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STANDARDIZZAZIONE
La standardizzazione o standard definisce dei requisiti sul processo di produzione che non
sempre possono essere sinonimo di qualità elevata. Quindi garantisce un processo controllato,
abbassa il prezzo al consumo, perché si aumenta la produzione e si riduce il tempo di
produzione. C’è maggiore uniformità nella produzione perché sono più specifiche le
macchine utilizzate, e vengono utilizzate macchine tutte uguali, ottenendo prodotti tutti
uguali. Si possono abbattere i costi delle macchine quindi abbattere poi le spese per il
consumatore. Se tutti i prodotti sono uguali possono fare concorrenza sul prezzo.
È quindi principalmente dalla parte del consumatore, però anche dalla parte del produttore,
che beneficia o può beneficiare della standardizzazione. Gli standard sono scritti dalle
aziende stesse e quindi possono essere si dalla parte del consumatore ma non troppo.
Favorisce la concorrenza prevalentemente sul prezzo. Non favorisce lo sviluppo di nuovi
prodotti in parallelo perché essendo fuori standard è disincentivato. Ma viceversa è
incentivato lo sviluppo di nuovi prodotti a cascata; quindi, partendo da un elemento di base
ci costruisco attorno un nuovo prodotto. Non favorisce la flessibilità.
La standardizzazione è quindi un punto di riferimento sulla base del quale fare dei confronti,
uniformare requisiti, coordinare comparti produttivi e controllare i prodotti.
Esistono diversi tipi di standard:
-formali: espressi e scritti su un documento, pubblicati e ratificati da un organismo di
standardizzazione
-informali: conosciuti ma non scritti, quindi a voce, possono non essere né pubblicati né
approvati da un ente o da un’organizzazione
-aperti: specifici, aperti accessibili a chiunque
-chiusi: standard collegati a prodotti brevettati
-proprietari, controllati da una o più organizzazioni
-non-proprietari: non sono controllati, ma sono possibili modifiche
Il bisogno i standard ha portato ad ampliamenti dei mercati che ha portato alla
comunicazione produttori e clienti, dal punto di vista economico, la diffusione degli standard
allarga i mercati e le nuove opportunità di commercio.
Un organo di standardizzazione è la ISO: se lo standard è lo stesso in tutti gli stati favorisce la
vendita di prodotti all’estero e viceversa. Ha come obbiettivi:
-favorire lo sviluppo e la produzione di prodotti e servizi efficienti, sicuri e puliti
-rendere il commercio tra paesi più facile
-dare ai governi delle basi tecniche per la salute e la sicurezza di persone e ambiente
-aiutare il trasferimento tecnologico
-salvaguardare gli utilizzatori di prodotti e servizi
Sono di beneficio per i consumatori anche perché spostano la competizione dal prodotto al
prezzo. Sottostanno a determinati standard hanno una minore flessibilità. L’economia di scala
produttiva, produce, riduce i costi all’aumentare prodotti, viene rinforzata quando si forma
un’economia di scala della domanda, acquista riduce i costi uniformando la domanda.
L’assenza di standard frammenta il mercato e aumenta la possibilità di incompatibilità.
Aumentando la compatibilità si riducono i monopoli.
ASTM: organizzazione degli stati uniti, in america è presente anche ANSI
ANSI: per molti ambiti ha maggior valore, derivante da un istituto privato, vendendo sul
mercato americano nonostante si sia in accordi si devono fare verifiche per vedere se si
rispetto gli standard. Monitora lo sviluppo su base volontaria per prodotti. Coordina
l’omogeneizzazione degli standard americani.
BSI group, servizio internazionale standard inglese per la produzione della metallurgica
pesante, forniscono delle linee guida semplificate per la produzione, incoraggiando i
produttori ad aderire ad una base comune di riferimenti.
DIN è l’organismo tedesco, per la parte meccanica è molto influente la normativa tedesca,
molto forte dal punto di vista politico, anche se hanno un livello di standard magari più largo
rispetto a quello italiano e europeo.
JIS standard usati nelle attività industriali in giappone, influente sulla meccanica di precisione.
UNIM: storicamente è importante a livello di macchine agricole è molto influente. È il primo
ente italiano di standardizzazione.
ISO; IEC; ITU hanno fondato la WSC standard per le telecomunicazioni o sull’elettrica
Qualsiasi ricambio che serve su una macchina viene definita sulla base di qualche standard,
attrezzi attaccati al trattore, ad esempio la presa di potenza: presa come quella elettrica,
modello standardizzato per collegare il trattore all’attrezzo che ci sta dietro, legandolo ad una
presa elettrica, idraulica o meccanica; quindi, presa di potenza e permette di collegare il
pezzo al trattore e trasmettere potenza all’attrezzo.
ISUBUS: impianto di comunicazione che si trova sulla maggior parte dei trattori, linguaggio che
comunica il trattore con l’attrezzo. Ogni volta che si cambia attrezzo si ha un monitor nuovo
adatto. Vantaggio per il produttore ma svantaggio per il consumatore, perché altrimenti si
mette uno schermo per ogni attrezzo l’isobus quindi diminuisce la quantità di schermi
standardizzando uno schermo per ogni attrezzo.
Gli standard iso possono essere classificati:
-TC: ordinati secondo il comitato tecnico per l’aggiornamento degli standard
-ICS: classificati per argomento. Struttura di base per i cataloghi degli standard internazionali,
regionali e per altri documenti.
FONTI DI ENERGIA
Il protocollo di Kyoto per cui vi è un obbligo di operare una riduzione delle emissioni inquinanti,
la curva di Hubert rappresenta l’andamento teorico nell’evoluzione della produzione
estrattiva di qualunque risorsa mineraria, incluso il petrolio, esauribile o fisicamente limitata.
Picco di Hubbit → ci si avvale da una curva Gaussiana secondo il quale qualsiasi materiale ha
un aumento rapido di utilizzo dopo la sua scoperta, man mano che aumentano le esigenze
aumentano le tecnologie che servono per la sua estrazione e lavorazione. Si arriva ad un
picco per avere poi un declino con aumento delle tecnologie e diminuzione del materiale.
Le BIOMASSE hanno avuto una fase di rilancio nel settore agro energetico, utilizzati per
concorrere attivamente alla riduzione del fabbisogno energetico ed al contrasto dei
cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili quali i prodotti e i
sottoprodotti derivanti dall’attività agricola.
L’energia di un corpo o di un sistema può essere definita come la sua capacità a produrre
lavoro. L’energia assume diverse forme, e l’unità di misura è il joule= newton*metro
FONTI DI ENERGIA
-combustibili fossili
-fotovoltaico
-idroelettrico
-eolico
-solare termico
-rifiuti solidi urbani
Derivano in qualche modo da energia solare, petrolio: trasformazioni promosse da fotosintesi
accelerati dal sole. Idroelettriche, acqua evaporata dal sole. Derivano tutte da energia
solare, ha un effetto molto alto quantità di energia molto alta ne utilizzano un 2%
-maree
-geotermiche
-nucleare
Energia produce le scorie più pericolose.
BIOMASSE
Organiche di origine biologica in forma non fossile, sia spontanea che coltivata dall’uomo,
terrestre e marina, in generale prodotta per effetto del processo di fotosintesi clorofilliana,
radiazione solare, di acqua e di sostanze nutritive. Biomasse:
-materiali e residui di origine agricola e forestale
-prodotti secondari e scarti dell’industria agroalimentare
-reflui di origine zootecnica
-rifiuti urbani il 30% del cibo viene buttato via. Quindi vi è una spesa inutile se fosse utilizzabile
dal punto di vista energetico avremmo energia e quindi un guadagno.
-alghe e molte specie vegetali
-altre specie vegetali
Capire quali biomasse usare per avere la massima resa, ma se li asportiamo evitiamo di dare
al terreno quindi togliamo sostanza organica e quindi togliamo al suolo le biomasse di scarto:
-abbondanti
-continue
-non dare problemi
Ad esempio la granella di masi ha un buon rendimento ma in competizione con
l’alimentazione, lo scarto di cibo ha queste caratteristiche ma ha altri limiti.
Le biomasse di origine vegetale sono di 4 tipi:
-residui forestali e dell’industria del legno, lavorazioni delle segherie.
-sottoprodotti agricoli
-residui agroindustriali, fonte di biomassa
-colture energetiche sono finalizzate alla produzione di biomasse, erbacee e legnose
BIOMASSE, si distinguono in (produce CO2, il tempo di rigenerazione di biomasse e di
riassorbimento di co2 può esser compatibile con la sua produzione, il petrolio non è
rinnovabile perché il tasso di utilizzo è troppo maggiore rispetto al suo tempo di rigenerazione,
dipende tutto dal TASSO DI UTILIZZO):
• RESIDUI ORGANICI: di cui (scelta eticamente giusta ma difficile da attuare,
maggiormente sostenibile il problema degli scarti è la loro adattabilità a
quell’impianto, quindi qualità, quantità e tempi. Non programmati più grande è
l’impianto meno flessibile è questo)
-forestali: vegetali
-trasformazione tecnologica di prodotti e consumi: alimentari e non alimentari
-agricoli: animali e vegetali
• COLTURE ENERGETICHE: di cui
-terrestri
-acquatiche
Le biomasse utilizzabili ai fini di conversione energetica sono:
-sottoprodotti
-produzioni vegetali su territori non adatti a colture alimentari
-specie vegetali
Dipendono dalla STAGIONALITà: si concentra in periodi di poche settimane la raccolta, la
domanda dei prodotti di trasformazione si prolunga lungo l’intero arco dell’anno. Il
RACCOLTO e il TRASPORTO, gli impianti di trasformazione, asservita una superficie agricola in
grado di approvvigionare la materia prima, l’economicità minore distanza esistente tra
l’impianto ed il baricentro.
VANTAGGI SVANTAGGI
-si trovano in abbondanza -necessarie grandi aree
-fonti rinnovabili -elevati volumi di fertilizzanti ed irrigazione
-convertibile in solidi, liquidi e gassosi -logistica complessa
-sfruttamento zone non utilizzate -problemi di trasporto e stoccaggio
-smaltimento di residui -condizioni ambientali e meteo non
-emissioni complessive di CO2 pari a 0 costante
-umidità variabile
TRE FASI:
-La raccolta e accumulo delle biomasse ha una forte deperibilità e stagionalità. scarti di
lavorazioni del legno sono favoriti
-Preparazione del combustibile, l’umidità influenza particolarmente
-Produzione di energia elettrica e calore, la combustione, la gassificazione la pirolisi, la
fermentazione alcolica e la digestione anaerobica
Eventuale pretrattamento è la via più semplice. Per gli scarti zootecnici, miglioramento perché
si separa l'acqua dalla combustione perché sennò si hanno perdite di H2O per vapore. Se
elimino l’acqua non la devo trasportare in forma liquida ma soprattutto gassosa, è più
semplice da bruciare miglior efficienza.
Processi termici – di solito effettuato con Processi biochimici – di solito effettuato con
piante arboree. Richiedono umidità <30% e piante erbacee. Richiedono umidità >30% e
rapporto C/N elevato >30%. Questo tipo di rapporto C/N <30%. Fanno parte di questo
processo è maggiormente sfruttato. Tra i gruppo la
principali processi si ricorda la gassificazione digestione aerobica degradazione della
partendo da carbonio ottengo monossido di sostanza organica per mezzi di
carbonio + H + altri componenti; microrganismi e ossigeno, che portano alla
la pirolisi che consiste in un processo di formazione di CO2+H2O+en termica.
ossidazione veloce, dalla quale si ottiene Digestione anaerobica trasformazione che
una frazione gassosa + olio + parte solida. avviene in assenza di O e porta alla
Infine la combustione diretta processo formazione di gas metano e CO2 (definito
ossidativo derivato dall’unione di un bio gas) più altri sottoprodotti impiegati in
combustibile + comburente. agricoltura. La digestione può essere mono
La combustione può essere fatta con prodotto di o più tipicamente si uniscono
combustibile solido come pellet, bricchetti e deiezioni + insilato.
cippato oppure con combustibile liquido La fermentazione alcolica si avvale di
come i biocarburanti. enzimi, funghi, batteri e microorganismi.
Si può compiere l’estrazione di oli e la Tramite questo processo per fermentazione
produzione di biodiesel. Il bio-diesel deriva è possibile ottenere il bio-etanolo, grazia alla
dall’esterificazione dell’olio derivante da trasformazione in alcool della componente
colture industriali come la soia, il colza e il zuccherina a partire da scarti di bietola o
girasole. Può essere usato solo in altre coltre come la canna da zucchero. Ha
combinazione con il gasolio, e fino al 30% rendimenti simili alla benzina, a differenza
non si osservano significative modifiche al che la CO2 che si libera nell’ambiente è
motore. Il potere calorifico è inferiore ma ciò minima. Il potere calorifico non è molto alto,
e compensato dalla maggiore densità. E’ viene utilizzato perché bruciando si trascina
dotato di buona combustione. Un problema l’O sfruttandolo durante la combustione e
è rappresentato dal tempo di esercizio più migliorandone . Riesce a bruciare con poca
alte (no temp >11°C), deve inoltre essere aria e la combustione risulta inoltre migliore.
immesso in un motore già preriscaldato con Produce meno luce ma da forza di
gasolio. È dotato di biodegradabilità compressione ai pistoni.
elevata.
SOLARE
L’energia solare durante l’anno viene immagazzinata sotto varie forme. L’energia solare è
sotto discontinuità, ed irregolarità:
-alternanza giorno e notte
-variazioni della posizione, nel cielo
-dipendenza del coefficiente di trasparenza dell’atmosfera
-le condizioni astronomiche e climatologiche
-la massa d’aria attraversata
La DIFFUSIVITà è responsabile delle differenze dell’intensità di radiazione causata dalle
molecole d’aria, aerosol e vapor d’acqua.
L’ASSORBIMENTO: è rappresentabile con una funzione di discontinuità
L’INTENSITà DELLA RADIAZIONE: dipende dall’angolo di incidenza massima quando incide
perpendicolarmente, l’angolo di incidenza varia durante il giorno e durante le stagioni,
quantità di apporti solari, dipende dalla posizione del sole, dall’esposizione e dall’inclinazione
della stessa.
L’energia solare può fondamentalmente essere impiegata in due modi:
• ENERGIA TERMICA: con collettori solari termici per la produzione di acqua calda. La
conversione diretta dell’energia solare in energia termica acqua calda.
• PANNELLI FOTOVOLTATICI: per la conversione diretta dell’energia raggiante in potenza
elettrica. Convertire direttamente l’energia solare in energia elettrica.
o SOLARE TERMICO permette lo sfruttamento della radiazione solare per produrre energia
attraverso il riscaldamento di un fluido. Un collettore solare assorbe energia solare e la
converte in calore. Inviata ad un fluido termovettore che circola all’interno del
collettore stesso. Tre principali tipologie di collettori solari:
-a bassa temperatura
-concentrazione media
-alta temperatura
1. Il TERMICO SOLARE A BASSA TEMPERATURA: riscaldamento dell’acqua e/o dell’aria,
composto da collettore solare, serbatoio per l’acqua e circuiti di collegamento. Il
collettore solare è una cassa ermetica la copertura è trasparente in vetro e fa si che i
raggi del sole filtrino attraverso fino alla lastra assorbente. La lastra trasmette calore tubi
all’interno dei quali scorre il fluido. Per garantire l’ermeticità tra copertura e cassa vi è
un rivestimento che agisce anche come assorbitore i possibili dilatazioni. È una
superficie scura che cattura energia e riflette quanto meno possibile. La forma di
energia non è portata per conduzione ma viene anche per irraggiamento. Si utilizzano
liquidi speciali ad alto calore specifico, mandato ad uno scambiatore per cedere
calore catturato. Vi è un sistema di pompaggio che muove il liquido per catturare
energia termica e infine lo cede attraverso uno scambiatore, un sistema lamellare
attraverso il quale circola il liquido che intercetta l’acqua da riscaldare.
Sistema lamellare
Sistema lamellare
Il COLLETTORE SOLARE SOTTOVUOTO, tubi in vetro formati a loro volta da due tubi
coassiali chiusi, interno è creato il vuoto. All’interno vi è un fil metallico selettivo alla
radiazione elettromagnetica. Il calore trattenuto dal vuoto viene poi trasferito a
specifici assorbitori di alluminio. È in grado di garantire un maggior apporto energetico
basso irraggiamento o basse temperature. Per aumentarne la potenza è posizionato
uno specchietto che concentra i raggi solari.
Grande potenzialità di sviluppo del solare termico, per il riscaldamento. Coprono fino al 40%
del fabbisogno. È possibile il condizionamento estivo mediante macchine frigorifere,
soprattutto ad assorbimento, utilizzano l’energia termica prodotta per raffreddare acqua da
immettere in impianti per la climatizzazione estiva. I collettori parabolici sono dispositivi di
captazione relativamente sofisticati e costosi.
Il FOTOVOLTAICO si basa sul principio che se una radiazione luminosa investe un materiale
può, in particolari condizioni, cedere un’energia tale agli elettroni dello strato più esterno da
spezzare i vincoli che li tengono legati agli atomi di origine. Quando i due lati vengono a
contatto si ha una migrazione di cariche negative.
Il principio dell’effetto fotovoltaico viene applicato, quindi una volta esposte alla luce solare
generano direttamente corrente elettrica. Si rivolge in particolare a:
-applicazioni aerospaziali
-applicazioni terrestri
-impiantistica tecnica
Di tutta l’energia che investe la cella sotto forma di radiazione solo una parte viene convertita
in energia elettrica disponibile. L’efficienza massima di conversione è del 10-20%. L’efficienza
dipende da:
-riflessione
-fotoni troppo o poco energetici
-ricombinazione
-resistenza parassite
Possono essere divisi in:
-ISOLATI (stand alone): sono in genere dotati di sistemi di
accumulo dell’energia prodotta. Si accumula l’energia
immediatamente utilizzata, durante le ore di insolazione, sia
l’alimentazione del carico che la ricarica di batterie di
accumulo. Alimenta uno o più carichi elettrici, alimentazione
ai carichi in casi di zone isolate. Per garantire la continuità
d’alimentazione al carico. Si utilizzano accumulatori, l’energia
in eccedenza è usata per la carica delle batterie.
-CONNESSI IN RETE (grid connected): non è provvisto di
sistemi di accumulo l’energia prodotta durante le ore
di insolazione immessa nella rete elettrica. Utilizzano
proprie centrali dal punto di vista concettuale.
L’energia elettrica generata dal processo viene
spedita direttamente alla rete pubblica. Non
richiedono sistemi di accumulo, la presenza della rete elettrica garantisce l’alimentazione.
Assorbe energia nei periodi di maggior irraggiamento, e la restituisce in quello meno
favorevoli. La rete svolge la funzione di polmone.
Si suddivide l’impianto in funzione della possibilità:
-inclinazione fissa
-inseguimento: attivi o passivi, o inseguimento semplice o totale
VANTAGGI SVANTAGGI
-Inesauribilità della fonte -rendimento di conversione non elevato
-assenza di emissioni inquinanti e gas serra -investimento elevato
-non consumo di combustibili fossili
-realizzati in diverse dimensioni
BIOGAS
Fonti di energia rinnovabili a disposizione in un azienda zootecnica:
-SOLARE
-BIOMASSE/EFFLUENTI:
-vegetali: colture erbacee da biomassa o colture energetiche
-animali: biomasse/residui lignocellulosici, effluenti zootecnici che si dividono in palabili,
o non palabili
La digestione anaerobica è un processo biologico, la degradazione di sostanze organiche
(lipidi, proteine) gli enzimi presenti negli apparati digerenti sono gli stessi usati all’interno del
digestore. BIOGAS: prodotto primario della digestione anaerobica.
Miscela di gas:
-metano
-andride carbonica
-gas vari
La trasformazione avviene in tre fasi:
-IDROLISI: degradazione dei composti organici complessi, e formazione di acidi grassi volatili,
chetoni ed alcoli
-ACIDIFICAZIONE: dagli acidi grassi si ha la formazione di acido acetico, acido formico,
biossido di carbonio ed idrogeno molecolare
-METANIZZAZIONE: formazione di metano dall’acido acetico
Non tutti i letami sono adatti alla produzione di biogas, bovini solidi 10% il resto è acqua, meno
di 1 tonellata una parte è metano.
1. conservazione delle biomasse/effluenti
2. pre-trattamento e carico nel digestore
3. digestore
4. sistemi per la raccolta del biogas
5. trattemento e impiego del biogas
6. gestione del digestato
La pompa per poter funzionare deve essere adescata, deve essere quindi piena di liquido. Si
dispone inserendo una valvola di non ritorno, che permette il passaggio del liquido solo in una
direzione, si fa ruotare velocemente la girante, il fluido viene spinto per effetto centrifugo. La
forza centrifuga avente direzione radiale, crea una depressione, richiamare attraverso la
condotta di aspirazione. Il liquido percorre i condotti della girante acquista energia cinetica
ed energia di pressione. All’uscita della girante il fluido passa nella voluta parte dell’energia
cinetica, trasformandola in pressione. Questa energia permette la risalita del fluido.
Nelle pompe ad alta prevalenza, viene introdotta all’interno un diffusore costituito da una
corona di palette, formano dei condotti divergenti. Trasformare buona parte dell’energia
cinetica in energia di pressione. Prevalenze superiori si ricorre a pompe multiple con giranti in
serie. Per aumentare la portata invece si usano giranti accoppiate con doppia aspirazione e
mandata in comune, la massima altezza di aspirazione ammissibile è di circa 8 metri.
Non potendo cambiare la girante e non potendo modificare la velocità si possono cambiare
il regime di rotazione, anche se in maniera marginale. Modificare le dimensioni delle tubature,
tubi più grandi. Una soluzione per portate più grandi è ridurre il foro di uscita e in quel modo
diminuisce la portata e quindi si aumenta la pressione. Si pompa tutto il liquido e quello in
eccesso lo si rimanda dentro o al serbatoio o al circuito.
B<90: velocità inferiori, portate minori, maggiore pressione, per applicazioni standard vengono
usate queste
B>90: velocità superiori, maggiore portata, pressioni più basse, in questo caso possono
insorgere instabilità
All’ingresso dell’acqua si crea una depressione (pressione assoluta inferiore a quella
atmosferica) per aspirare il fluido è soggetta a delle limitazioni per evitare un fenomeno
dannoso chiamato cavitazione. Consiste nella vaporizzazione locale di un fluido quando si
trova in un condotto, dove vi è una pressione inferiore alla pressione di vapore. Le bolle
trascinate dalla corrente arriva in zone con pressioni elevate collassano. L’effetto è che
colpiscono con violenza le pareti causandone l’erosione. L’aumento della depressione viene
quantificato con un parametro chiamato NPSH è la differenza fra la pressione di ingresso e il
livello di pressione più basso all’interno della pompa. Espressione della perdita di pressione che
ha luogo all’interno della prima parte del corpo pompa. Questo valore aumenta
all’aumentare della portata. Se ha è positiva allo si parla di altezza di aspirazione, se è
negativa altezza di battente sotto il livello di serbatoio.
La massima depressione ammissibile non potrà mai superare circa 10,33m di colonna di
acqua. L’altezza libera di aspirazione per pompe idrauliche operanti con aspirazione in
depressione è in genere al massimo 6-8 metri.
Forma della girante varia in funzione delle prestazioni. Se si considera una generica girante:
-grande portata: richiede ampi passaggi, quindi occorre aumentare l’altezza della
palettatura
-elevata prevalenza: impone forti effetti centrifughe
Forma e dimensioni delle giranti, sono sintetizzate da una grandezza chiamato numero di giri
caratteristico, è il numero di giri di una pompa modello:
-pompe lente: elevata prevalenza e piccola portata
-pompe normali: media prevalenza e media portata
-pompe veloci: piccola prevalenza e elevata portata
Centrifuga: più lunga per accompagnare meglio, numeri bassi per numeri alti uso pale più
piccole. Elicocentrifuga: spinge il liquido per farne entrare il più possibile entra assiale e esce
assiale
MACCHINE IN SERIE: maggiore pressione
MACCHINE IN PARALLELO: maggiore portata
Le pompe a 1 girante raggiungono prevalenze fino a 200 metri. Per avere prevalenze più
elevate si costruiscono pompe multiple. Girante in più serie. La prevalenza totale è data dalla
somma delle prevalenze delle singole giranti.
Per pompe in serie si sommano le prevalente, per pompa in parallelo si sommano le portate
La regolazione è data dalla possibilità di variare la portata erogata da una pompa che è
inserita in un impianto, in due modi:
1. variando il regime di rotazione della pompa, la pompa è azionata da certi tipi di
motore elettrico, motori a combustione interna
2. caratteristica resistente si varia la portata manovrando la saracinesca nella condotta
di mandata.
Le pompe usate per medie portate e basse prevalenze, garantisce miglior resa nella
macchina e quindi un lavoro più efficiente. Le pompe autoadescanti possono essere
realizzate in diversi materiali e leghe metalliche. Riguarda l’alimentazione di impianti idrici,
inoltre il pompaggio di liquidi e liquami fangosi e sabbiosi, questa funzione non richiede il
riempimento della condotta di aspirazione.
POMPE CENTRIFUGHE:
-semplice costruzione basso costo
-portata costante
-bassi costi di manutenzione
-minimo ingombro
-alte prevalenze
-liquidi molto viscosi
POMPE ASSIALI:
direzione assiale per poi uscire ancora con la stessa direzione, basse prevalenze ma grandi
portate, impianti di bonifica, per travasare, grandi liquidi in poco tempo, condensatori.
Siccome l’acqua pesa c’è la possibilità che non spinga in avanti ma continui a girare da
quindi uno stallo, va in rotazione grazie al raddrizzatore, avvengono due accorgimenti,
mettere il raddrizzatore che indica quindi la direzione che deve prendere l’acqua facendo si
che ci sia un migliore rendimento idraulico. L’elica è tutta aperta dando velocità al liquido
ano a mano che la pressione aumenta entrando con le pareti quindi pochi problemi di usura.
È composta da:
-predistributore: impedisce eccessive pre-rotazioni del flusso di ingresso e da sostegno
strutturale assorbendo parte della spinta assiale.
-girante
-raddrizzatore: serve ad eliminare la componente tangenziale della velocità in uscita dalla
girante
-diffusore: tubazione di mandata può essere a sezione crescente per difondere corrente
-albero: collegato il motore di comando
Curve di prevalenza e potenza assorbita si può notare a volte la presenza di un vero e proprio
punto di flesso, che causata dallo STALLO. Diminuire la portata sotto il punto di stallo, la
prevalenza tende ad aumentare. La potenza assorbita ha andamento simile e quindi ne
consegue che la potenza per portata nulla può essere 2-3 volte superiore a quella per portata
nominale. Vanno quindi sempre avviare nelle condizione di massima portata.
POMPE VOLUMETRICHE:
macchine a fluido volumetriche volumi successivi di fluido, a differenza di quelle dinamiche
agiscono sul fluido che con continuità attraversa i vani palari. Da dei volumi fissati di fluido,
mentre quelle dinamiche l’effetto di passaggio è dovuto all’energia fornita al fluido dalle
pale. Forniscono quindi portate che trascurano l’effetto dele perdite. Prevalenze infinite non
sono raggiungibili per i limiti tecnico-strutturali delle macchine
-pompe volumetriche alternative, danno pressione
-pompe volumetriche rotative
ALTERNATIVE: pompe a stantuffo, il pompaggio del fluido avviene mediante il trasporto
periodico di determinati volumi di liquido. Hanno basse portate e alte prevalenze. Usate nelle
presse idrauliche. La pompa è associata ad un elemento in rotazione, tipicamente un motore,
il movimento rotatorio. Il movimento in compressione è permesso da un meccanismo detto a
biella, il pistone ha un percorso di aspirazione quando la pompa aspira si apre la valvola, in
uscita di chiude.
La continuità del flusso è un problema delle pompe volumetriche; quindi, mettere delle
pompe in serie o in parallelo migliora la continuità.
Il diagramma ideale di lavoro di una pompa a stantuffo, con PMI e PMS si indicano
rispettivamente, il punto di morte inferiore e il punto morto superiore. Ovvero le posizioni
estreme dello stantuffo.
-si apre le valvole e viene aspirato il fluido
-fase di compressione
-si apre la valvola di scarico, fase di mandata
-fase di espansione
Il diagramma reale, si discosta perché la comprimibilità seppure
modesta e la non istantanea apertura e chiusura delle valvole. Da
quindi pendolazioni di pressione comporta quindi perdite di
pressione
Particolare tipo di POMPA VOLUMETRICA ALTERNATIVA ASPIRANTE-
PREMENTE è pompe a membrana. Analogo alle pompe a stantuffo,
o membrana deformabile. La membrana è mossa tramite cinematisi
verso l’alto e verso il basso, generare le variazioni alternate di
volume. Pompa adatta a basse portate e basse prevalenze.
Riproducono il funzionamento del cuore, pompe a membrana,
parete in gomma viene premuta e aspirata questa accoglie il
liquido in aspirazione, lo invia alla mandata, e per la presenza di
materiale plastico, funziona con prodotti chimicamente aggressivi.
La portata teorica è costante mentre quella reali cala leggermente con la pressione per via
delle perdite volumetriche, alle alte pressioni. Il rendimento varia con la viscosità del liquido
pompato. A basso numero di giri lo sforzo è maggiore perché il rendimento meccanico è
maggiormente messo sotto sforzo. In funzione del numero di giri in proporzione aumenta la
portata. Ad alto numero di giri si può comunque avere perdite.
Si possono avere:
Rendimento volumetrico portata della condotta di mandata Q è
inferiore al rendimento della condotta di aspirazione Q+q, dove
q indica la portata persa (qui si ha il 5-10% di potenza persa)
Rendimento idraulico il liquido perde energia
nella’attraversamento del condotto. Di solito si aggira in valori
attorno al 15%
Rendimento della pompa quantifica le perdite di energia che
avvengono all’interno della pompa
Rendimento meccanico quanto foca le perdite di tipo
meccanico
Rendimento della condotta quantifica le perdite di energia che
avvengono nella condotta di aspirazione e di mandata
Rendimento dell’impianto
Per regolare la portatasi può regolare il numero di giri o aumentare la flangia, 1400/1500
numero di giri quindi per regolare la portata, cambio il numero di giri, si può senno cambiare
l’inclinazione mantenendo lo stesso numero di giri. La trasmissione idraulica permette
l’inclinazione in base al numero di giri su una vite, permettendo infinite posizioni. Ognuna da
una portata differente. Con portate molto alte do una pompa assiale, se invece ho
prevalenze alte, do pompe volumetriche, prestazioni intermedie centrifughe. Dal punto di
vista del costo è più semplice la pompa assiale, perché ha parti in movimento ma senza
contatto tra le parti meccaniche funzionamento in generale economico. Poi troviamo la
pompa centrifuga ha una girante che fa un po di tenuta con la voluta, parti in sfregamento
limitatem materiale che non richiede grandi studi.
Una soluzione è quella di utilizzare pompe che diano un movimento in parallelo, costituito da
un numero elevato di cilindri, con un pistone, e uno stantuffo messi in rotazione questa
controllata, pistoni attaccati su una flangia nella parte bassa tende a spingere in basso i
pistoni, mentre nella parte alta dove è più distante tende a far uscire i pistoncini. Con l’olio
quando si allontanano richiamano liquido dentro. Mentre dove scende e avvicina il pistone
esce il liquido. Aspiro a pressioni basse, e spingo a pressioni alte. L’olio spinge in pressione la
flangia.
MACCHINE VOLUMETRICHE MACCHINE DINAMICHE
-rotative o alternative -solo rotativo
-fluido periodicamente racchiuso con -flusso continuo di fluido
volume costante -portata costante
-scambio di energia dato dalla pressione -scambio dato dagli organi in movimento
delle pareti -motore dipendente dalla velocità del
-motore indipendente dalla velocità del fluido
fluido -spinte assiali
-basso rapporto potenza/massa -elevato rapporto potenza/massa
-elevate compressioni, basse portate -compressione bassa, portate elevate
MACCHINE A FLUIDO AERAULICHE
Divide le macchine a fluido motrici dalle macchine operatrici. Nelle macchine operatrici
l’energia meccanica viene assorbita dall’esterno e ceduta al fluido. Le macchine aerauliche
sono macchine operatrici operano un fluido comprimibile (normalmente aria), conferendogli
energia di pressione. Avviene sulla base del rapporto di compressione, il fluido viene
compresso quindi aumenta la pressione e modifica il volume. Macchine aerauliche ha a che
fare con un fluido che ha una densità che è 1000 volte più basse.
-ventilatore centrifugo una girante palettata e una voluta, il numero di palette è alto perché
l’aria è più facile faccia turbolenze quindi deve essere messa più palette per facilitare
l’incanalamento di aria.
I compressori assiali elevata portata di fluido, contenendo le dimensioni radiali della macchina
a discapito dell’ingombro longitudinale, movimento è parallelo all’asse di rotazione, corona di
pale rotoriche che forniscono energia cinetica e di pressione al fluido e da una corona di pale
statoriche l’energia cinetica in energia di pressione.
L’altezza delle pale può essere ridotta per ridurre la sezione di passaggio del flusso e
mantenere la velocità assiale costante via via che la pressione e la densità aumentano. È
solitamente installato un cuscinetto reggispinta per sostenere la forte spinta assiale.
TURBOCOMPRESSORI
Trasferimento di energia della macchina è una variazione della quantità di moto del fluido
COMPRESSORI VOLUMETRICI
La macchina provoca una riduzione del volume, ottenendo un incremento di pressione
-necessaria presenza delle valvole di aspirazione, e di scarico, comprimibilità del fluido, la
valvola di aspirazione e la valvola di mandata, contemporaneamente chiuse
-maggiori sollecitazioni termiche
-maggiori problemi nella realizzazione
-influenza dello spazio morto
Compressori volumetrici rotativi:
-riduzione del peso e di massa
-possibilità di accoppiamento
-assenza o riduzione delle vibrazioni
-assenza di valvole
-ridotta manutenzione
IRRORATRICI
Le macchine irroratrici per la distribuzione di prodotti fitosanitari rivestono grande importanza:
-IRRORATRICI di pieno campo, per colture erbacee a distribuzione orizzontale, denominate
barre, gli ugelli sono collocati lungo una barra metallica orizzontale
-ATOMIZZATORE colture arboree distribuzioni su singole piante o pareti vegetali verticali
Le componenti fondamentali sono: telaio, serbatoi, pompa, organi di regolazione e controllo
portata, tubi di connessione, rubinetterie, e sistemi id filtrazione. Il telaio dato da profilati
metallici in acciaio e garantisce i componenti fondamentali, procedimenti anticorrosione a
causa dell’aggressività dei prodotti fitosanitari. Barre irroratrici, diverse sezioni, ed ospita gli
organi deputati alla frantumazione della miscela per produrre le gocce. Cosa differente è
trattare una superficie che sia distante 4-5-6 metri, si usa un atomizzatore per proiettare le
gocce su tutta la chioma; quindi, in quel caso va portato con un flusso d’aria, irroratrici
quando ho flussi proiettati, atomizzatori quando parlo di flussi portati, e poi esistono sistemi
complementari.
Fare un trattamento si ricerca un compromesso tra le dimensioni della goccia, piccola da
evitare il gocciolamento ma grande per avere inerzia, per evitare gli effetti deriva, tali per cui
gocce possano essere portate altrove. Le tecniche per portare le gocce alla pianta sono due:
flusso proiettato un GETTO PROIETTATO dei sistemi chiamati ugelli che frammentano le gocce
in prossimità della vegetazione e quelle gocce raggiungono la foglia per inerzia vengono in
qualche modo accelerate, l’acqua arriva in pressione al boccaglio, esce dall’ugello a bassa
pressione e quindi il salto in pressione viene convertito in velocità. Se la superficie è messa
verticalmente quindi gli ugelli sparano in orizzontale. Il flusso di aria per creare l’agitazione
sufficiente perché le foglie siano messe in movimento per poter coprire tutta la superficie.
Il serbatoio è la miscela da distribuire e può assumere forme diverse, dal tipo di irroratrice.
Costruito in vetroresina, materiali plastici, per evitare segregazione all’interno del serbatoio
sono presenti dei sistemi di agitazione della miscela, di tipo:
-meccanico, l’agitazione è assicurata da organi rotanti a palette
-idraulico pompa che immette nel circuito della macchina la miscela lavora a pressione
superiore di quella richiesta agli ugelli
Alcune macchine sono dotate di sistemi di riempimento del serbatoio principale, costituito da
una pompa centrifuga. Macchine più recenti il serbatoio premiscelazione, lavamacchina, un
ulteriore piccolo serbatoio comunemente detto lavamani. Serbatoio di per se è un elemento
leggero, ma avendo dei volumi fino a 2 tonnellate, ha un carico complessivo che può essere
importante tanto più è grande in serbatoio e instabile il trattore. Si ha una pompa di carico,
che molto spesso viene utilizzata anche per mandare il liquido in pressione (pompa invertibile).
Poi si ha una pompa per il ricircolo, la pompa primaria manda il liquido agli ugelli e questo
viene pescato e rimandato al serbatoio per poter mescolare ed evitare sedimentazioni. Al
massimo abbiamo 3 pompe.
La pompa ha la funzione di mettere in pressione il liquido per garantire una pressione e una
portata adeguate la polverizzazione della miscela. Azionata dalla presa di potenza
distribuzione proporzionale alla velocità di avanzamento a controllo meccanico. Oltre a
garantire una pressione e una portata sufficiente ad alimentare gli ugelli, viene
continuamente reimmesso nel serbatoio per garantire che sia mantenuta una corretta
miscelazione alla soluzione. La pompa è dimensionata tenendo conto della portata richiesta
dagli ugelli installati o installabili a cui va sommata la quantità di circolo necessario per
miscelare la soluzione nel serbatoio.
Pompa centrifuga per bassi volumi e basse pressioni, pompe volumetriche impiegate per
sistemi di formazione della goccia, raggiunge pressioni elevate gocce medio piccole. Pressioni
elevate, portata varia in base alla cilindrata.
La pompa a pistoni o membrana, tipo di pompa volumetrica, portata non eccessiva, ma una
resistenza all’aggressività chimica dei prodotti, hanno una membrana che isola le parti
meccaniche dal liquido, serve per avere molta pressione e poca portata, per aumentare si
usano più pompe a membrana in parallelo, queste pompe usano una quantità di liquido in
modo da avere un flusso omogeneo.
La POLVERIZZAZIONE
-getto proiettato tipico di barre irroratrici, più adatte per trattamenti su colture erbacee,
goccioline vengono proiettate nell’atmosfera, circuito idraulico, frantumate da particolari
orifizi, azione meccanica, per pressione o per forza centrifuga. Lavorano distribuendo le
goccioline dall’altro verso il basso sfruttando la pressione del circuito utilizzano forza di gravità
per raggiungere il bersaglio
-getto portato tipico degli atomizzatori tradizionali sono coltivazioni arboree, prodotte dagli
ugelli vengono investite da una corrente d’aria generata da un ventilatore, trasportarle verso
la vegetazione oggetto del trattamento. Lavora in orizzontale o dall’alto verso il basso per cui
l’aria è necessaria sia per trasportare le gocce che per farle meglio penetrare all’interno della
vegetazione
POLVERIZZAZIONE PNEUMATICA sono sistemi di polverizzazione e trasporto
assistiti da corrente d’aria, il liquido nebulizzato, una corrente d’aria
generata da un ventilatore assiale. Il flusso di aria aumenta la
polverizzazione della miscela. Ottima uniformità dimensionale, trattori con
potenze elevate a causa del forte assorbimento del ventilatore assiale.
Per generare le gocce di liquido di hanno diversi ugelli, abbiamo il profilo
venutri, un profilo convergente seugito da un profilo divergente,
generano flussi d’aria a velocità elevate e molto lineare, crea una
depressione asporta gocce dal liquido, c’è un condotto che porta
l’acqua in prossimità questo viene messo in sospensione del flusso d’aria.
Ha un richiamo di energia molto elevato, quindi trattore con elevata potenza.
I cicli termici sono basati su 4 tipi di trasformazioni. I fluidi adottati, l’aria e l’acqua in alcuni casi
a gas si adotti l’elio o l’anidride carbonica. Motori a combustione interna, all’aria si aggiunge
un combustibile e la combustione avviene all’interno del fluido che produce lavoro
meccanico. Viene sottoposto a combustione, produce gas, incendiandosi scintille scoccate,
o per effetto del calore trasforma in gas che si espande e spinge verso il basso il pistone. Il
fluido in espansione genera lavoro meccanico, grazie al manovellismo di spinta biella-
manovella, e alla catena cinematica che trasferirà alle ruote il moto rotatorio ottenuto
all’uscita dell’albero motore. Segue il CICLO SABATHè.
• CICLO OTTO:
come combustibile una miscela aria-benzina
Fase di ASPIRAZIONE: il pistone si sposta dal punto morto superiore PMS al punto morto inferiore
PMI. Tramite trasformazione isobara, ottiene l’ammissione della miscela gassosa attraverso il
condotto. Avviene la chiusura della valvola di aspirazione, avviene la fase di compressione, il
pistone si sposta dal PMI al PMS. Trasformazione adiabatica il volume diminuisce, la
temperatura T e la pressione aumentano il pistone raggiunge il PMS la miscela viene
compressa nella camera di scoppio durante tale fase entrambe le valvole rimangono chiuse.
Avviene poi la fase di SCOPPIO mediante un isocora, scoppia la scintilla tra gli elettrodi e la
candela, la miscela si incendia, il calore sviluppato farà aumentare pressione. Avviene poi la
fase di ESPANSIONE mediante una trasformazione adiabatica, il pistone spinto dall’elevata
pressione, si sposta dal PMS e al PMI volume, aumenta espansione che terminerà quando il
pistone raggiunge il PMI. SCARICO in due fasi: isocora e isobara, il pistone è fermo al PMI, la
valvola di scarico è aperta. FASE DI SCARICO FORZATO si completa lo scarico dei gas
combusti, il pistone si porta dal PMI al PMS, la pressione uguale a quella esterna. Utilizzano
benzine iniettate nel pistone dopo essere stati miscelati con aria, secondo proporzioni
determinate.
• CICLO DIESEL
A quattro tempi ampiamente utilizzato nella trazione terrestre, motore diesel a 4 tempi:
-l’esplosione della miscela non è comandata dalla scintilla provocata dalla candela, bensì
dall’autoesplosione
-il pistone comprime solo aria e non una miscela di aria+combustibile
-la combustione avviene mediante una trasformazione
-rapporti di compressione sono più elevati consentire l’autoaccensione del combustibile, i
compressione più elevati permettono un rendimento più alto
FASE DI ASPIRAZIONE il pistone si sposta dal PMS al PMI. Si realizza teoricamente mediante una
trasformazione isobara l’immissione dell’aria a seguti dell’apertura della valvola di aspirazione.
FASE DI COMPRESSIONE si sposta dal PMI al PMS mediante un adiabatica, il volume diminuisce,
temperatura e pressione aumentano. L’ineizzione del combustibile per effetto dell’aria ad alta
temperatura e pressione e incendia spontaneamente.
Il carburante attraverso una trasformazione isobara si brucia gradualmente mano a mano che
viene inniettato. Il pistone ha gia iniziato la sua corsa verso il PMI. Terminata la combustione
inizia l’espansione adiabatica. Il pistone spinto dall’elevata pressione si sposta dal PMS per
terminare lo spostamento al PMI. Avvine lo SCARICO SPONTANEO, trasformazione isocora
pistone fermo al PMI la valvola di scarico è aperta, SCARICO FORZATO, isobara in cui si
completa lo scarico dei gas combusti attraverso l’apposito condotto. Dal PMI al PMS.
Il motore diesel fa meno giri quindi ha una vita più lunga, rapporto tra i due volumi prima e
dopo l’inniezione, questo valore ha un risultato che è maggiore di 1. Quindi il rendimento
viene abbassato, ma i rapporti di compressione sono più alti quindi nella pratica i rendimenti
sono molto più alto. A parità di giri si esprime più potenza, esprime la stessa potenza di un
benzina, pur andando a un regime più basso.
POTENZA=COPPIA*VELOCITà ANGOLARE
Confronti tra ciclo otto e ciclo diesel:
-pme otto> pme diesel
-n otto > n diesel (coefficiente di riempimento)
-Pu otto > Pu diesel
-minore peso del motore otto a parità di potenza
• CICLO SABATHè
Ciclo termodinamico per i motori di combustione interna nel quale la combustione avviene in
parte a pressione costante ed in parte a volume costante. Diesel lento, combustione a
pressione costante, l’autotrazione usano diesel veloci. I motori agricoli usano il ciclo diesel
veloce, a 4 tempi. Stessa categoria di motori utilizzati per l’autotrazione, contraddistinti da
velocità di rotazione, inferiore a 5000 griri. Meno giri al minuto quindi meno usura dei pezzi.
Il rendimento del ciclo otto è maggiore del rendimento del ciclo diesel. Nella pratica il
rendimento del ciclo Diesel è maggiore non avendo problemi di autoaccensione, rapporti di
compressione più elevati. 50% sabathè, rispetto a 37% del ciclo otto.
Ciclo otto raggiunge il valore più elevato di pressione e temperatura, scarica minore quantit di
calore a bassa temperatura. Ha quindi un rendimento migliore. Rendimento miglioe è quindi
data da valori più alti possibili di pressione e temperatura, dando ai gas molta espansione.
• MOTORE A 2 E 4 TEMPI
Nel motore a 4 tempi il ciclo viene completato in 2 giri dell’albero motore, e perciò in 4 corse
del pistone (2 salite e 2 discese). Corsa il pistone si muove verso il basso o verso il punto morto
inferiore e ,mentre ciò avviene il fluido (aria+combustibile) viene aspirato nel cilindro. Seconda
corsa corre verso il PMS comprimendo il fluido, terza fase il pistone spinto dai gas prodotti dalla
combustione torna a dirigersi verso il PMI, nella quarta il pistone per effetto inerziale dovuto
alla fase precedente torna verso il PMS e nel suo movimento provoca lo scarico del gas.
Motore a 2 tempi viene completato in 1 giro dell’albero motore e perciò in 2 corse del pistone,
con pistone posizionato presso il PMS, momento nel quale avvengono l’accensione, la
combustione e l’espansione, correndo verso il PMI, hanno luogo lo scarico dei gas combusti e
l’inizio dell’immissione del nuovo fluido. Secondo tempo la risalita del pistone verso il PMS, si
completano lo scarico, l’immissione e la compressione del fluido.
Non hanno valvole, ma luci di aspirazione e di scarico, il pistone apre e chiude durante le
corse del cilindro. Dando mento moti inerziali, motori molto più rapidi nel salire di giri.
Termodinamico non variano molto, precompressione.
Un motore a 2 tempi a parità di cilindrata, regime, peso e ingombro di un motore a 4 tempi
erogherà una potenza doppia. Il rendimento volumetrico di un motore a 2 tempi è
nettamente inferiore a quello di uno a 4 tempi. Un motore a 2 tempi consuma 50% in più
rispetto a uno a 4 tempi.
La potenza dipende dal rendimento, potere calorifico, volume del cilindro, numero totale dei
cilindri e da ciò che serve per regolare la potenza premendo sull’accelerazione si accelera il
numero di giri.
La rappresentazione del grafico di un ciclo a 2 tempi è quella a 4 tempi senza la linea bassa. Il
motore a 2 tempi non ha le valvole, non ci sono più l’albero e la cinghia di trasmissione per
muovere le valvole. Perde dei pezzi quindi pesa molto meno.
Il movimento è controllato dalla dinamica del cilindro e non dal controllo di organi meccanici.
I pistoni sono più leggeri dinamica più facile, velocità o rallentamento più facili e con meno
inerzia, quindi con masse inferiori e quindi più facili da far salire e scendere più volte e quindi in
grado di girare a più giri motore.
Siccome potenza è uguale a coppia per velocità angolare se io aumento la velocità di
rotazione sacrifico la coppia.
Un motore che ha poca inerzia è facile da accendere ma è anche facile da far morire. Su un
trattore io ho bisogno che il motore non muoia però se muore richiede molta potenza per farlo
partire.
Mettere un 2 tempi su un trattore significa avere meno coppia e molta meno inerzia. Si
potrebbe fare se riducessi la velocità di rotazione con qualche trasmissione però questo
abbasserebbe notevolmente i rendimenti.
Anche mettere un 2 tempi lento sarebbe un problema perché quando entra il gas nuovo il
gas di scarico non esce subito istantaneamente e può essere che il gas nuovo che entra esca
direttamente seguendo il flusso del gas di scarico quindi mi provoca gas incombusti.
Il motore a 2 tempi ha rendimenti molto più bassi perché non brucia bene. Rendimenti più
bassi, perchè brucia male e non svuota bene.
Un motore a 2 tempi dovrebbe avere tutti i cicli utili quindi produrre il doppio della potenza di
un 4 tempi a parità di giri, ma nella realtà produce un 30% in più di potenza dovuto al fatto
che ha rendimenti utili minori.
Per massimizzare la potenza erogata da un motore di cilindrata prefissata bisogna
massimizzare la pme:
-aumentare il più possibile il rendimento utile
-aumentare il più possibile la densità dell’aria all’aspirazione, incrementare la quantità d’aria
comburente
-aumentare il più possibile il coefficiente di riempimento
-utilizzare combustibili con elevato potere calorifico Hi e bassa dosatura
Differenze:
-peso e dimensioni di un 2 tempi inferiore, meno pezzi, meno ingombri e minori costi di
produzione
-4 tempi maggiori masse, maggiore inerzia dando maggiore freno motore,
-motore 2 tempi più leggero maggior potenza specifica, scoppio della miscela ad ogni giro,
freno motore assente, alti regimi consuma molto di più
-distribuzione del 2 tempi data dal pistone, nel 4 tempi dalle valvole
--4 tempi combustione completa, minori consumi
dove ηu rappresenta il rendimento utile della potenza trasformata in potenza utile rispetto la
potenza totale, mb è la quantità di benzina o gasolio che si dimensiona su un coefficiente α il
quale rappresenta il rapporto di dosatura massa aria che viene unito alla massa di benzina, il
quale può essere scritto come α=(ma/mb). Hi è il potere calorifico che nella benzina assume
valori di 44Mj/Kg e riesce a produrre più potenza, mentre nel gasolio è di 42.5 Mj/Kg. Il
coefficiente i indica il numero dei cilindri; n rappresenta il numero dei giri, nel caso dei motori a
2 tempi si avrà n=2, mentre per un motore a 4 tempi sarà n=1 (solo la metà producono
energia), mentre m è la massa d’aria. L’energia è prodotta ad ogni ciclo, per sapere la
potenza moltiplico per il numero dei giri al secondo.
I rendimenti termici e meccanico e il grado di riempimento variabile in funzione della velocità.
Ci sono diversi tipi di rendimenti:
-rendimento termico: lungo lasso di tempo intercorrente fra un accensione e l’altra.
-rendimento meccanico: aumenta ai bassi regimi e diminuisce a quelli elevati. A velocità
elevate aumentano di numero dell’unità di tempo, pistone e di tutte le altre parti. Dissipazione
di calore per attriti i,pieghi di energia devoluti per le masse in moto.
MOTORI ASPIRATI nei motori compressi il fluido viene spinto a pressione dentro il cilindro. Una
turbina azionata dai gas di scarico, il dispositivo pompante viene definito turbocompressore.
Viene immessa più aria perché questa viene compressa a forza nello spazio disponibile e si
parla di sovraalimentazione. Combustione completa del combustibile. Con aumenti di
potenza. L’intercooler scambiatore termico, aria o acqua, combustione interna
turbocompressi per raffreddare l’aria in uscita, prima dell’ingresso del cilindro. Raffreddando
l’aria aumenta la densità ottenendo una potenza più elevata.
La curva di potenza dipende solo dal numero di giri. La coppia che io fornisco alla ruota
cambia in basse alle marce. In prima poca velocità tanta coppia, seconda meno, più alzo la
velocità più le ruote girano veloci più abbasso la coppia. La potenza è la stessa ma cambia la
coppia. Motori sono macchine volumetriche, alternative, volumi finiti in modo alternato
ELASTICITà si intende la capacità di un motore di superare resistenze. Trattrici con cambio
meccanico aumenta la durata del motore e della trasmissione, facilita il lavoro del
conducente, nelle arature la resistenza del terreno è spesso variabile motore elastico è molto
utile e comodo.
Un motore dovrebbe operare al 70-80% del regime massimo di giri:
-carichi ridotti occorre scegliere la marcia più alta possibile
-pieno carico occorre operare qualche centinaio di giri sopra il regime di coppia.
L’acqua da evaporare è:
-ACQUA DI IMBIBIZIONE: presente nelle cavità o sulla superficie del prodotto
-ACQUA CAPILLARE: acqua di vegetazione libera, localizzata all’interno del seme nei macro e
micro capillari
-ACQUA DI COSTITUZIONE: assorbita sulla superficie esterna delle cellule
Le prime due sono facilmente eliminabili, mentre quella di costituzione è più difficile da
eliminare.
Tratto A-B velocità costante in cui il calore fornito dall’aria è assorbito dal solido come latente,
la velocità di essicazione è data dalla velocità con cui il vapor d’acqua, attraversa la
pellicola di aria. Stadio a velocità costante termica quando è raggiunto il contenuto di
umidità critica (punto B). l’acqua ancora presente nell’alimento non è più di tipo superficiale.
Superata l’umidità critica la velocità diminuisce (tratto B-C) la rimozione dell’acqua è più
lenta, il trasporto di materia è di tipo diffusivo, deve risalire dall’interno. Di disidratazione si sta
spostando verso il centro dell’alimento.
L’acqua può muoversi:
-CAPILLARITà: l’alimento ha struttura porosa
-DIFFUSIONE IN FASE LIQUIDA: nel movimento di particelle di liquido da una regione del solido
a maggior concentrazione di umidità verso una regione a concentrazione minore
-DIFFUSIONE IN FASE VAPORE: vapore attraverso gli spazi all’interno della struttura
dell’alimento.
Il punto C condizioni di equilibrio e la velocità di essicamento diminuisce sempre più
rapidamente. Il processo di essicamento termica solido raggiunge il valore di equilibrio. La
parte più lunga dell’operazione di essicamento. Il fattore che controlla la velocità del
processo è il trasporto di materia. Diffusione in fase liquida potrebbe essere il principale
meccanismo di trasporto dell’umidità all’interno del solido. Secondo tratto meccanismo più
importante potrebbe risultare la diffusione. Dipendono dala temperatura e dalle dimensioni.
Nella CONVEZIONE il calore viene trasferito da un punto all’altro di un fluido attraverso
miscelazione di porzioni
Nella CONDUZIONE il trasferimento di calore avviene per contatto diretto
Nell’IRRAGGIAMENTO il trasferimento di calore è tra parti non in contatto mediante radiazioni
elettromagnetiche
I metodi per EVAPORAZIONE dubbio i più diffusi, più semplici e in definitiva i più economici. La
velocità dell’essicazione, almeno nel primo periodo, sarà tanto maggiore quanto maggiore
sarà la velocità di circolazione.
• METODI ESSICAZIONE:
-ESSICAZIONE AL SOLE: essicazione al sole è il mezzo di essicazione più economico. Consiste
nell’esporre al sole e all’aria gli alimenti, per un lungo periodo di tempo, standard di igiene
non rispettati, non è un processo controllabile, lunghi tempi
-ESSICAZIONE A LETTO MOBILE: il prodotto
umido scorre lungo dei piani in movimento
continuo. Avviene per convezione e in parte
per conduzione. Lavorare su flussi continui:
-costi dei macchinari relativamente alti
-processate quantità di materiale basse
-ESSICAZIONE A LETTO FLUIDO: l’aria calda è
inviata dal basso e fatta passare attraverso un
letto di particelle, forze gravitazionali,
sospensione. La fludizzazione si massimizza la
superficie di scambio. Dall’alta velocità dell’aria.
Gli inconvenienti degli essiccatori a letto fluido:
-il notevole ingombro
-la discontinuità del sistema
-i lunghi tempi di essicamento
-l’efficienza termica limitata
-perdita di prodotto
-fenomeni ossidativi
-temperatura non uniforme
L’aria è un eccellente supporto del vapore acqueo e la quantità d’acqua dipende dalla sua
temperatura e pressione. Si lavora a pressione atmosferica. Se l’aria non viene tolta dalla
massa da essiccare nella misura con cui essa si satura. Accelerare la diffusione dell’acqua
specialmente quella capillare. Occorre riscaldare la massa. È importante:
-la temperatura di essicazione
-determinare il volume specifico dell’aria
CUSCINETTI:
attrezzi per cui il movimento relativo e una parte importante dell’attrezzo. Dischi, elementi
dentati, ruote, altri appoggi, altri elementi nascosti ovvero elementi in rotazione, quella che è
la nostra richiesta è che vi sia la minor perdita possibile di potenza e di energia negli elementi
di contatto che consentono la rotazione. Usiamo i cuscinetti per minimizzare la dissipazione di
energia che deriva dai collegamenti, perché se fornita dal motore meno energia viene
dissipata tanto più è efficiente il sistema, il gasolio che utilizzo viene sfruttato tutto, tanto
minore è l’energia dissipata nel caso di elementi passivi, tanto più è efficace la rotazione e
quindi minore è l’effetto franante. Si muovono in rotazione libera e si riduce lo strisciamento e si
favorisce il rotolamento del disco nel suolo.
Cuscinetti sono parti di macchina per sostenere i perni e gli alberi, permettendone la rotazione
col minimo attrito possibile. Possono possedere più o meno cuscinetti, ad esempio, in un
elemento di semina si può arrivare a 10 cuscinetti. Ad esempio, in una macchina a 12 file si
hanno 100-180 cuscinetti.
-CUSCINETTI A STRISCIAMENTO: la riduzione dell’attrito viene affidata ad un velo di lubrificante,
si distinguono in:
-cuscinetti idrostatici: pressione dell’olio fornita da un dispositivo esterno
-cuscinetti idrodinamici: l’olio è messo in pressione dallo stesso moto relativo tra perno e
cuscinetto
Può essere un solo pezzo, e in tal caso si chiama boccola, o in due metà bronzine.
Le BOCCOLE usate per movimenti di rotazione lenta, o di oscillazione, per rotazione a piccola
velocità o sotto carichi leggeri. Nei casi più impegnativi si usano le BRONZINE.
ALESAGGIO: Agiscono sforzi molto alti anche con velocità molto alte, si addicono a cuscinetti
a strisciamento, sopportano sia le alte velocità che gli alti carichi.
BOCCOLA: anelli a strisciamento in cui si ha un unico elemento e la seconda superficie è
ricavato direttamente dall’albero stesso o manca quello esterno e quindi l’olio fa tenuta
direttamente sul telaio
BRONZINA: maggiore capacità di carico viene data da cuscinetti a strisciamento molto larghi
A ROTOLAMENTO: Carico costante indipendentemente dalla rotazione a velocità basse ha
comunque carico
B ROTOLAMENTO CON LUBRIFICAZIONE:
C STRISCIAMENNTO IDRODINAMICO: cuscinetto idrodinamico ha un andamento crescente
tanto più alto è la rotazione. Da fermo l’asse è in appoggio sul telaio
D STRISCIAMENTO IDROSTATICO: idrostatico la pressione è data da una pompa esterna la
capacità di carico ed esterna dalla rotazione
Relativo a tutti i cuscinetti messi assieme, strisciamento e rotolamento. Capacità di tenere
sollevato un albero, percepiamo quando la macchina sta correndo e va in acquaplanning.
Quindi quel scivolamento su uno strato di acqua e annulla l’adesione tra albero e telaio e
questo permette di minimizzare l’attrito, e quindi le perdite di potenza. Più alto è il carico più
alto è il sollevamento.
Movimento di accensione e spegnimento continuo come quella di un computer. Per le
ventole, o l’aereazione dei bagni, la ventola che si accende, e spegne, ha un funzionamento
di frequenti ripartenze non si addice a cuscinetti a strisciamento e quindi la capacità, di
carico, è scadente a bassi giri adesione quindi al telaio e quindi maggiore sforzo alla
partenza. Necessita di coppia molto alta per far avvenire l’avviamento.
CUSCINETTI A STRISCIAMENTO: rispetto a quelli a rotolamento nei casi ad alta velocità o carichi
molto forti e variabili.
CUSCINETTI A ROTOLAMENTO: valori inferiori dell’attrito di primo distacco rispetto a quelli
idrodinamici, presentano un vantaggio nel caso di avviamenti sotto carico, ad alte velocità
sono svantaggiati. Ingombro assiale minore, ingombro radiale maggiore. Sono piùrumorosi
CUSCINETTI IDROSTATICI: l’attrito di primo distacco è nullo.
Gli ingombri sono maggiori per i cuscinetti radenti in senso assiale, e maggiori in senso radiale
per quelli volventi. I cuscinetti a rotolamento sono più rumorosi.
I cuscinetti a rotolamento diverse esigenze:
-sopportare carichi, di entità e direzione assegnata
-limitare spostamenti
-avere una durata assegnata
-avere dimensioni definiti
Per la fabbricazione dei cuscinetti si utilizzano materiali di elevata durezza, vi sono grandi
varietà di tipologie.
Se un cuscinetto opera nel migliore dei modi, l’unica causa di rottura può essere per fatica,
causata da milioni di cicli di tensione. Durata del cuscinetto numero totale di rotazioni o di ore
di funzionamento a data velocità di rotazione.
Dette anche RUOTE DI FRIZIONE, o per attrito, la trasmissione avviene per attrito radente,
spingendo una ruota contro l’altra. È necessaria una forza che spinga i membri accoppiati
l’uno contro l’altro, forza di contatto è limitata dalle sollecitazioni gravanti sui cuscinetti,
abbiamo.
-SUPERFICI PRIMITIVE, si utilizzano diversi materiali, sono la locomozione, nella realizzazione di
variatori di velocità. Forma cilindrica, conica e piana, ruote interne e esterne. Il rapporto di
trasmissione non è esattamente a causa della deformazione elastica. Nel caso ruote interne
su asse parallele, quella esterna corona quella interna pignone, ruote esterne invertono il
movimento, se ho due ruote in sere esterne, se la ruota 1 ha un verso orario, la ruota 2 è
antiorario.
Per dare buon attrito si potrebbe mettere la gomma, ma questa deforma, dando quindi un
rapporto di trasmissione deformato, questo rende instabile e incontrollabile la trasmissione,
anche se queste ruote tendono a ballare o slittano, si consumano mal che vada da un solo
lato
VANTAGGI SVANTAGGI
-peso ed ingombro modesti -potenza trasmissibile limitata
-adattamento a potenze diverse -limitata velocità
-funzionamento dolce e continuo -sollecitazioni severe sui cuscinetti
-modesto manutenzione -rapporto di trasmissione non
-limitatori di sovraccarico costante
-RUOTE A CUNEO superfici coniugate coniche diverse dalle primitivi e quindi comportano
strisciamento, effetto cuneo schiacciare su superfici uniformi, problema di maggiore usura,
spostandosi verso il fondo, il disco 1 accelera ma il 2 rallenta.
Le ruote lisce funzionano da limitatori di coppia, quando c’è una coppia troppo alta, slittano,
quindi il vantaggio o salgono l’orano o non si spegne il motore, la cinghia permette dei
movimenti relativi, quindi evitano le rotture
Il coefficiente di moltiplicazione o di riduzione della velocità in una coppia di organi
meccanici rotanti usati per la trsmissione del moto
FRIZIONE
I trattori a 4 ruote motrici un gruppo di ingranaggi di rinvio del movimento. Un albero trasmette
una coppia di demoltiplicazione, moto dell’albero a quelli delle prese di potenza. La frizione è
un innesto ad attrito, funzione di collegare o scollegare i due alberi. Caratteristiche:
-senza slittamenti
-azione progressiva, collegamento tra l’albero motore e l’albero della trasmissione
-inerzia
-stabilità termica
-equilibrio statico e dinamico
-controllo e manutenzione
A grattare non sono le ruote, se l’albero gira tutto alla stessa velocità, le ruote sotto invece
sono ruote folli, quindi libere di girare, non fissate. Quando cambiamo marcia spostiamo il
sincronizzatore, e decidiamo quali ruote liberare e quali fissare all’albero. Quando si preme la
frizione l’albero si stacca dal motore; quindi, va comandato dalle ruote e dall’albero
collegato alle ruote, quando stacco la marcia quindi l’albero è completamente libero. Quindi
per inserire la marcia vado in appoggio con il profilo a coppa, le ruote lisce girano insieme e
quindi le ruote si innestano sul profilo scanalato la ruota diventa solidale all’albero. Quindi si
gratta perché non si è premuta bene la friziona, si fa grattare il sincronizzatore e dar grattare
l’innesto che vincola l’albero.
Un tipo di frizione è quella a secco a uno
o più dischi. Il modello più semplice
MONODISCO:
-un disco conduttore, fissato all’estremità
posteriore dell’albero motore, nello stesso
volano del motore.
-disco condotto
-piatto spingidisco, scorrevole sull’albero
di trasmissione
-molle di tradizionali o a tazza
-leve e tiranti per il comando a pedale
In trattori di potenza superiore a 50 kw ove la coppia da trasmettere è notevole, vengono
montate frizioni a dischi multipli in bagno d’olio. L’olio ha funzione di lubrificazione, viene fatto
scorrere in apposite intercapedini. Le frizioni multidisco sono più compatte di quelle a disco
singolo ed hanno una vita media piu lunga.
Cambio a doppia frizione, utilizza due frizioni separate per il set di ingranaggi, un cambio in cui
sono presenti due alberi collegati a due frizioni, collegate all’albero di trasmissione. Su un
albero i rapporti dispari, sull’altro i pari. Solo uno dei due trasferisce il moto all’albero di
trasmissione. Notevole velocità di cambio
Sul trattore è necessario anche inserire tramite frizione il moto della presa di potenza. Si usano
frizioni a doppio stadio. si basa sul fatto che il pedale presenta due differenti posizioni di
funzionamento.
1. Disinnesta il moto dagli organi di propulsione mantenendo funzionante la pdp
2. Spingendo più a fondo il pedale sino a raggiungere la seconda posizione si disinnesta
la pdp.
Per i trattori di maggior potenza, due frizioni indipendenti la frizione della pdp è del tipo dischi
multipli in bagno d’olio. Il suo azionamento avviene con comandi elettro-idraulici, il comando
si riduce ad un semplice pulsante.
RUOTE DENTATE:
organi in grado di trascinarne un altro per mezzo di denti che entrano successivamente in
contatto. Un ingranaggio è un meccanismo composto da una coppia di ruote dentate e dal
telaio. Il treno degli ingranaggi è un sistema formato da più ingranaggi. Il treno planetario è un
rotismo in cui almeno uno degli assi ruota attorno ad un altro.
Rute dentate in serie, per ruote che ingranano tra di loro, ruote in parallelo, ruote fissate allo
stesso albero, possono essere esterne o interne. Due ruote sono dette coniugate, se la
conduttrice e la condotta si possono scambiare il ruolo, sono dette RECIPROCHE, se possono
invertire il senso di rotazione formano una coppia invertibile.
I denti delle ruote sono costruiti con particolari profili, detti PROFILI CONIUGATI questa
particolarità consente ai denti di non staccarsi. Il rendimento dipende oltre che dal
coefficiente di attrito anche dal numero di denti delle due ruote, il rendimento aumenta
adottando ruote con elevato numero di denti.
Ruote dentate:
-denti dritti semplici e economiche
-rumorosità
-ruote elicoidali carico ad azione progressiva e su più denti
-danno maggiore potenza
-meno rumorosi
Le trasmissioni sono utilizzate per trasmettere grandi e piccole potenze, tra alberi paralleli,
incidenti e sghembi, generalmente non molto distanti tra di loro. Una ruota dentata può
essere cilindrica o conica. Un dente dritto entra e la parte piatta entra in trasmissione in un
unico appoggio, se ho tre denti ingranati, quando entra in trasmissione, elicoidali entra poco
alla volta e quindi silenziose e permette trasmissioni tra assi che non sono parallele, per
neutralizzare la spinta assiale si ricorre ai cuscinetti reggispinta, si impiegano doppio dentature
elicoidali.
Doppia elica, una parte spinge da un lato, una parte spinge dall’altro queste si compensano
per lo sforzo assiale. Ingranaggi ad assi sghembi velocità di uscita molto più bassa rispetto a
quella di ingresso, e coppia di uscita più alta rispetto a quella di ingresso.
Le ruote dentate presentano dei vantaggi come la flessibilità di utilizzo, riescono a trasmettere
potenze maggiori rispetto le ruote lisce e riescono a resistere a velocità alte. Le particolari
forme permettono un controllo nella precisione del rapporto di trasmissione che può arrivare
anche a 1/50. Il rapporto di trasmissione è possibile da regolare tramite la variazione del
diametro della ruota e il modulo (numero dei denti).
GRUPPO EPICICLOIDALE
Formato da una ruota centrale, solare, da dei satelliti, delle ruote, che possono girare oltre
che ruotare su loro stessi, per girare sono fissati ad un elemento detto porta treno o porta
satelliti e poi una corona.
I rotismi ordinari sono meccanismi per la trasmissione del moto contenenti ruote dentate:
ordinario quando gli assi di rotazione delle ruote sono fissi, viceversa epicicloidale se gli assi di
rotazione delle ruote possono muoversi rispetto al supporto. È particolarmente importante
perché consente di realizzare 7 modalità di movimento, do movimento dai satelliti in ingresso
e in uscita alla corona, e do movimento alla corona. Si può applicare un freno o un motore
idraulico fermo collegato questi elementi ad altri organi a cascata. In qualsiasi momento
posso bloccare il solare, o la corona o il porta satelliti nel bloccarlo realizzo 6 tipi di movimento
più uno quando è tutto bloccato.
Grazie a questo posso dare trasmissioni diverse, nei trattori si ha un riduttore finale che riduce
la velocità all'ultimo passaggio alle ruote. (solare 1, corona 2 e mozzo porta satelliti 3).
Il moto si trasmette ai gruppi riduttori finali, che hanno lo scopo di diminuire ulteriormente la
velocità alle ruote. I riduttori finali sono realizzati con rotismi epicicloidali. Vantaggio di
mantenere la coassialità tra albero di ingresso e albero condotto e di distribuire i carichi sui
denti. Gli svantaggi stanno in una maggiore complessità meccanica.
DIFFERENZIALE:
serve a distribuire la coppia tra le due ruote motrici di uno stesso asse. Organo presente in
qualunque veicolo sia presente un assale motrice con alle estremità due ruote motrici. Se avrà
due ruote motrici vi sarà un differenziale, se avrà quattro ruote motrici ne avrà 2. La presenza
del differenziale si rende necessaria quando si vogliono scaricare alle ruote potenze diverse o
quando le ruote devono essere mosse con velocità diverse.
Quando percorre una curva, la ruota interna alla curva deve girare più lenta di quella
esterna. Se questo non succede si ha problemi di SOTTOSTERZO e parziale slittamento della
ruota motrice interna o trascinamento della ruota motrice esterna. Le due ruote motrici
poggino su superfici con resistenza differente, il differenziale reagisce aumentando la velocità
di rotazione sul suolo a minore resistenza. Questo si traduce in una perdita di aderenza, con la
ruota che slitta ad alta velocità. Quindi provoca la diminuzione della velocità di rotolamento,
con arresto del veicolo.
Asse delle ruote motrici, di veicoli a ruote. Se una delle due ruote aumenta la sua velocità
notevolmente, l’altra si blocca. Il differenziale in genere si trova collocato all’interno della
corona della coppia conica:
-una cassa contenente altri componenti
-due o più satelliti
-due planetari
CAMBIO:
le ruote dentate sono usate anche nel cambio. Nei trattori con cambi meccanici, costruiti
ormai solo con ingranaggi a denti elicoidali. Dispositivo posto a valle della frizione, esso ha lo
scopo di adeguare la coppia motrice alla coppia resistente. Il cambio di velocità ha lo scopo
di variare la velocità, di avanzamento del trattore, di adeguare la coppia motrice alla coppia
resistente.
Nelle trasmissioni del moto a parità di potenza fornita, la velocità di rotazione e il momento
sono fra di loro inversamente proporzionali. E in maniera inversamente proporzionale velocità
e coppia. Prevarrà nella scelta dei rapporti l’aspetto della velocità o quello della coppia
trasmessa. L’uso del cambio è prevalentemente rivolto ad adeguare il momento motore alle
COPPIE RESISTENTI.
Le trattrici moderne per soddisfare le molteplici esigenze del trasporto su strada e del lavoro
nei campi sono equipaggiate con cambi dotati di un elevato numero di marce. La funzione è
quella di variare velocità di avanzamento del trattore coerentemente.
1. La coppia che esso trasmette alle ruote è direttamente proporzionale al rapporto di
demoltiplicazione
2. La velocità alle ruote è direttamente proporzionale al rapporto di trasmissione
Nei veicoli gli ingranaggi sono in presa fra oro, solo una coppia è di volta in volta in funzione.
Agendo sulla leva del cambio si selezionano a seconda delle necessità le coppie di ruote
dentate che dovranno ingranare.
A seconda di come avviene il cambio marcia:
-ingranaggi scorrevoli: ormai raro
-ingranaggi sempre in presa innesto tramite sincronizzatori
-ingranaggi in presa e innesto con comando idraulico o
riduttori epicicloidali
Quando il sincronizzatore è disinnestato la ruota gira in folle sull’albero di trasmissione. Quando
è innestato il collare va in contatto con l’innesto conico portandoli alla stessa velocità.
Facendo girare le ruote. il tipo di cambio più usato è il tipo ruote dentate sempre in presa con
denti a profilo elicoidale e sincronizzatore.
Viene poi inserito un gruppo amplificatore di trazione e un pre-
selettore, il gruppo è spesso unito all’inversore. Un rapporto
inseribile sottocarico tramite frizioni idrauliche (le ridotte) per
incrementare la coppia abbassando il numero di giri.
Il pre-selettore o riduttore di gamma offre la possibilità di
selezionare due o più gamme di velocità. Il numero di marce viene
moltiplicato per il numero di gamme.
La retromarcia ottenuta come:
-rapporti al cambio
-gamme del pre-selettore
-inversore separato che trasforma tutte le marce avanti in marce indietro
CAMBIO MECCANICO: vantaggio nella compattezza e silenziosità, facilità di sincronizzare
varie marce
.
Per i trattori a ruote, la tendenza va da 12 a 64 marce, ottenute con l’accoppiamento di
amplificatori e selettori.
È possibile definire per ogni marcia sia avanti che indietro una corrispondente gamma delle
velocità di avanzamento praticabili. In figura ci sono le marce di cambio di trattore con 4
gamme (super-ridotta, lenta, normale e veloce) e 4 marce. La macchina sacrifica velocità
per avere coppia, ma un trattore non può, perché la lavorazione va fatta ad una
determinata velocità. Ho bisogno di più marce perché devo controllare
contemporaneamente coppia e velocità. Da quindi una finestra, un range di velocità e un
range di coppie.
CAMBIO IN PRESA:
i cambi hi-lo, powershift di gamma e powershift totale sono tipi di ingranaggi sempre in presa
con possibilità di cambiata sotto carico. Cambiare sotto carico vuol dire passare da un
rapporto di trasmissione ad un altro senza interruzione dell’erogazione della potenza.
Sviluppare in continuo la forza di trazione e evitare rallentamenti. Si riesce ad effettuare un
cambio di marcia in tempo brevissimi riuscendo a sfruttare utilmente quella minima inerzia che
il trattore possiede.
-hi-lo o powershift semplice: sostanzialmente in due frizioni o solo una frizione a doppia innesto.
In due coppie di ingranaggi sempre in presa. Trasmettere il moto dalla frizione all’albero o a
marcia inserita inserire la seconda frizione ottenendo un regime ridotto
Oppure ingranaggi sempre in presa, resi solidali mediante frizioni a comando idraulico,
sincronizzati in modo che mentre uno si innesta, l’altro si disinnesta gradualmente. Si possono
cambiare più marce senza premere il pedale della frizione.
-powershift di gamma
-powershift totale: gruppi epicicloidali connessi a frizioni e freni. Bloccando uno degli elementi
del gruppo, è possibile ottenere diverse combinazioni di rapporti di trasmissione. È possibile un
elevato numero di marce innestabili sotto carico.
In una pompa idrostatica vi è una serie di pistoncini spinti da una piastra inclinata che gira,
mossa da un albero motore, girando mettono in movimento l’olio, possono essere in
aspirazione o in mandata per mettere in pressione l’olio. La linearità dipende dal numero dei
pistoncini. Si possono impiegare piastre a inclinazione variabile, per rendere variabile portata o
cilindrata.
Si possono abbinare pompe a portata fissa o variabile con motori idrostatici a cilindrata fissa o
variabile.
VARIAZIONE CONTINUA:
si basa sulla scomposizione della velocità di rotazione dell’albero motore in due componenti:
una attraverso la parte meccanica della trasmissione, l’altra prelevata dalla pompa e
trasmessa al motore idraulico per essere sommata o sottratta alla componente meccanica.
Il motore endotermico aziona la pompa idraulica e il solare. Il motore da alla corona una
velocità uguale e contraria a quella del solare, annullando la velocità così il trattore è fermo.
Riducendo la cilindrata della pompa la portata di olio diminuisce. La velocità del solare risulta
superiore a quella della corona. Causando la rotazione del portatreno e un aumento della
velocità del trattore. Inclinando la pompa in variazione positiva, il flusso dell’olio si inverte, il
senso del motore idrualico. La corona inizia a muoversi nello stesso senso del solare, andando
ad aumentare la velocità.
PRESA DI POTENZA:
Il trattore svolge la sua funzione quando è accoppiato ad una macchina operatrice, alla
quale trasferisce la sua potenza. Può avvenire con macchine operatrici di campo, sia
operanti a punto fisso, parte è spesa per portare o trainare la macchina, può essere richiesta:
-coppia fornita da un albero rotante da collegare alla macchina, PRESA DI POTENZA
MECCANICA
-pressione idraulica da trasmettere a martinetti posti sulla macchina, PRESA DI POTENZA
IDRAULICA
-tensione elettrica da fornire alle prese elettriche della macchina, PRESA DI POTENZA
ELETTRICA
La presa di potenza è il mezzo tramite il quale il motore è in grado di azionare per mezzo di un
movimento meccanico rotatorio, e grazie all’albero cardanico. Trasmette una coppia tramite
un moto rotatorio di un albero,
La pdp è collocata posteriormente alla macchina: solo in alcuni casi la pdp può essere
aggiunta anche ventralmente. Oppure anteriormente.
-INDIPENDENTE: direttamente connessa col motore, nel qual caso assume una velocità di
rotazione proporzionale al motore
-DIPENDENTE O SINCRONIZZATA: deriva il proprio moto dalla trasmissione alle ruote, avendo
rotazione proporzionale alla velocità di avanzamento del trattore o uguale. Il maschio che fa
capo alla pdp sincronizzata è separato rispetto a quello del regime standardizzato, alle volte
devono funzionare in contemporanea es terreni in pendenza con il carro spandiletame.
Organi che devono essere mossi in modo proporzionale rispetto agli organi di propulsione. Il
moto per la presa di potenza viene ricavato tramite uno o più coppie di ingranaggi a valle del
cambio.
Si tratta di un codolo scanalato, nel retro del trattore, permette di fornire potenza alle
attrezzature agricole, tramite un albero cardanico. I giri trasmessi dal volano vengono
demoltiplicati da un cambio per ottenere diversi regimi:
-540 giri/min
-1000 giri/min
-750 giri/min
Possono essere aggiunti i regimi economici, utilizzata quando vi è la possibilità di ottenere giri
normalizzati ad un motore più basso, utilizzati per attrezzi che non richiedono troppa potenza.
In tutti i casi nella trasmissione del moto è inserita una frizione, per
permettere innesto e disinnesto dolci, realizzata meccanicamente.
Per rendere l’azionamento graduale con un minor sforzo per
l’operatore, l’innesto è realizzato idraulicamente. Arriva l’olio grazie
all’apertura di un’elettrovalvola permette le operazioni di
inserimento.
Esistono diversi tipi di pdp, relazione alla standardizzazione delle
prese di moto. Dal motore, il moto si trasmette al cambio tramite la frizione principale e alle
ruote per mezzo del differenziale e dei riduttori finali. Il moto deriva dal motore tramite una
serie di ingranaggi e una frizione.
Gli organi lavoranti delle macchine operatrici possano operare in modo ottimale, è necessario
che il regime di rotazione sia normalizzato. Vari attrezzi e/o accessori possono ruotare con le
caratteristiche più opportune. Nel tempo si sono:
-540 giri/min: regime di rotazione classico, regime di rotazione pari a 80-90% del regime di
potenza massima del motore. Quasi tutti ne sono dotati
-1000 giri/min: standardizzazione del regime di rotazione, è stata la risposta dei progettisti alla
continua richiesta di aumento delle potenze da trasmettere. A parità di coppia trasmessa si è
potuta aumentare l potenza di due volte.
-540 e 1000 giri/min economica: è la modalità di funzionamento introdotta; prendendo il moto
a monte del cambio non ruota ad un regime normalizzato. Ottimizzare i consumi e l’utilizzo del
motore di ruotare a regimi inferiori a quello massimo. Viene realizzato un rapporto di
trasmissione intermedio. Vicino al regime di potenza massima del trattore ruoti a 750/800
giri/min. per funzionare convenientemente è necessario un regime di 540 giri/min. il regime del
motore viene diminuito parzializzando la mandata di combustibile. Riduce si la potenza
disponibile, lo svolgimento del lavoro a regimi motore ridotti consente minori rumorosità,
vibrazione e consumi.
CINGHIE E CATENE:
meccanismi per trasmissioni di potenza con rapporto di trasmissione
costante, si hanno: ruote collegate con flessibili: cinghie, funi e
catene. Per trasmettere potenze non elevate quando l’impiego di
ruote dentate non è vantaggioso. L’accoppiamento fra i membri
può essere di forza o di forma. La trasmissione del moto è possibile
solo se si realizza tra la superficie interna della cinghia e quella
periferica delle pulegge.
-CINGHIE APERTE: girano nello stesso senso
-CINGHIE INCROCIATE: in senso opposto
Negli accoppiamenti di forza la puleggia motrice trascina per attrito la cinghia a girare la
puleggia. I due tratti vengono chiamati ramo conduttore, e ramo condotto.
VANTAGGI SVANTAGGI
-funzionamento dolce, regolare e -impossibilità di mantenere un rapporto di
silenzioso trasmissione costante
-capacità di assorbire i carichi improvvisi -non idoneità a funzionare a basse
velocità
VANTAGGI SVANTAGGI
-catene che garantiscono l’assenza di -maggiore costo rispetto a catene
slittamento -minore velocità ammissibile
-fasatura precisa -sistema di lubrificazione
-adatte per trasmissioni di precisioni o forze -maggiore manutenzione
notevoli -fluttuazione del rapporto di trasmissione
-angolo minore e ingombro minore
-carico sui cuscinetti bassi
VARIATORI DI VELOCITà:
Oltre ai meccanismi con rapporto di trasmissione costante, tra i meccanismi per trasmissioni di
potenza abbiamo i variatori di velocità. I variatori consentono di variare con continuità il
rapporto di trasmissione, si dividono:
-MECCANICI: la variazione è ottenuta modificando le posizione di un membro intermedio che
accoppia l’albero motore a quello condotto
-IDRAULICO: la variazione è ottenuta modificando le caratteristiche di un fluido che trasmette
forze e spostamenti
-ELETTRICI: variazione è ottenuta modificando le caratteristiche di un motore elettrico
VARIATORE MECCANICO a membri rigidi è basato su una ruota
intermedia con asse inclinato, che trasmette il moto dal disco di
ingresso a quello di uscita. La velocità tangenziale dei due dischi
nei punti di contatto con la ruota intermedia è uguale.
Un variatore meccanico a membri rigidi è basato su due
pulegge a sezione variabile che si possono aprire o chiudere
assialmente variando i due diametri di avvolgimento della
cinghia trapezoidale.
GIUNTO:
un giunto è un organo due alberi, coassiali in modo da trasmettere il moto senza alternarne le
caratteristiche e compensando eventuali disallineamenti
FRENI:
i freni servono a rallentare o arrestare membri in moto, a seconda della tecnologia:
-FRENI A TAMBURO:
-A ganasce (ceppi esterni)
-ad espansione (ceppi interni)
-a nastro
-FRENI A DISCO:
-monodisco (a staffa fissa, a staffa mobile, a disco mobile)
-multidisco
Le grandezze caratterizzano il comportamento del freno:
-forza di comando: forza esercitata dall’operatore
-corsa di lavoro: spostamento dell’organo di comando
-indice di comando: prodotto della forza di comando per la corsa di lavoro
-efficacia
FRENI A TAMBURO:
nel momento in cui si preme il pedale del freno, la pompa del circuito frenante mette in
pressione l’olio che va ad azionare dei pistoncini idraulici che schiacciano le pinze dei freni e i
ceppi a loro volta si allargano contro il tamburo.
Nei FRENI A GANASCE i ceppi sono esterni e lunghi e ricoprono
completamente la superficie del tamburo, grande superficie frenante ed
elevata efficienza.
FRENI AD ESPANSIONE i ceppi sono montati sulla parte interna del
tamburo. Il freno ha il vantaggio di essere protetto dall’acqua e dal
fango.
FRENI A NASTRO rivestimento interno per l’attrito, fissato ad un lato e
avvolto su un tamburo e collegato ad una leva.
FRENI A DISCO, costituito da una pinza, dentro vi sono una coppia di
pastiglie, premendo il freno si aziona la pompa che istantaneamente
mette in pressione il liquido presente nel circuito frenante.
Freni a disco per compensare i disallineamenti, possono essere a disco
flottante o a pinza flottante freni a disco sono generalmente meno
efficaci di quelli a tamburo ma più regolari e non distribuzioni delle
pressioni e usura più uniformi.
I trattori hanno due sistemi di frenatura:
-il freno di arresto o di servizio: comandato dai pedali, agisce sulle ruote o sui cingoli per
rallentare e arrestare il veicolo
-freno di stazionamento: sempre meccanico, comandato tramite leva con dispositivo di
bloccaggio, agisce sulle ruote o sulla trasmissione.
DA COSA DIPENDE LA TRAZIONE:
A 2RM carico C 2RM carico
portato semiportato
B 4RM carico D 4RM carico
portato semiportato
IMPIANTO IDRAULICO:
l’aumento di richiesta di potenza idraulica e di azionamenti idraulici ha incrementato l’uso di
componenti. Oggi il circuito idraulico di un trattore deve svolgere diverse funzioni, come
generare potenza, azionamento di numerosi servomeccanismi, e la lubrificazione.
Componenti principali:
-la POMPA, collegata da ingranaggi all’albero motore, converte la potenza meccanica in
potenza idraulica, aspirando l’olio.
-FILTRO, posto sulla linea di aspirazione, ripulisce l’olio dai residui
-VALVOLA DI NON RITORNO sulla linea di mandata
-VALVOLA LIMITATRICE di pressione, evita picchi di pressione
-SCAMBIATORE DI CALORE regola la temperatura dell’olio
All’estremità sono presenti i distributori consentono di azionare i servocomandi del trattore. I
cilindri convertono la potenza idraulica in meccanica. Sui circuiti di scarico previste
diramazioni per la lubrificazione di ingranaggi. La potenza richiesta dipende dal regime di
funzionamento della pompa e dalla pressione. La pompa è l’organo che connesso al motore
termico, converte energia meccanica in energia idraulica.
POMPA: organo connesso al motore termico, converte energia meccanica in energia
idraulica
POTENZA PRODOTTA: P=Q x p, portata di fluido e p pressione di mandata, hanno portate
standardizzate e regolabili
Il circuito idraulico di un trattore si suddivide in:
-CIRCUITO AD ALTA PRESSIONE: pressioni di 180-200 bar, in questo caso sono presenti,
l’idroguida, valvola del freno, sollevatore idraulico, distributori ausiliari, la trasmissione
idrostatica
-CIRCUITO A BASSA PRESSIONE: 18-20 bar, presenti tutti i dispostivi di attuazione degli organi
come il bloccaggio del differenziale, innesto trazione anteriore, innesto presa d forza e frizioni
idrauliche
Le differenze sostanziali sono nei trattori ad alta potenza e potenza medio-bassa. Soprattutto
per la tipologia di circuito e le pompe installate.
BASSA POTENZA due pompe a ingranaggi, con un eventuale
terza pompa, per una maggiore potenza idraulica, le pompe
sono a cilindrate fisse e trascinate dal motore, con la
conseguenza di una portata di olio funzione del regime di
rotazione. I circuiti sono a centro aperto, per consentire all’olio
eccedente, di ritorno al serbatoio. Il circuito idraulico è semplice
ma la potenza dissipata, è necessaria per mantenere tutta la
portata d’olio alla pressione desiderata.
ALTA POTENZA:
trattori ad alta pressione, pompe a pistoni a cilindrata variabile, la portata
viene fatta in base alle effettive esigenze del circuito. Le utenze sono del
tipo a centro chiuso. Viene installata una rete di rilevazione del carico che
trasmette ai regolatori della pompa a pistoni le effettive richieste di
pressione e portata degli utilizzatori.
Le pompe a pistoni sono più costose e più sensibili a contaminazioni
dell’olio. La maggior complessità del sistema, la presenza di una rete di
rilevamento del carico e i costi non la rendono conveniente nei trattori a
bassa potenza. Per ottimizzare l’uso dell’impianto stanno studiando un
doppio sistema idraulico: dedicato per la trasmissione e sistemi di
comando idraulici e uno ai sistemi secondari.
PRESA DI POTENZA IDRAULICA è costituita da un giunto normalizzato e dotato di valvola di
tenuta posta dia posteriormente sia anteriormente. Raccordato con un controgiunto,
collegato ad un tubo destinato a fornire olio in pressione ai dispositivi utilizzatori. In caso di
funzionamento continuativo e qualora sia previsto un efficace sistema di raffreddamento con
abbassamento del rendimento.
ORGANI DI SOSTEGNO E LOCOMAZIONE:
il movimento avviene mediante ORGANI DI LOCOMOZIONE, oltre a sostenere il telaio ruotano
per effetto del momento motore attraverso la trasmissione. L’avanzamento avviene grazie
all’aderenza, ovvero la resistenza utile, che si sviluppa fra organi di locomozione.
Gli ORGANI DI SOSTEGNO di una macchina hanno il compito di sostenere il telaio sul terreno
ma anche per la locomozione. Si riscontra sempre un certo scorrimento fra questi organi ed il
suolo.
Gli organi comunemente impiegati sono i cingoli e le ruote. la natura e le condizioni del
terreno che l’organo di locomozione determinano il coefficiente di aderenza. Lo sforzo di
trazione, che in una macchina motrice è uguale all’aderenza stessa.
PNEUMATICI:
gli pneumatici possono essere di due categorie:
-CONVENZIONALI: ormai superati, sono costituiti da tele incrociate fra
loro, subiscono elevate tensioni con conseguente assorbimento di
energia
-RADIALI: costituiscono la norma da anni funi disposte radialmente il
battistrada è stabilizzato da tele, il fianco è molto flessibile mentre il
battistrada è rigido. I fianchi flessibili comporta una maggiore area
della superficie di impronta. Riduzione della pressione di gonfiaggio e
della pressione sul terreno.
-TERRA-TYRES: pressioni di gonfiaggio più basse rispetto a quelli radiali,
con vantaggi maggiori. Poco usati a causa dell’elevato costo di acquisto
Nel caso di ruote motrici il diametro è maggiore rispetto a quello di ruote non motrici, presenta
costolature a spina di pesce per aumentare l’aggrappamento. Ruote di sostegno non motrici,
sono quelle anteriori impiegano pneumatici con battistrada con piccole costolature
longitudinali. Questi causano notevoli problemi di compattazione del terreno.
CINGOLI
È composto da un carrello porta cingolo e dal cingolo. Il carrello
possiede: la ruota motrice, la ruota di rinvio, i rulli portanti e di
sostegno, e il telaio. Il cingolo è costituito da una catena
metallica, le maglie si inseriscono i denti della ruota motrice.
Catene costituite da piaste articolate su perni, adatte per
trasmissioni a basse velocità forti resistenze ai carichi
Anteriormente vi è la ruota tendicingoli che guida il cingolo
mantenendo la corretta tensione. I rulli che scaricano sul terreno
nel modo più uniforme il peso. I rulli di sostegno situati nella parte superiore supportano il
cingolo. Sistema di locomozione permette di ottenere una totale aderenza al terreno e una
distribuzione del peso uniforme.
VANTAGGI SVANTAGGI
-elevata superficie di contatto con il -difficoltà di avanzare su fondi rigidi
terreno -velocità modeste
-notevole aderenza del veicolo -maggiori vibrazioni
-a parità di potenza trazioni superiori -necessario montare copripattini
-avanzare su suoli cedevoli -peso superiore (esistono cingoli leggeri,
-facilità di manovra trovano impiego in veicoli che devono
-durata superiore autodislocarsi in materiali a bassa
portanza)
ADERENZA
La locomozione avviene grazie a questa, fra gli organi detti di locomozione, e il terreno.
Resistenza di attrito radente che si sviluppa sulla superficie di contatto tra organo di
locomozione e terreno dipende dal peso, dal coefficiente di aderenza e dal numero di ruote
motrici.
Coefficiente di aderenza dipende da:
-tipo e dimensioni degli organi di locomozione
-pressione di gonfiaggio
-tipo e stato del terreno
Lo SFORZO DI TRAZIONE che una ruota motrice può esercitare al fine di avanzare senza slittare
è uguale all’aderenza.
Lo SLITTAMENTO causa una riduzione della velocità, ed è proporzionale allo sforzo di
avanzamento.
La conoscenza dello slittamento è indispensabile per la gestione elettronica dello sforzo del
sollevatore. Lo sforzo di trazione può essere incrementato migliorando l’aderenza:
-AUMENTANDO IL COEFFICIENTE DI ADERENZA: dipende dal tipo e dalla superficie di contatto,
caratteristiche dell’organo di locomozione e del terreno. Aumentato attraverso costolature o
si agisce sul terreno.
-AUMENTANDO IL PESO GRAVANTE: ricorrere a macchine con maggiore peso o
accoppiamenti che caricano il peso. Il rapporto peso/potenza è basso eseguire lavori che
richiedono molta trazione sono necessarie zavorrature.
Le PRESTAZIONE durante la trazione dipendono da:
-trazione sviluppabile: dipende dal tipo di terreno, dal tipo di organi di locomozione, dal
numero di assali e dal peso
-resistenza all’avanzamento: dipende dal peso e dal coefficiente di resistenza
all’avanzamento
-pendenza del terreno
-velocità di avanzamento
Componenti quantificabili con l’INDICE DI TRAZIONE rapporto tra potenza esercitata e
potenza massima esercitabile.
SISTEMA IDRAULICO
Assorbimento dato dal sistema idraulico dato dalla potenza necessaria per fornire pressione al
fluido. Vincendo le resistenza e azionare organi relativi.
Pi= p x dove p è la pressione è lambda è la portata
POTENZA PER AUTODISLOCAMENTO
l’aderenza Fa non può essere convertita in trazione, perché serve per superare la resistenza
all’avanzamento, una percentuale viene data a causa dello slittamento delle ruote.
R=K x Q dove K è il coefficiente di rotolamento e Q è il peso del trattore
La resistenza all’avanzamento causa una dissipazione di potenza, causata dal lavoro
necessario alla deformazione elastica degli organi di propulsione e di sostegno. Una quota
viene data in funzione delle condizioni del terreno, e dell’organo di propulsione
SLITTAMENTO
Esercitata una forza di trazione, si verifica uno slittamento degli organi di propulsione. Al
crescere dello slittamento aumentala forza di trazione. Per aumentare la forza di trazione è
opportuno avere un certo slittamento. Comporta però una dissipazione di potenza. Perché è
potenza non utilizzata. RENDIMENTO GLOBALE la potenza massima utilizzabile dalle macchine
si ottiene applicando i valori degli omega.
POTENZA IN TRAZIONE
Lavorazioni pesanti del terreno o di trazione, la potenza nominale calcolata con l’ultima
relazione deve essere verificata confrontando la capacità di tale trattore per forze di trazione.
La potenza spesa per la trazione può essere espressa come prodotto della forza per la
velocità
Pu = F x v
Bilancio di potenza che fa riferimento a delle funzioni equazionali e modelli che descrivono
l’assorbimento tipico degli attrezzi, esistono dei modelli, degli indici che danno l’assorbimento
medio di potenza.
Dice quanta della potenza disponibile, utile, sto effettivamente utilizzando, se sto utilizzando il
trattore per trasporto ha un indice molto basso, se si utilizza per un aratura sarà molto alto. Se
ho potenza di 40 nell’attrezzo, un rendimento del 60% da un trattore con 60 cavalli circa.
Lo stesso trattore ha indici di utilizzazione diversi, differente è la potenza effettivamente
utilizzata per le singole operazioni. L’indice di utilizzazione della potenza è legato al consumo
orario di combustibile ch. Detto cs il consumo specifico di carburante riferito al carico di
motore.
Il LIMITE SUPERIORE np è il RENDIMENTO GLOBALE ng. Quanto più np è inferiore a ng tanto più il
trattore è sovradimensionato. Il calcolo di np serve per conoscere il consumo medio orario di
combustibile nell’arco dell’anno.
L’indice non può essere troppo basso perché non viene utilizzato, indici medi sono normali,
non va bene un rendimento nemmeno troppo alto, 60% va bene
-SEMIPORTATO il peso poggia in modo prevalente sugli organi di sostegno dell MO una parte
minore scaricata sul gancio di traino
-TRAINATA il peso carica sugli organi di sostegno della macchina operatrice mentre sulla
trattrice viene scaricata in modo nettamente prevalente la forza di traino. Quando le forze di
traino superano una certa entità possono essere necessarie zavorre, per aumentare la forza
aderente. Il 100% grava sulle ruote dell’attrezzo, il trattore non ha peso.
MACCHINE OPERATRICI
SISTEMI DI TRASPORTO:
-contenitore
-nastri (per grandi portate, masse non eccessivamente grandi, perché fanno tanto attrito, ma
anche perché i prodotti non sono stabili tendono a rotolare, uscire dal nastro s si riescono a
fare salite molto limitate. Se il nastro ha delle paratie va meglio, prodotti granulari non adatti)
-coclea (funziona bene per prodotti che hanno una dimensione molto piccola, granulare, o
frammentata rispetto al peso del sistema la coclea pesa di più)
-lancia (spargi concime, avviene il lancio con prodotti di piccole dimensioni, la cippatrice
sminuzza il legno e così via, avviene perché i prodotti sono di piccole dimensioni, ma non
troppe altrimenti il vento da problemi, sfrutto l’inerzia)
-aria (sfrutto un flusso d’aria che porta goccioline di liquido o dal prodotto con bassa densità,
adatto per farine)
-acqua
-tubo
Per trasportare un materiale ci sono dei requisiti quindi dipende da diverse cose:
-massa
-densità alta
-massa
-densità bassa
Trasporto di terreno con rivoltamento ec, sistemi simili alla coclea, scivoli, o sistemi in contatto.
-semi: per caduta o per aria o per lancio
-liquido: tubi, in soluzioni in acqua
-prodotti finali: contenitori
-letame: lanciatori
-liquami: contenitori, e tubo
-erba: lanciatore
Massa e Massa e salita granulari peso flessibilità Costo Costo distanza
densità densità sistema energetico
alta bassa
Contenitore vvv V vvv Vvv alto Vvv alto Medio vvv
Nastri vv Vv basso basso Alto V oiù nastri Alto Abbastanza Vvv
(vv) in serie alto
Coclea/scivoli vvv Vvv Vv Vvv peggiore basso Alto Alto Basso
Lanciatore Prodotti basso V Vvv basso Basso Basso Basso Basso
piccoli
Aria Prodotti Vv V Farine basso basso Basso Medio-alto Basso
molto
piccoli
Acqua basso Vvv basso X alto Basso Alto Basso Vv
tubo Prodotti Prodotti Vv vvv alto v Alto Catene – alto Vvv
piccoli piccoli Vuoto - basso
LAVORAZIONI DEL TERRENO PRIMARIA
Costituito primariamente da lavori di ROTTURA o di DIROPIMENTO. Si ha una disgregazione
dello strato coltivato, la porosità ottenuta permetta la circolazione dell’acqua e
l’approfondimento delle radici. Le lavorazioni permettono di interrare e mescolare i residui
colturali e distruggere la vegetazione
-ARATURA
-RIPUNTATURA
-VANGATURA
ARATURA
Aratura tecnica di lavorazione del terreno eseguita in genere con l’aratro, pratica il taglio e il
rovesciamento di un blocco di terreno, detto FETTA. L’ARATRO attrezzo più antico, possono
essere a MONOVOMERE, POLIVOMENRE, FISSO O VOLTINO costituito da:
-bure
-dispositivo di attacco
-dispositivo di regolazione
-coltro o coltello
-scalpello
-vomere
-versoio
Incremento della porosità del terreno, si migliorano le condizioni per l’aereazione del suolo e
per i movimento dell’acqua. Si ha un aumento di volume del terreno lavorato. Rende il terreno
più permeabile evitando il ristagno. Indispensabile per interrare i materiali apportato. Maggior
grado di aereazione favorendo l’ossidazione. Si contengono le piante infestante.
Praticano due tagli uno verticale, e uno orizzontale, eseguiti dal coltello e dal vomere. Il
blocco scorre sul versoio e si ribalta sul terreno provocandone la disgregazione. Lascia un
solco di lavorazione determinando una parete verticale e una suola di lavorazione. Il GRADO
DI DISGREGAZIONE:
-RAPPORTO LARGHEZZA-PROFONDITà: fette più larghe hanno maggiori sollecitazioni
-SVILUPPO CILINDRICO: della superficie del versoio azione brusca
-VELOCITà DI AVANZAMENTO: velocità sostenuta da maggiori sollecitazioni
Realizzato in acciaio temperato per resistere a forti sollecitazioni. È in acciaio a tre strati quello
interno è più elastico. Esistono diversi tipi di versoi, in base alla curvatura si adattano alle
caratteristiche del terreno:
-VERSOIO CILINDRICO: effetto di disgregazione più energico, adatto a terreni sciolti azione di
rimescolamento.
-VERSOIO ELICOIDALE: effetto più morbido accompagna il ribaltamento della fetta, tessitura
fine con presenza di argilla.
-VERSOIO FENESTRATO: che danno una riduzione dell’area di attrito
La regolazione della larghezza della zolla è data da martinetti idraulici. Si varia il RAPPORTO
TRA LARGHEZZA E PROFONDITà per accellerare la lavorazione si allarga il lavoro aumentando il
numero do corpi completi. Ma in realtà di riduce la velocità di lavoro e aumenta la potenza
richiesta alla macchina.
RIPUNTATURA
RIPUNTATURA operazione che consente un azione di fessurazione e diropimento di
decompattare il terreno. Dando permeabilità del terreno e rompere la suola di lavorazione.
Profondità di 50-90 cm scegliendo in base alle condizioni del terreno. Velocità di 3-4km/h.
Telaio portante attaccato a tre punti del trattore e comandato dal sollevatore idraulico
ESTIRPATURA
ESTIRAPATURA costituito da un telaio portante inseriti 1 o 2 bracci a
profilo DIRITTO O RICURVO determinati da una VANGHEGGIA
favorisce la penetrazione nel terreno. Possono essere RIGIDI o
ELASTICI si esegue a velocità elevate per una disgregazione
superficiale profondità di lavoro 20-30 cm. Non richiede forze di
trazione elevate.
Usato per la fessurare il terreno senza rimescolare dopo l’arature e
uniformare
VANGATURA
VANGATURA lavorazione principale eseguita con MACCHINE VANGATRICI. Attrezzo portato
con organi lavoranti mossi dalla presa di potenza del trattore. Ogni organo simula la classica
vanga nella forma, ha una lama di forma trapezoidale che penetra nel terreno, solleva una
fetta ribaltandola con l’avanzamento.
Ha una lavorazione superficiale 20-25cm, che solo in parte può emulare l’aratura. Opera bene
in terreni sciolti si adatta a terreni compatti, velocità di avanzamento bassa 3 m/h.
Esistono due tipologie:
-VANGATRICE LEGGERA
-VANGATRICE PESANTE
Esistono tre tipi di punte:
-PUNTA PIATTA
-PUNTA VIVA
-VANGA A TRIDENTE
LAVORAZIONI
ERPITATURA
ERPICATURA eseguita come lavoro complementare dopo l’aratura, sminuzzare le zolle e
pareggiare la superficie, preparando il leto di semina. Eseguita anche per altri scopi quali
interramento di semi o concimi, rottura della crosta superficiale.
L’erpicatura si limita allo strato superficiale di 5-15 cm riducendo la dimensione delle zolle
rendendo più regolare la superficie. La qualità del lavoro dipende:
-PROPRIETà DEL TERRENO: sono rilevanti sia la tessitura sia la struttura, si esegue con facilità in
terreni poco compatti e asciutti, meno efficace nei terreni argillosi. Più efficace sui terreni
tendenti all’asciutto
-ORGANI E TIPO DI LAVORAZIONE: diminuisce passando da organi lavoranti mossi dalla presa
di potenza della trattrice a organi lavoranti ruotanti fossi, e organi discissori. L’efficacia
aumenta con più passaggi specialmente per gli organi lavoranti senza presa di potenza,
aumenta con minore velocità di avanzamento se mossi da pdp, maggiore velocità negli altri
casi.
-TEMPO TRASCORSO DALLA LAVORAZIONE: l’efficacia aumenta se è eseguita a distanza
dall’aratura. in questo modo si sfrutta l’azione disgregatrice degli agenti atmosferici sulle zolle
Si hanno diversi tipi di erpici:
-TIPO DI SUPPORTO: può essere trainato o portato
-TIPO DI TELAIO: può essere rigido o snodato
-UTENSILI: possono essere rigidi o elastici
-ORGANI DI LAVORO: essere fissi, folli o mossi dalla presa di potenza.
DENTI RIGIDI: struttura portante è costituita da un telaio può essere rigido o snodato. I denti
fissati al telaio equidistanti a sezione circolare o quadrata. Possono essere dotati di snodi per
poter essere disposti con angolazione diversa, profondità di lavoro
è di 10-15cm. Compie un lavoro di tipo leggero, strato superficiale
senza ribaltamento, in terreni sciolti. Per poter dare migliore azione
può essere zavorrato. Per erbe infestanti, può mostrare
l’inconveniente di una ridotta penetrazione
DENTI ELASTICI: gli consente di potersi muovere rispetto al
telaio. L’azione del dente è proporzionale alla resistenza che
incontra nell’avanzamento all’interno del terreno. Profondità
di circa 10-15cm può essere trainato o portato. I denti
possono essere di vario tip: curvi a spirale, danno un effetto
vibrante sul terreno provoca la risalita in superficie di zolle
grandi. Questo movimento facilita la frammentazione del
terreno.
DENTI OSCILLANTI: dotati di un moto
alternativo trasversale rispetto alla
direzione di avanzamento. Derivato dalla
presa di potenza, profondità di
lavorazione del 10-12cm, il collegamento
è di tipo portato. La macchina richiede
la forza di trazione che diventa elevata
sui suoli semiplastici. Suoli di medio
impasto. Ha un sminuzzamento superiore
e si ha un minore numero di passaggi
RULLATURA
RULLATURA lavorazione eseguita come lavoro complementare alla
semina, si esegue con RULLO COMPRESSORE, si ha un telaio
portante di uno o più cilindri a superficie liscia che da una leggera
pressione del terreno.
Un altro utilizzo è il RULLO FRANGIZOLLE, con dischi a superficie
liscia, per esercitare uno sgretolamento delle zolle lasciate
dall’aratro, su hanno dischi di ghisa su un asse orizzontale e i dischi
sono dentati
RULLO SOTTOCOMPRESSOLE per esercitare un’azione di
sgretolamento superficiale e di compattamento. Lavorano su stati
più prfondi e superficiali
SARCHIATURA
Lavorazione del terreno che consiste nel taglio o rimescolamento dello strato superficiale,
questa è obbligatoria come nell’aridocolura o comunque eseguita su colture a pieno campo
i dette sarchiate come mais e patata, con i scopi:
-DISTRUGGERE le erbe infestanti
-CIRCOLAZIONE DELL’ARIA nel terreno
-AGEVOLARE nei climi freddi la penetrazione del calore
-RIDURRE EVAPORAZIONE dell’acqua
La SARCHIATRICE comprende una bassa orizzontale su cui sono
disposti gli organi lavoranti che smuovono il terreno tra i filari.
Rimuovono le erbe infestanti senza danneggiare la pianta
-SARCHIATRICE A UTENSILI: a denti elastici accoppiato con uno
spandiconcime per la distribuzione localizzata
RINCALZATURA
Rimuove il terreno dall’interfila addossandolo sul piede delle piante. Si esegue per finalità
diverse:
-FACILITARE LA SUCCESSIVA RACCOLTA manuale la rimozione di terreno di riporto è meno
gravosa
-RICOPRE MEGLIO I TUBERI superficiali
-IMBIANCAMENTO degli ortaggi, rendendoli più teneri
-CONTROLLO DELLE INFESTANTI
Si esegue meccanicamente impiegano attrezzi rovesciatori. Gli strumenti più adatti per questo
scopo sono i rincalzatori hanno organi a doppio versoio o a dischi accoppiati a distanza
regolabile.
SEMINA
Quella che condiziona direttamente la produttività, vi sono tre linee principali:
-SEMINATRICI A SPAGLIO
-SEMINATRICI A RIGHE
-SEMINATRICI DI PRECISIONE per piante a semina individuale
Si differenziano per la regolarità, interfila (distanza tra file di semi) e intrafila (distanza tra un
seme e l’altro)
TRAPIANTATRICI
Le TRAPIANTATRICI macchine costituite da un’intelaiatura e due ruote che appoggiano sul
terreno con aggancio a tre punti. Vi sono due tipologie di macchine:
-AGEVOLATRICI: il prelievo della pianta, il trasporto e la
deposizione nel terreno avviene manualmente, lasciando alla
macchina il compito di apertura e chiusura del solco. Si ha una
postazione per consentire di lavorare stando seduto.
-SEMI AUTOMATICHE: sono le più diffuse e presentano un
distributore, per il deposito della piantina del solco. Si prevede
all’alimentazione del distributore.
La maggior parte delle trapiantatrici hanno bisogno di più
operatori
RACCOLTA
Costituisce la fase terminale nel processo di coltivazione, per la necessità di massimizzare la
quantità di prodotto raccolto, per non deteriorare il raccolto e non deteriorare la pianta. Si
possono dividere in 5 gruppi a seconda del tipo di prodotto e del tipo di pianta:
-RACCOLTA DEI FORAGGI
-RACCOLTA DELLE PIANTE DA GRANELLA
-RACCOLTA DI TUBERI, RADICI E BULBI
-RACCOLTA DELLE PRODUZIONI DA PIANTE ARBOREE
-RACCOLTA DELLE PRODUZIONE ORTIVE
I foraggi possono essere somministrati agli animali:
-STATO FRESCO: foraggio viene raccolto subito dopo il taglio di cui 75-85% sulla massa totale di
acqua
-CONSERVATO: il foraggio può essere raccolto a seconda del tipo di conservazione:
-PREAPPASITO (acqua 60-70%)
-SEMIAFFIENATO (acqua 40-50%)
-AFFIENATO (acqua 18-25%)
I cereali foraggeri sono a parte raccolti allo stato fresco per essere distribuiti agli animali dopo
conservazione. Le operazioni cambiano a seconda delle tipologie: taglio, raccolta, carico,
trasporto, e scarico. Il taglio deve essere netto, per evitare fermentazioni.
Per raccogliere i foraggi preapassiti, amiaffienato e affienato, si
tagliano ma si effettuano una serie di operazioni atte a far
evaporare parte del contenuto iniziale di acqua. Essicazione
può essere naturale, svolta seguendo tecniche che dipendono
dall’ambiente. Consiste nel rivoltamento periodico e di
accumulo in andane nella notte. Si consiglia di ridurre al minimo
la presenza in campo.
TAGLIO: effettuato per mezzo di falciatrici si ha un telaio
portante, un apparato falciante, organi di trasmissione,
regolazione e manovra, governati elettronicamente. Si possono
distinguere:
FALCIATRICI
-FALCIATRICI A LAMA CON MOVIMENTO ALTERNATIVO
-lama oscillante e controlama fissa, si ha un portalama fisso dotato di
denti, e una lama mobile suddivisa in sezioni con denti di dimensioni
unificate, i denti del portalama suddividono gli steli in fasci. I taglio deriva
dalla composizione dall’avanzamento della MO,e rettilineo alternativo
della lama. Si ha un collegamento tramite pdp e una trasmissione a
cinghia
-lama e controlama oscillanti
-a doppia lama oscillante consentono l’aumento della velocità di
avanzamento e aumento dell’area di taglio. Portata anteriormente
necessari trattori con attacco a tre punti anteriore e pdp anteriore
-FALCIATRICI A LAMA CON MOVIMENTO ROTATIVO
Azionata dalla pdp provvede lo sfalcio per effetto dell’elevata velocità con i coltelli
periferici che colpiscono gli steli di foraggio
-a dischi: costituite da una serie di dischi orizzontali posti in
parallelo sul telaio, dotati di 2 lamini articolati, quindi con
l’avanzamento della MO i dischi tagliano gli steli
-a tamburi: serie di tamburi verticali,
circolari e di grande diametro posti in
coppia sul telaio
Le falciatrici possono essere di tipo:
-posizione posteriore-laterale sull’attacco
a tre punti
-in posizione frontale con ampia visibilità
di lavoro necessità di una pdp anteriore
e attacco a tre punti
-semoventi organi posti anteriormente in posizione frontale o laterale
MOTOFALCIATRICI: utilizzate in situazioni disagevoli, declivi e appezzamenti ridotti, facilmente
trasportabili molto maneggevoli e leggeri
FALCIA-CONDIZIONATRICI
Macchine che provvedono a schiacciare e a sfibrare gli steli del foraggio rendendo più
rapida e omogenea la fase di essicazione. Si riducono di 30-50% i tempi di permanenza del
foraggio incampo.
A RULLI: sull’azione di due rulli orizzontali che possono
avere diverse conformazioni:
-lisci metallici o in gomma
-scanalati in gomma
-metallici con profili
-1 metallico profilato e 1 pneumatico
Rulli sono perpendicolari alla direzione di avanzamento, il foraggio passa tra i due rulli
subendo uno schiacciamento, molto importante anche la pressione e lo spessore
TRASFERIMENTO DI MATERIALI
Vengono utilizzati tipicamente 5 tipi di sistemi di trasferimento di materiali:
-mezzi per il SOLLEVAMENTO VERTICALE
-mezzi di TRASPORTO IN ORIZZONTALE
-mezzi di SOLLEVAMENTO E TRASPORTO
-mezzi DOTATI DI MOTO VIBRATORIO
-mezzi DOTATI DI MOVIMENTO ROTATORIO
Possono esserci molteplici varietà di attrezzature e sistemi disponibili:
-trasportatori A NASTRO
-trasportatori A COCLEA
-trasportatori A SCIVOLO PER GRAVITà
-trasportatori A PARANCHI E ARGANI
-trasportatori CON VASCHE O COPPE DI RIEMPIMENTO
-trasportatori A RULLI PER SPINTA
-trasportatori PNEUMATICI
-trasportatori VIBRANTI
-trasportatori CON TROLLEY
VANTAGGI NASTRO SVANTAGGI NASTRO
Bassi costi di installazione e di gestione Ingombri notevoli
MATERIALE NASTRO DISTANZE NASTRO
-tela o gomma: adatti a materiali sfusi Dipende dal materiale trasportato ma fino a
-acciaio: materiali abrasivi 10m
-rete metallica: adatti per la
movimentazione in forni, essicato, maggiore
efficienza nella trasmissione del calore
RACCOLTA FORAGGI
Incrementare l’efficienza durante la raccolta, sviluppate macchine operatrici a operazioni
riunite (taglio, raccolta e carico) che raccolgono foraggi da somministrare allo strato fresco,
sia cereali allo stato ceroso da immagazzinare in sili orizzontali. Macchine trainate
lateralmente e accoppiate a un rimorchio a sponde alte.
FALCIA CARICATRICI
Da somministrare fresco può essere raccolto subito dopo lo sfalcio, con un rimorchio
AUTOCARICANTE, operatrice TRAINATA azionata dalla pdp, con raccoglitore a tamburo, denti
flessibili rotanti, convogliatore a catena e un nastro per lo scarico. Esistono sistemi a carico
dall’alto, più delicato, dal basso, più capacità di carico, da posizione intermedia più diffuso.
Può essere un apparato di taglio a coltelli, facilita la capacità di carico, può essere un nastro
trasportatore trasversale per la distribuzione in mangiatoia. Si utilizza una falciatrice
anteriormente, e un rimorchio AUTOCARICANTE posteriore. Questo può essere usato per il
foraggio semiappassito.
FIENAGIONE
Costituisce l’insieme di operazioni, mediante RANGHINATORI, necessarie per facilitare il
raggiungimento in campo dell’umidità ottimale perla conservazione. Le operazioni a seconda
della foraggiera da essiccare e dell’andamento climatico:
-SPANDIMENTO, dopo lo sfalcio, non necessario in presenza di poco foraggio, impiego di
arieggiatori a valle
-RIVOLTAMENTO: del prodotto sparso, necessario per elevati quantità di foraggio
-ANDANATURA: serale per foraggi delicati
-SPARGIMENTO: dell’andana a inzio giornata
-RIVOLTAMENTO: dell’andanda
-RANGHINATURA: finale con formazione delle andane
SPANDIMENTO: dopo lo sfalcio, rivoltamento e spargimento, fino a che il foraggio abbia
umidità residua non inferiore al 50%. Ottimali gli spandifieno specializzati a trottola. L’azione
degli organi di lavoro è violenta, non danneggia l prodotto se l’umidità è superiore a 50%. Vi
sono molti vantaggi nella fienagione in due tempi.
Maggior rilievo sull’esito finale della fienagione, macchine per l’operazione di andanatura e
rivoltamento e ranghinatura finale effettuata prima della raccolta con foraggio secco, quindi
fragile e delicato.
SPANDIVOLTAFIENO
Macchine impiegate nelle operazioni di foraggicoltura per lo spandimento e arieggiamento
dell’erba in fase di essicazione. Hanno un telaio portante, su cui inseriti vi sono gli organi
lavoranti o rotori. Vi sono dei pettini che ruotano mescolando il fieno. Azionati dalla pdp,
lavorano leggermente inclinati anteriormente per distribuire sul
terreno il fieno.
-TROTTOLA: in funzione dell’angolo di lavoro possono eseguire le
operazioni di rivoltamento periodico e di andanatura. Costituiti
da denti elastici montati su un braccio inserito su una trottola, mossa dalla pdp.
-A DENTI ROTANTI: meno comuni riportati per completezza del
trattazione. Organo operatore è un aspo con numero di pettini
tra 4 a 6, denti paralleli e radiali. La rotazione dell’aspo può
essere:
-concorde alle ruote: lancio del foraggio all’indietro
-contrario al verso di rotazione delle ruote: in questo
caso si ha lancio del foraggio in alto
RANGHINATORE
Rastrello a scarico laterale continuo impiegato nella fienagione per la formazione di andane o
per il rivoltamento realizzato a principi costruttivi diversi tra di loro. I RANGHINATORI ROTATIVI: si
suddividono in due tipologie:
-RANGHINATORE ROTATIVO AD UN ROTORE
-RANGHIANTORE ROTATIVO A Più ROTORI
Si distinguono ranghiantori polivaletni e specifici:
1. SPECIALIZZATI:
-GIRELLO SINGOLO: fronte di una limitata larghezza, elevate velocità e buona qualità
di lavoro
-DOPPIO ROTORE: convogliatore per l’andanatura, lavorano molto bene, ma costosi
ed adatti solo per grandi dimensioni
2. POLIVALENTI:
-RUOTE FOLLI: tendono a formare treccia e inquinare il foraggio
-ASPO A PIANTA RETTANGOLARE: delicati con il foraggio ma lenti
-CATENE: larghezza limitata, buona qualità di lavoro
Sono macchine capaci di eseguire più operazioni:
-spandimento e rivoltamento del foraggio
-spandimento delle andane
-ranghinatura
A PETTINE: presentare 3-4 pettini lunghi fissati a un aspo eseguire lavori
di ranghinatura o rivoltamento invertendo la direzione dei pettini
A RUOTE FOLLI: le ruote hanno l’asse di rotazione e montano più
denti flessibili. La rotazione delle ruote è impressa da un
componente di reazione delle estremità dei denti contro il
terreno. Possono essere più o meno inclinate per spandimento o
rivoltamento.
TROTTOLA: fuzionamento simile agli spandi-voltafieno, possibilità di
differenza che i denti hanno la possibilità di ruotare attorno al
proprio albero, una gabbia centrale per la formazion delle
andane
CARRI AUTOCARRI
Carri rimorchio per la raccolta e il trasporto di foraggio sfusi,
dotato di pick-up di raccolta. Caricatore anteriore del foraggio,
pianale di carico con nastro trasportatore a sbarre, sponde alte e
portanti.
RACCOGLI-IMBALLATRICI
Le masse volumiche dei prodotti affienati e della paglia sono
sensibilmente diverse in funzione del grado di umidità, e del grado
di compressione che le macchine operatrici esercitano sul
foraggio.
Ridurre i tempi di manipolazione si possono formare balle dal 250-
1000 kg. Movimentate mediante forche. Vengono utilizzate le
raccogli-imballatrici
Macchine generalmente trainate e azionate dalle pdp, per la raccolta di prodotti a stelo, per
l’imballatura, formatura della balla e legatura. Macchine dotate di ulteriori apparecchiature
in grado di fasciare la balla con nylon per aumentarne la conservazione. Si possono dividere
in:
-BALLE PRISMATICHE o tradizionali
-BALLE CILINDRICHE o ROTOPRESSE
-BALLE PRISMATICHE GIGANTI
La RACCOGLI-IMBALLATRICE A STANTUFFO
balle da 20-40 kg. Presenta un pick-up di
raccolta, a denti flessbili che raccoglie il
foraggio in andana e lo immette con
continuità in un alimentatore trasversale a
forche o a coclea prevede di inviare il
prodotto nella camera di compressione.
La densità è regolabile variando la compressione del canale di uscita mediante molle. Una
ruota metrica, scorrevole sulla parte superiore della balla, permette di regolarne la lunghezza
azionando due aghi che portano i fili che vengono annodati e tagliati da un annodatore.
BALLE DI MEDIE DIMENSIONI: possiede un pickup di raccolta a
denti flessibili raccoglie il foraggio e lo porta in una camera di
alimentazione, secondo un dispositivo a forza, lo trasferisce alla
camera di compressione dotata di pistone alternativo, nel retro
si trova un dispositivo legatore.