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Per il lettore goloso, la cucina greca non si riduce ai pochi piatti a uso del
turista di cui praticamente tutti, tornati da una vacanza estiva, conservano
un ricordo spesso standardizzato e che tende, con il tempo, ad affievolirsi.
Se è vero, come sostiene anche l'autore di questo libro, che “la cucina greca
tradizionale assomiglia al suo paese d'origine” e quindi “non è vastissima”,
sono diverse le ragioni per cui vale la pena di conoscerla. La prima è che se
state per partire per una vacanza di sole e vento, mare limpido e suggestioni
mitologiche, vale la pena di sapere cosa vi perdete se, seduti a un tavolo di
una tavèrna o di un ouzerì, vi limitate a ordinare le solite cose. In questo
senso, il ricettario di Jean-Michel Carasso è anche una completissima guida
gastronomica. La seconda ragione è che proprio per quel suo carattere, che
Carasso definisce “passabilmente rustico”, è una cucina di ingredienti,
antica ma vicina a una sensibilità molto contemporanea, quella
dell'attenzione al territorio. Nello stesso tempo, pur essendo
indiscutibilmente mediterranea, risente di molteplici e spesso raffinate
influenze: innanzitutto quella turca – e quindi bizantina –, poi quella araba e
quella persiana, dell'Asia centrale e addirittura indiana. Infine, se in Grecia
siete già stati e volete tornare, potete cominciare a farlo partendo dalla
vostra cucina: da profumi e sapori, accompagnati dai ricordi, e da questo
ricettario.
Jean-Michel Carasso è nato nel Congo Belga nel 1945. Dopo una parentesi
in Francia, si è trasferito in Italia dove ha intrapreso la carriera di cuoco,
specializzandosi nel corso degli anni in uso delle spezie e kasherut ebraica.
Ha gestito le cucine di diversi locali fiorentini tra cui il ristorante della
Comunità Ebraica e un ristorante tutto suo che ha chiuso nel 1996 per
dedicarsi al reparto multietnico del settore banqueting. Nel 2000 ha
pubblicato per Laffont Promenades gourmandes en Toscane.
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Il lettore goloso
Grafica: Grafco3
In copertina: foto di Reinhard Schmid/SIME
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A mio padre, che mi ha trasmesso la passione
per la Grecia, dov’è nato e cresciuto,
e per la cucina greca che ha sempre venerato…
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Introduzione
La cucina greca tradizionale assomiglia al suo paese d’origine: non è
vastissima, è passabilmente rustica, molto mediterranea e gentilmente
orientale.
Alcuni ingredienti di base non sono cambiati dall’antichità, e ancora oggi
la carne d’agnello e di maiale, i formaggi, le olive, le erbe, la cipolla e
l’aglio, i legumi, il pane, la frutta, il vino e l’olio d’oliva fanno parte
integrante della dieta locale. Altri ingredienti oggi fondamentali, come il
pomodoro, il peperone, la patata, i fagioli americani, il caffè e molte spezie,
sono più recenti, come in tutta Europa, ma ormai greci a tutti gli effetti.
Gli apporti esterni nella cucina greca tradizionale sono numerosi, ma
limitati al Mediterraneo e all’area balcanica e mediorientale, per via,
naturalmente, dell’occupazione turca durata quasi cinque secoli, delle
vicinanze geografiche, degli scambi commerciali in cui i greci eccellevano
e di alcuni avvenimenti bellici recenti.
La questione dell’influenza turca non è cosa di poco conto: in effetti
moltissime ricette greche potrebbero essere lette in chiave turca, e alcune
hanno addirittura conservato il loro nome originale. Ma questa visione,
storicamente parziale, non deve far dimenticare che se gli ottomani hanno
portato nelle loro colonie tanti ingredienti e ricette, hanno anche attinto
abbondantemente alle risorse e ai ricettari locali. Inoltre, non può in nessun
modo essere ignorata l’influenza della raffinatissima cucina bizantina su
quella turca, così come gli apporti sulla cucina ottomana delle tradizioni
della Persia, dell’Asia Centrale e persino di quelle indiana e araba. Quindi,
nomi turchi o meno, oggi è difficile stabilire se alcune ricette greche siano
di origine turca o autoctone, anche se alcune vengono riconosciute come
antichissime e autenticamente greche.
Non va poi trascurata l’influenza della cucina della comunità ebraica,
presente in Grecia fin dall’antichità e arricchita dagli apporti sefarditi dopo
la cacciata dalla penisola iberica tra il 1492 e il 1498, che introdussero
numerose ricette legate alla Kasherùt.
In Grecia è ancora molto viva la frequentazione della «taverna», o
trattoria, un locale popolare dove gustare piatti tradizionali a prezzi
contenuti. Si possono trovare così la semplice tavèrna, la psistària o
rosticceria, la psàrotaverna o trattoria di pesce, in opposizione
all’estiàtorio o restaurant, locali più formali e più cari. Alcuni chef
greci, specialmente nelle città importanti, propongono ricette originali e
creative di alto livello, ma nell’insieme la cucina del paese rimane
abbastanza tradizionale, per soddisfare l’esigenza di turisti e stranieri. Fatta
eccezione per qualche ristorante cinese, giapponese o italiano ad Atene e
Salonicco, le cucine degli altri paesi sono poco presenti sul territorio.
I greci amano mangiare a tutte le ore. Mangiano mezè (per
accompagnare le bevute) al kafenìon (caffè) e all’ouzerì (osteria), dolci
come loukoumades e bougatsa nelle friggitorie specializzate,
suvlaki ai banchi di strada, pannocchie arrostite o anelli di pane
koulouria dai venditori ambulanti, biscotti, dolci e gelati di ogni tipo
nelle pasticcerie e nei forni: dall’alba a notte fonda si può trovare di tutto.
Il pasto greco non segue la tipica sequenza italiana: antipasto, primo,
secondo con contorno, dolce. Nei giorni feriali, oltre a quello che
spiluccano fuori casa, i greci mangiano a pranzo e a cena un piatto unico
seguito da un frutto e a volte preceduto da qualche mezè o antipasto che
accompagna un aperitivo. Il concetto di dessert è praticamente sconosciuto
– come in Italia fino a qualche decennio fa – e i dolci sono quasi sempre
consumati a colazione, a merenda, la sera dopo cena oppure nelle grandi
occasioni.
I giorni festivi vengono celebrati con grandi banchetti familiari, aperti da
una serie di svariati mezè cui seguono piatti di carne e verdure, torte
salate, sformati e insalate fresche. Talvolta in queste occasioni si
consumano i dolci a fine pasto.
Una caratteristica spesso sgradita agli italiani è la temperatura a cui viene
servito il cibo. I greci non amano mangiare le pietanze bollenti o molto
calde, e di frequente servono i cibi tiepidi se non a temperatura ambiente.
Nelle taverne non è raro vedere uno straniero rimandare in cucina un piatto
giudicato troppo freddo.
Non esiste una differenza rilevante tra la cucina del continente e quella
delle isole, fatta eccezione per alcune specialità e l’interpretazione locale
delle ricette più diffuse. Le grandi isole meridionali e orientali dell’Egeo,
come Creta e Rodi, offrono una cucina leggermente più «esotica», mentre
nelle isole ioniche come Kerkyra (Corfù) si riconosce una certa influenza
italiana. Il Nord è gastronomicamente più vicino ai Balcani, ma la
sensazione è che si mangino più o meno «le stesse cose da tutte le parti».
Non è esattamente così, naturalmente, ma per conoscere la cucina greca
nella sua integrità e nella sua varietà è necessario frequentare il paese in
stagioni diverse e piuttosto a lungo, magari non da turisti.
Per quanto riguarda le bevande, i greci amano pasteggiare con il vino,
bianco o rosso, oppure con la birra e l’acqua. Il 30% dei vini greci è ancora
di produzione artigianale. Si tratta di prodotti piuttosto rustici, serviti come
«vino della casa» in moltissime trattorie, e la qualità è molto variabile. La
produzione industriale è notevolmente migliorata negli ultimi vent’anni, e
oggi si possono trovare vini in bottiglia di ottima qualità. La famosissima
retsina, il vino bianco resinato conosciuto in tutto il mondo per il suo
gusto «antico» e particolare, è sicuramente fra i più richiesti dagli stranieri.
Spesso è di qualità non eccelsa: per questo non bisogna lesinare sulla spesa
per gustarla al meglio. Le birre greche, sponsorizzate e controllate da
marchi tedeschi, sono ottime. Tra i superalcolici spiccano naturalmente
l’ouzo, aperitivo a base di anice, la mastìcha di Chio, un brandy greco
piuttosto gradevole, e un’infinità di grappe (tsikudià, tsipùro o raki),
industriali o casalinghe, di tutte le qualità.
Kalì òrexi, buon appetito!
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Avvertenza
In questo libro troverete l’essenziale della cucina tradizionale, e i piatti
descritti sono tra quelli più facilmente reperibili e riproducibili dagli
stranieri che visitano la Grecia. Non troverete alcune ricette greche del tutto
simili ad altre italiane; inoltre, anziché indicare ingredienti sostitutivi che
alterano l’originalità e il sapore dei piatti, ho preferito escluderne alcune.
Diversi formaggi e ingredienti particolari di cui parlo nella sezione «Cose
greche» non si trovano in commercio in Italia.
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Cose greche
In Grecia vi potrebbe capitare di imbattervi in ingredienti o cibi particolari
che non conoscete. Questa sezione vi permetterà di destreggiarvi tra le
«cose greche», come ad esempio i formaggi che non vengono esportati, con
l’eccezione della feta, e dai quali iniziamo, citando quelli più
correntemente usati nella cucina greca.
I formaggi (Tyrià)
Feta. È il formaggio greco più noto al mondo, l’unico reperibile quasi
ovunque, che rientra tra gli ingredienti di numerose ricette. All’estero si
trova soprattutto la feta a base di latte vaccino, ma in Grecia viene prodotta
anche con latte di pecora e di capra. È un formaggio bianco, friabile,
conservato a blocchi in salamoia e perciò piuttosto salato, con un retrogusto
acidulo. I greci la impiegano moltissimo, sia per le preparazioni salate sia
per i dolci tradizionali.
Graviera. È la seconda specialità casearia più diffusa dopo la feta. Si
tratta di un formaggio a pasta semidura bucherellata, a base di latte vaccino
sul continente e misto – ovino e caprino – sulle isole, generalmente
stagionato per circa cinque o sei mesi. È leggermente piccante con un
retrogusto di nocciola. Si usa soprattutto grattugiato o per gratinare. Il
graviera più pregiato è quello cretese.
Kasseri. È un formaggio bianco giallastro, liscio, che per la sua pasta
filata ricorda il provolone. Tradizionalmente viene prodotto con latte di
pecora non pastorizzato, a volte con una piccola percentuale di latte di
capra. Ne esiste anche una versione vaccina. Dal gusto saporito, viene
stagionato per circa quattro mesi e consumato fritto, crudo o impiegato
come ingrediente per farciture. Il kasseri stagionato ricorda vagamente il
parmigiano.
Kefalotìri. Prodotto con latte di pecora o capra e molto apprezzato, questo
formaggio a pasta dura ha colore bianco o giallo, subisce una stagionatura
di tre mesi e ricorda il pecorino romano. La pasta è salata e saporita; si
utilizza fritto, grattugiato o come ingrediente nelle torte salate.
Manouri. Formaggio bianco a pasta semidura, si ottiene dal latte di
pecora non scremato a cui si aggiunge panna di pecora, di capra o mista. Il
formaggio viene dapprima scaldato per circa 45’ a 90° C e poi insaccato e
sgocciolato. Non è molto salato ed è usato per arricchire farciture e nei
dolci; si consuma anche al naturale accompagnato dal miele.
Myzithra. È una ricotta greca prodotta con latte di pecora, di capra o
misto. Quando è fresca è dolce e cremosa, e si usa per farcire torte salate e
calzoncini tradizionali, verdure o dolci. Si consuma anche al naturale con il
miele. La versione stagionata, la xinomyzithra, viene impiegata per le
farciture o grattugiata. A Creta di produce una versione molto stagionata e
forte, detta anthòtiro.
Il pane (Artos/Psomì)
Il pane ha una grande importanza nell’alimentazione greca, e anche se il suo
consumo tende a diminuire nelle città, rimane un ingrediente fondamentale
di ogni pasto. Oggi si trovano prodotti di diverse forme e consistenze, ma il
pane bianco (psomì), di farina di frumento o di orzo, rimane quello più
diffuso. È un pane molto piacevole, preparato frequentemente anche con
olio d’oliva, latte e a volte anche miele. Il pane detto «contadino» è spesso
coperto con semi di sesamo o di nigella. Lo psomì ha una crosta dorata,
friabile e sfogliata, mentre la mollica è molto bianca, compatta e dolce.
In Grecia si consuma molto anche la pita (della quale trovate la ricetta
più avanti), simile a quella araba ma con l’aggiunta di olio nell’impasto. Il
disco di pane bianco, morbido e «a tasca», serve per contenere spiedini
suvlaki o farciture fredde, e spesso si consuma insieme agli antipasti
cremosi molto diffusi in Grecia.
Il paximàdia è la versione greca della frisella dell’Italia meridionale:
una mezza ciambella biscottata, perlopiù di farina integrale, che si bagna in
acqua e si copre con ingredienti freschi come pomodoro, cetriolo e cipolla.
Il paximàdia è l’ingrediente principale del dakos cretese, un’insalata
con la feta, della quale costituisce la base nel piatto. Squisito ma difficile
da trovare è il paximàdia alla cannella, specialità cretese. Lo si può
trovare anche a cubetti.
L’eptàzymo è un pane cretese a base di farina di ceci e frumento,
anch’esso venduto a cubetti o a fette, già arrostito dopo la cottura. Ha una
lavorazione difficile (eptàzymo significa «impastato sette volte») e viene
spesso arricchito con cannella o sesamo. Si consuma a colazione e, in
versioni più ricche, durante alcune feste.
Le kulùria sono grandi anelli di pane dorato cosparsi di semi di sesamo.
Vengono spesso venduti per strada da mercanti ambulanti molto
folkloristici, infilati su un lungo bastone. Naturalmente, si possono
acquistare anche presso i fornai e i greci amano consumarle a tutte le ore
come spuntino. Si preparano anche farcite con formaggio o verdure, in una
versione più completa e casalinga.
Il bobota, o pane di farina di granoturco, è decisamente più difficile da
trovare, ma vale la pena di assaggiarlo per il gusto molto fine e particolare.
Da citare, anche se si tratta più di una brioche, il famoso tsurèki pasquale,
una treccia dorata in cui viene inserito un uovo sodo tinto di rosso, oltre al
pane liturghìa, decorato con l’aiuto di un tradizionale sigillo di legno, che
viene benedetto in chiesa e mangiato dopo la funzione. Bisogna poi
ricordare la celebre corona di pane da matrimonio, riccamente scolpita e
aromatizzata con essenza di limone e anice.
Infine, va menzionata anche la pasta phyllo (o fillo), finissima e
traslucida, utilizzata per dolci o preparazioni salate di diversi tipi.
Sovrapponendone più strati, si ottiene una sfoglia sottile e croccante che
non ha eguali. È piuttosto difficile da preparare in casa perché deve essere
sottilissima, e la sua lavorazione richiede abilità ed esperienza. In Italia si
trova surgelata in alcuni supermercati, e fresca in alcuni negozi di alimenti
esotici. Si può sostituire con la pasta sfoglia stesa molto sottilmente.
Pita greca
Per 8 pite
275 g di farina 0 • 275 g di farina forte • 24 g di lievito di birra
fresco • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva • 2 cucchiaini
rasi di sale
Sciogliete il lievito in 3,4 cl di acqua tiepida. Mescolate le farine e
incorporate lentamente l’acqua e il lievito. Una volta formato l’impasto,
aggiungete il sale, continuando a impastare fino al suo completo
assorbimento. Procedete quindi con l’olio fino a incorporarlo del tutto.
Avrete ottenuto un impasto morbido e vellutato di una certa consistenza.
Lasciate riposare l’impasto, coperto da un foglio di nylon per 25’, poi
formate 8 palline da circa 120 g ciascuna. Stendetele usando il matterello e
senza forzare la pasta. Stendete le pite a metà una dopo l’altra, poi tornate
alla prima e finite di stenderle, ottenendo dei dischi grandi come un piattino
da frutta di circa 20 cm di diametro. Disponete le pite su fogli di carta da
forno o su un tagliere, e con il retro dei rebbi di una forchetta schiacciate
tutta la superficie, in modo che non si gonfino durante la cottura. Spruzzate
le pite con un’emulsione composta da 1 parte di acqua e 1 parte di olio
extravergine d’oliva e 1 pizzico di sale. Coprite con un foglio di plastica che
manterrà la superficie umida, e lasciate lievitare per circa 40’. Nel
frattempo portate il forno ventilato a 190° C, con una teglia vuota nella
parte alta. Poco prima di infornare, versate un po’ di acqua nella teglia
ormai calda: questo consentirà una cottura al vapore, mantenendo la
temperatura desiderata. Foderate due teglie con carta da forno e mettete 2
pite su ciascuna. Infornate per 5’, poi girate le pite e cuocetele altri 5’.
Non saranno cotte completamente e risulteranno pallide. Una volta sfornate
fatele raffreddare su una griglia. Se non le utilizzate subito potete impilarle
e conservarle in frigorifero in un sacchetto di plastica sigillato. Se preferite
consumarle subito l’ideale è scaldarle e arrostirle su una griglia al camino,
per poi spennellarle di olio e cospargerle di origano.
Il vino (Oinos/Krassì)
La Grecia vanta da sempre una produzione importante di vini, ma solo da
una ventina d’anni si stanno diffondendo vini di ottima qualità, in
particolare grazie all’aiuto dell’Unione Europea. Il 30% è ancora
rappresentato dai vini artigianali e contadini, con una qualità molto
variabile, ma il settore industriale riesce ormai a competere con i migliori
concorrenti mediterranei. Nel linguaggio colloquiale il vino è detto krassì,
mentre la denominazione ufficiale è l’antico oinos.
Le denominazioni, in ordine di importanza, sono:
PELOPONNESO
Vitigni: Aghiorgitiko, Korinthiaki, Moschato bianco, Moscho
philero,
Refosco, Roditis, Soultanina
Da assaggiare: Nemea, Mantinia, Patras, Aegialia, Tegea,
Arkadia
EPIRO
Vitigni: Debina, Cabernet Sauvignon, Metsovo, Epiro,
Ioannina
Da assaggiare: Debina, Zitsas, Metsovo
MACEDONIA E TRACIA
Vitigni: Asirtiko, Athiri, Roditis, Limnio, Xinomavro, Negkoska,
Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc
Da assaggiare: Naoussa, Amyntaio, Epanomie, Pangea, Florina,
Hemathia
TESSAGLIA
Vitigni: Krassato, Mavro Messenikola, Moschato di Amburgo,
Batiki, Xinomavro, Stavroto
Da assaggiare: Rapsani
ISOLE DELL'EGEO
Vitigni: Aidani, Assirtiko, Limmo, Mandilaria, Monemvassia,
Moschato d’Alessandria
Da assaggiare: bianchi di Santorini, vinsanto di Santorini, rossi
e bianchi di Rodi, moscato di Rodi, moscato di Samos
DODECANESO
Vitigni: Athiri, Mandilaria, Moschato bianco
Da assaggiare: bianchi e rossi di Rodi, moscato di Rodi
CRETA
Vitigni: Vilana, Kotsiphali, Liatiko, Mandilaria, Romeiko
Da assaggiare: Archanes, Peza, Dafnes, Sitia
L’olio (Làdhi)
L’olio d’oliva greco è, in generale, di ottima qualità. I metodi di raccolta
delle olive e la lavorazione sono perlopiù di tipo artigianale, ma con una
grande cura dell’igiene e un’attenzione per l’eccellenza. La Grecia è il terzo
paese produttore di olio d’oliva nel Mediterraneo dopo la Spagna e l’Italia,
e le regioni più importanti per questa produzione sono Creta, il Peloponneso
e la Grecia centrale.
L’olio greco è molto fruttato e profumato, con caratteristiche
organolettiche ottimali, e ricorda alcuni oli del meridione italiano o
spagnolo. La Grecia ha un consumo interno annuo di circa 16 litri pro
capite, con un picco di 30 litri a Creta. In Italia l’olio greco puro non si
trova in commercio, ma metà della produzione greca di olio d’oliva viene
assorbita dall’industria olearia italiana e miscelata con quella nazionale.
L’olio extravergine d’oliva greco ha ottenuto diversi riconoscimenti
internazionali, senza dubbio meritati.
Dolci (Glykà)
I greci adorano i dolci di tutti i tipi, e una visita in una pasticceria greca è
un’esperienza imperdibile! I dolci si trovano in abbondanza anche nei
negozi di alimentari e nei supermercati, per non parlare delle confetterie,
che espongono montagne di dolcezze sia all’interno del negozio sia sui
banchi esterni.
Così nelle pasticcerie troverete i dolci tradizionali a base di pasta phyllo,
frutta secca e miele o sciroppo di zucchero (alcune ricette sono incluse nella
sezioni «Dolci»), accanto a quelli «moderni» impressionanti per dimensioni
e fantasia. Troverete anche dolci particolari e stagionali, come la
mustalevrià, un budino autunnale a base di mosto d’uva e farina, e molte
specialità a base di pasta di mandorla o di noci.
Nelle confetterie è possibile assaggiare alcuni dolci tradizionali come i
loukoum, cubi di gelatina dolcissimi e profumati alla rosa, alla menta o
agli agrumi e spesso farciti con pistacchi o noci; la kidònia o cotognata
profumata al chiodo di garofano; la vanilia o confettura di zucchero
profumata alla mastìcha di Chios, che i greci chiamano anche
ipovrìchio, ossia «sottomarino», perché va consumato lentamente su un
lungo cucchiaio che si immerge in un bicchiere di acqua; i torroni duri a
base di sesamo, o mandorle, e miele; le confetture «al cucchiaio», con pezzi
di frutta o frutta e verdure nane interi, che si servono agli ospiti con caffè e
acqua fresca; i liquori tradizionali alla rosa, agli agrumi, all’anice…
Un’infinità di cose dolcissime che vengono vendute sfuse o confezionate e
che i greci amano regalarsi abitualmente.
Yogurt (Ghiaourti)
L’antica tradizione dello yogurt, portata dai turchi in tutti i Balcani, è molto
diffusa anche in Grecia. Lo yogurt fa parte della vita quotidiana molto più
che in Italia, e si consuma in molti modi: al naturale, dolce, salato, con
miele, frutta o confetture, come ingrediente di salse e ripieni o di impasti
per dolci. Lo yogurt greco è ormai noto anche in Italia, grazie alle due
principali case produttrici greche. Tuttavia va notato che c’è un abisso fra
quello industriale commercializzato in Italia, peraltro molto buono, e lo
yogurt artigianale che si trova in Grecia, in particolare di pecora o capra,
prodotto un po’ dappertutto nel paese da piccole latterie locali e
confezionato in contenitori di plastica o di coccio come in passato. Lo
yogurt greco di pecora o di capra va assaggiato: cremoso, setoso, la
superficie coperta da un velo di panna rappresa, ha il sapore del latte appena
munto e una punta rinfrescante di acido. Si scioglie deliziosamente in bocca
ed è ottimo per la salute. Più di così…
Trachanàs o xynòchondros
Se non avete mai viaggiato in Grecia durante l’inverno, è probabile che non
abbiate avuto modo di assaggiare il trachanàs o xynòchondros: i due
nomi si riferiscono alla medesima preparazione, nelle varianti dolce e acida,
che consiste in un miscuglio di farina e semola o grano pestato, con latte
fermentato o yogurt. La versione acida si ottiene impastando farina e
semola o grano pestato bollito, con latte fermentato acido o yogurt, facendo
seccare al sole o in forno i granelli ottenuti dopo la lavorazione. La versione
dolce si prepara allo stesso modo, ma con latte intero non fermentato.
Il trachanàs e lo xynòchindros sono di origine contadina, ma si
trovano ovunque in Grecia, nei negozi di alimentari, nei supermercati e nei
mercati, venduti in sacchetti di plastica o sfusi, sottoforma di granelli simili
al bulghur grosso raggrumato. Si consumano nelle zuppe invernali, in
particolare quelle più ricche a base di carne e verdure, oppure in una zuppa
semplice a base di brodo, olio e limone, magari con un po’ di formaggio. A
seconda del latte o dello yogurt utilizzati, il loro sapore può avere delle note
più o meno forti di latte vaccino, ovino o caprino.
Pligùri
Pligùri è il nome greco del bulghur. Questa grossa semola di grano
essiccato, che si consuma in tutto il Medio Oriente, in Grecia è stata per
secoli il «riso dei poveri». Il riso era carissimo e quindi privilegio dei ricchi.
Il pligùri è rimasto tra gli ingredienti di alcuni piatti contadini; non è
molto usato, ma è stato riscoperto dai cuochi moderni.
Tahini
La pasta di sesamo, nota in tutto il Medio Oriente come tahina o tahinè,
in Grecia viene chiamata tahìni, e fa parte degli ingredienti di pochi piatti
di origine turca. A Rodi e a Creta alcuni anziani hanno ancora l’abitudine di
usarla al posto del latte nel caffè, ma anche quest’usanza si sta perdendo.
Chòrta e vlìta
Leggerete spesso questi nomi sui menu di taverne e ristoranti popolari, e
quando chiederete cosa significano vi risponderanno «verdure lesse». Sì,
ma quali verdure? Chòrta è il nome generico con cui i greci indicano le
verdure a foglia larga lesse o saltate, immancabilmente condite con olio e
limone e servite come contorno, che corrispondono quindi alle nostre
bietole o rape cotte, con l’aggiunta della vlìta, ossia l’amaranto
(Amarantus viridis). A differenza dell’uso italiano, i greci non le
tritano. La vlìta è un’erba a rami spessi e foglie rugose, con un sapore
amarognolo che non piace a tutti; in Grecia è considerata una leccornia. I
ristoratori locali sanno che gli italiani la apprezzano e la propongono loro
volentieri, meno spesso ai turisti provenienti da altri paesi.
Mastìcha di Chios
Nell’isola di Chios, nel Nordest dell’Egeo, si trovano ventiquattro villaggi
nei quali si raccoglie una resina pressoché magica. Detta mastìcha, è la
linfa di un albero (Pistacia lentiscus) non molto grande e che a prima
vista può sembrare un ulivo. La resina ha un profumo e un sapore deliziosi.
Si rassoda e viene ridotta a granelli color avorio o ambra, proprio come
l’incenso, con cui spesso la confondono gli stranieri. La particolarità della
mastìcha, a parte il sapore e la versatilità nell’uso, è che cresce
unicamente sull’isola di Chios e in nessun altro luogo al mondo. I turchi
cercarono per secoli di acclimatarla in Turchia, i veneziani nella
Repubblica, e altri popoli in diversi punti del globo, ma senza alcun
successo.
In più, l’albero non cresce in tutta l’isola, ma solo in una zona circoscritta
chiamata Mastichochoria («villaggi della mastìcha»), dove questa
meraviglia da secoli dà da vivere ai contadini.
La mastìcha viene usata per le sue virtù curative (apparato digerente),
per profumare l’alito (quando si mastica diventa elastica come la gomma, e
per questo è stata definita «la prima gomma da masticare della storia»). Le
sultane e principesse turche dell’impero ottomano ne andavano pazze per le
sue proprietà aromatiche.
Viene usata anche liquida (fonde a 60° C), con miele o zucchero; in
polvere per aromatizzare confetteria o dolci; in cosmetica per il suo
profumo e insieme all’anice è uno degli ingredienti del famoso ouzo, cui
conferisce dolcezza e morbidezza.
Per la sua rarità raggiunge prezzi piuttosto elevati, anche a seconda del
periodo di raccolta.
La mastìcha si può definire un prodotto antico della terra greca, unico e
preziosissimo. Se vi recate in Grecia e volete assaggiarla senza spendere
una fortuna, troverete dei sacchetti da 10 grammi nei negozi di alimentari e
nei supermercati, oppure pasticche simili a chewing-gum in tutte le edicole.
Uso dell’ouzo
L’ouzo, il famosissimo liquore greco da aperitivo o da tutto pasto a base di
anice e mastìcha di Chios, viene servito puro, con ghiaccio nel bicchiere,
e accompagnato da una caraffa o da un bicchiere di acqua. Osservando i
greci imparerete il rito: si riempie il bicchiere con l’acqua, il liquore prende
la caratteristica tinta madreperlacea, e solo allora si può bere. Non
commettete l’errore di berlo puro: verreste considerati dei «rozzi» stranieri
o alcolisti all’ultimo stadio. Se lo bevete a tutto pasto, come fanno a volte i
greci, non mescolate ouzo e vino: ve ne pentireste…
Miele (Mèli)
Il miele greco è generalmente molto buono e di ottima qualità. Quello
più famoso è il miele chiaro dell’Attica, fluido e dorato, di pino o di fiori,
seguito da quello cretese, più scuro, più rustico ma anche più profumato, di
erbe di montagna o di pino. Sono prodotti noti fin dall’antichità per i loro
pregi, ma anche in questo caso bisogna essere accorti nella scelta e non
lesinare sul prezzo. Nelle campagne troverete spesso, a qualche angolo di
strada, dei banchetti dove i contadini o apicoltori vendono direttamente il
miele prodotto.
Caffè (Kafès)
Se in Grecia volete ordinare un caffè tradizionale, non chiedete il «caffè
turco», rischiereste di sentirvi rispondere: «Serviamo solo caffè greco». Si
tratta di una suscettibilità di provenienza antica, che porta i greci a
rinnegare l’origine del loro caffè denso e profumato, indubbiamente turca.
Turco o greco che sia, il caffè all’orientale, tradizionale in Grecia e
ancora molto consumato, è una miscela macinata finissima, quasi
impalpabile, che si fa bollire direttamente in acqua zuccherata o meno per 3
o 7 volte nel librik, un bricchino svasato, sbattendolo durante la bollitura
con un apposito frustino d’ottone.
Vi chiederanno se lo volete skieto (senza zucchero), metrio
(mediamente zuccherato), glykò (ben zuccherato), o variglykò (molto
zuccherato): i greci non sbagliano mai!
Il caffè greco va servito in tazzine piccole; poiché viene versato con la
polvere cotta, conviene aspettare che questa si depositi sul fondo della
tazzina prima di berlo, e fermarsi ai primi segnali di polvere di caffè sulla
lingua. Questo significa, ricordatevelo, che il caffè greco non si beve mai
molto caldo. In generale viene servito con un bicchiere di acqua fresca,
come si usava in Italia un tempo; tuttavia questo indispensabile
accompagnamento spesso viene riservato solo ai clienti locali. Se non ve lo
portano, chiedetelo e farete bella figura.
Se invece non volete il caffè tradizionale, dovrete chiedere un «espresso»,
senza però aspettarvi l’eccellenza italiana.
I greci amano moltissimo un beverone ghiacciato e spumoso a base di
caffè liofilizzato, che chiamano frappé, che consumano d’estate in grandi
quantità, e che, tutto sommato, piace parecchio anche agli stranieri, italiani
compresi.
Non sperate di trovare caffè d’orzo in Grecia: semplicemente non sanno
cosa sia…
Kombolòy o beglèri
Non ha niente a che fare con il cibo, ma il kombolòy o beglèri, un
«rosario» di perline di metallo, vetro o plastica colorata che gli uomini
greci, mai le donne, rigirano tra le dita in continuazione, incuriosisce
sempre gli stranieri. Non è neppure un oggetto religioso, ma uno
«scacciapensieri», ereditato dal rosario religioso dei turchi. Spesso gli
italiani, che come i greci non sanno tenere ferme le mani, dopo qualche
giorno di permanenza in Grecia ne acquistano uno. I kombolòy si
vendono in tutte le edicole e nei negozi di souvenir a poco prezzo, e nelle
gioiellerie, dove i prezzi sono ben più alti.
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Antipasti
Per 6 persone
15 spicchi di aglio • 2 spicchi di aglio crudi privati del
germoglio interno • 1 manciata di gherigli di noci • 1 grossa
patata lessata, o meglio cotta al vapore • 1 cucchiaio da
minestra di aceto • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un mortaio pestate molto finemente i 2 spicchi di aglio crudo con le noci
e 1 pizzico di sale. (Potete usare anche il mixer, ma non otterrete la stessa
consistenza. In ogni caso non frullate la patata, per evitare di ottenere un
composto colloso e inservibile.) Scottate gli altri spicchi in acqua bollente
per 5’ e pestateli insieme al resto. Schiacciate la patata con una forchetta,
senza renderla un purè troppo liscio, e incorporatela al resto mescolando
bene. Aggiungete olio quanto ne assorbe il miscuglio, ma senza esagerare:
l’olio rischierebbe di separarsi dal resto. Aggiungete l’aceto, correggete di
sale e aggiungete il pepe. Dovrete ottenere un purè ben amalgamato.
Servitelo con pesce fritto, verdure fritte o semplicemente pane fresco o
abbrustolito.
Taratori
Per 4/6 persone
1 testa di aglio • 2 cucchiai da minestra di farina di
mandorle • 1 grossa patata bollita • 2 cucchiai da minestra
di aceto bianco • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Sbucciate gli spicchi di aglio e metteteli nel frullatore insieme alla patata
bollita e alla farina di mandorle. Frullate aggiungendo l’aceto e poi l’olio,
fino a ottenere una crema densa. Salate e pepate.
Per 4 persone
200 g di tonno sott’olio scolato • 1 cucchiaio da minestra
raso di cipolla bianca tritata finemente • 1 cucchiaino colmo
di prezzemolo tritato finemente • 1 cucchiaino colmo di
concentrato di pomodoro • 1 cucchiaio da minestra di
maionese • 1 cucchiaio da minestra di yogurt greco intero •
1 cucchiaino di origano secco • 1 spruzzata di aceto • sale e
pepe
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e frullate fino a quando non otterrete
una crema liscia. Tenete la tonosalàta in frigorifero per mezz’ora. Servite
ben fredda con pane pita.
Per 4 persone
200 g di formaggio feta • 100 g di yogurt greco • 1/2 peperone
verde • olio extravergine d’oliva saporito • aceto rosso a
piacere • origano secco • pepe nero in polvere
Schiacciate la feta con la forchetta fino a ridurla in pasta. Aggiungete lo
yogurt e mescolate bene. Montate con l’olio per ottenere una crema non
troppo liquida. Aggiungete l’aceto, il peperone tagliato a dadini, un po’ di
origano, il pepe e lasciate riposare in frigorifero per circa 1 ora. Se la feta,
come accade solitamente, è già saporita, non aggiungete il sale. Anziché il
pepe, potete unire peperoncino o paprika piccante, oppure tabasco.
Per 4 persone
200 g di formaggio feta • 1 peperoncino verde piccante
tritato molto finemente • 4 cucchiai di olio extravergine
d’oliva
Schiacciate molto bene la feta con una forchetta. Aggiungete il
peperoncino e mescolate. Unite l’olio e amalgamate bene fino a ottenere
una crema liscia. Servite fresco con pane abbrustolito.
Per 4 persone
200 g di piselli gialli secchi spaccati (si trovano nei negozi
esotici che vendono prodotti indiani, sotto il nome di chana
dahl) • 1/2 cipolla intera • 1/2 limone • olio extravergine
d’oliva • 1/2 cipolla rossa • sale e pepe
Fate cuocere i piselli secchi in poca acqua salata con poco olio e mezza
cipolla intera. Aggiungete acqua a mano a mano che i piselli la assorbono,
finché saranno cotti e quasi disfatti. Se fosse rimasta dell’acqua, scolate i
piselli. Passate il purè al mixer per renderlo liscio con il succo di limone,
poco olio, sale e pepe. Trasferite il purè nel contenitore da portata e
copritelo con fettine sottilissime di cipolla rossa cruda. Servite tiepido o
freddo.
Il fava si può preparare anche con le lenticchie rosa, seguendo lo stesso
procedimento.
Per 6 persone
500 g di yogurt greco intero • 2 cetrioli • 4 spicchi di aglio •
1/2 cucchiaio da minestra raso di origano • 2 rametti di
menta fresca • 1 cucchiaio da minestra scarso di aceto di
vino • 2 cucchiai da minestra di olio extravergine d’oliva •
sale e pepe
Pelate i cetrioli e affettateli con la mandolina o un altro strumento.
Cospargete le fette di cetriolo con sale fino, mescolate bene e lasciatele fare
l’acqua per circa mezz’ora. Scolate le fette di cetriolo, sciacquatele più
volte in un colino sotto il getto di acqua, strizzandole e spezzandole con le
mani, finché non saranno più salate. Versate lo yogurt sul cetriolo,
mescolate bene e aggiungete l’origano, l’aglio sminuzzato, la menta tritata
finemente, l’aceto di vino, l’olio d’oliva, sale e pepe. Amalgamate bene il
tutto e mettete lo zaziki in frigorifero per circa 2 ore.
Per 4 persone
2 melanzane grosse scure • 1 grosso spicchio di aglio
sminuzzato • 1 mazzetto di prezzemolo tritato • 1 cucchiaio
da minestra colmo di yogurt greco • il succo di 1/2 limone •
origano secco • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Scaldate il forno a 180° C e infornate le melanzane intere, private del
picciolo, per circa 45’. Quando le melanzane saranno molto morbide,
toglietele dal forno e lasciatele raffreddare. Sbucciate le melanzane fredde e
lasciate scolare la polpa in un colino per mezz’ora. Battete la polpa scolata
al coltello su un tagliere per ottenere un purè non troppo liscio. Unite il
succo di limone, lo yogurt, 1 pizzico di origano, il prezzemolo, l’aglio e
montate con l’olio senza esagerare. Salate e pepate. Servite fresco. (Spesso
si usa la maionese anziché lo yogurt, ma è un’usanza recente che
personalmente non approvo.)
Per 4 persone
2 grosse melanzane scure • 1 grosso spicchio di aglio • 1
mazzetto di prezzemolo • 1 patata piccola lessata • il succo
di 1 limone • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Mettete ad arrostire le melanzane, con il picciolo e la buccia, direttamente
sulla fiamma del fornello, rigirandole una sola volta (aiutandovi con il
picciolo) per far arrostire bene tutta la superficie. La buccia si carbonizzerà
e le melanzane diventeranno molli. A questo punto lasciate raffreddare le
melanzane avvolte in carta da giornale o carta gialla da macellaio. Quando
saranno fredde, sbucciatele molto delicatamente (tendono a disfarsi) sotto
un filo di acqua, levando tutta la buccia (è amara…) con un coltellino.
Strizzate bene la polpa per far uscire tutto il liquido e battetela sul tagliere
con un coltello, insieme al prezzemolo tritato e all’aglio sminuzzato.
Aggiungete la patata schiacciata bene con una forchetta. Ottenuto un purè
consistente, aggiungete il succo di limone e montate con abbondante olio,
ma senza esagerare (il purè e l’olio potrebbero separarsi). Salate e pepate.
Servite fresco.
Per 4 persone
100 g di taramà • 1 grossa patata lessata • 1 cipollotto fresco
tritato molto finemente • 1 spicchio di aglio tritato molto
finemente • il succo di 1/2 limone • olio extravergine d’oliva
Mescolate il taramà con il succo di limone, diluendolo bene. Schiacciate
la patata e unitela alla preparazione, amalgamando bene. Unite la parte
bianca del cipollotto e l’aglio, mescolando bene. Montate la preparazione a
pomata con olio extravergine d’oliva versato a filo, girando con un
cucchiaio di legno. Non andate oltre alla consistenza di una crema,
altrimenti si smonterà. Servite fresco.
Per 6 persone
24 foglie di vite non trattate, fresche e tenere, o in
salamoia, e un’altra decina per foderare il fondo della
pentola • 350 g di riso lungo • 1 cipolla media • 1 mazzetto di
aneto fresco tritato finemente • 10 foglie di menta tritate
finemente • il succo di 1/2 limone • olio extravergine d’oliva
• sale e pepe
In una pentola fate appassire la cipolla tritata finemente con un po’ di olio.
Aggiungete il riso, l’aneto, la menta, il sale e il pepe, il succo di limone e 1
bicchiere di acqua, e cuocete il riso girando con il cucchiaio di legno fino a
quando il liquido si sarà assorbito. Lasciate raffreddare il riso. Sciacquate
bene le foglie di vite in salamoia, o scottate in acqua bollente salata le foglie
fresche per 5’, delicatamente. Fatele raffreddare e asciugare su un panno
pulito. Quando il riso è cotto, preparate gli involtini. Stendete una foglia di
vite sul piano di lavoro con la parte più liscia sotto. Mettete 1 cucchiaino
colmo di ripieno al centro della foglia. Arrotolate l’involtino partendo dal
basso, fino a ricoprire il ripieno, quindi ripiegate i bordi laterali verso
l’interno. Continuate a formare l’involtino arrotolandolo dal basso, fino a
ottenere un cilindro piuttosto stretto (non dovrà aprirsi durante la cottura).
Foderate con le altre foglie di vite il fondo di una pentola abbastanza
capiente per contenere gli involtini. Trasferiteli nella pentola e copriteli a
filo con acqua. Incoperchiate la pentola e lasciate cuocere a fuoco molto
basso per almeno mezz’ora. Servite i dolmadàkia freddi con spicchi di
limone da spremere a piacere.
Per 1 persona
1 paximàdia integrale • 1 pomodoro maturo piccolo • 30 g di
formaggio feta • 1 pizzico di origano • qualche oliva nera
piccola • olio extravergine d’oliva intenso • 1 spruzzetto di
aceto rosso • sale e pepe
Tagliate il pomodoro a cubetti piccoli. Sbriciolate la feta. Bagnate molto
velocemente il paximàdia nell’acqua e copritelo con il pomodoro.
Condite con olio, poco aceto, origano, poco sale e pepe. Aggiungete la feta
sbriciolata sopra il pomodoro, qualche oliva nera, e servite
immediatamente.
Per 6 persone
500 g di patate lessate • 1 cipolla bianca media tritata molto
finemente • 1/2 peperone verde tritato molto finemente • 100
g di formaggio feta • 2 uova intere • 80 g di pangrattato •
origano secco • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Lessate o cuocete al vapore le patate, pelatele e schiacciatele bene con la
forchetta. Schiacciate bene anche la feta con la forchetta. Aggiungete la
cipolla, la feta, il peperone, l’origano, le uova, il pangrattato, poco sale e
pepe. Mescolate bene il tutto e formate delle polpette grosse come una noce
e comprimetele un po’. Friggete le crocchette in una padella in due dita di
olio, girandole una volta sola. Servitele subito.
Kolokithokeftèdes o crocchette di zucchine
fritte
Queste crocchette sono la delizia dei turisti nelle taverne greche, e si
capisce perché… Vanno preparate, però, con le zucchine estive, quelle
chiare a coste, che contengono meno acqua di quelle scure e lisce.
Per 15 polpettine
500 g di zucchine estive freschissime e turgide • 1 cipolla
bianca media tritata molto finemente • 1 mazzetto di menta
tritato finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • 1 mazzetto di aneto tritato finemente • 50 g di
formaggio Leerdamer olandese • 80 g di formaggio feta
schiacciato • 3 cucchiai di pangrattato • 1 uovo intero • 1
cucchiaio di olio extravergine d’oliva • farina bianca • sale e
pepe
Grattugiate le zucchine con una grattugia a buchi grossi, salatele e lasciatele
riposare per mezz’ora in un colino. Dopo mezz’ora strizzatele bene per
scolarne tutta l’acqua. Mescolate tutti gli ingredienti, amalgamando bene, e
aggiungete un po’ di pepe. Preparate un piatto fondo pieno di farina.
Formate delicatamente delle polpette un po’ schiacciate, passatele
velocemente nella farina e friggetele in una padella con 3 cm di olio caldo.
Se l’impasto risultasse troppo morbido per usare le mani, usate un cucchiaio
per versare le crocchette prima nella farina e poi nell’olio. Servite le
crocchette appena fritte, con spicchi di limone da spremere sopra.
Per 6 persone
3 pomodori maturi • 1 cipolla media grattugiata o tritata
molto finemente • 1 uovo intero • 50 g di formaggio feta • 3 o
4 cucchiai da minestra di farina • origano secco • 1 mazzetto
di menta tritata finemente • 1 mazzetto di aneto tritato
finemente • 1 cucchiaino di lievito in polvere • olio • sale e
pepe
Pelate i pomodori al vivo, svuotateli dai semi e tagliateli a cubetti piccoli.
Metteteli con 1 pizzico di sale in un colino e lasciateli scolare per mezz’ora.
Schiacciate la feta in una ciotola e aggiungete l’uovo intero, la cipolla, la
menta, l’aneto, un po’ di origano, la farina e il lievito. Amalgamate bene per
ottenere un impasto morbido ma che si possa dividere al cucchiaio. In una
padella scaldate 3 cm di olio per friggere (preferibilmente d’oliva). Quando
l’olio è caldo, buttate l’impasto a cucchiaiate e friggete ogni crocchetta sui
due lati. Lasciate scolare le crocchette su carta assorbente, poi servitele
dopo averle salate e pepate.
Melitzànokeftèdes o crocchette di melanzane
e formaggio
Queste crocchette sono deliziose, specialmente calde…
Per 4 persone
1 polpo da 1 kg • 1/2 bicchiere di vino rosso • 2 foglie di
alloro • 10 chicchi di pepe nero
Per la marinata: aceto di vino rosso q.b. • 1 cipolla bianca a
fette • origano secco • 4 chiodi di garofano interi • sale
Pulite il polpo e mettetelo in una pentola che possa essere chiusa bene.
Aggiungete il vino, l’alloro e il pepe. Chiudete la pentola e accendete il
fuoco piuttosto basso, ma non al minimo. Lasciate cuocere il polpo per 45’,
quindi verificate la cottura. Se non basta, proseguite la cottura finché il
polpo non risulterà ben tenero. Lasciate raffreddare il polpo nella pentola
chiusa. Quando sarà freddo, tagliatelo a fette di circa 1 cm di spessore e
mettetelo in una ciotola. Aggiungete la cipolla, un po’ di origano, i chiodi di
garofano, il sale e coprite il tutto con aceto. Mettete la ciotola in frigorifero
e lasciate marinare per almeno 2 ore.
Scolate il polpo dalla marinata, disponetelo sul piatto di servizio,
irroratelo con un filo di aceto e uno di olio, spolverizzate con l’origano e
servite.
Per 4 persone
500 g di barbabietola • 350 g di yogurt greco intero • 3
spicchi di aglio tritati finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato molto finemente • 1 cucchiaino di aceto rosso • 1
cucchiaio da minestra di olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
Cuocete la barbabietola e tagliatela a cubetti piuttosto grossi. Mescolate
tutti gli altri ingredienti per ottenere una salsa fluida. Amalgamate bene la
salsa con la barbabietola. Servite fresco.
Gìgantes o fagioli giganti stufati
Questi fagioli bianchi sono talmente grossi che fanno da bocconcini nel
mezè. In Italia si chiamano fagioli di Spagna e si trovano sia secchi che in
conserva già cotti.
Per 6 persone
500 g di fagioli di Spagna lessati • 1 cipolla bianca grossa a
fette sottili • 2 spicchi di aglio • 400 g di pomodori maturi
pelati e tagliati a cubetti • 2 foglie di alloro • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • 1 mazzetto di aneto tritato
finemente • 1 cucchiaino di zucchero • il succo di 1/2 limone
• olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola fate soffriggere con l’olio la cipolla e l’aglio. Aggiungete il
pomodoro e le erbe. Mescolate bene e lasciate cuocere a fuoco medio,
girando, per circa 10’. Aggiungete i fagioli, lo zucchero, il succo di limone,
sale e pepe. Lasciate cuocere per circa 45’, unendo un po’ di acqua se si
dovesse asciugare. Lasciate raffreddare e servite a temperatura ambiente.
Per 4 persone
40 lumache striate, già spurgate • 3 cucchiai da minestra
colmi di sale fino • 4 cucchiai da minestra di olio
extravergine d’oliva • 2 cucchiai da minestra di aceto di
vino rosso • 1 cucchiaio da minestra di rosmarino tritato
finemente • 3 spicchi di aglio tritati finemente
In un’ampia padella fate scaldare il sale a fuoco medio. Versate sopra il sale
le lumache con l’apertura sotto, e lasciatele scaldare per 3’. Aggiungete
l’olio e fate cuocere per 10’ a fuoco piuttosto basso, ma non al minimo.
Agitate la padella ogni tanto, ma lasciate le lumache sempre con l’apertura
sotto. Dopo 10’ aggiungete il rosmarino e l’aglio, e lasciate cuocere ancora
per 5’. Spruzzate l’aceto e fate sfumare per altri 5’. Mettete le lumache sul
piatto (o i piattini) di servizio e servitele irrorate con poco sughetto di
cottura. Servitele calde.
Per 6 persone
800 g di calamari non troppo grossi • 3 cucchiai da minestra
di farina bianca • 2 cucchiai da minestra di semola di grano
duro per pasta • olio per friggere • sale
Pulite e sciacquate i calamari. Tagliate i corpi a rondelle e tenete i tentacoli
interi. Mescolate le due farine in un piatto fondo. Passate i pezzi di calamari
nella farina e friggeteli in abbondante olio caldo. Scolate i calamari su carta
assorbente, salateli e serviteli subito con spicchi di limone da spremere
sopra e salsa taratori.
Per 4 persone
1 kg di cozze grandi • 150 g di farina bianca • 2 uova intere •
1/2 bicchiere di birra bionda • olio d’oliva per friggere • sale
Pulite le cozze e fatele aprire per pochi minuti in una pentola coperta, senza
acqua. Scolate le cozze ed estraetele dai gusci che eliminerete. In una
ciotola sbattete le uova con la frusta per 5’. Versate la birra, sempre
sbattendo con la frusta. Aggiungete la farina a poco a poco, sbattendo bene,
fino a ottenere una pastella liscia non troppo soda, ma che aderisca alle
cozze avvolgendole completamente. Lasciate riposare e raffreddare la
pastella in frigorifero per mezz’ora. Preparate una ciotola più grande di
quella che contiene la pastella, piena di ghiaccio. Mettete la ciotola con la
pastella dentro quella con il ghiaccio. Passate le cozze nella pastella ben
fredda e friggetele in abbondante olio d’oliva caldo. Scolatele su carta
assorbente, salatele leggermente e servitele calde con salsa taratori.
Per 4 persone
20 cozze grandi • 50 g di formaggio feta • 1 cucchiaino di
prezzemolo tritato molto finemente • origano secco • 1
cucchiaino di ouzo o anisetta • 1 cucchiaio da minestra di
olio extravergine d’oliva • pangrattato
Pulite le cozze e fatele aprire in una pentola senza acqua, a fuoco alto.
Scolatele e togliete il mezzo guscio di sopra. Mescolate tutti gli ingredienti
del ripieno nel frullatore fino a ottenere una pasta liscia. Farcite le cozze
con l’impasto ottenuto, spolverate con pangrattato e irrorate con un filo di
olio. Disponete le cozze ripiene in una teglia da forno e mettetele a
gratinare sotto il grill del forno per 5’. Servite il piatto caldo.
Per 6 persone
500 g di gamberi freschi o surgelati, cotti • 400 g di
formaggio feta • 1 cipolla piccola tritata finemente • 1
mazzetto di prezzemolo tritato finemente • 1/2 bicchiere di
vino bianco • 400 di pomodori maturi a cubetti • 2 spicchi di
aglio tritati finemente • olio extravergine d’oliva
Preparate una salsa con l’olio, la cipolla, il pomodoro, il prezzemolo e
l’aglio, che lascerete cuocere per mezz’ora finché non si sarà addensata.
Sgusciate i gamberi lasciando la coda e la testa, e conditeli bene con la salsa
di pomodoro. Ungete i contenitori individuali di coccio o ceramica, o una
pirofila, e disponete una porzione di gamberi conditi. Se avanza della salsa,
ripartitela equamente nei contenitori sopra i gamberi.
Sbriciolate la feta sopra i gamberi e irrorate con un filo di olio. Infornate
a 200° C per circa 10’, o fino a quando la feta risulterà sciolta e dorata.
Servite caldissimo.
Pasta d’olive
Parente della tapenade provenzale e della olivada spagnola, questa pasta
d’olive spalmabile accompagna a meraviglia un bel bicchiere di ouzo.
Per 8 persone
300 g di olive nere di Kalamata, snocciolate • 2 cucchiai di
olio extravergine d’oliva • 2 spicchi di aglio • 1 cucchiaino di
origano secco • 1 cucchiaino di ouzo puro
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e frullate fino a ottenere una pasta
spalmabile ma non liquida. Servite con crostini di pane abbrustolito.
Per 4 persone
500 g di spalla di maiale a spezzatino • 1 grossa cipolla
bianca tritata finemente • 1 bicchiere di vino rosso corposo •
1 peperone rosso a listarelle • 1 peperoncino piccante
tritato finemente • 1 cucchiaino colmo di cumino verde in
polvere • 1 cucchiaino colmo di origano secco • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Fate appassire la cipolla in un’ampia padella con l’olio, senza soffriggerla.
Aggiungete la carne, alzate il fuoco e rosolatela insieme alla cipolla.
Quando sarà ben rosolata, aggiungete il vino e 1 bicchiere di acqua e
lasciate cuocere per circa 20’, girando ogni tanto con il cucchiaio di legno
per evitare che attacchi. Quindi aggiungete il peperone e il peperoncino, il
cumino e l’origano, sale e pepe, ancora un po’ di acqua e lasciate cuocere
ancora per 5’ finché l’acqua sarà evaporata. Servite caldo con un buon vino
rosso meridionale.
Sikotàkia tiganità o bocconcini di fegato fritto
Un ricordo del fegato alla veneziana, che ci fa pensare agli scambi tra la
Grecia e la Serenissima, anche se non sappiamo chi l’abbia cucinato per
primo…
Per 4 persone
500 g di fegato di maiale a bocconcini • farina q.b. • aceto di
vino rosso • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Salate i bocconcini di fegato e passateli nella farina. Friggeteli in una
padella con 3 cm di olio fino a quando appariranno ben dorati. Scolateli su
carta assorbente, pepateli, spruzzateli con l’aceto e serviteli caldi.
Per 4 persone
8 peperoni verdi lunghi • 300 g di formaggio feta • 1
mazzetto di prezzemolo tritato molto finemente • 1
peperoncino piccante tritato molto finemente • origano
secco • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Lavate i peperoni e tagliate la calotta, senza buttarla. Aiutandovi con un
coltellino, togliete i semini interni, delicatamente per non forare i peperoni.
In una ciotola schiacciate bene la feta con una forchetta. Aggiungete il
prezzemolo, un po’ di origano, il peperoncino e l’olio e mescolate bene per
ottenere una pasta liscia. Con un sac-à-poche o un cucchiaino farcite ogni
peperone verde con la pasta di feta, e arrivati in cima inserite un pezzo di
pane all’interno del peperone per fare da tappo al formaggio in cottura.
Rimettete le calotte ai peperoni. Disponete i peperoni (accostati e non
sovrapposti) in una teglia da forno unta o foderata di carta oleata. Infornate
a 200° C per circa 20’, fino a quando i peperoni si saranno ammorbiditi.
Servite a temperatura ambiente.
Per 4 persone
20 fiori di zucca grandi e freschissimi • 350 g di riso lungo •
1/2 cipolla bianca tritata molto finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 1 mazzetto di aneto o
finocchietto selvatico tritato molto finemente • 6 foglie di
menta tritate molto finemente • 2 pomodori maturi svuotati
e tritati • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Senza lavarli, private i fiori del picciolo e del pistillo interno. Mettete il riso
a mollo nell’acqua per mezz’ora. Mescolate il riso scolato con tutti gli altri
ingredienti e riempite delicatamente i fiori con questo ripieno, senza stiparli
perché il riso crescerà in cottura. Chiudete i fiori ripiegando le punte verso
l’interno. Versate 1 bicchiere di acqua e un po’ di olio in una teglia da forno
e disponete i fiori farciti (accostati e non sovrapposti). Infornate a 180° C
fino a quando tutto il liquido verrà assorbito. Servite tiepido o freddo, con
spicchi di limone da spremere sopra.
Per 20 bulemas
300 g di pasta phyllo o di pasta sfoglia stesa sottilissima •
270 g di bietola cotta e tritata, o spinaci • 130 g di formaggio
feta • 1 tuorlo d’uovo • 1 cucchiaino raso di cannella in
polvere • tuorlo sbattuto per spennellare • semi di sesamo
In una ciotola mescolate la bietola, la feta, il tuorlo e la cannella, e
schiacciate bene per ottenere un ripieno omogeneo. Ritagliate dei rettangoli
di pasta di circa 12 × 10 cm. Mettete una riga di ripieno (circa 25 g) lungo il
lato più lungo di ogni rettangolo. Spennellate il resto della sfoglia con il
tuorlo sbattuto e arrotolate la pasta farcita verso l’alto per ottenere un
«sigaro». Arrotolate ogni sigaro su se stesso per ottenere delle spirali,
incollando l’estremità esterna con il tuorlo sbattuto. Spennellate la
superficie di ogni spirale con il tuorlo sbattuto e cospargete con semi di
sesamo. Infornate a 180° C per circa 25’ o finché le spirali appariranno ben
dorate.
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Piatti a base di carne
Per 4 persone
1 kg di spezzatino di vitello • 3 grosse melanzane • 1 grossa
cipolla • 2 spicchi di aglio • 5 pomodori da sugo maturi • 1
mazzetto di prezzemolo • 1 cucchiaino da caffè colmo di
cannella in polvere • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • 1
cucchiaio da minestra scarso di miele profumato • olio
extravergine d’oliva saporito • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla sminuzzata o grattugiata, l’aglio e il
prezzemolo tritati in olio extravergine d’oliva. Aggiungete la carne e fatela
rosolare. Versate il vino bianco, sfumatelo poi unite i pomodori tagliati a
cubetti piccoli, la cannella e il miele. Mescolate bene, aggiungete poca
acqua, sale, pepe e coprite. Lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando la
carne apparirà cotta e il tutto ben amalgamato. Nel frattempo friggete le
melanzane tagliate a cubetti in padella finché saranno ben dorate. Quando
lo stufato è cotto, aggiungete le melanzane fritte e lasciatele insaporire nello
stufato bollente coperto per circa 10’. Servite con riso pilaf.
Per 4 persone
600 g di spalla di vitello a spezzatino • 1 grossa cipolla
bianca grattugiata o tritata molto finemente • 400 g di
patate tagliate in 6 pezzi • 1 bicchiere di vino rosso • 250 g
di pomodori pelati • olio extravergine d’oliva • origano
secco • 10 chicchi di pepe della Giamaica • sale e pepe
In una pentola fate appassire la cipolla nell’olio, ma senza soffriggerla.
Aggiungete la carne e fatela rosolare a fuoco alto insieme alla cipolla.
Versate il vino e lasciatelo sfumare per 5’. Abbassate il fuoco al minimo e
aggiungete i pomodori scolati e schiacciati, l’alloro, il pepe della Giamaica,
sale e pepe. Aggiungete 1 bicchiere di acqua, coprite e lasciate cuocere
finché la carne sarà quasi tenera. Solo allora aggiungete le patate e finite la
cottura. Servite caldo.
Per 4 persone
800 g di spezzatino di vitello • 800 g di mele cotogne • 1
cipolla media bianca tritata molto finemente • la scorza di 1
arancia • il succo di 1 arancia • 1 cucchiaino raso di cumino
verde in polvere • 1 stecca di cannella • 10 chicchi di pepe
della Giamaica • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 5 foglie di menta • 1 cucchiaio raso di miele •
sale e pepe
Mondate le mele cotogne e tagliatele a cubetti. Fate rosolare in pentola le
mele cotogne con il miele, girando delicatamente fino a quando risulteranno
leggermente caramellate. Aggiungete 1 bicchiere di acqua tiepida, portate a
ebollizione, quindi togliete la pentola dal fuoco. In una padella fate
appassire la cipolla e il prezzemolo in olio. Alzate il fuoco, aggiungete la
carne e fatela rosolare con la cipolla e il prezzemolo. Unite il cumino e fate
insaporire girando, per 5’. Versate il succo d’arancia e fatelo evaporare.
Salate e pepate la carne. Mettete la carne, la stecca di cannella, i chicchi di
pepe della Giamaica, la menta tritata finemente e la scorza d’arancia
grattugiata alle mele cotogne nella pentola. Mescolate delicatamente,
coprite e lasciate cuocere a fuoco basso per 40’, e comunque finché la carne
sarà perfettamente cotta. Servite caldo con riso pilaf.
Sofrìto o brasato all’aceto, di Corfù
Kerkyra, o Corfù, è l’isola greca che ha più legami con l’Italia, per storia e
per vicinanza. Il nome stesso di questo piatto lo dimostra. Questa ottima
ricetta è del mio caro amico Marco Metelli, che purtroppo non c’è più: la
scelgo in omaggio alla conoscenza illimitata che aveva della Grecia e della
sua cucina.
Per 4 persone
1 kg di manzo da brasato (reale o muscolo) • 1 dl di aceto di
vino bianco • 8 spicchi di aglio • 1 mazzetto di prezzemolo •
olio extravergine d’oliva • farina • sale e pepe bianco
Tagliate la carne a fette di 1-2 cm di spessore, salatela e pepatela. Infarinate
bene le fette di carne, soffriggetele in olio, un po’ alla volta, e tenetele da
parte. Mescolate 3 cl di acqua con l’aceto e fateli bollire in un pentolino.
Spalmate su ogni fetta una quantità abbondante del trito di aglio e
prezzemolo e mettete le fette in una pirofila, anche in due strati se
necessario. Versate l’aceto diluito dai bordi della teglia, evitando di
sciacquare via il trito dalle fette. Coprite la pirofila con un foglio
d’alluminio per le prime 2 ore di cottura, poi infornate a 140° C per circa 3
ore. Alla fine, se necessario, fate addensare il fondo di cottura.
Per 6 persone
1,5 kg di manzo da spezzatino • 4 grossi scalogni tritati
finemente • 400 g di cipolline perline intere • 3 spicchi di
aglio tritati finemente • 4 rametti di timo • 2 foglie di alloro •
1 stecca di cannella • 4 chiodi di garofano • 10 grani di pepe
della Giamaica • 1 pizzico di origano secco • 2 cucchiai da
minestra rasi di concentrato di pomodoro • 2 bicchieri di
vino rosso corposo • 1 bicchiere di brodo di carne o
vegetale • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola con un po’ di olio rosolate la carne insieme alle cipolline.
Aggiungete lo scalogno poi il vino e lasciate sfumare per 5’ a fuoco alto.
Unite tutte le erbe e le spezie e mescolate bene. Aggiungete poi il
concentrato e il brodo, sale e pepe, mescolate ancora e abbassate il fuoco al
minimo. Coprite la pentola e lasciate cuocere per almeno 1 ora e mezzo,
sempre a fuoco bassissimo, controllando ogni tanto che non manchi liquido
e girando spesso. Se necessario, aggiungete brodo o acqua. Quando la carne
sarà tenera e la salsa ristretta, togliete la stecca di cannella, i rametti di timo
e le foglie di alloro e servite con riso pilaf o patate al vapore. In alcune
versioni si aggiunge 1 cucchiaio di aceto rosso in cottura; personalmente
preferisco evitarlo. La stessa ricetta si può realizzare con il coniglio
spezzato o il pollo a pezzi, tenendo conto dei rispettivi tempi di cottura.
Per 4 persone
1 kg di spalla o cosciotto di maiale a spezzatino • 1 grossa
cipolla bianca tritata molto finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 2 gambi di sedano
puliti, interi • 800 g di sedano rapa mondato e tagliati a
bastoncini • 2 foglie di alloro • 150 g di burro • sale e pepe
Per la salsa: 3 uova intere • il succo di 2 limoni • 2 tazze di
brodo
In una pentola capiente fate appassire la cipolla e il prezzemolo nel burro.
Aggiungete la carne, mescolate bene e lasciatela cuocere senza farla
rosolare, girando ogni tanto, per circa 10’. Aggiungete i gambi di sedano
interi o tagliati in due, l’alloro, sale e pepe, e coprite con acqua a filo.
Coprite la pentola e lasciate cuocere fino a quando la carne sarà quasi
tenera. A questo punto aggiungete il sedano rapa e lasciate cuocere coperto
per altri 20-25’. Quando la carne e il sedano saranno ben cotti, scolate il
tutto e tenete da parte il brodo, eliminando i gambi di sedano e l’alloro. Se il
brodo non è sufficiente per due tazze, allungatelo con un po’ di acqua; se è
troppo, fatelo ridurre a fuoco alto.
Mettete il maiale e il sedano rapa su un piatto di portata abbastanza
profondo. Sbattete bene le uova intere con il succo di limone in una ciotola.
Portate il brodo a bollore in un pentolino, levate il pentolino dal fuoco e
versate il composto di uova e limone lentamente sbattendo con una frusta.
Appena la salsa risulterà spessa e cremosa, versatela sopra lo spezzatino.
Servite immediatamente, ben caldo. Per la preparazione della salsa è
possibile aiutarsi con un po’ di farina.
Per 4 persone
4 bistecche di maiale con l’osso • 3 pomodori maturi sodi •
250 g di formaggio feta • 1/2 bicchiere di vino bianco secco •
origano secco • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Accostate le bistecche in una pirofila unta con l’olio e conditele con sale,
pepe e origano. Distribuite sopra il formaggio feta sbriciolato, quindi
coprite il tutto con il pomodoro tagliato a fettine. Irrorate con il vino bianco
e un filo di olio extravergine d’oliva. Infornate a 190° C per almeno 45’.
Servite caldo.
Per 6 persone
1 kg di lombata di maiale a spezzatino • 12 cipolline bianche
perline sbucciate, ognuna con 1 chiodo di garofano
conficcato dentro • 1 bicchiere di vino rosso corposo • 1
stecca di cannella • 1 kg di mele cotogne • 1 cucchiaio da
minestra raso di miele • olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
In un tegame rosolate il maiale nell’olio. Quando sarà ben dorato, toglietelo
dal tegame e mettetelo da parte. Versate le cipolline nello stesso recipiente
di cottura e saltatele per 5’ a fuoco vivo. Rimettete la carne nel tegame,
versate il vino rosso e fatelo sfumare. Unite la stecca di cannella, sale e
pepe, 1 bicchiere di acqua, coprite il tegame e lasciate cuocere a fuoco
basso fino a metà cottura della carne. Il sugo dovrà essere piuttosto
abbondante.
Rosolate le mele cotogne in padella con un po’ di olio. In una pirofila
mettete la carne e le mele cotogne sbucciate, mondate e tagliate a dadoni,
quindi irrorate con il miele. Coprite con un foglio d’alluminio e infornate a
180° C, bagnando ripetutamente con il sughetto, fino a quando le mele
cotogne e la carne saranno cotte al punto giusto. Servite con riso pilaf o
bulghur.
Agnello ai ceci
Agli italiani, che adorano i ceci, questa ricetta sarà particolarmente
gradita…
Per 4 persone
1 kg di spalla o cosciotto d’agnello a spezzatino • 300 g di
ceci lessati • 2 cipolle medie • 2 spicchi di aglio • la scorza di
1 arancia • 500 g di pelati schiacciati • 1 pizzico di cannella •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla e l’aglio tritati in olio, ma senza
soffriggerli. Aggiungete la carne leggermente infarinata e fatela rosolare
bene insieme alla cipolla e all’aglio. Unite i pelati schiacciati, la scorza
d’arancia grattugiata e la cannella, sale e pepe. Versate mezzo bicchiere di
acqua. Lasciate cuocere a fuoco molto basso fino a quando la carne risulterà
tenera. A fine cottura aggiungete i ceci e lasciate insaporire per 10’.
Per 4 persone
800 g di cosciotto d’agnello a spezzatino • 400 g di castagne
cotte e pulite • 1 grossa cipolla bianca • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • 1 spruzzo abbondante di
brandy greco Metaxa (o altro) • 2 cucchiai da minestra di
miele liquido • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla grattugiata o tritata finemente in olio,
senza soffriggerla. Aggiungete la carne, alzate il fuoco e fatela rosolare
bene insieme alla cipolla. Versate il brandy e lasciatelo sfumare. Unite le
castagne, il prezzemolo tritato, sale e pepe, 1 bicchiere di acqua, coprite il
tegame e lasciate cuocere a fuoco basso per almeno 40’ e comunque fino a
quando la carne apparirà perfettamente cotta e il sugo si sarà ridotto.
Aggiungete il miele, mescolate bene e lasciate cuocere ancora per 10’.
Servite caldo.
Per 4 persone
1,2 kg di spalla d’agnello a spezzatino • il succo di 2 limoni •
70 g di burro fuso • 3 spicchi di aglio tritati molto finemente
• 1 pizzico di noce moscata grattugiata • 800 g di yogurt
greco intero • 1 cucchiaio da minestra di farina bianca • 3
uova intere • 0,5 dl di latte • olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
Irrorate la carne con il succo di limone e lasciatela marinare per 1 ora in
frigorifero. Scolate la carne dal limone e asciugatela. Mettete la carne in un
tegame che si possa coprire, con un fondo di olio. Aggiungete l’aglio e
irrorate la carne con il burro fuso. Salate leggermente, aggiungete un po’ di
acqua, coprite e lasciate cuocere a fuoco medio per 40’. Nel frattempo
sbattete lo yogurt con la farina, le uova, il latte, sale e pepe. Dopo 40’ la
carne dovrebbe essere tenera; levatela dal tegame, filtrate il sughetto di
cottura e aggiungetelo alla preparazione di yogurt. Mettete la carne in una
pirofila unta e versateci sopra la preparazione di yogurt, a coprire. Infornate
a 180° C per 20’ o fino a quando la salsa di yogurt sarà ben rappresa.
Servite immediatamente, con riso pilaf o patate.
Per 6 persone
1 kg di coratella d’agnello (cuore, fegato, polmone,
rognone) • 120 g di riso • 3 uova • 6 cipollotti tritati
finemente, con la parte verde • il succo di 1 limone • 1
mazzetto di aneto o finocchietto selvatico tritato molto
finemente • 1 foglia di alloro • burro • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
Pulite le frattaglie di agnello, lavatele sotto l’acqua, poi sbollentatele per 5’.
Scolatele, lasciatele intiepidire e tagliatele a pezzettini. Fate appassire i
cipollotti in una pentola con olio e burro. Aggiungete le frattaglie, salate,
pepate e lasciate cuocere per 5’. Unite l’alloro, l’aneto o il finocchietto, 1
litro di acqua, sale e pepe, e portate a bollore. Appena bolle aggiungete il
riso. Nel frattempo sbattete le uova con il succo di limone. Quando il riso
sarà cotto, abbassate il fuoco al minimo (non deve bollire) e versate a poco
a poco le uova e il limone, sbattendo con una frusta. Lasciate ispessire per
5’ e togliete subito dal fuoco. Servite bollente.
Per 4 persone
1 kg di spalla o coscia d’agnello diviso in 20 bocconcini • 20
fette di melanzane tagliate per il lungo, alte 0,5 cm • 500 g di
pomodori pelati schiacciati • 1/2 bicchiere di vino bianco
corposo • 1 cipolla tritata finemente • 2 spicchi di aglio
tritati finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • origano secco • 1 punta di coltello di chiodo di
garofano in polvere • 1 cucchiaino raso di cannella in
polvere • 400 g di formaggio feta sbriciolata • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate rosolare i bocconcini d’agnello in olio extravergine
d’oliva. Aggiungete la cipolla e l’aglio, il pomodoro, la cannella, il chiodo
di garofano in polvere, il prezzemolo e il vino bianco. Salate e pepate,
coprite e lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando la carne sarà ben
cotta. Nel frattempo friggete le fette di melanzane, scolatele e tenetele da
parte. Quando la carne sarà pronta, avvolgete ogni bocconcino in una fetta
di melanzana. Versate il sugo in una pirofila e adagiate gli involtini nel
sugo, senza sovrapporli. Cospargete gli involtini con la feta sbriciolata e
infornate a 200° C per 10’. Servite subito, con riso pilaf o bulghur cotto
in acqua.
Per 4 persone
1 pollo tagliato in 12 pezzi • battuto abbondante di cipolla,
prezzemolo e sedano • 1 cucchiaino colmo di cannella in
polvere • 1 punta di coltello di chiodo di garofano in polvere
• 250 g di passata di pomodoro • olio extravergine d’oliva •
sale e pepe
In un tegame fate rosolare il pollo in olio. Aggiungete il battuto di verdure e
lasciatelo appassire insieme al pollo per circa 10’, girando con un cucchiaio
di legno. Unite la cannella e il chiodo di garofano e girate bene. Aggiungete
poi il pomodoro, salate, pepate e versate 1 bicchiere di acqua. Coprite e
lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando il pollo non risulterà ben cotto
e il sugo ben amalgamato. Servite con riso pilaf o lessato.
Per 4 persone
1 pollo spezzato • 500 g di bamias in scatola o surgelati • 1
cipolla media bianca • 1 mazzetto di prezzemolo tritato • 300
g di pelati scolati • 10 chicchi di pepe della Giamaica
(facoltativo) • 1 cucchiaino raso di cannella in polvere • 1
punta di coltello di chiodo di garofano in polvere • 1
cucchiaino da caffè di zucchero • la scorza di 1/2 limone •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla tagliata a fette in olio. Aggiungete il
pollo e fatelo rosolare bene. Unite la cannella, il chiodo di garofano in
polvere, il prezzemolo tritato, la scorza di limone grattugiata e il pepe della
Giamaica, e mescolate bene. Aggiungete il pomodoro, lo zucchero, sale e
pepe, 1 bicchiere scarso di acqua e lasciate cuocere a fuoco basso, coperto,
fino a quando il pollo sarà a tre quarti della cottura. Nel frattempo scolate i
bamias e lavateli delicatamente sotto l’acqua per almeno 10’ per eliminarne
la viscosità (se usate quelli freschi, lasciate la calottina del picciolo
superiore e tagliate la puntina inferiore prima di lavarli e asciugarli bene;
vanno aggiunti al pollo rosolato, prima del pomodoro). Aggiungete i bamias
al pollo e terminate la cottura. Servite con riso pilaf o bulghur.
Per 4 persone
1 kg di pollo spezzato • 1 cipolla bianca tritata molto
finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato finemente • 1
bicchiere di vino bianco non troppo secco • 200 g di gherigli
di noci tritati • 1 pizzico di cannella in polvere • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola fate appassire la cipolla e il prezzemolo in olio, ma senza
soffriggerli. Aggiungete il pollo, alzate il fuoco e fatelo rosolare bene
insieme alla cipolla e al prezzemolo. Versate il vino bianco e fatelo sfumare.
Unite 1 bicchiere di acqua, abbassate il fuoco, coprite la pentola e lasciate
cuocere a fuoco medio-basso per circa 45’, e comunque fino a quando il
pollo sarà cotto perfettamente e la salsa risulterà ristretta. Levate il pollo
dalla pentola e tenetelo da parte, al caldo. Aggiungete al sughetto rimasto
nella pentola i gherigli di noci tritati grossolanamente, la cannella e, se il
liquido non fosse sufficiente per ottenere una salsa fluida, versate un po’ di
acqua o di brodo. Portate la salsa di noci a ebollizione, poi abbassate il
fuoco al minimo e lasciate cuocere per circa 10’. Disponete il pollo nel
piatto di servizio e irroratelo con la salsa di noci. Servite caldo con riso pilaf
o patate lesse o al vapore.
Per 4 persone
1 pollo da 1 kg aperto a metà • il succo di 3-4 limoni • 10
spicchi di aglio • 2 foglie di alloro • origano secco • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Preparate una marinata a «salmoriglia» battendo insieme una quantità
sufficiente di olio per immergere il pollo insieme al succo di limone. Alla
marinata aggiungete gli spicchi aglio pelati e schiacciati, l’alloro e una
buona presa di origano secco. Immergete il pollo nella marinata e lasciatelo
in frigorifero per almeno 2 ore. Levatelo dalla marinata e sgocciolatelo,
senza asciugarlo troppo. Fate cuocere il pollo sulla griglia, salatelo e
pepatelo 5’ prima della fine della cottura. Servite immediatamente, con
spicchi di limone da spremere sopra.
Per 6 persone
400 g di carne macinata di manzo • 400 g di carne macinata
di vitello o maiale • 2 fette di pane raffermo, ammollato e
strizzato • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
cipolla media grattugiata o tritata finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 2 uova intere • 1
cucchiaino colmo di cumino verde in polvere • 1 cucchiaino
di ouzo puro (facoltativo) • poco peperoncino in polvere •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Per la salsa: 500 g di pelati sgocciolati e schiacciati bene • 1
cipolla grattugiata o tritata finemente • 3 spicchi di aglio
tritati finemente • 1 cucchiaino colmo di cumino verde • 1
cucchiaino di zucchero • olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
Mescolate tutti gli ingredienti e lavorate bene il miscuglio con le mani per
ottenere una pasta amalgamata bene. Formate 10 polpette piuttosto
allungate. Friggetele in una padella nell’olio, e quando saranno ben dorate
mettetele da parte. Preparate la salsa: in una padella o una pentola capiente
fate soffriggere leggermente la cipolla e l’aglio. Aggiungete il pomodoro, lo
zucchero, il cumino, 1 bicchiere di acqua, sale e pepe. Lasciate cuocere la
salsa per 10’ a fuoco moderato. Mettete le polpette fritte nella salsa,
accostate e senza sovrapporle, e coprite il tutto con acqua a filo. Fate
cuocere scoperto a fuoco basso fino a quando la salsa non sarà più
eccessivamente liquida. Servite con riso pilaf, patate fritte o insalata.
Per 6 persone
400 g di carne macinata di manzo • 400 g di carne macinata
di vitello o maiale • 2 fette di pane raffermo, ammollato e
strizzato • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
cipolla media grattugiata o tritata finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 2 uova intere • 1
cucchiaino di cannella in polvere • 1 cucchiaino di paprika
dolce in polvere • la scorza grattugiata di 1/2 limone • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Per la salsa: 500 g di pelati sgocciolati e schiacciati bene • 1
cipolla grattugiata o tritata finemente • 3 spicchi di aglio
tritati finemente • 1 cucchiaino di zucchero • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe nero
Mescolate tutti gli ingredienti delle polpette e lavorate il miscuglio con le
mani per ottenere una pasta ben amalgamata. Formate delle polpette tonde
grosse come un uovo. In una padella friggete le polpette in olio, e quando
saranno ben dorate tenetele da parte. Preparate la salsa: in una padella o
pentola capiente fate soffriggere leggermente la cipolla e l’aglio.
Aggiungete il pomodoro, lo zucchero, 1 bicchiere di acqua, sale e pepe.
Lasciate cuocere la salsa per 10’ a fuoco moderato. Mettete le polpette fritte
nella salsa, accostate e non sovrapposte, e coprite il tutto con acqua a filo.
Lasciate cuocere scoperto a fuoco basso fino a quando la salsa non sarà più
eccessivamente liquida. Servite con riso pilaf, patate fritte o insalata.
Per 4 persone
300 g di macinata di manzo • 300 g di macinata di vitello • 2
grosse fette di pane raffermo ammollate e strizzate • 1
cipolla bianca grattugiata o tritata molto finemente • 2
spicchi di aglio tritati molto finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 2 cucchiai da minestra
di ouzo puro • 2 uova intere • 1 cucchiaio da minestra di olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Mescolate bene tutti gli ingredienti e amalgamateli perfettamente. Se
l’impasto risultasse troppo molle, aggiungete del pangrattato. Lasciate
riposare l’impasto per 1 ora in frigorifero. Formate delle polpette grosse
come noci, infarinatele e friggetele in abbondante olio. Servite le polpette
calde con riso pilaf o fredde con un’insalata.
Polpette ai ceci alla cretese
Un piatto cretese che piacerà sicuramente agli italiani, anche loro amanti
delle polpette e dei ceci…
Per 4 persone
250 g di carne macinata di vitello • 250 g di carne macinata
di maiale • 500 g di ceci cotti • 1 grossa fetta di pane
raffermo ammollata e strizzata • 1 grossa cipolla rossa • 2
spicchi di aglio tritati finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato finemente • 1 cucchiaio da minestra di succo di
limone • 1 cucchiaino colmo di cumino verde • 1 uovo intero
• origano secco • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Per la salsa: 800 g di pelati schiacciati • 1 cipolla media
grattugiata o tritata finemente • 1 cucchiaino di zucchero •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Preparate una salsa di pomodoro con gli ingredienti indicati per la salsa.
Lasciatela cuocere per circa 20’ a fuoco medio-basso. In una ciotola
mescolate e amalgamate bene la carne, il pane, la cipolla, l’aglio e il
prezzemolo, il succo di limone, il cumino, 1 pizzico di origano, l’uovo, sale
e pepe. Se la preparazione fosse troppo molle, aggiungete del pangrattato.
Formate delle polpette grosse come un uovo. Quando la salsa sarà pronta,
versate dentro le polpette crude, e dopo 10’ i ceci cotti. Lasciate cuocere
ancora per circa 20’. Servite caldo.
Per 4 persone
800 g di carne di manzo macinata • 80 g di riso lungo lessato
ai 3/4 • 1 cipolla bianca grattugiata o tritata molto
finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1 mazzetto di aneto fresco tritato molto
finemente • farina bianca • 2 albumi d’uovo montati a neve
soda • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Per il brodo: 1 carota • 2 gambi di sedano • 1 cipolla bianca
piccola intera infilzata con 3 chiodi di garofano
Per la salsa: 3 uova intere • il succo di 2 limoni • 2 tazze di
brodo
Mescolate tutti gli ingredienti delle polpette tranne i bianchi montati, e
lavorate l’impasto energicamente per amalgamare bene. Aggiungete i
bianchi montati incorporandoli delicatamente. Formate delle polpette grandi
come grosse noci. Preparate il brodo con gli ingredienti indicati. Infarinate
le polpette e cuocetele nel brodo, a fuoco moderato e senza grosso bollore,
per circa 20’. Levate le polpette dal brodo e riponetele al caldo. Tenete da
parte 2 tazze di brodo e preparate la salsa avgolèmono. Sbattete bene le
uova intere con il succo di limone in una ciotola. Portate a bollore le 2 tazze
di brodo in un pentolino, poi abbassate il fuoco al minimo (non deve più
bollire) e versate il composto di uova e limone lentamente sbattendo con
una frusta. Appena la salsa sarà spessa e cremosa, versatela sopra le
polpette. Servite immediatamente, ben caldo. Nella preparazione della salsa
ci si può aiutare con un po’ di farina bianca. Nella versione con la zuppa si
usa tutto il brodo; l’avgolèmono si prepara con una quantità maggiore di
uova e limone. La zuppa e le polpette si servono in fondine.
Per 6 persone
30 foglie di vite non trattate, fresche giovani e tenere, o in
salamoia • una decina di foglie di vite per foderare il fondo
della pentola • 400 g di lonza di maiale macinata • 150 g di
riso lungo • 1 cipolla bianca media tritata finemente • 2
spicchi di aglio tritati finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato finemente • 1 rametto di aneto tritato finemente • 1
punta di coltello di chiodo di garofano in polvere • 1/2
cucchiaino di pepe della Giamaica macinato • olio
extravergine d’oliva • 50 g di burro • sale e pepe
Per la salsa: 2 uova intere • il succo di 1 limone e 1/2 • 250 g
di brodo
Fate appassire, senza soffriggere, la cipolla e l’aglio in una padella con
l’olio. Aggiungete la carne, il riso, l’aneto e il prezzemolo, le spezie, sale e
pepe e un po’ di acqua. Portate a ebollizione, poi lasciate cuocere per 10’ a
fuoco alto fino a quando l’acqua sarà evaporata. Lasciate raffreddare il
ripieno. Sciacquate bene le foglie di vite in salamoia, o scottate in acqua
bollente salata le foglie di vite fresche per 5’, delicatamente, e fatele
asciugare e raffreddare su un panno pulito.
Preparate gli involtini racchiudendo il ripieno in ogni foglia in modo da
ottenere dei «sigari» regolari. Stendete una foglia di vite sul piano di lavoro
con la parte più liscia sotto. Mettete 1 cucchiaino colmo di ripieno al centro
della foglia. Arrotolate l’involtino partendo dal basso, fino a ricoprire il
ripieno, quindi ripiegate i bordi laterali verso l’interno. Continuate a
formare l’involtino arrotolandolo dal basso, fino a ottenere un cilindro
piuttosto stretto (non dovrà aprirsi durante la cottura). Foderate con le altre
foglie di vite il fondo di una pentola abbastanza capiente per contenere gli
involtini, anche sovrapposti. Mettete gli involtini nella pentola, irrorateli
con il burro fuso e copriteli a filo con acqua. Coprite e lasciate cuocere a
fuoco molto basso per almeno 1 ora e mezzo. 10’ prima della fine della
cottura degli involtini preparate la salsa.
Portate a bollore il brodo in un pentolino. Sbattete bene le 2 uova intere
con il succo di limone. Quando il brodo arriverà a bollore, abbassate il
fuoco al minimo e versate lentamente il composto di uova e limone
sbattendo con una frusta. Non dovrà assolutamente bollire. (Nella
preparazione della salsa ci si può aiutare con un po’ di farina.) Appena la
salsa sarà spessa e cremosa, toglietela dal fuoco. Disponete gli involtini sul
piatto di servizio, versate sopra la salsa e servite immediatamente.
Mussakà o sformato di melanzane e carne
La mussakà è probabilmente il piatto più amato dagli stranieri che
visitano la Grecia, e anche uno dei più famosi. È estremamente gustosa e
nutriente, piace a grandi e piccoli, ma non sempre viene cucinata con cura.
A voi basterà seguire alcuni accorgimenti per ottenerre un’ottima
mussakà.
Esiste in diverse versioni a seconda del luogo o del cuoco; qui ne
propongo una che include tutti gli aromi. Le dosi sono indicative, dovrete
regolarvi con l’esperienza…
Per 6 persone
4 grosse melanzane grosse, lunghe circa 15 cm • 600 g di
carne macinata mista di manzo e maiale • 1 grossa cipolla
tritata finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • 1 cucchiaio da minestra di concentrato di
pomodoro • patate lesse o fritte a fettine (facoltativo) •
origano secco • 1 cucchiaino raso di cannella in polvere • 1
punta di coltello di chiodo di garofano in polvere • 1/2
cucchiaino di pepe della Giamaica in polvere • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Per la besciamella: 80 g di burro • 80 g di farina • 800 g di
latte • 1 uovo intero • sale e pepe
Tagliate le melanzane a fette di 0,5 cm di spessore e friggetele in
abbondante olio d’oliva. Lasciate scolare le fette su un foglio di carta
assorbente. In una padella ampia fate appassire la cipolla e il prezzemolo.
Aggiungete la carne, il concentrato, le spezie, 1 pizzico di origano, sale e
pepe e mescolate bene. Versate mezzo bicchiere di acqua e lasciate cuocere
il ragù a fuoco moderato per circa 20’ o fino a quando il liquido sarà
totalmente evaporato. Nel frattempo preparate la besciamella.
Quando il ragù sarà pronto, aggiungete 1 cucchiaiata abbondante di
besciamella per renderlo piuttosto cremoso. Lasciate raffreddare la
besciamella restante. Ungete una pirofila con un po’ di olio e foderate il
fondo con le fettine di patate lesse o fritte. Disponete sopra le patate un
primo strato di melanzane fritte, quindi uno strato di ragù. Continuate così
fino a esaurire le melanzane e il ragù; l’ultimo strato dovrà essere di
melanzane. Nella besciamella tiepida o fredda aggiungete l’uovo intero e
mescolate bene. Versate la besciamella sopra l’ultimo strato di melanzane.
Infornate a 200° C per circa 20’.
Per 4 persone
400 g di sedani rigati • 300 g di carne macinata di manzo o
maiale • 1 cipolla • 2 spicchi di aglio • 3 grossi pomodori
maturi • 1 foglia di alloro • 1 cucchiaino raso di cannella in
polvere • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto finemente •
100 g di pecorino stagionato • 2 uova sbattute • 600 g di
besciamella mescolata con 40 g di pecorino stagionato
grattugiato per gratinare • 1 grattugiata di noce moscata •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola fate appassire la cipolla e l’aglio tritati molto finemente in
olio in una pentola, ma senza soffriggerli. Aggiungete il pomodoro tritato,
l’alloro, il prezzemolo, la cannella e mezzo bicchiere di acqua e lasciate
ridurre a fuoco medio-basso per circa 20’. Aggiungete la carne e fatela
cuocere nella salsa per mezz’ora. Nel frattempo portate la pasta a metà
cottura in acqua salata, scolatela, raffreddatela sotto l’acqua, conditela con
l’olio e tenetela da parte. Quando il sugo di carne è pronto, mescolatelo con
la besciamella, i 100 g di pecorino stagionato e le uova sbattute. Ungete una
pirofila e stendete uno strato di pasta, poi uno strato di composto sugo-
besciamella. Ripetete l’operazione e terminate cospargendo la superficie
con 40 g di pecorino stagionato grattato e un filo di olio. Infornate a 180° C
per circa 30’, finché sarà ben dorato. Servite non troppo caldo.
Per 4 persone
2 grosse melanzane • 350 g di carne macinata di manzo e
vitello mescolati • 200 g di formaggio feta • 1 grossa cipolla
bianca grattugiata o tritata finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • origano secco • 1 cucchiaino
di cannella in polvere • 1 grattugiata di noce moscata • 1
cucchiaio da minestra colmo di concentrato di pomodoro •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Tagliate le melanzane in due per lungo e svuotate ogni metà della polpa con
un coltellino, partendo da 0,5 cm dal bordo. Tenete da parte la polpa.
Ungete le melanzane con l’olio dentro e fuori e infornatele a 200° C su una
teglia foderata con carta oleata. Lasciate cuocere le melanzane in forno per
almeno 20’ e comunque fino a quando non risulteranno morbide. A questo
punto toglietele dal forno e lasciatele raffreddare. Tritate la polpa delle
melanzane finemente. Fate appassire la cipolla con il prezzemolo in una
padella capiente nell’olio, a fuoco moderato, senza soffriggerli. Alzate il
fuoco, aggiungete la carne e la polpa delle melanzane tritate e rosolatele
bene insieme alla cipolla e al prezzemolo. Unite la cannella e la noce
moscata, un po’ di origano e il concentrato di pomodoro, mezzo bicchiere
di acqua, sale e pepe. Abbassate il fuoco e lasciate cuocere a fuoco
moderato fino a quando il liquido sarà stato assorbito del tutto e il ripieno
risulterà ben amalgamato. Farcite ogni «scarpetta» di melanzana con il
ripieno, sbriciolate sopra un po’ di feta e infornate di nuovo le melanzane
per circa 10’ a 200° C. Servite calde con riso pilaf o insalata.
Ghemistà me krèas o verdure farcite alla
carne
Diffusa in tutto il Mediterraneo con infinite varianti, le verdure farcite alla
greca sono particolarmente gustose. È un piatto che potete trovare in tutte le
taverne del paese, soprattutto d’estate quando i pomodori, le zucchine e i
peperoni non sono di serra. Le quantità sono a vostra discrezione.
Per 4 persone
600 g di fegatini di pollo puliti, senza i cuori • 1 grossa
cipolla grattugiata o tritata molto finemente • 2 spicchi di
aglio tritati molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato finemente • origano secco • 1/2 bicchiere di vino
rosso • 300 g di pomodori pelati schiacciati • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In una padella capiente fate appassire la cipolla e l’aglio con l’olio, ma
senza soffriggerli. Aggiungete i fegatini, alzate il fuoco al massimo e fateli
rosolare leggermente insieme alla cipolla e all’aglio. Aggiungete il vino
rosso e lasciatelo sfumare. Unite il pomodoro, il prezzemolo e un po’ di
origano. Abbassate la fiamma al minimo, aggiungete mezzo bicchiere di
acqua e lasciate cuocere scoperto fino a quando la salsa sarà abbastanza
densa. Servite con il riso pilaf.
OceanofPDF.com
Piatti a base di pesce
Spigola al finocchio
La spigola si abbina a meraviglia con il finocchio, che ne esalta il sapore
delicato. Una ricetta simile si trova in Provenza: branzino grigliato con rami
di finocchio selvatico.
Per 4 persone
4 spigole da circa 300 g l’una, squamate e svuotate • 2
grossi bulbi di finocchio con le loro sommità tagliati a
fettine sottili • 2 cucchiai da minestra di semi di finocchio •
1 cucchiaio da minestra di ouzo • il succo di 2 limoni • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In una padella fate rosolare bene il finocchio a fettine. Quando sono ben
rosolate e tenere, versate l’ouzo e fatelo sfumare. Salate e pepate e tenetele
da parte in caldo. Incidete i pesci 4 volte in diagonale, tra la testa e la coda,
su tutti e due i lati. Mettete un po’ di semi di finocchio in ogni pesce e sulle
incisioni, premendo per farli penetrare. Salate e pepate i pesci, spennellateli
con olio e fateli arrostire sotto il grill del forno. Appena i pesci saranno
cotti, metteteli sopra le fette di finocchio nel piatto di servizio, irrorate il
tutto con succo di limone e servite immediatamente.
Per 4 persone
4 fette di pesce spada • 12 foglie di alloro fresche • il succo
di 1 limone • 1 cucchiaio da minestra di vino bianco • 3
cucchiai da minestra di olio extravergine d’oliva • 2 spicchi
di aglio tritati molto finemente • sale e pepe
Emulsionate l’olio con il succo di limone, il vino e l’aglio. Salate e pepate
le fette di pesce spada e spennellatele con l’emulsione. Mettete sopra ogni
fetta 3 foglie di alloro stropicciate. Disponete le fette di pesce spada l’una
sopra l’altra e chiudete il tutto in un foglio di pellicola alimentare. Lasciate
insaporire in frigorifero per circa 2 ore. Scaldate 2 cucchiaiate di olio in una
padella a fuoco basso. Togliete il pesce dal frigorifero, levate la pellicola,
raccogliete le foglie di alloro e mettetele nell’olio caldo. Alzate il fuoco e
fate cuocere le fette di pesce spada sopra le foglie di alloro, una dopo
l’altra. Servite immediatamente, con spicchi di limone da spremere sopra.
Per 4 persone
800 g di pesce spada tagliato a cuboni • 1 grosso bicchiere
di olio extravergine d’oliva • il succo di 2 limoni • 3 spicchi
di aglio tritati molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato molto finemente • origano secco • foglie di alloro
fresche q.b. • cumino verde in polvere • sale e pepe
Preparate una marinata mescolando l’olio, il succo di limone, l’aglio, il
prezzemolo e un po’ di origano. Coprite il pesce con la marinata, mescolate
bene e mettete in frigorifero per circa 2 ore. Estraete il pesce dalla marinata
e asciugatelo, ma non del tutto. Infilate i cubi di pesce su spiedini di legno o
metallo, alternando con foglie di alloro. Spolverizzate leggermente gli
spiedini di pesce con poco cumino in polvere. Cuocete gli spiedini alla
griglia a legna o carbonella o, in mancanza di questa, in padella, gratella o
forno. Salate e pepate gli spiedini prima di portali in tavola. Servite con
spicchi di limone da spremere sopra.
Per 4 persone
16 sarde squamate e pulite dalle interiora • 16 foglie di vite
fresche o in salamoia • 2 spicchi di aglio • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • la scorza di 1/2 limone
tritata molto finemente o grattugiata • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
Se le foglie di vite sono fresche, sbollentatele per 5’ per renderle morbide.
Se sono in salamoia, lavatele bene prima di usarle. Tagliate teste e code alle
sarde e farcitele con l’aglio, il prezzemolo, la buccia di limone tritata e un
goccio di olio. Salate, pepate e avvolgete le sarde in una foglia di vite,
ripiegando le estremità per chiuderle se le foglie sono abbastanza grandi,
oppure lasciando le estremità aperte e chiudendole con uno stuzzicadenti.
Cuocetele alla griglia o friggetele in padella. Servite caldissime con spicchi
di limone da spremere sopra.
Per 4 persone
800 g di filetti di pesce a vostra scelta • 600 g di pomodori
pelati sgocciolati e schiacciati • 1 cipolla bianca grattugiata
o tritata finemente • 2 spicchi di aglio tritati molto
finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • 1 cucchiaino
colmo di zucchero • 1 cucchiaino colmo di cannella in
polvere • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un’ampia padella fate appassite la cipolla e l’aglio nell’olio, senza
soffriggerli. Aggiungete il pomodoro, il prezzemolo, lo zucchero, la
cannella, il vino bianco, sale e pepe e mezzo bicchiere di acqua. Lasciate
cuocere a fuoco medio-basso per circa 20’. Unite i filetti di pesce nella
salsa, coprite la padella con un coperchio e fate cuocere a fuoco basso fino a
quando i filetti saranno cotti. Servite immediatamente, con riso pilaf.
Per 4 persone
800 g di filetti di pesce a vostra scelta • 600 g di pomodori
pelati schiacciati • 1 cipolla bianca tagliata a fettine • 2
spicchi di aglio tritati molto finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 1 ciuffo di aneto fresco
tritato molto finemente • 1 ciuffo di barbe di finocchio
tritate molto finemente • 8 foglie di menta tritate molto
finemente • 1 presa di origano secco • 1/2 bicchiere di vino
rosso • il succo di 1 limone • olio extravergine d’oliva • sale
e pepe
Fate appassire la cipolla e l’aglio in pentola, senza soffriggerli. Aggiungete
il pomodoro, le erbe, il vino rosso, sale e pepe, e lasciate cuocere a fuoco
medio-basso per circa 20’. In una teglia da forno capiente versate 1
cucchiaiata di olio e 2 di salsa, disponetevi i filetti di pesce e copriteli con la
salsa. Sigillate con un foglio d’alluminio e infornate a 200° C per circa 15’.
Scoprite la teglia, irrorate i filetti con il succo di limone e lasciate cuocere
per altri 5’. Servite tiepido o freddo.
Savouro o boghe in sapore (Corfù)
La cucina di Kerkyra (Corfù) ha subito un forte influsso veneziano. Si
trovano piatti come questo savouro o il bourdeto, una zuppa di pesce al
pomodoro: i nomi, anche se «grecizzati», sono del tutto simili a quelli
veneziani. Questa ricetta è l’interpretazione locale delle famose «sarde in
saor».
Per 4 persone
1 kg di boghe fresche • farina bianca • 3 cucchiai da
minestra di aceto di vino rosso • 1 cucchiaino colmo di
zucchero • 5 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
cucchiaio da minestra raso di rosmarino tritato • 100 g di
uvetta bionda ammollata • olio di semi • sale e pepe
Pulite e svuotate le boghe. Passatele nella farina e friggetele in padella in 2
dita di olio di semi. Tenete le boghe da parte, lasciandole raffreddare.
Buttate in padella, nell’olio della frittura, l’aceto, lo zucchero, l’aglio, il
rosmarino, l’uvetta e mezzo bicchiere di acqua, e fate bollire fino a quando
l’acqua sarà del tutto evaporata. Lasciate intiepidire la marinata, e quando
sarà tiepida versatela sui pesci fino a coprirli. Mettete i pesci in frigorifero e
lasciate insaporire per almeno 2 ore. Servite a temperatura ambiente.
Per 4 persone
4 sgombri puliti, da circa 250 g l’uno • 1 cipolla tritata
finemente • 3 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
ciuffo di aneto fresco tritato finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • 1 cucchiaino di rosmarino
tritato molto finemente • la scorza grattugiata di 1 limone •
3 cucchiai da minestra rasi di pangrattato • 100 g di pinoli •
50 g di uvetta bionda ammollata • 1 uovo intero • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Fate rosolare in una padella la cipolla nell’olio e tenetela da parte. In una
ciotola unite il pangrattato, le erbe, l’aglio, la scorza di limone grattugiata, i
pinoli, l’uvetta, l’uovo, sale e pepe, e mescolate bene. Farcite gli sgombri
con il ripieno. Ungete una pirofila e disponete gli sgombri accostati.
Praticate due o tre incisioni diagonali sulla pelle degli sgombri e irrorateli
con il succo di limone e un filo di olio. Spolverate con poco sale e pepe e
infornateli a 180° C per circa 35’. Se si asciugano troppo durante la cottura
irrorateli con un po’ di acqua e limone.
Per 4 persone
4 fette di tonno fresco • 1 grossa cipolla tagliata a fettine
sottili • 450 g di pomodori pelati sgocciolati e schiacciati • 1
ciuffo di aneto fresco tritato finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • 10 foglie di menta fresca
tritate finemente • 1 ciuffo di barbe di finocchio tritato
finemente • 3 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
cucchiaino colmo di zucchero • 1 cucchiaino raso di
cannella in polvere • il succo di 1 limone • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
In una padella capiente fate rosolare la cipolla in abbondante olio.
Aggiungete il pomodoro, le erbe, l’aglio, lo zucchero, la cannella, sale e
pepe e 1 bicchiere di acqua. Cuocete a fuoco medio-basso per circa 20’.
Mettete un po’ di olio e salsa in una pirofila capiente e disponete le fette di
tonno. Versate la salsa e coprite la pirofila con un foglio d’alluminio.
Infornate a 200° C per circa 20’ e comunque fino a quando le fette saranno
perfettamente cotte a cuore. Irrorate con il succo di limone, lasciate riposare
fuori dal forno per 10’ e servite.
Per 4 persone
4 porzioni di triglie freschissime (a seconda della taglia),
squamate e pulite ma senza eliminare il fegato • 3 cipollotti
verdi freschi tritati, con la parte verde • 3 spicchi di aglio
tritati molto finemente • 1 cucchiaino di rosmarino tritato
molto finemente • 1 ciuffo di prezzemolo tritato molto
finemente • 16 fettine di pomodoro fresco • 12 fettine di
limone con la buccia • cumino verde in polvere • 4
cucchiaini di ouzo • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Preparate 4 cartocci di carta da forno delle dimensioni di una porzione.
Mettete su ciascun cartoccio 4 fettine di pomodoro e un filo di olio.
Adagiate sopra una triglia, cospargete con l’aglio, le erbe, 1 presa di cumino
verde, sale e pepe. Irrorate ogni porzione con 1 cucchiaino di ouzo e un filo
di olio, mettete 3 fettine di limone su ciascuna porzione e chiudete
ermeticamente i cartocci. Infornate i cartocci a 200° C su una teglia da
forno e lasciate cuocere per circa 25’. Servite immediatamente, un cartoccio
per ogni commensale.
Kakavia o zuppa di pesce alla cretese
Questa zuppa è estremamente semplice. Non servono molti ingredienti, per
non coprire il gusto del pesce, che deve essere freschissimo e
preferibilmente di scoglio.
Per 4 persone
1 kg di misto di scoglio a scelta (scorfano, triglie, cernia,
pesce pettine…) • 1 grossa cipolla bianca a fettine • 2 spicchi
di aglio interi, sbucciati • 4 grosse carote tagliate in quattro
• 4 grosse zucchine tagliate in due pezzi • 6 grosse patate
tagliate in quattro per lungo • 2 foglie di alloro • il succo di 1
limone • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Squamate e svuotate i pesci. Tagliate la testa e la coda e tenetele da parte.
Tagliate i pesci in grossi pezzi. Mettete la cipolla, l’aglio, le verdure, le teste
e le code dei pesci, l’alloro, sale e pepe in una pentola e coprite il tutto con
abbondante acqua. Portate a bollore, poi coprite la pentola e lasciate
cuocere a fuoco medio-basso finché le verdure saranno cotte, magari
togliendo le zucchine prima delle carote e delle patate, che impiegano più
tempo. Togliete le verdure dal brodo e tenetele da parte. Eliminate dal brodo
le teste e le code, l’alloro ed eventuali spine rimaste. Lasciate il brodo sul
fornello a fuoco basso e aggiungete i pezzi di pesce, facendoli cuocere a
fuoco medio per 10’. Scaldate il forno a 100° C. Togliete i pezzi di pesce
dal brodo e metteteli insieme alle verdure in una pirofila, tenendo da parte 6
spicchi di patate cotte. Coprite la pirofila con un foglio d’alluminio e
mettetela in forno per tenerla in caldo. Passate allo schiacciapatate le patate
tenute da parte e aggiungetele al brodo, diluendo bene. Aggiungete il succo
di limone e correggete di sale se necessario. Mettete una mestolata di brodo
in ogni fondina, poi ripartitevi i pezzi di pesce e le verdure, e servite
immediatamente irrorato con un filo di olio.
Psaròsupa avgolèmono o zuppa di pesce
all’uovo e limone
Le zuppe di pesce rosso che si cucinano in Grecia non sono molto diverse
da quelle italiane, tranne che per l’uso di erbe come l’aneto o di qualche
spezia in più. Questa zuppa bianca all’uovo e limone è molto particolare.
Per 4 persone
1 kg di misto di scoglio a scelta (scorfano, triglie, cernia,
pesce pettine…) • 1 grossa cipolla bianca a fettine • 2 spicchi
di aglio interi tritati finemente • 4 grosse carote tagliate a
rondelle • 250 g di sedano rapa pelato, mondato e tagliato a
cubetti • 4 zucchine tagliate a rondelle • 4 patate tagliate a
cubetti • 2 foglie di alloro • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
molto finemente • 1 ciuffo di aneto tritato molto finemente •
1/2 bicchiere di vino bianco secco • il succo di 2 limoni • 2
uova intere • 1 cucchiaio da minestra di farina bianca • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Squamate e svuotate i pesci. Tagliate la testa e la coda e tenetele da parte.
Tagliate i pesci in grossi pezzi. Mettete la cipolla, l’aglio, le verdure, le teste
e le code dei pesci, l’alloro, sale e pepe in una pentola e coprite il tutto con
abbondante acqua. Portate a bollore, poi coprite la pentola e lasciate
cuocere a fuoco medio-basso fino a quando le verdure saranno cotte.
Togliete le verdure dal brodo e tenetele da parte. Elimiate dal brodo le teste
e le code, l’alloro ed eventuali spine rimaste. Lasciate il brodo sul fornello a
fuoco basso e aggiungete i pezzi di pesce e il vino bianco. Fate cuocere a
fuoco medio per 10’ e scaldate il forno a 100° C. Togliete i pezzi di pesce
dal brodo e metteteli insieme alle verdure in una pirofila. Coprite la pirofila
con un foglio d’alluminio e infornatela per tenerla in caldo. Sbattete le uova
con il succo di limone e la farina, fino a ottenere una crema fluida. Se il
brodo è troppo abbondante per 4 porzioni, fatelo ridurre a fuoco alto o
toglietene un po’. Alzate il fuoco e scaldate il brodo al limite del bollore,
poi abbassate la fiamma al minimo (da questo momento non dovrà più
bollire). Versate nel brodo, lentamente e sbattendo con una frusta, il
miscuglio di uovo, limone e farina, fino a quando non diventerà denso.
Spegnete il fuoco sotto la pentola e buttate il prezzemolo e l’aneto nel
brodo. Mettete una mestolata di brodo all’uovo e limone in ogni fondina,
poi ripartitevi i pezzi di pesce e le verdure, e servite immediatamente
irrorato con un filo di olio.
Per 4 persone
800 g di filetti di pagello e cefalo, a pezzi grandi • 1 cipolla
bianca a fettine sottili • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 300 g
di pomodori pelati non sgocciolati e schiacciati • 150 g di
bulghur medio • 1 pizzico di cannella in polvere • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Mettete il bulghur a mollo nell’acqua calda 1 ora prima di iniziare. Fate
appassire la cipolla in olio in una pentola capiente. Aggiungete il
pomodoro, l’aglio, il prezzemolo e la cannella e lasciate cuocere a fuoco
medio per 10’. Unite il pesce, sale e pepe, e coprite con acqua. Scolate il
bulghur e aggiungetelo nella pentola. Coprite la pentola e lasciate cuocere
a fuoco medio-basso per circa 15’. Servite immediatamente, con spicchi di
limone da spremere nella zuppa.
Per 4 persone
600 g di seppie pulite e mondate • 600 g di spinaci lessati,
strizzati e battuti al coltello, non troppo finemente • 2
cipolle tritate finemente • 1 bicchiere di vino bianco corposo
• 250 g di pomodori pelati scolati e schiacciati • 1 cucchiaino
raso di cumino verde in polvere • olio extravergine d’oliva •
sale e pepe
Tagliate le seppie a quadratini. In un tegame fate appassire la cipolla tritata
nell’olio, senza soffriggerla, e aggiungete le seppie. Lasciate cuocere le
seppie con la cipolla, girando con un cucchiaio di legno, per circa 10’.
Aggiungete gli spinaci, mescolate, versate il vino e lasciatelo sfumare,
sempre girando. Unite il pomodoro, il cumino verde, sale e pepe. Coprite il
tegame, abbassate il fuoco al minimo e fate cuocere gentilmente fino a
quando le seppie non risulteranno tenerissime e il tutto ben amalgamato.
Per 4 persone
800 g di seppie pulite • 2 grosse cipolle bianche a fettine • 3
spicchi di aglio tritati finemente • 400 g di olive verdi
snocciolate in salamoia • 1 bicchiere di vino rosso • 1 grosso
mazzetto di aneto fresco tritato finemente • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola fate appassire nell’olio la cipolla e l’aglio, senza soffriggerli.
Aggiungete le seppie tagliate a listarelle e le olive. Lasciate insaporire le
seppie e le olive per 10’ con la cipolla e l’aglio, girando ogni tanto. Versate
il vino rosso e lasciatelo sfumare. Unite l’aneto, sale e pepe, 1 bicchiere di
acqua, coprite la pentola e lasciate cuocere a fuoco medio-basso fino a
quando le seppie saranno ben tenere e il sughetto ridotto. Servite caldo con
riso pilaf o patate al vapore.
Per 4 persone
1,5 kg di polpi, seppie e totani • 600 g di cipolle rosse • 2
spicchi di aglio • 400 g di pomodori pelati • circa 3,5 dl di
vino rosso • 1 cucchiaio di zucchero • 2 o 3 cucchiai di aceto
rosso o di mele • una decina di grani di pepe della Giamaica
• 2 stecche di cannella piccole • 1 foglia di alloro • qualche
grano di ginepro • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Rosolate l’aglio in abbondante olio. Aggiungete i polpi ben puliti e lavati e
tagliati a pezzi. Fate sfrigolare per qualche minuto, poi unite i pomodori, le
spezie, il vino. Salate e pepate. versate mezzo bicchiere di acqua e portate a
ebollizione, continuando la cottura a fuoco basso e a pentola scoperta fino a
che il polpo risulterà tenero, ma non troppo perché in seguito dovrà cuocere
ancora. La preparazione dovrà essere piuttosto liquida; eventualmente
aggiungete in cottura vino e acqua.
Nel frattempo, in un tegame, scaldate mezzo bicchiere di olio e
aggiungetevi le cipolle tagliate a grossi spicchi. Fatele ammorbidire a fuoco
basso. Quando saran tenere, aggiungete lo zucchero e l’aceto, alzando
leggermente la fiamma e cuocendole finché saranno quasi caramellate e il
fondo apparirà denso. Unite l’intingolo di cipolle al polpo, coprite e fate
cuocere altri 15-20’. Scoprite la casseruola, versatevi i totani e le seppie
puliti, lavati e tagliati a pezzi, se necessario aggiungete del liquido (la salsa
alla fine dovrà essere abbondante ma ricca, non brodosa) e fate cuocere al
massimo per 5’. Spegnete il fuoco e fate riposare per almeno 30’. Servite lo
stifado tiepido.
Per 4 persone
4 calamari grossi • 160 g di riso tondo • 2 cipollotti freschi
con la parte verde, tritati finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato molto finemente • 1 ciuffetto di aneto
fresco tritato molto finemente • 2 pomodori maturi tritati •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Pulite i calamari, levate l’osso interno, tagliate i tentacoli e tritateli molto
finemente. Fate appassire la cipollina nell’olio in una pentola, senza
soffriggerla, e aggiungete i tentacoli. Fate cuocere per 5’, poi unite il riso, il
prezzemolo, il pomodoro, l’aneto, sale e pepe e 1 bicchiere di acqua. A
fuoco moderato fate assorbire l’acqua, girando di continuo. Quando l’acqua
sarà assorbita del tutto, lasciate raffreddare il riso condito. Farcite i calamari
con il riso, senza stiparli perché il riso si gonfierà. Chiudete i calamari con
uno stuzzicadenti e metteteli in una pentola bassa, accostati. Aggiungete
acqua nella pentola, fino a coprire per metà i calamari, irrorate con un filo
di olio, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso per circa 45’. Servite i
calamari tiepidi con il sughetto ristretto.
Per 4 persone
4 calamari grossi
Per il ripieno: 4 cipollotti freschi con la parte verde, tritati •
1 peperone rosso pulito e mondato, tritato molto finemente
• 2 zucchine tagliate a dadini piccolissimi • 3 pomodori sodi
pelati, svuotati e tritati • 100 g di formaggio feta sbriciolata
• 100 g di fiordilatte tritata finemente • 2 uova intere • 1
mazzetto di prezzemolo tritato molto finemente • origano •
olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Per la salsa: 300 g di passata di pomodoro • 1 cipolla grossa
grattugiata o tritata molto finemente • 2 spicchi di aglio
tritati molto finemente • olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
Pulite i calamari e privateli dall’osso interno. Tenete da parte i tentacoli. In
una ciotola mescolate tutti gli ingredienti del ripieno per ottenere un
composto ben amalgamato. Riempite i calamari e chiudeteli in cima con
uno stuzzicadenti. Preparate la salsa di pomodoro con gli ingredienti
indicati. Quando sarà pronta, mettete i calamari farciti in una pirofila,
copriteli con la salsa e aggiungete un filo di olio. Aggiungete ai lati il
ripieno avanzato, se è il caso, e i tentacoli tritati, e coprite la pirofila con un
foglio d’alluminio. Infornate a 180° C per 45’. Servite tiepido, con riso pilaf
o patate lesse.
Per 4 persone
2 grossi filetti di merluzzo • 2 grosse cipolle bianche a
fettine sottili • 400 g di pomodori maturi pelati, svuotati e
tritati • 1 mazzetto di prezzemolo tritato finemente • 2
spicchi di aglio tritati molto finemente • rosmarino tritato
finemente • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In una padella fate appassire la cipolla e l’aglio nell’olio, senza soffriggerli.
Aggiungete il pomodoro, il prezzemolo, il rosmarino, il vino bianco, sale e
pepe, abbassate il fuoco e lasciate cuocere a fuoco medio per 10’. Versate
un po’ di olio in ogni contenitore da forno individuale, e disponete mezzo
filetto di pesce in ognuno. Salate e pepate molto leggermente i filetti. Dopo
10’ di cottura, ripartite la salsa di pomodoro su ogni filetto di pesce.
Spolverizzate abbondantemente con pangrattato e irrorate con un filo di
olio. Infornate a 180° C per circa 25’. Servite immediatamente.
Per 4 persone
800 g di baccalà con la pelle, ben dissalato • 800 g di cipolle
bianche tagliate a fettine sottili • 4 spicchi di aglio tritati
molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1 cucchiaio da minestra di concentrato di
pomodoro • 100 g di uvetta bionda ammollata • 1 cucchiaino
di cannella in polvere • 1 punta di coltello di chiodo di
garofano in polvere • peperoncino in polvere • olio
extravergine d’oliva • sale
In una padella capiente fate rosolare la cipolla in olio extravergine d’oliva,
fino a quando apparirà ben dorata. Aggiungete il concentrato di pomodoro,
l’aglio, il prezzemolo, la cannella, il chiodo di garofano, l’uvetta, sale e
peperoncino. Lasciate cuocere a fuoco medio per circa 10’. In una pirofila
mettete metà delle cipolle condite e disponetevi sopra i cubi di baccalà,
accostati e con la pelle verso il basso. Coprite il baccalà con le cipolle
restanti e irrorate con un filo di olio. Coprite la pirofila con un foglio
d’alluminio e infornate a 200° C per 20’. Controllate la cottura, lasciate
intiepidire e servite con patate al vapore.
Baccalà al limone
Una ricetta che piacerà molto a chi ama il baccalà cucinato in maniera
semplice.
Per 4 persone
800 g di baccalà ben dissalato, con la pelle e tagliato a
cuboni • 1 mazzo di cipollotti freschi con la parte verde,
tritati finemente • 1 ciuffo di aneto fresco tritato molto
finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • olio
extravergine d’oliva • 1 cucchiaio da minestra colmo di
farina bianca • il succo di 1 limone • sale e pepe
In una pentola ampia versate 2 cucchiaiate di olio e metteteci i pezzi di
baccalà, con la pelle verso il basso. Aggiungete i cipollotti, l’aneto, il
prezzemolo, sale e pepe, il vino bianco e 1,5 bicchieri di acqua. Coprite la
pentola e fate cuocere a fuoco medio-basso per circa 20’. Sbattete la farina
con il succo di limone, un po’ di acqua e un po’ del sughetto di cottura, fino
a ottenere una crema fluida. Versate il miscuglio nella pentola, mescolate
molto delicatamente e portate a bollore. Appena bolle spegnete il fuoco,
lasciate terminare la cottura per altri 5’ e servite subito con riso pilaf o
patate lesse o al vapore.
Per 4 persone
600 g di baccalà ben dissalato, a dadoni • 300 g di fagioli
borlotti freschi • 1 grossa cipolla tagliata a fettine sottili • 1
spicchio di aglio tritato molto finemente • 1 mazzetto di
prezzemolo tritato finemente • 250 g di pelati sgocciolati e
schiacciati • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Lessate i borlotti. In una pentola fate appassire la cipolla nell’olio, senza
soffriggerla. Aggiungete i dadi di baccalà e fateli rosolare leggermente a
fuoco vivo. Unite il pomodoro, l’aglio, il prezzemolo, poca acqua, sale e
pepe, e lasciate cuocere a fuoco basso per 10’. Scolate i borlotti e
aggiungeteli al baccalà in padella. Mescolate delicatamente, coprite e fate
cuocere ancora per 10’ coperto. Servite caldo.
Per 4 persone
600 g di baccalà dissalato e tagliato a grosse fette • 2 grosse
cipolle bianche tagliate a fettine sottili • 12 prugne secche
snocciolate • 4 grosse patate sbucciate e tagliate in 4
spicchi • 2 foglie di alloro • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • 1 cucchiaio da minestra di concentrato di
pomodoro • il succo di 1 limone • olio extravergine d’oliva •
sale e pepe
In un tegame capiente fate rosolare le patate nell’olio. Togliete le patate dal
tegame e tenetele da parte. Buttate la cipolla nell’olio della pentola e fatela
rosolare. Aggiungete il concentrato di pomodoro, l’alloro e il prezzemolo,
un po’ di acqua e lasciate cuocere a fuoco medio-basso per circa 20’ e
comunque fino a quando l’acqua sarà evaporata. Unite le fette di baccalà, le
patate e le prugne, poco sale e 1 pizzico di pepe, coprite la pentola e lasciate
cuocere per 10’. Versate il succo di limone e lasciate cuocere ancora per
circa 5’. Servite immediatamente.
Polpette di polpo alla cretese
Le polpette di polpo si cucinano anche in Calabria, ma con il formaggio.
Questa ricetta è più rustica ma altrettanto gustosa.
Per 4 persone
600 g di polpo pulito, fresco o surgelato • 2 grosse fette di
pane raffermo • 1 cipolla bianca grattugiata o tritata
finemente • 1 spicchio di aglio tritato finemente • 1 mazzetto
di prezzemolo tritato finemente • 1 presa abbondante di
origano secco • 2 cucchiai da minestra di aceto rosso • 2
cucchiai da minestra di vino rosso • 1 uovo intero • olio
d’oliva per friggere • farina bianca • sale e pepe
Se il polpo è fresco, congelatelo in freezer per un paio di giorni. Passate il
polpo quasi scongelato (sarà più facile tritarlo) nel tritacarne, o frullatelo
nel mixer per pochi secondi (non deve diventare una pappa). Bagnate le
fette di pane con l’aceto e il vino e strizzatele bene. Aggiungete il pane
ammollato al polpo tritato e lavorateli bene per amalgamarli. Unite la
cipolla, l’aglio, il prezzemolo, l’origano, l’uovo, sale e pepe, e lavorate bene
il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Se l’impasto fosse troppo
morbido, aggiungete un po’ di pangrattato. Formate delle polpette grosse
come noci, passatele nella farina e friggetele in abbondante olio. Servitele
calde con spicchi di limone da spremere sopra.
Per 4 persone
1 polpo di circa 800 g già pulito • 300 g di ditalini • 1 grossa
cipolla grattugiata o tritata finemente • 2 spicchi di aglio
tritati molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
molto finemente • 1 foglia di alloro • 450 g di pomodori pelati
sgocciolati e schiacciati • 1/2 cucchiaino di zucchero • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Lessate il polpo in acqua non salata, fino a quando non si sarà ammorbidito.
Senza buttare l’acqua di cottura, scolate il polpo e tagliatelo a pezzi piccoli.
Fate rosolare la cipolla e l’aglio in una pentola capiente. Aggiungete il
polpo, il pomodoro, il prezzemolo, l’alloro, lo zucchero, sale e pepe e 1
bicchiere di acqua. Lasciate cuocere a fuoco medio-basso per circa 20’.
Versate 6 dl di brodo di cottura del polpo, assaggiate e aggiustate di sale,
poi portate a ebollizione. Buttate i ditalini mescolando, e lasciate cuocere a
leggero bollore fino a quando il liquido non si sarà assorbito del tutto,
girando ogni tanto. Se il liquido durante la cottura non fosse sufficiente,
aggiungetene altro bollente a poco a poco. Servite caldo.
Per 4 persone
800 g di gamberi • 400 g di pomodori pelati tritati • 1 cipolla
bianca media grattugiata o tritata finemente • 2 spicchi di
aglio tritati molto finemente • 250 g di formaggio feta • 1
foglia di alloro • 1 ciuffo di aneto fresco tritato finemente •
1/2 bicchiere di vino bianco secco • paprika dolce • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Fate appassire la cipolla e l’aglio in una pentola, senza soffriggerli.
Aggiungete il pomodoro, il prezzemolo, l’aneto, il vino bianco, l’alloro,
sale e pepe e poca acqua. Lasciate cuocere a fuoco medio per circa 15’.
Disponete i gamberi in cocci o pirofile individuali. Ripartite la salsa sopra i
gamberi in ciascuna pirofila, aggiungete sopra la feta sbriciolata e una
spolverata di paprika dolce. Fate gratinare sotto il grill del forno oppure in
forno a 200° C per circa 10’.
Gamberoni all’aglio
Questo piatto sarà molto gradito da chi ama l’aglio, come in tutto il
Mediterraneo.
Per 4 persone
20 gamberoni tigrati, sgusciati e puliti, senza testa né coda
• 5 spicchi di aglio tritati molto finemente • il succo di 2
limoni • 50 g di burro • olio extravergine d’oliva • 1 mazzetto
di prezzemolo tritato molto finemente • sale e pepe
Scaldate 2 cucchiai da minestra di olio in un’ampia padella. Disponetevi i
gamberoni e fateli saltare per 3’. Aggiungete l’aglio e fate saltare ancora il
tutto per 3’. Unite il burro e lasciate che si sciolga, girando con un
cucchiaio di legno. Versate il succo di limone e girate. Salate e pepate e
togliete dal fuoco. Servite immediatamente, cosparso con prezzemolo
tritato. Questi gamberoni si possono servire come antipasto o come secondo
con riso pilaf.
OceanofPDF.com
Piatti a base di verdure e legumi
Per 4 persone
2 grosse melanzane tonde • 2 grosse cipolle tagliate a
fettine • 2 spicchi di aglio tritati • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato finemente • 250 g di pelati scolati e schiacciati • 50 g
di pinoli • 1 cucchiaio raso di cannella in polvere • 1
cucchiaino di zucchero • origano secco • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
Tagliate le melanzane in due nel senso della lunghezza e svuotatele della
polpa con un coltellino, senza intaccare la buccia. Ungete le «barchette»
vuote dentro e fuori con poco olio extravergine d’oliva, e infornatele a 180°
C per circa 15’. Tagliate la polpa delle melanzane a dadini piccoli.
Fate appassire in una padella capiente la cipolla, l’aglio e il prezzemolo
nell’olio. Aggiungete la polpa di melanzane e i pinoli, alzate il fuoco e fate
rosolare il tutto fino a quando la polpa di melanzane risulterà ben cotta.
Unite la cannella, i pelati schiacciati, lo zucchero, un po’ di origano, sale e
pepe. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa 10’. Farcite ogni barchetta
con il ripieno e infornate nuovamente a 180° C per 15’. Si servono tiepide o
a temperatura ambiente.
Per 6 persone
6 melanzane medie lunghe almeno 15 cm • 4 cipolle medie
tagliate a fettine sottili • 3 cucchiai da minestra e ½ tazza di
olio extravergine d’oliva • 10 spicchi di aglio sminuzzati • 5 o
6 grossi pomodori maturi, pelati, svuotati e tritati • 2
cucchiai da minestra di prezzemolo tritato finemente • 1/2
cucchiaino di cannella in polvere (facoltativo) • il succo di 1
limone • 1,5 cucchiai da minestra di miele o zucchero • sale
e pepe
Incidete a fondo ogni melanzana 4 volte nel senso della lunghezza, senza
levare il picciolo e iniziando e terminando le incisioni a circa 2 cm da ogni
estremità. Mettete una spolverata di sale fino in ogni incisione e lasciate
scolare le melanzane per mezz’ora in uno scolapasta. Nel frattempo fate
appassire a fuoco basso la cipolla e l’aglio in 3 cucchiai da minestra di olio,
senza soffriggerli. Aggiungete il pomodoro, il prezzemolo, la cannella, sale
e pepe. Lasciate cuocere per altri 10’ a fuoco medio-basso, poi lasciate
raffreddare: non dovrà essere troppo liquido. Lavate più volte l’interno delle
melanzane per dissalarle, scolatele e asciugatele bene. Farcite le incisioni
delle melanzane con il ripieno di cipolle al pomodoro. Accostate le
melanzane in una pentola capiente, vicine ma senza sovrapporle. Mescolate
la tazza di olio con il succo di limone, il miele o zucchero e la mezza tazza
di acqua. Irrorate le melanzane con il miscuglio, coprite il tutto a filo con
l’acqua, coprite bene la pentola e fate cuocere a fuoco basso per circa 1 ora,
finché il liquido verrà assorbito del tutto. Servite appena tiepido o a
temperatura ambiente, ma non caldo.
Melanzane al forno con pomodoro e feta
Una versione greca e semplicissima della parmigiana di melanzane.
Squisita!
Per 4 persone
2 grosse melanzane • 1 grossa cipolla a fettine sottili • 2
spicchi di aglio tritati molto finemente • 400 g di pomodori
pelati, sgocciolati e schiacciati • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato molto finemente • 10 foglie di menta fresca tritate
molto finemente • origano secco • 200 g di formaggio feta •
olio extravergine d’oliva • 1 cucchiaino di zucchero • sale e
pepe
Tagliate le melanzane a fette di 0,5 cm di spessore, cospargetele con sale
fino e lasciatele scolare per 1 ora. Nel frattempo preparate la salsa di
pomodoro. In una pentola fate appassire in olio la cipolla e l’aglio, senza
soffriggerli. Aggiungete il pomodoro, le erbe, lo zucchero, sale e pepe e
mezzo bicchiere di acqua. Fate cuocere a fuoco medio-basso per 30’ finché
la salsa si sarà addensata. Lavate le fette di melanzane per dissalarle e
asciugatele molto bene.
Friggete le fette di melanzane nell’olio caldo e scolatele bene su carta
assorbente. Ungete una pirofila o una teglia da forno e disponetevi le fette
di melanzane, senza sovrapporle. Versate la salsa di pomodoro sulle fette di
melanzane, cospargete con formaggio feta sbriciolato e infornate a 180° C
per circa 20’. Servite caldo, con riso pilaf o bulghur.
Per 4 persone
400 g di zucchine a fette grosse • 400 g di patate a fette non
troppo sottili • 200 g di formaggio feta • 200 g di ricotta • 1
cucchiaio di menta secca • origano secco • olio extravergine
d’oliva • farina bianca • sale e pepe
In una pirofila da 4 porzioni versate 1 cucchiaio di olio e stendete uno strato
di fette di patate passate nella farina. Sopra le patate stendete uno strato di
zucchine, anch’esse infarinate. Spolverizzate con menta secca e origano
secco. Mescolate la ricotta e la feta e cospargete il misto sulle zucchine,
senza stendere. Salate molto leggermente e pepate la superficie. Irrorate con
un filo di olio. Proseguite così fino a esaurimento degli ingredienti.
L’ultimo strato dovrà essere di formaggio, cosparso con origano e irrorato
con un filo di olio. Infornate a 180° C per circa 45’. Si mangia caldo o
tiepido.
Per 4 persone
8 grosse zucchine • 1 grossa cipolla bianca grattugiata o
tritata finemente • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente •
150 g di riso lungo • 1 mazzetto di prezzemolo tritato
finemente • 1 ciuffo di aneto tritato molto finemente • 10
foglie di menta fresca tritate molto finemente • 2 uova • il
succo di 1 limone • 1 bicchiere di brodo vegetale • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Svuotate le zucchine a cannolo, senza danneggiarle, e tenete la polpa da
parte. Fate appassire la cipolla nell’olio in una pentola, senza soffriggerla.
Aggiungete il riso, la polpa delle zucchine tritata, le erbe, sale e pepe.
Versate mezzo bicchiere di acqua e lasciate cuocere a fuoco medio
mescolando per 10’. Farcite le zucchine con il ripieno. Versate 1 cucchiaio
di olio e 1 bicchiere di acqua in una pirofila capiente, e disponetevi le
zucchine farcite accostate. Coprite la pirofila con un foglio d’alluminio e
infornate a 180° C per circa 30’. Nel frattempo preparate la salsa sbattendo
energicamente il succo di limone con le uova. Versate 1 bicchiere di brodo
vegetale, abbondante e bollente, sul misto di uova e limone, sbattendo con
una frusta. Appena la salsa avrà preso corpo, versatela sopra le zucchine e
servite immediatamente.
Per 4 persone
8 foglie di verza intere • 150-200 g di riso lungo • 1/2 cipolla
bianca grattugiata o tritata finemente • 2 spicchi di aglio
tritati molto finemente • 150 g di pomodori pelati sgocciolati
e schiacciati • 1 ciuffetto di aneto fresco tritato molto
finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1 cucchiaino di cannella in polvere • il succo di 2
limoni • 1 bicchiere di brodo vegetale • 2 cucchiai da
minestra rasi di farina bianca • olio extravergine d’oliva •
sale e pepe
Fate appassire la cipolla e l’aglio in una pentola, senza soffriggerli.
Aggiungete il riso, le erbe, il pomodoro, la cannella, sale e pepe e 1
bicchiere abbondante di acqua. Lasciate che il riso assorba il liquido a fuoco
basso, girando con un cucchiaio di legno. Scottate le foglie di cavolo in
acqua bollente salata fino a quando saranno abbastanza tenere per poterle
avvolgere a involtino, ma non troppo lessate. Farcite le foglie di cavolo con
il riso condito e chiudetele a involtino.
Mettete gli involtini accostati in una pirofila o teglia da forno, versate
mezzo bicchiere di acqua nella pirofila, irrorate gli involtini con un filo di
olio e infornate a 180° C per 30’. Sbattete la farina con il succo di limone
per ottenere una crema liscia, poi versate il brodo bollente a poco a poco,
sbattendo con una frusta, per ottenere una salsa densa. Versate la salsa sugli
involtini di cavolo caldi e servite.
Per 6 persone
2 tondi di pasta sfoglia • 1 kg di spinaci freschi o surgelati,
lessati, strizzati e tritati • 1 grossa cipolla sminuzzata • 3
cucchiai da minestra di uvetta ammollata • 400 g di
formaggio feta sminuzzato • 2 dl di besciamella • 6 uova
intere • 1 cucchiaino raso di cannella in polvere • 1
cucchiaino colmo di origano secco • semi di nigella o
sesamo o finocchio • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In una padella fate appassire la cipolla nell’olio d’oliva. Aggiungete l’uvetta
e fatela saltare per 5’ con la cipolla. Unite gli spinaci, la cannella e
l’origano, e fate saltare per 10’. Levate il tutto dal fuoco e fate raffreddare.
Una volta freddo, aggiungete la feta, la besciamella e le uova, salate (con
cautela, la feta è già abbastanza saporita) e pepate. Mescolate bene il tutto.
Ungete e infarinate una tortiera, e stendeteci un tondo di pasta sfoglia, che
deve superare il bordo di 2 cm (se il diametro della sfoglia non fosse
sufficiente per chiudere la torta, stendetela un po’ con il matterello). Versate
il ripieno sulla pasta sfoglia e coprite con l’altro tondo di pasta. Sigillate il
bordo, spennellate con l’uovo sbattuto e cospargete con semi di nigella o
sesamo o finocchio. Infornate a 170° C per circa 50’, e comunque fino a
quando la pasta sfoglia non apparirà ben gonfia e dorata. Servite la torta
calda o a temperatura ambiente, con insalata e zaziki.
Per 4 persone
200 g di fagioli di Spagna secchi, oppure 600 g lessati e
sgocciolati • 350 g di pomodori pelati sgocciolati e
schiacciati • 1 cipolla bianca a fettine sottili • 2 spicchi di
aglio tritati molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo
tritato molto finemente • 1 ciuffo di aneto fresco tritato
molto finemente • pangrattato • olio extravergine d’oliva • 1
cucchiaino di zucchero • sale e pepe
Mettete a mollo i fagioli di Spagna per una notte. Scolate e lessate i fagioli
in abbondante acqua non salata e scolateli, oppure sgocciolateli se li usate
in conserva. In una padella fate appassire la cipolla e l’aglio nell’olio, ma
senza soffriggerli. Aggiungete il pomodoro, le erbe tritate, lo zucchero, sale
e pepe, mezzo bicchiere di acqua e lasciate cuocere a fuoco medio-basso
per circa 20’ o comunque fino a quando la salsa non si sarà addensata. In
una pirofila o una teglia da forno versate 1 cucchiaio abbondante di olio.
Versateci i fagioli di Spagna lessati, coprite con la salsa di pomodoro,
cospargete con pangrattato, irrorate con un filo di olio e infornate a 180° C
per circa 40’. La superficie dovrà essere ben dorata. Servite tiepido o
freddo.
Per 4 persone
250 g di fagioli di Spagna secchi, o 500 g in conserva,
sgocciolati • 400 g di spinaci lessi tritati, strizzati molto
bene • 400 g di pomodori pelati, sgocciolati e schiacciati •
200 g di formaggio feta • 5 cipollotti freschi tritati, con la
parte verde • 1 ciuffo di aneto fresco tritato molto finemente
• pangrattato • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Mettete i fagioli di Spagna a mollo nell’acqua per una notte. Scolate i
fagioli, o sgocciolateli se sono in conserva. Mescolate gli spinaci tritati con
i cipollotti, il pomodoro, la feta, l’aneto, poco sale e pepe, e lavorate bene
fino a ottenere un composto omogeneo. In una teglia da forno unta stendete
uno strato di spinaci conditi. Distribuite sopra uno strato di fagioli, stendete
un altro strato di spinaci, poi un ultimo strato di fagioli. Spolverizzate con
pangrattato, irrorate con un filo di olio e infornate a 180° C per 45’. La
superficie dovrà essere ben dorata. Servite caldo o tiepido.
Per 4 persone
250 g di ceci cotti • 1 kg di spinaci freschi, lessati, tritati e
strizzati molto bene • 1 grossa cipolla bianca a fettine sottili
• 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1 ciuffo di aneto
fresco tritato molto finemente • 1/2 cucchiaino di cannella in
polvere • 1 cucchiaino di zucchero • 250 g di pomodori pelati
sgocciolati e schiacciati • il succo di 1/2 limone • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla e l’aglio nell’olio, ma senza
soffriggerli. Aggiungete gli spinaci e i ceci e fateli insaporire con la cipolla
e l’aglio, mescolando, per 10’. Unite il pomodoro, l’aneto, la cannella, lo
zucchero, sale e pepe, un po’ di acqua e lasciate cuocere a fuoco basso fino
a quando gli spinaci saranno teneri e il tutto addensato. Irrorate con il succo
di limone e servite caldo o tiepido.
Per 4 persone
200 g di fagioli cannellini • 1 cipolla bianca tritata molto
finemente • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
costa di sedano tritata finemente • 2 carote a rondelle sottili
• 2 patate a dadini • 1 cucchiaio da minestra colmo di
concentrato di pomodoro • 1 cucchiaino di zucchero • 1
ciuffetto di aneto tritato finemente (facoltativo) • 2 foglie di
alloro • olio extravergine d’oliva • peperoncino • aceto rosso
• sale
Mettete i cannellini a mollo nell’acqua per una notte. Scolateli e lessateli in
acqua non salata per 30’ con 2 foglie di alloro. Scolate i cannellini,
eliminate l’alloro e mettete i fagioli in una pentola con la cipolla, l’aglio, il
sedano, il concentrato di pomodoro, l’aneto, lo zucchero e acqua a coprire il
tutto abbondantemente. Portate a bollore, poi lasciate cuocere a fuoco
medio-basso e scoperto per 1 ora (se necessario, durante la cottura
aggiungete acqua bollente) o comunque fino a quando i fagioli saranno
molto teneri e il liquido si sarà ridotto a zuppa. Aggiungete le carote e le
patate 25’ prima della fine della cottura. Salate e aggiungete peperoncino a
piacere. Servite caldo con una spruzzata di aceto rosso, se vi piace.
Per 4 persone
350 g di lenticchie brune, preferibilmente piccole • battuto
abbondante di cipolla, aglio, prezzemolo, carota e sedano •
la scorza grattugiata di 1 limone • il succo di 1 limone • 1
cucchiaio da minestra raso di concentrato di pomodoro • 1
cucchiaino raso di cannella in polvere • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
Fate appassire il battuto di verdure in pentola con l’olio. Aggiungete le
lenticchie lavate e fatele insaporire nel battuto, girando con un cucchiaio di
legno, per circa 10’. Unite il concentrato, la buccia di limone grattugiata, il
succo di limone e la cannella in polvere. Versate abbondante acqua, coprite
e lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando le lenticchie saranno cotte
perfettamente. Salate e pepate a gusto prima di servire. Una volta pronta
dovrà essere abbastanza liquida.
Per 4 persone
1 testa di aglio di ottima qualità • 1 l di brodo vegetale • 50
di formaggio feta • 50 g di ricotta di pecora • 100 g di yogurt
greco intero • 2 uova intere • olio extravergine d’oliva • sale
e pepe
Sbucciate gli spicchi di aglio e tritateli molto finemente. In una pentola
portate a bollore il brodo con 2 cucchiai di olio. Quando bolle, aggiungete
l’aglio e lasciate sobbollire per circa 10’. Aggiungete la feta schiacciata
con la forchetta, la ricotta e mescolate bene con una frusta. Abbassate il
fuoco al minimo, sbattete lo yogurt a crema e versatelo nella zuppa, sempre
mescolando con la frusta. Sbattete bene le uova per 5’ in una ciotola.
Togliete la pentola dal fuoco, aspettate 5’ e versate lentamente le uova nella
zuppa, sbattendo con la frusta. Salate e pepate. Servite immediatamente su
crostini di pane abbrustolito.
Per 4 persone
100 g di yogurt greco intero • 50 g di formaggio feta • 2
cetrioli pelati e tagliati a dadini • 1 spicchio di aglio tritato
molto finemente • 1 ciuffetto di aneto fresco tritato
finemente • 5 foglie di menta tritate molto finemente • 1/2
litro di brodo vegetale freddo • 1 cucchiaio da minestra di
olio di noci (o olio extravergine d’oliva, se non trovate l’olio
di noci) • 1/2 cucchiaino di cumino verde in polvere • 1
cucchiaio colmo di gherigli di noci tritati • sale e pepe
Schiacciate la feta alla forchetta e riducetela a crema liscia. Aggiungete lo
yogurt, le erbe, l’aglio, il brodo vegetale, il cumino, l’olio di noci, sale e
pepe e sbattete bene il tutto con una frusta per amalgamare. Unite i cetrioli
nella zuppa e mettetela a raffreddare in frigorifero per circa 2 ore. Servite
cosparsa con i gherigli di noci tritati. Si consuma molto fredda.
Per 4 persone
12 carciofi piccoli, puliti e mondati, tagliati a spicchi • 800 g
di favette fresche sgusciate • 6 cipollotti freschi, con la
parte verde, tritati • 1 mazzetto di aneto tritato molto
finemente • 1/2 bicchiere di vino bianco • olio extravergine
d’oliva • il succo di 1/2 limone • sale e pepe
Fate scaldare 3 cucchiai di olio in una pentola. Aggiungete le favette e i
carciofi, i cipollotti tritati, sale e pepe. Versate il vino e il succo di limone.
Coprite la pentola e lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando i carciofi
saranno teneri e il liquido sarà evaporato. Servite tiepido o freddo con un
filo di olio crudo.
Per 4 persone
Il cuore di 12 grossi carciofi, a spicchi • 5 cipollotti freschi,
con la parte verde, tritati • 12 cipolline perline intere • 3
carote a rondelle • 3 patate medie a dadi • 100 g di piselli
freschi o surgelati • 1 ciuffo di aneto fresco tritato
finemente • 1 bicchiere abbondante di brodo vegetale • 1
cucchiaio da minestra colmo di farina bianca • il succo di 1
limone • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire i cipollotti tritati nell’olio, senza soffriggerli.
Aggiungete tutte le verdure tranne i cuori di carciofo, e fatele insaporire
insieme alla cipolla per circa 10’, mescolando. Diluite la farina con il brodo
e il succo di limone e versate il tutto nel tegame, sempre girando, a fuoco
medio-basso. Coprite e lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando le
carote e le patate saranno quasi cotte. A questo punto aggiungete i cuori di
carciofi, l’aneto, sale e pepe, e fate cuocere ancora per circa 20’. Se la salsa
si dovesse ridurre troppo durante la cottura, allungatela con un po’ di acqua
o brodo. Servite tiepido o a temperatura ambiente.
Carciofi allo yogurt alla cretese
Lo yogurt è un ingrediente molto versatile e nei paesi dove si consuma in
grande quantità come Grecia, Turchia o Balcani, si usa spesso nei piatti
salati. Questa ricetta è semplicissima, ma il sapore è sorprendente e molto
piacevole.
Per 4 persone
12 carciofi piccoli e teneri puliti e mondati, tagliati a spicchi
• 1 grossa cipolla rossa tritata • 4 cucchiai colmi di yogurt
greco intero • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame soffriggete la cipolla tritata con l’olio. Unite gli spicchi di
carciofi, sale e pepe, un po’ di acqua, coprite e lasciate cuocere i carciofi a
fuoco basso fino a quando saranno ben teneri. Togliete dal fuoco e
aggiungete lo yogurt. Mescolate bene il tutto e servite immediatamente
come contorno o come secondo di verdura con riso pilaf.
Per 4 persone
600 g di bamias • 1 grossa cipolla bianca a fettine sottili • 1
mazzetto di prezzemolo tritato finemente • 400 g di
pomodori pelati sgocciolati e schiacciati • 1 cucchiaino raso
di cannella in polvere • 1 cucchiaino di zucchero • il succo di
1/2 limone • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Fate appassire la cipolla con l’olio in un tegame, senza soffriggerla.
Aggiungete il pomodoro, il prezzemolo, lo zucchero, il succo di limone,
sale e pepe, e fate cuocere a fuoco medio per 10’. Unite i bamias e mezzo
bicchiere di acqua, mescolate delicatamente, portate a bollore, abbassate il
fuoco al minimo, coprite e cuocete a fuoco basso per circa 20’. Servite
come contorno o come secondo con riso pilaf.
Per 4 persone
300 g di fagioli dall’occhio secchi • 4 cipollotti verdi freschi
con la parte verde • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1 ciuffo di aneto fresco tritato molto finemente •
1 cucchiaio da minestra colmo di capperi dissalati • aceto
rosso • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Mettete i fagioli dall’occhio a mollo nell’acqua per una notte. Scolate i
fagioli, lessateli in abbondante acqua non salata e scolateli una volta cotti.
Aggiungete i capperi, i cipollotti tritati, il prezzemolo e l’aneto. Condite con
olio, aceto, sale e pepe. Servite ben fresco.
Per 4 persone
Lattuga romana a striscioline • pomodori a spicchi • cetrioli
a rondelle • cipolla bianca a fettone • peperoni verdi lunghi
a fettine • olive nere di Kalamata • formaggio feta a cubetti •
aneto tritato e origano secco • aceto di vino rosso • olio
extravergine d’oliva • sale
Mettete la lattuga romana in fondo alla scodella di servizio e aggiungete le
altre verdure senza mescolare. Aggiungete i cubetti di feta e le olive sopra
il tutto e cospargete con aneto tritato e origano secco. Servite così senza mai
mescolare: ognuno si condirà l’insalata come preferisce, con olio, aceto e
sale, oppure senza. Si consuma, abbondante, come piatto unico, oppure
come contorno per carni grigliate o arrostite.
Piselli all’aneto
I piselli cucinati con l’aneto sono fantastici! Questa ricetta è elementare, ma
rimarrete incantati dal risultato. Si può realizzare anche con l’aggiunta di
patate e una salsina di limone e farina, ma vale la pena assaggiare i piselli
con l’aneto in versione «pura».
Per 4 persone
600 g di piselli freschi o surgelati • 1 mazzetto abbondante
di aneto fresco • 1 cipolla bianca grattugiata o tritata
finemente • 1 cucchiaino di zucchero • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
Fate appassire in un tegame la cipolla con l’aneto nell’olio. Aggiungete i
piselli, lo zucchero, sale e pepe e 1 bicchiere di acqua. Coprite il tegame e
lasciate cuocere a fuoco basso per circa 30’. Servite caldo come contorno.
Per 4 persone
600 g di cavolo cappuccio tagliato a listarelle • 1 cipolla
bianca grattugiata o tritata finemente • 300 g di pomodori
pelati sgocciolati e schiacciati • 1 mazzetto di menta fresca
tritata finemente • 1 cucchiaino di zucchero • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
In un tegame fate appassire la cipolla nell’olio, ma senza soffriggerla.
Aggiungete il cavolo e la menta e fate insaporire nella cipolla, mescolando,
per 10’. Aggiungete il pomodoro, lo zucchero, sale e pepe e 1 bicchiere di
acqua. Coprite il tegame e lasciate cuocere a fuoco basso fino a quando il
cavolo non risulterà tenero e la salsa si sarà ridotta. Servite caldo come
contorno.
Per 4 persone
500 g di spinaci freschi lavati bene e mondati • 250 g di riso
basmati • 1 piccola cipolla bianca grattugiata o tritata
finemente • 2 cipollotti freschi, con la parte verde, tritati
finemente • 2 spicchi di aglio tritati molto finemente • 1
ciuffetto di aneto fresco tritato molto finemente • 1
cucchiaino raso di cumino verde in polvere • 1 cucchiaio di
succo di limone • olio extravergine d’oliva • sale e pepe
In una pentola capiente fate appassire la cipolla, i cipollotti e l’aglio
nell’olio, ma senza soffriggerli. Aggiungete gli spinaci a foglie intere,
mescolate bene e lasciateli appassire a fuoco medio-basso senza aggiungere
acqua. Quando gli spinaci saranno appassiti, toglieteli dalla pentola e
tritateli non troppo finemente. Rimetteteli nella pentola, aggiungete il riso,
l’aneto, il cumino, il succo di limone, sale e pepe. Fate scaldare,
mescolando, per circa 10’. Coprite il tutto con acqua o brodo vegetale
bollente, fino a 2 cm di altezza dalla superficie. Chiudete la pentola
ermeticamente, abbassate il fuoco al minimo e lasciate cuocere per circa
25’. Servite il riso molto caldo, con un filo di olio. Non deve risultare
troppo asciutto.
Per 4 persone
600 g di funghi pleurotus • 1 cipolla bianca tagliata a fettine
sottili • 15 cipolline perline intere • 2 spicchi di aglio tritati
molto finemente • 1 mazzetto di prezzemolo tritato molto
finemente • 1 cucchiaio da minestra raso di rosmarino
tritato • 400 g di pomodori pelati sgocciolati e schiacciati • 1
bicchiere di vino rosso • olio extravergine d’oliva • sale e
pepe
Pulite e mondate i pleurotus, poi tagliateli a pezzi grossi. Fate appassire la
cipolle nell’olio in un tegame, senza soffriggerla. Aggiungete i funghi e
fateli rosolare bene insieme alla cipolla. Unite il pomodoro, l’aglio, il
rosmarino e il prezzemolo. Fate rosolare le cipolline in una padella a parte,
versate il vino e fatelo sfumare a fuoco alto. Versate le cipolline nel tegame
dei funghi. Salate e pepate. Aggiungete mezzo bicchiere di acqua, coprite il
tegame e lasciate cuocere a fuoco basso per circa 30’. Servite caldo con riso
pilaf.
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Piatti a base di formaggi e uova
Per 4 persone
400 g di formaggio feta • 150 g di yogurt greco intero • 3
cucchiai da minestra di fiocchi di patata disidratata • 1
cipolla bianca piccola • 2 uova intere • 2 cucchiai da
minestra di olio extravergine d’oliva • 1/2 cucchiaino di
cannella in polvere • 1 cucchiaino di origano secco • 2 tondi
di pasta sfoglia pronta • 1 tuorlo sbattuto per spennellare
Frullate nel mixer tutti gli ingredienti del ripieno fino a ottenere una bella
pasta morbida ma non fluida, che lascerete riposare per circa 10’
consentendo così ai fiocchi di patate di gonfiarsi.
Foderate una teglia da forno unta e infarinata con uno dei due tondi di
pasta sfoglia. Riempite la forma foderata di pasta sfoglia con l’impasto del
ripieno. Coprite con l’altro tondo di pasta sfoglia, sigillate il bordo,
spennellate con il tuorlo sbattuto, cospargete con semi a vostro gusto
(sesamo, finocchio, nigella…) e un po’ di origano. Infornate a 170° C per
circa 45’. Servite caldo, con insalata greca.
Feta in cartoccio
Non è ben chiaro perché in Grecia questo piatto venga chiamato «feta
grill». È cotto al forno, e comunque sarebbe difficile cuocere un cartoccio
sulla griglia. Ma tant’è, ed è delizioso! Le quantità sono a vostra
discrezione.
Per 4 persone
4 fette di formaggio feta intere, alte 2 cm e di circa 200 g
l’una • 2 uova intere sbattute molto bene • pangrattato •
succo di limone • olio extravergine d’oliva • pepe
Passate ogni fetta di feta nell’uovo, poi nel pangrattato, quindi ripetete
l’operazione. La doppia impanatura migliora l’adesione. Scaldate 3 dita di
olio in un padellino e friggete ogni fetta di formaggio impanata. Servite ben
dorato, subito, irrorato con succo di limone e cosparso di pepe.
Per 4 persone
8 uova sbattute a frittata • 2 cipollotti freschi tritati • 1
cucchiaio da minestra di ouzo • 100 g di prosciutto crudo
tagliato a pezzettini • 1 pomodoro grosso maturo a dadini •
1/2 cucchiaino di cumino verde • 1 ciuffo di prezzemolo
tritato molto finemente • paprika dolce • miele • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Sbattete le uova insieme all’ouzo. Scaldate 2 cucchiai di olio in una
padella e fate rosolare i cipollotti insieme al prosciutto. Aggiungete il
pomodoro, il prezzemolo, il cumino, sale e pepe e lasciate ridurre per 5’ a
fuoco piuttosto alto. Abbassate il fuoco e versate le uova nella padella,
mescolando un po’ per amalgamare. Fate cuocere per 10’ a fuoco medio-
basso, e quando la frittata sarà ben rappresa sotto, ripiegatela su se stessa a
mezzaluna e passatela sul piatto di servizio. Spennellate la frittata con un
po’ di miele e spolverizzate con la paprika. Servite immediatamente.
Per 4 persone
10 fiori di zucca grandi e freschissimi • 8 uova intere • 1
ciuffo di prezzemolo tritato molto finemente • 1/2 spicchio di
aglio tritato molto finemente • 1 cucchiaino di farina bianca
• 1 punta di coltello di zafferano in polvere • succo di limone
• olio extravergine d’oliva • sale e pepe
Sbattete insieme le uova e la farina a frittata, aggiungendo sale e pepe. Fate
appassire i fiori in una padella con l’olio, senza soffriggerli. Aggiungete lo
zafferano, l’aglio e il prezzemolo e versate le uova sbattute sopra il tutto.
Fate cuocere a fuoco medio-basso fino a quando la frittata non apparirà
rappresa sotto. A questo punto ripiegate la frittata su se stessa a mezzaluna
e lasciate cuocere ancora a fuoco molto basso per 5’ su entrambi i lati.
Servite irrorato con succo di limone.
Per 4 persone
8 uova sbattute a frittata • 100 g di pomodori pelati
sgocciolati e schiacciati bene • 1 ciuffo di prezzemolo tritato
molto finemente • 1 cipollotto fresco tritato molto
finemente, con la parte verde • 1/2 cucchiaino di cumino in
polvere • 4 crostoni di pane abbrustolito • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
In una padella fate appassire nell’olio il cipollotto e il prezzemolo, senza
soffriggerli. Aggiungete il pomodoro, il cumino, sale e pepe, e lasciate
cuocere a fuoco medio-basso per 5’, mescolando. Versate le uova sbattute
nella padella facendole addensare grossolanamente, mescolando con un
cucchiaio di legno. Stendete una porzione di uova appena cotte e ancora un
po’ cremose su ogni crostone di pane abbrustolito, e servite
immediatamente.
Tortino di uova e verdure al forno
Una bella «arlecchinata» di uova e verdure colorate, per un pranzo leggero.
Per 4 persone
8 uova intere • 1 cucchiaio da minestra raso di farina • 1
cucchiaio da minestra di cipolla bianca tritata molto
finemente • 1 cucchiaio da minestra di peperone verde a
coriandoli • 1 cucchiaio da minestra di peperone giallo a
coriandoli • 1 cucchiaio da minestra di olive nere tritate • 1
ciuffo di prezzemolo tritato molto finemente • 1 ciuffetto di
aneto fresco tritato molto finemente • 8 foglie di menta
tritate molto finemente • 1 grosso pomodoro maturo a
dadini piccoli • 50 g di formaggio feta sbriciolato • 1
cucchiaino scarso di cumino in polvere • olio extravergine
d’oliva • sale e pepe
In una padella fate soffriggere nell’olio i peperoni, le olive e il pomodoro.
Abbassate il fuoco, aggiungete le erbe, il cumino e tenete fuori dal fuoco.
Sbattete le uova e la farina a frittata, salate poco e pepate. Ungete e
infarinate una pirofila o teglia da forno, versate le verdure, cospargetele con
la feta sbriciolata e versate sopra le uova sbattute. Infornate a 180° C per
circa 20’ o comunque fino a quando il tortino apparirà ben gonfio e dorato.
Servite tiepido o freddo.
Per 4 persone
400 g di sedani rigati • 200 g di formaggio feta schiacciata
bene • 1 cucchiaio da minestra raso di concentrato di
pomodoro • 3 uova intere • 1 bicchiere di latte • 1 ciuffo di
prezzemolo tritato molto finemente • origano secco • olio
extravergine d’oliva • sale e pepe
Pre-cuocete la pasta molto al dente in acqua salata e tenetela da parte.
Sbattete le uova insieme al latte e al concentrato, salate poco e pepate. In
una ciotola mescolate bene la pasta con la feta, il prezzemolo, un po’ di
origano e un filo di olio. Stendete la pasta condita in una pirofila o teglia da
forno unta e infarinata, e versate sopra le uova sbattute. Infornate a 180° C
per 35-40’.
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Dolci
Per 8 persone
20 fogli di pasta phyllo • 100 g di noci tritate finemente • 100
g di mandorle tritate finemente • 100 g di pistacchi tritati
finemente • 2 cucchiai da minestra di zucchero • cannella in
polvere • burro fuso
Per lo sciroppo: 150 g di zucchero • 4 cucchiai di miele • il
succo di 1 limone • 1 cucchiaio di acqua di fior d’arancio
Preparate lo sciroppo. Mescolate 2,5 dl di acqua con lo zucchero e
addensate sul fuoco a bollore fino a quando si sarà addensato, ma non
troppo. Aggiungete gli altri ingredienti dello sciroppo e lasciate raffreddare.
Mettete lo sciroppo in frigorifero per almeno 2 ore (quando lo utilizzerete
dovrà essere molto freddo). Preparate il dolce, calcolando bene i tempi
perché dovrà essere annaffiato ancora bollente appena uscito dal forno con
lo sciroppo ghiacciato. Mettete mandorle, pistacchi, noci e zucchero nel
mixer e tritateli finemente, ma non a farina. Stendete 12 fogli di phyllo o
brik, precedentemente spennellati con abbondante burro fuso su entrambi i
lati, l’uno sopra l’altro. Stendete il miscuglio di noci, mandorle e zucchero
sopra l’ultimo foglio e spolverate con abbondante cannella. Coprite il tutto
con altri 8 fogli ben imburrati. Con un coltello affilato e bagnato in acqua
calda, tagliate il dolce a rombi spingendo la lama del coltello fino al fondo
della teglia. Infornate a 180° C per circa 40’, fino a quando il dolce sarà
dorato, color miele chiaro, non troppo scuro. Appena tolto dal forno,
irrorate subito il dolce con lo sciroppo ghiacciato, in modo che lo sciroppo
penetri bene in tutti i tagli dei rombi. Lasciate raffreddare e mangiate a
temperatura ambiente. Si conserva bene 1 o 2 giorni fuori dal frigorifero.
Per 24 pezzi
400 g di farina 00 • 80 g di zucchero semolato • 250 g di burro
• 1 cucchiaino e 1/2 di lievito per dolci in polvere • qualche
goccia di essenza di vaniglia • 1 cucchiaino da caffè di
acqua di fior d’arancio • 100 g di zucchero a velo
Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, poi sbattetelo con la
forchetta per ottenere una crema. Aggiungete lo zucchero, la vaniglia,
l’acqua di fior d’arancio e il lievito, mescolando bene. Versate la farina
setacciata a pioggia, amalgamando bene fino a ottenere una pasta morbida.
Lasciate riposare la pasta, sigillata nella pellicola, per circa 40’ in
frigorifero. Preriscaldate il forno a 170° C. Formate 24 biscotti tondi un po’
schiacciati, o mezzelune. Disponeteli sulla teglia da forno coperta di carta
oleata e infornate per non più di 20-22’. I kourabiedes devono uscire dal
forno bianchi o appena appena dorati. Lasciate raffreddare i biscotti sulla
teglia senza toccarli, poi spolverizzateli con abbondante zucchero a velo.
Sono più buoni il giorno dopo.
Per 10 persone
340 g di semolino fino • 270 g di farina bianca • 180 g di
zucchero • 180 g di burro • 1 bacca di vaniglia • 9 g di lievito
in polvere • 3 bianchi d’uovo • 3 tuorli d’uovo • noce di
cocco grattugiata
Per lo sciroppo: 500 g di zucchero • il succo e la scorza
grattugiata di 1 arancia
Preparate lo sciroppo, mescolando gli ingredienti con mezzo litro di acqua.
Portatelo a bollore in un pentolino e lasciate bollire per qualche minuto.
Lasciate raffreddare lo sciroppo e mettetelo in frigorifero.
In una ciotola mescolate il semolino con la farina e il lievito in polvere.
Sbattete i bianchi d’uovo a neve soda aggiungendo lo zucchero un po’ per
volta, poi incorporatevi i tuorli e i semini interni della bacca di vaniglia.
Sciogliete il burro al microonde o in un pentolino, e incorporatelo alla
preparazione. Aggiungete il misto di semolino, farina e lievito lavorando
delicatamente con una spatola. Imburrate e infarinate i bordi interni di uno
stampo a cerniera alto del diametro di circa 25-30 cm, e foderate il fondo
con un tondo di carta da forno. Versate l’impasto nello stampo, livellatelo
con la spatola e infornatelo a 190° C per 40’.
Appena cotto e dorato, sformate il dolce e ponetelo su un vassoio tondo.
Mentre è ancora caldo, spennellate abbondantemente il bordo e la superficie
del dolce con lo sciroppo freddo, continuando finché non avrà assorbito
tutto lo sciroppo. Lasciate raffreddare bene il dolce prima di servirlo.
Tagliatelo a losanghe, decorandole ognuna con un po’ di noce di cocco
grattugiata.
Per 10 persone
660 ml di latte • 90 g di semolino • 15 g di farina bianca • 100
g di zucchero • 1 pizzico di sale • 3 uova intere • 1 bacca di
vaniglia • 30 g di burro • 100 g di burro fuso per spennellare
• 12 sfoglie di pasta phyllo
Per lo sciroppo: 100 g di zucchero • la scorza grattugiata di
1 limone • 1 cucchiaio di succo di limone
Preparate lo sciroppo portando a bollore una tazza di acqua, lo zucchero, il
succo e la scorza di limone grattugiata. Lasciate bollire per 5’ e fate
raffreddare lo sciroppo in frigorifero.
In una pentola portate a bollore il latte con 30 g di burro e la bacca di
vaniglia. Mescolate il semolino con la farina e 50 g di zucchero, abbassate il
fuoco e versatevi lentamente il misto di semolino, farina e zucchero,
girando bene con un cucchiaio di legno o una frusta. Lasciate cuocere a
fuoco medio-basso fino a quando la preparazione non risulterà ispessita e
comincerà a bollire. Togliete la pentola dal fuoco.
Sbattete con la frusta le uova, 50 g di zucchero e il sale fino a ottenere
una crema densa e liscia. Aggiungete la crema d’uovo alla preparazione
calda nella pentola e trasferite il tutto in una ciotola, dove lascerete
raffreddare. Foderate internamente una teglia alta con carta da forno
leggermente bagnata e strizzata, bordi compresi. Adagiate 7 strati di pasta
phyllo abbondantemente spennellata di burro, facendo in modo che la
pasta superi i bordi di almeno 2 cm. Versate la crema sulla pasta phyllo e
ripiegate i 2 cm in più sopra la crema. Spennellate di burro la superficie e
copritela con altri 5 fogli di pasta phyllo imburrati. Con una lama molto
affilata o una lametta da barba praticate delle incisioni a rombi nello strato
di pasta phyllo che ricopre il dolce, senza arrivare alla crema. Infornate a
180° C ventilato per 30’, poi abbassate a 170° C e cuocete per altri 15’.
Durante gli ultimi 15’ coprite eventualmente la parte superiore del dolce
con un foglio di carta da forno, in modo che si colori anche lateralmente e
tutta la superficie sia croccante e dorata e la crema sia solida. Appena il
dolce sarà cotto, toglietelo dal forno e spennellatene la superficie con lo
sciroppo finché lo sciroppo non verrà assorbito del tutto. Lasciate
raffreddare e servite a temperatura ambiente.
Per 4 persone
1/2 l di latte • 100 g di riso tipo arborio • 80 g di zucchero • la
scorza di 1 limone • 1 bacca di vaniglia • 1 cucchiaio da
minestra colmo di amido di mais (maizena) • cannella in
polvere • sale
Fate bollire il riso in una pentola con mezzo litro di acqua e 1 pizzico di
sale. Lasciate che il riso assorba l’acqua, a fuoco basso, mescolando ogni
tanto. Quando il riso avrà assorbito l’acqua, aggiungete il latte, la scorza di
limone, la bacca di vaniglia e lo zucchero. Mescolate bene e portate a
bollore. Aggiungete la maizena diluita in un po’ di acqua e lasciate cuocere,
mescolando, per altri 10’. Togliete la scorza di limone e la bacca di vaniglia,
versate il composto nelle coppette individuali e lasciate raffreddare. Quando
sarà freddo, mettetelo in frigorifero per circa 2 ore. Prima di servire
cospargetelo con cannella in polvere.
Per 8 persone
500 g di pasta kataìfi fresca o scongelata • 100 g di gherigli
di noci pestati • 100 g di pistacchi non salati pestati • 100 g
di mandorle pestate • 150 g di burro fuso • 1 cucchiaino di
cannella
Per lo sciroppo: il succo di 1 limone • 1 cucchiaio da
minestra di miele • 150 g di zucchero
Preparate lo sciroppo mescolando gli ingredienti con mezzo litro di acqua,
portando a bollore e lasciando cuocere per 5’. Fate raffreddare lo sciroppo e
mettetelo in frigorifero. In una teglia tonda unta e infarinata stendete metà
della pasta kataìfi e irroratela con metà del burro fuso. Mescolate tutta la
frutta secca pestata con la cannella e stendetela sopra la pasta. Disponete il
resto della pasta sopra la frutta secca e irrorate con il burro fuso rimasto.
Infornate a 180° C per circa 45’, e comunque fino a quando il dolce non
risulterà ben dorato. Appena cotto, levate il dolce dal forno e irroratelo a
poco a poco con lo sciroppo ghiacciato, fino a quando sarà del tutto
assorbito. Lasciate raffreddare e servite a temperatura ambiente qualche ora
dopo.
Per 10 persone
350 g di mandorle pelate e tritate non troppo finemente •
150 g di zucchero • 150 g di miele • 3 cucchiai da minestra
colmi di pangrattato • 8 bianchi d’uovo • 8 tuorli d’uovo • 2
bustine di lievito in polvere • la scorza grattugiata di 1
limone • 2 cucchiai da minestra di Marsala • 1 pizzico di sale
• 1 cucchiaino raso di cannella
Per lo sciroppo: 350 g di zucchero • il succo di 1 limone
Preparate lo sciroppo mescolando gli ingredienti con 1 bicchiere di acqua,
portando a bollore e lasciando bollire per 5’. Fatelo raffreddare e mettetelo
in frigorifero finché sarà molto freddo. Sbattete insieme i tuorli e lo
zucchero fino a quando il miscuglio sarà diventato spumoso. Diluite il
lievito in poca acqua fredda. In una ciotola mescolate i tuorli sbattuti con il
lievito, le mandorle, il pangrattato, la cannella e la scorza di limone
grattugiata. Sbattete i bianchi con 1 pizzico di sale fino a quando saranno
montati a neve soda. Incorporate nella preparazione i bianchi montati a
neve, mescolando delicatamente dall’alto verso il basso con la spatola,
senza schiacciarli. Ungete e infarinate una tortiera e versatevi l’impasto.
Infornate a 180° C per circa 45’, fino a quando la torta apparirà ben dorata e
gonfia. Toglietela dal forno e versatevi sopra lo sciroppo ghiacciato, a poco
a poco e fino a quando sarà assorbito del tutto. Lasciate raffreddare e servite
a temperatura ambiente.
Karidòpita o torta di noci
Un’altra torta ricca e deliziosa per la merenda, da accompagnare con un
caffè, un tè o una bevanda fresca.
Per 10 persone
150 g di zucchero • 200 g di farina bianca • 200 g di noci
tritate molto finemente ma non a farina • 70 g di noci
pestate grossolanamente • 75 g di burro a temperatura
ambiente • 8 bianchi d’uovo • 8 tuorli d’uovo • 1 cucchiaio da
minestra scarso di amido di mais (maizena) • 1 cucchiaino
abbondante di cannella in polvere • 2 cucchiai da minestra
di pangrattato
Per lo sciroppo: 125 g di zucchero • il succo di 1 limone
Preparate lo sciroppo mescolando gli ingredienti con 1 bicchiere
abbondante di acqua. Portate a bollore e cuocete per 5’. Fate raffreddare lo
sciroppo e mettetelo in frigorifero affinché diventi molto freddo. Sbattete il
burro con i tuorli, la cannella e lo zucchero. Incorporate le noci, la maizena
e la farina. Montate i bianchi a neve soda e incorporateli delicatamente alla
preparazione, senza schiacciarli troppo. Ungete una tortiera con un po’ di
burro e cospargete il fondo e i bordi con il pangrattato in modo uniforme.
Versate la preparazione nella tortiera, distribuite sulla superficie le noci
tritate grossolanamente e infornate a 180° C per circa 45’, e comunque fino
a quando la torta sarà gonfia e ben dorata. Togliete la torta dal forno e
irroratela a poco a poco con lo sciroppo fino a quando quest’ultimo non
verrà assorbito del tutto. Servite a temperatura ambiente, qualche ora dopo.
Per 6 persone
500 g di farina bianca • 20 g di lievito in polvere • 250 g di
burro • 300 g di zucchero • 350 ml di succo d’arancia • 50 ml
di cognac • 5 tuorli d’uovo • 5 bianchi d’uovo • la scorza
grattugiata di 1 arancia • 1 cucchiaio da minestra raso di
bicarbonato • mandorle a scaglie • semi di sesamo •
zucchero a velo
Ammorbidite il burro, sbattetelo a spuma e aggiungetevi lo zucchero. Unite
i tuorli, sempre sbattendo. Sciogliete il bicarbonato nel succo d’arancia e
versatelo nella preparazione insieme al cognac. Aggiungete la farina,
sbattendo bene. Montate i bianchi d’uovo a neve soda e incorporateli alla
preparazione lavorando delicatamente con una spatola dall’alto verso il
basso. Imburrate e infarinate una tortiera alta e versatevi la preparazione.
Inserite nella preparazione una fava secca, un fagiolo di Spagna secco o
altro. Infornate a 280° C per 45’. Servite a temperatura ambiente, con una
spolverata di zucchero a velo sopra.
Per 8 persone
2 grosse arance • 150 g di zucchero • 150 g di farina • 150 g di
burro fuso • 5 uova • 1 bustina di lievito in polvere • 100 g di
zucchero per il caramello dello stampo • 1 cucchiaino di
succo di limone • sale
Per lo sciroppo: il succo di 1 arancia • 2 cucchiai da
minestra di zucchero • 1 cucchiaino di rum
Preparate lo sciroppo mescolando il succo d’arancia con lo zucchero,
portando a bollore e lasciando bollire per 5’. Fate raffreddare lo sciroppo,
aggiungete il rum, poi mettetelo in frigorifero. In uno stampo antiaderente
versate 100 g di zucchero, il succo di limone e 2 cucchiai di acqua. Fate
caramellare lo zucchero nello stampo sul fornello, senza mescolare,
ruotando lo stampo quando inizierà a colorarsi, in modo che aderisca anche
sui lati. Sbucciate le arance al vivo e tagliatele a fette non troppo sottili.
Coprite il caramello dello stampo con le fette d’arancia intere e il bordo
interno con le mezze fette. Sbattete i tuorli a spuma. Montate i bianchi a
neve insieme allo zucchero e a 1 pizzico di sale. Unite i tuorli e i bianchi
montati, mescolando delicatamente con una spatola, e aggiungetevi la farina
e il lievito. Versate il composto nello stampo foderato di caramello e fette
d’arancia e battete leggermente la tortiera piena su un piano, in modo da
eliminare eventuali bolle d’aria. Infornate a 170° C a forno ventilato per
35’. Fate la prova dello stecchino, che dovrà uscire asciutto dal dolce.
Toglietelo dal forno e lasciatelo intiepidire per 20’ circa prima di sformarlo.
Una volta sformato, ancora caldo, spennellatelo con abbondante sciroppo
d’arancia molto freddo.
Per 1 kg di confettura
500 g di mele cotogne mondate e pelate, tagliate a cubetti o
a fettine sottili • 500 g di zucchero cristallizzato • il succo di
1 limone • 10 chiodi di garofano
In una pentola adatta per le marmellate versate lo zucchero con 3 bicchieri
di acqua e fate sciogliere lo zucchero sul fuoco. Aggiungete le mele
cotogne, il succo di limone e i chiodi di garofano. Portate a bollore,
schiumando, poi lasciate cuocere a fuoco medio-basso, senza coperchio e
mescolando spesso, fino a quando le mele cotogne risulteranno ben cotte e
lo sciroppo si sarà addensato. Lasciate raffreddare, invasate in barattoli
puliti e sterilizzate i barattoli pieni in acqua a bollore per almeno 1 ora.
Per 25 pezzi
400 g di farina • 120 g di zucchero • 1 uovo intero • 200 g di
burro a temperatura ambiente • 2 cucchiai da minestra di
latte • 2 cucchiai da minestra di olio extravergine d’oliva •
10 g di lievito per dolci • 1 cucchiaio da minestra scarso di
cannella in polvere • 1 pizzico di sale • tuorlo d’uovo per
spennellare • semi di sesamo
Setacciate la farina e aggiungete il lievito e il sale, mescolando. Unite il
burro e lavorate con la punta delle dita per amalgamarlo alla farina.
Aggiungete la cannella e lo zucchero, impastando. Sbattete insieme il latte,
l’uovo e l’olio e incorporateli alla pasta. Finite di impastare il tutto, ma
senza esagerare. Lasciate riposare la pasta, coperta, per 1 ora in frigorifero.
Formate degli anelli non troppo grossi, di circa 3 cm di diametro.
Spennellate gli anelli con il tuorlo d’uovo e cospargete con semi di sesamo.
Infornate a 170° C per 30’.
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Ringraziamenti
Ringrazio:
Allan Bay e Ponte alle Grazie per la fiducia.
Le mie impietose «correttrici» Luisa Ghetti e Lisa Conti.
Nikola Tselemèntes, il più famoso cuoco greco del secolo passato, di cui
lessi il Grande Ricettario all’età di quindici anni.
Le mie amiche e parenti di Atene, Salonicco, Kavala, Creta e Rodi, che mi
hanno insegnato la cucina greca.
Mia nonna Rosine, ebrea di Salonicco, che mi ha insegnato la cucina greca
sefardita.
«Nonna» Zumbulià Vozikakis, che mi ha fatto da guida nella cucina cretese
con amore e pazienza.
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Indice alfabetico delle ricette
Aghinàres àla polìta o carciofi alla «polita» stufati all’aneto
Agnello ai ceci
Agnello alla menta
Agnello allo yogurt
Agnello con le castagne (Metsovò)
Amygdalòpita o torta alle mandorle (Epiro)
Anguròsupà o zuppa fredda di yogurt e cetriolo
Anthous o fiori di zucca ripieni di riso
Baccalà al limone
Baccalà con borlotti freschi
Bakaliàros aghiorìtikos o baccalà dei monaci del monte Athos
Bakaliàros me kremidia o baccalà con cipolle
Bakaliàros me stafida o merluzzo all’uvetta (Kalamata)
Baklavà o dolce sfogliato alla frutta secca e miele
Bamiès me tomates o bamias al pomodoro
Bekri mezè o bocconcini di maiale al vino rosso
Biftekàkia o polpette alla griglia
Bistecche di maiale al forno con formaggio feta
Boutridia o misto di verdure al forno (isola di Zante)
Boxàki o involtini di agnello e melanzane (Samos)
Briami o turlù o verdure al forno
Bulemas o spirali di sfoglia farcite con verdure e formaggio
Burèki chaniotikò o sformato di patate e zucchine alla cretese
Calamari farciti al riso
Calamari farciti alle verdure e feta
Calamari fritti con salsa taratori
Carciofi allo yogurt alla cretese
Chirinò avgolemono o maiale e sedano rapa in salsa di uovo e limone
Chirinò me kidonia o maiale con mele cotogne (Rodi)
Choklì bubrburìtsi o lumache saltate al rosmarino alla cretese
Choklì me lachanikà o lumache stufate alle verdure alla cretese
Choriàtiki salata o insalata «greca»
Chtapòdi me makaronakia koftò o polpo con ditalini
Chtapòdi xidàto o polpo marinato all’aceto
Dakos o frisella cretese con pomodoro e feta
Dolmadàkia avgolèmono o involtini di foglie di vite in salsa all’uovo
e limone
Dolmadàkia o involtini di foglie di vite freddi ripieni di riso
Fagioli dall’occhio in insalata
Fassolada o zuppa di fagioli al pomodoro
Fava o purè di piselli gialli (Santorini)
Fave e carciofi all’aneto
Fegatini di pollo al pomodoro
Feta in cartoccio
Feta saganaki o formaggio feta fritto
Filetti di pesce al pomodoro e cannella
Frittata cretese ai fiori di zucca
Funghi pleurotus stufati alle cipolle
Galàktobùreko o sfogliata al semolino
Gamberoni all’aglio
Garides mikrolìmano o gamberi gratinati al formaggio feta (Pireo)
Garides saganaki o gamberi e feta al forno
Ghemistà me krèas o verdure farcite alla carne
Ghemistà o verdure farcite di riso alla greca
Ghiuvètsi o vitello o agnello al forno con pastina
Gìgantes o fagioli giganti stufati
Gìgantes plaki o fagioli di Spagna al forno
Glikò tù kutaliù o confettura «al cucchiaio»
Imam Bayildi o melanzane farcite «dell’Imam svenuto»
Involtini di peperoni farciti con formaggio feta
Kakavia o zuppa di pesce alla cretese
Karidòpita o torta di noci
Karpouzòpita o dolce di anguria (isola di Milos)
Kataìfi o dolce di capelli d’angelo alla frutta secca
Kayanas o frittata farcita
Keftèdes me ouzo o polpette all’ouzo e cumino (Mitilene)
Keftèdes o polpette classiche
Kolokìthakia avgolemono o zucchine farcite in salsa all’uovo e
limone (Salonicco)
Kolokithokeftèdes o crocchette di zucchine fritte
Kolokithòpita o torta di zucchine e formaggio
Kotòpulo me bàmies o pollo con bamias
Kotòpulo me kanèla o pollo alla cannella
Kotòpulo me karides saltsa o pollo alle noci
Kotòpulo sti schàra o pollo grigliato alla greca
Koulourakia o anelli dolci al sesamo
Kourabièdes o pasticcini sabbiati
Kreatòpita o torta di carne e feta
Kremidotiganitès o crocchette di cipolle fritte
Lachanòdolmàdes o foglie di cavolo farcite con riso
Lachanòkatsaròla o cavolo cappuccio alla menta
Loukoumades o frittelle tonde
Maghiritsa o zuppa pasquale di coratella d’agnello
Melanzane al forno con pomodoro e feta
Melitzànokeftèdes o crocchette di melanzane e formaggio
Melitzanosalata o crema di melanzane (ricetta 1)
Melitzanosalata o crema di melanzane affumicate (ricetta 2)
Melomakarona o biscotti di Natale al miele
Merluzzo al forno (isola di Spetses)
Midia ghemistà o cozze ripiene gratinate
Midia me skòrdo o cozze con aglio delle isole
Midia tiganità o cozze fritte
Minestra di lenticchie alla cretese
Moschàri me kidònia o vitello con mele cotogne (Dodecaneso)
Mussakà o sformato di melanzane e carne
Paputzàkia me krèas o melanzane farcite alla carne
Paputzàkia vegetariane o melanzane ripiene
Pasta d’olive
Pasta Fillo o Phyllo
Pasticcio di maccheroni alla feta
Pastitsio o pasta al forno con la carne
Patatokeftèdes o crocchette di patate
Patzàrosalàta o insalata di barbabietola allo yogurt
Peperoncini dolci verdi all’aceto
Pesce spada marinato cotto in padella
Piperiès me tirì o peperoni verdi lunghi farciti con formaggio feta
Piselli all’aneto
Polpette ai ceci alla cretese
Polpette di polpo alla cretese
Portokalòpita o torta all’arancia
Psàri plakì o pesce al forno al pomodoro ed erbe
Psaròsupa avgolèmono o zuppa di pesce all’uovo e limone
Psaròsupa me pligùri o zuppa di pesce con bulghur (Salonicco)
Revàni o torta di semolino
Rizògalo o budino di riso al latte
Sardèles ghemistès o sarde farcite alla feta
Sardèles se ampelòfila o sarde in foglie di vite
Savouro o boghe in sapore (Corfù)
Seppie stufate all’aneto
Sformato di fagioli bianchi di Spagna e spinaci
Sfoungato o sformato di zucchine degli ebrei di Salonicco
Sgombri farciti al forno
Sikotàkia tiganità o bocconcini di fegato fritto
Skordalià o salsa di aglio
Skordozoumi o zuppa di aglio (Ioannina)
Sofrìto o brasato all’aceto, di Corfù
Spanaki me revìthia o stufato di spinaci e ceci
Spanakopita o torta di spinaci e feta
Spanakòrizo o riso agli spinaci
Spetsofai o stufato di salsiccia e peperoni (monte Pilion)
Spigola al finocchio
Stifado di mare o stufato di polpi, seppie e totani
Stifado o spezzatino speziato classico
Strapatsada o uova strapazzate alla greca
Stufato di vitello alle melanzane
Supiès me spanaki o seppie e spinaci alla cretese
Suvlàki o spiedini di carne marinata alla griglia
Suzukàkia o polpette lunghe in salsa di pomodoro
Taccole o fagiolini al pomodoro e cannella
Taramosalata o crema di uova di pesce
Taratori
Tiropitàkia o triangoli sfogliati farciti con patata e feta
Tomatokeftedes o crocchette di pomodoro di Santorini
Tonno plaki o cotto in forno con pomodoro ed erbe
Tonosalàta o insalata di tonno
Tortino di uova e verdure al forno
Triglie in cartoccio alla greca
Tyrokavteri o crema di feta (Tracia)
Tyròpita o torta al formaggio greca
Tyrosalata o crema di formaggio feta
Vassilopita o torta di San Basilio
Xifìas suvlàki o spiedini di pesce spada
Yachnì di vitello o stufato al vino rosso con patate
Yuvarlàkia o polpette in salsa di uova e limone
Zaziki o salsa di yogurt all’aglio e cetriolo
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Indice per portate
Antipasti
Anthous o fiori di zucca ripieni di riso
Bekri mezè o bocconcini di maiale al vino rosso
Bulemas o spirali di sfoglia farcite con verdure e formaggio
Calamari fritti con salsa taratori
Choklì bubrburìtsi o lumache saltate al rosmarino alla cretese
Chtapòdi xidàto o polpo marinato all’aceto
Dakos o frisella cretese con pomodoro e feta
Dolmadàkia o involtini di foglie di vite freddi ripieni di riso
Fava o purè di piselli gialli (Santorini)
Garides saganaki o gamberi e feta al forno
Gìgantes o fagioli giganti stufati
Involtini di peperoni farciti con formaggio feta
Kolokithokeftèdes o crocchette di zucchine fritte
Kremidotiganitès o crocchette di cipolle fritte
Melitzànokeftèdes o crocchette di melanzane e formaggio
Melitzanosalata o crema di melanzane (ricetta 1)
Melitzanosalata o crema di melanzane affumicate (ricetta 2)
Midia ghemistà o cozze ripiene gratinate
Midia tiganità o cozze fritte
Pasta d’olive
Patatokeftèdes o crocchette di patate
Patzàrosalàta o insalata di barbabietola allo yogurt
Peperoncini dolci verdi all’aceto
Piperiès me tirì o peperoni verdi lunghi farciti con formaggio feta
Sikotàkia tiganità o bocconcini di fegato fritto
Skordalià o salsa di aglio
Taramosalata o crema di uova di pesce
Taratori
Tiropitàkia o triangoli sfogliati farciti con patata e feta
Tomatokeftedes o crocchette di pomodoro di Santorini
Tonosalàta o insalata di tonno
Tyrokavteri o crema di feta (Tracia)
Tyrosalata o crema di formaggio feta
Zaziki o salsa di yogurt all’aglio e cetriolo
Dolci
Amygdalòpita o torta alle mandorle (Epiro)
Baklavà o dolce sfogliato alla frutta secca e miele
Galàktobùreko o sfogliata al semolino
Glikò tù kutaliù o confettura «al cucchiaio»
Karidòpita o torta di noci
Karpouzòpita o dolce di anguria (isola di Milos)
Kataìfi o dolce di capelli d’angelo alla frutta secca
Koulourakia o anelli dolci al sesamo
Kourabièdes o pasticcini sabbiati
Loukoumades o frittelle tonde
Melomakarona o biscotti di Natale al miele
Pasta Fillo o Phyllo
Portokalòpita o torta all’arancia
Revàni o torta di semolino
Rizògalo o budino di riso al latte
Vassilopita o torta di San Basilio
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Indice
Introduzione
Avvertenza
Cose greche
I formaggi (Tyrià)
Il pane (Artos/Psomì)
Ricetta della pita greca
Il vino (Oinos/Krassì)
L’olio (Làdhi)
Dolci (Glykà)
Yogurt (Ghiaourti)
Trachanàs o xynòchondros
Pligùri
Tahini
Chòrta e vlìta
Pepe greco e geranio profumato
Tisane cretesi, kanelàda, vissinàda e spremute d’arance estive
Mastìcha di Chios
Uso dell’ouzo
Miele (Mèli)
Caffè (Kafès)
Termini che indicano i tipi di cottura
Kombolòy o beglèri
Antipasti
Dolci
Ringraziamenti
Indice alfabetico delle ricette
Indice per portate
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