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MI-KA-EL IL VIAGGIO CONTINUA...

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Mauro Biglino prosegue la descrizione di uno dei siti più importanti collocati sulla "Linea di San
Michele". Dall'eremo nella grotta di Giovanni Vicenzo ai menhir celtici il cammino attraversa
suggestioni ambientali millenarie.

Buongiorno. Siamo qui con il terzo video dedicato a Michael e devo dire che le reazioni che avete
mi comunicato attraverso I messaggi al secondo video, quello nel quale sono fatto delle riprese in
esterno e quindi abbiamo raccontato un po' I luoghi. Ecco, queste vostre relazioni sono state
talmente tante, tronte affettuose. Talmente entusiastiche che come vedete sono già pronto per
un'altra uscita e che faremo tra breve. Prima però voglio spiegarvi facendovi vedere un'immagine,
spiegarvi alcune cose e documentarvele in relazione proprio al momento della costruzione della
Sacra di San Michele, farvi vedere un'immagine nella quale I racconti della edificazione di questo
grande centro di questo grande monastero sono raccolti quasi come in un fumetto, diciamo in un
modo che è stato fatto molti secoli fa, ma che sembra essere molto moderno.

Questa è l'immagine di cui vi dicevo prima, si trova nella chiesa della Sacra ovviamente. È un
affresco del XVII secolo, di un autore che si è firmato qui, purtroppo la firma è incompleta, ma
Insomma quello che conta è che in un modo secondo me estremamente moderno, come dicevo
prima fumettistico, ha rappresentato in un compendio unico I vari racconti relativi alla edificazione
del monastero della Sacra di San Michele. E qui in effetti ci sono I vari elementi. Ora qui sulla
destra vediamo l'eremita Giovanni Vincenzo che sta preparando il legno, insomma I materiali, le
attrezzature per poter costruire questo centro di culto qui sulla montagna dove si trova celle che
poi andremo a vedere. Qui vediamo che mentre l'eremita dorme gli angeli prendono le travi e le
portano in volo sulla cima del monte Pirchiriano, qui c'è l'arcangelo Michele che invita l'eremita
anni a seguirlo, gli dice Giovanni seguimi, perché lo vuole portare appunto nel luogo in cui Michele
vuole che gli venga edificato questo questo centro di culto.

Qui abbiamo la rappresentazione della città di Susa, che è quella che dà il nome alla Valle di Susa
da cui esce Ugo di Monguasiè, che vi ho detto essere quel nobile francese originario dell'Albernia,
lui qui esce in compagnia della moglie Esen Garda, e della sua piccola corte e si sta recando alla,
diciamo così, inaugurazione consacrazione della Sacra. Qui vedete già costruito quel sepolcro
battistero di cui vi ho parlato e di cui abbiamo visto I resti nel video precedente e qui vedete il
vescovo Amizzone con la sua curia che sta procedendo dalla città di Torino in particolare dalla città
di Aviliana per arrivare alla Sacra di San Michele e consacrarla, però che cosa succede? Succede
una cosa strana. Voi vedete che qui sono rappresentate delle fiamme, Perché? Perché nella notte
precedente al giorno previsto per l'inaugurazione la Sacra viene come avvolta dal fuoco o
comunque da grandi luci, per cui si capisce che la sacra in realtà si sta consacrando da sola.
Per cui il vescovo a Mizzone di fatto rinuncia a procedere con la consacrazione e questo sta a
significare che già sin dall'inizio la Sacra in un certo qual modo ha affermato la sua indipendenza
rispetto alla diocesi di Torino. Tant'è che anche I primi Abati della Sacra provenivano dall'Alvernia
che era la regione di provenienza di Ugo di Mondossie, la regione di provenienza di Papa Silvestro
II, ricordate, vi avevo detto Gerberto di Oriac che assieme hanno voluto costruire appunto questo
importante luogo che è diventato poi, come dire, luogo di protezione per I pellegrini sopra tutto
devo dire per la nobiltà, un luogo che si è arricchito moltissimo con le donazioni, aveva proprietà
un pochettino in tutta Europa, e un luogo che però secondo la tradizione popolare sarebbe stato
indicato da Michele stesso che vi ha portato lì invitando a seguirlo, l'eremita Giovanni Vincenzo
che invece aveva l'intenzione di costruirlo qui. Sul versante opposto della Valle di Susa e
precisamente nella località chiamata Celle dove adesso andiamo. Qui siamo a celle con la sua
bellissima chiesetta romanica e adesso andiamo a vedere la grotta dell'eremita Giovanni Vicenza.
Questo è il riparo sotto roccia o se preferite la grotta dove viveva l'eremita Giovanni Vicenza e
dove lui intendeva costruire appunto questo luogo di culto per Michele.

Quindi era in questo territorio che lui accatastava I materiali, cioè legno pietra che poi di notte,
come vi ho raccontato prima Michele con I suoi provvedeva a trasportare sull'altro versante della
valle precisamente quello che adesso poi tra un attimo vedrete. Ecco qui, come alla Sacra di San
Michele, abbiamo questa bellissima commistione tra la roccia e le opere artificiali dell'uomo che
sono state inserite proprio all'interno della montagna, quindi si adattano perfettamente si
adeguano a quello che è il percorso della natura, no? Lasciandolo così com'è e anche qui come la
Sacra di San Michele abbiamo quindi questa bellissima spiagge tra roccia e acqua che ovviamente
è fonte di vita perché viveva qui. Sia d'estate che d'inverno vale sempre la pena di berne un po di
gustato perché veramente speciale questa è la visione che qui da celle sia della sacra di san
michele la vedete là sulla cima di quella piramide insomma di quel cono e di cui già potete
apprezzare la valenza strategica di quella posizione. Quindi qui questo è il tratto di valle che
seguendo la tradizione ovviamente Michele con I suoi attraversava in volo per portare là il
materiale che l'eremita preparava qui per fare questo centro di culto.

Quello di sotto sono le chiuse, si chiamano le chiuse dei Longobardi, di cui vi ho già parlato in un
video precedente quindi qui dovete immaginare I Franchi, I Longobardi là sulla sinistra I versanti di
queste montagne erano in antichità abitate dalle tribù dei Celti, qui sotto c'erano I graiocelli qui
siamo sulle Alpi Graie e quelle altre là davanti a noi sono le Alpi Cozie il cui nome deriva dalla tribù
dei Cozzi citate quindi tribù citate da Giulio Cesare nel De Bello Gallico. Ecco la Sacra quindi ha
questa posizione strategica di controllo del passaggio di questa valle che porta I colli del
Monginever e del Moncenisio che da millenni sono stati utilizzati per attraversare l'arco alpino, ma
l'importanza di quel sito è documentata anche da un altro aspetto, un po' più in alto sul crinale che
vedete dietro la Sacra di San Michele c'è un sito megalitico se è una fila di Menhir che adesso
andremo a vedere che ci documenta come da millenni quel posto sia stato considerato importante
e per usare un termine tradizionale sa cromassacro inteso appunto nel significato vero della parola
cioè separato dal resto del territorio è dedicato a qualcosa riservato a qualcuno, ma adesso ci
andiamo.
Qui siamo su un'altra delle vie che portano alla Sacra di San Michele perché ama camminare è il
sentiero dei principi e quindi vediamo la Sacra di San Michele da un'altra prospettiva e laggiù quel
centro abitato, quel piccolo borgo di case bianche che vedete è quello dal quale siamo appena
arrivati, quella lai celle. Quindi là c'era l'eremo di Giovanni Vicenza, di cui si vede di nuovo molto
bene la posizione strategica della Sacra di San Michele però in questo territorio c'è un'altra
curiosità visto che si parla di esseri volanti nella tradizione almeno che di là portavano il materiale
qui sulla vetta del monte pirgeriano che qui vediamo molto bene dicevo c'è un'altra curiosità che
vi voglio raccontare e la vediamo subito. Quella piramide che vedete essere il monte Musiné.
Voglio parlare un attimo perché è molto particolarmente caro quelli che si occupano di ufologia,
perché da molti decenni, visto che si parla appunto di essere volati in questo territorio nelle varie
tradizioni, da molti decenni ci sono persone che vedono un gran movimento di luci costantemente
sopra I cieli del monte Musiné che peraltro conserva anche le tracce di antichissimi insediamenti
almeno appartenenti al periodo del neolitico.

Ecco io purtroppo non fai parte delle persone che hanno visto tutti questi gran movimento di luci
però mi faceva piacere raccontarvi questa curiosità inserita in questo territorio che di cose curiose
ne presenta veramente tante. Qui siamo arrivati a quei menir di cui vi dicevo prima. Vi vedete qui
belli allineati e sono orientati da est verso ovest, si trovano poco sopra la Sacra di San Michele che
è un pochettino qui in basso. Di questi purtroppo non è che si possa dire molto perché ovviamente
queste culture, queste civiltà non ci hanno lasciato nulla di scritto e già sappiamo che anche
quando abbiamo dei documenti scritti non sempre è facile ricavare dei contenuti certi e
documentati, quindi figuriamoci in situazioni come queste, però la presenza già di questi reperti ci
fa capire come questo luogo, quindi quelle tutto questo territorio nel quale è collocata la Sacra di
San Michele fosse molto importante fin dall'antichità. E in effetti questi reperti mi fanno tornare in
mente la linea ovviamente di Michele di cui vi ho parlato nei video precedenti, penso ad esempio
all'estremo nord di questa linea aicle nel cui territorio sono presenti dei reperti risalenti ad alcuni
millenni orsono, penso per esempio ai reperti anche nel territorio di Michael Smount in Inghilterra
oppure anche a Monza Michelin Normandia che come già avevo detto è costruita addirittura
appunto in un territorio che era sacro ai cieli e poi se continuiamo a scendere lungo la linea
arriviamo al monte Carmelo, quindi in Galilea che rappresenta l'estremo sud di questo percorso e
il monte Carmelo è importante dall'antichità.

Vi ho detto che sono stati trovati dei reperti attribuiti all'Homo Sapiens ma collocati in un'era, in
un'epoca, cioè 150.000 anni fa quando l'Ommo Sapiens teoricamente ancora non esisteva. Poi il
monte Carmelo è stato conquistato dagli egizi è stato visitato da Pitagora che ci è andato nel corso
del suo viaggio in Egitto era sostanzialmente la dimora abituale del profeta Elia, quindi in realtà
vien da dire che quindi lungo tutta questa linea ci si trova in luoghi che sono importanti non
soltanto dall'epoca storica che conosciamo noi ma da ben prima e quindi come dire mi viene da
osservare che Michele l'archistratega sceglieva diamo fede alla tradizione sceglieva con molta
accuratezza tutte queste location per I suoi luoghi di culto e quindi le ha scelte le ha indicate con
molta precisione. Direi con tanta precisione che viene veramente la voglia di andarle a vedere
tutte per capire ancora meglio quella posizione è il pensiero di questo grande militare della storia
ciao

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