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- Gruppo fosfato
- Zucchero deossiribosio (DNA) o ribosio (RNA)
- Base azotata
La di erenza di base dei due zuccheri è l’assenza di un gruppo ossidrilico in posizione 2 nel
deossiribosio; questo gruppo ossidrilico è importante per riuscire a fare in modo che la cellula possa
capire quando deve u lizzare dei deossiribonucleo di e quando deve u lizzare dei nucleo di.
Questo perché gli enzimi chiave all’interno della cellula eucario ca sono DNA-polimerasi e RNA-
polimerasi, però leggono o l’uno o l’altro e non possono leggere entrambi sulla base dell’assenza o
presenza di questo gruppo ossidrilico.
Le basi del DNA sono basi eterocicliche, sono presen negli acidi nucleici appartengono a due classi:
- 2-deossi-D-ribosio (DNA)
- D-ribosio (RNA), in posizione 2 abbiamo il gruppo ossidrilico che non è presente nel
deossiribosio
DNA vs RNA
-L’uracile e il ribosio sono presen solo nell’RNA
-La mina e il deossiribosio sono presen solo nel DNA
-l’adenina, la guanina, la citosina e il gruppo fosfato sono comuni ad entrambi
NUCLEOSIDI
Il nucleo de è la composizione di zucchero base + gruppo fosfato, ma quando parliamo di
NUCLEOSIDE ci riferiamo solo al legame tra lo zucchero e la base azotata.
Quando al ribosio sarà legata la base azotata avremo i RIBONUCLEOSIDI: adenosina, guanosina,
ci dina e uridina
Quando al deossiribosio sarà legata la base avremo i DEOSSI-RIBONUCLEOSIDI: 2-deossiadenosina,
2deossiguanosina, 2-deossici dina e la midina.
Il legame tra zucchero e base azotata è un legame di po beta-glicosidico (se il gruppo ossidrilico si
trova sopra il piano sarà un legame di po beta, se si trova so o il piano sarà un legame di po alfa).
Il legame beta-glicosidico si forma tra il Carbonio anomerico* (C1) del ribosio e l’azoto in posizione 9
(nelle purine) o in posizione 1 (nelle pirimidine)
*carbonio anomerico = carbonio che nella forma aldeidica aperta era un carbonio achirale mentre
nella forma ciclica diventa chirale.
Il legame può avere due pi di orientazione: Syn e An (me ere immagine). L’orientazione di po
An è quella predominante, in partcolare le pirimidine non si possono disporre in posizione Syn
perché c’è un gruppo carbonilico in posizione 2 che impedisce il posizionamento in Syn (ingombro
sterico tra quel gruppo carbonilico e l’ossigeno del ribosio).
Hanno numerosi gruppi polari e sono solubili in acqua. Sono facilmente idrolizzabili da soluzione
acquose di acidi.
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NUCLEOTIDI
I nucleo di sono ESTERI FOSFATO dei nucleosidi, quindi per perdita di una molecola d’acqua dal
nucleoside si forma il nucleo de. L’acido fosforico perde una molecola d’acqua e si lega al carbonio 5
dello zucchero.
Il sito di fosforilazione è quindi quasi sempre all’ossidrile del carbonio 5 dello zucchero (ma può
essere anche all’ossidrile del carbonio 3) e la fosforilazione può essere mono-, di- e tri-fosfato (uno,
due o tre gruppi fosfato). Il legame tra il fosfato e l’ossidrile in C5 è un LEGAME ESTEREO, mentre i
vari gruppi fosfato sono lega da un LEGAME FOSFOANIDRIDICO (stabile ed a alta energia). Es. l’ATP
è un nucleo de. In base al numero di gruppi fosfato avremo l’ADENOSINA MONOFOSFATO,
l’ADENOSINA DIFOSFATO e l’ADENOSINA TRIFOSFATO.
NOMENCLATURA
STRUTTURA SECONDARIA
La stru ura secondaria è data dal modello di Watson-Crick, ovvero il DNA è
una molecola formata da due catene di nucleo di appaiate secondo la regola
della complementarietà andando a formare la cosidde a DOPPIA ELICA. Sarà
un’ELICA DESTRORSA, cos tuita da due catene polinucleo diche
an parallele (una catena in 5’-3’ e l’altra in 3’-5’) e le basi sono all’interno
dell’elica allineate ad angolo re o con l’asse dell’elica.
Tendenzialmente le citosine si trovano nella forma amminica e le guanine si trovano nella forma
chetonica, ma sono possibili anche la forma imminica ed enolica.
Questo comporterà che le basi avendo questo po di possibile conformazione per quanto riguarda i
gruppi funzionali, possono perme ere la formazione di legami alterna vi tra le basi azotate. Può
capitare che una Guanina nello stato comune possa interagire con una mina nella sua forma rara
(enolica) andando a formare 3 legami a H e viceversa, oppure che un’adenina comune vada ad
interagire con una citosina rara (imminica) formando due legami a H.
Watson e Crick furono in grado anche di de nire alcune cara eris che stru urali del DNA, ossia:
- G-C, i gruppi funzionali delle basi espos nel solco maggiore sono diversi dai gruppi
funzionali espos nel solco minore (come nel caso di A-T). Nel solco maggiore avremo un
gruppo acce ore, acce ore, donatore e un idrogeno non polare (AADH) e nel solco minore
avremo un acce ore, donatore e acce ore.
- C-G, avremo nel solco maggiore un idrogeno non polare, donatore, acce ore e acce ore
(HDAA) e nel solco minore avremo acce ore, donatore e acce ore (come nella coppia G-C)
-A-T, avremo nel solco maggiore un acce ore, donatore,
acce ore e gruppo me lico (ADAM) e nel solco minore
avremo acce ore, idrogeno e acce ore
-T-A, avremo nel solco maggiore gruppo me lico, acce ore,
donatore e acce ore (MADA) e nel solco minore avremo
acce ore, idrogeno e acce ore (come nella coppia A-T)
Possiamo notare che il solco minore se lo leggiamo in
direzione A-T o T-A o in direzione G-C e C-G sono
indis nguibili; quindi una proteina che deve andare ad
interagire con il solco minore se si trova davan una coppia G-
C o C-G si trova davan gli stessi gruppi funzionali e NON LI
DISTINGUE, invece se va ad interagire con il solco maggiore si
trova davan una coppia G-C rispe o a una coppia C-G, o una
coppia A-T rispe o a una coppia T-A , vede gruppi funzionali
diversi e sarà in grado di dis nguerli. Questa proprietà perme e alle proteine di riconoscere senza
ambiguità speci che sequenze di DNA senza che sia necessario aprire la doppia elica.
Quindi riassumendo G-C e C-G li posso dis nguere SOLO nel solco maggiore; A-T rispe o a G-C li
posso dis nguere in entrambi i solchi, mentre A-T e T-A li posso dis nguere SOLO nel solco maggiore
perché nel solco minore il codice è iden co.
Tornando alle di erenze tra DNA e RNA, perché non è presente la mina nell’RNA o viceversa
l’uracile nel DNA? Le citosine spontaneamente tendono a perde il gruppo amminico in posizione 4 e
si ha un fenomeno che si chiama DEAMMINAZIONE SPONTANEA. Questa deamminazione spontanea
porterà la citosina a diventare uracile. Se avvengono queste mutazioni molto frequentemente a
livello del DNA della cellula eucario ca ci sono degli enzimi di riparazione che riportano l’uracile a
citosina. Se l’uracile fosse una base presente nel DNA un enzima di riparazione non sarebbe in grado
di capire quando quell’uracile è veramente una base oppure era una citosina deamminata. Quindi a
quel punto la cellula invece di u lizzare gli uracili all’interno del DNA u lizzare le TIMINE, che non è
nient’altro che una 5-me l-uracile e questo gruppo me lico in posizione 5 perme e alla cellula di
discernere che quando viene deamminata spontaneamente una citosina diventa uracile e
quell’uracile non è una base del DNA e deve essere riparato.
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REGOLE DI CHARGAFF (1950)
Nel DNA la quan tà di adenina (A) è sempre uguale alla quan tà di mina (T) e la
quan tà di citosina (C) è sempre uguale alla quan tà di guanina (G). Di conseguenza il
quan ta vo di basi puriniche (A+G) è sempre uguale al quan ta vo di basi
pirimidiniche (C+T).
Conoscendo questo saremo sempre in grado di de nire la percentuale di composizioni in basi di un
frammento di DNA. Se la quan tà di Adenina è del 32%, di conseguenza la quan tà di Guanina sarà
18%. Perché Adenina+Timina= 32+32= 64%, 100-64= 36% di Guanina-Citosina, per cui avremo che la
quan tà di Guanina sarà 36/2=18%.
Il rapporto tra le A+T e C+G non è più uguale a 1, ed è cara eris co per ogni specie ed è spesso
u lizzato nella classi cazione degli organismi. Ovvero da questo rapporto siamo in grado di valutare
il contenuto in C e in G; questo contenuto in G e in C sarà diverso nei vari organismi ed è stato
scoperto che il genoma dei vertebra è un mosaico di segmen di DNA che hanno una de nita
composizione in basi e una de nita percentuale di basi G-C, questo modello è stato de nito
MODELLO DELLE ISOCORE che è appunto un modello che ha permesso di classi care i vari
organismi. Nei vertebra la %G-C è sempre nell’ordine dei 40/45%, nei ba eri è molto più variabile
(20-80%). Si è visto che i vertebra hanno una più complessa organizzazione all’interno del genoma
e si è iniziato a studiare la distribuzione dei nucleo di all’interno del genoma. Noi sappiamo che
meno del 5% del genoma è quello che serve per codi care le proteine e no a poco tempo fa veniva
considerato DNA spazzatura; in realtà non è così ma tu a quella parte ha una sua funzione.
Dall’importanza di sapere la composizione in basi del DNA è venuta fuori la TEORIA DELLE ISOCORE
che dice che all’interno di un genoma ci sono dei cluster di frammen che possono essere dis n tra
di loro per la %G-C e la diversa composizione in basi G-C di un genoma cara erizzerà quel genoma.
Per de nire questa stru ura (per la teoria delle isocore) sono sta fa dei frazionamen
composizionali u lizzando delle ultracentrifughe e sono riusci a vedere che ci sono varie famiglie
che loro hanno de nite con i codici L1, L2, H1, H2 e H3 (che stanno ad indicare bassa densità o alta
densità sulla base della %G-C presen ). Questa de nizione di queste varie famiglie ha permesso di
creare dei gra ci in cui si è visto, sulla base della %G-C, quelli che sono a maggiore o minore densità
genica. Hanno quindi de nito che il genoma è un mosaico di segmen di DNA e ogni frammento ha
un suo preciso contenuto in G-C. questo dato è importante saperlo perché in base a questa %
possiamo provare a de nire qual è il ruolo funzionale di quella regione di genoma o possiamo
de nire in che modo e dove vivono gli organismi. Quindi una cosa che hanno fa o ques scienzia è
stato andare a vedere come cambia la presenza di queste famiglie di isocore nei vari organismi e
hanno visto che ad esempio nell’uomo, nello scimpanzè, nel cane, nel topo hanno tu più o meno
una distribuzione quasi simile tra le varie densità di gruppi G-C, ma si sono accor che cambiando
po di organismo (es. pesci) questa composizione cambia molto, ossia si aveva maggior quan tà di
%G-C (il DNA quindi era più stabile poiché vi erano più legami H. Quindi organismi che devono vivere
in condizioni ambientali più estreme hanno più necessità di avere un DNA più stabile (e questa
stabilità sarà legate alla %G-C).
I vari organismi possono essere suddivisi sulla base della maggior o minor presenza nel complesso di
segmen che hanno la diversa percentuale di basi GC.
La classi cazione di organismi in basi GC è stata possibile e ci ha fa o comprendere perché c'è
questa diversa percentuale in basi, sulla base del fa o che alcuni organismi necessitano di vivere in
condizioni più estreme, quindi hanno necessità di avere un DNA che abbia maggiore stabilità e di
conseguenza, gli an bi, i re li o alcuni pi di pesci hanno una composizione più eterogenea rispe o
a quanto può avere un uomo o cane/scimpanzé.
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Come cambiano da diversi
organismi, le varie isoforme
(low e high) in percentuale
in base GC? In par colare,
cambia la diversa presenza
in ogni singola isocora
possibile alcune coppie di
nucleo di ! Coppie
con gue di basi azotate: è
stato visto quali erano più o
meno presen nelle diverse
famiglie di isocore di cui è
possibile fare una
stra cazione. Tra tu e le
possibili coppie di basi,
quella che è meno presente
in tu gli organismi ed in
tu e le famiglie è il
dinucleo de CG; è molto
importante perché queste
basi CG, questa coppia di
nucleo di, è poco rappresentata per un mo vo: queste citosine che si trovano nella stru ura
genomica, in con guità con delle guanine, in quelli che sono i si CpG, dove la P sta per gruppo
fosfato che lega i due nucleo di che portano queste basi azotate, sono so orappresentate a livello
del genoma, perché queste citosine hanno la tendenza ad essere me late (possono subire una
me lazione). La me lazione che possono subire è a livello del carbonio in 5.
Se avviene questa modi cazione, che avviene spesso nel DNA, una 5me lcitosina, quando subisce
deamminazione, una mutazione spontanea, diventa una mina; diventando una mina, è una base
irriconoscibile come potenziale sito di mutazione, quindi una base che non verrà riparata. Siccome è
una base che probabilmente si può formare, perché il DNA può essere me lato a livello delle
citosine in posizione 5, e il DNA me lato tenderà spontaneamente a deamminarsi, porterà alla
formazione di una mina che non è riconoscibile dai sistemi di riparazione cellulare. Ed è per questo
che nelle cellule, i si CpG sono so orappresenta , altrimen sarebbe molto cao co da parte della
macchina di riparazione del genoma, riuscire a capire cosa e quando deve riparare.
Sono si importan a livello genomico e so orappresenta ! si è visto invece, che quando avviene
questa me lazione a livello dei si CpG, è cruciale per regolare l'espressione genica (a livello dei
promotori dei geni). Si trovano citosine me late a livello dei promotori dei geni, i fa ori di
trascrizione non riusciranno a legarsi al DNA e quel gene non verrà trascri o.
Sono importan si di regolazione, che però tendenzialmente la cellula tende a tenere in bassa
percentuale a livello genomico (tranne che in alcune regioni cara eris che che si trovano sui
promotori dei geni), altrimen se fossero alte sarebbe complicata la loro ges one. Un cambiamento
di basi in percentuali GC cambia a livello di queste regioni par colari dei promotori dei geni che sono
appunto de nite isole CpG, ovvero delle regioni del genoma in cui c'è par colare abbondanza di
ques si CpG. Nel genoma sono rari ma a livello di queste isole sono abbondan , e queste isole si
trovano nella maggior parte dei promotori dei geni (quelli che ci perme ono una maggiore o minore
regolazione dell'espressione del gene che dovrà essere trascri o).
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Proprietà termiche del DNA
Il DNA può essere manipolato dalla
temperatura. Il DNA portato ad alte
temperature perde stabilità perché i legami
idrogeno che tengono unite le basi azotate
diventano instabili e le due catene si separano
(il DNA con maggiore composizione in base GC
è più stabile del DNA con maggiore
composizione in base AT, perché sono tre
legami idrogeno rispe o a due). La
temperatura alla quale il 50% del DNA risulta
denaturato (a singola elica) si chiama
temperatura di mel ng, ovvero Tm, che
dipenderà dalla composizione in basi, ma
anche dalle condizioni in cui si trova il nostro
DNA (solvente in cui si trova, gli ioni che sono presen ).
Queste proprietà termiche sono importan nel momento in cui diventa necessario manipolare il
DNA, quindi in condizioni di laboratorio, in cui saranno u lizza solven e tamponi diversi (di
conseguenza le temperature di mel ng potrebbero risultare diverse). In questo gra co possiamo
osservare come cambia a seconda della temperatura, la temperatura di mel ng: nell’ascisse
troviamo la temperatura di mel ng e nelle ordinate la percentuale di DNA a singolo lamento. La
temperatura di mel ng è de nita come quella temperatura alla quale il 50% della stru ura ad elica
viene persa (quindi abbiamo 50% di DNA a singolo lamento e 50% di DNA a doppio lamento). Si
può anche misurare la fusione di un DNA misurando l’assorbimento a 260 nanometri.
Sulla lunghezza d’onda sulle ascisse e sull’assorbimento
rela vo ad una determinata lunghezza d’onda sulle
ordinate, si nota in basso un DNA a doppio lamento;
l’altra curva è di un DNA a singolo lamento
(denaturato). A 260 nanometri si ha un picco per
entrambi i DNA, e per quello a singolo lamento c’è un
aumento dell’assorbimento rela vo a questa lunghezza
d’onda. Questo è chiamato EFFETTO IPERCROMICO:
l’aumento di assorbimento della luce a 260 nanometri
da parte di un DNA denaturato.
Questa denaturazione dipende dalla percentuale in
basi, ma anche da dove si trova il DNA, ad esempio
dalla concentrazione salina (ipo zzando di trovarci in condizioni di laboratorio, si u lizzano dei
tamponi e delle soluzioni per estrarre il DNA). Un DNA a bassa concentrazione salina a parità di basi
GC avrà una più bassa temperatura di mel ng. Quindi, i Sali stabilizzano i legami e aumentano la
temperatura di mel ng.
Il DNA cambia nella sua denaturazione sulla base della sua composizione in basi, ma ovviamente
anche sulla base di ciò che viene u lizzato per estrarlo.
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A seconda della temperatura, si può notare come
varia l’assorbanza e come varia ovviamente sulla
base del contenuto in GC. Aumentando il contenuto
in GC, aumenta la temperatura di mel ng. Quindi,
65 gradi si ha un DNA con GC a 35%, a mano a mano
che aumenta la % di basi GC, aumenta la
temperatura di mel ng.
E’ importante sapere che un DNA può essere denaturato, perché può essere rinaturato
manipolandolo e u lizzando tu e le tecnologie di DNA ricombinan . Il nostro obie vo in laboratorio
è perme ere l’apertura della doppia elica, e poi perme ere che ci sia un appaiamento (o con lo
stesso DNA, alzando e
abbassando le temperature, o modularlo e ibridizzarlo con qualcosa di esogeno, come altri
frammen di DNA ! ibridizzazione, conoscendo la temperatura di mel ng e temperatura di
annealing, ovvero la TEMPERATURA DI RIASSOCIAZIONE, legata al materiale che si vuole associare).
Gli studi condo da
Watson e Crick, per la
de nizione della stru ura
del DNA, sono sta
possibili riprendendo gli
esperimen di inizio anni
50’ di Wilkins e Franklin
grazie all’u lizzo la
di razione dei raggi X.
Questa tecnica perme e di determinare la posizione degli atomi che si trovano in un campione
cristallino, come un campione di DNA, sulla base del quadro di di razione ai raggi X che hanno
a raversato questo campione ! hanno preso una fascia di raggi X, l’hanno inviato al cristallo; c’è
uno schermo che perme e di veicolare il fascio di raggi X verso il nostro campione , ques raggi
vengono de essi e vanno a creare un’immagine che viene registrata su una lastra fotogra ca e
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produce un’immagine di questo po. Da queste macchie hanno capito che il DNA ha una stru ura
estremamente regolare e ripe va.
La di razione avviene quando delle onde che
hanno una lunghezza simile a raversano una
stru ura ordinata, ed in questo caso si parla
di INTERFERENZA. Se queste oscillazioni
delle onde sono in fase, si vanno a rinforzare;
se invece sono allineate con un'altra serie di
onde, si annullano.
Le onde a raversano linee orizzontali e
vanno a produrre spot di questo po su una
lastra fotogra ca; quando invece
a raversano delle linee inclinate, gli spot
sono di un altro po; quando le onde
a raversano linee a zig-zag, gli spot che si
creano sono di questo po.
Queste sono le forme principali di DNA. Esistono però altre forme indicate come DNA di po G, C e
D, in cui si è visto che il DNA si forma come fosse delle bre.
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Riassunto cara eris che principali: cambia
la distanza tra le coppie delle basi, il
numero di basi per giro d’elica, come si
forma il legame glicosidico (SIN per le
purine nella Z), diametro e il senso di
rotazione dell’elica (opposto per la forma
Z).
In una
grande
molecola
di DNA
possiamo avere dei tra di DNA Z e tra di DNA B ! il DNA può
essere cara erizzato dalla presenza sia di DNA B che di quello Z.
Esercizio
Calcolare il numero approssima vo di coppie di basi in 4 giri d’elica del DNA, se parliamo di DNA di
po B o di po A; calcolare quale è la lunghezza ver cale di 4 giri d’elica.
• In conformazione B abbiamo 10 basi per giro d’elica ! 40 basi per 4 giri d’elica.
• In conformazione A abbiamo 11 basi per giro d’elica ! 44 basi per 4 giri d’elica.
• Per calcolare la lunghezza dobbiamo mol plicare ques giri d’elica per 3,4 nanometri
(distanza per ogni giro d’elica per un DNA di po B).
2.QUARTETTI DI G
Tra di DNA (o RNA) che contengono 3 o più G consecu ve. Si generano legami idrogeno tra
qua ro guanine, che formano quella che si chiama TETRADE. Queste tetradi si trovano ad
esempio a livello dei telomeri, quelle regioni terminali dei cromosomi. Questo po di stru ure si
possono trovare a livello del genoma, e sono state individuate la presenza di ques quarte di G
in cellule tumorali (stru ure insolite che possono portare ad una evoluzione potenzialmente
dannosa per il DNA). 3.RIPETIZIONI INVERTITE
Possono essere presen due copie
della stessa sequenza in
orientamento opposto; ripe zioni
adiacen che portano a quella che è
una sequenza palindromica, dove
possiamo leggere il DNA allo stesso
modo da destra verso sinistra.
Queste ripe zioni possono essere adiacen oppure separate da un breve
tra o di DNA in cui non vi è corrispondenza. Quando si veri cano questo
po di conformazioni, si possono formare delle 4. STRUTTURE CRUCIFORMI
! questo frammento di DNA, uno dei due lamen potrebbe associarsi
con sé stesso e non con il complementare dando luogo ad una stru ura di
questo po, ad una forcina (stru ura a croce).
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5.DNA CURVO
Coppia di basi adiacen non perfe amente parallele
portano a piccoli ripiegamen .
B. Se perturbazioni casuali: stru ura un po’ irregolare ma
dri a
C. Se regolari, gli angoli si sommano e portano a curvatura
DNA.
Coppie di basi AT quando sono vicine tra di loro hanno la
tendenza a piegarsi nella direzione del solco minore, mentre
coppie di basi GC hanno la tendenza a piegarsi verso il solco
maggiore. Quindi la stru ura del DNA è naturalmente ondulata. Se in un tra o di DNA ci sono più di
2 coppie AT o coppie GC ripetute nello stesso giro d’elica, questo DNA si curverà e darà una stru ura
di questo po.
A ualmente l’individuazione di queste sequenze di DNA che possono produrre un’alterazione e che
possono entrare in contrasto con un eventuale esperimento non rappresenta un problema di
primaria importanza poiché sono sta inventa so ware che svolgono questo compito e che
indicano all’operatore quale parte della sequenza di DNA è meglio usare per evitare un eventuale
problema. Sostanzialmente inserendo in ques so ware la sequenza di DNA si hanno tu a una serie
di informazioni su quali par di DNA lavorare e su quali no e sul po di alterazioni che possono
creare le par sulle quali è sconsigliato lavorare. (il so ware quindi non ci dice solamente su quali
par lavorare e quali no ma anche per quale mo vo ci sono delle par sulle quali è sconsigliato
lavorare).
(Il DNA circolare è cos tuito da 84 bp. Rilassato con ene 8 giri di doppia elica. Una rimozione di un
giro porta a deformazione stru urale. La deformazione può essere riequilibrata da: -un super
avvolgimento; -oppure tramite la parziale separazione delle due catene a una distanza di circa 10 bp)
Il DNA dev’essere compa ato per trovare spazio all’interno della cellula, ma dev’essere anche
separato, come avviene durante i processi di TRASCRIZIONE e REPLICAZIONE. Questa separazione di
DNA deve avvenire in maniera tale che né la cellula né il DNA subiscano danni. In un DNA genomico,
si hanno delle tensioni stru urali dovute al fa o che il DNA vive in associazione con le proteine, le
quali rendono la stru ura per quel determinato frammento vincolata. Nel momento in cui il DNA che
si trova in una regione delimitata da due proteine deve essere trascri o, esso si aprirà e subirà delle
TENSIONI STRUTTURALI dovute alle proteine legate al DNA che quindi non è libero di aprirsi
totalmente. Quando il DNA va incontro a duplicazione o trascrizione subisce delle tensioni che
comportano dei SUPERAVVOLGIMENTI della doppia elica che portano la molecola di DNA ad un
livello energe co più alto. (un superavvolgimento può essere de nito come una riserva di energia
che viene acquisita dalla molecola di DNA)
Un DNA può essere de nito matema camente tramite un numero de o numero di legame o
LINKING NUMBER, ovvero il numero di volte che una catena ruota intorno all’altra. IL
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LINKING NUMBER NON VARIA
MAI, neanche quando la doppia
elica subisce una torsione o una
deformazione.
Il linking number è dato dalla
somma dei TWISTING NUMBER,
ovvero le
torsioni (i giri di elica ogni tot paia
di basi a seconda del po di DNA)
e dei
WRITHING NUMBER, ovvero i
numeri di superavvolgimen .
LINKING NUMBER= n°torsioni+
n° superavvolgimen
Prendiamo in esempio un DNA
circolare che quindi non è
“compromesso” dal legame con delle proteine.
Una molecola di DNA di questo po, formata da 260bp, rilassata (cioè senza torsioni), in cui abbiamo
circa
10bp per giro d’elica (se si tra a di un DNA-B) avrà un twis ng number uguale a 25 e non avrà
superavvolgimen . Quindi il linking number sarà dato da LK= 25+0.
Se noi andiamo a srotolare questo DNA di due giri di elica il linking number non sarà più 25 ma sarà
23, sapendo però che questo numero non può variare, nel momento in cui il DNA viene svolto si
formeranno in maniera naturale dei superavvolgimen che compenseranno lo srotolamento del DNA
e la perdita di due giri d’elica, a questo punto il linking number sarà dato da LK=23+2.
Fondamentalmente il
disavvolgimento di una doppia elica
di DNA può essere “risolta” in due
modi, o si con nua la separazione
delle due catene di DNA (processo
che implica un grande dispendio
energe co e che quindi il DNA non
può a rontare), oppure
superavvolgendo le catene.
Quindi quando si parla di lnking number, si parla di PROPRIETÀ TOPOLOGICHE del DNA. La topologia
è uno studio matema co delle proprietà di un ogge o, le quali non cambiano nel momento in cui
questo ogge o viene so oposto a deformazioni. Quindi per quanto riguarda il DNA il linking number
non viene alterato dalla torsione o dal ripiegamento ma può essere modi cato solamente se
andiamo a dividere e poi ricongiungere completamente il DNA.
Lk è una proprietà topologica del DNA
Non varia quando la doppia elica subisce qualunque po di torsione o deformazione.
I super avvolgimen possono essere de ni in due modi; nega vo o posi vo.
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Superavvolgimento nega vo! Il numero di
incroci tra i due lamen è inferiore rispe o
a quello del DNA lineare, quindi vi sono
meno giri d’elica rispe o a quelli del DNA
lineare
Topoisomerasi di po II ! agiscono
legandosi e tagliando entrambi i
lamen del DNA i quali ruotano
entrambi allentando la tensione
stru urale ripris nando la
situazione iniziale. In questo caso,
poiché vengono taglia entrambi i
lamen di DNA sarà necessario
l’u lizzo di energia che verrà fornita
dell’ATP, percheè i legami non sono
conserva .
:
Ques passaggi svol dalle topoisomerasi, che avvengono a monte della forcella, sono obbligatori,
cioè devono necessariamente veri carsi altrimen man mano che progredisce lo srotolamento della
doppia elica ci sarebbero sempre più tensioni e l’ulteriore svolgimento della molecola non sarebbe
più possibile.
(N.B. le topoisomerasi non tagliano solamente i lamen di DNA ma li “ricuciono” anche)
(N.B. generalmente una cellula tende ad u lizzare la topoisomerasi di po I poiché non necessita di
un dispendio di energia ma in determinate condizioni in cui la tensione stru urale deve essere
risolta nella maniera più veloce possibile saranno preferite le topoisomerasi di poII)
Possiamo conoscere il grado di superavvolgimento di un DNA andando a monitorare la capacità di
questo di migrare su gel di agarosio, la quale è legata alla carica del DNA stesso, notando così che un
DNA superavvolto migra più velocemente rispe o a uno meno avvolto poiché i DNA superavvol
sono più compa .
ESERCIZI
➢ Cosa contribuisce alla speci cità dell’accoppiamento tra le basi? ! legami a idrogeno
➢ Hai tra ato due DNA circolari superavvol di diversa lunghezza, uno che ha 5775 bp ed uno
che ha 5781bp, con delle topoisomerasi di po uno e successivamente hai u lizzato una
ligasi per ria accare i due lamen , un tuo amico dice che ques due DNA sono
indis nguibili se fa migrare su gel di agarosio, tu invece a ermi che migreranno in maniera
diversa, perché hai ragione tu? (è un DNA di po B e abbiamo un giro d’elica ogni 10,5bp) !
Lk1= 5775/10,5=550(se il linking number è un numero intero signi ca che il DNA è
completamente rilassato)
Lk2=5781/10,5=550,57 (se il linking number NON è un numero intero vuol dire che il DNA
non è completamente rilassato ma parzialmente superavvolto perché la quan tà di basi che
sono presen non perme ono un disavvolgimento completo nonostante il DNA sia stato
tra ato con topoisomerasi).
Quindi i due frammen di DNA migreranno in maniera diversa poiché uno è totalmente
rilassato mentre l’altro è parzialmente superavvolto.
L’RNA:
Il DNA è portatore dell’informazione gene ca, mentre gli e e ori dei compi della cellula e delle
Si presupponeva che dovevano essere presen sin dall’inizio della vita. Acidi nucleici e proteine sono
molecole COMPLESSE e INTERDIPENDENTI; gli acidi nucleici hanno tu e quelle istruzioni e
informazioni che servono per far sì che si formino le proteine.
Tale idea però venne ben presto abbandonata, e si guardarono sempre più gli acidi nucleici come
materiali necessari a nché si sviluppasse la vita.
Nasceva quindi l’idea di un mondo ad acidi nucleici, e in primis ad RNA
1. dato che è un acido nucleico meno complesso
2. dato che partecipa alla sintesi proteica
3. dato che si sapeva che era anche il cos tuente del materiale gene co per alcuni virus
L’idea originale quindi era che nel brodo primordiale si fossero formate prima le molecole di RNA,
che contenevano le informazioni gene che e consen vano lo svolgimento di funzioni enzima che.
Infa nel 1983 furono scoper i RIBOZIM , ossia molecole di RNA che hann capacità enzima ca.
Negli anni successivi ci furono però mol dubbi riguardo essi, poiché in realtà hanno proprietà
enzima ca ma non replicano se stessi ➞ si complicò quindi la comprensione dei meccanismi.
Alcuni scienzia , tra cui Watson e Crick, formarono il cosidde o CLUB DELLA CRAVATTA
DELL’RNA ➞ cercarono di capire come si trasme esse l’informazione gene ca, i passaggi a nché
avvenisse la sintesi proteica. Fu un sico teorico, Gamow, che suggerì l’idea per cui la stru ura del
dna fosse lo stampo per la sintesi delle proteine. Secondo lui era necessario che l’informazione
fosse scri a nella sequenza delle basi nucleo diche, ma non si capiva come solo 4 basi potessero
speci care per tu gli amminoacidi possibili. Propose dunque un codice a triplette e che fosse
l’rna a fare da tramite tra dna e proteine nella sintesi proteica. La sua idea fu acce ata e si fondò
tale club, così chiamato dato che nelle loro crava e era disegnata la stru ura dell’rna.
Nota di Crick del 1955: intuì che dovevano esistere degli rna che trasportavano gli amminoacidi
(tRNA) e sviluppò l’IPOTESI DELL’ADATTATORE ➞ ci doveva essere una stru ura che avrebbe
trasportato gli amminoacidi posizionandoli in modo da avere un conta o con l’acido nucleico, l’rna,
per far sì che si formassero le proteine.
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STRUTTURA CHIMICA DELL’RNA:
● è a singolo lamento
● la stru ura portante è sempre quella
formata da zucchero-fosfato.
Di erenze:
L’rna quindi va a formare delle eliche intramolecolari, che non saranno regolari quanto quelle che si
formano nel dna a causa della diversità stru urale (gruppo ossidrilico in posizione 2 nell’rna) che
impedisce all’rna la formazione della conformazione di po B.
Infa , mentre il dna può assumere più conformazioni, una molecola di rna al contrario forma solo
eliche di po A. Poiché l’ossigeno in posizione 2 sarebbe troppo vicino ai gruppi fosforici adiacen e
agli atomi della base successiva, e questo non perme e la formazione di una stru ura ordinata come
nel caso della conformazione di po B.
Nell’elica di po A invece l’atomo di ossigeno del gruppo OH sarà rivolto verso l’esterno, lontano dagli
altri atomi ➞ in questo caso ci sarà la possibilità di formare queste catene intramolecolari.
Nel dna di po A avremmo un solco maggiore stre o e poco accessibile, abbiamo quindi dei
problemi di interazione con le proteine che devono interagire. Quello B invece è il più funzionale,
quello che si trova in vivo, per una corre o passaggio dell’informazione tra dna e proteine. In quello
di po A il solco minore è quello più esposto, sia nel dna che nell’ rna, ma comunque fornisce minori
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informazioni, minori sequenze speci che rispe o a quello maggiore ➞ minore possibilità di
interazione con le proteine.
3 LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE:
L’Rna assume una stru ura che la induce a formare dei ripiegamen
STRUTTURA SECONDARIA
Per stru ura secondaria intendiamo il ripiegamento dell’rna dovuto al legame tra basi
complementari ed è data da una combinazione di diversi even . Nella stru ura primaria dell’ rna si
possono formare tan ssimi legami intramolecolari, e tali legami contribuiranno all’energia libera
di questa stru ura. Tali stru ure saranno tanto più stabili quante più saranno le sequenze
complementari che si potranno formare. La stru ura favorita dell’rna è quella che ci consente di
valutare l’energia libera contenuta nella stru ura nale.
- Delta Gi energia necessaria per iniziare a formare la doppia elica, avrà un valore posi vo.
- Delta Gx somma di tu gli appaiamen che si vanno a veri care nella doppia elica, quindi
le interazioni tra le basi azotate. Avrà un valore nega vo.
- Delta Gu energia che si sviluppa ed è data dalle stru ure non appaiate tra loro, che quindi
destabilizzano l’elica intramolecolare dell’rna. Ha un valore posi vo.
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Valore negativo/positivo:
Una reazione che rilascia energia è una reazione ESOERGONICA e avvien
spontaneamente ➞ Delta G è nega vo.
Le reazioni che richiedono energia sono invece ENDOERGONICHE ➞ Delta G è posi vo.
Tu e quelle zone che invece portano alla formazione di stru ure a singolo lamento sono invece
stru ure destabilizzanti . Regioni con gue di steli portano alla formazione di protuberanze, il
complesso delle FORCINE . Possono esserci poi delle GEMME ovvero delle basi che
protudono all’esterno e non sono appaiate con nessuna altra base.
Possiamo avere dei MISMATCH ovvero dei nucleo di che non possono formare un legame
stru ura. Un esempio di appaiamento non canonico molto frequente nell’rna è quello tra le G e le
- appaiamen canonici di Hoogsteen interazione diversa tra A-U con formazione di altri
legami H
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- appaiamen non canonici GU “Wobble”: interazione tra G-U vacillan , molto importan
perché sono un po di appaiamento che hanno permesso di spiegare perché nella sintesi
proteica alcuni an codoni degli rna transfer perme ono di legare più codoni degli rna
messaggeri. Infa , gli amminoacidi in totale sono 20 mentre i codoni di più (4^3, ossia 64)
dato che il codice è a triple e. I tRNA non sono però 64 (sono meno) e questo perché un
tRNA può legare diversi codoni, ossia più triple e ➞ hanno la possibilità di formare ques
accoppiamen vacillan : ovvero la terza base di una coppia codone-an codone in una
interazione tra tRNA e mRNA è un legame idrogeno alterna vo tra G e U. Spiegano quindi il
perché esistono meno tRNA rispe o al numero di codoni, quindi il mo vo per cui un tRNA
può leggere più codoni e non solo uno.
canonici:
Un esempio di queste stru ure è quella di un TETRALOOP : abbiamo una sequenza di basi
cara eris ca, cara erizzata da accoppiamen classici/non classici, dove si vengono a creare delle
interazioni idrofobiche sulla base della stru ura primaria dell’rna.
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PSEUDONODI: è un’altra stru ura in cui le anse al posto di
destabilizzare stabilizzano la stru ura dell’rna.
Per cui la stru ura secondaria ha un importante ruolo biologico , infa la su perdita (a causa
della temperatura) consente la formazione di proteine che altrimen non si sarebbero potute
formare.
La stru ura secondaria del tRNA in realtà è una sempli cazione (stru ura a trifoglio) poiché dal
momento in cui la osserviamo da un punto di vista tridimensionale ci risulta una stru ura più
complessa (L rovesciata).
Le stru ure che cara erizzano una molecola biologica sono quelle a maggior distanza tra di loro
➞ l’an codone si troverà sempre a una massima distanza rispe o al braccio e e ore
ovvero quello che porterà l’amminoacido. Anch nella stru ura tridimensionale queste due
stru ure del tRNA saranno a una distanza maggiore.
L’rna deve subire un ripiegamento per raggiungere una corre a stru ura, ma può succedere che gli
rna assumano una stru ura tridimensionalmente corre a ma non funzionale per quel par colare
rna.
Per far sì che l’rna si ripieghi corre amente per raggiungere una stru ura termodinamicamente
favorita e che sia anche funzionale devono
intervenire alcune proteine, le PROTEINE
CHAPERON.
ESERCIZI:
1) - GENOMA : La totalità delle
informazioni gene che presen nel dna di
una cellula o di un organismo;
2) - DOPPIA ELICA : La stru ura
tridimensionale del dna, formata da due catene di dna tenute insieme da legami H tra le basi
e arrotolate una a orno all’altra;
3) GENE: elemento contenente informazioni che controlla una cara eris ca ereditaria
discreta;
4) ANTIPARALLELO: descrive l’orientamento rela vo dei due li in un elica del dna; la
polarità di un lamento è orientata nella direzione opposto a quella dell’altro lamento;
5) COPPIA DI PAIA DI BASI: due nucleo di in una molecola di rna o dna tenu insieme da
legami H.
Le cellule umane non contengono molecole circolari di dna: FALSO , poiché le molecole di dna
mitocondriale sono circolari.
Problema 1:
L’inizio della regione codi cante per il gene della beta globina umana 5’-ATGGTGCAC-3’. Qual è la
sequenza del lo complementare per questo segmento di dna? GTGCACCAT
Problema 3:
Il dna isolato dal virus M13 con ene 25% A, 33% T,
22% C e il 20% G. Ques risulta sembrano
par colari? Perché o perché no? Come potres
spiegare ques valori? Sono risulta par colari poiché non vi è il corre o appaiamento tra le basi ➞
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le percentuali sono diverse dato che si tra a di un dna virale (possono non essere a doppio
lamento).
Problema 4:
A bisogna mol plicare 0,34 nm x 6,4 * 10^9 bp = 2,18 m
(circa)
B per o enere la frazione di V del
nucleo occupato dal dna bisogna fare il
rapporto tra V del dna e quello del
nucleo; sapendo il V della sfera e V del
cilindro e sapendo che i rispe vi raggi
sono la metà dei rispe vi diametri.
Calcoli…
Problema 5:
Il dna è il materiale gene co
perché abbiamo visto nella
progenie la presenza di fosfato e
non di zolfo e, il fosfato è un
elemento degli acidi nucleici,
mentre lo zolfo delle proteine.
È un esperimento importante
per la biologia molecolare, ma
fecero alcuni errori: durante
alcuni passaggi della
manipolazione delle cellule era
presente una certa quan tà di
zolfo 35 nella progenie (non possibile nella realtà) ma ciò era dovuto a errori sperimentali; inoltre
non tu e le proteine in realtà possono essere marcate con lo zolfo 35 portato dalla me onina poiché
non tu e possedevano come aminoacido la me onina nella sequenza. U lizzarono la me onina
marcata con zolfo 35 poiché sappiamo che la me onina è l'amminoacido che viene solitamente
trasportato per primo dal tRNA e quindi solitamente presente, ma ciò in realtà non accade in tu e le
proteine.
Quindi nei virus a RNA sulla molecola di RNA si vanno assemblando in maniera progressiva le varie
subunità iden che delle proteine e che vanno ad interagire on l’RNA. Questo assemblaggio non
avviene in maniera casuale ma avviene in corrispondenza di speci che stru ure secondarie dell’RNA
(stru ure a forcina), che servono come centro di nucleazione per l’assemblaggio della stru ura
proteica che lo dovrà contenere. Queste subunità proteiche si vanno a disporre formando un’elica e
l’RNA si avvolge con un andamento ad elica alla faccia interna dell’involucro.
Nei virus a DNA, quindi virus icosaedrici, la situazione è diversa. In questo caso abbiamo un
precursore della testa del contenitore del virus vuoto, che va ad impacche are e inglobare le
par celle di acido nucleico. Quindi questo guscio della testa pieno precos tuito viene conver to in
guscio vuoto che poi andrà ad incorporare l’acido nucleico; la testa quindi si riempie di acido nucleico
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e poi si a acca la coda alla stru ura. L’inserimento del DNA all’interno della testa
comporta due reazioni: reazioni di condensazione e reazioni di traslocazione, ovvero il
DNA viene spinto nella testa tramite un meccanismo che sarà dipendente dall’ATP
(quindi è richiesta energia). Un enzima chiave nel processo di inserimento dell’acido
nucleico nella testa di un virus è l’ENZIMA TERMINASI, che è un enzima che andrà a
catalizzare la reazione di taglio del DNA per far sì che venga inserito nel capside.
Quindi le terminasi vanno a reclutare il capside e poi tramite un meccanismo che
dipende dall’ATP viene spinto il DNA all’interno della stru ura proteica.
Impacche amento del genoma ba erico
Nei ba eri il DNA è inserito in una stru ura ben compar mentalizzata come quella
nucleare ma forma quello che viene de o un NUCLEOIDE COMPATTO, ossia una massa
di materiale gene co che va ad occupare 1/3 del volume di una cellula. In questa
immagine vediamo un nucleoide che fuoriesce da una cellula che è stata so oposta a
lisi e quando fuoriesce ha la stru ura di una bra piena di anse.
All’interno della cellula procario ca il cromosoma della cellula è formato da un’unica
molecola di DNA e questa molecola è organizzata in una serie di anse (che sono circa un cen naio).
Ogni ansa sarà stru urata da più o meno 40.000 coppie di paia di basi e ciascuna ansa sarà ancorata
alla base da una stru ura che non è stata ancora ben de nita (pallini) che tende a formare le anse
separate e che hanno una serie di domini indipenden . Queste anse possono subire dei
superavvolgimen (anche se il DNA è più semplice di quello di una cellula eucario ca deve
comunque inserirsi in una stru ura ben de nita e dovrà subire anch’esso delle modi cazioni
stru urali).
Sequenze di DNA responsabili della segregazione ! molecole di DNA che devono spostarsi in
maniera appropriata durante la divisione cellulare. Sono i frammen CEN, ovvero frammen di DNA
che contengono i centromeri. Sono cara erizza da tre sequenze speci che, CDE I, CDE II e CDE III
(CDE sta per Centromeric DNA Elements). Sono stru ure che conferiscono stabilità, sono
intercambiabili tra i cromosomi. I centromeri servono solo per a accare i cromosomi al fuso, non per
dis nguere tra di loro i cromosomi. La sequenza che cara erizza il DNA di queste stru ure è
cos tuita per la maggior parte da A e T, sulla base del fa o che ci sono meno interazioni (legami
idrogeno) possibili, quindi è più facile la loro separazione.
In questa immagine vediamo tu e le proteine che sono coinvolte
nell’interazione ai vari frammen CEN (CDE I, CDE II, CDE III),
ovvero proteine responsabili dell’interazione con il DNA
presente nei centromeri, che perme eranno l’interazione con
tu e quelle proteine che saranno responsabili della connessione
al microtubulo.
Il bandeggio C è quello che serve per andare a iden care i centromeri, in cui si andrà a colorare
sele vamente solo l’eterocroma na nelle regioni che si trovano a orno al centromero (si andranno
a colorare quelle sequenze di DNA ricche in AT).
Molecola di DNA mancante del centromero non segrega in modo appropriato.
TELOMERI
Sono le estremità delle molecole di DNA (che essendo instabile ed essendo potenzialmente
so oposte a degradazione da parte di esonucleasi, c’è necessità che queste estremità vadano
prote e con stru ure telomeriche). Per la scoperta e la cara erizzazione del ruolo dei telomeri ques
tre ricercatori (Blackburn, Greider, Szostak) hanno vinto il Nobel nel 2009, per la comprensione del
ruolo che ha l’enzima che consente la formazione ed il mantenimento dei telomeri, ovvero la
telomerasi (come è possibile che i cromosomi vengano prote dalla degradazione).
I telomeri sono forma da una lunga serie di sequenze brevi e ripetute (GGGTTA, GGGTTA, e via
dicendo...). Di ques due lamen di DNA, a livello dei telomeri, uno dei due è de o lamento
sporgente o overhang, perché è più lungo di circa 12-16 nucleo di (termina con un’estremità libera
al 3’ ed è ricco di G).
Con quale meccanismo i telomeri riescono a conferire stabilità alle estremità dei cromosomi? Con
un meccanismo proprio cara erizzante dalla stru ura di questa sequenza telomerica, che porta alla
formazione di quelle forme di DNA insolito (legato alla formazione, per esempio del quarte o di G,
serie di G consecu ve che se ripetute nella stru ura del lamento sporgente, perme ono al
lamento di ripiegarsi su sé stesso, tranne quegli appaiamen che portano a legarsi tra di loro i vari
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residui G, andando a formare una forcina chiamata quarte o di G. Il quarte o di G è legato a G che
tra loro appartengono a ripe zioni diverse). I quarte di G sono stabilizza a raverso la sequenza di
un ca one monovalente, che si va a disporre al centro della tetrade (nella maggior parte dei casi
questo ca one è il potassio). Il ruolo che hanno la formazione del quarte o di G con l’interazione del
potassio è quello di ridurre l’a vità della telomerasi, che porterebbe ad una estensione con nua dei
telomeri (quando invece è completo, si va a ripiegare andando a formare i quarte di G che
stabilizzano il telomero).
Meccanismi di stabilità alle estremità ! formazione dei quarte di G; formazione di par colari
altre stru ure all’interno del DNA telomerico, che sono delle anse che si chiamano T-loop (protegge
da nucleari e da a vità cellulari potenzialmente dannose, ex le proteine coinvolte nella
riparazione) o D-loop (il lamento ricco in G rimuove un elica e viene a formarsi unaD, o loop di
sfasamento).
In alto il nostro lamento sporgente con le subunità ripetute
TTAGGG; si forma un’ansa quando l’estremità 3’ del telomero,
quella sporgente, sposta la stessa sequenza in una regione a
monte del telomero (quindi la regione a singolo lamento al 3’ si
ripiega e si appaia a delle sequenze esameriche complementari,
ovvero le sequenze AATCCC, che si trovano nella porzione del DNA,
che è ancora a doppio lamento). Viene rimossa una porzione di
elica e si forma una sorta di D (una D rovesciata). Si chiama D-loop
perché appunto ha la forma di una D rovesciata oppure la le era D
può indicare anche Displacement loop, perché va a spiazzare il
doppio lamento, oppure T-loop che può indicare Telomeric loop ! quindi stru ure ad ansa che si
vengono a creare all’interno della sequenza telomerica per andarvi a creare stabilità (queste anse
vanno a proteggere le estremità cromosomica dalle nucleasi e da tu e le a vità cellulari che
possono essere dannose per l’integrità, come proteine che possono essere coinvolte nella
riparazione, perché un DNA a singolo lamento è più esposto e potrebbe essere più susce bile).
Per fare in modo che tu o ciò avvenga, sarà
necessario l’intervento di una serie di proteine
che perme ono la formazione di queste anse: ci
sono proteine che si chiamano TRF1 E TRF2, che
andranno a legarsi alle ripe zioni TTAGGG,
ovvero le sequenze ripetute a livello del
lamento sporgente (si chiamano così perché sta
per Telomeric Repeat binding Factors); le
principali funzioni di un complesso proteico che perme e l’interazione tra le varie proteine TRF1 e
TRF2 con il DNA, è di preservare e proteggere la stabilità del telomero e regolarne l’a vità (le varie
proteine sono necessarie per la formazione dei loop e per stabilizzare i telomeri). Nell’immagine ci
sono altre proteine che intervengono, una da ricordare è quella che si chiama POT1, che sta per
Protec on of Telomeres, e questa proteina si lega alla regione a singola elica quando viene spiazzato
dal 3’ sporgente che va ad interagire con le sequenze complementari e si forma il D-loop. La
formazione di queste stru ure porterà al fa o che non ci sarà un’estremità libera e che il cromosoma
sarà stabilizzato.
I telomeri sono necessari alla sopravvivenza, perché nelle cellule eucario che si ha un problema
rela vo alla duplicazione: durante questo processo, la doppia elica viene denaturata, la polimerasi
va a catalizzare la formazione del DNA di nuova sintesi, ma dei due lamen uno viene sinte zzato in
maniera con nua e uno in maniera discon nua. Nel momento in cui abbiamo la ne della
replicazione, per i procario il problema non sussiste poiché c’è un incontro delle due forcelle
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replica ve e si ha a livello dei si di terminazione (si
TER); negli eucario , dove la stru ura dei cromosomi è
lineare, non esiste un sito TER, e alla ne della
duplicazione si ha sempre un lamento ritardato che
sarà sempre duplicato in maniera incompleta. Questo
lamento ritardato avrà sempre delle lacune
all’estremità 5’, perché ci sarà la rimozione del primer
di RNA, che era stato necessario per innescare la
polimerasi: qui intervengono le TELOMERASI, che
hanno il compito di andare a creare le condizioni
necessarie per far sì che venga colmata questa lacuna
di DNA, che si è venuta a creare all’estremità
cromosomica (hanno il ruolo di mantenere la lunghezza
delle estremità).
TELOMERI E TUMORI
È stato dimostrato che la telomerasi è espressa nella grande maggioranza dei tumori. Telomerasi
sembra essere necessaria per lo sviluppo e la proliferazione del tumore
APOPTOSI E TELOMERI
L’accorciamento telomerico può indurre apoptosi. L’alterazione della stru ura telomerica può portare
a: - riarda già en cromosomici, - a vazione dei checkpoints, - aumento dell’apoptosi.
TELOMERI E SENESCENZA
La lunghezza dei telomeri rappresenta l’età biologica di un individuo.
Il compa amento del DNA nei cromosomi fa sì che il materiale gene co possa entrare in uno spazio
ristre o in maniera da essere prote o da eventuali danni, da avere una certa stabilità e per
perme ere una corre a espressione dell’informazione.
I gradi di compa amento del DNA sono diversi, esso viene compa ato circa 10.000 volte e passa da
una lunghezza espressa in cen metri ad una espressa in micron. Per raggiungere questo grado di
compa amento bisogna a raversare diversi stadi:
Il DNA si associa intorno ai nucleosomi in maniera compa a e possiamo u lizzare degli enzimi per
studiare la stru ura nucleosomica. Ques enzimi sono le ENDONUCLEASI
MICROCOCCICHE (Mnasi) le quali riescono a tagliare il DNA alla giunzione
tra due nucleosomi. Tramite un esperimento di questo po, facendo
interagire il nucleosoma con questo enzima e facendo successivamente
migrare il DNA su un gel di agarosio, o eniamo tu a una serie di bande
rela ve alla grandezza dei frammen che siamo riusci ad o enere
tramite l'interazione del DNA con l’endonucleasi micrococcica.
Esperimen di questo po hanno permesso di dedurre che il DNA è
associato ai nucleosomi in maniera compa a poiché se l’interazione tra
DNA e o amero istonico fosse di po blando nel momento in cui si a ua
una breve “diges one enzima ca” si o errebbero solamente frammen di
200bp perché l’enzima taglierebbe in maniera indiscriminata tu i pezze
di DNA, mentre essendo il DNA compa ato a orno al nucleosoma
l’enzima non sarà in grado di tagliare sempre e soltanto tra i vari nucleosomi ma ci sarà un grado di
compa amento superiore che impedisce all’enzima di andare a dividere esa amente ogni
nucleosoma, quindi si formano più bande.
(il DNA è associato ai nucleosomi in maniera compa a perché facendo degli esperimen di questo
po è stato visto che si producono frammen di lunghezza diversa e quindi vorrà dire che
sicuramente c’è un grado di compa amento superiore rispe o a quello della semplice interazione
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nucleosomiale altrimen si o errebbero solamente frammen
da 200bp che corrispondono esa amente alla lunghezza di quei
pezzi di DNA che sono associa con l’o amero istonico)
IN BREVE: il DNA è altamente compa ato nell’interazione con i
nucleosomi e la quan tà di DNA associata all’o amero istonico è
di circa 150bp, se consideriamo anche il DNA associato all’istone
H1 abbiamo un DNA bel suo complesso che interagisce con il core
nucleosomico e con H1 di circa 200/210bp
➢ Primo assemblaggio del Nocciolo, formato dal tetramero H3-H4 sul DNA, e poi vi è
l’interazione con i dimeri degli altri due istoni, ovvero H2A e H2B;
➢ Formazione dell’o amero nel suo complesso, e tu o l’o amero poi interagisce con il DNA.
I nucleosomi devono essere sempre presen sul DNA: quando un
DNA viene replicato, è necessaria la rimozione dei nucleosomi;
quindi, la replicazione che separa i lamen di DNA, porterà alla
distruzione dei nucleosomi, ma subito dopo la replicazione i
nucleosomi dovranno immediatamente riformarsi sul DNA.
Con questo esperimento deduciamo che il nucleosoma occupa una posizione ben de nita di DNA. Se
invece il nucleosoma, nel momento in cui andiamo a fare questo po di esperimento, non occupa
una posizione non de nita di DNA non potremmo visualizzare una sola banda perché questo
frammento di DNA che abbiamo marcato e che vogliamo monitorare lo possiamo vedere in più
posizioni, quindi vorrà dire che se o eniamo una banda che non è speci ca non c’è stato
posizionamento di nucleosomi, quindi abbiamo un’ampia strisciata che va da frammen piccoli a
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frammen grandi. Situazioni di questo po si possono veri care e bisogna tenerne conto per sapere
se una determinata regione può essere studiata in associazione a delle proteine di regolazione.
Ad esempio, in questa immagine vediamo gli o ameri istonici in giallo, il DNA in rosso e varie gure
che rappresentano le varie proteine che vanno a legare sequenze speci che di DNA. Cosa va a
d e t e r m i n a r e s e c ’è o m e n o u n
posizionamento dei nucleosomi? La
compe zione con le proteine! Perché gli
istoni competono con le proteine per il
legame a sequenze speci che, quindi se
una determinata proteina si lega a una
sequenza di DNA su quella stessa
sequenza non vi si potrà legare una
proteina istonica.
Quindi una causa comune di un
determinato posizionamento dei nucleosomi sul DNA è la presenza di proteine legate al DNA che
vanno a de nire una sorta di con ne, quindi un posizionamento va ad in uire sull’accessibilità al
DNA.
(N.B. se due proteine si legano ad una certa distanza
inferiore a 150bp non si può formare un nucleosoma)
Il posizionamento dei nucleosomi presenta risvol importan per quanto riguarda la trascrizione
genica. Si può parlare di un posizionamento ROTAZIONALE e di un posizionamento TRASLAZIONALE,
il primo è un posizionamento rispe o a un elemento par colare della sequenza genomica (la
sequenza par colare può essere inclusa o esclusa dal nucleosoma a seconda di come si posiziona
l’o amero), il secondo invece dipende dalla fase dell’elica, ovvero da cosa viene esposto al
nucleosoma, se l’esterno o l’interno dell’elica.
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Sostanzialmente, il posizionamento TRASLAZIONALE va a stabilire quali sono le sequenze che si
trovano nella regione linker. Basta lo spostamento di sole 10bp per portare nella regione linker un
giro d’elica successivo, ciò è importante poiché cambiando la sequenza di DNA che si trova nella
regione linker cambia l’accessibilità delle proteine al DNA.
N.B. sequenze di DNA poste all’entrata o
all’uscita di un nucleosoma sono più accessibili
alle proteine poiché lo srotolamento del DNA in
quei pun è un fenomeno frequente. Una
sequenza di DNA che si trova al centro di un
nucleosoma può diventare accessibile alle
proteine ma ciò comporta un ampio
srotolamento del DNA il quale non avviene
molto frequentemente.)
La stru ura croma nica è una stru ura altamente dinamica, quindi in ogni momento può esserci una
diversa associazione tra proteine e DNA.
[ESERCIZIO 1: 200bp di DNA sono arrotolate intorno al core istonico per formare un nucleosoma. Se
il nucleosoma ha un diametro di 11nm quante volte abbiamo ripiegato il DNA lungo l’asse della bra
da 11nm? RISPOSTA!il fa ore di impacche amento è di 6 volte, perché abbiamo 200bp e
sappiamo che ogni giro d’elica con ene 10,5bp, quindi il numero di giri d’elica è 20. Ogni giro d’elica
è di 3,4nm quindi abbiamo un frammento di DNA di 200bp lungo 68nm dato che la lunghezza nale è
quello della bra, ovvero 11nm, abbiamo 68nm/11nm=6]
[ESERCIZIO 2: il cromosoma 22, completamente sequenziato nel 1999, ha circa 33.5 milioni di basi di
DNA. Qual è la lunghezza di questo cromosoma sapendo che la lunghezza di una singola coppia di
basi è di 0.3nm? RISPOSTA ! 33.5 milionix0.3nm= 10.050.000nm!circa 10mm]
Tramite questo esercizio capiamo quanto sia importante l’impacche amento che avviene tramite
l’interazione del DNA con le proteine, poiché sappiamo che senza questa interazione un gene
sarebbe lungo 10mm, una dimensione non compa bile con quello che è lo spazio disponibile
all’interno di un nucleo.
La cellula u lizza quindi, oltre alle proteine che formano il core istonico, altre proteine per
raggiungere un grado di compa azione maggiore, e la proteina chiave che perme e ciò è l’istone
H1, che va ad interagire sia con il DNA linker, sia con la regione del DNA del core per avvicinare tra di
loro i nucleosomi.
L’istone H1 induce i nucleosomi a raggrupparsi in insieme
ordinato che gli perme erà di raggiungere il livello di
compa azione della croma na successivo, ovvero la bra
da 30nm. L’interazione tra nucleosoma e istone H1 si
chiama cromatosoma, il legame dell’istone H1 è
altamente dinamico. L’H1 viene scambiato di con nuo
all’interno della stru ura croma nica e quindi
contribuisce alla dinamicità della bra da 30nm.
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Le funzioni dell’istone H1:
• Stabilizzare la bra da 30 nm (punto ancora controverso);
• Minimizzare lo sli amento nucleosomale;
•E e sull’a vità trascrizionale.
Nel momento in cui abbiamo aggiunto gli istoni H1 o eniamo quella che viene chiamata la bra da
30nm, quindi siamo passa da una bra di 11nm a una bra di 30nm.
Questa bra da 30nm può essere di due pi:
- MODELLO A SOLENOIDE, che è cara erizzato
dalla presenza di 6 nucleosomi per giro e il DNA
linker non a raversa mai l’asse di questo
solenoide. Il modello a solenoide è il modello
più cara erizzato.
- MODELLO A ZIG-ZAG, è diverso il
posizionamento del DNA linker che invece in
questo caso a raversa l’asse longitudinale della
bra da 30nm.
Quindi con l’istone H1 abbiamo creato un ulteriore livello di compa azione della croma na;
torniamo a parlare delle code degli istoni (avevamo visto che le code istoniche nella stru ura
cromosomica non hanno un ruolo di rilievo nell’interazione tra i vari istoni, ma sono importan per la
loro capacità di regolare la trascrizione nel momento in cui sono modi cate). Le code istoniche sono
importan nella formazione della bra da 30 perché mediano l’interazione di legami H tra
nucleosomi vicini, cosa che non è possibile in una bra da 11nm. Quindi degli istoni privi di code, si è
visto sperimentalmente che non sono in grado di formare bre da 30nm e quindi si è visto che
l’aggiunta dell’istone H1 è necessaria a nché si formi la bra da 30nm, ma sono altresì importan le
code istoniche (perché queste code istoniche perme ono nella bra da 30nm di formare legami H
tra nucleosomi adiacen ). Quindi la FIBRA DA 30nm è il livello successivo di ripiegamento della
croma na, e nel momento in cui abbiamo una bra da 30nm abbiamo un rapporto di
condensazione della croma na di 40 (nella bra da 11nm, invece, abbiamo un rapporto di
condensazione di 6). Quindi siamo passato, con l’aggiunta dell’istone H1, da una stru ura a collana di
perline ad una stru ura a solenoide o zig-zag, in cui abbiamo una bra da 30nm.
Quindi, riassumendo, avremo:
- sui nucleosomi da 11nm: livello di condensazione=6 volte: passiamo da 1 m a 16 cm
- nelle bre da 30 nm: livello di condensazione=40 volte: da 1 m a 2.5 cm
Saremo quindi sempre ad una lunghezza dell’ordine dei cm, per cui ci rendiamo conto che siamo
ancora ben lontani da quell’impaccamento necessario per far sì che tu o il DNA sia contenuto
all’interno del nucleo; vorrà dire che ci devono essere necessariamente delle stru ure di ordine
superiore della croma na. Queste stru ure di ordine superiore sono delle ANSE, ovvero delle
stru ure (anse di DNA) che sono bloccate da una stru ura proteica denominata sca old nucleare
(impalcatura nucleare).
Quindi abbiamo il nostro DNA a bra da 30nm che forma delle anse (in ogni ansa possono esserci più
geni); le anse possono variare in grandezza dalle 25.000 alle 200.000 bp. Il DNA, quindi andrà ad
interagire con delle matrici proteiche non-istoniche nucleari che perme ono un ulteriore
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compa amento della croma na all’interno del nucleo. Ognuna
delle anse di DNA è formata da tu a una serie di bre che
contengono le regioni da 30nm e ovviamente andando al livello
più basso di condensazione della croma na delle regioni da 11nm.
Quindi da regioni più condensate a regioni meno condensate sono
presen in una bra croma nica. Il DNA è un lamento con nuo
che interagisce con delle proteine istoniche e con delle proteine
non-istoniche, che hanno un ruolo importante nell’organizzazione
e nel compa amento del cromosoma; quindi, la compressione del
DNA avviene su più livelli:
- NUCLEOSOMA
- FIBRA DA 30nm
- FIBRA AD ANSA
- FIBRA DA 700 nm: la croma na si super avvolge (diametro
dei singoli croma di)
- FIBRA DA 1400 nm: livello di condensazione massimo (cromosomi mito ci)
ESERICIZI
1) Cos’è un nucleosoma?
a. Un complesso di proteine che controlla l’importazione nucleare
b. DNA non cromosomico che è libero galleggiante nel citosol
c. Un organello legato alla membrana che con ene informazioni epigene che
d. Un’unità ripetuta di croma na
2) Quale delle seguen frasi è vera per la croma na?
a. La croma na non viene mai compa ata ulteriormente rispe o alla bra da 10nm
b. La croma na è presente in tu o il DNA eucario co e procario co
c. I modello di me lazione o ace lazione degli istoni possono regolare l’espressione genica
d. I nucleosomi sono cos tui da DNA avvolto in proteine note come fa ori di trascrizione
DEFINIZIONI
CARIOTIPO= Set completo di cromosomi di una cellula dispos per dimensioni, forma, e numero.
CENTROMERO = Regione ristre a di un cromosoma mito co che con ene i croma di fratelli insieme.
ISTONI = piccole proteine ricche di arginina e lisina, che cos tuiscono il livello primario
dell'organizzazione della croma na.
CROMOSOMA = Stru ura composta da una molecola di DNA molto lunga e proteine associate che
con ene parte (o tu o) delle informazioni ereditarie di un organismo.
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CICLO CELLULARE = La sequenza ordinata di even con cui una cena duplica il suo contenuto e si
divide in due.
CROMATINA = Complesso di DNA, istoni e proteine non istoniche presen nel nucleo di una cellula
eucario ca
CROMOSOMA OMOLOGO = Una delle due copie di un par colare cromosoma in una cellula diploide,
ciascuna copia derivata da un genitore diverso.
NUCLEOSOMA = Stru ura a perline in croma na eucario ca, composta da una breve lunghezza di
DNA avvolto a orno a un nucleo di proteine dell'istone
VERO O FALSO
1) Nell’essere umano, le femmine hanno 23 cromosomi diversi, mentre i maschi 24. VERO,
perché nelle femmine abbiamo 22 autosomi e due X quindi sono 23 i cromosomi diversi,
mentre nell’uomo abbiamo 22 autosomi e X ed Y per cui sono 24 i cromosomi diversi.
2) Nella cellula vivente, la croma na di solito ado a la conformazione a "collana di perle”.
FALSO, perché nella cellula vivente la conformazione minima di impacche amento che
possiamo visualizzare è la bra da 30nm (quella da 11nm, quindi a collana di perle, è una
condizione visibile in vitro e non in vivo.
3) qua ro istoni del core sono proteine rela vamente piccole con una proporzione molto alta i
aminoacidi carica posi vamente; la carica posi va aiuta gli istoni a legare stre amente
DNA, indipendentemente dalla sua sequenza nucleo dica. VERO, perché le carica posi ve
degli aminoacidi arginina e lisina andranno a neutralizzare le cariche nega ve dei fosfa
dello scheletro zucchero-fosfato tramite legami H. questo legame è indipendente dalla
sequenza nucleo dica.
4) I nucleosomi legano il DNA così stre amente che non possono spostarsi dalle posizioni dove
vengono assembla per la prima volta. FALSO, perché ci sono dei meccanismi che
perme ono il rimodellamento della croma na.
PROBLEMI
1) Negli anni '50, le tecniche per isolare il DNA dalle cellule producevano molecole di circa
10.000 a 20.000 coppie di basi. Ora sappiamo che le molecole di DNA in tu e le cellule sono
molto più lunghe. Perché pensi che originariamente solo pezzi cor erano isola ? La
di erenza è data dai metodi u lizza in laboratorio per isolare proteine e DNA. (oggi ci sono
delle tecniche che ci perme ono di o enere dei frammen più lunghi (as es. con gel di
agarosio) che sono più facilmente analizzabili). Il meccanismo che vine u lizzato prima di
andare a fare un sequenziamento del DNA è la SONICAZIONE, che perme e di andare a
frammentare il DNA in pezzi random, che poi nel momento in cui li devi andare sequenziare
perme e di assemblarli, perché ques pezzi random avranno delle sequenze condivise che
saranno u li e fondamentali al loro assemblaggio. [vedremo meglio quando faremo lab]
2) Considera la seguente a ermazione: una cellula umana con ene 46 molecole DNA nel suo
nucleo. Sei d'accordo? Perché sì o perché no? No, perché dipende se la cellula è aploide o
diploide e dal momento del ciclo cellulare (ci sono anche cellule che non hanno DNA per
niente, per esempio, i globuli rossi oppure cellule mul nucleate).
3) Elenca le tre sequenze di DNA specializzate e le loro funzioni che agiscono per assicurare che
il numero e la morfologia dei cromosomi siano costan da una generazione di una cellula alla
generazione successiva. Le sequenze fondamentali sono CENTROMERI, perché perme ono di
interagire con le proteine del cinetocore a nché ci sia una corre a segregazione dei
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croma di TELOMERI perché perme ono la stabilizzazione del cromosoma e ORIGINI DI
REPLICAZIONE perché sono quelle che controllano l’inizio della replicazione del DNA e che
perme eranno la duplicazione.
L’albero della vita è suddiviso in tre raggruppamen principali: eucario , ba eri e archeoba eri.
Gli archeoba eri sono quelli che abitano in ambien estremi e presentano cara eris che diverse dai
ba eri, i quali contengono le cosidde e proteine informazionali che servono alla cellula per la
replicazione, trascrizione e traduzione e sono più simili a quelle delle cellule eucario che. I ba eri
possiedono anche delle proteine simili istoniche non compar mentalizzate all’interno del nucleo; il
materiale gene co deve risiedere in una stru ura più piccola; anche i promotori sono simili a quelle
delle cellule eucario che per esempio abbiamo le sequenze consenso che cara erizzano le cellule
eucario che (es.TATA BOX che si trova a monte della trascrizione). Negli euba eri anche l’inizio della
traduzione coincide con quella degli eucario , infa il primo amminoacido è sempre la me onina
che sarà formilata nel caso dei ba eri.
I genomi ba erici hanno un’alta variabilità nelle loro dimensioni, passano da un cen naio di migliaia
di nucleo di a milioni. I genomi procario ci hanno anche alta plas cità ovvero anche nella stessa
specie hanno dimensioni molto diverse, questo porta a delle cara eris che piche delle cellule
procario che ovvero la possibilità che ci siano degli even di trasferimento genico laterale, in cui il
materiale gene co nel genoma procario co può essere trasferito da un individuo a un altro individuo
(vi è una frequenza molto maggiore rispe o alle cellule eucario che). Questa alta plas cità porta ad
altre proprietà cara eris che procario che come per esempio resistenza agli an bio ci, proprietà
virulente (es. isole di patogenicità).
Nei procario i geni vanno ad occupare una grossa percentuale del genoma, circa l’85%, e di questo
la maggior parte codi ca per Rna o per proteine. Inoltre, i geni procario ci non hanno sequenze
introniche. Hanno anche la cara eris ca di essere policistronici, ovvero uno stesso promotore riesce
a controllare più geni. Questa grandezza diversa nella complessità nel genoma procario co dipende
anche dallo s le di vita del procariota stesso, ci possono essere dei parassi specializza che vanno a
richiedere meno geni, mentre i ba eri più generalis richiedono anche migliaia di geni.
In questa slide, oltre le percentuali di GC vediamo le dimensioni dei genomi: le dimensioni del
genoma di un virus o di un ba erio sono tendenzialmente più piccole di quanto non lo siano quelli
di una cellula eucario ca.
Tu e le cellule all’interno di una
stessa specie contengono una
quan tà costante di dna, che
prende il nome di valore C
(quan tà di dna contenuta in una
cellula), e possiamo
misurarla in bp (base pair) oppure
in picogrammi (1
picogrammo è circa 1 migliaio di
milioni di paia di basi).
Nell’immagine possiamo
vedere che nei
mammiferi, come nell’uomo,
abbiamo una quan tà tra 10^9 e
10^10 bp. Negli altri organismi
invece le quan tà di basi totali possono essere anche più grandi ➞ non vi è una correlazione tra il
valore C e la complessità di un determinato organismo.
Per cui organismi meno complessi possono avere addiri ura una quan tà di dna maggiore rispe o
ad una cellula umana (PARADOSSO DEL VALORE C: mancanza di correlazione tra le dimensioni del
genoma e la sua complessità dal punto di vista gene co). Questa è una cara eris ca sopra u o
delle piante, dove abbiamo una quan tà enorme di genoma, poiché nelle piante la maggior parte
della quan tà di dna è ripe vo, ed esse non hanno tu e quelle cara eris che speci che ad
esempio per il genoma umano.
La percentuale di DNA ripe vo nei genomi dei vari organismi varia molto:
● Nei procario non abbiamo dna ripe vo
● Negli eucario possiamo avere una grande quan tà di dna ripe vo, che varia dal 20%
all’80%. (Eucario inferiori no al 20%, cellule animali no al 50% e oltre il 50% per le piante
e negli an bi).
Un gene umano è lungo circa 27 mila bp e con ene di media 9 esoni. Esempio di un gene con
sequenze introniche ed esoniche: 7 esoni interni con una lunghezza media di 145 bp.
Gli esoni più lungo di solito si trovano all’inizio e alla ne del gene.
In che modo i geni e le altre sequenze geniche sono distribuite nel genoma?:
Nel dna ripe vo abbiamo per la maggior parte dei casi dei trasposoni, ossia degli elemen gene ci
che sono in grado di spostarsi da una parte all’altra del genoma. Sono porzioni genomiche non
funzionan , ma dato che sono presen in alta % è molto probabile che hanno avuto un ruolo a vo
nella formazione del genoma a uale di una cellula umana.
I geni ortologhi sono geni che codi cano in organismi di eren per le stesse proteine, ovvero sono
quei geni che hanno una percentuale in base maggiore dell’80% omologa. In diversi organismi, una
sequenza genica simile più dell’80% porta alla formazione di proteine che hanno la stessa iden ca
funzione (geni ortologhi). In realtà vedremo che per riconoscere geni ortologhi più che la sequenza in
base è necessario conoscere la sequenza amminoacidica.
Le proteine comuni a tu gli eucario sono coinvolte in funzioni cellulari essenziali (1300 funzioni
comuni): circa il 35% sono coinvol nella trascrizione e traduzione.
Un’analisi mutazionale condo a sul C.Elegans ha dimostrato che solo nel 10% dei casi, inducendo
mutazioni nei vari geni, si sono osserva e e rilevan sul feno po. Nel 90% dei casi invece le
mutazioni a livello di geni non hanno portato ad alcun e e o.
Si spiega con il fenomeno della ridondanza, ossia vi sono geni coinvol in una funzione che sono
presen in copie mul ple. Un organismo ha modi alterna vi per svolgere una stessa funzione oppure
ha la possibilità di avere copie mul ple di geni.
Per cui anche andando a mutare un gene, potrebbe esserci una copia di quel gene funzionante che
consente di svolgere quella determinata funzione oppure proteine diverse in grado di svolgere la
stessa funzione.
Trascri oma: insieme di tu gli Rna che sono presen . La complessità di un trascri oma dipenderà
dagli mRna.
Abbondanza di un messaggero: quan tà di quel par colare messaggero all’interno della cellula. Un
messaggero può essere abbondante (gruppo rido o di specie di messaggeri presen in tante copie)
oppure scarso (molte specie in poche copie per ogni singola cellula).
Geni housekeeping “mantenitori della casa: geni espressi in ogni cellula poiché forniscono funzioni
di base che servono per il mantenimento della vita cellulare. Es: geni per la sintesi di proteine del
citoscheletro, geni per il metabolismo … Sono geni sempre presen ma non è de o che siano sempre
presen nella stessa quan tà, infa in condizioni ambientali di eren possono variare le quan tà.
Luxury genes: geni che codi cano per funzioni
specializzate e cara eris che solo per alcuni pi di cellule. Non
vengono espressi tu i geni in ogni cellula.
2014: si scoprì che solo l’8% del dna umano era codi cante e non l’80%.
Hanno messo a confronto il dna umano con quello di altri mammiferi e hanno visto che l’8.2% di
ques dna è conservato nei vari gruppi tassonomici ➞ tale percentuale è quella necessaria a nché
si svolgano determinate funzioni.
Tale studio con ene degli ERRORI: semplicemente non capendo la funzione di una sequenza
genomica, questa non si può de nire spazzatura o dire che non abbia ruoli importan . Infa essi
hanno una importanza fondamentale per la regolazione genica.
ESERCIZI:
1) Quello da 1125 kilobyte è dell’E.coli,
mentre il le B (più grande) è della
Drosophila. Questo poiché s amo
parlando di un genoma di un eucariote, più
grande, messo a confronto con quello di un
procariote, più piccolo. Se avessimo
avuto due eucario probabilmente
non sarebbe stato possibile dare
una rispostacerta poiché abbiamo
visto che la complessità è molto
variabile.
2) Il secondo tubo con ene il dna dell'archea
poiché dovrebbe avere una maggiore percentuale
di GC, per cui avendo più legami idrogeno il dna è
più resistente alle alte temperature.
PROBLEMI:
1) La maggior parte degli amminoacidi di una
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proteina isotonica hanno funzioni ben
de nite, anche quelli sulle code: che possono
subire modi cazioni covalen e sono molto
importan nel ruolo che ha l’istone nella
stabilità del dna. Al contrario della maggior
parte delle proteine che possono
accumulare a livello evoluzionis co
delle mutazioni, la funzione delle
proteine istoniche deve coinvolgere tu gli
aminoacidi ➞ ogni cambiamento a livello di
ogni singola posizione nella sequenza
amminoacidica è potenzialmente deleteria per la cellula.
necessariamente più grande degli altri. In generale la densità genica è più bassa rispe o al
cromosoma 22.
3) La nucleasi micrococcica quando va a tagliare il dna consente di o enere, in una cellula
eucario ca, il frammento
più piccolo di dimensioni
di 200 bp, poi i frammen
de ni con dimensioni di
mul pli di 200 bp. Il fa o
che non si formino
frammen più piccoli di
200 bp signi ca che la
stru ura nucleosomica è
presente ma il core
istonico legherà dna in
una una dimensione di
circa 300 bp. Anche
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aumentando la quan tà di enzima e il tempo non si o engono frammen più piccoli, per cui
quella di 300 bp sarà la subunità più piccola dato che l’enzima va a tagliare a quel livello. La
sbavatura del gel è invece dovuta al fa o che non vi è una spaziatura regolare, ma variabile.
È una stru ura non regolare rispe o a quella che abbiamo nel nucleosoma terrestre.
4) Il mo vo per cui
o eniamo frammen
con dimensione de nita
nel momento in cui
u lizziamo, in una
determinata sequenza
genomica, degli enzimi di
restrizione dopo
tra amento con la
nucleasi (che digerisce il
dna che non si trova
all’interno del
nucleosoma) è dovuto alla
posizione dei nucleosoma. Ossia quel frammento di dna avrà avuto un posizionamento
preferenziale dei nucleosomi ➞ la possibilità di o enere frammen iden ci è dovuto ad un
determinato posizionamento dei nucleosomi su quel segmento di dna. Non è sempre così,
ma in questo caso si.
Un danno al dna dunque può portare a diversi e e , come ad esempio portare la cellula ad a vare
dei checkpoint a livello del ciclo cellulare, oppure possono a varsi dei programmi di regolazione
trascrizionale, può portare la cellula ad apoptosi… per cui lo scopo principale nel momento in cui si
ha un danno è quello di far sì che la replicazione del dna venga bloccata.
La FOTORIATTIVAZIONE è un processo in cui l’energia che deriva dalla luce visibile viene
u lizzata per rompere l’anello (il ciclobutano) che si era formato in seguito alla
dimerizzazione delle pirimidine, causata dalle radiazioni UV. Grazie a questo meccanismo di
riparazione le basi originarie vengono ristabilite, e questo avviene grazie all’intervento
dell’enzima Dna fotoliasi ➞ si lega alla sezione di dna danneggiato in assenza di luce ma
viene a vato dall’esposizione alla luce, consentendo la ro ura del ciclobutano e quindi il
ritorno delle mine nella loro conformazione iniziale.
Consente quindi di
risolvere i dimeri di
mina.
La riparazione dire a può
essere anche e e uata
tramite
RIMOZIONE DEL
GRUPPO METILICO: in
questo caso si risolve un
danno causato da
alchilazione. Questo è un
meccanismo di
riparazione molto
importante che avviene
nel momento in cui il danno è a carico degli ossigeni in posizione 6 delle guanine (in cui
abbiamo la me lazione) poiché in questo po di danno il nucleo de modi cato va a formare
un complementare con le mine invece di andarsi a legare con le citosine. Viene riparato
dall’enzima O6-me lguanin me ltransferasi che trasferisce il gruppo me lico dall’ossigeno
in 6 della me lguanina ad un sito a vo dell’enzima dove è presente una cisteina ➞ diventa
una me lcisteina. Tali enzimi sono molto presente sia a livello delle cellule procario che che
eucario che.
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2. RIPARAZIONE PER
ESCISSIONE DELLE BASI: Nella Base Excision
Repair (BER) abbiamo un lamento del dna
in cui abbiamo una base danneggiata. A
riconoscere tale danno interviene un
enzima, la Dna glicosilasi, che taglia tra la
base e lo scheletro (quindi il deossiribosio)
➞ fa in modo di rimuovere la base
danneggiata. Successivamente interviene
una AP endonucleasi (così chiamata poiché
la A è una a priva va,
ap= apurinico o apirimidinico) che va a tagliare lo scheletro a livello della zona in cui era stata
rimossa la base danneggiata. Interverrà poi una polimerasi a riparare, andando a sinte zzare
un pezze o di dna a livello della interruzione, rimuovendo una parte del dna a valle del
danno. In seguito per ripris nare lo scheletro interverrà una ligasi che andrà a perme ere il
chiudersi del lamento. Un altro po di riparazione per escissione è quella dei NUCLEOTIDI
(NER): nel momento in cui abbiamo un danno indo o da una radiazione UV questo porterà
ad una distorsione nella doppia elica. Questa sarà riconosciuta da un complesso di proteine
che vanno ad interagire con il doppio lamento: nei ba eri intervengono 4 proteine (UvrA,
UvrB, UvrC e UvrD) mentre negli eucario il meccanismo è lo stesso ma le proteine sono in
numero maggiore. Nella riparazione prima intervengono dei dimeri di UvrA e UvrB, che
scorrono sul doppio lamento no a quando non trovano la distorsione e reclutano la UvrC,
la quale ha invece il compito di tagliare il lamento
sia a monte che a valle della lesione (fa due tagli,
disegna in giallo). Successivamente interviene
l’ul ma proteina, la UvrD, che ha a vità elicasica ➞
apre il lamento e consente l'intervento della
polimerasi, che va a sinte zzare il nuovo lamento
sulla base dello stampo, e della ligasi che consente
invece la “saldatura”. Quindi
nella NER una serie di nucleo di vengono taglia ,
SEQUENZE RIPETITIVE DEL DNA: un genoma eucario co è cara erizzato dalla presenza di un dna
ripetuto che può essere mediamente o altamente ripe vo.
Ci sono quindi sequenze che si ripetono molte volte nel dna di una cellula. Un esempio è la GGGTTA,
ossia le migliaia di sequenze ripetute del dna telomerico, localizzate alla ne di ciascun cromosoma.
Quando parliamo di TANDEM REPEATS parliamo di ripe zioni consecu ve, incluse in 3 so oclassi:
Nel gra co vediamo i vari pi di satelli , la loro grandezza e il numero di copie presen per ogni po
di dna ripe vo.
MINISATELLITI: da 1 a 20 Kb. Hanno la sequenza centrale che è GGGCAGGAXG, dove x sta per una
base generica.
Un minisatellite è l’unità ripetuta TTAGGG che è localizzata nei telomeri.
Un po di minisatellite sono le VNTR (Variable Number of tandem repeats), ripe zioni che possono
variare dalle 9 alle 80 basi e sono localizzate nelle regioni non
codi can . Sono molto importan poiché sono dei
polimor smi, ossia il numero delle ripe zioni varia tra i vari
individui e per questo mo vo vengono u lizzate per il dna
ngerprin ng ➞ u lizzato in ambito forense, medico,
evoluzionis co … sfru ando quelle cara eris che
che gli perme ono di di erenziarsi in
diversi individui.
Analisi di STR:
fa e tramite PCR, ovvero possiamo u lizzare delle coppie di primer che ancheggiano le sequenze
ripetute ➞ la lunghezza dell’ampli cato sarà proporzionale al numero di ripe zioni che sono presen
in un determinato campione.
Quindi in questo caso le analisi sono svolte mediante pcr, mentre nel caso di minisatelli u lizzando
degli enzimi di restrizione.
Abbiamo anche altri dna ripetu : DNA RIPETUTO INTERSPERSO: tali unità ripetute non sono
raggruppate ma sparse in più pun del genoma.
Sono tendenzialmente dei retrotrasposomi, delle sequenze che vengono acquisite a livello
evoluzionis co in seguito a infezioni virali.
Abbiamo:
- SINEs: short interspersed nucleo de elements. Presente in una regione genomica ricca di GC.
- LINEs: long interspersed nucleo de elements. Presente in una regione genomica ricca di AT.
Tendono a disporsi in regioni cromosomiche povere di geni e hanno un impa o minore dal
punto di vista mutazionale sul genoma.
Esperimento di Avery (1943): In questo esperimento Avery andò a frazionare l'estra o cellulare
proveniente dal ceppo letale S nelle diverse classi molecolari. Vide che solo quando venivano inie a
gli acidi nucleici, ma non quando venivano inie a proteine e polisaccaridi, avveniva la morte del
topo. Dedusse il DNA portatore dell’informazione gene ca o informazione ereditabile.
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In quel periodo però era convinzione di usa
che il materiale gene co doveva essere per
forza di natura proteica; siamo di fronte a un
polimero cos tuito da 20 amminoacidi e ad un
altro da 4 nucleo di, e si era convin che
sicuramente l'informazione doveva essere
contenuta nelle macromolecole che si
prospe ava essere più grandi, che in
combinazione dovevano formare molecole più
complesse, quindi le proteine.
L’esperimento di Avery non fu acce ato poiché
veniva cri cata la non completa purezza degli
acidi nucleici che aveva u lizzato,
probabilmente erano presen tracce di
proteine nella soluzione.
L'a vità esonucleasica è fondamentale agli enzimi, per un enzima come la DNA polimerasi è chiave
poiché essa ha bisogno sempre di
correggersi➞gli errori sono rari, ma non
rarissimi se pensiamo alla complessità del
meccanismo (1 errore ogni 10^7 bp), per
fortuna ques errori possono essere rido
ancora di più sulla base del fa o che la
polimerasi ha questa capacità di
autocorrezione.
La DNA polimerasi presenta si separa per
la sintesi del DNA e per l'a vità di
autocorrezione.
L’enzima cambia di conformazione e
perme e di modi care l'a vità da quella di
polimerizzazione a quella di autocorrezione;
dal momento in cui è presente un nucleo de sbagliato c'è un cambiamento di conformazione che
implica un non appaiamento tra stampo e DNA neosinte zzato e taglia, per a vità esonucleasica, il
nucleo de errato e avvia il ripris no delle condizioni iniziali.
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L'a vità di autocorrezione spiega perché la sintesi avviene solo in direzione 5’-3’ Il DNA si legge in
direzione 5:-3’ e non 3’-5’. Perché la cellula non usa anche l'altro orientamento? ➞ l'a vità di
autocorrezione è possibile solo se la sintesi avviene in direzione 5’-3’. Vediamo nell’immagine una
crescita ipote ca di un lamento in direzione
3’-5’ (quindi il deossinucleo de trifosfato che
deve essere aggiunto a un lamento di DNA
in crescita). Se questo nucleo de fosse errato
e la polimerasi potesse autocorreggersi, lo
rimuoverebbe➞ al 5’ la rimozione del
deossinucleo de fosfato porterà alla
mancanza del legame ad alta energia che
deve essere idrolizzato ovvero il rilascio del
pirofosfato. Quindi quello corre o in arrivo
non potrà legarsi a causa della mancanza del
fosfato in beta e gamma che sono quelli che
danno il legame ad alta energia idrolizzabile, i
quali perme ono la reazione e di
conseguenza l'errore non può essere
corre o. Ciò può avvenire solo se la crescita ipote ca avviene in direzione 3’-5’ e non se avviene in
5’-3’ perché nel momento in cui viene rimosso il nucleo de erroneamente appaiato e una volta
aggiunto il nuovo deossiribonucleo de trifosfato è possibile l'interazione perché avviene l'idrolisi del
legame ad alta energia. Una reazione energe camente favorita è quindi possibile e ciò può avvenire
solo in direzione 5’-3’.
Altri enzimi che servono a nché la replicazione sia e ciente sono le ssDNA Binding protein (SSB).
Quando l’elicasi porta alla formazione del DNA a singolo lamento, ques DNA a singolo lamento
tenderebbero riassociarsi tra di loro e questo non deve accadere, per cui per stabilizzare ques DNA
a singolo lamento intervengono queste proteine. Queste sono proteine che lavorano in maniera
coopera va, ovvero la presenza di una di esse facilita il legame di un’altra. Questo legame
coopera vo da parte delle SSB fa in modo che il singolo lamento venga ricoperto dalle proteine in
maniera molto rapida e il DNA assume la conformazione distesa e con questa formazione è più facile
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per il DNA svolgere il ruolo di stampo. Queste SSB interagiscono creando delle interazioni
ele rosta che con i gruppi fosfato del DNA, quindi è un’interazione sequenza-indipendente (non
dipende dalle basi azotate, ma dai gruppi fosfato).
Un elemento chiave della processività (ossia capacità di un enzima di essere legato a un substrato in
maniera da poter agire in modo con nua vo su un templato) a livello della forca replica va è data
dall’associazione di diverse proteine che si chiamano DNA SLIDING CLAMP (pinza scorrevole), che
vanno ad abbracciare il DNA e non se ne dissociano mai. Queste proteine si legano al DNA e alla DNA
polimerasi e sono molto importna perché altrimen , in loro assenza, il DNA si dissocerebbe dallo
stampo e di onderebbe nell’ambiente circonstante; se ci sono invece le sliding clamp la DNA-
polimerasi, nel momento in cui ha nito di lavorare, si dissocia dallo stampo ma rimanendo legata
alla sliding clamp non si allontanano dal punto di sintesi, per cui sono rapidamente richiamate
quando devono riiniziare a lavorare. Quindi sono proteine importan perché aumentano la
processività delle polimerasi. Queste sliding clamp riescono a lavorare sul DNA u lizzando altri
enzimi che si chiamano caricatori speci ci delle pinze che posizionano le sliding clamp sul DNA.
Nell’immagine vediamo che ci sono tan piccoli primer nel lamento discon nuo (verde) la
polimerasi agisce su di esso ma nel momento in cui viene raggiunto il frammento successivo, però il
fa o che la polimerasi è tenuta sul DNA dalle sliding clamp fa sì che la polimerasi sia velocemente
disponibile per la sintesi di un nuovo frammento. (per cui queste proteine anche se presen su
entrambi i lamen , sono molto più importan nel lamento discon nuo). Le sliding clamp restano
legate al DNA perché possono interagire anche con altre proteine, oltre alle polimerasi; ad esempio,
se c’è un errore le sliding clamp interagiscono con quelle proteine che sono coinvolte nella
riparazione del DNA. Quindi hanno un ruolo importante nell’aumentare la processività delle
polimerasi, ma anche perché partecipano alla riparazione del DNA.
Processività della DNA-polimerasi = il numero di nucleo di che una molecola di enzima aggiunge
alla catena nascente di DNA prima di staccarsi dal substrato. La polimerasi impiega circa 1 secondo
per legarsi al DNA ed è in grado di aggiungere no a 1000 nucleo di/secondo.
Quindi quando parliamo di replicazione del DNA non ci limi amo a parlare della polimerasi ma
dobbiamo considerare tu o un insieme di proteine importan (elicasi, SSB, pinza scorrevole o sliding
clamp, ssatore della pinza che perme e di posizionare la pinza scorrevole sul DNA). L’insieme di
queste proteine prende il nome di REPLISOMA.
Come fa la DNA-polimerasi a rimanere a livello della forca replica va nel lamento ritardato? Si fa
proprio aiutare dalle sliding clamp. Da Bruce Alberts è stata proposta una soluzione alterna va che
perme e di capire la processività della polimerasi; Alberts ha ipo zzato che la polimerasi nel
lamento ritardato si lega alla forcella di replicazione interagendo con altri elemen stabili della
forcella, tra cui sliding clamp ed elicasi. Disegnò, quindi, un modello che perme esse di visualizzare
la forca replica va, non con la classica stru ura ad Y, ma con una sorta di anello che si va ad
espandere durante la sintesi e che si va a sviluppare nel momento in cui si devono formare i vari
frammen di Okazaki. Sono anelli che quindi vanno ad espandersi e a contrarsi durante la sintesi del
frammento ritardato, che sono possibili grazie alla processività della polimerasi sul lamento
ritardato data da tu e le altre proteine che perme ono l’espansione della forca replica va e la
sintesi del DNA. Questo modello prende il nome di modello a trombone che si apre e si stringe man
mano che la forca replica va si espande e quindi rende disponibili nuovi nucleo di. Ovviamente
questo accade limitatamente al lamento ritardato ma non a quello con nuo.
h ps://www.youtube.com/watch?v=4jtmOZaIvS0
Dal video che abbiamo visto si vedeva in blu l’elicasi che svolge il DNA, un lamento viene
sinte zzato in maniera con nua e l’altro lamento viene sinte zzato in maniera discon nua facendo
indurre al DNA questa stru ura a loop, perme endo che la polimerasi si trovi sempre in condizioni
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tale da andare a riconoscere il frammento di DNA che deve essere replicato ma che in questo caso è
nella direzione opposta. Questo è possibile grazie al fa o che il macchinario proteico che si assembla
a livello della forca replica va aumenta la processività dell’enzima, poiché la polimerasi lega il
caricatore della pinza, che lega la pinza e perme e al DNA di lavorare sul frammento ! quindi la
polimerasi non si troverà mai distante dal caricatore della pinza, dove è presente il DNA che rimane
sul DNA sempre caricata e perme e alla polimerasi di volta in volta di riposizionarsi velocemente sul
frammento che deve essere sinte zzato. Alberts ha immaginato che per far ciò c’era chiaramente
l’azione di tu o il macchinario proteico a livello della forca replica va e che il DNA dovesse assumere
questa forma a trombone, ovvero che il DNA si accorcia e si allarga con nuamente, man mano che
va ad indurre la formazione di un nuovo lamento di un frammento nuovo nel frammento ritardato.
Per polimerasi, sia per le cellule
procario che sia per le cellule
eucario che, parliamo di un pull
di enzimi che vanno a lavorare
sul DNA: abbiamo 5 polimerasi
nei procario e 15 polimerasi
negli eucario . Quello principale
è uno, l’enzima che serve per la
replicazione del lamento
ritardato che ha la maggior
processività; gli altri sono una
serie di enzimi che aiutano
quello principale, che
perme ono la sintesi dei frammen e degli inneschi e perme ono anche i processi di riparazione del
DNA che è stato danneggiato, (quindi perme ono anche di poter con nuare una sintesi che si è
fermata per un danneggiamento). Sono tu a una serie di enzimi che lavorano insieme all’enzima
principale per perme ere una corre a sintesi del DNA.
DOMANDA
1. Perché è necessaria la replicazione del DNA? Per avere la stessa quan tà di DNA in entrambe
le cellule, dopo la divisione cellulare.
2. Quando avviene la replicazione? Avviene nell’interfase.
3. Come avviene? Parlare degli enzimi principali e il loro ruolo.
Come inizia la replicazione?
Comincia a livello della forca replica va, ma deve iniziare a livello di
una sequenza speci ca, ovvero di sequenze speci che che vanno a
dirigere la replicazione: sono le sequenze REPLICATORE, che saranno
riconosciute da degli INIZIATORI, ovvero da elemen del DNA che si
trovano a livello di queste sequenze, che perme eranno che possa
iniziare il ruolo della GIRASI in primis, e poi di tu o il macchinario
osservato in precedenza. Quindi ci sono sequenze speci che che
perme ono l’inizio della replicazione. Queste sequenze sono le origini
di replicazione; si trovano ad intervalli che possono variare dalle 30 alle
300 base pairs nel DNA. Se vediamo la velocità di replicazione del DNA,
infa , in una cellula eucario ca, è di circa 50 nucleo di al secondo. Il
DNA umano però sappiamo che è formato da 150 milioni di paia di
basi, e se ci fosse una sola origine di replicazione, il tempo di
replicazione sarebbe al ssimo (ci servirebbero 800 per andare a
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duplicare tu o questo materiale). Siccome la replicazione avviene in un tempo più breve, vorrà dire
che varie unità di replicazione dovranno essere a vate contemporaneamente in una cellula
eucario ca: quando una forcella di replicazione ne trova un’altra, che procede in senso opposto, si
uniscono e si arresta e o mizza il tempo.
Vedete in questa immagine, nel DNA ci possono essere più origini di replicazione e si formano quindi
diverse forcelle di replicazione, che si uniscono tra di loro quando si
incontrano. Quindi ci sono varie origini di replicazione, che
comporterebbero che un genoma di un mammifero potrebbe essere
replicato addiri ura in un’ora: in realtà serve più tempo, circa 8 ore
in una cellula animale per la sintesi. Questo perché, si ci sono unità
di replicazione ogni 30-300 base pairs (dipende dal genoma) ma non
sono tu e a vate insieme. Gran parte sono a vate e perme ono
questa replicazione in circa 8 ore.
Questo vale per il genoma di una cellula eucario ca; per quanto
riguarda quella di una cellula procario ca c’è una sola origine di
replicazione, poiché il genoma è molto più piccolo.
Le di erenze di base tra replicazione tra procario ed eucario sono
queste:
➢ Eucario : i cromosomi sono lineari e molto lunghi, ci sono diverse origini di replicazione, e
avviene nel nucleo. L’enzima principale della replicazione è la polimerasi alfa e delta; molte
bolle di replicazione.
DOMANDE
La DNA polimerasi assicura che il nucleo de corre o è incorporato nel crescente lamento di DNA…
- Rilevando l’iden tà del nucleo de in arrivo;
- Legando in modo speci co solo il corre o nucleo de nel sito a vo;
- Selezionando il corre o nucleo de in un sito a vo con a vità esonucleasica della DNA
polimerasi;
▪ La perdita delle esonucleasi di correzione delle bozze da 3’ a 5’ che cara erizza l’a vità delle
DNA polimerasi, ipo zzi che possa andare ad in uenzare la fedeltà della sintesi del DNA? In
che modo questa perdita di a vità può andare ad in uenzare il tasso di sintesi del DNA?
Spiega il tuo ragionamento ! se l’enzima non fosse più capace di correggersi, ci sarebbero
delle mutazioni perché venendo lega dei nucleo di diversi, il prodo o diverso sarà un
genoma diverso. Bisogna considerare che quando c’è un errore di sintesi, un accoppiamento
sbagliato, in teoria se si perdesse l’a vità esonucleasica dovrebbe aumentare il tasso di
sintesi perché l’enzima nel momento in cui incontra l’errore si ferma e lo ripara. L’enzima
tende ad una posizione di stallo momentaneo, perché deve rimuovere il nucleo de sbagliato
e inserire quello corre o. Se manca l’a vità quello “parte” e con nua e non si ferma, però
non potremmo de nire un ra ng esa o di capacità da parte dell’enzima di mutare il tasso di
sintesi in assenza di esonucleasi. Sarei più propenso a dire, che in presenza di capacità
esonucleasica l’enzima si deve fermare, probabilmente il tasso di sintesi si abbassa un a mo.
Sicuramente la fedeltà è in ciata perché intercorre la potenzialità di un eventuale errore,
quindi di potenziali mutazioni.
▪ La primasi è un’enzima inu le, che produce mol errori: alla ne i primer a RNA, che
vengono prodo , vengono sos tui dal DNA che viene prodo o dalla DNA polimerasi, che
rispe o ad una RNA polimerasi è molto più fedele. Sarebbe stato più e ciente dal punto di
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vista energe co, se fosse subito stato possibile dalla polimerasi andare a produrre una copia
accurata? A rigor di logica, potrebbe essere corre o; ci sono dei passaggi che a livello
cellulare possono sembrare inu li, ma in realtà sono dei passaggi che servono come un
ulteriore controllo da parte della cellula per vedere se è tu o okay, e di “velocizzare” il
processo: l’RNA polimerasi comme e mol più errori rispe o alla DNA polimerasi, quindi in
quei frammen di RNA lega al DNA ci possono essere degli errori molto più facilmente di
quanto non ce ne siano se li avesse inseri la DNA polimerasi; però fa prima a lavorare e
perme e alla DNA polimerasi, che è molto più accurata e lavorerebbe con più calma di
funzionare in maniera più rapida, anche perché c’è un altro controllo dopo, dato di nuovo
dalla DNA polimerasi che toglie quel pezzo e va a cucire i pezzi ! maggior e cienza del
processo di non doversi stare a preoccupare subito di qualcosa di cui ci si può curare dopo e
per o mizzare i tempi. Quindi un processo apparentemente inu le in realtà è un
“escamotage” della cellula per poter valutare in maniera più “tranquilla” il prodo o e lo fa
post.
DOMANDE
▪ Il danno al DNA può interferire con la sua replicazione. I raggi X, ad esempio, generano
radicali idrossilici altamente rea vi che possono rompere uno o entrambi i lamen del
DNA. La luce ultraviole a genera comunemente dei dimeri di ciclobutano tra basi T
adiacen nello stesso lamento di DNA che blocca la progressione della DNA polimerasi. Se
questo danno non viene riparato si possono avere gravi conseguenze quando viene
incontrata una forca di replicazione. Cosa succede dopo che si è veri cata questa
interruzione a livello del lamento di DNA quindi quando abbiamo i raggi X che formano la
ro ura di uno dei due lamen di DNA, e cosa succede a livello della replicazione? Cosa
succede quando abbiamo l’e e o di una luce ultraviole a che va a formare i dimeri di
mina? La di erenza è che nei raggi X con l’interruzione del lamento guida o nel lamento
ritardato la forca di replicazione andrà a collassare immediatamente e si forma un DNA a
doppio lamento con delle interruzioni; se invece si forma un dimero di mina, prima o poi la
polimerasi sme erà di lavorare, ma uno dei due lamen non viene in ciato e potrebbe
con nuare la sintesi, l’altro si arresta momentaneamente.
LA TRASCRIZIONE
Nella trascrizione abbiamo la sintesi di un RNA che ha la stessa sequenza di uno dei due lamen del
DNA a doppia elica. Il lamento di DNA la cui sequenza è iden ca
(non le T e le U che sono cambiate) a quella sequenza dell'rna è
chiamato lamento codi cante, il quale è complementare all'altro
lamento che, invece, funge da stampo per la sintesi dell'rna➞
lamento stampo.
L’enzima che è importante per la catalisi della catena di RNA è
l'RNA polimerasi, che trascrive uno solo dei due lamen della
doppia elica.
L'rna polimerasi non rimane appaiata, ma si stacca dallo stampo a
una distanza di pochi nucleo di da dove è stato aggiunto l'ul mo
ribonucleo de della catena e ciò perme erà ai ba eri di avere
subito un RNA disponibile per la sintesi delle proteine, poiché nei
procario c'è un accoppiamento tra trascrizione e traduzione➞
avvengono nello stesso momento. Immagine al microscopio
ele ronico in cui si vede l'accoppiamento tra trascrizione e
traduzione: sono visibili i ribosomi (pallini neri), il messaggero e
l'rna polimerasi; più molecole di RNA polimerasi possono trascrivere contemporaneamente lo stesso
gene.
Conce di base:
La trascrizione comincia quando la RNA polimerasi si
va a legare a una regione par colare del DNA➞
regione promotore che
si trova all'inizio del gene. Quelle regioni che si
trovano vicine al promotore si chiamano regioni
prossimali, le più lontane si chiamano regioni distali.
Tu e quelle sequenze preceden al punto d'inizio si
dicono sequenze a monte o upstream, dopo il punto
d'inizio si dicono a valle o downstream.
La sequenza di DNA viene sempre scri a in modo da
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mostrare il lamento la cui sequenza è la stessa dell'rna➞ quello che viene scri o è il lamento
codi cante.
Le posizioni delle basi vengono numerate a par re dal punto d'inizio (+1 sarà la prima base/
nucleo de), andando a monte passiamo a - 1. Si parla di unità di trascrizione ovvero tu a la
sequenza trascri a in RNA delimitata da due regioni: promotore e terminatore. Negli eucario
questa sequenza corrisponde a quello che viene chiamato trascri o primario perché è un prodo o
che poi dovrà essere modi cato e maturato.
Proteine regolatrici determinano se un dato gene deve essere trascri o dalla RNA polimerasi: capire
come funzione una trascrizione.
1. Come fanno le proteine regolatrici ad interagire con la RNA polimerasi?
2. Come riesce la RNA polimerasi a trovare i promotori sul DNA?
3. Come fanno le proteine che legano speci camente il DNA a dis nguere il loro speci co sito
di legame dalle altre sequenze?
FASE D'INIZIO: l'inizio richiede una serie di passaggi de ni . La polimerasi come primo
passaggio deve legarsi al promotore, questo legame porterà alla formazione di un complesso
chiuso, nel quale il DNA è ancora a doppia elica e
l’enzima sarà legato a una delle facce dell'elica; in
seguito si avrà la formazione del complesso aperto
ovvero la separazione della doppia elica di DNA➞ i due
lamen si separano per 10 bp
(circa) a livello del punto d'inizio e si forma la bolla di
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trascrizione.
A questo punto può iniziare la sintesi, arrivano i primi ribonucleo di nel sito a vo dell’enzima e si
allineano con lo stampo; solo dopo che l’enzima ha aggiunto una decina di nucleo di, esso si dice
"esce dal promotore" quindi comincia a muoversi e può iniziare la transizione verso l'allungamento
dell'rna➞ c'è un momento in cui è presente un complesso ternario formato da: RNA, DNA ed
enzima.
Nell'immagine si vede la stru ura tridimensionale dell'rna polimerasi e in viola sono indica i
domini che formano il fa ore sigma. La polimerasi ba erica, in teoria, potrebbe cominciare la
trascrizione in qualsiasi punto, ma avviene al livello del promotore grazie al fa ore sigma che
perme e di conver re la polimerasi da ina va ad a va.
● TATA BOX➞ sequenza a -10, ovvero 10 basi upstream dal sito d'inizio della trascrizione o TSS
(transcrip on start site), questa è quella chiamata TATA BOX per la cara eris ca sequenza
che è sempre TATAAT.
●
BOX - 35➞ sequenza a - 35, si trova più upstream, TTGACA.
Sono due sequenze consenso che distano circa 17-19 bp l'una dall'altra.
In basso le sequenze sono scri e con un pedice numerico che indica la percentuale in cui è noto
ritrovarsi quel determinato nucleo de, quindi quali sono le frequenze delle varie basi (es. sia -35 sia
a -10 all'80% è una T, poi le altre basi con percentuali decisamente inferiori).
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I possibili promotori di una cellula ba erica:
A. Promotore classico➞ viene riconosciuto da una RNA polimerasi che ha un fa ore sigma
chiamato σ^70, il quale ha le due sequenze
consenso a -10 e -35 presen .
B. Elemento up➞ esistono dei geni, di solito
altamente espressi, che possono contenere
degli elemen aggiun vi e questo elemento
aggiun vo in par colare si chiama elemento
up, che si trova a monte della sequenza a -35.
È di solito una sequenza ricca di basi AT. Non
ha una sequenza consenso de nita come
quella -10 o -35, però può essere riconoscibile
dalla coda C-terminale presente sulla subunità
alfa della polimerasi.
C. Promotori mancan della sequenza -35➞ spesso ques promotori hanno una sequenza
-10 più estesa, quindi è una regione consenso a -10 leggermente più grande.
Interazione della RNA polimerasi con i promotori che contengono l'elemento up:
se presente questo elemento up l'interazione con il promotore avviene non solo tramite l'azione del
fa ore sigma, ma anche tramite la subunità alfa.
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Questa interazione avviene, infa , tramite fa ore sigma (interagisce con le sequenze a -10 e -35 dei
domini 2 e 4 del fa ore sigma), ma in più deve interagire con l'elemento up quel dominio carbossi
terminale della subunità alfa dell'rna polimerasi.
Il fa ore sigma lega con due domini diversi le due sequenze consenso, proprio per questo lo
possiamo suddividere in qua ro regioni:
Un altro elemento chiave è la regione del fa ore sigma (subunità principale) N-terminale, poiché ha
una funzione regolatrice. Il fa ore sigma riconosce il promotore solo quando la proteina sarà
associata al core enzima co, quando il fa ore sigma è libero la regione N-terminale copre quelle
regioni che legano/conta ano il DNA. Il DNA sposta la regione N-terminale quando si forma il
complesso➞ solo quando si lega al core enzima co questa regione N-terminale viene spostata e ci
può essere il conta o tra fa ore sigma e DNA.
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Stru ura dell'oloenzima:
Vediamo il fa ore sigma interagire, i vari domini che
cara erizzano il fa ore sigma e qual è il loro ruolo
nell'interazione con il core enzima co (che è tu o il
resto) e il DNA.
1. Complesso chiuso;
2. Complesso aperto, quando si forma è
presente quella regione del fa ore sigma,
zona del 2.3, che perme e l'apertura della
bolla;
3. Distacco dal promotore.
Quindi in un promotore procario co abbiamo due
sequenze chiave: -35 e -10.
La prima viene de nita anche come il dominio di
riconoscimento, la seconda come il dominio di
srotolamento, infa è più facile da aprire essendo ricca in
AT (seq. -10 TATA BOX).
Nell'immagine, in viola, sono rappresenta i pun di
conta o che ha l'enzima con l'elica stampo, in rosso, i pun
di conta o che ha con l'elica codi cante. I pun di conta o
che si trovano a monte, quindi prima della sequenza a -10,
si trovano tu dallo stesso lato della doppia elica e ciò
signi ca che quando inizierà la trascrizione la polimerasi
andrà a conta are/legare la
doppia elica solo da un lato.
Una volta cominciato lo srotolamento quei si che si trovavano a valle della sequenza a -10 iniziano
ad andare a conta o con l'enzima e i conta avvengono anche sull'altro lato.
1. L'rna polimerasi inizialmente conta a la
sequenza -35, quindi a quello che è il dominio
di srotolamento:
2. Sulla regione del promotore si forma un
complesso chiuso;
3. Comincia la denaturazione nella regione -10,
quindi in quello che è il dominio di
svolgimento, poiché in questo dominio si ha la
formazione del complesso in forma aperta ed
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è quella regione in cui la presenza di AT favorisce la denaturazione del DNA.
Abbiamo visto il ruolo di una polimerasi che ha il fa ore σ^70 ovvero quello generale e principale,
ma non è l'unico fa ore sigma possibile poiché ci sono altri fa ori sigma alterna vi: (immagine)
servono quando bisogna andare a trascrivere alcuni geni par colari, ad esempio: σ^32 per i geni che
si chiamano heat-shock, in presenza di una temperatura elevata verrà reclutato questo fa ore sigma
che a verà ques geni par colari; l'u lizzo del σ^54 in condizioni di carenza di azoto, verranno
a va i trascri dei geni regola dall'azoto.
dell’rna neosinte zzato oppure il legame dei fa ori di trascrizione all’rna neosinte zzato. Per cui le
pause non sono importan solo per rimediare ad eventuali errori, ma anche per organizzarsi e far sì
che quell’rna appena sinte zzato sia poi pronto per i successivi passaggi di traduzione (questo per gli
rna che non devono essere matura , cellule procario che).
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FENOMENO DEL SUPERAVVOLGIMENTO: è stato un meccanismo chiave nella duplicazione, in cui il
dna deve super avvolgersi, ma questo è fondamentale anche nella trascrizione.
Infa , si ha con nuamente un superavvolgimento durante la trascrizione: man mano che la rna
polimerasi trascrive il dna si ha un avvolgimento
e svolgimento ➞ la polimerasi spingendosi
avan lungo la doppia elica va a generare dei
superavvolgimen posi vi avan a sé, mentre
dietro di sé lascia dei superavvolgimen
nega vi (va a creare delle regioni di dna che
potrebbero essere parzialmente svolte).
Dunque la trascrizione va ad alterare la stru ura
locale del dna ➞ questo porta al fa o che
dovranno intervenire altri enzimi, come ad
esempio le girasi (che introducono
superavvolgimen nega vi e quindi risolvono
quelli posi vi) e le topoisomerasi
(che rimuovono i superavvolgimen
nega vi), a nché possano essere ripris nate
quelle situazioni corre e sia davan che dietro.
Bisogna sempre ricordarsi degli e e del movimento di una proteina sulla doppia elica del dna che
viene svolta.
FASE DI TERMINAZIONE: la polimerasi sme erà di trascrivere quando trascrive delle sequenze
speci che che inducono una destabilizzazione della bolla trascrizionale ➞ si ha quindi una ro ura
dei legami H del duplex rna-dna e si riformerà il dna a doppio lamento.
Esistono 2 pi di terminatori:
1. TERMINATORI INTRINSECI o RHO-INDIPENDENTI: la polimerasi rallenta o si ferma quando
trascrive una sequenza speci ca
che porta alla formazione di una
forcina come quella in gura. Tale
forcina deve contenere una
regione ricca di basi GC (in cui
sono quindi presen mol legami
H che stabilizzano tale stru ura
secondaria). Tale
sequenza viene trascri a, si
forma la forcina e a valle di essa
sono presen una serie di uracili
necessari per far sì che si
possa veri care la
dissociazione dell’enzima
quando questo si arresta. Tale serie di U deve essere
almeno di 6, altrimen la polimerasi si ferma ma non si
arresta completamente. Una regione ricca di uracili
nell’rna corrisponde ad una regione ricca di mine nel dna,
quindi regioni del dna con alto contenuto di basi AT (che
quindi sono importan non solo all’inizio della trascrizione
per la formazione della bolla ma anche nella
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terminazione). Durante questa terminazione quindi si ha la formazione di un terminatore
intrinseco che porta alla formazione di una stru ura secondaria dell’rna tale da bloccare la
polimerasi e indurre la sua dissociazione. Nel de aglio: viene sinte zzato l’rna con sequenze
GC che porteranno alla formazione di una forcina ➞ la polimerasi si arresta
temporaneamente, viene sinte zzata questa sequenza di poli-U che induce il rilascio della
polimerasi data la formazione di legami deboli AU che destabilizzano il doppio lamento
ibrido dna-rna.
DOMANDE:
1) A
2) B
3) C (stru ura a forcina piu osto che chiusa)
4) A
5) B (sono simili in tu e le specie, non è de o che abbiamo la stessa funzione in tu gli
organismi ma in mol si).
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Biologia Molecolare 14/04
▪ Nel momento in cui è presente il lattosio, sarà presente l’allolattosio, che è l’induttore,
ovvero si lega al repressore e legandosi quest’ultimo non permette al repressore di legarsi
all’operatore. Ciò fa sì che la polimerasi potrà legarsi al promotore e potrà indurre la
trascrizione di questi geni strutturali e la sintesi delle proteine che ne derivano.
Il controllo della trascrizione da parte dell’operone Lac
risponde rapidamente ai cambiamenti ambientali e
rapidamente alla presenza dell’induttore. In questo grafico
vediamo in alto la produzione di RNA messaggero, che aumenta
nel momento in cui andiamo ad aggiungere l’induttore, ed
aumenta fino ad arrivare ad un massimo dopo sei minuti; nel
momento in cui viene rimosso l’induttore, in tre minuti, quindi
molto rapidamente, viene ridotta la produzione di RNA
messaggero. In basso invece vediamo come cambia la
produzione della proteina, quindi viene aggiunto l’induttore e la
quantità di proteina prodotta avviene dopo che è stato portato
alla formazione dell’RNA messaggero. Nel momento in cui
andiamo a rimuovere l’induttore, mentre il messaggero subito
non viene più prodotto (risponde velocemente al cambiamento
ambientale, quindi alla presenza/assenza della molecola che
permette la sua accensione), non si ha immediata riduzione del
livello di proteina, che continua ad agire.
La sequenza OPERATORE è una sequenza palindromica che lega il repressore in forma dimerica
(due teste del repressore si legano alle due sequenze palindromiche), nel momento in cui il
repressore si lega a questa sequenza
impedisce il legame della polimerasi
perché questa sequenza (sequenza
dell’operatore) è sovrapposta alla
sequenza di DNA sulla quale agisce la
polimerasi. Quindi i monomeri del
repressore si legheranno alla
sequenza dell’operatore, e se sono
presenti gli induttori cambiano le
distanze perché cambia la struttura conformazionale della proteina, e quindi queste due
sequenze palindromiche presenti sul DNA non saranno riconoscibili dalla proteina
repressore. È stato dimostrato che in realtà il legame del repressore è più complesso, questo
perché nell’OPERONE LAC non c’è solo un sito operatore (o1), ma ci sono anche altri due siti
operatore definiti come o2 e o3.
Il sito operatore o1 è quello che ha maggiore affinità di legame, o2 si trova circa 400bp a valle
rispetto al punto di inizio della trascrizione, mentre o3 che si trova a monte. La proteina repressore
può legare contemporaneamente sia il sito repressore o1 che il sito repressore o3, questo porta
alla formazione di un’ansa sul DNA e nel momento in cui si forma una struttura di questo tipo
aumenta la forza di repressione e aumenta anche il legame della polimerasi al promotore, ma
paradossalmente la polimerasi non può comunque iniziare la trascrizione perché il repressore
blocca l’enzima sul promotore e non gli permette di muoversi su di esso.
N.B. Si è visto che il repressore, per far sì che avvenga una repressione efficiente, deve legare
almeno due dei tre siti operatore. Il repressore si può legare contemporaneamente ad O1 e O2,
ad O1 e O3, ma NON si può legare contemporaneamente ad i due siti operatore estremi ovvero
O2 e O3.
La proteina repressore lega con maggiore affinità i siti operatore ma può anche legare altre
sequenze casuali del DNA anche se lo farà con un’affinità più bassa. Quasi tutte le molecole di
repressore quando sono sintetizzate legano il DNA e l’efficienza della repressione dipenderà
dall’affinità delle proteine per l’operatore rispetto ad altre sequenze casuali del DNA. Una cellula
risulterà indotta se le proteine repressore che sono sintetizzate non legano l’operatore ma si
legano su sequenze casuali, mentre una cellula sarà non indotta quando un repressore lega
l’operatore.
• Si avrà repressione quando il repressore è legato all’operatore, nel momento in cui è
presente l’induttore il repressore non potrà più legare l’operatore ma rimarrà legato a siti
casuali del DNA.
• Si avrà induzione invece quando l’induttore viene rimosso, il repressore torna nella forma
attiva e si muove dalle posizioni casuali presenti al livello del DNA per tornare attivamente a
legare l’operatore.
Il fatto che il repressore si leghi anche a sequenze casuali del DNA è importante perché permette
che avvengano rapidamente dei cambiamenti all’interno della cellula (la proteina è già presente, si
trova già sul DNA, quindi basta la presenza di un induttore per far sì che tale proteina assuma una
conformazione tale da poter legare il DNA a livello della sequenza operatore).
La trascrizione dei geni dell’operone Lac
è regolata sia dal repressore Lac ma non
solo. Oltre al repressore Lac c’è un’altra
proteina, ovvero la proteina CAP
(catabolite activator protein) che si lega
a livello genomico al sito CAP, che si trova a monte dell’operatore e il legame di questa proteina
porta al secondo livello di controllo dell’operone Lac, ovvero la REPRESSIONE DA
CATABOLITA.
In assenza di glucosio ed in presenza di lattosio c’è un meccanismo trascrizionale che porta alla
sintesi di tutti quegli enzimi che servono per degradare questo nutriente alternativo.
Cosa succede se sono presenti sia lattosio che glucosio?
Come detto, la cellula preferisce andare ad utilizzare prima tutto il glucosio a sua disposizione e
solo dopo utilizzerà il lattosio, questo perché il glucosio è più facile da degradare e permette una
resa energetica maggiore. Ma se è presente anche il lattosio questo indurrà la trascrizione di geni
dell’operone Lac; a questo punto però la cellula deve capire che non deve andare a degradare il
lattosio prima che non sia terminato totalmente il glucosio. Per fare ciò la cellula attiverà proprio
questo meccanismo di REPRESSIONE DA CATABOLITA.
2) Presenza sia di lattosio che di glucosio ! la trascrizione dei geni dell’operone Lac può
avvenire ma avverrà in una quantità minima poiché essendo presente il glucosio la cellula
tenderà ad utilizzarlo.
RIASSUMENDO:
Questo promotore può essere regolato da due regolatori della trascrizione, da un repressore o
da un attivatore, quindi possiamo parlare di una via catabolica che normalmente è inattiva, o
attiva a livelli basali, ma che può essere indotta dalla presenza della molecola che dev’essere
degradata, ovvero il lattosio.
Come abbiamo visto nella struttura dell’operone Lac, i siti operatore si trovano a monte del sito di
inizio della trascrizione, ma non è sempre così, la loro posizione può variare a seconda del gene
e può trovarsi più a monte o più a valle. È importante perché i repressori che sono in grado di agire
su operatori anche se hanno posizioni molto diverse rispetto ai promotori che vanno a regolare ha
permesso di capire che ci sono delle differenze importanti nella regolazione trascrizionale anche
nelle cellule procariotiche.
Controllo negativo di regolazione
trascrizionale: l’operon del triptofano.
In questo caso parliamo non di via
catabolica ma di via anabolica, ovvero
una via attiva che viene inattivata
quando è presente la molecola che si
forma per effetto di quelle attività
enzimatiche che provengono dalla
trascrizione di quei determinati geni (in
questo caso dell’amminoacido
triptofano). Quindi abbiamo il nostro
DNA in cui abbiamo la regione
operatore, la regione promotore e 5 geni strutturali. Il repressore del triptofano, che è quello che
viene prodotto dal gene regolatore, si lega al DNA solo quando il triptofano si lega al sito allosterico
del repressore, ovvero se il triptofano è presente si va a legare al repressore e impedisce
l’accensione dei geni. Questo vuol dire che questi geni che servono per sintetizzare il triptofano
vengono accesi solo quando è necessario ossia quando il triptofano non è presente. In sintesi, se
la concentrazione di triptofano è bassa, quindi la cellula ha necessità di produrlo, la polimerasi si
lega e i geni per la sintesi vengono attivati; se invece è presente il triptofano si lega alla proteina
repressore attivandola e induce il suo legame al sito operatore e impedisce il legame della
polimerasi (la polimerasi, quindi, è spenta e la sintesi non avviene). Quindi è il cambiamento
conformazionale della proteina repressore che avviene, in questo caso, facendo in modo che una
volta legato il triptofano la proteina può legare il sito operatore.
Perché parliamo di regolazione genica nei procarioti e perché è importante? L’importanza di
regolare i geni e quindi la produzione di proteine è legata al fatto che la cellula deve rispondere
rapidamente ai cambiamenti ambientali e non vuole produrre niente che non le serva subito.
Bisogna ricordare anche che la maggior parte dei geni è espressa costitutivamente, ma quelli
regolati sono sottoposti a questo meccanismo di induzione o di repressione. Quindi nei procarioti
parliamo di GENI INDUCIBILI (come quelli trascritti nell’operone del lattosio, quindi si aggiunge
lattosio velocemente avverrà la sintesi di proteine per trascrizione di geni che servono a degradare
il lattosio) e di GENI REPRIMIBILI (ovvero che vengono trascritti e producono quei determinati
enzimi che servono per la sintesi dell’amminoacido e nel momento in cui è presente l
‘amminoacido viene indotta la loro (dei geni) trascrizione.
DOMANDE
1. Quali affermazioni NON sono corrette riguardo all'operone lac?
A) Regola la produzione di una serie di cinque enzimi.
B) Normalmente è spento se è presente il glucosio.
C) Il lattosio si lega alla proteina repressore e la disattiva
D) È un sistema inducibile.
E) I geni strutturali creano prodotti che consentono il metabolismo del lattosio.
2. Per quanto riguarda l'operone lac, se è presente lattosio, quale delle seguenti situazioni
si verifica?
A) L'allolattosio si lega all'operatore e previene il fatto che il promotore possa legare la polimerasi e
quindi previene la trascrizione
B) L'allolattosio si lega alla RNA polimerasi, che poi si lega al promotore e trascrive i geni
necessari.
C) L'allolattosio si lega al repressore, che non può legare l'operatore e l'RNA polimerasi trascrive i
geni necessari
D) L'allolattosio si lega all'operone, che attrae l'RNA polimerasi, quindi si verifica la trascrizione dei
geni necessari.
E) L'allolattosio si lega al sito della CAP per prevenire la proteina CAP dal legame
3.Quale gene in un operone non corrisponde correttamente alla sua funzione?
A) promotore - dove si lega per prima l'RNA polimerasi al DNA
B) regolatore - si lega alla proteina repressore (il regolatore non lega la proteina repressore ma lo
sintetizza)
C) sequenza strutturale - produce mRNA mediante trascrizione
D) sequenza operatore - se non legata, consente alla RNA polimerasi di legare il DNA.
E) Tutti questi sono abbinati correttamente
4.Quale affermazione NON è corretta riguardo all'operone trp?
A) I geni strutturali creano prodotti che agiscono in una via metabolica per produrre triptofano.
B) Normalmente è spento se è presente il triptofano.
C) Il triptofano funge da co-repressore.
D) Il prodotto del gene regolatore si inattiva da solo.
E) Il triptofano si lega alla proteina repressore e la disattiva (il triptofano attiva il repressore)
LA TRASCRIZIONE EUCARIOTICA
Nei procarioti abbiamo trascrizione e traduzione accoppiate, mentre negli eucarioti la trascrizione è
un meccanismo più complesso che porterà alla maturazione di un trascritto primario che solo
quando sarà esportato a livello citoplasmatico porterà alla sintesi della proteina. Le differenze
principali è che nei procarioti andiamo a lavorare su uno stampo di DNA, mentre negli eucarioti si
lavora su uno stampo di cromatina perché abbiamo in nucleosomi; nei procarioti la polimerasi
legge le sequenze di DNA per cercare e poi legare il promotore (grazie al fattore sigma), negli
eucarioti la polimerasi non può leggere il DNA ma dovrà usare diversi fattori di trascrizione che
dovranno legarsi al DNA prima di permettere il legame della polimerasi.
Nei messaggeri procariotici sappiamo che a
livello di una determinata sequenza abbiamo
informazioni per più geni che portano alla
formazione di più proteine con funzioni
correlate; mentre a livello di una sequenza di
messaggero eucariotica abbiamo
informazioni per un solo gene. Inoltre,
nell’mRNA eucariotico abbiamo la presenza
del cap in 5’ e della coda di poliA in 3’ (non
presenti nei procarioti).
Negli eucarioti interverranno, quindi,
moltissime proteine che serviranno a far sì che inizi la trascrizione, ovvero tante proteine che
legano varie sequenze cis-agenti. Le proteine cis-agenti sono quelli responsabili del
riconoscimento del promotore e sono quelle che dovranno aggregarsi alla polimerasi a livello del
promotore. Il promotore sarà caratterizzato da sequenze necessarie affinché inizi la trascrizione,
ma anche da altre sequenze (SEQUENZE ENHANCER), ovvero dei siti intensificatori che possono
permettere lo stimolo dell’inizio della trascrizione; queste sequenze possono trovarsi anche molto
distanti dal nucleo del promotore (da 100 bp a migliaia di bp di distanza) e nonostante la loro
distanza possono influenzare la trascrizione di un gene.
Le RNA polimerasi degli eucarioti sono di 3 tipi:
- Polimerasi I che trascrive per gli RNA ribosomiali
- Polimerasi II che trascrive per i messaggeri
- Polimerasi III che trascrive per gli RNA transfer e per gli altri piccoli RNA
Le polimerasi eucariotiche hanno molte
subunità (circa 12) che formano un
aggregato. Alcune di queste subunità sono
comuni a tutte e tre le polimerasi. (RPB =
RNA polimerasi di tipo B, perché oltre alla
nomenclatura I, II e III abbiamo anche quella
che indica le polimerasi con A, B e C).
1) PROMOTORE DELLA
RNA
POLIMERASI 1:
composto da 2
sequenze. Abbiamo
un nucleo del
promotore, che si
trova in una regione
tra -45 e +20 ➞ si
sovrappone all’inizio della
trascrizione (+1). È una regione ricca in
basi GC tranne una sequenza ricca
di AT vicino l’inizio. A tale nucleo del
promotore si legano una serie di
proteine tra cui la Tata Binding Protein TBP. A monte del nucleo del promotore (orienta vamente
tra -100 e -180) si trova l’elemento a monte del promotore (UCE: Upstream control element), a cui si
lega la proteina UBF Upstream Binding Factor. In che modo queste proteine si legano al promotore
della polimerasi 1? L’ UBF è la proteina che si lega per prima e
facilita il legame di un altro complesso proteico che con ene
anche il fa ore TBP (proteina che lega la sequenza Tata). Nel
momento in cui si lega UBF viene indo a un’ansa a livello del dna
➞ tale legame va a richiamare un complesso di fa ori di
trascrizione (SL1) che comprende la TBP e i fa ori associa ad
essa (TAF Tata Associated Factor). Anche tali fa ori quindi si
legano al nostro dna e a quel punto viene reclutata la polimerasi
1 a livello del nucleo del promotore.
3) PROMOTORE DELLA RNA POLIMERASI 2: non tu gli elemen che la possono cara erizzare devono
essere sempre presen .
Riconosciamo sicuramente la Tata
box (circa -25) quindi una
sequenza consenso TATAAAT; poi
dove inizia la trascrizione
abbiamo anche la sequenza INR,
ossia una sequenza iniziatore per lo
più ricca di pirimidine che è
sempre associata e
localizzata vicino il sito di inizio della
trascrizione. Poi abbiamo il
promotore minimo ossia la più breve
sequenza di dna necessaria e
su ciente a nché possa avvenire in maniera e ciente la trascrizione da parte della polimerasi. Per
cui gli elemen di tale precursore minimo sono: la Tata box e la sequenza Inr. Non tu i promotori
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devono necessariamente averle, esistono anche promotori che mancano di queste regioni consenso
➞ ci saranno delle regioni a monte che cara erizzeranno questo promotore. Nella maggior parte
dei geni però il promotore “minimo” è presente e formato dalla sequenza Inr e Tata. Oltre queste
due sequenze nel gene abbiamo la sequenza BRE (B-Responsive Element) ossia la sequenza che
perme e il legame del fa ore di trascrizione TF2B; poi possiamo avere la DPE (Downstream
promo ng element, che si trova a circa a 28 basi a valle dell’inizio della trascrizione), è una sequenza
che può essere presente ad esempio quando manca la sequenza Tata. Possiamo avere poi altri 3
box: DCE1, DCE2,DCE3 ➞ (Downstream core element 1,2,3) si trovano a valle del punto di inizio
quando è presente la Tata. Se non è presente la Tata box è presente la DPE. Non sono regole sempre
vere, ma sono gli elemen generali che cara erizzano solitamente un promotore della polimerasi di
po 2. Sono gli elemen base, ma un promotore può essere anche più complesso: possono esserci
sequenze anche molto lontane dalla sequenza di inizio della trascrizione, sono le sequenze Enhancer
e quelle Isolatore che possono regolare la trascrizione di un gene che si trova distante anche
migliaia di bp come sito di inizio.
Formazione del complesso di pre-inizio della RNA polimerasi 2: in questo caso si andrà a legare alla
Tata box il fa ore TF2D composto dalla TBP e dai fa ori associa ad essa (sono molto più numerosi
rispe o a quelli presen per le altre due polimerasi). Una volta che si lega che si lega il TF2D si
possono legare il TF2A e TF2B. Quando
saranno lega tu e 3
La TBP non è presente soltanto per la polimerasi 2, ma anche per la 1 e la 3 ➞ quindi ha un ruolo universale,
interagendo con degli elemen che hanno cara eris che comuni a tu e e 3 le polimerasi.
TF2E e TF2H: gli ul mi due fa ori che si vanno a legare e consentono l’inizio della trascrizione. Hanno un
ruolo importante perché perme ono l’apertura della doppia elica. Il TF2H è anche fonte di energia poiché è
anche una ATPasi, inoltre perme e di fosforilare la coda carbossiterminale della polimerasi (vediamo nel
disegno come i gruppi fosfato vanno sulla coda CTD della polimerasi). Quindi entrambi ques fa ori di
trascrizione sfru ano l’idrolisi dell’Atp e perme ono l’apertura del dna ➞ consentono l’inizio della
trascrizione. Nel momento in cui si ha anche la fosforilazione di speci ci aminoacidi sulla coda CTD, la
polimerasi inizia a muoversi sul dna e
quindi i fa ori di trascrizione
possono staccarsi dal dna ed
eventualmente
essere disponibili per un nuovo
promotore.
Ruolo
del CTD: è coinvolto in varie fasi durante la trascrizione: sia
all’inizio ma anche in tu e quelle modi che dell’rna dopo che è
stato formato (quindi nella sua maturazione). Fondamentalmente
alla coda CTD, una volta che viene fosforilata, si legano anche
quegli enzimi che servono per andare a formare il cappuccio,
quindi il CE Capping enzyme.
Inoltre la fosforilazione di speci ci aminoacidi sulla coda CTD
perme e anche il reclutamento di quelle proteine che legano i fa ori di splicing, e perme ono anche il
reclutamento di quelle proteine che perme ono che avvenga la poliadenilazione. Quindi consente tu quei
meccanismi che sono importan per la maturazione dell’rna messaggero. La coda CTD ha quindi un ruolo
chiave e partecipa in tu e le varie fasi della trascrizione.
I fa ori che abbiamo nominato no ad ora vengono chiama fa ori basali, ma possono intervenire anche
altre proteine come il Mediatore ➞ serve per far sì che la polimerasi possa essere trasportata al complesso
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di inizio. Esso è un complesso proteico, formato da più di 20
proteine dis nte.
SEQUENZE ENHANCER:
Poi possiamo avere
altre
sequenze oltre il promotore minimo, basale, che si
possono trovare molto distan dal punto di inizio della
trascrizione: le sequenze Enhancer, ossia sequenze che
aumentano l’a vità di un promotore. Queste sequenze non
hanno una distanza ssa dal promotore, bensì può
essere variabile. Possiamo trovare infa degli Enhancer che si
trovano a monte del promotore (immagine in alto)
oppure altri che si trovano a valle del promotore
(immagine in basso), ma in entrambi i casi
possono a vare quel promotore che si trova anche a distanza di cen naia bp.
Possono funzionare in diversi modi: a distanza (quando il promotore di trova distante da essa), in entrambi
gli orientamen e possono agire anche in base alla posizione (quindi sia se si trovano molto distan
dall’unità di trascrizione di quel promotore ma anche all’interno dell’unità di trascrizione di un promotore).
Agiscono in diversi modi sempre con lo stesso obie vo: a vare la trascrizione di quel determinato gene.
Gli elemen stru urali che cara erizzano gli Enhancer sono gli stessi che possiamo trovare all’interno dei
promotori.
Facendo delle analisi mutazionali (portando quindi delle modi che nella sequenza di un promotore o di una
sequenza Enhancer, modi cando la sequenza con mutazioni sito-speci che che cambiano alcune basi in
determinate posizione) è stato visto che è molto più frequente che una mutazione sia di rilievo, e quindi
induca un'alterazione della trascrizione di un determinato gene, se questa mutazione si trova all’interno di
una sequenza Enhancer piu osto che se si trovi in quella di un promotore basale.
Quindi parlando della regolazione della trascrizione possiamo parlare di promotori che possono essere
regola da una sequenza Enhancer che si trovi ad una distanza non troppo maggiore ➞ andando ad
aumentare l’e cienza dell’inizio della trascrizione; oppure può essere non regolato, ossia l’Enhancer è
molto lontano. Tu avia in qualche modo una sequenza Enhancer molto lontana può trovarsi più vicino alla
sequenza di un promotore, sulla base di determina ripiegamen che possono essere indo sul dna dal
legame di proteine speci che sull’Enhancer, e in questo modo andare ad a varlo.
Dunque se un promotore ha nelle sue vicinanze (da cen naia di bp no a 1000/1500) una sequenza
Enhancer ➞ questa aumenta l’e cienza dell‘inizio della trascrizione;
Se l'Enhancer è molto più lontano potrebbe non regolare la trascrizione di quel gene, ma in questo caso la
regolazione può comunque veri carsi in una par colare condizione ➞ delle proteine si legano
speci catamente a tale Enhancer molto lontano aumentandone l’e cacia e quindi a vandola.
La regolazione trascrizionale per le polimerasi 2 può essere molto complessa, e tale complessità aumenta
sopra u o sulla base della comprensione del ruolo di queste sequenze che possono essere anche molto
distan dall inizio della trascrizione del gene.
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CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ENHANCER:
- Non sono lunghe di solito più di 150 bp.
- Sono sequenze che possono essere funzionali per più promotori di geni diversi ➞ sono sta fa
degli studi in cui sono state spostate tali sequenze vicino promotori di geni diversi e comunque
con nuavano ad agire (vuol dire che intervengono delle proteine generiche che regolano la
trascrizione).
- Agiscono anche se si trovano a valle dell’inizio di un promotore e anche se si trovano all’interno di
un gene
- Possono agire anche su geni distan migliaia di bp
- Agiscono in entrambe le direzioni (cioè su geni pos su entrambi i lamen del dna).
➞ è molto importante valutare in che modo e dove si trovano queste sequenze Enhancer, per capire come
può essere regolato un determinato gene.
Tu avia gli Enhancer possono funzionare in modo speci co solo in un determinato po cellulare ➞ questo
ci fa comprendere come l’espressione di alcuni geni può essere limitata ad alcuni pi di cellule speci che.
Es: geni delle immunoglobuline, che sono presen in tu e le cellule ma vengono espressi solo nei Linfoci B
( poiché è lì che si legano i fa ori di trascrizione ). Nel disegno abbiamo le sequenze Enhancer E 1,2,3 e
alcuni fa ori di trascrizione presen solo sui linfoci B (che si legano alle sequenze Enhancer e perme ono
l’a vazione della trascrizione). Per cui solo nei linfocita B si lega un fa ore di trascrizione che a va la
trascrizione, mentre in tu e le altre cellule si andranno a legare invece delle proteine che vanno ad inibire la
trascrizione poiché non devono essere presen .
Dunque le sequenze Enhancer, anche se presen in diversi pi cellulari, vengono riconosciute soltanto nei
pi cellulari in cui sono presen i fa ori di trascrizione.
Inoltre un isolatore, quando lega una proteina isolatore-speci ca, può avere anche un e e o opposto: può
fungere da marcatore di con ne della croma na. La croma na può essere dis nta in Eucroma na ed
Eterocroma na; quando un dna tende a compa arsi (quindi una eterocroma na), poiché ad esempio
quelle sequenze geniche non devono essere trascri e oppure per avere un maggior/minor compa amento
nella cellula, esso può di ondere inibendo la trascrizione
bloccando i promotori. Se la cellula ha la necessità di trascrivere
alcune sequenze geniche farà in modo che si formi una barriera per
l’eterocroma na e lo farà facendo in modo che la sequenza
isolatore venga legata dalle sue proteine speci che ➞ perme erà la
trascrizione di determina geni. Sono meccanismi cellula/tessu -
speci ci. Gli isolatori possono quindi agire in due diversi modi.
DOMINI DI REGOLAZIONE:
Quindi una unità di trascrizione che
controlla l’espressione di un determinato
gene è formata da diversi domini: la
sequenza isolatore, le sequenze
Enhancer e poi altre sequenze come le
MAR (Matrice
A achment region, si di a acco alla
matrice), ovvero
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responsabili dell’a acco della croma na alla periferia del nucleo ➞ creano un dominio sico del dna
perme endo di formare delle anse. (Responsabili della organizzazione della croma na in anse). Si trovano
di solito vicine alle sequenze Enhancer e perme ono un controllo durante lo sviluppo dell’espressione
genica, andando a reclutare fa ori di trascrizione e andando a far in modo che vengano controlla anche
quegli elemen necessari per rimodellare la croma na.
Poi abbiamo anche le LCR (Locus control region) che sono delle sequenze di dna che perme ono di
controllare l’espressione sequenziale di geni ➞ fanno in modo che dei geni vengano espressi secondo una
sequenza ben ordinata (es: geni della beta globina).
La trascrizione genica quindi è un meccanismo molto complesso, che richiede l’intervento di diverse
proteine su sequenze speci che del genoma (i domini di regolazione).
Stru ura modulare e domini dei fa ori di trascrizione(trans-a vatori):
Tu e quelle proteine dei fa ori di trascrizione che legano una sequenza speci ca sul DNA hanno dei domini
che li cara erizzano e sono sia i domini di legame al DNA sia i domini di a vazione.
Oltre alle isole CpG esistono anche le CGI➞ sono le isole CpG, ma negli ul mi anni sono state
trovate e cara erizzate altre regioni genomiche importan per quanto riguarda la regolazione
trascrizionale che servono come regioni chiave a nel silenziamento genico come quelle che
vediamo nella slide che si chiamano CGI shore
(shore= spiaggia, regioni genomiche che sono
vicino le isole CpG) in cui sono di nuovo
presen si CpG che possono essere me late per
in uenzare la trascrizione di un gene oppure si è
visto che esistono anche a livello genomico dei
singoli si CpG anche distan migliaia di bp
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dall’inizio della trascrizione di un determinato gene che vengono chiamate CpGs (open sea) che se
me late possono regolare la trascrizione di un gene. Queste informazioni sono state iden cate da
pochi anni, molte di esse sono ancora in divenire e si stanno cara erizzando in ques anni
cercando di capire sempre di più come avviene la regolazione della trascrizione e come è
cara erizzato un promotore tu o ciò che gli sta intorno. Tu o ciò dipende sempre dall’alta
dinamicità del dna e dal fa o che un dna dal momento in cui subisce delle modi cazione tramite
legame con delle proteine par colari o me lazione, induce delle modi cazioni conformazionali del
dna stesso che portano regioni che in una sequenza lineare si trovano molto distan tra di loro a
essere in realtà molto più vicine e quindi possono regolare un determinato gene.
Lo studio della trascrizione o di un promotore di una cellula eucario ca è un meccanismo
decisamente complesso.
ESERCIZIO 1:
-La freccia, che rappresenta il movimento della
polimerasi lungo il lamento, dovrà essere disegnata
in direzione inversa➞ da destra verso sinistra (dove
c’è un’a vità maggiore dell molecola) e perché è la
porzione più lunga di rna messaggero prodo a e sarà
associata con la polimerasi che è stata trascri a da
più tempo. De o ciò i viene data una sequenza;
-Sapendo che la polimerasi si sta
muovendo da destra verso sinistra e che l’rna viene
sempre trascri o in direzione 5’-3’, il lamento
stampo è il lamento di sopra da destra verso sinistra(3’-5’). 5’ ACTCGATGCTAG
3’ ( lamento stampo) e
3’TGAGCTACGATC 5’ ( lamento prodo o);
- Bisogna ricordarsi che si legge sempre in direzione 5’-3’. Per o enere la risposta dobbiamo
leggere il lamento prodo o in basso in direzione 5’-3’:
CUAGCAUCGAGU.
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ESERCIZIO 2:
- La direzione della trascrizione per i due geni
non sarà la stessa, perché è la posizione
promotore che decide la direzione, infa si
trovano sempre prima della regione che
devono trascrivere. Per il gene 1 il
lamento di so o è lo stampo che viene le o
in direzione 3’-5’ dalla polimerasi. Per il gene
2 è l’altro perché il promotore si trova
nell’altra direzione.
- Le frecce andrebbero posizionate in direzione opposta l’un l’altra.
- Circonda le regioni, sul promotore dove probabilmente si legheranno i fa ori di trascrizione.
DEFINIZIONI:
1. I fa ori di trascrizione (in
generale).
2. Small nuclear rna.
3. I promotori.
4. Polimerasi.
5. Rna messaggero.
6. Splicing.
7. Sequenza terminatore.
8. Esoni.
9. Poro del complesso nucleare.
VERO O FALSO:
1. Vero. Perché se c’è un errore nella replicazione del dna può portare a mutazioni e quindi una
conseguenza gene ca, errori che porteranno danni anche alle generazioni future di cellule;
mentre un danno nella trascrizione porterà a un errore nella produzione di una determinata
proteina (potrebbe essere un problema, ma si limita a quello e di conseguenza è un errore
meno grave), infa la capacità di proofreading da parte di una dna polimerasi è maggiore di
quanto non lo sia quella di una rna polimerasi.
2. Falso. Perché la subunità sigma si associa al core della polimerasi per formare l’oloenzima
solo durante la fase d’inizio della sintesi dell’rna➞ aiuta il core enzima co a legare il
promotore.
3. Vero. Il fa o che sia vero è legato a come viene modi cato l’rna ovvero al 3’ e verrebbe
spontaneo dire di si perché l’ul ma base avrà sicuramente un gruppo ossidrilico, ma il
perché ce l’ha al 5’ è legato alla posizione del cappuccio.
4. (Tra eremo in seguito)
5. (Tra eremo in seguito)
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LA REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE EUCARIOTICA
Come nei procario , anche negli eucario abbiamo proteine a vatrici e proteine repressore, ma la
regolazione è più complicata visto che ci saranno diversi segnali che dovranno essere integra per fare sì che
il processo avvenga. Questo perché negli eucario abbiamo migliaia di geni, abbiamo diversi pi di cellule
con un DNA che arriva no a 6 miliardi di coppie di basi per codi care tan ssime proteine; inoltre, la
maggior parte del DNA umano non codi ca solo per proteine ma serve per portare a produrre molecole che
hanno un ruolo chiave nella regolazione genica. Molte proteine nelle cellule eucario che sono sinte zzate
in maniera con nua perché sono quelle che serviranno alla cellula per svolgere le funzioni base (geni house-
keeping), ci sono proteine che vengono sinte zzate per funzioni speci che della cellula e poi ci sono
proteine che vengono sinte zzate ogni volta che la cellula ne avrà bisogno quando si trova nelle varie
condizioni ambientali.
Qui vediamo un promotore di una cellula
procario ca (in alto), di un lievito (in mezzo) e di un
gene umano (in basso). Possiamo già vedere, dalla
stru ura del promotore, che nell’uomo avremo una
regolazione molto più complessa e sopra u o
vediamo che a monte e a valle dei box viola
(promotore) ci sono una serie di sequenze
regolatorie che nelle cellule umane sono tan ssime
e possono trovarsi anche a migliaia di bp di distanza
dal promotore.
Qui vediamo il nostro DNA avvolto intorno alle proteine istoniche
(1) quindi i vari nucleosomi. Noi dobbiamo sapere che la maggior
parte della regolazione dell’espressione genica è controllata
sopra u o all’inizio, cioè quando la stru ura locale del gene è
cambiata (vuol dire che un nucleosoma può essere rimosso, quindi
si passa da eterocroma na a eucroma na e questo lascia spazio al
meccanismo trascrizionale che si deve andare a legare al
promotore) oppure quando l’apparato trascrizionale inizia a legarsi
al promotore. Una volta terminata la trascrizione questo RNA che
viene formato deve essere maturato prima di essere esportato a
livello citoplasma co ed essere poi trado o nella proteina
funzionale e poi verrà degradato. In tu ques step (a livello
nucleare) può avvenire una regolazione a livello trascrizionale. I
meccanismi che sono principalmente responsabili della regolazione
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trascrizionale sono a carica di ciò che avviene a livello di rimodellamento della croma na e cambiamento
della stru ura locale (quindi tu o ciò che avviene a livello nucleosomale). Ma tu ques step sono
potenzialmente modulabili da parte della cellula.
Nel controllo della trascrizione negli eucario se parliamo di controllo posi vo (ovvero proteine che
perme ono l’a vazione della trascrizione) possiamo dis nguere 3 diversi a vatori:
1. ATTIVATORI VERI, ossia i fa ori di trascrizione che vanno dire amente a conta are il promotore di
un gene;
2. ANTIREPRESSORI, che sono quelle proteine che si vanno a legare alle sequenze distali, ovvero alle
sequenze Enhancer, e vanno a reclutare proteine che sono i complessi di rimodellamento della
croma na. Quindi in questo caso la loro a vità non è dovuta al conta o dire o con il DNA a livello
del promotre, ma è dovuta al conta o con la croma na;
3. PROTEINE ARCHITETTONICHE che hanno il ruolo di piegare il DNA e piegando il DNA me ono in
prossimità proteine che interagendo con sequenze nucleo diche distan prima non lo erano, quindi
queste proteine che erano associate agli elemen distali si trovano a poter interagire con i fa ori di
trascrizione che si trovano a livello del promotore e quindi a perme erne il controllo.
Esempio di proteina archite onica
Qui vediamo il reclutamento di una proteina HGM (verde) che lega il DNA (in
grigio) e legando il DNA mi provoca il ripiegamento e perme e il reclutamento di
un fa ore di trascrizione (TF1). Questo fa ore di trascrizione legato con il DNA e
la proteina archite onica può o indurre il reclutamento di altri fa ori di
trascrizione a nché avvenga il processo oppure potrebbe essere necessario un
fa ore di trascrizione solo per far sì che la polimerasi venga reclutata sul DNA per
iniziare il processo. Nel momento in cui la cellula ha reclutato i fa ori di
trascrizione (che siano uno o più) la proteina archite onica non è più necessaria,
il DNA riprende la conformazione iniziale e non è più piegato.
➢ Ci sono delle proteine che possono essere tessuto-speci che, quindi possono essere sinte zzate
soltanto a livello di un determinato tessuto;
➢ Alcuni a vatori possono essere controlla da una modi cazione (per esempio l’a vatore A viene
fosforilato da un’altra proteina e soltanto quando sarà fosforilato potrà agire sul promotore e
accendere un determinato gene);
➢ Poi ci sono a vatori che sono a vi solo se lega ad un determinato ligando (es. rece ori per gli
steroidi)
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➢ Alcuni a vatori possono essere a va se smaschera da proteine
che le legano, ovvero la disponibilità di un determinato fa ore di
trascrizione può cambiare e diventare a vo quando alcune
proteine che li legano li smascherano (immagine d). La proteina nel
momento in cui si trova a livello nucleare perde una proteina ad
esso legata e diventa a va e può agire sul promotore. (un esempio
è la proteina NFKB che non è più legata ad una proteina che la
inibisce a livello citoplasma co e diventa quindi disponibile)
Oltre l’a vazione, come nei procario , anche negli eucario può avvenire la REPRESSIONE.
Quindi una proteina a vatrice può essere legata da una proteina repressore (R) e inibire la trascrizione di
un gene; se la proteina a vatrice è già legata a una sequenza speci ca (che può essere anche una sequenza
enhancer) nel momento in cui si lega a quella sequenza anche la proteina repressore il legame tra a vatore
e repressore inibisce la trascrizione; oppure può accadere che la proteina repressore va a competere con
l’a vatore per il sito di legame. In entrambi i casi si può veri care l’inibizione della trascrizione.
Un a vatore pe poter funzionar ha bisogno di diversi domini proteici che hanno diverse funzioni. In questa
immagine vediamo che c’è un dominio della proteina a vatrice che serve per legare il DNA, un dominio di
connessione che appunto conne e il dominio di legame al DNA al dominio di a vazione. Inoltre, la
stru ura di un a vatore deve essere una stru ura essibile visto che i mo vi di sequenza di un promotore
possono essere molto distan dal sito d’inizio, possono essere orienta in entrambe le direzioni.
Se un a vatore non ha un dominio che a vi la trascrizione, signi ca che dovrà legare un’altra proteina, un
CO-ATTIVATORE, che sarà in grado di a vare la trascrizione. Quindi ci saranno una serie di interazioni che
dovranno avvenire tra le proteine importan per legare le sequenze promotore e i fa ori basali della
trascrizione.
L’a vatore, con il suo dominio di a vazione, va a conta are i fa ori di trascrizione generici TAF (TBP
associated factor) che sono coinvol nell’assemblaggio del complesso di inizio.
Quando consideriamo tu i componen che sono richies a nché possa avvenire in maniere e ciente la
trascrizione dobbiamo considerare i fa ori basali, gli a vatori, i co-a vatori, la polimerasi, no ad arrivare
ad un complesso formato da più di 40 proteine. Questo è un sistema essibile in quanto non tu e le
proteine devono essere sempre presen e i fa ori non devono conta are dire amente la polimerasi ma
interagiscono tra di loro formando così un complesso che possa reclutare la polimerasi.
Ma in che modo tu e queste proteine vanno a legare il DNA?
Abbiamo de o che devono avere una stru ura speci ca in cui i vari domini sono responsabili sia del legame
al DNA sia dell’a vazione della trascrizione. È stato possibile classi care i fa ori in base a quale po di
dominio di legame al DNA hanno, che sono:
1. Mo vo a dita di zinco
2. Rece ori degli steroidi
3. Mo vo elica-giro-elica
4. Mo vo an pa co elica-ansa-elica
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5. Cerniere lampo di leucina (leucine zipper)
Mo vo a dita di zinco (zinc nger)
Gli a vatori hanno una stru ura di questo po. Si tra a di un
piccolo gruppo di amminoacidi conserva (pallini celes ) che
legano un atomo di zinco formando un dominio indipendente
nella proteina. La regione consenso, ossia la regione che si
ripete in tu e le proteine di questo po (che legano il DNA)
forma quello che si chiama ZINC-FINGER (il dito) ovvero una
cisteina-tre amminoacidi generici-cisteina-12 amminoacidi di
diverso po-is dina-tre amminoacidi-is dina; in totale
abbiamo quindi 23 amminoacidi e sono chiamate anche dita
Cys2/His2 (che sono i due amminoacidi che sono sempre presen in questa regione consenso).
In che modo legano il DNA? La porzione carbossi-terminale di ogni dito è quella che forma un’alfa elica che
perme e di legare il DNA, mentre la porzione ammino-terminale va a formare un foglie o beta. Quindi per
ogni dito noi avremo sempre un’alfa elica e un foglie o beta. Le alfa eliche vanno a legare il DNA, mentre i
foglie beta vanno a circondare lo zinco (al centro) sull’altro lato di ciascun dito.
Se abbiamo a vatori di questo po, abbiamo a vatori che possono avere più dita, le quali devono essere
almeno 2 per poter legare il DNA ma possono arrivare anche ad essere 27. In media tra le varie dita di zinco
gli amminoacidi di connessione sono circa 7-8. Come dicevamo il limite è 2 ma a nché si possa creare un
legame abbastanza stabile con il DNA ci devono essere almeno 3 alfa eliche che si andranno ad in lare nel
solco maggiore andando ad instaurare delle interazioni sequenza-speci che (in par colare ogni alfa eliche
andrà ad interagire con due coppie di nucleo di). Quindi tendenzialmente a nché si formi un buon legame
tra una proteina a vatrice che ha queste sequenze consenso ci devono minimo essere 6 nucleo di che
legano le 3 alfa eliche.
Un altro po di proteine a vatrici sono i rece ori degli steroidi, che hanno anche loro dei mo vi po Zinc-
nger; qui vediamo nell’immagine diversi steroidi e le a vità biologiche dei diversi steroidi dipendono dai
geni che vengono accesi quando si ha il legame tra il rece ore e lo steroide con cui va ad interagire. In alto
l’immagine di come va a funzionare un rece ore steroideo. Nell’immagine qui a destra vedete come c’è una
regione molto conservata, ovvero quella regione che lega il DNA e il fa ore di a vazione trascrizionale, tra i
diversi ormoni (quindi un dominio conservato all’interno di tu gli ormoni).
Il modo in cui i rece ori degli steroidi possono agire sul DNA è quello che si
vede nell’immagine: il rece ore interagisce con gli steroidi che sono idrofobici,
e quindi a raversano la membrana per di usione semplice, e una volta nella
cellula legano il rece ore nella regione C-terminale dello stesso e possono
essere importa come complesso ormone-rece ore a livello nucleare; qui, il
complesso va a legare sequenze speci che sul DNA (per lo più sono sequenze
enhancer) che legano il complesso GRE e perme e l’a vazione trascrizionale.
Negli eucario , una volta visto in che modo le proteine interagiscono con il DNA, vediamo i meccanismi di
controllo dell’espressione genica, che possono essere diversi:
1. Si può controllare la trascrizione prima che essa avvenga, quindi impedire che avvenga (meccanismi
principali;
2. Meccanismi di regolazione post-trascrizionale, ovvero il messaggero viene trascri o, e dopo che è
stato prodo o può essere controllato.;
3. Meccanismi traduzionali, in cui il messaggero è prodo o ma non sono necessarie proteine a nché
avvenga la traduzione, quindi la cellula può controllare, tramite determinate proteine, che quel
messaggero funzioni o meno;
4. Meccanismi post-traduzionali, ovvero dopo che una proteina è stata prodo a, non necessariamente
a va nella forma in cui è stata prodo a, deve subire delle modi cazioni (le più classiche sono le
fosforilazioni tramite le chinasi) per poter lavorare.
REGOLAZIONE TRASCRIZIONALE
Due meccanismi che vediamo oggi sono il rimodellamento della croma na e la me lazione del DNA.
Rimodellamento della croma na ! ovvero come cambia l’organizzazione a livello dei nucleosomi per far sì
che un promotore che prima era ina vo (immagine in alto) possa diventare a vo (immagine in basso),
ovvero l’accesso della polimerasi al DNA. Questo rimodellamento può avvenire tramite il reclutamento di
complessi proteici, che sono quelli de “Complessi di rimodellamento della croma na ATP-dipenden ” o
tramite delle modi cazioni covalen che avvengono a carico delle proteine istoniche.
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Quindi, in alto la nostra croma na (DNA in rosso e i vari nucleosomi in giallo). Il reclutamento di una
proteina a vatrice può indurre:
• Maturazione dei t-RNA negli eucario ! il meccanismo è simile a quello che avviene per i
procario , ovvero interverranno sempre delle endonucleasi e delle esonucleasi, ma in questo caso
sarà anche necessaria la rimozione della sequenza intronica presente nei t-RNA eucario ci. Anche
in questo caso il primo enzima ad intervenire è un’endonucleasi 3’ che taglia a livello del nucleo de
discriminante “D”, poi interviene una RNAsi P che va a tagliare in corrispondenza del 5’ ed in ne
l’intervento di una t-RNA nucleo dil-transferasi che va ad aggiungere la triple a CCA al 3’. Se è
presente un introne questo viene rimosso da delle endonucleasi di splicing.
ACCENNO ALL’AMMINOACIDO DISCRIMINANTE
Gli enzimi responsabili della formazione del legame tra il t-RNA e gli amminoacidi sono gli amminoacil-t-
RNA sintetasi, ovvero enzimi speci ci per ogni singolo amminoacido. Ques enzimi non riconoscono il t-
RNA dall’ an codone ma lo riconoscono a livello di si di riconoscimento speci ci sul braccio acce ore
(dove andrà legato l’amminoacido) e lo faranno appunto a livello di questa base “D” discriminante, che è
quella che precede la triple a terminale CCA.
Processamento degli r-RNA
Gli RNA ribosomiali sono sinte zza so o forma di un lungo precursore all’interno del quale vi sono diverse
molecole di RNA, ed ogni molecola dev’essere tagliata in maniera precisa. Negli EUCARIOTI questo
processamento è fa o da dei piccoli RNA nucleolari che si associano con par colari proteine per formare
delle ribonucleoproteine anche de e snoRNP (small nucleolar rinbonucleoprotein). I geni che servono per
codi care gli RNA ribosomiali sono ripetu in tandem e contengono le informazioni per entrambe le
subunità 18S e 28S.
Nell’immagine possiamo vedere una stru ura dei
geni per il precursore degli RNA ribosomiali nelle
cellule di mammifero, in arancione è rappresentato
l’RNA, in arancione chiaro è la regione non trascri a
(NTS) mentre l’arancione scuro rappresenta la regione
trascri a la quale porterà alla formazione delle
subunità 18S e 28S. Le regioni 18S e 28S sono
intervallate sulla sequenza da sequenze spaziatrici,
che possono essere interne (ITS) o esterne (ETS). In
basso si può vedere la regione del promotore del
gene per l’r-RNA e si può notare la complessità data
dai diversi elemen ripe vi. Ciò che bisogna
ricordare è che i geni sono ripetu in tandem ed
hanno le informazioni per entrambe le subunità.
Come vengono processa gli r RNA che sono cara erizza da ripe zione dei geni in tandem e la presenza
delle sequenze spaziatrici?
Avviene un processo per il quale questo RNA, inizialmente formato da varie sequenze, dev’essere maturato.
Si parte quindi da un RNA 45S, che con ene le subunità 18S, 28S e 5.8S intervallate da sequenze spaziatrici,
che viene maturato formando dei tagli speci ci che porteranno man mano alla liberazione delle varie
sequenze geniche che trascriveranno per queste tre subunità. Quindi il meccanismo di processamento degli
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RNA negli eucario è molto complesso, si
parte da un trascri o primario lungo no ad
arrivare a piccoli trascri che vanno ad
essere responsabili della sintesi delle varie
subunità ribosomiali.
MODIFICAZIONI CHIMICHE DELL’RNA
Queste modi cazioni possono avvenire a
carico sia dei t-RNA che degli r-RNA.
Come precedentemente accennato i t-RNA,
una volta matura , possono presentare nella
sequenza nucleo dica delle basi diverse
rispe o a quelle del trascri o primario;
sembrerebbe che ques nucleo di de
nucleo di insoli avrebbero un ruolo nel miglioramento della funzione dei t-RNA (i più importan sono la
DIIDROURIDINA e la PSEUDOURIDINA che sono delle modi cazioni a carico dell’URACILE). Nelle
PSEUDOURIDINE il ribosio non è più legato al carbonio in 1 ma al carbonio in 5, mentre nelle
DIIDROURIDINE abbiamo la perdita del doppio legame tra i carboni 5 e 6.
Anche gli r-RNA possono subire delle modi cazioni una volta matura , le principali sono:
Ruolo della fosforilazione della coda CTD dell’rna polimerasi II nel capping:
La fosforilazione a livello di speci ci residui amminoacidici della coda CTD della polimerasi II è importante
anche nel capping, così come sarà importante per lo splicing e altri
processi ➞ richiama quei fa ori necessari per il capping, per lo splicing e
anche fa ori che servono a nché possa avvenire la poliadenilazione, gli
enzimi responsabili di queste fosforilazioni sono le chinasi. Una
polimerasi II quindi viene fosforilata a livello di diversi residui
amminoacidici della coda, ciò perme erà un e cace processamento del
messaggero che sta venendo trascri o. Quando il processo è terminato
alcune fosfatasi rimuoveranno i gruppi fosfato presen sulla coda CTD e
perme eranno alla polimerasi di essere di nuovo disponibile per poter
maturare un nuovo messaggero.
Lo stato di fosforilazione di una coda CTD cambia a mano a mano che la trascrizione prosegue.
In basso si vedono i codici degli amminoacidi presen sulla coda CTD; quando l'enzima si distacca dal
promotore avviene la fosforilazione sui primi residui amminoacidici, il primo residuo amminoacidico
fosforilato è una serina in posizione 5 e questo perme erà il reclutamento di tu quei fa ori che sono
necessari a formare il cappuccio ➞ vengono fosforila quei residui che richiameranno gli enzimi che
servono per far sì che avvenga il capping.
Durante l'allungamento la polimerasi si muove e il messaggero inizia a essere trascri o, vengono fosforila
altri residui amminoacidici, per prima la serina in posizione 2, ciò porterà a reclutamento di fa ori necessari
a nché avvenga lo splicing e così via.
Questa è dimostrazione del fa o che lo stato di fosforilazione cambia ogni volta che la trascrizione va avan .
La coda CTD è importante in tu e le fasi della trascrizione.
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Funzioni del cap:
Perché è necessario avere un cappuccio a 5'?
- Protegge l'mRna dalla degradazione➞da tu quegli enzimi esonucleasi che possono andare a
degradare il messaggero (il cappuccio protegge il messaggero);
- Aumenta l'e cienza della traduzione➞ perché il reclutamento del ribosoma sul messaggero
richiede il legame a cap da parte di un fa ore d'inizio della traduzione, quindi anche per questo
mo vo è importante il cappuccio;
- Facilita il trasporto dell'mRna dal nucleo al citoplasma;
- Contribuisce ad aumentare l'e cienza del processo di splicing.
Processo di poliadenilazione:
Un altro meccanismo chiave nella maturazione dell'mRna è la poliadenilazione. Quando la polimerasi si
trova in prossimità della ne del gene trascrive un segnale di poliadenilazione e ciò porterà di nuovo
l'intervento del ruolo chiave della coda CTD che dovrà reclutare su di essa, in seguito a fosforilazione di
residui amminoacidici speci ci, dei fa ori proteici.
Il fa ore CPSF riconosce la sequenza AAUAAA che si trova circa 30 nucleo di a monte di dove verrà
posizionata la coda di poli A; il fa ore CstF lega la regione ricca in G U a valle del sito di taglio; le
endonucleasi CF1 e CF2 inducono il taglio sul messaggero.
La poli(A) polimerasi (PAP) aggiunge i residui di A e sinte zza la coda di poli(A), una volta aggiun i primi
residui verranno associate le poli A binding protein, in viole o, che legano la coda nascente e in seguito la
poli A polimerasi aggiungerà altre adenina no ad avere una coda lunga circa 200 nucleo di.
La percentuale più ricca degli RNA a livello cellulare è quella ribosomiale, gli RNA messaggeri sono molto
meno ma hanno un ruolo chiave.
ESERCIZI:
1) Quale meccanismo di processamento del messaggero è importante per l'inizio della traduzione? Per
l'inizio della traduzione è importante la posizione del cappuccio in 5' (7-methylguanosine cap)
perché perme e che vengano associa quei fa ori d'inizio della traduzione grazie al riconoscimento
del cappuccio.
2) Quale di ques step aumenta la stabilità dei trascri primari di rna ribosomiali? Me lazione.
Tipi di splicing:
1. Splicing nucleare, di maggiore interesse;
2. Splicing di introni di po I, sono sta scoper nei geni di rna ribosomiale di ba eri ed è stato visto
essere presente in alcuni geni, sempre di rRna, dei cloroplas e anche a livello di geni mitocondriali.
3. Splicing di introni di po II, sono meno di usi e sono sta vis in alcuni geni mitocondriali del
lievito.
4. Splicing dei tRna di lievito.
Splicing nucleare:
L'rna a livello nucleare ha dimensioni decisamente più grandi
rispe o a quelle di un messaggero che sarà nella sua forma
matura, poiché si parla di un RNA legato a delle proteine
ovvero di una par cella ribonucleoproteica➞ hnRNP
(Heterogeneous ribonucleoprotein par cle=proteine
ribonucleari eterogenee). Sono dei complessi di rna e
proteine che si trovano a livello del nucleo cellulare; la
presenza di proteine legate a una molecola di un trascri o
non ancora maturo di rna messaggero servono da segnali per
iden carne lo stato di maturazione e non essere esportato
nel citoplasma. Le proteine rimangono legate
agli introni dopo che si è veri cato lo splicing, quindi
verranno degradate e non saranno associate alle sequenze
esoniche.
Principali snRNA, interazioni RNA-RNA e RNA-proteina fondamentali per il funzionamento dello spliceosoma:
LO SPLICING DEL PRE-MRNA PROCEDE ATTRAVERSO UN CAPPIO: si forma un centro catali co. Quali sono le
reazioni importan che e e vamente consentono che venga rimosso di volta in volta il nostro introne? Le
reazioni chiave sono 2: due reazioni di transesteri cazione, che si possono veri care a livello del centro
catali co quando si ha l’interazione tra U2 e U6 e anche U5 che conta a i si di splicing.
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Questo avviene tramite l’a acco nucleo lo
dell’ossidrile in posizione 2 della A, che si trova a
livello del sito di rami cazione (nella sequenza
intronica quindi).
BPS (Brunch point sequence) è la sequenza consenso
che si trova in prossimità del sito di inizio delle prime
reazioni di transesteri cazione, quindi della A.
Sequenza: YNCURAY…. dove Y sta per una pirimidina,
R indica una purina, N può essere uno qualsiasi dei 4
nucleo di.
In sintesi, esiste una sequenza, più o meno consenso,
il cui ruolo chiave è quello della A che serve per far sì
che con il gruppo ossidrilico in posizione 2 si abbia
l’a acco nucleo lo e avvenga la prima reazione di
transesteri cazione ➞ che perme e la
connessione della G al 5’ dell’introne con
l'ossidrile in posizione 2’ della A nel sito di
rami cazione. Porta alla formazione di un ossidrile
al 3’ libero in questo esone. Ciò farà in modo che
avvenga la seconda reazione di
transesteri cazione: questo ossidrile libero al 3’
del primo esone potrà andare ad a accare il
legame al 3’ del sito di splicing ➞ si ha quindi
l’unione di ques due esoni (rosso e rosa scuro),
mentre gli introni verranno rilascia so o forma
di cappio e le varie SNRNP (importan per la
formazione del sito catali co, U2, U5 e U6)
verranno rilasciate e potranno essere riu lizzate per un nuovo processo.
Si parla quindi di un intermedio a tre vie del cappio: nell’immagine del cappio vediamo il gruppo ossidrilico
in posizione 2 della A legato all’estremità 5’ dell’introne mentre il gruppo ossidrilico in posizione 3 della A è
legato all’estremità 3’ dell’introne.
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Lo splicing è connesso anche all’esportazione dell’mRna:
Ogni giunzione esone-esone presenta un complesso che si chiama EJC
(Exon-Junc on Complex) che si va ad assemblare sulle giunzioni a circa
20 bp di distanza dal punto di splicing. In un messaggero maturo
possono esserci diversi di ques complessi, a seconda del numero di
esoni che possiede quel determinato trascri o maturo. Tali complessi usciranno dal nucleo insieme al
messaggero. Sono molto importan poiché segnalano se l’mRna è maturato corre amente oppure no:
fanno in modo di de nire se il messaggero è e e vamente traducibile.
È un meccanismo di sorveglianza dell’mRna e perme e di degradare tu quei messaggeri che non sono
matura in maniera corre a.
Qui vediamo alcune delle proteine che fanno parte di questo EJC, come le proteine REF che interagiscono
con altre proteine, le TAP e le MEX, che sono importan perché vanno ad interagire dire amente con il poro
nucleare. Sono quindi proteine chiave nell’esportazione dell’rna.
Quando gli mRna arrivano nel citoplasma sono ancora lega , in corrispondenza dei pun di splicing, a ques
complessi proteici ➞ verranno rimossi solo durante il primo round di traduzione.
Quei messaggeri da cui non verranno rimossi tali complessi proteici sono quelli instabili che verranno
degrada .
Per cui lo splicing ha un ruolo chiave anche nel controllo dei messaggeri per la loro traduzione.
Questo è lo splicing NUCLEARE.
AUTOSPLICING:
Abbiamo altri due pi di splicing, de di autosplicing poiché è l’RNA stesso che guida la sua maturazione e
non è previsto l’intervento del macchinario complesso dello spliceosoma:
1. SPLICING DI INTRONI DI TIPO 2 (sono presen nei geni che codi cano per mRna, tRna, rRna dei
mitocondri e dei cloroplas di piante e funghi).
2. SLICING DI INTRONI DI TIPO 1 (sono
quelli presen nei geni degli rRna a
livello dei protozoi).
Questo per far vedere come ci sia una somiglianza nella formazione del sito catali co per quanto riguarda lo
splicing nucleare e quello degli introni del gruppo 2:
il sito catali co viene formato quando si accoppiano tra di loro, nello splicing nucleare, U6 e U2 (dove U2 è
anche appaiato alla sequenza intronica).
Nello splicing del gruppo 2, che non prevede l’intervento di rna che sono parte delle SNRNP, abbiamo però
dei domini speci ci (5 e 6) dell’rna che vanno a formare un centro a vo che è molto simile a quello che si
forma per lo slicing nucleare ➞ questo perme erà di
nuovo la formazione del centro catali co e la
possibilità che la A esposta vada ad a accare il 5’
dell’introne.
Quindi l'auto-splicing del gruppo 2 non necessita di
proteine e ha un meccanismo simile a quello dello
spliceosoma, ossia è sempre l’adenosina che con il
suo OH in posizione 2 va a perme ere la liberazione
dell’OH in 3 del primo esone che così sarà
disponibile per andare ad a accare il 5’ del secondo
esone ➞ formazione della giunzione tra i due esoni
e liberazione del cappio.
Questo vuol dire che abbiamo la possibilità che si possa veri care il così de o SPLICING ALTERNATIVO:
ovvero la possibilità che un singolo gene codi chi isoforme mul ple di trascri .
Serve a generare una diversità funzionale, perché trascri diversi produrranno proteine diverse. Lo splicing
alterna vo avviene in quasi tu i geni dell’uomo. A volte può essere dovuto a imprecisioni, ma molto
spesso sono dei meccanismi chiaramente funzionali.
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Tu o il macchinario di splicing si va ad assemblare, come abbiamo visto a livello di sequenze speci che, in
base ad un bilanciamento che avviene sempre tra dei fa ori che vanno a promuoverlo e fa ori che lo vanno
ad inibire. Il bilanciamento, la quan tà di ques fa ori sarà diversa a seconda del po di cellule: ci sono
cellule che hanno diversi fa ori che perme ono un po di splicing e cellule di altri tessu che possiedono
fa ori diversi che consentono un altro splicing.
Inoltre, esistono si di splicing che possono essere deboli o for ; se abbiamo esoni alterna vi vuol dire che
possono possedere si di splicing più deboli.
DNA TARGET:
• Omogeneo (plasmide puri cato): ogni molecola è iden ca e rappresenta la sequenza da ampli care
• Eterogeneo (mix di diverse molecole di DNA, come il DNA genomico, sospensione cellulari o
materiale biologico)
È importante la qualità di questo materiale nonché la quan tà (da 10 nanogrammi a 1 milligrammo di DNA
genomico !dipenderà dal po di sequenza che vogliamo analizzare, dal po di enzima u lizzato). Negli
ul mi anni ci sono state o mizzazioni tali che bastano nanogrammi o addiri ura picogrammi di DNA per
riuscire ad avere buone reazioni di PCR.
INIBITORI DELLA PCR:
• Impossibilità di formare dimeri ! È importante che non si leghino tra di loro, ma al DNA;
• Impossibilità di formare forcine (> 3 bp) ! È importante che i primer non si leghino su loro stessi
• Determinata temperatura di mel ng (dissociazione del DNA, in cui si trova a singolo lamento):
52°-65°
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• Non deve formare legami con si secondari (se prendiamo dei frammen di DNA, tra i 10 e 15
nucleo di, è facile a livello genomico che queste sequenze si ripetano, specialmente se si tra a di
geni unici)
• Alta speci cità di legame al 3’ (ci possono essere mancate associazioni di un primer al suo DNA,
all’interno della sequenza stessa, ma questa speci cità è indispensabile).
Vuol dire che ci dev’essere un solo target per
quel primer su quel DNA templato. Nell’
immagine si può vedere una potenziale
sequenza di DNA dove sono indica due
inneschi. Come si vede il primo innesco non è
unico, ovvero si può legare su questa sequenza
di DNA in due pun . Mentre il secondo primer
trova sulla sequenza di DNA templato un unico
corrispondente e quindi è u lizzabile per la
reazione.
COME SI FA AD AVERE UN PRIMER CHE SIA
UNICO?
Bisogna lavorare su mol aspe , primo fra tu la LUNGHEZZA, ovvero più un primer è lungo più è
probabile che sia unico, ma esso deve rimanere entro cer limi di lunghezza: se troppo lungo, farà
aumentare la temperatura a cui avviene l’appaiamento sul DNA ed è importante che non sia troppo alta per
non entrare in compe zione con la temperatura che si va ad u lizzare per l’estensione. Quindi è necessaria
una certa di erenza tra la temperatura di annealing e la temperatura di exten on.
De o ciò, è stato stabilito che il numero di basi per prevedere l’unicità di un primer va dalle 17 alle 28 bp.
Composizione in basi di un primer: Un primer deve avere preferibilmente una composizione random di basi
per evitare che ci siano delle sequenze lunghe ricche in AT e delle sequenze lunghe ricche in GC e
orienta vamente una percentuale in basi GC intorno al 50/60%, che è quella che perme e di avere la
miglior temperatura di mel ng e la miglior temperatura di annealing in una PCR.
Calcolo della temperatura di mel ng e di annealing per un primer: La temperatura di mel ng è la
temperatura alla quale una sezione di DNA si trova per metà a singolo lamento e per metà a doppio
lamento, più è alta la percentuale in GC più elevata sarà la temperatura di mel ng. Questa temperatura
deve essere su cientemente bassa da perme ere l’ibridizzazione tra il primer e il nostro DNA templato ma
alta abbastanza da impedire un’ibridizzazione sbagliata, quindi bisogna far in modo che i primer presen no
delle temperature di mel ng e di annealing vicine tra loro (questo perché lavorando con due primer nello
stesso contesto non possiamo avere temperature diverse altrimen i primer non lavorerebbero insieme).
Compa bilità delle coppie di primer: I due primer lavorano insieme all’interno della stessa reazione, quindi,
non possono avere temperatura di mel ng di erente perché comporterebbe una conseguente temperatura
di annealing di erente. La massima di erenza di annealing permessa è di circa 3°C.
La speci cità al 3’: Nell’immagine si vedono 4 possibili primer
u lizzabili, i primi tre sono speci ci al 3’, anche se hanno delle
di erenze (uno è speci co in maniera assoluta, uno ha una coda
che non lega il DNA ed un altro presenta dei “sal ” in cui non
lega il DNA), mentre l’ul mo lega quasi tu o il DNA ma non
l’estremità 3’.
I primi tre primer, se pur con delle di erenze, legano tu il 3’
perme endo il legame della polimerasi e dando avvio alla
reazione, mentre l’ul mo non presentando il legame al 3’ non
può dare avvio alla reazione e quindi non è u lizzabile.
TAMPONE DI REAZIONE:
L’enzima lavora ad una determinata forza
ionica ed a un determinato pH, uno controlla l’a vità dell’enzima l’altro controlla la termostabilità
dell’enzima.
COMPOSIZIONE DEL TAMPONE
• Tris HCl 10 Mm! serve perché gli ioni fosfato dei dNTP (diossinucleoside trifosfato) che vengono
messi in soluzione legano gli idruri liberi e vanno a formare acido fosforico, quindi con l’aggiunta del
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tris HCl si riesce a mantenere un pH intorno 8/9; serve a regolare la quan tà di ioni idruro liberi in
soluzione e a mantenere un pH stabile.
• KCl 50Mm! serve a facilitare il legame del primer al DNA templato stabilizzando il legame. Il
potassio del sale lega i singoli lamen carichi nega vamente e quindi riduce la carica ne a
nega va del lamento di DNA evitando così la repulsione che si creerebbe tra i lamen di DNA e i
primer.
• MgCl2 1,5mM! serve poiché il magnesio è un cofa ore dell’enzima, lavora a livello del sito a vo
dell’enzima e aiuta a coordinare le interazioni tra il gruppo ossidrilico in 3’ e il gruppo fosfato in alfa
del dNTP (diossinucleoside trifosfato) che dovrà essere incorporato. Fondamentalmente il magnesio
si va a legare al fosfato in alfa e facilita la rimozione del beta e del gamma. La quan tà di magnesio
all’interno del tampone non può essere elevata altrimen la fedeltà della nostra della PCR sarà
compromessa poiché l’enzima andrà a lavorare anche su si diversi da quello des nato. D’altro
canto, se la quan tà è troppo piccola l’a vità dell’enzima sarà troppo bassa. Solitamente la
concentrazione di MgCl2 varia 0,5 e 5mM ma generalmente è di 1,5 mM.
È importante sapere quali sali u lizzare perché eventualmente, ecce o il cloruro di magnesio, potremmo
usare altri sali a seconda delle necessità. Ad esempio, si può u lizzare l’ammonio solfato al posto di KCl
poiché esso svolge la stessa funzione di KCl ma in più ha la capacità di aumentare la capacità di legame.
Quindi è importante sapere cosa c’è all’interno dei reagen per poter modulare ed o mizzare una reazione
quando ne abbiamo necessità. Inoltre, in una PCR possono essere u lizza dei co-solven e degli addi vi
che ci perme ono di migliorarne l’e cienza.
ESERCIZI
Vuoi ampli care una regione del genoma di un topo lunga circa 22,345 paia di basi u lizzando la PCR.
Disegni due primer che sono lunghi in basi 20 e 22 e hanno la stessa temperatura di mel ng. Però vai a fare
la PCR e non funziona. Perché?
A. Perché i primer sono di lunghezze diverse;
B. Perché la regione di DNA che vuoi ampli care è troppo grande;
C. Perché i primer sono troppo cor ;
D. Perché stai usando come bersaglio il DNA di topo, ma in realtà la PCR funziona solo con DNA umano;
E. Perché hai u lizzato più di un primer nella reazione;
Andare ad ampli care un frammento così grande, l’enzima perde di e cienza e non riesce (inoltre
comme e anche più errori). Si perde l’a vità enzima ca per e e o della temperatura (la temperatura di
annealing è di un minuto, e non si riesce ad ampli care un frammento così grande).
Quale di ques reagen non è incluso in una pica reazione di PCR?
A. dNTPs
B. MgCl2
C. E dio Bromuro (veniva u lizzato, ora non più, è un intercalante del DNA: ci perme e quando
facciamo migrare il DNA su gel di Agarosio, si intercala al doppio frammento di DNA, e se so oposto
a radiazione ultraviole a, eme e uorescenza ! non fa parte quindi del processo di PCR, ma viene
u lizzato come mezzo per valutare il prodo o).
D. Primer
E. Polimerasi di E. Coli
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Noto che il genoma del fago lamba è di 48,502bp; quan genomi sono presen in una pg di DNA?
1 dalton ! 1,66x10^-18µg
SOLUZIONE:
dalton/genoma = 48.502 bp x 650 dalton= 3,1x10^-7 dalton/genoma
µg/genoma= 3,1x10^-7 dalton x 1,66x10^18 µg= 5,1x10^-5 pg/genoma
1pg/5,1x10^-5 pg/genoma =2x10^4 genomi
Assunto che abbiamo una coppia di primers che è speci ca per un determinato gene, qual è il numero di
copie del frammento del nostro gene target dopo 30 cicli di PCR?
SOLUZIONE: Dato che ad ogni ciclo di PCR raddoppia il numero dei nucleo di presen facendo 2^30 o engo
il numero di copie del DNA di partenza, ma per determinare il numero di copie del frammento target devo
elevare 2^27 o più in generale 2^(n-3) (il perché lo spiega nella prossima lezione)
Un primer da PCR è lungo 18 basi. Approssima vamente quante volte si lega al genoma umano?
a. (3.3 x 10^9) / (18) ^2 (mo vo uguale alla b, non cambia molto)
b. (3.3 x 10^9) / 18 (diviso 18 implicherebbe che quella sequenza random di 18 bp su un DNA la trovi
solo una volta)
c. (3.3 x 10^9) / 4^18 (perché le basi sono 4 e 4^18 sono le combinazioni possibili che possiamo avere
andando a combinare tra loro 18 basi)
d. (3.3 x 10^9) / 2^18 (è sbagliata perché le basi sono 4 e NON 2)
e. 4^18 (sbagliata perché non c’è niente a cui si riferisce questo 4^18)
[3.3 x 10^9 indica la lunghezza del genoma umano / le potenziali combinazioni che possiamo avere da parte
di questa sequenza di 18 bp su un genoma umano]
Splicing regolato:
Le proteine che legano queste regioni trascri e, le sequenze ESE e ESS, riportano alle proteine SR che
legando le sequenze esoniche perme ono lo splicing oppure lo inibiscono se non lo legano. In questo caso
vediamo la proteina SR che si lega alla sequenza ESE, quindi si può avere la formazione di un trascri o che
prevede il riconoscimento di quel sito di splicing, il quale porta all'inclusione di tu e tre gli esoni nel
trascri o maturo. Nell'immagine, invece, se la proteina SR non lega la sequenza ESE il messaggero è più
corto perché non verrà riconosciuto quel sito di splicing e l’esone verrà escluso.
Si parla di splicing regolato per la capacità e presenza di sequenze regolatorie a livello esonico che devono
Si veri ca quando in uno splicing scorre o si può avere la presenza di un codone di stop prematuro.
Nell'immagine verde a sinistra, troviamo gli esoni in blu, gli introni in grigio, in alto il DNA, in basso il
messaggero e poi lo splicing.
Il codone di stop è nell'ul mo esone (ul ma regione genomica che darà luogo all'ul mo esone) e si veri ca
lo splicing a livello dei si di giunzione, sul trascri o maturo il ribosoma scorre e perme e la sintesi proteica
andando a rimuovere ques complessi su un messaggero corre o portato nel citoplasma.
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Se si veri ca la situazione in cui il codone di stop
non si trova sull'ul mo esone per un errore o
mutazione, ma si trova sul secondo esone,
come in questo caso, avviene lo splicing.
Vengono recluta ques complessi proteici e
livello della giunzione esone-introne e quando i l
ribosoma si trova a dover tradurre questa
sequenza non riesce a spostare dalla sequenza del
messaggero il complesso proteico➞ il trascri o
verrà degradato perché la presenza di un
complesso EJCs dopo il codone di stop viene
iden cato come un problema da parte di quei
fa ori che serviranno a muovere questo
meccanismo di decadimento.
Come viene degradato l’mRna:
A sinistra la situazione normale ➞ fa ori EJCs a livello dei si di splicing, il ribosoma passa e traduce la
proteina; a destra situazione mutata e messaggero aberrante ➞ un PTC (codone di stop prematuro) e alla
ne un altro codone di stop, si legano in giallo ai complessi proteici, la traduzione avviene. Nel momento in
cui il ribosoma passa un codone di stop non ne aspe a un altro, ma visualizza un secondo complesso
proteico a livello delle giunzioni e ciò comporta la degradazione del messaggero.
Questo avviene quando il codone di stop è
localizzato a una distanza tale di circa 50
nucleo di a monte della giunzione introne-
esone successiva. Il segnale di stop prematuro è
dovuto a una mutazione che si è veri cata sulla
sequenza genomica e poi anche sul trascri o, in
maniera casuale. Questo è un meccanismo di
protezione per evitare che una mutazione che s i
veri chi a livello genomico e quindi che in
seguito si troverà in un trascri o; potrebbe
portare alla formazione di una proteina
aberrante, facendo in modo che il meccanismo
traduzionale evi che venga prodo a una
proteina sbagliata riconoscendo quel codone prematuro che non è reale. Riconosce che è prematuro perchè
subito dopo il codone di stop, a una distanza non troppo grande, rileva un altro complesso proteico che si è
andato a unire alle giunzioni di splicing (pallino giallo), il meccanismo viene interro o e quel messaggero
verrà degradato e la proteina non prodo a.
Nell'immagine abbiamo visto la situazione centrale, il decadimento mediato dal nonsenso con il codone di
stop che si trova in un esone che non è quello nale.
Un altro meccanismo, scoperto più recentemente, riguarda un decadimento mediato dal nonsense legato a
elemen regolatori o microRna. In questo caso, nell'immagine, se si presenta un codone di stop prematuro
la regione che si trova a valle di questo codone di stop prematuro può legare un microRna complementare
alla sequenza genomica che inibisce la traduzione e porta alla degradazione della molecola. Il lavoro dei
microRna è quello di, essendo complementari a sequenze di messaggero endogeno, indurre la
degradazione. Sono dei meccanismi di regolazione genica che portano all'inibizione della trascrizione e in
questo caso lo possono fare in condizioni ambientali tale che vengono prodo per fare in modo che una
determinata proteina non venga espressa e lo faranno legando il messaggero che formerà la proteina
oppure possono farlo come meccanismi di sorveglianza nel momento in cui un messaggero è mutato
(perché c'è la presenza di un codone di stop prematuro),➞ reclutamento di microRna che portano a
degradazione di quel messaggero.
SPLICING DI tRNA:
Non solo i messaggeri subiscono lo splicing ma anche i tRNA.
Per quanto riguarda il tRNA vi è un meccanismo diverso, poiché non si assembla un macchinario complesso
(spliceosoma) come quello visto per i messaggeri nucleari, ma saranno necessari degli enzimi (delle
endonucleasi) che vanno a riconoscere gli speci ci si di taglio.
Gli enzimi importan a nché avvenga uno splicing del tRNA sono delle endonucleasi che vanno a tagliare il
nostro precursore del tRNA ai due si di splicing, sia al 3’ che al 5’. Vanno a rilasciare due mezze molecole in
cui abbiamo una estremità che avrà un anello 2-3 fosfato ciclico e una estremità che ha invece un gruppo
ossidrilico al 5’. In seguito ad un corre o ripiegamento, e all’intervento di una fosfodiesterasi, si ha
l’apertura di questo ciclo che si viene a formare sul 3’ del precursore ➞ questo perme erà la liberazione del
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gruppo ossidrilico e questo consen rà che possa intervenire la ligasi che unirà le sue mezze molecole. In ne
interviene una fosforilasi che andrà a fosforilare il terminale al 5’.
Quindi intervengono delle nucleasi, degli enzimi che intervengono nel ripiegare in maniera corre a i
precursori e delle ligasi (fanno si che ci sia una reazione tra le due molecole che devono legarsi tra di loro).
Quindi è dato dall’azione di enzimi che intervengono consecu vamente.
È sempre possibile sul gel di agarosio andare a valutare la presenza/assenza di un introne: un tRNA che
con ene un introne sarà più pesante di quanto non lo sia un tRNA che non lo con ene. Quindi possiamo
visualizzare sul gel sia il tRNA maturo che il suo introne.
TRANS SPLICING:
Ciò che abbiamo visto nora è il cis splicing, ovvero sequenze sulla stessa molecola di rna vengono unite
insieme. È stato visto però anche un altro meccanismo, il trans splicing, ovvero uno splicing che va ad unire
tra di loro dei trascri primari diversi. È un evento raro nelle cellule eucario che, ma è sfru ato molto in
vitro ad esempio per andare a riparare l’rna. Questo meccanismo si può veri care quando ques due
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trascri primari contengono delle sequenze
introniche che sono tra di loro complementari. Se
queste due sequenze introniche si legano tra di
loro, si ha la formazione di un taglio che va a
rimuovere questa sequenza e si ha la giunzione di
due esoni appartenen a due trascri diversi.
È una tecnica usata molto in vitro perché sta perme endo la possibilità di riparare degli rna. Uno dei
meccanismi che serve per questo po di riparazione è lo Spliceosome Mediated rna Trans splicing (SMaRT)
che porta alla connessione di due sequenze introniche, che si legano per complementarietà, e perme ono
di riparare un danno. Nell’immagine vediamo come si possono esporre le cellule ad una sequenza trascri a
che con ene l’esone ed una sequenza intronica (disegnata per essere complementare alla sequenza di quel
messaggero che sappiamo essere mutato a livello di un determinato codone). In questo modo ripariamo,
facendo in modo che questo trascri o si leghi con quel trascri o che noi o eniamo in vitro, e quindi
facciamo in modo che questa mutazione non avvenga più nel prodo o tramite trans splicing. Quindi è un
meccanismo nuovo che si sta studiando per riparare gli mRNA muta .
ESERCIZI:
1) B
2) B
3) A VERO
4) A VERO
5) D (sono degrada dopo che sono rimossi, non hanno una funzione speci ca)
6) C
7) C (termina con AG e non ci inizia, dato che leggiamo sempre 5’- 3’)
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Esercizio: noi abbiamo questo trascri o formato da un esone 1 e esone 2 (i numeri so o indicano la
grandezza in basi di quella sequenza che è stata radiomarcata che complessivamente è di circa 500
nucleo di).
Tale sequenza è stata incubata per un certo tempo (che varia dai 30 minu alle 4 ore) e durante tale periodo
si ha lo splicing. I diversi prodo , o enu in seguito alle diverse incubazioni, vengono so oposte al gel di
ele roforesi per valutare la grandezza delle bande. In base alla grandezza delle bande siamo in grado di
capire a cosa corrisponde ogni singola banda.
Sicuramente la banda che migra meno (la più pesante) sarà il nostro trascri o quando non viene ancora
maturato. Le altre bande che si formano nel tempo in seguito alla maturazione cosa sono? A cosa
corrispondono?
Quelle 380/400 corrispondono molto probabilmente ai due esoni lega tra di loro, e uno dei due esoni
legato all’introne. Poiché andando a sommare la composizione in basi delle sequenze, grossomodo
corrispondono a quelle.
Le bande alla ne sicuramente corrispondono ad uno dei due esoni, mentre le più piccole (100 e qualcosa
nucleo di) saranno la sequenza intronica che è la più
piccola. Ne sono però due poiché l’introne quando
viene rimosso, prima di essere degradato, viene
rimosso so o forma di cappio ➞ un rna che assume
quella formazione a cappio migra meno velocemente
rispe o a quello lineare. Quindi quello che migra di più s a rà
l’introne in forma lineare, mentre quello che migra poco
meno sarà quello so o forma di cappio poiché non si
formano stru ure secondarie.
Infa quello lineare sarà presente solo dopo 4 ore di
incubazione, poiché solo man a mano viene liberato in
forma lineare. (Nell’ul mo me point).
Perché un rna in forma di cappio migra meno velocemente di uno in forma lineare mentre per il dna questo
migra più velocemente se superavvolto? Perché in questo caso la conformazione dell rna a singolo lamento
lo porta a comportarsi in maniera diversa rispe o ad un dna che è a doppio lamento.
STABILITÀ DEL MESSAGGERO:
Qui vediamo i nostri messaggeri:
-in alto vi è un messaggero di una cellula
procario ca (poiché non abbiamo le
modi cazioni al 5’ e al 3’) ma spesso
abbiamo la formazione al 3’ di una
stru ura ad ansa.
-Centralmente abbiamo i messaggeri
eucario co, che hanno il cappuccio al 5’ e
la coda di poli A al 3’
-In basso invece abbiamo i messaggeri
delle proteine istoniche, che sono
cara erizza dal fa o che manchi una
coda di poli A ma vi è al suo posto un
ansa.
La loro instabilità porta al decadimento del messaggero, alla sua degradazione. Ci serve capire quanto è
stabile un messaggero poiché dalla sua stabilità e dalla quan tà di messaggero presente nella cellula in un
determinato momento noi possiamo ipo zzare la quan tà di proteine prodo e. Riusciamo quindi a ricavare
informazioni riguardo la proteina.
PROCARIOTI: trascrizione e traduzione avvengono nella stessa direzione e nello stesso momento, così come
la degradazione. Dall’inizio alla ne della trascrizione si parla di pochi minu (2-3 minu circa). Per la
degradazione del messaggero intervengono vari enzimi: le esonucleasi e le endonucleasi. Subito, durante il
processo di sintesi quando è stato già u lizzato il messaggero, le endonucleasi vanno a tagliare l’rna al suo
interno ➞ perme ono alle esonucleasi di trovare le regioni a cui legarsi al 5’ e 3’ per andare a degradare il
messaggero. Nell’immagine vediamo che per esempio il frammento a monte non recluta immediatamente
delle esonucleasi in direzione 5’ 3’ m a
interviene una esonucleasi che va a
tagliare e agire dopo che è
intervenuto il taglio della
endonucleasi. Questo avviene
perché il primo step è quello della
rimozione di un pirofosfato che
recluta le endonucleasi, le quali
reclutano le esonucleasi. Questo
porterà quindi al fa o che siano
presen un gruppo funzionale
ossidrilico e un gruppo fosfato ➞ l e
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esonucleasi agiscono andando a lavorare principalmente dove trovano l’OH (digeriscono il messaggero che è
stato tagliato, a ritroso). A valle i trascri delle cellule procario che non sono prote , quindi essendo
presente il gruppo OH al 3’ potrebbero essere immediatamente degradate dalle esonucleasi, ma questo non
avviene poiché in realtà sono prote a valle da
una stru ura ad ansa ➞ stru ura a doppio lamento, su cui le esonucleasi non possono agire.
1: rimozione del pirofosfato
2: reclutamento delle endonucleasi
3: intervento delle esonucleasi che mangiano a ritroso i frammen .
Ques sono meccanismi che possono essere lega alla deadenilazione, ma vi sono anche meccanismi più
rari indipenden dalla deadenilazione ➞
1. portano alla rimozione del cappuccio senza che la coda
di poli A venga in nessun modo alterata
2. oppure riguardano proteine istoniche. Come abbiamo
visto ci sono delle cara eris che, come il fa o che si
formino delle anse sul messaggero della proteina
istonica, che vanno a richiamare delle poli U polimerasi
che vanno ad aggiungere al 3’ degli uracili.
3. Può veri carsi il caso in cui al posto di agire dalle
estremità a raverso le esonucleasi ci sia invece il
richiamo di endonucleasi ➞ taglio internamente.
4. Il più importante tra ques è quello legato alla
regolazione trascrizionale, ovvero in cui si veri ca
l’interazione tra un messaggero con dei piccoli RNA
endogeni (i micro RNA) che riconoscono i messaggeri per poi poterli andare a degradare. È un
meccanismo di regolazione genica, che fa in modo che tale messaggero non vada proprio a
codi care per nessuna proteina (gli altri meccanismi degradano il messaggero una volta che questo
ha svolto il suo compito).
LA TRADUZIONE:
L’elemento chiave nei meccanismi di traduzione è l’RNA transfer, il nostro
ada atore. Questo è formato da una stru ura a trifoglio, da braccia cara eris che
di cui due sono quelle principali e sono:
1. quello che porta L’amminoacido al 3’
2. il braccio che con ene l’an codone (che si appaia con il codone).
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Questa è un’immagine in cui vediamo le cara eris che del tRna:
- in alto il braccio acce ore dell’amminoacido
- tu i tRNA niscono con la triple a
conservata CCA, che è importante per il
riconoscimento dei tRNA durante la traduzione
- abbiamo il braccio dell’an codone che lega il
codone dell’mRna
- un braccio D, poiché spesso con ene basi
modi cate come la Diidrouridina
- il braccio T, composto da 5 paia di basi
tendenzialmente, che con ene anche qui una
sequenza altamente conservata e una base
modi cata che è la pseudouridina.
- può esserci un braccio extra variabile piu osto
piccolo.
Quando il tRNA è stato caricato del suo amminoacido, l'amminoacido non ha più in uenza sulla sua
speci cità. Questo vuol dire che il legame codone-an codone perme erà che venga reclutato quel
determinato tRNA ma nel momento in cui abbiamo l'interazione tra due sequenze codone-an codone, un
amminoacido se è caricato e viene modi cato questa modi cazione non sposta più il messaggio codi cato
dall'interazione tra i due RNA.
Esperimento: è stato fa o interagire un messaggero con un tRNA che portava la cisteina (quindi la triple a
UGU del messaggero viene riconosciuta dalla triple a ACA dell'an codone) nel momento in cui si andava a
indurre una desolfonazione, ciò portava ad un cambiamento dell'amminoacido, quindi si portava la
formazione di un’alanina invece di una cisteina; ma una volta che il tRNA è stato caricato l'aminoacido non
ha più nessuna in uenza sulla speci cità, che è data solo dall’an codone. Quindi cambia l'amminoacido ma
questo legame rimane e quindi vuol dire che la sequenza dell'an codone consente da sola all’aminoacil-
tRNA di riconoscere il codone corre o.
Una cosa che dobbiamo riconoscere è quella di imparare a leggere quando troviamo sui libri i vari legami tra
il tRNA e l'aminoacido e capire in che modo li ritroviamo presenta a livello di nomenclatura.
-
se vediamo scri o che abbiamo un tRNA e in apice l'abbreviazione a tre le ere dell'amminoacido
(tRNAAla) vorrà dire che quello è il tRNA in grado di legare l'alanina.
- se vi sono più tRNA in grado di legare lo stesso amminoacido vediamo che in pedice troveremo
scri o tRNA1 e in apice l'amminoacido, tRNA2 e in apice l'amminoacido corrispondente
- se il tRNA invece è già legato all'amminoacido, questo non va scri o in apice ma va aggiunto come
pre sso. Quindi in questo caso Ala-tRNA, ovvero quel tRNA già carico con l'amminoacido alanina.
Il messaggero viene trado o dei ribosomi! possono essere liberi, per esempio, in una cellula procario ca,
oppure ribosomi liberi a livello citoplasma co di una cellula eucario ca ma anche lega al re colo
endoplasma co.
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Questa immagine fa riferimento all'importanza dell’apparato
della sintesi proteica, guardando la grandezza di un ribosoma e
confrontandola con la grandezza degli RNA con cui dovrà
interagire. Come vedete il ribosoma è abbastanza grande da
poter ospitare contemporaneamente su di sé, in ogni momento,
due tRNA ed anche una parte dell’ RNA messaggero che dovrà
essere trado o.
Vediamo l'importanza che ha nell'economia di una cellula (in
questo caso nell'economia di una cellula procario ca, ma
eucario ca è la stessa cosa) tu o il macchinario che serve per la
traduzione. Ovvero, se prendiamo la massa cellulare secca in
percentuale di una cellula avremo il 10% parete, 10% membrana,
1.5% DNA e poi gli RNA ribosomiali, che da soli fanno il 16% della massa cellulare secca procario ca e il 9% è
formata da proteine ribosomiali. (quindi ben il 25% serve per quei componen che perme eranno
l'espressione di geni e porteranno quindi alla sintesi delle nostre proteine).
INIZIO
Nella traduzione nei procario sarà necessario sicuramente la subunità 30s e vari fa ori accessori.
Vediamo le due subunità ribosomiali, che non saranno associate all’inizio della sintesi proteica:
interverranno una serie di fa ori di inizio (IF sta per “Ini a on Factors”).
I fa ori di inizio per i procario sono 3:
Il fa ore di inizio 3 è quel fa ore d’inizio che impedirà alla subunità maggiore 50S di interagire con la
subunità minore 30S prima che questa
abbia ospitato su di sé il t-RNA iniziatore.
Poi bisognerà fare in modo che venga reso
disponibile l’accesso del sito P e non del
sito A, quindi intervengono altri due fa ori
di inizio, che andranno ad interagire con il
sito A: il fa ore di inizio 1 che richiama il
fa ore di inizio 2 su di sé, legato a GTP.
Solo con la formazione di questo
complesso il t-RNA iniziatore interagisce
con la subunità 30S, e viene reclutato sul
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sito P, che è l’unico disponibile.
A quel punto, il fa ore di inizio 3 non è più necessario, e la subunità maggiore 50S può legarsi alla subunità
minore, vengono rilascia anche gli altri due fa ori di inizio, 1 e 2, e può iniziare la sintesi della proteina:
complesso di inizio 70S.
Ora, il momento chiave è il riconoscimento della subunità minore del messaggero e l’iden cazione del
codone d’inizio.
Questa immagine rappresenta come è stata iden cata sperimentalmente questa sequenza AUG: in vitro
sono state portate delle interazioni tra l’RNA messaggero in viola e i ribosomi; se si fanno agire ques
complessi ribosoma-messaggero con delle nucleasi, queste
ul me sono in grado di digerire il messaggero ma soltanto
quando il messaggero non è prote o dall’interazione con il
ribosoma. Quindi è stato degradato il messaggero non
prote o, e si è anda ad analizzare la sequenza che porta
l’AUG (quella prote a dal ribosoma); iden cata questa
sequenza, si è visto che c’era sempre una triple a AUG e che
a monte di questa c’era sempre una sequenza consenso, che
era GGAGG, che è la sequenza di Shine-Dalgarno.
Questo era in tu e le sequenze analizzate.
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Nei messaggeri eucario ci l’inizio è diverso
perché sarà la subunità minore che migrerà sui
si d’inizio. Questo è legato alle cara eris che
stru urali del messaggero eucario co: al 5’ vi è la
presenza di un cappuccio me lato.
Negli eucario la subunità minore si lega al
cappuccio me lato, si muove sul messaggero e va
ad interce are la triple a AUG. Si parla proprio di
“MODELLO DI SCANSIONE”: subunità minore lega
il cappuccio, fa uno scanning del messaggero, che
andrà a trovare una sequenza AUG; una volta
trovata, si potrà legare la subunità maggiore
(dopo intervento del t-RNA iniziatore, SEMPRE).
C’è quindi un diverso meccanismo con cui
avviene la traduzione nei procario e negli eucario .
Esiste anche, per gli eucario , un inizio alterna vo: è stata vista l’esistenza di alcune sequenze
cara eris che all’interno della stru ura del messaggero, che si chiamano sequenze IRES (ovvero, Internal
Ribosome Entry Site); alcuni messaggeri sono in grado di iniziare la traduzione in maniera indipendente dal
cappuccio. Questo è un meccanismo pico dei messaggeri virali, che non hanno il capping, quindi u lizzano
questo meccanismo: delle sequenze consenso all’interno della stru ura del
messaggero che vengono riconosciute da alcuni fa ori di inizio (se è una cellula
eucario ca, il fa ore di inizio che riconosce le sequenze IRES è IF4F e che
perme erà questa interazione).
Per la nomenclatura, nelle cellule eucario che, la di erenza principale è che c’è
sempre il pre sso -e.
Inizio in una cellula eucario ca: è molto più complesso rispe o ad una cellula
eucario ca! quello che in una cellula procario ca fanno 3 fa ori di inizio, in una
cellula eucario ca è svolto da diversi fa ori di inizio, il cui compito sarà sempre
quello di andare ad inibire il legame del t-RNA iniziatore con il sito A ribosomiale,
inibire l’associazione tra subunità maggiore e minore prima che questa sia
necessaria, esporre il sito P al legame con il t-RNA iniziatore.
Non solo fa ori di inizio che servono ai compi svol da quelli procario ci, ma
devono perme ere di riconoscere il cappuccio al 5’, reclutamento di altri fa ori di
inizio che perme eranno il legame di un messaggero legato ai fa ori di inizio E, G,
ed A, con la subnità ribosomiale minore legata ai fa ori di inizio 1, 2, 3 e 5 (mol
più fa ori di inizio rispe o alla cellula procario ca).
Nella cellula eucario ca il meccanismo è più complesso: non è necessario ricordare
cosa fanno tu i fa ori di inizio, ma sicuramente bisogna ricordarne qualcuno in par colare;
Tu i fa ori di inizio alla ne del primo step, prima che avvenga l’allungamento, vengono rilascia perché
non è necessario il loro intervento: tranne eIF4F, che è dato da queste tre subunità, IF4A, IF4G e IF4E.
Non viene rilasciato perché questo fa ore di inizio è in grado di interagire con la coda di poli-A: è
importante perché perme e il reclutamento veloce e rapido del ribosoma a livello del messaggero, una
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volta che è nito il ciclo (nel caso in cui fosse necessario si possono trovare
ribosomi disponibili a nché possano essere nuovamente recluta dal
messaggero se la sintesi di quella proteina sarà ancora necessaria).
È un meccanismo per cui il legame di alcuni fa ori di inizio al messaggero,
facilita la traduzione e la rende più e cace.
ALLUNGAMENTO
Una volta iniziata, le due subunità ribosomiali possono scorrere sul messaggero
e andare ad allungare il pep de. Quindi all’inizio abbiamo il sito P, occupato dal
t-RNA che porta la me onina e il sito A è libero.
L’amminoacil-t-RNA, che porta un amminoacido cara eris co con la triple a,
andrà a legarsi al codone del messaggero; si formerà il legame pep dico, ci sarà
lo spostamento dei ribosomi per fare in modo che il sito A torni nuovamente
disponibile e il sito P sia occupato dal t-RNA che prima si trovava nel sito A, ed il
sito E sia occupato dal t-RNA che portava l’amminoacido iniziatore, ma che
adesso è stato spostato, grazie alla formazione del legame pep dico, sull’altro t-
RNA; quindi sarà nel sito
E, “di scarico” o “di
uscita” e potrà essere eliminato.
Perché? A livello del sito A, c’è un sito di legame per il fa ore di allungamento EF-Tu.
Nel momento in cui avviene il legame tra t-RNA e il suo an codone ed il codone del messaggero, EF-Tu verrà
rilasciato per formazione di un legame GDP e non più GTP, che era quello necessario per far avvenire la
reazione.
Quindi EF-Tu legato a GTP si può legare su un centro di legame presente a livello del sito A; una volta
reclutato, questo fa ore di allungamento non è più necessario e verrà rilasciato.
RF-3! Rimuove RF-1 dopo l’idrolisi del pep de ! (Fa ore di rilascio di classe 2)
L’immagine mostra come può avvenire la terminazione della sintesi proteica: i fa ori di rilascio vanno a
simulare un tRNA e lo potranno fare poiché ci sono delle sequenze speci che della proteina (per RF-1
questa sequenza speci ca è una triple a formata dagli amminoacidi serina, prolina e fenilalanina) che
perme ono di riconoscere un codone di stop. Il fa ore di rilascio deve quindi perme ere che venga
riconosciuto sul messaggero il codone di stop e deve avere delle cara eris che stru urali tali da perme ere
l’idrolisi del pep de.
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Quindi, il fa ore di inizio riconosce il codone di stop tramite le sequenze speci che, in più ha su di sè un
“mo vo” che è il GGQ (glicina, glicina, glutammato) che perme e l’idrolisi del pep de e quindi il rilascio del
legame tra tRNA e pep de. Una volta avvenuta l’idrolisi l’RF-1 viene rimosso dall’ RF-3 (che appar ene ad
un’altra classe di RF).
Quindi anche per la terminazione è necessario l’impiego di più proteine che perme ano il rilascio e bisogna
considerare che tu e le molecole che hanno partecipato alla sintesi proteica (come i vari fa ori di inizio, di
allungamento e di rilascio) saranno riu lizzate, così come verranno riu lizza i ribosomi, grazie a delle
proteine che legano i ribosomi e che perme eranno il loro riu lizzo, ovvero i fa ori di riciclo dei ribosomi
(RRF).
ESERCIZI
IL CODICE GENETICO:
Per codice gene co intendiamo tu a quella serie di regole che ci consentono di passare da un linguaggio di
triple e di basi ad uno di amminoacidi. Questo codice è uguale per tu e le cellule, sia procario che che
eucario che.
Ci sono alcune di erenze solo ed esclusivamente per quanto riguarda il dna mitocondriale (unico organello
eucario co contenente materiale gene co).
Per leggere una sequenza dobbiamo capire dove leggere, a seconda del modulo di le ura che abbiamo
davan . Questo viene de nito dalla sequenza iniziale, dall’inizio della traduzione. La capacità di discernere
quale è la prima sequenza corre a è il modulo di le ura, quindi ci aiuta a de nire la triple a di inizio e
quella di stop.
In una determinata sequenza genomica o genica possiamo iden care più triple e di inizio !" dobbiamo
andare a vedere quale è quella sequenza che ci perme e di iden care il minor numero di codoni di stop.
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Quindi più sono i codoni di stop, che non facilitano la le ura da parte del ribosoma, più sarà improbabile
che quella sequenza di inizio sia realmente quella iniziale. Se invece i codoni di stop sono minori sarà più
facile la le ura.
Dobbiamo quindi iden care quelle triple e che ci perme ono di cara erizzare la sequenza: la triple a di
inizio e quelle di stop.
A nché avvenga la sintesi proteica il tRNA sarà selezionato sull’interazione tra codone e an codone ! fa da
tramite, non vi è una interazione dire a tra amminoacido e messaggero.
Ricordiamoci che parliamo di interazione codone-an codone e che quando leggiamo una sequenza la
leggiamo sempre in direzione 5’-3’; mentre la sequenza del tRna che deve leggere tale codone invece la
leggiamo al contrario !"la prima base dell’an codone riconosce la terza base del codone, scriviamo ACG-
CGU (l’an codone va sempre le o al rovescio, in direzione 5’-3’). L’interazione avviene sempre tra basi di
coppie complementari.
Il numero di codoni è maggiore del numero di amminoacidi (61 codoni, 20 AA).
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A ques 61 codoni non corrispondono 61 tRna ma
ne corrispondono tra i 30-40 nei procario e circa
50 negli eucario ! gli an codoni di alcuni tRna
possono accoppiarsi a più di un codone e non ad
u n o s o l o . L’a c co p p i a m e nto p u ò e s s e re
approssima vo; questo è legato al fa o che
alcuni tRna richiedono un appaiamento accurato
a livello delle prime due basi del codone (ul me
due dell’an codone) ma tollerano 1 appaiamento
scorre o nella terza posizione !" appaiamento
oscillante, che si può veri care appunto nella
terza posizione. Quindi se la prima base
dell’an codone è una U , la terza base del codone
può essere le a sia da una A che da una G. Se invece la
prima base dell’an codone è una G questa può essere le a
sia da una C che da una U.
Vi è quindi la possibilità dell'oscillazione delle basi a livello
della terza base del codone (la prima dell’an codone).
Ques accoppiamen che si veri cano sono quelli che
vediamo nell’immagine. In alto abbiamo quelli classici, in
basso un possibile accoppiamento che si può veri care tra la
Guanina e l’Uracile tramite la formazione di 2 legami H.
Inoltre sempre a livello della terza base del codone vi può
essere un accoppiamento con una base modi cata,
l’INOSINA, che può legarsi sia con A che con C che con U
formando 2 legami H.
Queste sintetasi possono essere di 2 classi, classe 1 e classe 2. Di erenza: hanno mo vi stru urali diversi,
ma sopra u o il sito di amminoacilazione cambia
- per la classe 1 comporta l’amminoadenilazione a livello del 2’ !"vi è un doppio step successivo che
porterà all’acilazione a passare dall’ossidrile del carbonio in 2 a quello del carbonio in 3
- mentre nella classe 2 avviene a livello del 3’, che avviene dire amente all’ossidrile al carbonio in 3.
Il ruolo delle sintetasi è importante poiché è l’ul mo passaggio, prima della sintesi della proteina, per cui
possiamo ancora correggere un eventuale errore che si è veri cato.
Le sintetasi possono agire tramite 2 pi di accuratezza:
1. CINETICA: capacità di una sintetasi di avere una maggiore a nità con uno speci co tRna, che sarà
legato corre amente e quindi avrà più conta con l’enzima (il quale si associa rapidamente con l’AA
che deve essere caricato). Se il tRna non è stato legato corre amente vorrà dire che i conta con
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l’enzima che si associa saranno meno, quindi sarà meno probabile quel po di legame e sarà
preferito il legame con un tRna con più legami. È quindi un’accuratezza correlata con la capacità di
legame del tRna con l’enzima.
2. CHIMICA: si veri ca quando vi è un controllo di ciò che è stato caricato dopo che è stato aggiunto
l’AA eventualmente errato. Se una sintetasi lega un amminoacido non corre o !"tale AA viene le o
come sbagliato e poi
idrolizzato dalla cellula.
Oppure nel caso in cui viene
caricato il tRna in maniera
non idonea, questo viene
corre o in un secondo
momento sulla base
dell’amminoacido che verrà
sos tuito. Ossia o viene
eliminato dire amente l’AA
errato (rimozione di tu o il
complesso amminoacil-tRna),
oppure nel tRna può essere
sos tuito semplicemente
solo l’AA che è stato caricato
in maniera non corre a,
tramite una serie di reazioni chimiche.
Tale capacità quindi è importan ssima, perché dopo questo passaggio gli errori non potranno più essere
corre . Tu gli step in una cellula sono in grado di essere monitora e corre (es: capacità di correzione
delle polimerasi). Questo anche a livello della sintesi proteica, e l’ul mo momento in cui si va a controllare
un eventuale errore che porterà alla produzione di una proteina sbagliata è proprio a livello delle sintetasi.
La % di errore a livello cellulare aumenta a mano mano che va avan il processo, per cui la capacità di
correzione sarà maggiore se vi è un errore a livello del dna, piu osto che a livello di un messaggero,
piu osto che a livello della sintesi. Più l’errore si trova a monte del processo della sintesi più potrebbe
succedere che questo sia letale per la cellula.
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