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Rosaria Musumeci

ERBE E PIANTE MEDICINALI


TRATTATO PRATICO DI ERBORISTERIA
Ricco di immagini, consigli, malattie da curare
Tutte le ricette e le dosi
Impaginazione e grafica:
Lucia Grande

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Sommario
PARTE PRIMA
LE ERBE MEDICINALI
ABETE
ABROTANO
ACACIA
ACANTO
ACERO
ACETOSA
ACETOSELLA
ACHILLEA MOSCATA
ACONITO
ACORO (Calamo aromatico)
ACTEA
ADONIDE
AGRIFOGLIO
AGRIMONIA
ALCHEMILLA
ALLIARIA
ALLORO
ALOE
ALTEA
AMARENA
ANEMONE PULSATILLA
ANETO
ANGELICA
ANICE VERDE
ARANCIO
ARGENTINA
ARNICA
ARTEMISIA
ASPARAGO
ASSENZIO
AVENA
BALSAMINA
BARBA DI BECCO
BARDANA
BASILICO
BELLADONNA
BERGAMOTTO
BETONICA
BETULLA
BIANCOSPINO
BISTORTA
BORRAGINE
BORSA DI PASTORE
BOSSO
BRIONIA
BRUGO
CACAO
CAGLIO
CALCATREPPOLO
CALENDULA
CAMOMILLA
CANAPA
CANNA
CANNELLA
CAPELVENERE
CAPRIFOGLIO
CARCIOFO
CARDIACA
CARDO BENEDETTO
CARIOFILLATA
CARLINA
CAROTA
CARRUBO
CASTAGNO
CAVOLO D’INVERNO
CELIDONIA
CENTAUREA MINORE
CETRIOLO
CICORIA SELVATICA
CILIEGIO
CINOGLOSSO
CIPOLLA
CODA CAVALLINA O EQUISETO
CONSOLIDA MAGGIORE
CORIANDOLO
COTOGNO
DIGITALE
DULCAMARA
EDERA
EUCALIPTO
EUFRASIA
FAGIOLO
FARFARA
FELCE MASCHIO
FICO
FICO D’INDIA
FINOCCHIO
FRAGOLA
FRANGOLA
FRASSINO
FUMARIA
GALEGA
GELSO NERO
GENZIANA MAGGIORE
GERANIO ROSSO
GIAGGIOLO
GIGLIO BIANCO
GIGLIO GIALLO
GINEPRO
GINEPRO ROSSO
GINESTRA
GIRASOLE
GRAMIGNA
(Dente canino)
GRANTURCO
IPERICO
ISSOPO
LAMPONE
LAPPOLA
LARICE
LATTUGA
LAVANDA
LIMONE
LIQUIRIZIA
LUPPOLO
MALVA SILVESTRE
MANDORLO
MARRUBIO
(Marrubium vulgare)
MELANZANA
MELILOTO
MELISSA
MELO
MENTA
MIRTILLO
MUGHETTO
NESPOLO
NINFEA BIANCA
NOCCIOLO
NOCE
OLIVELLO SPINOSO
OLIVO
ONONIDE
ONTANO
ORIGANO
ORTICA
PAPAVERO
PARIETARIA
PASSIFLORA
PELOSELLA
PERVINCA
PERO
PESCO
PIANTAGGINE
PIMPINELLA
PINO SILVESTRE
POLMONARIA
PREZZEMOLO
PRIMAVERA
PRUGNO (Susino)
PRUNELLA
PUNGITOPO
QUERCIA
RABARBARO ALPINO
RAFANO
REGINA DEI PRATI
RIBES NERO
RODODENDRO
ROSA CANINA
ROSMARINO
ROVO
RUTA
SALCERELLA
SALICE BIANCO E ROSSO
SALSAPARIGLIA
SALVIA
SAMBUCO
SANICOLA
SANTOREGGIA
SEDANO MONTANO
SEMPREVIVO
SENAPE BIANCA
SERPILLO
SIGILLO DI SALOMONE
SORBO ROSSO
STRAMONIO
TASSO BARBASSO
TIMO
TORMENTILLA
TRIFOGLIO FIBRINO
UVA URSINA
VALERIANA
VERBENA
VERGA D’ORO
VERONICA
VESCICARIA
VIOLA DEL PENSIERO
VIOLA MAMMOLA
VISCHIO
VITE
VULNERARIA
ZAFFERANO
ZENZERO
ZUCCA
PARTE SECONDA
MALATTIE E RICETTE
LE MALATTIE DELLA PELLE
ACNE
FORUNCOLI
ECZEMA
GELONI
HERPES SIMPLEX
(Erpete febbrile)
MALATTIE FEBBRILI
FEBBRE
INFLUENZA
RAFFREDDORE (RINITE)
MALATTIE DELLE VIE RESPIRATORIE
ASMA BRONCHIALE
BRONCHITE ACUTA
ENFISEMA POLMONARE
PERTOSSE
RAFFREDDORE
TOSSE
TUBERCOLOSI
MALATTIE DELLE OSSA E DELLE ARTICOLAZIONI
ACIDO URICO
ARTROSI
GOTTA
RACHITISMO
REUMATISMO ARTICOLARE ACUTO
LE AFFEZIONI DELLA BOCCA E DEI DENTI
AFTE
CARIE DENTARIA
GENGIVITI
AFFEZIONI DELLA GOLA E DEL NASO
ANGINA
SINUSITE
TABAGISMO
AFFEZIONI OCULARI
DISTURBI MESTRUALI
MESTRUAZIONI
MENOPAUSA
DISTURBI NERVOSI
CEFALEA
ESAURIMENTO NERVOSO
INSONNIA
NERVOSISMO
NEVRASTENIA
DISTURBI DEL CUORE E DELLE ARTERIE
IPERTENSIONE
IPOTENSIONE
ANGINA DI PETTO
ARTERIOSCLEROSI
DISTURBI DELL’APPARATO DIGERENTE
ACIDITÀ DI STOMACO
AEROFAGIA
COLITE
DIARREA
DISPEPSIA
INAPPETENZA
STITICHEZZA
ULCERA
VERMI INTESTINALI
DISTURBI RENALI E URINARI
CALCOLOSI RENALE
CISTITE
NEFRITE
DISTURBI DEL FEGATO, DELLA VESCICA E DEL PANCREAS
CALCOLOSI BILIARE
COLESTEROLO
DIABETE
INSUFFICIENZA EPATICA
ITTERIZIA
DISTURBI VENOSI
EMORROIDI
FLEBITE
VARICI DEGLI ARTI INFERIORI
AFFEZIONI TRAUMATICHE
USTIONI DI 1° GRADO
CONTUSIONI
FERITE
PIAGHE
ALTERAZIONI DEL PESO
CELLULITE
OBESITÀ
MAGREZZA ECCESSIVA
PARTE TERZA
FITOCOSMESI
BAGNI AROMATICI
DETERGENTI PER IL VISO
LOZIONI TONICHE
TRATTAMENTO AI VAPORI DI TIGLIO PER PURIFICARE LA
PELLE DEL VISO
TRATTAMENTO AI VAPORI DI CONSOLIDA PER RINFRESCARE
LA PELLE DEL VISO
MASCHERE DI BELLEZZA
PICCOLI ACCORGIMENTI PER CONSERVARE LA BELLEZZA
DELLE MANI
TRATTAMENTI PER LA CURA DEI CAPELLI
Introduzione
Da parecchi anni l’uomo ha riscoperto la natura nel suo insieme e spesso
ricorre la frase “ritorno alla natura”.
Ma, circa 40 anni fa, l’Unione tecnica italiana farmacisti ha fondato l’E.M.U
cioè Erboristeria Medicinale dell’Unione, in un periodo in cui le piante erano
trascurate dal punto di vista terapeutico e avendone costatato i benefici,
nell’ultimo ventennio la ricerca e lo studio delle piante dal punto di vista
medicinale e loro applicazione si è diffusa enormemente.
I cinquantenni di oggi ricordano, pur vivendo in città, diversi rimedi naturali
cui ricorrevano i genitori con l’esperienza dei nonni; infatti, per contrazioni,
ferite, slogature, mal di pancia, ossiuri e te, venivano applicate erbe o si
facevano bere delle tisane. Anche come cura per il corpo, le stesse erbe venivano
usate per i capelli (grassi, secchi), per la pelle, (arrossamenti, foruncoli,
macchie), per bagni balsamici.
Grazie alle ricerche alle conoscenze scientifiche sull’uso delle piante, si è in
grado oggi di portare il risultato di queste esperienze in tutte le case, facendo si
che i piccoli disturbi o una normale pulizia del viso e la cura in generale del
nostro organismo possono essere fatti da soli.
Per rispondere a questi problemi in modo chiaro e di facile comprensione,
facendo conoscere l’uso domestico e il loro principio attivo, il presente volume è
sintetizzato in tre parti:
1) Erbe Medicinali e loro proprietà;
2) Malattie, affezioni, disturbi, alterazioni e relative ricette lenitive e
causative;
3) Fitocosmesi l’uso a beneficio della parte esterna del nostro corpo per la
bellezza estetica.
PARTE PRIMA

LE ERBE MEDICINALI
ABETE

Famiglia: Pinacee.
È un albero sempreverde che si trova nei boschi delle regioni montane, ed è
abbastanza diffuso nell’arco Alpino e sugli Appennini. È popolare in tutto il
mondo in quanto rappresenta il tradizionale albero di Natale e la sua altezza può
raggiungere i 50 metri. Fra le specie più note ricordiamo l’Abete Bianco, che è
molto diffuso in Italia e l’Abete Rosso il cui legno è molto pregiato e largamente
usato in falegnameria. L’Abete ha proprietà balsamiche, espettoranti,
leggermente antisettiche, quindi è indicato per la cura dei disturbi dell’apparato
respiratorio quali raffreddori, influenze, bronchiti, polmoniti, asma, tracheiti. È
usato anche per le infezioni delle vie urinarie, per la cistite, l’impotenza, la gotta.
È un efficace deodorante, ed avendo proprietà rubefacente, cioè capace di
stimolare la circolazione sanguigna, è un ottimo rimedio per la cura dei
reumatismi.
ABROTANO
Famiglia: Composite.
È una pianta erbacea alta da 70 a 80 cm. con foglie grandi, multifide e fiori in
capolini. Essa emana un odore fortemente aromatico simile a quello dei limoni
ed è per ciò che viene coltivata nei giardini. Inoltre, opportunamente dosata, è
uno squisito condimento per gli arrosti, per la carne grassa, per le salse e per le
insalate.
Dal punto di vista terapeutico è un ottimo vermifugo, provoca la comparsa
delle mestruazioni, promuove la secrezione gastrica e aiuta lo stomaco a
funzionare meglio.
ACACIA

Famiglia: Mimosacee.
È un albero originario dell’Africa Orientale ma oggi molto diffuso in Italia ha
fiori molto piccoli riuniti in spighe, foglie composte e frutti polposi. Fra le specie
più note ricordiamo l’Acacia gommifera dalla quale si ricava la gomma arabica
che viene adoperata soprattutto per preparare emulsioni con i corpi grassi e per
mantenere in sospensione nell’acqua polveri insolubili. I suoi principi attivi sono
utili per guarire le mucose infiammate dell’intestino e dell’apparato respiratorio.
Inoltre è un ottimo purgante.
ACANTO

Famiglia: Acantacee.
È una pianta erbacea perenne con grandi foglie pennatifide e fiori bianchi,
rosei o porporini, disposti in lunghe spighe. Cresce spontaneamente fra i ruderi
di tutta la zona mediterranea ma è anche coltivata come pianta ornamentale.
La specie più nota in medicina è l’Acanthus Mollis che possiede proprietà
emollienti e viene usato anche nelle infiammazioni, della gola, nelle diarree e
nelle emorragie. Per uso esterno, in lavaggi, l’infuso di acanto è adoperato nella
pratica familiare contro le irritazioni cutanee e le morsicature di insetti. L’acanto
viene anche raccomandato come diuretico.
ACERO

Famiglia: Aceracee.
È un albero che può raggiungere i 12 metri di altezza e si rinviene
comunemente nei boschi di tutta Italia. Preferisce i terreni freschi ma non umidi
e viene spesso coltivato come albero tutore lungo i filari delle vigne. I suoi
principi attivi sono contenuti nella corteccia che si raccoglie in primavera,
staccandola con la punta di un coltello. L’acero ha proprietà rinfrescanti ed
astringenti e, per uso interno, viene indicato contro le infiammazioni, le diarree e
i disturbi intestinali. Per uso esterno invece è un ottimo rimedio per pelli fragili e
arrossate.
ACETOSA
(Velenosa)

Famiglia: Poligonacee.
L’Acetosa è un’erba perenne molto simile agli spinaci a causa delle foglie a
forma di picche; essa cresce nei prati umidi e lungo i corsi d’acqua.
Ha proprietà diuretiche, rinfrescanti, febbrifughe ed antinfiammatorie.
È indicata contro le influenze, le febbri e l’emofilia. Inoltre contiene una
notevole quantità di vitamina C ed è perciò indicata nelle anemie e nella cura
dello scorbuto, malattia che oggi è fortunatamente sparita. L’infuso è utile per
curare l’acne, gli eczemi e i disturbi minori della pelle. Però è importante
ricordare che, se presa in dosi eccessive, può causare avvelenamento, soprattutto
se ne viene bevuto il succo fresco. Infine l’Acetosa, essendo particolarmente
ricca in ossalati, è sconsigliabile ai malati di fegato e alle persone affette da
calcolosi epatica e renale.
ACETOSELLA

Famiglia: Ossalidacee.
È una piantina erbacea perenne, alta al massimo 15 cm., che si trova nei
boschi delle zone montane, soprattutto nell’Italia Settentrionale. I suoi principi
attivi si trovano nelle foglie e nelle radici fresche e sono, come per l’Acetosa, la
vitamina C, l’acido di potassio e l’ossalato.
L’Acetosella purifica il sangue ed è un ottimo diuretico, depurativo,
febbrifugo e rinfrescante; è indicata nelle malattie della bocca, della gola, per gli
ascessi, le febbri, i tumori e le piaghe. Inoltre può essere usata come lucido o
smacchiatore, per pulire i mobili di vimini, l’argento e per eliminare le macchie
d’inchiostro dai vestiti.
ACHILLEA MOSCATA

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea perenne, alta da un minimo di 10 cm. a un massimo di
50 cm., che emana un forte odore canforato. Vive nei luoghi sassosi e nella
regione Alpina, dal Piemonte al Friuli. Gli antichi la consideravano l’erba del
guerriero poiché deve il suo nome al mitico Achille il quale, dietro suggerimento
della dea Venere, la usò per cicatrizzare la sua ferita che altrimenti sarebbe stata
mortale.
Infatti, applicata localmente è fortemente cicatrizzante, inoltre è leggermente
diuretica, digestiva e aromatica. Serve a controllare gli sbalzi di pressione e a
normalizzare la circolazione del sangue. Il suo gusto amaro stimola l’appetito ed
è un ottimo rimedio negli stati di debolezza.
ACONITO
(Velenosa - Mortale)

Famiglia: Ranuncolacee.
L’Aconito è una pianta erbacea perenne alta fino a 150 cm. e cresce nei
campi umidi e fertili delle zone montagnose. I suoi fiori azzurri sono molto belli
e decorativi ma il suo veleno è potentissimo e non se ne deve fare uso alcuno
senza prescrizione medica. Tutte le parti della pianta contengono aconitina, un
veleno che agisce eccitando e poi paralizzando i centri nervosi e la morte
avviene per arresto cardiaco e respiratorio. Nelle radici si trovano due sostanze
altrettanto velenose: la Napellina e la Neopellina. L’Aconito ha proprietà
analgesiche, antinevralgiche, moderatrici del cuore, decongestionanti, diuretiche.
Viene usato per l’angina, il mal di denti, i dolori reumatici, la sciatica, la
gotta, i dolori facciali, le congestioni polmonari, le elevate pressioni arteriose e
per normalizzare la respirazione. È cardiotonico.
ACORO (Calamo aromatico)

Famiglia: Aracee.
È una pianta erbacea perenne alta dai 50 ai 150 cm. Cresce presso le acque
stagnanti, ai margini delle paludi, lungo i ruscelli dal corso lento e nei pantani. Il
suo rizoma contiene un olio profumato, volatile ed amaro, da cui si ricavano
principi attivi molto utili per stimolare l’appetito e facilitare la digestione.
Inoltre, per le sue pregiate caratteristiche amaro-toniche e aromatizzanti, viene
impiegato nell’industria liquoristica e delle bevande in genere.
ACTEA
(Velenosa)

Famiglia: Ranuncolacee.
È un’erba perenne che cresce nei boschi ombrosi e montani delle Alpi e degli
Appennini. La sua radice ha proprietà emetiche (cioè capaci di provocare il
vomito), purgative e sudorifere purché usata in piccolissime dosi. Infatti la
pianta è velenosa e sarebbe prudente astenersi dall’usarla nell’ambiente
familiare. È opportuno rivolgersi al medico per l’uso e le dosi. Il decotto di
foglie veniva un tempo impiegato per la cura della rogna e della scrofola.
ADONIDE
(Velenosa)

Famiglia: Ranuncolacee.
È un’erba perenne alta da 10 a 30 cm., assai rara allo stato spontaneo.
L’Adonide deve il suo nome al mitico cacciatore Adone che fu ucciso da un
cinghiale e il cui sangue venne trasformato in fiori da Venere-Afrodite che lo
amava. L’allusione sì riferisce alla specie con i fiori rossi (Adonis Aestivalis).
Essa ha parecchie proprietà terapeutiche: esercita azione tonico-cardiaca senza
determinare ipertensione, è indicata nelle miocarditi transitorie delle malattie
infettive ed è diuretica. Ma, eccedendo nella dose, si può avere avvelenamento e
perfino la morte. Infatti è una pianta molto velenosa e non se ne deve fare uso
alcuno senta prescrizione medica. La sua tossicità si trasmette al latte delle
pecore, mucche e capre che ne hanno mangiato.
AGRIFOGLIO

Famiglia: Aquifoliacee.
È un arbusto, alto fino a un massimo di 10 cm., che nasce spontaneo in
Europa, Asia Minore, Persia e Cina. Si trova nei boschi delle regioni
submontane ed è diffuso come pianta ornamentale natalizia. Ha foglie dentellate
di un verde lucidissimo, fiori bianchi e bacche rosse e tossiche. Possiede
proprietà diuretiche, tossifughe, antireumatiche, antiartritiche e febbrifughe. È
molto importante ricordare che le bacche sono fortemente purgative e possono
dare nausea e vomito, quindi il loro uso è da sconsigliare.
AGRIMONIA

Famiglia: Rosacee.
È una pianta erbacea perenne dal fusto eretto alto da 30 a 80 cm.
L’Agrimonia è diffusa in tutta Italia specialmente nei luoghi soleggiati e asciutti,
nei boschi e nei prati, dalla zona mediterranea a quella montana. È conosciuta
anche sotto il nome di Eupatoria che pare derivi dal mitico Mitridate Eupatore il
quale divenne famoso per avere abituato il proprio corpo a ricevere giornalmente
una piccola quantità di veleno, in modo da evitare di morire avvelenato in
qualche congiura.
Ha proprietà astringenti, diuretiche, antidiabetiche, cicatrizzanti,
antipruriginose e viene indicata contro la diarrea, la dissenteria, la litiasi renale,
il diabete, l’epatismo, l’obesità, l’asma, le perdite bianche, le angine, le stomatiti,
le piaghe infette.
ALCHEMILLA

Famiglia: Rosacee.
L’Alchemilla è una pianta provvista di un rizoma legnoso che termina in una
rosetta di foglie verdi divise in 7-11 lobi arrotondati. I suoi fiori sono di color
giallo-verdastro e piuttosto piccoli. Cresce nei campi umidi, nei boschi aperti,
nelle regioni montane e, sopra i mille metri, forma interi tappeti. La tradizione
popolare le attribuiva la virtù miracolosa di ridare la verginità perduta ed ancora
oggi, sebbene per scopi diversi, questa pianta è molto usata in ginecologia.
Infatti, avendo proprietà emostatiche è molto efficace nella cura delle
mestruazioni troppo abbondanti, delle perdite bianche, delle emorragie interne
ed esterne. È un ottimo antinfiammatorio ed attenua il mal di gola e di denti.
ALLIARIA

Famiglia: Brassicacee /Crucifere.


È una pianta erbacea annuale dal fusto alto fino a 100-120 cm.
Deve il suo nome al forte odore agliato che emana quando si sfregano le
foglie tra le dita. Si trova nei boschi e nelle siepi di tutta Italia, dalla zona marina
a quella montana e si raccoglie da maggio a luglio. Le sue foglie si utilizzano in
infuso e sono un eccellente depurativo. L’Alliaria ha proprietà espettoranti,
antisettiche e iperemizzanti cioè capaci di aumentare la quantità di sangue
presente nei capillari di un organo. Viene indicata nelle affezioni dell’apparato
respiratorio quali le tossi catarrali, nella detersione di piaghe e ferite infette e per
la cura dei geloni. Infatti, applicata localmente su questi ultimi, ne riattiva la
circolazione locale.
ALLORO

Famiglia: Lauracee.
È un albero sempreverde che allo stato spontaneo può raggiungere anche i 12
m. di altezza, ma nei giardini è coltivato come siepe od arbusto. È originario del
Mediterraneo e veniva usato dagli antichi Greci e Romani per incoronare i
vincitori e i personaggi illustri. Oggi è considerato soprattutto una pianta
culinaria per le sue caratteristiche aromatiche, ma i suoi oli naturali sono
ingredienti importanti nella preparazione di ricette mediche.
Ha proprietà aperitive, digestive, antisettiche, stimolanti, espettoranti,
diuretiche e antispasmodiche (cioè capaci di rilassare le fibre muscolari
contratte). Gli infusi di foglie di Alloro purificano il tubo digerente e favoriscono
l’eliminazione dei gas intestinali. L’unguento di bacche è utile contro i dolori
reumatici.
L’Alloro possiede inoltre proprietà emmenagoghe, cioè capaci di stimolare la
comparsa o l’aumento del flusso mestruale quindi è un ottimo rimedio nelle
mestruazioni dolorose.
ALOE

Famiglia: Liliacee.
È un tipo di pianta grassa con fusto molto corto, foglie carnose disposte a
rosetta, fiori color rosso porpora o arancio in pannocchie portate da uno scapo
più o meno allungato. Proviene dall’Africa, oggi viene coltivato anche in Sicilia
e nell’Italia meridionale. Possiede proprietà purgative, digestive, aperitive.
È un ottimo amaro ed entra nella composizione di molti liquori ed elisir,
inoltre il suo uso è consigliato agli ammalati di fegato perché aumenta la
secrezione di bile. È emmenagogo, cioè provoca la comparsa delle mestruazioni
e viene controindicato nelle emorragie, nelle gravidanze, nei periodi mestruali,
nelle calcolosi e nelle infezioni della vescica.
ALTEA

Famiglia: Malvacee.
È una pianta erbacea con fusto eretto alto da 50 a 150 cm., foglie lobate e
coperte di peluria, fiori a grappolo di color rosa chiaro. Cresce in Europa e
nell’Asia occidentale nei luoghi umidi e paludosi. L’altea è una pianta molto
usata in medicina e conosciuta fin dall’antichità: con essa si preparano tisane,
sciroppi e medicamenti per uso esterno.
Possiede proprietà espettoranti, decongestionanti, emollienti, lassative e
diuretiche.
Viene indicata nelle malattie della gola e delle vie respiratorie, come sedativo
della tosse, nelle diarree, nelle enteriti. I suoi estratti vengono utilizzati in
cosmetica come addolcenti e decongestionanti per pelli delicate e fragili.
AMARENA

Famiglia: Rosacee.
È un arbusto originario dell’Asia Minore ed oggi coltivato in tutta la zona
temperata. Ha poche esigenze e cresce anche spontaneamente nei boschi e nelle
siepi. Le proprietà terapeutiche di questa pianta vengono ricavate dai peduncoli
dei frutti che si raccolgono completamente maturi e si essiccano all’ombra. I
frutti invece sono rinfrescanti, dissetanti e contengono vitamine C e B.
L’Amarena ha proprietà antiuriche, diuretiche, antigottose e viene indicata nella
cura della nefrite, della cistite, dei calcoli vescicolari e renali.
ANEMONE PULSATILLA

Famiglia: Ranuncolacee.
Esistono diverse varietà di Anemone: quella Alpina che cresce in prevalenza
sulle Alpi ed è di colore bianco, l’anemone Vernalis che ha fiori di color viola e
bianco e l’Anemone Pulsatilla che si trova solitamente sugli Appennini ed ha
fiori campanulati di color violaceo. Quest’ultima è una pianta erbacea perenne,
alta da 5 a 30 cm., che cresce nelle zone calde e assolate ed è tossica.
Nelle campagne viene anche chiamata “erba del vento”. Contiene anemonina
un alcaloide la cui azione è sedativa e antispasmodica e quindi viene utilizzata
contro gli spasmi nervosi, soprattutto degli organi genitali e contro i dolori
mestruali.
Viene anche indicata nella cura della pertosse, dell’asma, delle nevralgie e
delle emicranie.
ANETO

Famiglia: Apiacee/Ombrellifere.
È una pianta aromatica originaria dell’India ma da lungo tempo coltivata in
Italia dove cresce anche allo stato selvaggio. Ha fusto eretto, foglie molto
frastagliate e filiformi, piccoli fiori gialli disposti in ombrelle e frutti ellittici
marroni.
È una delle molte erbe menzionate nei papiri egiziani e viene comunemente
chiamata “falso anice” o “finocchio bastardo” perché, per il suo aroma e per le
sue proprietà terapeutiche rassomiglia al finocchio. I frutti dell’Aneto hanno la
caratteristica di agire come antispastici e di attenuare i dolori intestinali, il
vomito, il singhiozzo. L’infuso costituisce un eccellente stimolante delle
funzioni digestive ed è valido anche come diuretico.
È un antinfiammatorio ed è utile nelle infezioni della bocca. Viene usato
come erba culinaria per aromatizzare le salse e nella pasticceria casalinga.
ANGELICA

Famiglia: Apiacee/Ombrellifere.
Esistono due tipi di angelica le quali hanno un aspetto molto simile:
l’angelica arcangelica che viene coltivata per i suoi piccioli aromatici usati in
pasticceria e in liquoristeria, e l’angelica selvatica che nasce spontanea nei
luoghi umidi ed ombrosi di tutta Italia. L’angelica è una pianta che può
raggiungere i due metri di altezza; ha lucenti foglie verdi e fiori verde pallido
che appaiono in luglio e durano fino a settembre. In passato i suoi semi venivano
bruciati nelle case per diffondere il loro soave profumo e le sue radici erano
chiamate “radici dello spirito santo” per le virtù curative che esplicavano in
molte gravi malattie quali la peste. L’angelica arcangelica possiede proprietà
digestive, stimolanti, aperitive, antispasmodiche, emmenagoghe.
Viene indicata negli stati di affaticamento generale, nel vomito spasmodico,
nelle insufficienze epatite, nelle emicranie nervose, nelle insufficienze mestruali,
nelle digestioni lente e difficili. È un ottimo antidoto contro il veleno della cicuta
e della belladonna. L’angelica silvestre possiede le stesse proprietà dell’angelica
arcangelica ed inoltre è utilissima contro il catarro bronchiale e le coliche
intestinali. Bisogna però ricordare che entrambe le angeliche hanno la stessa
caratteristica di essere stimolanti a dosi basse e deprimenti ad alte dosi.
ANICE VERDE

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta annua aromatica originaria dell’Asia ma oggi diffusa in vari
paesi specialmente in Spagna. L’anice compare anche allo stato selvatico e
cresce in luoghi ricchi di sostanze nutritive, soleggiati e al riparo dai venti. È una
delle più antiche piante coltivate ed era in passato una delle più conosciute fra le
aromatiche e curative. È usato nell’arte dolciaria per fare biscotti, pasticcini,
liquori e, per il suo sapore dolciastro, viene anche usato per correggere il gusto
di alcuni farmaci contenenti sostanze amare. Ha proprietà aperitive, digestive,
sedative degli spasmi nervosi e viene indicato per stimolare l’appetito, per
facilitare la digestione e nei casi di eccitazione nervosa.
ARANCIO

Famiglia: Rutacee.
È un albero originario dell’India e della Cina alto fino ad un massimo di 5 m.
Ha foglie di color verde vivo, fiori bianchi e frutti sferici con buccia di uno
splendido colore arancione o porporino. I suoi fiori sono considerati sin
dall’antichità simbolo di castità e vengono usati per confezionare mazzi nuziali.
Si conoscono diverse qualità di arancio di cui le più importanti sono:
l’arancio dolce a maturazione precoce e l’arancio amaro dai cui fiori si ricava
l’essenza di neroli che è il costituente di molte preparazioni cosmetiche
decongestionanti. Ha proprietà digestive, aperitive, sedative, aromatiche,
antispasmodiche. Viene usato per favorire la digestione, per i dolori di stomaco,
per l’insonnia e l’eccitazione nervosa. Contiene molta vitamina C per cui è
indicato negli stati di anemia, di decalcificazione, di mancanza di fosforo e
nell’età dello sviluppo. Le scorze di arancio, nella varietà dolce e amara, sono
molto usate nell’industria liquoristica e in quella alimentare in genere.
ARGENTINA

Famiglia: Rosacee.
È una pianta erbacea vivace diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale ed in
quella centrale. Cresce di preferenza nei luoghi erbosi, ai margini dei fiumi e
degli stagni, ai bordi delle strade. Ha un rizoma corto che termina in una rosetta
di foglie di color argenteo nella parte inferiore e fiori gialli.
Possiede proprietà astringenti, antispasmodiche, antiemorragiche,
antinfiammatorie, antidiarroiche e cicatrizzanti. Cura le diarree, le convulsioni, i
crampi allo stomaco, i dolori mestruali, le infiammazioni cutanee.
Viene usata come antiemorragico nelle emorragie intime e per cicatrizzare
ferite e piaghe.
ARNICA
(Velenosa - Mortale)

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea perenne alta da 30 a 60 cm. con fiori riuniti in capolino
di color giallo - arancione. È una delle più belle piante alpine e tra le più
popolari in tutto il mondo però è anche molto velenosa e può provocare
malesseri anche gravi e quindi deve essere usata sotto controllo medico.
Ha molte proprietà medicinali e si dice che Goethe usasse gocce di arnica per
rafforzare il suo cuore affaticato: infatti con gli estratti di questa pianta si
preparano molte medicine che servono a stimolare il cuore e la circolazione.
Inoltre combatte le ecchimosi, le contusioni, le distorsioni, gli strappi muscolari.
Per uso interno viene anche indicata per combattere l’arteriosclerosi, gli spasmi
arteriali, le paralisi e la pertosse.
ARTEMISIA

Famiglia: Asteracee/Composite.
L’artemisia o amarella è un’erba perenne che cresce quasi dappertutto; essa
preferisce i terreni ricchi di sostanze azotate ed è perciò abbondante vicino alle
zone abitate, lungo le strade, sui pendii e sulle rive dei fiumi. Ha fusti eretti di
colore rossiccio, foglie inferiormente lanose e superiormente di color verde
scuro e capolini gialli oblunghi. Per le sue proprietà regolatrici del ciclo
femminile è stata dedicata alla dea greca Artemide, protettrice delle vergini. È
una pianta aromatica e viene impiegata come base amaricante e aromatizzante di
molti aperitivi e digestivi. Bisogna però ricordare che l’impiego di questa pianta
deve essere moderato poiché, ad alte dosi, l’Artemisia può produrre
intossicazioni e aborti.
ASPARAGO

Famiglia: Liliacee.
È una pianta erbacea perenne che viene estesamente coltivata per la
produzione dei turioni i quali hanno proprietà depurative e diuretiche. Cresce
anche allo stato spontaneo nelle zone marine sino alle zone submontane.
Ha rizoma grosso e corto dal quale spuntano germogli commestibili, foglie
piccolissime che sembrano scaglie e fiori penduli di colore verdastro e a forma
di campanula. I turioni contengono inoltre vitamina A e B e sono utili nelle
anemie, nelle astenie fisiche e intellettuali e nelle demineralizzazioni. Essi, come
le verdure vanno consumati preferibilmente crudi, grattugiati nelle insalate o
cotti a vapore per non disperdere i sali. Le sostanze contenute nelle radici curano
invece i dolori renali, l’ittero e le idropisie cioè quei disturbi in cui la ritenzione
di acqua nei tessuti provoca scompensi.
ASSENZIO

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea perenne che nasce in luoghi incolti e asciutti, lungo le
strade, fra i cespugli e i ruderi. Dà il nome ad una bevanda molto alcolica il cui
uso prolungato potrebbe risultare particolarmente dannoso alla salute poiché
provoca seri disturbi al sistema nervoso. È un amaro proverbiale e favorisce la
digestione stimolando lo stomaco e il fegato. Cura l’inappetenza e viene indicato
nelle convalescenze e nelle anemie. Inoltre l’assenzio allontana gli insetti e basta
un po’ di succo fresco sulla pelle per sconfiggere le fastidiose zanzare.
AVENA

Famiglia: Graminacea.
È una pianta annuale con fusti alti, vuoti ed erbosi, e fiori disposti in
spighette pendenti in pannocchie terminali. Viene coltivata per il suo alto valore
nutritivo ed anche per sfamare gli animali domestici. Contiene un elevato
numero di vitamine e di calcio e viene consigliata nelle diete macrobiotiche per
la presenza della crusca che stimola la mobilità intestinale e rinfresca e
disintossica l’organismo. La paglia d’avena è molto usata in medicina e
l’omeopatia fa uso di un’essenza preparata con fiori freschi; la farina di avena
invece viene usata esternamente come purificante e come cosmetico. I suoi semi
hanno proprietà espettoranti e vengono applicati in cataplasmi per uso esterno.
L’avena possiede anche proprietà rinfrescanti ed emollienti ed è ottima in
decotto per le pelli aride e irritabili. È infine un eccellente diuretico.
BALSAMINA

Famiglia: Balsaminacee.
È una pianta a annuale alta 20-80 cm. con fusto traslucido, fiori ascellari di
vario colore, e capsula con valve che a maturità scagliano lontano i semi. Viene
volgarmente chiamata “non mi toccare” perché ha la caratteristica di lanciare a
distanza i semi che contiene non appena la si urta.
Cresce allo stato selvatico fino alla zona submontana e nei luoghi
ombreggiati della zona montana di tutta Italia.
Possiede proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti, diuretiche e depurative.
Per uso esterno viene usata sulle pelli infiammate e congestionate, sulle
emorroidi e per detergere ferite, mentre per uso interno viene utilizzata per
aumentare la diuresi e come depurativo.
BARBA DI BECCO

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea biennale con radice fittonante, foglie allargate ad
abbracciare il fusto e fiori gialli raccolti in capolini. È una pianta diffusa in tutta
Italia dalla regione padana ai pascoli alpini e in tutti i luoghi erbosi. Dioscoride
la chiamò “Tragopogon” cioè barba di capra, forse alludendo all’aspetto curioso
dei suoi frutti oblunghi e piumati. Possiede proprietà depurative ed inoltre
contiene un polisaccaride molto importante dal punto di vista dietetico perché
può sostituire gli zuccheri che sono dannosi ai diabetici. La barba di becco è nota
per le sue utilizzazioni alimentari: i germogli, le foglie e le radici sono infatti
ottime verdure ricche di zucchero e vengono consumate cotte.
BARDANA

Famiglia: Composite.
È una pianta erbacea perenne con piccoli fiori rossi raccolti in capolini sferici
circondati da brattee uncinate che si attaccano alle vesti e al vello degli animali
attuando così la disseminazione. Cresce nei terreni ricchi di azoto, nei prati
alpini, tra le macerie, nei terreni incolti dal mare alla montagna. Secondo alcuni
è un’erba infestante mentre in Giappone ad esempio, è un ortaggio e le sue radici
vengono coltivate, selezionate e consumate come tali. È una pianta medicinale
nota fin dall’antichità e possiede proprietà depurative, diuretiche, sudorifere,
lassative, antidiabetiche, antivelenose, antisifilitiche, antibiotiche contro i batteri
Gram-Positivi.
Estremamente viene usata per combattere l’acne, gli eczemi, le piaghe
purulente e le varici. Per uso interno cura la tigna, il morbillo, la sifilide, i
reumatismi, la gotta, il diabete, ed è un ottimo antidoto contro il veleno della
vipera.
BASILICO

Famiglia: Labiale.
È una pianta erbacea annuale alta fino a 50 cm. con foglie ovali molto
aromatiche e fiori chiari raccolti in spighe. È originaria dell’India dove cresce
tutt’oggi e dove viene usata sia per le sue virtù gastronomiche che come antidoto
al morso dei serpenti velenosi. Il nome deriva dal greco “basileus” che significa
“re” e gli antichi ebrei, greci e romani lo usavano per sostenersi durante i periodi
di digiuno. Viene coltivato negli orti per uso culinario e profuma numerosissime
ricette. Possiede proprietà digestive, antispasmodiche, antinfiammatorie e viene
indicato per attenuare i crampi allo stomaco e all’intestino, per facilitare la
digestione, per purificare l’alito e per recare sollievo nelle infiammazioni della
bocca e della gola. L’acqua distillata del basilico è un ottimo tonico analcolico.
BELLADONNA
(Velenosa)

Famiglia: Solanacee.
È una pianta erbacea con fusto carnoso alto circa 1 m., foglie ovate, fiori
bruni ascellari, bacche brune e lucenti. Cresce nei boschi montani, specialmente
ombrosi della zona alpina e appenninica ed è velenosissima per l’uomo ma di
grande valore medicinale. L’avvelenamento da bacche è abbastanza comune e i
bambini dovrebbero essere istruiti a fare attenzione; nel caso ciò si verificasse è
opportuno come primo intervento indurre al vomito e somministrare tavolette di
carbone. Questa pianta ha avuto un ruolo importante nella Magia Nera del
Medioevo, infatti, la famosa pomata delle streghe usata nelle pratiche di
avvelenamento mediante frizione sulla pelle era composta da “belladonna”.
Nella mitologia greca invece il nome belladonna fa riferimento all’uso che ne
facevano le belle donne per dare brillantezza ai propri occhi. A dosi molto
elevate ha azione allucinogena e sembra sia stata usata nell’antichità da
tossicomani per provocare sogni ed evadere dalla realtà. A dosi ridotte è uno
stimolatore cardiaco ma la sua azione tossica richiede il controllo del medico. La
belladonna entra nella composizione di molti preparati per attutire le tossi,
specialmente quelle convulsive.
BERGAMOTTO

Famiglia: Rutacee.
È un piccolo albero simile all’arancio, con fiori bianchi e frutto giallo e
rotondo. Secondo alcuni è da ritenersi un incrocio naturale tra l’arancio e il
limone: non esiste allo stato spontaneo ed è coltivato specialmente in Calabria
per la produzione dell’essenza. In cosmetica l’essenza di bergamotto che si
estrae dalla buccia del frutto omonimo viene usata come componente di profumi
e di molti prodotti abbronzanti. Serve a disinfettare la cavità orale, la pelle e le
zone ascellari e a normalizzare le pelli grasse. Inoltre possiede proprietà
stimolanti capaci di riattivare la circolazione sanguigna e viene usato nella cura
dei geloni.
BETONICA

Famiglia: Labiate.
È una pianta erbacea perenne con fiori rosa riuniti in spiga e foglie dalle
nervature molto marcate. Cresce in tutta Italia dalla regione mediterranea a
quella montana fino a 1500 metri e se ne usano le foglie, le radici e le sommità
fiorite. Era molto apprezzata nell’antichità tanto che gli Egizi le attribuivano
virtù magiche e l’applicavano per la cura di moltissime malattie. Possiede
proprietà febbrifughe, espettoranti e leggermente analgesiche cioè capaci di
calmare i dolori. Viene indicata contro l’ittero, le affezioni polmonari, le
emicranie nervose, le vertigini, i reumatismi cronici. Ha potere cicatrizzante e
per uso esterno cura le piaghe infette e le ulcere alle gambe.
BETULLA

Famiglia: Betulacee.
È un albero che può raggiungere l’altezza di 30 m., con una corteccia
biancastra che si sfoglia facilmente, foglie romboidali dal lungo picciolo e frutti
alati. Cresce nella zona montana e subalpina delle Alpi e degli Appennini in
Italia. Per uso esterno si sfruttano le sue proprietà antisettiche e astringenti che
sono molto utili nella cura dei foruncoli e dell’acne. Ma la proprietà
fondamentale della betulla è quella di stimolare la diuresi, di favorire
l’eliminazione dell’acido urico e di abbassare il contenuto di colesterolo nel
sangue. Inoltre riduce gli edemi di origine cardiaca e renale, l’ipertensione e in
alcuni casi anche la cellulite.
L’acqua distillata della corteccia e delle foglie di betulla è anche un ottimo
rimedio per irrobustire i capelli e per eliminare la forfora.
BIANCOSPINO

Famiglia: Rosacei.
È un arbusto alto fino a 5 m., che cresce ai margini dei boschi e delle foreste
ed è anche coltivato come siepe. Tutti i ramoscelli hanno spine sottili, foglie
lucide e picciolate, fiori bianchi o rosei raccolti in corimbi, frutti ovoidali di
color rosso corallo contenenti semi.
I contadini lo chiamano “spina bianca o spina di maggio” ed il suo primo uso
medicinale risale al XIX secolo grazie alla scoperta di un medico irlandese.
Recentemente gli sono stati attribuiti principi tonico-cardiaci che regolano il
ritmo del cuore ed esercitano una buona azione sedativa sugli ipertesi e sugli
arteriosclerotici. È uno fra i nostri migliori antispasmodici ed è sprovvisto di
tossicità. I frutti hanno proprietà antidiarroiche e astringenti e sono utili contro la
ritenzione urinaria.
BISTORTA

Famiglia: Poligonacee.
È una pianta erbacea dal rizoma doppiamente contorto e a forma di
serpentina da cui trae origine il suo nome. Il fusto è nodoso e rigido e porta
foglie allungate e fiori di color rosa chiaro che formano lunghe spighe. Cresce
nei pascoli umidi della zona montana e submontana delle Alpi e dell’Appennino
mentre manca nelle isole. Possiede proprietà astringenti e antinfiammatorie e
viene indicata nella cura dei disturbi intestinali quali le diarree e nelle irritazioni
del cavo orale. Il modo migliore di utilizzare la bistorta è quello di inghiottire
direttamente la polvere dei rizoma poiché la cottura ne altera i principi attivi. Il
suo infuso frizionato sul cuoio capelluto è utile per normalizzare i capelli grassi.
BORRAGINE

Famiglia: Borraginacee.
È una pianta erbacea annuale con grosso fusto succoso, grandi foglie rugose e
ruvide e fiori turchini. È diffusa in tutta Italia dalla zona mediterranea a quella
submontana e si trova sia nei luoghi coltivati che nei ruderi.
È originaria della Siria ed il suo nome deriva da due parole arabe “Abon” che
significa padre e “Rash” che significa sudore. Questa pianta infatti possiede
proprietà sudorifere ed è altamente depurativa in quanto favorisce l’eliminazione
delle scorie attraverso le urine e la sudorazione.
Alcune popolazioni dell’Europa centrale la chiamano anche “pianta del
buonumore” per le insolite proprietà di combattere gli stati di angoscia e le
depressioni.
L’infuso di fiori di borragine ha azione emolliente, tossifuga ed espettorante
mentre per uso esterno i fiori e le foglie vengono usati come decongestionanti su
pelli arrossate.
BORSA DI PASTORE

Famiglia: Crucifere.
È una pianta erbacea annua a fusto eretto, fiori in racemo e frutti a siliquetta,
di forma simile alla borsa in cui il pastore tiene il sale per gli animali.
Si trova comunemente in tutta Italia, nei luoghi coltivati, nei giardini, sui
muri, lungo le strade, nelle radure dei boschi. Ha potere emostatico e si racconta
che un pastore che curava le sue pecore con questa pianta riuscì ad arrestare
un’emorragia uterina di una donna somministrandone ogni ora il suo succo
fresco. Viene indicata nelle emorragie della menopausa, nelle mestruazioni
abbondanti in quanto ne regola il flusso, nell’emofilia, nelle emorroidi.
Possiede inoltre proprietà astringenti e viene consigliata nella cura della
dissenteria.
BOSSO
Famiglia: Buxacee.
È una pianta sempreverde con piccole foglie coriacee e lucenti, legno
durissimo e fiori verdastri talmente piccoli da passare inosservati. Cresce in
Italia dalla regione submontana a quella subalpina, preferisce i suoli calcarei ed è
abbondantemente coltivata nei giardini. Sin dall’antichità veniva impiegata nella
medicina popolare per vari usi: Santa Ildegarda la consigliava contro il vaiolo,
nel Rinascimento veniva usata come depurativo del sangue e successivamente
divenne un febbrifugo. Ancora oggi viene usata per combattere le febbri di
origine malarica, intestinale, epatica, reumatica e, in qualche caso, trionfa dove
fallisce perfino il chinino. Esercita inoltre un’azione sudorifera e diuretica.
BRIONIA
(Velenosa)

Famiglia: Cucurbitacee.
La Brionia è una pianta lunga 3 o 4 metri che si arrampica in cima a siepi e
cespugli e vive nelle regioni più calde dell’Europa Centrale. Ha foglie lobate,
grappoletti di fiori piccoli e bacche-rosse velenose. E dioica, cioè fondata da
piante maschili e piante femminili, ma può fruttificare anche senza
fecondazione. La radice contiene alcuni principi importanti usati nella
preparazione di farmaci per il trattamento della gotta, dei reumatismi e degli stati
febbrili. Però bisogna ricordare che la pianta è molto velenosa e deve essere
somministrata con estrema precisione di dosaggio.
BRUGO

Famiglia: Ericacee.
È un arbusto molto ramificato, alto 70-100 cm., con fiori rosei in lunghi
grappoli terminali e portamento ora eretto ora semisdraiato sul terreno. È
abbastanza comune nel nord dell’Italia mentre è assente nel sud e nelle isole;
preferisce i terreni silicei e cresce nei pascoli, nelle torbiere, nei boschi e nelle
radure delle pinete. Il suo nome botanico è Calluna e deriva dal greco “Kalluno”
cioè scopare; infatti le branche ramose di questa pianta vengono utilizzate per
fare scope da giardino. Possiede proprietà astringenti, antinfiammatorie,
antisettiche delle vie urinarie e antireumatiche. Per uso interno viene usato nella
cura delle cistiti, nelle leucorree, nelle albuminurie e nei reumatismi. Per uso
esterno viene invece impiegato per curare la gotta, le nevralgie reumatiche, le
macchie di rossore e le dermatosi squamose.
CACAO

Famiglia: Sterceeliacee.
È una pianta molto alta con foglie grandi e persistenti, fiori bianchi o rossi,
frutti di forma allungata e semi simili a mandorle. Da questi ultimi si estrae una
sostanza grassa, di color bianco-giallastro detta “burro di cacao” che favorisce la
rapida cicatrizzazione delle ferite e delle ragadi e serve in genere per
ammorbidire la pelle. Il seme contiene anche un alcaloide la “teobromina”, una
polvere bianca amara e inodore, che agisce sui centri nervosi ed è quindi indicata
nei casi di affaticamento o di ipertensione. La teobromina inoltre è fortemente
diuretica.
CAGLIO
Famiglia: Rubiacee.
È una pianta erbacea perenne con fiori gialli in pannocchie e frutto formato
da due acheni ciascuno contenente un seme. Cresce comunemente nei pascoli,
nei prati, nelle brughiere incolte fino alla zona montana e fiorisce dalla
primavera all’autunno. È una pianta leggendaria infatti si racconta che Gesù
nella grotta di Betlemme fosse adagiato su un giaciglio fatto con i rami di caglio.
Possiede proprietà diuretiche, antireumatiche, antispasmodiche, sedative e viene
usato per curare le emicranie, il nervosismo, il mal di stomaco. Possiede inoltre
la caratteristica di far cagliare il latte grazie al suo elevato contenuto in sostanze
acide e viene adoperato nella fabbricazione del formaggio. I fiori e le radici
hanno proprietà tintorie e colorano rispettivamente di giallo e di rosso la lana ma
vengono usate solo artigianalmente.
CALCATREPPOLO

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta erbacea perenne con foglie picciolate, spine rigide e fiori bianchi
raccolti in capolini. Cresce nei luoghi aridi della zona mediterranea e si trova
facilmente nelle zone rocciose e lungo le strade. Nella medicina del passato, la
pianta era nota ed usata per la sua azione diuretica ed afrodisiaca; oggi viene
usata anche per le sue proprietà lassative che la rendono utile agli obesi e agli
idropici. Inoltre riduce la cellulite e favorisce i processi digestivi.
CALENDULA

Famiglia: Composite.
È una pianta erbacea pelosa e dall’odore sgradevole, con foglie alterne
dentate e fiori di color giallo-aranciato. Cresce nei campi, nei giardini, nei prati
ed è presente in tutta Italia dalla zona mediterranea a quella submontana. È
originaria dell’Egitto ed il suo nome deriva dal fatto che si riteneva fiorisse al
principio, cioè alle “calende” di ogni mese.
I suoi fiori freschi o essiccati, in impacco calmano i dolori delle bruciature e
dei geloni. Tradizionalmente viene usata per estirpare calli e duroni. Possiede
inoltre proprietà antispasmodiche e viene usata nei dolori addominali e per
favorire le mestruazioni.
Infine una manciata di fiori infusi nell’acqua molto calda del bagno esercita
un effetto idratante, addolcente e decongestionante.
CAMOMILLA

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea con foglie finemente lobate e fiori bianchi riuniti in
capolini. Esistono tre specie di camomilla: la romana, la tedesca e la matricaria.
Esse hanno le medesime proprietà però la camomilla matricaria ha effetti più
rapidi e costanti ed il suo nome allude al consumo frequente che le partorienti ne
facevano. La camomilla era già molto apprezzata nell’antica Grecia e il medico
Galeno l’adoperava contro i dolori reumatici e le febbri. Infatti essa gode di
proprietà antiflogistiche e febbrifughe notevolmente efficaci ed inoltre è un
blando calmante e sedativo del sistema nervoso. L’olio di camomilla calma i
rossori e le infiammazioni cutanee, ed è molto usato in cosmetica.
L’infuso di Camomilla applicato esternamente in impacchi è utile nella cura
degli occhi arrossati e delle palpebre infiammate.
CANAPA

Famiglia: Cannabinacee.
È una pianta erbacea annuale con radice a fittone, fusto diritto e ricoperto di
peli, foglie palmato-lanceolate, fiori maschili separati in pannocchia terminale e
fiori femminili ammassati in dense infiorescenze di colore verde cupo.
Esistono diverse specie di Canapa e fra queste ricordiamo la Cannabis Sativa
che è stata largamente coltivata in Italia fino alla seconda guerra mondiale e la
Cannabis Indica che cresce spontanea in Asia suo paese originario. Ed è proprio
la Cannabis Indica che possiede proprietà farmacologiche e che secerne una
resina dal potere inebriante. I suoi principi attivi infatti sono fortemente
analgesici sedativi e narcotici e quindi viene indicata nelle affezioni dolorose del
tubo digerente quali l’ulcera e il cancro, nelle bronchiti, nelle emicranie, nelle
nevralgie, nei disturbi psichici e nelle affezioni delle vie urinarie.
CANNA

Famiglia: Poacee/Graminacee.
È una pianta erbacea perenne con fusto alto e robusto, rizoma sotterraneo,
foglie a lamina larga e piatta e grandi infiorescenze a pannocchia costituite da
spighette mosse dal minimo alito di vento. È comune in tutta Italia ed è spesso
coltivata per il suo uso come tutore nelle vigne o per sostenere ortaggi come
pomodori o piselli che necessitano di sostegno. Ha la proprietà di stimolare la
sudorazione ed è quindi molto utile per far scendere la febbre. Favorisce la
diuresi e viene indicata contro le cistiti, le oligurie, i reumatismi gottosi.
CANNELLA

Famiglia: Lauracee.
È un albero sempreverde e cresce di solito fino ad altezze di 10 metri. Ha
foglie persistenti e coriacee di color verde scuro, fiori piccoli bianco-giallastri in
pannocchie, frutto a drupa e corteccia aromatica.
La Cannella viene adoperata prevalentemente per profumare numerosi piatti
culinari ed è uno degli ingredienti della sangria, la bevanda estiva di origine
spagnola dal gusto delizioso. Ha proprietà toniche e ristoratrici, favorisce la
digestione, stimola il sistema nervoso ed è anche e un afrodisiaco.
CAPELVENERE

Famiglia: Polipodiacee.
È una piccola felce perenne con fronde di color verde-pallido composte, dal
lungo picciolo sottile e foglioline a ventaglio. Cresce nei luoghi umidi in tutta
Italia e si trova nelle fessure delle rocce, vicino alle cascate e nei pozzi. Nel
passato si credeva che avesse virtù anticalvizie ed è perciò che veniva
denominata “capelli di Venere”; oggi ha un impiego cosmetico per frizioni sul
cuoio capelluto grasso e con forfora. Per uso interno ha proprietà espettoranti e
decongestionanti ed è utile per combattere il raffreddore, la tosse e l’influenza.
CAPRIFOGLIO

Famiglia: Caprifoliacee.
È un arbusto rampicante con foglie opposte e fiori profumati tubulosi di color
bianco o porpora. Cresce in tutta Italia dal mare alla montagna e viene coltivato
nei giardini come rampicante ornamentale. Questa pianta era già conosciuta
nell’antichità e i Greci le avevano dato il nome di “periclymenum” che significa
“attaccarsi” proprio per la sua caratteristica di avviluppassi ai sostegni. Possiede
proprietà espettoranti, emollienti e antispasmodiche e viene indicato nella cura
delle tossi, delle bronchiti, del catarro e dell’asma. Inoltre calma il singhiozzo e i
sintomi infiammatori del raffreddore e dell’influenza. Per uso esterno le foglie
sono cicatrizzanti, astringenti e antinfiammatorie e vengono usate nelle
irritazioni della bocca e della gola e nelle dermatosi.
CARCIOFO

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea perenne con foglie oblunghe, fiori azzurri tubolosi e
capolini commestibili avvolti da grosse squame di color verde violaceo. Il
carciofo viene largamente coltivato in tutta Italia, specialmente nella zona
mediterranea proprio per la produzione dei capolini commestibili. La parte della
pianta che viene usata in medicina non è l’ortaggio bensì lo stelo e le grandi
foglie che hanno proprietà diuretiche depurative, protettrici del fegato, digestive,
amaricanti e ipocolesterolemizzanti cioè capaci di abbassare il tasso di
colesterolo nel sangue. Il carciofo svolge inoltre un’azione disintossicante, che
contribuisce indirettamente a rendere la pelle sana e luminosa.
CARDIACA

Famiglia: Lamiacee/Labiate.
È una pianta erbacea dalle foglie picciolate che emana un odore poco
gradevole. Cresce isolata ai lati delle strade, nelle siepi, accanto a vecchi muri e
preferisce i luoghi asciutti. È una pianta medicinale di gran fama, efficacissima
per il cuore come il suo nome (cardiaca) indica, che venne importata dall’Asia e
che si è poi diffusa in tutta l’Europa ad eccezione delle regioni mediterranee.
Essa infatti agisce come sedativo del sistema nervoso centrale e del cuore
determinando vasodilatazione, abbassamento della pressione e diminuzione della
frequenza delle pulsazioni cardiache. Viene quindi indicata per curare gli stati
ansiosi, l’isterismo, l’insonnia, la tachicardia, l’ipertensione arteriosa, le turbe
della menopausa e le affezioni nervose dello stomaco e dell’intestino.
CARDO BENEDETTO

Famiglie: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea nativa del Mediterraneo ma coltivata a scopi medicinali
soprattutto nel nord. Ha fusto peloso, foglie spinose, fiori giallognoli in capolini
e somiglia grossolanamente ai cardi selvatici. Deve il nome di “Benedetto” alle
molteplici proprietà che gli antichi le attribuivano ed ha una lunga tradizione
come stimolatore di appetito. Per le sue proprietà amaro-toniche e digestive entra
nelle preparazioni di digestivi e di vermouth; inoltre aumenta la diuresi e depura
l’organismo.
CARIOFILLATA
Famiglia: Rosacee.
È una pianta erbacea perenne, comune nei luoghi ombrosi con grosso rizoma,
foglie pennatosette e piccoli fiori gialli. Le sue proprietà sono soprattutto quelle
di stimolare l’appetito e il buon funzionamento dell’apparato digerente ed è
quindi utile nei casi di inappetenza che si manifestano nelle persone deboli o
convalescenti. Inoltre ha un buon potere astringente e viene usata nei casi di
diarrea e per evacuare i catarri intestinali.
CARLINA

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea senza fusto che cresce sui pendii pietrosi e assolati e
nelle boscaglie aperte sino alle altitudini di 2.000 m.. Le sue squame bianche a
forma di disco si aprono solo quando il sole splende e funzionano da barometro.
La carlina non appassisce mai e per questa sua caratteristica viene spesso usata
per decorazioni floreali però è anche una pianta protetta in molti paesi e perciò
non più adoperata diffusamente.
In medicina viene impiegata soprattutto come diaforetico, cioè per favorire la
sudorazione, oppure nei casi di febbre, raffreddore e influenza. Ha inoltre
proprietà digestive, amaro-toniche ed è utile nei casi di mancanza di appetito e di
digestione lenta e difficile. Infine viene anche utilizzata per favorire la diuresi.
CAROTA

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta erbacea con fiori composti bianchi e violetti, foglie pennatosette,
frutto a diachenio e grossa radice carnosa commestibile. Oltre ad essere coltivata
la carota cresce anche allo stato spontaneo nelle zone aperte e soleggiate dal
mare alla montagna. È uno dei vegetali più importanti per l’uomo ed è
conosciuta e consumata da almeno duemila anni. Contiene vitamina A, B e C;
zuccheri facilmente assimilabili e molti sali minerali: ferro, calcio, sodio,
potassio, fosforo, magnesio, manganese, zolfo e rame. Per le sue benefiche
proprietà è utilissima per combattere le anemie, il rachitismo, l’indebolimento
generale dell’organismo, le carenze di minerali e vitamine, le carie. È un
regolatore intestinale, attenua le infiammazioni dello stomaco e dell’intestino,
stimola la diuresi e depura l’organismo. Inoltre la carota previene le malattie
infettive e dell’invecchiamento soprattutto per quel che riguarda le rughe ed
usata esternamente guarisce le eruzioni della pelle e le scottature comprese
quelle solari. I semi della carota hanno proprietà aperitive e digestive e, secondo
una antica credenza, aumentano la secrezione lattea.
CARRUBO

Famiglia: Papilionate.
È un albero sempreverde con foglioline larghe, coriacee, di color verde scuro,
fiori senza corolla in grappoli rossastri e frutto commestibile. È originario
dell’Asia Minore ma è coltivato in tutta l’Italia Meridionale e in Sicilia. Il suo
frutto è un buon alimento sia per l’uomo che per gli animali e la farina dei suoi
semi entra nella composizione di molti prodotti dietetici. Il carrubo possiede
proprietà astringenti, antidiarroiche, rinfrescanti, dietetiche, emollienti,
antisettiche. Viene indicato nella cura delle infezioni intestinali come le
gastroenteriti, le coliti, e le diarree e nelle irritazioni della gola e dell’intestino.
CASTAGNO

Famiglia: Fagacee.
È un albero con scorza scura, foglie caduche, picciolate e lanceolate e frutti
commestibili contenuti in numero di due o tre entro un involucro spinoso detto
riccio. È molto diffuso sia nell’Italia settentrionale che nell’Italia meridionale ed
è largamente coltivato per i frutti e per il legno.
Le castagne infatti sono frutti molto nutritivi, contengono le vitamine B1, B2,
C e molti sali minerali. Sono consigliate nelle astenie fisiche e intellettuali, nelle
anemie dei bambini, degli anziani e dei convalescenti ad eccezione dei diabetici.
Inoltre favoriscono la digestione, e sono un buon tonico per i muscoli, i nervi e il
sistema nervoso. La corteccia del castagno è un ottimo astringente intestinale e
cutaneo mentre le foglie hanno la proprietà di calmare la tosse, disinfettare
blandamente le vie respiratorie e sedare le tossi asmatiche.
CAVOLO D’INVERNO

Famiglia: Brassicacee/Crucifere.
È una pianta erbacea spontanea con fusto eretto, foglie glauche lobate e fiori
gialli riuniti in grappoli. Viene diffusamente coltivato nei nostri orti come pianta
alimentare ma già nell’antichità era molto apprezzata come pianta medicinale.
Infatti le foglie di cavolo sono sempre state usate nella medicina popolare per
curare numerose malattie, prima fra tutte l’indigestione.
Gli impiastri composti di cavolo curano le ulcere varicose mentre i
cataplasmi calmano i dolori reumatici e le artrosi. È ricco di proteine, di vitamine
A e C e di carboidrati; inoltre contiene un principio antiulcera ed è per ciò che
viene consigliato nella cura dell’ulcera gastrica. Esistono numerose specie di
cavolo, ma bisogna ricordare che per le applicazioni locali è da preferire il
cavolo rosso.
CELIDONIA
(Velenosa)

Famiglia: Papaveracea.
È una pianta erbacea perenne con fiori gialli in ombrelle e frutto allungato a
capsula contenente numerosi piccoli semi.
Il suo nome deriva dal greco “chelidon”, cioè rondine, perché fiorisce
contemporaneamente all’arrivo di questi uccelli. È una pianta selvatica ed è
comunissima in tutta l’Italia ma a causa della sua tossicità deve essere utilizzata
con cautela. Viene chiamata anche “erba dei porri” in quanto il suo succo fa
sparire le verruche o porri. Possiede proprietà antispasmodiche, ipotensive,
colleriche cioè capaci di stimolare la cellula epatica a produrre bile, vermifughe
e purgative. Per uso interno viene indicata contro l’asma, l’ipertensione,
l’arteriosclerosi, l’angina pectoris, le affezioni epatite, i disturbi gastrici e
duodenali. Usata esternamente cura invece le malattie degli occhi, i calli, i
duroni e le dermatosi squamose.
CENTAUREA MINORE

Famiglia: Genzianacee.
È una pianta erbacea con foglie basali ellittiche e piccoli fiori riuniti in
infiorescenze cimose di color porpora. La centaurea o caccia-febbre viene
denominata anche comunemente “erba del centauro” poiché secondo la leggenda
guarì il centauro Chirone ferito al piede da una freccia scagliata da Ercole.
Cresce in tutta Italia dalle regioni montane a quelle mediterranee ma preferisce
le zone erbose fresche e umide. Ha proprietà toniche, aperitive, digestive,
febbrifughe, depurative e antinfiammatorie e viene indicata per l’inappetenza, la
debolezza generale, le digestioni lente e difficili, le convalescenze, le affezioni
febbrili, la gotta e i parassiti intestinali. Le sommità fiorite, usate esternamente,
curano le pelli arrossate, desquamate e impure. Invece, un infuso concentrato di
Centaurea è un ottimo dopo-shampoo utile per mantenere i riflessi biondi ai
capelli chiari e per purificare il cuoio capelluto.
CETRIOLO

Famiglia: Cucurbitacee.
È una pianta erbacea con fusto sdraiato e peloso, foglie cuoriformi e ruvide e
frutti oblunghi il cui colore varia dal bianco al verde scuro per divenire giallo nel
frutto maturo.
Il cetriolo è originario dell’India ma è largamente coltivato in tutta Italia per
la produzione dei suoi frutti che vengono mangiati come verdura. Inoltre i
cetrioli sono molto ricchi di vitamine e contengono una grande quantità di acqua
molto preziosa per reintegrare quella persa dal corpo umano. Il frutto fresco
possiede proprietà rinfrescanti, diuretiche, depurative, antiuriche e viene indicato
nelle intossicazioni, nelle irritazioni intestinali, nelle calcolosi e nella cura delle
artriti e della gotta. La polpa del frutto usata esternamente addolcisce,
decongestiona e idrata le pelli aride e facilmente irritabili. I semi del cetriolo
sono efficaci vermifughi soprattutto nei confronti della Tenia.
CICORIA SELVATICA

Famiglia: Asteracee /Composite.


È una pianta erbacea perenne con foglie lanceolate e commestibili, lunga
radice amara e fiorellini di un azzurro chiaro a forma di stella. Cresce spontanea
nei prati, dal mare fino alla regione montana, ma viene anche coltivata in
numerose varietà.
Le foglie e le radici contengono le vitamine C, K e P, ferro, albumina e sali di
potassio. Essa deve la sua notorietà al consumo che si fa delle sue foglie nelle
insalate e delle radici come surrogato del caffè. È un ottimo tonico ed amaro, un
buon stimolatore delle attività dello stomaco e combatte le insufficienze epatiche
e biliari. Per il suo contenuto in ferro viene anche indicata nella cura delle
anemie e delle astenie. Possiede infine proprietà depurative e detossicanti
generali che si riflettono anche nell’aspetto della pelle.
CILIEGIO

Famiglia: Rosacee.
È un albero con foglie ovali dentate, fiori bianchi in ombrelle o fascetti e
frutti carnosi a drupa, commestibili. Il ciliegio viene coltivato come albero da
frutto mentre quello selvatico cresce nei boschi di tutta Italia, specialmente nella
zona montana. I peduncoli dei frutti possiedono proprietà diuretiche, antiuriche,
antigottose e vengono indicati per aumentare la diuresi e per eliminare gli acidi
urici. Usati esternamente invece curano le pelli irritate, screpolate e con vasi
capillari dilatati.
CINOGLOSSO
Famiglia: Borraginacee.
È una pianta erbacea ricoperta di peli alta dai 40 agli 80 cm. con fiori di color
rosso o azzurro. Cresce nei boschi, nei pascoli, lungo le strade e nei campi ed ha
un odore piuttosto spiacevole di topo specialmente se si strofinano le foglie tra le
dita. Il cinoglosso è una pianta nota fin dal Medioevo per le sue proprietà
astringenti e cicatrizzanti ed ancora oggi viene usato per cicatrizzare le piccole
ragadi della bocca e dei capezzoli. Le radici di Cinoglosso contengono inoltre
sostanze leggermente narcotiche e sedative che conciliano il sonno e calmano la
tosse.
CIPOLLA

Famiglia: Liliacee.
È una pianta erbacea con foglie cilindriche e bulbo formato da tuniche
esterne sottili e tuniche interne carnose, dall’odore acuto. È originaria dell’Asia
occidentale ed è uno dei bulbi più consumati nella cucina Mediterranea. Infatti,
nell’arte culinaria, entra come condimento in tutte le salse e come ortaggio in
svariati e gustosi piatti. La cipolla cotta è un delicato regolatore intestinale.
Inoltre viene indicata nella cura delle astenie durante la crescita, nella ritenzione
dei liquidi, nell’azotomia, nei reumatismi, nelle affezioni dell’apparato
respiratorio, nel diabete, nell’arteriosclerosi e nell’obesità. Usata esternamente
cura gli ascessi, i foruncoli, le verruche, le piaghe, le punture di insetti, i geloni,
le nevralgie ai denti, le emicranie e le scottature.
CODA CAVALLINA O EQUISETO

Famiglia: Equisetacee.
È una pianta erbacea perenne dal fusto articolato con numerosi rametti sottili
che la fanno somigliare alla coda di un cavallo. È molto comune nei terreni
argillosi, sabbiosi, sui lati delle strade, nei campi, sulle banchine e nei luoghi
freschi e umidi.
Anticamente veniva molto usata dalle donne soprattutto per far brillare le
pentole di rame; oggi, invece, sono state scoperte le sue virtù terapeutiche e
viene usata nella cura di numerose malattie. Per il suo alto contenuto in silice è
una delle piante rimineralizzanti più valide per aumentare l’elasticità dei tessuti e
per ricostruire lo scheletro, e quindi viene usata per accelerare la guarigione delle
fratture. Possiede inoltre proprietà diuretiche, emostatiche, astringenti,
cicatrizzanti, antidegenerative e viene indicata per curare le ritenzioni urinarie, le
ritenzioni di acqua nei tessuti, la gotta, le emorragie, le artrosi, l’arteriosclerosi,
il diabete, il nervosismo e gli stati cancerosi. Infine favorisce le mestruazioni e si
rivela molto utile nei casi di insufficienza mestruale.
CONSOLIDA MAGGIORE

Famiglia: Borraginacee.
È una pianta erbacea che cresce nei luoghi paludosi e umidi, dalla regione
mediterranea fino al nord Italia. È sempre stata considerata un vulnerario
incomparabile e, per uso esterno, viene indicata per cicatrizzare le piaghe e per
curare le lesioni ossee, le fratture, le scottature, le ragadi al seno, le screpolature
anali e le ulcere alle gambe. Per uso interno viene invece indicata per la cura
delle ulcere digestive e dei cancri gastrici e tubercolosi. Inoltre è un ottimo
astringente e si rivela molto utile nella cura delle diarree e delle dissenterie.
CORIANDOLO

Famiglia: Apiacee/Ombrellifere.
È una pianta erbacea annuale, che emana un odore sgradevole simile alla
cimice; ha fusto eretto, fiori piccoli e bianchi, frutti glabri con semi aromatici e
medicinali.
Essa proviene dall’Oriente e venne introdotta nel nostro continente dagli
Egiziani che la mescolavano al vino per aromatizzarlo. Infatti tutt’oggi viene
usata assieme ad altri aromi per speziare la carne e conservarla più a lungo e
come condimento in cucina.
Inoltre i suoi frutti favoriscono la digestione, eliminano i gas intestinali e
attenuano i crampi addominali. Usato esternamente il coriandolo combatte i
reumatismi e viene impiegato come antidolorifico.
COTOGNO

Famiglia: Rosacee.
Il melo o pero cotogno è una pianta arborea originaria dell’Asia Occidentale
che raggiunge un’altezza di 4-6 metri. Viene coltivato nei giardini italiani
soprattutto per il suo impiego nell’industria dolciaria e per la preparazione di
conserve. Possiede proprietà astringenti, antinfiammatorie, emollienti, sedative,
dietetiche e viene indicato per regolare le funzioni intestinali, come
antinfiammatorio della bocca e della gola e per guarire le infiammazioni della
pelle e le piccole ustioni. L’infuso di foglie di cotogno usato esternamente è un
ottimo detergente delle zone ascellari e inguinali.
DIGITALE
(Velenosa)

Famiglia: Scrofulariacee.
La digitale è una pianta biennale o perenne, alta 50 cm., con fusto eretto,
foglie pelose e fiori grandi di color porpora rosato. Cresce nelle zone montane
caldo-umide ed è diffusa soprattutto in Sardegna e in Sicilia. È una delle piante
medicinali analizzata più a fondo ed è considerata il medicamento migliore per il
cuore poiché le sue foglie contengono diversi glucosidi come la digitalina, la
digitossina e la gitossina che agiscono sul muscolo cardiaco. Oltre ad essere
cardiotonica è anche diuretica poiché agendo sul cuore aumenta la pressione
arteriosa e contemporaneamente accresce la diuresi. Viene quindi indicata per
curare le tachicardie, le aritmie e le insufficienze del miocardio facendo
attenzione alla posologia per evitare gli avvelenamenti che l’uso prolungato di
questa pianta può provocare.
DULCAMARA
(Velenosa)

Famiglia: Solanacee.
È una pianta erbacea rampicante o strisciante con foglie intere, fiori violacei e
frutti rossi a bacca. Cresce in tutta Italia dalle zone marine a quelle montane e si
trova soprattutto nei luoghi freschi e umidi. Le sue bacche, se vengono ingerite,
provocano avvelenamento che, in alcuni casi, può portare alla morte per paralisi
respiratoria.
La Dulcamara, come suggerisce il suo nome, ha un gusto particolare dolce-
amaro e un odore nauseante che scompare quando i rami sono secchi. Ha
proprietà depurative, diuretiche, antisifilitiche, antireumatiche, antigottose,
antipletoriche e viene indicata nella cura delle malattie polmonari quali l’asma,
la pertosse, le pleuriti, le bronchiti e per guarire i reumatismi e la gotta. Usata
esternamente cura le dermatosi, l’acne, le emorroidi, i tumori e le contusioni.
EDERA
(Velenosa)

Famiglia: Araliacee.
È una pianta rampicante con fo glie sempreverdi che si attacca per mezzo di
piccole radici avventizie ai tronchi degli alberi e ai muri. I greci la ritenevano
una pianta sacra al dio Dionisio, infatti molte antiche rappresentazioni lo
raffigurano con in mano un tralcio d’edera. Inoltre è sempre stata il simbolo
della fedeltà in amore ed è stata anche scelta con l’alloro per incoronare i poeti.
Cresce in tutta Italia nei luoghi freschi e ombreggiati, ed è una pianta molto
efficace per calmare le tossi stizzose e per eliminare i catarri bronchiali. Però è
molto importante ricordare la sua tossicità dovuta alla presenza di saponine e
quindi si consiglia di portare molta attenzione nei dosaggi. Possiede inoltre
proprietà antinevralgiche, analgesiche, anticellulitiche e viene usata nella cura di
nevralgie, di nevriti e della cellulite.
EUCALIPTO

Famiglia: Mirtacee.
È un maestoso albero originario dell’Australia e della Tasmania dal tronco
liscio e dalle foglie alterne lanceolate e luminose. È ampiamente coltivato in
Italia specie nei luoghi paludosi poiché si credeva che avesse la possibilità di
prosciugarli e di combattere la malaria. Le sue foglie contengono un liquido
oleoso detto eucaliptolo che ha proprietà balsamiche, antispasmodiche,
anticatarrali e viene consigliato nelle malattie che colpiscono l’apparato
broncopolmonare come nei casi di bronchiti, influenze e asma. È un ottimo
digestivo, favorisce le funzioni del fegato ed è un potente battericida.
Le sue foglie usate esternamente detergono e disinfettano la pelle, leniscono
le ustioni ed hanno un effetto deodorante e stimolante se messe nell’acqua calda
del bagno.
EUFRASIA

Famiglia: Scrofulariacee.
È una pianta erbacea annuale alta dai 10 ai 40 cm. originaria delle zone
tropicali ma oggi diffusa in tutta Italia. È semiparassita poiché si attacca con le
proprie radici alle radici delle erbe vicine e viene anche chiamata “erba degli
occhi” poiché svolge un’azione benefica sugli occhi affetti da congiuntiviti
infettive e da irritazioni. Viene indicata anche contro il raffreddore, le faringiti,
le stomatiti e le infiammazioni dell’epidermide, della bocca e della gola. Infine
stimola l’appetito e favorisce la digestione.
FAGIOLO

Famiglia: Papilionacee.
È una pianta annua erbacea con fiori in grappoli di color bianco, giallo o
purpureo, fusto nano o rampicante, foglie composte da 3 foglioline e frutto a
legume. Il fagiolo fu scoperto ed importato in Europa dai Conquistadores
Spagnoli ed oggi viene largamente coltivato in tutta Italia per la produzione di
semi e di legumi. È nutritivo, energetico, ricchissimo di proteine e può
validamente sostituire la carne. I baccelli del fagiolo vengono usati in
erboristeria per combattere il diabete, l’insufficienza epatica e l’albuminuria. Gli
infusi di fagiolo costituiscono infine una valida bevanda dietetica e di conforto
per le persone affette da arteriosclerosi, diabete e da carenze vitaminiche e
proteiche.
FARFARA

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea con rizoma sotterraneo, foglie cuoriformi e fiori gialli
che compaiono prima delle foglie. Per questa sua caratteristica fioritura venne
denominata nel Medioevo “Il figlio prima del padre”. La Farfara è diffusa in
Europa ed in Asia settentrionale ed ama crescere nei luoghi umidi e nei terreni
argillosi. È una delle piante più valide per la cura della tosse ed essendo anche
espettorante è utile nei casi di influenza, raffreddore, laringiti, tracheiti e
bronchiti.
Usata esternamente in infuso calma le irritazioni della pelle e delle mucose
esterne (zone intime); inoltre è un ottimo astringente, emolliente e lenitivo per
pelli impure e sensibili.
FELCE MASCHIO
(Velenosa)

Famiglia: Polipodiacee.
È una felce perenne che cresce in tutta Europa specialmente nei boschi
freschi e ombrosi. Il suo rizoma più o meno allungato è ricco di proprietà
officinali note già nell’antichità per le sue spiccate qualità vermifughe
particolarmente attive nei confronti di tenie e ascaridi. Infatti i principi attivi
contenuti in questa pianta paralizzano i vermi solitari che vengono in tal modo
espulsi facilmente mediante un purgante. Le sue fronde fresche o secche,
applicate esternamente sulle parti interessate, curano le artriti e i reumatismi ed
inoltre allontanano le cimici e i parassiti dell’uomo. Bisogna però ricordare che
la felce maschio è una pianta tossica e va usata sotto controllo medico poiché
può causare avvelenamenti, talvolta anche mortali, soprattutto nei bambini.
FICO

Famiglia: Moracee.
È un albero con la corteccia liscia e grigia, foglie palmato-lobate e frutti dolci
e carnosi. È una delle piante alimentari più importanti nelle regioni meridionali e
contiene circa il 50% di zucchero invertito. I frutti del fico possiedono buone
proprietà salutari ed esercitano delicate azioni lassative utili soprattutto nei
bambini.
Il decotto di fichi secchi è un ottimo emolliente per la gola e sedativo per la
tosse. Infine il lattice è utile per estirpare calli, porri e verruche e per far
scomparire le efelidi ma va usato con molta cautela specialmente sulla pelle del
viso.
FICO D’INDIA

Famiglia: Cactacee.
È una pianta grassa di origine messicana con foglie trasformate in spine e
fusti appiattiti, verdi, simili a foglie successive. Oggi si è largamente diffusa in
varie parti del mondo e viene impiegata per costruire alte e impenetrabili
recinzioni in terreni coltivati. I suoi frutti hanno un certo valore nutritivo per il
loro contenuto in zuccheri e sono inoltre rinfrescanti, dissetanti e astringenti.
Il succo della pianta fresca è un ottimo rimedio nelle malattie di fegato, i fiori
invece aiutano la diuresi ed esercitano lievi proprietà antispasmodiche sugli
intestini.
FINOCCHIO

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta spontanea comune in tutta la zona mediterranea, dal piano
costiero a quello submontano. Il fusto, alto uno o due metri, è cilindrico, le foglie
divise in lobi filiformi, i fiori gialli e i semi aromatici e piccanti.
La radice del finocchio ha proprietà diuretiche, aperitive, carminative e
facilita il flusso mestruale; i frutti stimolano l’appetito, favoriscono la digestione
e bloccano i processi fermentativi intestinali. L’infuso di frutti usato
esternamente cura le ecchimosi, le gengive infiammate e profuma l’alito cattivo.
I semi consumati crudi e masticati aiutano a prevenire l’influenza.
FRAGOLA

Famiglia: Rosacee.
La fragola è una pianta perenne con rizoma orizzontale da cui partono le
foglie e i fusti. I fiori sono bianchi con calice rinforzato da un calice esterno; i
frutti veri e propri non sono le fragole rosse e carnose ma acheni di colore bruno
che sono i cosiddetti puntini della fragola. Le fragole selvatiche crescono
spontaneamente nei boschi e nei luoghi umidi e ombrosi di tutta Italia ma
vengono anche ampiamente coltivate per ottenere incroci con specie esotiche e a
frutto grosso. Il rizoma della fragola ha proprietà aperitive, diuretiche e
depurative che possono essere sfruttate nei casi di insufficienza epatica, nei
reumatismi, nelle calcolosi e nella gotta.
La fragola è nutritiva, rinfrescante, remineralizzante, depurativa,
disintossicante, battericida, lassativa e regola le difese naturali dell’organismo.
Viene indicata nella cura delle anemie, delle astenie, artriti, gotta, arteriosclerosi,
ipertensione, affaticamento del fegato, intossicazioni. Il decotto di foglie usato
per fare sciacqui e gargarismi guarisce le mucose boccali infiammate.
FRANGOLA

Famiglia: Ramnacee.
È un arbusto o un piccolo albero alto pochi metri con foglie ellittiche, fiori
piccoli giallo-verdastri e drupe nere a proprietà medicinali. Il suo nome deriva
dal latino frangere, che significa rompere, ed allude alla fragilità dei suoi rami. È
una pianta diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale, in Europa e in Asia
Minore e cresce in terreni acidi e pesanti e in prossimità di corsi di acqua.
Le proprietà principali della corteccia di frangola sono quelle di stimolare le
funzioni intestinali svolgendo una delicata azione lassativa che non provoca
pesanti irritazioni sulle mucose dell’intestino. Viene perciò indicata nei casi di
stitichezza, di insufficienza biliare, di obesità, disturbi circolatori e cellulite.
FRASSINO

Famiglia: Oleacee.
È un grande albero dalla corteccia bruna con foglie caduche, fiori poco
appariscenti, frutto a samara di colore bruno lucente.
Cresce dal mare alla regione montana di tutta Italia e viene anche coltivato a
scopo ornamentale e come tutore nelle vigne. Le sue foglie hanno proprietà
diuretiche, sudorifere, depurative, purgative ed antigottose, il suo infuso usato
esternamente cura i reumatismi e le artriti.
La corteccia è un buon tonico ed un ottimo febbrifugo, il frutto viene
impiegato soprattutto come blando lassativo.
FUMARIA

Famiglia: Papaveracee.
Il nome di questa pianta deriva dal suo aspetto evanescente e dal suo colore
grigiastro che da lontano danno l’impressione del fumo. Viene anche
denominata comunemente “piede di gallina” e cresce spontaneamente in tutta
Italia nei luoghi erbosi, nelle vigne, nei terreni di scarico e nei giardini. È una
pianta erbacea annuale con piccoli fiori rosei o bianchi riuniti in grappoli e frutto
a noce contenente un seme finemente punteggiato. La Fumaria ha soprattutto
proprietà depurative dell’organismo ed è inoltre benefica per il fegato e nella
cura delle congestioni epatiche. Aiuta a combattere l’anemia e lo scorbuto ed è
un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’arteriosclerosi e dell’ipertensione.
Bisogna però ricordare che per il suo contenuto in alcaloidi deve essere usata
sotto controllo medico e per periodi di tempo non troppo prolungati.
GALEGA

Famiglia: Fabacee/Leguminose.
È una pianta erbacea perenne con piccoli fiori azzurri a grappolo e foglie
paripennate da cui si ricava una sostanza galattagoga cioè capace di stimolare la
secrezione lattea delle nutrici. È dotata, come l’insulina, di proprietà
ipoglicemizzanti che fanno abbassare il tasso di glicemia nel sangue ed è quindi
consigliata per la cura del diabete. Per uso esterno gli infusi di galega sono utili
in pediluvi rinfrescanti per i piedi affaticati.
GELSO NERO

Famiglia: Moracee.
La storia del gelso è strettamente legata a quella della seta e si afferma che
esso era coltivato, come era allevato il baco, in Cina 4.500 anni fa. Infatti servì a
lungo per l’allevamento dei bachi da seta, per i quali le foglie di gelso sono
l’unico nutrimento. Intorno al 1400 Ludovico il Moro fece introdurre il gelso in
Italia ma oggi la sua coltivazione si è molto ridotta a causa della crisi generale
della seta dovuta alla concorrenza delle più economiche fibre sintetiche. Il gelso
nero è una pianta arborea che produce bacche grosse e succose di color nero
lucido e dal sapore acidulo; esse sono bacche di zuccheri e vengono usate in
farmacia per la produzione di uno sciroppo ad azione astringente chiamato
sciroppo di more. Ha proprietà antidiabetiche e può essere utile anche nella cura
di diarree e contro i parassiti intestinali. L’infuso di foglie usato per gargarismi
cura l’angina mentre il decotto di foglie usato esternamente è un ottimo rimedio
contro le perdite bianche.
GENZIANA MAGGIORE

Famiglia: Genzianacee.
Secondo la leggenda il nome di questa specie deriva da Gentius, re
dell’Illiria, che pare abbia scoperto le virtù medicinali di questa pianta dai fiori
gialli che ama i monti di tutti i continenti eccetto quelli dell’Africa. La Genziana
grazie al suo principio attivo, il genziopicroside, è un ottimo febbrifugo utile
soprattutto nelle febbri malariche e intermittenti. Inoltre è una delle piante più
preziose per la digestione e viene indicata nelle atonie gastriche e intestinali,
negli stati di affaticamento generale, nelle anemie e per stimolare l’appetito. È
depurativa, antireumatica, aumenta le difese naturali dell’organismo, cura le
diarree ed elimina i parassiti intestinali. Per le sue proprietà aromatiche e
amaricanti è una delle componenti fondamentali di liquori aperitivi e digestivi, di
bibite analcoliche e di preparati farmaceutici.
GERANIO ROSSO

Famiglia: Geraniacee.
È una pianta erbacea annuale o biennale il cui nome, secondo la leggenda,
deriverebbe dal latino “ruber”, che significa rosso, colore di cui sono soffuse le
foglie e tutta la pianta. Il geranio rosso detto anche erba roberta cresce nei luoghi
freschi e ombrosi ed è un cicatrizzante ed antisettico di grande efficacia nella
cura di piaghe, scottature, contusioni, angine e stomatiti. Ha proprietà
astringenti, emostatiche, toniche ed antidiabetiche in quanto è capace di
abbassare la presenza di glucosio nelle urine dei diabetici.
GIAGGIOLO

Famiglia: Iridacee.
Il nome giaggiolo si riferisce genericamente alle numerose specie di iris che
si differenziano tra loro soprattutto per il colore. Esistono almeno 150 specie di
iris spontanee diffuse in tutto il mondo ma le specie più diffuse in Italia sono
l’iris fiorentina che ha petali bianchi soffusi di violetto, l’iris pallida che ha fiori
di colore azzurro violaceo chiaro e l’iris germanica che ha grandi fiori blu-
violacei. La specie fiorentina ha proprietà espettoranti ed è indicata nella cura di
bronchiti, asma e pertosse; la specie germanica ha invece proprietà diuretiche e
depurative e viene usata nelle infiammazioni degli organi respiratori, digestivi e
urinari. I rizomi di giaggiolo hanno un profumo molto gradevole e vengono
apprezzati in profumeria come essenze in molti profumi e in liquoreria per
aromatizzare liquori dolci e per correggere il gusto di quelli molto secchi. Inoltre
il rizoma finemente polverizzato viene usato per profumare e rendere
leggermente disinfettanti le ciprie, i talchi e i dentifrici.
GIGLIO BIANCO

Famiglia: Liliacee.
È una pianta erbacea con bei fiori bianchi odorosi a grappolo, foglie
lanceolate e frutti a capsula che a maturità si aprono liberando semi tondi e piatti
di colore marrone chiaro. È originaria dell’Asia Minore e viene coltivata come
pianta ornamentale anche se talvolta si rinviene spontanea. Il bulbo possiede
proprietà diuretiche, emollienti ed espettoranti e viene impiegato nella cura delle
ritenzioni urinarie e dei liquidi in genere, delle bronchiti secche, della tosse,
delle faringiti e delle tracheiti. La polpa del bulbo usata esternamente cura le
scottature e le infiammazioni della pelle. I petali invece sono balsamici e
detergenti e vengono usati come lenitivo nel caso di dermatosi, eczemi e pruriti.
GIGLIO GIALLO

Famiglia: Iridacee.
È una pianta che cresce spontanea ai bordi delle paludi e vicino ai corsi
d’acqua e trova impiego in erboristeria per le proprietà del rizoma che però è
anche tossico. È perciò consigliabile usarlo sotto il diretto controllo del medico.
Il giglio giallo infatti ha proprietà diuretiche e purgative ma per la sua spiccata
tossicità viene usato molto raramente. Inoltre ha la capacità di provocare il
vomito e può essere impiegato in alcuni casi di avvelenamento.
GINEPRO

Famiglia: Conifere.
È un arbusto con foglie appuntite e frutti simili a bacche nero-blu usati in
culinaria, farmacia e liquoreria. Il suo nome deriva dalla parola celtica juneprus
che significa “acre” e si riferisce al sapore delle bacche della pianta. La più
importante proprietà del Ginepro è quella di aumentare la diuresi ed è perciò
indicato nella cura dei reumatismi, delle artriti e della gotta. Inoltre ha proprietà
toniche, stomachiche e depurative e viene utilizzato per curare la stanchezza
generale, per stimolare la digestione e come antifermentativo intestinale.
Bisogna però fare attenzione nel somministrare preparati di ginepro ai soggetti
affetti da infiammazioni renali o intestinali, poiché in questi casi essi possono
provocare disturbi.
Usato esternamente ha proprietà cicatrizzanti, antisettiche e depurative e
viene indicato nella cura degli eczemi, dell’acne, delle piaghe atone, delle ulcere,
delle dermatosi e delle ferite.
GINEPRO ROSSO
Famiglia: Conifere.
È un arbusto che cresce normalmente nella zona mediterranea e che può
raggiungere i 4-5 metri di altezza. La superficie superiore delle sue foglie è
percorsa da due linee bianche separate da una nervatura verde: questo permette
di riconoscere subito il ginepro rosso dal ginepro comune.
Dai suoi frutti si ricava un olio essenziale, detto olio di Cade, facilmente
reperibile in farmacia e molto utile nella cura di molte affezioni della pelle quali
la psoriasi, l’eczema e le forme acneiche caratterizzate da una forte untuosità
della cute.
GINESTRA
(Velenosa)

Famiglia: Papilionacee.
È un arbusto che può raggiungere l’altezza di 1 o 2 metri ed è molto comune
nei terreni silicei. Ha fiori giallo-oro isolati o a coppie, foglie piccole, setose
quando sono giovani e poi glabre, semi lunghi di colore giallo bruno dai quali si
ricava una sostanza, pericolosa per la sua tossicità, detta sparteina. Essa è uno
stimolante del sistema nervoso ma se presa in dosi eccessive, può provocare la
morte per paralisi respiratoria; ha anche la capacità di rallentare gli effetti del
veleno della vipera e pare che le pecore che mangiano ginestre siano immuni al
morso di questo serpente.
L’infuso di fiori di ginestra è un efficace diuretico ed è anche di grande utilità
nelle affezioni polmonari perché aiuta l’organismo a eliminare i cloruri che
tendono ad accumularsi in seguito a queste malattie.
GIRASOLE

Famiglia: Composite.
È una pianta annua, caratterizzata da grandi capolini a fiori periferici gialli,
dai cui semi si estrae un olio commestibile cui vengono attribuite proprietà
ipocolesterolemizzanti. I suoi semi, crudi o torrefatti, curano il mal di testa,
l’eccitazione nervosa, la pertosse, la tosse e il raffreddore. Le sommità fiorite per
uso interno facilitano la digestione, aumentano la diuresi e attenuano i sintomi
del raffreddore; per uso esterno, invece, sono astringenti della pelle e delle
mucose infiammate.
GRAMIGNA
(Dente canino)

Famiglia: Poacee/Graminacee.
È una pianta perenne che cresce ovunque fino alla regione montana di tutta
Italia.
È infestante dei campi coltivati e dei pascoli ma il suo rizoma contiene
sostanze mucillaginose molto usate in medicina. Infatti la gramigna è una delle
piante diuretiche e depurative per eccellenza e il suo uso risale a tempi
antichissimi. Per le sue proprietà diuretiche combatte le infiammazioni del rene,
dell’intestino e del fegato mentre per quelle depurative reca sollievo agli artritici,
ai reumatici ed agli uricemici. Infine le tisane di gramigna costituiscono delle
ottime bevande dissetanti e rinfrescanti.
GRANTURCO

Famiglia: Graminacee.
È una pianta originaria dell’America Centrale e del Sud e fu importata in
Europa da Cristoforo Colombo. Fu la principale fonte di sostentamento dei
popoli Incas e Maja ed è ormai coltivata nel mondo intero in numerose varietà.
Le pannocchie di granturco sono ricche di sostanze grasse, proteiche, aminoacidi
e alcaloidi e sono utili anche come foraggio. Gli steli di questa pianta hanno
invece proprietà diuretiche, depurative, ipotensive e vengono indicati nella cura
delle ritenzioni urinarie, delle litiasi urinarie, delle cistiti, della gotta, dei
reumatismi, artriti, delle epatiti e delle arteriosclerosi.
IPERICO

Famiglia: Ipericacee.
È una pianta erbacea dalle foglie lunghe punteggiate di macchioline chiare
che sono minute sacche di olio essenziale, fiori gialli e frutti a capsula con
proprietà medicinali. Questa pianta era consigliata nel passato dagli stregoni per
allontanare gli spiriti del male dalle case e veniva appunto per questo chiamata
“Fuga daemoniorom”. Infatti le sue foglie, sfregate fra le dita, sprigionano odore
di incenso donde il nome popolare di “scacciadiavoli”.
L’iperico possiede proprietà balsamiche, febbrifughe, diuretiche, digestive,
aperitive e viene indicato nella cura di bronchiti, asma, febbri intermittenti,
cistiti, ritenzioni di liquidi, alterazioni delle funzioni digestive. Usato
esternamente, sotto forma di macerato oleoso, l’iperico esplica attività
cicatrizzanti e antisettiche e cura le scottature, le piaghe e le ferite.
ISSOPO

Famiglia: Labiate.
È una pianta aromatica che cresce spontaneamente nella zona mediterranea
che viene anche coltivata negli orti. I suoi fiori blu disposti in spighe contengono
un gradevolissimo olio essenziale che possiede la maggior parte di principi attivi
di questa pianticella. Infatti, nell’impiego erboristico, le sue sommità fiorite
vengono usate per sedare la tosse e gli eccessi di asma, per favorire i processi
digestivi, per eliminare i gas intestinali, per abbassare la pressione sanguigna e
per aumentare la diuresi. Per uso esterno invece l’infuso di fiori deterge piaghe e
ferite, purifica la pelle e la cavità orale e cura le ecchimosi e gli eczemi. Per le
sue proprietà odorose viene impiegato nel settore dei profumi e per quelle
aromatiche viene usato come materia prima nei settori liquoristici.
LAMPONE

Famiglia: Rosacee.
È una pianta dal fusto eretto, spinoso, con foglie composte da tre o cinque
foglioline tenere, fiori bianchi e frutti scarlatti, deliziosi e profumati. Il suo nome
botanico “Robus idaeus” deriva dal monte Ida dove secondo Dioscoride cresceva
allo stata selvaggio.
I frutti del lampone oltre ad essere un alimento energetico e dissetante
contengono una buona dose di vitamine e vengono usati nel settore
farmaceutico, liquoristico, delle bevande e dei prodotti dolciari. Possiedono
inoltre proprietà diuretiche, lassative, depurative, sudorifere, rinfrescanti,
antiscorbutiche e toniche e vengono indicati nella cura delle astenie, degli
imbarazzi gastrointestinali, delle affezioni febbrili delle dermatosi,
dell’insufficienza di traspirazione, della gotta e della stipsi.
Le foglie del lampone usate esternamente sotto forma di decotto sono lenitive
e detergenti e quindi utili nella cura delle emorroidi, delle infiammazioni della
bocca, della gola e della pelle in genere.
LAPPOLA

Famiglia: Asteracee/Composite.
È una pianta erbacea annuale, originaria dell’America, che cresce nei terreni
sabbiosi di tutta Italia. Essa viene tradizionalmente impiegata come diuretico,
depurativo e sudorifero ed è perciò indicata nella cura della gotta e di tutte quelle
affezioni dovute ad eccessi di acidi urici. Possiede inoltre proprietà astringenti ed
usata esternamente modera la secrezione di sebo, purifica la pelle, evita il
prurito, i foruncoli e le piccole pustole che danno alla pelle un aspetto malsano.
LARICE

Famiglia: Pinacee.
È un albero ad alto fusto che può arrivare a 40-50 metri di altezza ed è, dopo
l’abete rosso, la conifera più diffusa delle Alpi. Il larice è essenzialmente un
buon tossifugo, anticatarrale, espettorante ed è indicato nella cura di tossi,
laringiti e affezioni polmonari.
Estremamente viene usato per favorire l’espettorazione, per decongestionare
e purificare il naso, la gola e i polmoni. Dalla resina si ottiene la “Trementina di
Venezia” la cui essenza è diuretica e antisettica per le vie respiratorie ma può
risultare molto irritante se usata impropriamente.
LATTUGA
Famiglia: Composite.
È una pianta erbacea, con foglie dentellate e capolini giallo pallido, coltivata
ovunque negli orti in numerose varietà. Per il suo contenuto in sali minerali e in
vitamine viene consumata in grandi quantità sia cotta che cruda, mentre per le
sue virtù salutari viene usata in molti preparati erboristici. Infatti ha proprietà
calmanti, rinfrescanti, emollienti e narcotiche e viene indicata per sedare la tosse,
per rinfrescare e regolare l’intestino e per combattere l’insonnia senza ricorrere
ai sonniferi di sintesi chimica. Per uso esterno le foglie fresche, crude o bollite,
possono essere usate come cataplasmi lenitivi sulle irritazioni della pelle, sui
foruncoli e sulle scottature. La polpa delle foglie fresche è un’ottima maschera
decongestionante per le pelli sensibili e aride.
LAVANDA

Famiglia: Labiate.
Quest’erba dal piacevole aroma è originaria delle regioni costiere del
Mediterraneo ed è stata spesso usata dai romani per preparare bagni profumati.
Oggi è largamente coltivata anche in Francia e in Europa Centrale per
l’estrazione dell’essenza che viene utilizzata nell’industria dei profumi. Alla
lavanda sono riconosciute le proprietà di sedare la tosse, di attenuare le crisi
asmatiche e di favorire l’espettorazione. Inoltre ha anche il potere di calmare i
nervi, di alleviare il mal di testa, la nausea, il vomito e il singhiozzo. I fiori di
lavanda usati esternamente purificano la pelle grassa e acneica, favoriscono la
cicatrizzazione di ferite e piaghe e migliorano la circolazione sanguigna del
cuoio capelluto. Sempre per uso esterno la lavanda è ottima per purificare la
bocca e l’alito mediante sciacqui e gargarismi.
LIMONE

Famiglia: Rutacee.
L’uso di questo agrume non ha bisogno di molti commenti. Infatti, sin
dall’antichità divenne il rimedio miracoloso per combattere lo scorbuto, una
malattia dovuta a carenza di vitamina C. Il succo di limone ha valide proprietà
antisettiche e si usa come disinfettante della cavità orale e della pelle, per piccole
ferite, angine e stomatiti. Come cosmetico è un buon astringente, detergente,
schiarente e purificante ed è quindi molto indicato per la pulizia delle pelli
grasse e impure. Inoltre combatte la gotta, i reumatismi, l’artrite, la carenza di
vitamina C e la sete. Anche la scorza possiede proprietà antisettiche utili in
molte affezioni dell’apparato respiratorio e genito-urinario e contiene un
pregiato olio essenziale usato nell’industria liquoriera, alimentare, profumiera e
farmaceutica. Infine il succo di limone non zuccherato contribuisce
all’eliminazione del grasso e della cellulite ed è infatti consigliato nelle diete
dimagranti.
LIQUIRIZIA

Famiglia: Fabacee/Leguminose.
È una pianta perenne, con radice allungata, fusto di circa un metro, foglie
pennate con foglioline acute e fiori il cui colore varia da azzurro a viola pallido.
Cresce spontanea in Italia, specialmente nel sud ed ama i terreni aridi e
cespugliosi. Le sue radici hanno proprietà emollienti ed espettoranti molto utili
contro la tosse e i catarri bronchiali.
Sono anche antispasmodiche e coadiuvanti dei processi digestivi e vengono
indicate per i bruciori di stomaco e le gastriti. Per uso esterno le radici di
liquirizia calmano le irritazioni della gola dei fumatori, migliorano l’alito e
schiariscono la voce.
La liquirizia è anche una componente dissetante ed emolliente per pasticche e
caramelle, esalta il sapore dei dolci, rende aromatici i liquori, il tabacco e i
farmaci dal gusto sgradevole.
LUPPOLO

Famiglia: Cannabacee.
È un’erba perenne rampicante con foglie ruvide e cuoriformi e frutti che
sembrano piccole nappe verdi contenenti gli acheni di colore grigio-cenere. Il
luppolo è noto soprattutto per il suo impiego nell’industria della birra alla quale
conferisce l’inconfondibile aroma amaro. È aperitivo, tonico, depurativo,
diuretico, vermifugo, antiscorbutico e sedativo della sfera nervosa e sessuale.
Per le sue proprietà viene indicato nella cura del rachitismo, nelle
convalescenze, nell’inappetenza, nell’eccessiva eccitabilità sessuale, nelle
dermatosi, nel linfatismo e nella gotta. Le sue infiorescenze usate esternamente
in applicazioni calmano i dolori nevralgici, artritici e reumatici. In cosmetica il
luppolo viene impiegato per ridare vitalità e luminosità alle pelli rugose e
rilassate.
MALVA SILVESTRE

Famiglia: Malvacee.
È una grande pianta biennale con foglie lungamente picciolate e fiori rosei.
Cresce dappertutto e predilige i luoghi asciutti e sassosi. I suoi principi attivi
sono contenuti nelle foglie e nei fiori che vengono impiegati in infuso per la cura
delle tossi, dei raffreddori, delle costipazioni e delle infiammazioni intestinali.
Per uso interno i preparati di malva sono anche emollienti della bocca e della
gola e per la loro azione delicata sono particolarmente adatti all’organismo dei
bambini e degli anziani. Per uso esterno invece vengono usati contro le
irritazioni della pelle, i foruncoli e i pruriti. Infine gli sciacqui e i gargarismi con
l’infuso di fiori sono utili negli ascessi dentari, nelle stomatiti e nell’afte.
MANDORLO

Famiglia: Rosacee.
È un albero tipicamente mediterraneo che fiorisce all’inizio della primavera e
annuncia l’arrivo della bella stagione. Ha vistosi fiori bianchi, foglie seghettate e
frutto a mandorla.
I suoi semi, nella varietà dolce, sono altamente energetici e dietetici, poiché
contengono proteine, grassi, zuccheri e sali. Nella varietà amara sono invece
velenosi anche se consumati in modeste quantità e vengono utilizzati soltanto dai
farmacisti, che li sanno dosare nelle giuste proporzioni.
Le foglioline di mandorlo hanno inoltre proprietà emollienti, rinfrescanti,
regolatrici intestinali e sedative della tosse e dei disturbi nervosi. Sono perciò
indicate contro la stitichezza e nella cura della pertosse, degli eccessi d’asma e
delle tossi convulse e nervose. Nell’uso esterno la polpa di mandorle diluita con
un po’ di latte combatte gli arrossamenti e le irritazioni della pelle.
MARRUBIO
(Marrubium vulgare)

Famiglia: Labiate.
È una pianta erbacea perenne, ricoperta di peli biancastri, con fiori raccolti in
spighe di color bianco. Cresce nei terreni aridi e nelle boscaglie della Provenza e
dei paesi mediterranei. È conosciuta da tempi remoti per le sue proprietà
balsamiche, espettoranti e tossifughe che ne fanno un ottimo rimedio nelle
malattie polmonari caratterizzate da catarro. Contiene la marrubina, un principio
amaro che ha virtù digestive e coleretiche atte a migliorare la funzionalità
epatica. Inoltre ha buone proprietà febbrifughe utili specialmente nelle febbri di
origine intestinale.
Per uso esterno viene impiegata come antisettico su ulcere, pustole e croste.
MELANZANA

Famiglia: Solanacee.
È una pianta originaria dell’India e dell’Africa ed è coltivatissima negli orti
per la sua prelibatezza. Inoltre il suo debole tenore di zuccheri ne fa un ortaggio
eccellente nelle diete dimagranti.
Essa depura e disintossica l’organismo, normalizza la funzionalità del fegato,
riduce il tasso di colesterolo nel sangue, stimola la diuresi e favorisce
l’eliminazione di scorie azotate. Questo stato di salute si riflette anche sulla pelle
che appare più sana e vellutata. La polpa fresca di melanzana usata esternamente
lenisce i disturbi delle emorroidi e le irritazioni cutanee.
MELILOTO

Famiglia: Fabacee.
È una pianta comune che cresce sia nei terreni incolti che nei luoghi coltivati.
I suoi grappoli di fiori gialli, profumati e ricchi di nettare, sono i preferiti dalle
api. Il meliloto ha una preziosa azione sedativa e antispasmodica e viene
impiegato per la cura dell’insonnia, delle tossi spasmodiche e dei disturbi
digestivi di origine nervosa. È anche utilizzato come diuretico e antisettico nelle
leggere affezioni urinarie.
Gli infusi di meliloto per uso esterno decongestionano le palpebre infiammate
e curano le affezioni oculari e le congiuntiviti.
MELISSA

Famiglia: Labiate.
Questa pianta aromatica è giunta in Europa dal Medio Oriente dove viene
normalmente usata per preparare un tè rinfrescante.
È nota anche sotto il nome di “erba limoncina” o “cedronella” per il suo
gradevole odore di limone. Anticamente la melissa veniva considerata la pianta
dell’amore e della felicità ed era consuetudine per gli amanti indossare un
braccialetto intrecciato con questa pianta. Essa non dovrebbe mancare nelle
vicinanze di un’arnia poiché il nettare dei suoi fiori è molto apprezzato dalle api.
Terapeuticamente viene usata per curare le emicranie, le nevralgie, le crisi
nervose, i dolori spastici addominali e le mestruazioni irregolari e dolorose.
Inoltre agisce come tonico e stimolante sull’organismo in generale. Per uso
esterno viene invece usata per decongestionare le pelli irritate e per alleviare i
dolori reumatici e nevralgici.
MELO

Famiglia: Rosacee.
È un albero largamente coltivato in tutta Italia e in Europa in numerose
varietà.
I benefici salutari del suo frutto sono proverbiali specialmente se consumato
crudo e con la buccia che è ricca di principi attivi. La mela ha proprietà toniche
dei muscoli e dei nervi e viene indicata per la cura dell’astenia fisica e
intellettuale. Inoltre combatte i reumatismi, le artriti, la gotta, gli stati febbrili e
le insonnie. Una mela al mattino depura l’organismo e stimola la funzionalità
epatica mentre presa alla sera è leggermente lassativa. È anche diuretica, cura i
disturbi della vita sedentaria e dell’obesità e previene l’infarto.
Bisogna infine ricordare che ha effetti benefici sulla pelle e che rassoda i
tessuti del viso, del collo, dei seni e dell’addome.
MENTA

Famiglia: Labiate.
Le diverse qualità di questa popolare pianta derivano tutte da un’unica
famiglia nativa del lontano west ed esportata sino in Europa. I principali tipi di
menta sono la menta piperita e la menta acquatica che trovano largo impiego nel
settore farmaceutico, alimentare ed erboristico. Il nome menta deriva dalla ninfa
Minte che, secondo una leggenda greca, venne trasformata per gelosia da
Proserpina in questa pianta profumata. Le proprietà salutari della menta piperita
sono analoghe a quelle della menta acquatica e vengono indicate contro
l’affaticamento generale del corpo, l’indigestione, l’aerofagia, gli spasmi
gastrici, le coliche, le intossicazioni di origine intestinale, le affezioni epatiche,
le palpitazioni, le vertigini, le emicranie e le mestruazioni dolorose.
Per uso esterno gli infusi di menta vengono impiegati per curare i pruriti, le
infiammazioni delle mucose, delle vie aeree e della cute e per l’alito cattivo.
Infine l’essenza di menta in lozione, applicata localmente, calma le nevralgie e i
dolori dentari.
MIRTILLO
(Vaccinium mirtullus)

Famiglia: Ericacee.
Il mirtillo è una pianta molto diffusa nei boschi di tutta Italia. Ha foglie ovali,
appena dentate di color verde vivo, fiori a campanella di color bianco rosato e
frutto a bacca blu-nera, dal gusto delizioso. Le sue foglie abbassano il tasso
glicemico del sangue e sono utili nella cura del diabete. Le bacche hanno invece
proprietà astringenti, antisettiche, battericide e sono indicate nella cura delle
enteriti, dissenterie, diarree infantili, fermentazioni intestinali e delle emorroidi.
Il mirtillo ha inoltre la capacità di proteggere i vasi sanguigni e di arrestare le
emorragie e viene quindi impiegato nei casi di arteriosclerosi, disturbi circolatori
e fragilità capillare. Per uso esterno i frutti del mirtillo sono validissimi
astringenti e antinfiammatorie per le faringiti, le stomatiti, le afte e gli eczemi
della pelle.
MUGHETTO
(Velenosa)

Famiglia: Liliacee.
È una pianta erbacea perenne che cresce nei boschi ombrosi e umidi ma viene
coltivata anche nei giardini. I suoi fiori sono profumatissimi mentre i suoi frutti
sono talmente velenosi da provocare la morte. Da tempo immemorabile viene
usata nella cura delle affezioni cardiache quali l’angina pectoris e la sua benefica
azione può essere paragonata a quella della digitale. Inoltre è un efficace
diuretico e si rivela molto utile nella cura delle nefriti, delle idropisie e degli
edemi. Infine è un ottimo rimedio contro i dolori di capo.
NESPOLO

Famiglia: Rosacee.
È un piccolo albero, originario dell’Asia Minore, che si trova spesso allo
stato spontaneo ma che viene anche largamente coltivato. Ha rami spinosi, foglie
verde cupo inferiormente pelose, frutti commestibili con polpa gialla dal sapore
lievemente acidulo e grossi semi bruni. La polpa dei frutti maturi ha proprietà
antidiarroiche, astringenti intestinali, diuretiche e viene indicata per la cura delle
infiammazioni emorroidarie, delle enteriti, diarree, dissenterie, gotta e calcolosi.
La polpa o il decotto dei frutti immaturi usato esternamente lenisce le
infiammazioni della pelle e delle mucose. Le foglie invece sono soprattutto utili
in tutte le irritazioni della bocca, della gola e delle gengive con gargarismi o
sciacqui.
NINFEA BIANCA

Famiglia: Ninfeacee.
La ninfea bianca è una pianta acquatica perenne che cresce negli stagni, nei
laghetti e in tutti i luoghi dove l’acqua è ferma o ha una debole corrente. Bella
esteticamente, la ninfea è anche conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà
anafrodisiache che le hanno dato il nome di “distruttrice del piacere”. I fiori e la
radice della ninfea hanno infatti potere calmante dell’attività sessuale e, secondo
la tradizione, gli eremiti se ne servivano per meglio sopportare l’astinenza del
celibato.
Hanno inoltre proprietà sedative, antinfiammatorie, emollienti e astringenti e
vengono indicati per curare le insonnie, le cistiti, le tossi catarrali e le
dissenterie. Per uso esterno il rizoma serve come astringente ed emolliente della
pelle infiammata specialmente per le piccole ulcerazioni della bocca e della gola.
NOCCIOLO

Famiglia: Coriacee.
È un arbusto cespuglioso che raramente raggiunge le dimensioni di un
piccolo albero. Era già conosciuto e coltivato dai romani che ne consumavano i
buoni frutti dalle proprietà nutrienti, energetiche e digeribili. Infatti essi
costituiscono un ottimo alimento in tutti quei casi che necessitano di un forte
apporto nutritivo quali la crescita e la gravidanza.
Le foglie del nocciolo sono depurative e giovano nella cura delle malattie
della pelle mentre i fiori sono utili nella affezioni febbrili.
NOCE

Famiglia: Juglandacee.
È un albero originario dell’Asia, che può anche raggiungere i 15 m. di
altezza. Da lungo tempo viene coltivato nelle regioni mediterranee dal mare alla
zona montana. Le foglie del noce hanno proprietà toniche, digestive, depurative
e ricostituenti. Usate in infuso hanno poteri antidiabetici poiché abbassano il
tasso di zuccheri nel sangue mentre usate in decotto combattono la gotta, i
reumatismi e l’eccessiva traspirazione. La tintura di foglie viene usata in
omeopatia nel trattamento delle artrosi e del rachitismo. Il frutto, ricco di
vitamina C, è lassativo e vermifugo ed è consigliato contro la tenia e i parassiti
intestinali. Il frutto acerbo, invece, viene usato per la preparazione di un liquore
digestivo, il nocino. Il mallo ha proprietà antisettiche ed usato esternamente cura
le perdite bianche, le angine, le piaghe atone, gli ascessi e gli eczemi. Il succo di
noci fresche guarisce le dermatosi squamose.
OLIVELLO SPINOSO

Famiglia: Eleagnacee.
È un arbusto che cresce in tutta Europa e predilige i luoghi sassosi, sabbiosi e
assolati proprio perché ha molto bisogno di luce. Viene coltivato per rendere
compatti i terreni sciolti: infatti le sue lunghe radici trattengono il terreno ed
evitano smottamenti. I suoi frutti sono considerati velenosi in molte parti
dell’Europa, ma in realtà essi sono molto ricchi di vitamina C e usati in piccole
quantità combattono le anemie, l’inappetenza, le influenze e la stanchezza che
segue il troppo lavoro, la malattia o le gravidanze.
Per uso interno sono inoltre degli ottimi astringenti intestinali, mentre per uso
esterno leniscono le infiammazioni della cute e delle mucose della bocca e della
gola.
OLIVO

Famiglia: Oleacee.
È un albero sempreverde che cresce in quasi tutto il Mediterraneo. Le sue
foglie hanno proprietà febbrifughe, astringenti, antisettiche e ipoglicemizzanti.
Inoltre hanno anche azione ipotensiva e, sotto controllo medico, possono essere
impiegate nella cura dell’ipertensione. Per uso esterno invece favoriscono la
cicatrizzazione di piccole ferite e leniscono le emorroidi infiammate. I frutti,
molto nutrienti e leggermente lassativi, sono utili nella stitichezza e nelle
affezioni epatiche ed aiutano l’organismo ad evacuare i calcoli. Per uso esterno,
schiacciati ed applicati sulla pelle, giovano nella cura di foruncoli e ascessi.
L’olio che se ne estrae è tra i migliori fra quelli di origine vegetale, ed è un
efficace emolliente e lassativo: un cucchiaio di olio di oliva al mattino è una
buona cura per chi soffre di emorroidi. È inoltre un buon olio solare, mitiga gli
eritemi e frizionato sul cuoio capelluto combatte la caduta dei capelli.
ONONIDE

Famiglia: Fabacee.
È un’erba perenne diffusa nei prati e nei luoghi sassosi di tutta Italia. È molto
spinosa e può essere pericolosa per il bestiame che la bruca poiché può
provocare ferite alle mucose. È una pianta molto apprezzata per le sue proprietà
diuretiche e depurative e viene indicata nella cura delle cistiti, nefriti, uretriti e
catarri vescicali. Inoltre facilita l’eliminazione delle tossine e dei cloruri che in
genere si accompagnano alla gotta e ai fenomeni reumatici e artritici.
L’infuso di radice per uso esterno è utile per combattere i pruriti della pelle e
la gola arrossata.
ONTANO

Famiglia: Betulacee.
È un albero diffuso in tutta Europa il cui legno, di un bel color rosso-
aranciato, viene utilizzato per la fabbricazione di oggetti e mobili. Le sue foglie
hanno proprietà diuretiche, astringenti, anti-sudorifere; inoltre la tradizione
popolare attribuisce loro la proprietà di diminuire la secrezione lattea. La
corteccia, ricca di tannini, ha proprietà febbrifughe molto utili in caso di febbri
intermittenti o di semplici influenze. Per uso esterno invece il decotto di
corteccia cura le infiammazioni della pelle, delle mucose, delle gengive e delle
emorroidi.
ORIGANO

Famiglia: Labiate.
È una pianta aromatica molto comune in Italia ed il suo profumo discreto e
delicato aromatizza insalate e piatti della cucina mediterranea. Le sue sommità
fiorite stimolano la secrezione dei succhi gastrici, facilitano la digestione,
attenuano i crampi intestinali, curano l’aerofagia ed eliminano i catarri
bronchiali. Per uso esterno i preparati di origano sono ottimi contro i reumatismi,
muscolari e articolari, ed aiutano ad eliminare la cellulite. Suffumigi e inalazioni
di origano liberano il naso chiuso e attenuano la pesantezza al capo e le nevralgie
che ne conseguono. Infine sciacqui e gargarismi fatti con un decotto di sommità
fiorite purificano la bocca e la gola.
ORTICA

Famiglia: Urticacee.
È una pianta perenne, ricca di peli urticanti contenenti un liquido caustico. Ne
esistono diverse varietà, ma nel campo terapeutico l’ortica dioica o orticone
possiede maggiori proprietà. L’infuso di foglie e radici per uso interno è un
ottimo antireumatico, depurativo e antidiarroico mentre il succo della pianta
fresca spremuta è emostatico e vasocostrittore. L’ortica contiene vitamine A e C
e viene indicata nella cura delle anemie, del rachitismo e negli stati di debolezza
generale. Per uso esterno le radici di ortica bollite in un po’ di aceto sono un
tonico del cuoio capelluto e vengono anche usate per combattere la caduta dei
capelli.
PAPAVERO

Famiglia: Papaveracee.
È una pianta erbacea che cresce nei campi coltivati e incolti. Le sue proprietà
terapeutiche sono contenute negli smaglianti fiori rossi che si distinguono tra il
verde dominante delle erbe pratensi. Il papavero è un leggero narcotico e viene
indicato contro le insonnie; inoltre è antispasmodico, sedativo della tosse,
emolliente e sudorifero e viene usato per la cura delle tossi spasmodiche come la
pertosse, delle bronchiti, delle polmoniti e delle febbri eruttive. Usato
esternamente lenisce le infiammazioni delle palpebre e cura le angine.
PARIETARIA

Famiglia: Urticacee.
È una pianta erbacea perenne che cresce sui muri freschi e umidi e lungo le
siepi di tutta Italia. Era nota fin dai tempi antichi per le sue virtù diuretiche che
ancora oggi la rendono efficace nelle malattie renali e nelle ritenzioni di liquidi e
di urine. Per uso esterno la paritaria viene impiegata come emolliente su
foruncoli, dermatiti, ragadi e piccole scottature.
PASSIFLORA
(Fiore della passione)

Famiglia: Passifloracee.
È un rampicante esotico che cresce nelle foreste umide del sud America e che
viene coltivato come pianta ornamentale. Deve il suo nome al fiore che, con la
sua corona di filamenti rosso purpurei, fa pensare alla corona di spine usata per
crocefiggere Gesù Cristo. La pianta possiede proprietà sedative e
antispasmodiche del sistema neuro-vegetativo. Il tè di passiflora e le essenze
sono molto usate per calmare i disturbi nervosi, combattere le insonnie e
conciliare un sonno naturale e riposante. La polpa del frutto viene invece usata
per preparare bibite.
PELOSELLA

Famiglia: Composite.
È una pianta comunissima, con foglie pelose e grigiastre e fiorellini gialli a
capolino. Per le sue proprietà diuretiche viene consigliata a coloro che soffrono
di affezioni renali, di gotta e di nefrite. La pelosella è inoltre una pianta
febbrifuga indicata come rimedio per combattere le febbri di origine infettiva.
Per uso esterno svolge sulla cute un’azione astringente e antinfiammatoria utile
su foruncoli, irritazioni della pelle, desquamazioni e lievi scottature.
PERVINCA

Famiglia: Apocinacee.
È un arbusto sempreverde molto diffuso in Italia e in Corsica.
Ha foglie scure e lucenti e fiori di un meraviglioso colore blu che la fanno
risaltare nei prati. Le sue foglie contengono la vincamina, un alcaloide che è
utile contro la sclerosi celebrale e la diminuzione delle facoltà intellettuali
caratteristiche dell’età avanzati. Per uso interno hanno inoltre proprietà toniche,
aperitive, digestive, antidiabetiche e ipotensive e vengono indicate per stimolare
le funzioni digestive e la cura delle anemie, del diabete e dell’ipertensione. Per
uso esterno le foglie di pervinca hanno invece proprietà antinfiammatorie e sono
perciò utili nella cura delle pelli irritate, foruncoli, eczemi, dermatosi e piaghe.
PERO

Famiglia: Rosacee.
È un albero che cresce spontaneo in Italia, in Europa e in Asia. I suoi frutti
contengono una notevole quantità di acqua, zuccheri, vitamine, minerali e
svolgono nell’organismo una funzione diuretica, depurativa, nutritiva e
remineralizzante. Il consumo di questo frutto viene quindi indicato nelle
gravidanze, nelle convalescenza, nella gotta, nelle artriti e nei reumatismi.
Inoltre la pera ha anche un’azione rinfrescante e stimolante per le funzioni
gastriche e viene indicata nei disturbi intestinali.
PESCO

Famiglia: Rosacee.
È un albero che può raggiungere al massimo i 5 m. di altezza e che viene
coltivato nelle nostre regioni temperate sin dai tempi più remoti. I suoi frutti
sono ottimi dal punto di vista medico e dietetico poiché sono dissetanti, diuretici,
leggermente lassativi e contemporaneamente apportano all’organismo vitamine
A, B, C e zuccheri. Nell’uso esterno i frutti vengono impiegati come maschere
idratanti, emollienti e vitaminizzanti per pelli secche, delicate e sensibili. I fiori
hanno invece proprietà sedative, antispasmodiche e tossifughe ma vanno usati
moderatamente e sotto il controllo del medico.
PIANTAGGINE

Famiglia: Plantaginacee.
È una pianta comune in tutta Europa. Esiste in numerose varietà ma tutte
possiedono proprietà similari e comuni caratteristiche. Le foglie e i semi di
queste piante svolgono un’azione purificatrice del sangue, dei polmoni e dello
stomaco e vengono indicati nella cura delle tubercolosi, delle bronchiti croniche,
delle diarree e delle dissenterie.
Favoriscono inoltre il coagulo del sangue e si rivelano molto utili nei casi di
emofilia. Per uso esterno il decotto di foglie serve per curare le congiuntiviti, le
infiammazioni della pelle e delle palpebre e le punture di insetti.
PIMPINELLA

Famiglia: Rosacee.
È una pianta erbacea che cresce sulle rocce e nei luoghi erbosi di tutta Italia.
Nell’uso culinario la pimpinella viene usata per aromatizzare minestre, insalate e
vini.
È un efficace emostatico ed il suo nome latino, Sanguisorba, indica le virtù
della pianta di frenare le perdite di sangue. Per uso interno ha inoltre la funzione
di combattere l’inappetenza e i disturbi di stomaco mentre per uso esterno è un
ottimo lenitivo per le emorroidi infiammate e per le scottature.
PINO SILVESTRE

Famiglie: Pinacee.
È un albero di prima grandezza, alto fino a 30 m., che vive nei climi freddi e
si trova spontaneo nei boschi delle Alpi e degli Appennini settentrionali.
Dal punto di vista terapeutico è considerato il più prezioso tra i pini e le sue
gemme, ricche di sostanze balsamiche, disinfettano l’apparato respiratorio,
favoriscono l’eliminazione di catarro ed esercitano una benefica azione sedativa
della tosse; sono inoltre diuretiche, antireumatiche e antisettiche delle vie
urinarie. Per uso esterno le gemme gettate nell’acqua bollente liberano le cavità
del naso e della gola e purificano l’aria.
In cosmetica l’olio essenziale che si ottiene per distillazione degli aghi entra
nella composizione di saponi per bagno che stimolano, deodorano e tonificano la
pelle.
POLMONARIA

Famiglia: Borraginacee.
È una pianta erbacea che cresce in tutta Italia e che si distingue dal colore dei
suoi fiori che variano dal rosa all’azzurro. Per le sue proprietà emollienti ed
espettoranti viene indicata nella cura delle affezioni bronchiali e contro la tosse,
la raucedine e il mal di gola.
Il decotto di foglie o di sommità fiorite usato per sciacqui o gargarismi
lenisce le infiammazioni della bocca e della gola.
PREZZEMOLO

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta nativa del mediterraneo e cresce in molti paesi europei e
nell’America del Nord. È sicuramente la più usata fra tutte le erbe e ogni cuoco
la usa per aromatizzare e guarnire i suoi piatti. Il prezzemolo, per il suo alto
contenuto vitaminico e di ferro, è sempre stato considerato un tonico generale
molto utile in presenza di anemie, rachitismo e scorbuto. Possiede inoltre
proprietà diuretiche, depurative, disintossicanti, digestive ed emmenagoghe.
Per uso esterno le foglie tritate sono un ottimo rimedio contro le contusioni e
possono essere applicate direttamente sugli strappi muscolari. Il succo invece
allevia il dolore provocato dalle punture di insetto.
PRIMAVERA

Famiglia: Primulacee.
È una pianta perenne comune in tutta Europa. Il suo nome latino “Primis,” si
riferisce al fatto che è il primo fiore che compare in primavera.
Le sue foglie, tenere e novelle, sono eccellenti, nelle insalate e le rendono
maggiormente depurative. Le tisane dei suoi fiori per uso interno, hanno
proprietà diuretiche, antispasmodiche e sedative del sistema neuro-vegetativo e
si rivelano molto utili nelle eccitazioni nervose, insonnie, isterismo, palpitazioni,
vertigini, nevralgie, contrazioni nervose dello stomaco. Le sue radici, per uso
interno, sono espettoranti e si dimostrano efficaci nella cura delle influenze. Per
uso esterno invece calmano i dolori reumatici e fanno regredire le contusioni.
PRUGNO (SUSINO)

Famiglia: Rosacee.
È un arbusto o un piccolo albero con foglie ovali seghettate e rugose, fiori
bianchi o rosa a coppie e frutti ricchi di zuccheri, vitamine e sali minerali. Essi
sono un ottimo alimento per i bambini, le persone deboli, gli anziani e i
convalescenti: infatti, per il loro contenuto in fibre vegetali stimolano la motilità
intestinale e svolgono una delicata azione lassativa. Inoltre facilitano
l’assimilazione del cibo e l’eliminazione delle scorie intestinali.
Il decotto di corteccia per uso interno è astringente e febbrifugo ed è un
ottimo coadiuvante negli stati febbrili.
PRUNELLA

Famiglia: Lamiacee/Labiate.
La prunella o erba mora cresce nei terreni asciutti e assolati di tutta Italia. Ha
fusto eretto, foglie ovali ed acute, fiori di color viola rosato raggruppati a spiga.
Per uso interno le proprietà officinali di questa pianta sono principalmente
astringenti, per uso esterno invece sono antinfiammatorie e favoriscono la
regressione degli arrossamenti delle mucose della bocca, della gola, della pelle e
delle zone intime.
PUNGITOPO

Famiglia: Liliacee.
È un arbusto sempreverde comune nei boschi asciutti di tutta Italia. Ha fiori
verdastri e bacche rosse che in inverno spiccano tra il fogliame lucido e verde
scuro. Per uso interno il rizoma ha proprietà diuretiche, depurative e
antinfiammatorie e viene usato da tempo nella cura di nefriti, reumatismi
articolari, gotta, uretriti, edemi e ritenzione di liquidi in genere. Per uso esterno
invece cura i gonfiori alle gambe e i disturbi emorroidali.
Infine gli estratti di pungitopo per le loro proprietà normalizzanti della
circolazione periferica vengono usati in cosmesi per la cura di pelli con
couperose e rossori persistenti.
QUERCIA

Famiglia: Fagacee.
È un albero maestoso che può raggiungere i 50 m. di altezza. È largamente
diffuso in tutta l’Europa continentale ed ha sempre avuto un ruolo mitico e
religioso presso le antiche popolazioni. Infatti per i romani ed i greci era un
albero consacrato a Giove (o Zeus), re degli dei mentre nella mitologia
Germanica era sacro a Donar, dio del tuono e della fecondità. La parte della
quercia più usata a scopo terapeutico è la corteccia che contiene tannino e amari.
Per uso interno viene impiegata contro le intossicazioni, le emorragie intestinali,
le diarree e le dissenterie; esternamente invece mitiga le infiammazioni della
bocca, della gola, delle emorroidi e delle mucose in generale. Inoltre attenua
l’eccessiva sudorazione dei piedi e delle ascelle e deterge i capelli grassi e con
forfora.
RABARBARO ALPINO

Famiglia: Poligonacee.
È una pianta erbacea che cresce nei luoghi erbosi e umidi delle Alpi e degli
Appennini.
Le sue proprietà, che sono le stesse del più famoso rabarbaro cinese, sono
contenute nel rizoma. L’attività più sfruttata è quella che regola le funzioni
intestinali e che contemporaneamente depura l’organismo. Inoltre il rabarbaro
alpino è un amaro-tonico che stimola la secrezione della bile e per il suo
contenuto in ossalati è consigliato alle persone sofferenti di reni e affette da
calcoli.
RAFANO

Famiglia: Crucifere.
È una pianta che nasce nei luoghi incolti ed ha foglie verde-scuro ruvide ed
un singolo gambo ricoperto da fiorellini bianchi.
Ha un aroma molto penetrante e viene usata come condimento soprattutto nei
paesi germanici. È ricca di vitamina C ed aggiunta in piccole dosi al cibo
giornaliero aiuta a depurare il sangue e a liberare il corpo dall’eccesso di muco.
Quest’ultima proprietà si rivela molto utile nelle persone affette da congestione
nasale e sinusite. Le radici grattugiate applicate esternamente sono
antiinfiammatorie, alleviano il dolore provocato dalle punture di insetti, curano i
geloni e producono un rapido sollievo gli arti indolenziti.
REGINA DEI PRATI
(Olmaria)

Famiglia: Rosacee.
È una pianta perenne che con i suoi fiorellini bianchi profumati e i suoi alti
fusti domina le praterie umide. I suoi boccioli contengono l’acido salicilico che è
la base della universalmente nota aspirina. Possiede quindi proprietà
febbrifughe, sudorifere, diuretiche, astringenti e, per uso interno, viene indicata
nelle ritenzioni di liquidi, nelle diuresi insufficienti, nella cura dei reumatismi,
delle artriti, della gotta, delle diarree e della cellulite.
Esternamente gli infusi di foglie e di fiori di olmaria usati mediante impacchi
sono un ottimo coadiuvante nella riduzione dei gonfiori delle estremità e delle
articolazioni.
RIBES NERO

Famiglia: Grossolariacee.
È un piccolo arbusto che cresce spontaneo in Europa e che viene coltivato
anche negli orti. Le sue bacche nere leggermente acidule vengono usate per la
preparazione di sciroppi, conserve, liquori, vini e colori alimentari. Sono ricche
di vitamine C e P e contengono delle sostanze che aumentano la percezione
visiva nelle ore del crepuscolo. Per uso interno regolano inoltre le funzioni
dell’intestino mentre per uso esterno leniscono le ustioni e le infiammazioni
della bocca e della gola. L’infuso di foglie per uso interno è diuretico,
depurativo, antireumatico e, consumato regolarmente, previene la gotta e
l’ipertensione.
Per uso esterno invece ha proprietà astringenti della pelle e delle mucose.
RODODENDRO
(Tossico)

Famiglia: Ericacee.
È una splendida pianta ornamentale che viene comunemente coltivata nei
giardini non molto assolati. Cresce spontanea sulle Alpi e sulle pendici dei monti
e viene anche chiamata “Rosa delle montagne”. Le sue foglie hanno proprietà
diuretiche, antireumatiche, analgesiche e, per uso interno, vengono indicate
contro la formazione di calcoli renali, contro i reumatismi articolari e la gotta.
Inoltre l’olio di rododendro, che si ottiene lasciando macerare per 20 giorni
300 grammi di galle, essiccate e sbriciolate, in 900 grammi di olio di oliva, viene
indicato per frizionare le parti dolenti affette da reumatismi.
ROSA CANINA

Famiglia: Rosacee.
È un arbusto perenne molto apprezzato per la bellezza del fiore e per la
soavità del suo profumo. Cresce comunemente nelle siepi, ai margini dei boschi,
nelle radure e in molti luoghi incolti. I frutti di questa pianta, chiamati
cinorrodonti, sono eccellenti fortificanti e, dato il loro alto contenuto di vitamina
C, vengono indicati negli stati di avitaminosi e di affaticamento generale. Inoltre
sono rinfrescanti e lassativi e sono un ottimo rimedio contro la stitichezza.
I fiori e le foglie invece sono indicati per uso interno come astringenti
generali, per uso esterno come cicatrizzanti nelle piaghe.
ROSMARINO

Famiglia: Labiate.
È un arbusto dolcemente profumato che entra come aromatizzante e come
condimento nella cucina mediterranea. Da molto tempo è conosciuto per i suoi
poteri terapeutici e per i suoi estratti utilissimi in profumeria, in cosmesi e in
liquoreria. Per uso interno i rametti di rosmarino favoriscono la digestione,
stimolano la diuresi e la sudorazione, calmano la tosse, regolano il ciclo
mestruale e fortificano l’organismo. Per uso esterno invece detergono e
purificano la pelle e sono un ottimo linimento contro i dolori reumatici. Infine
l’olio essenziale, che si ottiene per distillazione a vapore delle sommità fiorite, è
utile nel trattamento esterno di contusioni, dolori articolari e muscolari e
torcicollo.
ROVO

Famiglia: Rosacee.
È un arbusto che cresce nei boschi e nelle siepi di tutta Europa. I suoi frutti,
le more, contengono vitamine A e C e sono deliziosi in confetture e gelatine.
Inoltre sia le foglie che i frutti hanno, per via interna, delicate proprietà
astringenti molto utili per frenare le diarree e normalizzare le funzioni
dell’intestino. Per uso esterno invece le foglie sono antinfiammatorie e
detergenti e vengono impiegate, in sciacqui e gargarismi, per le infiammazioni
della pelle, delle gengive, delle mucose intime e delle emorroidi.
RUTA
(Velenosa)

Famiglia: Rutacee.
È una pianta mediterranea, perenne, con foglie ovali verde-blu e fiori gialli.
Ha proprietà aromatizzanti, digestive protettrici vasali e rubefacenti ma va usata
solo sotto diretto controllo medico attenendosi scrupolosamente alle dosi
prescritte. Infatti, in caso contrario, è altamente tossica e può provocare persino
la morte. Sempre in piccole dosi trova impiego nei casi di assenza o
insufficienza mestruale e come sedativo dei fenomeni spastici in genere.
SALCERELLA

Famiglia: Litracee.
È una pianta erbacea perenne che cresce nei luoghi umidi e lungo i ruscelli di
tutta Italia. Ha fusto eretto, foglie lanceolate e fiori porporini in lunghe spighe
terminali. Le sue proprietà terapeutiche sono contenute nelle sommità fiorite che
si raccolgono in giugno-agosto, durante la fioritura.
La salcerella esplica attività astringenti, antidiarroiche, emostatiche,
antisettiche, antibiotiche e, per uso interno, viene indicata nella cura delle enteriti
emorragiche o tubercolose, delle enteriti dei lattanti e delle dissenterie bacillari.
Per uso esterno invece viene usata nella terapia delle ulcere varicose e nella
cura di leucorree, vaginiti e pruriti vulvari.
SALICE BIANCO E ROSSO

Famiglia: Salicacee.
Il salice, sia quello bianco che quello rosso, cresce lungo i corsi di acqua e nei
greti di torrenti di tutta Italia. Le sostanze contenute nella corteccia di entrambi
hanno proprietà febbrifughe, antireumatiche, antispasmodiche, toniche e sono
indicate nella cura degli stati febbrili, dei reumatismi, delle artriti, dei dolori
mestruali e negli stati di insonnia e di ansietà.
Va tuttavia ricordato che nella pratica erboristica domestica è consigliabile
usare il salice bianco.
SALSAPARIGLIA
Famiglia: Liliacee.
Questo grande rampicante perenne è originario dell’America centrale. Ha
foglie lucide di color verde scuro, piccoli fiori bianco-verdastri a forma di stella
e bacche rosse, grosse come chicchi di vite selvatica. Per secoli si è fatto uso
medicinale della sua radice: infatti ha proprietà sudorifere e depurative e viene
indicata nella cura della gotta e dei reumatismi. Inoltre la si utilizza nelle
malattie della pelle poiché accelera il ricambio.
SALVIA

Famiglia: Labiate.
La salvia è una pianta originaria del mediterraneo e per il suo aroma fresco e
penetrante è molto nota in cucina. Il tè alla salvia per esempio è una bevanda che
viene servita anche nei bar della Grecia e che non solo è dissetante ma agisce
come tonico e stimolante generale alleviando i disturbi al fegato ed i dolori
reumatici.
Le foglie ed i fiori di salvia preparati in infuso da utilizzare per uso interno
hanno effetti balsamici ed espettoranti sull’apparato respiratorio e sono un
ottimo rimedio per gli eccessi di asma.
Per uso esterno invece curano le irritazioni della bocca e della gola, le
dermatosi, le ulcere e le punture di insetti. Bisogna infine ricordare che l’olio
essenziale contenuto nelle foglie è tossico per il sistema nervoso anche se usato
in piccole quantità.
SAMBUCO

Famiglia: Caprifoliacee.
È un arbusto che cresce selvatico nelle siepi europee e può raggiungere i 7 m.
di altezza. Il suo nome botanico, “sambucus”, deriva dal greco “strumento a
corde” ed infatti ancora oggi gli zufoli e le pipe vengono fatti con i suoi rami
concavi.
I fiori di sambuco hanno proprietà sudorifere e vengono impiegati, per uso
interno, negli stati febbrili e nelle infiammazioni dell’apparato respiratorio.
Sempre per uso interno la corteccia è diuretica, antireumatica, antigottosa
mentre i frutti, ricchi di vitamina C, sono soprattutto depurativi, lassativi e
antinevralgici.
SANICOLA
(Erba fragolina)

Famiglia: Apiacee/Ombrellifere.
La sanicola è una pianta erbacea perenne che cresce nei luoghi freschi e
ombrosi e nei terreni ricchi di humus. È molto nota alla medicina popolare e
viene impiegata come antiemorragico e cicatrizzante su piaghe e ferite infette.
Inoltre esplica una benefica azione antinfiammatoria e lenitiva su tutte le
infiammazioni delle mucose della bocca, della gola e sulle emorroidi.
SANTOREGGIA

Famiglia: Labiate.
La santoreggia estiva (S. Hortensis) è un’erba nativa del mediterraneo che si
è diffusa rapidamente attraverso l’Europa. Era molto popolare tra gli antichi
Greci e Romani soprattutto per il suo aroma penetrante che la rende ottima per
accompagnare i piatti di pesce e di carne. Da giugno a luglio essa si ricopre di
piccoli e delicati fiori blu che rassomigliano, ancora chiusi, a quelli della lavanda
e del rosmarino e che permangono sino all’autunno, dopodiché lasciano il posto
al frutto.
Al di là del suo valore gastronomico la santoreggia è molto utile anche in
medicina e la sua porzione aerea, per uso interno, favorisce la digestione ed è
anche molto utile come tonico generale.
Per uso esterno invece ha proprietà antisettiche e viene indicata per purificare
la pelle e per curare il mal di gola e le piccole ulcere della bocca.
SEDANO MONTANO

Famiglia: Ombrellifere.
È una pianta aromatica che cresce nelle zone montane fino a 1.800 m. di
altezza. Nei paesi anglosassoni è considerata un apprezzabile ortaggio e le sue
foglie fresche vengono impiegate come alimento per aromatizzare insalate e
frittate. È molto rinomata come pianta officinale e le sue radici, utilizzate in
infuso per uso interno, sono diuretiche, depurative e digestive. Inoltre
favoriscono l’espulsione dei gas intestinali, eliminano i calcoli renali e vescicali,
promuovono la sudorazione e la secrezione biliare ed infine riducono l’obesità
che dipende dalla ritenzione di liquidi. Sempre per uso interno, i frutti hanno
invece proprietà espettoranti e decongestionanti della bocca, della gola e degli
occhi. Bisogna infine ricordare che per favorire l’eliminazione del catarro sono
anche utili le inalazioni di vapori di acqua bollente in cui vi siano stati gettati i
frutti a pizzichi.
SEMPREVIVO

Famiglia: Crassulacee.
È una pianta erbacea perenne che riesce a sopravvivere anche nelle peggiori
condizioni di clima e di nutrizione. La leggenda racconta che, per la sua
resistenza, gli antichi la ritenevano cara a Giove e le attribuiva no la capacità di
tenere lontano i fulmini e gli incendi. Le sue foglie fresche hanno, per uso
interno, proprietà astringenti e rinfrescanti molto utili nella cura di diarree e
irritazioni dell’apparato digerente. Per uso esterno sono invece cicatrizzanti e
antinfiammatorie e vengono indicate per lenire le ustioni, le piccole
infiammazioni della bocca, le irritazioni dovute a punture di insetti e i disturbi
emorroidali. Infine la polpa o il succo delle foglie applicata su calli e duroni ne
favorisce l’esazione.
SENAPE BIANCA

Famiglia: Brassicacee/Crucifere.
La senape bianca è nota soprattutto come condimento piccante. Il suo uso
alimentare deve però essere fatto con cautela e saltuariamente poiché essa può
dare irritazioni dell’apparato digerente. I semi interi della senape bianca sono un
ottimo lassativo e vanno presi nella misura di un cucchiaio al mattino a digiuno.
Ma, se questa somministrazione non dà l’effetto desiderato, bisogna sospendere
il trattamento e ricorrere all’uso di altri purganti.
SERPILLO

Famiglia: Labiate
È una pianta aromatica, molto simile al timo, che cresce nei terreni asciutti e
soleggiati di tutta Italia e nelle Isole. Le sue sommità fiorite hanno proprietà
digestive, aromatizzanti, depurative, tossifughe, anticatarrali, balsamiche e, per
uso interno, vengono indicate nella cura dell’asma, delle tossi catarrali, della
pertosse e delle bronchiti. Per uso esterno hanno invece proprietà antisettiche che
si rivelano molto utili per detergere piccole piaghe e ferite e per purificare la
cavità orale.
SIGILLO DI SALOMONE
(Velenosa)

Famiglia: Liliacee
È una pianta erbacea perenne che cresce nei sottoboschi della fascia montana
e submontana delle Alpi e dell’Appennino. Anticamente era ritenuta una pianta
afrodisiaca e magica, mediatrice tra l’uomo e le forze infernali; oggi invece le si
riconoscono proprietà terapeutiche espettoranti, lenitive e antinfiammatorie.
L’infuso del suo rizoma, per uso interno, cura le affezioni bronchiali ma va usato
in piccole dosi poiché altrimenti provoca nausea e vomito.
La polpa del rizoma invece, per uso esterno, favorisce il riassorbimento di
ematomi dovuti a distorsioni e contusioni, lenisce gli eritemi e le scottature e
svolge un’efficace azione antinfiammatoria su foruncoli, ascessi e paterecci. I
frutti del sigillo di salomone sono velenosi.
SORBO ROSSO

Famiglia: Rosacee.
È un albero che cresce spontaneo nei boschi montani e submontani delle Alpi
e degli Appennini.
D’estate esso si riempie di piccole bacche colorate di rosso che hanno un
sapore gradevolmente acidulo e sono ottime per la preparazione di marmellate.
Inoltre le sorbe hanno proprietà astringenti intestinali e, per uso interno, sono
utili in caso di enteriti e diarree.
Per uso esterno vengono invece utilizzate nella cura degli stati infiammatori
della pelle, della bocca e della gola.
STRAMONIO
(Velenosa - Mortale)

Famiglia: Solanacee.
È una pianta originaria dell’oriente che cresce spontanea nei ruderi e nei
campi di tutta Italia. Per secoli essa è stata temuta o ricercata per i suoi “poteri
magici” che provocano perdita di memoria e stupore psichico. Nel medioevo era
chiamata erba del diavolo ed entrava nella composizione di pozioni e di filtri che
venivano consumati nelle riunioni di streghe.
Lo stramonio, per le sue proprietà antispasmodiche e sedative del sistema
nervoso, è una pianta molto importante dal punto di vista terapeutico ma se
assunta in dosi errate provoca un avvelenamento mortale. Deve essere quindi
usata sotto diretto controllo medico e per curare gli stati ansiosi, le nevralgie,
l’asma, la pertosse e gli spasmi uterini.
TASSO BARBASSO

Famiglia: Scrofulariacee.
Il tasso barbasso cresce prevalentemente nei pascoli, nei luoghi incolti, lungo
le strade campestri e viene anche chiamato verbasco. I suoi fiori, ricchi di
mucillagini, hanno proprietà tossifughe ed emollienti e, per uso interno, vengono
usati nella cura di tracheiti, angine, bronchiti acute e croniche, asma ed
infiammazioni intestinali e renali.
Per uso esterno invece, sia le foglie che i fiori, hanno proprietà
antinfiammatorie e decongestionanti molto utili per curare i pruriti, le emorroidi,
i foruncoli, le dermatosi squamose e tutte le irritazioni della pelle e delle mucose
in genere.
TIMO

Famiglia: Labiate.
Il timo, conosciuto anche come erba della maternità, ha una fragranza
penetrante e arricchisce l’aroma di molti piatti. Le sue sommità fiorite hanno
proprietà antisettiche molto utili per disinfettare l’albero respiratorio, combattere
le fermentazioni e le infezioni intestinali e normalizzare i processi digestivi.
Inoltre sempre per uso interno apportano notevoli benefici nei casi di pertosse,
asma e malattie da raffreddamento.
Per uso esterno invece esercitano un’azione disinfettante della pelle e
stimolante della circolazione.
Infine i rametti di timo, freschi o secchi, tenuti in un sacchetto di mussola e
aggiunti all’acqua del bagno donano alla pelle un effetto rinfrescante e
profumato.
TORMENTILLA

Famiglia: Rosacee.
È una pianta erbacea che cresce frequentemente nei pascoli umidi e nei
luoghi torbosi del nord Italia. È una delle piante terapeutiche più ricche di
tannini, i quali esercitano sull’organismo umano un’attività astringente molto
utile nelle enteriti, nelle diarree e nei dolori di ventre. Per uso interno il suo
rizoma possiede anche proprietà antibiotiche e antiemorragiche e viene indicato
nella cura della tubercolosi, dell’emofilia e delle emorragie uterine. Per uso
esterno invece è un buon cicatrizzante e antinfiammatorio e viene impiegato per
trattare le irritazioni delle mucose, della pelle e per detergere piaghe e ferite.
TRIFOGLIO FIBRINO

Famiglia: Menyanthacee.
È una pianta erbacea che cresce spontanea nei luoghi umidi ma viene anche
coltivata per decorare le vasche nei giardini. Le sue foglie, contenenti vitamina C
e sali di ferro, sono altamente vitaminizzanti e mineralizzanti. Inoltre
normalizzano i processi digestivi e curano l’inappetenza, i dolori gastrici e
addominali e il mal di testa. Infine si rivelano molto utili nelle insufficienze
epatite poiché contengono sostanze che stritolano le funzioni del fegato e
depurano l’organismo.
UVA URSINA

Famiglia: Ericacee.
È una pianta che cresce nei luoghi sassosi e nei pascoli delle Alpi e degli
Appennini. Ha piccole foglie coriacee di colore verde-scuro, fiori bianco rosati a
forma di campana e bacche rosse dal sapore aspro di cui sono ghiotti gli orsi.
Nella fitoterapia le foglie hanno un grande valore per le loro proprietà
disinfettanti delle vie urinarie e, per uso interno, vengono indicate nella cura di
cistiti, uretriti, nefriti, incontinenza, ritenzione urinaria, pieliti e leucorrea. Hanno
inoltre proprietà astringenti che si rivelano molto utili nelle diarree e nelle
dissenterie.
Per uso esterno invece i preparati di uva ursina sono degli ottimi
antinfiammatori.
VALERIANA

Famiglia: Valerianacee.
È una pianta erbacea che cresce in tutta Italia, dal mare alla regione montana.
È stata usata per migliaia di anni come erba medicinale grazie alle proprietà
sedative delle sue radici che si rivelano utili in caso di disturbi nervosi quali
isterismo, stati di ansia e di eccitazione nervosa, convulsioni, palpitazioni
cardiache, insonnia, dolori spastici addominali e turbe della menopausa.
Inoltre bisogna ricordare che la valeriana è un tranquillante naturale e che, a
differenza di altri farmaci in commercio, non possiede effetti collaterali. Per uso
esterno invece il suo rizoma allevia i dolori muscolari causati da distorsioni e le
nevralgie di varia origine.
VERBENA

Famiglia: Verbenacee.
È una pianta erbacea che cresce spontanea lungo le strade, nei campi e nei
giardini di tutta Italia. Nell’antichità era considerata una pianta sacra e con essa
si cingeva il capo ai poeti e agli eroi.
Le sue sommità fiorite hanno, per uso interno, proprietà digestive e
depurative del fegato e della milza. Inoltre scacciano la febbre, alleviano i dolori
reumatici e le nevralgie e aumentano la secrezione lattea. Nell’uso esterno
vengono invece indicate per purificare e tonificare la bocca e la gola e per curare
le contusioni, le distorsioni, le piaghe e le infiammazioni del trigemino.
VERGA D’ORO

Famiglia: Composite.
È una pianta erbacea perenne che cresce nelle boscaglie, tra i cespugli e nei
luoghi incolti fino alle regioni montane. Il suo nome suggestivo deriva dal colore
giallo oro dei fiori e dal fusto, che assomiglia ad un verga. Le sue sommità
fiorite hanno, per uso interno, proprietà diuretiche, depurative e antitossiche che
facilitano l’eliminazione dei calcoli renali e vescicali e dell’acido urico. Inoltre
normalizzano le funzioni intestinali ed epatiche. Per uso esterno hanno invece
proprietà astringenti decongestionanti e antinfiammatorie per la bocca e per la
gola.
Curano anche le eruzioni cutanee e le ferite e piaghe a lungo decorso.
VERONICA

Famiglia: Scrofulariacee.
La veronica è una pianta erbacea dalle notevolissime virtù medicinali. Ha
foglie dentellate e pelose e fiori azzurro chiaro venati di rosso e raccolti in
grappoli eretti. Per le sue proprietà emollienti e tossifughe viene indicata, per uso
interno, nelle bronchiti croniche, nelle tossi, nell’asma e nelle malattie da
raffreddamento. Contiene inoltre la veronicina, una sostanza leggermente amara
che stimola l’appetito, favorisce la digestione ed esercita un’azione depurativa
del sangue. Per uso esterno invece viene impiegata, come antinfiammatorio e
lenitivo, nella cura delle irritazioni della bocca e della gola. Con i suoi fiori
secchi si prepara l’ottimo tè di veronica o tè svizzero, utilissimo nelle emicranie
e negli stordimenti.
VESCICARIA

Famiglia: Papilionacee.
È un arbusto eretto, alto fino a 4 metri, con fiori gialli e frutti a legume, gonfi
come vesciche, che a maturità si aprono liberando numerosi semi. I baccelli e le
foglie sono le parti medicinali più usate di questa pianta: infatti contengono
acido coluteico, una sostanza dalle proprietà purgative e colagoghe. I preparati di
vescicaria vengono quindi indicati in tutti i casi di stitichezza e pigrizia
intestinale.
VIOLA DEL PENSIERO

Famiglia: Violacee.
È una pianta che cresce selvatica nei prati italiani e di molte parti del mondo.
Ha principalmente proprietà depurative della pelle e, sia per uso interno che per
uso esterno, viene indicata nella cura delle affezioni cutanee come gli eczemi,
l’acne, la psoriasi, le dermatosi squamose e l’orticaria. Alla viola del pensiero,
vengono anche attribuite proprietà diuretiche, molto utili nei reumatismi e nella
gotta, e leggermente lassative.
VIOLA MAMMOLA

Famiglia: Violacee.
È una pianticella comunissima nelle boscaglie e sotto le siepi. Fiorisce
spontaneamente in primavera e viene utilizzata dai profumieri che ne estraggono
una piacevole essenza. I suoi fiori hanno, per uso interno, proprietà emollienti ed
espettoranti molto utili nella cura della tosse, dell’asma e dei disturbi delle vie
aeree. Sono inoltre diuretici e facilitano l’emissione di sudore. Per uso esterno
invece vengono applicati, mediante cataplasmi e infusi, sulle eruzioni cutanee, le
ragadi, le scottature e le contusioni. Infine le radici della viola mammola hanno
la capacità di provocare il vomito, mentre il succo delle foglie ha un effetto
purgativo.
VISCHIO

Famiglia: Lorantacee.
È una pianta legnosa, semiparassita, che emette le sue radici nella corteccia di
altri alberi quali meli, pioppi, abeti, pini. Le sue foglie sono persistenti,
oblunghe, fiori verdi e bacche bianche, rotonde e vistose. Cresce nella zona
montana e continentale dell’Italia e nel periodo natalizio entra in tutte le case
poiché, secondo la tradizione, scaccia i demoni ed apporta felicità e fortuna. Le
sue foglie, per uso interno, sono ipotensive, antispasmodiche, diuretiche e
combattono l’arteriosclerosi, l’ipertensione, le crisi nervose, l’epilessia,
l’emicrania, l’asma, la pertosse, la nefrite cronica e i disturbi della menopausa.
Per uso esterno invece curano le perdite bianche, le nevriti e la sciatica.
VITE

Famiglia: Viotacee.
La vite è una delle piante più conosciute ed apprezzate dall’uomo. Viene
coltivata in tutti i paesi temperati, e il suo frutto, l’uva, è dissetante, rinfrescante
e contiene zuccheri e vitamine. Dall’uva si ottengono vini che, assunti in piccole
quantità, sono stimolanti, rinvigorenti, tonici e diuretici. L’aceto di vino inoltre è
un ottimo aromatizzante e il suo odore intenso stimola i centri nervosi e
favorisce la ripresa dei sensi in chi ha perso conoscenza. Le foglie della vite, per
uso interno, sono indicate nella cura dei disturbi circolatori, della menopausa,
delle emorroidi, delle varici, della couperose e delle ritenzioni di liquidi. Per uso
esterno sono invece utili nella cura dei geloni e dei vasi superficiali dilatati.
VULNERARIA

Famiglia: Fabacee.
È una pianta erbacea annuale che cresce spontanea nei luoghi asciutti e
soleggiati, dal mare alla regione alpina. Le sue foglie hanno proprietà vulnerarie
(cioè favoriscono la cicatrizzazione di ferite), astringenti e, per uso esterno,
vengono indicate nella cura di contusioni, distorsioni, scottature, eritemi, piaghe,
ferite e ogni forma di blanda irritazione della pelle.
I fiori sono invece depurativi, lassativi, diuretici e, per uso interno, curano gli
stati di intossicazione generale, la stitichezza e le malattie da raffreddamento.
ZAFFERANO

Famiglia: Iridacee.
È una pianta erbacea perenne originaria del mediterraneo e coltivata
soprattutto in Abruzzo. Dai suoi stigmi secchi e polverizzati si ottiene la famosa
polverina gialla, usata in cucina e dotata di proprietà eccitanti. Infatti l’uso più
noto di questa pianta aromatica è quello gastronomico che culmina nel classico
risotto e nella zuppa di pesce. Studi recenti hanno riconosciuto allo zafferano
proprietà emmenagoghe molto utili per regolare il ciclo mestruale e per
attenuarne i sintomi dolorosi.
ZENZERO

Famiglia: Zingiberacee.
È una pianta originaria dell’Asia tropicale ed è molto popolare come spezie.
Infatti, per il suo aroma caldo e pungente, entra nella preparazione di liquori,
birre, bibite analcoliche, curry, salse e dolciumi.
Dal punto di vista terapeutico lo zenzero è noto soprattutto per le sue
proprietà digestive e carminative capaci di eliminare dall’intestino i gas
sviluppatisi in modo eccessivo. Per uso esterno svolge una moderata azione
revulsiva ed entra a far parte di molti preparati antireumatici.
ZUCCA

Famiglia: Cucurbitacee.
È una pianta originaria dell’America Latina e viene coltivata nelle varietà
alimentari e ornamentali. È molto usata in cucina per dare sapore alle minestre e
per preparare delle ottime mostarde e confetture. La polpa del suo frutto, per uso
interno, ha proprietà lassative e diuretiche; per uso esterno invece viene
utilizzata per preparare maschere di bellezza che nutrono e ammorbidiscono la
pelle. Ma la prerogativa terapeutica principale della zucca è quella vermifuga
specialmente nei confronti della tenia o verme solitario. I suoi semi contengono
infatti un aminoacido, la cucurbita, che paralizza il verme e ne provoca il
distacco dalla parete intestinale.
PARTE SECONDA

MALATTIE E RICETTE
LE MALATTIE DELLA PELLE
ACNE
È una affezione che ha origine nelle ghiandole sebacee che abbondano sulla
pelle del viso e nella zona compresa tra le due scapole. Queste secernono
un’eccessiva quantità di sebo che non trovando sfogo attraverso i pori, si
accumula formando comedoni e pustole contenenti pus. L’acne viene curata con
pomate allo zolfo, farmaci epatoprotettori e diete alimentari prive di grassi, di
zuccheri e di sostanze irritanti quali il caffè, l’alcool e il cioccolato. Buoni
risultati danno anche le piante dalle virtù depurative quali ad esempio, la
bardana, l’ortica, il limone, la violetta, la gramigna, ecc.
Decotto di ortica:
Fate bollire 40 grammi di ortiche in un litro di acqua per 10 minuti. Filtrate e
bevetene tre tazzine al giorno per parecchie settimane.
Decotto di viola del pensiero:
Fate bollire per 5 minuti 50 grammi di fiori di viola del pensiero selvatica in
un quarto di litro di acqua. Fate raffreddare e spruzzate quest’acqua sul viso, per
mezzo di un vaporizzatore ogni due giorni.
Decotto di gramigna:
Versate 2 cucchiaini di radice tagliata di gramigna in una tazza di acqua
fredda. Fate bollire per 1 minuto e lasciate riposare per 15 minuti. Bevetene una
tazza al mattino e una alla sera per parecchie settimane.

FORUNCOLI
I foruncoli sono delle infiammazioni localizzate della pelle, che danno luogo
a piccole tumefazioni infiammatorie dovute ad agenti patogeni microbici. Le
loro sedi primitive sono i follicoli dei peli. L’insorgenza di molti foruncoli in una
data regione o in tutto il corpo prende il nome di foruncolosi. La cura del
foruncolo semplice consiste nel favorire la sua maturazione mediante
applicazioni calde o nella somministrazione di tisane depurative o antibiotici
per via generale.
Ecco dunque la ricetta di una tisana depurativa:
Fate bollire 40-60 gr. di radici di bardana in un litro di acqua per dieci minuti
e bevetene tre tazze al giorno. Terminata la fase acuta bevetene una tazza al
giorno per almeno un mese.

ECZEMA
È una malattia della pelle, caratterizzata da prurito e da formazione di
vescicole, di pustole e croste. La cura consiste nel seguire un trattamento
dietetico latteo-vegetariano, nel regolarizzare al massimo le funzioni
gastrointestinali e curare l’eventuale consistenza di diabete, linfatismo, gotta,
artritismo. Ottimi risultati danno anche le tisane depurative e gli impacchi
locali.
Viola del pensiero - Infuso:
Versare una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di erba secca
spezzettata. Lasciar riposare 5-10 minuti. Prendere una tazza al mattino e alla
sera per parecchie settimane.
Noce - Compresse:
Fare bollire per un minuto 2 cucchiai di foglie in mezzo litro di acqua e
lasciar riposare per 20 minuti. Farne delle compresse umide con il liquido
raffreddato e applicarle per 1-2 ore, 3 volte al giorno.

GELONI
Sono delle alterazioni cutanee che si sviluppano alle estremità degli arti e
sono dovute all’azione del freddo.
Colpiscono generalmente gli individui con difettosa circolazione o alterato
ricambio organico. Si manifestano con prurito iniziale, seguito da arrossamento
ed edema. La pelle si screpola, lasciando uscire un liquido sieroso che dà luogo
ad una piccola crosta giallognola. Per prevenire i geloni giovano i bagni di
mare e di sabbia marina, le cure iodiche, di ferro, fosforo, vitamine e
applicazioni locali di “olio di tassobarbasso”.
Preparazione:
Fate macerare 40 gr. di foglie di tasso barbasso a fuoco moderato in 40 gr. di
olio di oliva e fate cuocere fino alla scomparsa del vapore d’acqua. Filtrate e
conservate in un recipiente ben chiuso. Applicatelo con leggere frizioni ogni
sera.
HERPES SIMPLEX
(Erpete febbrile)
È un’affezione della pelle provocata da un virus e generalmente
concomitante con un attacco di febbre. Si manifesta con piccole vescicole
biancastre attorno alle labbra, che aprendosi lasciano uscire dapprima una
sierosità che si raggruma in crosta giallastra. Questa può lasciare adito a una
crosta sanguigna. La guarigione si ha in una quindicina di giorni. Naturalmente
bisogna intervenire al primo apparire di questa eruzione per evitare la
formazione di nuove chiazze.
Molto efficace risulta questo preparato di foglie di noce da usarsi in
compresse:
Fate macerare, per almeno un’ora, 60 gr. di foglie in un litro di acqua fredda.
Portate ad ebollizione per 2 minuti e lasciate in infusione per altri 15 minuti
applicatelo in compresse sulla parte interessata.
MALATTIE FEBBRILI

FEBBRE
La febbre è una elevazione della temperatura normale di un organismo,
provocata da cause diverse. Essa solitamente non va combattuta perché è un
atto di difesa dell’organismo, a meno che la temperatura non raggiunga gradi
molto alti, dannosi al paziente per altro verso. Esistono piante molto attive per
far cadere la temperatura che, a differenza delle medicine antipiretiche, non
affaticano l’organismo e favoriscono una guarigione naturale.
Ecco ora i rimedi che bisogna conoscere:
Decotto di Salice
Fare bollire 1 cucchiaino di corteccia secca in una tazza di acqua per 1
minuto. Lasciare riposare per 15 minuti berne una tazza due volte al giorno.
Infuso di Regina dei prati (olmaria)
Versare una tazza di acqua quasi bollente su 2 cucchiaini di fiori tritati.
Lasciare riposare 5-10 minuti, berne una tazza due volte al giorno.

INFLUENZA
L’influenza è una malattia infettiva acuta, notevolmente contagiosa specie
per via aerea. I sintomi più comuni sono: brividi, febbre, cefalea, infiammazione
delle vie respiratorie, tosse stizzosa, mancanza di appetito e dolori diffusi nel
tronco e negli arti. Le miscele di piante costituiscono un ottimo rimedio per la
cura di tutte le influenze poiché permettono una graduale risoluzione dei
sintomi.
Ecco dunque una miscela che vi consigliamo di prendere: con Cannella,
Chiodi di garofano e Santoreggia.
Preparare questa miscela in parti uguali. Mettetene un cucchiaino da caffè in
una tazza di acqua bollente. Lasciate in infusione dieci minuti e bevetene una
tazza 3 volte al giorno.
RAFFREDDORE (RINITE)
È una infiammazione delle mucose nasali. Il comune raffreddore si presenta
con i seguenti sintomi: senso di prurito al naso, starnuti, emissione di liquido
citrino che poi diventa siero-mucoso, dolore alla regione frontale. In linea
generale in capo a una settimana l’alterazione ha termine. All’attacco del
raffreddore, dopo un bagno caldo, è utile bere 2 tazze di infuso di fiori di
sambuco o 2 bicchieri di succo di sambuco diluito molto caldo, a piccoli sorsi.
Infuso:
Versare una tazza di acqua bollente sopra 2 cucchiaini di fiori freschi o secchi
e lasciare riposare per 10 minuti. Bere una tazza calda 2 volte al giorno.
Succo:
Fare bollire in acqua i frutti freschi per 2-3 min., poi spremerne il succo e
portarlo ad ebollizione con miele (1 parte ogni 10 di succo). Berne un bicchiere
diluito in acqua calda 2 volte al giorno.
MALATTIE DELLE VIE
RESPIRATORIE

ASMA BRONCHIALE
È una malattia allergica dell’apparato respiratorio, caratterizzata da crisi di
grave difficoltà respiratoria dovuta a contrazione dei bronchioli e intasamento
degli stessi a causa di una ipersecrezione mucosa. Le piante consigliate per la
cura di questa malattia devono essere sedative dei bronchi e del sistema nervoso
poiché gli asmatici sono spesso ansiosi.
Prendete dunque 60 gr. di foglie di eucalipto, 45 di ginepro, 30 di salvia, 15
di valeriana, 45 di fiori di verbasco, 30 di issopo e 30 di marrubio. Mescolate il
tutto e versate 2 cucchiaini di questo composto in una tazza di acqua bollente.
Lasciate riposare per 20 minuti e bevete questa miscela tiepida due volte al
giorno.
Si può anche preparare un infuso di serpillo poiché anch’esso è un efficace
sedativo delle vie respiratorie.
Versate 2 gr. di sommità fiorite di serpillo in 100 ml. di acqua. Bevetene
regolarmente tre tazzine al giorno dolcificate con miele.

BRONCHITE ACUTA
È una forma di infiammazione della mucosa dei bronchi. Si distinguono le
bronchiti in acute e croniche. Le prime sono di breve durata, si verificano in
genere per un raffreddamento e si manifestano con tosse e con sintomi di
infezione quali la febbre.
La bronchite acuta può essere curata con lo sciroppo di eucalipto:
Versate 10 gr. di foglie di eucalipto, 20 gr. di fiori e foglie di malva, 10 gr. di
fiori di primavera e 10 gr. di foglie di salvia in un litro di acqua. Fate bollire per
un minuto e lasciate riposare il miscuglio per due o tre giorni. Filtrate il tutto e
unite 1 Kg. di zucchero di canna.
Bevetene 3 cucchiai al giorno.
Un ottimo rimedio è anche l’infuso di viola del pensiero:
Versate una tazza di acqua bollente sopra 2 cucchiaini di foglie e di fiori
freschi o secchi. Lasciate riposare per 10 minuti e addolcite con miele. Bevetene
due tazze calde al giorno.
Le bronchiti croniche, invece sono causate da malattie croniche polmonari o
circolatorie. Esse possono insorgere come conseguenza di ripetuti attacchi di
bronchite acuta oppure a causa del lavoro svolto: inalazione di polvere (mugnai,
tornitori) o forti sbalzi di temperatura (fornai, fuochisti). Anche i fumatori
ostinati vanno incontro a questa malattia, ma le forme più gravi sono quelle che
derivano da malattie cardiocircolatorie quali l’ingrossamento del cuore, le nefriti,
l’enfisema e la tubercolosi polmonare.
Per la cura si consiglia un regime igienico controllato, soggiorno in ambienti
marini e antibiotici per aerosol, ma anche le piante hanno un ruolo prezioso per
le loro virtù depurative e prosciuganti dei bronchi.
Decotto:
Mischiate in parti uguali radice di primula, fiori di farfara e semi di anice.
Versate due cucchiaini di questa miscela in una tazza di acqua fredda e portate
ad ebollizione. Lasciate riposare per 15-20 minuti e bevetene una tazza calda
addolcita con miele 3 volte al giorno.

ENFISEMA POLMONARE
È una malattia che si verifica in seguito a bronchite cronica, pertosse,
pleurite, asma, sforzi meccanici (suonatori di strumenti a fiato, soffiatori di
vetro). Nelle forme più lievi si manifesta con saltuari difficoltà di respiro mentre
nelle forme più gravi questa difficoltà è continua ed accompagnata da aritmia
cardiaca. Bisogna evitare ogni sforzo fisico, l’uso del tabacco, la permanenza in
luoghi freddi e umidi, inoltre è utile praticare una moderata ginnastica
respiratoria e consumare pasti leggeri.
Si possono comunque trarre benefici dalle piante bevendo l’infuso che vi
consigliamo:
Versate un litro di acqua bollente su 10 gr. di fiori di papavero essiccati.
Tenete in infusione per 5 minuti e bevetene tre tazze al giorno.

PERTOSSE
È una malattia infettiva, acuta e contagiosa localizzata alle prime vie
respiratorie e caratterizzata da tosse spasmodica ed emissione di muco
vischioso. La pertosse presenta una larga diffusione nella stagione invernale e
primaverile, e la massima frequenza nei bambini fra i 2 e i 5 anni. Il periodo
convulsivo dura da 3 a 6 settimane ed è consigliabile portare il paziente all’aria
aperta poiché l’aria secca degli ambienti chiusi facilita l’insorgenza della tosse.
Fra le cure a base di erbe sono utili gli infusi di timo e di castagno e lo sciroppo
di fiori di violetta.
Infuso di timo:
Versate una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di foglie e lasciate
riposare al coperto per 10 min., bevetene 3 tazze calde al giorno.
Infuso di castagno:
Versate una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di foglie secche e
lasciate riposare per 15 min., bevetene una tazza calda, 3 volte al giorno.
Sciroppo di violetta:
Questo sciroppo, oltre ad essere molto efficace, piace ai bambini per il suo
buon sapore: versate 1 litro di acqua bollente sopra 150 gr. di petali freschi di
viole. Coprite, lasciate macerare per 12 ore e filtrate avendo cura di spremere
tutto il succo. Aggiungete al liquido un quantitativo di miele pari al doppio del
suo peso e fate addensare a bagnomaria. Conservate in un recipiente ben chiuso
e somministrate sino ad un massimo di 6 cucchiaini al giorno.

RAFFREDDORE
È una infiammazione delle mucose nasali e si presenta con i seguenti
sintomi: senso di prurito al naso, starnuti, emissione di liquido citrino che poi
diventa siero-mucoso, dolore alla regione frontale. In linea generale in capo a
una settimana l’alterazione ha termine, a meno che non si tratti di forma
sintomatica di altra malattia generale. Ma ci sono rimedi naturali molto
semplici per risolvere i raffreddori senza bisogno di ricorrere a farmaci.
Eccone alcuni:
Infuso di fiori di sambuco:
Versate una tazza di acqua bollente sopra 2 cucchiaini di fiori freschi o
secchi. Lasciate riposare per dieci minuti e bevetene una tazza calda 2 volte al
giorno.
Decotto di rosa canina:
Mettete 2 cucchiaini di frutti secchi tritati in 1/2 litro di acqua fredda. Fate
bollire per 10 minuti e bevetene due tazze al giorno.
Infuso di regina dei prati (aiuta anche a ridurre la febbre):
Versate una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di fiori di questa pianta.
Lasciate riposare per 10 minuti e bevete l’infuso ottenuto 2 volte al giorno.

TOSSE
È una ispirazione violenta che ha la funzione di espellere dalle vie
respiratorie corpi estranei o sostanze che vi si siano formate. Si suole
distinguere la tosse secca dalla tosse umida; nella prima il secreto manca o è
scarso, nella seconda è fluido e viene espulso. La tosse secca è di solito una
tosse nervosa cioè non dovuta a cause che risiedono nell’albero respiratorio ma
soltanto ad un fatto nervoso. Quindi per curarla è necessario prendere delle
tisane calmanti a base di papavero oppure uno sciroppo di altea selvatica.
Ecco le dosi per la preparazione:
gr. 5 di fiori di papavero - gr. 15 di serpillo.
Mettete il tutto in 100 gr. di acqua bollente e lasciate in infusione per dieci
minuti. Dolcificate con miele e prendetene due cucchiai ogni ora.
Un infuso misto è invece quel che occorre per mitigare le tossi umide:
gr. 20 di fiori di farfara
gr. 15 di fiori di primula con il calice
gr. 15 di fiori e foglie di malva
gr. 15 di foglie di piantaggine
gr. 15 di liquirizia
gr. 10 di verbasco
gr. 10 di carcadè (per dare alla ricetta un sapore più gradito).
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaio di questo miscuglio di
erbe e lasciate riposare per 8 ore a temperatura ambiente. Scaldate, filtrate e
addolcite l’infuso con miele. Bevetene una tazza due volte al giorno.

TUBERCOLOSI
È una malattia causata da un microrganismo specifico, il bacillo di koch.
Questa malattia esige cure mediche molto serie e si consiglia l’uso delle piante
soltanto come complimento del trattamento medico. La pianta più adatta è
l’asperella che esplica un’azione rimineralizzante e permette il consolidamento
del tessuto polmonare.
È importante bere quotidianamente almeno una tazza di infuso di asperella
per poterne constatare i benefici effetti.
Asperella (o coda cavallina o equiseto)
Mettete a bagno gr. 40 di asperella in un litro di acqua per almeno tre ore.
Successivamente fate bollire dolcemente il liquido per 25 min., lasciate in infuso
per altri 10 minuti e bevetene tre tazze al giorno.
MALATTIE DELLE OSSA E
DELLE ARTICOLAZIONI

ACIDO URICO
L’eccesso di acido urico nel sangue provoca dolori alle articolazioni e
degenerazione delle arterie. Si cura con un regime alimentare a base di cipolla e
con tutte le erbe aventi proprietà depurative e diuretiche.
Un ottimo rimedio è quindi il bere due bicchierini al giorno di una bevanda
ottenuta lasciando macerare gr. 30 di cipolla cruda in un litro di vino bianco per
alcuni giorni. Ugualmente efficace è il decotto di sambuco preparato bollendo
gr. 75 di scorza in un litro di acqua per 20 minuti.

ARTROSI
È una malattia molto diffusa e consiste in una degenerazione delle ossa e
delle cartilagini. Ne derivano dolori, rigidità, deformazioni e tumefazioni. Si
dovrà attuare il riposo, evitare il freddo, non eccedere nell’alimentazione,
diminuire il tabacco e il caffè e limitare l’uso dell’alcool.
Inoltre potranno esservi d’aiuto piante come il ribes nero che, oltre ad essere
molto ricco di vitamina C, stimola l’organismo a produrre un cortisone naturale
che svolge un’attività antinfiammatoria molto efficace:
Mettete gr. 50 di foglie di ribes nero in un litro di acqua fredda e lasciate
macerare per una notte. Quindi portate ad ebollizione e lasciate in infusione per
dieci minuti.
Filtrate e bevetene tre tazze al giorno.

GOTTA
La gotta è una malattia causata da un eccesso di acido urico nel sangue. Si
preannuncia con dolori locali alle articolazioni, specialmente alle dita dei piedi,
accompagnati da febbre spesso altissima. In seguito le articolazioni più colpite
si irrigidiscono e subiscono deformazioni. La tendenza alla gotta si trasmette da
padre in figlio e viene accentuata dai disordini alimentari, dall’eccessiva
alimentazione a base di carni e dalla vita sedentaria. Ai fini della cura
bisognerà quindi seguire una dieta vegetariana e fare molto moto all’aria
aperta. Dovranno inoltre essere aboliti gli spinaci, il tè, il caffè, i salumi, i
funghi, il cacao, il pesce poiché contengono determinate sostanze che nel
metabolismo organico si trasformano in acido urico.
Il gottoso dovrà infine bere molta acqua e limone, acqua minerale iodica e
tisane antigottose quali le seguenti:
A) In due litri di acqua fate bollire per 30 minuti gr. 200 di foglie di frassino,
150 gr. di scorza di sambuco e 20 gr. di radice di saponaria. Filtrate e bevete in
dose di tre tazzine al giorno.
B) Fate bollire per 2 minuti gr. 40 di foglie di betulla in un litro di acqua.
Togliete dal fuoco, lasciate intiepidire e aggiungete una presa di bicarbonato.
Tenete in infusione per qualche ora e bevetene quattro tazze al giorno tra i pasti.

RACHITISMO
È una malattia caratterizzata da insufficiente sviluppo e calcificazione delle
ossa dovuta a carenze di calcio, di fosforo e di vitamina D.
Utilissime sono quindi le diete a base di arancia, limone e pomodoro che
sono ricchi di vitamina e favoriscono l’assimilazione dei minerali prevenendo
così l’insorgere del rachitismo.
Efficaci sono infine i preparati di equiseto o coda cavallina, raccomandati
anche alle persone anziane affette da decalcificazione ossea:
Fate macerare gr. 50 di asperella (o coda cavallina) in un litro di acqua fredda
per quattro ore. Quindi fate bollire a fuoco lento per 30 minuti e lasciate riposare
in infusione per altri 10. Filtrate e bevetene tre tazze al giorno.

REUMATISMO ARTICOLARE ACUTO


Questa malattia inizia spesso con episodi febbrili a carico delle prime vie
aeree, e dopo un intervallo di alcuni giorni di apparente guarigione, iniziano i
dolori articolari, localizzati nelle parti più esposte al freddo, che possono
portare complicazioni a carico dei polmoni, dei reni e del cuore. La cura è
essenzialmente medica ma per il malato di reumatismi sarà bene stare il più
possibile nei luoghi caldi e soprattutto lontano dall’umidità. La dieta alimentare
sarà a base di uova, brodi, latte, acque minerali e tisane di erbe dalle virtù
antireumatiche quali la regina dei prati e il ginepro.
1) Infuso:
Versate un litro di acqua calda su gr. 50 di sommità fiorite di regina dei prati.
Lasciate in infusione per dieci minuti e bevetene tre tazze al giorno.
2) Infuso:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di bacche di ginepro
leggermente schiacciate. Lasciate riposare al coperto per 20 minuti e bevetene
una tazza al mattino e una alla sera.
LE AFFEZIONI DELLA BOCCA E
DEI DENTI

AFTE
Sono lesioni che colpiscono la mucosa boccale sotto forma di piccole chiazze
rotonde, bianche o giallastre. Sono provocate in genere da indigestioni,
disfunzioni dello stomaco, del fegato e dell’intestino. L’affezione dura 15 giorni
circa, tuttavia vi sono organismi che hanno una predisposizione ereditaria a
questo genere di manifestazioni. La tintura di mirtillo, da usarsi per
pennellature alla cavità orale, è un ottimo rimedio per la cura dell’afte.
Tintura:
gr. 100 di bacche secche di mirtillo; gr. 500 di acquavite.
Frantumate le bacche e fatele macerare nell’acquavite per 15 giorni
rimestando di tanto in tanto. Filtrate e usate questa tintura in applicazioni locali
con un bastoncino avvolto da cotone idrofilo.
Utili sono anche i gargarismi eseguiti con una miscela di gr. 300 di acqua
distillata, gr. 140 di alcool a 90 gradi, gr. 20 di tintura di eucalipto e gr. 2 di
mentolo.

CARIE DENTARIA
È una malattia diffusissima che colpisce il genere umano in ogni età, anche
nei primi anni di vita. Allo scopo di prevenire la carie bisogna anzitutto
osservare una corretta igiene orale, che consiste nello spazzolare i denti 3 volte
al giorno e nell’ingerire una scarsa quantità di dolciumi. Inoltre al primo
sospetto di carie bisogna correre dal dentista senza nessuna esitazione.
Generalmente la carie si accompagna al mal di denti acuto, in questo caso si
può cercare di alleviare il dolore con un decotto di chiodi di garofano che ha un
effetto anestetizzante, in attesa del trattamento medico.
Decotto:
Mettete a bollire 5 chiodi di garofano in una tazza di acqua per 10 minuti.
Lasciate raffreddare e usatelo per sciacqui alla bocca. Si può anche applicare
direttamente il garofano sul dente dolorante e tenervelo schiacciato il più a lungo
possibile. Inoltre per prevenire la carie è consigliabile masticare di tanto in tanto
foglie di salvia fresche.

GENGIVITI
L’infiammazione delle gengive viene causata da malattie infettive, da
intossicazioni o da una imperfetta igiene orale. Si manifesta con arrossamento,
gonfiore e piccole emorragie e può essere curata con erbe aventi la proprietà di
rafforzare le gengive quali la tormentilla.
Decotto: gr. 50 di rizoma di tormentilla frantumato; un litro di acqua fredda.
Mettete a bagno il rizoma di tormentilla in acqua fredda per 15-20 minuti.
Riscaldate a fuoco lento e fate bollire per 5-10 minuti. Lasciate in infusione
per 10 minuti ancora e usate questo decotto per sciacquarvi la bocca mattino e
sera. Una buona cura calmante che dà sollievo alle gengive si ottiene invece
facendo bollire in un litro di acqua per 10 minuti gr. 100 di foglie di rosa. Usate
questo decotto per fare frequenti sciacqui alla bocca.
AFFEZIONI DELLA GOLA E DEL
NASO

ANGINA
È un processo infiammatorio localizzato nel fondo della gola e si manifesta
con febbre, dolore nella deglutizione e cefalea. Si può curare con gargarismi al
succo di limone e con un’ottima tisana così preparata:
Un litro di acqua
gr. 50 di fiori di malva
gr. 30 di foglie di salvia
Bollite in un litro di acqua i fiori di malva e le foglie di salvia per 15 min.,
lasciate riposare per altri 5 minuti e colate. Addolcite con un cucchiaino di miele
e bevetene una tazza calda al mattino e una alla sera. Se la febbre è molto alta è
opportuno prendere una tisana di regina dei prati: mettete due cucchiaini di fiori
in una tazza di acqua bollente. Lasciate in infusione per 10 minuti e bevetene
una tazza più volte al giorno.

SINUSITE
È l’infiammazione dei setti nasali e molto spesso insorge in seguito ai comuni
raffreddori acuti. Può anche essere determinata da infezioni generali quali
l’influenza, il tifo e la polmonite. Si manifesta con dolori alla fronte, al capo e,
nelle forme più gravi, con febbre e abbondantissima secrezione purulenta dal
naso.
Si cura con antibiotici e suffumigi eseguiti con camomilla, eucalipto, e
pino:
gr. 50 di camomilla: in una bacinella versate un litro di acqua bollente e i
fiori di camomilla. Copritevi la testa con un asciugamano e aspirate col naso i
vapori che si sviluppano.
gr. 60 di eucalipto: mettete in infusione i fiori e le foglie di eucalipto in un
litro di acqua bollente. Ponetevi al di sopra del recipiente fumante con una
coperta sul capo e inalate questi benefici vapori.
gr. 50 di pino: fate macerare i germogli di pino in un litro di acqua fredda per
1 ora. Quindi riscaldate a fuoco lento e fate bollire per qualche minuto. Inalate i
vapori sempre con il capo coperto affinché non si disperdano.

TABAGISMO
È una intossicazione da tabacco causata dal troppo fumare. I sintomi sono:
nausea, vomito, diarrea, vertigini, sudore freddo e tachicardia. La terapia si
giova della sospensione dell’uso del tabacco, di cure disintossicanti e, come
complemento, di piante depurative quali il biancospino, la corteccia di quercia e
il succo di crescione.
Infine, quando il desiderio del tabacco si fa sentire, prendete un cucchiaino
di questo sciroppo:
gr. 20 di crescione
gr. 20 di fumaria
gr. 15 di erisimo
gr. 5 di timo
Versate il tutto in un litro di acqua bollente e lasciate in infusione per quattro
ore. Filtrate ed aggiungete gr. 500 di zucchero.
AFFEZIONI OCULARI
Molte sono le malattie di quest’organo e per la maggior parte di esse
bisogna ricorrere alle cure del medico. Tuttavia vi sono numerose erbe che
hanno la proprietà di rafforzare la vista e di curare le infiammazioni degli
occhi. La carota e la ruta ad esempio rendono la vista più limpida mentre la
camomilla, applicata esternamente in impacchi, allevia la stanchezza degli
occhi.
Nei casi di congiuntivite invece si rivela molto efficace questa miscela di
piante:
gr. 10 di fiori di fiordaliso
gr. 10 di fiori di meliloto
gr. 10 di foglie di piantaggine
Versate queste piante in gr. 250 di acqua bollente e lasciate in infusione per
15 minuti. Filtrate ed usate l’infuso ottenuto per fare lavaggi e impacchi agli
occhi più volte al giorno.
Se siete affetti da orzaiolo fare invece dei bagni tiepidi locali di questo
infuso:
gr. 10 di camomilla
gr. 10 di basilico
gr. 10 di timo
Versate una tazza di acqua bollente su questa mistura di erbe e lasciate in
infusione per 10 minuti. Filtrate e fatene degli impacchi mattino e sera. Inoltre
bisogna sapere che gli orzaioli sono generalmente la conseguenza di un colpo di
freddo ma qualche volta indicano uno stato di affaticamento generale. In
quest’ultimo caso vi sarà molto utile bere ogni sera per 2 settimane una tisana di
foglie di ribes nero che, essendo molto ricco di vitamina C, aumenta le naturali
difese dell’organismo:
mettete 40 foglie di ribes in un litro di acqua e fatele macerare a freddo per
un’ora. Riscaldate a fuoco lento fino ad ebollizione e lasciate in infusione per 10
minuti.
DISTURBI MESTRUALI

MESTRUAZIONI
Il ciclo mestruale è una caratteristica quasi esclusiva della razza umana, ed
è legato alla funzione delle ovaie. Il flusso mestruale dura da due a otto giorni
(media 4-5 giorni ); però, qualora ecceda gli otto giorni è necessario constatare
se esiste un disturbo della coagulazione o piccoli tumori uterini. Sovente le
mestruazioni si accompagnano a dolori addominali, cefalea e senso di
malessere generale; altre volte sono insufficienti o compaiono con notevole
ritardo provocando pesantezza alle gambe e gonfiori al basso ventre. In tutti
questi casi le erbe aiutano a regolare il flusso mestruale e ad alleviare i dolori e
gli spasmi.
Decotto di borsa del pastore (per mestruazioni abbondanti):
In una tazza di acqua fredda mettete due cucchiaini di pianta secca. Fate
bollire per 1 minuti e lasciate riposare per altri 15. Bevetene una tazza tre volte
al giorno.
Infuso di achillea (per mestruazioni dolorose):
Versate una tazza di acqua bollente sopra due cucchiaini di fiori. Lasciate
riposare al coperto per 10 minuti e bevetene una tazza due volte al giorno.
Infuso di salvia (per mestruazioni insufficienti o ritardate):
Versato una tazza di acqua bollente sopra gr. 10 di sommità fiorite. Lasciate
in infusione per 5 minuti e bevetene tre tazze al giorno.

MENOPAUSA
È la cessazione definitiva delle mestruazioni e segna l’esaurirsi della
fecondità della donna. Uno dei sintomi più comuni che l’accompagnano è la
comparsa di vampate di calore al viso che si alternano a sensazioni di freddo e
di nausea. Comuni sono anche le palpitazioni, la cefalea, i cambiamenti
improvvisi di umore e gli eccessi di malinconia, tutta questa serie di disturbi il
più delle volte non ha bisogno di cura perché tende ad esaurirsi man mano che
il corpo si abitua a questo cambiamento che si è venuto a creare. Le piante
comunque apportano un prezioso aiuto in questa fase molto delicata della vita di
ogni donna.
Decotto di iperico:
Mettete due cucchiaini di fiori freschi o secchi in una tazza di acqua fredda e
portate ad ebollizione. Lasciate riposare per 15 minuti e bevetene una tazza al
mattino e una alla sera per qualche mese.
Infuso di cardiaca:
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaino di erba. Lasciate
riposare per 10 minuti e bevetene una tazza al mattino e una alla sera per qualche
mese.
DISTURBI NERVOSI

CEFALEA
È il termine medico con il quale viene indicato il mal di testa, male
diffusissimo in tutto il mondo. Le cause sono numerosissime, per esempio c’è il
mal di capo da strapazzo fisico, da anemia, da intossicazione da fumo, da
indigestioni e naturalmente da nervosismo. Molto importante in questi casi è
regolarizzare l’alimentazione, rilassarsi il più possibile e servirsi delle virtù
terapeutiche di queste piante:
Infuso di valeriana:
versare una tazza di acqua fredda su due cucchiaini di radice tritata. Lasciare
riposare 8 ore e berne una tazza alla sera quando è necessario.
Infuso di lavanda:
versare una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di fiori. Lasciar riposare
al coperto 10-15 minuti. Bere una tazza al mattino e una alla sera regolarmente
per due-tre settimane.
Molto indicato per il mal di testa di origine nervosa è l’infuso di Melissa che
si prepara versando una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di foglie
fresche o secche lasciando riposare 10 minuti. Bere una tazza calda dolcificata
con miele due volte al giorno.

ESAURIMENTO NERVOSO
L’esaurimento nervoso è un grave stato di debolezza e di affaticamento.
Il disturbo principale dell’esaurito è il disadattamento, l’insoddisfazione e la
sofferenza psichica. Per superare questa crisi occorre che egli muti ambiente e
abitudini, abolisca le fatiche, specialmente intellettuali, adotti farmaci sedativi e
tonificanti. Risultati efficaci si ottengono anche completando questa cura con
erbe medicinali quali il ginseng o con bagni di lavanda o di calamo aromatico.
Polvere di ginseng:
mischiare un pizzico di radice polverizzata in pochi cucchiaini di acqua.
Prenderne 2-3 volte al giorno.
Bagno di lavanda:
versare un litro di acqua bollente sopra 2 manciate di fiori. Lasciar riposare
20-30 minuti colare il liquido e aggiungerlo all’acqua del bagno. Immergersi per
10-15 minuti. Questo bagno ha un effetto stimolante per cui bisogna evitare di
farlo alla sera.

INSONNIA
Il sonno rappresenta un bisogno imprescindibile dell’organismo affaticato
dalle quotidiane occupazioni, sia fisiche sia mentali. La mancanza di esso
diventa quindi un fenomeno abnorme ed è necessario un serio trattamento di
riequilibrio del sistema nervoso sotto la guida di un medico competente.
A volte però si soffre di insonnia solo a causa di preoccupazioni morali, di
eccessive fatiche fisiche e intellettuali, di sovraeccitazione dovute a grande gioie
o a grandi dolori, di ingestione di sostanze convulsive (caffè, tè, alcool). In
questi casi le piante riescono, a vincere l’occasionale insonnia ribelle senza
bisogno di dover ricorrere a sonniferi chimici.
Ed ecco i rimedi di cui avete bisogno:
Infuso di luppolo:
versare una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di infiorescenze di
luppolo. Lasciar riposare 10-15 minuti. Bere una tazza alla sera.
Miscela di più erbe attive:
gr. 20 di papavero comune (fiori); gr. 20 di ballota (sommità); gr. 20 di
biancospino (fiori); gr. 20 di asperula odorosa; gr. 20 di passiflora; gr. 20 di
tiglio (fiori).
Miscelare bene, sminuzzando foglie e steli, e mettere un cucchiaio da
minestra in una tazza di acqua bollente. Lasciare in infusione 10 minuti e
dolcificare con miele. Bere due o tre tazze al giorno di questa tisana a settimane
alterne fino al ritorno del sonno normale.

NERVOSISMO
Il progresso tecnico ha reso la vita dinamica, vorticosa e concitata ed ha
contribuito a far si che un po’ di nervosismo tocchi più o meno tutti nell’arco
delle giornate.
Invece di perdere la calma sarebbe più opportuno bere qualche tisana che
rilassi e distenda i nervi senza provocare effetti secondari tossici. Ecco alcuni
consigli:
Infuso di asperula:
mettere un cucchiaino da caffè di asperula in una tazza di acqua bollente e
lasciare in infusione per 5 minuti e prenderne una tazza al mattino e una alla
sera.
Infuso di arancio amaro:
versare una tazza di acqua bollente sopra 1-2 cucchiaini di fiori, foglie o di
buccia grattugiata. Lasciare riposare, al coperto, per 10-15 minuti. Berne una
tazza al mattino e alla sera.

NEVRASTENIA
Questo termine significa debolezza nervosa. Il nevrastenico si esaurisce
facilmente nel compimento di qualsiasi lavoro intellettuale, reagisce
violentemente a qualsiasi difficoltà ed elimina ogni motivo di gioia per
affondare sempre più nella propria depressione psichica. Purtroppo anche dal
lato fisico insorgono svariati disturbi funzionali specie di tipo neuro-vegetativo.
Ai fini della guarigione è importante circondarsi di persone comprensive,
vivere in un ambiente tranquillo e bere tisane a base di melissa (soprannominata
la pianta dell’allegrezza) o di valeriana che esplica un’azione calmante.
Ottima anche una tisana composta da una miscela di più erbe quali:
Melissa; Valeriana; Luppolo; Biancospino; Tiglio; Violetta; Fiori d’arancio.
Miscelare in parti uguali queste erbe e metterne in infusione un cucchiaino da
caffè in una tazza di acqua bollente. Berne una tazza al mattino e una alla sera.
DISTURBI DEL CUORE E DELLE
ARTERIE

IPERTENSIONE
L’ipertensione arteriosa è un aumento dei valori della pressione arteriosa
rispetto ai valori medi normali dei soggetti della stessa età e dello stesso sesso.
Esistono ipertensioni di origine cardiaca o renale ed ipertensioni in cui non si
riesce ad individuare alcuna causa e che vengono denominate ipertensioni
arteriose essenziali. In tutti questi casi bisogna adottare alcune restrizioni
dietetiche, tra cui l’abolizione del sale.
Note sono le proprietà del biancospino contro l’ipertensione. Lo si usa in
infuso:
Mettete un pizzico di fiori freschi o secchi in una tazza e versatevi sopra un
litro di acqua bollente e lasciate macerare per 20 minuti. Filtrate attraverso un
panno e zuccherate. Bevetelo tiepido durante la giornata.
Anche l’infuso di vischio è molto efficace per curare la pressione alta e va
preparato nel modo seguente:
Versate una tazza di acqua fredda su due cucchiaini di pianta tritata fresca o
secca e lasciate riposare per 8 ore. Berne una tazza alla sera per qualche mese.
Infine facendo bollire tre spicchi di aglio fresco in un quarto di litro di acqua
si ottiene una bevanda gradevole molto utile in caso di ipertensione associata a
colesterolo.

IPOTENSIONE
L’ipotensione è un abbassamento della pressione arteriosa al di sotto della
media fisiologica e si manifesta con vertigini, ronzii e abbagliamenti, quando si
cambia bruscamente posizione.
Sono utili in tali casi la vitamina C, gli ormoni surrenali ed infusi di erbe
dalle virtù tonificanti quali la genziana e il rosmarino.
Amaro di genziana:
Fate macerare per 24 ore in gr. 60 di alcool a 60 gradi, gr. 50 di radice secca
di genziana, gr. 25 di corteccia di arancio amaro e gr. 10 di calamo aromatico.
Aggiungete quindi un litro di vino rosso e lasciate macerare per altri 10 giorni.
Filtrate e prendetene un bicchierino prima dei pasti.
Infuso di rosmarino:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di foglie fresche o
secche e lasciate riposare per 10 minuti. Bevete questo infuso 2 volte al giorno.

ANGINA DI PETTO
È una malattia che ha come sintomo principale un dolore toracico talmente
angoscioso da dare al malato una penosa impressione di schiacciamento.
Questo dolore insorge in genere dopo uno sforzo e colpisce lo stesso, la
spalla sinistra e le ultime due dita della mano.
Solitamente il decorso di questa malattia non è mai molto grave ma qualche
volta può andare incontro a complicazioni e dar luogo a infarti o scompensi
cardiaci. Per prevenire l’attacco s’impone riposo, riduzione dell’alimentazione,
abolizione del tabacco e uso moderato del caffè e degli alcolici.
Molto efficaci risultano le tisane di piante aventi azione antispasmodica e
vasodilatatrice quali il biancospino e la salvia.
Infuso di biancospino:
Fate bollire per un minuto un cucchiaio di fiori di biancospino freschi o
secchi in una tazza di acqua. Bevete questo infuso tre volte al giorno.
Infuso di salvia:
Versate un cucchiaio di foglie di salvia in una tazza di acqua bollente.
Lasciate in infusione per qualche minuto e bevetene tre tazze al giorno.

ARTERIOSCLEROSI
L’arteriosclerosi è una malattia che solitamente colpisce gli individui dopo i
60 anni, ma non sono rari i casi di persone affette già dall’età di 50 o anche di
40 anni. La gravità è ovviamente maggiore quando l’età è relativamente
giovanile. Essa si verifica con lesioni a carico delle arterie e conseguente
diminuzione di memoria e di volontà lavorativa, umore depresso, egoismo
accentuato e gelosie.
Molte volte l’arteriosclerosi colpisce anche vari organi quali le arterie del
cuore, dei reni, degli arti dando luogo ad angina di petto, nefrite e lesioni
trofiche di tipo canceroso. Questa malattia va combattuta soprattutto con un
regime alimentare dietetico che elimini alcool e tabacco e sostituisca tutti i
grassi animali con grassi vegetali. Inoltre bisogna sopprimere gli eccessi di
lavoro, dormire a sufficienza e praticare moto all’aria aperta.
Uno dei più famosi alimenti contro l’arteriosclerosi è l’aglio che dà
veramente ottimi risultati:
Prendete gr. 20 di spicchi di aglio, mondateli, tritateli e fateli macerare in gr.
200 di alcool per una ventina di giorni. Filtrate e bevetene 20 gocce al mattino, a
digiuno, in un bicchiere di acqua. Prolungate questa cura per un mese.
Risulta anche utile una cura a base di vischio:
Prendete gr. 40 di foglie e di rametti e fatele macerare in un litro di vino
bianco per dieci giorni. Filtrate e bevetene gr. 100 al giorno tra un pasto e l’altro.
Inoltre mangiate molta cipolla, prezzemolo, aglio, limone e pomodoro poiché
hanno la proprietà di elasticizzare le arterie.
DISTURBI DELL’APPARATO
DIGERENTE

ACIDITÀ DI STOMACO
Questo disturbo è dovuto ad una eccessiva formazione di acido cloridrico
nello stomaco che di conseguenza produce bruciori durante la digestione.
Solitamente si allevia prendendo del bicarbonato di sodio il quale ha il
pregio di un’azione rapida ma, dopo un sollievo transitorio, stimola la mucosa
ad aumentare la secrezione di acido per cui si verifica una nuova fase di
bruciori e dolori. Di grande utilità invece sono le erbe medicinali quali la
melissa, l’anice, il prezzemolo, la camomilla, il ginepro.
Infuso di melissa:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaio da caffè di foglie di
melissa e lasciate in infusione per 5 minuti. Bevetene lentamente una tazza calda
dopo ogni pasto.
Un ottimo rimedio contro l’acidità di stomaco e anche quello di prendere
dopo ogni pasto un pizzico di semi di prezzemolo con un po’ di acqua.

AEROFAGIA
È un disturbo caratterizzato da eruttazione rumorosa di aria contenuta nello
stomaco.
Esiste un’aerofagia dovuta ad aria che si ingerisce mangiando e che, può
aumentare in caso di pasti copiosi. Più raramente invece si verifica quella
dovuta ad una lesione dello stomaco (gastrite o ulcera).
La tisana consigliata per chi soffre di aerofagia è la seguente:
Anice;
Menta;
Tiglio;
Tarassaco (in parti uguali).
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaio di questa miscela.
Lasciate in infusione per 10 minuti e bevetene una tazza dopo ogni pasto.
Questa tisana, oltre ad espellere l’aria dalle vie digestive e a favorire la
digestione, agisce beneficamente sul fegato.

COLITE
È l’infiammazione di un tratto dell’intestino crasso, il colon; provoca dolori
intestinali molto acuti e alternanza di crisi di stitichezza e di diarrea.
Molto spesso è causata da infezioni batteriche ed in questo caso sono utili
delle tisane disinfettanti dell’intestino:
Bollite per 5 minuti gr. 30 di bacche di mirtillo in un litro di acqua. Lasciate
in infusione per 10 minuti e bevetene tre tazze al giorno.
Un’altro metodo efficace di cura è l’infuso di rosmarino: fate bollire gr. 30 di
foglie in un litro di acqua per due minuti.
Lasciate raffreddare e bevetene tre tazze al giorno.

DIARREA
È un’alterazione dell’attività intestinale caratterizzata dall’emissione di feci
liquide o semiliquide in una o più evacuazioni quotidiane. Le diarree possono
essere causate da una indigestione per eccesso alimentare, da cibo avariato, da
infezioni intestinali. Molto importante in tutti questi casi è seguire un regime
alimentare a base di mele, riso e yogurt e bere infine delle tisane disinfettanti,
cicatrizzanti e astringenti.
Decotto di mirtillo:
Versate mezzo litro di acqua su 3 cucchiai di mirtilli secchi. Bollite per 10
minuti e bevetene 3 bicchieri al giorno.
Decotto di tormentilla (o potentilla):
Bollite per 10 minuti due cucchiaini di radice di tormentilla in una tazza di
acqua. Lasciate in infusione per altri 10 minuti e bevetene 3 tazze al giorno.
Decotto di rovo:
Bollite gr. 100 di foglie di rovo in un litro di acqua e lasciate in infusione per
5 minuti. Bevetene quattro tazzine al giorno.
Succo di ribes nero:
Spremete in succo delle bacche fresche e bevetene 3 bicchieri al giorno senza
zucchero.
DISPEPSIA
È un disturbo che rende la digestione lenta e dolorosa. Generalmente viene
causato dalla cattiva masticazione dei cibi o dalla difficoltà a digerire alcune
sostanze (proteine, carboidrati). In tutti questi casi bisogna bere un infuso misto
di melissa e menta che, non solo facilita la digestione, ma allevia i crampi allo
stomaco:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di foglie di melissa e un
cucchiaino di foglie di menta. Lasciate riposare al coperto per 15 minuti e
bevetene due tazze al giorno. Infine, un rimedio molto semplice ma altrettanto
efficace è quello di far bollire per un minuto una tazza di acqua con una foglia di
alloro. Potete berne a volontà.

INAPPETENZA
È la mancanza di appetito e può essere conseguenza di malattie infettive,
deficienza di vitamine, intasamento epatico o intestinale, vita sedentaria. Sono
perciò consigliabili tisane stimolanti e ricostituenti, cibi gustosi e moto all’aria
aperta.
Aperitivo tonico e stimolante:
Fate macerare gr. 20 di radici di genziana per 10 giorni in un litro di vino
bianco. Filtrate e bevete un bicchierino mezz’ora prima dei pasti.
Aperitivo ai fiori di assenzio:
Fate macerare per 3 giorni gr. 20 di fiori in un litro di acqua. Filtrate e bevete
un bicchierino mezz’ora prima dei pasti.
Infuso di calamo aromatico:
Versate una tazza di acqua bollente su due cucchiaini di radice di calamo
spezzettata. Lasciate riposare per 15 minuti e bevetene una tazza tiepida a pranzo
e una a cena mezz’ora prima dei pasti.

STITICHEZZA
La vita sedentaria e il cibo a base di carni, salumi e scatolami sono le
principali cause che generano questo disturbo. La stitichezza porta molti fastidi
quali mal di testa, intossicazioni, vertigini, senso di pienezza, nausea e quindi va
combattuta innanzitutto con un regime dietetico base di cibi privi di scorie, quali
le verdure cotte e passate, grissini, uova, marmellate, frutta matura e carni
magre. Inoltre bisogna fare del moto all’aria aperta e bere alcune tisane
lassative al fine di svegliare l’intestino un po’ pigro.
Infuso misto:
Versate gr. 200 di acqua bollente sopra gr. 3 di petali di rosa, gr 4 di foglie di
susine e gr. 3 di corteccia di frangola. Lasciate in infusione per 30 minuti e
bevete la sera prima di coricarvi.
Un ottimo purgante naturale si ottiene facendo bollire gr. 30 di radici di
cicoria in un litro di acqua per mezz’ora. Se ne bevono tre tazzine al giorno.
Efficacissimo è infine il tè di frangola preparato con un cucchiaio di
corteccia secca lasciata in una tazza di acqua calda per 12 ore. Va preso a sorsi
durante la giornata. Per i bambini invece il miglior lassativo resta sempre la
polvere di liquirizia nella misura di un cucchiaio da dessert diluito in un po’ di
acqua e preso alla sera prima di andare a letto. Questo rimedio sarà senz’altro
molto gradito.

ULCERA
L’ulcera gastroduodenale è una malattia molto seria che esige un attento
controllo medico. I sintomi generali sono bruciori di stomaco e rigurgiti acidi
accompagnati dai tipici dolori da fame che insorgono generalmente qualche ora
dopo i pasti. Le complicazioni più frequenti sono rappresentate dalla
perforazione, dall’emorragia o dallo sviluppo di un cancro sulla lesione.
Può anche guarire spontaneamente ma in ogni caso bisogna osservare una
particolare dieta a base di cibi facilmente digeribili, quali: latte, amidi, carni
magre, frutta e vitamine (specialmente la vitamina C). Bisogna inoltre bere
tisane composte da erbe aventi proprietà cicatrizzanti, astringenti dei tessuti ed
emostatiche. Assolutamente proibiti sono invece l’alcool, il caffè, il fumo e i
sughi piccanti.
Decotto:
Fate macerare a freddo per 3 ore gr. 150 di radici sminuzzate di consolida
maggiore in un litro di acqua. Bevetene tre tazze al giorno. Questo decotto
possiede straordinarie virtù cicatrizzanti.
Infuso:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaino da caffè di sommità
fiorite di calendula. Lasciate in infusione per 10 minuti e bevetene 2 tazze al
giorno. Questa tisana arresta le emorragie ed è molto utile nei casi di ulcera
emorragica anche se bisogna in ogni caso affidarsi alle cure ospedaliere con la
massima urgenza.

VERMI INTESTINALI
La tenia è un verme piatto la cui presenza nell’intestino tenue è dovuta
all’ingestione di germi contenuti nella carne di maiale mangiata cruda e nelle
verdure non ben lavate. I sintomi generali della presenza di questo verme sono:
fame tormentosa e insaziabile, anormale affaticamento, dimagrimento
progressivo, nausee e vertigini.
Eccovi quindi un ottimo rimedio per espellere la tenia:
Mescolate da 20 a 60 gr. di polpa di semi sbucciati di zucca con poco
zucchero (la quantità dei semi varia a seconda dell’età e del peso corporeo del
soggetto). Prendete tutta la dose in una sola volta a digiuno. Dopo 5 ore
purgatevi con gr. 15 di solfato di sodio sciolto in una tazza di acqua tiepida.
Gli ossiuri sono invece dei piccoli vermi bianchi, filiformi, che vengono
espulsi con le feci.
Questa malattia si manifesta specialmente nei bambini ed è dovuta alla
mancanza di pulizia delle mani e all’ingestione di frutta e verdura non lavate. Per
la cura si usa la polvere del rizoma di felce e se ne prendono 10-20 gr. in 200 gr.
di acqua a digiuno. Inoltre è bene far seguire a questa cura una purga a base di
olio di ricino.
DISTURBI RENALI E URINARI

CALCOLOSI RENALE
I calcoli sono prodotti da precipitazione e agglomerazione di sostanze
disciolte nelle urine.
La colica renale è una crisi molto dolorosa che può dar luogo alla
sospensione della produzione di urina che come sappiamo ha la funzione di
espellere i prodotti del ricambio.
Per la cura del paziente affetto da calcoli renali valgono queste norme
dietetiche: poca carne, poco sale, molti liquidi. Tra questi ultimi ricoprono un
ruolo importante le acque diuretiche e le tisane di erbe aventi la proprietà di
aumentare la diuresi e di favorire l’espulsione dei calcoli.
Molto utile in questi casi è il decotto di verga d’oro così preparato:
Scaldate una tazza di acqua con 2 cucchiaini di pianta tritata. Togliete dal
fuoco non appena emette le prime bollicine e lasciate riposare per 10-15 minuti.
Bevetene una tazza 3 volte al giorno.

CISTITE
È un’infiammazione della mucosa che riveste la vescica urinaria e si può
riscontrare sia nell’uomo che nella donna, a qualunque età. Generalmente è
causata dall’azione di batteri penetrati in vescica. In questi casi l’urina è
torbida, contiene batteri, leucociti e tracce di sangue nelle forme emorragiche.
Per combatterla bisogna bere tisane di erbe ad azione antisettica e depurativa.
Ecco alcune preparazioni che apportano notevole sollievo:
Infuso di uva ursina:
Versate una tazza di acqua bollente sopra due cucchiaini di foglie secche.
Lasciate riposare per 8 ore e bevetene una tazza tiepida due volte al giorno. È
consigliabile non farne un uso prolungato.
Infuso di betulla:
Versate una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di foglie fresche o
secche. Lasciate riposare per 10 minuti e bevetene 3 tazze al giorno.
NEFRITE
È un processo infiammatorio, dipendente da cause generali quali infezioni,
intossicazioni, che di regola colpiscono un solo rene. Essa si manifesta con mal
di testa, disturbi digestivi, edemi e gonfiore delle palpebre al mattino.
Il trattamento medico consiste in un regime dietetico privo di carne e nella
somministrazione di antinfiammatori. Anche le piante aventi proprietà
diuretiche, antisettiche e decongestionanti apportano notevoli benefici.
Un decotto molto salutare si ottiene bollendo per 30 minuti gr. 200 di acqua
con gr. 25 di semi di avena, gr. 25 di semi di orzo e gr. 50 di rizoma di gramigna.
Berne una tazza ogni due ore.
Molto indicato è pure il decotto di parietaria che si ottiene facendo bollire
per 5 minuti gr. 20 di parietaria in un litro di acqua. Se ne bevono due o tre
tazzine al giorno.
DISTURBI DEL FEGATO, DELLA
VESCICA E DEL PANCREAS

CALCOLOSI BILIARE
Questa malattia è più frequente nella donna che nell’uomo ed è
caratterizzata dalla formazione di calcoli nella vescichetta biliare. Il sintomo
più classico della presenza di questi calcoli è la colica epatica che può durare
da un’ora a parecchi giorni.
Essa va curata con borse di acqua calda sul posto del dolore e con farmaci
spasmolitici. Inoltre, per evitare gli attacchi, bisogna seguire una dieta
vegetariana priva di fritti, di salse, di formaggi, di cibi piccanti, di alcool e di
cioccolato.
Infine un rimedio molto utile per l’eliminazione dei piccoli calcoli vescicali è
il succo delle foglie fresche di parietaria nella misura di 30-60 gr. al giorno,
preso a cucchiaini.

COLESTEROLO
La dose media di colesterolo nel sangue si aggira intorno a valori di 180-200
mg. per 100 cc di sangue. Ma, un’alimentazione ricca di lipidi, può fare
aumentare questo tasso e provocare un indurimento delle arterie che conduce
all’ipertensione, alle arteriti e all’infarto. La dieta alimentare diventa quindi
necessaria e si basa sull’abolizione di grassi di origine animale e sul consumo
di alimenti contenenti poche quantità di colesterina quali: pomodori,
barbabietole, sedano, carote, lattughe, patate, carciofi, pere, arance, carni
bianche e nasello.
Anche l’uso quotidiano di alcune piante è molto utile:
Tassobarbasso (radici);
Angelica (pianta intera);
Olivo (foglie);
Fumaria (sommità fiorite);
Tutte in parti uguali.
Versate un cucchiaio da dessert di questa miscela in una tazza di acqua
bollente e lasciate in infusione per 5 minuti. Bevetela ogni sera, prima di andare
a letto, tiepida e non zuccherata.
Il tassobarbasso aumenta la secrezione della bile, sostanza molto importante
per dissolvere il colesterolo alimentare e impedirne il passaggio nel sangue.

DIABETE
È una malattia caratterizzata da una eccessiva quantità di glucosio nel
sangue. I sintomi del diabete sono: debolezza generale, aumento notevole
dell’appetito e della sete, prurito e alterazioni cutanee. La cura è lunga e
meticolosa e la sua guarigione si può ottenere più dai cibi adatti che dalle
medicine. L’ammalato di diabete dovrà mangiare poca pasta e poco pane,
evitare gli zuccheri e i dolciumi, non esagerare con le proteine (carne, uova),
limitare l’uso del vino e abbondare in verdura e frutta.
Molto indicato nella cura del diabete è l’infuso di ortica che si prepara
mettendo in infusione un pugno di foglie fresche in mezzo litro di acqua.
Bisogna berne una tazza ogni sera.
Altrettanto efficaci sono i turioni degli asparagi che vanno consumati crudi,
grattugiati nelle insalate o in succo.

INSUFFICIENZA EPATICA
Il fegato è un organo il cui buon funzionamento è essenziale per il nostro
organismo. Quindi anche la più piccola disfunzione, conseguente a varie
malattie di natura infettiva o degenerativa, si manifesta con diversi malesseri:
digestioni laboriose, senso di pesantezza al capo durante la digestione bocca
amara al mattino, anemia. Nelle insufficienze epatiche gravi si può arrivare al
coma epatico dovuto ad intossicazione dei centri nervosi.
La terapia delle insufficienze epatiche si giova del glucosio, degli estratti di
fegato, delle vitamine B e PP e dei protettori epatici. Dal punto di vista
alimentare si escluderanno gli alcolici, i grassi specie se fritti, i salumi, le
spezie. Consigliabili sono, invece, la frutta, il latte, i latticini, le carni magre e
gli zuccheri in larga quantità. Anche le piante svolgono importanti azioni
depurative e protettrici del fegato.
Infuso di cardo benedetto:
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaino dell’intera pianta.
Lasciate riposare 15 minuti e bevetene una tazza tre volte al giorno.
Decotto di carciofo:
Fate bollire gr. 60 di foglie di carciofo in un litro di acqua per 2 minuti.
Lasciate in infusione altri 5 minuti e bevetene due tazze al giorno per tre
settimane.

ITTERIZIA
L’itterizia è più un sintomo che una malattia e deve essere curata dopo che
ne siano state identificate esattamente le cause. Spesso viene provocata da una
infiammazione del fegato e come reazione si ha un travaso di bile nel sangue che
colora la pelle di giallo. Si avverte un forte mal di testa, intensi pruriti e senso di
prostrazione. Bisogna seguire un regime alimentare assolutamente privo di
formaggi, burro, carni grasse, spezie, alcool e caffè.
Si possono invece bere brodi di cicoria e di prezzemolo così preparati:
gr. 30 di radici di cicoria
gr. 60 di foglie di prezzemolo
Fate bollire la cicoria e il prezzemolo in un litro di acqua per due minuti.
Lasciate in infusione per altri 5 minuti e filtrate. Bevetene nella misura di tre
tazze al giorno.
Un’ottima tisana si ottiene anche dall’agrimonia:
Fate bollire gr. 30 di questa pianta in un litro di acqua per due minuti.
Filtrate e bevetene tre tazze al giorno fino alla guarigione.
DISTURBI VENOSI

EMORROIDI
Sono dovute alla dilatazione e alla fuoriuscita delle vene dell’ultimo tratto
dell’intestino retto. Esse sono favorite dalla stitichezza cronica, dalla vita
sedentaria, dalla eccessiva introduzione di cibi e di bevande e dall’obesità. La
cura consiste nel regolare la dieta evitando di mangiare troppo e scartando i
cibi che producono infiammazione come i salumi, i condimenti piccanti e le
bevande alcoliche. Inoltre si può alleviare il dolore provocato da questo
disturbo con pomate e unguenti da applicare localmente.
Un ottimo rimedio per le emorroidi infiammate sono le fumigazioni alla
camomilla da ripetere parecchie volte al giorno:
Mettere 2 manciate di fiori di camomilla in un bidet e versarci sopra 3 litri di
acqua bollente. Sedersi sopra il vapore e coprirsi con un asciugamano. Lasciare
che i vapori di camomilla facciano il loro effetto per dieci minuti.
Per le emorroidi sanguinanti bisogna invece preparare un decotto di
nocciolo delle streghe:
Fate bollire un cucchiaino di corteccia o di foglie in una tazza di acqua per 3
minuti. Lasciate riposare per 10 minuti e bevetene una tazza al mattino e una alla
sera. Ricordate comunque che le emorroidi interne esigono di solito
l’asportazione, soprattutto quando sono la causa di disturbi locali insopportabili
e di ripetute emorragie.

FLEBITE
È l’infiammazione di una o più vene che può dar luogo ad una embolia
polmonare. Si manifesta con dolore e impotenza funzionale dell’arto colpito,
febbre e ingrossamento della zona ammalata. Per curare la flebite è necessario
l’assoluto riposo a letto per un mese o più a seconda della gravità del caso e la
somministrazione di anticoagulanti per eliminare i grumi che ostruiscono le
vene. Inoltre è importante mangiare molto limone per fluidificare il sangue fare
degli impacchi tiepidi con semi di lino preparati nel modo seguente:
Fate bollire gr. 50 di semi di lino in tre litri di acqua per 20 minuti. Lasciate
intiepidire e usate questa miscela per farne degli impacchi sulle zone malate.
Molto efficace è pure il decotto di calendula che si prepara facendo bollire
per 5 minuti gr. 20 di questa pianta in mezzo litro di acqua. Questo decotto può
essere bevuto nella dose di due tazzine al giorno oppure va applicato
esternamente sotto forma di impacchi.

VARICI DEGLI ARTI INFERIORI


Le varici sono delle dilatazioni venose che insorgono maggiormente in una
età compresa fra i venti e i quarantacinque anni. Esse sono favorite dallo stare a
lungo in piedi, fermi nella stessa posizione, dalla stitichezza cronica, dalla
gravidanza e dagli indumenti che stringono gli arti inferiori. Notevoli
giovamenti nella cura delle varici si ottengono quindi evitando la stazione
eretta, osservando periodi di riposo con gli arti inferiori sollevati al di sopra del
tronco e indossando vari tipi di calze elastiche.
Buoni risultati si ottengono anche massaggiando le gambe dal basso verso
l’alto con il seguente preparato:
Edera rampicante: 2 manciate;
Prezzemolo: 1 manciata.
Lasciate macerare il tutto in un litro di acqua bollente per 48 ore. Filtrate e
conservate in un recipiente di vetro.
Un ottimo rimedio è infine l’infuso di ruta:
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaino di erba e lasciate
riposare per 15 minuti. Bevetene una tazza 3 volte al giorno, per parecchie
settimane.
AFFEZIONI TRAUMATICHE

USTIONI DI 1° GRADO
La sintomatologia delle ustioni dipende non solo dal grado ma anche
dall’estensione. Infatti alcune volte può essere più pericolosa una estesa ustione
di 1° grado che una localizzata di terzo grado. Comunque in linea di massima
nelle ustioni di 2° e 3° grado la terapia è molto complessa e va affidata alle cure
ospedaliere. In quelle di 1° grado invece si ha soltanto un arrossamento della
cute che può essere facilmente curato con impacchi di altea o di cotogno e con
linimenti quali l’olio di iperico.
Altea:
Versate mezzo litro di acqua fredda su 2 cucchiai di foglie o di radice tritata.
Lasciate riposare por 8 ore e fatene frequenti impacchi.
Cotogno:
Versate mezzo litro di acqua fredda su due cucchiai di semi e lasciate
riposare per 10 ore. Raccogliete, quindi la bava lasciata dai semi, mettetela su un
panno di lino e applicatela sullo scottature più volte al giorno.
Iperico:
In un recipiente ben chiuso mettete gr. 500 di fiori freschi e un litro di olio di
oliva. Esponetelo al sole e fate macerare il tutto per 8 settimane, avendo cura di
agitarlo di tanto in tanto. Passato questo tempo l’olio assumerà un bel colore
rosso scuro o potrà essere applicato sulle bruciature, sulle slogature e su tutte le
irritazioni della pelle.

CONTUSIONI
Le contusioni sono lesioni dei tessuti dovute a trauma violento. Si
manifestano con tumefazioni, arrossamenti e dolori delle parti contuse che, per
la rottura delle piccole vene, assumono una colorazione che va dal rosso al
viola.
Nelle contusioni esterne si può frizionare la parte arrossata con acqua e aceto
e si possono fare degli impacchi di tintura di arnica nella misura di un cucchiaio
da minestra diluito in un quarto di litro di acqua.
Tintura di arnica:
Versate mezzo litro di alcool a 70% su una manciata di fiori di arnica appena
raccolti. Chiudete ermeticamente in un contenitore di vetro trasparente e lasciate
macerare al sole per una settimana. Filtrate prima di usarla.

FERITE
Le ferite sono lesioni che lacerano la cute e che sono causate da un agente
esterno. Fra tutte le possibili complicazioni delle ferite, gravissima è quella
dell’infezione tetanica che si verifica facilmente in quelle lesioni cutanee
imbrattate di polvere e di terra. Quindi la prima cosa da fare in caso di ferita è
il lavaggio e la disinfezione per evitare che intervengano infezioni. Nelle
lievissime ferite da taglio basterà disinfettare con alcool o con acqua ossigenata
mentre nelle ferite più vaste occorrerà arrestare l’emorragia e lavare la parte
con una soluzione di tintura di iodio (un cucchiaino in mezzo litro di acqua).
Molto utili nei casi di lievi ferite sono le erbe che hanno azione cicatrizzante
e disinfettante quali l’achillea, le cui foglie pestate possono essere applicate
direttamente sulla parte interessata.
Ottimo è invece l’unguento di calendula:
Mischiate gr. 30 di vaselina con gr. 6 di succo ricavato dai fiori di calendula
appena raccolti. Applicate questo unguento parecchie volte al giorno sulla ferita.

PIAGHE
Le piaghe si differenziano dalle ferite per la loro scarsa tendenza alla
cicatrizzazione e quindi alla guarigione.
Possono essere causate da agenti fisici o chimici, da mancata irrorazione del
sangue o da microbi. Vengono curate con impacchi locali tiepidi a base di erbe
dalle virtù vulnerarie quali la consolida e l’aglio e vengono disinfettate con
acqua ossigenata.
Consolida:
Lasciate macerare per due ore gr. 50 di radici secche e polverizzate in gr. 250
di acqua. Quindi bollite per 10 minuti e fatene degli impacchi sulle parti da
curare.
Questo preparato prosciuga le suppurazioni e favorisce la rigenerazione dei
tessuti.
Aglio:
Mettete 20 spicchi di aglio sbucciati in una bottiglia di acqua bollente e
tenetela ben chiusa per circa un’ora. Trascorso questo tempo fatene degli
impacchi locali tiepidi sei volte al giorno.
Questo preparato si rivela molto utile soprattutto nei casi di piaghe
eczematose.
ALTERAZIONI DEL PESO

CELLULITE
Questo disturbo estetico-funzionale, dovuto generalmente a disfunzioni
endocrine, colpisce la quasi totalità delle donne fin dai 10-20 anni di età. Si
manifesta più frequentemente nelle donne grasse ma non manca anche in donne
magre e, in ambedue i casi, si accentua con l’età. Un’intensa ginnastica ed
energici massaggi possono eliminare questo disturbo o quanto meno impedirne
il peggioramento. Ma, anche l’azione delle piante si rivela molto efficace
specialmente se associata ad altre terapie:
Infuso:
gr. 50 di regina dei prati; gr. 20 di marrobio bianco; gr. 30 di mais; gr. 30 di
asparago; gr. 20 di bardana; gr. 20 di anice.
Mettete in infusione un cucchiaio da minestra di questa miscela in una tazza
di acqua bollente per 10 minuti e bevetene tre tazze al giorno.

OBESITÀ
L’obesità è determinata da uno sproporzionato aumento dei grassi
sottocutanei. Essa comporta danni non solo estetici ma anche a carico del
cuore, del fegato e della pressione sanguigna che si mantiene al di sopra dei
valori normali. Il soggetto obeso dovrà fare molto moto all’aria aperta ed
eliminare nella propria dieta tutti i grassi e i farinacei. Molte piante possono
essere di valido aiuto contro questo disturbo e fra queste ricordiamo il marrubio
e la quercia marina.
Tisana di marrubio:
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaio di fiori secchi e
lasciate in infusione per 5 minuti. Bevetene 3 volte al giorno dopo i pasti.
Decotto di quercia marina:
Fate bollire gr. 20 di questa pianta in un litro di acqua per 10 minuti. Lasciate
riposare questo decotto per 5 minuti ancora e bevetene 2 tazze calde al giorno
dopo i pasti principali.
MAGREZZA ECCESSIVA
Esistono vari tipi di magrezza: quella costituzionale che è dovuta ad una
particolare disfunzione ormonale e può essere permanente e quella causata da
insufficiente alimentazione o da scarso appetito. Vi è poi una magrezza definita
occasionale che si verifica in seguito a strapazzi fisici e intellettuali, a
preoccupazioni di ordine morale e a forme inappropriate di alimentazione. Per
prevenire o curare un dimagrimento occasionale bisogna innanzitutto seguire
una dieta a base di latte, burro, miele, uova, patate, carni, pesce, formaggi
grassi e frutta cotta e cruda. Inoltre una tisana di finocchio bevuta dopo i tre
pasti e un piatto di fiocchi d’avena al mattino contribuiranno a farvi riprendere
i chili perduti.
Infuso di finocchio:
Versate una tazza di acqua bollente sopra un cucchiaio di semi di finocchio.
Lasciate in infusione per qualche minuto e bevetelo caldo dopo ogni pasto.
PARTE TERZA

FITOCOSMESI
BAGNI AROMATICI
L’igiene e la cura del corpo sono indispensabili per la nostra salute ed il
mondo vegetale ci offre anche in questo campo un prezioso contributo. Infatti i
bagni aromatici non solo purificano la pelle, eliminando le sostanze tossiche,
ma esercitano una importante azione distensiva sul nostro sistema nervoso,
messo a dura prova dal ritmo frenetico della vita moderna. Per fare un buon
bagno bisogna innanzitutto seguire tre regole fondamentali:
A) Fare 5 minuti di ginnastica per riattivare la circolazione sanguigna prima
di immergersi nell’acqua.
B) Non usare acqua troppo calda poiché debilita anziché ritemprare.
C) Dopo il bagno frizionare il corpo con oli profumati, come ad esempio
l’olio di rose.

BAGNO DI LAVANDA
Fate bollire per 10 minuti gr. 150 di foglie di lavanda ridotte in polvere in 2
litri di acqua. Trascorso il tempo filtrate e versate nell’acqua calda del bagno.
Questo preparato rinfresca e profuma la pelle.

BAGNO DI ROSMARINO
Questo bagno, tonico ed energetico, è indicato per chi pratica sport: fate
bollire per 10 minuti in due litri di acqua gr. 100 di aghi di rosmarino
frantumati; filtrate e aggiungete all’acqua calda del bagno.

BAGNO DI FIORI DI TIGLIO


Fate bollire gr. 1 00 di fiori di tiglio in 2 litri di acqua per 1 0 minuti.
Trascorso il tempo filtrate e versate il decotto ottenuto nell’acqua calda del
bagno. Otterrete un effetto rilassante.
BAGNO DI MENTA
Preparate un decotto facendo bollire gr. 100 di menta piperita in due litri di
acqua per 10 minuti. Filtrate e versate nell’acqua calda del bagno. Questo
preparato stimola e rinfresca la pelle.
DETERGENTI PER IL VISO
La nostra pelle è ricoperta da una patina a pH leggermente acido che la
protegge dalle infezioni batteriche. Ma, molti dei saponi esistenti in commercio,
hanno una azione detergente così profonda da asportare anche questa patina
protettiva, lasciando così la pelle arida e indifesa. Quindi, per mantenere intatta
la naturale bellezza della pelle, bisogna usare saponi leggermente acidi o,
meglio ancora, detergenti naturali.

LOZIONE DETERGENTE ALLA FARINA DI MANDORLE


Prendete una tazza di mandorle sgusciate, mettetele in un tegame e versatevi
sopra dell’acqua bollente lasciatele a bagno sino a quando si staccherà la
buccia scura, asciugatele e riducetele in polvere con l’aiuto di un macinino o di
un frullatore. Inumidite il viso con acqua tiepida, strofinatelo con un po’ di
questa farina ottenuta e risciacquate con abbondante acqua.
La farina di mandorle unisce all’azione detergente una azione meccanica,
leggermente abrasiva, che pulisce a fondo le pelli impure.

LATTE DETERGENTE ALLA ROSA


Essiccate gr. 10 di petali di rose di Bulgaria e fateli macerare in mezzo litro
di latte, per una giornata intera. Applicate questo composto sul viso con un
batuffolo di cotone. Il latte alla rosa dà ottimi risultati nella pulizia delle pelli
grasse.

LOZIONE DETERGENTE PER PELLI GRASSE


ml. 30 (2 cucchiai) di foglie di finocchio tritato;
ml. 300 di acqua bollente;
ml. 150 di fermenti lattici naturali (yogurt).
Versate l’acqua bollente sulle foglie di finocchio, lasciate raffreddare e
filtrate. Versate l’infuso nello yogurt mescolando fino ad ottenere un composto
omogeneo e massaggiatelo sulla pelle. Sciacquate bene con acqua fredda, e
dopo esservi asciugati picchiettate il viso con un fazzoletto di carta pulito. La
pelle risulterà più morbida e pulita.
CREMA DETERGENTE AGLI AGRUMI
Prendete delle bucce di limone o di arancia private della parte esterna e
fatele bollire con acqua addizionata con un cucchiaino di succo di limone sino
ad ottenere una crema omogenea di colore bianco. Massaggiatela sul viso ed
infine sciacquatevi con acqua tiepida. Questo prodotto di pulizia rende
l’epidermide liscia come seta.

LOZIONI TONICHE
Con le erbe si possono preparare sia lozioni astringenti, molto utili per le
pelli grasse, che acque profumate. Queste ultime danno freschezza alla pelle e,
con la loro fragranza, contribuiscono ad accrescerne il fascino. Anche i
trattamenti ai vapori di erbe sono ottimi rimedi per purificare, rinfrescare e
ammorbidire la pelle del viso.

LOZIONE AL LIMONE
Questa lozione, semplicissima da preparare, è ottima come rinfrescante per
pelli grasse: mettete una miscela di acqua e limone in una vaschetta per il
ghiaccio e fate congelare il liquido. Passate poi un cubetto sul viso e asportate
l’umidità residua con un batuffolo di cotone.

TONICO ASTRINGENTE AL MILLEFOGLIE


ml. 5 (1 cucchiaino) di millefoglie secco tritato;
ml. 150 di acqua bollente.
Versate l’acqua bollente sul millefoglie e lasciate in infusione per 30 minuti.
Filtrate e applicate il tonico ottenuto sul viso. È un ottimo rimedio per coloro
che hanno la pelle grassa in quanto svolge un’azione astringente e depurativa.

TONICO ASTRINGENTE ALLA SALVIA


ml. 150 di acqua bollente;
ml. 30 di salvia fresca tritata;
ml. 150 di aceto di sidro.
Versate l’acqua bollente sulla salvia, lasciate raffreddare, filtrate ed
aggiungetevi l’aceto.
Applicate l’infuso con un batuffolo di cotone sul viso pulito e conservate il
rimanente in un barattolo di vetro.
Questo astringente è molto utile per coloro che sono affetti da pelle grassa e
pori dilatati.
TONICO CALMANTE AL TIMO
ml. 5 (1 cucchiaino) di foglie e fiori secchi di timo;
ml. 200 di acqua calda.
Versate l’acqua sulle foglie e i fiori secchi e lasciate in infusione per 30 minuti. Filtrate e applicate il
tonico ottenuto sul viso usando un batuffolo di cotone. Questo tonico allevia le irritazioni cutanee e
ammorbidisce la pelle.

TONICO SCHIARENTE AL SAMBUCO


Questo tonico elimina le macchie dovute all’acne, schiarisce le efelidi e
ammorbidisce la pelle:
ml. 5 (1 cucchiaino) di fiori secchi oppure ml. 15 (1 cucchiaino) di fiori
freschi.
Mettete i fiori di sambuco in una tazza di acqua bollente e lasciate riposare
per almeno 30 minuti. Filtrate e applicate la lozione sul viso con un batuffolo di
cotone idrofilo.

TONICO PER PELLI NORMALI


Questo tonico di facilissima preparazione è l’ideale per rinfrescare le pelli
normali e si ottiene facendo macerare in un litro di acqua per 24 ore un pizzico
di petali di rose rosse, uno di foglie di noci, uno di fiori di salvia e uno di coda
cavallina.

ACQUA DI ROSE
È una delle acque profumate più usate dalle donne fin dai tempi antichi. Si
ottiene dissolvendo 1 cucchiaino di olio di rose in mezzo litro di alcool etilico e
versando poi questa miscela in sei litri di acqua distillata.

TRATTAMENTO AI VAPORI DI TIGLIO


PER PURIFICARE LA PELLE DEL VISO
Mettete 60 ml. (4 cucchiai) di fiori di tiglio in una scodella ed aggiungetevi
un litro di acqua bollente. Curvatevi sul recipiente e copritevi il capo con un
asciugamano in modo da impedire al vapore di disperdersi. Rimanete in questa
posizione per almeno 30 min., asciugandovi di tanto in tanto con un fazzoletto
fresco.
Questi vapori ammorbidiscono la pelle e puliscono i pori.

TRATTAMENTO AI VAPORI DI
CONSOLIDA PER RINFRESCARE LA
PELLE DEL VISO
Pulite il viso e il collo con un sapone neutro e picchiettate la pelle asciutta
con i polpastrelli. Mettete quindi 60 ml. (4 cucchiai) di foglie fresche di
consolida finemente tritate in un recipiente e versatevi sopra un litro di acqua
bollente. Chinatevi con la testa sul recipiente, coprite il capo con un
asciugamano e restate in questa posizione per 15 minuti. Sciacquate infine il
viso e picchiettate nuovamente la pelle.
Questo trattamento non dona soltanto freschezza alla pelle ma allevia, le
laringiti e la tosse provocata da fumo.

MASCHERE DI BELLEZZA
Quando la pelle del viso è stanca, mostra segni di deperimento o è affetta da
acne e punti neri, si possono applicare maschere di bellezza preparate con
prodotti vegetali, queste maschere infatti cedono alla pelle sostanze nutritive e
curative che la rendono più liscia e più sana dopo ogni applicazione.

MASCHERE DI BELLEZZA PER PELLI NORMALI


1) Tritate finemente alcuni gherigli di noci, perfettamente spellati (per fare
questo tuffate prima i gherigli per un minuto in acqua bollente).
Aggiungete qualche goccia di olio extra vergine di oliva e un cucchiaio di
yogurt fresco naturale. Applicate il composto sul viso per 20-25 minuti e
sciacquatevi infine con abbondante acqua tiepida.
2) Prendete un cucchiaino di glicerina, due cucchiai di miele vergine d’ape e
aggiungetevi un paio di cucchiai di succo di cetriolo. Amalgamate il composto e
applicatelo sul viso pulito per 20 minuti. Sciacquate infine con acqua tiepida.
3) Frullate la polpa di un caco ben maturo con alcune gocce di succo di
melanzana fresca e alcune gocce di olio di mandorle dolci. Applicate la
maschera sul viso e lasciate agire per 20 minuti circa. Sciacquatevi infine con
abbondante acqua fresca.
4) Schiacciate alcune albicocche molto mature e applicate la poltiglia sul
viso picchiettando. Lasciatela agire per 10 minuti e sciacquate prima con acqua
tiepida e poi con acqua fredda.
Questa maschera di albicocche è ricca di vitamine e dona un colorito più
sano alla carnagione chiara e poco colorita degli anemici.
5) Schiacciate una tazza di fragole in una uguale quantità di acqua e
applicate la poltiglia sul viso e sul collo. Lasciatela agire per 30 minuti e
sciacquate il viso con acqua, prima calda e poi fredda.
Questa maschera di fragole dona freschezza alla pelle ed ha lo stesso Ph.

MASCHERE DI BELLEZZA PER PELLI SECCHE


1) Mescolate qualche goccia di acqua di rose pura con due cucchiai di olio
di mandorle dolci. Aggiungete due cucchiai di succo fresco di carote e applicate
sul viso pulito tamponando con molta delicatezza. Lasciate agire la maschera
per 20-25 minuti e sciacquatevi infine con acqua tiepida.
2) Frullate la polpa di una pesca ed aggiungetevi una cucchiaiata di panna
fresca per nutrire la pelle. Spalmate questo composto sul viso e lasciate agire
per 20 minuti. Sciacquate con acqua tiepida.
3) Mescolate il succo di due mele con due cucchiai di olio extra vergine di
oliva. Aggiungete un cucchiaio di miele e stendete la maschera sul viso. Lasciate
agire per 20 minuti ed infine sciacquate con abbondante acqua tiepida.
4) Prendete un tuorlo d’uovo e sbattetelo con un cucchiaio di olio di oliva.
Applicate la maschera sul viso per 30 minuti e toglietela con del latte fresco.
Vaporizzate il viso con acqua di rose e di amamelide.
5) Cuocete a vapore alcune carote, riducetele in poltiglia e applicatene uno
strato abbastanza spesso sul viso. Lasciate agire per 20 minuti e sciacquatevi il
viso con la stessa acqua di cottura delle carote. Questa maschera altamente
vitaminica è indicata per ammorbidire le pelli secche e aride e per curare i
foruncoli.

MASCHERE DI BELLEZZA PER PELLI GRASSE


1) Sbattere un albume di uovo con due cucchiai di succo di limone, un
cucchiaio di amido e un cucchiaio di caolino (reperibile in farmacia). Applicate
la maschera sul viso e lasciate agire per 25 minuti. Sciacquate con acqua fresca.
Questa maschera restringe i pori e dà morbidezza alla pelle.
2) Frullate un cetriolo sbucciato e diviso a pezzi con il succo di un pomodoro
fresco e un cucchiaio di bicarbonato. Aggiungete alcune gocce di succo di
arancia e applicate sul viso. Lasciate agire per 20 minuti circa e sciacquate con
abbondante acqua fresca.
3) Omogeneizzate la polpa di un’arancia con tre cucchiai di fecola di patate
e alcune gocce di succo di limone fresco. Applicate sul viso, lasciate agire per
20-25 minuti e sciacquate con abbondante acqua fresca.
4) Mescolate un cucchiaio da tè di lievito di birra con un po’ di yogurt fino
ad ottenere una pasta fluida. Applicatela sul viso, lasciatela agire per 15 minuti
e sciacquate con acqua, prima calda e poi fredda. Questa maschera deterge in
profondità le pelli grasse.
5) Schiacciate una pera morbida, applicate la poltiglia sulla pelle e
lasciatela agire per 30 minuti. Sciacquate con acqua tiepida. Questa maschera
di pere è astringente e disinfettante.
6) Pestate un po’ di spinaci, copriteli con latte e fateli cuocere. Applicate
questa poltiglia tiepida sul viso e sciacquate dopo un’ora. La maschera di
spinaci è curativa per pelli afflitte da acne.
Ecco infine due piccoli consigli per curare gli inestetismi delle pelli impure:
1) Una fettina di pomodoro o un pezzo di zucca ben matura strofinata sul
viso aiuta ad estirpare i punti neri senza difficoltà.
2) Fette di limone applicate sulla pelle del viso restringono i pori dilatati,
poiché il limone ha virtù astringenti.

PICCOLI ACCORGIMENTI PER


CONSERVARE LA BELLEZZA DELLE
MANI
Molto spesso le mani rivelano l’età e l’invecchiamento di una persona.
Inoltre i lavori di casa sovente ne distruggono la bellezza e la morbidezza.
Bisogna quindi portare i guanti per i lavori casalinghi, specialmente quando si
usano prodotti di sintesi chimica.
Un ottimo rimedio per ammorbidire la pelle delle mani è quello di fare dei
bagni di olio di oliva tiepido, con aggiunta di succo di limone.
Eccellente è invece la crema per le mani alla camomilla:
Versate 15 ml. (un cucchiaio) di fiori di camomilla appena raccolti in una
tazza di acqua bollente, lasciate raffreddare e filtrate. Scaldate quindi in un
pentolino 30 ml. (2 cucchiai) di succo di limone, 15 ml. (un cucchiaio) di olio di
mandorle e 15 ml. (un cucchiaio) di burro di cacao. Aggiungetevi l’infuso,
togliete dal fuoco e rimescolate finché non otterrete una morbida crema che, non
appena si sarà raffreddata, metterete in un barattolo a chiusura ermetica.
Questa crema rende le mani vellutate ed inoltre le schiarisce e le profuma.

TRATTAMENTI PER LA CURA DEI


CAPELLI
Capelli belli, forti e lucenti esaltano la bellezza di un viso. Ma purtroppo non
è facile mantenere una bella capigliatura, poiché l’uso phon e le continue
permanenti, tinture e decolorazioni li rendono fragili secchi e sfibrati.
Anche lo shampoo deve essere fatto in maniera appropriata, massaggiando
delicatamente con i polpastrelli il cuoio capelluto. Dopo il lavaggio occorre
risciacquare accuratamente i capelli con infusi o decotti di piante che
conferiscono loro morbidezza e ne accentuano i riflessi naturali. È meglio non
usare il phon per asciugare i capelli, ma se la fretta rende necessario non
bisogna usarlo a temperatura troppo elevata.
È bene poi spazzolare i capelli ogni gioco per stimolare la circolazione
sanguigna ed includere nella dieta alimentare semi di girasole, cereali integrali,
germi di grano, verdura, yogurt e frutta fresca per mantenerli sani e forti.

SHAMPOO ALLA CAMOMILLA


In un recipiente mettete 15 ml. (un cucchiaio) di sapone neutro in scaglie, 25
gr. di fiori di camomilla tritati e 15 ml.(1 cucchiaio) di borace. Versatevi dentro
300 midi acqua bollente e mescolate fino a quando non si sarà formata una
soffice schiuma, usate questo composto come un normale shampoo e
risciacquate abbondantemente i capelli.
Questo trattamento dona vitalità ai capelli sfibrati e, con l’aggiunta di alcune
gocce di limone, li rende più lucidi.

SHAMPOO ALL’UOVO
Sbattete 2 tuorli di uovo con 1/4 di tazza di acqua tiepida e applicate questa
miscela sui capelli (occorre massaggiare attentamente la cute per far penetrare le
sostanze nutritive). Tenetela in posa per 40 minuti e coprite il capo con un
sacchetto di plastica. Sciacquate con abbondante acqua calda e aggiungete
nell’ultimo risciacquo un cucchiaino di aceto aromatico. Pulisce e nutre i capelli,
si consiglia a coloro che hanno forfora, doppie punte e capelli aridi.

LOZIONE PER CAPELLI ALLA CAMOMILLA


Questa lozione dona vitalità e riflessi biondi ai capelli. Inoltre li profuma in
modo delizioso. Bollite gr. 25 di fiori di camomilla, secchi o freschi, in 850 ml.
di acqua per 15 minuti. Lasciate raffreddare, filtrate e usate la lozione ottenuta
nell’ultimo risciacquo. Asciugate i capelli, se vi è possibile, al sole.
LOZIONE PER CAPELLI AL LIMONE
Questa lozione va bene per tutti i tipi di capelli e soprattutto per quelli grassi
e con forfora: versate il succo di due limoni in una catinella di acqua tiepida e
usatela per fare il risciacquo finale.

LOZIONE PER CAPELLI AL ROSMARINO


Questa ricetta previene la forfora e cura la calvizie. Prendete un mazzo di
rosmarino fresco, tritate o frantumate le foglie e aggiungetevi 300 ml. di acqua
bollente. Lasciate riposare per 1 ora, filtrate e usate la lozione nell’ultimo
risciacquo.

LOZIONE PER CAPELLI AL PREZZEMOLO


Questa lozione dà ai capelli maggiore lucentezza e combatte la forfora.
ml. 300 di acqua bollente;
ml. 60 (4 cucchiai) di foglie di prezzemolo tritate.
Versate l’acqua sul prezzemolo, lasciate riposare per circa 30 minuti e
filtrate. Imbottigliatela e mettetela nel frigo dove deve rimanere per una
settimana.
Usatela nell’ultimo risciacquo e il risultato è assicurato.

COLORANTE PER CAPELLI


Questo infuso di salvia e tè cinese restituisce ai capelli il colore naturale.
Un cucchiaino di salvia secca (5 ml.);
un cucchiaio di salvia fresca (15 ml.);
ml. 300 di tè cinese;
ml. 300 di acqua bollente.
Mescolate gli ingredienti e lasciate riposare per almeno due ore. Filtrate,
lasciate raffreddare e applicate l’infuso sui capelli spazzolandoli e frizionandoli
con le dita. È opportuno indossare dei guanti poiché ci si può macchiare.
Ripetete questa operazione dopo sei shampoo poiché il colore tende a
svanire.

IMPACCHI DI OLIO DI RICINO


Impacchi da fare prima dello shampoo, ricostituiscono e rinvigoriscono i
capelli.
Fate scaldare leggermente mezza tazza di olio di ricino e distribuite sui
capelli pettinando delicatamente. Coprite la testa con un sacchetto di plastica e
tenete questo impacco almeno per un’ora.
Trascorso questo tempo fate un doppio shampoo e nell’ultimo risciacquo
diluite un cucchiaino da tè di aceto aromatico.
IMPACCO DI MIELE
Nutre i capelli lasciandoli morbidi e lucenti. Mescolate una tazza di miele
grezzo con mezza tazza di olio di oliva e due cucchiai di succo di limone. Fate
riposare per una notte e distribuite sui capelli massaggiando la cute usando un
pettine rado. Coprite il capo con un sacchetto di plastica e tenete questo impacco
per 30 minuti. Fate lo shampoo e, nell’ultimo risciacquo, aggiungete un po’ di
succo di limone se avete i capelli chiari o un po’ di aceto di sidro se li avete
scuri.

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