
lamento in condizioni normali e di degrado e dagli eventuali supera-
menti dei segnali a via impedita, attivando con immediatezza la frena- APPALTI E FORNITORI SCMT
tura d’emergenza.
Esso è trasparente per il macchinista, il quale potrà continuare a utiliz- Il sistema risultava funzionalmente e tecnicamente intrusivo dal punto
zare le attuali modalità di condotta, e inoltre s’integra e non si sovrap- di vista impiantistico sugli impianti in esercizio di RFI, in quanto
pone all’esistente Blocco automatico a correnti codificate, consenten- richiedente per il sottosistema di terra interfacciamenti con gli
do in tal modo la piena efficacia degli investimenti già realizzati. impianti di segnalamento esistenti, quali gli apparati centrali e il bloc-
Resta garantita, infine, l’interoperabilità con ERTMS, per cui le linee co automatico e, per il sottosistema di bordo, interfacce con gli
attrezzate con SCMT, con minimi adattamenti sulla struttura dei mes- impianti installati sulle macchine, in particolare sul sistema di frenatu-
saggi delle Eurobalises, potranno essere percorse da treni sui quali nel ra dei mezzi di trazione.
frattempo verrà installato il sistema europeo. Pertanto comportava per le imprese realizzatrici una profonda cono-
La decisione adottata portò a optare per una semplificazione del siste- scenza di tali impianti, sia sul piano della progettazione sia su quello
ma ATC originario, mediante lo sviluppo di SCMT, conservandone della realizzazione e della diagnostica.Tale patrimonio di conoscenze
però l’efficacia originaria in termini di sicurezza. Contestualmente la era in possesso inizialmente delle imprese:
scelta operata ha richiesto di procedere al suo sviluppo e realizzazio- • Ansaldo Segnalamento Ferroviario;
ne, partendo da nuove specifiche funzionali chiare e concrete, di redi- • Alstom;

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• Bombardier (ex AD-Tranz); L’attività sviluppata secondo i criteri esposti avrebbe consentito nel
• GE Transportation System (ex Siliani). breve termine d’utilizzare i risultati di tale esperienza integrata, in
Infatti le suddette imprese costituivano il raggruppamento tempora- quanto i prodotti rilasciati dal lavoro sinergico (specifiche tecniche,
neo affidatario della gara, effettuata nel 1997, per la realizzazione del modalità di sviluppo della componentistica/sistema, processi d’omo-
sistema ATC. logazione, criteri e modalità di progettazione) sarebbero stati resi dis-
In particolare Ansaldo,Alstom e Bombardier erano le uniche imprese ponibili a FS che avrebbe potuto consentire anche ad altre imprese lo
qualificate alla fornitura e installazione di sistemi quali il blocco auto- sviluppo d’analogo sistema compatibile.
matico e gli apparati centrali statici sulla rete FS; inoltre Ansaldo e
Alstom erano le uniche imprese che avevano progettato, realizzato e MODALITÀ D’AFFIDAMENTO PER LA REALIZZA-
installato i sistemi a bordo dei rotabili che s’interfacciano con gli ZIONE DELLE SUCCESSIVE FASI 2B E 2C
impianti di segnalamento esistenti sulla rete FS (ripetizione segnali in È stata comunque prevista la possibilità per le altre imprese, allo-
macchina su blocco automatico a correnti codificate). ra non inserite nell’accordo quadro in quanto non in possesso del
Pertanto è stato deciso d’affidare al raggruppamento temporaneo necessario know-how ferroviario italiano, di poter sviluppare un
d’imprese Ansaldo,Alstom, Bombardier e GE Transportation Systems la proprio sistema con idonee apparecchiature e prodotti, su un trat-
realizzazione del sistema SCMT del primo lotto di 4.500 km per le to ferroviario sperimentale e conseguentemente, a validazione
fasi 1 e 2A, mediante un accordo quadro e successivi contratti appli- avvenuta, di partecipare agli affidamenti delle successive fasi rea-
cativi. Ciò in quanto, pur se ciascuna delle società aveva la capacità di lizzative 2B e 2C.
sviluppare un sistema simile, nessuna possedeva singolarmente una tale È stata effettuata pertanto nel 2004 una gara europea di sviluppo
potenzialità da portare a termine l’intero processo di sviluppo e rea- e sperimentazione per l’individuazione di nuovi fornitori dei sot-
correggere: lizzazione su tutte le linee individuate entro i termini temporali pre- tosistemi di terra.
fissati e vincolanti per il piano d’impresa. D’altra parte, obiettivo La gara ha consentito di selezionare, in base alla valutazione dei
stesura importante dell’affidamento era la completa interoperabilità in sicu- requisiti e delle tecnologie possedute per la realizzazione del sot-
rezza di sottosistemi sviluppati parallelamente da ciascuna impresa. tosistema di terra SCMT, quattro nuovi fornitori cui sono state
L’elemento determinante nella scelta operata è comunque individua- affidate tratte di sperimentazione per testare nuovi prodotti. I
bile nell’assoluta necessità di pervenire a un sistema che si sviluppasse nuovi fornitori sono risultati:
e si realizzasse con la partecipazione delle diverse esperienze, capacità, 1. Consorzio VM (Mer Mec-Esim).Tratta sperimentale: Chieuti-
conoscenze d’ogni impresa (dalla stesure delle specificazioni tecniche Ripalta;
alla progettazione, realizzazione e attivazione degli impianti), affinché, 2. ATI Elettromeccanica CM-Eredi Giuseppe Mercuri. Tratta
indipendentemente dalla componentistica tecnologica costruita da sperimentale: Forte dei Marmi e tratte limitrofe;
ciascuna società, il sistema stesso garantisse una completa interopera- 3. ATI Alcatel-Gemmo.Tratta sperimentale: Brucoli-Megara;
bilità in sicurezza con una perfetta integrabilità di software (linguaggi e 4. ATI Selta-Site.Tratta sperimentale: Milazzo-Novara MF.
protocolli condivisi fin dalla fase di sviluppo e di progettazione) dei Gli affidamenti delle fasi 2B e 2C sono stati realizzati mediante
diversi sottosistemi di terra e di bordo e fosse installabile senza alcuna due bandi di gara europea riservata a fornitori qualificati, che
limitazione su tutte le tipologie di linea ferroviaria, nonché con i hanno portato all’affidamento nel 2005 e nel 2006 di tutte le linee
medesimi livelli prestazionali. da attrezzare per complessivi 10.700 km.

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CARATTERISTICHE TECNICO- propedeutiche che hanno interessato differenti strutture e società


REALIZZATIVE del Gruppo FS:
• revisione dei contratti in corso (RFI,Trenitalia, Italferr, D. lega-
Anche il piano strategico di copertura della rete è stato completa- le-Holding);
mente rivisto rispetto al progetto ATC; s’è passati infatti dal piano dei • riorganizzazione delle strutture operative del ramo tecnologico
6.500 km, che non prevedeva alcun intervento sui restanti 10.000 km (RFI, Italferr);
dell’infrastruttura nazionale, a un organico programma che ha previ- • stesura delle specifiche dei requisiti funzionali e di sistema di
sto l’attrezzaggio con il sistema SCMT di circa 10.700 km di linee, SCMT (RFI).
costituenti la parte di rete fondamentale, e l’adozione d’un sistema di Le tre azioni citate, che hanno determinato l’impiego d’un note-
supporto alla condotta (SSC) sui restanti circa 5.000 km di rete secon- vole volume di risorse specialistiche dedicate, completate nell’a-
daria,dove la velocità consentita non supera generalmente i 100 km/h prile 2000, hanno permesso un’ipotesi di sviluppo del sistema
e la densità di circolazione si mantiene sui 60 treni/giorno x binario. articolato secondo fasi successive tra loro intrinsecamente corre-
late. Esse sono:
OBIETTIVI • sviluppo prototipale;
• attività d’omologazione dei sottosistemi di terra e bordo;
Gli obiettivi di base della realizzazione del sistema sono i seguenti: • attrezzaggio di 10.750 km di rete e di 3.200 rotabili suddiviso in:
• aumento della sicurezza della circolazione mediante: 1. realizzazione di fase 1;
– attrezzaggio della rete principale con il sistema SCMT; 2. realizzazione di fase 2;
– interventi integrativi necessari a completare la messa in sicu- 3. realizzazione di fase 3.
rezza degli impianti tecnologici di segnalamento delle linee
interessate (eliminazione di buchi di codifica del BA ecc.); SPERIMENTAZIONE SISTEMA
• riduzione dei costi di condotta: l’introduzione del SCMT E OMOLOGAZIONE FORNITORI
permette, in combinazione con l’impiego del sistema di comu-
nicazione radio terra-treno GSM-R, la guida del treno con un La fase di sviluppo prototipale, attraverso il quale s’è giunti all’omolo-
solo agente e quindi offre la possibilità alle imprese ferroviarie gazione del sistema, attraverso la sperimentazione dei componenti sia
d’uniformarsi ai moduli di condotta adottati da sempre in tutta del sottosistema di terra (SST) sia del sottosistema di bordo (SSB), è
Europa e sulle ferrovie in concessione operanti in Italia (anche stata effettuata sulla tratta Settimo-Vercelli della linea Torino-Milano.
non in presenza di tecnologia adeguata), riducendo i costi di Sono state inoltre effettate le attività,previste dalle norme CENELEC,
gestione e aumentando nello stesso tempo il livello di sicurez- per il processo omologativo delle applicazioni specifiche:
za della circolazione. • del SST, per il quale è risultato opportuno articolare il processo
medesimo sui tre compartimenti distinti di Milano, Roma e
ARTICOLAZIONE DELL’INTERVENTO Napoli; in particolare, le tratte individuate sono le seguenti, già pre-
senti nel progetto originario d’ATC:
Il percorso di congelamento del progetto ATC e avvio di SCMT – compartimento di Milano (omologazione dell’applicazione spe-
ha richiesto determinate azioni di tipo gestionale e organizzativo cifica Alstom): tratte Monza-Chiasso e Monza-Lecco;

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– compartimento di Roma (omologazione dell’applicazione spe- REALIZZAZIONE DI FASE 2A:


cifica Bombardier): tratta Fara Sabina-Fiumicino; La fase 2A ha comportato la realizzazione di altri 4.250 km
– compartimento di Napoli (omologazione dell’applicazione spe- di linee.
cifica ASF): tratte Salerno-Battipaglia e Salerno-Nocera (via
Cava dei Tirreni). REALIZZAZIONE DI FASE 2B:
• del SSB, per 13 teste di serie da omologare come applicazioni spe- La fase 2B ha comportato la realizzazione di altri 3.500 km
cifiche Alstom e ASF. di linee.
Il programma SCMT prevede anche una fase di sperimentazione
su una linea di confine interoperabile per testare la realizzazione REALIZZAZIONE DI FASE 2C:
della funzionalità ERTMS livello 1 integrata con il sistema Nella fase 2C sono previsti gli interventi di completamento
SCMT. La linea presa in esame è una tratta del corridoio ai 10.750 km di rete. È suddivisa in una prima parte d’attività pro-
Rotterdam-Genova, già dotata del sistema SCMT e sulla quale pedeutiche e in una seconda parte che riguarda la realizzazione
s’intende sovrapporre il sistema ETCS livello 1, per una velocità degli interventi a completamento.
massima consentita di 150 Km/h. Nel momento in cui sarà stan-
dardizzato in ambito europeo l’infill radio, verranno eseguiti test REALIZZAZIONE DI FASE 3
sperimentali per verificarne le funzionalità e quindi introdurlo E SPERIMENTAZIONE E REALIZZAZIONE
sulla parte di rete attrezzata/da attrezzare con ETCS livello 1. DEL SISTEMA INTEGRATO
Nella fase 3 sono previsti interventi integrativi con l’attrezzaggio
PROGRAMMA DI REALIZZAZIONE SCMT d’ulteriori linee, per circa 800 km, con il sistema SCMT e d’up-
grading con l’introduzione di nuove funzionalità (infill) del sistema
Lo sviluppo del sistema è stato articolato secondo delle fasi fun- medesimo che ne migliorano le prestazioni e la diagnosticabilità.
zionali:
• fase 1: attrezzaggio di 1.000 km di rete; VALUTAZIONEECONOMICA
• fase 2A: attrezzaggio di 4.250 km di rete; DEL PROGRAMMA SCMT
• fase 2B: attrezzaggio di 3.500 km di rete;
• fase 2C: attrezzaggio di 2.050 km di rete; Il costo a vita intera del programma SCMT è pari a 1.934 milioni
• fase 3: interventi integrativi su ulteriori linee e di upgrading di euro.
e sperimentazione e realizzazione del sistema integrato.
STATO D’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
FASE 1: ATTREZZAGGIO DI 1.000 KM DI RETE
In questa fase sono stati attrezzati circa 1.000 km di linea così Nel dicembre 2003 s’è proceduto alla messa in servizio dei primi
ripartiti: 1.100 km di rete e dei primi rotabili teste di serie attrezzati con il
• le direttrici:Torino-Venezia, Milano-Napoli; nuovo sistema SCMT, significativa fase del piano di realizzazione del
• i nodi: Milano, Roma, Napoli; Sistema di controllo marcia treno su 10.750 km di linee della rete RFI
• le trasversali: Pontremolese. e d’installazione su tutto il parco rotabili di Trenitalia. Nel 2004 è stata

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effettuata una riprogrammazione delle attivazioni da effettuare, por-


tando l’estensione delle linee da 4.500 km a 5.200 km circa per garan-
tire una copertura d’esercizio SCMT anche su itinerari paralleli a
quelli principali e offrendo la garanzia di chiusura mediante ulteriori
tratte di linea d’alcuni itinerari consistenti ai fini dell’esercizio com-
merciale. Nell’agosto 2004 è stato emesso il bando europeo relativo
alla gara d’appalto della fase 2B per complessivi 2.800 km circa di
linee. Nel luglio 2005 è stato emesso il bando di gara per la fase linee già attrezzate;
2C per l’attrezzaggio dei km residui del programma SCMT. linee da attrezzare;
Nella tabella 1 è riportata una sintesi dello stato di realizzazione
linee da attrezzare con diverse
del sistema SCMT nei compartimenti, in termini di km di linee tecnologie (SSC)
attivati/da attivare.
Tabella 1 – Stato di realizzazione del sistema SCMT

Compar timento Linee attivate in conto anno Linee da attivare


2003 2004 2005 2006 2007 Totale

Torino 111 215 237 184 95 842

Milano 308 326 333 324 0 1.291

Verona 116 11 305 142 0 574

Venezia 76 109 220 115 4 524

Bologna 149 325 275 116 0 865

Firenze 121 485 343 67 261 1.277

Roma 115 200 215 263 125 918

Ancona 0 215 86 151 223 675

Napoli 91 112 371 129 92 795

Genova 0 0 160 219 153 532

Trieste 0 0 35 158 202 395

Bari 0 0 100 360 163 623

Reggio Calabria 0 0 79 443 469 991

Palermo 0 0 0 182 270 452

Totale 1.087 1.998 2.759 2.853 2.057 10.754


fig. 2 – Stato d’attivazione del sistema SCMT

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correggere:

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[LA "a" VA A
ESPONENTE]

L’apparecchiatura di bordo controlla in sintesi che la velocità del treno non sia superiore

Come opera il SCMT a quella massima imposta dalle diverse condizioni, realizzando una logica d’“appuntamen-
to” fra due successivi punti del percorso. In particolare il controllo della marcia del treno
avviene nel rispetto:
• dei segnali fissi (di 1° categoria e di protezione dei passaggi a livello con barriere);
ll SCMT appartiene alla famiglia di sistemi più in generale definiti ATC (Automatic Train • della velocità massima ammessa:
Control) o “controllo automatico (della marcia) treno”. Sono così definiti gli apparati che – sugli itinerari (arrivo/partenza/transito) delle stazioni;
hanno componenti sia a bordo del treno sia lungo linea, tali da evitare che il treno superi – dalla linea, in relazione al rango dei rotabili in composizione;
la velocità massima ammessa in ogni punto del percorso, per vincoli propri (del materiale – dalla frenatura (percentuale di massa frenata del convoglio);
rotabile) o restrittivi del segnalamento, dell’infrastruttura ecc. Il SCMT richiede inoltre – dal materiale rotabile;
d’essere integrato con gli apparati già in esercizio, in quanto richiede interfacciamenti con – dai rallentamenti interessanti la piena linea, i bivi e i binari di corretto tracciato non-
gli impianti di segnalamento di terra esistenti, quali gli Apparati centrali e il Blocco auto- ché quelli deviati percorribili a una velocità superiore a 60 km/h;
matico, nonché interfacce con gli apparati di bordo dei rotabili, in particolare con quello – da eventuali riduzioni di velocità diverse dai rallentamenti;
frenante. Peraltro non modifica i princìpi di circolazione già esistenti né la loro applicazio- – da altre particolari condizioni di marcia (per esempio ricevimento su binario tronco
ne normativa. con paraurti ecc.).
Il SCMT opera attraverso il canale di segnalamento cosiddetto RSDD (Ripetizione segnali Il SCMT s’integra inoltre con il controllo della Ripetizione continua dei segnali in macchina
di tipo digitale discontinuo) che stabilisce il dialogo fra terra e bordo solo in certi punti (RSC), relativa al blocco automatico a 4 o più codici, sulle linee ove questo sia già presente.
significativi o critici della linea; ognuno dei quali è fornito di “boe” (anche dette in gergo Nel caso in cui il macchinista non rispetti i predetti parametri, l’apparato di bordo inter-
dal francese “balise”, o dall’inglese “transponder”) che realizzano i cosiddetti PI (Punti viene, a seconda dei casi, con diverse modalità (controllo di velocità). In pratica il siste-
informativi). Le boe (figura 3) sono dispositivi installati sulle traversine fra le rotaie, in ma costruisce e aggiorna a ogni punto informativo specifiche curve di velocità (figura 4),
grado d’inviare all’antenna ricevente sotto cassa del mezzo di trazione appositi messaggi che stabiliscono corrispondenti livelli di controllo, che il treno non deve superare, dal
(“telegrammi”) con i dati prescrittivi di marcia. In altri casi l’informazione può essere data punto corrente di linea a quello prossimo (obiettivo), avente una data restrizione quale
a mezzo di “loop”, cioè un circuito radiante via cavo – anche detto infill – in grado di ripor- l’assoluta fermata (prima del cosiddetto “punto protetto”) o il vincolo di superamento a
tare in anticipo l’informazione d’un segnale o alta boa posti a valle. velocità non superiore a un certo valore.

fig. 3 – Coppia di boe SCMT fig. 4 – Curve di velocità SCMT

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[ Argomenti ] 10

Peraltro l’apparecchiatura non fornisce sul cruscotto in cabina informazioni di spazio e di


velocità, salvo l’indicazione, con apposito simbolo, della “velocità di rilascio ridotta” oppu-
re della rimozione del tetto della stessa velocità.
Si considerino ad esempio i seguenti modi d’operare:
• velocità massima:
– al superamento della velocità massima ammessa (curva nominale), aumentata d’un
margine operativo (curva d’allerta) viene attivata una segnalazione acustica/lumi-
nosa (suono intermittente/luce rossa fissa sul tachimetro), con associato il “taglio”
di trazione dei motori e l’inserimento di frenatura elettrica (se presente);
– al superamento d’un ulteriore margine operativo (curva di controllo) viene attivata
anche la frenatura pneumatica d’urgenza, con associata una segnalazione acusti-
ca/luminosa diversa dalla precedente (suono continuo/luce rossa lampeggiante sul
tachimetro). La frenatura pneumatica d’urgenza è riarmabile previo intervento volon-
tario del macchinista, allorché la velocità del treno per effetto della frenatura viene
ridotta al disotto del valore imposto dalla curva di controllo;
• segnale a via impedita:
– all’avvicinarsi a un segnale disposto a via impedita, il sistema protegge il treno fino
alla velocità di 30 km/h (velocità di rilascio); in situazioni particolari protegge fino
alla velocità di 10 km/h (velocità di rilascio ridotta). Rimane comunque attiva la fun-
zione di taglio trazione e d’attivazione della frenatura d’urgenza rispetto all’indebito
superamento del segnale disposto a via impedita. Il sistema assicura in ogni caso
l’arresto del treno prima del punto protetto dal segnale.
In aggiunta al rispetto della velocità o fermata imposte dal successivo segnale di blocco
o di protezione all’ingresso d’una stazione, possono essere in tal modo garantite altre con-
dizioni quali rallentamenti (ad esempio per manutenzione della linea) o altre restrizioni
costanti del profilo di velocità del tracciato. A tal fine le boe si definiscono “commutabili”
o fisse, a seconda se l’informazione inviata al treno debba essere modificata (attraverso
apposite interfacce, “encoder”, con gli apparati di segnalamento) o più semplicemente
mantenuta fissa.

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