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Il libro dell’ arte

VI : è buona per disegnare la tavoletta del fico invecchiata o le


tavole di pergamena ; VII : per inossare la tavola bisogna mettere sul
fuoco le ossa delle galline e quando sono cenere batterle col
martello per sminuzzarle ; VIII : per disegnare usare uno stilo d’
argento o d’ ottone dalla punta sottile , per le ombre ripassare i
tratti più volte. Tenere presente della direzione della luce che non
deve ostacolare l’ attività ; X : dopo aver inossato la tavola ( in
questo casta la tavola di pergamena ) e ripulito la carta dalla
polvere eccedente con la zampa di lepre , poi disegnare con lo stilo (
puoi evidenziare tratti del disegno con inchiostro ) e ombreggiare
usando un piccolo pennello di vaio ( pelliccia di scoiattolo
siberiano ) appena inumidito con inchiostro sciolto nell’ acqua ; XII :
puoi disegnare nella carta bambagina con stilo di piombo e
cancellare con mollica di pane e ombreggiare come nel X cap ; XIII :
puoi disegnare nella carta bambagina con penna d’ oca ( o altro
volatile ) appuntita adeguatamente e ripassa i chiari e scuri ripassa
più volte con la penna e usa inchiostro e acqua per ombre come nel
cap X ; XIV : per temperare la penna d’ oca bisogna tagliata
ricavandone una sezione semicircolare e tagliare la punta a
seconda della larghezza del tratto di scrittura desiderato ; XV :
disegnare in carta tinta vuol dire disegnare nella carta pecorina o
bambagina dipinte ; XVI : per realizzare il verde per la carta tinta
prendi una mezza noce di terra verde , per la metà di terra verde l’
ocra e per la metà dell’ ocra la biacca ( bianco di piombo ) , prendi
un pizzico di ossa di gallina triturate e un pizzico di cinabro , tutti
questi ingredienti macinati sul porfido con acqua. Il risultato andrà
unito con questo altro procedimento : prendere la colla già pronta
dagli speziali e metterla in un pentolino con 2 bicchieri d’ acqua e
bollire per 6 ore. Quando la colla è pronta filtrarla 2 volte. Prendere
un recipiente per mettere i colori macinati e la colla , prendi un
pennello non sottile e tingi la carta con leggeri tratti ; XVII : per
tingere la carta pecora bisogna prima bagnarla con acqua per
ammorbidirla , poi stenderla come carta di tamburo e tingerla come
nel cap XVI. Se la carta non fosse liscia , metterla su un asse di
noce piana : prendi un altro foglio di carta pecorina da mettere alla
carta che hai tinto e brunire ( rendere lucente ) con pietra da brunire
oro. Ad alcuni piace brunire direttamente sopra la carta tinta ma
cosi si rischia di togliere il tratto del disegno. Il primo modo è
migliore ; XVIII : per tingere la carta morella ( carta viola ) prendi
mezza oncia di biacca non macinata e un pizzico di ematite ( ossido
di ferro ) e macina insieme ; XIX : per tingere carta colore indaco
( blu ) prendi mezza oncia di biacca e 2 pizzichi di indaco
maccabaeo e macina insieme ; XX : per tingere carta colore rosso
prendere mezza oncia di verde terra , 2 pizzichi di biacca non
macinata e un pizzico di sinopia ( ocra rossa ) e macina insieme ;
XXI : per tingere carte colore incarnato , prendere mezza oncia di
biacca non macinata e un pizzichino di cinabro ( pigmento rosso
costituito da solfuro di mercurio ) e macina insieme ; XXII : per
tingere carta colore berrettina ( grigio chiaro ) prendere meno di
metà oncia di biacca non macinata , un pizzico di ocra chiara e un
pizzichino di nero e macina insieme ; XXIII : disegnare in carta lucida
( per ritrarre una testa o una figura o una mezzafigura ). Per copiare
un disegno in carta lucida prendi la carta lucida e fissala sopra il
disegno con cera e ripassare i contorni della figura e ritoccarla con
le ombreggiature ; XXIV : per fare carta lucida bisogna prendere la
carta pecora e falla raschiare in maniera che non si laceri ed è già
lucida , se la vuoi più lucida usa l’ olio di semi di lino e ungila col
cotone e lasciala asciugare per più giorni ; XXX : per realizzare un
primo abbozzo della figura con carboncino su carta , prendi il
carboncino che deve essere temperato e sottile e inizia a disegnare
il viso e poi procedi con il resto e se sbagli prendi una penna d’ oca
e spazza via quello che hai disegnato col carbone. Quando hai finito
di disegnare prendi lo stilo d’ argento e ricalca i contorni ; XXXI : per
ombreggiare usando 2 gocce di inchiostro e acqua usare un
pennellino tenendolo sempre di piatto appena bagnato e usato con
leggerezza e senza fretta per sfumare. Per gli scuri usa 2 gocce d’
inchiostro da ripassare nelle pieghe più scure e tieni a mente che
nell’ ombreggiare devi basarti su 3 parti : una di ombra , una del
colore del campo , l’ altra bianca. Prendi un po di biacca ben tritata
con gomma arabica , prendi un piccolo recipiente con acqua e
intingi il pennello e passalo sulla biacca macinata se fosse secca.
Poi metti un po di biacca sul dito della mano e premi la punta del
pennello contro il dito facendolo quasi asciugare e poi pennella di
piatto dove devi biancheggiare. Nella maggiore altezza dei rilievi
ritocca con biacca usando la punta del pennello e poi ritocca con
pennellino con inchiostro puro le pieghe e i contorni ; XXXII : per
preparare la biacca per biancheggiare con acqua prendi la biacca
macinata con acqua e mischiala con tuorlo uovo e questa si sfuma
così come fa l’ acqua con l’ inchiostro ( per ombreggiare ) ; XXXIII :
per fare i carboncini per disegnare prendi qualche bastone di salice
e frantumali della grandezza di fiammiferi , puliscili , appuntiscili e
legali insieme e mettili dentro un recipiente. Chiudi con coperchio di
creta ( chiusura ermetica ) , metti in forno dalla sera alla mattina.
Se i carboni fossero troppo cotti si spezzano ; XXXVI : Sono 7 i colori
naturali : 4 si trovano nella terra ( nero , rosso , giallo , verde ) ; 3
sono naturali ma prodotti artificialmente ( bianco , azzurro
oltremarino , azzurro della Magnia , giallorino ). Per tritare il nero
prendi porfido rosa che è pietra più dura del serpentino e del
marmo. Prendi un altra pietra porfido da tenere in mano a forma di
scodella ( piana sotto e colma sopra ) , prendi una “ noce “ di nero e
mettilo sulla pietra e con quella che tieni in mano sminuzzalo e
aggiungi acqua e macina per un ora. Conserva in un recipiente al
coperto ; XXXVIII : Rosso è un colore naturale che si chiama sinopia
( ocra rosso ) è buono per lavorare sulla tavola , ancone , muro ,
affresco o secco ; XXXIX : il rosso chiaro è chiamato cinabrese ,
tipico di firenze usato per incarnare figure in muro o in affresco , si
fa mischiando sinopia e biancosangiovanni , quest’ ultimo fatto da
calcina bianca filtrata. Per fare cinabrese unisci 2 parti di sinopia e
1 di bianco e fai 2 panetti piccoli come mezze noci e lascia
seccare ; XL : il rosso cinabrese si fa per alchimia lavorato nell’
alambicco. Prendi il cinabro intero e non macinato perché spesso lo
si froda con il minio o con il mattone frantumato. Metti il cinabro
sopra il porfido e macina con acqua ( più macini meglio è il risultato
). Non lasciarlo in balia dell’ aria , è buono usato per pittura in
tavola e non in muro perchè annerisce ; XLI : il rosso minio è un tipo
di rosso lavorato per alchimia , buono in tavola e non in muro perchè
annerisce ; XLII : il rosso ematite è naturale ed è una pietra dura che
si usa per brunire l’ oro in tavola. Si prende lì ematite e si pesta in
un mortaio di bronzo perchè rompendolo sul porfido si potrebbe
spezzare. Il risultato mischia con acqua chiara e macina sopra il
porfido. E’ buona per lavorare in muro e in affresco. Il colore se ne
ricava è il viola come gli abiti dei cardinali ; XLIII : il rosso sangue di
dragone si usa per fare le miniature ; XLIV : il rosso lacca è un
colore artificiale. Prendi la gommalacca ( materiale lucente
granuloso e colore rosso scuro ) tritala sul porfido e unisci acqua
chiara. E’ buona usata in tavola , si può usare anche in muro ma l’
aria la rovina ; XLV : il giallo ocra è un colore naturale , si trova in
montagna. Può essere chiaro o scuro e entrambi i tipi vanno
macinati con acqua. E’ un colore comune , si usa bene in affresco ,
si usa per incarnazioni , in vestiti , in montagne , case e
capigliature. Di sua natura questo colore è grasso ; XLVI : il giallo
giallorino è un colore artificiale , duro da spezzare. Si usa per
affresco e in tavola e dura sempre. Non vuole essere troppo
macinato nel mortaio di bronzo con acqua. Il risultato è un giallo
chiaro che unito ad altri pigmenti si usa per dipingere la vegetazione
; XLVII : il giallo orpimento è un colore artificiale tossico ed è color
giallo oro. Non è adatto per muro , ne in affresco ne con tempere
perchè annerisce. E’ adatto per dipingere i palvesi ( grandi scudi
rettangolari ) e le lance. Mescolandolo con indaco e temperandolo
con colla si fa colore verde per dipingere la vegetazione. L’
orpimento è il più duro colore da tritare : per tritarlo metti un po di
orpimento sul porfido e aggiungi gradualmente pigmento unendo
scaglie di vetro per non fare attaccare l’ impasto al pestello e
aggiungi acqua chiara ; XLVIII : il giallo realgal è tossico e non si
adopera se non qualche volta in tavola. Macina usando porfido e
acqua ; XLIX : il giallo zafferano è una spezia che si mette sopra un
mattone caldo. Prendi mezzo bicchiere di lasciva ( soluzione alcalina
di carbonato di potassio ricavata dalla bollitura di cenere di legna in
acqua ). Metti lo zafferano dentro il bicchiere di lasciva e trita il
tutto sopra il mattone. Colore usato per tingere il lino o la tela , è
buono in carta ma stare attento che non veda l’ aria perchè perde il
suo colore. Se vuoi ottenere un bel verde , prendi 2 parte di
verderame e 1 di zafferano temperando il tutto con colla ; L : l’ arzica
( lacca gialla ) è colore artificiale e si usa poco , lo usano i miniatori
soprattutto a firenze , si rovina all’ aria e non è buono in muro. in
tavola è buono per creare un bel verde mescolando un po di azzurro
della Magnia e
giallorino. Da macinare con acqua ; LI : il terraverde è un verde
derivato dalla terra. E’ un colore molto grasso e buono per lavorare
in visi , vestiti , case , in affresco , secco e muro , in tavola e altro.
Tritalo con acqua chiara ; LII : il verde verdazzurro è un colore per
metà naturale. Si ricava unendo il verde con l’ azzurro della Magnia.
E’ buono in secco o con tempera di tuorlo d’ uovo per fare la
vegetazione unendo per le tinte più chiare il giallorino. E’ un colore
grosso e tritalo con acqua chiara e con mano leggiera data la
delicatezza dell’ azzurro. Poi metti acqua e il colore ottenuto e
mescola , lascia riposare per qualche ora e butta via l’ acqua ; LV :
un tipo di verde si può farwe unendo azzurro oltremarino e
orpimento. Prendi prima orpimento e aggiungilo all’ azzurro , se lo
vuoi + chiaro metti + orpimento , + scuro + azzurro. Colore buono in
tavola e non in muro , tempera con colla ; LVI : il verderame è un
verde artificiale che si fa con acetato di rame. Va bene per la tavola
temperato con colla. Non mischiarlo con biacca perché sono nemici
mortali. Se vuoi usarlo per dipingere vegetazione è buono ma non
dura , è meglio usarlo in carta bambagina o pecorina temperato con
rosso uovo ; LVII : il verde salvia si fa unendo biacca e verdeterra ,
va bene in tavola temperato con rosso uovo o in muro e in fresco
mescolato con biancosangiovanni che è composto di calcina
bianca ; LVIII : il bianco è un colore naturale ma lo si può fare anche
in laboratorio e si fa prendendo la calce spenta mettila in un
recipiente per 8 giorni cambiando ogni giorno l’ acqua e
rimescolando la calcina con l’ acqua. Poi fai dei panetti piccoli e
mettili al sole. Se vuoi fare più veloce quando i panetti sono secchi
macinali sul porfido con acqua. Rifai l’ impasto e fai riseccare. E’
buono in muro senza tempera. Si usa quasi sempre per fare
incarnazioni e mischiato con altri colori ; LIX : la biacca è un bianco
derivato dal carbonato basico di piombo. Macinalo con acqua tanto
meglio è , buono in tavola e in muro. Dopo un po di tempo diventa
nera. Si può mischiare con ogni colore sia in tavola che in muro ; LX :
l’ azzurro della Magnia è un colore naturale , si trova nelle miniere di
Francia , Germania e anche Siena. Si macina moderatamente con
acqua con pestello per conservare l’ intensità dell’ azzurro. E’ buono
in muro , in secco , in tavola. Tollera tempera di rosso uovo e di
colla ; LXI : per imitare l’ azzurro della Magnia prendere indaco
baccadeo ( proveniente da Baghdad ) e tritalo con acqua. Per usarlo
in tavola mischialo con biacca , mentre sul muro con
biancosangiovanni. Tempera con colla ; LXII : per fare l’ azzurro
oltremarino prendi i lapislazzuli di colore azzurro intenso e pestali in
un mortaio di bronzo fino a ridurli in polvere , poi metti la polvere sul
porfido e trita senza acqua. Prendi un setaccio e filtra la polvere per
togliere le impurità. Fai un impasto con cera d’ api , resine e oli e
metti il tutto in un recipiente. Prendi una libbra di polvere di
lapislazzuli e mischia con l’ impasto di cera d’ api , oli e resine.
Lascia riposare per 3 giorni e 3 notti , mescolando ogni giorno un
po’. Per estrarre l’ azzurro prendi due bastoni di media grandezza.
Metti l’ impasto in una scodella di lisciva tiepida e con i bastoni
lavora l’ impasto come se facessi il pane. Quando la lisciva assorbe
l’ azzurro traila fuori in una scodella di vetro e ripeti l’ operazione
fino a che l’ impasto perde tutto l’ azzurro e butta via l’ impasto. Il
colore ottenuto è blu intenso con sfumature viola : se non fosse così
per dargli colore prendi kermes ( colorante rosso ) e legno Brasile e
cuocili insieme con lisciva e un po di allume di rocca e quando
bollono risulta vermiglio. Prendi un poco di azzurro e mischia con il
kermes e legno Brasile e lascia riposare e conservalo. Questo
impasto lo fanno meglio le donne che gli uomini perché hanno le
mani delicate ; LXIV : esistono 2 tipi di pennelli : quelli di vaio e
quelli di setole di maiale. Per realizzare quelli di vaio prendi tante
code di scoiattolo e cuocile. Taglia le punte delle code e mettile
insieme che da 6 a 8 punte basta per realizzare un pennello.
Sminuzza i peli delle code e mettili insieme a seconda della
grandezza del pennello tali da essere inseriti nella fusto di una
penna di volatile. Metti i peli uniformati e legali con un filo o seta
incerata. Prendi il fusto della penna di un volatile a seconda della
grandezza del pennello e taglia la cima della penna in modo tale da
formare un canaletto da inserire i peli che devono sporgere fuori a
seconda della punta del pennello che vuoi ( più corta è più
delicata ). Fai un asticella di acero e appuntiscila della stessa
grossezza che possa entrare nel canaletto della penna e inseriscilo
nel suddetto. I pennelli di vaio sono di diversi tipi a seconda dell’ uso
: per mettere l’ oro deve essere smussata la punta con le forbicina
perchè si stende di piatto , o vuole essere appuntito perfettamente
per fare i contorni , o piccolissimo se vuoi dipingere figure piccole ;
LXV : per fare pennelli di setole di maiale , prendi le setole bianche e
legale ad un asta con un nodo. Per dirozzarlo si usa per imbiancare
muri fino a che diventa morbido. A questo punto lo disfi e fai pennelli
di diversa misura a seconda di come ti servono ; LXVI : per
conservare le code di scoiattolo intingile nella creta. Quando le vuoi
adoperare le lavi con l’ acqua ; LXVII : per real su muro prendi la
calcina e sabbione ( sabbia grossolana mista a terra ) e setacciali :
se la calcina è ben grassa usa 2 parti di sabbione e 1 di calcina
insieme a acqua da fare durare l’ impasto 15 giorni. Lascia riposare
qualche giorno fino a che l’ impasto assorba l’ acqua trasformandosi
da calce viva a calce spenta ( se la stendi viva si stacca l’
intonaco ). Prima di smaltare spazza il muro e bagnalo
abbondantemente. Prendi la cazzuola , mischia più volte l’ impasto e
stendilo sul muro finché diventa liscio. Per disegnare quando l’
intonaco è secco prendi le misure con il filo a piombo e il compasso
e disegna con il carboncino. Prendi un pennello piccolo e appuntito
di setole con un po di ocra senza tempera liquida come acqua e
ombreggia con ciò. Cancella con le penne i contorni del carboncino.
Prendi un po di sinopia senza tempera e con pennello appuntito e
sottile tratteggia nasi occhi capigliature e i contorni delle figure.
Considera quel che cominci a smaltare lo devi finire. Quando
riprendi il giorno dopo bagna l’ intonaco vecchio e smalta sopra e
con un pennello grosso bagnalo e passalo sopra la smalto. Poi
prendi un altro pennello e legalo con un asticella e passalo sull’
intonaco bagnato per spianare lo smalto. Prendi un pizzico di ocra
chiaro o scuro , se non hai della scura prendi della chiara e uniscila
con un po di nero , bianco sangiovanni e cinabrese chiara e mescola
con acqua senza tempera. Ciò che ottieni si chiama verdaccio.
Prendi un pennello sottile e appuntito e traccia il viso. Se sbagli a
tracciare il viso con il pennello di setole grosse intinto nell’ acqua lo
sfreghi nell’ intonaco per rifare il viso. Ombreggia sotto il mento ,
sotto il labbro di sotto, sotto il labbro di sopra , sotto le ciglia verso
il naso e alla fine dell’ occhio verso le orecchie con il verdeterra
mischiato con acqua. Ripassa i contorni del volto con il verdaccio.
Alcuni per realizzare i rilievi usano un po di biancosangiovanni con
acqua , poi usano il rosso per le guance e labbra. Questo è un
metodo vecchio , quello nuovo di Giotto consta nel mettere in un
vasetto un po di biancosangiovanni e cinabrese chiara circa della
stessa quantità con acqua per rilevare le labbra e le guance.
Ombreggia già verso l’ orecchio che verso il naso. Prendi tre vasetti
per realizzare 3 gradi di incarnazione mettendo in proporzione
bianco e cinabrese chiara per le differenti tonalità dell’ incarnato e
rileva i tratti del volto. Poi realizza una miscela ancora più chiara
quasi bianca e rileva le ciglia , la punta del naso , del mento. Con
bianco puro fai il bianco degli occhi , punta del naso i contorni della
bocca. Prendi del nero puro e profila il contorno occhi , narici e
buchi orecchie. Prendi sinopia scura profila il sotto degli occhi , il
contorno del naso , le ciglia e la bocca. Ritocca i capelli con il
verdaccio e ocra chiara e le estremità dei capelli con ocra scura. Fai
rilievi dei capelli con bianco e ocra chiara. Usa sinopia per i
contorni e estremità della capigliatura così come per tutto il viso.
Tutto questo per un viso giovane ; LXVIII : per dipingere un viso
vecchio in affresco usare un verdaccio più scuro usando la stessa
miscela del viso giovane. Per fare i capelli e barba bianche prendi un
pennello appuntito con biancosangiovanni e nero con acqua. Fai un
miscuglio più scuro o più chiaro per i rilevi e ombreggiature ; LXIX :
per fare barbe e capelli di altro colore fai una miscela di versaccio e
poi ritoccale col bianco e aggiungi il colore che vuoi ; LXX : per
costruire una figura proporzianata dividi il viso in 3 parti : la testa
( fronte ) , naso e mento ( bocca ). L’ uomo deve essere alto 8 teste ,
cioè quanto la lunghezza delle braccia distese longitudinalmente.
Un bell’ uomo deve essere bruno di incarnato e la femmina bianca ;
LXXI : per dipingere un vestito in affresco , fai il disegno del vestito
col verdaccio con segno leggero. Se vuoi rosso prendi 3 vasetti :
prendi del cinabrese e biancosangiovanni mischiati con acqua e
forma 3 colori di 3 diverse tonalità dal chiaro allo scuro. Con il
colore più scuro intinto nel pennello grossetto poco appuntito
ombreggia le pieghe ; con quello di mezzo congiungi le pieghe scure
per risaltarle ; con quello più chiaro dipingi i rilievi delle pieghe. Non
mischiare le 3 tonalità fra loro se non quando devi sfumare. Prendi
un altro vasetto e forma un colore ancora più chiaro e dipingi le
sommità delle pieghe. Prendi del bianco puro e ripassa tutti i rilievi.
Con la cinabrese scura ripassa gli scuri. Lascia asciugare ; LXXII :
Dipingere un muro in secco. In genere i colori si possono lavorare
sia in fresco che a secco però alcuni come l’ orpimento , cinabro ,
azzurro della Magnia , minio , biacca , verderame e lacca non si
possono lavorare in affresco al contrario del giallorino ,
biancosangiovanni , nero , ocra , cinabrese , sinopia , verdeterra e
ematite. Quelli in affresco vogliono essere mischiati col bianco e i
verdi quando li vuoi lasciare verdi unirli con giallorino e quando li
vuoi color salvia unisci il bianco. I colori che non si usano in
affresco bisogna mischiarli a biacca e giallorino. Per temperare in
secco : prendi l’ albume e il tuorlo dell’ uovo e metti dentro
ramoscelli giovani del fico e mischia bene. Stendi i colori così come
in affresco moderatamente e lascia asciugare. Se dai troppa
tempera il colore scoppierà e il muro si creperà. Un altro modo di
temperare è col rosso d’ uovo e va bene per muro , tavole e ferro ma
non usarne troppo. Per dipingere un vestito in secco col azzurro
oltremarino prendi 3 vasetti : nel primo prendi due parti di azzurro e
il terzo di biacca ; nel terzo vasetto due parti di biacca e il terzo d’
azzurro. Con il primo colore più scuro fai le pieghe scure ; con quello
più chiaro le parti in rilievo. Nel vasetto vuoto mischia i 2 colori e
congiungi le parti in ombra con quelle in rilievo. Prendi il colore più
chiaro , aggiungi biacca con tempera e ripassa le sommità delle
pieghe. Prendi biacca paura e ritocca i rilievi. Prendi azzurro
oltremarino puro per le pieghe più scure ; LXXIII : per fare un colore
violaceo ( biffo ) in secco prendi lacca fine , azzurro oltremarino in
pari quantità e tempera con rosso d’uovo. Prendi tre vasetti e forma
3 diverse tonalità dal chiaro allo scuro per dipingere vestiti ; LXXIV :
per fare colore violaceo ( biffo ) in fresco prendi l’ indaco e l’ ematite
( pietra rossa o nera , hamatisto ) e mischia senza tempera e fai 4
tonalità diverse dal chiaro allo scuro ; LXXV : per fare un vestito in
fresco che assomigli all’ azzurro oltremarino prendi l’ indaco con
bianco e fai 3 tonalità ; LXXVI : per fare in affresco un vestito viola
scuro ( pagonazzo ) prendi l’ ematite e bianco e fai 3 tonalità ;
LXXVII : se vuoi dipingere un tessuto di seta cangiante in verde e in
affresco ( dove si accostano colori diversi tra loro anche “ cangianti
“ cioè lontani tramite passaggi graduati da un colore all’ altro sia
per un effetto d’ illusionismo che la modellazione dei panneggi
tramite colori contrastanti senza dover ricorrere a contrasti
luminosi troppo netti ) fai 2 colori di incarnato uno più scuro e uno
più chiaro e dipingi le parti scoperte ( volto , gambe , braccia ecc ).
Ombreggia gli scuri dell’ incarnato con azzurro oltremarino e quella
più chiara con verdettera ritoccando questo’ ultimo in secco.
Ritocca con tempera a secco ; LXXVIII : se vuoi dipingere un vestito
cangiante grigio scuro ( cignierognolo ) prendi bianco e nero. Per
chiareggiarlo usa bianco o giallorino , per gli scuri usa nero , biffo o
verdescuro ; LXXIX : per fare un cangiante in secco con lacca stendi
la lacca , usa il bianco o giallorino per i chiari e lacca pura o biffo
con tempera per gli scuri ; LXXX : per fare un cangiante in affresco o
in secco d’ ocra , stendi l’ ocra , biancheggialo con bianco e verde e
per gli scuri il nero e sinopia o ematite ; LXXXi : per dipingere un
vestito grigio chiaro ( berretto ) in affresco o secco prendi 2 parti di
ocra e 1 di nero e fai 3 tonalità diverse dal chiaro allo scuro ; LXXXII
: dipingere un vestito color legno in affresco o in secco prendi 2
parti di ocra , nero e rosso per la metà dell’ ocra e fai 3 tonalità dal
chiaro allo scuro e tempera ; LXXXIII : per dipingere un vestito di
azzurro della Magnia o oltremarino del manto della madonna prendi
2 parti di sinopia e 1 di nero e stendili in affresco ma prima incidi
con un piccolo ago le pieghe e successivamente in secco prendi
azzurro della Magnia e uniscilo con colla , acqua e rosso d’ uovo. Se
l’ azzurro è troppo chiaro devi usare le uova delle galline di
campagna i cui tuorli sono ben rossi. Lascia asciugare , poi prendi
indaco e nero e ombreggia le pieghe del mantello con pennello
appuntito ritornando più volte sulle ombre. Se vuoi fare il vestito di
azzurro oltremarino , per ombreggiare usa un po di lacca fina e nero
temperato con rosso d’ uovo , fai poche pieghe ombreggiate perchè
l’ azzurro oltremarino non tollera la vicinanza di altri colori ; LXXXIV :
per fare un vestito nero di monaco , frate in fresco o in secco prendi
nero puro e fai 3 tonalità di colore dal chiaro allo scuro e tempera ;
LXXXV : per dipingere una montagna in affresco o in secco fai il
verdaccio con 1 parte di nero e 2 di ocra. In fresco unisci il bianco
senza tempera e in secco con biacca e tempera. Scurisci i vicini e
chiarisci le montagne più lontane ( Cennino dice il contrario ) ;
LXXXVI : per dipingere alberi , vegetazione in affresco o in secco.
Primi dipingi il tronco e i rami dell’ albero di nero puro temperato in
secco perchè in fresco viene male ( anche se nel trecento era più
diffusa la preparazione degli alberi col nero in fresco ). Poi le foglie
più basse ( in ombra ) di verde scuro e di verdazzurro. Poi fai un
verde più chiaro con giallorino proseguendo in alto. Ritocca le punte
delle cime con giallorino e aggiungi fiori , frutti , uccelli ; LXXXVII :
per dipingere case in affresco e in secco , usa il verdaccio e
verdeterra in secco in affresco e dipingi le case del colore che vuoi.
Per dipingere senza sbavare le architetture con i suoi particolari
( colonne , capitelli , frontespizi ecc ) aiutati con un righello.
Imposta prospetticamente l’ architettura ( prospettica empirica ) e
ombreggia sotto il tetto , rendi la facciata uniformemente
illuminata ; LXXXVIII : per dipingere una montagna verosimile prendi
delle pietre grandi e non liscie e non pulite e dipingi dandogli
maggiore naturalezza con i chiari e scuri ; XC : per usare la pittura
ad olio in muro , prima smalta il muro in una sola volta e non a
giornate come per l’ affresco. Disegna con il carbone il tuo soggetto
e ripassala con inchiostro o verdaccio temperato. Poi stendi la colla
con acqua o ancora meglio usa l’ uovo mischiato con il latte di fico e
con un bicchierino di acqua e usa ciò con pennello passandolo per
tutto il campo che vuoi lavorare e lascia asciugare almeno un giorno
; XCI : come fare l’ olio per temperare ( legante della pittura ad olio )
e per mordenti ( fissante del colore su metallo ). Prendi un po di olio
di semi di lino mettilo in un recipiente di vetro. Fai una buca e
accendi dentro il fuoco e metti il recipiente ( stai attento a non fare
andare il fuoco sopra altrimenti a contatto con l’ olio bruceresti l’
olio e la casa ). Cuoci fuoco moderato fino a che l’ olio diventi
viscoso. Per fare mordenti per ogni libbra di olio metti un oncia di
miscela di oli , gomme e resine ( vernice liquida ) che compri dagli
speziali ; Un olio migliore per dipingere è quello che viene fatto
stare al sole ( per mordenti l’ olio vuole essere cotto , non va bene il
sole ) ; XCIII : per tritare i colori con olio e usarli in muro in affresco (
invece dell’ acqua , ora fai con olio ). Prendi i colori e tritali e
aggiungi olio e mettili in vasetti invetriati. Poi dipingi , lascia
asciugare qualche giorno e ritorna per vedere se è necessaria o
meno un altra passata di colore. Conserva i pennelli in recipienti
con metà olio sennò si seccano ; In maniera simile si lavora in ferro ,
pietra , tavola , vetro ; XCV : per adornare il muro non usare mai l’
argento perché annerisce ma adopera lo stagno battuto ( stagno in
lamine sottilissime ) però stando attento all’ argento laminato in oro
che col tempo diventa nero ; XCVII : per tagliare lo stagno dorato
prendi un asse di noce , di pero o di susino non troppo sottile. Prendi
la vernice liquida e ungi l’ asse e metti sopra il pezzo di stagno.
Taglio con coltello appuntito e usando il righello le striscione che ti
servono per adornare e puoi dipingerli con colori ; XCVIII : per
dipingere lo stagno per adornare di verde prendi il verderame tritato
con olio di semi di lino e stendilo su un foglio di stagno bianco ,
lascia seccare al sole. Prendi l’ asse di legno e distendi la miscela
con vernice liquida. Se vuoi adornare prima ungi l’ asse di vernice
liquida e poi realizza formine come rosette o aureole dei santi ecc ;
XCIX : per fare lo stagno dorato prendi un asse lunga tre o quattro
braccia e ungila con grasso. Metti lo stagno bianco sopra l’ asse e
ungilo con fissante dorato chiamato doratura , lascia seccare al
sole. Quando la doratura si sta per attaccare cospargi con oro puro.
Puliscilo col cotone e stacca lo stagno dall’ asse. Quando vuoi usare
lo stagno , ungi l’ asse con vernice liquida e taglia lo stagno per
adornare ; C : per tagliare dal blocco di stagno le stelle usa il
coltello e la riga e attacca sull’ azzurro del cielo dove metti la stella
una pallottola di cera. Usa poco oro puro perchè questo ha bisogno
del mordente ; CI : per fare le aureole dei santi senza mordenti
quando hai dipinto la figura in affresco prendi un piccolo ago e
gratta il contorno della testa. In secco ungi l’ aureola di vernice
liquida e metti sopra lo stagno dorato e battilo con il palmo della
mano e rifinisci con coltellino ; CII : per fare un’ aureola su calcina in
muro dopo che hai steso la calcina con cazzuola prendi il compasso
e delinea la circonferenza dell’ aureola , prendi della calcina grassa
e smaltala attorno all’ aureola andando ad assottigliarsi verso il
capo. Prendi il compasso e ritaglia la calcina con coltellino
delineando la forma dell’ aureola e fai i raggi aiutandoti con una
stecca di legno ; CV : La colla di pasta è una colla che si fa pasta di
cotta serve per incollare le carte tra loro e lo stagno con l’acqua.
Alcune volte si usa per incollare gli strafori ( nella tecnica dello
spolvero i disegni su carta o cartone forati lungo le linee interne e di
contorno del disegno usati specialmente nella pittura murale per
trasferire un motivo su supporto facendo passare del pigmento nero
o di altro colore attraverso i forellini ). Per fare la colla prendi un
recipiente e riempilo d’ acqua e fai bollire , quando bolle prendi un
po di farina ben setacciata e aggiungine poco a poco al recipiente e
mescola. Lasciala bollire ma non deve essere troppo soda. La tiri
fuori e mettila in una scodella e conservala con il sale ; CVI : per
fare colla per attaccare le pietre a parete prendi del mastice ( resina
) , cera d’ api e la pietra frantumata e setacciata e unire il tutto a
fuoco. La colla resiste al vento e all’ acqua ; CVII : per fare la colla
per incollare vetri e orologi o vasi di Damasco o di Maiorca rotti ,
prendi vernice liquida , un po di biacca e verderame e il colore del
vetro del vaso o del’ orologio che vuoi incollare ( per esempio se è
azzurro , metti indaco ) e trita il tutto. E lascia seccare al sole e al
vento per alcuni mesi ; CVIII : per fare la colla di pesce che serve per
attaccare fra loro la carta pecora , liuti , oggetti di legno o di osso ;
CIX : per fare la colla di capra ( colla di spicchi ) prendi i residui del
macello delle capre e fai bollire , mettila in recipienti bassi e larga
imboccatura e lascia riposare una notte. La mattina dopo taglia la
colla a fette come il pane , metti su delle stuoie a seccare al vento e
all’ ombra. E’ usata da pittori , per attaccare legno , temperare gessi
, per fare tarsie ecc ; CX : per fare la colla per temperare gessi per
tavole si fa con residui di carta pecora , lavali , lasciali in ammollo e
il giorno dopo mettili a bollire fino a che i residui si addensano ; CXI :
per fare una colla per temperare azzurri e altri colori raschia la
carta pecora , falla bollire fino a che si addensa e diventa una colla
chiarissima come cristallo. si usa per temperare gli azzurri scuri e
altri colori che non stati ben temperati. Non è buona per temperare
gessi , perchè per il gesso serve una tempera grassa , questa è
magra ; CXII : per fare la colla di calcina e di formaggio che usano i
falegnami per attaccare gli assi di legno ,prendi del formaggio e lo
metti in ammollo con acqua , mescola con calcina viva e mischia ;
CXIII : per lavorare con le ancone ( pala d’ altare dipinte ) prendi il
legno del pioppo , o tiglio o salice , spiana la tavola e se fosse unta
raschia via l’ unto. Il legno deve essere secco , se fosse sporco di
residui di legna e foglie fai bollire con acqua. Prendi 2 spicchi la
colla di spicchi e metti un bicchiere d’ acqua in un recipiente e fai
bollire. Prendi una scodella metti della segatura del legname intrisa
di questa colla che hai fatto bollire con acqua. Spiana la tavola per
coprire i difetti dei nodi con una stecca e lascia riposare. Raschia
col coltellino per assicurarti che sia liscia la tavola. Se ci sono
chiodi nella tavola o ferro questi non devono vedersi altrimenti la
ruggine rovinerà la tavola. Cola la colla con il pennello grosso lungo
la tavola per 2 o 3 volte lasciando seccare per ogni strato ; CXIV :
per impanare la tavola ( procedimento dell’ incamottatura tipico
della pittura su tavola che consisteva nel ricoprire le superfici
lignee con strisce di tela , ma anche di pergamena , imbevute di
colla animale , per minimizzare gli effetti dei movimenti del legno
sul fondo ingessato ) dopo che hai sparso la colla sulla tavola prendi
un panno di lino vecchio sottile bianco non unto. Prendi la tua colla
migliore. Taglia striscioline del panno di lino e mettile nella colla che
hai preso e vai distendendole lungo la tavola e spianale con il palmo
delle mani , lascia seccare per 2 giorni. Per incollare e ingessare il
tempo deve essere arido e ventoso e per mettere l’ oro il tempo
deve essere umido e piovoso ; CXV : per ingessare un piano dell’
ancona con gesso grosso spianato con la stecca. Quando l’ ancona
è secca prendi una spatola per raschiare e livella il piano della
tavola. Prendi del gesso grosso e setaccialo come fai con la farina.
Metti un po di gesso sul porfido e macina con la colla , e stendi con
la stecca di legno sul piano della tavola e usando il pennello
morbido spandilo sulle cornici e sugli elementi architettonica della
tavola. Lascia seccare per 2-3 giorni. Prendi la spatola per raschiare
e livella il piano. Prendi dei ferretti per togliere la colla eccedente
dalle cornici e dagli elementi architettonici ; CXVI : per fare il gesso
sottile per ingessare tavole. E’ lo stesso gesso però depurato per 1
mese e tenuto in ammollo in una vaschetta fino a che il gesso sul
fondo cambiava consistenza. Durante la macerazione si doveva
mescolare ogni giorno la miscela per permettere l’ acqua di
sciogliere eventuali impurità o di “ spegnere “ l’ ossido di calcio che
in piccole quantità si poteva formare nel processo di cottura del
gesso. Dopo 1 mese si allontanava l’ eccesso di acqua e il gesso
veniva confezionato in panetti che si lasciavano asciugare ; CXVII :
per ingessare un ancona di gesso sottile , prendi il gesso sottile e
mettilo in una bacinella d’ acqua. Metti l’ acqua della bacinella con
dentro il gesso a poco a poco sopra il porfido e macina. Fai un
impasto col gesso dentro un panno di lino e stringi per far uscire l’
acqua. Prendi la colla che si usa per temperare il gesso grosso e
mettine di meno perchè il gesso sottile vuole meno colla. Il gesso
sottile che prima dell’ uso viene lasciato in acqua , non potrà
perderla completamente solo spremendolo. L’ effetto legante della
colla sarà diminuito dalla presenza dell’ acqua residua ; ciò che
risulta è una sospensione morbida , applicabile solo a pennello ,
adatta per la finitura , ma senza proprietà di riempimento. Al
contrario , il gesso grosso , miscelato a secco con colla , forma una
pasta più compatta , adatta a costituire la base dell’ operazione
dell’ ingessatura. Prendi una pentola di vetro , prendi l’ impasto di
gesso sottile e col coltellino taglia come fette di formaggio e
mettile nella pentola , aggiungi colla e con la mano lavora l’ impasto
facendone di più parti come se facessi frittelle. Metti nel recipiente
di acqua calda la pentola con il gesso in modo tale che si mantenga
caldo. Quando è caldo prendi l’ ancona e con un pennello grossetto
prendi un po di gesso e stendilo sulla parte piana e sui rilievi e ripeti
l’ operazione più volte ; CXIX : per temperare e macinare il gesso
sottile. Si può temperare il gesso sottile con la colla e non con
acqua questo si fa nei casi in cui la tavola non è stata ingessata di
gesso grosso. Il gesso sottile è buono per rilevare foglie e altri
ornamenti. Quando fai questo tipo di gesso metti un po di argilla
rossa ( bolio armenico ) per dargli un po di colore ; CXX : per iniziare
a spianare l’ ancona ingessata con gesso sottile. Quando hai finito
di ingessare l’ ancona lascia seccare all’ ombra almeno 2 giorni e 2
notti. Prendi una pezza di stoffa con dentro carbone macinato legata
a forma di polpetta e spolvera il gesso sopra l’ ancona. Prendi un
mazzo di penne di volatile per distriburla uniformemente ; CXXI :
prendi un raffietto ( arnese per afferrare costituito da un asta e
terminante con uncino ) e raschia leggermente intorno al piano
radente alla cornice , poi con una spatola affilata gratti via il gesso
per tutto il piano della tavola e spazza via il gesso in eccesso con le
penne d’ oca. Con la spatola e il raffietto lucida i cornici e i fogliami
come fosse avorio ; CXXII : dopo aver ingessato la tavola e lucidata ,
disegna con i carboni di salice legati a una bacchetta per non
sporcare la tavola. Tieni con te una penna i cui peli servono per
cancellare. Fai tratti leggeri e ripassali con la penna poi prendi un
vasetto d’ acqua in cui metti 2 gocce d’ inchiostro e con un pennello
appuntito ripassa il disegno. Prendi le penne e spazza via il carbone.
E con inchiostro e acqua fai le ombre ; CXXIII : per colorire in oro le
figure prendi un piccolo ago attaccato a un asticella e gratta il
contorno delle figure dove devi mettere l’ oro ( vestiiti , ornamenti ) ;
CXXIV : per fare rilievi con gesso sottile in ancona come si incollano
le pietre preziose. Per fare rilievi prendi il gesso sottile mettilo in un
vaso di terracotta con cenere calda e acqua calda e prendi un
pennello sottile e con la punta fai i rilievi. Se rilievi alcune fogliette
disegnale col carboncino e non esagerare con le ornamentazioni
altrimenti se ne fai troppe è difficile lucidarle con la pietra. Sui
rilievi ingessa poco , al contrario della tavola che vuole più stesure
di gesso ; CXXV : per fare il calco dei rilievi per adornare l’ ancona
usa la creta ( per fare ad es testa di leone ). Ungi i calchi in creta
con olio lampante ( olio d’ oliva con proprietà organolettiche tali che
non si usa per alimento ma per bruciare i lumi e lucerne) e
aggiungere gesso sottile temperato e lascia raffreddare. Poi col
coltellino stacchi i contorni e soffia forte e lascia seccare. Dove
vuoi mettere la testa di leone ungi col pennello e premi col dito per
attaccarla. Prendi del gesso e con pennello spargi il gesso sulla
testa di leone. E con coltellino , togli via se vi fossero alcuni
granellini ; CXXVI : per smaltare rilievi in muro prendi la calcina ben
setacciata e sabbione ben setacciato , metti entrambe in un catino
e con pennello e acqua mischia e spargi l’ impasto sul muro dove
devi rilevare ; CXXVIII : per fare rilievi con calcio di pietra in muro e
in tavola prendi una pietra e ungila con grasso. Fai il calco con lo
stagno battuto lavorandolo con il martello di salice. Riempi il calco
con gesso grosso macinato con colla. Puoi adornare in muro , in
pietra mettendo mordente e oro puro sopra lo stagno. Attacca l’
ornamento al muro quando è secco con catrame vegetale ( pece di
nave ) ; CXXIX : per rilevare in muro con vernice liquida prendi
vernici liquida mescolata con farina ben tritata insieme e rileva con
pennello appuntito ; CXXX : per rilevare in muro con cera prendi 2
parti di cera frantumata 1 di catrame vegetale e mischia e rilievi
con pennello ; CXXXI : per temperare il bolio ( che serve per
attaccare l’ oro in tavola ) e stenderlo in tavola. Prendi l’ albume d’
uovo e mettilo in una scodella invetriata e montala a neve e
aggiungi un po d’ acqua. Lascia riposare dalla sera alla mattina. Con
ciò macino il olio : prendi una spugna e intingila nell’ acqua ,
spremila e passala leggermente sopra le parti dove vuoi mettere l’
oro. Prendi un pennello grassetto e distendi il bolio facendo
attenzione a uniformare il tutto. Lascia riposare e distendi il bolio
più volte ; CXXXIV : per mettere l’ oro in tavola deve esserci tempo
umido. Fissa la tavola su 2 trespoli , spazza bene la tavola con le
penne d’ oca , prendi un raffietto e togli i granellini se vi fossero.
Con una pezza di lina lucida il bolio. Prendi un bicchiere d’ acqua e
mischia con albume dell’ uovo. Prendi un pennello grossetto. Prendi
l’ oro puro con delle pinzette e appoggialo in pezzo quadrato di carta
e con pennello bagna il bolio uniformando la miscela di albume e
acqua ; CXXXV : per brunire l’ oro che hai messo prendi una pietra
che si chiama lapis amatita oppure è buono dente di cane , di leone ,
lupo o animali carnivori ; CXXXVI : per fare la prieta per brunire oro
prendi un pezzo di ematite dura e levigala ( levigatura serve per non
danneggiare la superfice dorata ) e lucidala : prendi il porfido con
sopra polvere di carbone e mischia il carbone con l’ ematite e
diviene lucida come diamante. Quando vuoi usare l’ ematite per
brunire oro o argento fai attenzione a non rovinarla e tienla lontano
dal’ acqua ; CXXXIX: per conoscere l’ oro migliore deve essere
striato. Nelle cornici e fogliami l’ oro deve essere in lamine sottili
mentre per i fregi dei mordenti deve essere sottilissimo e leggero
come una ragnatela ; CXL : per volgere le aureole , granate sull’ oro e
ritagliare contorni delle figure , dopo che hai brunito l’ ancona
prendi il compasso e disegna la circonferenza dell’ aureola , granisci
le figure ( imprimi motivi decorativi minuti sull’ oro ) come
brillassero come panico ( tipo di cereale ). Dopo aver fatto aureole e
fregi prendi dei ferretti e gratta via l’ oro che avanza o che va sopra
la figura. Puoi granire con l’ oro fogliami , angioletti. Granisci tanto
nei rilievi , un poco nei mezzi e negli scuri non granire ( perché il
colore lucente dell’ oro negli scuri viene adombrato ). Prima di
granire disegna sull’ oro ciò che vuoi fare con stilo d’ argento o
ottone ; CXLI : per fare un drappo d’ oro o nero o verde o di altri
colori in campo d’ oro , metti l’ oro con olio e con i ferretti gratta via
le pieghe dei vestiti. Se vuoi fare il troppo rosso campeggia l’ oro
brunito con cinabro ; se devi scurirlo usa la lacca , se devi
biancheggiarlo usa il minio : tutti e 3 temperati con rosso d’ uovo.
Lascia seccare e campeggia per 2 volte. Per farlo di azzurro
oltremarino campeggia l’ oro con biacca temperata con rosso d’
uovo , lascia seccare e aggiungi un po di colla e un po di rosso d’
uovo e campeggia sopra la biacca per 2 volte. Prima disegna i
drappi su carta e fora i contorni del drappo con un piccolo ago ,
mettendo la carta sopra un asse di legno. Secondo il colore del
drappo devi spolverare : se è bianco spolvera con carbone legato a
pezzuola ; se è nero spolvera con biacca legata a pezzuola ecc.. ;
CXLII : per disegnare , grattare , e granire un drappo d’ oro o d’
argento dopo aver spolverato il drappo prendi uno stiletto d’ osso
appuntito da un lato e piatto dall’ altro per grattare. Con la punta
dello stile disegna il drappo e granisci con la rosetta. Ciò vale anche
per l’ argento che è utile per insegnare ai fanciulli perchè fa meno
danno al contrario dell’ oro ; CXLIV : per contraffare in muro il velluto
o panno di lana o di seta in muro o in tavola fai il vestito temperato
con tuorlo uovo del colore che vuoi , poi con pennello vai facendo i
peluzzi del velluto con tempera ad olio. Per fare contraffare un
panno in muro è buono dipingere un panno rovescio ( che ha il pelo
al rovescio ). Cennino tende alla riproduzione dei materiali non
mediante chiaroscuro e colore ma imitando matericamente l’
oggetto. Per dipingere bagna la calcina con pennello. La calcina
viene ruvida e sporca e dipingi il tuo panno così senza pulire il muro
e ti darà l’ illusione della materia ; CXLV : per dipingere in tavola e
per stemperare i colori. Per iniziare a dipingere in tavola lavora
come lavorassi in affresco solo che prima devi dipingere case e
vestiti anzichè i volti. Inoltre devi temperare i colori sempre con
tuorlo d’ uovo la stessa quantità del colore che usi. I colori per la
tavola vogliono essere meglio tritati. Inizia a fare i vestiti con la
lacca come in affresco : prendi una parte del colore che vuoi , 2
parti di lacca e 1 di biacca e fai 3 tonalità diverse dal chiaro allo
scuro di poca variazione l’ uno dell’ altro. Prendi l’ ancona coperta
dal lenzuolo per non rovinare l’ oro e il gesso e prima di lavorare
lavati le mani. Prendi pennello piccolo col colore più scuro fai le
pieghe in ombra , con quello di mezzo comincia a dipingere le parti
verso il rilievo , con quello chiaro campeggia i rilievi. Ripassa il
colore più volte e sfuma le parti fra loro. Con biacca pura temperata
con rosso d’ uovo tocca sopra i maggiori rilievi e con lacca pura
temperata con rosso d’ uovo tocca gli scuri maggiori ; CXLVI : per
fare dei vestiti azzurri o d’ oro o porpora. Se vuoi farlo d’ azzurro
prendi 3 o 4 parti di azzurro oltremarino e fai 3 tonalità dal chiaro
allo scuro. Allo stesso modo fai così anche in muro e in secco con
tempera di rosso d’ uovo. Se vuoi dragare vestiti in oro usa il biffo
( violetto ) negli scuri delle pieghe. Per fare i vestiti di porpora fai il
vestito bianco ombreggiato con un poco di biffo chiaro e
drappeggialo di oro puro e ritoccalo campeggiando le pieghe sopra
all’ oro di un po’ di biffo più scuro ; CXLVII : per dipingere visi , mani ,
piedi e tutte le incarnazioni prendi un po’ di verdettera e biacca ben
temperata e stendi 2 volte sopra il viso , mani , piedi e sopra le parti
nude creando il proplasma ( sottomodellato verde presente in gran
parte della pittura italiana del 2-300’ ). Questa prima stesura serve
per dipingere visi di giovani , bisogna temperare questa stesura con
rosso d’ uovo di galline di città perchè il tuorlo di queste è più
bianco al contrario di quelle di campagna che è piu scuro e serve
per dipingere volti di vecchi o bruni. Se in muro facevi le tonalità di
rosa con il cinabrese , su tavola devi usare il cinabro ( non usare
cinabro puro ma con un po di biacca ) per fare incarnazione e fai 3
tonalità diverse dal chiaro allo scuro. Fai attenzione a non accostare
il rosa al verdaccio ma accosta l’ incarnato più scuro al verdaccio
cercando lo sfumato. Stendi il colore più volte perchè in tavola
richiede più stesure al contrario del muro però facendo attenzione
che il verde sotto le incarnazioni non si risalga in superficie.
Biancheggia con biacca pura i rilievi del volto come sopra le ciglia o
sopra la punta del naso. Prendi la sinopia scura con una briciola di
nero e profila ogni estremità di naso , occhi , ciglia , capelli , mani ,
piedi con tempera di rosso d’ uovo ; CXLVIII : per dipingere un morto
( le parti nude ) , capelli e barbe. Fai la prima stesura con verdeterra
e biacca temperata , non usare il rosa perchè il morto non ha colore.
Prendi un po di ocra chiaro e biacca e tempera con rosso d’ uovo fai
3 gradi di incarnazione. Fai una gradazione più chiara ogni volta che
vai facendo rilievi fino a usare la biacca pura. Fai ogni contorno di
sinopia scura con un po di nero temperato chiamato sanguignio e
allo stesso modo fai la capigliatura con varie variazioni di
verdaccio ; CXLIX : per dipingere un uomo ferito e la ferita prendi
cinabro puro e stendilo dove vuoi fare il sangue. Prendi un po di
lacca pura temperato con rosso d’ uovo e vai facendo le ombre del
sangue ; CL : per dipingere un corso d’ acqua con o senza pesci. In
muro usa il verdaccio per fare la parte di sopra del pesce e
ombreggia la parte di sopra e schiarischi col bianco ( se sei su
tavola la biacca , in muro il biancosangiovanni quella di sotto )
così come tutti gli animali irrazionali. E ombreggia col verdaccio i
pesci. Puoi fregiare d’ oro o d’ argento a piccoli tocchi ( cardare )
per es alcune spine del pesce. Poi stendi per tutto il campo
verderame temperato con olio. E se non vuoi usare l’ olio prendi
verdeterra o verde azzurro mai stai attento a non coprire i pesci. Se
vuoi biancheggiare le onde usa il biancosangiovanni in muro e la
biacca con rosso d’ uovo su tavola ; CLI : per fare un buon mordente
per fissare l’ oro nei panni e adornamenti. Un mordente buono in
muro , tavola , ferro e vetro si fa con olio cotto al fuoco o al sole.
Trita con l’ olio un po di biacca e di verderame e metti un po di
vernice liquida e lascia bollire e conserva dentro un vasetto di
vetro : per usarlo prendi un pennello fatto di penna di colombo o
gallina e rendilo appuntito con la punta che esce appena dalla
penna. Intigni la penna nel mordente che hai creato e dipingi
adornamenti e fregi e lascia asciugare. Tasta ciò che hai dipinto con
il polpastrello dell’ indice della mano destra e vedi se è pronto il
mordente e taglia un pezo d’ oro puro e mettilo sopra con le pinzette
e attaccalo con cotone e metti sopra il pezzo d’ oro il mordente.
Lavora sempre con le mani pulite e con lamine d’ oro molto sottili.
Puoi conservare i residui di oro che è buono per orefici. Prendi del
cotone e brunisci l’ oro sopra ciò che hai adornato ; CLII : per
temperare questo mordente per mettere più presto d’ oro. Se vuoi
che il mordente del capitolo CLI durì 8 giorni prima di mettere l’ oro
non mettere verderame. Se vuoi che duri 4 giorni metti un po di
verderame ( verderame serve per fare seccare l’ olio ). Se vuoi che
sia buono da una sera all’ altra metti tanto verderame e un briciolo
di bolo ; CLIII : per fare un mordente con l’ aglio e dove adoperarlo.
Prendi agli puliti e pestali in un mortaio e stringili per fare uscire il
succo con una piccola pezza. Prendi il succo dell’ aglio che hai
ottenuto e trita con questo un po di biacca e di bolo , poi metti il
tutto in vasetto coperto e conservalo. Usa agli non vecchi ne troppo
giovani. E quando vuoi usare questo mordente mettilo in un vasetto
con orina e mescola con un bastoncino ; CLV : come verniciare le
tavole. Più tempo aspetti affinchè la vernice si asciughi meglio è
( almeno un anno ). La vernice è un miscuglio forte che annulla ogni
altra tempera ( Cennino sottolinea la capacità delle vernici di
modificare l’ aspetto di un’ opera ). Sopra la vernice metterai i
colori i quali diventeranno belli e lucenti grazie all’ azione della
vernice. Prendi la più chiara e lucida vernice liquida che puoi trovare
, metti la tavola e la vernice a riscardare al sole e puliscila al meglio
che puoi e lavora in una giornata senza vento perchè il vento può
portare polvere sottile che non vedi sopra la tavola. Puoi lavorare
bene in certi prati d’ erbe o in mare , luoghi dove la polvere non ti
infastidisce. Stendi uno strato sottile di vernice sopra la tavola ma
non andare sopra l’ oro che non la sopporta. La puoi stendere con
mano o con pezzo di spugna. Se non vuoi asciugare la vernice al
sole cuoci prima la vernice perchè la tavola non vuole essere troppo
esposta al sole ; CLVI : per far sembrare la tavola inverniciata prima
che lo sia prendi l’ albume dell’ uovo e montalo a neve ben soda e
lascia riposare una notte. Prendi un vasetto e metti questa miscela
e con pennello la stendi sopra le figure di legno o di pietra e
passarle sopra visi , mani e incarnazioni. Facendo così appariranno
verniciati ; CLVII : per miniare e mettere l’ oro in carta. Prima di
miniare disegna con stilo di piombo le figure o quello che vuoi su
carta e ripassa le figure con penna. Prendi del asiso ( miscela usata
nella miniatura come substrato per preparare la pergamena a
ricevere oro , doveva avere proprietà adesive e granulometria
finissima per questo si usa il gesso sottile e biacca , non doveva
screpolarsi nel tempo per questo si aggiungevano sostanze
plasticizzanti come lo zucchero e spesso l’ asiso doveva essere
colorato con sostanze rosso-arancio come la sinopia il cinabro o il
bolo armenico per rendere più caldo il tono dell’ oro come nella
pittura su tavola a differenza che su tavola bisogna usare come
substrato il bolo che si fa prendendo un po di gesso sottile e meno
di un terzo del gesso di biacca , prendi un po di acqua di zucchero
candito cioè depurato in quantità minore della biacca ( in funzione
di plasticizzante della miscela ). Lascia seccare all’ ombra. Quando
devi mettere oro prendi un po di asilo e mischialo con albume
montato a neve. Lascia seccare. Prendi dell’ oro e con alito o senza
alito distendilo con l’ asiso e prendi la pietra da brunire e bruniscilo
subito tenendo sotto la pergamena una tavoletta. Con l’ asiso sopra
puoi anche scrivere lettere. Controlla sempre che l’ asiso sia steso
con pennello omogeneo ; CLIX : per fare il colore porporina che è
simile all’ oro. Stai attento a non usarlo insieme all’ oro o all’
argento che si guasta tutto. Per fare porporina prendi sale orminiaco
( cloruro d’ ammonio che si fa con sale marino e sterco animale ) ,
stagno , zolfo , argento vivo ( tutti la stessa quantità tranne l’
argento di meno ). Metti questi ingredienti in un’ ampolla di ferro e
fondili al fuoco. Poi tempera con albume e gomma. Si usa per
colorare i vestiti su carta temperando con gomma arabica ; CLX : per
macinare l’ oro e l’ argento e come si tempera per fare vegetazione
e adornamenti. Se vuoi fare della vegetazione con inserti dorati
prendi i pezzi d’ oro puro e mettii sul porfido e con albume montato
a neve trita l’ oro e metti tutto in un vasetto di vetro. Si può
temperare con gomma arabica in carta. Se fai le foglie di alberi
mischia con l’ oro il verde ben sottile e macinato per le foglie scure.
Usa lo stesso impasto anche per i cangianti ; CLXI : tutti i colori che
adoperi in tavola li puoi usare in carta ma macinali bene in carta ( i
colori su carta si chiamano pezzuola e non hanno corpo : si
chiamano pezzuola perchè fra i miniatori era diffuso l’ uso di
intridere i ritagli di lino bianco con coloranti. Dopo averli fatti
seccare all’ ombra , questi venivano trattati successivamente con
soluzione di allume di rocca e lasciati di nuovo seccare. Al momento
dell’ uso , le pezzuole venivano immerse nel recipiente contenente il
legante , di solito una soluzione acquosa di gomma arabica a cui
cedevano il colore ). Se vuoi un colore di verzino ( legno rosso di
brasile ) bollito con lisciva e allume di rocca , lascia freddare e
macina con calcina viva e così il colore acquista consistenza ; CLXII
: per lavorare in tela o in zendado ( tessuto di seta leggerissimo ).
Prendi la tela e stenderla bene e fissala sul telaio con i chiodi. Poi
prendi gesso sottile e un po di amido ( zucchero ) e macina con la
colla che si usa per temperare il gesso sottile. Prima di tutto stendi
la colla riscaldata con pennello sulla tela e assicurati che sia forte.
Prendi la tela quando è asciutta. Prendi una spatola per raschiare ,
metti il gesso sulla tela e livella. Prendi un coltellino per togliere i
nodi della tela. Prendi il carbone che usi per disegnare in tavola e
disegna in tela e ripassa con inchiostro e acqua. Se vuoi mettere le
aureole o un campo d’ oro brunito in tela lo si fa con il mordente di
olio di lino. Per fare questo mordente prendi del gesso sottile con un
po di bolio e tempera con albume e un po di colla e stendi questo
dove vuoi mettere l’ oro. Lascia seccare e livellalo un po. Poi stendi
del olio macinato e temperato come quello che usi per le tavole e ne
dai 5 o 6 volte. Lascia seccare per qualche giorno. Metti l’ oro come
fai in tavola e bruniscilo tenendo sotto la tela un asse di legno con
in mezzo un cuscino : così granisci e incidi le aureole. Come dipingi
le ancone fai lo stesso sulla tela , lavora più delicatamente in tela
perchè questa assorbe come in muro ( è come se lavorassi in
affresco ). Il colore vuole essere steso più volte più della tavola
perché la tela è meno consistenza dell’ ancona e nel verniciare
nasconde le parti mal campeggiate. Tempera i colori della tela come
fai in tavola ; CLXIII : per lavorare in tela nera o azzurra o in cortine.
Distendi la tela come in CLXII. Non bisogna ingessare e non si può
disegnare con carbone. Prendi un gesso da sarto e spezzalo in più
parti come fai con i carboni e mettili dentro la penna d’ oca e
disegna. Ripassa il disegno con biacca temperata. Stendi la colla
che usi per temperare i gessi in ancone e dipingi vestiti , case ,
montagne. Per dipingere cortine , taglia della tela bianca e mettila
sopra a una tela azzura attaccandola con sugolo ( colla fatta con
farina cotta in acqua ) e dipingi con acquerelli di colori ( pigmenti
diluiti in acqua ) senza verniciare. Puoi usare il pennello nelle
cortine per fare fogliame usando indaco con biacca pura temperata
con colla e puoi lasciare fra le foglie un po di spazio per fare fregi in
oro con mordente ad olio ; CLXIV : per disegnare in tela o zendado
per servigio dei ricamatori. Fatti mettere il telaio disteso dai
ricamatori , se è tela bianca prendi i carboni usati e disegna e
ripassa con penna e inchiostro puro con pennello. Pulisci il segno
del carbone. Prendi una spugna bagnala e strizzala e passala sul
retro della tela dove non hai disegnato. Poi con pennello piccolo
ombreggia gli scuri e vai sfumando. Se la tela si asciugasse prima di
aver ombreggiato ribagnala con la spugna ; CLXV : per lavorare lo
zendado , gonfaloni , stendardi e mettervi in questi aureole d’ oro o
campi d’ oro. Per lavorare questi tessuti distendili sulla tela e prendi
carboni neri o bianchi e disegna e rafferma con inchiostro o colore
temperato. Se devi disegnare la stessa immagina sia dietro che
davanti metti il telaio al sole con la faccia del disegno verso il sole e
vai dall’ altra parte del telaio e col pennello con colore temperato e
dipingi seguendo l’ ombra del disegno. Poi incolla con la colla che
hai usato per la tempera del colore nei luoghi dove devi dipingere e
metter l’ oro mescolando la colla con albume. Dopo aver incollato se
vuoi mettere aureole o campi d’ oro brunito prendi gesso sottile e un
po di bolio armenico mischiato con un pizzico di zucchero. Poi
prendi la colla , un pochino di albume e un po di biacca e stendi ciò
dove vuoi mettere l’ oro. Stendi il olio. Metti l’ oro con acqua
mescolando un po di tempera del bolio ( bolio , zucchero , gesso
sottile ). Brunisci e granisci. Puoi dipingere usando colori temperati
con rosso d’ uovo e campeggiali più volte. Puoi mettere aureole o
campi d’ oro con mordenti ad olio e adornamenti con mordenti di
aglio e verniciarti poi ; CLXVI : dipingere e mettere oro in velluti.
Disegna i tuoi lavori con penna o con inchiostro o con biacca
temperata. Se devi dipingere o mettere oro prendi la colla e albume
e un po di biacca e stendi questa miscela sopra il velluto ; CLXVII :
per lavorare in panno di lana. Se devi lavorare panni di lana con
ricami dorati o argentati per tornei d’ armi prendi il carbone che
deve essere dello stesso colore del vestito e disegna e ripassa con
penna. Prendi albume montato a neve e colla e stendi la miscela sul
panno dove devi mettere oro poi quando è asciutto brunisci. Ripassa
la miscela altre 2 volte. Quando è secca passa il mordente e metti
oro o argento ; CLXVIII : per lavorare i drappi per i cavalli , divise e
tuniche per tornei d’ armi. Tutte queste si fanno di carta bambagina.
Prendi la carta bambagina e bruniscila d’ oro o d’ argento. Per
brunire : macina bene un po d’ ocra , gesso da sarti , un po di bolio
tutte temperate con colla leggera e con pennello distendi la miscela
su carta bambagina. Quando sono asciutti ritorna e bagna una parte
con pennello e una parte metti d’ oro. Per brunire la carta prendi una
pietra piana e sopra questa brunisci. Sopra i fogli bruniti puoi fare
animali , fiori , divise ; CLXIX : per fare cimieri di elmi per tornei d’
armi o per governanti. Per fare ciò prendi cuoio bianco che sia
conciato con mirto e vallonea. Stendi il cuoio e disegna i cimieri ,
disegnane 2 e cucili insieme ma lascia un po di spazio in mezzo per
mettere il sabbione. Metti al sole il cimiero per più giorni. Quando è
asciutto tirane fuori il sabbione e passa 2 o 3 volte la colla sul
cimiero. Prendi del gesso grosso macinato con colla e mischia
dentro della stoppa battuta ( residui del lino e della canapa ) e vai
modellando la forma che vuoi ( uomo , animale , uccello ecc.. ).
Prendi del gesso grosso macinato con colla e stendilo col pennello 3
o 4 volte sopra il cimiero. Poi quando è secco puliscilo e ingessalo
come si ingessa col gesso sottile in tavola. Puliscilo nuovamente
quando è secco. Se devi mettere l’ oro stendi il bolo come in tavola
così come il colorire e verniciare ; CLXX : come lavorare i forzieri e
dipingerli e adornarli. Se li vuoi fare sontuosamente ingessali e
metti oro , dipingi , adorna , vernicia come in tavola. Se vuoi lavorare
forzieri meno pregiati stendi la colla e incamotta le rotture. Lascia
asciugare e pulisci. Se li vuoi adornare di certe figure di stagno o
altro materiale : prendi una pietra macigna ( la pietra macigna sono
di 2 diversi tipi la pietra bigia e la pietra serena usate come
materiale da costruzione ) e intagliale scavandole un poco da dentro
e costruisci la tua statuina di persona , animale o cosa ecc.. Prendi
dello stagno battuto e mettilo sopra il calco da riempire. Prendi un
panno bagnato e spremilo e mettilo sopra lo stagno e con l’ altro
mano prendi un martello di salice e batti il panno e batti col
martello da una e dell’ altra parte. Prendi gesso grosso macinato
con colla e con una stecca stendilo sullo stagno. Con la punta di un
coltellino incidi lo stagno e ripassa il gesso e la colla sullo stagno
abbondantemente. Quando è secco prendi un coltellino affilato e
metti i pezzetti di stagno sopra un asse di noce piana e modella lo
stagno per formare la figura che vuoi e scarta le parti che avanzano.
Quando hai ingessato e dipinto i forzieri prendi della colla forte e
bagna bene sopra il gesso delle figure e attaccale sul forziere e
dipingi le figure e verniciale. Quando è asciutto prendi un albume d’
uovo sbattuto a neve e con spugna bagnata stendi l’ albume sopra la
vernice e paliali ( decora con campiture larghe ) ; CLXXI : per
decorare vetro e finestre che si mettono per adornare le ancone e le
reliquie. Per decorare una finestra segna la larghezza e lunghezza.
Prendi tanti fogli di carta incollati insieme per misurare la grandezza
della finestra. Disegna col carbone e con inchiostro e ombreggia
come fai in tavola. Dai il disegno al vetraio che ti darà un colore che
si fa di limatura di rame macinato che tu puoi usare su ogni vetro
con un pennello appuntito ombreggierai la figura. Poi il vetraio
cuoce le lastre di vetro in casse di ferro unendole poi insieme. Sopra
i vetri puoi disegnare drappi di seta , vidigare ( decorare con motivi
sottili ) e palmare. Se devi figure piccole usa il colore con tempera
ad olio e lascia seccare al sole ; CLXXII : per lavorare un mosaico
per adornamento di reliquie e mosaico di buccioli di penna e di
gusci d’ uovo. Per fare il vetro per le reliquie : prendi un pezzo di
vetro trasparente senza bolle d’ aria e lavalo con lisciva e carbone
fregandolo , risciacqua con acqua e lascia asciugare. Prima di
lavarlo taglialo della misura che vuoi. Prendi l’ albume e mettila in
una scodella e preparala come fai i mordenti per mettere oro e
lascia riposare per una notte. Prendi un pennello e bagna il vetro dal
rovescio. Prendi un po di oro di maggior spessore e mettilo sopra un
pezzo di carta e appoggialo sul vetro e con cotone calca l’ oro
delicatamente facendo attenzione che l’ albume non vada sopra l’
oro. Lascia seccare all’ ombra per più giorni. Quando è secco prendi
una tavoletta piana foderata con zendado e appoggiala sulla finestra
e lavora stando col capo sotto la finestra. Prendi un piccolo ago
legato a un asta e disegna la figura sul vetro e incidi leggermente
perchè il disegno non si può togliere. Lavora di punta delicatamente.
Il giorno che devi lavorare il giorno prima riposati perchè questo è
un lavoro assai faticoso. Per togliere certe campiture di colore
prendi uno stilo di piombo e sfrega con questo togliendo l’ oro e
dirigiti dietro ai contorni della figura. Prendi colori macinati ad olio e
dipingi. Per risaltare meglio le figure usa il nero. Puoi lavorare il
mosaico prendendo colori temperati con albume e poi vernicia come
fai in tavola. Per campeggiare le figure su mosaico prendi foglietti
dorate o argentate di oro grosso battutto o argento grosso battuto
tagliato sottilmente e con le pinzette prendi l’ oro e campeggia i
gusci d’ uovo frantumati dove il campo richiede oro. Campeggia di
gusci d’ uovo frantumati il campo che deve essere bagnato con l’
albume e metti l’ oro. Lascia asciugare e brunisci con carta
bambagina ; CLXXIII : per lavorare e dipingere panni di lino. Panni di
lino che sono buoni per guarnelli di putti ( vestiti femminili scollati e
senza maniche ) e per leggii di chiese. Per lavorarli prendi un telaio
fatto come finestra incamottata confitta su strisce di lino o
canovaccio. Quando vuoi dipingere il lino avvolgilo con un panno e
mettilo sopra il telaio e prendi una tavola di noce dove devi
disegnare uno stampo di un drappo da seta o foglie o animali ( l’
autore raccomanda che la forma dello stampo di legno e il motivo al
suo interno siano regolari e registrati per permettere una sequenza
ordinata e continua del motivo sul tessuto ). Quando vuoi lavorare
prendi un guanto nella mano sinistra e macina del nero di serpenti di
vite macinati con acqua e asciuga al sole o con fuoco. Quando è
secco macina con vernice liquida e spalmala sulla tela di lino
omogeneamente. La tela richiede colori che in certi punti spiccano
all’ occhio , colori di una struttura più “ leggera “ come giallo , rosso
e verde. Per fare il giallo prendi lo zafferano scaldalo al fuoco e
stemperalo con lisciva , prendi un pennello piccolo e dipingi
animali , figure o fogliami. Prendi del verzino mettilo in ammollo con
lisciva e fallo bollire con un po di allume di rocca fino a raggiungere
un color vermiglio , spegni il fuoco e ottieni il rosso. Per il verde
prendi verderame macinato con aceto e un po di zafferano e un po di
colla non forte ; CLXXIV : per brunire d’ oro una scultura di pietra.
Pulisci la tua scultura , prendi della colla che usi per ingessare le
ancone e bollila , e passala bollente sopra la figura e lascia seccare.
Prendi carboni di rovere e pestali e setaccia col crivello ( deve
essere a maglie piccole come chicco di miglio ) la polvere dei
carboni e metti da parte la polvere setacciata. Cuoci olio di semi di
lino per fare mordenti mischiato con vernice liquida. Metti in un
vasello e aggiungi il carbone setacciato e con pennello stendi la
miscela sulla scultura e lascia asciugare. Quando è secca prendi un
bicchiere di colla e mischia con rosso d’ uovo e con la spugna
intinta di questa miscela passa sopra il mordente. Fai questo perchè
la pietra è umida e questo olio permette al carbone di contrastare l’
umidità della pietra. Poi prendi gesso grosso e colla temperata
come ingessi un piano di un ancona ( in questo caso metti non 1 ma
2 o 3 tuorli ) e passa sopra la scultura 2 o 3 volte e lascia seccare.
Quando è secco raschialo e pulisci la scultura così come fai per le
ancone. Poi prendi gesso sottile e colla e tempera con tuorlo e
stendi più volte la miscela come se ingessassi l’ ancona. Lascia
seccare e raschia delicatamente. Metti del bolo temperato come fai
per le ancone e brunisci con pietra o dentello l’ oro ; CLXXV : per
rimediare all’ umidità del muro dove si deve dipingere. L’ azione dell’
olio per la tavola e uguale all’ umidità del muro : come l’ olio
corrompe il gesso e le sue tempere così l’ umido corrompe la
calcina. Se piove e l’ acqua il davanti del muro non è un problema
ma se piove dietro il muro fa danno. Prima di lavorare bisogna
assicurarsi di coprirlo se fosse necessario ecc… Se l’ acqua non si
può evitare prendi olio di semi di lino per fare mordenti, bollilo e
passalo sopra il muro con pennello. Stempera mattone frantumato e
passalo con pennello sul muro che venga ben ruvido. Lascia seccare
per qualche mese. Con cazzuola prendi grassello di calce ( che si
raccoglie in superfice nelle vasche in cui veniva prodotto per
spegnimento della calce viva con acqua ) e mischia con sabbione in
stessa quantità e mischia con polvere setacciata di mattone
frantumato e smalta e fai che sia ruvido. Quando vuoi dipingere
smalta l’ intonaco sottilmente ; CLXXVII : per lavorare camere , logge
a verdeterra o in secco. Quando trovi camere o logge
precedentemente smaltate e le vuoi lavorare in verde : prendi
verdeterra macinato con colla non troppo forte che usi per
ingessare le ancone e stendi sul campo con pennello grosso 2 o 3
volte. Quando è asciutto disegna con carbone e ripassa con
inchiostro o con nero ( carbone di serpenti di vite temperato con
tuorlo ). Spazza il carbone prendi un recipiente di acqua e metti
dentro un po di miele e mischia. Prendi una spugna e intridila nel
recipiente e passa sopra il muro che hai dipinto di verde ; CLXXVIII :
per verniciare la tavola lavorata di verdeterra. Raschia carta
pecorina e bollila in acqua fino a che diventa colla. Passa la colla
con pennello grosso sopra la tavola dove devi passare la vernice.
Lascia seccare per 3 o 4 giorni e passa la vernice ; CLXXIX : come ,
avendo dipinto il viso umano , si lavi e si toglie il colore. Per
dipingere i volti usa colori temperati con uovo o se vuoi farli più
accesi usa olio o vernice liquida. Se vuoi togliere il colore prendi
tuorli d’ uovo e sfrega i tuorli con la mano sopra i volti. Prendi acqua
bollita con crusca di frumento ( remola ) e passalo sulla faccia più
volte e il colore andrà via ; CLXXXII : come fare il calco di un volto
per ricavare la maschera d’ uomo o donna. Prendi il tuo soggetto ,
uomo donna o vecchio. Non fare la capigliatura o barba perchè viene
male. Prendi olio rosato ( olio dove sia messo rose in infusione ) e
con pennello grosso ungi la faccia. Mettili in capo un cappello e
prendi una benda e avvolgi la sommità della testa sopra il cappello
e cuci l’ orlo intorno al cappello dall’ orecchio all’ altro. Metti nel
buco delle orecchie un po di cotone e cuci l’ orlo della benda alla
base del collo e fai passare la pezza a metà dell’ altezza delle spalle
fino ad avvolgere la testa. Fai stendere l’ uomo o la donna su un
tappeto. Prendi un cerchio di ferro largo una o due dita dentellato e
circonda la faccia del soggetto e fissalo.CLXXXIII : come fare
respirare una persona alla quale si fa il calco del volto per
maschera. Fai lavorare a un orafo 2 cannelle di ottone o d’ argento le
quali siano più aperte sopra che di sotto come la tromba di
grandezza quanto una spanna e che siano forati nel mezzo ; CLXXXIV
: come mettere il gesso sul calco e come si toglie o si conserva o si
butta di metallo. Metti le cannelle per respirare nelle narici del
soggetto e falle tenere in mano al soggetto stesso. Prendi gesso
bolognese o volterrano cotto e ben setacciato. Prendi acqua tiepida
in un catino e metti il gesso nell’ acqua. Fa presto sennò si indurisce
e fai una miscela ne troppo densa ne troppo diluita. Prendi un
bicchiere e stendi la miscela sul viso omogeneamente. Fai tenere
occhi e bocca chiusi come se dormisse ( non forzare i muscoli ) e
quando hai messo la miscela fino un dito sopra le narici lascia
riposare fino a quando non si addensa l’ impasto. Se il soggetto è di
grande importanza ( re , imperatore , papa ecc ) usa il gesso con
acqua rosa tiepida ( miscela profumata ottenuta distillando petali e
altre parti delle rose insieme ad altri aromi ) , ad altre persone
semplice acqua. Quando è secco con forbici taglia la benda , togli le
cannelle dal naso e fagli staccare la maschera che ha addosso e
conserva la maschera. Avvolgi con un fascia da putti la maschera e
con un pennello grosso ungi con olio il calco. Poi prendi olio , gesso
e matton pesto e con un bicchiere stendi la miscela sulla maschera
uniformemente che non faccia bolle. Fai riposare un giorno. Con un
martellino rompi la parte più esterna e buttala e con ciò che rimane
puoi gettare il rame , bronzo , oro , argento , piombo ecc ; CLXXXV :
come la fare il calco di un uomo o donna nudi o animale e gettarlo
nel metallo. Fai posare un uomo o una donna nudi e fare starli in
piedi in una cassa fino al mento. Prendi una piastra di rame sottile e
ponila come base della cassa e non farla toccare dall’ ignudo e
fissata sulla cassa. E fai lo stesso per i lati. Ungi l’ ignudo e mettilo
in piedi sulla cassa. Metti del gesso con tanta acqua tiepida. Lavora
in compagnia : uno riempe la parte davanti , l’ altro dietro affinché la
cassa si riempa fino all’ altezza della gola , volto escluso. Lascia
rassodare il gesso e chiud la cassa. Poi apri con uno scalpello come
aprissi una noce e fai uscire l’ ignudo e lavalo. Poi getta il metallo
che vuoi sul calco , io ti consiglio di cera perché puoi rimediare se
lesioni il calco. Poi puoi fare anche il calco della testa e unirla al
corpo. Se vuoi fare il calco degli animali devi ucciderli perchè
devono stare fermi ; CLXXXVI : come fare il calco di se stessi e
fondere nel metallo. Per fare il calco prendi gesso bolognese o creta
morbida. Distendi l’ impasto su una tavola lunga e stenditi supino :
se la creta riceve bene l’ impronta , fai lo stessa operazione per il
davanti e lascia seccare e falla gettare di piombo e unisci le 2 parti
di creta ; CLXXXVII : per fare il calco di statuine di piombo e come
moltiplicare col gesso. Ungi le tue figure e prendi l’ impronta con la
creta e getta il metallo che vuoi. Lascia seccare e ungi con olio.
Prendi gesso sottile o grosso macinato con colla poco forte e
riscalda e stendi sopra il calco. Lascia seccare e con la punta del
coltellino solleva un po di gesso e soffia ; CLXXXVIII : come fare il
calco di una moneta in cera o in pasta. Puoi fare il calco in terra o in
gesso. Falla seccare e frantuma dello zolfo e fondilo nei calchi. Se
vuoi fare calchi di gesso fondili con minio macinato ; CLXXXIX :
come si impronta un sigillo menta con pasta di cenere. Per il sigillo :
prendi un recipiente con metà acqua metti dentro mezza scodella di
cenere e mescola con la mano. Prima che l’ acqua diventi chiara
( perchè la cenere si deposita sul fondo ) travasala in un altro
recipiente e fai così più volte. Lascia riposare fino a che l’ acqua
diventi chiara, filtra l’ acqua e asciuga la cenere al sole. Metti del
sale sciolto in acqua sulla cenere e fai un impasto e puoi improntare
sigilli , statuine , monete. Lascia asciugare e getta piombo , argento
o metallo che vuoi.

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