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Vita da expat

con

Giulia
Italiatimezone

Episodio 110
Oggi incontro Giulia Borelli,
viaggiatrice e collega, che ha
vissuto in posti diversi fuori
dall’Italia. Ci racconta un po’
della sua esperienza, del suo
rapporto con l’Italia, la vita
all’estero e la mancanza di
casa.
Vita da expat
con

Giulia
Italiatimezone

Giulia Borelli è un’insegnante di lingue straniere


e viaggiatrice.

Ha vissuto in diversi Paesi ed esplorato molte


parti del mondo. Attualmente si trova in Nuova
Zelanda. È una persona curiosa, appassionata di
storia e cultura.

Proprio questi sono i temi che condivide nel suo


spazio Italian Time Zone e nel suo podcast per
studenti di italiano.

www.italiantimezone.com

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episodio 110
Vita da Expat con Giulia

Pensieri e parole un viaggio nella letteratura 1. Ci = a noi


e cultura per amanti della lingua italiana.
2. Sparso: disseminato,
collocato nello spazio
in modo irregolare. In
Linda Riolo: Ciao a tutti, Bentornati su Pensieri e Parole. Oggi inglese: scattered.
ho un ospite. Questa è la prima intervista dopo tanto
tempo ed è la prima di una serie di interviste che vorrei 3. L’espressione comune è
“nella notte dei tempi”
fare a italiani che per qualche motivo hanno deciso di e significa “in un tempo
vivere all’estero, di andare via dall’Italia, per un motivo o molto lontano, remoto”.
per l’altro. Oggi qui con noi abbiamo Giulia Borelli e lei ci1 Questo libro risale alla
racconterà un po’ la sua esperienza. Giulia è una collega, notte dei tempi = questo
libro è molto vecchio.
quindi anche lei insegna italiano online e offline e ha
anche un podcast. Quindi può dirci forse lei qualcosa sul
suo progetto di italiano anche.

Ciao Giulia!

Giulia Borelli: Ciao, ciao Linda, ciao a tutti e a tutte. Sì,


anch’io ho un podcast. Si chiama Italian Time Zone e il
nome del podcast, del progetto è stato scelto proprio
perché non vivo in Italia e quindi l’idea era sintonizzarsi
sul fuso orario italiano ovunque nel mondo. “Time Zone”
significa fuso orario in italiano e quindi il mio progetto è
nato proprio perché non ero in Italia, non stavo vivendo
in Italia, ma volevo portare l’Italia con me e portare l’Italia
a tutte le persone che stanno studiando italiano e che
sono sparse2 nel mondo e che per un motivo o per l’altro
non possono visitare l’Italia oppure che hanno anche in
progetto di venire in Italia e vogliono sapere di più del
nostro Paese, della sua storia, in particolare della cultura e
delle tradizioni.

L: Ok, quindi è proprio un collegamento personale con la tua


esperienza di viaggiatrice e di nomade quasi.

G: Sì

L: E bello, non avevo pensato a questo lato. E perché hai


deciso, all’inizio dei tempi3? Non so quando grande è stata
la prima volta che sei andata via perché tu hai vissuto in
vari Paesi, no? In Paesi differenti. Quindi qual è stato il

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motivo iniziale - diciamo - per andar via?

G: Allora innanzitutto sono andata via per studiare. Ho fatto 4. Ricorda che “trasferirsi”
l’Erasmus all’estero, questo ormai undici anni fa e mi è un verbo riflessivo.
sento vecchia a dirlo. Undici anni fa ho fatto l’Erasmus e Significa cambiare città
o cambiare casa.
lì ho fatto la mia prima esperienza all’estero. Sono stata
via solo un anno, poi in realtà sono tornata in Italia perché 5. Una cosa itinerante è
volevo finire i miei studi in Italia e quando ho deciso di una cosa che si sposta
da un luogo all’altro, è
diventare un insegnante ho iniziato a insegnare inglese e
in movimento.
poi anche italiano e ho iniziato proprio in Italia.
6. I progetti Erasmus
Cioè ho iniziato come insegnante in Italia e quindi ho sono progetti europei
fatto anche la mia esperienza lavorativa e di vita a Milano di scambio tra le
università.
e poi per motivi personali, insomma, grazie anche al
mio compagno e anche per motivi miei, di desiderio di 7. “Ci ambientiamo”
viaggiare, ho deciso di trasferirmi4 in Scozia e poi in Nuova in un posto quando
Zelanda, dove sono adesso. Quindi per me non è stato diventa familiare,
lo conosciamo. Ci
un “vado via dall’Italia perché non ho lavoro”. Io avevo
adattiamo a un ambiente
tante opportunità lavorative in Italia e il mio lavoro andava nuovo e sconosciuto.
anche bene, ma è stato il mio forte desiderio di viaggiare
che mi ha portato via dall’Italia, prima con un viaggio
itinerante5 lungo la Via della Seta e poi in modo stabile in
Scozia. E, come dicevo adesso in Nuova Zelanda.

L: Sì, forse c’è quest’idea che gli italiani viaggino, vadano


a vivere all’estero prevalentemente per il lavoro.
Probabilmente una realtà che esiste, non si può negare.
Però è vero: per molti giovani, in realtà, il motivo iniziale
è lo studio poi. Questi progetti Erasmus6 ti permettono di
fare effettivamente un’esperienza fuori, vivere in un posto
e magari ambientarti7, trovare poi li lavoro. Quindi a volte
parte dallo studio, non necessariamente da un’urgenza
economica.

Ok, quindi ora se in Nuova Zelanda. Va bene e ora le


domande sentimentali. Che cosa ti manca dell’Italia? Cosa
ti mancava a Edimburgo o in Scozia, dove eri e cosa ti
manca forse lì? Ora sei dall’altro lato del mondo quindi è
un attimo più complesso?

G: Sì, sì, sicuramente. Allora, lasciando da parte ovviamente


gli affetti familiari, quindi la famiglia, gli amici, le amiche
e quelle sono relazioni che si cercano, ovviamente si

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mantengono a distanza, però manca il contatto più vicino


e anche semplicemente il dire “Facciamo un pranzo in
famiglia la domenica con la nonna e i parenti”, questa 8. Ne = di questo
Abbiamo parlato di
cosa non si può fare. Quindi sicuramente c’è l’aspetto, la
questo = ne abbiamo
mancanza personale degli affetti personali. parlato.

E poi c’è un altro aspetto che ho notato più in Nuova 9. Risale al = è del
Zelanda che in Scozia, anche se in parte anche anche Il verbo “risalire” si può
usare anche per parlare
anche lì. È l’aspetto, diciamo di quello che c’è intorno a te,
di una data: questo libro
della bellezza costante e della storia che c’è ovunque in risale al 1940.
Italia e della possibilità di prendere la macchina e andare
a visitare un paese, un paesino qualsiasi, una cittadina 10. Essere appassionati di
qualcosa = avere un
qualsiasi e trovare qualcosa di storicamente affascinante.
interesse, una passione
Qualcosa di importanza artistica architettonica non per qualcosa.
soltanto nelle città più grandi, ma anche proprio nelle
città più piccole. E avere questo aspetto della bellezza
della città, quindi le cittadine, i paesi, i borghi medievali,
soprattutto, sono belli di per sé e sono anche inseriti in
una bellezza naturale - diciamo. Quindi questa cosa l’ho
trovata a Edimburgo come città. Al di fuori di Edimburgo
non c’è questa cosa. La natura scozzese è bellissima, ma
le città no. Mi perdoneranno, insomma, gli scozzesi, o
anche studenti scozzesi che ci ascoltano lo sanno. Ne8
abbiamo parlato spesso e la stessa cosa l’ho trovata qui
in Nuova Zelanda. Cioè la natura qui è incredibile, c’è una
natura che io non avevo mai visto. È proprio spettacolare
e remota, una cosa che in Italia manca. Cioè tu puoi
trovarti in mezzo alla natura e intorno a te non avere
città o nessun edificio, però mancano... Manca la bellezza
architettonica, manca la... Per quella che per me è bellezza
architettonica, quindi l’antico, ok? E la storia, perché
se non sbaglio l’edificio più antico in Nuova Zelanda più
vecchio, risale al9 1822, quindi cioè: mi manca il girare
nelle città e dire vado a visitare una città per vedere
qualcosa di artistico, storico, culturale. Qui viaggiamo
principalmente per la natura.

L: Sì, diciamo che tu sei anche un’appassionata di10 storia.

G: Sì, forse io sono... Metto tanta enfasi da questo punto


di vista, sicuramente. E però io sono anche una persona
che quando viaggia in Italia, ma anche in altri posti, penso

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anche in Europa e appena vede una chiesa entra, ok? Io


entro sempre perché potrebbe sempre esserci qualcosa di
bello da vedere, ok? Qualche dipinto o qualche struttura 11. Le rovine sono i resti
rotti di un edificio.
architettonica interessante. E quindi sì, sicuramente
anche la mia passione personale per la storia mi porta a 12. “Essere messi bene”
fare questo, questo giudizio, avendo comunque l’amore è un’espressione di
per la natura. Non mi lamento troppo, ecco. Quindi sono italiano parlato che
si usa quando una
contenta lo stesso.
situazione è positiva.
Ad esempio: per quanto
L: Sì, ma lo capisco. Anch’io ho provato questa cosa in alcuni riguarda l’economia
posti in cui ho vissuto, anche ad esempio l’ultima volta l’Italia non è messa
ero a Rio, in Brasile, con mio suocero - il mio compagno bene.
Si può usare anche
è brasiliano - e mi guarda e mi fa: “Guarda, questo è
come esclamazione in
l’edificio più antico del quartiere”. E io: “Wow, ma quando modo ironico: il treno è
è stato costruito”? - “1922” E io: “Ohhh, antico... Non in ritardo di 6 ore, siamo
esageriamo”. A volte abbiamo le case dei nonni che sono messi bene!
state fatte nel 1922. È vero, però è forse una cosa che
noi... Un ambiente in cui noi cresciamo e magari chi non
nasce in un Paese, diciamo che ha queste rocce e rovine11
dappertutto, non si rende neanche conto poi dell’impatto
che possono avere nella tua, nel tuo gusto proprio
estetico forse anche. Però è vero, lo noto. E ok, e quindi
che cosa invece non ti manca dell’Italia?

G: Allora... Cercherò di essere gentile verso il mio Paese.


Non mi manca il sistema Italia, ok? Non mi manca il
modo in cui funzionano le cose nel Paese per chi ci vive,
non tanto per chi viene a visitare il Paese ma per chi
vive nel Paese. Quindi non mi manca la burocrazia lenta
e infinita. Io ho vissuto nel Regno Unito: il posto con la
burocrazia più semplice penso di tutto il mondo, dove
fai tutto online, tutto abbastanza semplice e soprattutto
se chiami l’assistenza al telefono ti rispondono: cosa
incredibile! E devo dire che anche qui in Nuova Zelanda
sono messi bene12 perché comunque hanno preso dal
sistema britannico: quindi funziona. E poi un’altra, un
altro aspetto un po’ negativo che io trovo è che a volte
le persone sono un po’ chiuse, cioè hanno una mentalità
un po’ un po’ chiusa perché molte persone in Italia non
viaggiano fuori dall’Italia, non hanno mai viaggiato fuori
dall’Italia e quindi è difficile a volte condividere le tue
esperienze internazionali o proprio far vedere che le cose

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possono essere viste anche da altri punti di vista. Quindi


non mi manca - diciamo - la chiusura mentale di alcune
persone che... Con cui io magari mi sono relazionata o che 13. Boh: non so.
ho ritrovato in varie parti d’Italia, ecco questo. È ovvio che
14. “Ampio” significa
non non voglio generalizzare perché ci sono tante persone “grande”, “largo”.
aperte di mente e aperte anche ad altre culture, però
purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, forse sono un po’
messe in ombra queste persone che hanno un’apertura
mentale, culturale e stiamo andando di più verso una, una
chiusura.

L: Una paura dell’altro. C’è un po’ questo negli ultimi anni.


Paura del diverso, paura dell’altro, insomma. Lo vediamo
in televisione, è vero. E forse basterebbe anche solo
non necessariamente viaggiare, ma anche solo, boh13,
imparare un minimo l’inglese e magari vedere altre
esperienze o parlare con altre persone. E invece è vero, a
volte anch’io noto che è vero, non si può generalizzare,
però a volte noto che questo orgoglio italiano, che a
me piace tanto in alcune cose, cioè l’orgoglio di essere
italiano, si trasforma in “le cose mie sono migliori”. La mia
cucina è migliore, il mio Paese è migliore. Io sono migliore,
non so... Ho visto un po’ questo negli ultimi anni e non è
giusto, penso.

G: Sì, sono d’accordo, sono d’accordo e volevo anche trovare


una cosa invece che... Su cui ho riflettuto un attimo, che
che una cosa sia positiva, sia che mi manca e sia che non
mi manca, è una cosa un po’ strana che è il caos.

L: Caos? In Italia c’è caos?

G: Caos, il caos, il casino. Il fatto di... Non lo so, avere


sempre persone intorno, le persone per strada, le persone
in piazza. Questo movimento continuo di persone per
la strada è una riflessione che ho fatto qui perché
onestamente qui a Oakland non c’è mai nessuno in giro
per strada. Le persone si spostano in macchina, gli spazi
sono ampi14 e molto, molto grandi. E a volte mi dico: “ma
dov’è la gente?”. Cioè o anche quel... Anche quell’urlare
per strada che spesso succede in Italia, che forse quando
sei in Italia ti dà fastidio, ma poi quando non lo vivi per
tanto tempo un pochino ti manca perché fa comunque

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parte del modo in cui sei cresciuto.

L: Sì, forse c’è una specie di mancanza di privacy, a volte. 15. Ne ho visti tanti = ho
Tipo se al bar, magari leggi un libro e vengono a chiederti visto tanti Paesi
che cosa leggi, che ti da fastidio, magari sul momento. Ne = di Paesi.
Usiamo il NE in
Però poi quando sei fuori... Io quando sono fuori vorrei sostituzione a un
iniziare a parlare con tutti. Però non lo faccio perché oggetto quando
dicono - “nooo, poi sono la classica italiana che si mette parliamo di una quantità
a disturbare gli altri!” - e non lo faccio. Però a me piace o una parte di qualcosa.
questo lato culturale. 16. Qui abbiamo un
congiuntivo presente
G: Esatto. E quindi c’è questa. A volte può dare fastidio, ma (trovi, trovino) perché
poi ti manca. È una cosa particolare. è un’opinione personale
che dipende da “sono
L: Sì. E poi anche i luoghi di incontro, a volte non trovo convinta che”.
quando sono stata fuori: la tipica piazza o la via pedonale. 17. Non si addice a: non è
Posti in cui puoi andare e sai che ci saranno persone. adatto a.
Probabilmente nel Regno Unito il parco ha più importanza
della piazza. In Italia c’è più la piazza, forse che supera il
parco in scambio sociale, no? E quella mi manca a volte
quando non sono in Italia.

Pensi un giorno di tornare verso l’Europa, anche solo un


po’ più vicino all’Italia o di cambiare ancora Paese? Ti
piacerebbe riambientarti ancora?

G: Allora ambientarsi è sempre difficile, soprattutto


perché ogni volta che parti devi lasciare gli amici che
è la cosa più straziante che ci sia. Però sì, l’idea che
abbiamo è sicuramente viaggiare ancora, soprattutto in
Sudamerica. Ci piacerebbe molto. E poi tornare in Europa
e onestamente mi piacerebbe molto tornare in Italia. Io
penso che l’Italia sia il Paese più bello del mondo, ne15
ho visti tanti nella mia vita, più di 30, e sono veramente
convinta che la bellezza ripeto artistica, storica, culturale,
paesaggistica, la varietà soprattutto che abbiamo in Italia
non si trovi16 tutto insieme. Queste cose tutte insieme
non si trovino16 in molte altre parti del mondo e purtroppo
il lavoro del mio compagno non si addice17 molto alla vita
in Italia. Quindi lui fa l’infermiere e la situazione lavorativa
per gli infermieri in Italia non è la migliore e... Però non
si sa mai, insomma, si potrebbe sempre cambiare anche
professione. Quindi non lo so se tornerò a vivere in Italia

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onestamente, ma sicuramente mi piacerebbe tornare a


vivere in Europa per essere più vicina all’Italia, sia per la
mia famiglia e sia perché, lo dico forse per la prima volta
in pubblico.

L: Attenzione...

G: Il mio grande sogno è portare gli studenti in Italia a


viaggiare, a girare, a vedere le cose con occhi curiosi.

L: Va bene, grazie Giulia per aver condiviso con noi la tua


esperienza e anche, insomma, la tua vita, no? Grazie e
ripetiamo il tuo sito web così se vogliono ti cercano.

G: Sì, Italiantimezone.com

L: Perfetto.

Grazie mille e a presto.

G: Grazie a te!

L: Ciao ciao

G: ciao.

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Osservazioni

Osserviamo le espressioni e gli elementi grammaticali di questo episodio

Osservazioni di vocabolario
Mi fa - He says to me
Usiamo il verbo “fare” nell’italiano parlato come sostituto di “dire” in alcune occasioni:
• Mio fratello mi guarda e mi fa: “silenzio”!
• Ad un certo punto la cameriera mi fa: “scusi, ma deve andare via dal ristorante”.
Rendersi conto - To realize
“Rendersi conto” è un verbo riflessivo molto usato in italiano. Significa capire, accorgersi,
comprendere pienamente qualcosa. Lo usiamo in situazioni formali e informali:
• Non si rende conto di cosa è successo.
• La mia squadra ha vinto il campionato, ti rendi conto?!
Non si sa mai - One never knows
Espressione usata per dire che non sappiamo cosa ci porterà il futuro. È molto usata
nell’italiano di tutti i giorni:
• Prendi l’ombrello con te, non si sa mai, potrebbe piovere.
• Meglio portare un po’ di soldi in contanti quando esci, non si sa mai.

Osservazioni di grammatica
Una cosa sia positiva sia negativa - A thing both positive and negative

Usiamo “sia, sia” per un elenco positivo:


• Mangio sia carne sia pesce.
• Mi piace sia fare sport sia rilassarmi a casa.

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