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Filippesi 3, 1-11
Qui c’è il mistero della vita cristiana che diventa vita pasquale
alla sequela di Cristo: quindi questa conoscenza di Gesù come mio
Signore trasforma ormai la mia vita stessa che non è più sotto il
dominio della morte ma è sotto il segno della risurrezione e le
sofferenze, che pur ci sono, e la morte, che pur c’è, diventano quel
passaggio fecondo alla pienezza di vita.
Volevo aggiungere una cosa, a margine del primo versetto,
sulla gioia; non è che debba essere giustificata la gioia, perché è una
gioia immotivata, però credo che nasce più facilmente questa
profonda gioia e immotivata gioia se la vita è sentita come dono, se
tutto quello che succede e capita, se, al limite, ogni situazione, ogni
incontro, ogni persona è vissuto come dono; se si ha la percezione
del dono, se tutto è vissuto come grazia, come dono, allora fiorisce
la gioia.