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C'era una volta una Regina degli scacchi,

maestosa e bellissima, astuta e con


grandi doti strategiche e tattiche, il suo
nome era Macalda. Macalda da Scaletta.
Un giorno, Macalda, era intenta a
giocare una partita di scacchi con un
importante emiro arabo, conosciuto per le
sue doti di calcolatore e freddo giocatore
che non perdonava mai gli errori
dell'avversario. Amava vincere.
Macalda e l'emiro erano giunti, dopo
audaci sacrifici dei loro pezzi,
strabilianti mosse sulla scacchiera, in una
posizione equilibrata. Sembrava che
nessuno dei due potesse avere la meglio,
Mah l'astuta Macalda dopo avere
guardato l' emiro esclamò
Cavallo in f6 scacco! L'emiro guardò la
scacchiera e capì che si trattava di un
sacrificio, che non poteva evitarlo, ma
che lo avrebbe portato a scoprire il suo
Re e che Macalda lo avrebbe, d'ora in
poi, attaccato con ogni pezzo, fino alla
vittoria.
Guardò Macalda, e sportivamente e da
vero gentiluomo, si alzò e ammise la
sconfitta.
Ma le chiese una rivincita, e le promise
solennemente che questa volta avrebbe
giocato con tutta la sua astuzia e
bravura.
Macalda accettò la nuova sfida sulla
scacchiera, ma prima, con un sorriso
ironico e beffardo, decise di rispondere
alle parole di sfida dell' Emiro.
Prese un foglio e disegnò una scacchiera.
Poi guardò l'emiro e chiese: " Quante
sono le case su questa scacchiera, mio
nobilissimo avversario?".
L'emiro guardò il disegno e sentenziò
senza esitazioni: "Sono 64 case, come è
giusto che siano su una scacchiera".
Macalda allora, con tono di sfida, chiese
all'emiro: " Pensi che questa scacchiera
possa trasformarsi in una scacchiera di
65 caselle, senza che io manipoli con
aggiunte il disegno?
L'emiro guardò ancora il disegno, e poi
con curiosità e un tono di sospetto ma
sicuro le rispose: "Non vedo come tu
possa farlo, sono 64 case, e tu hai
promesso di non aggiungerne altre e di
tenere quelle che già esistono per
ottenerne una in più"
Macalda, sempre con un sorriso beffardo
e però amichevole, prese allora ancora la
matita e tracciò tre linee sul disegno
della scacchiera.
Poi guardò ancora l'emiro che non capiva
cosa stesse facendo, ma aveva gli occhi
illuminati di curiosità e una espressione
enigmatica
Chiese allora: "Mio nobilissimo avversario,
sei ancora sicuro, vero, che io non possa
ottenere una casa in più e trasformare
questa scacchiera in una con 65 caselle?"
l' Emiro guardò ancora la scacchiera,
sempre più incuriosito, e poi esclamo
sicuro di se: "Non credo tu possa farlo,
ma se tu mi dimostrerai che ne sei in
grado, potrai chiedermi qualsiasi
ricompensa!"
Macalda, con tono sicuro ribatté: "
Qualsiasi ricompensa?" Sicuro? Ti prendo
in parola mio nobilissimo avversario.
Certo! Rispose l'emiro.
Macalda, come avevamo detto prima,
aveva tracciato tre linee sul disegno della
scacchiera, tagliò la scacchiera in tre
parti, seguendo le linee tracciate, poi
con tocco armonioso e rapido ricongiunse
le tre parti tagliate ed ecco che davanti
agli occhi dell'emiro comparse una
scacchiera, di forma rettangolare.
Macalda, allora, con tono trionfante e
guardando l'emiro con occhi che
brillavano di gioia disse: " Mio nobilissimo
avversario, conta le caselle, quante sono?
L'emiro, che era anche un grande
matematico, con tono sorpreso e
rispettoso rispose.
"Sorprendente! Amica mia e valida
avversaria, basta che moltiplico tra loro
le case della scacchiera, che sono 13x5 e
ottengo 65!!
Davvero sorprendente! Hai guadagnato la
ricompensa, puoi chiedermi qualsiasi cosa
e io l'esaudirò.
Macalda, con tono serio e rispettoso , si
rivolse allora al suo nobile avversario, e
pronunciò la sua richiesta:
"Desidero che tu permetta nel tuo regno
la libertà di giocare agli scacchi anche
alle donne, che siano libere di
incontrarsi, di parlarne, di sfidare i
propri mariti, o figli, o padri"
Questo è il mio desiderio mio nobilissimo
avversario.
E che sia l'inizio di una nuova storia,
dove il rispetto e le uguaglianze siano
parte della vita di ogni giorno.

Dove l'uomo e la donna possano


confrontarsi, nella vita così come su una
scacchiera.

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