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MECCANICA

STANDARDIZZAZIONE
La standardizzazione o standard definisce dei requisiti sul processo di produzione che non
sempre possono essere sinonimo di qualità elevata. Quindi garantisce un processo controllato,
abbassa il prezzo al consumo, perché si aumenta la produzione e si riduce il tempo di
produzione. C’è maggiore uniformità nella produzione perché sono più specifiche le
macchine utilizzate, e vengono utilizzate macchine tutte uguali, ottenendo prodotti tutti
uguali. Si possono abbattere i costi delle macchine quindi abbattere poi le spese per il
consumatore. Se tutti i prodotti sono uguali possono fare concorrenza sul prezzo.
È quindi principalmente dalla parte del consumatore, però anche dalla parte del produttore,
che beneficia o può beneficiare della standardizzazione. Gli standard sono scritti dalle
aziende stesse e quindi possono essere si dalla parte del consumatore ma non troppo.
Favorisce la concorrenza prevalentemente sul prezzo. Non favorisce lo sviluppo di nuovi
prodotti in parallelo perché essendo fuori standard è disincentivato. Ma viceversa è
incentivato lo sviluppo di nuovi prodotti a cascata; quindi, partendo da un elemento di base
ci costruisco attorno un nuovo prodotto. Non favorisce la flessibilità.
La standardizzazione è quindi un punto di riferimento sulla base del quale fare dei confronti,
uniformare requisiti, coordinare comparti produttivi e controllare i prodotti.
Esistono diversi tipi di standard:
-formali: espressi e scritti su un documento, pubblicati e ratificati da un organismo di
standardizzazione
-informali: conosciuti ma non scritti, quindi a voce, possono non essere né pubblicati né
approvati da un ente o da un’organizzazione
-aperti: specifici, aperti accessibili a chiunque
-chiusi: standard collegati a prodotti brevettati
-proprietari, controllati da una o più organizzazioni
-non-proprietari: non sono controllati, ma sono possibili modifiche
Il bisogno i standard ha portato ad ampliamenti dei mercati che ha portato alla
comunicazione produttori e clienti, dal punto di vista economico, la diffusione degli standard
allarga i mercati e le nuove opportunità di commercio.
Un organo di standardizzazione è la ISO: se lo standard è lo stesso in tutti gli stati favorisce la
vendita di prodotti all’estero e viceversa. Ha come obbiettivi:
-favorire lo sviluppo e la produzione di prodotti e servizi efficienti, sicuri e puliti
-rendere il commercio tra paesi più facile
-dare ai governi delle basi tecniche per la salute e la sicurezza di persone e ambiente
-aiutare il trasferimento tecnologico
-salvaguardare gli utilizzatori di prodotti e servizi
Sono di beneficio per i consumatori anche perché spostano la competizione dal prodotto al
prezzo. Sottostanno a determinati standard hanno una minore flessibilità. L’economia di scala
produttiva, produce, riduce i costi all’aumentare prodotti, viene rinforzata quando si forma
un’economia di scala della domanda, acquista riduce i costi uniformando la domanda.
L’assenza di standard frammenta il mercato e aumenta la possibilità di incompatibilità.
Aumentando la compatibilità si riducono i monopoli.
ASTM: organizzazione degli stati uniti, in america è presente anche ANSI
ANSI: per molti ambiti ha maggior valore, derivante da un istituto privato, vendendo sul
mercato americano nonostante si sia in accordi si devono fare verifiche per vedere se si
rispetto gli standard. Monitora lo sviluppo su base volontaria per prodotti. Coordina
l’omogeneizzazione degli standard americani.
BSI group, servizio internazionale standard inglese per la produzione della metallurgica
pesante, forniscono delle linee guida semplificate per la produzione, incoraggiando i
produttori ad aderire ad una base comune di riferimenti.
DIN è l’organismo tedesco, per la parte meccanica è molto influente la normativa tedesca,
molto forte dal punto di vista politico, anche se hanno un livello di standard magari più largo
rispetto a quello italiano e europeo.
JIS standard usati nelle attività industriali in giappone, influente sulla meccanica di precisione.
UNIM: storicamente è importante a livello di macchine agricole è molto influente. È il primo
ente italiano di standardizzazione.
ISO; IEC; ITU hanno fondato la WSC standard per le telecomunicazioni o sull’elettrica
Qualsiasi ricambio che serve su una macchina viene definita sulla base di qualche standard,
attrezzi attaccati al trattore, ad esempio la presa di potenza: presa come quella elettrica,
modello standardizzato per collegare il trattore all’attrezzo che ci sta dietro, legandolo ad una
presa elettrica, idraulica o meccanica; quindi, presa di potenza e permette di collegare il
pezzo al trattore e trasmettere potenza all’attrezzo.
ISUBUS: impianto di comunicazione che si trova sulla maggior parte dei trattori, linguaggio che
comunica il trattore con l’attrezzo. Ogni volta che si cambia attrezzo si ha un monitor nuovo
adatto. Vantaggio per il produttore ma svantaggio per il consumatore, perché altrimenti si
mette uno schermo per ogni attrezzo l’isobus quindi diminuisce la quantità di schermi
standardizzando uno schermo per ogni attrezzo.
Gli standard iso possono essere classificati:
-TC: ordinati secondo il comitato tecnico per l’aggiornamento degli standard
-ICS: classificati per argomento. Struttura di base per i cataloghi degli standard internazionali,
regionali e per altri documenti.

MATERIALI PER LA MECCANICA


La scelta dei materiali è il risultato di uno studio e una ricerca che coprono numerosi fattori, il
materiale garantisce la massima performance:
-resistenza
-peso
-lavorabilità
-costo
Per la scelta di un materiale:
divisione dei sottoassiemi funzionali -> definizione delle caratteristiche funzionali -> traduzione
delle proprietà, in proprietà fisiche, chimiche o meccaniche -> materiale ottimale.
Ad esempio, se un trattore sta trainando un attrezzo:
-l’attrezzo sta facendo un lavoro
-i cingoli che devono dare lavoro sufficiente deve essere duraturo, di qualità del materiale
quindi resistente all’usura, efficiente che non slitti, distribuzione del peso quindi rigidità
Quando si deve costruire un oggetto o scegliere le parti del trattore, si divide quel sistema in
parti semplici e si devono capire le caratteristiche funzionali che si vogliono e si devono capire
quali sono le parti fisiche derivanti da queste funzionali.
Ad esempio, per la scelta dei materiali di un cacciavite, leggero quindi di bassa densità.
Quindi l’impugnatura in plastica perché ha anche un basso costo e altri vantaggi. La punta
non deve usurarsi quindi durezza molto alta, quindi un acciaio al carbonio o leghe varie.
Esistono 4 classi principali:
-metalli: ferro, acciaio, rame, nickel e titanio
-polimeri: PVS, gomme, PE
-ceramici: cementi, allumina, silice
-compositi: legno, con carbonio, vetroresina
I materiali metallici però sono quelli a occupare una posizione di rilievo nella progettazione e
nella costruzione meccanica.
Materiale metallico coinvolge più tipologie di materiali:
-METALLI: buoni conduttori di elettricità e di calore, non lasciano filtrare la luce, presentano
plasticità e resistenza meccanica in misura variabile.
-NON METALLI: metalli che a temperatura ambiente sono allo stato solido o gassoso, cattivi
conduttori, scarsa resistenza meccanica.
-LEGHE METALLICHE: composti da più elementi, di solito uni di questi prevale sull’altro. La
percentuale di un elemento gli conferisce determinate caratteristiche
Un trattore deve essere si durevole, ma anche deve avere una sua massa, perché la forza che
si sviluppa è collegata a questo. Quindi materiali devono sopperire a due esigenze:
-proprietà meccaniche
-proprietà tecnologiche
I materiali da soli sono difficili da trovare, ma soprattutto la combinazione di materiali diversi
permette di combinare proprietà diverse. LEGHE METALLICHE: un insieme di due o più
elementi, uno almeno dei quali è un metallo presente in quantità preponderante.
I materiali metallici possiedono diverse proprietà:
o CHIMICO: composizione chimica e struttura interna dei metalli, dipendono da
proprietà meccaniche e tecnologiche e interazioni con l’ambiente. Gli atomi disposti in
reticoli ordinati e regolari. Durante un raffreddamento ha luogo una coalescenza del
metallo innescata su più punti detti centri di cristallizzazione. Questi grani cristallini
influiscono sulle proprietà meccaniche, infatti più sono piccoli i bordi dei grani più
resistente è il metallo.
o FISICHE: proprietà verificabili in relazione agli agenti esterni. Densità, capacità termica,
dilatazione termica, temperatura di fusione, calore latente di fusione, conduttività
termica, conduttività elettrica, megnetismo
o MECCANICHE: il comportamento dei materiali quando sollecitazioni da forze esterne.
Le proprietà meccaniche si dividono in: resistenza meccanica, resistenza a fatica,
resistenza ad usura e resistenza a forze concentrate. Esprimono la
capacità di un materiale a resistere alle sollecitazioni dovute
all’azione di forze esterne che tendono a deformarlo.
-RESISTENZA ALLA DEFORMAZIONE o resistenza meccanica è la capacità
dei materiali di resistere alle forze statiche, gancio che tira l’aratro
importante per gli organi in trazione: gancio, ancore, telaio
-RESILIENZA è la capacità dei materiali di contrastare gli effetti delle forze dinamiche cioè gli
urti, tipiche on ancore nella terra se incontrano sassi, capacità di riuscire
a far si che il materiale si ammacchi ma non si rompa quindi in quel
punto poi si concentrano le sollecitazioni. Ad esempio, una presa di
potenza tranciata ha preso inizialmente una botta, e il graffio che si è
creato a forza di avere sollecitazioni in quel punto si è tranciato perché i
accumulano le sollecitazioni. La rottura a fatica avviene tutte le volte,
avviene inizialmente un graffio e successivamente un accumulo di
carico in quel punto. E ad un certo punto si rompe il pezzo. Distruggono le macchine
avvengono sotto carico quindi quando la macchina è in stress e si propaga a tutti gli organi.
-RESISTENZA A FATICA è capacità dei materiali di resistere alle forze periodiche
andamento che si ripete, FATICA+USURA: principale causa di usura delle
macchine agricole, Landini con giri del volano con beccheggio della punta che
va a finire sull’assale delle ruote quindi sugli ammortizzatori delle ruote

-DUREZZA è la capacità dei materiali di resistere agli effetti delle forze


concentrate

-RESISTENZA ALL’USURA capacità del materiale di contrastare le forza di attrito


che si manifestano tra le superfici di contratto strisciamento o rotolamento. Denti dell’erpice
rotante man mano che si utilizzano si usurano e quindi si accorcia, non va troppo bene
abbassare la macchina perché riduce l’efficienza dovuto ad una
maggiore assorbimento di potenza, man mano che l’usura
aumenta perché il suolo friziona. Dente usurato, quindi il dente
spinge in maniera differente; quindi, taglia il suolo ma anche spinge
il suolo, perché l’inclinazione della forza spinge verso l’altro. Più si
usura il dente più diventa instabile l’attrezzo, una componente usurata diventa meno
efficiente e meno stabile, i denti esterni si usurano meno rispetto a quelli interni. Non
riguardano solo un dente, ma tutti i denti presenti nell’attrezzo; quindi, l’instabilità del dente
viene passato a tutti gli organi collegati, ad esempio la presa di potenza si rompe.
Capacità di resistere a sollecitazioni statiche, sollecitazione a trazione, sollecitazione a
compressione, sollecitazioni a flessione, sollecitazioni a torsione, sollecitazioni a taglio
Il modulo elastico è il tratto iniziale della curva, comportamento elastico dei materiali ai bassi
carichi. La tenacità capacità di assorbire energia, spendendola nella sua deformazione.
Rottura di tipo fragile, che si svolge nelle seguenti fasi:
-innesco di una cricca
-propagazione della rottura
o TECNOLOGICHE: subire diversi tipi di lavorazioni meccaniche,
malleabilità, duttilità, colabilità, saldabilità, truciolabilità. L’attitudine
dei materiali a subire diversi tipi di lavorazioni meccaniche
-MALLEABILITà: materiale ad essere trasformato in lamine, a freddo o a
caldo, i materiali malleabili devono avere alto allungamento, bassa
durezza, e bassa resistenza.
-DUTTILITà: l’attitudine di un materiale lasciarsi trasformare
in fili, senza rompersi, a passare per trazione attraverso un foro
-FUSIBILITà e colabilità: l’attitudine di un materiale ad
essere colato allo stato liquido dentro una forma per ottenere un getto di
fusione.
-SALDABILITà: materiale a unirsi facilmente con un
altro, mediante fusione, e aggiunta di materiale d’apporto
-PIEGABILITà: materiale a subire l’operazione di
piegatura

-TRUCCIOLABILITà: l’attitudine di un materiale a subire lavorazioni per


asportazione di trucciolo.

• MATERIALI CERAMICI: derivano per cottura e sinterizzazione di impasti di materiali


argillosi. Fondendosi tra di loro danno origine ad un unico composto, ma per questo è
scarsamente resistenti a sforzi meccanici. Elevata durezza, resistenza all’abrasione e
alla compressione. Poco usati in ambito agricolo
• MATERIALI POLIMERICI: elevata leggerezza, isolamento, lavorazioni a bassa
temperatura, costi bassi. Si dividono in due gruppi:
-polimeri termoplastici, se riscaldati si trasformano in liquido viscoso, comportamento
reversibile
-polimeri termoindurenti: se riscaldati si trasformano in fluido viscoso, comportamento
irreversibile
• MATERIALI COMPOSTI: costituiti dall’unione di più costituenti. Distinti in matrice, fibre e
addittivi

FONTI DI ENERGIA
Il protocollo di Kyoto per cui vi è un obbligo di operare una riduzione delle emissioni inquinanti,
la curva di Hubert rappresenta l’andamento teorico nell’evoluzione della produzione
estrattiva di qualunque risorsa mineraria, incluso il petrolio, esauribile o fisicamente limitata.
Picco di Hubbit → ci si avvale da una curva Gaussiana secondo il quale qualsiasi materiale ha
un aumento rapido di utilizzo dopo la sua scoperta, man mano che aumentano le esigenze
aumentano le tecnologie che servono per la sua estrazione e lavorazione. Si arriva ad un
picco per avere poi un declino con aumento delle tecnologie e diminuzione del materiale.
Le BIOMASSE hanno avuto una fase di rilancio nel settore agro energetico, utilizzati per
concorrere attivamente alla riduzione del fabbisogno energetico ed al contrasto dei
cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili quali i prodotti e i
sottoprodotti derivanti dall’attività agricola.
L’energia di un corpo o di un sistema può essere definita come la sua capacità a produrre
lavoro. L’energia assume diverse forme, e l’unità di misura è il joule= newton*metro

L’energia disponibile sulla terra ha origine da tre sole sorgenti, ovvero:


-solare
-nucleare
-gravitazionale
o L’ENERGIA SOLARE: distinguere quella che ne deriva direttamente e quella che ne
deriva indirettamente, quella direttamente utilizzabile o primaria e quella che deve
subire trasformazioni, deve essere opportunamente trasformata prima di poter essere
utilizzata, ad esempio una parte viene impiegata per produrre energia elettrica.
DIRETTA: Sono di energia solare tutte quelle fonti che traggono o hanno tratto energia
dal sole: direttamente il cosiddetto SOLARE FOTOVOLTAICO (energia elettrica), e il
SOLARE TERMICO (riscaldare i fluidi).
Ci sono anche altre forme che derivano INDIRETTAMENTE dal sole, come le BIOMASSE, si
sviluppano grazie alle reazioni di fotosintesi, che prelevano energia dal sole. Anche l’energia
IDROELETTRICA i bacini idrici di alta quota sono alimentati dalle piogge, che derivano
dall’evaporazione dell’acqua degl‘oceani. I COMBUSTIBILI ORGANICI FOSSILI, dall’accumulo e
dalla decomposizione di organismi vissuti.
o La FONTE NUCLEARE energia che deriva dalle trasformazioni utilizzata nelle reazioni
nucleari di fusione (l’unione di due nuclei leggeri in uno più pesante), e di fissione
(rotture di un nucleo pesante in due nuclei più leggeri). Il nucleo terrestre si mantiene
caldo e fuso è dovuto al calore di decadimento di elementi radioattivi.
o La FONTE GRAVITAZIONALE dovuta all’azione gravitazionale del sole e della luna.
Sono fonti energetiche primarie disponibili in natura senza subire alcuna trasformazione, sono
fonti secondarie una trasformazione di quelle primarie. Alcune fonti sono RINNOVABILI sono
inesauribili oppure l’energia che preleviamo viene reintegrata dai processi naturali in tempi in
cui viene consumata. Anche gli SCARTI LAVORAZIONE e le forme di energia recuperabili in
processi e impianti.
Lo spostamento verso l’utilizzo del gas ha il vantaggio che tra un combustibile solido, un
combustibile gassoso, c’è una scala di priorità:
-gassoso migliore
-liquido intermedio
-solido peggiore
Un combustibile solido per fargli fare combustione si deve dare la fiammella, se
sufficientemente secco prende fuoco altrimenti si soffia, un combustibile solido fa più fatica a
miscelare con l’ossigeno e per riuscire a bruciare deve lavorare con un maggiore eccesso di
aria; quindi, si produce più fumo lungo dove viene buttato via calore, maggiore è l’eccesso
d’aria, maggiore è l’energia buttata in fumi. Passare da legno a pellet o segatura favorisce la
miscelazione tra combustibile e il comburente (aria), il risultato è che in teoria è più efficiente,
brucia meglio e meno fumo, più omogeneo. Per produrre energia riutilizzano sistemi più
efficienti e quindi i gas. Trasportare legna o carbone porta volume maggiore anche inutilizzato
come aria e acqua, quindi difficile ad uscire, nei gas esce rapidamente quindi facile da
trasportare.
Crescita economica della doppia cifra, se l’economia cresce del 10% il consumo cresce del
10%, con l’aumento della crescita economica, cresce anche il consumo. Le percentuali,
quindi, devono essere sempre aggiornate. Il principale utilizzatore di energia in italia, industria,
riscaldamento, trasporto industriale, trasporto civile e agricoltura.
Si è passato dal prevalentemente idroelettrico, rimasta presso che uguale comunque la
quantità di utilizzo, per quanto impattante nell’ambiente, ha un ruolo importante sull’energia,
perché fa da polmone per l’energia di surplus, quindi l’energia idroelettrica prodotta, di
giorno viene utilizzata, di notte l’energia prodotta dalle centrali petrolifere e a gas e che viene
difficilmente utilizzata perché di notte è più basso l’utilizzo, viene usata l’energia in più per
ripompare l’acqua a monte, quindi non viene sprecata, poco efficiente, ma si guadagna il
più possibile di quell’energia. Si guadagna maggiore produzione di giorno l’alternativa era le
fasce orarie. Geotermico principalmente in toscana, limitata a poche zone, eolico in
aumento, l’italia non è una nazione molto ventosa, sulla terra ferma troppi ostacoli, difficili
avere un flusso costante d’aria in prossimità della costa però più fattibile. L’impatto estetico è
qualcosa con cui si deve convivere.
Le fonti energetiche rinnovabili possono essere raggruppate nelle seguenti categorie:
-biomasse, biocombustibili, e rifiuti
-energia idrica
-fonti alternative o nuove

FONTI DI ENERGIA
-combustibili fossili
-fotovoltaico
-idroelettrico
-eolico
-solare termico
-rifiuti solidi urbani
Derivano in qualche modo da energia solare, petrolio: trasformazioni promosse da fotosintesi
accelerati dal sole. Idroelettriche, acqua evaporata dal sole. Derivano tutte da energia
solare, ha un effetto molto alto quantità di energia molto alta ne utilizzano un 2%
-maree
-geotermiche
-nucleare
Energia produce le scorie più pericolose.

BIOMASSE
Organiche di origine biologica in forma non fossile, sia spontanea che coltivata dall’uomo,
terrestre e marina, in generale prodotta per effetto del processo di fotosintesi clorofilliana,
radiazione solare, di acqua e di sostanze nutritive. Biomasse:
-materiali e residui di origine agricola e forestale
-prodotti secondari e scarti dell’industria agroalimentare
-reflui di origine zootecnica
-rifiuti urbani il 30% del cibo viene buttato via. Quindi vi è una spesa inutile se fosse utilizzabile
dal punto di vista energetico avremmo energia e quindi un guadagno.
-alghe e molte specie vegetali
-altre specie vegetali
Capire quali biomasse usare per avere la massima resa, ma se li asportiamo evitiamo di dare
al terreno quindi togliamo sostanza organica e quindi togliamo al suolo le biomasse di scarto:
-abbondanti
-continue
-non dare problemi
Ad esempio la granella di masi ha un buon rendimento ma in competizione con
l’alimentazione, lo scarto di cibo ha queste caratteristiche ma ha altri limiti.
Le biomasse di origine vegetale sono di 4 tipi:
-residui forestali e dell’industria del legno, lavorazioni delle segherie.
-sottoprodotti agricoli
-residui agroindustriali, fonte di biomassa
-colture energetiche sono finalizzate alla produzione di biomasse, erbacee e legnose
BIOMASSE, si distinguono in (produce CO2, il tempo di rigenerazione di biomasse e di
riassorbimento di co2 può esser compatibile con la sua produzione, il petrolio non è
rinnovabile perché il tasso di utilizzo è troppo maggiore rispetto al suo tempo di rigenerazione,
dipende tutto dal TASSO DI UTILIZZO):
• RESIDUI ORGANICI: di cui (scelta eticamente giusta ma difficile da attuare,
maggiormente sostenibile il problema degli scarti è la loro adattabilità a
quell’impianto, quindi qualità, quantità e tempi. Non programmati più grande è
l’impianto meno flessibile è questo)
-forestali: vegetali
-trasformazione tecnologica di prodotti e consumi: alimentari e non alimentari
-agricoli: animali e vegetali
• COLTURE ENERGETICHE: di cui
-terrestri
-acquatiche
Le biomasse utilizzabili ai fini di conversione energetica sono:
-sottoprodotti
-produzioni vegetali su territori non adatti a colture alimentari
-specie vegetali
Dipendono dalla STAGIONALITà: si concentra in periodi di poche settimane la raccolta, la
domanda dei prodotti di trasformazione si prolunga lungo l’intero arco dell’anno. Il
RACCOLTO e il TRASPORTO, gli impianti di trasformazione, asservita una superficie agricola in
grado di approvvigionare la materia prima, l’economicità minore distanza esistente tra
l’impianto ed il baricentro.
VANTAGGI SVANTAGGI
-si trovano in abbondanza -necessarie grandi aree
-fonti rinnovabili -elevati volumi di fertilizzanti ed irrigazione
-convertibile in solidi, liquidi e gassosi -logistica complessa
-sfruttamento zone non utilizzate -problemi di trasporto e stoccaggio
-smaltimento di residui -condizioni ambientali e meteo non
-emissioni complessive di CO2 pari a 0 costante
-umidità variabile

TRE FASI:
-La raccolta e accumulo delle biomasse ha una forte deperibilità e stagionalità. scarti di
lavorazioni del legno sono favoriti
-Preparazione del combustibile, l’umidità influenza particolarmente
-Produzione di energia elettrica e calore, la combustione, la gassificazione la pirolisi, la
fermentazione alcolica e la digestione anaerobica

Eventuale pretrattamento è la via più semplice. Per gli scarti zootecnici, miglioramento perché
si separa l'acqua dalla combustione perché sennò si hanno perdite di H2O per vapore. Se
elimino l’acqua non la devo trasportare in forma liquida ma soprattutto gassosa, è più
semplice da bruciare miglior efficienza.
Processi termici – di solito effettuato con Processi biochimici – di solito effettuato con
piante arboree. Richiedono umidità <30% e piante erbacee. Richiedono umidità >30% e
rapporto C/N elevato >30%. Questo tipo di rapporto C/N <30%. Fanno parte di questo
processo è maggiormente sfruttato. Tra i gruppo la
principali processi si ricorda la gassificazione digestione aerobica degradazione della
partendo da carbonio ottengo monossido di sostanza organica per mezzi di
carbonio + H + altri componenti; microrganismi e ossigeno, che portano alla
la pirolisi che consiste in un processo di formazione di CO2+H2O+en termica.
ossidazione veloce, dalla quale si ottiene Digestione anaerobica trasformazione che
una frazione gassosa + olio + parte solida. avviene in assenza di O e porta alla
Infine la combustione diretta processo formazione di gas metano e CO2 (definito
ossidativo derivato dall’unione di un bio gas) più altri sottoprodotti impiegati in
combustibile + comburente. agricoltura. La digestione può essere mono
La combustione può essere fatta con prodotto di o più tipicamente si uniscono
combustibile solido come pellet, bricchetti e deiezioni + insilato.
cippato oppure con combustibile liquido La fermentazione alcolica si avvale di
come i biocarburanti. enzimi, funghi, batteri e microorganismi.
Si può compiere l’estrazione di oli e la Tramite questo processo per fermentazione
produzione di biodiesel. Il bio-diesel deriva è possibile ottenere il bio-etanolo, grazia alla
dall’esterificazione dell’olio derivante da trasformazione in alcool della componente
colture industriali come la soia, il colza e il zuccherina a partire da scarti di bietola o
girasole. Può essere usato solo in altre coltre come la canna da zucchero. Ha
combinazione con il gasolio, e fino al 30% rendimenti simili alla benzina, a differenza
non si osservano significative modifiche al che la CO2 che si libera nell’ambiente è
motore. Il potere calorifico è inferiore ma ciò minima. Il potere calorifico non è molto alto,
e compensato dalla maggiore densità. E’ viene utilizzato perché bruciando si trascina
dotato di buona combustione. Un problema l’O sfruttandolo durante la combustione e
è rappresentato dal tempo di esercizio più migliorandone . Riesce a bruciare con poca
alte (no temp >11°C), deve inoltre essere aria e la combustione risulta inoltre migliore.
immesso in un motore già preriscaldato con Produce meno luce ma da forza di
gasolio. È dotato di biodegradabilità compressione ai pistoni.
elevata.

I processi TERMOCHIMICI sfruttano il calore, legna e derivati, sottoprodotti colturali di tipo


legnocellulosico, e alcuni scarti di lavorazione. I PROCESSI BIOCHIMICI, ricavare energia per
reazione chimica dovuta al contributo di enzimi, funghi e microroganismi.

-COMBUSTIONE DIRETTA: produzione di calore utilizzare per il riscaldamento domestico ecc.


reazione chimica di ossidazione di combustibile e comburente, alta velocità e forte sviluppo di
energia. Energia chimica in calore. Il problema è l’approvvigionamento della biomassa a costi
contenuti, prezzo di mercato del riscaldamento civile , l’alto tenore di emissioni soprattutto di
co, basso potere calorifico. Le riduzioni del rendimento possono essere risolte con cippatura,
bricchettatura e pellet.
-TRASFORMAZIONE IN COMBUSTIBILI LIQUIDI: particolari categorie di biomasse. I biocarburanti
formare una miscela esplosiva, motori a combustione stato fluido, liquidi destinati al trasporto
di merci e persone, per la produzione di energia elettrica, dove abbiamo: autotrazione dove
in uscita ottengo energia meccanica grande richiesta di risorse, e riscaldamento ma è uno
spreco. Tra i combustibili liquidi abbiamo: semi delle colture oleaginose, ricava l’olio,
fermentazione di biomasse si ricava bioetanolo. BIO-ETANOLO: contiene un ossigeno in più
interno della molecola quindi da un vantaggio durante la combustione, più veloce perché
avviene più facilmente, la fa avvenire anche in carenza di prodotto. Non comporta alcuna
emissione di anidride carbonica netta. BIODIESEL, derivante da oli vegetali grassi ecc, le
miscelazioni con gasolio possono essere utilizzate senza significative modifiche al motore,
problemi nel funzionamento a basse temperature, vi è un aumento dei consumi.
-GASSIFICAZIONE: legno, residui agricoli o rifiuti solidi, da gàs combustibile da utilizzare per la
conversione energetica. Attraverso processi chimici. Conversione di combustibili liquidi o solidi
in gas. Attraverso, combustione, pirolisi e gassificazione. Ha un rapporto aria/combustibile che
impedisce un’ossidazione completa. Funziona bene se so qual è la biomassa nota usata in
entrata
-PIROLISI: trasformazione delle biomasse in una frazione gassosa, liquida oleosa e prodotto
solido. Biomassa bruciata in ambiente chiuso la combustione elimina l’ossigeno e quindi fa
alzare la temperatura, questo fa si che trasformi la biomassa e a seconda della velocità
degrada trasforma in carbone producendo in emissioni gassose e/o residuo liquido.
Quest’ultimo olio pirolitico che è sottoprodotto. Il gas ha un alto contenuto di metano la
biomassa degradata in carbone la temperatura determina ala percentuale per cui vengono
prodotti nella gassificazione senza la produzione di olio.
• DIGESTIONE AEOROBICA: processo biochimico di degradazione delle sostanze
organiche, presenza di ossigeno. Sostanze complesse in altre più semplici, liberando
CO2, e H2O e producendo un elevato riscaldamento. Fonte di energia termica.
• DIGESTIONE ANAEROBICA: biogas prodotto per fermentazione, conversione biochimca
demolizione delle sostanze organiche, opera di microorganismi. Non facile la % dei
componenti del prodotto, scarti sono si ecosostenibili ma non è semplice avere altro
potere energetico lo stesso scarto sempre. Prodotto con qualità 90% metano,
sottoprodotto digestato.

SOLARE
L’energia solare durante l’anno viene immagazzinata sotto varie forme. L’energia solare è
sotto discontinuità, ed irregolarità:
-alternanza giorno e notte
-variazioni della posizione, nel cielo
-dipendenza del coefficiente di trasparenza dell’atmosfera
-le condizioni astronomiche e climatologiche
-la massa d’aria attraversata
La DIFFUSIVITà è responsabile delle differenze dell’intensità di radiazione causata dalle
molecole d’aria, aerosol e vapor d’acqua.
L’ASSORBIMENTO: è rappresentabile con una funzione di discontinuità
L’INTENSITà DELLA RADIAZIONE: dipende dall’angolo di incidenza massima quando incide
perpendicolarmente, l’angolo di incidenza varia durante il giorno e durante le stagioni,
quantità di apporti solari, dipende dalla posizione del sole, dall’esposizione e dall’inclinazione
della stessa.
L’energia solare può fondamentalmente essere impiegata in due modi:
• ENERGIA TERMICA: con collettori solari termici per la produzione di acqua calda. La
conversione diretta dell’energia solare in energia termica acqua calda.
• PANNELLI FOTOVOLTATICI: per la conversione diretta dell’energia raggiante in potenza
elettrica. Convertire direttamente l’energia solare in energia elettrica.

o SOLARE TERMICO permette lo sfruttamento della radiazione solare per produrre energia
attraverso il riscaldamento di un fluido. Un collettore solare assorbe energia solare e la
converte in calore. Inviata ad un fluido termovettore che circola all’interno del
collettore stesso. Tre principali tipologie di collettori solari:
-a bassa temperatura
-concentrazione media
-alta temperatura
1. Il TERMICO SOLARE A BASSA TEMPERATURA: riscaldamento dell’acqua e/o dell’aria,
composto da collettore solare, serbatoio per l’acqua e circuiti di collegamento. Il
collettore solare è una cassa ermetica la copertura è trasparente in vetro e fa si che i
raggi del sole filtrino attraverso fino alla lastra assorbente. La lastra trasmette calore tubi
all’interno dei quali scorre il fluido. Per garantire l’ermeticità tra copertura e cassa vi è
un rivestimento che agisce anche come assorbitore i possibili dilatazioni. È una
superficie scura che cattura energia e riflette quanto meno possibile. La forma di
energia non è portata per conduzione ma viene anche per irraggiamento. Si utilizzano
liquidi speciali ad alto calore specifico, mandato ad uno scambiatore per cedere
calore catturato. Vi è un sistema di pompaggio che muove il liquido per catturare
energia termica e infine lo cede attraverso uno scambiatore, un sistema lamellare
attraverso il quale circola il liquido che intercetta l’acqua da riscaldare.

Sistema lamellare

Sistema lamellare
Il COLLETTORE SOLARE SOTTOVUOTO, tubi in vetro formati a loro volta da due tubi
coassiali chiusi, interno è creato il vuoto. All’interno vi è un fil metallico selettivo alla
radiazione elettromagnetica. Il calore trattenuto dal vuoto viene poi trasferito a
specifici assorbitori di alluminio. È in grado di garantire un maggior apporto energetico
basso irraggiamento o basse temperature. Per aumentarne la potenza è posizionato
uno specchietto che concentra i raggi solari.
Grande potenzialità di sviluppo del solare termico, per il riscaldamento. Coprono fino al 40%
del fabbisogno. È possibile il condizionamento estivo mediante macchine frigorifere,
soprattutto ad assorbimento, utilizzano l’energia termica prodotta per raffreddare acqua da
immettere in impianti per la climatizzazione estiva. I collettori parabolici sono dispositivi di
captazione relativamente sofisticati e costosi.

2. Il TERMICO SOLARE A TEMPERATURA MEDIA E ALTA i collettori a concentrazione sono


pannelli solare termici, sistemi di specchi, per riflettere i raggi. Possono essere:
-LINEARE quando i raggi del sole vengono concentrati su di un segmento di retta. Un fluido
termovettore alimenta una stazione di potenza localizzata centralmente. Il calore è
trasformato in vapore, per far funzionare un generatore elettrico.
-PUNTUALE i raggi concentrati in un punto
I collettori riscaldano il fluido in uscita dal pannello, l’energia termica viene direttamente
inviata agli utilizzatori.
Nei sistemi a TORRE, sistema di specchi riflettono l’energia solare su di un ricettore montato
in cima ad una torre localizzata al centro. Il calore solare è raccolto da un fluido,
accumulo di energia. Le torri solari sono particolarmente adatte alla produzione
centralizzata di energi.
I sistemi a concentrazione PUNTIFORME specchio parabolico seguire il moto del sole, e
riflettente i raggi solari nel punto focale, sistema di fluido vapore.
L’energia termica trasformata in energia elettrica CENTRALI TERMOELETTRICE SOLARI, l’energia
catturata impiegata per trasformare l’acqua in vapore, aziona una turbina accoppiata ad un
generatore di energia elettrica.
Inconvenienti: necessità di un dispositivo meccanico per il moto del sole, lavorazione
sofisticata, la pulizia degli specchi, movimento costoso.

Sistema a torre Sistema puntiforme


collettori
Sistema termoelettrico

Il FOTOVOLTAICO si basa sul principio che se una radiazione luminosa investe un materiale
può, in particolari condizioni, cedere un’energia tale agli elettroni dello strato più esterno da
spezzare i vincoli che li tengono legati agli atomi di origine. Quando i due lati vengono a
contatto si ha una migrazione di cariche negative.

Il principio dell’effetto fotovoltaico viene applicato, quindi una volta esposte alla luce solare
generano direttamente corrente elettrica. Si rivolge in particolare a:
-applicazioni aerospaziali
-applicazioni terrestri
-impiantistica tecnica
Di tutta l’energia che investe la cella sotto forma di radiazione solo una parte viene convertita
in energia elettrica disponibile. L’efficienza massima di conversione è del 10-20%. L’efficienza
dipende da:
-riflessione
-fotoni troppo o poco energetici
-ricombinazione
-resistenza parassite
Possono essere divisi in:
-ISOLATI (stand alone): sono in genere dotati di sistemi di
accumulo dell’energia prodotta. Si accumula l’energia
immediatamente utilizzata, durante le ore di insolazione, sia
l’alimentazione del carico che la ricarica di batterie di
accumulo. Alimenta uno o più carichi elettrici, alimentazione
ai carichi in casi di zone isolate. Per garantire la continuità
d’alimentazione al carico. Si utilizzano accumulatori, l’energia
in eccedenza è usata per la carica delle batterie.
-CONNESSI IN RETE (grid connected): non è provvisto di
sistemi di accumulo l’energia prodotta durante le ore
di insolazione immessa nella rete elettrica. Utilizzano
proprie centrali dal punto di vista concettuale.
L’energia elettrica generata dal processo viene
spedita direttamente alla rete pubblica. Non
richiedono sistemi di accumulo, la presenza della rete elettrica garantisce l’alimentazione.
Assorbe energia nei periodi di maggior irraggiamento, e la restituisce in quello meno
favorevoli. La rete svolge la funzione di polmone.
Si suddivide l’impianto in funzione della possibilità:
-inclinazione fissa
-inseguimento: attivi o passivi, o inseguimento semplice o totale
VANTAGGI SVANTAGGI
-Inesauribilità della fonte -rendimento di conversione non elevato
-assenza di emissioni inquinanti e gas serra -investimento elevato
-non consumo di combustibili fossili
-realizzati in diverse dimensioni

BIOGAS
Fonti di energia rinnovabili a disposizione in un azienda zootecnica:
-SOLARE
-BIOMASSE/EFFLUENTI:
-vegetali: colture erbacee da biomassa o colture energetiche
-animali: biomasse/residui lignocellulosici, effluenti zootecnici che si dividono in palabili,
o non palabili
La digestione anaerobica è un processo biologico, la degradazione di sostanze organiche
(lipidi, proteine) gli enzimi presenti negli apparati digerenti sono gli stessi usati all’interno del
digestore. BIOGAS: prodotto primario della digestione anaerobica.
Miscela di gas:
-metano
-andride carbonica
-gas vari
La trasformazione avviene in tre fasi:
-IDROLISI: degradazione dei composti organici complessi, e formazione di acidi grassi volatili,
chetoni ed alcoli
-ACIDIFICAZIONE: dagli acidi grassi si ha la formazione di acido acetico, acido formico,
biossido di carbonio ed idrogeno molecolare
-METANIZZAZIONE: formazione di metano dall’acido acetico

Non tutti i letami sono adatti alla produzione di biogas, bovini solidi 10% il resto è acqua, meno
di 1 tonellata una parte è metano.
1. conservazione delle biomasse/effluenti
2. pre-trattamento e carico nel digestore
3. digestore
4. sistemi per la raccolta del biogas
5. trattemento e impiego del biogas
6. gestione del digestato

Pre-trattamenti fisico/meccanici avvengono soprattutto soprattutto in presenza di materiali


molto fibrosi come stocchi di mais, paglia o con matrici a lenta degradabilità:
-omogeneizzare e ridurre le dimensioni dei materiai in ingresso
-aumentare la superficie di attacco
-ridurre i tempi di permanenza del substrato all’interno del digestore
Trattamenti:
-biologici
-termici
-chimici
Carico di matrici non palabili, o di matrici palabili
I sistemi di miscelazione interna sono fatti per evitare la stratificazione di materia e
temperatura, agevola il contatto con microrganismi, ridurre sedimentazione, previene
eventuali bolle di gas. Sistema temporarizzato e tarato. I principali sistemi di miscelazione
sono: a pale, ad elica, idraulici. Il motore che aziona tali sistemi può essere: dentro al
digestore, esterno al digestore. La temperatura viene mantenuta costante grazie ad una
rete di scambiatori di calore, che possono essere esterni e interni.
La copertura del digestore funge da raccolta /stoccaggio del biogas che viene prodotta.
Il biogas deve essere purificato, deumidificazione rimozione del vapore acqueo.
Desolforazione rimozione dell’acido solforico, tutte le biomasse contengono zolfo.
Per una maggiore insonorizzazione e sicureza i gruppi di co-generazione sono quasi
sempre assemblati in container. All’unità di co-generazione si accompagna la cosidetta
torcia per bruciare eventuali eccessi di biogas.
L’effluente che deriva viene chiamato DIGESTATO utilizzato come fertilizzante.

La separazione permette di evitare il problema di crosta superficiale. La parte liquida viene


accumulata in vasche

Il biogas viene convertito in biometano, mediante un processo di rimozione dell’anidirde


carbonica chiamato upgrading, associato ad un trattamento di purificazione sudiviso in
piu fasi
POMPE
Classificazione in base al verso in cui l’energia viene scambiata:
-MACCHINE MOTRICI: il fluido che la attraversa cede la sua energia alle parti mobili della
macchina, che la rendono disponibile sotto forma di energia meccanica. Le macchine
motrici idrauliche è solitamente quello di trasferire una determinata portata di fluido ad un
livello pomparlo ad una certa quota, chiamate POMPE. CEDE ENERGIA
-MACCHINE OPERATRICI: assorbe energia meccanica dall’esterno e la cede, attraverso le sue
parti mobili, al fluido che incrementa così la sua energia. Le macchine operatrici compiono la
funzione inversa delle macchine motrici: assorbono energia da un generico motore, e la
trasferiscono al fluido. ASSORBE ENERGIA
In base alle caratteristiche del fluido:
-MACCHINA IDRAULICA: che lavora con un fluido incomprimibile
-MACCHINA TERMICA: che lavora con un fluido comprimibile
In base alla modalità con cui l’energia viene scambiata:
-MACCHINA VOLUMETRICA: opera su volumi successivi fluido che viene periodicamente
rinnovato, la portata varia con la velocità di rotazione. Le pompe volumetriche spostano
volumi di liquido costanti per ogni ciclo di funzionamento, dato che la camera ha un volume
massimo definito e invariabile. si dividono in due sottogruppi: pompe rotative e pompe
alternative.
-MACCHINA DINAMICA: il fluido fluisce continuamente all’interno della macchina, la pressione
dipende dal tipo di macchina. pompe fluido-dinamiche o turbopompe, sono macchine nelle
quali l’energia è trasmessa al fluido in modo continuo attraverso una girante, la quale
impartisce al fluido energia cinetica (velocità), che viene poi trasformata in pressione in una
fase immediatamente successiva, riducendo la velocità.
Le pompe cinetiche possono distinguersi in: assiali o centrifughe.
In base alla cinematica delle parti mobili:
-MACCHINA ALTERNATIVA: con un moto alternativo delle parti mobili
-MACCHINA ROTATIVA: dove si ha una rotazione degli organi mobili
Percorso del fluido:
-MACCHINE ASSIALI: in cui il percorso del fluido di lavoro è mediamente allineato
-MACCHINE RADIALI: in cui il percorso del fluido avviene per lo più perpendicolarmente
all’asse
Le pompe in base a come trasferiscono l’energia al fluido si distinguono vari tipi:
-POMPE CENTRIFUGHE: turbopompe, caratterizzate dal moto rotatorio di un organo mobile
(girante) centrifugo trasferisce energia al fluido. Danno portata al fluido, ma anche pressione
-POMPE ALTERNATIVE: a stantuffo, caratterizzate dal moto rettilineo alternato di un organo
mobile, una pressione sul fluido gli trasferisce l’energia.
-POMPE ROTATIVE: moto rotatorio lento gli organi mobili ruote dentate, lobi, trasferimento
dell0enrgia avviene esercitano portata
PREVALENZA GEODETICA la differenza di quota tra il bacino di mandata e quello di
aspirazione.
PREVALENZA MANOMETRICA la differenza di energia per unità di peso posseduta dal fluido, è
considerata semplicemente uguale alla differenza di pressione del fluido tra mandata e
aspirazione della pompa. La colonna massima di aspirazione è pari a 10 metri con la perdita
di 1 atm, se si aumenta l’altezza non si può più aspirare.
All’interno della pompa può capitare che la pressione si abbassi e l’acqua possa iniziare a
bollire, ma non utile perché le bolle si formano all’interno del liquido. La pressione va così giù
che si formano delle bolle, ma poi se si rialza, queste smettono di formarsi. L’effetto di
risoluzione delle bolle però è traumatico per le pompe perché creano un’onda d’urto, quindi
le bolle che scoppiano creano rumore perché sbattono sulle parti metalliche. Se si ha
un’altezza troppo elevata la pompa aspira aria, e quindi si crea uno strato di aria, ma anche
sotto i 10 metri iniziano a crearsi problemi perché si arrivano a pressioni troppo basse perché si
aumenta la possibilità di far bollire l’acqua. Quindi 4-5 metri è un ottimo compromesso. Il
miglior caso rimane quello di avere la pompa sottobattente, sotto il livello dell’acqua.
La PREVALENZA TOTALE la differenza tra l’energia posseduta dal fluido nel bacino di monte e
nel bacino di valle, considerando anche le varie perdite, una pompa per svolgere la sua
funzione nell’impianto si deve verificare che la prevalenza della pompa sia maggiore o
uguale a quella richiesta dall’impianto.
Tutti i sistemi per la gestione di liquidi possono lavorare o in serie o in parallelo. Il salto di energia
della prima pompa si somma al salto di energia della seconda pompa, quindi somma dei
singoli salti, due macchine in parallelo sommano le portate.
-macchine in parallelo: portata più alta
-macchine in serie: salti di energia più alti
la pressione minima non si manifesta nella sezione di ingresso, ma all’interno della pompa,
dove si hanno forti depressioni; tale depressione minima non può essere inferiore alla tensione
di vapore altrimenti il liquido vaporizza dando cavitazione. L’aumento di tale depressione
viene quantificato tramite NPSH il quale può essere definito come la differenza di pressione in
ingresso e il livello di pressione più basso all’interno della pompa. In generale si può definire
come la perdita di pressione che ha luogo all’interno della prima parte del corpo della
pompa. Questi valori aumento all’aumento delle portata.
POMPE CENTRIFUGHE:
pompe fluidodinamiche che si adattano perfettamente all’accoppiamento con motori
rotanti, costituite da una girante organo mobile, e da organi fissi. Ci possono essere dimensioni
e velocità differenti, se si vuole aumentare la pressione si può aumentare la velocità, stando
attenti perché si velocizza troppo infatti l’acqua non esce dalla girante, rimanendo
intrappolata, si può avere che la componente di energia cinetica è troppo alta e quindi
l’acqua sbatte verso la voluta generando moti vorticosi e non si incanala più l’acqua
generando turbolenze. Se invece il liquido rallenta questo si esprime in pressione, perché
prima genera velocità con la girante e poi genera pressione spingendo fuori l’acqua.
Le macchine dinamiche danno quantità più alta, tanta portata, sbilanciate quindi verso la
portata. Pompe centrifughe, l’acqua entra assiale e esce radiale. Pompe assiali il liquido entra
ed esce assiale. Pompe volumetriche spingono quindi fanno tanta pressione, sbilanciate verso
la pressione.

La pompa per poter funzionare deve essere adescata, deve essere quindi piena di liquido. Si
dispone inserendo una valvola di non ritorno, che permette il passaggio del liquido solo in una
direzione, si fa ruotare velocemente la girante, il fluido viene spinto per effetto centrifugo. La
forza centrifuga avente direzione radiale, crea una depressione, richiamare attraverso la
condotta di aspirazione. Il liquido percorre i condotti della girante acquista energia cinetica
ed energia di pressione. All’uscita della girante il fluido passa nella voluta parte dell’energia
cinetica, trasformandola in pressione. Questa energia permette la risalita del fluido.
Nelle pompe ad alta prevalenza, viene introdotta all’interno un diffusore costituito da una
corona di palette, formano dei condotti divergenti. Trasformare buona parte dell’energia
cinetica in energia di pressione. Prevalenze superiori si ricorre a pompe multiple con giranti in
serie. Per aumentare la portata invece si usano giranti accoppiate con doppia aspirazione e
mandata in comune, la massima altezza di aspirazione ammissibile è di circa 8 metri.
Non potendo cambiare la girante e non potendo modificare la velocità si possono cambiare
il regime di rotazione, anche se in maniera marginale. Modificare le dimensioni delle tubature,
tubi più grandi. Una soluzione per portate più grandi è ridurre il foro di uscita e in quel modo
diminuisce la portata e quindi si aumenta la pressione. Si pompa tutto il liquido e quello in
eccesso lo si rimanda dentro o al serbatoio o al circuito.

B<90: velocità inferiori, portate minori, maggiore pressione, per applicazioni standard vengono
usate queste
B>90: velocità superiori, maggiore portata, pressioni più basse, in questo caso possono
insorgere instabilità
All’ingresso dell’acqua si crea una depressione (pressione assoluta inferiore a quella
atmosferica) per aspirare il fluido è soggetta a delle limitazioni per evitare un fenomeno
dannoso chiamato cavitazione. Consiste nella vaporizzazione locale di un fluido quando si
trova in un condotto, dove vi è una pressione inferiore alla pressione di vapore. Le bolle
trascinate dalla corrente arriva in zone con pressioni elevate collassano. L’effetto è che
colpiscono con violenza le pareti causandone l’erosione. L’aumento della depressione viene
quantificato con un parametro chiamato NPSH è la differenza fra la pressione di ingresso e il
livello di pressione più basso all’interno della pompa. Espressione della perdita di pressione che
ha luogo all’interno della prima parte del corpo pompa. Questo valore aumenta
all’aumentare della portata. Se ha è positiva allo si parla di altezza di aspirazione, se è
negativa altezza di battente sotto il livello di serbatoio.
La massima depressione ammissibile non potrà mai superare circa 10,33m di colonna di
acqua. L’altezza libera di aspirazione per pompe idrauliche operanti con aspirazione in
depressione è in genere al massimo 6-8 metri.
Forma della girante varia in funzione delle prestazioni. Se si considera una generica girante:
-grande portata: richiede ampi passaggi, quindi occorre aumentare l’altezza della
palettatura
-elevata prevalenza: impone forti effetti centrifughe
Forma e dimensioni delle giranti, sono sintetizzate da una grandezza chiamato numero di giri
caratteristico, è il numero di giri di una pompa modello:
-pompe lente: elevata prevalenza e piccola portata
-pompe normali: media prevalenza e media portata
-pompe veloci: piccola prevalenza e elevata portata

Centrifuga: più lunga per accompagnare meglio, numeri bassi per numeri alti uso pale più
piccole. Elicocentrifuga: spinge il liquido per farne entrare il più possibile entra assiale e esce
assiale
MACCHINE IN SERIE: maggiore pressione
MACCHINE IN PARALLELO: maggiore portata
Le pompe a 1 girante raggiungono prevalenze fino a 200 metri. Per avere prevalenze più
elevate si costruiscono pompe multiple. Girante in più serie. La prevalenza totale è data dalla
somma delle prevalenze delle singole giranti.
Per pompe in serie si sommano le prevalente, per pompa in parallelo si sommano le portate

La regolazione è data dalla possibilità di variare la portata erogata da una pompa che è
inserita in un impianto, in due modi:
1. variando il regime di rotazione della pompa, la pompa è azionata da certi tipi di
motore elettrico, motori a combustione interna
2. caratteristica resistente si varia la portata manovrando la saracinesca nella condotta
di mandata.
Le pompe usate per medie portate e basse prevalenze, garantisce miglior resa nella
macchina e quindi un lavoro più efficiente. Le pompe autoadescanti possono essere
realizzate in diversi materiali e leghe metalliche. Riguarda l’alimentazione di impianti idrici,
inoltre il pompaggio di liquidi e liquami fangosi e sabbiosi, questa funzione non richiede il
riempimento della condotta di aspirazione.
POMPE CENTRIFUGHE:
-semplice costruzione basso costo
-portata costante
-bassi costi di manutenzione
-minimo ingombro
-alte prevalenze
-liquidi molto viscosi

POMPE ASSIALI:
direzione assiale per poi uscire ancora con la stessa direzione, basse prevalenze ma grandi
portate, impianti di bonifica, per travasare, grandi liquidi in poco tempo, condensatori.
Siccome l’acqua pesa c’è la possibilità che non spinga in avanti ma continui a girare da
quindi uno stallo, va in rotazione grazie al raddrizzatore, avvengono due accorgimenti,
mettere il raddrizzatore che indica quindi la direzione che deve prendere l’acqua facendo si
che ci sia un migliore rendimento idraulico. L’elica è tutta aperta dando velocità al liquido
ano a mano che la pressione aumenta entrando con le pareti quindi pochi problemi di usura.
È composta da:
-predistributore: impedisce eccessive pre-rotazioni del flusso di ingresso e da sostegno
strutturale assorbendo parte della spinta assiale.
-girante
-raddrizzatore: serve ad eliminare la componente tangenziale della velocità in uscita dalla
girante
-diffusore: tubazione di mandata può essere a sezione crescente per difondere corrente
-albero: collegato il motore di comando
Curve di prevalenza e potenza assorbita si può notare a volte la presenza di un vero e proprio
punto di flesso, che causata dallo STALLO. Diminuire la portata sotto il punto di stallo, la
prevalenza tende ad aumentare. La potenza assorbita ha andamento simile e quindi ne
consegue che la potenza per portata nulla può essere 2-3 volte superiore a quella per portata
nominale. Vanno quindi sempre avviare nelle condizione di massima portata.
POMPE VOLUMETRICHE:
macchine a fluido volumetriche volumi successivi di fluido, a differenza di quelle dinamiche
agiscono sul fluido che con continuità attraversa i vani palari. Da dei volumi fissati di fluido,
mentre quelle dinamiche l’effetto di passaggio è dovuto all’energia fornita al fluido dalle
pale. Forniscono quindi portate che trascurano l’effetto dele perdite. Prevalenze infinite non
sono raggiungibili per i limiti tecnico-strutturali delle macchine
-pompe volumetriche alternative, danno pressione
-pompe volumetriche rotative
ALTERNATIVE: pompe a stantuffo, il pompaggio del fluido avviene mediante il trasporto
periodico di determinati volumi di liquido. Hanno basse portate e alte prevalenze. Usate nelle
presse idrauliche. La pompa è associata ad un elemento in rotazione, tipicamente un motore,
il movimento rotatorio. Il movimento in compressione è permesso da un meccanismo detto a
biella, il pistone ha un percorso di aspirazione quando la pompa aspira si apre la valvola, in
uscita di chiude.
La continuità del flusso è un problema delle pompe volumetriche; quindi, mettere delle
pompe in serie o in parallelo migliora la continuità.
Il diagramma ideale di lavoro di una pompa a stantuffo, con PMI e PMS si indicano
rispettivamente, il punto di morte inferiore e il punto morto superiore. Ovvero le posizioni
estreme dello stantuffo.
-si apre le valvole e viene aspirato il fluido
-fase di compressione
-si apre la valvola di scarico, fase di mandata
-fase di espansione
Il diagramma reale, si discosta perché la comprimibilità seppure
modesta e la non istantanea apertura e chiusura delle valvole. Da
quindi pendolazioni di pressione comporta quindi perdite di
pressione
Particolare tipo di POMPA VOLUMETRICA ALTERNATIVA ASPIRANTE-
PREMENTE è pompe a membrana. Analogo alle pompe a stantuffo,
o membrana deformabile. La membrana è mossa tramite cinematisi
verso l’alto e verso il basso, generare le variazioni alternate di
volume. Pompa adatta a basse portate e basse prevalenze.
Riproducono il funzionamento del cuore, pompe a membrana,
parete in gomma viene premuta e aspirata questa accoglie il
liquido in aspirazione, lo invia alla mandata, e per la presenza di
materiale plastico, funziona con prodotti chimicamente aggressivi.

ROTATIVE: possiedono uno o più elementi rotativi


-pompa ad INGRANAGGI: due ingranaggi ad assi paralleli, il volume
di fluido pompato è quello intrappolato tra i denti e la cassa. Adatte
per liquidi auto-lubrificanti e per prevalenze non elevate, le perdite
volumetriche aumentano notevolmente ad aumentare della
prevalenza.

-pompa a CAPSULISMI: capsulismi con profili in costante contatto.


Considerate come due ruote dentate con due o tre denti, il
volume pompato è tra ingranaggio e casa. Il liquido è
intrappolato tra un lobo e l’altro e viene spito fuori al ritorno. La
quantità di acqua che torna indietro è limitata rispetto alla
mandata vi è quindi una continuità del flusso rispetto ad una
pompa alternativa, vi sono delle sollecitazioni date a tutto
l’impianto finchè non si riempie.

-pompe ad ALETTE: corpo fisso, interno ruota eccentricamente un


rotore. Scanalature radiali fuori escono delle palette tenuta per
strisciamento volume da pompare. Per liquidi che usurano parti
meccaniche, si usano palette, si sfruttano dei sistemi mobili in cui
le parti mobili possono essere soggette ad una parziale usura
senza perdere le prestazioni. L’attrito genera maggiore usura,
mano a mano che l’atleta si usura la molla spinge l’aletta sulla
parete.

La portata teorica è costante mentre quella reali cala leggermente con la pressione per via
delle perdite volumetriche, alle alte pressioni. Il rendimento varia con la viscosità del liquido
pompato. A basso numero di giri lo sforzo è maggiore perché il rendimento meccanico è
maggiormente messo sotto sforzo. In funzione del numero di giri in proporzione aumenta la
portata. Ad alto numero di giri si può comunque avere perdite.
Si possono avere:
Rendimento volumetrico portata della condotta di mandata Q è
inferiore al rendimento della condotta di aspirazione Q+q, dove
q indica la portata persa (qui si ha il 5-10% di potenza persa)
Rendimento idraulico il liquido perde energia
nella’attraversamento del condotto. Di solito si aggira in valori
attorno al 15%
Rendimento della pompa quantifica le perdite di energia che
avvengono all’interno della pompa
Rendimento meccanico quanto foca le perdite di tipo
meccanico
Rendimento della condotta quantifica le perdite di energia che
avvengono nella condotta di aspirazione e di mandata
Rendimento dell’impianto

Per regolare la portatasi può regolare il numero di giri o aumentare la flangia, 1400/1500
numero di giri quindi per regolare la portata, cambio il numero di giri, si può senno cambiare
l’inclinazione mantenendo lo stesso numero di giri. La trasmissione idraulica permette
l’inclinazione in base al numero di giri su una vite, permettendo infinite posizioni. Ognuna da
una portata differente. Con portate molto alte do una pompa assiale, se invece ho
prevalenze alte, do pompe volumetriche, prestazioni intermedie centrifughe. Dal punto di
vista del costo è più semplice la pompa assiale, perché ha parti in movimento ma senza
contatto tra le parti meccaniche funzionamento in generale economico. Poi troviamo la
pompa centrifuga ha una girante che fa un po di tenuta con la voluta, parti in sfregamento
limitatem materiale che non richiede grandi studi.
Una soluzione è quella di utilizzare pompe che diano un movimento in parallelo, costituito da
un numero elevato di cilindri, con un pistone, e uno stantuffo messi in rotazione questa
controllata, pistoni attaccati su una flangia nella parte bassa tende a spingere in basso i
pistoni, mentre nella parte alta dove è più distante tende a far uscire i pistoncini. Con l’olio
quando si allontanano richiamano liquido dentro. Mentre dove scende e avvicina il pistone
esce il liquido. Aspiro a pressioni basse, e spingo a pressioni alte. L’olio spinge in pressione la
flangia.
MACCHINE VOLUMETRICHE MACCHINE DINAMICHE
-rotative o alternative -solo rotativo
-fluido periodicamente racchiuso con -flusso continuo di fluido
volume costante -portata costante
-scambio di energia dato dalla pressione -scambio dato dagli organi in movimento
delle pareti -motore dipendente dalla velocità del
-motore indipendente dalla velocità del fluido
fluido -spinte assiali
-basso rapporto potenza/massa -elevato rapporto potenza/massa
-elevate compressioni, basse portate -compressione bassa, portate elevate
MACCHINE A FLUIDO AERAULICHE
Divide le macchine a fluido motrici dalle macchine operatrici. Nelle macchine operatrici
l’energia meccanica viene assorbita dall’esterno e ceduta al fluido. Le macchine aerauliche
sono macchine operatrici operano un fluido comprimibile (normalmente aria), conferendogli
energia di pressione. Avviene sulla base del rapporto di compressione, il fluido viene
compresso quindi aumenta la pressione e modifica il volume. Macchine aerauliche ha a che
fare con un fluido che ha una densità che è 1000 volte più basse.

Nei VENTILATORI: il basso rapporto di compressione attraversa trascurabili variazioni di massa


volumica. Macchine per il movimento dell’aria, spostare grandi volumi di aria, spostare cose
fondamentalmente leggere. Macchina operatrice rotante, trasmette al fluido che la
attraversa una determinata energia. Es: estrattori di fumo, ricambio di aria nei locali. Possono
essere azionati da un motore elettrico o a comando indiretto si possono avere diverse
tipologie:
-ventilatori aspiranti p1<patm, genera depressione rispetto all’ambiente esterno
-ventilatori prementi p2>patm pompo dentro aria
-ventilatori aspiranti-prementi sia all’aspirazione che in mandata aspira a pressione inferiore a
quella atmosferica e espira a pressione superiore
-ventilatori liberi: senza tubazione

-ventilatore centrifugo una girante palettata e una voluta, il numero di palette è alto perché
l’aria è più facile faccia turbolenze quindi deve essere messa più palette per facilitare
l’incanalamento di aria.

Nelle applicazioni comuni si trova il palettaggio statorico, il motore elettrico di azionamento


può essere inserito direttamente nel mozzo del predistributore, o esterno. Il moto della girante
è trasmesso per una cinghia. La girante può essere libera o contenuta in una cassa, con un
numero di pale variabili.
Risulta necessario regolare la portata d’aria elaborata dal ventilatore, a regolazione
alterando la caratteristica resistente del circuito oppure variando la caratteristica del
ventilatore. Si può regolare:
-resistenza del circuito: in genere agendo su una serranda, problemi di rumore, per portate
elevate
-velocità del ventilatore
-parzializzatore assiale a palette orientabili all’aspirazione
Nei SOFFIANTI: portata di aria media e pressione media non sono molto frequenti
Nei COMPRESSORI: si ha bisogno di avere pressioni alte, macchine volumetriche oppure si può
provare a lavorare con macchine dinamiche ma si lavora sulla velocità della girante
Rapporti di compressione più elevati di quelli che può fornire una soffiante si ricorre a
compressori centrifughi, impiegati per utilizzi industriali quando interessano alti rapporti di
compressione con peso e ingombri limitati anche eventualmente a discapito del rendimento.
Il rapporto di compressione è tale da richiedere velocità periferiche eccessive o quando il
rendimento sarebbe troppo basso si ricorre ai compressori pluristadio. Elementi centrifughi in
serie sullo stesso albero, macchina più stadi per avere pressioni più alte. Difficili da realizzare
perché il fluido è comprimibile avanzando nella macchina la densità aumenta ma il volume
diminuisce devo mettere macchine via via più piccole.

I compressori assiali elevata portata di fluido, contenendo le dimensioni radiali della macchina
a discapito dell’ingombro longitudinale, movimento è parallelo all’asse di rotazione, corona di
pale rotoriche che forniscono energia cinetica e di pressione al fluido e da una corona di pale
statoriche l’energia cinetica in energia di pressione.
L’altezza delle pale può essere ridotta per ridurre la sezione di passaggio del flusso e
mantenere la velocità assiale costante via via che la pressione e la densità aumentano. È
solitamente installato un cuscinetto reggispinta per sostenere la forte spinta assiale.
TURBOCOMPRESSORI
Trasferimento di energia della macchina è una variazione della quantità di moto del fluido
COMPRESSORI VOLUMETRICI
La macchina provoca una riduzione del volume, ottenendo un incremento di pressione
-necessaria presenza delle valvole di aspirazione, e di scarico, comprimibilità del fluido, la
valvola di aspirazione e la valvola di mandata, contemporaneamente chiuse
-maggiori sollecitazioni termiche
-maggiori problemi nella realizzazione
-influenza dello spazio morto
Compressori volumetrici rotativi:
-riduzione del peso e di massa
-possibilità di accoppiamento
-assenza o riduzione delle vibrazioni
-assenza di valvole
-ridotta manutenzione
IRRORATRICI
Le macchine irroratrici per la distribuzione di prodotti fitosanitari rivestono grande importanza:
-IRRORATRICI di pieno campo, per colture erbacee a distribuzione orizzontale, denominate
barre, gli ugelli sono collocati lungo una barra metallica orizzontale
-ATOMIZZATORE colture arboree distribuzioni su singole piante o pareti vegetali verticali
Le componenti fondamentali sono: telaio, serbatoi, pompa, organi di regolazione e controllo
portata, tubi di connessione, rubinetterie, e sistemi id filtrazione. Il telaio dato da profilati
metallici in acciaio e garantisce i componenti fondamentali, procedimenti anticorrosione a
causa dell’aggressività dei prodotti fitosanitari. Barre irroratrici, diverse sezioni, ed ospita gli
organi deputati alla frantumazione della miscela per produrre le gocce. Cosa differente è
trattare una superficie che sia distante 4-5-6 metri, si usa un atomizzatore per proiettare le
gocce su tutta la chioma; quindi, in quel caso va portato con un flusso d’aria, irroratrici
quando ho flussi proiettati, atomizzatori quando parlo di flussi portati, e poi esistono sistemi
complementari.
Fare un trattamento si ricerca un compromesso tra le dimensioni della goccia, piccola da
evitare il gocciolamento ma grande per avere inerzia, per evitare gli effetti deriva, tali per cui
gocce possano essere portate altrove. Le tecniche per portare le gocce alla pianta sono due:
flusso proiettato un GETTO PROIETTATO dei sistemi chiamati ugelli che frammentano le gocce
in prossimità della vegetazione e quelle gocce raggiungono la foglia per inerzia vengono in
qualche modo accelerate, l’acqua arriva in pressione al boccaglio, esce dall’ugello a bassa
pressione e quindi il salto in pressione viene convertito in velocità. Se la superficie è messa
verticalmente quindi gli ugelli sparano in orizzontale. Il flusso di aria per creare l’agitazione
sufficiente perché le foglie siano messe in movimento per poter coprire tutta la superficie.
Il serbatoio è la miscela da distribuire e può assumere forme diverse, dal tipo di irroratrice.
Costruito in vetroresina, materiali plastici, per evitare segregazione all’interno del serbatoio
sono presenti dei sistemi di agitazione della miscela, di tipo:
-meccanico, l’agitazione è assicurata da organi rotanti a palette
-idraulico pompa che immette nel circuito della macchina la miscela lavora a pressione
superiore di quella richiesta agli ugelli
Alcune macchine sono dotate di sistemi di riempimento del serbatoio principale, costituito da
una pompa centrifuga. Macchine più recenti il serbatoio premiscelazione, lavamacchina, un
ulteriore piccolo serbatoio comunemente detto lavamani. Serbatoio di per se è un elemento
leggero, ma avendo dei volumi fino a 2 tonnellate, ha un carico complessivo che può essere
importante tanto più è grande in serbatoio e instabile il trattore. Si ha una pompa di carico,
che molto spesso viene utilizzata anche per mandare il liquido in pressione (pompa invertibile).
Poi si ha una pompa per il ricircolo, la pompa primaria manda il liquido agli ugelli e questo
viene pescato e rimandato al serbatoio per poter mescolare ed evitare sedimentazioni. Al
massimo abbiamo 3 pompe.
La pompa ha la funzione di mettere in pressione il liquido per garantire una pressione e una
portata adeguate la polverizzazione della miscela. Azionata dalla presa di potenza
distribuzione proporzionale alla velocità di avanzamento a controllo meccanico. Oltre a
garantire una pressione e una portata sufficiente ad alimentare gli ugelli, viene
continuamente reimmesso nel serbatoio per garantire che sia mantenuta una corretta
miscelazione alla soluzione. La pompa è dimensionata tenendo conto della portata richiesta
dagli ugelli installati o installabili a cui va sommata la quantità di circolo necessario per
miscelare la soluzione nel serbatoio.
Pompa centrifuga per bassi volumi e basse pressioni, pompe volumetriche impiegate per
sistemi di formazione della goccia, raggiunge pressioni elevate gocce medio piccole. Pressioni
elevate, portata varia in base alla cilindrata.
La pompa a pistoni o membrana, tipo di pompa volumetrica, portata non eccessiva, ma una
resistenza all’aggressività chimica dei prodotti, hanno una membrana che isola le parti
meccaniche dal liquido, serve per avere molta pressione e poca portata, per aumentare si
usano più pompe a membrana in parallelo, queste pompe usano una quantità di liquido in
modo da avere un flusso omogeneo.

La POLVERIZZAZIONE
-getto proiettato tipico di barre irroratrici, più adatte per trattamenti su colture erbacee,
goccioline vengono proiettate nell’atmosfera, circuito idraulico, frantumate da particolari
orifizi, azione meccanica, per pressione o per forza centrifuga. Lavorano distribuendo le
goccioline dall’altro verso il basso sfruttando la pressione del circuito utilizzano forza di gravità
per raggiungere il bersaglio
-getto portato tipico degli atomizzatori tradizionali sono coltivazioni arboree, prodotte dagli
ugelli vengono investite da una corrente d’aria generata da un ventilatore, trasportarle verso
la vegetazione oggetto del trattamento. Lavora in orizzontale o dall’alto verso il basso per cui
l’aria è necessaria sia per trasportare le gocce che per farle meglio penetrare all’interno della
vegetazione
POLVERIZZAZIONE PNEUMATICA sono sistemi di polverizzazione e trasporto
assistiti da corrente d’aria, il liquido nebulizzato, una corrente d’aria
generata da un ventilatore assiale. Il flusso di aria aumenta la
polverizzazione della miscela. Ottima uniformità dimensionale, trattori con
potenze elevate a causa del forte assorbimento del ventilatore assiale.
Per generare le gocce di liquido di hanno diversi ugelli, abbiamo il profilo
venutri, un profilo convergente seugito da un profilo divergente,
generano flussi d’aria a velocità elevate e molto lineare, crea una
depressione asporta gocce dal liquido, c’è un condotto che porta
l’acqua in prossimità questo viene messo in sospensione del flusso d’aria.
Ha un richiamo di energia molto elevato, quindi trattore con elevata potenza.

POLVERIZZAZIONE MECCANICA per effetto


centrifugo viene portato a far girare ad alta
velocità e quindi escono per effetto
centrifugo, tendono ad uscire quando
hanno una dimensione più grande. Pressione
relativamente bassa, tramite un motorino
elettrico ruota ad alta velocità distribuisce il
liquido sulla sua periferia. Il diametro delle gocce in base alla necessità semplicemente
modificando la velocità di rotazione del disco.
UGGELLI PULSATI in cui è aggiunto un interruttore elettrico che varia con la frequenza di
pulsazione, apre e chiude con questo, quindi modulabile, rispetto alla dosatura quindi la
quantità voluta alla foglia. Gli ugelli funzionano o sulla portata d’aria o sul numero di giri del
sistema centrifugo per variare la velocità e quindi si deve farne un flusso d’aria è
un’operazione complessa, quindi si deve rallentare in 20-30 secondi, tempo di percorrenza
50mt. Quindi per poter sopperire a questo si usano gli ugelli pulsati che modificano la
frequenza di apertura per lavorare a portate ben definite.

MACCHINE A FLUIDO: MOTRICI


Una macro classificazione divide le macchine a fluido motrici dalle macchine operatrici.
MACCHINE MOTRICI il fluido che la attraversa cede la sua energia, alle parti mobili la rendono
disponibile sotto forma di energia meccanica. Prelevano l’energia termica ad alta
temperatura da una reazione di combustione. Si distinguono le macchine:
-COMBUSTIONE ESTERNA: il fluido viene riscaldato attraverso uno scambiatore di calore
-COMBUSTIONE INTERNA: il fluido aumenta di temperatura e pressione attraverso una reazione
chimica che avviene al suo interno
Nei motori ESOTERMICI viene utilizzato qualsiasi tipo di combustibile
Nei motori ENDOTERMICI si usano combustibili liquidi o gassosi, rendimenti più alti e ingombri
ridotti, cicli otto o ciclo diesel.
Esistono 4 tipi di trasformazioni:
-ISOBARA: è una variazione dello stato di un sistema durante la quale la pressione rimane
costante
-ISOCORA: variazione di stato a volume costante
-ISOTERMA: variazione di stato a temperatura costante
-ADIABATICA: variazione di stato senza scambio di calore con l’esterno
Altri termini:
-ALESAGGIO: diametro interno del cilindro (mm)
-CORSA: spostamento del pistone fra PMI e PMS (mm)
-CILINDRATA: volume del cilindro (compreso fra i due PM) * n° cilindri
-CAMERA DI COMBUSTIONE: spazio fra il PMS e la testata (è escluso dalla cilindrata)
-PRESSIONE MEDIA EFFETTIVA: pme esercitata sullo stantuffo per effetto dell’espansione del
fluido combusto
CICLO DI CARNOT costituito da due adiabatiche, e da due isoterme. Non è mai stato
realizzato.
CICLO STIRLING: due adiabatiche e due isocore, con recupero del calore
CICLO ERICSSON: due adiabatiche e due isocore, con recupero del calore
Sono considerati cicli semplici scambiano calore con due sole sorgenti termiche, scarsissima
applicazione pratica. È possibile costruire macchine in cui avvengono trasformazioni che con
ottima approssimazione possono essere considerate isobare, adiabatiche o isovolumiche

I cicli termici sono basati su 4 tipi di trasformazioni. I fluidi adottati, l’aria e l’acqua in alcuni casi
a gas si adotti l’elio o l’anidride carbonica. Motori a combustione interna, all’aria si aggiunge
un combustibile e la combustione avviene all’interno del fluido che produce lavoro
meccanico. Viene sottoposto a combustione, produce gas, incendiandosi scintille scoccate,
o per effetto del calore trasforma in gas che si espande e spinge verso il basso il pistone. Il
fluido in espansione genera lavoro meccanico, grazie al manovellismo di spinta biella-
manovella, e alla catena cinematica che trasferirà alle ruote il moto rotatorio ottenuto
all’uscita dell’albero motore. Segue il CICLO SABATHè.
• CICLO OTTO:
come combustibile una miscela aria-benzina

Fase di ASPIRAZIONE: il pistone si sposta dal punto morto superiore PMS al punto morto inferiore
PMI. Tramite trasformazione isobara, ottiene l’ammissione della miscela gassosa attraverso il
condotto. Avviene la chiusura della valvola di aspirazione, avviene la fase di compressione, il
pistone si sposta dal PMI al PMS. Trasformazione adiabatica il volume diminuisce, la
temperatura T e la pressione aumentano il pistone raggiunge il PMS la miscela viene
compressa nella camera di scoppio durante tale fase entrambe le valvole rimangono chiuse.
Avviene poi la fase di SCOPPIO mediante un isocora, scoppia la scintilla tra gli elettrodi e la
candela, la miscela si incendia, il calore sviluppato farà aumentare pressione. Avviene poi la
fase di ESPANSIONE mediante una trasformazione adiabatica, il pistone spinto dall’elevata
pressione, si sposta dal PMS e al PMI volume, aumenta espansione che terminerà quando il
pistone raggiunge il PMI. SCARICO in due fasi: isocora e isobara, il pistone è fermo al PMI, la
valvola di scarico è aperta. FASE DI SCARICO FORZATO si completa lo scarico dei gas
combusti, il pistone si porta dal PMI al PMS, la pressione uguale a quella esterna. Utilizzano
benzine iniettate nel pistone dopo essere stati miscelati con aria, secondo proporzioni
determinate.

• CICLO DIESEL
A quattro tempi ampiamente utilizzato nella trazione terrestre, motore diesel a 4 tempi:
-l’esplosione della miscela non è comandata dalla scintilla provocata dalla candela, bensì
dall’autoesplosione
-il pistone comprime solo aria e non una miscela di aria+combustibile
-la combustione avviene mediante una trasformazione
-rapporti di compressione sono più elevati consentire l’autoaccensione del combustibile, i
compressione più elevati permettono un rendimento più alto
FASE DI ASPIRAZIONE il pistone si sposta dal PMS al PMI. Si realizza teoricamente mediante una
trasformazione isobara l’immissione dell’aria a seguti dell’apertura della valvola di aspirazione.
FASE DI COMPRESSIONE si sposta dal PMI al PMS mediante un adiabatica, il volume diminuisce,
temperatura e pressione aumentano. L’ineizzione del combustibile per effetto dell’aria ad alta
temperatura e pressione e incendia spontaneamente.
Il carburante attraverso una trasformazione isobara si brucia gradualmente mano a mano che
viene inniettato. Il pistone ha gia iniziato la sua corsa verso il PMI. Terminata la combustione
inizia l’espansione adiabatica. Il pistone spinto dall’elevata pressione si sposta dal PMS per
terminare lo spostamento al PMI. Avvine lo SCARICO SPONTANEO, trasformazione isocora
pistone fermo al PMI la valvola di scarico è aperta, SCARICO FORZATO, isobara in cui si
completa lo scarico dei gas combusti attraverso l’apposito condotto. Dal PMI al PMS.
Il motore diesel fa meno giri quindi ha una vita più lunga, rapporto tra i due volumi prima e
dopo l’inniezione, questo valore ha un risultato che è maggiore di 1. Quindi il rendimento
viene abbassato, ma i rapporti di compressione sono più alti quindi nella pratica i rendimenti
sono molto più alto. A parità di giri si esprime più potenza, esprime la stessa potenza di un
benzina, pur andando a un regime più basso.
POTENZA=COPPIA*VELOCITà ANGOLARE
Confronti tra ciclo otto e ciclo diesel:
-pme otto> pme diesel
-n otto > n diesel (coefficiente di riempimento)
-Pu otto > Pu diesel
-minore peso del motore otto a parità di potenza
• CICLO SABATHè
Ciclo termodinamico per i motori di combustione interna nel quale la combustione avviene in
parte a pressione costante ed in parte a volume costante. Diesel lento, combustione a
pressione costante, l’autotrazione usano diesel veloci. I motori agricoli usano il ciclo diesel
veloce, a 4 tempi. Stessa categoria di motori utilizzati per l’autotrazione, contraddistinti da
velocità di rotazione, inferiore a 5000 griri. Meno giri al minuto quindi meno usura dei pezzi.
Il rendimento del ciclo otto è maggiore del rendimento del ciclo diesel. Nella pratica il
rendimento del ciclo Diesel è maggiore non avendo problemi di autoaccensione, rapporti di
compressione più elevati. 50% sabathè, rispetto a 37% del ciclo otto.
Ciclo otto raggiunge il valore più elevato di pressione e temperatura, scarica minore quantit di
calore a bassa temperatura. Ha quindi un rendimento migliore. Rendimento miglioe è quindi
data da valori più alti possibili di pressione e temperatura, dando ai gas molta espansione.
• MOTORE A 2 E 4 TEMPI
Nel motore a 4 tempi il ciclo viene completato in 2 giri dell’albero motore, e perciò in 4 corse
del pistone (2 salite e 2 discese). Corsa il pistone si muove verso il basso o verso il punto morto
inferiore e ,mentre ciò avviene il fluido (aria+combustibile) viene aspirato nel cilindro. Seconda
corsa corre verso il PMS comprimendo il fluido, terza fase il pistone spinto dai gas prodotti dalla
combustione torna a dirigersi verso il PMI, nella quarta il pistone per effetto inerziale dovuto
alla fase precedente torna verso il PMS e nel suo movimento provoca lo scarico del gas.
Motore a 2 tempi viene completato in 1 giro dell’albero motore e perciò in 2 corse del pistone,
con pistone posizionato presso il PMS, momento nel quale avvengono l’accensione, la
combustione e l’espansione, correndo verso il PMI, hanno luogo lo scarico dei gas combusti e
l’inizio dell’immissione del nuovo fluido. Secondo tempo la risalita del pistone verso il PMS, si
completano lo scarico, l’immissione e la compressione del fluido.
Non hanno valvole, ma luci di aspirazione e di scarico, il pistone apre e chiude durante le
corse del cilindro. Dando mento moti inerziali, motori molto più rapidi nel salire di giri.
Termodinamico non variano molto, precompressione.
Un motore a 2 tempi a parità di cilindrata, regime, peso e ingombro di un motore a 4 tempi
erogherà una potenza doppia. Il rendimento volumetrico di un motore a 2 tempi è
nettamente inferiore a quello di uno a 4 tempi. Un motore a 2 tempi consuma 50% in più
rispetto a uno a 4 tempi.
La potenza dipende dal rendimento, potere calorifico, volume del cilindro, numero totale dei
cilindri e da ciò che serve per regolare la potenza premendo sull’accelerazione si accelera il
numero di giri.
La rappresentazione del grafico di un ciclo a 2 tempi è quella a 4 tempi senza la linea bassa. Il
motore a 2 tempi non ha le valvole, non ci sono più l’albero e la cinghia di trasmissione per
muovere le valvole. Perde dei pezzi quindi pesa molto meno.
Il movimento è controllato dalla dinamica del cilindro e non dal controllo di organi meccanici.
I pistoni sono più leggeri dinamica più facile, velocità o rallentamento più facili e con meno
inerzia, quindi con masse inferiori e quindi più facili da far salire e scendere più volte e quindi in
grado di girare a più giri motore.
Siccome potenza è uguale a coppia per velocità angolare se io aumento la velocità di
rotazione sacrifico la coppia.
Un motore che ha poca inerzia è facile da accendere ma è anche facile da far morire. Su un
trattore io ho bisogno che il motore non muoia però se muore richiede molta potenza per farlo
partire.
Mettere un 2 tempi su un trattore significa avere meno coppia e molta meno inerzia. Si
potrebbe fare se riducessi la velocità di rotazione con qualche trasmissione però questo
abbasserebbe notevolmente i rendimenti.
Anche mettere un 2 tempi lento sarebbe un problema perché quando entra il gas nuovo il
gas di scarico non esce subito istantaneamente e può essere che il gas nuovo che entra esca
direttamente seguendo il flusso del gas di scarico quindi mi provoca gas incombusti.
Il motore a 2 tempi ha rendimenti molto più bassi perché non brucia bene. Rendimenti più
bassi, perchè brucia male e non svuota bene.
Un motore a 2 tempi dovrebbe avere tutti i cicli utili quindi produrre il doppio della potenza di
un 4 tempi a parità di giri, ma nella realtà produce un 30% in più di potenza dovuto al fatto
che ha rendimenti utili minori.
Per massimizzare la potenza erogata da un motore di cilindrata prefissata bisogna
massimizzare la pme:
-aumentare il più possibile il rendimento utile
-aumentare il più possibile la densità dell’aria all’aspirazione, incrementare la quantità d’aria
comburente
-aumentare il più possibile il coefficiente di riempimento
-utilizzare combustibili con elevato potere calorifico Hi e bassa dosatura
Differenze:
-peso e dimensioni di un 2 tempi inferiore, meno pezzi, meno ingombri e minori costi di
produzione
-4 tempi maggiori masse, maggiore inerzia dando maggiore freno motore,
-motore 2 tempi più leggero maggior potenza specifica, scoppio della miscela ad ogni giro,
freno motore assente, alti regimi consuma molto di più
-distribuzione del 2 tempi data dal pistone, nel 4 tempi dalle valvole
--4 tempi combustione completa, minori consumi

dove ηu rappresenta il rendimento utile della potenza trasformata in potenza utile rispetto la
potenza totale, mb è la quantità di benzina o gasolio che si dimensiona su un coefficiente α il
quale rappresenta il rapporto di dosatura massa aria che viene unito alla massa di benzina, il
quale può essere scritto come α=(ma/mb). Hi è il potere calorifico che nella benzina assume
valori di 44Mj/Kg e riesce a produrre più potenza, mentre nel gasolio è di 42.5 Mj/Kg. Il
coefficiente i indica il numero dei cilindri; n rappresenta il numero dei giri, nel caso dei motori a
2 tempi si avrà n=2, mentre per un motore a 4 tempi sarà n=1 (solo la metà producono
energia), mentre m è la massa d’aria. L’energia è prodotta ad ogni ciclo, per sapere la
potenza moltiplico per il numero dei giri al secondo.
I rendimenti termici e meccanico e il grado di riempimento variabile in funzione della velocità.
Ci sono diversi tipi di rendimenti:
-rendimento termico: lungo lasso di tempo intercorrente fra un accensione e l’altra.
-rendimento meccanico: aumenta ai bassi regimi e diminuisce a quelli elevati. A velocità
elevate aumentano di numero dell’unità di tempo, pistone e di tutte le altre parti. Dissipazione
di calore per attriti i,pieghi di energia devoluti per le masse in moto.
MOTORI ASPIRATI nei motori compressi il fluido viene spinto a pressione dentro il cilindro. Una
turbina azionata dai gas di scarico, il dispositivo pompante viene definito turbocompressore.
Viene immessa più aria perché questa viene compressa a forza nello spazio disponibile e si
parla di sovraalimentazione. Combustione completa del combustibile. Con aumenti di
potenza. L’intercooler scambiatore termico, aria o acqua, combustione interna
turbocompressi per raffreddare l’aria in uscita, prima dell’ingresso del cilindro. Raffreddando
l’aria aumenta la densità ottenendo una potenza più elevata.

La COPPIA cresce con la velocità di rotazione fino a raggiungere un massimo al cosiddetto


REGIME DI COPPIA MASSIMA, diminuire al crescere della velocità. POTENZA si ha in genere un
andamento crescente fino al regime di coppia massima, crescono sia la coppia che la
velocità, superato tale regime la potenza aumenta ancora. Il massimo in corrispondenza del
regime di potenza massima, la potenza diventa decrescente. Accensione per compressione,
la regolazione è effettuata direttamente sulla quantità di combustibile iniettata. La coppia
seguirà un andamento costante in funzione del numero di giri. La coppia è la capacità di un
motore di superare resistenze.
La coppia erogata dal motore della trattrice, poiché il cilindro molto più grande consente sia
l’immissione di molto più fluido attivo. Adozione di manovelle molto più lunghe.
Si possono distinguere tre condizioni particolari di funzionamento:
-MASSIMA POTENZA: aumento del momento resistente fa
rallentare il motore, la coppia motrice aumenta sodisfare alle
nuove esigenze
-MEDIA POTENZA: piccole variazioni, motori diesel, la coppia
motrice ha piccole variazioni, più instabile, e l’equilibrio può
venire raggiunto solo con scarti di velocità
-BASSE POTENZA: variazione della coppia resistente, il motore
reagisce con variazioni della coppia motrice, è instabile, il cambio serve ad adeguare la
velocità di rotazione dell’albero motore.

La curva di potenza dipende solo dal numero di giri. La coppia che io fornisco alla ruota
cambia in basse alle marce. In prima poca velocità tanta coppia, seconda meno, più alzo la
velocità più le ruote girano veloci più abbasso la coppia. La potenza è la stessa ma cambia la
coppia. Motori sono macchine volumetriche, alternative, volumi finiti in modo alternato
ELASTICITà si intende la capacità di un motore di superare resistenze. Trattrici con cambio
meccanico aumenta la durata del motore e della trasmissione, facilita il lavoro del
conducente, nelle arature la resistenza del terreno è spesso variabile motore elastico è molto
utile e comodo.
Un motore dovrebbe operare al 70-80% del regime massimo di giri:
-carichi ridotti occorre scegliere la marcia più alta possibile
-pieno carico occorre operare qualche centinaio di giri sopra il regime di coppia.

VANTAGGI DIESEL SVANTAGGI DIESEL


-maggiore rendimento globale -maggiore peso strutturale
-regolazione riduce drasticamente le -minore regime di rotazione
perdite per l’aspirazione dell’aria, la -ruvidità he genera rumori, vibrazioni
regolazione avviene direttamente tramite
il combustibile
-combustibile più povero

Applicazioni dei motori:


-OTTO 2T: cilindrata e potenza modesta, cilindri da 1 a 4, motoseghe, generatori,
-DIESEK 2T: motori di elevata cilindrata e potenza con modesti giri di rotazione, locomotive
-OTTO 4T: motori veloci per automobili ed autocarri
-DIESEL 4T: motori veloci per automobili e autocarri e motori a elevata potenza e alto numero
di giri.
ESSICAZIONE
Molti prodotti per essere conservati senza incorrere in processi degenerativi, sottoposti a
processi di stabilizzazione. L’ESSICAZIONE un’operazione che corrisponde alla separazione
della fase liquida da quella solida. Rapporto tra il contenuto di solido e di liquido nel prodotto
ottenuto. Valori più bassi del rapporto evaporazione. L’essicazione è un processo complesso
che si basa sull’equilibrio igroscopico, stabilirsi naturalmente fra l’umidità relativa dell’aria e
quella del prodotto. L’operazione finalizzata a trasferire una fase liquida da una fase solida ad
un’altra.
Trasferimento di liquido da un solido umido ad una fase gassosa, resa essiccativa. In condizioni
di temperatura e pressione. Il rapporto fra la massa di vapore contenuta nell’aria e quella
corrispondente alle condizioni di saturazione, danno l’umidità relativa percentuale. La
pressione parziale del vapore è inferiore alla tensione di vapore dell’acqua contenuta nella
granella.

L’acqua da evaporare è:
-ACQUA DI IMBIBIZIONE: presente nelle cavità o sulla superficie del prodotto
-ACQUA CAPILLARE: acqua di vegetazione libera, localizzata all’interno del seme nei macro e
micro capillari
-ACQUA DI COSTITUZIONE: assorbita sulla superficie esterna delle cellule
Le prime due sono facilmente eliminabili, mentre quella di costituzione è più difficile da
eliminare.

-la DIFFUSIONE dell’acqua dall’interno delle cariossidi verso la parte esterna


-L’ASSORBIMENTO di quest’acqua da parte dell’aria che circonda le cariossidi
-L’EVACUAZIONE dell’aria umida verso l’esterno della massa del prodotto da essiccare
I metodi di essicazione possono essere classificati a seconda della modalità di trasferimento
del calore

Per l’asportazione dell’acqua, esistono metodi di essicamento termici e non termici


L’essicamento termico rimane la metodica più usata, gli scopi dell’essicamento sono:
-riduzione del volume e del peso di un materiale
-aumento della stabilità chimica e microbiologica del materiale
-facilitazione della macinazione
Processo molto complesso caratterizzato da due:
-trasporto di calore, caratterizzato da un flusso termico, provoca l’evaporazione dell’acqua
-trasporto di materia, un flusso di acqua che si muove attraverso la matrice solida
Processo di essicamento dipende essenzialmente dalle velocità di due fenomeni, influenzata
dalla velocità del processo
L’essicazione per via termica può avvenire a temperature basse:
-l’essicazione a BASSE TEMPERATURE è nota come liofilizzazione
-l’essicazione a TEMPERATURE ELEVATE coinvolge l’uso di mezzi essiccativi caldi e secchi
Il calore è scambiato secondo le diverse fenomenologie di trasporto nei tre modi:
-CONDUZIONE
-CONVENZIONE
-IRRAGIAMENTO
Inizialmente si ha la rimozione dell’acqua superficiale, sottoforma di vapore, attraverso il fim di
aria che circonda l’alimento, il movimento dell’acqua all’interno del solido dipende dalle sue
caratteristiche fisiche. Si ha uno scambio di calore sensibile tra l’alimento ed il mezzo essicante
(aria calda) per effetto del quale la temperatura del solido aumenta, fino a raggiungere le
condizioni stazionarie.

Tratto A-B velocità costante in cui il calore fornito dall’aria è assorbito dal solido come latente,
la velocità di essicazione è data dalla velocità con cui il vapor d’acqua, attraversa la
pellicola di aria. Stadio a velocità costante termica quando è raggiunto il contenuto di
umidità critica (punto B). l’acqua ancora presente nell’alimento non è più di tipo superficiale.
Superata l’umidità critica la velocità diminuisce (tratto B-C) la rimozione dell’acqua è più
lenta, il trasporto di materia è di tipo diffusivo, deve risalire dall’interno. Di disidratazione si sta
spostando verso il centro dell’alimento.
L’acqua può muoversi:
-CAPILLARITà: l’alimento ha struttura porosa
-DIFFUSIONE IN FASE LIQUIDA: nel movimento di particelle di liquido da una regione del solido
a maggior concentrazione di umidità verso una regione a concentrazione minore
-DIFFUSIONE IN FASE VAPORE: vapore attraverso gli spazi all’interno della struttura
dell’alimento.
Il punto C condizioni di equilibrio e la velocità di essicamento diminuisce sempre più
rapidamente. Il processo di essicamento termica solido raggiunge il valore di equilibrio. La
parte più lunga dell’operazione di essicamento. Il fattore che controlla la velocità del
processo è il trasporto di materia. Diffusione in fase liquida potrebbe essere il principale
meccanismo di trasporto dell’umidità all’interno del solido. Secondo tratto meccanismo più
importante potrebbe risultare la diffusione. Dipendono dala temperatura e dalle dimensioni.
Nella CONVEZIONE il calore viene trasferito da un punto all’altro di un fluido attraverso
miscelazione di porzioni
Nella CONDUZIONE il trasferimento di calore avviene per contatto diretto
Nell’IRRAGGIAMENTO il trasferimento di calore è tra parti non in contatto mediante radiazioni
elettromagnetiche
I metodi per EVAPORAZIONE dubbio i più diffusi, più semplici e in definitiva i più economici. La
velocità dell’essicazione, almeno nel primo periodo, sarà tanto maggiore quanto maggiore
sarà la velocità di circolazione.
• METODI ESSICAZIONE:
-ESSICAZIONE AL SOLE: essicazione al sole è il mezzo di essicazione più economico. Consiste
nell’esporre al sole e all’aria gli alimenti, per un lungo periodo di tempo, standard di igiene
non rispettati, non è un processo controllabile, lunghi tempi
-ESSICAZIONE A LETTO MOBILE: il prodotto
umido scorre lungo dei piani in movimento
continuo. Avviene per convezione e in parte
per conduzione. Lavorare su flussi continui:
-costi dei macchinari relativamente alti
-processate quantità di materiale basse
-ESSICAZIONE A LETTO FLUIDO: l’aria calda è
inviata dal basso e fatta passare attraverso un
letto di particelle, forze gravitazionali,
sospensione. La fludizzazione si massimizza la
superficie di scambio. Dall’alta velocità dell’aria.
Gli inconvenienti degli essiccatori a letto fluido:
-il notevole ingombro
-la discontinuità del sistema
-i lunghi tempi di essicamento
-l’efficienza termica limitata
-perdita di prodotto
-fenomeni ossidativi
-temperatura non uniforme
L’aria è un eccellente supporto del vapore acqueo e la quantità d’acqua dipende dalla sua
temperatura e pressione. Si lavora a pressione atmosferica. Se l’aria non viene tolta dalla
massa da essiccare nella misura con cui essa si satura. Accelerare la diffusione dell’acqua
specialmente quella capillare. Occorre riscaldare la massa. È importante:
-la temperatura di essicazione
-determinare il volume specifico dell’aria

Nel diagramma di Mollier:


-la temperatura è rappresentata dalle linee pressochè orizzontali °C
-l’umidità relativa è data dalle linee curve isoigrometriche %
-l’umidità assoluta è data dalle linee verticali g H20/ kg aria
-l’entalpia kcal/kg
Dal diagramma di Mollier è possibile conoscendo temperatura, umidità determinare la
quantità di acqua da asportare dal prodotto, risalire al volume complessivo di aria da
introdurre nella massa per effettuare l’essicazione. Tali da ritenersi approssimati e sottostimati.
Incide molto il sistema di rimescolamento del prodotto, alle perdite di energia va aggiunta la
riduzione dovuta al fatto che l’aria all’uscita difficilmente raggiunge la saturazione. La
condizione di base è quella per la quale un equilibrio fra velocità di evaporazione e velocità
di migrazione dell’acqua all’interno della cariosside.

Per fare un bilancio termico completo:


-PORTATA DI ARIA erogata dal ventilatore.
-QUANTITà ORARIA di acqua evaporata Ca
-CALORE ORARIO SVILUPPATO NELLA COMBUSTIONE
Nf rendimento del forno
Nc rendimento del contenitore
Ne rendimento della trasformazione dell’aria nell’evaporazione
Il consumo termico è l’elemento che caratterizza un impianto di essicazione, consente di dare
un’indicazione della quantità di acqua che si può evaporare conoscendo le calorie generate
dall’impianto di riscaldamento. Le energie richieste possono essere quantificate in termini di
consumi medi di gasolio (kg/t) per essiccare una t di granella umida

ELEMENTI COSTRUTTIVI DELLE MACCHINE


Vi sono diversi tipi di elementi costruttivi che costituiscono la base delle principali macchine
coprendo di volta in volta ruoli ed importanze diverse:
-cuscinetti
-ruote di frizione
-ruote dentate ed ingranaggi
-ruote e flessibili: cinghie, funi e catene
-variatori di velocità
-giunti
-innesti
-freni
-sistemi articolati
-camme
-meccanismi a moto intermittente
-meccanismi unidirezionali
In generale i meccanismi più importanti sono:
-COPPIA INFERIORE, guide cuscinetti, viti ecc, non vi è una reale trasmissione di potenza o non
vi è trasmissione di moto relativo
-TRASMISSIONE DI POTENZA, ruote lisce, dentate, flessibili, meccanismi con funzioni differenti sia
dal livello di potenza che possono trasmettere che dalle variazioni che impongono alle
variabili della potenza. L’elemento importante è il fatto che tra ingresso e uscita vi siano
movimenti relativi, quelle in ingresso sono diverse da quelle in uscita.
-TRASMISSIONI PER MOTO VARIO, sistemi articolati, camme, sono utilizzati nella costruzione di
macchine automatiche, in grado di realizzare movimenti complessi. Trasmettono velocità con
movimenti irregolari.
Tra le coppie inferiore rientrano:
-GUIDE E SUPPORTI: sorreggono elementi in movimento lineare o rotatorio, e vincolano la
posizione degli assi in movimento, scaricano a terra le forza che si esplicano sugli alberi.
Sviluppano notevoli attriti
-CUSCINETTI: componenti meccanici che fungono da supporto per componenti rotanti come
gli alberi. L’elemento rotante può essere schematizzato come una trave e i cuscinetti come
vincoli.

CUSCINETTI:
attrezzi per cui il movimento relativo e una parte importante dell’attrezzo. Dischi, elementi
dentati, ruote, altri appoggi, altri elementi nascosti ovvero elementi in rotazione, quella che è
la nostra richiesta è che vi sia la minor perdita possibile di potenza e di energia negli elementi
di contatto che consentono la rotazione. Usiamo i cuscinetti per minimizzare la dissipazione di
energia che deriva dai collegamenti, perché se fornita dal motore meno energia viene
dissipata tanto più è efficiente il sistema, il gasolio che utilizzo viene sfruttato tutto, tanto
minore è l’energia dissipata nel caso di elementi passivi, tanto più è efficace la rotazione e
quindi minore è l’effetto franante. Si muovono in rotazione libera e si riduce lo strisciamento e si
favorisce il rotolamento del disco nel suolo.
Cuscinetti sono parti di macchina per sostenere i perni e gli alberi, permettendone la rotazione
col minimo attrito possibile. Possono possedere più o meno cuscinetti, ad esempio, in un
elemento di semina si può arrivare a 10 cuscinetti. Ad esempio, in una macchina a 12 file si
hanno 100-180 cuscinetti.
-CUSCINETTI A STRISCIAMENTO: la riduzione dell’attrito viene affidata ad un velo di lubrificante,
si distinguono in:
-cuscinetti idrostatici: pressione dell’olio fornita da un dispositivo esterno
-cuscinetti idrodinamici: l’olio è messo in pressione dallo stesso moto relativo tra perno e
cuscinetto
Può essere un solo pezzo, e in tal caso si chiama boccola, o in due metà bronzine.
Le BOCCOLE usate per movimenti di rotazione lenta, o di oscillazione, per rotazione a piccola
velocità o sotto carichi leggeri. Nei casi più impegnativi si usano le BRONZINE.

ALESAGGIO: Agiscono sforzi molto alti anche con velocità molto alte, si addicono a cuscinetti
a strisciamento, sopportano sia le alte velocità che gli alti carichi.
BOCCOLA: anelli a strisciamento in cui si ha un unico elemento e la seconda superficie è
ricavato direttamente dall’albero stesso o manca quello esterno e quindi l’olio fa tenuta
direttamente sul telaio
BRONZINA: maggiore capacità di carico viene data da cuscinetti a strisciamento molto larghi
A ROTOLAMENTO: Carico costante indipendentemente dalla rotazione a velocità basse ha
comunque carico
B ROTOLAMENTO CON LUBRIFICAZIONE:
C STRISCIAMENNTO IDRODINAMICO: cuscinetto idrodinamico ha un andamento crescente
tanto più alto è la rotazione. Da fermo l’asse è in appoggio sul telaio
D STRISCIAMENTO IDROSTATICO: idrostatico la pressione è data da una pompa esterna la
capacità di carico ed esterna dalla rotazione
Relativo a tutti i cuscinetti messi assieme, strisciamento e rotolamento. Capacità di tenere
sollevato un albero, percepiamo quando la macchina sta correndo e va in acquaplanning.
Quindi quel scivolamento su uno strato di acqua e annulla l’adesione tra albero e telaio e
questo permette di minimizzare l’attrito, e quindi le perdite di potenza. Più alto è il carico più
alto è il sollevamento.
Movimento di accensione e spegnimento continuo come quella di un computer. Per le
ventole, o l’aereazione dei bagni, la ventola che si accende, e spegne, ha un funzionamento
di frequenti ripartenze non si addice a cuscinetti a strisciamento e quindi la capacità, di
carico, è scadente a bassi giri adesione quindi al telaio e quindi maggiore sforzo alla
partenza. Necessita di coppia molto alta per far avvenire l’avviamento.
CUSCINETTI A STRISCIAMENTO: rispetto a quelli a rotolamento nei casi ad alta velocità o carichi
molto forti e variabili.
CUSCINETTI A ROTOLAMENTO: valori inferiori dell’attrito di primo distacco rispetto a quelli
idrodinamici, presentano un vantaggio nel caso di avviamenti sotto carico, ad alte velocità
sono svantaggiati. Ingombro assiale minore, ingombro radiale maggiore. Sono piùrumorosi
CUSCINETTI IDROSTATICI: l’attrito di primo distacco è nullo.
Gli ingombri sono maggiori per i cuscinetti radenti in senso assiale, e maggiori in senso radiale
per quelli volventi. I cuscinetti a rotolamento sono più rumorosi.
I cuscinetti a rotolamento diverse esigenze:
-sopportare carichi, di entità e direzione assegnata
-limitare spostamenti
-avere una durata assegnata
-avere dimensioni definiti
Per la fabbricazione dei cuscinetti si utilizzano materiali di elevata durezza, vi sono grandi
varietà di tipologie.

Due anelli, una serie di


elementi che danno
rotolamento, c’è una
gabbia che serve a
mantenere spaziate e
distanziate tra di loro le
sfere o gli elementi che
rotolano. Si ha poi
l’anello interno, su questi
sono ricavate delle
guide.
Minimizza le perdite per
attrito si hanno a
qualsiasi regime, risente
meno delle fasi di avvio.
Funziona a bassissime velocità,
funzionano a carichi molto alti, Rotolamento possiedono dei
l’abbassamento del carico si ha corpi volventi di puro
un elemento volvente più piccolo. rotolamento, attrito di
All’aumentare della velocità di rotolamento una superficie rotola
rotazione aumenta molto di più la su un’altra e avviene senza
velocità di rotolamento dei corpi strisciamento. La sfera avanza e
volventi, ma velocità molto alte dà uno strisciamento nullo.
causano instabilità. Per basse L’elemento volvente va in
velocità si hanno cuscinetti a appoggio e si alza. Quindi non da
rotolamento, ma alti carichi e strisciamento ma avanza. Questo
velocità meglio cuscinetti a massimizza l’efficienza e rende
strisciamento minimo l’effetto di perdita dato
da strisciamento.
Conici maggiore, tenuta della forza.
Cuscinetti su due piani, tiene carichi
assiali, più di tutto regge le spinte.
Doppi maggiore capacità di carico.
Hanno più flessibilità sull’elemento di
carico quindi possono aumentare la
grandezza per aumentare le
prestazioni, superfici più ampie che
consentono un grado di libertà
dell’anello interno rispetto a quello
esterno, oppure la forma della guida
consente di fare delle reggi spinte,
che permette di sopportare i carichi
disassati.

I cuscinetti a sfere possiedono quattro componenti essenziali:


-l’anello esterno
-l’anello interno
-copri volventi, l’insieme forma la fila o corona
-separatore, evita il contatto fra le sfere
Nei cuscinetti autolubrificanti, il lubrificante è sufficiente per la vita prevista.
Raddoppiare il volume della sfera vuol dire raddoppiare la probabilità di non rotture,
aumentare il diametro vuol dire aumentare i difetti però.
-CUSCINETTI ASSIALI: non sono adatti a sopportare carichi radiali. Sopportare carichi agenti in
un solo senso. Le spinte assiali abbiamo andamento alternato, usati come cuscinetti assiali
doppi.
-CUSCINETTI SPECIALI: per particolari classi di macchinari
I fattori da prendere in considerazione nella scelta dei cuscinetti sono: cinematica (velocità
periferica, dipendono dalla velocità di rotazione, dalle dimensioni),forze scambiate
(componenti radiale e assiale, carico sulle singole sfere ha un effetto diretto sulla vita del
cuscinetto), tensioni di contatto (sono influenzati dalle diverse curvature degli elementi dai
differenti materiali), fatica da usura, deformazione elastica (gli spostamenti che può subire un
albero supportato da cuscinetti volventi dipende dal gioco e dalla deformazione elastica),
corrosione, attrito, calore, lubrificazione, proprietà dei materiali, tolleranze.
Selezione dei cuscinetti:
-direzione del carico cui il cuscinetto è sottoposto: assiale, radiale
-spostamenti relativi degli anelli, per necessità relative all’assemblaggio
-l’ingombro
Le dimensioni del cuscinetto:
-dimensioni
-all’ingombro del cuscinetto stesso
-resistenza
La velocità massima ammissibile può essere usata per la scelta del cuscinetto

Se un cuscinetto opera nel migliore dei modi, l’unica causa di rottura può essere per fatica,
causata da milioni di cicli di tensione. Durata del cuscinetto numero totale di rotazioni o di ore
di funzionamento a data velocità di rotazione.

PROBABILITà DI CEDIMENTO: numero di cicli dei cuscinetti appratenti ad un lotto, ottenuta


sperimentalmente, la curva punteggiata è la funziona cumulativa della proprietà di
cedimento, mentre la curva a tratto continuo è la funzione cumulativa della probabilità di
resistenza. VITA LIMITE: raggiunta dal 90% dei cuscinetti, gli elementi critici è che hanno una
durata più corta rispetto a quelli a strisciamento, la vita tipica è quantificata dalla vita limite.
VITA MEDIA: numero di giri a cui arriva il 50% dei cuscinetti, calcolata come media delle vite
totali di un lotto di cuscinetti, circa 3-5 volte maggiore della vita limite.
Le condizioni di impiego sono ugualmente dure, a causa di povere e sabbia, le tenute sono
chiamate a far fronte ad esigenze estreme. In primavera e autunno è prevalentemente
l’umidità. I terreni pesanti mettono a prova la resistenza della macchina di tutte le parti della
macchina. Vibrazioni e urti violenti fanno parte delle sollecitazioni. Ogni elemento rotante ha
bisogno di tenere garantito il suo grado di rotazione, ogni elemento ha bisogno del suo grado
di libertà.
CUSCINETTI A STRISCIAMENTO: sorreggono l’albero a gomiti si hanno spostamenti meno
frequenti e carichi elevati. In ambito agricolo devono avere:
-resistenti alle vibrazioni e agli urti
-affidabili nell’esercizio
-ridotta manutenzione
-semplici
La potenza viene trasmessa: movimento del MOTORE, che tramite l’albero che gira fornisce
potenza alle ruote per andare avanti nella macchina, mentre nel trattore viene separata e
divisa tra due alberi, il primo che serve per far funzionare le ruote e il secondo per far
funzionare le parti idrauliche. →FRIZIONE formata da un altro albero→CAMBIO con le
MARCE→DIFFERENZIALE il quale serve per distribuire le coppie tra le ruote motrici;
→FRENI→RIDUTTORE FINALE→RUOTE

Meccanismi per trasmissione:


• meccanismi con RAPPORTO DI TRASMISSIONE COSTANTE, per ridurre o aumentare la
velocità angolare con aumento e riduzione della coppia.
-Ruote lisce o dentate con accoppiamento diretto,
-Ruote collegare con flessibili. Se abbiamo bisogno di trasmissione è spostare la
potenza dal motore ala barra, attraverso ad esempio un sistema idraulico, si mette una
pompa idraulica sul motore, si aggiungono i tubi di olio che fa girare la barra,
trasferimento meccanico dove il passaggio del movimento avviene per contatto:
-trasmissione forza
-trasmissioni di potenza
• variatori di velocità: varia il rapporto di trasmissione
• collegamenti di alberi: giunti per collegamenti permanenti, innesti per collegamenti
temporanei
• freni: energia meccanica in altre forme di energia per rallentare o fermare il moto, freni
a tamburo o a disco
RUOTE trasmissioni di forza quando due superfici sono a contatto, i movimenti e le trasmissioni
avvengono tutte le volte con organi di dimensioni confrontabili, si considerano delle
trasmissioni tra organi con dimensioni simili. Accoppiamento di forza, accoppiamento tra
organi in cui una superficie viene spinta verso l’altra. Generano una forza di attrito.
RUOTE LISCE

Se collegata al motore, coppia motrice, l’altra sarà


ruota condotta, quindi M2 coppia della ruota
condotta. Siccome la forza trasmessa al contatto e la
stessa, se non fosse la stessa ci sarebbe slittamento si
può dire che forza di attrito è uguale a coppia
1/raggio 1. Il rapporto della coppia trasmessa è uguale
al rapporto dei raggi. In alta velocità ha poca coppia,
la ruota grande amplifica la velocità, la ruota piccola
amplifica la coppia

Dette anche RUOTE DI FRIZIONE, o per attrito, la trasmissione avviene per attrito radente,
spingendo una ruota contro l’altra. È necessaria una forza che spinga i membri accoppiati
l’uno contro l’altro, forza di contatto è limitata dalle sollecitazioni gravanti sui cuscinetti,
abbiamo.
-SUPERFICI PRIMITIVE, si utilizzano diversi materiali, sono la locomozione, nella realizzazione di
variatori di velocità. Forma cilindrica, conica e piana, ruote interne e esterne. Il rapporto di
trasmissione non è esattamente a causa della deformazione elastica. Nel caso ruote interne
su asse parallele, quella esterna corona quella interna pignone, ruote esterne invertono il
movimento, se ho due ruote in sere esterne, se la ruota 1 ha un verso orario, la ruota 2 è
antiorario.
Per dare buon attrito si potrebbe mettere la gomma, ma questa deforma, dando quindi un
rapporto di trasmissione deformato, questo rende instabile e incontrollabile la trasmissione,
anche se queste ruote tendono a ballare o slittano, si consumano mal che vada da un solo
lato
VANTAGGI SVANTAGGI
-peso ed ingombro modesti -potenza trasmissibile limitata
-adattamento a potenze diverse -limitata velocità
-funzionamento dolce e continuo -sollecitazioni severe sui cuscinetti
-modesto manutenzione -rapporto di trasmissione non
-limitatori di sovraccarico costante

-RUOTE A CUNEO superfici coniugate coniche diverse dalle primitivi e quindi comportano
strisciamento, effetto cuneo schiacciare su superfici uniformi, problema di maggiore usura,
spostandosi verso il fondo, il disco 1 accelera ma il 2 rallenta.
Le ruote lisce funzionano da limitatori di coppia, quando c’è una coppia troppo alta, slittano,
quindi il vantaggio o salgono l’orano o non si spegne il motore, la cinghia permette dei
movimenti relativi, quindi evitano le rotture
Il coefficiente di moltiplicazione o di riduzione della velocità in una coppia di organi
meccanici rotanti usati per la trsmissione del moto

Se ho slittamento tutto questo non


funziona, nella realtà si ha che tutto
funziona per slittamento. Se si ha
slittamento in realtà quando la ruota
appoggia a terra cambia il suo
raggio, perché il copertone si
schiaccia, quindi il raggio tende a
modificarsi, nei sistemi reali si ha a che
fare con trasmissioni che non sono
ideali, in particolare tra ruote lisce
che è mediato dalle forze ovvero il
premere una ruota contro l’altra. E si
dovrebbe schiacciare in maniera più
forte le due ruote l’una contro l0alrta
ma questo danneggia i cuscinetti
Quando la trasmissione di potenza avviene tra alberi giacenti sullo stesso asse. Per le frizioni il
rapporto di trasmissione al contatto t = 1.
TRASMISSIONE
Dispositivi meccanici che costituiscono la catena cinematica, collega il propulsore agli organi
che ricevono il moto, pneumatici, cingoli, prese di potenza trasmettendone la coppia,
disponibile all’albero motore. Diversi tipi di trasmissione, la più diffusa è quella meccanica. Si
stanno diffondendo quelle costituite da giunti e convertitori idrodinamici, accoppiati a sistemi
meccanici, esistono trasmissioni completamente idrauliche. Nelle trasmissioni abbiamo:
-L’INNESTO A FRIZIONE: primo organo della trasmissione che collega l’albero motore al cambio
-CAMBIO DI VELOCITà: serve a demoltiplicare la velocità dell’albero motore e a sfruttare
l’intero intervallo
-COPPIA DI INGRANAGGI TRONCO-CONICI: riduzione e derivazione del moto ai due semiasse
posteriori, per le 4 ruote motrici anche a quelle anteriori
-GRUPPO DIFFERENZIALE: provvedere alla corretta rotazione delle due ruote in caso di marcia
non rettilinea, e alla differenza di slittamento tra i due pneumatici. Trasmette il movimento ai
semiassi i quali tramite due gruppi riduttori finali. Lo inviano alle ruote stesse.

FRIZIONE
I trattori a 4 ruote motrici un gruppo di ingranaggi di rinvio del movimento. Un albero trasmette
una coppia di demoltiplicazione, moto dell’albero a quelli delle prese di potenza. La frizione è
un innesto ad attrito, funzione di collegare o scollegare i due alberi. Caratteristiche:
-senza slittamenti
-azione progressiva, collegamento tra l’albero motore e l’albero della trasmissione
-inerzia
-stabilità termica
-equilibrio statico e dinamico
-controllo e manutenzione
A grattare non sono le ruote, se l’albero gira tutto alla stessa velocità, le ruote sotto invece
sono ruote folli, quindi libere di girare, non fissate. Quando cambiamo marcia spostiamo il
sincronizzatore, e decidiamo quali ruote liberare e quali fissare all’albero. Quando si preme la
frizione l’albero si stacca dal motore; quindi, va comandato dalle ruote e dall’albero
collegato alle ruote, quando stacco la marcia quindi l’albero è completamente libero. Quindi
per inserire la marcia vado in appoggio con il profilo a coppa, le ruote lisce girano insieme e
quindi le ruote si innestano sul profilo scanalato la ruota diventa solidale all’albero. Quindi si
gratta perché non si è premuta bene la friziona, si fa grattare il sincronizzatore e dar grattare
l’innesto che vincola l’albero.
Un tipo di frizione è quella a secco a uno
o più dischi. Il modello più semplice
MONODISCO:
-un disco conduttore, fissato all’estremità
posteriore dell’albero motore, nello stesso
volano del motore.
-disco condotto
-piatto spingidisco, scorrevole sull’albero
di trasmissione
-molle di tradizionali o a tazza
-leve e tiranti per il comando a pedale
In trattori di potenza superiore a 50 kw ove la coppia da trasmettere è notevole, vengono
montate frizioni a dischi multipli in bagno d’olio. L’olio ha funzione di lubrificazione, viene fatto
scorrere in apposite intercapedini. Le frizioni multidisco sono più compatte di quelle a disco
singolo ed hanno una vita media piu lunga.
Cambio a doppia frizione, utilizza due frizioni separate per il set di ingranaggi, un cambio in cui
sono presenti due alberi collegati a due frizioni, collegate all’albero di trasmissione. Su un
albero i rapporti dispari, sull’altro i pari. Solo uno dei due trasferisce il moto all’albero di
trasmissione. Notevole velocità di cambio

Sul trattore è necessario anche inserire tramite frizione il moto della presa di potenza. Si usano
frizioni a doppio stadio. si basa sul fatto che il pedale presenta due differenti posizioni di
funzionamento.
1. Disinnesta il moto dagli organi di propulsione mantenendo funzionante la pdp
2. Spingendo più a fondo il pedale sino a raggiungere la seconda posizione si disinnesta
la pdp.
Per i trattori di maggior potenza, due frizioni indipendenti la frizione della pdp è del tipo dischi
multipli in bagno d’olio. Il suo azionamento avviene con comandi elettro-idraulici, il comando
si riduce ad un semplice pulsante.
RUOTE DENTATE:
organi in grado di trascinarne un altro per mezzo di denti che entrano successivamente in
contatto. Un ingranaggio è un meccanismo composto da una coppia di ruote dentate e dal
telaio. Il treno degli ingranaggi è un sistema formato da più ingranaggi. Il treno planetario è un
rotismo in cui almeno uno degli assi ruota attorno ad un altro.

Rute dentate in serie, per ruote che ingranano tra di loro, ruote in parallelo, ruote fissate allo
stesso albero, possono essere esterne o interne. Due ruote sono dette coniugate, se la
conduttrice e la condotta si possono scambiare il ruolo, sono dette RECIPROCHE, se possono
invertire il senso di rotazione formano una coppia invertibile.

I denti delle ruote sono costruiti con particolari profili, detti PROFILI CONIUGATI questa
particolarità consente ai denti di non staccarsi. Il rendimento dipende oltre che dal
coefficiente di attrito anche dal numero di denti delle due ruote, il rendimento aumenta
adottando ruote con elevato numero di denti.
Ruote dentate:
-denti dritti semplici e economiche
-rumorosità
-ruote elicoidali carico ad azione progressiva e su più denti
-danno maggiore potenza
-meno rumorosi
Le trasmissioni sono utilizzate per trasmettere grandi e piccole potenze, tra alberi paralleli,
incidenti e sghembi, generalmente non molto distanti tra di loro. Una ruota dentata può
essere cilindrica o conica. Un dente dritto entra e la parte piatta entra in trasmissione in un
unico appoggio, se ho tre denti ingranati, quando entra in trasmissione, elicoidali entra poco
alla volta e quindi silenziose e permette trasmissioni tra assi che non sono parallele, per
neutralizzare la spinta assiale si ricorre ai cuscinetti reggispinta, si impiegano doppio dentature
elicoidali.
Doppia elica, una parte spinge da un lato, una parte spinge dall’altro queste si compensano
per lo sforzo assiale. Ingranaggi ad assi sghembi velocità di uscita molto più bassa rispetto a
quella di ingresso, e coppia di uscita più alta rispetto a quella di ingresso.
Le ruote dentate presentano dei vantaggi come la flessibilità di utilizzo, riescono a trasmettere
potenze maggiori rispetto le ruote lisce e riescono a resistere a velocità alte. Le particolari
forme permettono un controllo nella precisione del rapporto di trasmissione che può arrivare
anche a 1/50. Il rapporto di trasmissione è possibile da regolare tramite la variazione del
diametro della ruota e il modulo (numero dei denti).

GRUPPO EPICICLOIDALE
Formato da una ruota centrale, solare, da dei satelliti, delle ruote, che possono girare oltre
che ruotare su loro stessi, per girare sono fissati ad un elemento detto porta treno o porta
satelliti e poi una corona.

I rotismi ordinari sono meccanismi per la trasmissione del moto contenenti ruote dentate:
ordinario quando gli assi di rotazione delle ruote sono fissi, viceversa epicicloidale se gli assi di
rotazione delle ruote possono muoversi rispetto al supporto. È particolarmente importante
perché consente di realizzare 7 modalità di movimento, do movimento dai satelliti in ingresso
e in uscita alla corona, e do movimento alla corona. Si può applicare un freno o un motore
idraulico fermo collegato questi elementi ad altri organi a cascata. In qualsiasi momento
posso bloccare il solare, o la corona o il porta satelliti nel bloccarlo realizzo 6 tipi di movimento
più uno quando è tutto bloccato.

Grazie a questo posso dare trasmissioni diverse, nei trattori si ha un riduttore finale che riduce
la velocità all'ultimo passaggio alle ruote. (solare 1, corona 2 e mozzo porta satelliti 3).
Il moto si trasmette ai gruppi riduttori finali, che hanno lo scopo di diminuire ulteriormente la
velocità alle ruote. I riduttori finali sono realizzati con rotismi epicicloidali. Vantaggio di
mantenere la coassialità tra albero di ingresso e albero condotto e di distribuire i carichi sui
denti. Gli svantaggi stanno in una maggiore complessità meccanica.

DIFFERENZIALE:
serve a distribuire la coppia tra le due ruote motrici di uno stesso asse. Organo presente in
qualunque veicolo sia presente un assale motrice con alle estremità due ruote motrici. Se avrà
due ruote motrici vi sarà un differenziale, se avrà quattro ruote motrici ne avrà 2. La presenza
del differenziale si rende necessaria quando si vogliono scaricare alle ruote potenze diverse o
quando le ruote devono essere mosse con velocità diverse.

Quando percorre una curva, la ruota interna alla curva deve girare più lenta di quella
esterna. Se questo non succede si ha problemi di SOTTOSTERZO e parziale slittamento della
ruota motrice interna o trascinamento della ruota motrice esterna. Le due ruote motrici
poggino su superfici con resistenza differente, il differenziale reagisce aumentando la velocità
di rotazione sul suolo a minore resistenza. Questo si traduce in una perdita di aderenza, con la
ruota che slitta ad alta velocità. Quindi provoca la diminuzione della velocità di rotolamento,
con arresto del veicolo.

Asse delle ruote motrici, di veicoli a ruote. Se una delle due ruote aumenta la sua velocità
notevolmente, l’altra si blocca. Il differenziale in genere si trova collocato all’interno della
corona della coppia conica:
-una cassa contenente altri componenti
-due o più satelliti
-due planetari

Il pignone è un ingranaggio conico ricavato in una estremità dell’albero di trasmissione ed è


ingranato con la corona. La corona riceve il moto dal pignone con cui è ingranata. La
corona è solidale con un telaio metallico detto portatreno, la rotazione del pignone fa ruotare
la corona che trascina il portatreno. Le ruote del veicolo girano in modo uguale quando i
planetari ruotano in modo uguale, quando i satelliti sono fermi rispetto ai planetari. I satelliti
sono in rotazione, si ha un differenziale di velocità di rotazione dei planetari.
Traiettoria rettilinea, il pignone fa ruotare la corona e questa il portatreno che le è solidale;
ruotando il portatreno, ruotano nello spazio anche gli assi dei satelliti. I planetari girano le ruote
del veicolo di uguale velocità.
Un differenziale in ambito agricolo deve obbligatoriamente poter essere disinserito, per
esercitare maggiori sforzi di trazione distribuiti sulle ruote motrici. sono stati inventati i sistemi di
bloccaggio manuale a manicotto e i sistemi autobloccanti a lamelle.

CAMBIO:
le ruote dentate sono usate anche nel cambio. Nei trattori con cambi meccanici, costruiti
ormai solo con ingranaggi a denti elicoidali. Dispositivo posto a valle della frizione, esso ha lo
scopo di adeguare la coppia motrice alla coppia resistente. Il cambio di velocità ha lo scopo
di variare la velocità, di avanzamento del trattore, di adeguare la coppia motrice alla coppia
resistente.

Nelle trasmissioni del moto a parità di potenza fornita, la velocità di rotazione e il momento
sono fra di loro inversamente proporzionali. E in maniera inversamente proporzionale velocità
e coppia. Prevarrà nella scelta dei rapporti l’aspetto della velocità o quello della coppia
trasmessa. L’uso del cambio è prevalentemente rivolto ad adeguare il momento motore alle
COPPIE RESISTENTI.
Le trattrici moderne per soddisfare le molteplici esigenze del trasporto su strada e del lavoro
nei campi sono equipaggiate con cambi dotati di un elevato numero di marce. La funzione è
quella di variare velocità di avanzamento del trattore coerentemente.
1. La coppia che esso trasmette alle ruote è direttamente proporzionale al rapporto di
demoltiplicazione
2. La velocità alle ruote è direttamente proporzionale al rapporto di trasmissione
Nei veicoli gli ingranaggi sono in presa fra oro, solo una coppia è di volta in volta in funzione.
Agendo sulla leva del cambio si selezionano a seconda delle necessità le coppie di ruote
dentate che dovranno ingranare.
A seconda di come avviene il cambio marcia:
-ingranaggi scorrevoli: ormai raro
-ingranaggi sempre in presa innesto tramite sincronizzatori
-ingranaggi in presa e innesto con comando idraulico o
riduttori epicicloidali
Quando il sincronizzatore è disinnestato la ruota gira in folle sull’albero di trasmissione. Quando
è innestato il collare va in contatto con l’innesto conico portandoli alla stessa velocità.
Facendo girare le ruote. il tipo di cambio più usato è il tipo ruote dentate sempre in presa con
denti a profilo elicoidale e sincronizzatore.
Viene poi inserito un gruppo amplificatore di trazione e un pre-
selettore, il gruppo è spesso unito all’inversore. Un rapporto
inseribile sottocarico tramite frizioni idrauliche (le ridotte) per
incrementare la coppia abbassando il numero di giri.
Il pre-selettore o riduttore di gamma offre la possibilità di
selezionare due o più gamme di velocità. Il numero di marce viene
moltiplicato per il numero di gamme.
La retromarcia ottenuta come:
-rapporti al cambio
-gamme del pre-selettore
-inversore separato che trasforma tutte le marce avanti in marce indietro
CAMBIO MECCANICO: vantaggio nella compattezza e silenziosità, facilità di sincronizzare
varie marce

.
Per i trattori a ruote, la tendenza va da 12 a 64 marce, ottenute con l’accoppiamento di
amplificatori e selettori.

È possibile definire per ogni marcia sia avanti che indietro una corrispondente gamma delle
velocità di avanzamento praticabili. In figura ci sono le marce di cambio di trattore con 4
gamme (super-ridotta, lenta, normale e veloce) e 4 marce. La macchina sacrifica velocità
per avere coppia, ma un trattore non può, perché la lavorazione va fatta ad una
determinata velocità. Ho bisogno di più marce perché devo controllare
contemporaneamente coppia e velocità. Da quindi una finestra, un range di velocità e un
range di coppie.
CAMBIO IN PRESA:
i cambi hi-lo, powershift di gamma e powershift totale sono tipi di ingranaggi sempre in presa
con possibilità di cambiata sotto carico. Cambiare sotto carico vuol dire passare da un
rapporto di trasmissione ad un altro senza interruzione dell’erogazione della potenza.
Sviluppare in continuo la forza di trazione e evitare rallentamenti. Si riesce ad effettuare un
cambio di marcia in tempo brevissimi riuscendo a sfruttare utilmente quella minima inerzia che
il trattore possiede.
-hi-lo o powershift semplice: sostanzialmente in due frizioni o solo una frizione a doppia innesto.
In due coppie di ingranaggi sempre in presa. Trasmettere il moto dalla frizione all’albero o a
marcia inserita inserire la seconda frizione ottenendo un regime ridotto

Oppure ingranaggi sempre in presa, resi solidali mediante frizioni a comando idraulico,
sincronizzati in modo che mentre uno si innesta, l’altro si disinnesta gradualmente. Si possono
cambiare più marce senza premere il pedale della frizione.
-powershift di gamma

-powershift totale: gruppi epicicloidali connessi a frizioni e freni. Bloccando uno degli elementi
del gruppo, è possibile ottenere diverse combinazioni di rapporti di trasmissione. È possibile un
elevato numero di marce innestabili sotto carico.

TRASMISSIONI A VARIAZIONE CONTINUA:


numero infinito di rapporti, con possibilità di inversione del moto. Permettono di operare a
regime ottimale per tutte le velocità di lavoro richieste. Possono essere:
-idrostatico (bassi rendimenti)
-idromeccanico o misto
Un circuito basato sulla suddivisione della potenza fra un gruppo epicicloidale e un cambio
idrostatico. Un cambio con ingranaggi sempre in presa. Sistema in grado di trasmettere la
potenza giocando sull’energia di pressione idraulica da un elemento primario la pompa, ad
un elemento secondario il motore.
TRASMISSIONI IDROSTATICHE:
una pompa idraulica di tipo volumetrico produce un flusso di olio in pressione che attraverso
un motore idraulico viene convertito in energia meccanica. Questa viene trasferita alle ruote
l’olio viene rimesso in circolo mediante un circuito chiuso.

In una pompa idrostatica vi è una serie di pistoncini spinti da una piastra inclinata che gira,
mossa da un albero motore, girando mettono in movimento l’olio, possono essere in
aspirazione o in mandata per mettere in pressione l’olio. La linearità dipende dal numero dei
pistoncini. Si possono impiegare piastre a inclinazione variabile, per rendere variabile portata o
cilindrata.

Si possono abbinare pompe a portata fissa o variabile con motori idrostatici a cilindrata fissa o
variabile.
VARIAZIONE CONTINUA:
si basa sulla scomposizione della velocità di rotazione dell’albero motore in due componenti:
una attraverso la parte meccanica della trasmissione, l’altra prelevata dalla pompa e
trasmessa al motore idraulico per essere sommata o sottratta alla componente meccanica.

Il motore endotermico aziona la pompa idraulica e il solare. Il motore da alla corona una
velocità uguale e contraria a quella del solare, annullando la velocità così il trattore è fermo.
Riducendo la cilindrata della pompa la portata di olio diminuisce. La velocità del solare risulta
superiore a quella della corona. Causando la rotazione del portatreno e un aumento della
velocità del trattore. Inclinando la pompa in variazione positiva, il flusso dell’olio si inverte, il
senso del motore idrualico. La corona inizia a muoversi nello stesso senso del solare, andando
ad aumentare la velocità.
PRESA DI POTENZA:
Il trattore svolge la sua funzione quando è accoppiato ad una macchina operatrice, alla
quale trasferisce la sua potenza. Può avvenire con macchine operatrici di campo, sia
operanti a punto fisso, parte è spesa per portare o trainare la macchina, può essere richiesta:
-coppia fornita da un albero rotante da collegare alla macchina, PRESA DI POTENZA
MECCANICA
-pressione idraulica da trasmettere a martinetti posti sulla macchina, PRESA DI POTENZA
IDRAULICA
-tensione elettrica da fornire alle prese elettriche della macchina, PRESA DI POTENZA
ELETTRICA
La presa di potenza è il mezzo tramite il quale il motore è in grado di azionare per mezzo di un
movimento meccanico rotatorio, e grazie all’albero cardanico. Trasmette una coppia tramite
un moto rotatorio di un albero,

La pdp è collocata posteriormente alla macchina: solo in alcuni casi la pdp può essere
aggiunta anche ventralmente. Oppure anteriormente.
-INDIPENDENTE: direttamente connessa col motore, nel qual caso assume una velocità di
rotazione proporzionale al motore
-DIPENDENTE O SINCRONIZZATA: deriva il proprio moto dalla trasmissione alle ruote, avendo
rotazione proporzionale alla velocità di avanzamento del trattore o uguale. Il maschio che fa
capo alla pdp sincronizzata è separato rispetto a quello del regime standardizzato, alle volte
devono funzionare in contemporanea es terreni in pendenza con il carro spandiletame.
Organi che devono essere mossi in modo proporzionale rispetto agli organi di propulsione. Il
moto per la presa di potenza viene ricavato tramite uno o più coppie di ingranaggi a valle del
cambio.
Si tratta di un codolo scanalato, nel retro del trattore, permette di fornire potenza alle
attrezzature agricole, tramite un albero cardanico. I giri trasmessi dal volano vengono
demoltiplicati da un cambio per ottenere diversi regimi:
-540 giri/min
-1000 giri/min
-750 giri/min
Possono essere aggiunti i regimi economici, utilizzata quando vi è la possibilità di ottenere giri
normalizzati ad un motore più basso, utilizzati per attrezzi che non richiedono troppa potenza.
In tutti i casi nella trasmissione del moto è inserita una frizione, per
permettere innesto e disinnesto dolci, realizzata meccanicamente.
Per rendere l’azionamento graduale con un minor sforzo per
l’operatore, l’innesto è realizzato idraulicamente. Arriva l’olio grazie
all’apertura di un’elettrovalvola permette le operazioni di
inserimento.
Esistono diversi tipi di pdp, relazione alla standardizzazione delle
prese di moto. Dal motore, il moto si trasmette al cambio tramite la frizione principale e alle
ruote per mezzo del differenziale e dei riduttori finali. Il moto deriva dal motore tramite una
serie di ingranaggi e una frizione.

Gli organi lavoranti delle macchine operatrici possano operare in modo ottimale, è necessario
che il regime di rotazione sia normalizzato. Vari attrezzi e/o accessori possono ruotare con le
caratteristiche più opportune. Nel tempo si sono:
-540 giri/min: regime di rotazione classico, regime di rotazione pari a 80-90% del regime di
potenza massima del motore. Quasi tutti ne sono dotati
-1000 giri/min: standardizzazione del regime di rotazione, è stata la risposta dei progettisti alla
continua richiesta di aumento delle potenze da trasmettere. A parità di coppia trasmessa si è
potuta aumentare l potenza di due volte.
-540 e 1000 giri/min economica: è la modalità di funzionamento introdotta; prendendo il moto
a monte del cambio non ruota ad un regime normalizzato. Ottimizzare i consumi e l’utilizzo del
motore di ruotare a regimi inferiori a quello massimo. Viene realizzato un rapporto di
trasmissione intermedio. Vicino al regime di potenza massima del trattore ruoti a 750/800
giri/min. per funzionare convenientemente è necessario un regime di 540 giri/min. il regime del
motore viene diminuito parzializzando la mandata di combustibile. Riduce si la potenza
disponibile, lo svolgimento del lavoro a regimi motore ridotti consente minori rumorosità,
vibrazione e consumi.
CINGHIE E CATENE:
meccanismi per trasmissioni di potenza con rapporto di trasmissione
costante, si hanno: ruote collegate con flessibili: cinghie, funi e
catene. Per trasmettere potenze non elevate quando l’impiego di
ruote dentate non è vantaggioso. L’accoppiamento fra i membri
può essere di forza o di forma. La trasmissione del moto è possibile
solo se si realizza tra la superficie interna della cinghia e quella
periferica delle pulegge.
-CINGHIE APERTE: girano nello stesso senso
-CINGHIE INCROCIATE: in senso opposto

Nella pratica non è così il rapporto di


trasmissione non coincide, la cinghia si
allunga, dando quindi slittamento elastico

Negli accoppiamenti di forza la puleggia motrice trascina per attrito la cinghia a girare la
puleggia. I due tratti vengono chiamati ramo conduttore, e ramo condotto.
VANTAGGI SVANTAGGI
-funzionamento dolce, regolare e -impossibilità di mantenere un rapporto di
silenzioso trasmissione costante
-capacità di assorbire i carichi improvvisi -non idoneità a funzionare a basse
velocità

CINGHIE PIANE: basso costo, trasmettere potenza a grande distanza


operare in ambienti sfavorevoli, elevata flessibilità. Efficienza ad elevate
velocità. Pericolo di slittamento, rumorosità modesto rendimento a basse
velocità
CINGHIE TRAPEZIOIDALI: silenziosità, elevati rapporti di trasmissione, costo
medio, attitudine ad assorbire variazioni. Impossibile la fasatura fra il
membro motore e il membro condotto
Si hanno ACCOPPIAMENTI DI FORMA quando ruote dentate sono
accoppiate con cinghie dentate o catene. Le CINGHIE DENTATE come
cinghie e catene, consentono fasature precise fra motore e utenza, non
necessitano lubrificazione, e gli urti sono attenuati. Per le CATENE i vantaggi
sono possibilità di trasmettere forze elevate a basse velocità,
non è idoneo a funzionare ad elevate velocità, l’usura aumenta
rapidamente il grippaggio, necessitano la lubrificazione.

CINGHIE DENTATE: eliminati gli slittamenti, silenziosità, ottimo rendimento, cinghie


sottili, e flessibili, rapporti di trasmissione elevati
CATENE ORDINARIE: costituiti da anelli chiusi a sezione circolare dette di trazione,
usate per applicazioni statiche, sostituiscono le funi, se necessaria maggiore
flessibilità.
CATENE ARTICOLATE: destinate a trasmettere potenza, sono articolate,
maglie costituite da più pezzi collegati, non vanno bene a velocità troppo
elevate
CATENE MECCANICHE: importanti per la trasmissione del movimento. Dette
catene a rulli e sono adatte a trasmissioni relativamente veloci. Elemento
flessibile utilizzando una trasmissione di forma, per ridurre gli attriti quindi le
perdite hanno cuscinetto e quindi una bronzina che ripara.

VANTAGGI SVANTAGGI
-catene che garantiscono l’assenza di -maggiore costo rispetto a catene
slittamento -minore velocità ammissibile
-fasatura precisa -sistema di lubrificazione
-adatte per trasmissioni di precisioni o forze -maggiore manutenzione
notevoli -fluttuazione del rapporto di trasmissione
-angolo minore e ingombro minore
-carico sui cuscinetti bassi
VARIATORI DI VELOCITà:
Oltre ai meccanismi con rapporto di trasmissione costante, tra i meccanismi per trasmissioni di
potenza abbiamo i variatori di velocità. I variatori consentono di variare con continuità il
rapporto di trasmissione, si dividono:
-MECCANICI: la variazione è ottenuta modificando le posizione di un membro intermedio che
accoppia l’albero motore a quello condotto
-IDRAULICO: la variazione è ottenuta modificando le caratteristiche di un fluido che trasmette
forze e spostamenti
-ELETTRICI: variazione è ottenuta modificando le caratteristiche di un motore elettrico
VARIATORE MECCANICO a membri rigidi è basato su una ruota
intermedia con asse inclinato, che trasmette il moto dal disco di
ingresso a quello di uscita. La velocità tangenziale dei due dischi
nei punti di contatto con la ruota intermedia è uguale.
Un variatore meccanico a membri rigidi è basato su due
pulegge a sezione variabile che si possono aprire o chiudere
assialmente variando i due diametri di avvolgimento della
cinghia trapezoidale.

GIUNTO:
un giunto è un organo due alberi, coassiali in modo da trasmettere il moto senza alternarne le
caratteristiche e compensando eventuali disallineamenti

con un GIUNTO CARDANICO SEMPLICE ad una velocità costante dell’albero di ingresso


corrisponde una velocità dell’albero di uscita con fluttuazioni. Una possibile soluzione è l’uso
del giunto cardanico doppio, è a rapporto di trasmissione costante nelle seguenti condizioni:
-forcelle dell’albero intermedio complanari
-assi degli alberi di ingresso e uscita complanari con uguale angolo rispetto all’asse dell’albero
intermedio
Albero cardanico, che è l’insieme di due giunti semplici collegati da un albero telescopico in
grado di assecondare le variazioni più o meno istantanee di distanza fra trattore e operatrice.
Collega dinamicamente la presa di potenza del trattore con quella della macchina
operatrice. L’albero cardanico ha:
-la capacità di trasmettere il moto tra cui assi disposti in modo qualsiasi nello spazio, anche
con moto relativo
-possibilità di ottenere un angolo di lavoro, alle sue estremità maggiore e giunto semplice
-realizzare una trasmissione omocinetica del moto, data una determinata configurazione degli
assi da collegare
Necessario ricercare la condizione omocineticità nella trasmissione di moto, almeno
avvicinarsi ad essa, la trasmissione omocinetica rappresenta la situazione ottimale per il
funzionamento regolare. Situazione ottimale per il funzionamento regolare, senza urti e
martellamenti e vibrazioni. L’elasticità degli elementi costitutivi dell’albero cardanico, ne
permette l’impiego anche in condizioni non strettamente omocinetiche.
Molte macchine hanno la necessità, sia in fase di lavoro che in fase di manovra, di superare i
valori di angoli di trasmissione ammissibili. È possibile disinserire la presa di potenza, con
evidente scomodità, perdita di tempo e possibili rotture in caso di mancato disinserimento.
Catena di trasmissione più complessa, da tre giunti cardanici. La soluzione più moderna giunto
omocinetico, in grado di mantenere uguale, la velocità in entrata ed in uscita con qualsiasi
angolo di snodo.
Può essere dotato di uno o due giunti omocinetici, giunto omocinetico singolo, per un
funzionamento accettabile della trasmissione, il giunto deve lavorare allineato o angolo di
lavoro <15° circa. Se non viene soddisfatta si deve prevedere la trasmissione con giunti
omocinetici.

FRENI:
i freni servono a rallentare o arrestare membri in moto, a seconda della tecnologia:
-FRENI A TAMBURO:
-A ganasce (ceppi esterni)
-ad espansione (ceppi interni)
-a nastro
-FRENI A DISCO:
-monodisco (a staffa fissa, a staffa mobile, a disco mobile)
-multidisco
Le grandezze caratterizzano il comportamento del freno:
-forza di comando: forza esercitata dall’operatore
-corsa di lavoro: spostamento dell’organo di comando
-indice di comando: prodotto della forza di comando per la corsa di lavoro
-efficacia
FRENI A TAMBURO:
nel momento in cui si preme il pedale del freno, la pompa del circuito frenante mette in
pressione l’olio che va ad azionare dei pistoncini idraulici che schiacciano le pinze dei freni e i
ceppi a loro volta si allargano contro il tamburo.
Nei FRENI A GANASCE i ceppi sono esterni e lunghi e ricoprono
completamente la superficie del tamburo, grande superficie frenante ed
elevata efficienza.
FRENI AD ESPANSIONE i ceppi sono montati sulla parte interna del
tamburo. Il freno ha il vantaggio di essere protetto dall’acqua e dal
fango.
FRENI A NASTRO rivestimento interno per l’attrito, fissato ad un lato e
avvolto su un tamburo e collegato ad una leva.
FRENI A DISCO, costituito da una pinza, dentro vi sono una coppia di
pastiglie, premendo il freno si aziona la pompa che istantaneamente
mette in pressione il liquido presente nel circuito frenante.
Freni a disco per compensare i disallineamenti, possono essere a disco
flottante o a pinza flottante freni a disco sono generalmente meno
efficaci di quelli a tamburo ma più regolari e non distribuzioni delle
pressioni e usura più uniformi.
I trattori hanno due sistemi di frenatura:
-il freno di arresto o di servizio: comandato dai pedali, agisce sulle ruote o sui cingoli per
rallentare e arrestare il veicolo
-freno di stazionamento: sempre meccanico, comandato tramite leva con dispositivo di
bloccaggio, agisce sulle ruote o sulla trasmissione.
DA COSA DIPENDE LA TRAZIONE:
A 2RM carico C 2RM carico
portato semiportato
B 4RM carico D 4RM carico
portato semiportato

4 trattori identici, spandiconcime attaccato, due a peso portato, due semiportato.


Complessivamente masse uguali.
La POTENZA di un trattore registra utilizzazioni diverse:
-sviluppo di forza di trazione P=forza di trazione x velocità
-l’altra va nella presa di potenza, la coppia sarà ciò che da quell’elemento
-auto dislocamento, al trattore per muoversi per vincere la resistenza all’avanzamento, forza
resistente che agisce sulle ruote, quindi l’affondamento delle ruote nel suolo crea
affaticamento dando resistenza all’avanzamento 20%
SVILUPPA MAGGIORE TRAZIONE: coefficiente di aderenza è lo stesso, la forza di trazione
dipende dal carico che abbiamo sulle ruote quantificato per calcolare la forza di trazione,
nelle 4 ruote motrici sviluppano maggiore trazione perché lo sfrutta al meglio quindi il caso B
FORZA DI ATTRITO: dipende dalle gomme, dall’area ecc, sembrerebbe che i casi A e B
sviluppino meno resistenza, perché meno ruote, ma pesano di più, mentre gli altri due pesano
meno, ma hanno due ruote in più complessivamente la resistenza all’avanzamento percepita
è la stessa

ELEMENTI COSTRUTTIVI DELLE MACCHINE 2


Il sistema di alimentazione è un insieme di organi preposti all’immissione del combustibile nei
cilindri del motore, e all’invio dell’aria. Importanza quando deve garantire:
-pressione di iniezione controllata e relativamente alta nei diesel
-quantità di combustibile adeguata al carico
-fasatura
-uniformità di alimentazione fra i vari cilindri
-caratteristiche dello spray

IMPIANTO IDRAULICO:
l’aumento di richiesta di potenza idraulica e di azionamenti idraulici ha incrementato l’uso di
componenti. Oggi il circuito idraulico di un trattore deve svolgere diverse funzioni, come
generare potenza, azionamento di numerosi servomeccanismi, e la lubrificazione.
Componenti principali:
-la POMPA, collegata da ingranaggi all’albero motore, converte la potenza meccanica in
potenza idraulica, aspirando l’olio.
-FILTRO, posto sulla linea di aspirazione, ripulisce l’olio dai residui
-VALVOLA DI NON RITORNO sulla linea di mandata
-VALVOLA LIMITATRICE di pressione, evita picchi di pressione
-SCAMBIATORE DI CALORE regola la temperatura dell’olio
All’estremità sono presenti i distributori consentono di azionare i servocomandi del trattore. I
cilindri convertono la potenza idraulica in meccanica. Sui circuiti di scarico previste
diramazioni per la lubrificazione di ingranaggi. La potenza richiesta dipende dal regime di
funzionamento della pompa e dalla pressione. La pompa è l’organo che connesso al motore
termico, converte energia meccanica in energia idraulica.
POMPA: organo connesso al motore termico, converte energia meccanica in energia
idraulica
POTENZA PRODOTTA: P=Q x p, portata di fluido e p pressione di mandata, hanno portate
standardizzate e regolabili
Il circuito idraulico di un trattore si suddivide in:
-CIRCUITO AD ALTA PRESSIONE: pressioni di 180-200 bar, in questo caso sono presenti,
l’idroguida, valvola del freno, sollevatore idraulico, distributori ausiliari, la trasmissione
idrostatica
-CIRCUITO A BASSA PRESSIONE: 18-20 bar, presenti tutti i dispostivi di attuazione degli organi
come il bloccaggio del differenziale, innesto trazione anteriore, innesto presa d forza e frizioni
idrauliche
Le differenze sostanziali sono nei trattori ad alta potenza e potenza medio-bassa. Soprattutto
per la tipologia di circuito e le pompe installate.
BASSA POTENZA due pompe a ingranaggi, con un eventuale
terza pompa, per una maggiore potenza idraulica, le pompe
sono a cilindrate fisse e trascinate dal motore, con la
conseguenza di una portata di olio funzione del regime di
rotazione. I circuiti sono a centro aperto, per consentire all’olio
eccedente, di ritorno al serbatoio. Il circuito idraulico è semplice
ma la potenza dissipata, è necessaria per mantenere tutta la
portata d’olio alla pressione desiderata.
ALTA POTENZA:
trattori ad alta pressione, pompe a pistoni a cilindrata variabile, la portata
viene fatta in base alle effettive esigenze del circuito. Le utenze sono del
tipo a centro chiuso. Viene installata una rete di rilevazione del carico che
trasmette ai regolatori della pompa a pistoni le effettive richieste di
pressione e portata degli utilizzatori.
Le pompe a pistoni sono più costose e più sensibili a contaminazioni
dell’olio. La maggior complessità del sistema, la presenza di una rete di
rilevamento del carico e i costi non la rendono conveniente nei trattori a
bassa potenza. Per ottimizzare l’uso dell’impianto stanno studiando un
doppio sistema idraulico: dedicato per la trasmissione e sistemi di
comando idraulici e uno ai sistemi secondari.
PRESA DI POTENZA IDRAULICA è costituita da un giunto normalizzato e dotato di valvola di
tenuta posta dia posteriormente sia anteriormente. Raccordato con un controgiunto,
collegato ad un tubo destinato a fornire olio in pressione ai dispositivi utilizzatori. In caso di
funzionamento continuativo e qualora sia previsto un efficace sistema di raffreddamento con
abbassamento del rendimento.
ORGANI DI SOSTEGNO E LOCOMAZIONE:
il movimento avviene mediante ORGANI DI LOCOMOZIONE, oltre a sostenere il telaio ruotano
per effetto del momento motore attraverso la trasmissione. L’avanzamento avviene grazie
all’aderenza, ovvero la resistenza utile, che si sviluppa fra organi di locomozione.
Gli ORGANI DI SOSTEGNO di una macchina hanno il compito di sostenere il telaio sul terreno
ma anche per la locomozione. Si riscontra sempre un certo scorrimento fra questi organi ed il
suolo.
Gli organi comunemente impiegati sono i cingoli e le ruote. la natura e le condizioni del
terreno che l’organo di locomozione determinano il coefficiente di aderenza. Lo sforzo di
trazione, che in una macchina motrice è uguale all’aderenza stessa.
PNEUMATICI:
gli pneumatici possono essere di due categorie:
-CONVENZIONALI: ormai superati, sono costituiti da tele incrociate fra
loro, subiscono elevate tensioni con conseguente assorbimento di
energia
-RADIALI: costituiscono la norma da anni funi disposte radialmente il
battistrada è stabilizzato da tele, il fianco è molto flessibile mentre il
battistrada è rigido. I fianchi flessibili comporta una maggiore area
della superficie di impronta. Riduzione della pressione di gonfiaggio e
della pressione sul terreno.
-TERRA-TYRES: pressioni di gonfiaggio più basse rispetto a quelli radiali,
con vantaggi maggiori. Poco usati a causa dell’elevato costo di acquisto
Nel caso di ruote motrici il diametro è maggiore rispetto a quello di ruote non motrici, presenta
costolature a spina di pesce per aumentare l’aggrappamento. Ruote di sostegno non motrici,
sono quelle anteriori impiegano pneumatici con battistrada con piccole costolature
longitudinali. Questi causano notevoli problemi di compattazione del terreno.
CINGOLI
È composto da un carrello porta cingolo e dal cingolo. Il carrello
possiede: la ruota motrice, la ruota di rinvio, i rulli portanti e di
sostegno, e il telaio. Il cingolo è costituito da una catena
metallica, le maglie si inseriscono i denti della ruota motrice.
Catene costituite da piaste articolate su perni, adatte per
trasmissioni a basse velocità forti resistenze ai carichi
Anteriormente vi è la ruota tendicingoli che guida il cingolo
mantenendo la corretta tensione. I rulli che scaricano sul terreno
nel modo più uniforme il peso. I rulli di sostegno situati nella parte superiore supportano il
cingolo. Sistema di locomozione permette di ottenere una totale aderenza al terreno e una
distribuzione del peso uniforme.
VANTAGGI SVANTAGGI
-elevata superficie di contatto con il -difficoltà di avanzare su fondi rigidi
terreno -velocità modeste
-notevole aderenza del veicolo -maggiori vibrazioni
-a parità di potenza trazioni superiori -necessario montare copripattini
-avanzare su suoli cedevoli -peso superiore (esistono cingoli leggeri,
-facilità di manovra trovano impiego in veicoli che devono
-durata superiore autodislocarsi in materiali a bassa
portanza)
ADERENZA
La locomozione avviene grazie a questa, fra gli organi detti di locomozione, e il terreno.
Resistenza di attrito radente che si sviluppa sulla superficie di contatto tra organo di
locomozione e terreno dipende dal peso, dal coefficiente di aderenza e dal numero di ruote
motrici.
Coefficiente di aderenza dipende da:
-tipo e dimensioni degli organi di locomozione
-pressione di gonfiaggio
-tipo e stato del terreno
Lo SFORZO DI TRAZIONE che una ruota motrice può esercitare al fine di avanzare senza slittare
è uguale all’aderenza.
Lo SLITTAMENTO causa una riduzione della velocità, ed è proporzionale allo sforzo di
avanzamento.

La conoscenza dello slittamento è indispensabile per la gestione elettronica dello sforzo del
sollevatore. Lo sforzo di trazione può essere incrementato migliorando l’aderenza:
-AUMENTANDO IL COEFFICIENTE DI ADERENZA: dipende dal tipo e dalla superficie di contatto,
caratteristiche dell’organo di locomozione e del terreno. Aumentato attraverso costolature o
si agisce sul terreno.
-AUMENTANDO IL PESO GRAVANTE: ricorrere a macchine con maggiore peso o
accoppiamenti che caricano il peso. Il rapporto peso/potenza è basso eseguire lavori che
richiedono molta trazione sono necessarie zavorrature.
Le PRESTAZIONE durante la trazione dipendono da:
-trazione sviluppabile: dipende dal tipo di terreno, dal tipo di organi di locomozione, dal
numero di assali e dal peso
-resistenza all’avanzamento: dipende dal peso e dal coefficiente di resistenza
all’avanzamento
-pendenza del terreno
-velocità di avanzamento
Componenti quantificabili con l’INDICE DI TRAZIONE rapporto tra potenza esercitata e
potenza massima esercitabile.

DIMENSIONAMENTO DEL TRATTORE:

La potenza di un trattore si ripartisce in:


-avanzamento del trattore
-alimentazione degli impianti
-traino o spinta delle macchine
-sollevamento o abbassamento delle
macchine operatrici
-accoppiamento con le macchine
operatrici
-lavorazione del terreno
La potenza Pm che il motore è in grado di fornire risulta disponibile, viene assorbita:
-vincere la resistenza al movimento, opposta agli organi interni
-vincere la resistenza all’avanzamento, consentire autodislocamento
-potenza dissipata in fase di slittamento
-fornire potenza elettrica
-fornire pressione al circuito idraulico
Detta Pu, potenza massima resa disponibile alla macchina operatrice e si parla di EFFICIENZA
GLOBALE
n= Pu/Pm

Il RENDIMENTO DI TRASMISSIONE dipende dal tipo e dalle caratteristiche della trasmissione.


Causato dalla dissipazione di energia in calore per effetto dell’attrito fra i diversi organi in
movimento.
TRASMISSIONE: l’assorbimento dipende dal tipo e dalle caratteristiche della trasmissione della
trattrice e in secondo luogo dal regime di rotazione del motore. L’assorbimento è causato dal
calore ovvero la dissipazione di energia meccanica in calore. Diversi sono gli assorbimenti se il
trattore opera in movimento o da fermo.
PERDITE: riconducibili alla resistenza passiva e alla frizione delle trasmissioni con la potenza de
circuito idraulico in posizione neutra

SISTEMA IDRAULICO
Assorbimento dato dal sistema idraulico dato dalla potenza necessaria per fornire pressione al
fluido. Vincendo le resistenza e azionare organi relativi.
Pi= p x  dove p è la pressione è lambda è la portata
POTENZA PER AUTODISLOCAMENTO
l’aderenza Fa non può essere convertita in trazione, perché serve per superare la resistenza
all’avanzamento, una percentuale viene data a causa dello slittamento delle ruote.
R=K x Q dove K è il coefficiente di rotolamento e Q è il peso del trattore
La resistenza all’avanzamento causa una dissipazione di potenza, causata dal lavoro
necessario alla deformazione elastica degli organi di propulsione e di sostegno. Una quota
viene data in funzione delle condizioni del terreno, e dell’organo di propulsione
SLITTAMENTO
Esercitata una forza di trazione, si verifica uno slittamento degli organi di propulsione. Al
crescere dello slittamento aumentala forza di trazione. Per aumentare la forza di trazione è
opportuno avere un certo slittamento. Comporta però una dissipazione di potenza. Perché è
potenza non utilizzata. RENDIMENTO GLOBALE la potenza massima utilizzabile dalle macchine
si ottiene applicando i valori degli omega.

I risultati migliori si hanno con:


-impiego di macchine operatrici portate aventi organi di lavoro azionati dalla presa di
potenza
-con forze di trazione nei trattori a ruote si dissipa sino alla metà della potenza fornita
dall’albero motore
POTENZA NOMINALE della trattrice dipende dalla potenza massima richiesta all’utilizzo
Nei terreni declivi occorre considerare un sovradimensionamento del trattore aumentando la
sua potenza di un valore percentuale per la pendenza, e aumentare del 10% per vincere gli
spunti e richieste eventuali di potenza.

POTENZA IN TRAZIONE
Lavorazioni pesanti del terreno o di trazione, la potenza nominale calcolata con l’ultima
relazione deve essere verificata confrontando la capacità di tale trattore per forze di trazione.
La potenza spesa per la trazione può essere espressa come prodotto della forza per la
velocità
Pu = F x v

A velocità inferiore la forza di esercitabile è condizionata unicamente dalla massa aderente


del trattore. Solo a velocità superiore a quelle indicate è condizionata dalla potenza
erogabile.
Le 4 RM offrono prestazioni migliori rispetto alle 2 RM usando integralmente la potenza del
motore a basse velocità di avanzamento.

POTENZA ALLA PDP


Le macchine operatrici che lavorano in modo sia statico che dinamico, la potenza necessaria
sarà:

Bilancio di potenza che fa riferimento a delle funzioni equazionali e modelli che descrivono
l’assorbimento tipico degli attrezzi, esistono dei modelli, degli indici che danno l’assorbimento
medio di potenza.

INDICE DI UTILIZZAZIONE DELLA POTENZA


L’INDICE DI UTILIZZAZIONE della potenza ip è dato dal rapporto tra la potenza effettivamente
utilizzata in un determinato lavoro Pe e la potenza motore Pm.

Dice quanta della potenza disponibile, utile, sto effettivamente utilizzando, se sto utilizzando il
trattore per trasporto ha un indice molto basso, se si utilizza per un aratura sarà molto alto. Se
ho potenza di 40 nell’attrezzo, un rendimento del 60% da un trattore con 60 cavalli circa.
Lo stesso trattore ha indici di utilizzazione diversi, differente è la potenza effettivamente
utilizzata per le singole operazioni. L’indice di utilizzazione della potenza è legato al consumo
orario di combustibile ch. Detto cs il consumo specifico di carburante riferito al carico di
motore.

COEFFICIENTE DI UTILIZZAZIONE DI POTENZA


Il COEFFICIENTE DI UTILIZZAZIONE della potenza np rappresenta il valore percentuale medio di
utilizzazione della potenza nominale del motore. Si calcola facendo la media ponderata dei
differenti indici.

Il LIMITE SUPERIORE np è il RENDIMENTO GLOBALE ng. Quanto più np è inferiore a ng tanto più il
trattore è sovradimensionato. Il calcolo di np serve per conoscere il consumo medio orario di
combustibile nell’arco dell’anno.
L’indice non può essere troppo basso perché non viene utilizzato, indici medi sono normali,
non va bene un rendimento nemmeno troppo alto, 60% va bene

INTRODUZIONE ALLE MACCHINE OPERATRICI


Lo scopo delle macchine agricole e delle macchine operatrici è quello di mantenere nello
strato attivo del terreno la struttura e le proprietà fisico-meccaniche, fornire la potenza e la
capacità di controllo necessario per il funzionamento. Dividendo per macrogruppi le fasi
rispetto alla fase colturale, gruppi di attrezzature classificati secondo il target della lavorazione:
-prima della semina
-durante la semina
-in copertura
Diverse classificazioni prese in considerazione per le macchine operatrici e macchine agricole,
una per la circolazione:
-SEMOVENTI: ha una potenza propria
-trattrici agricole, atte alla trazione, integrate da specifiche attrezzature
-macchine operatrici agricole munite o predisposte per l’applicazione di speciali
apparecchiature
-TRAINATE: collegate a un trattore, la produzione della potenza è esterna all’attrezzo
-macchine operatrici, agricole munite o predisposte per l’esecuzione di operazioni
agricole
-rimorchi agricoli destinati al carico e trainabili
TRATTRICE: centrale mobile di potenza utilizzabile a postazione fissa. Si vuole svincolare
l’attrezzo dal trattore, ho vantaggi a collegare o scollegare? O ho un’ammortizzazione
economica e quindi compro l’attrezzo semovente e quindi tanta area da gestire altrimenti
conviene avere il trattore e l’attrezzo trainato. Con le semoventi ho più efficacia e più
rendimenti. Concepite per tirare, spingere o portare.
Macchine concepite per TIRARE, SPINGERE o PORTARE, le trattrici agricole possono essere
classificate in vari modi. Tipo di propulsione:
-ruote pneumatiche
-ruote semipneumatiche
-ruote metalliche
-cingoli metallici
-cingoli in gomma
Tra le SEMOVENTI:
-macchine agricole operatrici a due o più assi predisposte per
l’applicazione di speciali apparecchiature per eseguire operazioni,
metitrebbie, scavaraccoglibietole ecc
-macchine operatrici ad un asse, guidabili dal conducente a terra.
Motofalci, motocoltivatori ecc
Tra le macchine trainate ci sono macchine agricole operatrici e
rimorchi, destinate all’esecuzione di operazioni agricole possono
essere:
-PORTATE il loro peso poggia integralmente sulla trattrice agricola, scaricato su tutti gli organi
di sostegno. Tutto il peso grava sul trattore.

-SEMIPORTATO il peso poggia in modo prevalente sugli organi di sostegno dell MO una parte
minore scaricata sul gancio di traino

-TRAINATA il peso carica sugli organi di sostegno della macchina operatrice mentre sulla
trattrice viene scaricata in modo nettamente prevalente la forza di traino. Quando le forze di
traino superano una certa entità possono essere necessarie zavorre, per aumentare la forza
aderente. Il 100% grava sulle ruote dell’attrezzo, il trattore non ha peso.
MACCHINE OPERATRICI

SISTEMI DI TRASPORTO:
-contenitore
-nastri (per grandi portate, masse non eccessivamente grandi, perché fanno tanto attrito, ma
anche perché i prodotti non sono stabili tendono a rotolare, uscire dal nastro s si riescono a
fare salite molto limitate. Se il nastro ha delle paratie va meglio, prodotti granulari non adatti)
-coclea (funziona bene per prodotti che hanno una dimensione molto piccola, granulare, o
frammentata rispetto al peso del sistema la coclea pesa di più)
-lancia (spargi concime, avviene il lancio con prodotti di piccole dimensioni, la cippatrice
sminuzza il legno e così via, avviene perché i prodotti sono di piccole dimensioni, ma non
troppe altrimenti il vento da problemi, sfrutto l’inerzia)
-aria (sfrutto un flusso d’aria che porta goccioline di liquido o dal prodotto con bassa densità,
adatto per farine)
-acqua
-tubo
Per trasportare un materiale ci sono dei requisiti quindi dipende da diverse cose:
-massa
-densità alta
-massa
-densità bassa
Trasporto di terreno con rivoltamento ec, sistemi simili alla coclea, scivoli, o sistemi in contatto.
-semi: per caduta o per aria o per lancio
-liquido: tubi, in soluzioni in acqua
-prodotti finali: contenitori
-letame: lanciatori
-liquami: contenitori, e tubo
-erba: lanciatore
Massa e Massa e salita granulari peso flessibilità Costo Costo distanza
densità densità sistema energetico
alta bassa
Contenitore vvv V vvv Vvv alto Vvv alto Medio vvv
Nastri vv Vv basso basso Alto V oiù nastri Alto Abbastanza Vvv
(vv) in serie alto
Coclea/scivoli vvv Vvv Vv Vvv peggiore basso Alto Alto Basso
Lanciatore Prodotti basso V Vvv basso Basso Basso Basso Basso
piccoli
Aria Prodotti Vv V Farine basso basso Basso Medio-alto Basso
molto
piccoli
Acqua basso Vvv basso X alto Basso Alto Basso Vv
tubo Prodotti Prodotti Vv vvv alto v Alto Catene – alto Vvv
piccoli piccoli Vuoto - basso
LAVORAZIONI DEL TERRENO PRIMARIA
Costituito primariamente da lavori di ROTTURA o di DIROPIMENTO. Si ha una disgregazione
dello strato coltivato, la porosità ottenuta permetta la circolazione dell’acqua e
l’approfondimento delle radici. Le lavorazioni permettono di interrare e mescolare i residui
colturali e distruggere la vegetazione
-ARATURA
-RIPUNTATURA
-VANGATURA

ARATURA
Aratura tecnica di lavorazione del terreno eseguita in genere con l’aratro, pratica il taglio e il
rovesciamento di un blocco di terreno, detto FETTA. L’ARATRO attrezzo più antico, possono
essere a MONOVOMERE, POLIVOMENRE, FISSO O VOLTINO costituito da:
-bure
-dispositivo di attacco
-dispositivo di regolazione
-coltro o coltello
-scalpello
-vomere
-versoio
Incremento della porosità del terreno, si migliorano le condizioni per l’aereazione del suolo e
per i movimento dell’acqua. Si ha un aumento di volume del terreno lavorato. Rende il terreno
più permeabile evitando il ristagno. Indispensabile per interrare i materiali apportato. Maggior
grado di aereazione favorendo l’ossidazione. Si contengono le piante infestante.
Praticano due tagli uno verticale, e uno orizzontale, eseguiti dal coltello e dal vomere. Il
blocco scorre sul versoio e si ribalta sul terreno provocandone la disgregazione. Lascia un
solco di lavorazione determinando una parete verticale e una suola di lavorazione. Il GRADO
DI DISGREGAZIONE:
-RAPPORTO LARGHEZZA-PROFONDITà: fette più larghe hanno maggiori sollecitazioni
-SVILUPPO CILINDRICO: della superficie del versoio azione brusca
-VELOCITà DI AVANZAMENTO: velocità sostenuta da maggiori sollecitazioni
Realizzato in acciaio temperato per resistere a forti sollecitazioni. È in acciaio a tre strati quello
interno è più elastico. Esistono diversi tipi di versoi, in base alla curvatura si adattano alle
caratteristiche del terreno:
-VERSOIO CILINDRICO: effetto di disgregazione più energico, adatto a terreni sciolti azione di
rimescolamento.
-VERSOIO ELICOIDALE: effetto più morbido accompagna il ribaltamento della fetta, tessitura
fine con presenza di argilla.
-VERSOIO FENESTRATO: che danno una riduzione dell’area di attrito
La regolazione della larghezza della zolla è data da martinetti idraulici. Si varia il RAPPORTO
TRA LARGHEZZA E PROFONDITà per accellerare la lavorazione si allarga il lavoro aumentando il
numero do corpi completi. Ma in realtà di riduce la velocità di lavoro e aumenta la potenza
richiesta alla macchina.
RIPUNTATURA
RIPUNTATURA operazione che consente un azione di fessurazione e diropimento di
decompattare il terreno. Dando permeabilità del terreno e rompere la suola di lavorazione.
Profondità di 50-90 cm scegliendo in base alle condizioni del terreno. Velocità di 3-4km/h.
Telaio portante attaccato a tre punti del trattore e comandato dal sollevatore idraulico

ESTIRPATURA
ESTIRAPATURA costituito da un telaio portante inseriti 1 o 2 bracci a
profilo DIRITTO O RICURVO determinati da una VANGHEGGIA
favorisce la penetrazione nel terreno. Possono essere RIGIDI o
ELASTICI si esegue a velocità elevate per una disgregazione
superficiale profondità di lavoro 20-30 cm. Non richiede forze di
trazione elevate.
Usato per la fessurare il terreno senza rimescolare dopo l’arature e
uniformare

VANGATURA
VANGATURA lavorazione principale eseguita con MACCHINE VANGATRICI. Attrezzo portato
con organi lavoranti mossi dalla presa di potenza del trattore. Ogni organo simula la classica
vanga nella forma, ha una lama di forma trapezoidale che penetra nel terreno, solleva una
fetta ribaltandola con l’avanzamento.
Ha una lavorazione superficiale 20-25cm, che solo in parte può emulare l’aratura. Opera bene
in terreni sciolti si adatta a terreni compatti, velocità di avanzamento bassa 3 m/h.
Esistono due tipologie:
-VANGATRICE LEGGERA
-VANGATRICE PESANTE
Esistono tre tipi di punte:
-PUNTA PIATTA
-PUNTA VIVA
-VANGA A TRIDENTE

LAVORAZIONI DEL TERRENO SECONDARIE


Costituite da lavori di ripresa e di preparazione del LETTO DI SEMINA. La funzione è riportare la
parte superficiale del terreno i primi 15cm, nell condizioni per la semina.
-SMINUZZAMENTO ulteriore del terreno
-ELIMINAZIONE delle erbe infestanti
-SPIANAMENTO del terreno e regolazione della superficie
Fine di:
-buona GERMINAZIONE avendo metà aggregati del terreno riducendo la crosta superficiale
-facilitare il RADICAMENTO struttura porosa fino a 12cm

LAVORAZIONI
ERPITATURA
ERPICATURA eseguita come lavoro complementare dopo l’aratura, sminuzzare le zolle e
pareggiare la superficie, preparando il leto di semina. Eseguita anche per altri scopi quali
interramento di semi o concimi, rottura della crosta superficiale.
L’erpicatura si limita allo strato superficiale di 5-15 cm riducendo la dimensione delle zolle
rendendo più regolare la superficie. La qualità del lavoro dipende:
-PROPRIETà DEL TERRENO: sono rilevanti sia la tessitura sia la struttura, si esegue con facilità in
terreni poco compatti e asciutti, meno efficace nei terreni argillosi. Più efficace sui terreni
tendenti all’asciutto
-ORGANI E TIPO DI LAVORAZIONE: diminuisce passando da organi lavoranti mossi dalla presa
di potenza della trattrice a organi lavoranti ruotanti fossi, e organi discissori. L’efficacia
aumenta con più passaggi specialmente per gli organi lavoranti senza presa di potenza,
aumenta con minore velocità di avanzamento se mossi da pdp, maggiore velocità negli altri
casi.
-TEMPO TRASCORSO DALLA LAVORAZIONE: l’efficacia aumenta se è eseguita a distanza
dall’aratura. in questo modo si sfrutta l’azione disgregatrice degli agenti atmosferici sulle zolle
Si hanno diversi tipi di erpici:
-TIPO DI SUPPORTO: può essere trainato o portato
-TIPO DI TELAIO: può essere rigido o snodato
-UTENSILI: possono essere rigidi o elastici
-ORGANI DI LAVORO: essere fissi, folli o mossi dalla presa di potenza.

DENTI RIGIDI: struttura portante è costituita da un telaio può essere rigido o snodato. I denti
fissati al telaio equidistanti a sezione circolare o quadrata. Possono essere dotati di snodi per
poter essere disposti con angolazione diversa, profondità di lavoro
è di 10-15cm. Compie un lavoro di tipo leggero, strato superficiale
senza ribaltamento, in terreni sciolti. Per poter dare migliore azione
può essere zavorrato. Per erbe infestanti, può mostrare
l’inconveniente di una ridotta penetrazione
DENTI ELASTICI: gli consente di potersi muovere rispetto al
telaio. L’azione del dente è proporzionale alla resistenza che
incontra nell’avanzamento all’interno del terreno. Profondità
di circa 10-15cm può essere trainato o portato. I denti
possono essere di vario tip: curvi a spirale, danno un effetto
vibrante sul terreno provoca la risalita in superficie di zolle
grandi. Questo movimento facilita la frammentazione del
terreno.
DENTI OSCILLANTI: dotati di un moto
alternativo trasversale rispetto alla
direzione di avanzamento. Derivato dalla
presa di potenza, profondità di
lavorazione del 10-12cm, il collegamento
è di tipo portato. La macchina richiede
la forza di trazione che diventa elevata
sui suoli semiplastici. Suoli di medio
impasto. Ha un sminuzzamento superiore
e si ha un minore numero di passaggi

ERPICE A TELAIO SNODATO: utensili collegati tra loro da anelli


o catene, ogni utensile si compone di tre denti tenuti da un
telaio rigido. Collegati in modo flessibile tra di loro per
formare una maglia flessibile profondità di 10cm.
ERPICE A DISCHI: macchina operatrice
impiegata per la rottura delle zolle
grossolane lasciate da un’aratura su
terreni secchi e compatti. I dischi sono
calotte sferiche, resistenti all’usura,
margine tagliente collegati ad un telaio
trainato dalla trattrice. Ruotano di
sghembo tagliando e sollevando,
frantumando e rimescolando il terreno.
-un solo gruppo di dischi usato per la
rottura delle stoppie e lavorazione
primaria
-piu gruppi di dischi affinamento del
terreno
-dischi montati a senso alternato, favoriscono la penetrazione in qualsiasi suolo garantendo
una buona miscelazione dei residui colturali. Profondità di lavoro è 15-20cm
ERIPICI ROTATIVI: attacco a tre punti, da peso al terreno e il moto rotatorio dei coltelli è dato
dalla presa di potenza. Vi sono dei coltelli che effettuano un movimento rotatorio. Profondità
è di 10cm. Gli accessori collegati dietro possono essere:
-rullo a gabbia
-rullo a puntoni
-rullo packer
-rullo liscio
Derivano dal movimento dal trascinamento sul terreno
FRESATURA E ZAPPATURA
Utensile sagomato rotante ad alta velocità provoca con l’avanzamento l’erosione di uno
strato di terreno sminuzzandolo in zollette che vengono rimescolatele, le macchine usare sono
dette fresatrici e zappatrici. Ha un asse orizzontale rotante con una serie di lame e coltelli.
Consente una lavorazione completa con un solo passaggio, con sminuzzamento e
rimescolamento ed un efficace diserbo.
-ZAPPATRICE: coltelli rigidi
-FRESATRICI: organi lavoranti elastici
Sono macchine portate e dotate di azione attiva, non richieste particolari forze di trazione,
accoppiati con trattori con due ruote motrici, profondità di lavorazione non supera i 30 cm.

RULLATURA
RULLATURA lavorazione eseguita come lavoro complementare alla
semina, si esegue con RULLO COMPRESSORE, si ha un telaio
portante di uno o più cilindri a superficie liscia che da una leggera
pressione del terreno.
Un altro utilizzo è il RULLO FRANGIZOLLE, con dischi a superficie
liscia, per esercitare uno sgretolamento delle zolle lasciate
dall’aratro, su hanno dischi di ghisa su un asse orizzontale e i dischi
sono dentati
RULLO SOTTOCOMPRESSOLE per esercitare un’azione di
sgretolamento superficiale e di compattamento. Lavorano su stati
più prfondi e superficiali

LAVORAZIONI DEL TERRENO IN COPERTURA


Con vegetazione arborea o erbacea in atto, servono a favorire la crescita e il mantenimento
delle colture, con la vegetazione in atto. Operano sullo strato più superficiale:
-ROMPERE LA CROSTA SUPERFICIALE
-RINCALZARE le piante
-INTERRARE concimi
-ELIMINARE infestanti
-APRIRE o ripristinare SCOLINE
L’obbiettivo è ridurre l’evaporazione facilitare la penetrazione dell’acqua e favorire lo sviluppo
delle piante.

SARCHIATURA
Lavorazione del terreno che consiste nel taglio o rimescolamento dello strato superficiale,
questa è obbligatoria come nell’aridocolura o comunque eseguita su colture a pieno campo
i dette sarchiate come mais e patata, con i scopi:
-DISTRUGGERE le erbe infestanti
-CIRCOLAZIONE DELL’ARIA nel terreno
-AGEVOLARE nei climi freddi la penetrazione del calore
-RIDURRE EVAPORAZIONE dell’acqua
La SARCHIATRICE comprende una bassa orizzontale su cui sono
disposti gli organi lavoranti che smuovono il terreno tra i filari.
Rimuovono le erbe infestanti senza danneggiare la pianta
-SARCHIATRICE A UTENSILI: a denti elastici accoppiato con uno
spandiconcime per la distribuzione localizzata

RINCALZATURA
Rimuove il terreno dall’interfila addossandolo sul piede delle piante. Si esegue per finalità
diverse:
-FACILITARE LA SUCCESSIVA RACCOLTA manuale la rimozione di terreno di riporto è meno
gravosa
-RICOPRE MEGLIO I TUBERI superficiali
-IMBIANCAMENTO degli ortaggi, rendendoli più teneri
-CONTROLLO DELLE INFESTANTI
Si esegue meccanicamente impiegano attrezzi rovesciatori. Gli strumenti più adatti per questo
scopo sono i rincalzatori hanno organi a doppio versoio o a dischi accoppiati a distanza
regolabile.

SEMINA
Quella che condiziona direttamente la produttività, vi sono tre linee principali:
-SEMINATRICI A SPAGLIO
-SEMINATRICI A RIGHE
-SEMINATRICI DI PRECISIONE per piante a semina individuale
Si differenziano per la regolarità, interfila (distanza tra file di semi) e intrafila (distanza tra un
seme e l’altro)

• SEMINA A SPAGLIO: tecnica più veloce di distribuzione, a bassa


efficienza in rapporto quantità di semi impiegata. Utilizza attrezzature
leggere e di struttura semplice di tipo portato, azionate da motore
elettrico o collegate a pdp. Macchine usate per prodotti granulari, la
larghezza dipende dal peso specifico del seme. Usata per le colture
da sovescio. Può essere montata frontalmente e posteriormente
usare macchine per interrare i semi. 80-110 kg/ha con velocità di 5-10
km/h
• SEMINATRICI A RIGHE: per la messa a dimore in solchi paralleli dei semi. Possono essere
a distribuzione meccanica o pneumatica, lavoro compreso tra 1,5 m e 8 m velocità
compresa tra 6-10 km/h costituita da:
-telaio portante
-tramoggia per il seme
-agitatore
-apparato distributore
-corpi adduttori per condurre il seme
-numero di corpi assolcatori, per aprire nel terreno i
solchetti e dispositivi copriseme
-organi di comando regolazione e accoppiamento al
trattore
-SEMINATRICE A RIGHE MECCANICHE: tramoggia di
forma tronco-conica, sezione trapezoidale, nella
DISTRIBUZIONE MECCANICA copre l’intero fronte di
lavoro, nella DISTRIBUZIONE PNEUMATICA è più
compatta. Nella parte inferiore ruota un albero
longitudinale munito di appendici radia, rimescola
continuamente il seme per mantenere attiva
l’alimentazione.
- DISTRIBUZIONE PNEUMATICA:
opera ad aria in pressione o in
depressione, in pressione esce
dalla tramoggia tramite apposito
dosatore spinto verso l’alto da
una corrente d’aria data da un
ventilatore ripartite in file perla
semina. Depressione un
ventilatore centrifugo aspira l’aria
con fori attirando i semi in essi

• SEMINATRICI DI PRECISIONE: meccanismi permettono di deporre i semi nel terreno


distanza di fila e profondità costanti. Sono semiportate, numero variabile di elementi
seminanti a se stanti fissati al telaio. Possono essere combinate con attrezzature per la
lavorazione del terreno. Sistema di distribuzione è il cuore della macchina, la
distribuzione del seme sono riconducibili ad un elemento rotante per trasportarli agli
organi di deposizione. Vi sono due sistemi:

-DISTRIBUZIONE MECCANICA: il seme passa dalla tramoggia agli organi di deposizione


per la forza di gravità. Possono esserci; dischi forati con distribuzione orizzontale, rotori
alveolati, distributori a tazze o a cinghie distribuzione verticale. I semi trasportati fino ad
un dispositivo selettore facilita la discesa, ma queste seminatrici non possono essere
usate per la distribuzione di semi di masse elevate

-DISTRIBUZIONE PNEUMATICA: il seme è colpito da un flusso d’aria. Dispositivi rotanti nel


piano verticale, agisce un flusso d’aria prodotto da una turbina mossa dalla presa di
potenza. Ad aria in depressione la corrente localizzata sui fori del disco, preleva i semi e
li trattiene in situ per buona parte della rotazione, questa si interrompe nel sito di
espulsione del seme. Con l’aria in pressione vi è un cilindro metallico vi sono alveoli
imbutiformi, per semplice caduta si depositano i semi. Il flusso scalza quelli in eccesso e
spinge sulo fondo il seme che per rotazione cade

TRAPIANTATRICI
Le TRAPIANTATRICI macchine costituite da un’intelaiatura e due ruote che appoggiano sul
terreno con aggancio a tre punti. Vi sono due tipologie di macchine:
-AGEVOLATRICI: il prelievo della pianta, il trasporto e la
deposizione nel terreno avviene manualmente, lasciando alla
macchina il compito di apertura e chiusura del solco. Si ha una
postazione per consentire di lavorare stando seduto.
-SEMI AUTOMATICHE: sono le più diffuse e presentano un
distributore, per il deposito della piantina del solco. Si prevede
all’alimentazione del distributore.
La maggior parte delle trapiantatrici hanno bisogno di più
operatori

RACCOLTA
Costituisce la fase terminale nel processo di coltivazione, per la necessità di massimizzare la
quantità di prodotto raccolto, per non deteriorare il raccolto e non deteriorare la pianta. Si
possono dividere in 5 gruppi a seconda del tipo di prodotto e del tipo di pianta:
-RACCOLTA DEI FORAGGI
-RACCOLTA DELLE PIANTE DA GRANELLA
-RACCOLTA DI TUBERI, RADICI E BULBI
-RACCOLTA DELLE PRODUZIONI DA PIANTE ARBOREE
-RACCOLTA DELLE PRODUZIONE ORTIVE
I foraggi possono essere somministrati agli animali:
-STATO FRESCO: foraggio viene raccolto subito dopo il taglio di cui 75-85% sulla massa totale di
acqua
-CONSERVATO: il foraggio può essere raccolto a seconda del tipo di conservazione:
-PREAPPASITO (acqua 60-70%)
-SEMIAFFIENATO (acqua 40-50%)
-AFFIENATO (acqua 18-25%)
I cereali foraggeri sono a parte raccolti allo stato fresco per essere distribuiti agli animali dopo
conservazione. Le operazioni cambiano a seconda delle tipologie: taglio, raccolta, carico,
trasporto, e scarico. Il taglio deve essere netto, per evitare fermentazioni.
Per raccogliere i foraggi preapassiti, amiaffienato e affienato, si
tagliano ma si effettuano una serie di operazioni atte a far
evaporare parte del contenuto iniziale di acqua. Essicazione
può essere naturale, svolta seguendo tecniche che dipendono
dall’ambiente. Consiste nel rivoltamento periodico e di
accumulo in andane nella notte. Si consiglia di ridurre al minimo
la presenza in campo.
TAGLIO: effettuato per mezzo di falciatrici si ha un telaio
portante, un apparato falciante, organi di trasmissione,
regolazione e manovra, governati elettronicamente. Si possono
distinguere:

FALCIATRICI
-FALCIATRICI A LAMA CON MOVIMENTO ALTERNATIVO
-lama oscillante e controlama fissa, si ha un portalama fisso dotato di
denti, e una lama mobile suddivisa in sezioni con denti di dimensioni
unificate, i denti del portalama suddividono gli steli in fasci. I taglio deriva
dalla composizione dall’avanzamento della MO,e rettilineo alternativo
della lama. Si ha un collegamento tramite pdp e una trasmissione a
cinghia
-lama e controlama oscillanti
-a doppia lama oscillante consentono l’aumento della velocità di
avanzamento e aumento dell’area di taglio. Portata anteriormente
necessari trattori con attacco a tre punti anteriore e pdp anteriore
-FALCIATRICI A LAMA CON MOVIMENTO ROTATIVO
Azionata dalla pdp provvede lo sfalcio per effetto dell’elevata velocità con i coltelli
periferici che colpiscono gli steli di foraggio
-a dischi: costituite da una serie di dischi orizzontali posti in
parallelo sul telaio, dotati di 2 lamini articolati, quindi con
l’avanzamento della MO i dischi tagliano gli steli
-a tamburi: serie di tamburi verticali,
circolari e di grande diametro posti in
coppia sul telaio
Le falciatrici possono essere di tipo:
-posizione posteriore-laterale sull’attacco
a tre punti
-in posizione frontale con ampia visibilità
di lavoro necessità di una pdp anteriore
e attacco a tre punti
-semoventi organi posti anteriormente in posizione frontale o laterale
MOTOFALCIATRICI: utilizzate in situazioni disagevoli, declivi e appezzamenti ridotti, facilmente
trasportabili molto maneggevoli e leggeri

FALCIA-CONDIZIONATRICI
Macchine che provvedono a schiacciare e a sfibrare gli steli del foraggio rendendo più
rapida e omogenea la fase di essicazione. Si riducono di 30-50% i tempi di permanenza del
foraggio incampo.
A RULLI: sull’azione di due rulli orizzontali che possono
avere diverse conformazioni:
-lisci metallici o in gomma
-scanalati in gomma
-metallici con profili
-1 metallico profilato e 1 pneumatico
Rulli sono perpendicolari alla direzione di avanzamento, il foraggio passa tra i due rulli
subendo uno schiacciamento, molto importante anche la pressione e lo spessore

TRASFERIMENTO DI MATERIALI
Vengono utilizzati tipicamente 5 tipi di sistemi di trasferimento di materiali:
-mezzi per il SOLLEVAMENTO VERTICALE
-mezzi di TRASPORTO IN ORIZZONTALE
-mezzi di SOLLEVAMENTO E TRASPORTO
-mezzi DOTATI DI MOTO VIBRATORIO
-mezzi DOTATI DI MOVIMENTO ROTATORIO
Possono esserci molteplici varietà di attrezzature e sistemi disponibili:
-trasportatori A NASTRO
-trasportatori A COCLEA
-trasportatori A SCIVOLO PER GRAVITà
-trasportatori A PARANCHI E ARGANI
-trasportatori CON VASCHE O COPPE DI RIEMPIMENTO
-trasportatori A RULLI PER SPINTA
-trasportatori PNEUMATICI
-trasportatori VIBRANTI
-trasportatori CON TROLLEY
VANTAGGI NASTRO SVANTAGGI NASTRO
Bassi costi di installazione e di gestione Ingombri notevoli
MATERIALE NASTRO DISTANZE NASTRO
-tela o gomma: adatti a materiali sfusi Dipende dal materiale trasportato ma fino a
-acciaio: materiali abrasivi 10m
-rete metallica: adatti per la
movimentazione in forni, essicato, maggiore
efficienza nella trasmissione del calore

VANTAGGI COCLEA SVANTAGGI COCLEA


Ingombri contenuti, volumi contenuti e Difficoltà di progettazione, costi e potenze
protetti, rimescolamento, salti verticali elevate. Rottura dei materiali
MATERIALE COCLEA DISTANZE COCLEA
-plastica: poco frequente, economica basse Fino a qualche decina di metri
portate
-acciaio: materiali abrasivi, poco sensibile
alle alte temperature

VANTAGGI PNEUMATICI SVANTAGGI PNEUMATICI


Elevate portate e dimensioni contenute Usura delle parti palettate, costi e potenze
anche su percorsi complessi, semplicità elevate, distanze brevi, possibilità di
dell’impianto intasamenti o rottura materiali
MATERIALE PNEUMATICI DISTANZE PNEUMATICI
-plastica: rinforzati in acciaio, per Dipende dal materiale trasportato ma fino a
applicazioni mobili 10m
-acciaio: grandi sollecitazioni e per impianti
fissi

RACCOLTA FORAGGI
Incrementare l’efficienza durante la raccolta, sviluppate macchine operatrici a operazioni
riunite (taglio, raccolta e carico) che raccolgono foraggi da somministrare allo strato fresco,
sia cereali allo stato ceroso da immagazzinare in sili orizzontali. Macchine trainate
lateralmente e accoppiate a un rimorchio a sponde alte.

FALCIA CARICATRICI
Da somministrare fresco può essere raccolto subito dopo lo sfalcio, con un rimorchio
AUTOCARICANTE, operatrice TRAINATA azionata dalla pdp, con raccoglitore a tamburo, denti
flessibili rotanti, convogliatore a catena e un nastro per lo scarico. Esistono sistemi a carico
dall’alto, più delicato, dal basso, più capacità di carico, da posizione intermedia più diffuso.
Può essere un apparato di taglio a coltelli, facilita la capacità di carico, può essere un nastro
trasportatore trasversale per la distribuzione in mangiatoia. Si utilizza una falciatrice
anteriormente, e un rimorchio AUTOCARICANTE posteriore. Questo può essere usato per il
foraggio semiappassito.

Esistono FALCIACARICATRICI TRAINATE O SEMOVENTI provviste di barra


falciante e cassone, per il carico. Hanno il compito di tagliare e
raccogliere il foraggio da somministrare tal quale allo stato fresco in stalla.
Tagliano, raccolgono e caricano in una sola passata. Vi è un sistema
caricatore-convogliatore del foraggio intero su di un rimorchio. Sistema di
tipo:
-a nastro, o a catena
-a coclea
-con pettini dotati di moto alternato
FALCIA-TRINCIA-CARICATRICE macchina impiegata per la raccolta
del mais, o utilizzata su foraggi preappasiti o da insilamento.
Accoppiata con carri con nastro trasportatore sul pianale,
permette maggiore riempimento. La pianta viene recisa alla base
e convogliata ai rulli alimentatori e al rotore. Per il MAIS operano su
file singole e presentano elementi raccoglitori formati da sistema
falciante e sistema di trinciatura indipendente. Si ha un tamburo
dotato di coltelli e palette. Il carico è di tipo pneumatico, con trasporto all’interno di un
condotto di lancio, orientabile.
PER FORAGGI, un sistema falciante, un sistema di trinciatura e un
sistema di convogliamento-carico del trinciato su rimorchio al
seguito. La corrente d’aria provocata dal rotore invia il trinciato in
un tubo di lancio orientabile. La regolazione permette di variare
l’altezza di taglio e lunghezza di trinciatura.
Vi sono tipologie SEMOVENTI centrali di potenza mobile. Sono più
efficienti richiedono per contro investimenti iniziali maggiori. Le
macchine sono prevalentemente per il mais. Sistema falciante
seguono 2 rulli di alimentazione, portano la pianta al sistema
trinciante costituito da un rotore. La corrente d’aria provocata dal rotore invia il trinciato in un
tubo di lancio orientabile e dotato di deflettore.

FIENAGIONE
Costituisce l’insieme di operazioni, mediante RANGHINATORI, necessarie per facilitare il
raggiungimento in campo dell’umidità ottimale perla conservazione. Le operazioni a seconda
della foraggiera da essiccare e dell’andamento climatico:
-SPANDIMENTO, dopo lo sfalcio, non necessario in presenza di poco foraggio, impiego di
arieggiatori a valle
-RIVOLTAMENTO: del prodotto sparso, necessario per elevati quantità di foraggio
-ANDANATURA: serale per foraggi delicati
-SPARGIMENTO: dell’andana a inzio giornata
-RIVOLTAMENTO: dell’andanda
-RANGHINATURA: finale con formazione delle andane
SPANDIMENTO: dopo lo sfalcio, rivoltamento e spargimento, fino a che il foraggio abbia
umidità residua non inferiore al 50%. Ottimali gli spandifieno specializzati a trottola. L’azione
degli organi di lavoro è violenta, non danneggia l prodotto se l’umidità è superiore a 50%. Vi
sono molti vantaggi nella fienagione in due tempi.
Maggior rilievo sull’esito finale della fienagione, macchine per l’operazione di andanatura e
rivoltamento e ranghinatura finale effettuata prima della raccolta con foraggio secco, quindi
fragile e delicato.

SPANDIVOLTAFIENO
Macchine impiegate nelle operazioni di foraggicoltura per lo spandimento e arieggiamento
dell’erba in fase di essicazione. Hanno un telaio portante, su cui inseriti vi sono gli organi
lavoranti o rotori. Vi sono dei pettini che ruotano mescolando il fieno. Azionati dalla pdp,
lavorano leggermente inclinati anteriormente per distribuire sul
terreno il fieno.
-TROTTOLA: in funzione dell’angolo di lavoro possono eseguire le
operazioni di rivoltamento periodico e di andanatura. Costituiti
da denti elastici montati su un braccio inserito su una trottola, mossa dalla pdp.
-A DENTI ROTANTI: meno comuni riportati per completezza del
trattazione. Organo operatore è un aspo con numero di pettini
tra 4 a 6, denti paralleli e radiali. La rotazione dell’aspo può
essere:
-concorde alle ruote: lancio del foraggio all’indietro
-contrario al verso di rotazione delle ruote: in questo
caso si ha lancio del foraggio in alto

RANGHINATORE
Rastrello a scarico laterale continuo impiegato nella fienagione per la formazione di andane o
per il rivoltamento realizzato a principi costruttivi diversi tra di loro. I RANGHINATORI ROTATIVI: si
suddividono in due tipologie:
-RANGHINATORE ROTATIVO AD UN ROTORE
-RANGHIANTORE ROTATIVO A Più ROTORI
Si distinguono ranghiantori polivaletni e specifici:
1. SPECIALIZZATI:
-GIRELLO SINGOLO: fronte di una limitata larghezza, elevate velocità e buona qualità
di lavoro
-DOPPIO ROTORE: convogliatore per l’andanatura, lavorano molto bene, ma costosi
ed adatti solo per grandi dimensioni
2. POLIVALENTI:
-RUOTE FOLLI: tendono a formare treccia e inquinare il foraggio
-ASPO A PIANTA RETTANGOLARE: delicati con il foraggio ma lenti
-CATENE: larghezza limitata, buona qualità di lavoro
Sono macchine capaci di eseguire più operazioni:
-spandimento e rivoltamento del foraggio
-spandimento delle andane
-ranghinatura
A PETTINE: presentare 3-4 pettini lunghi fissati a un aspo eseguire lavori
di ranghinatura o rivoltamento invertendo la direzione dei pettini
A RUOTE FOLLI: le ruote hanno l’asse di rotazione e montano più
denti flessibili. La rotazione delle ruote è impressa da un
componente di reazione delle estremità dei denti contro il
terreno. Possono essere più o meno inclinate per spandimento o
rivoltamento.
TROTTOLA: fuzionamento simile agli spandi-voltafieno, possibilità di
differenza che i denti hanno la possibilità di ruotare attorno al
proprio albero, una gabbia centrale per la formazion delle
andane

CARRI AUTOCARRI
Carri rimorchio per la raccolta e il trasporto di foraggio sfusi,
dotato di pick-up di raccolta. Caricatore anteriore del foraggio,
pianale di carico con nastro trasportatore a sbarre, sponde alte e
portanti.
RACCOGLI-IMBALLATRICI
Le masse volumiche dei prodotti affienati e della paglia sono
sensibilmente diverse in funzione del grado di umidità, e del grado
di compressione che le macchine operatrici esercitano sul
foraggio.
Ridurre i tempi di manipolazione si possono formare balle dal 250-
1000 kg. Movimentate mediante forche. Vengono utilizzate le
raccogli-imballatrici

Macchine generalmente trainate e azionate dalle pdp, per la raccolta di prodotti a stelo, per
l’imballatura, formatura della balla e legatura. Macchine dotate di ulteriori apparecchiature
in grado di fasciare la balla con nylon per aumentarne la conservazione. Si possono dividere
in:
-BALLE PRISMATICHE o tradizionali
-BALLE CILINDRICHE o ROTOPRESSE
-BALLE PRISMATICHE GIGANTI
La RACCOGLI-IMBALLATRICE A STANTUFFO
balle da 20-40 kg. Presenta un pick-up di
raccolta, a denti flessbili che raccoglie il
foraggio in andana e lo immette con
continuità in un alimentatore trasversale a
forche o a coclea prevede di inviare il
prodotto nella camera di compressione.
La densità è regolabile variando la compressione del canale di uscita mediante molle. Una
ruota metrica, scorrevole sulla parte superiore della balla, permette di regolarne la lunghezza
azionando due aghi che portano i fili che vengono annodati e tagliati da un annodatore.
BALLE DI MEDIE DIMENSIONI: possiede un pickup di raccolta a
denti flessibili raccoglie il foraggio e lo porta in una camera di
alimentazione, secondo un dispositivo a forza, lo trasferisce alla
camera di compressione dotata di pistone alternativo, nel retro
si trova un dispositivo legatore.

BALLE DI GRANDI DIMENSIONI: possiede un pick-up di raccolta, una coclea dispositivo di


alimentazione per l’immissione del foraggio, in una camera di compressione di grandi
dimensioni dotata di pistone alternativo.
Le ROTO-IMBALLATRICI si suddividono in modelli a camera di
compressione:
-VOLUME FISSO: possono a loro volta a:
-RULLI: pick-up di raccolta con ruotino tastatore che introduce
il foraggio nella camera, il foraggio si adagia nella parte inferiore,
grazie agli elementi di trasporto e pressatura, assumendo un
movimento rotatorio, fino a riempire l’intera camera. La compressione
termina quando si raggiunge il giusto grado di riempimento.
-A CATENE E TRAVERSINE
-A CINGHIE: balle legate a spagoo con rete, la rete
richiede minor tempo riduce le perdite meccaniche di
prodotto nelle successive fasi di post raccolta diminuisce la
sensibilità alla pioggia
-VOLUME VARIABILE: hanno un pick-up di raccolta a cui
segue un rullo alimentatore che prota il foraggio nella
camera di compressione. Il nucleo prende forma in una cavità da rulli metallici e
posteriormente dalle cinghie in gomma. All’aumentare delle dimensioni le cinghie si allargano
formando una camera con nocciolo tipicamente più denso

RACCOLTA PIANTE DA GRANELLA


Le mietitrebbie sono attrezzature semoventi utilizzate per la raccolta dei cereali e oleaginose.
Realizzano l’intero ciclo di lavoro, dal taglio dell’intera pianta alla trebbiatura, alla
separazione e pulizia della granella. Provvedono all’immagazzinamento temporaneo del
prodotto in tramogge periodicamente svuotate. Raccoglitori mobili per le piante da granella
eliminandone le impurità non desiderate.
METITREBBIE CONVENZIONALI
Sistemi di separazione della granella offerti da questi tipi di macchine costituiti da un battitore
a flusso tangenziale che svolge la separazione primaria. In seguito al modello possono esserci
due o più organi che completano la battitura ed infine vi sono scuotipaglia che effettuano la
separazione totale. Il battitore ha un rotore, provvisto di barre trasversali, rotante all’interno di
una griglia fissa, controbattitore. Il prodotto dopo essere stato separato grazie all’azione dei
vari organi sopra citati con lo scuotipaglia.

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