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Pietro Angelo Muroni

Olivier-Marie Sarr
Metodologia
per la redazione di elaborati
tesi di licenza e tesi di dottorato
Copyright © MMXVI
Aracne editrice int.le S.r.l.

www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it

via Quarto Negroni, 


 Ariccia (RM)
() 

 ----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,


di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie


senza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile 


Ai nostri cari studenti
INTRODUZIONE

Dopo anni in cui il nostro Ateneo S. Anselmo ha iniziato tan-


ti studenti alla ricerca scientifica, insegnando un metodo di lavoro
che, attingendo ad fontes, potesse condurre ad una riflessione teolo-
gica, liturgica, filosofica e spirituale il più possibile genuina e radica-
ta nella Tradizione della Chiesa, noi docenti dell’Ateneo abbiamo
maturato la convinzione che insieme al metodo occorra insegnare
una buona metodologia di lavoro che permetta di portare avanti la
ricerca in maniera ordinata, corretta e seria. È questo l’obiettivo
principale della presente pubblicazione, indirizzata innanzitutto ai
nostri cari studenti che da tempo attendono uno strumento sempli-
ce e di facile consultazione, ma soprattutto che risponda alle pecu-
liari esigenze redazionali di un testo scientifico che scaturisce dalla
ricerca maturata nelle aule del nostro Ateneo. Il presente lavoro si
struttura in due parti, una sezione di “Tavole” e un’“Appendice”.
La prima parte presenta, in quattro capitoli, le norme me-
todologiche per la redazione di un elaborato scritto, di una tesi di
licenza o di una tesi di dottorato.
La seconda parte, invece, composta da due capitoli, offre
alcuni suggerimenti di informatica, per poter più facilmente af-
frontare la stesura del lavoro e le norme previste per la pubblica-
zione delle tesi di dottorato. Per quanto riguarda il primo dei due
capitoli, ci permettiamo una precisazione. Il capitolo quinto non
deve essere considerato come una sorta di “corso di informatica”
ma, come sottolineato sopra, si tratta di semplici suggerimenti
schematici che vanno incontro soprattutto a coloro che non hanno
troppa dimestichezza con i mezzi informatici. Va da sé, dunque,
che prima di affrontare un lavoro impegnativo, come può essere la
stesura di una tesi, non basta possedere le nozioni basilari
dell’informatica: occorre saper usare agevolmente il PC per impo-
stare e progettare in maniera corretta, già dall’inizio, il lavoro nella
sua fase redazionale, di modo da evitare inutili perdite di tempo.
Le sezioni “Tavole” e “Appendice”, che costituiscono le ul-
time due parti della pubblicazione, raccolgono alcuni allegati i qua-
li, a mo’ di esempio, illustrano il risultato del lavoro che dovrà es-
sere ottenuto osservando le norme descritte nella prima parte.
Occorre precisare che il testo che si ha tra le mani pur atte-
nendosi per molti aspetti alle norme metodologiche di seguito re-
datte, per altri subisce delle modifiche (dimensione del font, inter-
linea e altro), questo per ovvie esigenze di pubblicazione, nonché
per facilitarne la lettura.
Da ultimo, vorremmo ricordare la regola d’oro di ogni me-
todologia: l’uniformità! Una volta adottata una scelta, questa va ri-
gorosamente osservata e applicata lungo tutto il lavoro.
Non ci resta che augurarvi un buon lavoro!

Pietro Angelo Muroni - Olivier-Marie Sarr


PRIMA PARTE

IMPOSTAZIONE DEL LAVORO


CAPITOLO PRIMO

PROGETTAZIONE DELL’ELABORATO
Prima di affrontare la redazione del lavoro, occorre proget-
tarne la stesura, prevedendo la struttura dell’elaborato, impostan-
do il foglio di lavoro e organizzando quegli elementi che caratte-
rizzeranno ciascun foglio, come la testatina e il numero di pagina.
Si raccomanda già da ora, nell’utilizzo del mezzo informatico, la
scelta dei cosiddetti “stili” che faciliteranno la redazione stessa.

1.1. Struttura del lavoro


Il lavoro di ricerca viene suddiviso nelle seguenti parti:
1. Pagina di copertina;
2. Frontespizio;
3. Pagina di “Sigle e Abbreviazioni”;
4. Introduzione generale;
5. Capitoli in cui il lavoro è suddiviso;
6. Conclusione generale;
7. Tavole;
8. Appendice;
9. Bibliografia;
10. Indice onomastico;
11. Altri possibili indici;
12. Indice generale del lavoro.
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Normalmente, nel caso delle tesi dottorali, è possibile anche


una suddivisione del lavoro in “parti”; ciascuna “parte” contiene un
certo numero di capitoli che racchiudono un’area tematica.

Ad es.: prima parte: storica (capitoli 1-2); secon-


da parte: analitica (capitoli 3-4); terza parte: teo-
logica (capitoli 5-6):

Prima Parte Seconda Parte Terza Parte


Forme musicali degli Studio analitico Approccio teologico
inni nella liturgia dell’Inno Christe al Mistero
lungo la storia Redemptor omnium dell’Incarnazione
a partire dall’analisi
dell’inno
Capitolo I Capitolo III Capitolo V
Capitolo II Capitolo IV Capitolo VI

Si osservi, già nella programmazione iniziale del lavoro, un


certo equilibrio nella suddivisione delle parti e dei capitoli. Ogni
parte, inoltre, dovrebbe avere almeno due capitoli; allo stesso mo-
do, ciascun capitolo sarà composto da almeno due paragrafi.

1.2. Impostazione del foglio di lavoro


La tesi dovrà essere redatta in formato A4, stampata fronte-
retro, seguendo le impostazioni elencate di seguito:
superiore inferiore esterno interno
Margini
2,5 cm. 2,5 cm. 2,5 cm. 3,5 cm.

10
PROGETTAZIONE DELL’ELABORATO

Il carattere utilizzato per tutte le parti del lavoro dovrà es-


sere Times New Roman; la grandezza e la tipologia verranno specifi-
cate man mano durante il corso della presentazione, a seconda del-
le diverse sezioni.

1.2.1. Testatine
Le testatine, ovvero i titoli correnti riportati
nell’intestazione delle pagine del lavoro, permettono al lettore di
avere sempre dinanzi il riferimento al capitolo o alla parte che si
sta prendendo in esame, facilitandone in tal modo la lettura.
Non si riportano nelle pagine che introducono, con un tito-
lo, ad una nuova sezione del lavoro (Prefazione, Sigle e Abbrevia-
zioni, Introduzione generale, Parte, Capitolo, Conclusione genera-
le, Tavole, Appendice, Bibliografia, Indice).
Dopo aver ottenuto la griglia per la composizione della te-
statina (cliccando sulla intestazione del foglio di lavoro), il titolo
corrente è riportato in maiuscoletto tondo 12 punti centrato; se il
titolo dovesse risultare troppo lungo, deve essere abbreviato.
Nella composizione della testatina viene interessata sia
la pagina pari che quella dispari.

1.2.1.1. Pagina pari


Nella intestazione della pagina pari (sinistra) viene riportato
il titolo della “Parte” del lavoro, anticipato dalla scritta: PARTE
PRIMA, SECONDA, TERZA, ecc., seguita da due punti (se il lavoro
non dovesse essere suddiviso in parti, si scrive il titolo della tesi,
non preceduto dalla scritta TITOLO:).

11
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Ogni volta che cambia la “Parte”, necessariamente cambie-


rà anche l’intestazione della pagina pari1.

1.2.1.2. Pagina dispari


Nella pagina dispari deve essere riportato il numero e il tito-
lo del capitolo corrispondente o il titolo delle seguenti pagine: Pre-
fazione, Sigle e Abbreviazioni, Introduzione generale, Conclusione
generale, Tavole, Appendice, Bibliografia, Indici, Indice generale;
si seguono le norme di scrittura previste per la pagina pari.
Ad esempio: CAPITOLO PRIMO: TITOLO DEL CAPITOLO; PRE-
FAZIONE; CONCLUSIONE GENERALE, ecc.
Come previsto per la pagina pari, ogni volta che cambia il
“Capitolo”, necessariamente cambierà anche l’intestazione della
pagina dispari2.

1.3. Numeri di pagine


I numeri di pagine vengono riportati a piè di pagina nella
posizione esterna (allineato a destra nelle pagine dispari e a sinistra
nelle pagine pari). Non vengono inseriti i numeri delle pagine ini-
ziali delle parti, dei capitoli e delle diverse sezioni.

1
Nel cambiare il titolo della “Parte”, occorre disattivare nel PC la funzione
“collega al precedente”, come indicato nelle norme della parte informatica; se
non dovessero essere previste delle parti e, dunque, viene riportato il titolo del-
la tesi, non occorre disattivare tale funzione.
2
Nel cambiare il titolo del “Capitolo” o della sezione, occorre disattivare nel
PC la funzione “collega al precedente”, come indicato nelle norme della parte
informatica.

12
CAPITOLO SECONDO

LE PRIME PAGINE
Nelle prime sei pagine vengono riportate le informazioni
generali relative alla pubblicazione:
– p. 1 (pagina di copertina);
– pp. 2-4: bianche;
– p. 5: pagina di frontespizio: si ripete la copertina;
– p. 6: bianca3;
– p. 7: Sigle e Abbreviazioni4.
Il testo dell’opera comincia nella pagina dispari, o pagina di
5
destra (che segue la pagina di “Sigle e Abbreviazioni”), con
l’Introduzione generale.

2.1. Frontespizio di un elaborato scritto


Tutte le parti, eccetto i nomi di persona e il titolo del lavoro
(a meno che quest’ultimo non sia già previsto in latino), vanno in
latino.

3
Nel caso della pubblicazione della tesi dottorale, alla pagina 4 si aggiungano:
Vidimus et approbamus (più eventuali ISBN, Copyright, nome e indirizzo della
casa editrice).
4
Nel caso sia prevista una pagina di Prefazione (ringraziamenti, dedica ecc.),
questa viene riportata alla pagina 7; a sua volta, la pagina “Sigle e Abbreviazio-
ni” comincerà alla pagina 9 o alla prima pagina dispari disponibile.
5
Non si inizia mai in pagina pari.
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Di seguito le norme relative alla composizione di ciascun


elemento del frontespizio di un elaborato scritto6:
1. nome dell’Ateneo: carattere corpo 14, maiuscoletto, al-
lineato al centro, spaziatura di 6 punti prima e 12 punti
dopo, interlinea singola;
2. nome dell’istituto o della facoltà: carattere corpo 14,
minuscolo grassetto, allineato al centro, spaziatura di 6
punti prima e 12 punti dopo, interlinea singola;
3. titolo del corso7 con sigla tra parentesi tonde: carattere
corpo 12, minuscolo tondo, allineato al centro, spaziatura
di 6 punti prima e 12 punti dopo, interlinea singola;
4. nome dell’elaborato: carattere corpo 12, minuscolo
grassetto, allineato al centro, spaziatura di 6 punti pri-
ma e 12 punti dopo, interlinea singola;
5. data di consegna: carattere corpo 12, minuscolo gras-
setto, allineata al centro, spaziatura di 6 punti prima e
12 punti dopo, interlinea singola; viene riportata sotto il
nome dell’elaborato e trascritta nel seguente modo:
numero del giorno, del mese e dell’anno, separati da un
trattino breve senza spazi intermedi;
6. scritta “Studente”: carattere corpo 12, tondo minusco-
lo, allineato al centro, spaziatura 6 punti prima e 12
punti dopo, interlinea singola; è seguita dai due punti;
7. nome e cognome dello studente8 (sulla stessa riga della
scritta “Studente”): tranne il cognome, che è scritto in

6
Cf. All. 0; con il termine “elaborato scritto” s’intende indicare quei lavori ri-
chiesti dal docente per un seminario o un esame scritto.
7
S’intende il titolo del corso o seminario per cui è richiesto l’elaborato.
8
Senza titoli, come ad esempio: sig., dott., Padre, don ecc.; lo stesso vale per il
docente.

14
LE PRIME PAGINE

maiuscoletto, il resto è in carattere corpo 12, tondo mi-


nuscolo, allineato al centro, spaziatura 6 punti prima e
12 punti dopo, interlinea singola;
8. numero della matricola: carattere corpo 12, tondo, alli-
neato al centro, spaziatura 6 punti prima e 12 punti do-
po, interlinea singola;
9. scritta “Docente”: carattere corpo 12, tondo minuscolo,
allineato al centro, spaziatura 6 punti prima e 12 punti
dopo, interlinea singola; è seguita dai due punti;
10. nome e cognome del “Docente” (sulla stessa riga della
scritta “Docente”): tranne il cognome, che è scritto in
maiuscoletto, il resto è in carattere corpo 12, tondo mi-
nuscolo, allineato al centro, spaziatura 6 punti prima e
12 punti dopo, interlinea singola.
Tutte le informazioni descritte sopra sono riportate
all’interno di una cornice doppia di ½ punto; tra il margine supe-
riore del quadro di scrittura e la tabella si lasci uno spazio di 40
punti.

2.2. Pagina di copertina e frontespizio di una tesi


La copertina della tesi di licenza sarà in cartoncino9; quella
dottorale avrà una copertina cartonata rigida in similpelle o tela.

Per distinguere le tesi di ciascun istituto o facoltà, la coper-


tina sia stampata:

9
Non si usi mai la rilegatura a spirale.

15
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

• in colore blu (tonalità scura) per la Facoltà di Filosofia;


• in colore avorio (tonalità scura) per la Facoltà di Sacra
Teologia;
• in colore marrone (tonalità scura) per il Pontificio Istitu-
to Liturgico.
Tutte le parti, eccetto i nomi di persona e il titolo del lavoro
(a meno che quest’ultimo non sia già previsto in latino), vanno in
latino.
Di seguito le norme relative alla composizione di ciascun
elemento della copertina e del frontespizio10:
1. nome dell’Ateneo: carattere corpo 18, maiuscoletto, al-
lineato al centro, spaziatura di 6 punti prima e 12 punti
dopo, interlinea singola;
2. nome dell’istituto o della facoltà: carattere corpo 16,
maiuscoletto tondo, allineato al centro, spaziatura di 6
punti prima e 100 punti dopo, interlinea singola;
3. titolo della tesi: carattere corpo 18, maiuscolo grassetto,
allineato al centro, spaziatura di 6 punti prima e 12
punti dopo (o 70 punti dopo se non è previsto un sotto-
titolo), interlinea singola;
4. sottotitolo: carattere corpo 16, maiuscoletto tondo, al-
lineato al centro, spaziatura di 6 punti prima e 60 punti
dopo, interlinea singola;
5. nome e cognome dello studente11: tranne il cognome,
che è scritto in maiuscoletto, il resto è in carattere cor-
po 16, tondo grassetto minuscolo, allineato al centro,

10
Cf. All. I.
11
Senza titoli, come ad esempio: sig., dott., Padre, don ecc.; lo stesso vale per il
Moderatore.

16
LE PRIME PAGINE

spaziatura 6 punti prima e 12 punti dopo, interlinea


singola;
6. numero della matricola: carattere corpo 16, tondo, alli-
neato al centro, spaziatura 6 punti prima e 100 punti
dopo, interlinea singola;
7. nota qualificante la tipologia di lavoro: carattere corpo
16, tondo minuscolo, allineato al centro, spaziatura 6
punti prima e 50 punti dopo, interlinea singola;
8. scritta “Moderator”: carattere corpo 16, tondo maiusco-
letto, allineato al centro, spaziatura 6 punti prima e 6
punti dopo, interlinea singola;
9. nome e cognome del Moderatore: tranne il cognome,
che è scritto in maiuscoletto, il resto è in carattere cor-
po 16, tondo grassetto minuscolo, allineato al centro,
spaziatura 6 punti prima e 50 punti dopo, interlinea
singola;
10. nome della città e anno di pubblicazione (sulla stessa
riga): carattere corpo 14, tondo minuscolo, allineato al
centro, spaziatura 6 punti prima e 6 punti dopo, interli-
nea singola.
Nel caso specifico di tesi con tematica architettonica e/o ar-
tistica si rende necessario integrare la copertina con un’immagine
correlata al titolo, sia essa disegno o foto12, che comunque non
deve essere riportata nel frontespizio.
Il frontespizio riprende la pagina di copertina in tutte le sue
parti e indicazioni.

12
Cf. All. I.

17
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

2.3. Pagina di Sigle e Abbreviazioni


Con il termine “sigla” s’intende indicare quelle abbrevia-
zioni composte dalle lettere iniziali di una o più parole. La sigla,
dunque, è una nuova parola formata da una o più iniziali di altre
parole che, insieme, formano una denominazione o una frase:

Es.:
La Maison Dieu = LMD

Con il termine “abbreviazione” s’intende indicare una for-


ma ridotta di una parola in luogo della forma piena:

Es.:
editore = ed.
volume = vol.

Le sigle e abbreviazioni vengono allineate alla sinistra in un


unico elenco, in ordine alfabetico, scritte in maiuscolo (tranne al-
cuni casi), mentre alla destra si riporta il soggetto per esteso. Il ca-
rattere sarà in corpo 12 tondo13. Tra la sigla o abbreviazione e il
soggetto si preveda una tabulazione.
Nel caso in cui il soggetto dell’abbreviazione sia al plurale,
al termine della stessa, normalmente, si raddoppia la consonante
finale14:

13
Cf. All. II.
14
Per questo caso, si seguano le norme proprie della lingua dell’elaborato.

18
LE PRIME PAGINE

Es.:
editori D. Sartore-A.M. Triacca = edd. D. Sartore-A.M. Triacca
volumi 1-4 = voll. 1-4

Le sigle e le abbreviazioni aiutano l’Autore nella redazione


del testo, in quanto evitano di ripetere un contenuto riportato più
volte. Tuttavia esse si utilizzano unicamente nelle note a piè di pa-
gina, mentre nel corpo del testo si usa la forma estesa di una o più
parole. In alcuni casi, esistono già delle sigle o abbreviazioni con-
venzionali, e dunque universali, che è bene mantenere senza la ne-
cessità di doverne creare di nuove15:
Es.:
AAS Acta Apostolicæ Sedis.
DACL Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, edd. F.
Cabrol-H. Leclercq, Paris 1907-1953.

2.4. Introduzione generale


L’Introduzione generale di una tesi, oltre allo status quae-
16
stionis relativo al proprio argomento, deve contenere la presenta-

15
Si consiglia di utilizzare l’elenco delle sigle contenuto in S.M. SCHWERTNER,
Internationales Abkürzungsverzeichnis für Theologie und Grenzgebiete (IATG2). In-
ternational Glossary of Abbreviations for Theology and related Subjects, De Gruyter,
Berlin-New York ²1992.
16
Per status quaestionis s’intende un’analisi del cammino operato dalla ricerca
scientifica riguardo l’area e l’argomento preso in esame, indicandone autori,
metodo, piste di ricerca e contributi più significativi, arrivando così a identifica-
re lo stato attuale e il punto di arrivo della ricerca sino al momento in cui
l’Autore inizia ad affrontare il proprio lavoro. Questo punto di partenza, essen-
ziale nell’intraprendere il nuovo studio, diventa significativo per inquadrare in

19
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

zione del tema della tesi; il metodo17 che s’intende adottare; gli
obiettivi che l’Autore intende raggiungere; i limiti che esso pone
alla sua ricerca e, soprattutto nel caso delle tesi di dottorato, il con-
tributo alla ricerca scientifica che l’Autore vuole offrire con il pro-
prio lavoro.

maniera chiara l’originalità del lavoro e il contributo alla ricerca scientifica che
l’Autore vuole offrire.
17
Si distingua il termine “metodo” dal termine “metodologia”. Con il primo vo-
cabolo s’intende identificare il modus operandi applicato dall’Autore, la modalità e
gli strumenti utilizzati per perseguire l’obiettivo della sua ricerca scientifica; con
il secondo si indicano generalmente le norme redazionali previste per la stesura
del lavoro.

20
CAPITOLO TERZO

STESURA DEL LAVORO


Come già accennato, prima di cominciare la stesura
dell’elaborato, occorre necessariamente definire gli stili che con-
traddistinguono le varie parti del lavoro (titoli, corpo del testo, ci-
tazioni, note a piè di pagina, ecc.). La presente pubblicazione pre-
suppone questa scelta di fondo che diventa imprescindibile per po-
ter proseguire con la stesura.
Nell’impostare gli stili, occorre definire precisamente:
o carattere (font): tipologia e grandezza;
o la spaziatura: prima e dopo i titoli, il corpo del testo, la
citazione;
o l’interlinea dei titoli (singola), del corpo del testo (1,5 ri-
ghe) e della citazione (singola);
o l’allineamento (rientro della prima riga, allineamento a
sinistra o giustificato);
o la lingua in cui il lavoro è steso.
A tutto ciò si farà riferimento più avanti in maniera detta-
gliata.
Sarà utile, per una corretta stesura del lavoro, attivare:
o la visualizzazione dei segni di paragrafo e altri simboli
di formattazione (ad esempio il simbolo ¶ faciliterà
l’individuazione di spazi doppi);
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

o la mappa del documento, che dà modo di avere sempre


sotto controllo la struttura generale del lavoro (nel ri-
quadro verticale a sinistra) e di passare da un punto
all’altro dello schema con facilità.
Come già accennato sopra, il lavoro può essere suddiviso in
parti (nel caso del dottorato) e a sua volta ciascuna parte contiene
dei capitoli. Ciascun capitolo prevede una suddivisione in paragrafi
e sotto-paragrafi e prevede una breve conclusione, non sintesi del
capitolo.

3.1. Titoli
Il titolo serve per annunciare (non spiegare) il contenuto di
quanto segue, per introdurre un nuovo argomento o un passaggio
ulteriore rispetto a quanto detto in precedenza oppure per aprire
una nuova sezione del lavoro. Per tale motivo, il titolo deve corri-
spondere al contenuto che segue. Un titolo non può essere seguito
direttamente da un altro titolo di un ulteriore paragrafo.
Nessun titolo termina con il punto. Si evitino titoli più lun-
ghi di una riga. Se il titolo dovesse essere più lungo di una riga,
non si applica la sillabazione ma si torna a capo prima dell’articolo,
della congiunzione o della preposizione. In quest’ultimo caso (sal-
vo il titolo della “parte”), il margine della seconda riga deve essere
allineato non alla numerazione del titolo, bensì alla prima riga del
titolo stesso, con l’interlinea singola:

Es.:
1.3. Assessing the Church of England’s On-going
Reform of Daily Prayer

22
STESURA DEL LAVORO

Riportiamo di seguito i parametri relativi alle diverse tipo-


logie di “titolo”18.

3.1.1. Sigle e Abbreviazioni, (Prefazione), Introduzio-


ne generale, Conclusione generale, Bibliografia,
Indici
Per quanto riguarda il titolo delle pagine seguenti: Sigle e Ab-
breviazioni, (Prefazione), Introduzione generale, Conclusione gene-
rale, Bibliografia, Indici, si seguano le norme riportate di seguito19:
o iniziano in pagina dispari, lasciando bianca la pagina pari
che la precede;
o prima del titolo si lasci uno spazio di 40 punti dal margi-
ne superiore del quadro di scrittura;
o il titolo della pagina si scrive sempre allineato al centro in
maiuscolo, grassetto, corpo 16;
o il testo vero e proprio comincia 50 punti dopo il titolo.

3.1.2. Parte
Sia il titolo della parte che quello del capitolo cominciano
entrambi in pagina dispari e non riportano il numero di pagina.
La numerazione della “parte” si scrive in lettere, allineata al
centro della pagina20 in maiuscoletto, tondo, corpo 16.
Il titolo vero e proprio della “parte”, invece, si scrive sempre
allineato al centro in maiuscolo, grassetto, corpo 18. Separa la nume-
razione della “parte” e il titolo uno spazio di 18 punti21.

18
Cf. All. IV.
19
Cf. All. III.
20
Per allineare questo titolo è sufficiente impostare 325 punti prima del titolo.
21
Cf. All. V.

23
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

3.1.3. Capitolo
Prima del titolo si lasci uno spazio di 40 punti dal margine supe-
riore del quadro di scrittura.
La numerazione del capitolo (capitolo primo, capitolo se-
condo, ecc.) si scrive in lettere, centrato, in maiuscoletto tondo,
corpo 14.

Es.:
non CAPITOLO 1 ma CAPITOLO PRIMO

Il titolo vero e proprio del capitolo si scrive sempre allinea-


to al centro in maiuscolo, grassetto, corpo 16. Separa la numera-
zione del capitolo e il titolo uno spazio di 16 punti22.

3.1.4. All’interno del capitolo


Ciascun capitolo è suddiviso in paragrafi e sotto-paragrafi. Il
primo numero del paragrafo o sotto-paragrafo corrisponderà al
numero del capitolo in questione.

22
Cf. All. IV.

24
STESURA DEL LAVORO

3.1.4.1. Paragrafo
Tra il titolo del capitolo e la prima riga del corpo del testo
con la quale inizia l’introduzione del capitolo, si lasci lo spazio di
50 punti.
Ogni titolo è preceduto e seguito da uno spazio di 12 punti.
Il titolo del paragrafo, allineato a sinistra con un rientro di
0,5 cm., si scrive mettendo dapprima il numero (in cifre arabe) se-
guito dal punto e dal titolo in tondo, minuscolo, grassetto, corpo
14, interlinea singolo. Tra la numerazione e la prima lettera del ti-
tolo si lasci uno spazio.

Es.:
1.1. Hermeneutics of Vatican II

3.1.4.2. Sotto-paragrafo
Il titolo del sotto-paragrafo, allineato a sinistra con un rientro
di 1 cm., si scrive mettendo dapprima il numero (in cifre arabe) segui-
to dal punto e dal titolo in corsivo, minuscolo grassetto, corpo 14.
Ogni titolo è preceduto da uno spazio di 12 punti e seguito da uno
spazio di 12 punti.
Tra la numerazione e la prima lettera del titolo si lasci uno
spazio.

Es.:
1.1.1. Nature of the Document Sacrosanctum Concilium

25
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Nel terzo grado di suddivisione il rientro della prima riga


del titolo sarà di 1,25 cm. e la dimensione del carattere di corpo 13,
corsivo, non in grassetto.

Si consiglia di non superare il terzo grado di divisione.


Se si riterrà necessario procedere ad una suddivisione oltre
il terzo grado, si usi preferibilmente una numerazione secondo
l’ordine alfabetico piuttosto che una numerazione decimale. In
questo caso, la numerazione alfabetica seguirà il rientro e le di-
mensioni del quarto grado di suddivisione.

3.2. Corpo del testo


Il corpo del testo23 deve essere redatto con carattere Times
New Roman corpo 12, interlinea 1,5 righe, spaziatura 6 pt prima e 6
pt dopo. La prima riga di ogni capoverso ha sempre un rientro di
1,25 cm. Ciascuna parte dell’elaborato deve essere giustificata.
Normalmente non si usa il grassetto e il sottolineato, a me-
no che non si renda necessario, in particolare negli schemi o griglie
sinottiche. In tal caso, lo studente concordi tale utilizzo con il Mo-
deratore.
Per la punteggiatura, si seguano le norme previste per cia-
scuna lingua24.

23
Per “corpo del testo” s’intende identificare tutte quelle parti dell’elaborato,
eccettuati i titoli, citazioni più lunghe di tre righe e note a piè di pagina; quan-
do, invece, si utilizza semplicemente il termine “corpo”, si vuole indicare la
misura tipografica della grandezza del carattere.
24
La lingua francese, ad esempio, contrariamente a quella italiana, prevede che
i segni di punteggiatura, tranne la virgola e il punto, siano separati dal testo da
uno spazio fisso; ad es.: « Une hirondelle ne fait pas le printemps ; arbres hu-
mains, jouez de vos oiseaux ! ».

26
STESURA DEL LAVORO

Nel corpo del testo, i nomi propri di persona o di luogo non


vanno mai in maiuscolo o maiuscoletto, tranne l’iniziale del nome
e cognome.

3.2.1. Citazioni dirette


Per citazione diretta s’intende il riportare esattamente le pa-
role di un autore nel proprio testo. Si deve sempre citare a piè di
pagina la fonte da cui si attinge un testo o, nel caso di citazioni non
dirette, il pensiero per evitare qualsiasi forma di plagio.

3.2.1.1. Citazioni brevi


Per quanto riguarda una citazione diretta riportata nel cor-
po del testo o in nota a piè di pagina, essa deve essere racchiusa tra
virgolette italiane (aperte: « ; chiuse: »)25.

Es.:
La prière est ainsi donc une forme d’expression de la foi.
« Elle est ce langage à travers lequel la créature loue et com-
munique avec son Créateur »5. Une réponse spontanée
s’inscrit toutefois dans une portée plus ecclésiale et non dans
l’étroitesse de la prière individuelle.

_______________________
5
O.-M. SARR, In omni tempore. La liturgie des Heures et le temps : louange quotidienne
et ouverture vers l’éternité (Studia Anselmiana 162 – Analecta Liturgica 32), EOS
Verlag, Roma 2014, 153.

25
L’utilizzo della diversa tipologia di virgolette dipende dalla lingua in cui si
scrive; il tedesco, ad esempio, per il discorso diretto prevede il seguente tipo di
virgolette: „. In questi casi, si seguano le norme proprie della lingua
dell’elaborato.

27
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Se all’interno di queste virgolette dovessero apparire altre


virgolette, si usano quelle inglesi (aperte: “ ; chiuse: ”); se,
all’interno di queste ultime, dovesse rendersi necessario l’utilizzo
di altre virgolette, si usano quelle inglesi semplici (aperte: ‘ ; chiu-
se: ’)26.

Es.:
«A livello contenutistico, “il primo sviluppo ‘anamnetico’, che
si aggancia alla locuzione per Deum”, coincide con la memoria
della presenza dell’acqua nella storia della salvezza»6, evocando
il racconto genesiaco della sua separazione dalla terra e del suo
scorrere in quattro fiumi, la cui sorgente è nel paradiso; il se-
condo, invece, di carattere cristologico.

_______________________
6
N. VALLI, «La Veglia Pasquale nella liturgia ambrosiana (III)», Ecclesia orans 31
(2014) 340.

Dall’esempio sopra riportato si evince che tutte le parole o


citazioni scritte nelle lingue classiche o differenti da quella in cui si
scrive (tranne il greco e le lingue bibliche), si riportano in corsivo.
Nel caso delle citazioni, esse sono racchiuse da virgolette in corsivo:

26
Normalmente questi due ultimi tipi di virgolette si riportano per enfatizzare
una parola o un’espressione. Si faccia attenzione alla forma delle virgolette in-
glesi e degli apici: non "virgolette" ma “virgolette”; lo stesso vale nel caso
dell’apostrofo: non ' ma ’.

28
STESURA DEL LAVORO

Es.:
«Post lectiones e vetere testamento, sacerdos ad altare accedit, illud
osculo veneratur et, pro opportunitate, illud incensat»7.
_______________________
7
Missale ambrosianum iuxta ritum sanctae Ecclesiae Mediolanensis ex decreto Sacro-
sancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Ioannis Colombo sanctae
Romanae Ecclesiae Presbiteri Cardinalis Archiepiscopi Mediolanensis promulgatum,
Centro Ambrosiano, Milano 1981, 249.

3.2.1.2. Citazioni lunghe


Se la citazione dovesse superare le 3 righe, si riporta senza
virgolette ne tabulazione27, con carattere corpo 11, e un rientro di
1,25 cm. a sinistra e a destra; interlinea singola e spaziatura di 10
punti prima e dopo la citazione.

Es.:
The Mass to celebrate the fiftieth anniversary of the opening of the
Council which I described at the beginning of this talk took place as part
of the Synod on the New Evangelization. In his homily at that Mass and
again at the closing Mass of the Synod, Pope Benedict XVI urged again
in the strongest terms a new and deeper appropriation of the grace-
filled event of Vatican Council II with the CCC as a key for its interpre-
tation. He spoke of the need for the same again on February 14, 2013 in
his informal discussion about Vatican II with the priests of the diocese
of Rome, just three days after announcing his resignation8.

_______________________
8
J. DRISCOLL, «Reviewing and Recovering Sacrosanctum Concilium’s Theo-
logical Vision», Ecclesia orans 30 (2013) 370.

27
Per tabulazione s’intende il rientro della prima riga di un paragrafo.

29
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Le citazioni nelle lingue bibliche o classiche non si traducono


mai; quando si cita, invece, in una lingua moderna, differente da
quella in cui si scrive, nel corpo del testo si riporta la traduzione del-
la citazione stessa nella lingua dell’elaborato senza virgolette, men-
tre in nota a piè di pagina si riporta l’originale, in corsivo e tra virgo-
lette. Se la traduzione è propria, lo si specifica scrivendo, nella lin-
gua dell’elaborato: “La traduzione all’… (inglese, francese, tede-
sco…) è la nostra”, subito dopo aver riportato la fonte; se invece è
tratta da un’altra edizione, si specifica la fonte da dove è stata presa.

Es.: elaborato in lingua francese – fonte in lingua italiana

De plus, selon le même auteur, cette ultime forme de prière ne


passe par aucune médiation sacerdotale ou angélique :
La prière s’adresse uniquement à Dieu lui-même, directe-
ment. […] Contrairement à ce qui est communément admis
dans les sectes à mystère, autant en Israël qu’auprès des
autres peuples, celui qui prie n’a besoin d’aucune médiation.
Une telle prière de l’homme, qui n’a pas besoin du secours
des anges, n’est pas, non plus, liée à une médiation humaine.
La prière communautaire ne nécessite pas la présence d’un
prêtre ou d’un docteur, expert dans les mystères : “Tous sont
égaux dans la prière devant le Lieu” et l’“officiant” n’est
qu’un simple membre de la communauté28.
_______________________
29
«La preghiera non si rivolge che a Dio stesso, direttamente. […] Diversamente da quan-
to è comunemente ammesso nelle sette misteriche, sia in Israele che presso gli altri popoli,
colui che prega non ha bisogno di nessuna mediazione. La preghiera dell’uomo, così come
non ha bisogno del soccorso degli angeli, non è neppure legata a una mediazione umana.
Per la preghiera comunitaria non si richiede né un sacerdote né un dottore esperto nei mi-
steri: “Tutti sono uguali nella preghiera davanti al Luogo” e l’“officiante” non è che un
semplice membro della comunità», J. HEINEMANN, La preghiera ebraica (Spiritualità
ebraica), Quiqajon, Magnano 1992, 23. La traduction en français est la nôtre.

30
STESURA DEL LAVORO

Si usano le parentesi quadre29 se dovesse essere necessario


che l’Autore dell’elaborato intervenga all’interno di una citazione
oppure quando la citazione non viene riportata per intero ma vie-
ne omessa una parte (= omissis). In quest’ultimo caso, dentro le
parentesi, si riportano tre punti di sospensione.

Es.:
«Nel rito delle esequie la Chiesa manifesta la sua fede nella
vittoria di Cristo risorto […]. Tale fede è espressa in modo
particolare nelle esequie del Romano Pontefice, che […] ha
confermato nella fede tutti i pastori e i fedeli».

Non si inizia mai una citazione con un omissis.

3.2.1.3. Citazioni bibliche


Le citazioni bibliche sono riportate con l’abbreviazione del
30
libro in tondo seguita dal capitolo e, dopo la virgola e senza spa-
zio, dal versetto. Possono essere riportate sia nel corpo del testo
che in nota.

Due versetti vengono separati da un trattino breve nel


caso in cui si citino versetti successivi. Il trattino si utilizza an-
che nel caso si vogliano indicare due capitoli successivi di un
libro.

29
Sempre in tondo, mai in corsivo, anche nel caso in cui la citazione fosse ri-
portata in corsivo.
30
Si segua il modo di abbreviare i testi della Sacra Scrittura secondo le diverse
edizioni linguistiche ufficiali della Bibbia. Al termine dell’elenco delle sigle, oc-
corre indicare l’edizione a cui si fa riferimento.

31
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Es.:
Mc 12,5-731
2Cor 12-13

Nel caso in cui si citino invece due versetti non successivi, si


mette il punto.

Es.:
Gv 17,1.1032

Per citare solo una parte di un versetto, vengono utilizzate


le lettere. Due citazioni susseguenti vengono separate dal punto e
virgola senza spazio prima.

Es.:
2Sam 3,5a; 2Re 16,2b-5a

3.2.2. Trattini
Il trattino breve (-) si usa per separare diversi autori, curato-
ri, città, date di pubblicazione di un’opera, numeri di pagine, senza
spazi; il trattino lungo (–) si utilizza, invece, per creare un inciso
nel corpo del testo, con uno spazio prima e dopo il trattino stesso:

31
S’intende che si prendono in considerazione i versetti dal 5 al 7 del capitolo
12 del Vangelo di Marco.
32
S’intende che si prendono in considerazione soltanto i versetti 1 e 10 del capi-
tolo 17 del Vangelo di Giovanni.

32
STESURA DEL LAVORO

Es.:
«Il mistero pasquale di Cristo – del quale Odo Casel tratta dif-
fusamente nelle sue opere – è la chiave di volta del suo discor-
so teologico».

3.3. Note a piè di pagina


Le note a piè di pagina si scrivono con carattere corpo 10 e
spaziatura singola. La prima riga non ha nessun rientro. Occorre
giustificare sempre il testo della nota.

La chiamata della nota a piè di pagina, nel corpo del testo,


deve essere riportata in tondo prima della punteggiatura, tranne
nel caso di punti interrogativi o esclamativi.

Si eviti di inserire una chiamata di nota a piè di pagina nei


titoli.

Nel caso di parentesi o virgolette, l’esponente segue le stes-


se e comunque anticipa sempre la punteggiatura.

Es.:
non «finalità del lavoro».6 ma «finalità del lavoro»6.

non «la celebrazione liturgica»6! ma «la celebrazione liturgica»!6

33
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

La numerazione delle note a piè di pagina è continua; non


ricomincia ad ogni capitolo.

Tra una nota e l’altra non si inserisce alcuno spazio o riga


bianca.
Quando si riporta l’idea di un autore, senza citarlo diret-
tamente, si scrive Cf. o cf. (a seconda che si metta all’inizio o in
mezzo alla nota); se invece si riporta una citazione diretta, non
si usa cf.

Es.:
Le Verbe qui prie et chante dans les Psaumes, en y associant
son Corps, l’Église dont il est la tête et l’Époux. Il est aussi
notre temps, car, à travers l’incarnation-rédemptrice, le nou-
veau temps où vivent les chrétiens, c’est le Christ19, l’Alpha et
l’Omega, le principe et la fin.

_______________________
19
Cf. E. MAZZA, «Tempo, memoria, liturgia. Alcuni dati di epoca patristi-
ca», Rivista Liturgica 77 (1990) 414-434.

3.3.1. Elementi propri di una nota a piè di pagina


Gli elementi che qualificano normalmente una nota a piè di
pagina sono: autore/i, titolo, volume/i, editore/i, collana, casa
editrice, città, anno/i di pubblicazione, pagina/e.

34
STESURA DEL LAVORO

3.3.1.1. Autore/i
L’autore si scrive con l’iniziale del nome puntata e il co-
gnome per esteso in maiuscoletto33, seguito dalla virgola. Il nome
non è mai preceduto o seguito da possibili titoli o sigle di apparte-
nenza a ordini religiosi (ad es.: dott., S. Em.za, Card., S. Ecc.za,
Mons., P., Fr., osb, sdb, sj ecc.) o che ne indichino lo status (ad es.:
“Santo”, “Papa”). L’autore viene citato così come riportato nel
frontespizio dell’opera. Nel caso in cui lo stesso autore venga cita-
to in maniera differente in opere diverse (è il caso, ad esempio, del-
la traslitterazione dello stesso nome in lingue differenti), occorre
operare una scelta ponderata e uniforme.
Anche nel caso in cui l’autore non fosse una persona fisica,
bensì un’associazione o istituzione o organizzazione ecc., le norme
rimangono invariate.
Se l’autore ha più nomi, si scrivono le iniziali puntate senza
34
spazio .
Se l’autore dovesse avere due cognomi, si riportano en-
trambi separati da uno spazio.

Es.:
23
J.J. FLORES ARCAS,

33
Nel caso di cognomi nei quali siano presenti degli accenti, si badi di non tra-
lasciarli. Es.: non M. AUGÈ ma M. AUGÉ.
34
Alcune lingue, invece, nel caso di nomi composti, seguono norme specifiche.
In francese, ad esempio, tra le iniziali puntate di un nome composto, si mette
un trattino breve senza spazi. Es. Louis-Marie Chauvet, diventa: L.-M. CHAU-
VET. Se fosse presente un altro nome, oltre a quello composto, l’iniziale punta-
ta segue le iniziali del nome composto, senza trattino ma con uno spazio. Es.:
Jean-Marie Gustave Le Clézio, diventa: J.-M. G. LE CLÉZIO.

35
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

In alcune lingue, i due cognomi sono legati da un trattino.


In questo caso, il trattino deve apparire anche nella nota.

Es.:
52
H.-B. GERL-FALKOVITZ,

Nel caso di più autori, invece, i cognomi sono separati da


un trattino breve.

Es.:
45
R.C.D. JASPER-G.J. CUMING,

Nel caso di opere collettive, non si mette alcun autore né la


sigla AA.VV. (autori vari).

Nel caso invece l’opera non riporti il nome dell’autore o ri-


sulti anonima, si scrive direttamente il titolo la cui iniziale farà fede
per la sua collocazione in ordine alfabetico nella bibliografia.

3.3.1.2. Titolo
I titoli e i sottotitoli di un’opera debbono essere trascritti
così come appaiono nel frontespizio. Si rispettino gli usi della lin-
gua in cui l’opera è scritta (ad esempio, la lingua inglese prevede
l’iniziale maiuscola per ciascuna parola, eccetto articoli e preposi-
zioni; il tedesco, invece, riporta in maiuscolo solo i nomi dei so-
stantivi).

36
STESURA DEL LAVORO

a) Titolo di una monografia

Nel caso di una monografia, il titolo viene riportato in


corsivo e si chiude con la virgola35.
Es.:
6
T. KLAUSER, La liturgia nella chiesa occidentale,

Nel caso in cui il titolo contenga un sottotitolo, i due ven-


gono separati da un punto.

Es.:
14
J. GELINEAU, Dans vos assemblées. Sens et pratique de la célébration litur-
gique,

b) Titolo di una monografia pubblicata in una collana

Nel caso di una monografia che fa parte di una collana,


quest’ultima viene riportata in tondo, tra parentesi dopo il titolo e
prima della virgola, aggiungendo il numero del volume se questo è
previsto.

Es.:
2
R.C.D. JASPER-G.J. CUMING, Prayers of the Eucharist: Early and Reformed (A
Pueblo Book),

35
Si ponga attenzione acché la virgola sia in tondo e non in corsivo.

37
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Spesso le collane sono rappresentate da una sigla. In tal ca-


so, è bene che questa si mantenga e che venga esplicitata nella pa-
gina delle “sigle”.

Es.:
BEL.S Bibliotheca “Ephemerides Liturgicæ”. “Subsidia”, Ro-
ma 1975-.
1
G. GUIVER, «“Non riesco a pregare”. La risposta della tradizione celebrativa della
Liturgia delle Ore a un problema moderno», in Liturgia delle Ore. Tempo e rito, Atti
della XXII Settimana di Studio dell’Associazione Professori di Liturgia, Susa (TO), 29
agosto-3 settembre 1993 (BEL.S 75),

CCSL Corpus Christianorum. Series latina, Turnholti 1953-.


2
AUGUSTINUS HIPPONENSIS, Confessionum libri XIII, ed. L. Verheijen (CCSL 27),

PG Patrologiae cursus completus. Series Graeca, 161 voll., ed.


J.-P. Migne, Paris-Montrouge 1857-1866.
3
EUSEBIUS CÆSARIENSIS, Commentaria in psalmos, ed. J.-P. Migne (PG 23/5),

Quando nella nota a piè di pagina sono presenti uno o più


curatori, questi sono seguiti dalla menzione della collana.

Es.:
8
La liturgia, panorama storico generale, ed. S. Marsili (Anàmnesis 2),

c) Titolo di un articolo pubblicato in una rivista

È scritto in tondo tra virgolette italiane; segue una virgola e


la sigla36 in corsivo, il numero dell’annata in tondo, dell’anno sola-

36
Per le riviste è bene sempre usare la sigla, soprattutto nei casi in cui la stessa
rivista viene citata più volte.

38
STESURA DEL LAVORO

re tra parentesi tonde e la pagina/e a cui si fa riferimento. Si chiu-


de con il punto.

Es.:
8
L.F. LADARIA, «Ragione, fede, lode», EO 30 (2013) 15-27.
oppure:
8
L.F. LADARIA, «Ragione, fede, lode», Ecclesia orans 30 (2013) 15-27.

d) Titolo di un contributo pubblicato


in un dizionario o miscellanea

È scritto in tondo tra virgolette italiane; segue una virgola e


il titolo dell’opera, in corsivo, in cui il contributo stesso è contenu-
to preceduto da “in”; dopo la virgola, si menzionano i nomi del o
dei curatori seguiti dall’eventuale nome della collana, la virgola, il
nome della casa editrice, la virgola, la città e anno di pubblicazione
e si termina con le pagine dell’articolo o contributo a cui s’intende
fare riferimento, seguite dal punto.

Nel caso i curatori fossero più di tre, si utilizzi la formula et


al.37 dopo aver riportato i primi tre.
Per quanto riguarda gli atti di un convegno, simposio ecc.,
occorre sempre menzionare il luogo e la data in cui l’evento si è
celebrato. Tali informazioni vanno riportate insieme al titolo del
volume, in corsivo, separate dal titolo stesso da un punto.

37
Questa abbreviazione sta per et alii.

39
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Es.:
1
F. BROVELLI-D. SARTORE, «Esequie», in Liturgia,

2
J. CLAIRE, «L’hymne “Gloria in excelsis” dans l’Écriture, l’histoire, la théo-
logie, les liturgies et leur musique», in L’hymnographie. Conférences Saint-
Serge, XLVIe semaine d’études liturgiques, Paris, 29 Juin-2 Juillet 1999 (BEL.S
105),

e) Titolo di un articolo pubblicato in un giornale

Segue le norme di una rivista, eccetto per l’indicazione della


data nella quale si specifica anche il giorno e il mese di pubblicazio-
ne, riportati in cifre e separati da un trattino breve.

Es.:
2
P.A. MURONI, «Un consapevole cammino verso il sacramento della cre-
sima», L’Osservatore Romano (13-06-2004) 4.

f) Titolo di una recensione

Per l’autore della recensione si seguono le norme riportate


sopra; segue la dicitura “recensione di”38 in carattere tondo minu-
scolo e la citazione dell’opera riportando tutti gli estremi del testo,
secondo il sistema già descritto sopra.

Es.:
2
K.F. PECKLERS, recensione di A. BAUMSTARK, On the Historical Develop-
ment of Liturgy,

38
Oppure la dicitura corrispondente alla lingua dell’elaborato.

40
STESURA DEL LAVORO

3.3.1.3. Editore/i
Il nome di un eventuale curatore viene menzionato dopo la
virgola che accompagna il titolo dell’opera, anticipato
dall’abbreviazione “ed.”39. Si riporta prima l’iniziale del nome pun-
tata e di seguito il cognome in minuscolo tondo.
Nel caso di più curatori, l’abbreviazione sarà “edd.”40 segui-
ta dai relativi nomi separati da un trattino breve senza spazi inter-
medi.

Es.:
1
F. BROVELLI-D. SARTORE, «Esequie», in Liturgia, edd. D. Sartore-A.M.
Triacca-C. Cibien,

3.3.1.4. Volume/i
Quando in nota a piè di pagina ci si riferisce ad un volume
preciso di una collana, dizionario o enciclopedia, occorre precisar-
lo utilizzando l’abbreviazione “vol.”41 in minuscolo, che segue il
titolo dell’opera generale, e le cifre arabe in tondo; seguono i due
punti e, in corsivo, il titolo del volume in questione seguito dalla
virgola.

Es.:
3
D. SARTORE, «La celebrazione cristiana e le sue componenti», in Celebrare
il mistero di Cristo, vol. 1: La celebrazione: introduzione alla liturgia cristiana,
edd. A. Pistoia-A.M. Triacca (BEL.S 73), CLV-Edizioni Liturgiche, Roma
1993, 341.

39
Oppure la dicitura corrispondente alla lingua dell’elaborato.
40
Oppure la dicitura corrispondente alla lingua dell’elaborato.
41
Oppure la dicitura corrispondente alla lingua dell’elaborato.

41
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Nel caso invece si voglia indicare l’intera collana o l’insieme


dell’opera in più volumi, si utilizzerà l’abbreviazione “voll.” prece-
duta dal numero dei volumi. La citazione terminerà indicando la
data di pubblicazione del primo e dell’ultimo volume separate da
un trattino breve senza spazi intermedi.

Es.:
21
Acta Synodalia Sacrosancti Concilii Oecumenici Vaticani II, 33 voll., Typis
Polyglottis Vaticanis, Città del Vaticano 1970-1998.

3.3.1.5. Casa editrice


L’inserimento della casa editrice in una citazione, seppur
raccomandato, è tuttavia facoltativo; si raccomanda comunque
l’uniformità: una volta adottata una scelta, questa va rigorosamen-
te osservata.

Il nome della casa editrice deve essere riportato in modo


abbreviato, ossia senza indicare le ragioni sociali e designazioni
d’impresa (ad esempio: “s.p.a.”, “casa editrice”, “editore”, “edizio-
ni”, ecc.), a meno che non facciano parte del nome stesso della ca-
sa editrice (ad esempio: CLV-Edizioni liturgiche).

Es.:
non Marietti editore ma Marietti

non edizioni Dehoniane ma Dehoniane

non Les Éditions du Cerf ma Cerf

42
STESURA DEL LAVORO

Alcune case editrici sono rappresentate da una sigla (ad


esempio: LEV, Libreria Editrice Vaticana; LAS, Libreria Ateneo Sa-
lesiano). In tal caso, è bene nelle citazioni mantenere tali sigle che
dovranno essere riportate nella pagina delle “sigle”, all’inizio del
lavoro.

3.3.1.6. Luogo di edizione


Il luogo di edizione segue la virgola posta dopo la casa edi-
trice. Si scrive in minuscolo tondo e si riporta esattamente come
appare nel frontespizio, senza tradurre nella lingua dell’elaborato42.

Es.:
non:
1
AUGUSTINUS HIPPONENSIS, Confessionum libri XIII, ed. L. Verheijen (Cor-
pus Christianorum. Series latina 27), Brepols, Turnhout 1983, 45-50.
ma:
1
AUGUSTINUS HIPPONENSIS, Confessionum libri XIII, ed. L. Verheijen (Cor-
pus Christianorum. Series latina 27), Brepols, Turnholti 1983, 45-50.

Nel caso siano menzionate diverse città di edizione, queste


si riportano separate da un trattino breve senza spazi intermedi.

42
La regola generale prevede che si riporti il nome della città come appare nel
frontespizio dell’opera, tranne alcuni rari casi suggeriti per lo più da una sa-
piente valutazione dell’Autore. È il caso, ad esempio, della Editio typica dei libri
liturgici della riforma del Concilio Vaticano II dove parrebbe più opportuno
scrivere il nome della città secondo la lingua dell'elaborato, piuttosto che Civi-
tatis Vaticanae.

43
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Es.:
4
D. COHN SCHERBOK, Judaism: History, Belief and Practice, Routledge,
London-New York 2008.

In alcuni casi, come ad esempio il caso di omonimia, insie-


me al nome del luogo di edizione viene riportato tra parentesi il
nome della provincia.

Es.:
15
S. CAMPBELL, From Breviary to Liturgy of the Hours. The Structural Reform of
the Roman Office: 1964-1971, Pueblo Publishing Co, Collegeville (MN)
1995.
[Sono almeno due le città che portano il nome di Collegeville: una si trova
in Pennsylvania (Montgomery County) e l’altra in Minnesota].

16
Celebrare l’ufficio divino (Liturgia e cultura 4), Elle Di Ci, Leumann (TO)
1967.
(Leumann è una frazione della città di Torino).

Può accadere che alcune opere non riportino il luogo di


pubblicazione. In tal caso si scrive la sigla s.l. tra parentesi quadre:
[s.l.].

3.3.1.7. Anno di pubblicazione


Segue immediatamente il nome della città. Se un’opera è
stata pubblicata in diversi anni (a meno che non ci si riferisca ad un
volume in particolare) e si vuole citare nella sua interezza, si ripor-
ta l’anno di inizio pubblicazione separato da un trattino breve
dall’anno di fine pubblicazione per esteso, senza spazi intermedi.

44
STESURA DEL LAVORO

Es.:
21
Acta Synodalia Sacrosancti Concilii Oecumenici Vaticani II, 33 voll., Typis
Polyglottis Vaticanis, Città del Vaticano 1970-1998.

L’esponente che identifica l’edizione di un’opera viene


riportato in apice prima della data.

Es.:
54
A. BUGNINI, La riforma liturgica (1948-1975) (BEL.S 30), CLV-Edizioni li-
turgiche, Roma 21997, 55.

Il numero che identifica l’edizione non si confonda con il


numero della ristampa che invece non ha bisogno di essere esplici-
tato.

Può accadere che alcune opere non riportino l’anno di pub-


blicazione. In tal caso si scrive la sigla s.a. tra parentesi quadre:
[s.a.].

3.3.1.8. Pagine
Al nome della città segue una virgola; il numero della/e pagi-
na/e conclude normalmente la nota a piè di pagina. È scritto in cifre
arabe e in tondo. L’eventuale numerazione in numeri romani di
un’opera deve essere rispettata.

Il numero della/e pagina/e deve essere sempre specificato,


indicando in maniera precisa il luogo esatto di una citazione diretta
o indiretta. Se le pagine sono seguenti, si usi il trattino breve, al-
trimenti si utilizzi il punto. Non si usano abbreviazioni per indicare

45
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

le pagine: ad esempio “p.”, “pp.”, “col.”, “coll.”, tranne nel caso di


“riferimenti interni”, ossia quando si rimanda ad una pagina, nu-
mero o nota dell’elaborato stesso. In questo caso, invece
dell’abbreviazione “cf.”, si utilizza l’espressione “vedi sopra/sotto”
e le abbreviazioni “p.” (una sola pagina), “pp.” (più pagine), “n.”
(un numero), “nn.” (più numeri), oppure l’espressione “nota”, nel
caso ci si riferisca ad una nota a piè di pagina.

Es.:
125
J. CASTELLANO CERVERA, «Tra ricerca e speranza, per una prassi che
risponda alla mens ecclesiæ», RL 93 (2006) 83-96.

125
J. CASTELLANO CERVERA, «Tra ricerca e speranza, per una prassi che
risponda alla mens ecclesiæ», RL 93 (2006) 83.87.

Es.:
3
Vedi sopra, p. 11.
4
Vedi sotto, nn. 12-14.
5
Vedi sotto, nota 4.

Può accadere che un’opera sia suddivisa in colonne; anche


in questo caso si seguirà la norma descritta sopra. Inoltre, alcune
suddividono le stesse in paragrafi identificati con le lettere
dell’alfabeto. Per rendere la citazione più precisa, è bene riportare
oltre al numero di pagina/colonna, anche la lettera che identifica il
paragrafo o la parte a cui precisamente si vuol far riferimento.

46
STESURA DEL LAVORO

Es.:
AUGUSTINUS HIPPONENSIS, De Sancta Virginitate, 5-6, ed. J.-P. Migne
(PG 40), Migne, Paris 1865, 398a.

Nel caso si voglia citare una nota a piè di pagina, tavola, ta-
bella, il numero della pagina non termina col punto, ma messa la
virgola si scrive “nota” oppure “tavola” o “tabella” e il numero
corrispondente seguito dalla punteggiatura, che non necessaria-
mente deve essere il punto, nel caso la nota preveda una continua-
zione del discorso.

Es.:
12
S. ROSSO, «La preghiera oraria e comune dalla pubblicazione della “Li-
turgia delle Ore” in poi», RL 93 (2006) 18, nota 5.

Spesso accade che nelle note a piè di pagina siano citate in


maniera successiva più opere; in questo caso si separano con il
punto e virgola e uno spazio. L’ordine di comparsa in nota non di-
pende necessariamente dall’ordine alfabetico.

Es.:
21
Sur le même sujet, cf. M. POLLO, «Il vissuto giovanile del tempo», in
Giovani e tempo. Tra crisi, nostalgie e speranze, edd. R. Tonelli-J.M. García
(Biblioteca di Scienze Religiose 161), LAS, Roma 2000, 19-20; J.T. FRASER,
Il tempo: una presenza sconosciuta, Feltrinelli, Milano 1991; D. GREINER,
«“Obsédés du temps, orphelins du temps”: l’urgence ou la crise de la tem-
poralité», Mélanges de science religieuse 59 (2002) 5.

47
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Solo all’interno di una nota è possibile l’uso di ID. (medesi-


mo autore dell’opera appena citata ma differente opera; nel caso
l’autore sia una donna, si usa EAD.; per diversi autori, IID.) oppure
di Ibid. (uguale autore e opera). In questo caso, si usano le abbre-
viazioni appena citate.

Es.:
1
S. BÄUMER-R. BIRON, Histoire du Bréviaire, vol. 2, Herder, Roma 1967, 53;
per un riferimento agli inni, cf. Ibid., 80.
2
BÄUMER-BIRON, Histoire du Bréviaire, vol. 2, 77; C. BRAGA, «Dal “Brevia-
rium” alla “Liturgia horarum”», EphL 85 (1971) 184-205; ID., La Liturgia
delle Ore al Vaticano II (BEL.S 145), CLV-Edizioni Liturgiche, Roma 2008,
37.

Nella citazione di alcuni testi classici di filosofia è opportu-


no tenere conto della divisione interna che una certa consuetudine
accademica utilizza ormai come riferimento consolidato.
Le citazioni seguiranno le regole generali fin qui esposte,
ma dopo l’indicazione del titolo (ed eventualmente del libro, nel
caso di opere che ne comprendano più di uno) saranno specificate
le ripartizioni interne.
A partire dalla seconda citazione della medesima opera ci si
potrà limitare a riportare solo la ripartizione interna.

48
STESURA DEL LAVORO

Es.:
1
ARISTOTE, Physique, II, 194b, 14-15, Flammarion, Paris 2000, 127.
2
R. DESCARTES, «Meditazioni metafisiche», III, AT IX, 36, in Opere filosofiche,
vol. 2, ed. E. Garin, Laterza, Roma-Bari 1986, 43.
3
I. KANT, «Sull’insuccesso di ogni saggio filosofico di teodicea», AK VIII,
264, in Scritti di filosofia della religione, ed. G. Riconda, Mursia, Milano 1989,
59.

 citazioni successive
8
ARISTOTE, Physique, II, 195a, 2.
9
DESCARTES, «Meditazioni metafisiche», III, AT IX, 37.
10
KANT, «Sull’insuccesso di ogni saggio filosofico di teodicea», AK VIII, 266.

3.3.2. Stesura di una nota a piè di pagina. Esempi


Dopo aver analizzato i diversi elementi che compongono una
nota a piè di pagina, riportiamo di seguito alcuni esempi di stesura di
una nota, suddividendoli secondo le differenti tipologie.
All’interno della griglia che presenteremo per ciascuna ca-
tegoria, si troverà anche una sezione riguardante le “citazioni suc-
cessive”, ossia come un medesimo testo o documento viene citato
nelle note successive. In tal caso, si elencano di seguito i principi
generali che occorre tenere presenti:
– per quanto riguarda l’autore, non si riporta più l’iniziale
del nome ma direttamente il cognome in maiuscoletto
seguito dalla virgola;
– per un articolo o un contributo contenuto in un’opera col-
lettiva, si mette solo il titolo del contributo seguito
dall’eventuale numero del volume e dalla pagina di riferi-
mento;

49
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

– il titolo del contributo, se troppo lungo, deve essere ab-


breviato di modo comunque da mantenere un senso
compiuto;
– è consigliato, dove possibile e soprattutto nei casi di docu-
menti ripetuti per più di due volte, utilizzare le sigle o ab-
breviazioni, specie se già convenzionalmente riconosciute;
– non si usa mai la dicitura op.cit.

3.3.2.1. Fonti
a) Bibliche

Es.:
1
Biblia sacra. Iuxta vulgatam versionem, ed. R. Weber, vol. 1, Deutsche
Bibelgesellschaft, Stuttgart 1969, X.
2
Nova vulgata Bibliorum sacrorum editio. Sacrosancti Oecumenici Concilii Vati-
cani II ratione habita iussu Pauli PP. VI recognita, auctoritate Ioannis Pauli PP.
II promulgata, Editio typica altera, LEV, Città del Vaticano 1986, 46.
3
The Greek New Testament, edd. B. Matthew-K. Aland-J. Karavidopoulos et
al., Hendrickson Publishers, Stuttgart 41993, 123.

 citazioni successive
1
Biblia sacra, vol. 1, X.
2
Nova vulgata Bibliorum sacrorum editio, 46.
3
The Greek New Testament, 123.

50
STESURA DEL LAVORO

b) Patristiche e medievali

Es.:
1
AMBROSIUS MEDIOLANENSIS, Expositio psalmi CXVIII, edd. M. Petschenig-
M. Zelzer (CSEL 62), Verlag der Österreichischen Akademie der Wissen-
schaften, Vindobonae 21999, 25.
2
HRABANUS MAURUS, De institutione clericorum libri tres, ed. D. Zimpel
(Freiburger Beiträge zur mittelalterlichen Geschichte 7), Peter Lang,
Frankfurt am Main 1996, 32.
3
EUSEBIUS CÆSARIENSIS, Commentaria in psalmos, ed. J.-P. Migne
(PG 23/5), Migne, Parisiis 1857, 639.

 citazioni successive
1
AMBROSIUS MEDIOLANENSIS, Expositio psalmi CXVIII, 25.
2
HRABANUS MAURUS, De institutione clericorum libri tres, 32.
3
EUSEBIUS CÆSARIENSIS, Commentaria in psalmos, 639.

Come si può notare, per la citazione delle fonti patristiche e


medievali si seguono le norme previste per i contributi pubblicati
in una collana, eccetto per ciò che segue:

– il nome deve essere riportato in latino, al nominativo,


esplicitandone (nel caso di omonimia) l’origine; ad esem-
pio: Ambrosius Mediolanensis, Eusebius Cæsariensis,
Augustinus Hipponensis ecc.; i nomi debbono essere ri-
portati per intero, e non puntati;
– dopo il titolo è possibile aggiungere il testo preciso a cui
si fa riferimento (ad esempio il numero del Salmo, della
sezione, delle righe); in tal caso, il primo grado di classifi-
cazione può essere riportato in numeri romani in tondo,
in modo da distinguere meglio le varie sezioni a cui ci si

51
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

riferisce. Tuttavia, ciò che resta fondamentale è la coe-


renza nel modo di citare queste opere.

c) Liturgiche

Es.:
3
ETERIA, Itinerarium XXIV, 8, ed. P. Maraval (SCh 296), Cerf, Paris 1982,
242.
4
Missale gothicum 203, ed. E. Rose (CCSL 159 D), Brepols, Turnholti 2005,
429.
5
Sacramentarium veronense 1171, ed. L.C. Mohlberg (RED, Series Maior,
Fontes l), Herder, Roma 31978, 147.

 citazioni successive
3
ETERIA, Itinerarium XXIV, 8.
4
Missale gothicum 203.
5
Sacramentarium veronense 117143. Oppure: Ve 1171.

43
Normalmente invece del nome Sacramentarium veronense viene utilizzata la
sigla Ve seguita dal numero a cui si fa riferimento senza l’abbreviazione “n.”.

52
STESURA DEL LAVORO

d) Magisteriali

Es.:
1
SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II, «Constitutio
de Sacra Liturgia Sacrosanctum concilium (4 decembris 1963) 6», AAS 56
(1964) 100.
2
CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM, «In-
structio Redemptionis sacramentum (25 martii 2004) 40», AAS 96 (2004) 563.
3
IOANNES PAULUS II, «Litteræ encyclicæ Ecclesia de Eucharistia (17 aprilis
2003) 25», AAS 95 (2003) 449-450.

 citazioni successive
1
SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II, «Sacrosanc-
tum concilium 6», 100. Oppure: SC 6.
2
CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM, «Re-
demptionis sacramentum 40», 563.
3
IOANNES PAULUS II, «Ecclesia de Eucharistia 25», 449-450.

Dal 1909 gli Acta Apostolicae Sedis (AAS) 44 rappresentano


l’organo ufficiale nel quale vengono promulgati i documenti del
Magistero. Tale organo è stato preceduto dagli Acta Sanctae Sedis
(ASS), nei quali sono stati pubblicati i documenti promulgati dal
1865 al 1908. Essi, perciò, in un lavoro scientifico, diventano la
prima fonte da cui attingere e citare i documenti magisteriali.

Come si può notare, la citazione segue le norme previste


per una rivista, tranne che:

44
Si tenga presente che tutta la raccolta degli ASS e AAS è consultabile su inter-
net nel sito del Vaticano, alla pagina http://www.vatican.va/archive/atti-
ufficiali-santa-sede/index_it.htm, [accesso: 10-09-2015].

53
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

– l’autore viene riportato in latino al nominativo;


– la tipologia del documento è scritta in tondo;
– il titolo del documento viene riportato in corsivo;
– al titolo segue, tra parentesi, la data di promulgazione:
giorno in cifre arabe; mese in latino; anno in cifre arabe;
– segue la parentesi, uno spazio e il numero del documen-
to citato.

Quando un documento viene citato più di una volta nelle


note dell’elaborato, è opportuno utilizzare una sigla45. In tal caso,
la citazione prevede la sigla in corsivo seguita dal numero del do-
cumento preso in considerazione.

Es.:
1
SC 6.
2
RS 40.
3
EE 25.

45
Quasi tutti i documenti sono già identificati attraverso delle sigle convenzio-
nali, che spesso riprendono le prime lettere delle prime due parole del titolo. Si
invita ad utilizzare tali sigle, piuttosto che crearne di nuove, per un riconosci-
mento universale e immediato da parte del lettore.

54
STESURA DEL LAVORO

3.3.2.2. Libri

Es.:
1
M.-D. CHENU, «Anthropologie de la liturgie», in La liturgie après Vatican
II. Bilans, études, prospective (Unam Sanctam 66), Cerf, Paris 1967, 159.
2
R. GUARDINI, Lo spirito della liturgia. I santi segni, Morcelliana, Brescia
7
1996, 75-78.
3
Y.-M. CONGAR, The Word and the Spirit, Harper, London 1986, 43.

 citazioni successive
1
CHENU, «Anthropologie de la liturgie», 159.
2
GUARDINI, Lo spirito della liturgia, 75-78.
3
CONGAR, The Word and the Spirit, 43.

3.3.2.3. Articoli in un dizionario

Es.:
1
F. BROVELLI-D. SARTORE, «Esequie», in Liturgia, edd. D. Sartore-A.M.
Triacca-C. Cibien, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, 689-704.
2
A. WILMART, «Expositio missae», in Dictionnaire d’archéologie chrétienne et
de liturgie, vol. 5/1, Letouzey, Paris 1922, 1014-1027.
3
S. MAGGIANI, «Rite/Rites», in Dictionnaire encyclopédique de la liturgie, vol.
2, edd. D. Sartore-A.M. Triacca, Brepols, Turnhout 1992, 319.

 citazioni successive
1
BROVELLI-SARTORE, «Esequie», 689-704.
2
WILMART, «Expositio missae», 1014-1027.
3
MAGGIANI, «Rite/Rites», 319.

55
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

3.3.2.4. Articoli in una collezione di studi

Es.:
1
J. CLAIRE, «L’hymne “Gloria in excelsis” dans l’Écriture, l’histoire, la théo-
logie, les liturgies et leur musique», in L’hymnographie. Conférences Saint-
Serge, XLVIe semaine d’études liturgiques, Paris, 29 Juin-2 Juillet 1999 (BEL.S
105), CLV-Edizioni Liturgiche, Roma 2000, 166-167.
2
C.J.C. ISNARD, «Le Consilium», in Mens concordet voci: pour Mgr A.G. Mar-
timort à l’occasion de ses 40 années d’enseignement et des 20 ans de la Constitu-
tion Sacrosanctum concilium, ed. J. Dutheil-C. Dagens, Desclée, Paris 1983,
404-406.
3
R.J. TAFT, «St. John Chrysostom and the Byzantine Anaphora that Bears
his Name», in Essays in Early Eastern Eucharistic Prayers, ed. P.F. Bradshaw
(A Pueblo Book), Liturgical Press, Collegeville (MN) 1997, 195-226.

 citazioni successive
1
CLAIRE, «L’hymne “Gloria in excelsis”», 166-167.
2
ISNARD, «Le Consilium», 404-406.
3
TAFT, «St. John Chrysostom and the Byzantine Anaphora that Bears his
Name», 195-226.

3.3.2.5. Articoli in una rivista

Es.:
1
M. BARBA, «Il ritorno dell’anima nell’eucologia delle Missae defunctorum»,
EO 20 (2003) 209-233.
2
A. DAVRIL, «Réforme de l’office divin et tradition», LMD 173 (1988) 107.
3
J. PINSK, «Die Missa sicca», JFL 4 (1924) 90-118.

56
STESURA DEL LAVORO

 citazioni successive
1
BARBA, «Il ritorno dell’anima nell’eucologia delle Missae defunctorum»,
209-233.
2
DAVRIL, «Réforme de l’office divin et tradition», 107.
3
PINSK, «Die Missa sicca», 90-118.

3.3.2.6. Enchiridia
Segue le norme previste per la citazione di un libro senza au-
tore. Alla fine del titolo in corsivo, si riporta il numero del paragrafo
di riferimento in tondo seguito dalla virgola. Termina la citazione il
numero della pagina col punto.

Es.:
1
Enchiridion documentorum instaurationis liturgicae 1043, vol. 1, ed. R. Ka-
czynski, Marietti, Torino, Roma 1976, 378.
2
Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et mo-
rum. Edizione bilingue sulla 40a edizione 150, ed. H. Denzinger-P. Hüner-
mann, Dehoniane, Bologna 42009, 91.

 citazioni successive
1
Enchiridion documentorum instaurationis liturgicae 1043.
2
Enchiridion symbolorum 150.

3.3.2.7. Riferimento alla fonte on-line


Si cita seguendo le norme sopra descritte a seconda della
tipologia del documento citato (libro, articolo di rivista, ecc.).
La citazione termina con l’indirizzo internet di riferimento (link)

57
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

seguito dalla data di accesso riportata dentro le parentesi quadre


seguite dal punto.

Es.:
1
G. DEPEDER, «Incontrarsi alla fine. Tempo ed eternità», Credere oggi 206
(2015), http://www.credereoggi.it/up-load/2015/articolo206_71.asp, [ac-
cesso46: 11-11-2015].
2
CONSEIL PONTIFICAL POUR LES COMMUNICATIONS SOCIALES, «L’Église et
Internet (28 février 2002)», http://www.vatican.va/roman_curia
/pontifical_councils/pccs/documents/rc_pc_pccs_doc_20020228_church
-internet, [accesso: 05-09-2015].
3
C. GIACCARDI, «Attraversare le porte per abitare con fede il digitale», Avvenire
(02-10-2012), http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Attraversare%20le
%20porte%20per%20abitare%20con%20fede%20il%20digitale.aspx, [acces-
so: 11-09-2015].

 citazioni successive
1
DEPEDER, «Incontrarsi alla fine», [accesso: 11-11-2015].
2
CONSEIL PONTIFICAL POUR LES COMMUNICATIONS SOCIALES, «L’Église et
Internet», [accesso: 05-09-2015].
3
GIACCARDI, «Attraversare le porte per abitare con fede il digitale», [acces-
so: 11-09-2015].

Si faccia attenzione a eliminare le sottolineature e il colore


che il programma applica automaticamente.

Si ricordi altresì che la fonte principale dei documenti magi-


steriali sono gli Acta Apostolicae Sedis; per cui, solo in rarissimi casi
(quando, ad esempio, il volume degli Acta non è stato ancora pub-
blicato mentre il documento è reperibile nel sito del Vaticano) è

46
Oppure la dicitura corrispondente alla lingua dell’elaborato.

58
STESURA DEL LAVORO

possibile riportare il sito internet di riferimento. Tuttavia questo


deve essere serio ed autorevole; si diffidi perciò di siti occasionali,
non affidabili o comunque di origine incerta. Il ricorso alle citazio-
ni on-line è comunque consentito soltanto nei casi in cui il testo
stampato non sia reperibile in alcun modo o non esista.

Si consiglia, comunque, di non eccedere nell’uso delle cita-


zioni on-line.

3.3.2.8. Libri digitalizzati, elettronici e CD-rom


Ciò che abbiamo detto sopra in riferimento alla fonte on-
line, vale anche nel caso di opere digitalizzate, libri elettronici e
CD-rom. Unica differenza: occorre precisare la tipologia del do-
cumento (ad esempio: documento pdf, epub, CD-rom) subito do-
po il titolo all’interno di parentesi tonde.

Es.:
1
Esperienza e spiritualità. Miscellanea in onore del R.P. Charles André Bernard,
S.J. (epub), ed. H. Alphonso, Pontificia Università Gregoriana, Roma
1995, 6.

 citazioni successive
1
Esperienza e spiritualità (epub), 6.

Se il documento è impaginato (ad es., in formato pdf), oc-


corre indicare il numero della pagina/e; se non dovesse essere im-
paginato, si rimandi a una divisione del documento: capitolo e/o
altre divisioni.

59
CAPITOLO QUARTO

LE ULTIME PAGINE

Comprendono:
1. Conclusione generale;
2. Tavole47;
3. Appendice;
4. Bibliografia;
5. Indice onomastico;
6. Altri eventuali indici;
7. Indice generale.

4.1. Conclusione generale


Si tratta di una conclusione e non di un riassunto del lavo-
ro. Essa, infatti, tende a mostrare le conclusioni a cui la ricerca è
giunta, attraverso tutti i passaggi che ne hanno caratterizzato i di-
versi capitoli, verificando in qualche modo se gli obiettivi prefissati
sono stati raggiunti e ponendo in luce il contributo effettivo della
ricerca stessa. Essa tende inoltre a mostrare le eventuali scoperte e
novità a cui si è giunti rispetto allo status quaestionis iniziale.

47
Questa sezione è contemplata soprattutto nel caso specifico di tesi con tema-
tica architettonica e/o artistica.
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

4.2. Tavole
Un’apposita sezione si rende necessaria per la particola-
rità delle tesi con tematica architettonica e/o artistica, ma an-
che per quelle di altre specializzazioni che dovessero ritenere
utile integrare il testo con tavole grafiche quali disegni, foto,
tabelle.
In tal caso si inserisce la pagina chiamata “Tavole”. Essa
viene redatta secondo le seguenti norme:
– il titolo “Tavole” viene riportato in pagina dispari come
il titolo di una “Parte”48, anticipata e seguita da una pagi-
na bianca49;
– la prima tavola comincia, dunque, in pagina dispari e le
successive seguono stampate fronte-retro;
Per il titolo delle tavole si seguano, invece, le seguenti
norme:
– prima del titolo si lasci uno spazio di 40 punti dal margi-
ne superiore del quadro di scrittura;
– il titolo, seguito dal numero romano corrispondente, si
scrive centrato, in maiuscoletto tondo, corpo 14;
– segue uno spazio, un trattino lungo e un ulteriore spazio
dopo il quale segue un breve titolo della tavola scritto in
maiuscoletto tondo, corpo 14 (ad es.: TAVOLA I – TEM-
PIO DI SALOMONE).
Il carattere della breve didascalia, da apportare sotto cia-
scuna tavola, avrà corpo 10; la didascalia sarà centrata con spa-

48
Cf. paragrafo 3.1.2.
49
Cf. All. VII.

62
LE ULTIME PAGINE

ziatura 12 punti prima e dopo. La prima riga non avrà nessun


rientro.
La cura di ogni particolare, nell’esecuzione di ogni tavola, è
indispensabile per un elaborato finale che sia aperto al confronto e
alla critica, soprattutto dal momento in cui esso:
– riveste sempre e comunque un carattere rigorosamente
scientifico;
– deve rispondere ad un’uniformità tipografica, al fine di
evitare un procedere arbitrario che dia inevitabilmente
vita alle più disparate soluzioni personalizzate a discapito
della comprensione di quanto esposto.
Le illustrazioni sono dette “figure” se inserite all’interno del
testo; sono dette “tavole” se ciascuna di esse occupa una pagina in-
tera e sono riunite in codesta sezione “Tavole”.
Figure e tavole possono essere richiamate tra parentesi, in
maniera abbreviata, all’interno del testo sebbene, proprio per non
appesantire la lettura, sia opportuno richiamarle con una nota a
piè di pagina. Rimane, anche in questo caso, la regola d’oro della
uniformità.
Il numero di pagina si scrive soltanto nel caso in cui le fi-
gure o tavole o tabelle non siano inserite direttamente nella pagi-
na in cui si riporta il rimando o quella accanto, ma si trovino in
una pagina distante rispetto al rimando stesso o nella sezione cor-
rispondente, ossia “Tavole”.

63
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Es.:
(vedi Fig. II, 37)
oppure:
(vedi Tav. II, 110)

Se si sceglie di richiamare la tavola utilizzando la nota a piè


di pagina, si indichi il numero (romano) corrispondente, seguito da
una virgola e, dopo uno spazio, la pagina di riferimento.

Es.:
23
Cf. Tav. I, 327.

Le tabelle e i grafici sono prospetti che riportano informa-


zioni in uno schema prestabilito. Il loro uso è consigliato solo quan-
do occorre condensare e organizzare una grande quantità di dati.
Ogni tabella presente nel testo deve essere numerata e riportare un
breve titolo.
Come le illustrazioni, anche le tabelle devono essere ri-
chiamate all’interno del testo (ad es.: “vedi Tab. V, 45”).
Ogni genere di illustrazione (disegno, foto, tabella) deve
comunque rientrare entro i margini prestabiliti del foglio di la-
voro.
Al fine di ottenere un lavoro qualitativamente e scientifi-
camente adeguato, si rende necessario prestare attenzione alle se-
guenti indicazioni.
a) Si richiede un’attenzione particolare alla qualità tecnica
e cromatica dei disegni, come pure alla chiarezza e leggibilità di
foto e tabelle, tenendo sempre presente che in una tesi architet-

64
LE ULTIME PAGINE

tonica e/o artistica, al contrario di quanto accade per altri ambiti


specialistici, il linguaggio espressivo è innanzitutto grafico. È
ammessa anche la scelta del bianco/nero, tanto per i disegni
quanto per foto e tabelle che, anzi, in taluni casi ne risultano no-
tevolmente valorizzate; in tal caso, però, è ragionevole attendersi
un surplus di ricerca e qualità tecniche che bilancino il mancato
utilizzo del colore.
b) L’elaborazione dei disegni tramite PC è ormai consuetu-
dine accettata e consolidata, a volte di fatto necessaria (come, ad
esempio, nel caso di un rendering) nonché funzionalmente utile in
termini di tempo, ma esclude quasi del tutto la personalizzazione
di un disegno. Perciò, costituisce sicura ed elevata nota di merito
l’esecuzione “a mano” dei disegni (o parte di essi), dagli ex-tempore
preliminari alle assonometrie e prospettive finali, nonché l’utilizzo
di una o più tecniche quali inchiostri, pastelli, penne pantone, ac-
querelli, ecc., al fine di esprimere le proprie capacità artistiche (par-
te integrante dell’architettura), ma soprattutto per tornare
all’immediata relazione diretta fra tavola e suo autore, ovvero a
quella unicità che contraddistingue soggetto e oggetto
dell’azione50.

50
In sede di discussione di tesi, e in alternativa alla proiezione su lavagna mul-
timediale, è ammesso esporre le tavole originali che, in tal caso, dovranno ave-
re tutte lo stesso formato: 100 x 70; non è ammesso alcun altro formato. In
questo modo, la conseguente discussione “itinerante” conferisce alla tesi in og-
getto una peculiarità più consona all’architettura e alle arti. Il candidato che
sceglie questa soluzione è tenuto a darne comunicazione scritta in Segreteria
Generale al momento di consegnare le copie dell’elaborato, specificando il
numero delle tavole, al fine di predisporre per tempo i necessari pannelli di
esposizione.

65
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

c) L’elaborato finale da consegnare in Segreteria Generale re-


sta comunque di formato A4, all’interno del quale le tavole grafiche
vanno inserite secondo una delle seguenti possibilità:
– singolarmente, al fianco delle corrispondenti argomenta-
zioni trattate;
– raggruppate tutte alla fine del testo scritto, e quindi a co-
stituire la sezione “Tavole” appunto che, in quanto tale,
va riportata anche nell’Indice con la dicitura “Tavole” e
relativa pagina di inizio. Nell’indice non si deve riportare
l’elenco di tutte le tavole e relative pagine51.
d) Nel caso di tavole raggruppate a fine testo, la didascalia
deve avere informazioni sufficienti a renderle riconoscibili e
comprensibili anche se visionate indipendentemente dal testo
scritto. In caso di tavole, illustrazioni, tabelle o fotografie non
elaborate personalmente dall’autore, ovvero riprese da altri testi,
la didascalia dovrà inoltre contenere le informazioni necessarie
per risalire alla fonte, in mancanza delle quali esse si intendono
opera dell’autore della tesi. Lo stesso ha facoltà di riproporre ta-
vole altrui ridisegnandole totalmente di propria mano, invece di
fotocopiarle o scansionarle. Nel primo caso non è obbligatorio ci-
tare la fonte.
e) Si elaborano le tavole originali tenendo presente che, in
sede di riduzione a formato A4, è assolutamente da evitare:

51
Entrambe le soluzioni presentano pro e contro che l’autore dovrà valutare at-
tentamente.

66
LE ULTIME PAGINE

– la rotazione di una tavola orizzontale per adeguarla alla


verticalità della pagina52, poiché la lettura di un testo de-
ve avvenire sempre nello stesso senso;
– la pagina fuori formato, quindi ripiegata (in due o più
parti) verso l’interno53 perché, oltre ad essere causa di
scarsa funzionalità e sgualcitura nel breve termine, con-
ferisce all’elaborato un’immagine affatto professionale;
La tavola orizzontale deve essere riprodotta su doppia pa-
gina, tale da consentirne la lettura “a libro aperto”54.
La tavola verticale, benché di esecuzione meno agevole, fa-
cilita di molto l’operazione tipografica (e la chiarezza della sua let-
tura) poiché può essere riprodotta su una sola pagina intera
dell’elaborato A4, previa semplice riduzione.
f) Al fine di un’imprescindibile ordine tipografico, qualsiasi
tipo di tavola (disegno, foto o tabella) deve sempre rispettare i
margini previsti per l’intero elaborato55; non è ammesso alcun ge-
nere di deroga56.
Anche nel caso di tesi con tematica architettonica e/o arti-
stica è possibile inserire un’appendice, la quale potrebbe contenere
l’indicazione e l’analisi di particolari materiali che hanno contribui-
to al completamento del lavoro, come ad esempio: brochures, de-
pliants, videate, banche dati multimediali.

52
Cf. Tav. 0.
53
Cf. Tav. I.
54
Cf. Tav. II.
55
Cf. Tav. III.
56
Cf. Tav. IV.

67
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

4.3. Appendice
Come accennato sopra, in alcuni lavori si rende necessario in-
serire un’appendice nella quale poter raccogliere materiale che, ripor-
tato nel testo, renderebbe troppo pesante, dispersiva o complicata la
lettura (immagini – specie di documenti e fonti originali – partiture
musicali, ecc.).
In tal caso si inserisce la pagina chiamata “Appendice”. Essa
viene redatta secondo le seguenti norme:
– il titolo “Appendice” viene riportato in pagina dispari,
come il titolo di una “Parte”57, anticipata e seguita da una
pagina bianca58;
– il primo allegato comincia, dunque, in pagina dispari e i
successivi seguono stampati fronte-retro.
Se fosse necessario porre un titolo agli allegati, si rediga se-
condo le seguenti norme:
– prima del titolo si lasci uno spazio di 40 punti dal margi-
ne superiore del quadro di scrittura;
– il titolo, seguito dal numero romano corrispondente, si
scrive centrato, in maiuscoletto tondo, corpo 14;
– segue uno spazio, un trattino lungo e un ulteriore spazio
dopo il quale segue un breve titolo dell’allegato (ad es.:
ALLEGATO I – IL CREDO).
Il carattere della breve didascalia, da apportare sotto ciascun
allegato, avrà corpo 10, centrato con spaziatura 12 punti prima e
dopo. La prima riga non avrà nessun rientro.

57
Cf. paragrafo 3.1.2.
58
Cf. All. VIII.

68
LE ULTIME PAGINE

Gli allegati possono essere richiamati tra parentesi, in ma-


niera abbreviata, all’interno del testo sebbene, proprio per non ap-
pesantire la lettura, sia opportuno richiamarli con una nota a piè di
pagina. Rimane, anche in questo caso, la regola d’oro della uni-
formità.

Es.:
(vedi All. II, 150)

Se si sceglie di richiamare l’allegato utilizzando la nota a piè


di pagina, si indichi il numero (romano) corrispondente, seguito da
una virgola e, dopo uno spazio, la pagina di riferimento.

Es.:
23
Cf. All. I, 327.

4.4. Bibliografia
In bibliografia vengono riportati tutti i testi citati
nell’elaborato, la letteratura consultata e gli strumenti utilizzati
durante il lavoro di ricerca.
Essi vengono ordinati secondo quattro grandi gruppi59:
o Fonti
o Studi
o Strumenti
o Riferimenti on-line

59
Cf. All. VI.

69
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

I titoli di questi gruppi sono in corpo 15, grassetto minusco-


lo, tondo, centrati, spaziatura 18 punti prima e 12 dopo.
Le fonti, normalmente, sono suddivise in quattro sotto-
gruppi:
o Bibliche
o Patristiche e autori cristiani
o Liturgiche
o Magisteriali
I titoli di questi sottogruppi sono in corpo 14, grassetto mi-
nuscolo tondo, allineati a sinistra con un rientro di 0,5 cm., spazia-
tura 6 punti prima e 12 dopo.
All’interno di questi sottogruppi, se necessario, è possibile
individuare altre sottocategorie. Ad esempio, tra le “Fonti patristi-
che e autori cristiani” si possono individuare anche le fonti medie-
vali; tra le “Fonti liturgiche” si potrebbe operare una suddivisione
tra fonti antiche e libri liturgici del post-Concilio Vaticano II o della
riforma conciliare; tra le “Fonti magisteriali”, distinguere i docu-
menti pontifici e quelli promulgati dalle congregazioni romane da
quelli emanati dalle conferenze episcopali.
Chiaramente tali sottocategorie dipenderanno dalla tipolo-
gia del lavoro. Si eviti di ricorrere ad esse troppo facilmente; l’uso
di numerose sotto-divisioni rischia, infatti, di complicare eccessi-
vamente la bibliografia e la ricerca in essa di un autore o di
un’opera. Si consiglia di consultarsi col proprio Moderatore.
Non si fa alcuna divisione tra libri e articoli, ma entrambe le
categorie vanno elencate sotto il gruppo “Studi”.
I titoli delle eventuali sottocategorie sono in corpo 13, mi-
nuscolo corsivo, allineati a sinistra con un rientro di 1,5 cm., spa-
ziatura 12 punti prima e 6 dopo.

70
LE ULTIME PAGINE

La bibliografia segue l’ordine alfabetico che dovrà essere ri-


spettato in ogni sezione.
Quando, lungo la bibliografia, il nome di un autore è ripor-
tato più volte, non si ripete il nome ma si mette una linea orizzon-
tale (trattino basso) di 1,5 cm. L’allineamento della bibliografia
prende in considerazione tale misura mentre l’ordine alfabetico è
organizzato seguendo i titoli delle opere. Non si segue, perciò,
l’ordine cronologico di pubblicazione.
I contributi riportati in bibliografia sono scritti in corpo 12,
minuscolo tondo, allineati a sinistra con un rientro di 1,5 cm., in-
terlinea singola, spaziatura 12 punti prima e dopo. La prima riga è
sporgente di 1,7 cm.
L’autore dell’opera viene riportato in maiuscoletto, facendo
precedere il cognome all’iniziale puntata del nome; il nome
dell’editore rimane invariato.
Nel caso non esistano autore/i, bensì curatore/i, si inizierà
con il titolo dell’opera inserito secondo l’ordine alfabetico.
Si ricordi che nel caso di documenti, articoli, contributi pre-
senti in una miscellanea, citati in bibliografia, contrariamente a
quanto avviene nelle note a piè di pagina, occorre precisare la pa-
gina iniziale e finale dell’intero documento, e non soltanto la pagi-
na/e che è stata presa in considerazione lungo il lavoro.
Per la successione delle diverse parti che compongono una
citazione da riportare in bibliografia, si tenga presente quanto già
detto per le note a piè di pagina60.

60
Cf. esempi nell’All. VI.

71
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

4.5. Indici
Chiude il lavoro l’Indice generale il quale, a sua volta, po-
trebbe essere preceduto da altri indici.
Nota bene: il programma Word, nei principali sistemi ope-
rativi (Windows e Apple) opera una distinzione tra quello che defi-
nisce sommario e l’indice. Il primo corrisponde allo schema rias-
suntivo del testo, ovvero all’Indice generale, mentre il secondo si
riferisce all’indice analitico, a sua volta suddivisibile in ulteriori in-
dici: nomi, luoghi, concetti, ecc.

4.5.1. Indice onomastico


L’indice onomastico, sebbene raccomandato, rimane facol-
tativo.
Si riportano tutti i nomi di persona citati lungo il lavoro, in
due colonne61 in ordine alfabetico secondo il loro cognome. Co-
gnome e iniziale del nome, saranno in corpo 11, minuscolo tondo.
L’interlinea è di 1,5 righe e la prima riga sporgente di 1 cm.
In alcuni casi un nome potrebbe presentare più varianti,
spesso dovute al cambiamento della lingua. In tal caso, si aggiunga
nella finestra dedicata la cosiddetta “voce secondaria”.

Benedictus XVI
Benoît XVI
Benedetto XVI, 13, 15, 235, 308-309, 342, 346, 352

61
Tale disposizione sarà offerta automaticamente dal modello prescelto.

72
LE ULTIME PAGINE

4.5.2. Altri indici


Come accennato sopra, l’Autore può decidere, se necessa-
rio, di inserire ulteriori indici nella sua ricerca (delle citazioni bibli-
che, tematici, dei concetti o termini tecnici, ecc.). Questo renderà
più facile la consultazione del lavoro.
Essi seguiranno lo stesso principio previsto per l’indice
onomastico.

4.6. Indice generale (“Sommario”)


Per poter ottenere più facilmente e in maniera corretta
l’Indice generale, senza perdite di tempo, occorre impostare dal
principio del lavoro gli stili dei titoli.
Attenzione: per quanto riguarda questo indice, si consiglia il
modello cosiddetto “semplice”, disponibile nella finestra dedicata,
a meno che il Moderatore non suggerisca altrimenti.
Si consiglia di eliminare manualmente i numeri di pagine
che il sistema automaticamente inserisce in corrispondenza dei ti-
toli delle parti.

73
SECONDA PARTE

SUGGERIMENTI DI INFORMATICA
PER LA STESURA DEL LAVORO
CAPITOLO QUINTO

IMPAGINAZIONE E FORMATTAZIONE
Di seguito si è pensato di riportare dei semplici riferimenti
riguardo l’utilizzo di alcune funzioni del computer, utili per la re-
dazione dell’elaborato. Il presente capitolo, infatti, non può e non
intende essere esaustivo; l’uso appropriato degli apparati informa-
tici esula dagli obiettivi di tale pubblicazione, in quanto richiede-
rebbe un corso specifico di informatica che s’intende già acquisito
da parte dello studente62.
Una semplice scelta metodologica per rendere più intuitive
le indicazioni riportate di seguito: i riferimenti ai tasti o alle funzioni
dell’apparato informatico sono riportati in grassetto.

5.1. Carattere e dimensione


Il carattere Times New Roman si trova nel menù Formato op-
pure si ottiene facendo un clic destro sulla pagina aperta, si va a Ca-
rattere > Tipo di carattere e quindi si opera la scelta.

62
Una ulteriore motivazione che non permette l’esaustività di tale trattazione, è do-
vuta alla differenza dei sistemi operativi che rimandano a differenti modalità
nell’applicazione delle medesime funzioni. Per tale motivo, abbiamo scelto di far
riferimento al programma di scrittura più diffuso, ossia Word per Windows e Mac,
prendendo come base la tastiera italiana. Le scorciatoie di tastiera di seguito esposte
valgono solo per Word per Windows.
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

La dimensione del corpo s’imposta andando a Carattere >


Dimensione e scegliendo la dimensione propria: 12 per il corpo
del testo, 11 per le citazioni, 10 per le note.
Per applicare il carattere e il formato del testo in modo più
pratico e più veloce, basterebbe impostare già all’inizio della reda-
zione lo stile Normale.

5.1.1. Formattazione dello stile “Normale”


Generalmente, la pagina del programma di scrittura (Word
per il nostro caso) predispone sulla barra degli strumenti, un elen-
co degli stili rapidi con i diversi formati che si possono utilizzare
per strutturare il testo:
• con un clic destro su Normale, viene visualizzato il Me-
nù contestuale;
• con un clic sinistro su Modifica, si apre una finestra che
presenta un menù iniziando con Aggiorna Normale in
base alla selezione e quindi Modifica;
• cliccando su Modifica si apre una nuova finestra Modi-
fica stile;
• si definisce la formattazione scegliendo il tipo di carat-
tere (font): Times New Roman;
• si passa poi al corpo del testo: 12.
Si consiglia di formattare, nella stessa finestra:
• la “lingua” principale della redazione;
• lo “spazio” prima e dopo il paragrafo;
• la “giustificazione”, ecc.

78
IMPAGINAZIONE E FORMATTAZIONE

Tutte queste funzioni si trovano nel menù Formato, a piè


del menù a tendina.

N.B.
Conviene sempre attivare la visualizzazione dei segni di para-
grafo e altri simboli di formattazione: ¶; si trovano sulla Home
o barra degli strumenti.
Si consiglia anche di attivare la Mappa del documento, recan-
dosi al menù Visualizza > Mappa documento.
Raccomandiamo anche l’attivazione delle funzioni: Vedova –
Orfano per controllare una riga isolata (Vedova) e mantenere
il paragrafo con il successivo (Orfano). Sono attivabili dal menù
Formato > Paragrafo > Distribuzione testo.

5.1.2. Nota a piè di pagina


Per inserire una nota a piè di pagina, si possono seguire
due vie:
• cliccare simultaneamente: CTRL + ALT + F;
• menù Inserisci > Riferimenti, e poi cliccare su Inserisci
nota a piè di pagina.

5.1.3. Maiuscoletto
Si faccia attenzione a non confondere la funzione Maiu-
scoletto (MAIUSCOLETTO) con la funzione Maiuscolo (MAIU-
SCOLO).
Dopo aver selezionato la parola, il maiuscoletto si ottiene
andando al menù Formato e scegliendo, di seguito, le funzioni Ca-

79
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

rattere > Tipo > Effetto; qui si sceglie la funzione Maiuscoletto


nella colonna di destra.

5.2. Divisione e lineari


Le divisioni sono dei segni di punteggiatura che svolgono
diverse funzioni nella stesura del lavoro. Nel nostro caso racco-
mandiamo l’uso di due divisioni (trattino breve e lungo) e la linea
orizzontale o trattino basso.

5.2.1. Il trattino breve


Il trattino breve ( - ) o trattino d’unione viene realizzato con
il segno - (meno) senza spazio. Sulla tastiera italiana si trova accan-
to al Tasto Maiuscolo (a destra) o si ottiene tramite i Tasti di scel-
ta rapida (keyboard shortcut) o scorciatoia con la combinazione
dei tasti ALT + 0173; oppure recarsi al menù dei Simboli che si
trova nella voce Inserisci > Simbolo > Altri simboli o Caratteri
speciali.

5.2.2. Il trattino lungo


Chiamato anche lineato breve o lineato quadratino o tratti-
no ( – ), si ottiene attraverso due vie:
• CTRL + - (in Tastiera numerica);
• Inserisci > Simbolo > Altri simboli > Caratteri
speciali.

5.2.3. Linea orizzontale e trattino basso


Nella bibliografia, per evitare la ripetizione del nome
dell’autore, si mette una linea orizzontale da 1,5 cm. Per realizzar-

80
IMPAGINAZIONE E FORMATTAZIONE

la è sufficiente ripetere per 6 volte e senza spazio il trattino basso o


underscore ottenuto con la combinazione: MAIUS + - (trattino
breve) x 6 volte = ______ o dal menù Inserisci > Simbolo.

5.3. Le virgolette e l’apostrofo


Abbiamo già illustrato sopra l’uso dei diversi tipi di virgolet-
te, ma occorre precisare in poche righe le varie modalità per tro-
varle e inserirle più facilmente.

5.3.1. Le virgolette “italiane”


Le virgolette italiane (o basse) ( « » ) si ottengono sia dal me-
nù Inserisci > Simbolo > Altri simboli oppure con la combina-
zione dei Tasti di scelta rapida seguenti:
• virgolette italiane aperte ( « ) : ALT + 174
• virgolette italiane chiuse ( » ) : ALT + 175

5.3.2. Le virgolette “inglesi”


Le virgolette inglesi (oppur dette “alte” o “doppie”), nella
tastiera italiana si trovano in corrispondenza del tasto 2. Si procede
nel seguente modo:
• virgolette inglesi aperte ( “ ): MAIUSC + 2 (in alto, non
nella tastiera numerica);
• virgolette inglesi chiuse ( ” ): MAIUSC + 2 (le virgolet-
te si chiudono solo se il cursore è posto al termine della
parola).

81
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

5.3.3. Le virgolette “semplici” e l’apostrofo


Sulla tastiera italiana, l’apostrofo ( ’ ) si trova nello stesso ta-
sto del “punto interrogativo” (?); oppure con la combinazione ALT
+ 39. Con lo stesso tasto e la medesima combinazione si possono
ottenere le virgolette “semplici”.

5.4. Altre funzioni


5.4.1. Correzione automatica o sostituzione
La funzione Correzione automatica serve a correggere er-
rori di battitura e di ortografia; facilita, inoltre, anche l’inserimento
automatico di alcune parole o simboli.
Due sono le modalità principali per attivarla:
• Inserisci > Simbolo > Altri simboli > Correzione au-
tomatica (si trova in basso nella finestra Simbolo);
• Strumenti > Opzioni correzione automatica > Cor-
rezione automatica.

5.4.2. Parentesi quadre


Nella tastiera italiana le parentesi quadre ( [ ] ) si trovano
accanto al tasto Invio, sulla destra.
Per aprire, basta premere simultaneamente i tasti ALT GR
+ il tasto della parentesi.
Si trovano anche nei Simboli: Inserisci > Simbolo > Altri
Simboli o si possono ottenere con le scorciatoie: ALT + 91 ( [ per
aprire) e ALT + 93 ( ] per chiudere).

82
IMPAGINAZIONE E FORMATTAZIONE

5.4.3. Testatine
Per capire meglio l’importanza e l’impostazione delle testa-
tine, occorre identificare l’intestazione ovvero il margine superiore
della pagina, dove si possono inserire i titoli correnti del documen-
to, della parte, del capitolo o della sezione.
Il titolo corrente riportato nell’intestazione delle pagine pari è
diverso da quello delle pagine dispari per l’intero documento o nelle
varie sezioni, se il lavoro viene strutturato in tal modo.
Per impostare questa differenza, il menù Visualizza > Inte-
stazione e piè di pagina dei sistemi operativi (Mac o Windows) offre
diversi strumenti in grado di facilitare una migliore disposizione del-
le testatine. Tra questi, ci sono, in linea di massima, le opzioni se-
guenti:
• Diversa per la prima pagina: serve per indicare se la
prima pagina deve essere la stessa per tutte le sezioni.
La sua attivazione permette di non riportare né la testa-
tina, né il numero di pagine nella prima pagina delle se-
zioni (parti, capitoli, ecc.) che iniziano a pagina dispari.
Per aggiungere una nuova sezione, inserire una inter-
ruzione di pagina dispari dal menù Inserisci o Layout di
pagina.
• Diversi per pagine pari e dispari: questa funzione
permette di differenziare il contenuto della Testatina
fra le pagine pari e dispari.
• Collega a precedente: quest’operazione aiuta a separa-
re o a collegare le testatine delle diverse sezioni. Per
esempio, si attiva se si desidera riportare la stessa testa-
tina della sezione precedente nella seguente, nella pagi-

83
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

na pari o dispari; si disattiva nel caso contrario propo-


nendo un nuovo titolo.

5.4.4. Indice generale


Si trova nel menù Riferimenti > Indici e Sommario.
Questa funzione permette di inserire automaticamente
l’indice del documento. Ma per fare ciò occorre definire in prece-
denza gli stili dei titoli utilizzati.

5.4.5. Indice onomastico


Descriviamo di seguito la procedura da seguire.
Si seleziona innanzitutto il nome da riportare nell’indice; di
seguito si sceglie dal menù Inserisci l’opzione Indici e sommario;
qui si sceglie la funzione Segna voce. Cliccando sulla voce Segna
tutto, il programma memorizza e inserisce, al termine dell’intero
processo, tutte le ricorrenze dove il nome compare.
In alcuni casi un nome potrebbe presentare più varianti,
spesso dovute al cambiamento della lingua. In tal caso, si aggiunga
nella finestra dedicata la cosiddetta Voce secondaria, che si trova
sotto la finestra Voce principale. Occorre definire con precisione
quella che si sceglie quale “voce principale”.
Al termine della selezione di tutti i nomi, si ottiene l’indice
onomastico entrando nel menù Inserisci e cliccando su OK
dall’opzione Indici e sommario.
Ricordiamo per quanto riguarda questo indice, di sceglie-
re il modello cosiddetto “semplice”, disponibile nella finestra
dedicata.

84
IMPAGINAZIONE E FORMATTAZIONE

5.4.6. Sillabazione
Per le lingue che lo permettono63, la sillabazione è una di-
sposizione automatica o manuale che permette di evitare troppi
spazi tra le parole.
La sillabazione si trova nel menù Strumenti, sotto la fun-
zione Lingua o Numeri di riga. Attivare le seguenti funzioni: Sil-
laba automaticamente documento + Sillaba parole maiuscole +
Righe consecutive sillabate (illimitate).

5.4.7. Spazio fisso


Lo spazio fisso consente di evitare la troncatura, a fine riga,
di elementi che devono rimanere uniti.
Lo spazio fisso si può ottenere attraverso due vie:
• Ctrl + MAIUSC + Barra spaziatrice;
• attraverso la finestra Simboli: Inserisci > Simbolo >
Altri Simboli > Caratteri speciali > Spazio unifica-
tore.

63
È facoltativa, dipende dalle regole grammaticali di ogni lingua. Non si appli-
ca, per esempio, nella lingua spagnola.

85
CAPITOLO SESTO

NORME
PER LA PRESENTAZIONE
DEL TEMA DELLA TESI
E PER LA PUBBLICAZIONE
DELLA TESI DI DOTTORATO

6.1. La presentazione del tema


Dopo la scelta del tema della tesi64, fatta insieme al proprio
Moderatore, e dopo aver definito bene gli ambiti e il metodo di la-
voro, è richiesta da parte dello studente una presentazione del suo
progetto da indirizzare al consiglio del relativo decano. La presen-
tazione dovrà essere redatta riprendendo, quale pagina iniziale, il
frontespizio previsto per le tesi65 e seguendo, nelle pagine successi-
ve66, lo schema seguente:
1. titolo della tesi67;
2. status quæstionis68;

64
Sia per la licenza che per il dottorato.
65
Cf. paragrafo 2.2. e All. I.
66
Si ricordi che si comincia sempre dalla pagina dispari.
67
Segue le norme previste per il titolo di un capitolo, cf. paragrafo 3.1.3. e
All. IV.
68
Cf. paragrafo 2.4.
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

3. presentazione del tema;


4. obiettivi della ricerca;
5. metodo;
6. limiti;
7. contributo alla ricerca scientifica69;
8. schema del lavoro;
9. bibliografia.
Tutte queste parti, che danno anche il titolo ad ogni para-
70
grafo , sono redatte seguendo le norme previste per il corpo del
testo.

6.2. Procedura da seguire dopo la difesa


Discussa la tesi, lo studente dovrà presentarsi al rispettivo
decano (della Facoltà di Filosofia, di Sacra Teologia o il Preside del
Pontificio Istituto Liturgico) che gli comunicherà le osservazioni e le
condizioni stabilite per la pubblicazione della tesi stessa, per intero o
in estratto.
Rivisto il testo secondo le indicazioni suggerite e preparato
per la stampa fronte-retro secondo quanto qui determinato, lo stu-
dente lo presenterà al Moderatore della tesi che, approvandolo,
apporrà la sua firma sul modulo (da ritagliare) riportato nella terza
pagina.
Sarà cura della Segreteria far apporre il nihil obstat del Ret-
tore e comunicare al candidato il numero progressivo della tesi. Lo
studente interessato provvederà, se necessario, al permesso di

69
Normalmente è riservato solo alle tesi dottorali, alle quali è richiesto un ef-
fettivo contributo alla ricerca scientifica.
70
Si seguano le norme previste per il titolo del paragrafo, cf. paragrafo 3.1.4.1.

88
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

pubblicazione del Superiore religioso e/o dell’Ordinario del luogo


dove si pubblica la tesi.

6.3. Per conseguire il titolo


Per conseguire il titolo si dovranno seguire tassativamente
queste norme:
a) il testo pubblicato dovrà risultare di almeno 50
pagine comprendenti il testo e le relative note (misura A4);
b) oltre il testo e le note, la pubblicazione dovrà con-
tenere: la Prefazione; la Bibliografia generale (anche se vie-
ne pubblicato solo l’estratto); l’Indice particolare
dell’estratto; nel caso si pubblichi l’estratto, anche l’Indice
generale dell’intera tesi;
c) quando la tesi è pubblicata in una rivista o collana,
dovrà essere indicato nella Prefazione, segnalando il titolo
del periodico/collana, il volume, l’anno e le pagine. Anche
in questo caso dovranno essere riportati: la Bibliografia ge-
nerale, l’Indice generale della tesi (va bene anche un forma-
to schematico, più compatto) e l’Indice dell’estratto;
d) la disposizione tipografica della copertina dovrà
essere uguale al frontespizio e dovrà seguire le norme indi-
cate più avanti;
e) si devono consegnare alla Segreteria: 35 esemplari
della tesi (per intero o in estratto) e la copia digitale su pen
drive (la copia verrà effettuata immediatamente e la pen dri-
ve restituita allo studente); la copia dovrà essere contenuta
in una cartella il cui nome riporti le seguenti informazioni:
pubblicazione-cognome-nome-matricola.

89
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

La dissertazione dottorale può essere anche pubblicata se-


condo il sistema tipografico offset, osservando però le disposizioni
che seguono:
a) il testo pubblicato dovrà risultare di almeno 50
pagine comprendenti il testo e le relative note;
b) deve essere stampata con cura e con caratteri
normali;
c) deve essere rilegata o “in brossura” come un libro;
d) il frontespizio esterno ed interno dovrà essere
stampato normalmente con caratteri tipografici.
Il formato della pubblicazione in estratto dovrà essere di
cm. 24 x 17. Lo stesso formato è consigliato, per quanto possibile,
per la pubblicazione fatta per intero.

90
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

6.4. Disposizione tipografica

6.4.1. Copertina e frontespizio

cm. 17

PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE

NOME DELL’ISTITUZIONE O DELLA FACOLTÀ (in Latino)

Thesis ad Lauream n.___

Nome e COGNOME
cm. 24

Titolo e sottotitolo

Dissertatio (o Excerptum ex Dissertatione)


ad Doctoratum Philosophiae assequendum
in Pontificio Athenaeo S. Anselmi*

Luogo e anno di edizione

91
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

6.4.2. Approvazioni sul retro del frontespizio

Vidimus et approbamus ad normam


Statutorum Pontificii Athenaei S. Anselmi

Moderator: Iniziale e cognome del Moderatore


Censor: Iniziale e cognome del 1° censore;
Censor: Iniziale e cognome del 2° censore.

Romae, die …
NIHIL OBSTAT
Nome e cognome
Rector Magnificus
Pontificii Athenaei S. Anselmi
Romae, die …

92
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

* Da sostituire secondo i gradi seguenti:

Dissertatio (o Excerptum ex Dissertatione)


ad Doctoratum Philosophiae assequendum
in Pontificio Athenaeo S. Anselmi

Dissertatio (o Excerptum ex Dissertatione)


ad Doctoratum Sacrae Theologiae assequendum
in Pontificio Athenaeo S. Anselmi

Dissertatio (o Excerptum ex Dissertatione)


ad Doctoratum Sacrae Liturgiae assequendum
in Pontificio Instituto Liturgico

93
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Esempio:
PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE

FACULTAS PHILOSOPHIAE

Thesis ad Lauream n. 43

Mario ROSSI

L’apertura infinita al bene


nel dinamismo etico-estetico dell’azione.
Hannah Arendt tra Agostino e Paul Ricoeur

Excerptum ex Dissertatio ad Doctoratum Philosophiae


assequendum in Pontificio Athenaeo S. Anselmi

Romae 2012

94
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

[Sul retro del frontespizio:]

Vidimus et approbamus ad normam


Statutorum Pontificii Athenaei S. Anselmi

Moderator: E. Salmann
Censor: A. Grillo
Censor: Ph. Nouzille
Romae, die 7 Iunii 2012
NIHIL OBSTAT
Juan Javier Flores Arcas
Rector Magnificus
Pontificii Athenaei S. Anselmi
Romae, die 11 Iunii 2012
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Richiesta per l’approvazione del Moderatore e per ottenere il Nullaosta

Approvo per la pubblicazione [ ] in intero [ ] in estratto


la tesi di Laurea di
___________________________________

Roma, ______________

Firma del Moderatore

Da consegnare in Segreteria generale

95
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Esempio:
PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE

FACULTAS SACRAE THEOLOGIAE

Thesis ad Lauream n. 230

Guillermo Ramón CHACÍN CHIRIVELLA

Del misterio al ministerio. Estudio Teológico-Sacramentario


del Decreto Presbyterorum Ordinis y la “necesidad de la santidad”
para la fecundidad de quien ha recibido
el carácter sacerdotal

Excerptum ex Dissertatio ad Doctoratum Sacrae Theologiae


assequendum in Pontificio Athenaeo S. Anselmi

Romae 2012

96
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

[Sul retro del frontespizio:]

Vidimus et approbamus ad normam


Statutorum Pontificii Athenaei S. Anselmi

Moderator: M. Nin
Censor: A. Grillo
Censor: J. Puglisi

Romae, die 6 Iunii 2012

NIHIL OBSTAT

Juan Javier Flores Arcas


Rector Magnificus
Pontificii Athenaei S. Anselmi
Romae, die 7 Iunii 2012
------------------------------------------------------------------------------------------------
Richiesta per l'approvazione del Moderatore e per ottenere il Nullaosta
Approvo per la pubblicazione [ ] in intero [ ] in estratto
la tesi di Laurea di
___________________________________

Roma, ______________

Firma del Moderatore

Da consegnare in Segreteria generale

97
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Esempio:
PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE

PONTIFICIUM INSTITUTUM LITURGICUM

Thesis ad Lauream n. 321

Aloysius LENTANI

Toward an Understanding of “Christian”


in the Diatesseron of Cleopater of Ethiopia

Dissertatio ad Doctoratum Sacrae Liturgiae


assequendum in Pontificio Instituto Liturgico

Romae 2000

98
NORME PER LA PRESENTAZIONE E LA PUBBLICAZIONE

[Sul retro del frontespizio:]

Vidimus et approbamus ad normam


Statutorum Pontificii Instituti Liturgici

Moderator: M. Augé
Censor: A.M. Triacca
Censor: R. De Zan

Romae, die 15 Maii 2000

NIHIL OBSTAT

Juan Javier Flores Arcas


Rector Magnificus
Pontificii Athenaei S. Anselmi
Romae, die 24 Maii 2000
------------------------------------------------------------------------------------------------
Richiesta per l'approvazione del Moderatore e per ottenere il Nullaosta
Approvo per la pubblicazione [ ] in intero [ ] in estratto
la tesi di Laurea di
___________________________________

Roma, ______________

Firma del Moderatore

Da consegnare in Segreteria generale

99
TAVOLE
TAVOLA 0
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

TAVOLA I

104
TAVOLE

TAVOLA II

105
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

TAVOLA III

106
TAVOLE

TAVOLA IV

107
APPENDICE
ALLEGATO 0

PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE


Nome dell’Istituto o della Facoltà

Titolo del corso (numero di Sigla)

Nome dell’elaborato

Data di consegna = GG-MM-Anno

Studente: Nome COGNOME

Numero matricola

Docente: Nome COGNOME


NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

ALLEGATO I

PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE


FACULTAS PHILOSOPHIAE

TITOLO DELLA TESI


SOTTOTITOLO

Nome COGNOME studente


Numero matricola

Thesis ad Licentiam
in Philosophia *

MODERATOR
Nome COGNOME

Romae 20xx

112
APPENDICE

* Da sostituire secondo i gradi seguenti:

Thesis ad Baccalaureatum
in Philosophia

oppure

Thesis ad Doctoratum
in Philosophia

113
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

SIGLE

AAS Acta Apostolicæ Sedis. Commentarium officiale. Roma 1, 1909-26


(= 2. Ser. 1) 1934-51 (= 3. Ser. 1) 1959-61 (= 3. 11) 1969-1970-.

ASS Acta Sanctae Sedis, Roma 1-41, 1865-1908.

BEL.S Bibliotheca “Ephemerides Liturgicæ”. “Subsidia”, CLV-Edizioni


Liturgiche, Roma 1975-.

CCSL Corpus Christianorum. Series latina, Brepols, Turnholti 1953-.

DACL Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, edd. F. Cabrol-


H. Leclercq, Letouzey et Ané, Paris 1907-1953.

EO Ecclesia orans. Periodica di Scientiis Liturgicis cura Facultatis Sa-


crae Liturgiae in Pontificio Athenaeo Anselmiano de Urbe, 1984-.

GeV Liber Sacramentorum Romanæ Æclesiæ ordinis anni circuli (Cod.


Vat. Reg. Lat. 316/Paris Bibl. Nat. 719. 1/56) Sacramentarium Ge-
lasianum (RED Series Maior. Fontes IV), edd. L.C. Mohlberg-
L. Eizenhöfer-P. Siffrin, Herder, Roma 31981.

LG SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II,


«Constitutio dogmatica de Ecclesia Lumen gentium (21 no-
vembris 1964)», AAS 57 (1965) 5-67.

MP Motu proprio.

MR (2008) Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Va-


ticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum Ioannis
Pauli PP. II cura recognitum, Editio typica tertia, Typis Poliglot-
tis Vaticanis, Città del Vaticano 2008.

OR Les Ordines Romani du haut Moyen Age, 1-5, ed. M. Andrieu,


Spicilegium Sacrum Lovaniense, Leuven 1931-1961.

114
APPENDICE

PG Patrologiae cursus completus, Series Graeca, 161 voll., ed. J.-P.


Migne, Migne, Parisiis 1857-1866.

PL Patrologiae cursus completus, Series Latina, 218 voll., et 4 voll.


(Table de matières), ed. J.-P. Migne, Migne, Parisiis 1841-1855;
1862-1865.

RB Benedicti Regula, ed. R. Hanslik (CSEL 75), Östereichische


Akademie der Wissenschaften, Vindobonae 1960.

RED Rerum Ecclesiasticarum Documenta. Series Maior. Fontes,


Herder, Roma 1955.

RL Rivista liturgica, Praglia-Finalpia 1914-.

RT Revue Thomiste, Paris 1893-.

SC SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II,


«Constitutio de Sacra Liturgia Sacrosanctum concilium (4
decembris 1963)», AAS 56 (1964) 97-134.

SCh Sources Chrétiennes, Cerf, Paris 1941-.

115
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

ABBREVIAZIONI

Cf. Confronta.

ed./edd. Editore (i).

Ibid. Ibidem.

ID. Idem.

EAD. Eadem.

IID. Iidem.

n./nn. Numero (i).

Sal. Salmo.

q. quæstio.

resp. responsio.

vol./voll. Volume (i).

116
APPENDICE

ALLEGATO III

INTRODUZIONE GENERALE

Tra le diverse iniziative che hanno caratterizzato


quest’importante “anno liturgico” (passatemi l’ardita “licenza li-
turgica”…), anche la nostra rivista ha voluto rendere omaggio
all’anniversario della promulgazione della Sacrosanctum concilium
raccogliendo, nel presente fascicolo, alcuni contributi che proven-
gono dalla riflessione e ricerca di due aree del mondo accademico
teologico (che hanno caratterizzato quest’anno appunto) e che
trovano nei contributi degli studiosi E. Mazza, I. Scicolone e M. Di
Benedetto, per l’area italiana, e di J. Driscoll, W. Gregory e K. Ir-
win per quella americana (anglofona), un approfondimento, a cin-
quant’anni di distanza, dei principi che hanno ispirato e fondato la
Costituzione liturgica, offrendo uno status quaestionis nonché pre-
ziosi imput per lo sviluppo del futuro lavoro di ricerca. Anche il re-
sto dei contributi s’inseriscono rispettando sempre il carattere pro-
prio della rivista, ossia quello della ricerca scientifica che attinge ad
fontes.
Alcune novità che troverete in questo fascicolo. Innanzitut-
to la presenza, alla fine di ogni articolo, di un abstract, nella lingua
del contributo, e in inglese, di modo da rendere immediatamente

117
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

intuibile, a chi si accosta alla sua lettura, il lavoro di ricerca


dell’autore e il contenuto della sua proposta.
Con il Consiglio di redazione del 4 marzo, si è deciso inol-
tre di pubblicare la rivista non più con un’uscita quadrimestrale ma
semestrale. Ciò porterà alla pubblicazione di due fascicoli annuali,
ma non alla diminuzione del numero delle pagine della rivista
(previsto negli Statuta in 360 per anno), che anzi andranno ad au-
mentare in maniera importante come si può evincere dal primo
fascicolo del 2013, che da solo conta 294 pagine.

118
APPENDICE

ALLEGATO IV

CAPITOLO PRIMO

TITOLO DEL PRIMO CAPITOLO


DELLA TESI

The paper divides into four main parts. The first reviews
the studies on Roman Easter Vespers before and after the liturgical
reforms of Vatican II. The second delves into the historical devel-
opment of the liturgical usage, while the third articulates the theo-
logical and celebrative content of the baptismal Vespers. The
fourth assesses the challenges and opportunities for the recovery
of the Easter Vespers. The conclusion recapitulates the main mo-
ments of the essay.

1.1. Hermeneutics of Vatican II


The post-Vatican II liturgical scholarship carried forward
the interest in Easter Vespers. S.J.P. van Dijk, for example, pub-
lished an almost book-length article on the subject. One of the
preoccupations of the author appears to be a refutation of Amalar-
ius’ claim that the Easter Vespers at Rome were led by the apostoli-
cus (the pope). He affirms that Amalar has, so far, succeeded in

119
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

dispelling all doubt among modern scholars: they have trusted him
implicitly and presented these Vespers as typically papal.

1.1.1. The Hermeneutical Questions


First is the context of organization in which we find a con-
vergence in understanding of the structure of the Churches but
because of other issues, the same structure becomes a point of di-
vergence. He studies this question in the very challenging chapter
“Episcopacy, Focus of Unity or Cause of Division?”. Or again the
hermeneutical questions that ecumenical theology must deal with
to create understanding and to minimize misunderstanding are
seen at the heart of the method of revitalizing the passion for uni-
ty.

1.1.1.1. A “Reception”

This dynamic is treated in his chapter on “The Hermeneu-


tic of Unity”. His method here is that of a new in- tuition for the
ecumenical movement in what is now being called “receptive
ecumenism”. In other words the lens of “reception” opens to an
empathetic understanding and the exercise of profound discern-
ment. This discernment concerns not only what we have
“learned” from the ecumenical agreements but most especially
what “each has received” from these experiences and can be con-
cretely witnessed to in the other tradition. These results are pas-
sionately explored in his chapter “Towards a Deeper Reception of
‘Reception’”.

120
APPENDICE

a. Liturgy as Proclamation of the Resurrection of Christ

Christian celebration is a proclamation of the death and


resurrection of Christ. This truth is captured by the antiphon Cito
euntes dicite discipulis eius et Petro quia surrexit dominus sung ad sanc-
tum Andream, after the visit to the baptismal font. On the one
hand, those participating in the liturgy are like the disciples of Je-
sus to whom the good news of the resurrection of Christ is an-
nounced; in the liturgical celebration, the mysteries of redemption
are proclaimed.

b. Easter Vespers

The studies following the publication of this Instruction


comment on the Instruction’s encouragement and seek to provide
practical models for the restoration of the celebration of the Easter
Vespers with a procession to the baptismal font.

121
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

ALLEGATO V

PRIMA PARTE

TITOLO DELLA PRIMA PARTE


DELLA TESI DI DOTTORATO

122
APPENDICE

ALLEGATO VI

BIBLIOGRAFIA

1. Fonti
1.1. Bibliche
Biblia Hebraica Stuttgartensia, edd. K. Elliger-W. Rudolph, Württember-
gische Bibelanstalt, Stuttgart 1967-1977.

Nova vulgata Bibliorum sacrorum editio. Sacrosancti Oecumenici Concilii Va-


ticani II ratione habita iussu Pauli PP. VI recognita, auctoritate
Ioannis Pauli PP. II promulgata, Editio typica altera, LEV, Città
del Vaticano 1986.

1.1.1. Antico Testamento

Biblia sacra. Iuxta vulgatam versionem, vol. 1, ed. R. Weber, Deutsche


Bibelgesellschaft, Stuttgart 1969.

1.1.2. Nuovo Testamento

The Greek New Testament, edd. B. Matthew-K. Aland-J. Karavidopoulos et


al., Hendrickson Publishers, Stuttgart 41993.

123
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

1.2. Patristiche e autori cristiani


1.2.1. Patristiche

AMBROSIUS MEDIOLANENSIS, Expositio psalmi CXVIII, edd. M. Petschenig-


M. Zelzer (CSEL 62), Verlag der Österreichischen Akademie
der Wissenschaften, Vindobonae 21999.

EUSEBIUS CÆSARIENSIS, Commentaria in psalmos, ed. J.-P. Migne (PG


23/5), Migne, Parisiis 1857.

1.2.2. Autori cristiani

MARTINUS LUTERUS, «De captivitate Babylonica ecclesiae praeludium


1520», in D. Martin Luthers Werke. Kritische Gesamtausgabe, ed.
H. Böhlaus (Luthers Werke 6), Metzler Verlag, Weimer 1888,
484-573.

PETRUS DAMIANI, «Sermo LXIX: De dedicatione ecclesiae», in Opera Omnia,


ed. J.-P. Migne (PL 144), Migne, Paris 1867, 898-904.

1.2.3. Medievali

HRABANUS MAURUS, De institutione clericorum libri tres, ed. D. Zimpel


(Freiburger Beiträge zur mittelalterlichen Geschichte 7), Peter
Lang, Frankfurt am Main 1996.

PETRUS LOMBARDUS, Magistri Petri Lombardi Parisiensis Episcopi Senten-


tiae in IV libris distinctae, 2 voll., Collegii S. Bonaventurae
ad Claras Aquas, Grottaferrata 31971-31981.

THOMAE AQUINATIS, Opera omnia iussu impensaque Leonis XIII P.M. edita,
16 voll., Typis Riccardi Garroni, Romae 1892-1948.

______, Scriptum super Sententiis Magistri Petri Lombardi, vol. 4, ed. M.F.
Moos, P. Lethielleux, Parisiis 1947.

124
APPENDICE

1.3. Liturgiche
1.3.1. Primo millennio

ETERIA, Itinerarium, ed. P. Maraval (SCh 296), Cerf, Paris 1982.

Missale gothicum, ed. E. Rose (CCSL 159 D), Brepols, Turnholti 2005.

Sacramentarium veronense, ed. L.C. Mohlberg (RED, Series Maior, Fontes


l), Herder, Roma 31978.

1.3.2. Riforma del Concilio Vaticano II

Pontificale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II


instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ordo Confir-
mationis, Editio typica, Typis polyglottis Vaticanis, Città del
Vaticano 1973.

Rituale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II in-


stauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ordo Baptismi
Parvulorum, Editio typica, Typis polyglottis Vaticanis, Città del
Vaticano 1969.

Rituale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II in-


stauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ordo Initiationis
Christianae Adultorum, Reimpressio emendata, Typis polyglot-
tis Vaticanis, Città del Vaticano 1974.

1.4. Magisteriali
1.4.1. Documenti conciliari

SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II, «Constitutio


de Sacra Liturgia Sacrosanctum concilium (4 decembris 1963)»,
AAS 56 (1964) 97-138.

125
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

SACROSANCTUM CONCILIUM OECUMENICUM VATICANUM II, «Constitutio


Dogmatica de Ecclesia Lumen gentium (21 novembris 1964)»,
AAS 57 (1965) 5-67.

1.4.2. Documenti delle conferenze episcopali

CEI – COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA LITURGIA, «Nota pastorale La pro-


gettazione di nuove chiese (18 febbraio 1993)», in Enchiridion CEI,
vol. 5, Dehoniane, Bologna 1996, 615-659.

CEI, «Documento pastorale Comunione, comunità e disciplina ecclesiale (01


gennaio 1989)», in Enchiridion CEI, vol. 4, Dehoniane, Bologna
1991, 716-761.

CEI, «Documento pastorale Evangelizzazione e ministeri (15 agosto


1977)», in Enchiridion CEI, vol. 2, Dehoniane, Bologna 1986,
996-1035.

2. Studi
BARBA M., «Il ritorno dell’anima nell’eucologia delle Missae defunctorum»,
EO 20 (2003) 209-233.

CHENU M.D., «Anthropologie de la liturgie», in La liturgie après Vatican


II. Bilans, études, prospective (Unam Sanctam 66), Cerf, Paris
1967, 159-177.

CLAIRE J., «L’hymne “Gloria in excelsis” dans l’Écriture, l’histoire, la théo-


logie, les liturgies et leur musique», in L’hymnographie. Confé-
rences Saint-Serge, XLVIe semaine d’études liturgiques, Paris, 29
Juin-2 Juillet 1999 (BEL.S 105), CLV-Edizioni Liturgiche, Roma
2000, 161-170.

CONGAR Y.M., The Word and the Spirit, Harper, London 1986.

DAVRIL A., «Réforme de l’office divin et tradition», LMD 173 (1988) 101-
121.

126
APPENDICE

GUARDINI R., Lo spirito della liturgia. I santi segni, Morcelliana, Brescia


7
1996.

ISNARD C.J.C., «Le Consilium», in Mens concordet voci: pour Mgr A.G. Mar-
timort à l’occasion de ses 40 années d’enseignement et des 20 ans de
la Constitution Sacrosanctum concilium, ed. J. Dutheil-C. Da-
gens, Desclée, Paris 1983, 404-410.

MURONI P.A., «La Liturgia delle Ore: Opus Dei-Locus Dei-Opus Ecclesiae»,
RL 98 (2011) 285-294.

______, «La Liturgia delle Ore: prospettive future», EO 26 (2009) 163-


188.

______, «Pregare nel tempo e col tempo. Le Ore dell’Ufficio divino e la


trasmissione della fede», RPL 294 (2012) 34-41.

PINSK J., «Die Missa sicca», JFL 4 (1924) 90-118.

TAFT R.J., «St. John Chrysostom and the Byzantine Anaphora that Bears
his Name», in Essays in Early Eastern Eucharistic Prayers, ed.
P.F. Bradshaw (A Pueblo Book), Liturgical Press, Collegeville
(MN) 1997, 195-226.

3. Strumenti
Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, 29 voll., edd. F. Cabrol-
H. Leclercq, Letouzey et Ané, Paris 1907-1953.

Dictionnaire Encyclopédique de la Liturgie, 2 voll., edd. D. Sartore-A.M.


Triacca, Brepols, Turnhout 1992-2002.

Enchiridion documentorum instaurationis liturgicae, 29 voll., ed. R. Kaczyn-


ski, Marietti-CLV-Edizioni liturgiche, Torino-Roma 1976-
1993.

127
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et mo-


rum. Edizione bilingue sulla 40a edizione, ed. H. Denzinger-P.
Hünermann, Dehoniane, Bologna 42009.

Liturgia, ed. D. Sartore-A.M. Triacca-C. Cibien, San Paolo, Cinisello Bal-


samo 2001.

4. Riferimenti on-line
CONSEIL PONTIFICAL POUR LES COMMUNICATIONS SOCIALES, «L’Église et
Internet (28 février 2002)», http://www.vatican.va/
roman_curia/documents/church-internet, [accesso: 05-09-
2015].

DEPEDER G., «Incontrarsi alla fine. Tempo ed eternità», Credere oggi 206
(2015) http://www.credereoggi.it/upload/2015/articolo206
_71.asp, [accesso: 11-11-2015].

Esperienza e spiritualità. Miscellanea in onore del R.P. Charles André Bernard,


S.J. (epub), ed. H. Alphonso, Pontificia Università Gregoriana,
Roma 1995.

GIACCARDI C., «Attraversare le porte per abitare con fede il digitale», Av-
venire (02-10-2012) http://www.avvenire.it/Commenti
/Pagine/Attraversare%20le%20porte%20per%20abitare%20c
on%20fede%20il%20digitale.aspx, [accesso: 11-09-2015].

128
APPENDICE

ALLEGATO VII

TAVOLE

129
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

ALLEGATO VIII

APPENDICE

130
APPENDICE

ALLEGATO IX

Il Credo dell’edizione vaticana71.

71
A. MOCQUEREAU, Monographies Grégoriennes. Simples notes théoriques et pra-
tiques sur l’Edition Vaticane: Le Chant “authentique” du Credo, Desclée, Paris
1922, 6-8.

131
INDICE TEMATICO

allineamento, 21, 71 corpo del testo, 19, 21, 26, 27, 30,
anno di pubblicazione, 17, 39, 45 31, 33, 78
apostrofo, 28, 82 Correzione automatica, 82
Appendice, 9, 11, 12, 68 curatori, 36, 38, 41
Apple, 72 curatore, 39
autore, 27, 34, 35, 36, 40, 48, 49, didascalia, 62, 66, 68
54, 57, 70, 71, 80, 118 difesa della tesi, 88
bibliografia, 9, 11, 12, 23, 36, 61, dimensione, 26, 78
69, 70, 71, 80, 88 disegno, 17, 64, 65, 67
capitoli divisioni, 59, 70, 80
capitolo, 5, 9, 10, 12, 22, 31, 61, dizionario, 41
83 dottorato, 1, 5, 20, 22, 87
carattere, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 21, enciclopedia, 41
26, 29, 33, 40, 77, 78, 117 epub, 59, 128
casa editrice, 13, 34, 39, 42, 43 estratto, 88, 89, 90, 95, 97, 99
CD-rom, 59 figure, 63
citazione, 21, 27, 29, 30, 31, 34, 40, fonti, 51, 69, 70
42, 45, 46, 51, 53, 54, 57, 71 autori cristiani, 70, 124
citazioni successive, 49, 50, 51, 52, bibliche, 50, 70, 123
53, 55, 56, 57, 58, 59 liturgiche, 41, 48, 52, 56, 70,
città, 17, 32, 34, 39, 43, 44 114, 125, 126
cognome, 14, 15, 16, 17, 27, 35, 41, magisteriali, 70, 125
49, 71, 72 medievali, 51, 70
collana, 34, 37, 38, 39, 41, 42, 51 patristiche, 51, 70
Conclusione generale, 9, 11, 12, 23, Formato, 77, 79
61 formattazione, 21, 78, 79
contributo alla ricerca scientifica, foto, 17, 62, 64, 65, 67
20, 88 frontespizio, 9, 13, 14, 16, 17, 35,
copia digitale, 89 36, 43
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

grado di suddivisione, 26 nomi composti, 35


grafici, 64 nota a piè di pagina, 27, 30, 33, 34,
Ibid. 41, 45, 46, 47, 49, 79
Ibidem, 48, 116 numerazione, 22, 23, 24, 25, 26, 34,
ID. 45
IID. numerazione alfabetica, 26
EAD., 48, 116 numero della pagina, 12, 32, 45, 47,
illustrazioni, 63, 64, 66 57, 59, 73
immagine obiettivi della ricerca, 88
immagini, 17, 67 on-line, 57, 59, 69
Indice generale, 9, 61, 72, 73 ordine alfabetico, 18, 26, 36, 47, 71,
indice onomastico, 9, 61, 72, 73, 84 72
Indici, 23, 84 ordine tipografico, 67
iniziale del nome, 27, 35, 41, 49, 72 Orfano, 79
interlinea, 14, 15, 16, 17, 21, 22, 25, Pagina di copertina, 9
29, 71, 72 pagina dispari, 12, 13, 23, 62, 68,
internet, 53, 57, 58, 59, 128 83, 87
Introduzione, 9, 11, 12, 13, 23 pagina iniziale, 71, 87
Introduzione generale, 9, 11, 12, pagina pari, 11, 12, 13, 23, 84
19, 23 paragrafo, 21, 24, 25, 29, 46, 57,
licenza, 1, 5, 15, 87, 117 78, 79
limiti, 20, 88 parentesi, 14, 31, 33, 37, 39, 41, 54,
linea orizzontale, 71, 80 59, 82
lineato breve, 80 parentesi quadre, 58
lingua, 18, 21, 26, 27, 30, 36, 40, parti
41, 43, 58, 72, 78, 84, 85, 117 parte, 5, 9, 10, 11, 12, 13, 16, 17,
lingue bibliche 21, 22, 26, 71, 73, 83
lingue classiche, 30 pdf, 59
luogo di edizione, 43 Prefazione, 11, 12, 13, 23
maiuscoletto, 11, 14, 16, 17, 23, 24, presentazione del tema, 20, 87, 88
27, 35, 49, 62, 68, 71, 79 pubblicazione, 5, 6, 13, 21, 32, 34,
maiuscolo, 15, 16, 17, 18, 23, 24, 40, 42, 44, 47, 71, 77, 87, 88, 89,
27, 36 90, 95, 97, 99, 118
metodo, 5, 19, 20, 87, 88 recensione, 40
Moderatore della tesi, 88 rientro della prima riga, 21, 26, 29
monografia, 37 rivista, 38, 40, 53, 57, 117, 118
nihil obstat, 88 schema del lavoro, 88
nome, 13, 14, 15, 16, 17, 35, 36, 39, segni di punteggiatura, 80
41, 42, 44, 51, 52, 71, 72, 80, 84

134
INDICE TEMATICO

Sigle e Abbreviazioni, 9, 11, 12, 13, titoli, 11, 14, 16, 21, 26, 33, 35, 36,
18, 19, 23 70, 71, 73, 83, 84
sillabazione, 22, 85 titolo del capitolo, 12, 25
Sotto-paragrafo, 24 titolo del paragrafo, 25
spaziatura, 14, 15, 16, 17, 21, 29, titolo del sotto-paragrafo, 25
33, 63, 68, 70, 71 titolo della tesi, 11, 12, 16, 87
spazio fisso, 26, 85 trattino, 31, 32, 35, 36, 40, 41, 43,
stampa fronte-retro, 88 44, 45, 71, 80, 81
status quaestionis, 19, 61, 117 trattino basso, 71, 80, 81
stile, 78 trattino breve, 31, 32, 35, 36, 40,
suddivisione, 10, 22, 26, 70 41, 43, 44, 45, 80, 81
tabelle trattino lungo, 33
tabella, 62, 64, 65, 66 Vedova, 79
tabulazione, 29 virgola, 26, 31, 32, 35, 37, 38, 39,
tavola verticale, 67 41, 43, 44, 47, 49, 57, 64, 69
Tavole virgolette, 27, 28, 29, 30, 33, 38, 39,
tavola, 61, 62, 63, 66, 101 81
terzo grado di suddivisione, 26 virgolette inglesi, 28, 81
tesi, 1, 5, 10, 13, 15, 17, 19, 61, 62, virgolette italiane, 27, 38, 39, 81
64, 65, 66, 67, 87, 88, 89, 95, 97, volume, 18, 37, 39, 41, 42, 44, 49,
99 58
testatine Windows, 72, 83
testatina, 11, 83 Word, 55, 72, 78
testi classici di filosofia, 48
INDICE GENERALE

Introduzione ....................................................................................................................... 5

Prima Parte
Impostazione del lavoro
Capitolo Primo
Progettazione dell’elaborato ..........................................................................9
1.1. Struttura del lavoro ................................................................................................ 9
1.2. Impostazione del foglio di lavoro ................................................................... 10
1.2.1. Testatine ....................................................................................................11
1.2.1.1. Pagina pari .................................................................................................... 11
1.2.1.2. Pagina dispari .............................................................................................. 12
1.3. Numeri di pagine ................................................................................................... 12
Capitolo Secondo
Le prime pagine ................................................................................................ 13
2.1. Frontespizio di un elaborato scritto ............................................................. 13
2.2. Pagina di copertina e frontespizio di una tesi ..........................................15
2.3. Pagina di Sigle e Abbreviazioni....................................................................... 18
2.4. Introduzione generale ......................................................................................... 19
Capitolo Terzo
Stesura del lavoro ............................................................................................ 21
3.1. Titoli .............................................................................................................................22
3.1.1. Sigle e Abbreviazioni, (Prefazione), Introduzione generale,
Conclusione generale, Bibliografia, Indici ...............................................23
3.1.2. Parte ............................................................................................................23
3.1.3. Capitolo ......................................................................................................24
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

3.1.4. All’interno del capitolo ........................................................................ 24


3.1.4.1. Paragrafo........................................................................................................ 25
3.1.4.2. Sotto-paragrafo ........................................................................................... 25
3.2. Corpo del testo........................................................................................................ 26
3.2.1. Citazioni dirette ..................................................................................... 27
3.2.1.1. Citazioni brevi.............................................................................................. 27
3.2.1.2. Citazioni lunghe .......................................................................................... 29
3.2.1.3. Citazioni bibliche ........................................................................................ 31
3.2.2. Trattini ....................................................................................................... 32
3.3. Note a piè di pagina ............................................................................................. 33
3.3.1. Elementi propri di una nota a piè di pagina ............................... 34
3.3.1.1. Autore/i .......................................................................................................... 35
3.3.1.2. Titolo................................................................................................................ 36
a) Titolo di una monografia............................................................................. 37
b) Titolo di una monografia pubblicata in una collana ....................... 37
c) Titolo di un articolo pubblicato in una rivista ................................... 38
d) Titolo di un contributo pubblicato in un dizionario
o miscellanea ......................................................................................................... 39
e) Titolo di un articolo pubblicato in un giornale.................................. 40
f) Titolo di una recensione ............................................................................... 40
3.3.1.3. Editore/i ......................................................................................................... 41
3.3.1.4. Volume/i ........................................................................................................ 41
3.3.1.5. Casa editrice ................................................................................................. 42
3.3.1.6. Luogo di edizione ....................................................................................... 43
3.3.1.7. Anno di pubblicazione ............................................................................. 44
3.3.1.8. Pagine .............................................................................................................. 45
3.3.2. Stesura di una nota a piè di pagina. Esempi ............................... 49
3.3.2.1. Fonti ................................................................................................................. 50
a) Bibliche ............................................................................................................... 50
b) Patristiche e medievali ................................................................................ 51
c) Liturgiche ........................................................................................................... 52
d) Magisteriali ....................................................................................................... 53
3.3.2.2. Libri .................................................................................................................. 55
3.3.2.3. Articoli in un dizionario .......................................................................... 55
3.3.2.4. Articoli in una collezione di studi ....................................................... 56
3.3.2.5. Articoli in una rivista ................................................................................ 56

138
INDICE GENERALE

3.3.2.6. Enchiridia....................................................................................................... 57
3.3.2.7. Riferimento alla fonte on-line ............................................................... 57
3.3.2.8. Libri digitalizzati, elettronici e CD-rom ............................................ 59

Capitolo Quarto
Le ultime pagine ............................................................................................... 61
4.1. Conclusione generale ........................................................................................... 61
4.2. Tavole ..........................................................................................................................62
4.3. Appendice ..................................................................................................................68
4.4. Bibliografia ...............................................................................................................69
4.5. Indici ............................................................................................................................72
4.5.1. Indice onomastico..................................................................................72
4.5.2. Altri indici .................................................................................................73
4.6. Indice generale (“Sommario”) ......................................................................... 73

Seconda Parte
Suggerimenti di informatica per la stesura del lavoro
Capitolo Quinto
Impaginazione e formattazione .................................................................. 77
5.1. Carattere e dimensione ....................................................................................... 77
5.1.1. Formattazione dello stile “Normale” .............................................78
5.1.2. Nota a piè di pagina...............................................................................79
5.1.3. Maiuscoletto .............................................................................................79
5.2. Divisione e lineari .................................................................................................. 80
5.2.1. Il trattino breve.......................................................................................80
5.2.2. Il trattino lungo .......................................................................................80
5.2.3. Linea orizzontale e trattino basso...................................................80
5.3. Le virgolette e l’apostrofo .................................................................................. 81
5.3.1. Le virgolette “italiane” .........................................................................81
5.3.2. Le virgolette “inglesi” ...........................................................................81
5.3.3. Le virgolette “semplici” e l’apostrofo.............................................82
NORME METODOLOGICHE - PONTIFICIO ATENEO S. ANSELMO

5.4. Altre funzioni .......................................................................................................... 82


5.4.1. Correzione automatica o sostituzione .......................................... 82
5.4.2. Parentesi quadre ................................................................................... 82
5.4.3. Testatine ................................................................................................... 83
5.4.4. Indice generale ....................................................................................... 84
5.4.5. Indice onomastico ................................................................................. 84
5.4.6. Sillabazione .............................................................................................. 85
5.4.7. Spazio fisso............................................................................................... 85
Capitolo Sesto
Norme per la presentazione del tema della tesi
e per la pubblicazione della tesi di dottorato ........................................ 87
6.1. La presentazione del tema .................................................................... 87
6.2. Procedura da seguire dopo la difesa ................................................. 88
6.3. Per conseguire il titolo ............................................................................ 89
6.4. Disposizione tipografica ......................................................................... 91
6.4.1. Copertina e frontespizio ..................................................................... 91
6.4.2. Approvazioni sul retro del frontespizio ....................................... 92
Tavole ................................................................................................................ 101
Appendice ........................................................................................................ 109
Indice tematico .............................................................................................. 133
Indice generale............................................................................................... 137

140
 –

  – Scienze matematiche e informatiche

  – Scienze fisiche

  – Scienze chimiche

  – Scienze della terra

  – Scienze biologiche

  – Scienze mediche

  – Scienze agrarie e veterinarie

  – Ingegneria civile e architettura

  – Ingegneria industriale e dell’informazione

  – Scienze dell’antichità, filologico–letterarie e storico–artistiche

  – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

  – Scienze giuridiche

  – Scienze economiche e statistiche

  – Scienze politiche e sociali

AREA  – Scienze teologico–religiose

Il catalogo delle pubblicazioni di Aracne editrice è su

www.aracneeditrice.it
Compilato il  maggio , ore :
con il sistema tipografico LATEX 2ε

Finito di stampare nel mese di aprile del 


dalla tipografia «System Graphic S.r.l.»
 Roma – via di Torre Sant’Anastasia, 
per conto della «Aracne editrice int.le S.r.l.» di Ariccia (RM)

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