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La domanda di dostoevskiana memoria3, ci

Limite di Serge Latouche. mette tutti con le spalle al muro. Non sono
Ennesima imposizione o forse le nostre norme morali una semplice
verità autoimposta che ci limita rispetto a un
tanto attesa liberazione? mondo diventato oramai “senza morale” e
“senza limiti” dove il più forte vince e il più
debole soccombe perché si è dotato di una
Pietro Piro moralità che invece di favorirlo lo costringe a
Università di Enna Kore-UNED Madrid
una prassi che gli impedisce il successo? La
dottrina neoliberista4 non ha forze spezzato
definitivamente il legame tra moralità e
Chi mette il proprio cuore nella esclusiva ricerca dei profitto (ma è mai esistito veramente questo
beni di questo mondo ha sempre fretta, perché non ha legame, è mai esistita un’accumulazione
che un tempo limitato per trovarli, senza sfruttamento?) rendendoci tutti
procurarseli e goderne.
Il pensiero della brevità complici di un immensa opera di
della vita lo pungola senza requie. depredazione? Pare che Latouche propenda
per questa visione critica:
Alexis de Tocqueville, La democrazia in America.
In effetti, l’imperialismo
dell’economia abolisce le frontiere
I. tra morale, politica ed economia. Il
potere praticamente totalitario del
consumismo convive perfettamente
Serge Latouche il cui nome è con il caos politico, sotto l’occhio
indiscutibilmente legato il concetto di delle telecamere di
decrescita,1 ci offre una riflessione serrata su videosorveglianza.5
uno dei punti più dolenti nel vissuto
dell’uomo contemporaneo: la questione del A questa deriva dell’illimitata voracità,
limite. Il nucleo teorico dell’intero discorso di Latouche cerca di contrapporre una prassi del
Latouche si fonda sua una domanda tanto limite che possa arginare l’imponente fiume
diretta quanto drammatica: dei divoratori, ingrossato sempre più dagli
affluenti della persuasione organizzata che
La scienza e la tecnica avrebbero spingono nella direzione dell’illimitato e dello
dato una risposta a tutto. Ma se sconfinato:
l’uomo può tutto, perché dovrebbe
rimanere prigioniero della camicia di
Contrariamente a quello che pretende
forza della morale? Il diritto a godere
questa ideologia, la frontiera non
senza nessun intralcio, conseguenza
isola, filtra. Le frontiere per quanto
dell’abbondanza limitata, non può
arbitrarie (e c’è da sperare che lo
che abolire tutte le norme sulle quali
siano il meno possibile), sono
si fondava la vita in società.2
indispensabili per ritrovare l’identità
necessaria allo scambio con l’altro.
Al contrario di quello che sostiene la
tesi mondialista, non c’è democrazia
senza capacità del corpo dei cittadini,
1
a tutti i livelli, di darsi dei limiti. Si
Si vedano in particolare: Breve trattato sulla
decrescita serena, Bollati Boringhieri, Torino 2008;
3
Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e Si veda: F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov,
percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri, Torino Garzanti, Milano, 1979, vol. II, pagg. 619, 623 e 680-
2011; Per una abbondanza frugale. Malintesi e 681.
4
controversie sulla decrescita, Bollati Boringhieri, Ho trovato utile: E. Toussaint, Da dove viene la crisi?
Torino 2012. L’ideologia neoliberista dalle origini a oggi, Edizioni
2
Cfr. S. Latouche, Limite, Bollati Boringhieri, Torino dell’Asino, Roma 2012.
5
2012, p. 15. Cfr. Cfr. S. Latouche, op. cit. p. 35.
2

può dire che la democrazia può regole di rispetto e di parca frugalità, pare
funzionare soltanto se la politeía è di essere proprio la strada giusta per affrontare
piccole dimensioni e fortemente con minore disperazione l’avvenire. Tuttavia,
ancorata ai valori specifici.6 non possiamo accettare questo libro, senza
prima sottoporlo ad una profonda analisi
Latouche si batte per una nuova forma di critica che ci permetta di collocarlo in uno
organizzazione mondiale che non veda sfondo dal quale trarre poi la figura nitida e
l’Occidente dominare con il suo potere precisa del senso del limite. La prima
aggressivo l’intero pianeta: considerazione riguarda l’autolimitazione.
L’uomo dovrebbe porre un freno ai propri
Il libero scambio culturale, come il
desideri e godere di quello che ha. Tuttavia, ci
libero scambio economico, è un
ingiustizia perpetuata dalle potenze chiediamo se questo suggerimento vale allo
economiche dominanti ai danni del stesso modo per il contadino vietnamita che
resto del mondo. Le logiche sogna una vacca in più per arare con meno
liberoscambiste, oltre ai danni fatica il suo piccolo campo e per un dirigente
ecologici producono la distruzione di una multinazionale americana il cui
dei modi di vita, la dilapidazione dei stipendio personale supera quello di un anno
patrimoni sociali provenienti di lavoro di mille contadini cinesi.
dall’accumulazione di saperi L’imperativo di darsi un limite deve essere
ancestrali e di reti di rapporti applicato anche a chi vive in una bidonville di
ancestrali. Assistiamo così a una Nairobi, di Caracas o di Calcutta, oppure deve
straordinaria omologazione
essere ristretto a chi può permettersi uno stile
planetaria.7
di vita che prevede il lusso come quotidianità?
L’occidentalizzazione del mondo ha portato Possiamo proporre di darsi un limite e tutti
alla diffusione di valori centrati sul profitto e quegli sfruttati, emarginati, disperati che ogni
sull’illimitato sfruttamento dei beni della giorno escono alla ricerca di quell’occasione
terra. Tuttavia, i limiti naturali di decisiva che permetta un miglioramento della
sopportabilità del pianeta, mettono in grave vita e che non arriva mai? Possiamo
crisi ogni forma di vita che non si adegui ad veramente proporre di darsi un limite a coloro
uno stile più moderato e rispettoso. Il lungo che non hanno nient’altro da perdere che le
processo storico che ha permesso un lento ma loro catene? Crediamo che nel libro di
efficace scardinamento delle gabbie Latouche manchi una prefazione che ci
identitarie (e il Cristianesimo sarebbe il padre sentiamo di proporre per la seconda edizione:
dell’individualismo che si trasforma nella sua
forma più degenerata nel menefreghismo) ha Questo libro è dedicato alla razza dei
grandi divoratori del pianeta, a coloro
portato all’affermarsi di un immoralismo
che vivono sulle spalle di una
corruttore che spezza i legami sociali e che si umanità fragile e sfruttata. A tutti
fa propiziatore della banalità del male.8 Per coloro che vivono ricavando immensi
Latouche è dunque fondamentale ritrovare il profitti attraverso il plusvalore
senso del limite e per farlo è imprescindibile ricavato da immensi apparati
una scelta che preveda l’autolimitazione come produttori di denaro e di alienazione.
perno di una nuova identità planetaria. Questo libro è dedicato ai persuasori
occulti, a chi ricava denaro illudendo
II. i deboli, a chi ricava denaro
inquinando, distruggendo,
Il libro di Latouche è dunque un ottimo libro. abbruttendo la terra. Questo libro è
dedicato ai padroni del mondo a chi
Ritrovare il senso del limite e darci delle
determina e minaccia l’intera vita del
pianeta. Questo libro è dedicato alla
6
Ivi., p. 36.
7
Ivi., p. 42.
8
Ivi., p. 92.
3

superclass9 dei burocrati della non si autolimitano per virtù o perché sono
finanza e dell’imprenditoria che diventati improvvisamente avvezzi a un
determina la vita e la morte dei cammino spirituale. Si autolimitano perché
popoli più fragili e meno aggressivi. vivono in uno stato di costrizione, di
privazione, di limitazione imposta da chi gode
Con questa premessa, restringiamo il campo della crisi e si arricchisce nella crisi. Sono
del nostro invito a un nuovo senso del limite e dunque dei forzati del limite. Dei limitati.
lo rivolgiamo con maggiore determinazione Cosa succederebbe se potessero fare ciò che
nei confronti di chi materialmente determina vogliono? Si limiterebbero? Perché
l’attuale situazione. Altrimenti, un sacrosanto dovrebbero? Storicamente, abbiamo
invito al limite e alla moderazione, se esteso a conosciuto esperienze politiche che
livello planetario e generalizzato a ogni classe imponevano a una grande quantità di uomini
sociale, non fa altro che favorire chi non ha dei limiti imposti da un élite di dirigenti (mi
limiti perché mantiene lo status quo e invita riferisco in particolar modo, agli stati del
alla rinuncia e alla moderazione coloro che cosiddetto socialismo reale e alle dittature
invece potrebbero trovare spinte di fasciste). Chi decideva i limiti da imporre alla
liberazione dai gioghi dello sfruttamento popolazione (divieto di espatrio, divieto di
proprio per il fatto di essere stati tenuti per commercio, divieto d’importazione-
troppo tempo in una condizione di limitazione esportazione, divieto di esprimere liberamente
forzata. I limiti, se non sono il frutto di una la propria opinione, etc.) faceva poi di tutto
rinuncia che nasce da una pienezza dell’essere per darsi alla pazza gioia nell’abuso e
che trova giovamento non nel consumo dell’oltraggio di ogni limite (accumulazione
esteriore ma nella ricchezza della propria incontrollata di beni, sesso, violenza,
interiorità (percorso difficile e che non si omicidio arbitrario, sequestri, spionaggio,
insegna in nessuna scuola pubblica o terrorismo, etc.). Sembra proprio che chi
università) quando sono imposti da altri e non storicamente abbia voluto a tutti i costi
riconosciuti come propri, diventano catene, imporre dei limiti agli altri senza prima
imposizioni, lacci da sciogliere il prima autoimporsi dei limiti ai quali si attiene con
possibile. La maggior parte di coloro che oggi un certo rigore, si sia ritrovato nella
si trovano investiti dalla crisi economica10 condizione di predicare bene e di razzolare
molto male. Se un esponente di alto livello
9
Faccio riferimento al libro di D. Rothkopf, della finanza, la cui vita concreta si svolge tra
Superclass: la nuova elite globale e il mondo che sta case ben arredate, alberghi a cinque stelle e
realizzando, Mondadori, Milano 2008. Sintomatico
rispetto all’andamento delle dinamiche dei poteri che università di prestigio, predica la parsimonia,
questo libro sia edito dalla casa editrice italiana che la moderazione e l’austerità, perlopiù a una
meglio rappresenta lo stile di vita della Superclass che fascia di popolazione la cui nuda vita si
è così potente e arrogante, da potersi permettere di fare svolge già in una parsimonia imposta da
profitto persino con chi la critica.
10 un’economia canaglia che impone la lotta per
Che la crisi non sia generalizzata e che riguarda
elusivamente certi settori, lo aveva già messo in la sopravvivenza come quotidianità, allora ci
evidenza Ugo Spirito nel 1969, riflettendo sulla crisi ritroviamo di fronte a una di quelle
dei valori tradizionali: «Per comprendere il significato contraddizioni la cui natura non può essere
della crisi che il mondo sta attraversando è necessario risolta solo con un etica dei buoni consigli ma
domandarsi in via preliminare se la crisi investa tutti gli
che deve essere affrontata a partire da una
aspetti della realtà o se ci sia qualcosa che ad essa
sfugge, senza risentirne le conseguenze e anzi radicale messa in discussione dei rapporti di
potenziando continuamente il proprio cammino. […] produzione che permetta a quante più persone
Scienza e tecnica procedono dappertutto con decisione possibili di scegliere la limitazione come stile
e con sicurezza esemplari, e i risultati che ne di vita che nasce dalla cultura e dal rispetto e
conseguono vanno aldilà di ogni speranza. Nel loro
non come imposizione che nasce dalla miseria
campo parlare di crisi non può avere senso e semmai si
deve parlare di super sviluppo e di estensione e dallo sfruttamento.
progressiva in tutte le direzioni». Cfr. U. Spirito-A. Del
Noce, Tramonto o eclissi dei valori tradizionali?
Rusconi, Milano 1972, p. 38.
4

III. vita o ritorneremmo a cercare di accaparrare


quanto più possibile per assicurarci quella
Abbiamo l’impressione che l’Occidente, dopo serenità materiale (raggiunta con lo
aver sfruttato tutto lo sfruttabile e trovatosi sfruttamento e la distruzione sistematica) che
oggi nella condizione di essere minacciato da adesso ci permette anche di dire: diamoci un
potenze nuove e aggressive che si trovano in limite?
un potente processo di crescita economica e
conseguentemente ideologica, proponga IV.
ricette di salvaguardia del pianeta la cui
profonda radice è da ricercare in due matrici La storia dell’Occidente è la storia della falsa
interne: la prima è il senso di colpa per non coscienza. Crediamo che non sia il caso di
essere riuscito a creare le basi per una Latouche. Tuttavia, fin quando a scegliere il
convivenza pacifica tra i popoli perché patisce limite saranno sempre coloro che vivono nel
l’orrore di essere stato il primo carnefice, il benessere e nel lusso, tutti i discorsi che
primo sfruttatore, il primo imperialista. La invocano a un cambiamento di rotta si
seconda radice riguarda il futuro. L’Occidente dovranno scontrare con divoratori la cui
non teme per il futuro dell’Umanità (della famelicità non ha confini.
quale ha sempre avuto un idea abbastanza Che fare dunque? La storia ci ha insegnato
riduttiva e orientata allo sfruttamento) ma per che l’autodisciplina (il limite che si auto-
il proprio futuro, per i propri bisogni per i impone e che ci determina) nasce quando si
propri livelli di consumo e di vita. Quando i punta ad un obiettivo. Se l’obiettivo che
potenti della terra (G8 e G20) si uniscono per l’umanità si è imposta è di realizzare il
prendere delle decisioni sui limiti da profitto e di venerare il Dio denaro, allora non
autoimporsi, spesso, gli stati più ricchi e ci saranno limiti allo sfruttamento,
potenti (che hanno deciso il limite del bene e all’ingiustizia, alla brutalità. Se l’obiettivo è
del male) non sottoscrivono le limitazioni dominare i propri impulsi aggressivi e
perche troppo limitanti. È dunque arrivata indirizzare il meglio delle proprie energie alla
l’epoca dello smantellamento dei limiti compassione, alla crescita cooperativa, alla
imposti dai poteri e dalle mafie (politiche e conoscenza e al rispetto, allora possiamo
economiche) per permettere a tutti popoli ancora augurarci un futuro.
della terra di scegliere liberamente quale
limite è giusto e quale limite non lo è. Fino ad V.
oggi, abbiamo assistito solamente
all’imposizione di limiti, di barriere, di muri, Tuttavia, con lucido distacco, valutando
di frontiere, imposti dai pochi per i molti. È attentamente le forze in campo, crediamo che
arrivato il tempo di permettere agli sfruttati di la scelta del limite auto-imposto richieda una
decidere del proprio limite. È probabile che maturazione della coscienza che può avvenire
uno sfruttato del Mali, del Niger o dello Sri solo quando si riconosce il proprio Io come
Lanka (ma anche del quartiere Scampia di un nemico da limitare e da imbrigliare e che
Napoli o dello Zen di Palermo) abbia delle oggi (escludendo le scuole religiose
idee sul limite e sulla parsimonia, diverse da tradizionali che hanno compreso
quelle che si possono generare nella vecchia, perfettamente quanto la limitazione auto-
stantia e sommamente borghese ideologia imposta liberi energie da dedicare ai più alti
della razza dei professori universitari valori dell’uomo e la cui tradizione e
occidentali. Siamo sempre pronti a elargire influenza s’indebolisce sempre di più, ed
buoni consigli quando le nostre vite scorrono escludendo tutti coloro che si dedicano al
fisse sui binari del decoro, della dignità, del volontariato, alla carità e alla ricerca
rispetto e del benessere. Ma se dovessimo scientifica, spirituale, morale) tutte le forze in
deragliare e ritrovarci in un condizione di atto soffiano sempre di più su un Io che non
bisogno e di limitazione, saremmo ancora ha più limiti e che si sta espandendo a livelli
pronti a proporre la limitazione come stile di inauditi. Un Io che è tanto gonfio quanto
5

fragile, vuoto, superficiale. I giornali


dedicano ampie pagine a personaggi senza
storia la cui unica caratteristica distintiva è la
capacità di parlare per ore senza esprimere
nessun concetto, la televisione è
ossessivamente riempita da contenuti
insignificanti e volgarmente pornografici, le
relazioni sono sempre più improntate al più
completo opportunismo. In questa pedagogia
nera, che educa le nuove generazione con
molta più efficacia di tutti i libri che un
intellettuale possa mai scrivere in tutta la sua
vita, in questo mondo senza più limiti, l’auto-
limitazione non è forse l’unico strumento per
accedere a quelle forze sopite la cui
attivazione necessita della difficoltà e della
fame? La fame di giustizia, di verità e di
carità non è forse quella condizione essenziale
per accedere a quell’esperienza del’altro il cui
volto ci appare sempre più oscuro e nascosto?
Non c’è forse scritto in quel libro dimenticato
nella maggior parte dei cuori dei nostri
contemporanei:

Guai a voi che ora siete sazi, perché


avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché
sarete afflitti e piangerete.11

Termini Imerese
Settembre 2012

11
Luca 6:25

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