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Laboratorio di Italiano – Prova d’esame – Primo appello autunnale (05/09/2022)

Consegna: Riassumere il seguente testo producendo un elaborato di non oltre 250 parole.
Tempo a disposizione: 150 minuti

Il borgo dietro la Gioconda? È Bobbio: ecco cosa dicono le nuove


rivelazioni della ricercatrice Carla Glori
Simona Griggio, «Il Fatto Quotidiano», 27 aprile 2022

Un lavoro, portato avanti da Glori nel corso degli anni. Partito da una pura e semplice intuizione. Quale? Vale la pena
ricostruire passo passo questo straordinario viaggio nel passato, che proprio negli ultimi giorni ha aggiunto un altro, forse
decisivo tassello. Una trama degna del Codice da Vinci di Dan Brown, basata però su solidissime basi scientifiche.

Chissà a cosa pensava Monna Lisa, nel suo sguardo indecifrabile e magnetico, mentre Leonardo Da
Vinci la dipingeva. Dietro di lei si staglia il paesaggio in cui ogni visitatore del Louvre di Parigi vorrebbe
tuffarsi. Uno scorcio della campagna toscana? Fino a oggi sembrava fosse così. Invece no. Si tratterebbe
della campagna di Bobbio. Un piccolo comune in provincia di Piacenza bagnato dal fiume Trebbia e
immerso negli Appennini. Un minuscolo gioiello. Ma di enorme importanza storica. Bobbio è il paese
dell’abbazia di San Colombano, fulcro dell’ordine benedettino per tutto il Medioevo e sede, insieme a
Piacenza, di un’importante diocesi. Persino la televisione lo ha incoronato nel 2019 il più bel borgo
d’Italia.
Il legame fra la più celebre donna dell’arte, ritratta fra il 1503 e il 1506, e il paesaggio che ne fa da sfondo,
corre sul filo delle ipotesi. Ma trova ora riscontri, precisi e supportati, delle peregrinazioni di Leonardo
da Vinci. Il genio. La rivoluzionaria teoria è formulata da una ricercatrice, Carla Glori. Nel dettaglio,
questa la sua constatazione: alle spalle della Gioconda si aprirebbe la suggestiva visuale dell’appennino
piacentino, quella che si può godere dal castello Malaspina Dal Verme. A Bobbio.
Un lavoro, portato avanti da Glori nel corso degli anni. Partito da una pura e semplice intuizione.
Quale? Vale la pena ricostruire passo passo questo straordinario viaggio nel passato, che proprio negli
ultimi giorni ha aggiunto un altro, forse decisivo tassello. Una trama degna del Codice da Vinci di Dan
Brown, basata però su solidissime basi scientifiche.
Ma non spoileriamo. Partiamo dall’inizio. Da quando nel 2010 Carla Glori individua alle spalle di Monna
Lisa il Ponte Gobbo di Bobbio. È un’architettura del tutto particolare, non in piano ma irregolare (per
questo chiamato Gobbo) sorretta da undici arcate, che attraversata al tramonto regala toni e colori
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Laboratorio di Italiano – Prova d’esame – Primo appello autunnale (05/09/2022)

spettacolari. Porta con sé anche una definizione leggendaria. È il Ponte del Diavolo, creato
da Satanasso in persona per spaventare i monaci dell’Abbazia ed evitare che lo attraversassero, portando
nel mondo messaggi di amore e di bene universale.
Ma nella ricostruzione della studiosa anche il Trebbia e l’ampia ansa che forma in quel tratto coincidono
con il paesaggio del quadro di Leonardo. E anche le alture sullo sfondo, simili a quelle della Val Tidone e
degli 836 metri di altezza della montagna nota come Pietra Parcellara. Nel 2015 gli architetti Davide e
Angelo Bellocchi realizzano una serie di ricostruzioni in 3D. Evidenziando 10 punti di riferimento che
paiono confermare le ipotesi.
Tutte queste similitudini non sarebbero però state sufficienti. Bisognava anche collocare Leonardo in
quei luoghi. E di solidi indizi ne sono arrivati a bizzeffe nel tempo. Un articolo della ricercatrice di un
anno fa si era concentrato sui disegni murali del castello Malaspina Dal Verme, dedicati a Galeazzo
Sanseverino, mecenate e amico di Leonardo, che avrebbe supervisionato il progetto. La donna ritratta
sarebbe quindi Bianca Giovanna Sforza moglie del Sanseverino e figlia di Ludovico il Moro. Appunto,
duca di Milano e signore di Bobbio. Non si tratterebbe quindi di Lisa Gherardini, moglie di Francesco
del Giocondo come hanno sempre ritenuto gli studiosi di Leonardo.
Un altro dettaglio importante? Nella sua vigna di Milano Leonardo coltivava la malvasia di candia
aromatica. È una produzione tipica della Val Tidone: lo ha rivelato nel 2015 una comparazione del dna
fatta dall’Università di Agraria di Milano. Nel Cinquecento le merci agricole non viaggiavano con facilità:
più ragionevole pensare che fossero state portate con sé di ritorno da un viaggio. Adesso un nuovo
tassello. C’entrano gli icnofossili, che sono le tracce fossili di impronte di antichi esseri viventi. E c’entra
la scoperta di un gruppo di scienziati guidati da Andrea Baucon dell’Università di Genova e Gerolamo
Lo Russo del Museo di Storia Naturale di Piacenza. Confermano la presenza di Leonardo in località
Pierfrancesco di Gropparello, vicino a Bobbio.
Che cosa scrive Carla Glori? “Gli studi hanno provato che le medesime forme nella pietra sono state
studiate e riprodotte da Leonardo nel Codice Leicester. 1 Dai paleontologi mi è giunta conferma che gli
icnofossili tipici di Pierfrancesco si trovano a Bobbio, raggiungibile facilmente da Leonardo a schiena
d’asino”. E aggiunge: “Che quel territorio fosse di grande interesse geologico per Leonardo lo avevo
scritto nel 2011, ma la recente scoperta pubblicata da Rips, rivista specializzata in geologia di livello
mondiale, ha valore scientifico assoluto”.
Quale che sia la forza della rivelazione, sicuramente dimostra quanta attenzione ancora oggi si concentra
sulla Gioconda, il più celebre dipinto del mondo. Un olio su tavola di 77 centimetri per 53, oggi esposto
al Louvre di Parigi. Con un’esistenza avventurosa, visto che proprio dal Louvre fu rubato nel 1911 da un
operaio italiano, Vincenzo Peruggia. Voleva riportare il quadro in Italia per patriottismo. Due anni dopo
la Monna Lisa fu ritrovata a Firenze e restituita ai francesi.
Alla fine di questo viaggio, torniamo all’inizio. Chi ha decretato per Bobbio l’appellativo di paese più
bello d’Italia? Il comune in provincia di Piacenza ha vinto l’edizione 2019 de “Il borgo dei borghi”, talent
su Rai Tre, una competizione dedicata ai centri più suggestivi della penisola che ha visto ai nastri di
partenza 60 sfidanti.
Leonardo da Vinci era un genio. Forse aveva immaginato anche questo.

1
“Vedesi nelle montagnie di Parma e Piacenzia le moltitudine de’ njchi e coralli intarlati, ancora appiccati alli sassi…..” Leonardo da
Vinci nel Codice Leicester in cui sono riprodotte appunto queste rocce fossili.

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Laboratorio di Italiano – Primo appello autunnale (05/09/2022) – Revisione complessiva

Testo da riassumere: Simona Griggio, Il borgo dietro la Gioconda? è Bobbio: ecco cosa dicono le nuove
rivelazioni della ricercatrice Carla Glori («Il Fatto Quotidiano», 27 aprile 2022)

Osservazioni di carattere generale:

• Un riassunto ben fatto deve essere un testo autonomo: deve contenere tutti i riferimenti al testo di partenza
(autore, data, titolo, sede di pubblicazione, ecc). Non deve contenere deittici o formule come “il testo presentato”,
“questo testo”, “questo articolo”, ecc. e nemmeno formule come “il testo da riassumere”, “il testo in questione”.
• Un riassunto ben fatto deve essere un testo originale: cucire insieme pezzetti di frase del testo di partenza non
significa fare un riassunto… è necessario riformulare con parole proprie
• Un riassunto ben fatto deve contenere tutte le informazioni principali (altrimenti è incompleto) e non deve
contenere le informazioni superflue (altrimenti è dispersivo). Soprattutto, non deve contenere dati o informazioni
che non sono nel testo di partenza (come: opinioni personali, giudizi, commenti, dati ulteriori, ecc)
• Un riassunto ben fatto deve essere breve: il mancato rispetto della consegna (nello specifico: il limite di 250
parole) comporta una penalizzazione

Il testo da riassumere non presentava, in questo caso, alcun tipo di difficoltà linguistica, né ha posto grandi problemi di
comprensione.

I principali problemi incontrati riguardano:

• Coesione del testo. In molti elaborati mancavano elementi di raccordo, come “in seguito”, “quindi”,
“successivamente” o come “inoltre”, “tuttavia”, “pertanto”, “infatti”, ecc. Ne risulta un elaborato completamente
slegato, costituito da una successione di frasi minime.
• Livelli del discorso: era importante far emergere che Simona Griggio riportava le scoperte della ricercatrice Carla
Glori
• Definizione dell'oggetto principale dell'articolo (riguarda le scoperte della ricercatrice Carla Glori sulla Gioconda)
• Scrematura tra elementi superflui e non (l'appellativo di "Ponte del Diavolo" non è un'informazione centrale, ad
esempio; nemmeno l'episodio del furto del quadro)
• Assenza di elementi centrali (in alcuni casi mancava il riferimento ad alcuni degli indizi che concorrono a
identificare in Bobbio lo sfondo del quadro: i principali assenti nei vostri elaborati sono stati gli icnofossili e la
malvasia di candia aromatica)
• Controsensi o fraintendimenti. Es > l'autrice non afferma che da Vinci aveva immaginato che Bobbio sarebbe
stato eletto "borgo più bello d'Italia": la frase finale è un'iperbole per sottolineare la genialità dell'artista; la vittoria
del talent "Il borgo dei borghi" non è conseguenza diretta dell'aver individuato Bobbio nel paesaggio che fa da
sfondo al quadro; ecc.

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