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GUIDA PRATICA
FISCALE
Contenzioso Tributario e Istituti Deflativi
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GUIDA PRATICA
FISCALE
Contenzioso Tributario e Istituti Deflativi
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
GUIDA PRATICA FISCALE CONTENZIOSO TRIBUTARIO E ISTITUTI DEFLATIVI
R. Lunelli, F. Ravasio, M. Lunelli, L. Lunelli
La Guida Pratica Fiscale Contenzioso Tributario e Istituti Deflativi è arricchita da due preziosi supporti:
il Codice Imposte Indirette 1/2023 e
il Codice Imposte Dirette 2/2023
Legenda:
[CFF ¶ 210] A fianco di ogni disposizione legislativa è riportato un codice numerico per consentire, nei Codici 1 e
2, l'immediata consultazione della fonte normativa, completa di modifiche, riferimenti, giurisprudenza
ed interpretazioni
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Guida Pratica Fiscale - Contenzioso Tributario e Istituti Sede legale: viale Sarca n. 223 - 20126 Milano
Deflativi 2023 Responsabile di redazione: Irene Chiappalone
Coordinamento editoriale: Sandra Ravaglioli
Direttore Responsabile: ROBERTO ESPOSITO Redazione: Gianluca Lopergolo
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Vice Presidente: CLAUDIA PARZANI ISBN 9.791.254.831.052
Amministratore Delegato: MIRJA CARTIA D'ASERO Il volume è stato chiuso in redazione il 8 giugno 2023
Sommario
TITOLO II – IL PROCESSO
Capo I – Il procedimento dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale
Sezione I – Introduzione del giudizio
123 18 – Il ricorso
136 19 – Atti impugnabili e oggetto del ricorso
151 20 – Proposizione del ricorso
153 21 – Termine per la proposizione del ricorso
159 22 – Costituzione in giudizio del ricorrente
165 23 – Costituzione in giudizio della parte resistente
168 24 – Produzione di documenti e motivi aggiunti
171 25 – Iscrizione del ricorso nel registro generale – Fascicolo d’ufficio
del processo e fascicoli di parte
176 25-bis - Potere di certificazione di conformità
177 26 – Assegnazione del ricorso
Sezione II – L’esame preliminare del ricorso
179 27 – Esame preliminare del ricorso
180 28 – Reclamo contro i provvedimenti presidenziali
181 29 – Riunione dei ricorsi
Sezione III – La trattazione della controversia
182 30 – Nomina del relatore e fissazione della data di trattazione
183 31 – Avviso di trattazione
186 32 – Deposito di documenti e di memorie
188 33 – Trattazione in camera di consiglio
191 34 – Discussione in pubblica udienza
198 35 – Deliberazioni del collegio giudicante
IV SOMMARIO
Autotutela (tributaria)
590 Art. 2-quater, D.Lgs. 564/1994
591 Artt. 1-8, D.M. 37/1997
Acquiescenza
637 Artt. 15-15-bis, D.Lgs. 218/1997
Titolo II - Il Processo
Capo I - Il procedimento dinanzi alla corte di giustizia tributaria di primo
grado
Sezione I – Introduzione del giudizio
Il ricorso (Art. 18)
124 Processo Tributario Telematico P.T.T.
128 Atti esclusi da C.U.
131 Requisiti essenziali del ricorso (co. 2)
Termine per la proposizione del ricorso (Art. 21)
153 Termine (perentorio) per la proposizione del ricorso (co. 1)
156 Giorni festivi ed equiparati
157 Periodo feriale
Costituzione in giudizio del ricorrente (Art. 22)
162 Costituzione telematica del ricorrente
164 Conformità digitale degli atti
Costituzione in giudizio della parte resistente (Art. 23)
167 Processo Tributario Telematico P.T.T.
Potere di certificazione di conformità (Art. 25-bis)
176 La certificazione di conformità
Sezione IV - La decisione della controversia
Contenuto della sentenza (Art. 36)
202 «Vizi»
204 Motivazione e dispositivo
Richiesta di copie e notificazione della sentenza (Art. 38)
209 Sentenza non notificata o «non conosciuta» (co. 3)
Sezione V – Sospensione, interruzione ed estinzione del processo
Interruzione del processo (Art. 40)
217-218 Interruzione del processo
X INDICE DELLE NOVITÀ
Ravvedimento operoso
D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 472
Ravvedimento già operoso (Art. 13)
444-445 Regole generali
453 LIQUIDAZIONE dell’UFFICIO (co. 3)
468-469-470-471-472-473 Singole fattispecie
Osservazioni e richieste del contribuente sottoposto a verifiche fiscali
L. 27 luglio 2000, n. 212
Osservazioni e richieste del contribuente sottoposto a verifiche fiscali (Art.
12, comma 7)
490-493 Ambito di applicazione del contraddittorio anticipato
494 Fattispecie in cui il contraddittorio anticipato NON si applica
Accertamento con adesione ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva
D.Lgs. 19 giugno 1997, n. 218
Accertamento con adesione ai fini delle imposte sui redditi e dell'iva (Art. 1,
co. 1 e seguenti)
Accertamento con adesione «rafforzato» ex art. 1, co. da 179 a 185 della
544-545-546-547
L. 29.12.2022, n. 297, Legge di Bilancio 2023
Regolarizzazione agevolata degli omessi versamenti delle rate successive
550-551 alla prima ex art. 1, co. 219-221, L. 29.12.2022, n. 197, Legge di Bilancio
2023
551-552-553 Regolarizzazione dei TRIBUTI COMUNALI
Accertamento con adesione ai fini delle imposte indirette diverse dall'Iva
D.Lgs. 19 giugno 1997, n. 218
Accertamento con adesione ai fini delle imposte indirette diverse dall'iva
(Art. 1, co. 2 e seguenti)
Accertamento con adesione «rafforzato» ex art. 1, co. da 179 a 185 della
579-580-581-582
L. 29.12.2022, n. 197, Legge di Bilancio 2023
Regolarizzazione agevolata degli omessi versamenti delle rate successive
583-584 alla prima ex art. 1, co. 219-221, L. 29.12.2022, n. 197, Legge di Bilancio
2023
Definizione degli avvisi bonari
D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 462
INDICE DELLE NOVITÀ XI
Acquiescenza
D.Lgs. 19 giugno 1997, n. 218
Sanzioni applicabili nel caso di omessa impugnazione (Art. 15)
638 Definizione
Acquiescenza «rafforzata» ex art. 1, co. da 179 a 185 della L. 29.12.2022,
641-642
n. 197, Legge di Bilancio 2023
642-643 Modalità
Regolarizzazione agevolata degli omessi versamenti delle rate successive
647-648 alla prima ex art. 1, co. 219-221, L. 29.12.2022, n. 197, Legge di Bilancio
2023
648-649 Regolarizzazione dei TRIBUTI COMUNALI
Definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti in Cassazione
L. 31 agosto 2022, n. 130
Definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti in cassazione (art. 5)
673-674 Effetti
Indice analitico
Processo Tributario
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
Processo Tributario (D.Lgs. 546/1992)
(I numeri riportati accanto alla voce rimandano all'articolo di legge)
Processo Tributario
dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale 18 giudizio di rinvio 63
revocazione 64-67 incidentale 62
Indice analitico
responsabilità 14
Collegio giudicante 6 sanzioni disciplinari 15
Commissione Tributaria Provinciale, giudici 4 trasferimento 11
Commissione Tributaria Regionale, giudici 5 trattamento economico 13
Commissioni Tributarie 1 vigilanza 15
collegi giudicanti 6 Giuramento, giudici tributari 10
componenti 6-13, 43-44
composizione 2
giudici 4, 5
insediamento 42 Incompatibilità, giudici tributari 8
presidenti 3
sezioni 6
ufficio di segreteria 30-35
Consiglio di presidenza della giustizia tributaria Massimario, Ufficio del 40
17-29-bis
alta sorveglianza 29
attribuzioni 24
autonomia contabile 29-bis Nomina, giudici tributari 9
composizione 17
convocazione 25
deliberazioni 26
durata 18 Presidenti di Commissioni Tributarie 3
elezione 21 Procedimento, disciplinare, giudici tributari 16
ineleggibilità 20 Processo tributario, servizi amministrativi 36-41
presidente 19
prima costituzione 45
proclamazione eletti e reclami 23
scioglimento 28 Responsabilità, giudici tributari 14
trattamento dei componenti 27 Rilevazioni statistiche 39
ufficio di segreteria 30
votazioni 22
Indice analitico
Processo Tributario
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
Istituti Deflativi del Contenzioso Tributario
(I numeri riportati accanto alla voce rimandano alla pagina)
Indice sistematico
art. 10 - Le parti
CAPO Il art. 11 - Capacità di stare in giudizio
art. 12 - L.:assistenza tecnica
Delle parti art. 13 - Assistenza tecnica gratuita)
e della loro
rappresentanza art. 14 - Litisconsorzio ed intervento
e assistenza in art. 15 - Spese del giudizio
giudizio
art. 16 - Comunicazioni e notificazioni
art.16-bis - Comunicazioni e notificazioni per via telematica
art.17 - Luogo delle comunicazioni e notificazioni
art.17-bis - Il reclamo e la mediazione
TITOLO Il - IL PROCESSO
art. 18 - Il ricorso
art. 19 - Atti impugnabili e oggetto del ricorso
art. 20 - Proposizione del ricorso
Sezione I art. 21 - Termine per la proposizione del ricorso
art. 22 - Costituzione in giudizio del ricorrente
CAPO I Introduzione
del giudizio art. 23 - Costituzione in giudizio della parte resistente
Il procedimento art. 24 - Produzione di documenti e motivi aggiunti
dinanzi alla corte art. 25 - Iscrizione del ricorso nel Registro generale. Fascicolo
di giustizia d'ufficio del processo e fascicoli di parte
tributaria
di primo grado art. 25-bis - Poteri di certificazione di conformità
art. 26 - Assegnazione del ricorso
Indice sistematico
-segue -
Processo tributario 5
CAPO IV
[
L'esecuzione art. 68 - Pagamento del tributo in pendenza del processo
delle sentenze art. 69 - Esecuzione della sentenza di condanna a favore del
delle corti di contribuente
giustizia tributaria
di primo (art. 69-bìs - Aggiornamento degli atti catastali)
e secondo grado art. 70 - Giudizio di ottemperanza
1. La giurisdizione tributaria è esercitata dalle corti di giustizia tributaria di primo grado e dalle corti
di giustizia tributaria di secondo grado di cui all'art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica
31 dicembre 1992, n. 545. 1
2. I giudici tributari applicano le norme del presente decreto e, per quanto da esse non disposto e
con esse compatibili, le norme del codice di procedura civile.
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Norme applicabili I giudici tributari devono applicare le norme del D.Lgs. 546/1992 e, per quanto
da esse non disposto e con esse compatibili, le norme del Codice di procedura civile (comprese
quelle di attuazione).
La disciplina del Codice di procedura civile si pone, dunque, rispetto alla normativa «speciale» del
D.Lgs. 546/1992, quale fonte generale secondaria, la cui utilizzazione è subordinata a due condizioni:
a) che nessuna norma speciale disciplini la fattispecie neanche ricorrendo ad una interpreta-
zione estensiva;
b) che la norma generale – astrattamente applicabile – sia compatibile con le norme speciali
del Decreto: «per l’accertamento di compatibilità soccorre il principio enunciato dalla Suprema
Corte di Cassazione (cfr. Cass., SS.UU., 16.1.1986, n. 210) secondo il quale, in primo luogo, l’indagi-
ne deve tendere ad accertare se anche nel processo tributario possa configurarsi una situazione
processuale avente le medesime caratteristiche di quella oggetto delle disposizioni richiamate e, in
secondo luogo, se la disciplina risultante sia o meno compatibile con le norme del processo tribu-
tario e dell’ordinamento tributario in generale.
Il giudizio di compatibilità avrà esito positivo non solo quando non vi è contrasto assoluto tra le
norme, ma anche quando l’applicazione della norma richiamata non comporti una disarmonia
non giustificata» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
La giurisprudenza ha ritenuto
› applicabile:
- il principio di conversione delle cause di nullità in motivi di impugnazione sancito dall’art. 161,
co. 1, c.p.c. e dall’art. 327, c.p.c., per cui il termine semestrale per l’impugnazione della sentenza
decorre «dalla conoscenza della stessa, qualora la parte non costituita dimostri di non avere avuto co-
noscenza del processo per nullità della notificazione del ricorso e della comunicazione dell’avviso di
fissazione dell’udienza» (cfr. Cass., Sent. 10.3.2006, n. 5356 e art. 38 del presente Decreto);
- il principio di non contestazione codificato dall’art. 115 c.p.c., secondo cui il giudice deve
fondare la decisione anche sui fatti non specificamente contestati dalla parte costituita (cfr.
Processo tributario 7
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente articolo è stato così modificato dall'art. 12, L. 28.12.2001, n. 448 (G.U. 29.12.2001, n. 301, S.O. n. 295).
2 Il presente comma è stato:
- prima così modificato dall'art. 3-bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005;
- poi dichiarato costituzionalmente illegittimo, nella parte in cui attribuisce alla giurisdizione tributaria le controversie
relative alle sanzioni comunque irrogate da uffici finanziari, anche laddove esse conseguano alla violazione di disposi-
zioni non aventi natura tributaria (C.cost. 14.05.2008, n. 130);
- da ultimo così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta di seguito il te-
sto previgente: «1. Appartengono alla giurisdizione tributaria tutte le controversie aventi ad oggetto i tributi di ogni ge-
nere e specie comunque denominati, compresi quelli regionali, provinciali e comunali e il contributo per il Servizio sani-
tario nazionale, nonché le sovrimposte e le addizionali, le sanzioni amministrative, comunque irrogate da uffici finanzia-
ri, gli interessi e ogni altro accessorio. Restano escluse dalla giurisdizione tributaria soltanto le controversie riguardanti
gli atti della esecuzione forzata tributaria successivi alla notifica della cartella di pagamento e, ove previsto, dell'avviso
di cui all' articolo 50 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, per le quali continuano ad
applicarsi le disposizioni del medesimo decreto del Presidente della Repubblica.».
3 Il presente comma è stato:
- prima così modificato dall'art. 3-bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005;
- poi dichiarato costituzionalmente illegittimo, al secondo periodo, nella parte in cui stabilisce che «Appartengono alla giuri-
sdizione tributaria anche le controversie relative alla debenza del canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche previ-
sto dall'articolo 63 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni.». (C.cost. 14.03.2008, n. 64);
- poi dichiarato costituzionalmente illegittimo, al secondo periodo, nella parte in cui attribuisce alla giurisdizione del giudice
tributario le controversie relative alla debenza, a partire dal 3 ottobre 2000, del canone per lo scarico e la depurazione delle
acque reflue, quale disciplinato dagli artt. 13 e 14 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche).
(C.cost. 11.02.2010, n. 39);
- da ultimo così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta di seguito il testo
previgente: «2. Appartengono altresì alla giurisdizione tributaria le controversie promosse dai singoli possessori concernenti
l'intestazione, la delimitazione, la figura, l'estensione, il classamento dei terreni e la ripartizione dell'estimo fra i compossesso-
ri a titolo di promiscuità di una stessa particella, nonché le controversie concernenti la consistenza, il classamento delle sin-
gole unità immobiliari urbane e l'attribuzione della rendita catastale. Appartengono alla giurisdizione tributaria anche le con-
troversie relative alla debenza del canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche previsto dall'articolo 63 del decreto le-
gislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni, e del canone per lo scarico e la depurazione delle acque reflue
e per lo smaltimento dei rifiuti urbani, nonché le controversie attinenti l'imposta o il canone comunale sulla pubblicità e il di-
ritto sulle pubbliche affissioni.».
Processo tributario 9
te di Cassazione a Sezioni Unite per ribadire quanto già aveva sostenuto «con circolari n. 14/E
pratica. «Le controversie aventi ad oggetto il provvedimento di iscrizione di ipoteca su immobili, cui
finitiva di condanna dell’Ente impositore alla restituzione di somme non dovute (della quale
può chiedersi l’ottemperanza) – la tutela contro il rifiuto opposto al procedimento di rimborso
zia tributaria di primo e secondo grado (cfr. Cass., SS.UU., Sent. 26.6.2009, n. 15047), ma che ora la
d’interesse fiscale come interesse congiunto del Fisco e del contribuente alla definizione di un corretto ambi-
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
to censuario». Viceversa, «appartiene al giudice ordinario la giurisdizione in ordine alle controversie tra
privati, o anche tra privati e Pubblica Amministrazione, aventi ad oggetto la verifica della esistenza e della
546/1992, rientrano nella giurisdizione della A.G.O. e devono pertanto essere riassunte dinanzi
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Ag. Entrate 13.3.2006, n. 10/E, § 7.1 Circ. Dip. Finanze 11.11.2010, n. 3/DF
Ris. Ag. Entrate 5.3.2010, n. 16/E Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.1
1. Il difetto di giurisdizione delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado è rilevato, an-
che d'ufficio, in ogni stato e grado del processo. 1
2. È ammesso il regolamento preventivo di giurisdizione previsto dall'art. 41, primo comma, del codi-
ce di procedura civile.
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
così le parti a denunciare il conflitto negativo di giurisdizione mediante ricorso per cassazione
(ex art. 362, comma 2, c.p.c.).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
1. Le corti di giustizia tributaria di primo grado sono competenti per le controversie proposte nei
confronti degli enti impositori, degli agenti della riscossione e dei soggetti iscritti all’albo di cui
all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, che hanno sede nella loro circo-
scrizione. Se la controversia è proposta nei confronti di articolazioni dell’Agenzia delle Entrate,
con competenza su tutto o parte del territorio nazionale, individuate con il regolamento di ammi-
nistrazione di cui all’articolo 71 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, è competente la cor-
te di giustizia tributaria di primo grado nella cui circoscrizione ha sede l’ufficio al quale spettano
le attribuzioni sul rapporto controverso. 1 2 3
2. Le corti di giustizia tributaria di secondo grado sono competenti per le impugnazioni avverso le deci-
sioni delle corti di giustizia tributaria di primo grado, che hanno sede nella loro circoscrizione. 4
Note
1 Il presente comma prima modificato dall'art. 28 D.L. 31.05.2010, n. 78 con decorrenza dal 31.05.2010, poi sostituito
dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato da ultimo nuovamente modificato dall'art. 4,
comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 È costituzionalmente illegittimo l’art. 4, comma 1, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, nel testo vigente an-
teriormente alla sua sostituzione ad opera dell’art. 9, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 24 settembre 2015, n.
156 (Misure per la revisione della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario, in attuazione degli articoli 6,
comma 6, e 10, comma 1, lettere a e b, della legge 11 marzo 2014, n. 23), nella parte in cui prevede che per le controver-
sie proposte nei confronti dei concessionari del servizio di riscossione è competente la commissione tributaria provin-
ciale nella cui circoscrizione i concessionari stessi hanno sede, anziché quella nella cui circoscrizione ha sede l’ente lo-
cale concedente. (C.cost. 03.03.2016, n. 44).
3 In applicazione dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte
costituzionale), è costituzionalmente illegittimo l’art. 4, comma 1, del d.lgs. n. 546 del 1992, nel testo vigente a seguito
della sostituzione operata dall’art. 9, comma 1, lettera b), del d.lgs. n. 156 del 2015, nella parte in cui prevede che per le
controversie proposte nei confronti dei soggetti iscritti nell’albo di cui all’art. 53 del decreto legislativo 15 dicembre
1997, n. 446 (Istituzione dell’imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle
detrazioni dell’Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi
locali) è competente la commissione tributaria provinciale nella cui circoscrizione i medesimi soggetti hanno sede, anzi-
ché quella nella cui circoscrizione ha sede l’ente locale impositore. (C.cost. 03.03.2016, n. 44).
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
stizia tributaria di primo grado di Udine piuttosto che quella di primo grado di Treviso, di Bolo-
gna o di 1° grado di Trento; quella di secondo grado del Friuli Venezia Giulia con sede a Trieste
provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate prot. n. 2011/16271 del 28 gennaio 2011 (…) ha
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 4, comma 1, lett. b), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022 ed
applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° gennaio 2023.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 40, comma 2, D.L. 24.02.2023, n. 13 con decorrenza dal 25.02.2023
ed applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2023.
Nel caso di accertamento che rettifichi le perdite, il valore della lite «va determinato con riferi-
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
INCOMPETENZA (Art. 5)
Incompetenza territoriale «La competenza delle commissioni tributarie è inderogabile» (cfr. Circ.
Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
L’incompetenza territoriale della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado adita può
essere rilevata:
› dalle parti: se la trattazione avviene in camera di consiglio, entro i 10 giorni liberi precedenti;
se la trattazione avviene in pubblica udienza (quando ne sia stata fatta richiesta da almeno
una delle parti), in sede di discussione;
› d’ufficio;
ma solo nel grado di giudizio al quale il vizio si riferisce (ad es., l’incompetenza della corte di
giustizia tributaria di primo grado non può essere eccepita dalle parti di fronte alla corte di giu-
stizia tributaria di secondo grado o rilevata d’ufficio dalla stessa, se non è già stata sollevata e
discussa nel primo grado di giudizio).
L’errore sulla competenza non fa venir meno la possibilità di esercitare l’azione, ma impone
l’onere di riassunzione della causa (come è stato riconosciuto anche per il difetto di giurisdizio-
ne: cfr. il commento all’art. 3), che deve avvenire nel termine fissato nella sentenza o, in man-
canza, nel termine di sei mesi dalla comunicazione della sentenza stessa, pena la estinzione del
processo; se avviene nei termini indicati, il processo continua davanti alla nuova corte di giusti-
zia tributaria (che è quella competente).
24
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
La sentenza della Commissione che stabilisce la competenza di un’altra Commissione non può
essere impugnata se il processo viene riassunto ad istanza di parte (cioè con ricorso proposto ai
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. L'astensione e la ricusazione dei componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado sono disciplinate dalle disposizioni del codice di procedura civile in quanto applicabili. 2
2. Il giudice tributario ha l'obbligo di astenersi e può essere ricusato anche nel caso di cui all'art.
13, comma 3, e in ogni caso in cui abbia o abbia avuto rapporti di lavoro autonomo ovvero di
collaborazione con una delle parti.
3. Sulla ricusazione decide il collegio al quale appartiene il componente della corte di giustizia tri-
butaria di primo e secondo grado ricusato, senza la sua partecipazione e con l'integrazione di
altro membro della stessa corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado designato dal
suo presidente. 2 1
Note
1 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decor-
renza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Gli istituti dell'astensione e della ricusazione del giudice tributario Richiamano la disciplina
processualcivilistica (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
Astensione Il giudice delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado si asterrà:
› obbligatoriamente (e, in difetto, potrà essere ricusato):
a) nei seguenti cinque casi previsti dall’art. 51, co. 1, del c.p.c.:
1) se ha interesse nella causa o in altra vertente su identica questione di diritto;
2) se egli stesso o la moglie è parente fino al 4° grado, o è convivente o assiduo frequentatore
(cd. «commensale abituale») di una delle parti o di alcuno dei difensori;
3) se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o de-
Processo tributario 25
bito con una delle parti (ad esclusione dell’Ufficio dell’Amministrazione finanziaria) o con
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 4, comma 1, lett. c), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022 ed applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato abrogato dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005.
3 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
5 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 6, L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria La Legge 31 agosto 2022, n. 130 - «Disposizioni
in materia di giustizia e di processo tributario» (in G.U. 1.9.2022, n. 204) - sostituisce il comma 4
dell’articolo in esame che prevede(va) la (in)ammissibilità della prova testimoniale nel processo
tributario e introduce il comma 5-bis, che sancisce, da un lato, l’onere, dell’Amministrazione fi-
nanziaria, di fornire in giudizio la prova circostanziata e puntuale delle ragioni su cui si fonda la
pretesa e, dall’altro, l’onere del contribuente di fornire le ragioni della richiesta di rimborso.
Istruzione probatoria (co. 1) Le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, ai fini
istruttori e nei limiti dei fatti dedotti dalle parti, hanno tutte le facoltà di accesso, di richiesta da-
ti, di informazioni e chiarimenti conferite agli Uffici tributari e agli Enti locali dalle singole leggi
d’imposta.
Processo tributario 27
L’inciso «nei limiti dei fatti dedotti dalle parti» circoscrive i poteri istruttori del giudice tributario
medesimo dalla pregressa trattazione di analoghe controversie» (cfr. Cass. Ord. 13.8.2020, n. 17045,
nella quale il giudice ha utilizzato una certa percentuale di ricarico per accertare i ricavi di un
d’ufficio), insorge la violazione del principio della domanda e del principio dispositivo e tale vi-
(cfr. C.G.T. 1° Reggio Emilia, Sent. 30.12.2022, n. 293; conformi: CGT I° Enna, Sent. 27.12.2022,
n. 1509; CGT II° Puglia, Sent. 29.12.2022, n. 3633);
decisione e anche senza l’accordo delle parti, può ammettere la prova testimoniale, assunta con le for-
sire copia delle fatture presso i fornitori dei beni o dei servizi, trova applicazione la regola generale
prevista dall’art. 2724 del Codice civile, n. 3, secondo cui la perdita incolpevole del documento occor-
n. 592; 4.12.2019, n. 31600), costituendo prova diretta (non indiziaria) della pretesa fiscale (senza
gue che l’acquisizione irrituale di elementi rilevanti ai fini dell’accertamento fiscale non comporta la
inutilizzabilità degli stessi» (cfr. Cass. Ord. 25.2.2020, n. 5105). Infine, la trascrizione di conver-
Il potere di disapplicazione degli atti amministrativi – «proprio perché conferito ad un giudice diverso
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E CNDCEC, FNC, Doc. di ricerca, 14.12.2022
Circ. Ag. Entrate 13.3.2006, n. 10/E, § 7.2 Risposte MEF a Telefisco 2023
1. La corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado dichiara non applicabili le sanzioni non penali previste
dalle leggi tributarie quando la violazione è giustificata da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e
sull'ambito di applicazione delle disposizioni alle quali si riferisce. 1
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Disapplicazione delle sanzioni tributarie Le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado (e anche il
giudice di legittimità: cfr. Cass., Ord. 14.7.2016, n. 14402) possono dichiarare non applicabili le sanzioni ammi-
nistrative (pecuniarie ed «accessorie») previste dalle norme tributarie nei casi in cui sussistano «obiettive con-
dizioni di incertezza sulla portata» e sull’interpretazione delle disposizioni violate: sia che si tratti di fonti nor-
mative primarie (leggi) che secondarie (regolamenti) (cfr. Cass., Sent. 23.8.2001, n. 11233).
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
«Per i giudici della Corte, con la locuzione “incertezza normativa oggettiva” nel panorama del diritto tributario, si
suole intendere la impossibilità di definire con certezza ed in maniera univoca, al termine di un procedimento inter-
› l’art. 10, co. 3, L. 27.7.2000, n. 212 [CFF · 7101] (sullo Statuto dei diritti del contribuente), in base al quale le
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
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1. Il personale dell'ufficio di segreteria assiste la corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado se-
condo le disposizioni del codice di procedura civile concernenti il cancelliere. 1
2. Le attività dell'ufficiale giudiziario in udienza sono disimpegnate dal personale ausiliario addetto alla se-
greteria. 2
Note
1 Il presente comma prima rettificato con avviso pubblicato in G.U. 27.03.1993, n. 72, è stato poi così modificato dall'art. 4, comma
1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Organi ausiliari Le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado sono assistite, nello svolgimento
delle loro attività, dal personale dell’Ufficio di Segreteria (che è equiparato, quanto a ruolo e mansioni, al
personale di cancelleria degli uffici della Autorità Giudiziaria Ordinaria, con conseguente applicabilità
delle disposizioni contenute negli artt. 57 e 58 c.p.c.).
Ai sensi dell'art. 9, D.Lgs. 546/1992 e art. 35, D.Lgs. 545/1992 (concernente le attribuzioni del personale
delle Segreterie delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado), spetta al personale dell’Uffi-
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
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Capo II
1. Sono parti nel processo dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado oltre al
ricorrente, l’ufficio dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di cui al
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, gli altri enti impositori, l’agente della riscossione ed i
soggetti iscritti nell’albo di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, che
hanno emesso l’atto impugnato o non hanno emesso l’atto richiesto. Se l’ufficio è un’articolazio-
ne dell’Agenzia delle entrate, con competenza su tutto o parte del territorio nazionale, individuata
con il regolamento di amministrazione di cui all’articolo 71 del decreto legislativo 30 luglio 1999,
n. 300, è parte l’ufficio al quale spettano le attribuzioni sul rapporto controverso. 2 1
Note
1 Il presente articolo prima modificato dall'art. 28 D.L. 31.05.2010, n. 78 con decorrenza dal 31.05.2010, è stato poi così
sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
15869; conf. Cass. Ord. 18.12.2019, n. 33738; Cass., Sent. 9.11.2018, n. 28684).
L'Agenzia delle Entrate-Riscossione (ente autonomo rispetto all’Agenzia delle Entrate, anche se
trambi i soggetti (impugnando sia il ruolo che la relativa cartella di pagamento); o, più corretta-
mente in linea di diritto, viene convenuto in giudizio l’Agente della riscossione (che ha emesso la
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 4, co. 3, Art. 5, co. 3, 4 e 10, Delibera Agenzia delle entrate 30 novembre 2000, n. 4
Strutture Regionale di vertice e Uffici periferici
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Ris. Ag. Entrate 18.12.2003, n. 226/E Circ. Ag. Entrate 15.2.2011, n. 4/E, § 10
Circ. Ag. Entrate 17.7.2008, n. 51/E Provv. Dir. Ag. Entrate 9.3.2011, punti 1.1 e 1.4
Provv. Dir. Ag. Entrate 6.4.2009, punto 1 Circ. Ag. Entrate 12.4.2012, n. 12/E
Circ. Ag. Entrate 28.5.2010, n. 27/E Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.2
Note
1 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 3-bis, D.L. 31.03.2005, n. 88, con decorrenza dal 01.06.2005. Tale
Rappresentanza volontaria della parte privata (co. 1) Ferme restando le regole «comuni» dettate
dal Codice di procedura civile sulla rappresentanza degli incapaci e delle persone giuridiche, il con-
tribuente può stare in giudizio (e compiere gli atti processuali), di regola, valendosi di un procura-
tore speciale, talora, di un procuratore generale e, nei casi espressamente previsti, personalmente.
In deroga alle normali modalità per il conferimento della procura (atto pubblico o scrittura privata
autenticata), ai soli fini della partecipazione all’udienza pubblica, la procura speciale che venga
conferita al coniuge, a parenti o affini entro il 4° grado, può risultare anche da scrittura privata
non autenticata (si veda oltre, sull’assistenza tecnica: art. 12 del D.Lgs 546/1992).
Rappresentanza organica degli uffici dell’amministrazione finanziaria (co. 2) Premesso che «per
capacità o legittimazione processuale si intende la capacità della parte di stare in giudizio. (…) Per rap-
presentanza processuale in senso tecnico-legale si intende, invece, la capacità del procuratore di porre in
essere atti processuali in nome e per conto del rappresentato» (cfr. Circ. Ag. Entrate 28.5.2010, n. 27/E,
§ 2), gli Uffici periferici dell’Agenzia delle Entrate (o delle Dogane e dei Monopoli) possono stare in
giudizio:
› direttamente, avvalendosi del titolare (il direttore) o di un suo delegato (che non necessita di
apposita procura: cfr. Cass., Ord. 18.10.2011, n. 21546; Cass., Sentenze 2.4.2010, n. 8070
e 30.12.2009, n. 28036), oppure
› mediante l’Ufficio del contenzioso della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate o della
Direzione Compartimentale della Agenzia delle Dogane ad essi sovraordinati (che può, dunque,
presentare appello anche direttamente, senza alcuna delega da parte dell’Ufficio subordinato
che abbia partecipato al primo grado di giudizio: cfr. Cass., Sent. 3.10.2014, n. 20911).
In proposito, la giurisprudenza ha statuito che: «gli artt. 10 e 11, co. 2, D.Lgs. 546/1992 riconoscono la
qualità di parte processuale e conferiscono la capacità di stare in giudizio all’Ufficio locale dell’Agenzia
delle Entrate nei cui confronti è proposto il ricorso, organicamente rappresentato dal direttore o da al-
tra persona preposta al reparto competente, da intendersi con ciò stesso delegata in via generale, sicché è
validamente apposta la sottoscrizione dell’appello dell’ufficio finanziario da parte del preposto al reparto
competente, anche ove non sia esibita in giudizio una corrispondente specifica delega, salvo che non sia
eccepita e provata la non appartenenza del sottoscrittore all’ufficio appellante, o, comunque, l’usurpazio-
ne del potere di impugnare la sentenza» (cfr. Cass., Sent. 26.1.2018, n. 1962; conf. Cass. Ordinanze
31.3.2021, n. 8893; 4.4.2018, n. 8238; 13.6.2017, n. 14742; 26.7.2016, n. 15470; Cass., Sentenze
25.1.2019, n. 2138; 14.10.2015, n. 20628 e 21.3.2014, n. 6691; C.G.T. II° Lazio, Sent. 10.3.2023, n. 1308).
Le Direzioni Provinciali della Agenzia delle Entrate partecipano alle udienze con il dirigente del-
l’Ufficio legale o un suo delegato; l’Ufficio del contenzioso della Direzione Regionale con il suo di-
rigente o un suo delegato (cfr. Circ. Min. Fin. 4.3.1999, n. 56/E).
L’art. 41, co. 8, D.P.R. 27.3.1992, n. 287 dispone che la rappresentanza in udienza va «di regola» de-
legata a soggetti appartenenti alle qualifiche dirigenziali o alle qualifiche funzionali non inferiori
all’ottava (2C); secondo il Ministero delle Finanze (cfr. Circ. Min. Fin. 4.3.1999, n. 56/E), la rappre-
sentanza dell’Ufficio può essere conferita anche ad impiegati appartenenti a profili professionali
diversi (e di qualifica inferiore) da quelli espressamente individuati dal citato art. 41, purché rite-
nuti «idonei» per la propria preparazione tecnico-giuridica.
Rappresentanza dell’agente della riscossione (co. 2) Può stare in giudizio direttamente. «Il novel-
lato art. 11, comma 2, del D.Lgs. n. 546/1992 ha esteso la inammissibilità della rappresentanza proces-
Processo tributario 45
suale volontaria, oltre che espressamente agli Uffici dell'Agenzia delle entrate e a quelli dell'Agenzia delle
fallimentare (in ragione della partecipazione di tali crediti erariali al concorso fallimentare) e,
anche, al contribuente dichiarato fallito (cfr. Cass., Sentenze 16.6.2021, n. 16958; 18.3.2016, n.
5392; 26.10.2011, n. 22277; 17.12.2010, n. 25611; 4.4.2008, n. 8778; Cass., Ord. 16.10.2019, n.
› la insussistenza di uno stato di inerzia del curatore, così inteso, comporta il difetto della capacità
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PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Circ. Ag. Entrate 28.5.2010, n. 27/E
Circ. Min. Fin. 4.3.1999, n. 56/E Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.2
1. Le parti, diverse dagli enti impositori, dagli agenti della riscossione e dai soggetti iscritti nell’albo di
cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, devono essere assistite in giudi-
zio da un difensore abilitato.
2. Per le controversie di valore fino a tremila euro le parti possono stare in giudizio senza assistenza
tecnica. Per valore della lite si intende l’importo del tributo al netto degli interessi e delle eventuali
sanzioni irrogate con l’atto impugnato; in caso di controversie relative esclusivamente alle irrogazio-
ni di sanzioni, il valore è costituito dalla somma di queste.
3. Sono abilitati all’assistenza tecnica, se iscritti nei relativi albi professionali o nell’elenco di cui al
comma 4:
a) gli avvocati;
b) i soggetti iscritti nella Sezione A commercialisti dell’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti
contabili;
c) i consulenti del lavoro;
d) i soggetti di cui all’articolo 63, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settem-
bre 1973, n. 600;
e) i soggetti già iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la subcategoria tributi, in possesso di diploma
di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o di diploma di ragioniere limi-
tatamente alle materie concernenti le imposte di registro, di successione, i tributi locali, l’IVA, l’IR-
PEF, l’IRAP e l’IRES;
f) i funzionari delle associazioni di categoria che, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 31
dicembre 1992, n. 545, risultavano iscritti negli elenchi tenuti dalle Intendenze di finanza competenti
per territorio, ai sensi dell’ultimo periodo dell’articolo 30, terzo comma, del decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636;
g) i dipendenti delle associazioni delle categorie rappresentate nel Consiglio nazionale dell’economia e
del lavoro (C.N.E.L.) e i dipendenti delle imprese, o delle loro controllate ai sensi dell’articolo 2359
del codice civile, primo comma, numero 1), limitatamente alle controversie nelle quali sono parti, ri-
spettivamente, gli associati e le imprese o loro controllate, in possesso del diploma di laurea magi-
strale in giurisprudenza o in economia ed equipollenti, o di diploma di ragioneria e della relativa abi-
48
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
litazione professionale;
h) i dipendenti dei centri di assistenza fiscale (CAF) di cui all’articolo 32 del decreto legislativo 9 luglio
Note
1 Il presente articolo prima rettificato con avviso pubblicato in G.U. 27.03.1993, n. 72, poi modificato dall'art 69, D.L.
30.08.1993, n. 331, dall'art 12 D.L.08.08.1996, n. 437, dall'art 3 L. 24.02.1997, n. 27, dall'art. 16 ter, D.L. 28.12.2001, n. 452,
dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005, è stato da ultimo così sostituito dall'art. 9, D.Lgs.
24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta di seguito il testo ancora vigente fino al 31.12.2015: «1. Le parti,
diverse dall'ufficio del Ministero delle finanze o dall'ente locale nei cui confronti è stato proposto il ricorso, devono essere
assistite in giudizio da un difensore abilitato.
2. Sono abilitati all'assistenza tecnica dinanzi alle commissioni tributarie, se iscritti nei relativi albi professionali, gli avvoca-
ti, i dottori commercialisti, i ragionieri e i periti commerciali, nonché i consulenti del lavoro purché non dipendenti dall'am-
ministrazione pubblica . Sono altresì abilitati all'assistenza tecnica dinanzi alle commissioni tributarie, se iscritti nei relativi
albi professionali, gli ingegneri, gli architetti, i geometri, i periti edili, i dottori agronomi, gli agrotecnici e i periti agrari, per le
materie concernenti l'estensione, il classamento dei terreni e la ripartizione dell'estimo fra i compossessori a titolo di pro-
miscuità di una stessa particella, la consistenza, il classamento delle singole unità immobiliari urbane e l'attribuzione della
rendita catastale e gli spedizionieri doganali per le materie concernenti i tributi amministrati dall'Agenzia delle dogane. In
attesa dell'adeguamento alle direttive comunitarie in materia di esercizio di attività di consulenza tributaria e del conse-
guente riordino della materia, sono, altresì, abilitati alla assistenza tecnica, se iscritti in appositi elenchi da tenersi presso le
direzioni regionali delle entrate, i soggetti indicati nell' articolo 63, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubbli-
ca 29 settembre 1973, n. 600, i soggetti iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle ca-
Processo tributario 49
Assistenza tecnica (co. 1, 2 e 9) Nel processo tributario, le parti diverse dagli enti impositori, dagli
agenti della riscossione (e dai concessionari privati della riscossione) devono valersi, in giudizio,
dell'assistenza tecnica, per cui:
› il contribuente, non solo come ricorrente, appellante o appellato, ma anche come intervenuto o
chiamato in giudizio, deve partecipare al processo a mezzo di un difensore abilitato (co. 1);
› può stare in giudizio «personalmente» solo se la controversia:
- ha un valore non superiore a 3.000,00 euro (co. 2);
- è promossa da soggetti abilitati all’assistenza tecnica (co. 9).
Difensori abilitati (co. 3, 5 e 6)
1) per qualunque controversia:
a) avvocati, dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali iscritti nella Sezione A
Commercialisti dell’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (con esclusione
degli iscritti alla Sezione B Esperti contabili), consulenti del lavoro;
b) impiegati delle carriere dirigenziale, direttiva e di concetto dell’Amministrazione finanzia-
ria, nonché ufficiali e sottufficiali della Guardia di Finanza, collocati a riposo dopo almeno
20 anni di servizio effettivo (decorsi almeno 2 anni dalla cessazione del rapporto d’impie-
go), se iscritti in appositi elenchi tenuti presso le Direzioni Regionali delle Agenzie delle
Entrate ai sensi del D.M. 18.11.1996;
2) per controversie aventi ad oggetto materie specifiche:
c) i soggetti già iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dal-
le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi, in
possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti
o di diploma di ragioniere limitatamente alle materie concernenti le imposte di registro, di
successione, i tributi locali, l’IVA, l’IRPEF, l’IRAP e l’IRES;
d) ingegneri, architetti, geometri, periti industriali, dottori agronomi e forestali, agrotecnici e
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
periti agrari, se iscritti nei relativi albi professionali, per le controversie catastali, cioè
quelle aventi ad oggetto l’estensione, il classamento dei terreni e la ripartizione dell’estimo
quindi, implica il superamento della presunzione di conferimento solo per il primo grado del processo, ai
n. 38, § 1.3, in Nota): per concludere che solo nel caso di mancato rispetto del termine fissato dai
giudici si verifica l’inammissibilità del ricorso (Corte Cost., Sent. 13.6.2000, n. 189; conf. Cass. Ordi-
assumere il patrocinio» (cfr. art. 4-novies, D.L. 34/2019, conv. con modif. in L. 28.6.2019, n. 58). In
sostanza, «al di fuori della tipologia di controversie riservate alla difesa dell’Avvocatura dello Stato,
te di munirsi di assistenza tecnica (cfr. Comm. Trib. Prov. Novara, Sent. 13.12.1999, n. 296); altre
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 1, co. 8, D.L. 22.10.2016, n. 193, conv. con modif. in L. 1.12.2016, n. 225
Disposizioni in materia di soppressione di Equitalia e di patrocinio dell'Avvocatura dello Stato
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Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.3 Circ. M.E.F. 31.3.2020, n. 2/DF
Articolo abrogato 1
Note
1 Il presente articolo è stato abrogato dall' art. 299, D.P.R. 30.05.2002, n. 115 con decorrenza dal 01.07.2002.
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aderenti all’Unione europea «possano produrre forme sostitutive di certificazione (…) qualora dimo-
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Risp. Ag. Entrate a Interpello dell’Ordine degli Avvocati di Isernia, n. 956-2517/2020, 31.1.2021
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
1. Se l'oggetto del ricorso riguarda inscindibilmente più soggetti, questi devono essere tutti par-
te nello stesso processo e la controversia non può essere decisa limitatamente ad alcuni di
essi.
2. Se il ricorso non è stato proposto da o nei confronti di tutti i soggetti indicati nel comma 1 è
ordinata l'integrazione del contraddittorio mediante la loro chiamata in causa entro un termine
stabilito a pena di decadenza.
3. Possono intervenire volontariamente o essere chiamati in giudizio i soggetti che, insieme al ri-
corrente, sono destinatari dell'atto impugnato o parti del rapporto tributario controverso.
4. Le parti chiamate si costituiscono in giudizio nelle forme prescritte per la parte resistente, in
quanto applicabili.
5. I soggetti indicati nei commi 1 e 3 intervengono nel processo notificando apposito atto a tutte
le parti e costituendosi nelle forme di cui al comma precedente.
6. Le parti chiamate in causa o intervenute volontariamente non possono impugnare autonoma-
mente l'atto se per esse al momento della costituzione è già decorso il termine di decadenza.
Litisconsorzio Si verifica quando il processo presenta una pluralità di parti, sia in qualità di at-
tori-ricorrenti, sia in qualità di convenuti-resistenti.
Il litisconsorzio può essere:
› attivo: quando in un processo vi sono più attori contro un solo convenuto; ad es.: «ricorso
proposto congiuntamente dal venditore e dal compratore dell’immobile il cui valore dichiarato sia
stato rettificato (ai fini dell’Imposta di Registro) con avviso di accertamento di valore notificato
ad entrambi» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E);
› passivo: quando in un processo vi è un solo attore contro più convenuti; ad es.: ricorso del
contribuente avverso iscrizione a ruolo, proposto nei confronti sia del competente Ufficio
dell’Agenzia delle Entrate o Ufficio Tributi dell’Ente Locale che ha formato il ruolo, sia del-
l’Agente della riscossione che ha emesso la cartella di pagamento; dal 1° luglio 2017, l’ipote-
si di litisconsorzio passivo tra Ufficio dell’Agenzia delle Entrate e Agente della riscossione,
continua ad essere possibile perché l’Agente della Riscossione (Agenzia delle Entrate-Ri-
scossione) è soggetto giuridico diverso dall’Agenzia delle Entrate, pur essendo ente stru-
mentale di quest’ultima;
› misto: quando in un processo vi sono più attori-ricorrenti contro più convenuti-resistenti.
Il litisconsorzio, inoltre, può essere:
› necessario (co. 1 e 2), quando «espressamente la legge dispone che più soggetti debbano essere
convenuti nello stesso processo o quando una decisione giudiziale, proprio per il modo in cui è
stata formulata la stessa domanda giudiziale, è efficace solo se pronunciata nei confronti di una
pluralità di soggetti» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E); cioè quando una unica causa ri-
guarda una pluralità di soggetti, per cui la sentenza deve valere nei confronti di tutti. Se
l’oggetto del ricorso riguarda inscindibilmente più soggetti, costoro devono essere tutti
«parte» nello stesso processo e la controversia non può essere decisa limitatamente ad al-
Processo tributario 61
cuni di essi. Se il ricorso non è stato proposto da (o nei confronti di) tutti gli interessati, il
obbligato solidale del quale siano parti anche gli altri o alcuni degli altri condebitori, come
nel caso di più acquirenti o di acquirente e venditore ai fini dell’imposta di registro o più coe-
mento, anche d’ufficio» (cfr. Cass., SS.UU., Sent. 4.6.2008, n. 14815; conf. Cass., Sentenze
società estinta entro un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese non comporta il venir
meno della soggettività passiva del socio della società estinta e, correlativamente, della sua legit-
timazione processuale, essendo questo la “giusta parte” del processo instaurato avverso l’avviso
congiunta, avverso il quale entrambi i coniugi avevano presentato ricorso, ma solo il marito
19.4.2013, n. 9567);
- dell’ente creditore, nel caso di omessa chiamata in causa (ex art. 39, D.Lgs. 112/1999), da
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1. La parte soccombente è condannata a rimborsare le spese del giudizio che sono liquidate con la
sentenza.
2. Le spese di giudizio possono essere compensate in tutto o in parte dalla corte di giustizia tributaria
di primo e secondo grado soltanto in caso di soccombenza reciproca o qualora sussistano gravi ed
eccezionali ragioni che devono essere espressamente motivate. 4
2-bis. Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 96, commi primo e terzo, del codice di procedura civile.
2-ter. Le spese di giudizio comprendono, oltre al contributo unificato, gli onorari e i diritti del difensore, le
spese generali e gli esborsi sostenuti, oltre il contributo previdenziale e l’imposta sul valore aggiunto,
se dovuti.
2-quater. Con l’ordinanza che decide sulle istanze cautelari la commissione provvede sulle spese della re-
lativa fase. La pronuncia sulle spese conserva efficacia anche dopo il provvedimento che definisce il
giudizio, salvo diversa statuizione espressa nella sentenza di merito.
2-quinquies. I compensi agli incaricati dell’assistenza tecnica sono liquidati sulla base dei parametri previ-
sti per le singole categorie professionali. Agli iscritti negli elenchi di cui all’articolo 12, comma 4, si ap-
plicano i parametri previsti per i dottori commercialisti e gli esperti contabili.
2-sexies. Nella liquidazione delle spese a favore dell’ente impositore, dell’agente della riscossione e dei sog-
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
getti iscritti nell’albo di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, se assistiti da
propri funzionari, si applicano le disposizioni per la liquidazione del compenso spettante agli avvocati,
Note
1 Il presente articolo è stato così modificato prima dall'art 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, poi dall'art. 1, comma 32, L. 24.12.2012,
n. 228, con decorrenza dal 01.01.2013, e da ultimo dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Sono manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 15, comma 2-sexies, primo periodo,
del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo
contenuta nell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), come introdotto dall’art. 9, comma 1, lettera f), numero 2), del
decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 156, recante «Misure per la revisione della disciplina degli interpelli e del conten-
zioso tributario, in attuazione degli articoli 6, comma 6, e 10, comma 1, lettere a) e b), della legge 11 marzo 2014, n. 23»,
sollevate, in riferimento agli artt. 3, 24 e 33, quinto comma, della Costituzione, dalla Commissione tributaria provinciale di
Taranto con l’ordinanza indicata in epigrafe. (C.Cost. 05.07.2022, n. 170 ordinanza).
3 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 4, comma 1, lett. d), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022
ed applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria La Legge 31 agosto 2022, n. 130 - «Disposizioni in
materia di giustizia e di processo tributario» (in G.U. 1.9.2022, n. 204) - sostituisce il comma 2-octies,
relativo alla condanna alle spese di giudizio, in caso di ingiustificato rifiuto della proposta di con-
ciliazione (cfr. l’art. 4, co. 1, lett. d), della stessa L. 130/2022), nel caso di ricorsi notificati a decorre-
re dal 16 settembre 2022.
Spese del giudizio Prevedono una regola e una deroga (parziale).
Regola (co. 1) «La parte soccombente è condannata a rimborsare le spese del giudizio che sono liquidate
con la sentenza».
«La disciplina della condanna alle spese di cui al D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 15, riposa, come la norma
generale di cui all’art. 91 c.p.c., sul principio della soccombenza, che costituisce espressione del principio
di causalità, onde chi abbia dato causa alla necessità della introduzione del giudizio con il proprio com-
portamento rivelatosi contra ius è tenuto alla rifusione delle spese anticipate da controparte» (cfr. Cass.
Ord. 12.10.2018, n. 25594).
«La condanna alle spese processuali ha il suo fondamento nella esigenza di evitare una diminuzione pa-
trimoniale alla parte che ha dovuto svolgere un’attività processuale per ottenere il riconoscimento e l’at-
tuazione di un suo diritto». Ne deriva che «essa non può essere pronunciata in favore del contumace
vittorioso, poiché questi, non avendo espletato alcuna attività processuale, non ha sopportato spese al cui
rimborso abbia diritto» (cfr. Cass., Ord. 13.8.2020, n. 16998); come dire che la condanna alle spese
non può essere disposta a favore della parte vittoriosa che non si sia difesa e non abbia sopportato
il corrispondente carico (cfr. Cass. Ord. 15.1.2021, n. 595).
Anche nel processo tributario, vale, dunque, il «principio della soccombenza» (ex art. 91 e segg. del
Codice di procedura civile), per cui, da un lato, «chi perde, paga» e, dall’altro, «soltanto la parte inte-
ramente vittoriosa non può essere condannata, nemmeno per una minima quota, al pagamento delle
spese» (cfr. Cass. Ord. 15.3.2021, n. 7149).
Processo tributario 71
Deroga (parziale) (co. 2) «Le spese di giudizio possono essere compensate in tutto o in parte (dalla com-
troversia decisa (Cass., Ord. 13.7.2015, n. 14546; Cass., Sent. 11.7.2014, n. 16037) e devono essere soppesate «alla
delle problematiche che hanno dato luogo a diversi analoghi procedimenti», è giustificato purché «con-
1.6.2022, n. 17781), in base alla disciplina «attualmente contemplata dal decreto del Ministro della Giu-
stizia 10 marzo 2014, n. 55», «con la riduzione del 20 per cento».
› senza possibilità di notificare il titolo esecutivo o di promuovere azioni esecutive per il recupero
18.11.2019, n. 29812. Per la necessità dell’elemento soggettivo della mala fede o colpa grave, si veda
Cass. Ord. 30.10.2020, n. 24094). «Agire o resistere in giudizio con mala fede o colpa grave vuol dire
Legislatore delegato, una "fisiologica (…) attività normativa di completamento e sviluppo delle scelte del
carico del soccombente, quando la parte vittoriosa abbia agito in giudizio personalmente o a mez-
zo della sua organizzazione e, di conseguenza, non vi siano compensi da liquidare a terzi: si pro-
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D.M. 10.3.2014, n. 55
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Circ. Ag. Entrate 31.3.2010, n. 17/E Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.4
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 37 D.L. 04.07.2006, n. 223, con decorrenza dal 04.07.2006, così
come modificato dalla dalla legge di conversione, L. 04.08.2006, n. 248 con decorrenza 12.08.2006, poi dall'art. 39, D.L.
06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011, dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorren-
za dal 01.01.2016, e da ultimo dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 37 D.L. 04.07.2006, n. 223, con decorrenza dal 04.07.2006, così come
modificato dalla dalla legge di conversione, L. 04.08.2006, n. 248 con decorrenza 12.08.2006.
3 Il presente comma inserito dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011, e poi
modificato dall'art. 49, D.L. 24.06.2014, n. 90 con decorrenza dal 25.06.2014, convertito in legge dalla L. 11.08.2014, n. 114
con decorrenza dal 19.08.2014, è stato da ultimo abrogato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal
01.01.2016.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
secondo le regole del P.T.T. e, dunque, a mezzo posta elettronica certificata (PEC). In sede di prima
costituzione della parte convenuta», la Corte di cassazione ha ritenuto che, «rispetto a tale notifica,
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1. Le comunicazioni sono effettuate anche mediante l’utilizzo della posta elettronica certificata, ai
sensi del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni. Tra le pubbliche
amministrazioni di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, le co-
municazioni possono essere effettuate ai sensi dell’articolo 76 del decreto legislativo n. 82 del
2005. L’indirizzo di posta elettronica certificata del difensore o delle parti è indicato nel ricorso o
nel primo atto difensivo. La comunicazione si intende perfezionata con la ricezione avvenuta nei
confronti di almeno uno dei difensori della parte. 3
2. Nelle ipotesi di mancata indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata del difensore o
della parte ed ove lo stesso non sia reperibile da pubblici elenchi, ovvero nelle ipotesi di mancata
consegna del messaggio di posta elettronica certificata per cause imputabili al destinatario, le
comunicazioni sono eseguite esclusivamente mediante deposito in segreteria della corte di giu-
stizia tributaria di primo e secondo grado. Nei casi di cui al periodo precedente le notificazioni
sono eseguite ai sensi dell'articolo 16. 4
3. Le parti, i consulenti e gli organi tecnici indicati nell'articolo 7, comma 2, notificano e depositano
gli atti processuali i documenti e i provvedimenti giurisdizionali esclusivamente con modalità te-
lematiche, secondo le disposizioni contenute nel decreto del Ministro dell'economia e delle finan-
ze 23 dicembre 2013, n. 163, e nei successivi decreti di attuazione. In casi eccezionali, il Presiden-
te della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado o il Presidente di sezione, se il ricor-
so è già iscritto a ruolo, ovvero il collegio se la questione sorge in udienza, con provvedimento
motivato possono autorizzare il deposito con modalità diverse da quelle telematiche. 5
3-bis. I soggetti che stanno in giudizio senza assistenza tecnica ai sensi dell'articolo 12, comma 2,
hanno facoltà di utilizzare, per le notifiche e i depositi, le modalità telematiche indicate nel com-
ma 3, previa indicazione nel ricorso o nel primo atto difensivo dell'indirizzo di posta elettronica
certificata al quale ricevere le comunicazioni e le notificazioni. 6
4. L’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata valevole per le comunicazioni e le noti-
ficazioni equivale alla comunicazione del domicilio eletto. 1 2
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 La rubrica del presente articolo è stata così sostituita dall'art. 16, comma 1, lett. a), numero 1), D.L. 23.10.2018, n. 119
con decorrenza dal 24.10.2018, convertito in legge dalla L. 17.12.2018, n. 136 con decorrenza dal 19.12.2018.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 16, comma 1, lett. a), numero 2), D.L. 23.10.2018, n. 119 con decor-
renza dal 24.10.2018, convertito in legge dalla L. 17.12.2018, n. 136 con decorrenza dal 19.12.2018.
4 Il presente comma prima sostituito dall'art. 16, comma 1, lett. a), numero 3), D.L. 23.10.2018, n. 119 con decorrenza dal
24.10.2018, convertito in legge dalla L. 17.12.2018, n. 136 con decorrenza dal 19.12.2018, è stato poi così modificato
dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
5 Il presente comma prima sostituito dall'art. 16, comma 1, lett. a), numero 4), D.L. 23.10.2018, n. 119 con decorrenza dal
24.10.2018 ed applicazione ai giudizi instaurati, in primo e in secondo grado, con ricorso notificato a decorrere dal
01.07.2019, convertito in legge dalla L. 17.12.2018, n. 136 con decorrenza dal 19.12.2018, è stato poi così modificato
dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Processo tributario 87
c.d. ricevuta di avvenuta consegna, che costituisce quindi, il documento idoneo a dimostrare, fino a
prova del contrario, che il messaggio informatico è pervenuto nella casella PEC del destinatario»
perfezionate al momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna, da parte del ge-
ventivamente, mediante accesso ai registri pubblici, del corretto domicilio digitale del legale destina-
tario cui dirigere la notifica telematica» (cfr. Cass. Sent. 20.5.2020, n. 9238; in merito al legittimo
gnalata una recente decisione di merito che ha ritenuto scusabile l’errore del ricorrente che, in
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Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
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1. Le comunicazioni e le notificazioni sono fatte, salva la consegna in mani proprie, nel domicilio
eletto o, in mancanza, nella residenza o nella sede dichiarata dalla parte all'atto della sua costitu-
zione in giudizio. Le variazioni del domicilio o della residenza o della sede hanno effetto dal deci-
mo giorno successivo a quello in cui sia stata notificata alla segreteria della commissione e alle
parti costituite la denuncia di variazione.
2. L'indicazione della residenza o della sede e l'elezione del domicilio hanno effetto anche per i suc-
cessivi gradi del processo.
3. Se mancano l'elezione di domicilio o la dichiarazione della residenza o della sede nel territorio
dello Stato o se per la loro assoluta incertezza la notificazione o la comunicazione degli atti
non è possibile, questi sono comunicati o notificati presso la segreteria della commissione.
[3-bis. In caso di mancata indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata ovvero di mancata
consegna del messaggio di posta elettronica certificata per cause imputabili al destinatario, le
comunicazioni sono eseguite esclusivamente mediante deposito in segreteria della Commissione
tributaria.] 1
Note
1 Il presente comma inserito dall'art. 49, D.L. 24.06.2014, n. 90 con decorrenza dal 25.06.2014, convertito in legge dalla L.
11.08.2014, n. 114 con decorrenza dal 19.08.2014, è stato abrogato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza
dal 01.01.2016.
Le variazioni dell’indirizzo PEC - effettuate con le modalità tecnico-operative stabilite dal Decreto
prio domicilio con effetto per tutti i gradi del processo (co. 2). Nella maggior parte dei casi, la
elezione di domicilio viene effettuata presso il professionista incaricato della difesa, contestual-
12.3.2008, n. 6578; 23.6.2006, n. 14689; 7.6.2006, n. 13320), ancorché tale modalità di notifica
za del destinatario) e 140 (sulla notifica al destinatario irreperibile) del c.p.c.; i quali, sul presup-
posto della coincidenza tra residenza indicata negli atti di causa e residenza effettiva, disciplina-
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Note
1 Il presente articolo è stato:
- inserito dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011;
- poi modificato dall'art. 1, comma 611, L. 27.12.2013, n. 147 con decorrenza dal 01.01.2014;
98
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
- dichiarato costituzionalmente illegittimo, al comma 2, nel testo originario, anteriore alla sostituzione dello stesso ad opera
dell’art. 1, comma 611, lettera a), numero 1), della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria La Legge 31 agosto 2022, n. 130 - «Disposizioni
in materia di giustizia e di processo tributario» (in G.U. 1.9.2022, n. 204) - introduce il comma 9-bis,
relativo alla condanna alle spese di giudizio, in caso di rigetto infondato del reclamo, o di mancato
accoglimento della proposta di mediazione (cfr. l’art. 4, co. 1, lett. e), della stessa L. 130/2022).
Processo Tributario Telematico P.T.T. Per i giudizi tributari instaurati, in primo (e secondo) grado,
con ricorso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019, è obbligatorio l’utilizzo del processo telematico
(cfr. art. 16, co. 5, D.L. 23.10.2018, n. 119) e pertanto:
› gli atti e i provvedimenti del processo tributario devono essere formati come documenti infor-
matici sottoscritti con firma elettronica qualificata o con firma digitale;
› il ricorso e gli altri atti, compresi quelli del procedimento attivato con l’istanza di reclamo, devo-
no essere notificati utilizzando l’indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC) e depositati nella
Segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado mediante il Sistema infor-
mativo della giustizia tributaria (S.I.Gi.T.).
Il ricorso-reclamo in forma di documento informatico deve, quindi, essere:
a. in formato PDF/A-1a o PDF/A-1b;
b. privo di elementi attivi, tra cui macro e campi variabili;
c. redatto tramite l’utilizzo di appositi strumenti software senza restrizioni per le operazioni di se-
lezione e copia di parti; non è pertanto ammessa la copia per immagine su supporto informati-
co di documento analogico;
d. sottoscritto con firma elettronica qualificata o firma digitale, pertanto il file ha la seguente de-
nominazione: <nome file libero>.pdf.p7m.
Le specifiche tecniche di cui al D.M. 4.8.2015 sono state modificate dal D.M.E.F. 21.4.2023 (in G.U.
3.5.2023, n. 102), in vigore dal 15 maggio 2023, come segue:
› il ricorso e ogni altro atto processuale «d) sono sottoscritti con firma elettronica qualificata o firma
digitale CADES (con estensione.p7m) o PADES (con estensione.pdf);
› 2. I documenti informatici allegati, per i quali è ammessa anche la scansione in formato immagine di
documenti analogici, rispettano i seguenti requisiti:
a. sono in formato PDF/A-1° o PDF/A-1b, TIFF con una risoluzione non superiore a 300 DPI, in bianco
e nero e compressione CCITT Group IV (modalità fax), nonché EML che possono contenere allegati
nei formati di cui alla presente lettera;
b. sono privi di elementi attivi, tra cui macro o campi variabili, e di collegamenti ipertestuali;
c. possono [non più devono] essere sottoscritti con firma elettronica qualificata o firma digitale» (cfr.
art. 10, D.M. 4.8.2015, modificato dall’art. 1, n. 5) del D.M. 21.4.2023).
Processo tributario 99
hanno un valore complessivo di circa l’otto per cento del totale (cfr. M.E.F., Relazione contenzioso
tributario, giugno 2021).
gli «aiuti di Stato» ritenuti illegittimi si ricorda che l’art. 47-bis, D.Lgs. 546/1992 richiamato dal
vo che le sanzioni (…) non costituiscano un accessorio al tributo per cui si procede, bensì pretesa autono-
ma) e altri oneri accessori – per i quali l’Agente della riscossione ha comunicato l’iscrizione del fermo o
fesa tecnica), è garantito non nella sua interezza, come disposto dall’art. 24 Cost., ma diminuito del-
diazione, i termini per la costituzione in giudizio del ricorrente decorrono dalla notifica del ricorso stesso e,
inoltre, non opera la sospensione legale della riscossione» (cfr. Circ. Ag. Entrate, n. 38/2015).
in difetto di competenza, e l’imposta rimborsabile che emergerebbe dalla corretta imputazione del mede-
pendenti alla data del decesso del contribuente o scadenti entro quattro mesi da essa; la quale
opera a favore degli eredi «anche in relazione ai termini di pagamento delle rate scadenti successiva-
diverse dalla prima» nella misura indicata (3%/10.000,00 euro), e quello «effettuato entro il ter-
Inoltre, il contribuente non potrà avvalersi della definizione in esame qualora «sia in regola con i
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
pagamenti rateali ancora in corso al 1° gennaio 2023»; «e ciò al contrario del contribuente che, al 1° gen-
naio 2023, è in regola con i pagamenti rateali delle somme derivanti da controlli automatizzati (c.d. av-
di pagamento rateale, posto che, per tale condizione, la disposizione non fa esplicito riferimento alla data
bis, co. 6) e «consente, qualora non venga data esecuzione al pagamento concordato, l’azione esecutiva
davanti al giudice ordinario» (cfr. Circ. Ag. Entrate, n. 38/2015; § 1.7.4): «se l’accordo [di mediazione]
prese sanzioni amministrative e interessi, sono estinti mediante integrale pagamento degli importi
non rileva ai fini della decorrenza» del predetto termine; così come non rileva la ricezione del prov-
vedimento dell’Ufficio dopo la scadenza dei novanta giorni (cfr. C.A.E. 12.2.2014, n. 1), dato che «il
5.000,00 a 25.000,00, sarà pari a 120,00 euro; e, infine, se va da 25.000,00 a 50.000,00 euro,
la mediazione, «andrà ad effettuare la propria analisi in particolare sulla base di elementi non noti, so-
pravvenuti o, comunque, non presi in considerazione» nel procedimento di adesione (cfr. Circ. Ag. En-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
Art. 3-bis, D.L. 29.12.2022, n. 198, conv. con modif. in L. 24.2.2023, n. 14 (c.d. Milleproroghe)
Proroga della facoltà di annullamento automatico dei debiti inferiori a 1.000 euro per gli enti diversi dalle
amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Economia e Fin. 21.9.2011, n. 1/DF Circ. Ag. Entrate 17.12.2013, n. 35
Circ. Ag. Entrate 19 marzo 2012, n. 9 Avviso M.E.F., Dipartimento delle Finanze,
24.1.2014
Ris. Ag. Entrate 19 aprile 2012, n. 37
Provv. Ag. Entrate 31.1.2014, n. 13917
Circ. Ag. Entrate 3 agosto 2012, n. 33
Circ. Ag. Entrate 12 febbraio 2014, n. 1
Ris. Ag. Entrate 7 dicembre 2012, n. 104
Ris. Ag. Entrate 4.3.2014, n. 25
Circ. Ag. Entrate 28 dicembre 2012, n. 49/T
Circ. Ag. Entrate 14.5.2014, n. 10
118
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Circ. Ag. Dogane e Monopoli 23.12.2015, n. 21/D Circ. Ag. Entrate 20.8.2020, n. 25, § 3.7
(segue)
120 Processo tributario
(segue)
Processo tributario 121
(segue)
122
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Titolo II
1. Il processo è introdotto con ricorso alla corte di giustizia tributaria di primo grado. 5
2. Il ricorso deve contenere l'indicazione:
a) della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado cui è diretto; 6
b) del ricorrente e del suo legale rappresentante, della relativa residenza o sede legale o del domicilio
eventualmente eletto nel territorio dello Stato, nonchè del codice fiscale e dell'indirizzo di posta elet-
tronica certificata;
c) dell'ufficio nei cui confronti il ricorso è proposto; 3
d) dell'atto impugnato e dell'oggetto della domanda;
e) dei motivi.
3. Il ricorso deve essere sottoscritto dal difensore e contenere l’indicazione:
a) della categoria di cui all’articolo 12 alla quale appartiene il difensore;
b) dell’incarico a norma dell’articolo 12, comma 7, salvo che il ricorso non sia sottoscritto personalmente;
c) dell’indirizzo di posta elettronica certificata del difensore. 1
4. Il ricorso è inammissibile se manca o è assolutamente incerta una delle indicazioni di cui al comma 2,
ad eccezione di quella relativa al codice fiscale e all'indirizzo di posta elettronica certificata, o non è
sottoscritto a norma del comma precedente. 4. 2 7
Note
1 Il presente comma prima modificato dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, è stato poi così sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015,
n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Non sono manifestamente fondate le questioni di legittimità costituzionale del presente provvedimento sollevate in riferi-
mento all'art 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 G.U.
29.04.1998, n. 17 Prima Serie Speciale).
3 La presente lettera è stata così modificata prima dall'art. 2, comma 35-quater, D.L. 13.08.2011, n. 138 così come modificato
dalla legge di conversione L. 14.09.2011, n. 148 (G.U. 16.09.2011, n. 216) con decorrenza dal 17.09.2011, e poi dall'art. 9, D.Lgs.
24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 2, comma 35-quater, D.L. 13.08.2011, n. 138 così come modificato dalla
legge di conversione L. 14.09.2011, n. 148 (G.U. 16.09.2011, n. 216) con decorrenza dal 17.09.2011.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 La presente lettera è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
7 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n.
130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Il ricorso (alla Corte di giustizia tributaria di primo grado) È l’atto introduttivo del processo e ha una
duplice funzione:
chiamata in giudizio dell’Ufficio che ha emesso l’atto impugnato («vocatio in ius»);
domanda di tutela giurisdizionale rivolta al giudice («edictio actionis»).
124
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Il ricorso va redatto in lingua italiana, fatte salve le eccezioni territoriali sul bilinguismo e in due
esemplari: 1° esemplare per l’Ufficio; 2° esemplare per la Corte (vd., però, par. successivo sul P.T.T.).
«È tenuta al pagamento contestuale del contributo unificato» la parte che per prima si costituisce in giu-
dizio (il ricorrente, nel primo grado di giudizio, l’appellante, nel secondo grado), indipendentemente
dalla presentazione della Nota di iscrizione a ruolo (cfr. Circ. M.E.F. 21.9.2011, n. 1/DF, § 3).
In proposito, si ricorda che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito il principio per
cui «le organizzazioni di volontariato e le Onlus non sono esenti dal pagamento del contributo unificato, ai
sensi dell’art. 10 del T.U. n. 115/2002, non essendo ammessa una interpretazione estensiva o analogica delle
norme che prevedono agevolazioni o esenzioni tributarie, le quali sono soggette al criterio di stretta inter-
pretazione» (cfr. Cass. SS.UU. Sent. 15.4.2021, nn. 10013 e 10014).
Atti soggetti a C.U. (cfr. Circ. M.E.F. 21.9.2011, n. 1/DF, § 2.1):
A) «Il contributo unificato è dovuto per i seguenti atti e provvedimenti:
a) ricorso e appello principale avverso la sentenza di cui agli artt. 18 e 53 del D.Lgs. n. 546/1992 [nonché
reclamo con o senza proposta di mediazione di cui al comma 1 dell’art. 17-bis, al momento del
deposito nella Segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo grado];
b) appello incidentale di cui all’art. 54, comma 2, del D.Lgs. n. 546/1992;
126
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
c) riassunzione della causa a seguito di rinvio da parte della Corte di cassazione alla Commissione tribu-
taria provinciale o regionale, di cui all’art. 63, comma 2, del D.Lgs. 546/1992 [o sulla giurisdizione];
pugnato contenga più tributi, il valore della lite riguarda solo il tributo di cui si chiede l'annulla-
tributo 171-T);
› con versamento in conto corrente postale intestato alla sezione di Tesoreria dello Stato (per la
3) il resistente, cioè l’«Ufficio» che ha emesso l’atto che si intende contestare o che non ha emesso
l’atto richiesto (silenzio-rifiuto): sarà, a seconda dei casi, la Direzione Provinciale (o la Direzione
«La motivazione dell’avviso, infatti, (…) garantisce il diritto di difesa del contribuente (…), consente una cor-
retta dialettica processuale (…), assicura, in ossequio al principio costituzionale di buona amministrazione,
bili col suo disconoscimento» (cfr. Cass., Sent. 10.5.2011, n. 10397; cfr. anche, Cass. Ord. 23.3.2022, n. 9439).
emesso l’atto di accertamento, in quanto dedotte non nel ricorso introduttivo ma in una memoria
aggiunta (cfr. Cass., Sent. 23.10.2006, n. 22759; Cass. Ord. 11.11.2021, n. 33287), come pure la ecce-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
Decreto Dir. Gen. Fin., 6.6.2019
Decreto M.E.F. 21.4.2023
136
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Avviso M.E.F., Dipartimento delle Finanze,
Ris. Ag. Entrate, 7.12.2012, n. 104 Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF
Note
1 La presente lettera è stata inserita dall'art. 35 D.L. 04.07.2006, n. 223, così come modificato dalla legge di conversione,
L. 04.08.2006, n. 248 con decorrenza 12.08.2006.
2 Le parole "comma 3" di cui alla presente lettera sono state così sostituite dall'art. 12, D.L. 02.03.2012, n. 16 con decor-
renza dal 02.03.2012 convertito in legge dalla L. 26.04.2012, n. 44 con decorrenza dal 28.04.2012.
3 La presente lettera è stata aggiunta dall'art. 22, comma 1, D.Lgs. 10.06.2020, n. 49 con decorrenza dal 25.06.2020 ed
applicazione alle istanze di apertura di procedura amichevole presentate a decorrere dal 1° luglio 2019 sulle questioni
controverse riguardanti il reddito o il patrimonio, relativi al periodo d'imposta che inizia il 1° gennaio 2018 e ai successi-
vi periodi d'imposta.
Processo tributario 137
Atti impugnabili Nel comma 1 vengono elencati gli atti che il contribuente può impugnare con ri-
corso dinanzi alla Corte di giustizia tributaria di primo grado.
Tale elencazione era stata, inizialmente, considerata tassativa («numero chiuso» degli atti impu-
gnabili), ma ormai la giurisprudenza di legittimità ritiene che «ai fini dell’accesso alla giurisdi-
zione tributaria, devono essere qualificati come avvisi di accertamento o di liquidazione di un tribu-
to tutti quegli atti con cui l’Amministrazione comunica al contribuente una pretesa tributaria ormai
definita; ancorché tale comunicazione si concluda non con una formale intimazione al pagamento sor-
retta dalla prospettazione in termini brevi dell’attività esecutiva, bensì con un invito “bonario” a ver-
sare quanto dovuto» (cfr. Cass., SS.UU., Sent. 24.7.2007, n. 16293); «non assumendo alcun rilievo la
mancanza della formale dizione “avviso di liquidazione” o “avviso di pagamento” o la mancata indica-
zione del termine o della forma da osservare per l’impugnazione o della commissione tributaria com-
petente» (cfr. Cass., Sent. 15.5.2008, n. 12194; confermata da Cass., Ordinanze 5.9.2012, n. 14848,
9.12.2009, n. 25699; 23.7.2009, n. 17202; Cass. Sent. 7.2.2018, n. 2944).
«L’elencazione degli atti impugnabili contenuta nell’art. 19 (…) [quindi] non preclude la facoltà di im-
pugnare anche altri atti, ove con gli stessi l’Amministrazione porti a conoscenza del contribuente una
ben individuata pretesa tributaria». Viene ritenuta, infatti, «possibile una interpretazione estensiva
delle disposizioni in materia, in ossequio alle norme costituzionali di tutela del contribuente (artt. 24 e
53 Cost.) e di buon andamento dell’amministrazione (art. 97 Cost.), e in considerazione dell’allarga-
mento della giurisdizione tributaria» (Cass., Ord. 5.12.2017, n. 29026; conformi Cass. Sent.
18.10.2018, n. 26198; Cass. SS.UU., Ord. 18.10.2021, n. 28640; Cass., Ordinanze 21.2.2020, n. 4566;
21.1.2020, n. 1230; 27.11.2019, n. 30911; 25.2.2019, n. 5465; 15.2.2018, n. 3775).
«In sintesi, il principio da cui desumere la impugnabilità di un atto si ricava dall’assioma che un atto, che
abbia contenuto impositivo, anche se non assimilabile ad alcuna delle categorie previste dall’art. 19, D.Lgs.
546 del 1992, non può essere privato di tutela giurisdizionale» (cfr. Cass. Ord. 29.10.2021, n. 30736).
Trattandosi, peraltro, di una facoltà, e non di un onere, «la mancata impugnazione di un atto non
espressamente indicato nell’art. 19 non determina la non impugnabilità (cristallizzazione) di quella
pretesa, che va successivamente reiterata in uno degli atti tipici previsti dall’art. 19» (cfr. Cass., Sent.
8.10.2007, n. 21405; conf. Cass. Sentenze 11.5.2018, n. 11471; 11.2.2015, n. 2616; Cass. Ordinanze
8.5.2019, n. 12150; 12.9.2018, n. 22222; 18.7.2016, n. 14675).
L’elenco contiene, dunque, gli atti «tipici», ma non esaurisce il novero di quelli impugnabili, che
devono, comunque, essere atti o comportamenti specifici, non essendo proponibile, nel proces-
so tributario, azioni di mero accertamento (Cass., SS.UU., Sent. 23.12.2009, n. 27209).
Atti «tipici» di cui all’art. 19, co. 1
a) Avviso di accertamento del tributo È l’atto più utilizzato dall’Ente accertatore per manifestare la
propria pretesa tributaria. Il Legislatore utilizza espressioni diverse: per le imposte sui redditi
«avviso di accertamento»; per l’Iva, «avviso di rettifica» o «avviso di accertamento (induttivo)»;
per l’imposta di registro, «avviso di rettifica e di liquidazione della maggiore imposta» ecc.
Quando gli avvisi di accertamento ai fini Ires, Irap e Iva sono «unitari», cioè risultano da un
unico atto, si pone il problema della praticabilità di scinderne il contenuto per far seguire com-
portamenti diversificati (es. ricorso per l’Ires e l’Irap, acquiescenza per l’Iva).
b) Avviso di liquidazione del tributo È l’atto «che si pone nella fase intermedia fra il procedimento di ac-
certamento e quello di riscossione e ha la funzione di quantificare la pretesa fiscale accertata» (cfr.
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E); viene utilizzato principalmente per le imposte indirette di «ti-
po registro»: imposta di registro, imposte ipotecarie e catastali, imposte sulle successioni e do-
nazioni, imposta di bollo assolta in modo virtuale.
c) Provvedimento di irrogazione di sanzioni tributarie (pecuniarie e accessorie) Ancorché contestuale
138
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
14113. Con il Provv. A.E. 17.10.2022, n. 0387971, «il testo delle Avvertenze relative ai ruoli dell’Agen-
dall'1.1.2020 (anche con riferimento ai rapporti pendenti alla stessa data) - prevede che gli avvisi di
È, inoltre, impugnabile «il diniego opposto [dall’Amministrazione finanziaria] ad una istanza di va-
riazione/correzione» presentata dal contribuente per sollecitare un adeguamento dell’esatto valore
correre, ex artt. 19 e 21, del D.Lgs. 546/1992, dalla data di tale notificazione «dovendosi, pertan-
il Consorzio di bonifica chiede il pagamento dei contributi consortili (cfr. Cass., SS.UU., Sent.
› le fatture emesse per la riscossione della T.I.A.-Tariffa Igiene Ambientale (cfr. Cass. Sent.
8.4.2022, n. 11481), attesa la competenza direttamente attribuita alle Corti di giustizia tributa-
quelli elencati nell’art. 19 del D.Lgs. 546/1992» (cfr. Cass., SS.UU., Sent. 20.9.2006, n. 20318);
› dopo aver ribadito la impugnabilità del diniego di disapplicazione di norme antielusive (prima
della modifica normativa), ha rilevato «che l’art. 6 del D.Lgs. 156/2015, che ha stabilito la non im-
to e l’avviso precedente (cfr. Cass., Ordinanze 1.8.2019, n. 20735; 19.5.2010, n. 12223; Cass., Sent.
ritenuta applicabile dalla Corte di cassazione a Sezioni Unite anche alle cause pendenti: cfr.
Sent. 6.9.2022, n. 26283, sopra citata).«La conclusione alla quale è pervenuta la sentenza delle SSUU
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 3-bis, D.L. 21.10.2021, n. 146, conv. con modif. in L. 17.12.2021, n. 215
Non impugnabilità dell'estratto di ruolo e limiti all'impugnabilità del ruolo
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Relazione finale della Comm. interministeriale,
30.6.2021, § 13 e Allegato XVI
Circ. Ag. Entrate 3.3.2009, n. 7/E, § 4
Provv. Ag. Entrate 17.1.2022, n. 14113
Ris. Ag. Entrate 5.3.2010, n. 16/E
Risp. Ag. Entrate a Telefisco, 27.1.2022
Ris. Ag. Entrate 22.10.2010, n. 110/E
Provv. Ag. Entrate 17.10.2022, n. 0387971
Circ. Ag. Entrate 14.5.2014, n. 10/E
Processo Tributario Telematico P.T.T. Per i giudizi instaurati in primo (e secondo) grado con ri-
corso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019 la previsione della obbligatorietà del processo tri-
butario telematico (cfr. art. 16-bis del Decreto) comporta che:
› gli atti e i provvedimenti del processo tributario siano formati come documenti informatici
sottoscritti con firma elettronica qualificata o con firma digitale;
› il ricorso e gli altri atti, compresi quelli del procedimento attivato con l’istanza di reclamo, siano no-
tificati utilizzando l’indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC) e depositati nella Segreteria della
Corte di giustizia tributaria mediante il Sistema informativo della giustizia tributaria (S.I.Gi.T.).
Il ricorso (e ogni altro atto processuale) in forma di documento informatico
› deve essere:
a. in formato PDF/A-1a o PDF/A-1b;
b. privo di elementi attivi, tra cui macro e campi variabili;
c. redatto tramite l’utilizzo di appositi strumenti software senza restrizioni per le operazioni di
selezione e copia di parti; non è pertanto ammessa la copia per immagine su supporto infor-
matico di documento analogico;
d. sottoscritto con firma elettronica qualificata o firma digitale, pertanto il file ha la seguente
denominazione: <nome file libero>.pdf.p7m. (per le modifiche apportate dal D.M.E.F.
21.4.2023 - in G.U. 3.5.2023, n. 102 - in vigore dal 15 maggio 2023, alle specifiche tecniche del
ricorso di cui al D.M. 4.8.2015, si veda il commento all’art. 18);
› si propone in via telematica, inviando il file contenente il ricorso in forma di documento infor-
matico (con allegata la procura alle liti) all’indirizzo PEC della controparte, con la precisazione
che la notifica telematica del ricorso si intende perfezionata al momento in cui viene generata
la ricevuta di avvenuta consegna da parte del gestore di posta elettronica certificata (PEC) del
destinatario (cfr. art. 5, D.MEF 163/2013).
L’orientamento della Corte di cassazione secondo cui «la notifica con modalità telematiche richie-
sta con il rilascio della ricevuta di accettazione dopo le ore 21 si perfeziona alle ore 7 del giorno succes-
sivo» (cfr., Cass. Ord. 9.1.2019, n. 398; Cass., Sent. 21.09.2017, n. 21915), può considerarsi superato
dalla Sentenza della Corte Costituzionale, 9.4.2019, n. 75, che ha dichiarato la illegittimità costitu-
zionale dell’art, 16-septies del D.L. 179/2012, ritenendo che la fictio juris di differire il perfeziona-
mento della notifica, effettuata entro le ore 24, alle ore 7 del giorno successivo, non giustifichi la
limitazione degli effetti giuridici della notifica stessa (anche) per il mittente. Tale interpretazio-
ne, infatti, impedisce a quest’ultimo «di utilizzare appieno il termine utile per approntare la propria
difesa: termine che l’art. 155 c.p.c. computa “a giorni” e che, nel caso di impugnazione, scade, appunto,
allo spirare della mezzanotte dell’ultimo giorno»; fermo restando il perfezionamento della notifica,
per il destinatario, il giorno seguente (in applicazione del principio di scindibilità degli effetti
delle notificazioni. Si veda anche il commento all'art. 21 D.Lgs. 546/1992). La questione è stata
(ulteriormente) risolta con la modifica dell’art. 147, co. 2, c.p.c. (ad opera del D.Lgs. 10.10.2022, n.
149, in G.U. 17.10.2022, n. 38), in base al quale «Le notificazioni a mezzo posta elettronica certificata
o servizio elettronico di recapito certificato qualificato possono essere eseguite senza limiti orari».
Destinatari del ricorso Il ricorso deve essere proposto nei confronti della controparte che ha ema-
nato l’atto impugnato o non ha emanato il provvedimento richiesto: di volta in volta, l’Ufficio
periferico dell’Agenzia delle Entrate (o delle Dogane e Monopoli), l’Ente locale, l’Agente della ri-
152
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
scossione (per lo più l’Agenzia Entrate-Riscossione) o altro Ente dotato di soggettività tributaria
attiva; cioè nei confronti del soggetto di cui si censura l’operato (cfr. Circ. Ag. Entrate 17.7.2008,
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
Processo tributario 153
Circ. Min. Fin. 14.10.1998, n. 238/E Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF
1. Il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità entro sessanta giorni dalla data di no-
tificazione dell'atto impugnato. La notificazione della cartella di pagamento vale anche come
notificazione del ruolo.
2. Il ricorso avverso il rifiuto tacito della restituzione di cui all' art. 19 , comma 1, lettera g), può es-
sere proposto dopo il novantesimo giorno dalla domanda di restituzione presentata entro i ter-
mini previsti da ciascuna legge d'imposta e fino a quando il diritto alla restituzione non è pre-
scritto. La domanda di restituzione, in mancanza di disposizioni specifiche, non può essere pre-
sentata dopo due anni dal pagamento ovvero, se posteriore, dal giorno in cui si è verificato il
presupposto per la restituzione. 1
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331
Termine (perentorio) per la proposizione del ricorso (co. 1) Il ricorso deve essere proposto en-
tro 60 giorni dalla data di notificazione dell’atto impugnato, a pena di inammissibilità, rilevabi-
le, anche d’ufficio, in ogni stato e grado del giudizio.
I 60 giorni decorrono dalla «piena ed effettiva conoscenza dell’avviso di accertamento» da parte
del contribuente, che «non può che identificarsi con la conoscenza del contenuto dell’atto e delle ra-
gioni in fatto e in diritto che lo sorreggono», per cui non rileva la data in cui il contribuente abbia
chiesto all’Agenzia delle Entrate informazioni sulla natura del procedimento in corso, ma quel-
la in cui quest’ultima abbia risposto (nel caso con una nota), indicando gli estremi dell’avviso
di accertamento (cfr. Cass. Ord. 18.1.2022, n. 1354). La notificazione dell’atto impositivo, infatti,
«tende allo scopo (immediato) di provocare il decorso del termine di impugnazione dell’atto, funzio-
nale al conseguimento dello scopo (mediato) di provocare, in mancanza di tempestiva impugnazione,
la definitività dell’atto stesso» (cfr. Cass. Ord. 18.1.2022, n. 1354).
Nel caso di doppia notifica dell’atto, se la prima notifica è stata validamente effettuata, il termi-
ne di impugnazione decorre dalla data di detta notifica, anche nel caso di reiterazione della
stessa (cfr. Cass. Ord. 7.7.2022, n. 21623).
«La verifica della rituale e tempestiva introduzione del giudizio impugnatorio rientra nel potere-do-
vere del giudice, così da dover essere effettuata anche d’ufficio sulla base delle risultanze in atti» (cfr.
Cass., Sent. 30.5.2017, n. 13584).
I termini processuali:
› possono essere sospesi con specifici provvedimenti aventi forza di legge in caso di eventi
straordinari quali: la emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha comportato la sospen-
sione - dal 9.3.2020 all’11.5.2020 - (tra gli altri), del termine per la proposizione del ricorso in
primo grado, per la costituzione in giudizio del ricorrente e del resistente, per la integrazio-
ne dei motivi (cfr. art. 83, D.L. 17.3.2020, n. 18, conv. con modif. in L. 24.4.2020, n. 27; art. 36,
D.L. 8.4.2020, n. 23, conv. con modif. in L. 5.6.2020, n. 40); le calamità naturali (come gli
eventi sismici accaduti in Emilia-Romagna e Abruzzo: cfr. D.M. 1.6.2012); ovvero le ipotesi in
cui sia stato accertato il mancato o irregolare funzionamento degli Uffici a causa di eventi di
154
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
carattere eccezionale (cfr. Cass., Sentenze 13.3.2013, n. 6269; 20.8.2010, n. 18808 e 4.6.2010,
n. 13576);
rimessione in termini del difensore colpito, nella notte anteriore alla scadenza, da un malore
te assorbito (…) dal concorrente decorso della sospensione stabilita in via eccezionale» (cfr. Cass.
(nel caso sia presentata nell’ambito di una procedura di accertamento con adesione);
› di una istanza (c.d. IPEC) di scomputo delle perdite dai maggiori imponibili derivanti dall’at-
(decennale), il quale:
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16-septies, D.L. 18.10.2012, n. 179, conv. con modif. in L. 17.12.2012, n. 221
Tempo delle notificazioni con modalità telematiche
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Circ. Ag. Entrate 4.5.2010, n. 23/E
Ris. Min. Fin. 11.11.1999, n. 159/E Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF
Circ. Ag. Entrate 24.10.2007, n. 56/E Circ. Ag. Entrate 3.4.2020, n. 8/E § 2.7
Circ. Ag. Entrate 12.3.2010, n. 12/E Circ. Ag. Entrate 6.5.2020, n. 11/E § 5.10
Circ. Ag. Entrate 31.3.2010, n. 17/E Circ. Ag. Entrate 20.8.2020, n. 25/E § 3.3
1. Il ricorrente, entro trenta giorni dalla proposizione del ricorso, a pena d'inammissibilità deposita,
nella segreteria della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado adita, o trasmette a
mezzo posta, in plico raccomandato senza busta con avviso di ricevimento, l'originale del ricorso
notificato a norma degli articoli 137 e seguenti del codice di procedura civile ovvero copia del ri-
corso consegnato o spedito per posta, con fotocopia della ricevuta di deposito o della spedizio-
ne per raccomandata a mezzo del servizio postale. All'atto della costituzione in giudizio, il ricor-
rente deve depositare la nota di iscrizione al ruolo, contenente l'indicazione delle parti, del difen-
sore che si costituisce, dell'atto impugnato, della materia del contendere, del valore della contro-
versia e della data di notificazione del ricorso. 2 3
2. L'inammissibilità del ricorso è rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche se la
parte resistente si costituisce a norma dell'articolo seguente. 1 3
3. In caso di consegna o spedizione a mezzo di servizio postale la conformità dell'atto depositato a
160
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
quello consegnato o spedito è attestata conforme dallo stesso ricorrente. Se l'atto depositato
nella segreteria della commissione non è conforme a quello consegnato o spedito alla parte nei
Note
1 È costituzionalmente illegittimo l'art. 22, commi 1 e 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul
processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413),
nella parte in cui non consente, per il deposito degli atti ai fini della costituzione in giudizio, l'utilizzo del servizio posta-
le (C. Cost. 06.12.2002, n. 520).
2 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005,
poi dall'art. 2, comma 35-quater, D.L. 13.08.2011, n. 138 così come modificato dalla legge di conversione L. 14.09.2011,
n. 148 (G.U. 16.09.2011, n. 216) con decorrenza dal 17.09.2011, e da ultimo dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n.
130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 22, commi 1 e 2, e 27, comma 1, del
decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo
contenuta nell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), sollevate, in riferimento agli artt. 3, 24 e 111 della Costitu-
zione, dalla Commissione tributaria provinciale di Genova (C. Cost. ordinanza 13.12.2019, n. 273).
4 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Regole generali della costituzione in giudizio del ricorrente (co. 1 e 2) Il processo di fronte alla
Corte di giustizia tributaria si incardina solo con la costituzione in giudizio del ricorrente, ossia
depositando il ricorso presso la segreteria della Corte di giustizia tributaria, entro 30 giorni dalla
sua proposizione.
Il termine dei 30 giorni (non di un mese) per la costituzione in giudizio:
› è perentorio;
› è di decadenza, ma viene fatta salva la sospensione feriale dei termini dal 1° al 31 agosto di
ogni anno;
› va calcolato senza conteggiare il giorno iniziale e computando, invece, il giorno finale;
› decorre dalla data in cui è stato effettivamente proposto il ricorso, a prescindere dal fatto che
il termine di 60 giorni (per la proposizione del ricorso) sia stato utilizzato per intero o meno
[per cui si potranno avere le seguenti situazioni: 60 + 30; 55 + 30 (non 55 + 35); 35 + 30 (non
35 + 55) o, preferibilmente, 55 + 25 (o, quanto meno, 59 + 29 … per evitare rischi)].
Secondo recente giurisprudenza, la regola che equipara il sabato ad un giorno festivo - con con-
seguente proroga di diritto al primo giorno seguente non festivo - si applica anche con riferi-
mento al termine per il deposito dell’atto presso la Corte di giustizia tributaria adìta: perché, in
base alla Legge delega (art. 30, L. 413/1991) «va perseguito l’adeguamento del processo tributario al
processo civile con una disciplina uniforme per la proposizione del ricorso» (cfr. Cass. Ord. 15.7.2021,
n. 20158, che ha considerato ammissibile l’appello del contribuente depositato in Segreteria, in-
sieme alla sentenza impugnata, il primo giorno feriale successivo al trentesimo giorno dalla no-
tifica a controparte).
Il mancato deposito del ricorso presso la Corte di giustizia tributaria nel termine indicato, inte-
gra il vizio di inammissibilità rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del processo (cfr. co. 2).
In proposito, la C.T.P. di Genova (cfr. Ord. 1.4.2009, in G.U. S. Speciale 12.6.2019, n. 24) aveva sol-
levato questione di legittimità costituzionale per violazione degli artt. 3, 24 e 111 Cost., ma la
Corte costituzionale l’ha dichiarata manifestamente infondata: sia perchè il Legislatore gode di
Processo tributario 161
ampia discrezionalità nella conformazione degli istituti processuali, sia perchè «l’onere della co-
«Il deposito del ricorso, degli allegati e degli atti successivi avviene, previa registrazione e acquisizione
delle credenziali di accesso, mediante upload dei file direttamente sulla piattaforma. Tale modalità
apposta sui file trasmessi «se risulta valida almeno una delle firme apposte sui file degli atti tra-
Fascicolo informatico I file relativi agli atti processuali e agli allegati depositati dalle parti costi-
tuite in giudizio, tramite il PTT, formano il fascicolo informatico, nel quale sono raccolti «gli at-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF Risp. Ag. Entrate a Telefisco 27.1.2022
1. L’ente impositore, l’agente della riscossione ed i soggetti iscritti all’albo di cui all’articolo 53 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 nei cui confronti è stato proposto il ricorso si co-
stituiscono in giudizio entro sessanta giorni dal giorno in cui il ricorso è stato notificato, conse-
gnato o ricevuto a mezzo del servizio postale. 1
2. La costituzione della parte resistente è fatta mediante deposito presso la segreteria della com-
missione adita del proprio fascicolo contenente le controdeduzioni in tante copie quante sono
le parti in giudizio e i documenti offerti in comunicazione.
3. Nelle controdeduzioni la parte resistente espone le sue difese prendendo posizione sui motivi
dedotti dal ricorrente e indica le prove di cui intende valersi, proponendo altresì le eccezioni
processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio e instando, se del caso, per la chiamata
di terzi in causa.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si ri-
porta di seguito il testo ancora vigente fino al 31.12.2015: «1. L'ufficio del Ministero delle finanze, l'ente locale o il con-
cessionario del servizio di riscossione nei cui confronti è stato proposto il ricorso si costituiscono in giudizio entro
sessanta giorni dal giorno in cui il ricorso è stato notificato, consegnato o ricevuto a mezzo del servizio postale.».
Regole generali della costituzione in giudizio della parte resistente (co. 1) L’Ufficio finanzia-
rio, l’Ente locale, l’Agente della riscossione (o altro Ente) che ha emesso e notificato l’atto im-
pugnato e nei cui confronti è proposto il ricorso (definito «resistente»), se intende assumere
un ruolo attivo nel processo, deve costituirsi in giudizio, entro 60 giorni dalla ricezione del ri-
corso, depositando il proprio fascicolo contenente le controdeduzioni e i documenti che inten-
dono produrre.
Il termine (di 60 giorni) per la costituzione in giudizio non è perentorio, né a pena di decaden-
za, per cui la parte resistente può costituirsi anche «tardivamente», «essendo la diversa discipli-
na delle conseguenze derivanti dalla tardiva costituzione evidente riflesso della ben diversa posizio-
ne che, specie in un processo di tipo impugnatorio come quello tributario, la legge coerentemente
attribuisce al ricorrente ed al resistente» (cfr. Corte Cost., Ord. 7.4.2006, n. 144; nonché Cass.,
Sentenze 10.2.2010, n. 2925; 10.6.2009, n. 13331).
Si ricorda che, a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, il termine per la costituzione
166
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
in giudizio del resistente era stato sospeso dal 9.3.2020 all’11.5.2020 (cfr. art. 83, D.L. 17.3.2020, n.
18, conv. con modif. in L. 24.4.2020, n. 27; art. 36, D.L. 8.4.2020, n. 23, conv. con modif. in L.
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. I documenti devono essere elencati negli atti di parte cui sono allegati ovvero, se prodotti se-
paratamente, in apposita nota sottoscritta da depositare in originale ed in numero di copie in
carta semplice pari a quello delle altre parti.
2. L'integrazione dei motivi di ricorso, resa necessaria dal deposito di documenti non conosciuti
ad opera delle altre parti o per ordine della commissione, è ammessa entro il termine perento-
rio di sessanta giorni dalla data in cui l'interessato ha notizia di tale deposito.
3. Se è stata già fissata la trattazione della controversia, l'interessato, a pena di inammissibilità,
deve dichiarare, non oltre la trattazione in camera di consiglio o la discussione in pubblica
udienza, che intende proporre motivi aggiunti. In tal caso la trattazione o l'udienza debbono
essere rinviate ad altra data per consentire gli adempimenti di cui al comma seguente.
4. L'integrazione dei motivi si effettua mediante atto avente i requisiti di cui all'art. 18 per quan-
to applicabile. Si applicano l'art. 20, commi 1 e 2, l'art. 22, commi 1, 2, 3 e 5, e l'art. 23, comma
3.
cessivi» (cfr. Circ. M.E.F. 11.5.2016, n. 2/DF). Però, «nella fase del deposito di atti successivi, l’indica-
sitivo nel corso del giudizio, affermando il seguente principio di diritto: «In tema di obbligo di
motivazione degli atti dell’Amministrazione finanziaria ai sensi dell’art. 7, co. 1, primo periodo, della L.
depositata in originale, in violazione dell’art. 24 del D.Lgs. n. 546/1992 non possono essere posti dal
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Decreto M.E.F. 27.12.2011
Decreto M.E.F. 23.12.2013, n. 163
Decreto Direttore Generale del Dipartimento M.E.F. 4.8.2015
Decreto M.E.F. 28.11.2017, n. 11497/2017
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Risp. Min. Fin. a Telefisco, 31.1.2019
Circ. Min. Fin. 21.9.2011, n. 1/DF Circ. Ag. Entrate 16.4.2020, n. 10
Circ. Min. Fin. 11.5.2016, n. 2/DF
1. La segreteria della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado iscrive il ricorso nel registro
generale e forma il fascicolo d'ufficio del processo, inserendovi i fascicoli del ricorrente e delle altre
parti, con gli atti e i documenti prodotti, nonché, successivamente, gli originali dei verbali di udienza,
delle ordinanze e dei decreti e copia delle sentenze. 3
2. I fascicoli delle parti restano acquisiti al fascicolo d'ufficio e sono ad esse restituiti al termine del
processo. Le parti possono ottenere copia autentica degli atti e documenti contenuti nei fascicoli di
parte e d'ufficio. [I richiedenti diversi dall'ufficio tributario devono corrispondere le spese del rilascio
delle copie mediante applicazione e annullamento da parte della segreteria di marche da bollo nella
misura stabilita con decreto del Ministro delle finanze in base al costo del servizio.] 1
3. La segreteria sottopone al presidente della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado il
fascicolo del processo appena formato. 3 2
Note
1 Il terzo periodo del presente comma è stato abrogato dall'art. 299, D.P.R. 30.05.2002, n. 115 con decorrenza dal 01.07.2002.
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n.
130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
172 Processo tributario
manda, mediante l’applicazione di marche da bollo ordinarie sulla medesima domanda a cura dell’ufficio
Allegato 2
(di cui all’art. 2, comma 2)
Diritto per il rilascio di copia cartacea con certificazione di conformità
Numero di pagine Diritto di copia Diritto di copia Totale
forfettizzato autentica (colonne 2 e 3)
1 2 3 4
1–4 € 1,50 € 9,00 € 10,50
5 – 10 € 3,00 € 9,00 € 12,00
11 – 20 € 6,00 € 9,00 € 15,00
21 – 50 € 12,00 € 9,00 € 21,00
51 – 100 € 25,00 € 9,00 € 34,00
Oltre 100 € 25,00 più € 15,00 ogni € 9,00 € 34,00 più € 15,00 ogni
ulteriori 100 pagine o frazione ulteriori 100 pagine o frazione
di 100 di 100
174 Processo tributario
Allegato 3
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
Allegato 4
(di cui all’art. 2, comma 4)
Diritto per il rilascio di copia, in formato elettronico, di ogni singolo atto e documento informatico
trasferito dall’archivio informatico dell’ufficio di segreteria
Tipo supporto Numero pagine Importo forfetizzato
Supporti di memoria 1–4 € 1,00
di massa: CD, DVD
Posta elettronica 5 – 10 € 2,00
o prelievo da sorgente 11 – 20 € 4,00
remota
21 – 50 € 8,00
51 – 100 € 15,00
Oltre le 100 € 15,00 più € 6,00 ogni ulteriori 100 pagine o frazione
di 100, sino a un massimo di 100.000 pagine
Processo tributario 175
Istanze presentate dal 1° marzo 2012 per il rilascio di copia di atti o provvedimenti relative a ricorsi/
appelli notificati a decorrere dal 7 luglio 2011 (post Contributo Unificato)
IMPOSTA DI BOLLO DIRITTI DI COPIA [*]
sulla istanza per l’autenticazione in base diritto
al numero di copia
Parti Terzi Parti Terzi
di pagine/ autentica
processuali processuali
facciate 9 euro
per rilascio di copia NO NO SI
semplice
per rilascio di copia NO SI NO SI SI SI
autentica
per rilascio di copia NO NO SI SI
autentica di
sentenza per ricorso
in Cassazione
per rilascio di copia NO NO SI SI
autentica di
sentenza munita di
formula esecutiva
[*] Diritto di copia dovuto dalle parti (con esenzione per gli uffici tributari) e dai terzi.
176
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Note
1 Il presente articolo è stato aggiunto dall'art. 16, comma 1, lett. b), D.L. 23.10.2018, n. 119 con decorrenza dal 24.10.2018,
convertito in legge dalla L. 17.12.2018, n. 136 con decorrenza dal 19.12.2018.
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
La certificazione di conformità La norma (introdotta dall’art. 16, co. 1, lett. b) del D.L. 23.10.2018,
n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136), detta regole semplificate per la certificazione nel
P.T.T., della conformità digitale degli atti, provvedimenti e documenti e, in particolare:
› con il comma 1 attribuisce al difensore e al dipendente dell’Ente impositore, dell’Agente della
riscossione e dei soggetti iscritti all’Albo di cui all’art. 53, D.Lgs. 446/1997, il potere di certifi-
care la conformità di un atto di parte, di un provvedimento del giudice o di un documento
formato su supporto analogico e detenuto in originale o in copia conforme, ai fini del deposi-
to e della notifica con modalità telematiche della copia informatica.
In proposito, «occorre sgombrare subito ogni dubbio sulla corretta lettura dell’art. 25-bis del D.Lgs.
546/1992, per cui il potere di attestazione di conformità di atti e documenti in possesso del difensore
e di quelli estratti dal fascicolo processuale telematico (…) è attribuito sia ai difensori di tutte le par-
ti processuali sia ai dipendenti degli Uffici impositori e dei soggetti della riscossione» (cfr. quanto
riportato in una intervista al Direttore della Giustizia Tributaria del MEF, pubblicata su Il Sole
24 Ore di martedì 11.12.2018; nonché Risposta MEF a Telefisco del 31.1.2019).
Con la introduzione della norma si è inteso, quindi, allineare la disciplina del processo tributa-
rio telematico a quella vigente in materia di processo civile e amministrativo, conferendo ai pre-
detti soggetti il potere di certificazione - ai fini del deposito e della notifica con modalità tele-
matiche - della copia informatica di un atto di parte o di un documento formato su supporto
analogico e detenuto in originale o in copia conforme;con il comma 2 estende, a favore dei me-
desimi soggetti, la facoltà di estrarre e di attestare la conformità di copie analogiche o informa-
Processo tributario 177
tiche di atti e provvedimenti presenti nel fascicolo informatico formato dalla Segreteria della
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
PRASSI AMMINISTRATIVA
Risp. Min. Fin. a Telefisco, 31.1.2019 Dip. Finanze, C.T.P. Avellino, 14.1.2021, Prot.
0000147
Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF
Risp. Ag. Entrate a Telefisco, 27.1.2022
1. Il presidente della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado assegna il ricorso ad una delle
sezioni; al di fuori dei casi di cui all'art. 29, comma 1, il presidente della commissione potrà assumere
gli opportuni provvedimenti affinché i ricorsi concernenti identiche questioni di diritto a carattere ri-
petitivo vengano assegnati alla medesima sezione per essere trattati congiuntamente. 1 2
Note
1 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Assegnazione del ricorso Il Presidente della Corte di giustizia tributaria provvede ad assegnare il
ricorso ad una delle Sezioni. Fatte salve le ipotesi di riunione dei processi previste dall’art. 29, il
Presidente tenderà ad assegnare alla stessa Sezione le controversie concernenti identiche que-
178
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
stioni di diritto a carattere ripetitivo: non solo per economia processuale, ma anche per evitare
contrasti giurisprudenziali.
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Il presidente della sezione, scaduti i termini per la costituzione in giudizio delle parti, esamina preli-
minarmente il ricorso e ne dichiara l'inammissibilità nei casi espressamente previsti, se manifesta.
2. Il presidente, ove ne sussistano i presupposti, dichiara inoltre la sospensione, l'interruzione e
l'estinzione del processo.
3. I provvedimenti di cui ai commi precedenti hanno forma di decreto e sono soggetti a reclamo in-
nanzi alla commissione. 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 22, commi 1 e 2, e 27, comma 1, del
decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo
contenuta nell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), sollevate, in riferimento agli artt. 3, 24 e 111 della Costitu-
zione, dalla Commissione tributaria provinciale di Genova (C. Cost. ordinanza 13.12.2019, n. 273).
Esame preliminare del ricorso «Risponde ad una esigenza di economia del procedimento poiché, al fi-
ne di evitare la trattazione della causa, prevede che il Presidente della sezione possa» dichiarare, con
decreto, l’inammissibilità del ricorso in via preliminare, cioè senza che si giunga al suo esame da
parte della Commissione (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n, 98/E), nei casi di:
1. difetto di giurisdizione (art. 3, co. 1);
2. mancanza o assoluta incertezza di uno degli elementi essenziali del ricorso o della sua sotto-
scrizione (art. 18, co. 2 e 3);
3. ricorso non notificato all’Ufficio o all’Ente impositore;
4. ricorso intempestivo, cioè proposto oltre il termine dei 60 giorni dalla notifica dell’atto impu-
gnato (art. 21, co. 1) oppure tardivamente nel caso di rifiuto tacito di restituzione (art. 21, co.
2); vanno tenute, però, in debito conto eventuali sospensioni dovute al periodo feriale, al-
l’istanza di accertamento con adesione ecc.;
5. mancata o tardiva costituzione in giudizio del ricorrente (art. 22, co. 1);
6. difformità (rilevante) dell’atto depositato in Segreteria per la costituzione in giudizio rispetto
a quello presentato alla controparte (art. 22, co. 2).
«L’esame preliminare corrisponde ad un potere proprio del Presidente di Sezione» nelle Corti di giu-
stizia tributaria sia di primo che di secondo grado (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n, 98/E), non
esercitabile in sede collegiale, essendo di competenza del (solo) Presidente di Sezione.
Si tratta di un esame «preliminare» perché attiene ad una fase processuale antecedente alla
trattazione del merito, che risponde «ad una esigenza al tempo stesso di accelerazione e deflazione
del contenzioso e, in particolare, a quella di evitare di investire la Commissione, organo collegiale, di
ricorsi palesemente inammissibili» (cfr. Cass. Sent. 15.4.2016, n. 7514).
Va, peraltro, ricordato, che le cause di inammissibilità del ricorso possono essere rilevate anche
d’ufficio «in ogni stato e grado del giudizio» (cfr. art. 22, D.Lgs. 546/1992) dalla Commissione nel
caso non siano state rilevate e dichiarate dal Presidente di Sezione nella fase antecedente.
Inoltre, la causa di inammissibilità deve essere manifesta; nel caso di vizi o difetti del ricorso di-
scutibili, il Presidente deve astenersi dal dichiarare l’inammissibilità del ricorso o dell’appello,
lasciando che sia il Collegio a pronunciarsi.
Da ultimo, la norma prevede che il Presidente (di Sezione) dichiari, ove ne ricorrano i presuppo-
sti, anche la sospensione o l’interruzione o l’estinzione del processo (cfr. artt. 41 e 44).
I provvedimenti hanno forma di decreto, soggetto a reclamo innanzi alla Commissione.
180
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Contro i provvedimenti del presidente è ammesso reclamo da notificare alle altre parti costituite
nelle forme di cui all'art. 20, commi 1 e 2, entro il termine perentorio di giorni trenta dalla loro co-
municazione da parte della segreteria.
2. Il reclamante, nel termine perentorio di quindici giorni dall'ultima notificazione, a pena d'inam-
missibilità rilevabile d'ufficio, effettua il deposito secondo quanto disposto dall'art. 22, comma 1,
osservato anche il comma 3 dell'articolo richiamato.
3. Nei successivi quindici giorni dalla notifica del reclamo le altre parti possono presentare memorie.
4. Scaduti i termini, la commissione decide immediatamente il reclamo in camera di consiglio.
5. La commissione pronuncia sentenza se dichiara l'inammissibilità del ricorso o l'estinzione del
processo; negli altri casi pronuncia ordinanza non impugnabile nella quale sono dati i provvedi-
menti per la prosecuzione del processo.
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. In qualunque momento il presidente della sezione dispone con decreto la riunione dei ricorsi as-
segnati alla sezione da lui presieduta che hanno lo stesso oggetto o sono fra loro connessi.
2. Se i processi pendono dinanzi a sezioni diverse della stessa commissione il presidente di questa,
di ufficio o su istanza di parte o su segnalazione dei presidenti delle sezioni, determina con de-
creto la sezione davanti alla quale i processi devono proseguire, riservando a tale sezione di
provvedere ai sensi del comma precedente.
3. Il collegio, se rileva che la riunione dei processi connessi ritarda o rende più gravosa la loro trat-
tazione, può, con ordinanza motivata, disporne la separazione.
Riunione dei ricorsi (co. 1) L’istituto, che «assolve alla duplice funzione di favorire una maggiore economia
dei procedimenti e di evitare la formazione di giudicati difformi», è a fattispecie aperte, «lasciando alla di-
screzionalità del giudice l’esame dei presupposti della connessione» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n, 98/E).
Il Presidente della Sezione, infatti, può disporre, mediante decreto, in qualsiasi momento, la riu-
nione dei ricorsi, pendenti presso la stessa Sezione, che
› abbiano lo stesso oggetto o
› siano fra loro connessi, cioè proposti dal medesimo ricorrente nei confronti dei medesimi sog-
getti (connessione soggettiva) oppure che
› presentino oggetto o questioni affini (connessione oggettiva). Sotto quest’ultimo profilo, è stata
esclusa l’identità della causa petendi e, per l’effetto, del thema decidendum tra le cause aventi ad
oggetto l’impugnazione, rispettivamente, dell’avviso di accertamento e della cartella di paga-
mento emessa per la riscossione delle maggiori imposte accertate con il primo atto, dato che tra
le due cause difetta l’identità dei fatti costitutivi oggetto di accertamento; né rileva la relazione
che lega l’efficacia della cartella, quale atto esecutivo, al permanere in vita del prodromico avvi-
so, in quanto tale rapporto «non scalfisce l’autonomia e l’indipendenza dei due giudizi, ma può sol-
tanto portare ad affermare in capo al contribuente il diritto al rimborso di quanto versato, nel caso in
cui il giudizio di accertamento porti ad un esito a lui favorevole» (cfr. Cass., Ord. 11.3.2015, n. 4818):
non ricorrono, pertanto, i presupposti per la riunione dei due procedimenti.
Nel caso di riunione di ricorsi, le cause devono essere decise tenendo conto dell’eventuale rap-
porto di pregiudizialità esistente tra le stesse (cfr. Cass., Sent. 26.9.2008, n. 24221).
Processi pendenti dinanzi a Sezioni diverse (co. 2 e 3) In questo caso, il Presidente della Com-
missione – d’ufficio o su istanza di parte o su segnalazione pervenutagli dai Presidenti di Sezio-
ne – determina (con Decreto) la Sezione davanti alla quale essi devono essere trattati; e il Presi-
dente di quest’ultima dispone la riunione dei processi stessi.
Il Collegio giudicante, a sua volta, se rileva che la riunione dei processi connessi può ritardare o
aggravare la loro trattazione, ha facoltà di separare, con ordinanza motivata, i ricorsi riuniti.
Riunione delle cause in appello È obbligatoria soltanto nell’ipotesi di separata proposizione dell’im-
pugnazione contro la stessa sentenza e in quella di impugnazione di sentenze diverse, ma relative a
controversia sostanzialmente e processualmente unitaria, condizione che si verifica, ad esempio:
› quando la prosecuzione di separati processi di appello potrebbe dar luogo a soluzioni contra-
stanti (cfr. Cass., Sent. 16.5.2002, n. 18072);
› nel caso di giudizi relativi a tributi imputati per trasparenza nei rapporti tra società di persone
e soci, ma decisi separatamente, nonostante il litisconsorzio. In questa ipotesi, «la riunione
delle cause in luogo della declaratoria di nullità può avvenire nel giudizio di impugnazione quando
la complessiva fattispecie (...) sia caratterizzata da identità oggettiva (causa petendi) dei ricorsi,
182
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
proposizione degli stessi avverso un accertamento sostanzialmente unitario con sostanziale identità
di difese, simultanea trattazione degli afferenti processi innanzi al giudice di merito, identità so-
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Se non ritiene di adottare preliminarnente i provvedimenti di cui all' art. 27 , il presidente, scadu-
to in ogni caso il termine per la costituzione delle parti, fissa la trattazione della controversia se-
condo quanto previsto dagli articoli 33 e 34 e nomina il relatore.
2. Almeno una udienza per ogni mese e per ciascuna sezione è riservata alla trattazione di contro-
versie per le quali l'ammontare dei tributi accertati e delle conseguenti soprattasse e pene pecu-
niarie non sia inferiore a cento milioni di lire. Un'altra udienza per ogni mese e per ciascuna se-
zione è comunque riservata alla trattazione di controversie nei confronti di società con persona-
lità giuridica, nonchè di controversie inerenti l'applicazione dell' articolo 37 bis del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. 1
Note
1 Il presente comma è stato così sostituito dall'art 7 D.Lgs. 8.10.1997, n. 358.
Nomina del relatore e fissazione della data di trattazione Il Presidente di Sezione, una volta che
siano scaduti i termini per la costituzione in giudizio delle parti – sempreché non abbia adottato
un provvedimento di inammissibilità del ricorso o di sospensione o di interruzione o di estin-
zione del processo – fissa la data di trattazione della controversia e nomina il relatore.
La sentenza che fosse emessa a seguito di udienza svoltasi prima del termine di scadenza per la
costituzione della parte resistente sarebbe nulla per violazione del principio del contraddittorio
ex art. 101 c.p.c. e, più in generale, art. 24 Cost. (cfr. Cass., Sent. 29.7.2004, n. 14498).
Il Presidente dovrà tener conto delle cd. «corsie preferenziali», cioè dovrà fare in modo che alme-
no una udienza per ogni mese della Sezione da lui presieduta sia destinata alla trattazione di
controversie:
› di valore non inferiore a € 51.645,69;
› che riguardano società con personalità giuridica;
› inerenti all’applicazione delle disposizioni antielusive di cui all'art. 10-bis, L. 212/2000 (ex art.
37-bis, D.P.R. 600/1973. Cfr. art. 6, D.Lgs. 545/1992, nonché C.P.G.T. Ris. 6.12.2022, n. 5, § III,
per l'anno 2023 e 14.12.2021, n. 4, per l'anno 2022).
Processo tributario 183
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. La segreteria dà comunicazione alle parti costituite della data di trattazione almeno trenta giorni
liberi prima. 1
2. Uguale avviso deve essere dato quando la trattazione sia stata rinviata dal presidente in caso di
giustificato impedimento del relatore, che non possa essere sostituito, o di alcuna delle parti o
per esigenze del servizio.
Note
1 Il termine previsto nel presente comma è stato ridotto a dieci giorni liberi dall'art. 2, D.L. 09.04.2008, n. 59 (G.U.
09.04.2008).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Circ. Min. Fin. 4.7.2019, n. 1/DF
Processo Tributario Telematico P.T.T. Per i giudizi instaurati in primo (e secondo) grado
con ricorso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019 (cfr. art. 16-bis del Decreto), il deposito
di documenti informatici e di memorie deve avvenire con modalità telematiche e, quindi,
tramite il S.I.Gi.T.. Il documento deve essere:
a. in formato PDF/A-1a o PDF/A-1b;
b. privo di elementi attivi, tra cui macro e campi variabili;
c. redatto tramite l’utilizzo di appositi strumenti software senza restrizioni per le operazio-
ni di selezione e copia di parti; non è pertanto ammessa la copia per immagine su sup-
porto informatico di documento analogico;
d. sottoscritto con firma elettronica qualificata o firma digitale, pertanto il file ha la se-
guente denominazione: <nome file libero>.pdf.p7m
In sede di deposito va indicato, anche, il «numero di RGR/RGA rilasciato precedentemente dal
PTT, ovvero, se non disponibile, il numero della ricevuta di accettazione del ricorso/appello/con-
trodeduzioni rilasciata dal sistema», facendo attenzione al fatto che «in assenza della indica-
zione del numero di RGR/RGA ovvero della ricevuta di accettazione sincrona, il PTT non consente
il deposito degli atti successivi» (cfr. Circ. M.E.F. 11.5.2016, n. 2/DF) si veda anche Circ. M.E.F.
4.7.2019, n. 1/DF).
Non è prevista «alcuna comunicazione dell’avvenuto deposito di documenti e memorie a cura
della Segreteria»: la loro «conoscenza rientra nel generale onere delle parti di seguire le recipro-
che attività processuali mediante la consultazione del fascicolo processuale» (cfr. Circ. Min.
Fin. 23.4.1996, n. 98/E), e, quindi, consultando il portale della Giustizia tributaria utilizzan-
do le proprie credenziali.
Deposito di documenti, di memorie illustrative e di brevi repliche Devono tenere conto dei
seguenti limiti temporali, che variano a seconda della tipologia di trattazione.
Se la trattazione avviene in pubblica udienza (previa richiesta di una parte),
a) fino a 20 giorni liberi prima della data di trattazione, è consentito alle parti depositare
documenti presso la Segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo
grado. Con l’avvertenza che:
› sono considerati «documenti»: i processi verbali di verifica (P.V.V.) e di constatazione
(P.V.C.), i contratti e le scritture private, le perizie, le dichiarazioni dei redditi, gli atti
del procedimento di accertamento che ha preceduto l’emissione dell’atto impositivo
impugnato. Le «perizie estimative, prodotte, singolarmente o nel contesto di scritti difen-
sivi, dal contribuente o da organi tecnici dell'Amministrazione», secondo recente giuri-
sprudenza, hanno «contenuto di allegazione difensiva a contenuto tecnico», per cui ne
deriverebbe la «loro producibilità nel contesto di memoria difensiva nel rispetto del termi-
ne di dieci giorni prima dell'udienza pubblica di discussione della causa in appello, ex artt.
58, comma 2, e 32, comma 2, del D.Lgs. n. 546 del 1992» (cfr. Cass., Ord. 29.9.2017, n.
22965; conf. Cass, Ord. 27.12.2018, n. 33503);
› non sono considerati documenti – e possono essere prodotti e/o esibiti senza forma-
lità, anche in udienza – i precedenti giurisprudenziali, ad eccezione delle sentenze
inerenti processi (tributari, penali, civili e amministrativi) nei quali il contribuente ha
assunto la qualità di parte, le circolari, risoluzioni e note della Amministrazione fi-
Processo tributario 187
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. La controversia è trattata in camera di consiglio salvo che almeno una delle parti non abbia
chiesto la discussione in pubblica udienza, con apposita istanza da depositare nella segreteria e
notificare alle altre parti costituite entro il termine di cui all'art. 32, comma 2. 1 2
2. Il relatore espone al collegio, senza la presenza delle parti, i fatti e le questioni della controver-
sia.
3. Della trattazione in camera di consiglio è redatto processo verbale dal segretario.
Note
1 Non è fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 33, primo comma, sollevata in riferimento agli artt. 24,
secondo comma, 53, primo comma e 101, primo comma, della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 141 G.U.
29.04.1998, n. 17 Prima Serie Speciale).
2 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art 33, primo comma, sollevata in riferi-
mento agli artt. 24, secondo comma, 53, primo comma e 101, primo comma, della Costituzione (C.cost. 30.06 - 09.07
1998, n. 260 G.U. 15.07.1998, n. 28 Prima Serie Speciale).
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria Per i giudizi instaurati con ricorso notificato
dal 1° settembre 2023, l’art. 4, co. 4, della citata L. 130/2022, sostituisce l’art. 16, co. 4 del D.L.
23.10.2018, n. 119 (conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136), stabilendo la regola dello svolgimen-
to delle udienze a distanza, da tenersi secondo la disciplina prevista dalle regole tecnico-opera-
tive di cui al Decreto del Direttore delle finanze 11 novembre 2020 (in G.U. n. 285 del
16.11.2020).
Trattazione in camera di consiglio «Per esigenze di economia processuale [si] prevede, come regime
normale, la trattazione in camera di consiglio, piuttosto che in pubblica udienza, salvo apposita
istanza di parte (…). Nella nuova configurazione normativa il regime pubblico o meno della trattazio-
ne è, quindi, rimesso alla volontà delle parti» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E). In proposito,
la C.T.P. di Catania ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale
della norma (e degli articoli 30, lett. g), n. 1, L. 413/1991, e 32, co. 3, D.Lgs 546/1992), per-
ché «prevede come regime normale la trattazione in camera di consiglio senza la presenza delle parti,
limitando il contraddittorio al deposito di documenti entro dieci giorni prima dell’udienza», per cui
riprodurrebbe, in violazione del giudicato costituzionale ex art. 136 Cost., la precedente disposi-
zione (art. 39, D.P.R. 636/1972), già dichiarata incostituzionale (Sent. 50/1989). La norma viole-
rebbe, inoltre, l’art. 101 Cost., non potendo la pubblicità delle udienze essere limitata sulla base
di esigenze di economia processuale; e violerebbe l’art. 111 Cost., perchè il principio del contrad-
dittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a un Giudice terzo, richiede necessariamen-
te lo svolgimento della pubblica udienza. Secondo i Giudici, quindi, la regola della trattazione in
camera di consiglio in luogo della pubblica udienza, subordinando quest’ultima alla richiesta di
una delle parti, contrasta con gli articoli 136, 101 e 111 della Costituzione (cfr. C.T.P. Catania,
Ord. 7.1.2021, n. 11).
La Corte costituzionale, però, ha dichiarato non fondate le questioni sollevate, affermando:
› quanto alla violazione del giudicato costituzionale ex art. 136 Cost., che, a seguito della rifor-
ma di cui al D.Lgs. 546/1992, è stata sì reintrodotta la regola della trattazione camerale, «pre-
vedendosi, però, all’art. 33, co. 1, la possibilità di derogarvi mediante la richiesta di udienza pubbli-
Processo tributario 189
ca avanzata da almeno una delle parti. Detta facoltà costituisce estrinsecazione del diritto di difesa
caso, che detti atti siano notificati alle parti costituite e depositati presso la Segreteria della Commis-
sione» (cfr. Circ. Min. Fin. 21.10.1998, n. 242/E, a seguito di sentenza della Corte Costituzionale
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
PRASSI AMMINISTRATIVA
Processo tributario 191
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Circ. Ag. Entrate 15.5.2009, n. 24/E
1. All'udienza pubblica il relatore espone al collegio i fatti e le questioni della controversia e quindi il
presidente ammette le parti presenti alla discussione.
2. Dell'udienza è redatto processo verbale dal segretario.
3. La commissione può disporre il differimento della discussione a udienza fissa, su istanza della
parte interessata, quando la sua difesa tempestiva, scritta o orale, è resa particolarmente diffici-
le a causa dei documenti prodotti o delle questioni sollevate dalle altre parti. Si applica l' art. 31,
comma 2, salvo che il differimento sia disposto in udienza con tutte le parti costituite presenti.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria Per i giudizi instaurati con ricorso notificato
dal 1° settembre 2023, l’art. 4, co. 4, della citata L. 130/2022, sostituisce l’art. 16, co. 4 del D.L.
23.10.2018, n. 119 (conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136), stabilendo la regola dello svolgimen-
to delle udienze a distanza, da tenersi secondo la disciplina prevista dalle regole tecnico-operati-
ve di cui al Decreto del Direttore delle finanze 11 novembre 2020 (in G.U. n. 285 del 16.11.2020).
Discussione in pubblica udienza Deve essere richiesta da almeno una delle parti e si svolge se-
condo le seguenti modalità.
Il Presidente:
› prima di tutto, dà la parola al Relatore, che espone i fatti e indica le posizioni delle parti e le
motivazioni a sostegno delle loro domande;
› poi, ammette le parti presenti alla discussione orale: inizia il rappresentante del ricorrente (o
dell’appellante) e prosegue il rappresentante della parte resistente (o appellata);
› di seguito, dà la parola nuovamente sia al Relatore che all’altro componente del Collegio per
eventuali domande o chiarimenti;
› infine, se del caso, ammette brevi repliche delle parti.
Dell’udienza viene redatto apposito processo verbale ad opera del Segretario.
Chiusa la discussione e congedate le parti, la Commissione si ritira in camera di consiglio.
La mancata presenza di una parte all’udienza pubblica non può essere interpretata come so-
pravvenuta carenza di interesse alla decisione né come rinuncia implicita alla domanda, ma la
Commissione emetterà la sua sentenza sulla base delle risultanze documentali, delle difese
scritte e dopo aver sentito solo la parte presente (la mancata comparizione delle parti, che ave-
vano chiesto di discutere la causa in pubblica udienza, non impedisce, infatti, né la trattazione
né la decisione della causa nel merito se la convocazione sia stata regolare e tempestiva: cfr.
Cass. Ord. 14.6.2011, n. 13001).
La Commissione può rinviare la discussione ad udienza fissa (cioè con fissazione di altra data)
quando una delle parti abbia formulato apposita istanza di rinvio per gravi motivi oggettivi o
personali o nel caso in cui la difesa di una parte sia resa particolarmente difficile a causa dei do-
cumenti prodotti o delle questioni sollevate dalle altre parti.
Il provvedimento di rinvio, se tutte le parti costituite sono presenti, viene comunicato nella stes-
sa udienza ed annotato nel verbale; in caso contrario, del rinvio va data comunicazione alle parti
costituite e non presenti, a cura della Segreteria, almeno 30 giorni liberi prima della nuova
udienza (a norma dell’art. 31).
«Il potere del giudice di rinviare la discussione della causa è di carattere discrezionale» (cfr Cass.,
192
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Sent. 30.6.2011, n. 14359). «A differenza di quanto previsto, [seppure] in via eccezionale, nel processo
penale, nel processo civile ed in quello tributario, non è previsto che l’impedimento del difensore sia
che, ove le esigenze di tutela della salute dei giudici e del personale amministrativo non consentano
se degli atti «le modalità di decisione sono ridotte a due (pubblica udienza in presenza o a distanza e
decisione in camera di consiglio ove non sia richiesta la pubblica udienza). L’udienza da remoto potrà
Il comma 4, infine, precisa che, «salvo quanto previsto nel presente articolo» resta confermata la
«In caso di mancato funzionamento del collegamento da remoto, il Presidente sospende l’udienza e, nel
caso in cui sia impossibile ripristinare il collegamento, rinvia» l’udienza (co. 3). Il verbale di udienza
contrario, la causa verrà trattata allo stato degli atti, ovvero con trattazione scritta. «Il rinvio al
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
Art. 27, D.L. 28.10.2020, n. 137, conv. con modif. in L. 18.12.2020, n.176
Misure urgenti relative allo svolgimento del processo tributario
PRASSI AMMINISTRATIVA
C.P.G.T., 12.5.2020
Udienza a distanza. Linee guida tecnico-operative per le parti processuali, Sogei/MEF, novembre
2020
Deliberazioni del Collegio giudicante Il Collegio giudicante, subito dopo la trattazione della con-
troversia (sia in camera di consiglio che in pubblica udienza), decide in camera di consiglio, cioè
senza la presenza delle parti, dei loro rappresentanti e (anche) del segretario. «I giudici che deli-
berano la sentenza devono essere gli stessi dinanzi ai quali sono state precisate le conclusioni»: a pena
di nullità della sentenza (cfr. Cass., Sent. 19.5.2010, n. 12259); possono, invece, essere diversi ri-
spetto a quelli che hanno emanato provvedimenti ordinatori, quali il rinvio o l’acquisizione di
una perizia (cfr. Cass., Sent. 15.4.2011, n. 8614).
Il Collegio delibera a maggioranza con un ordine prestabilito di votazione: il primo voto è quello
del relatore, poi si esprime l’altro componente ed infine il Presidente.
Nel caso in cui non si formi la maggioranza o si prospettino soluzioni diverse, il Presidente met-
te ai voti due soluzioni alla volta finché non si addivenga ad una sola alternativa e, infine, alla
decisione.
La deliberazione può essere rinviata di non oltre 30 giorni dalla data di trattazione della contro-
versia: «il termine massimo di trenta giorni (dalla discussione in pubblica udienza o dalla esposizione
del relatore (…) per il caso di rinvio della deliberazione del collegio giudicante), ha carattere ordinato-
rio ed acceleratorio, non essendo espressamente dichiarato perentorio dalla legge (ai sensi dell’art. 152
secondo comma cod. proc. civ.). La violazione del predetto termine, quindi, non comporta nullità della
sentenza ma è suscettibile di produrre altre conseguenze, comprese quelle disciplinari a carico dei re-
sponsabili» (cfr. Cass., Sent. 31.3.2008, n. 8249; conf. Cass. Ord. 31.1.2020, n. 2299).
Al processo tributario sono applicabili gli artt. 276 e seguenti c.p.c. (relativi alla «decisione della
causa» nel processo di cognizione davanti al Tribunale); non sono ammesse, peraltro, sentenze
non definitive o limitate solo ad alcune domande (cfr. Cass., Sentenze 22.2.2019, n. 5260;
31.1.2011, n. 2254).
L'art. 35, co. 3, «costituisce una norma a carattere eccezionale che introduce una deroga rispetto al re-
gime previsto per il processo civile dall'art. 279 c.p.c.; tale deroga è giustificata dalla esigenza di evitare
gli inconvenienti cui il frazionamento del giudizio dà generalmente luogo anche nel processo civile,
avuto specifico riguardo alla struttura del processo tributario ed al sistema della riscossione frazionata
dei tributi, con i quali l'istituto della sentenza non definitiva, ed, a maggior ragione, quello della impu-
gnazione differita, che solitamente vi si accompagna, verrebbero inevitabilmente a confliggere» (cfr.
Cass. Ord. 15.9.2022, n. 27249).
La decisione dei giudici può essere basata anche su questioni rilevabili d’ufficio; in tal caso, l'art.
101 c.p.c. dispone che «il giudice riserva la decisione, assegnando alle parti, a pena di nullità, un ter-
mine, non inferiore a venti e non superiore a quaranta giorni dalla comunicazione, per il deposito in
cancelleria di memorie contenenti osservazioni sulla medesima questione». La norma «dovrebbe tro-
vare applicazione anche nel processo tributario (…) quando la Commissione tributaria intende porre a
fondamento della decisione una questione rilevata d’ufficio come, ad esempio, il difetto di giurisdizione
ai sensi dell’art. 3, co. 1 del D.Lgs. 546/1992» (cfr. Circ. Ag. Entrate 12.3.2010, n. 12/E, § 9.2).
Giustizia Tributaria Digitale La comparsa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha indotto
il Legislatore ad adottare misure urgenti relative, tra l’altro, allo svolgimento delle camere di
consiglio. L’art. 83 del D.L. 18/2020 (conv. con modif. in L. 24.4.2020, n. 27 e ss.mm.; nonché art.
135, D.L. 19.5.2020, n. 34 conv. con modif. in L. 17.7.2020, n. 77) aveva, infatti, previsto la possibi-
Processo tributario 199
lità per i dirigenti degli Uffici di adottare misure idonee ad evitare assembramenti all'interno
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PRASSI AMMINISTRATIVA
C.P.G.T., 12.5.2020
1. La sentenza è pronunciata in nome del popolo italiano ed è intestata alla Repubblica italiana.
2. La sentenza deve contenere:
1) l'indicazione della composizione del collegio, delle parti e dei loro difensori se vi sono;
2) la concisa esposizione dello svolgimento del processo;
3) le richieste delle parti;
4) la succinta esposizione dei motivi in fatto e diritto;
5) il dispositivo.
3. La sentenza deve inoltre contenere la data della deliberazione ed è sottoscritta dal presidente e
dall'estensore.
Giustizia Tributaria Digitale L’art. 3, co. 3, D.M. 23.12.2013, n. 163 ha previsto che «con uno o più
decreti del Ministero dell’economia e delle finanze, (…) sono individuate le regole tecnico-operative per
le operazioni relative (…) alla redazione e deposito delle sentenze, dei decreti e delle ordinanze». Le
regole tecniche per la redazione dei provvedimenti giurisdizionali digitali (PGD) dei giudici tribu-
tari sono state, quindi, disciplinate con il Decreto del Direttore Generale delle Finanze, 6.11.2020,
n. 44 (in G.U. 13.11.2020, n. 283), modificato dal Decreto del Direttore Generale delle Finanze,
18.5.2021, n. RR553, che, sostituendo l’art. 10, ha previsto la seguente decorrenza scaglionata per
l’entrata in vigore delle citate regole:
› «il 1° giugno 2021 presso le C.T.P. di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, nonché presso le C.T.P. e
C.T.R. Calabria, Campania, Lombardia, Puglia e Sicilia;
› il 1° ottobre 2021 presso le C.T.P. e C.T.R. delle regioni Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Toscana
e Veneto;
› il 1° dicembre 2021 presso le C.T.P. e C.T.R. delle regioni Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia,
Marche Molise, Sardegna, Umbria, Valle D’Aosta, nonché presso le Commissioni di primo e secondo
grado di Trento e Bolzano» (cfr. art. 10, co. 1, Decreto 44/2020, modificato);
› ferma restando la decorrenza, dall'1.12.2020, per la C.T.P. di Roma e la C.T.R. del Lazio.
Ne deriva che, i provvedimenti giurisdizionali digitali (PGD) delle Corti di giustizia tributaria di
primo e secondo grado saranno redatti in formato PDF/A, «derivante dalla conversione di un do-
Processo tributario 201
› «solo apparente (...) quando, benché graficamente esistente, non renda, tuttavia, percepibile il fon-
damento della decisione, perché recante argomentazioni obbiettivamente inidonee a far conoscere il
non contiene anche una adeguata valutazione critica delle argomentazioni dedotte dal contribuente»
(cfr. Cass. Sent. 26.10.2022, n. 33083).
«La indicazione della data di deliberazione della sentenza non è, a differenza della indicazione della
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
1. La sentenza è resa pubblica, nel testo integrale originale, mediante deposito nella segreteria del-
la corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado entro trenta giorni dalla data della delibe-
razione. Il segretario fa risultare l'avvenuto deposito apponendo sulla sentenza la propria firma e
la data. 2
2. Il dispositivo della sentenza è comunicato alle parti costituite entro dieci giorni dal deposito di
cui al precedente comma. 1
Note
1 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Giustizia Tributaria Digitale A seguito della pubblicazione (in G.U. 13.11.2020, n. 283) del Decreto
del Direttore Generale delle Finanze, 6.11.2020, n. 44, sono state introdotte le regole tecniche per
la redazione dei provvedimenti giurisdizionali digitali (PGD) dei giudici tributari, prevedendo la
possibilità, per tutte le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, di redigere la sen-
tenza in formato digitale.
A norma dell’art. 5 del Decreto 44/2020, il segretario di sezione provvede alla pubblicazione di-
gitale del provvedimento del giudice «mediante deposito nel fascicolo processuale», utilizzando le
specifiche funzionalità del S.I.GI.T.. All’atto della pubblicazione «mediante apposizione della firma
206
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
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1. Ciascuna parte può richiedere alla segreteria copie autentiche della sentenza e la segreteria è te-
nuta a rilasciarle entro cinque giorni dalla richiesta, previa corresponsione delle spese [a norma
dell'art. 25, comma 2]. 2
2. Le parti hanno l'onere di provvedere direttamente alla notificazione della sentenza alle altre parti
a norma dell'articolo 16 depositando, nei successivi trenta giorni, l'originale o copia autentica
dell'originale notificato, ovvero copia autentica della sentenza consegnata o spedita per posta,
con fotocopia della ricevuta di deposito o della spedizione per raccomandata a mezzo del servi-
zio postale unitamente all'avviso di ricevimento nella segreteria, che ne rilascia ricevuta e l'inseri-
sce nel fascicolo d'ufficio. 3
3. Se nessuna delle parti provvede alla notificazione della sentenza, si applica l'art. 327 comma 1,
del codice di procedura civile. Tale disposizione non si applica se la parte non costituita dimostri
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D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
di non avere avuto conoscenza del processo per nullità della notificazione del ricorso e della co-
municazione dell'avviso di fissazione d'udienza. 1
Richiesta di copia autentica (co. 1) Ciascuna delle parti può richiedere copie autentiche della
sentenza, che la Segreteria deve rilasciare, entro cinque giorni dalla richiesta.
Tali copie non vanno assoggettate ad imposta di bollo (cfr. Circ. M.E.F. 21.9.2011, n. 1/D).
L’imposta di bollo è, invece, dovuta con riferimento al rilascio di copie di documenti contenuti
nel fascicolo digitale, nella misura forfettaria di 16,00 euro, a prescindere dalle dimensioni dei
documenti, se prodotti in conformità con il Codice dell’amministrazione digitale; nella misura di
16.00 euro per ogni foglio, in caso contrario: cfr. Risp. A.E. 6.4.2022, n. 170).
Oltre alle parti del processo, anche ciascun cittadino ha diritto di ottenere – per motivi di studio
e di informazione – una copia «semplice» (cioè non autenticata) delle pronunce delle Corti di
giustizia tributaria (tale denominazione sostituisce quella di «commissioni tributarie», ovunque
ricorra, a valere dal 16 settembre 2022: secondo quanto previsto dall’art. 1, co. 1, lett. a) della L.
31.8.2022, n. 130, introdotto nel contesto della riforma strutturale dei componenti gli organi del-
la giurisdizione tributaria); e, nel caso di ingiustificati ritardi od omissioni da parte del segreta-
rio, può far causa all’Amministrazione davanti al giudice ordinario (Cass., SS.UU., Sent.
27.1.2010, n. 1629).
Notifica della sentenza (co. 2) Non c’è alcun obbligo, per le parti in causa, di notificare la senten-
za (nella forma integrale: dispositivo e motivazione); se, però, intendono far decorrere il termine
di impugnazione cd. «breve» hanno l’onere di notificarla in copia autentica alle altre parti.
La notifica a mezzo PEC della sentenza nel domicilio digitale del difensore risultante dai pubbli-
ci elenchi (nel caso INI-PEC), espressamente indicato come domicilio eletto, è «idonea a far de-
correre il termine breve per impugnare» (cfr. Cass. Civ. Ord. 12.1.2022, n. 726). «Ne consegue che deve
dichiararsi inammissibile l’appello proposto oltre il termine breve, laddove la notifica della sentenza di
primo grado, effettuata con modalità telematica alla parte presso l’avvocato all’indirizzo PEC estratto
dal pubblico registro INI-PEC è idonea a far decorrere il termine di impugnazione ex art. 325 c.p.c.»
(cfr. Cass. Civ. Ord. 24.2.2022, n. 6136. Si veda, l'art. 17).
Nei successivi trenta giorni dalla notifica, le parti hanno l’ulteriore onere di provvedere al depo-
sito presso la Segreteria della Corte di giustizia tributaria dell’originale (o copia autentica) della
sentenza (insieme con le ricevute della PEC), dato che il mancato adempimento di questa ulte-
riore formalità comporta, secondo la giurisprudenza, la inapplicabilità del termine breve di im-
pugnazione «automaticamente conseguendo all'inadempimento (…) il decorso del diverso termine di
impugnazione, ovvero quello lungo, previsto dall'art. 327 c.p.c.» (cfr. Cass. Ord. 8.11.2017, n. 26449).
Il termine breve - sessanta giorni (più eventuale periodo di sospensione feriale) - per l’impu-
gnazione rileva nei confronti di tutte le parti in causa, compreso il soggetto che procede alla no-
tifica: esso, infatti, «decorre, anche per il notificante, dalla data in cui la notifica viene eseguita nei
Processo tributario 209
confronti del destinatario, in quanto gli effetti del procedimento notificatorio, quale la decorrenza del
PEC presenti nel “Registro delle PA” (…) consultabile sul sito istituzionale dell’Avvocatura dello Stato»
(cfr. Circ. M.E.F. 4.7.2019, n. 1/DF).
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1. Il processo è sospeso quando è presentata querela di falso o deve essere decisa in via pregiudi-
ziale una questione sullo stato o la capacità delle persone, salvo che si tratti della capacità di
stare in giudizio.
1-bis. La corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado dispone la sospensione del processo
in ogni altro caso in cui essa stessa o altra corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado
deve risolvere una controversia dalla cui definizione dipende la decisione della causa. 6
1-ter. Il processo tributario è altresì sospeso nei seguenti casi:
a) su richiesta conforme delle parti, nel caso in cui sia stata presentata un'istanza di apertura di
procedura amichevole ai sensi degli Accordi e delle Convenzioni internazionali per evitare le dop-
pie imposizioni di cui l'Italia è parte ovvero ai sensi della Convenzione relativa all'eliminazione
delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate n. 90/436/CEE;
b) su richiesta del contribuente, nel caso in cui sia stata presentata un'istanza di apertura di proce-
dura amichevole ai sensi della direttiva (UE) 2017/1852 del Consiglio del 10 ottobre 2017. 4 1 2 3 5
Note
1 Non è fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 39 e 47, sesto comma, sollevata in riferimento agli
artt. 3 e 24, secondo comma, della Costituzione (C.cost. 23.02 - 26.02.1998, n. 31).
2 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 39 e 47, sesto comma, sollevata in
riferimento agll artt 3 e 24, secondo comma, della Costituzione (C.cost. 12.04 - 16.04.1999, n. 136).
3 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 39 sollevata in riferimento all'art 76
della Costituzione (C.cost.18.01 - 21.01.1999, n. 8, G.U. 27.01.1999, n. 4 Serie Speciale).
4 Il presente comma aggiunto dall'art. 9, comma 1, lett. o), D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato
poi così sostituito dall'art. 22, comma 2, D.Lgs. 10.06.2020, n. 49 con decorrenza dal 25.06.2020 ed applicazione alle istan-
ze di apertura di procedura amichevole presentate a decorrere dal 1° luglio 2019 sulle questioni controverse riguardanti il
reddito o il patrimonio, relativi al periodo d'imposta che inizia il 1° gennaio 2018 e ai successivi periodi d'imposta.
5 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 Il presente comma aggiunto dall'art. 9, comma 1, lett. o), D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, poi
sostituito dall'art. 22, comma 2, D.Lgs. 10.06.2020, n. 49 con decorrenza dal 25.06.2020 ed applicazione alle istanze di
apertura di procedura amichevole presentate a decorrere dal 1° luglio 2019 sulle questioni controverse riguardanti il
reddito o il patrimonio, relativi al periodo d'imposta che inizia il 1° gennaio 2018 e ai successivi periodi d'imposta, è sta-
to da ultimo così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Sospensione del processo Comporta l’arresto temporaneo del processo a causa di un determina-
to evento, in attesa di una sua probabile ripresa. La ratio dell’istituto «risiede principalmente nella
esigenza di evitare il contrasto tra giudicati» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.9).
Sospensione necessaria «esterna» (co. 1) Nei rapporti processuali tra processo tributario e pro-
cessi non tributari cd. «esterni», il primo deve essere sospeso:
› quando è stata presentata querela di falso, sempre che la controversia tributaria che dovrebbe
Processo tributario 213
essere sospesa sia rilevante ai fini della decisione: «in materia di querela di falso, il giudice tribu-
soci delle stesse: «in caso di pendenza separata di procedimenti relativi all’accertamento del maggior red-
› del caso in cui sia dato corso ad una procedura amichevole ai sensi delle Convenzioni contro
le doppie imposizioni.
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PRASSI AMMINISTRATIVA
3. Se uno degli eventi di cui al comma 1 si avvera dopo l'ultimo giorno per il deposito di memorie in
Interruzione del processo Anche nel caso di interruzione del processo, come in quello di sospen-
sione, si verifica l’«arresto (temporaneo)» del processo a causa di un determinato evento, in at-
tesa di una sua (probabile) ripresa.
Diverse sono, però, le cause, perché diversa è la funzione dei due istituti:
› la interruzione «del processo ha la funzione di consentire una corretta ed effettiva estrinsecazione
del principio del contraddittorio tra le parti», per cui è prevista quando «una parte, in particolare
il contribuente, non possa più “stare in giudizio”» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E);
› la ratio della sospensione, invece, «risiede principalmente nella esigenza di evitare il contrasto tra
giudicati» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.9.).
Le cause di interruzione del processo tributario riguardano (co. 1):
a) la parte o il suo legale rappresentante [lettera a)];
b) il difensore della parte «privata», cioè del contribuente (o dell’Agente della riscossione) [let-
tera b)].
Non comporta, invece, la interruzione del giudizio il «venir meno» dell’Ufficio: in particolare «la
estinzione ope legis [dal 1.7.2017] delle società del Gruppo Equitalia ai sensi dell’art. 1 del D.L.
193/2016 (…) non determina interruzione dei processi pendenti» (cfr. Cass. Ord. 9.11.2018, n. 28741),
poiché «è stato individuato sul piano normativo il soggetto giuridico [Agenzia delle Entrate-Riscos-
sione] destinatario delle funzioni precedentemente attribuite» alle predette società (cfr. Cass. Ordi-
nanze 15.6.2018, n. 15869 e 24.1.2019, n. 1992).
La lettera a) prevede la interruzione del processo per cause riguardanti direttamente la parte in
causa; e quindi:
› per la persona fisica, se sopravviene la morte (cui è equiparata la dichiarazione di morte presunta
di cui all’art. 58 e ss. c.c.); o «la perdita della capacità di stare in giudizio»; la quale si verifica con una
sentenza che dichiara la interdizione o la inabilitazione della persona; o con la dichiarazione di as-
senza, di scomparsa e con l’apertura del fallimento (ex art. 43, co. 3, R.D. 267/1942).
Se la morte della parte si verifica «dopo la notificazione dell'atto introduttivo del giudizio ma prima
della scadenza del termine per la costituzione» si determina «l'automatica interruzione del processo, a
prescindere sia dalla conoscenza che dell'evento abbiano avuto l'altra parte o il giudice, sia da qualsiasi
attività diretta a determinarla» (cfr. Cass. Sent. 29.3.2023, n. 8835);
› per le persone giuridiche, se viene meno, cioè se si estingue in conseguenza di fallimento, liquida-
zione coatta amministrativa e amministrazione controllata.
La estinzione interviene, in generale, con la cancellazione della Società dal Registro delle Imprese
(art. 2495 c.c.); ma ai fini della validità e dell’efficacia degli atti di liquidazione, accertamento, con-
tenzioso e riscossione dei tributi, solo una volta che sia decorso il termine di cinque anni dalla ri-
chiesta di cancellazione dal Registro delle Imprese (art. 28, co. 4, del D.Lgs. 175/2014). In questo
(lungo) periodo, la legittimazione sostanziale e processuale, attiva e passiva, si trasferisce ai soci:
«l’aver ricondotto la fattispecie ad un fenomeno successorio – sia pure connotato da caratteristiche sui
generis, connesse al regime di responsabilità dei soci per i debiti sociali nelle differenti tipologie di società
– consente abbastanza agevolmente di ritenere applicabile – quando la cancellazione e la conseguente
estinzione della società abbiano avuto luogo in pendenza di una causa di cui la società stessa era parte –
la disposizione dell’art. 110 c.p.c. (come già affermato anche da Cass. 6.6.2012, n. 9110). Tale disposizione
contempla, infatti, non solo la «morte» (come tale riferibile unicamente alle persone fisiche), ma altresì
qualsiasi «altra causa» per la quale la parte venga meno, e dunque risulta idonea a ricomprendere anche
l’ipotesi dell’estinzione dell’ente collettivo» (cfr. Cass., SS.UU., Sent. 12.3.2013, n. 6071).
218
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
«Pertanto, qualora la estinzione intervenga nella pendenza di un giudizio del quale la società è parte, si
determina un evento interruttivo, disciplinato dagli artt. 299 e ss. c.p.c. con eventuale prosecuzione o rias-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
1. La sospensione è disposta e l'interruzione è dichiarata dal presidente della sezione con de-
creto o dalla commissione con ordinanza.
2. Avverso il decreto del presidente è ammesso reclamo a sensi dell'art. 28.
PRASSI AMMINISTRATIVA
PRASSI AMMINISTRATIVA
Dopo che è cessata la causa che ne ha determinato la sospensione il processo continua se entro sei mesi da
tale data viene presentata da una delle parti istanza di trattazione al presidente di sezione della commis-
sione, che provvede a norma dell'art. 30 .
Se entro sei mesi da quando è stata dichiarata l'interruzione del processo la parte colpita dall'evento o i
suoi successori o qualsiasi altra parte presentano istanza di trattazione al presidente di sezione della com-
missione, quest'ultimo provvede a norma del comma precedente.
La comunicazione di cui all'art. 31, oltre che alle altre parti costituite nei luoghi indicati dall'art. 17, deve es-
sere fatta alla parte colpita dall'evento o ai suoi successori personalmente. Entro un anno dalla morte di
una delle parti la comunicazione può essere effettuata agli eredi collettivamente o impersonalmente nel
domicilio eletto o, in mancanza, nella residenza dichiarata dal defunto risultante dagli atti del processo. La
parte colpita dall'evento o i suoi successori possono costituirsi anche solo presentando documenti o me-
morie o partecipando alla discussione assistiti, nei casi previsti, da difensore incaricato nelle forme pre-
scritte.
Ripresa del processo sospeso (co. 1) Cessata la causa di sospensione, il processo tributario continua
solo se almeno una delle parti interessate presenta, entro sei mesi dalla data di sospensione, istanza
di trattazione al Presidente di Sezione della Commissione. Solo a tale condizione e con il rispetto del
termine (perentorio) il processo sospeso riprende il suo corso; «in caso contrario, il processo si estingue
per inattività delle parti ai sensi del successivo art. 45» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
Ripresa del processo interrotto (co. 2) Nel caso di interruzione del processo tributario, la parte colpi-
ta dall’evento (o i suoi successori) o qualsiasi altra parte interessata alla ripresa del processo interrot-
to deve presentare istanza di trattazione, al Presidente di Sezione, nel termine (perentorio) di sei me-
si da quando è stata dichiarata l’interruzione.
222
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Termini Nel processo tributario non opera il termine di riassunzione o prosecuzione del processo civile
interrotto o sospeso, fissato in tre mesi dagli articoli 297, co. 1, e 305 c.p.c., dato che i commi 1 (so-
546/1992 (cfr. Cass. Ord. 10.1.2020, n. 304; conf. Cass. Ordinanze 4.5.2021, n. 11661; 11.10.2018, n.
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Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta
di seguito il testo ancora vigente fino al 31.12.2015: «2. Il ricorrente che rinuncia deve rimborsare le spese alle altre parti
salvo diverso accordo fra loro. La liquidazione è fatta dal presidente della sezione o dalla commissione con ordinanza
non impugnabile, che costituisce titolo esecutivo.».
› sottoscritte sia dalle parti personalmente (o dai loro procuratori speciali), sia dagli eventuali
difensori muniti di procura speciale (cfr. Comm. Trib. Prov. Reggio Emilia, Sent. 15.2.2012, n.
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Art. 45 - ESTINZIONE DEL PROCESSO PER INATTIVITÀ DELLE PARTI [CFF ¶ 4696]
1. Il processo si estingue nei casi in cui le parti alle quali spetta di proseguire, riassumere o
integrare il giudizio non vi abbiano provveduto entro il termine perentorio stabilito dalla
legge o dal giudice che dalla legge sia autorizzato a fissarlo.
2. Le spese del processo estinto a norma del comma 1 restano a carico delle parti che le han-
no anticipate.
3. L'estinzione del processo per inattività delle parti è rilevata anche d'ufficio solo nel grado
di giudizio in cui si verifica e rende inefficaci gli atti compiuti.
4. L'estinzione è dichiarata dal presidente della sezione con decreto o dalla commissione con
sentenza. Avverso il decreto del presidente è ammesso reclamo alla commissione che
provvede a norma dell'art. 28.
Inattività delle parti L’estinzione del processo per inattività delle parti si verifica nei casi in
cui le stesse non abbiano provveduto, entro il termine perentorio fissato dalla legge o dal
giudice, a proseguire, riassumere o integrare il giudizio (e non anche quando manchi un
impulso di parte diretto ad accelerare il corso del processo: cfr. Cass., Sent. 15.6.2001, n.
8133).
«Si ha estinzione del processo per inattività delle parti», ad esempio, nel caso di:
› «sospensione, per qualsiasi motivo, del processo e mancata riassunzione dello stesso entro il
termine di legge (art. 43, co. 1);
› interruzione del processo e mancata riassunzione dello stesso entro i termini di legge (art. 43,
co. 2)».
La estinzione può verificarsi, inoltre, «nell’ipotesi di cui all’art. 5, co. 5 (…), relativa alla rias-
sunzione del processo davanti alla commissione dichiarata competente; nell’ipotesi prevista dal-
l’art. 14, co. 2, dettato in tema di integrazione del contraddittorio, nel caso ricorra il litisconsor-
zio necessario» (cfr. Cass. Ord. 7.8.2020, n. 16830).
Essa «è rilevabile anche d’ufficio, ma solo nel grado di giudizio in cui si verifica» e «viene di-
chiarata dal Presidente della Sezione con decreto, reclamabile a norma dell’art. 28, o dalla
Commissione con sentenza». Le (eventuali) doglianze avverso tale decreto devono essere
fatte valere – in applicazione del principio di tassatività dei mezzi di impugnazione – «con
il reclamo previsto dall'art. 45, comma 4, del D.Lgs. n. 546 del 1992, e non per mezzo del ricorso
per cassazione, esperibile solo nei confronti dei provvedimenti giurisdizionali definitivi aventi
contenuto decisorio (anche se emessi sotto forma di ordinanza o di decreto), rispetto ai quali
non sia previsto uno specifico rimedio impugnatorio» (cfr. Cass., Ord. 13.9.2017, n. 21254).
Diversamente dall'ipotesi di estinzione per rinuncia (ex art. 44), in questo caso «le spese di
lite restano a carico della parte che le ha sostenute» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
L’estinzione del processo rende inefficaci gli atti compiuti, escluse le sentenze di merito
pronunciate nel corso del giudizio e quelle che regolano la competenza (art. 310, co. 2°,
c.p.c.); se l’estinzione si verifica nel corso del processo di impugnazione, trova applicazio-
226
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
ne l’art. 338 c.p.c. che stabilisce il passaggio in giudicato della sentenza appellata, salvo
che ne siano stati modificati gli effetti con provvedimenti pronunciati nel procedimento
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Il giudizio si estingue, in tutto o in parte, nei casi di definizione delle pendenze tributarie pre-
visti dalla legge e in ogni altro caso di cessazione della materia del contendere.
2. La cessazione della materia del contendere è dichiarata, con decreto del presidente o con
sentenza della commissione. Il provvedimento presidenziale è reclamabile a norma dell'art. 28.
2
3. Nei casi di definizione delle pendenze tributarie previsti dalla legge le spese del giudizio estin-
to restano a carico della parte che le ha anticipate. 1 3
Note
1 È costituzionalmente illegittimo l'art. 46, comma 3, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul
processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n.
413), nella parte in cui si riferisce alle ipotesi di cessazione della materia del contendere diverse dai casi di defini-
zione delle pendenze tributarie previsti dalla legge (C. Cost. 12.07.2005, n. 274).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si ri-
porta di seguito il testo previgente: «2. La cessazione della materia del contendere è dichiarata, salvo quanto diver-
samente disposto da singole norme di legge, con decreto del presidente o con sentenza della commissione. Il prov-
vedimento presidenziale è reclamabile a norma dell'art. 28.».
3 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si ri-
porta di seguito il testo previgente: «3. Le spese del giudizio estinto a norma del comma 1 restano a carico della
parte che le ha anticipate, salvo diverse disposizioni di legge.».
del giudice di merito che legittimamente – sia pure in base ad una norma di legge riformulata, ora
per allora, a seguito del suo giudizio di legittimità costituzionale – condanni l’ufficio per soccom-
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Il ricorrente, se dall'atto impugnato può derivargli un danno grave ed irreparabile, può chiedere
alla corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'at-
to stesso con istanza motivata proposta nel ricorso o con atto separato notificata alle altre parti
e depositato in segreteria sempre che siano osservate le disposizioni di cui all' art. 22. 11
2. Il presidente fissa con decreto la trattazione della istanza di sospensione per la prima camera di
consiglio utile e comunque non oltre il trentesimo giorno dalla presentazione della medesima
istanza, disponendo che ne sia data comunicazione alle parti almeno cinque giorni liberi prima.
L'udienza di trattazione dell'istanza di sospensione non può, in ogni caso, coincidere con l'udien-
za di trattazione del merito della controversia. 10
3. In caso di eccezionale urgenza il presidente, previa delibazione del merito, può disporre con de-
creto motivato la provvisoria sospensione dell'esecuzione fino alla pronuncia del collegio. 6
4. Il collegio, sentite le parti in camera di consiglio e delibato il merito, provvede con ordinanza mo-
tivata non impugnabile nella stessa udienza di trattazione dell'istanza. Il dispositivo dell’ordinan-
za deve essere immediatamente comunicato alle parti in udienza. 7
5. La sospensione può anche essere parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all’ar-
ticolo 69, comma 2. La prestazione della garanzia è esclusa per i ricorrenti con “bollino di affidabili-
Processo tributario 229
tà fiscale”. Ai fini della disposizione di cui al periodo precedente, i ricorrenti con “bollino di affidabi-
Note
1 Non è fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt 39 e 47, comma sesto, sollevata in riferimento agli
artt. 3 e 24, secondo comma, della Costituzione (C.cost. 23.02 - 26.02 1998, n. 31).
2 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 39 e 47, comma sesto, sollevata in
riferimento agli artt. 3 e 24, secondo comma, della Costituzione (C.cost. 12.04 - 16.04.1999, n. 136 ).
3 Non è fondata la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt 20 e 47 del D.Lgs. 31.12 1992,
n. 546, nonchè dell'art 10 del D.P.R. 28.11.1980, n. 787 sollevata in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione (C.cost.
14.07 - 24.07 1998, n. 336 G.U. 02.09.1998, n. 35 Prima Serie Speciale).
4 La rubrica del capo di cui il presente articolo fa parte è stata così modificata dall'art 12 D.L. 08.08.1996, n. 437
5 Il presente comma inserito dall'art. 7 D.L. 13.05.2011, n.70, così come modificato dall'allegato alla legge di conversione L.
12.07.2011, n. 106 con decorrenza dal 13.07.2011(G.U. 12.07.2011, 160), è stato poi abrogato dall'art. 4, comma 1, lett. f),
L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
7 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, e
poi dall'art. 4, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
8 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, e
poi dall'art. 2, L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
9 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
10 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
11 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria La Legge 31 agosto 2022, n. 130 «Disposizioni
in materia di giustizia e di processo tributario» - (in G.U. 1.9.2022, n. 204) - in vigore dal 16 settem-
bre 2022, modifica e integra i commi 2, 4 e 5, e abroga il comma 5-bis dell’articolo in esame.
Si ricorda, inoltre, che, per i giudizi instaurati con ricorso notificato dal 1° settembre 2023, l’art.
4, co. 4, della stessa L. 130/2022, stabilisce la regola dello svolgimento delle udienze di sospen-
sione a distanza, fatta salva la possibilità per le parti di richiedere, per comprovate ragioni, lo
svolgimento in presenza.
Procedimento cautelare È un procedimento endoprocessuale e incidentale che consente al ricor-
rente di chiedere alla Corte di giustizia tributaria (investita del processo principale) di sospende-
re l’esecuzione dell’atto impugnato.
La sospensione cautelare «non incide sulla efficacia del provvedimento impugnato, il quale conserva
nelle more del giudizio i suoi effetti e la sua validità, ma esclusivamente sulla esecutività dello stesso,
230
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
con la sola conseguenza che, se e fin quando permane il provvedimento di sospensione, non potrà pro-
cedersi alla riscossione coattiva né dei tributi né degli interessi relativi (…)» (cfr. Cass., Sent.
Comm. Trib. Prov. Pesaro, Ord. 27.7.1996, nn. 37 e 39; Comm. Trib. Prov. Reggio Emilia, Ord.
› «nella partecipazione della parte ricorrente a gare di appalto con “scadenze prossime” rispetto alle
quali l’odierna controversia potrebbe avere effetti pregiudizievoli per il buon esito della predetta
sia perché «la sospendibilità è riferibile unicamente agli atti con cui l’A.F. manifesta una pretesa
da quello di fissazione dell’udienza ed eventualmente anteriore a questo» (cfr. Circ. Ag. Entrate
29.12.2015, n. 38/E, § 1.10).
titolo dispongano diversamente» (cfr. Cass. Sent. 11.7.2014,n. 15970). Pertanto, anche in mancanza
Sintesi sulla sospensione cautelare giudiziale e amministrativa nei vari settori impositivi
Tributo Tutela Tutela amministrativa
giudiziale a vario titolo come segue
Imposte sui redditi e Irap SÌ, ex artt. 47, 52 e SÌ (ex art. 39, co. 1, D.P.R.
62-bis, del D.Lgs. 546 602/1973)
Imposta sul valore aggiunto SÌ, ex artt. 47, 52 e SÌ (ex art. 39, co. 1, D.P.R.
62-bis, del D.Lgs. 546 602/1973)
Imposta di registro SÌ, ex artt. 47, 52 e SÌ (ex art. 56, co. 1, lett. a), D.P.R.
62-bis, del D.Lgs. 546 131/1986)
Imposte ipotecarie e catastali SÌ, ex artt. 47, 52 e SÌ (ex art. 13, D.Lgs. 347/1990)
62-bis, del D.Lgs. 546
Tributi comunali e locali SÌ, ex artt. 47, 52 e SÌ (ex art. 2-quater, co. 1-bis e 1-
62-bis, del D.Lgs. 546 ter, D.L. 564/1994)
Misure cautelari pro Fisco L’art. 47 tratta della tutela cautelare (richiesta ed eventualmente con-
cessa) a favore del contribuente, ma esiste anche una tutela cautelare «pro Fisco».
L’art. 22 del D.Lgs. 472/1997 [CFF · 9485] prevede che l’Ufficio possa chiedere al Presidente della
Processo tributario 237
Corte di giustizia tributaria di primo grado la iscrizione di ipoteca sui beni del contribuente tra-
Da ultimo, si ricorda che i procedimenti cautelari finalizzati alla sospensione degli effetti dell’at-
to impugnato ex art. 47, D.Lgs. 546/1992; quelli di cui all’art. 19, D.Lgs. 472/1997, nonché quelli
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Nota Ag. Entrate 30.9.2011, prot. 141776
Circ. Min. Fin. 21.1.2000, n. 14/E Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E
1. Qualora sia chiesta in via cautelare la sospensione dell'esecuzione di un atto volto al recupero di
aiuti di Stato dichiarati incompatibili in esecuzione di una decisione adottata dalla Commissione
europea ai sensi dell'articolo 14 del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo
1999, di seguito denominata: "decisione di recupero",
a) gravi motivi di illegittimità della decisione di recupero, ovvero evidente errore nella individuazione
del soggettotenuto alla restituzione dell'aiuto di Stato o evidente errore nel calcolo della somma
da recuperare e nei limiti di tale errore;
b) pericolo di un pregiudizio imminente e irreparabile.
2. Qualora la sospensione si fondi su motivi attinenti alla illegittimità della decisione di recupero la
corte di giustizia tributaria di primo grado provvede con separata ordinanza alla sospensione del
giudizio e all'immediato rinvio pregiudiziale della questione alla Corte di giustizia delle Comunità
europee, con richiesta di trattazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 104 ter del regolamento di
procedura della Corte di giustizia del 19 giugno 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Co-
munità europee n. L 176 del 4 luglio 1991, e successive modificazioni, se ad essa non sia stata già
deferita la questione di validità dell'atto comunitario contestato. Non può, in ogni caso, essere
accolta l'istanza di sospensione dell'atto impugnato per motivi attinenti alla legittimità della deci-
sione di recupero quando la parte istante, pur avendone facoltà perché individuata o chiaramen-
te individuabile, non abbia proposto impugnazione avverso la decisione di recupero ai sensi
dell'articolo 230 del Trattato istitutivo della Comunità europea, e successive modificazioni, ovve-
ro quando, avendo proposto l'impugnazione, non abbia richiesto la sospensione della decisione
Processo tributario 239
di recupero ai sensi dell'articolo 242 del Trattato medesimo ovvero l'abbia richiesta e la sospen-
Note
1 Il presente articolo inserito dall'art. 2, D.L. 08.04.2008, n. 59 con decorrenza dal 09.04.2008, continua ad applicarsi ai
soli giudizi in corso alla data del 19.01.2013 ai sensi dall'art. 61, comma 4, L. 24.12.2012, n. 234.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Applicazione Ci si limita a ricordare le «regole» principali della disposizione abrogata nel 2012 e
da applicarsi solo ai giudizi in corso in data 19.1.2013.
Sospensione cautelare atti di recupero degli aiuti di Stato ritenuti illegittimi «Al fine di garanti-
re l’esecuzione immediata ed effettiva delle decisioni di recupero, il Legislatore ha [aveva] introdotto
(…) una disciplina speciale della sospensione giudiziale degli atti di recupero degli aiuti di Stato e del-
la definizione delle relative controversie innanzi alle Commissioni tributarie, prevedendo in particolare
delle condizioni specifiche al verificarsi delle quali l’Organo giurisdizionale può concedere la sospen-
sione» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.4.2008, n. 42, § 2).
La disposizione è stata successivamente abrogata.
Il giudice tributario può sospendere l’efficacia dei provvedimenti di recupero degli aiuti di Stato
dichiarati incompatibili con il diritto comunitario. Il Regolamento CE 659/99 prevede che qualsiasi
tipologia di «aiuto di Stato» – comprese le agevolazioni tributarie – deve essere comunicata dallo
Stato membro alla Commissione europea; la quale, se del caso (ex art. 14), può imporre allo Stato
di adottare tutte le misure necessarie per recuperare l’«aiuto» erogato. Rientrano nell’ambito og-
gettivo della norma, gli aiuti dichiarati illegali ed indicati nell’art. 4, D.P.C.M. 2.5.2007, n. 4, ossia:
› aiuti all’occupazione (decisione della Commissione CE dell’11.5.1999, del 30.3.2004);
› aiuti alle «public company» (decisione della Commissione CE del 5.6.2002);
240
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
› aiuti in favore delle imprese che hanno realizzato investimenti nei comuni colpiti dagli eventi
calamitosi nel 2002 (decisione della Commissione CE del 20.10.2004).
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Se in pendenza del giudizio le parti raggiungono un accordo conciliativo, presentano istanza con-
giunta sottoscritta personalmente o dai difensori per la definizione totale o parziale della contro-
versia.
2. Se la data di trattazione è già fissata e sussistono le condizioni di ammissibilità, la commissione
pronuncia sentenza di cessazione della materia del contendere. Se l’accordo conciliativo è parzia-
le, la commissione dichiara con ordinanza la cessazione parziale della materia del contendere e
procede alla ulteriore trattazione della causa.
3. Se la data di trattazione non è fissata, provvede con decreto il presidente della sezione.
4. La conciliazione si perfeziona con la sottoscrizione dell’accordo di cui al comma 1, nel quale sono
indicate le somme dovute con i termini e le modalità di pagamento. L’accordo costituisce titolo
per la riscossione delle somme dovute all’ente impositore e per il pagamento delle somme dovu-
te al contribuente. 1 2 3
Note
1 La rubrica del capo di cui il presente articolo fa parte è stata così modificata dall'art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437.
2 Il presente articolo è stato:
- prima sostituito dall'art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437 e dall'art. 14 D.Lgs. 19.06.1997, n. 218;
- poi modificato dall'art. 3, D.Lgs. 05.06.1998, n. 203, dall'art. 1, comma 419, L. 30.12.2004, n. 311, dall'art. 1, c. 127, L.
24.12.2007, n. 244, dall'art. 3 D.L. 25.03.2010, n. 40, dall'art. 9 D.Lgs. 13.08.2010, n. 141 con decorrenza dal 19.09.2010,
dall'art. 1, comma 19, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano ai ricorsi presentati a decorrere dal 1° febbra-
io 2011, dall'art. 23, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) così come modificato dall'allegato alla legge di con-
versione L. 15.07.2011, n. 111 (G.U. 16.07.2011, n. 164) con decorrenza dal 17.07.2011;
- da ultimo così sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta di seguito il te-
sto ancora vigente fino al 31.12.2015: «1. Ciascuna delle parti con l'istanza prevista dall'articolo 33, può proporre all'altra
parte la conciliazione totale o parziale della controversia.
2. La conciliazione può aver luogo solo davanti alla commissione provinciale e non oltre la prima udienza, nella quale il
tentativo di conciliazione può essere esperito d'ufficio anche dalla commissione.
3. Se la conciliazione ha luogo, viene redatto apposito processo verbale nel quale sono indicate le somme dovute a ti-
tolo d'imposta, di sanzioni e di interessi. Il processo verbale costituisce titolo per la riscossione delle somme dovute
mediante versamento diretto in un'unica soluzione ovvero in forma rateale, in un massimo di otto rate trimestrali di pa-
ri importo, ovvero in un massimo di dodici rate trimestrali se le somme dovute superano i 50.000 euro, [previa presta-
zione, se l'importo delle rate successive alla prima è superiore a 50.000 euro, di idonea garanzia mediante polizza fi-
deiussoria o fideiussione bancaria ovvero rilasciata dai consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi) iscritti nell'albo
Processo tributario 241
1. Ciascuna parte entro il termine di cui all’articolo 32, comma 2, può presentare istanza per la con-
ciliazione totale o parziale della controversia.
2. All’udienza la commissione, se sussistono le condizioni di ammissibilità, invita le parti alla conci-
liazione rinviando eventualmente la causa alla successiva udienza per il perfezionamento dell’ac-
cordo conciliativo.
3. La conciliazione si perfeziona con la redazione del processo verbale nel quale sono indicate le
somme dovute con i termini e le modalità di pagamento. Il processo verbale costituisce titolo per
la riscossione delle somme dovute all’ente impositore e per il pagamento delle somme dovute al
contribuente.
4. La commissione dichiara con sentenza l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del
contendere. 1 2
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Ai sensi dell'art. 149, comma 1, lett. b), D.L. 19.05.2020, n. 34, convertito in legge dalla L. 17.07.2020, n. 77 con decor-
renza dal 19.07.2020, i termini di versamento delle somme dovute a seguito di accordo conciliativo ai sensi del presen-
te articolo, sono prorogati al 16.09.2020; ai sensi del comma 2, del suddetto articolo modificante, la proroga si applica
con riferimento agli atti ivi indicati, i cui termini di versamento scadono nel periodo compreso tra il 09.03.2020 e il
31.05.2020.
242
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Nota
1 Il presentearticolo è stato inserito dall'art. 4, comma 1, lett. g), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022
ed applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 16.09.2022.
Processo tributario 243
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. h), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022 ed applicazione ai ricorsi notificati a decorrere dal 16.09.2022.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria La Legge 31 agosto 2022, n. 130 «Disposizioni
in materia di giustizia e di processo tributario» - (in G.U. 1.9.2022, n. 204) – inserisce l’art. 48-bis1 –
rubricato «Conciliazione proposta dalla corte di giustizia tributaria» – nel D.Lgs. 546/1992 (cfr. art.
4, co. 1, lett. g) della L. 130/2022). La nuova disposizione si applica ai ricorsi notificati a decorre-
re dal 16 settembre 2022, data di entrata in vigore della legge stessa (cfr. art. 8, co. 3, della L.
130/2022). Viene, dunque, sancita con una disposizione ad hoc, la prassi di alcuni giudici di
Commissione tributaria di sollecitare le parti (valendosi dell’art. 185 c.p.c.), a concludere un ac-
cordo transattivo, quando le questioni sono di facile e pronta soluzione. Viene, di conseguenza,
modificato anche il comma 2 dell’art. 48-ter (cfr. art. 4, co. 1, lett. h) della L. 130/2022): per coor-
dinarlo con il nuovo art. 48-bis1.
Inoltre, viene sostituito il co. 2-octies, dell’art. 15 del presente Decreto (modificato dall’art. 4, co.
1, lett. d) della L. 31.8.2022, n. 130), che introduce una maggiorazione delle spese di giudizio a
carico della parte che, senza giustificato motivo, non abbia accettato la proposta di conciliazione
formulata da controparte o dal Giudice («ove il riconoscimento delle sue pretese risulti inferiore al
contenuto della proposta ad essa effettuata»).
Definizione Il Legislatore ha disciplinato la «conciliazione giudiziale» in quattro articoli «separa-
ti», ma l’istituto è unitario, per cui anche il commento è unico (e non frazionato sui singoli arti-
coli).
La conciliazione giudiziale è un istituto – endoprocessuale e incidentale – che consente di estin-
guere (totalmente o parzialmente) una lite già instaurata tra contribuente e autore dell’atto im-
pugnato attraverso una «transazione» diretta alla ridefinizione degli imponibili e della conse-
guente imposta, con sanzioni ridotte ricalcolate sulla base dell’imposta conciliata.
La conciliazione è uno strumento «predisposto per favorire una definizione concordataria non anco-
ra matura in fase precontenziosa, ma suscettibile di realizzazione in sede contenziosa anche attraverso
la fattiva opera di collaborazione e di incentivazione da parte degli organi giudicanti» (cfr. C.M.
23.4.1996, n. 98).
Si tratta dell’«ultima possibilità» di far cessare o ridimensionare una controversia (già incardi-
244
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
Ambito oggettivo Vi rientrano tutte le controversie devolute alla giurisdizione tributaria pendenti
liquidate;
› la data, la sottoscrizione del titolare dell’Ufficio e la sottoscrizione del contribuente o … del difenso-
di reclamo/mediazione, decorsi i novanta giorni previsti dal co. 2 dell’art. 17-bis del D.Lgs. 546/1992, al
nativa alla definizione agevolata di cui ai commi da 186 a 204”» (cfr. Ifel Nota 1.3.2023). I relativi
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
provvedimenti «acquistano efficacia con la pubblicazione nel sito internet istituzionale dell’ente cre-
ditore e sono trasmessi al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento delle finanze, entro il
Il mancato pagamento delle somme dovute o di una delle rate compresa la prima, oltre a com-
› dovrebbe contenere gli elementi base e, se possibile, la liquidazione dell’imposta, degli inte-
ressi e delle sanzioni dovute; nonché i termini e le modalità di pagamento: per consentire sia
disca all’Amministrazione finanziaria di far valere la maggiore imposta dovuta (ed erroneamen-
buente, il versamento delle rate successive grava sugli eredi, tenendo presente che:
(cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2). Pertanto, l’omesso o carente versamento delle rate successive alla prima,
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
maggiorate del 50%, qualora una delle parti o il Giudice abbiano formulato una proposta di concilia-
Per converso, l’assoluzione nel processo penale per evasione fiscale non rimette in discussione la
conciliazione già effettuata con l’Erario (cfr. C.T.R. Toscana, Sent. 13.4.2017, n. 994).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 3-bis, D.L. 29.12.2022, n. 198, conv. con modif. in L. 24.2.2023, n. 14 (c.d. Milleproroghe)
Proroga della facoltà di annullamento automatico dei debiti inferiori a 1.000 euro per gli enti diversi
dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali
PRASSI AMMINISTRATIVA
Tabella della misura del tasso legale di interesse per ritardato pagamento 1
Dall’1.7.2003 Al 30.9.2009 2,75%
Dall’1.10.2009 Al 31.12.2009 4%
Dall’1.1.2020 Al 31.12.2020 3,5%
Note
1 Cfr. art. 20, D.P.R. 602/1973 e D.M. 21.5.2009.
262 Processo tributario
Capo III
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
1. Alle impugnazioni delle sentenze delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado si ap-
plicano le disposizioni del titolo III, capo I, del libro II del codice di procedura civile, e fatto salvo
quanto disposto nel presente decreto. 1
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, e
poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
La impugnazione È lo strumento giuridico che la legge mette a disposizione della parte soccom-
bente per consentirle di rimuovere gli effetti pregiudizievoli che potrebbero derivarle da una
sentenza.
«Attraverso l’impugnazione la legge concede alle parti la possibilità di operare un controllo sulla sen-
tenza, affidandone l’esame ad un giudice diverso (...). L’esercizio dell’impugnazione è limitato nel tem-
po, considerato che una volta decorso il tempo previsto dalla legge, la sentenza acquista autorità di co-
sa giudicata.
Oggetto della impugnazione sono i provvedimenti aventi contenuto decisorio.
Le impugnazioni sono soggette al principio della iniziativa di parte.
L’interesse alla impugnazione è dato dalla soccombenza, totale o parziale, nella causa, avuto riguardo
alle situazioni contenute nella sentenza» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98). Esso, quale manife-
stazione del generale principio dell’interesse ad agire, «va apprezzato in relazione alla utilità con-
creta derivabile alla parte dell’eventuale accoglimento del gravame e non può consistere in un mero in-
teresse astratto ad una più corretta soluzione di una questione giuridica, non avente riflessi sulla deci-
sione adottata (…)» (cfr. Cass. Ord. 18.11.2021, n. 35134).
«I termini previsti dalla legge per le impugnazioni sono perentori» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n.
98/E).
Disposizioni generali applicabili Fatte salve le disposizioni «speciali» previste dal presente Decre-
to (art. 1, comma 2), alle impugnazioni delle sentenze delle Corti di giustizia tributaria di primo
e secondo grado si applicano le disposizioni del Titolo III, Capo I, del Libro II del c.p.c. e, quindi,
gli articoli da 323 a 338 del Codice di procedura civile, compreso l’art. 324, rubricato «Cosa giudi-
cata formale», che rimanda all’art. 2909 c.c., rubricato «Cosa giudicata». La prima delle due nor-
me si riferisce alla intervenuta preclusione – sotto il profilo processuale – delle impugnazioni
«ordinarie», conferendo, così definitività alla sentenza, il cui contenuto non è soggetto a riesa-
me da parte di altro Giudice. La seconda norma, invece, si riferisce agli effetti – sotto il profilo
sostanziale – della statuizione contenuta nella sentenza, conferendo, così, stabilità e certezza
giuridica ai rapporti tra le parti, loro eredi o aventi causa.
Le disposizioni in materia di giudicato sono state applicate dalla giurisprudenza di legittimità -
pur tenendo conto delle relative particolarità - anche nel processo tributario, in conformità con
l’indirizzo enunciato nella sentenza della Corte di cassazione a Sezioni Unite, 16.6.2006, n.
13916: «In tema di giudicato, qualora due giudizi tra le stesse parti abbiano riferimento al medesimo
rapporto giuridico, ed uno di essi sia stato definito con sentenza passata in giudicato, l'accertamento
Processo tributario 263
così compiuto in ordine alla situazione giuridica ovvero alla soluzione di questioni di fatto e di diritto
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. I mezzi per impugnare le sentenze delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado so-
no l'appello, il ricorso per cassazione e la revocazione. 1
Note
1 Il presente articolo è stato così modificato prima dall'art 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Mezzi di impugnazione I mezzi di impugnazione previsti nel processo tributario sono tre:
› l’appello (alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado) contro le sentenze della Corte di
Giustizia tributaria di primo grado;
› il ricorso per cassazione, contro le sentenze della Corte di Giustizia tributaria di secondo gra-
do;
› il ricorso per revocazione «come mezzo di impugnazione straordinario» (cfr. Circ. Min. Fin.
23.4.1996, n. 98/E), nei casi previsti dall’art. 395 c.p.c..
(Sulla ammissibilità della impugnazione dei provvedimenti di sospensione del processo tributa-
rio con istanza di regolamento di competenza, si veda il commento all'art. 5).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Termini d’impugnazione Le sentenze delle Corti di Giustizia tributaria di primo e secondo grado
possono essere impugnate nel rispetto di un termine perentorio che può essere «breve» o «lun-
go», a seconda che la sentenza sia stata o meno notificata da una parte all’altra.
Il termine per impugnare la sentenza notificata su istanza di parte è di 60 (sessanta) giorni (c.d.
termine breve), ma l’art. 38, comma 3 (del Decreto), stabilisce che «se nessuna delle parti provvede
alla notificazione della sentenza si applica l’art. 327, primo comma del c.p.c.» e il termine - pari a sei
mesi (c.d. termine lungo) - «decorre dalla data di pubblicazione della sentenza stessa, vale a dire dal
momento del suo deposito in segreteria del testo integrale originale» (cfr., rispettivamente, Circ. Min.
Fin. 23.4.1996, n. 98/E e Circ. Min. Fin. 18.12.1996, n. 291/E).
«Ai fini della verifica della tempestività della impugnazione, in caso di provvedimento giudiziale in
formato cartaceo, cui sia applicabile ratione temporis il termine semestrale di decadenza ex articolo
327 c.p.c. nel testo modificato dalla Legge 69/2009, il dies a quo coincide con l’attestazione dell’avve-
nuto deposito, non trovando applicazione la disciplina dettata per le sentenze redatte in formato elet-
tronico, in cui è dal momento della trasmissione del provvedimento per via telematica, mediante PEC,
che il procedimento decisionale si completa, divenendo il provvedimento, dalla relativa data, irretratta-
bile dal giudice che l’ha pronunciato e legalmente noto a tutti, con decorrenza del termine lungo di de-
cadenza per le impugnazioni di cui alla summenzionata norma» (cfr. Cass. Ord. 11.1.2022, n. 550).
Si applica, anche in appello, la regola secondo cui se l’ultimo giorno del termine è festivo, la sca-
denza è prorogata di diritto al primo giorno successivo non festivo.
Si ricorda che, a seguito della emergenza epidemiologica da Covid-19, era stato sospeso - dal
9.3.2020 all’11.5.2020 – il decorso dei termini processuali (cfr. art. 83, D.L. 17.3.2020, n. 18, conv.
con modif. in L. 24.4.2020, n. 27; art. 36, D.L. 8.4.2020, n. 23, conv. con modif. in L. 5.6.2020, n.
40), compresi «i termini concernenti la proposizione dell’atto di appello di cui all’art. 51, co. 1, del
D.Lgs. 546/1992» (cfr. C.A.E. 16.4.2020, n. 10).
«Condizione per poter impugnare è che esista un provvedimento considerato dalla legge come impu-
gnabile, avverso il quale la parte intende far valere delle censure (...)», avendone interesse, che «va
valutato con riferimento alla utilità giuridica che alla parte che impugna può derivare dall’accogli-
mento del gravame». «L’interesse a impugnare è determinato dalla soccombenza totale o parziale nel-
la causa» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
«L’interesse ad impugnare, dunque, postula la soccombenza nel suo aspetto sostanziale, correlata al
pregiudizio che la parte subisca a causa della decisione, e va apprezzata in relazione alla utilità giuri-
dica che può derivare al preponente il gravame, dall’eventuale suo accoglimento» (cfr. Cass. Ord.
1.3.2022, n. 6621).
«Legittimato ad impugnare la sentenza è soltanto chi è stato parte nel processo in cui la sentenza è
stata pronunciata».
Processo Tributario Telematico P.T.T. Per i giudizi instaurati in primo (e secondo) grado con ri-
266
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
corso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019, le notifiche degli atti processuali, dei documenti e
dei provvedimenti giurisdizionali si effettuano esclusivamente con modalità telematiche, utiliz-
anche per la parte notificante. Di conseguenza, un eventuale appello incidentale proposto dal
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Circ. Ag. Entrate 31.3.2010, n. 17/E Dip. Finanze, C.T.P. Avellino, 14.1.2021, Prot.
0000147
Circ. Ag. Entrate 21.6.2010, n. 37/E
Risp. Ag. Entrate a Telefisco 27.1.2022
Processo tributario 269
1. La sentenza della corte di giustizia tributaria di primo grado può essere appellata alla corte di
giustizia tributaria di secondo grado competente a norma dell’articolo 4, comma 2.
2. L’appellante può chiedere alla corte di giustizia tributaria di secondo grado di sospendere in tut-
to o in parte l’esecutività della sentenza impugnata, se sussistono gravi e fondati motivi. Il con-
tribuente può comunque chiedere la sospensione dell’esecuzione dell’atto se da questa può de-
rivargli un danno grave e irreparabile.
3. Il presidente fissa con decreto la trattazione della istanza di sospensione per la prima camera di con-
siglio utile disponendo che ne sia data comunicazione alle parti almeno dieci giorni liberi prima.
4. In caso di eccezionale urgenza il presidente, previa delibazione del merito, può disporre con de-
creto motivato la sospensione dell’esecutività della sentenza fino alla pronuncia del collegio.
5. Il collegio, sentite le parti in camera di consiglio e delibato il merito, provvede con ordinanza mo-
tivata non impugnabile.
6. La sospensione può essere subordinata alla prestazione della garanzia di cui all’articolo 69 com-
ma 2. Si applica la disposizione dell’articolo 47, comma 8-bis. 1 2
Note
1 Il presente articolo prima modificato dall'art 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, poi dall'art 1 L. 24.10.1996, n. 556 e dall'art. 3
D.L. 25.03.2010, n. 40 con decorrenza dal 26.03.2010, poi sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza
dal 01.01.2016, è stato da ultimo così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
2 La rubrica della Sezione cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Riforma degli organi della giurisdizione tributaria Per i «giudizi instaurati, in primo e secondo
grado, con ricorso notificato dal 1° settembre 2023», l’art. 4, commi 4 e 4-bis, della stessa L.
130/2022, stabilisce la regola dello svolgimento delle udienze a distanza, fatta salva la possibili-
tà per le parti di richiedere, per comprovate ragioni, lo svolgimento in presenza.
Giudice competente e legittimazione ad appellare L’appello contro le sentenze delle Corti di
giustizia tributaria di primo grado va proposto alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado
competente (cfr. art. 4 del Decreto), che è quella nella cui circoscrizione ha sede la Corte di giu-
stizia tributaria di primo grado che ha pronunciato la sentenza (di primo grado).
Per le Province autonome di Trento e di Bolzano, giudice competente per l’appello è la Commis-
sione Tributaria di 2° grado che ha sede nel capoluogo di ciascuna provincia.
Tutela cautelare in appello La fase cautelare in appello ricalca la procedura prevista dall’articolo
47 del Decreto per la sospensione dell’atto impugnato dinanzi alle Corti di giustizia tributaria di
primo grado.
«Il nuovo comma 2 consente all’appellante di chiedere alla Commissione Tributaria Regionale di so-
spendere in tutto o in parte (quindi limitatamente ai capi ad esso sfavorevoli) la esecutività della
sentenza impugnata “se sussistono gravi e fondati motivi”, analogamente a quanto disposto dall’art.
283 c.p.c.» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.12), cioè in presenza dei presupposti del
«fumus boni iuris» e del «periculum in mora»: deve sussistere, dunque, (anche) un grave pregiu-
dizio dell’appellante a seguito della esecuzione della sentenza (a nulla rilevando la eventuale
270
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
valutazione sfavorevole della Corte di giustizia tributaria di primo grado). Inoltre quando l’atto
impugnato «sia confermato da una sentenza di merito», il contribuente soccombente in primo
vio o il rimborso delle somme riconosciute non dovute in forza della stessa sentenza» (cfr. Circ. Ag.
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1. Il ricorso in appello contiene l'indicazione della corte di giustizia tributaria di primo e secondo
grado a cui è diretto, dell'appellante e delle altre parti nei cui confronti è proposto, gli estremi
della sentenza impugnata, l'esposizione sommaria dei fatti, l'oggetto della domanda ed i motivi
specifici dell'impugnazione. Il ricorso in appello è inammissibile se manca o è assolutamente in-
certo uno degli elementi sopra indicati o se non è sottoscritto a norma dell' art. 18 , comma 3. 3
2. Il ricorso in appello è proposto nelle forme di cui all' art. 20 , commi 1 e 2, nei confronti di tutte le
parti che hanno partecipato al giudizio di primo grado e deve essere depositato a norma dell' art.
22 , commi 1, 2 e 3. 1
3. Subito dopo il deposito del ricorso in appello, la segreteria della corte di giustizia tributaria di se-
condo grado chiede alla segreteria della corte di giustizia tributaria di primo grado la trasmissio-
ne del fascicolo del processo, che deve contenere copia autentica della sentenza. 3 2
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005,
e poi dall'art. 36, D.Lgs. 21.11.2014, n. 175 con decorrenza dal 13.12.2014.
2 La rubrica della Sezione cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
L’appello: regole generali L’appello «è un mezzo di impugnazione che può condurre a un integrale
272
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
riesame (…) del giudizio di primo grado della controversia», che «non può mai essere affidato allo
stesso giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/
non abbia impedito alla controparte di esercitare pienamente i suoi diritti di difesa: cfr. Cass.
guardo ad uno degli argomenti svolti dal primo giudice, la mancata formulazione di critiche in ordine ad
ulteriori argomenti, nonostante l’autonoma idoneità di questi ultimi a sorreggere detta statuizione, non im-
giustizia tributaria di primo grado (ad es., nel caso di omessa instaurazione del contradditto-
di posta elettronica certificata, i messaggi di sistema e i dati del procedimento», le copie per immagini de-
gli atti e documenti depositati su supporto analogico (cfr. D. M.E.F. 4.8.2015, art. 12); nonché
impugnazione «si riveli inidonea alla riforma della sentenza» (cfr. Cass. Ord. 1.3.2022, n. 6779).
«La casistica ruota sostanzialmente intorno alla circostanza che tra le due (o più) controversie decise
con una pluralità di sentenze (cumulativamente impugnate) sussistano (soprattutto con riferimento
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 16, D.L. 23.10.2018, n. 119, conv. con modif. in L. 17.12.2018, n. 136
Giustizia tributaria digitale
PRASSI AMMINISTRATIVA
Controdeduzioni dell’appellato (co. 1) Se la parte nei cui confronti è stato proposto l’appello intende
svolgere una parte attiva nel processo, deve costituirsi in giudizio nel termine di 60 giorni (decorrenti
da quello in cui l’appello è stato consegnato, ricevuto o notificato); depositando il fascicolo e le con-
trodeduzioni con le modalità previste in primo grado e in tante copie quante sono le parti in giudi-
zio. In merito alla trasmissione dell’atto di controdeduzioni in plico raccomandato, la Corte di Cassa-
zione ha precisato che «ai fini della tempestività della costituzione in giudizio della parte appellata e della
conseguente proposizione dell’appello incidentale, occorre tenere conto (…), della data di spedizione del sud-
detto atto», e non della data di ricezione (cfr. Cass. Ord. 23.5.2018, n. 12677).
Anche nel secondo grado è ammessa la costituzione tardiva, che «non comporta, in difetto di una
espressa previsione, alcuna invalidità ma soltanto la decadenza della parte della facoltà di svolgere le
attività processuali eventualmente precluse» (cfr. Cass. Ord. 16.1.2019, n. 947).
Si ricorda che, a seguito della emergenza epidemiologica da Covid-19, il termine per la costituzio-
ne in giudizio dell’appellato e per la proposizione dell’appello incidentale era stato sospeso dal
9.3.2020 all’11.5.2020 (cfr. art. 83, D.L. 17.3.2020, n. 18, conv. con modif. in L. 24.4.2020, n. 27; art.
36, D.L. 8.4.2020, n. 23, conv. con modif. in L. 5.6.2020, n. 40; Circ. Ag. Entrate 16.4.2020, n. 10).
Processo Tributario Telematico P.T.T. Per i giudizi instaurati in primo (e secondo) grado con ricorso
notificato a decorrere dal 1° luglio 2019, la obbligatorietà del processo tributario telematico (cfr. art.
16-bis, del Decreto) comporta che gli atti siano formati come documenti informatici sottoscritti con
firma elettronica qualificata o con firma digitale e che le parti notifichino e depositino gli atti proces-
suali, i documenti e i provvedimenti giurisdizionali esclusivamente con modalità telematiche. Pertan-
to, l’appellato deve costituirsi in giudizio, tramite il P.T.T., «mediante il deposito delle controdeduzioni
[in forma di documento informatico] e dei documenti allegati con modalità telematiche» (cfr. Circ.
M.E.F. 11.5.2016, n. 2/DF. Si veda il commento all’art. 23, del presente Decreto).
Si ricorda che, a seguito della emergenza epidemiologica da Covid-19, l’art. 29 del D.L. 8.4.2020,
n. 23, conv. con modif. in L. 5.6.2020, n. 40, ha previsto l’obbligo per «gli enti impositori, gli agen-
ti della riscossione, i soggetti iscritti nell’albo di cui all’art. 53, del D.Lgs. 446/1997», nonché le parti
assistite da un difensore abilitato «che si sono costituite in giudizio con modalità analogiche» di no-
tificare e depositare «gli atti successivi, nonché i provvedimenti giurisdizionali, esclusivamente con le
modalità telematiche» (cfr. art. 29, co. 1, D.L. 23/2020). «L’obbligo di utilizzare le modalità telemati-
che, già previsto per i giudizi instaurati in primo e secondo grado, con ricorso notificato a decorrere
dal 1° luglio 2019, è stato ora esteso a tutte le controversie tributarie, anche se gestite da una o più
parti con le tradizionali modalità analogiche» (cfr. Circ. Ag. Entrate 13.4.2020, n. 9).
Controdeduzioni con appello incidentale dell’appellato (co. 2) L’appellato può proporre con l’at-
to di controdeduzioni, anche appello incidentale (in tante copie quante sono le parti in giudizio),
purché vi abbia interesse, che sussiste solo se e nei limiti in cui la partesia rimasta soccomben-
te (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E). Infatti, la parte che abbia interesse alla conferma della
sentenza impugnata non può proporre appello incidentale (cfr. Cass., Sent. 27.10.2000, n. 14196);
ma può farlo se – sia pure in presenza di una decisione favorevole nel merito (cfr. Cass., Ord.
23.2.2012, n. 2752; Cass. Sent. 7.6.2011, n. 12346) – non sono state accolte sue eccezioni pregiudi-
ziali o preliminari.
L’appello incidentale deve essere proposto entro il termine perentorio di 60 giorni dalla notifica
dell’appello principale (cfr. Cass., Sent. 14.1.2011, n. 766) o entro sei mesi dalla pubblicazione del-
la sentenza appellata. In questa ipotesi, in cui la impugnazione incidentale è proposta tempesti-
vamente, essa «non è legata alle sorti [della impugnazione] principale di cui non costituisce il neces-
Processo tributario 281
sario contrapposto, ma ha una propria autonomia che la rende indipendente dalle sorti della prima»
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Il presidente e i presidenti di sezione della corte di giustizia tributaria di secondo grado hanno
poteri corrispondenti a quelli del presidente e dei presidenti di sezione della corte di giustizia tri-
butaria di primo grado. 2 1
Note
1 La rubrica della Sezione cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Poteri dei Presidenti della Corte di giustizia tributaria di secondo grado Il Presidente della Cor-
te di giustizia tributaria di secondo grado ed i singoli Presidenti di Sezione hanno gli stessi po-
teri che sono attribuiti, rispettivamente, al Presidente della Corte di giustizia tributaria di primo
grado ed ai Presidenti di Sezione della medesima, nelle rispettive sedi.
1. Le questioni ed eccezioni non accolte nella sentenza della corte di giustizia tributaria di primo
grado, che non sono specificamente riproposte in appello, s'intendono rinunciate. 2 1
Note
1 La rubrica della Sezione cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Questioni ed eccezioni non riproposte in appello In conformità con quanto dispone l’art. 346,
c.p.c., le questioni ed eccezioni non accolte nella sentenza della Corte di giustizia tributaria di primo
grado che non vengono specificamente riproposte in appello, si considerano rinunciate: «nel pro-
cesso tributario, il D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 56 impone la specifica riproposizione in appello, in modo
chiaro ed univoco, sia pure per relationem, delle questioni non accolte dalla sentenza di primo grado, si-
Processo tributario 283
ano esse domande o eccezioni, sotto pena di definitiva rinuncia, sicché non è sufficiente il generico richia-
b) in secondo luogo, considerando che l’appello incidentale di cui all’art. 343 c.p.c., è riconducibile (....) alla
figura della impugnazione incidentale in genere» (cfr. Cass. SS.UU., Sent. 12.5.2017, n. 11799).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Nel giudizio d'appello non possono proporsi domande nuove e, se proposte, debbono esse-
re dichiarate inammissibili d'ufficio. Possono tuttavia essere chiesti gli interessi maturati
dopo la sentenza impugnata.
2. Non possono proporsi nuove eccezioni che non siano rilevabili anche d'ufficio.
Domande nuove in appello (co. 1) Nel giudizio d’appello vige il divieto di proporre domande
nuove, dovendo intendersi come tali quelle che non siano state sottoposte al vaglio dei pri-
mi giudici. «Per verificare quando si è in presenza di una domanda nuova occorre fare riferi-
mento agli elementi costitutivi di essa, vale a dire ai soggetti, al «petitum» e alla «causa peten-
di»» (cfr. Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E).
«Il processo tributario (...), in quanto rivolto a sollecitare il sindacato giurisdizionale sulla legitti-
mità del provvedimento impositivo, è strutturato come un giudizio di impugnazione del provve-
dimento stesso, nel quale l’Ufficio assume la veste di attore in senso sostanziale, e la sua pretesa è
quella risultante dall’atto impugnato, sia per quanto riguarda il «petitum» che per quanto ri-
guarda la «causa petendi» (Cass. 1584/06). Tale caratteristica circoscrive il dibattito alla pretesa
effettivamente avanzata con detto atto, alla stregua dei presupposti di fatto e di diritto in esso in-
dicati ed entro i limiti delle contestazioni mosse dal contribuente (Cass. 33455/02;
15234/01; 4125/02), con la conseguenza che i vizi dell’atto di accertamento dell’imposta non fatti
valere dal contribuente con tempestivo ricorso rendono definitivo, sotto tale profilo, l’atto imposi-
tivo (Cass. 28680/05)» (cfr. Cass., Sent. 30.7.2007, n. 16829).
Il divieto riguarda entrambe le parti del giudizio di appello: contribuente e Amministrazio-
ne finanziaria.
Processo tributario 285
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Il giudice d'appello non può disporre nuove prove, salvo che non le ritenga necessarie ai fini della
decisione o che la parte dimostri di non averle potute fornire nel precedente grado di giudizio
per causa ad essa non imputabile.
2. È fatta salva la facoltà delle parti di produrre nuovi documenti.
288 Processo tributario
delle modalità di produzione documentale deve ritenersi sanata» (cfr. Cass. Ord. 7.3.2018, n.
PRASSI AMMINISTRATIVA
Art. 59 - RIMESSIONE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO [CFF ¶ 4710]
1. La corte di giustizia tributaria di secondo grado rimette la causa alla corte di giustizia tributaria di
primo grado che ha emesso la sentenza impugnata nei seguenti casi: 2
a) quando dichiara la competenza declinata o la giurisdizione negata dal primo giudice;
b) quando riconosce che nel giudizio di primo grado il contraddittorio non è stato regolarmente co-
stituito o integrato;
c) quando riconosce che la sentenza impugnata, erroneamente giudicando, ha dichiarato estinto il
processo in sede di reclamo contro il provvedimento presidenziale;
d) quando riconosce che il collegio della corte di giustizia tributaria di primo grado non era legitti-
mamente composto; 3
e) quando manca la sottoscrizione della sentenza da parte del giudice di primo grado.
2. Al di fuori dei casi previsti al comma precedente la corte di giustizia tributaria di secondo grado
decide nel merito previamente ordinando, ove occorra, la rinnovazione di atti nulli compiuti in
primo grado. 4
3. Dopo che la sentenza di rimessione della causa al primo grado è formalmente passata in giudica-
to, la segreteria della corte di giustizia tributaria di secondo grado, nei successivi trenta giorni,
trasmette d'ufficio il fascicolo del processo alla segreteria della corte di giustizia tributaria di pri-
mo grado, senza necessità di riassunzione ad istanza di parte. 4 1
Note
1 La rubrica della Sezione cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente alinea è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
3 La presente lettera è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
290 Processo tributario
presenza di una istanza delle parti ex art. 33 del D.Lgs. 546/1992: tale omissione, infatti, «inte-
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. L'appello dichiarato inammissibile non può essere riproposto anche se non è decorso il termine
stabilito dalla legge.
l’appello che sia stato dichiarato inammissibile non può essere riproposto, anche se il termine
per l’impugnazione non è ancora decorso.
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Nel procedimento d'appello si osservano in quanto applicabili le norme dettate per il procedi-
mento di primo grado, se non sono incompatibili con le disposizioni della presente sezione.
Processo tributario 293
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Avverso la sentenza della corte di giustizia tributaria di secondo grado può essere proposto ri-
corso per cassazione per i motivi di cui ai numeri da 1 a 5 dell'art. 360, primo comma, del codice
di procedura civile. 1
2. Al ricorso per cassazione ed al relativo procedimento si applicano le norme dettate dal codice di
procedura civile in quanto compatibili con quelle del presente decreto.
2-bis. Sull’accordo delle parti la sentenza della corte di giustizia tributaria di primo grado può essere
impugnata con ricorso per cassazione a norma dell’articolo 360, primo comma, n. 3, del codice di
procedura civile. 2
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, e
poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così modifi-
cato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Definizione delle liti tributarie pendenti in Cassazione L’art. 5 della L. 31.8.2022, n. 130, «Dispo-
sizioni in materia di giustizia e di processo tributari» (in G.U. 1.9.2022, n. 204), in vigore dal 16 set-
tembre 2022, ha introdotto la possibilità di definire (alcune) liti tributarie pendenti in Corte di
cassazione, con il pagamento di un importo variabile tra il 5% e il 20% del valore della contro-
versia - non superiore, rispettivamente, a euro 100.00,00 / 50.000,00 - a seconda dell’esito del-
la lite nei precedenti gradi di giudizio (il nuovo argomento è affrontato nell’ambito degli Istituti
deflativi).
Nel contesto della medesima L. 31.8.2022, n. 130, di riforma (strutturale) dei componenti gli or-
gani della giurisdizione tributaria, la denominazione di «commissioni tributarie», ovunque ri-
corra nel presente Decreto, è sostituita con quella di «corti di giustizia tributaria di primo e se-
condo grado».
L’art. 1, co. della L. 29.12.2022, n. 197, c.d. Legge di Bilancio 2023, in vigore dal 1° gennaio 2023:
› ai commi da 186 a 205 «consente di definire le controversie, attribuite alla giurisdizione tributa-
ria, in cui è parte l’Agenzia delle Entrate ovvero l’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, pendenti –
(…) al 1° gennaio 2023 – in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e quello
instaurato a seguito di rinvio, attraverso il pagamento di un determinato importo correlato al valo-
re della controversia e differenziato in relazione allo stato e al grado in cui pende il giudizio da de-
finire» (cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2);
› ai commi da 213 a 218 introduce, in alternativa alla definizione agevolata delle controversie
pendenti di cui all’art. 1, co. 186-205, «una particolare ipotesi di rinuncia al ricorso per cassa-
zione, principale o incidentale, a seguito di definizione in via transattiva fra le parti di tutte le pre-
tese azionate in giudizio, con conseguente applicazione delle sanzioni in misura ridotta (…)» (cfr.
C.A.E. 27.1.2023, n. 2)». La disposizione «riguarda le controversie pendenti in Cassazione al 1°
gennaio 2023 (…) in cui è parte l’Agenzia delle Entrate, aventi ad oggetto atti impositivi» (cfr.
C.A.E. 27.1.2023, n. 2).
Ricorso per cassazione (co. 1) Le sentenze pronunciate dalle Corti di giustizia tributaria di se-
condo grado possono essere impugnate con ricorso per cassazione solo per i motivi di diritto
specificamente indicati ai numeri da 1 a 5 dell’art. 360, co. 1, c.p.c., e cioè:
1) per motivi attinenti alla giurisdizione;
Processo tributario 295
«L’art. 366 c.p.c., nel dettare le condizioni formali del ricorso, ossia i requisiti di “forma-contenuto”
no 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno cm. 2,5».
«1.2. Redazione dei controricorsi e ricorsi incidentali
c. quali condizioni siano richieste, per il medesimo effetto, in caso di procura rilasciata su foglio se-
stringere il giudice ad accedere, oltre che al ricorso, anche ad altre fonti del processo: ovvero a
consultare atti e documenti di causa o anche solo la sentenza impugnata.
stituirne parte integrante, sempre che, mediante la lettura del ricorso, sia consentita la conoscenza e
inammissibilità del ricorso – della esposizione sommaria dei motivi di impugnazione, la Corte
di Cassazione ha statuito che:
denunciabili ex art. 360 c.p.c., tra loro così intrinsecamente accomunati nella esposizione da non
› «la notificazione del ricorso per cassazione avverso la sentenza di una commissione tributaria, ese-
guita non presso l’Agenzia delle Entrate, o un ufficio periferico della stessa, bensì presso l’Avvocatu-
Le comunicazioni della cancelleria e le notificazioni tra i difensori possono essere fatte al nu-
della parte all’appello senza conoscere la motivazione della sentenza e, quindi, senza poter valuta-
re la presenza di vizi ulteriori rispetto alla violazione o falsa applicazione di norme di diritto.
il medesimo difensore accede al fascicolo digitale di merito nell’ambito dei servizi del P.T.T. (…). Qua-
Il citato provvedimento è stato adottato il 27.1.2021, per cui «per [poter] procedere nell’immediato,
alla fase preliminare di sperimentazione del deposito degli atti di parte e, comunque, per sostenere
nerale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della Giustizia (di data 9.11.2020, n.
atti – comprese le memorie finali – attraverso la infrastruttura informatica ministeriale, nelle for-
me prescritte dalle norme (…) che regolano la disciplina del PCT sulla trasmissione di atti e docu-
quelli sinora siglati» (compreso quello del 27.1.2020) - Protocollo tra la Corte di cassazione, la
vile, stabilisce che «il deposito degli atti processuali e dei documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a
ruolo, da parte dei difensori (…) ha luogo esclusivamente con modalità telematiche (…)» (cfr. il D.Lgs.
› «con il controricorso non si possono proporre mezzi di impugnazione contro la decisione censurata dal
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
L. 18.6.2009, n. 69
Artt. 3-bis e 8, D.L. 29.12.2022, n. 198, conv. con modif. in L. 24.2.2023, n. 14 (c.d. Milleproroghe)
Proroga della facoltà di annullamento automatico dei debiti inferiori a 1.000 euro per gli enti diversi
dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali
Proroghe in materia di giustizia civile
PRASSI AMMINISTRATIVA
Provv. Direttore Generale dei sistemi informativi e automatizzati del Min. della Giustizia,
9.11.2020, n. 0010791
Provv. Direttore Generale dei sistemi informativi e automatizzati del Min. della Giustizia
27.1.2021
Relazione della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio del Massimario e del ruolo, 10.3.2021, n. 20
Protocollo di Intesa del 27.10.2020, tra la Corte Suprema di Cassazione, la Procura Generale
presso la Corte di Cassazione, l’Avvocatura dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense,
aggiornato al 7.4.2021
Relazione tematica della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio del Massimario e del ruolo,
30.11.2021, n. 116
Protocollo di Intesa sul processo civile in Cassazione, tra la Corte Suprema di Cassazione, la
Procura Generale della Corte di Cassazione, l’Avvocatura dello Stato e il Consiglio Nazionale
Forense, del 2.3.2023, n. 0003619
1. La parte che ha proposto ricorso per cassazione può chiedere alla commissione che ha pronun-
ciato la sentenza impugnata di sospenderne in tutto o in parte l’esecutività allo scopo di evitare
un danno grave e irreparabile. Il contribuente può comunque chiedere la sospensione dell’esecu-
zione dell’atto se da questa può derivargli un danno grave e irreparabile.
2. Il presidente fissa con decreto la trattazione della istanza di sospensione per la prima camera di con-
siglio utile disponendo che ne sia data comunicazione alle parti almeno dieci giorni liberi prima.
3. In caso di eccezionale urgenza il presidente può disporre con decreto motivato la sospensione
dell’esecutività della sentenza fino alla pronuncia del collegio.
4. Il collegio, sentite le parti in camera di consiglio, provvede con ordinanza motivata non impugnabile.
5. La sospensione può essere subordinata alla prestazione della garanzia di cui all’articolo 69, com-
ma 2. Si applica la disposizione dell’articolo 47, comma 8-bis.
Processo tributario 317
6. La commissione non può pronunciarsi sulle richieste di cui al comma 1 se la parte istante non di-
Esecuzione provvisoria e provvedimenti cautelari relativi alle sentenze impugnate per cassa-
zione (co. 1) La disposizione consente alla parte che abbia presentato ricorso per cassazione di
chiedere alla Commissione Tributaria (Regionale) che ha pronunciato la sentenza (impugnata
per cassazione) di sospenderne in tutto o in parte l’esecutività e di sospendere l’esecutività del-
l’atto, nel caso di pericolo di danno grave e irreparabile.
A differenza della sospensione delle sentenze in primo grado (cfr. art. 52 del Decreto), la norma
in commento attribuisce rilievo – ai fini della tutela cautelare del ricorrente per cassazione (co-
me nell’art. 373 del Codice di procedura civile) – solo al periculum in mora, dato che il fumus bo-
ni iuris è già stato valutato ed escluso dallo stesso giudice che ha emesso la sentenza di cui si
chiede la sospensione.
«La norma di cui all’art. 62-bis, introdotta nel D.Lgs. n. 546/1992 dall’art. 9, comma 1, lett. aa), del
D.Lgs. n. 156/2015, attribuisce alla Commissione tributaria regionale, che ha emesso la sentenza impu-
gnata dal contribuente in cassazione, il potere di concedere la sospensione cautelare dell’esecuzione
dell’atto qualora venga fornita la prova rigorosa della sussistenza di danno grave e irreparabile a suo
carico (...) senza por mente alla fondatezza o meno del ricorso in terzo grado, spese liquidabili dalla
Suprema Corte» (cfr. Comm. Trib. Reg. Puglia, Sent. 19.4.2016, n. 377; negli stessi termini ancora
Comm. Trib. Reg. Puglia, Sent. 29.2.2016, n. 217).
L’art. 62-bis ricalca la procedura di cui all’art. 52, salvo il fatto che l’istanza va proposta con uno
specifico atto (da notificare, secondo la Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.12, anche alla con-
troparte), in quanto indirizzata ad un giudice diverso dalla Corte di cassazione (chiamata a deci-
dere sull’impugnazione); ne deriva che una istanza di sospensione della sentenza presentata di-
rettamente alla Cassazione sarebbe inammissibile.
Per i giudizi instaurati in primo (e secondo) grado con ricorso notificato a decorrere dal 1° luglio
2019, la obbligatorietà del processo tributario telematico comporta che gli atti (compresa l’istan-
za in esame), e i provvedimenti siano formati come documenti informatici, sottoscritti con firma
elettronica qualificata o con firma digitale, notificati utilizzando l’indirizzo PEC e depositati con
modalità telematiche e, quindi, tramite il S.I.Gi.T.
Procedimento Si svolge nelle seguenti fasi:
› il Presidente fissa con decreto la trattazione dell’istanza di sospensione per la prima camera
di consiglio utile, disponendo che ne sia data comunicazione alle parti almeno dieci giorni li-
beri prima (co. 2);
› in caso di eccezionale urgenza, il Presidente può disporre con decreto motivato la sospensio-
ne dell’esecutività della sentenza fino alla pronuncia del collegio (co. 3);
› il collegio, sentite le parti in camera di consiglio, provvede con ordinanza motivata non im-
pugnabile (co. 4);
› la sospensione può essere subordinata, ai sensi dell’art. 69, co. 2, alla prestazione della ga-
ranzia disciplinata – quanto a contenuto, durata ed escussione della stessa (cfr. commento
art. 47, modificato dall’art. 4, co. 1, lett. f), della L. 130/2022) – nell’apposito decreto del M.E.F.
6.2.2017, n. 22, in vigore dal 28.3.2017 (co. 5);
› durante il periodo di sospensione, si applicano gli interessi per ritardato pagamento di cui al
co. 8-bis dell’art. 47 del Decreto (co. 5), per i quali è previsto lo stesso tasso stabilito per la so-
spensione amministrativa (ex art. 39, co. 2, D.P.R. 602/1973): fissato (a decorrere dal
1.10.2009: cfr. art. 4, co. 1, D.M. 21.5.2009) nella misura del 4,5% annuo (in proposito, si ri-
manda al commento all’art. 47);
› al fine di subordinare l’eventuale concessione della sospensione alla effettiva instaurazione
318
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
del giudizio di legittimità, la commissione non può pronunciarsi se la parte istante non for-
nisce la prova di aver depositato il ricorso per cassazione contro la sentenza. A giudizio di
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Quando la Corte di cassazione rinvia la causa alla corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado la riassunzione deve essere fatta nei confronti di tutte le parti personalmente entro il ter-
mine perentorio di sei mesi dalla pubblicazione della sentenza nelle forme rispettivamente pre-
viste per i giudizi di primo e di secondo grado in quanto applicabili. 1
2. Se la riassunzione non avviene entro il termine di cui al comma precedente o si avvera successi-
vamente ad essa una causa di estinzione del giudizio di rinvio l'intero processo si estingue.
3. In sede di rinvio si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti alla corte di giustizia
tributaria di primo e secondo grado a cui il processo è stato rinviato. In ogni caso, a pena
d'inammissibilità, deve essere prodotta copia autentica della sentenza di cassazione. 2
4. Le parti conservano la stessa posizione processuale che avevano nel procedimento in cui è sta-
ta pronunciata la sentenza cassata e non possono formulare richieste diverse da quelle prese in
tale procedimento, salvi gli adeguamenti imposti dalla sentenza di cassazione.
5. Subito dopo il deposito dell'atto di riassunzione, la segreteria della commissione adita richiede
alla cancelleria della Corte di cassazione la trasmissione del fascicolo del processo.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, e
poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Giudizio di rinvio Quando la Corte di Cassazione rinvia la causa alla Corte di giustizia tributaria
Processo tributario 319
di secondo grado (o, eccezionalmente, di primo grado), il processo deve essere riassunto ad
Il giudizio di rinvio instaura, infatti, un «processo chiuso, nel quale è preclusa alle parti, tra l’altro,
ogni possibilità di proporre nuove domande, eccezioni, nonché conclusioni diverse, salvo che queste
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Ag. Territorio 20.6.2007, n. 8/T Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38, § 1.13
Sezione IV – La revocazione
1. Le sentenze pronunciate in grado d’appello o in unico grado dalle corti di giustizia tributaria di primo
e secondo grado possono essere impugnate ai sensi dell’articolo 395 del codice di procedura civile. 1
2. Le sentenze per le quali è scaduto il termine per l'appello possono essere impugnate per i motivi di
cui ai numeri 1, 2, 3 e 6 dell'art. 395 del codice di procedura civile purché la scoperta del dolo o della
falsità dichiarata o il recupero del documento o il passaggio in giudicato della sentenza di cui al nu-
mero 6 dell'art. 395 del codice di procedura civile siano posteriori alla scadenza del termine suddetto.
3. Se i fatti menzionati nel comma precedente avvengono durante il termine per l'appello il termine
stesso è prorogato dal giorno dell'avvenimento in modo da raggiungere i sessanta giorni da esso.
Nota
1 Il presente comma prima sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così modi-
ficato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Ricorso per revocazione La revocazione è un mezzo di impugnazione ammesso – nei casi previsti
dall’art. 395 c.p.c. – contro le sentenze pronunciate in grado di appello ovvero in unico grado dalle
Corti di giustizia tributaria (laddove per sentenze «in unico grado» devono intendersi quelle impu-
gnate con il ricorso per saltum di cui all’art. 62, co. 2-bis del Decreto) che involgono accertamenti di
fatto.
«In tema di contenzioso tributario, a norma del D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 64, co. 1, l’istanza di revocazione
è ammessa solo nei confronti di sentenze che, involgendo accertamenti di fatto, non siano ulteriormente
impugnabili sul punto controverso o che non siano state impugnate nei termini, con la conseguenza che la
richiesta di revocazione è inammissibile allorché una sentenza, involgente accertamenti di fatto, sia impu-
gnabile o sia stata impugnata con i mezzi ordinari di gravame» (cfr. Cass., Ord. 8.6.2018, n. 14935).
Tali sentenze sono impugnabili per revocazione per i seguenti motivi (art. 395 c.p.c.):
1) dolo della parte;
2) giudicato basato su prove riconosciute false;
3) ritrovamento, dopo la sentenza, di uno o più documenti decisivi, che la parte non è stata in gra-
do di produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario (cfr. Cass.,
Sent. 7.11.2012, n. 19224 che ha escluso la «forza maggiore» per la mancata produzione di senten-
ze pronunciate in procedimenti nei quali la parte era rimasta contumace per propria scelta e di
cui, pertanto, non poteva incolpevolmente ignorare l’esito);
4) sentenza viziata per erronea supposizione di un fatto (purché preesistente alla sentenza di
cui si chiede la revocazione: cfr. Cass., Sent. 17.3.2000, n. 3116). «L’errore revocatorio deve (…)
cadere su un «fatto»; esso si concreta in una falsa percezione della realtà, a sua volta indotta da
una «svista» di natura percettiva e sensoriale» (cfr. Cass., Sent. 31.5.2017, n. 13744), come nel
caso di ricorso tempestivamente ed effettivamente depositato presso il Giudice, ma inserito,
per un disguido della cancelleria, in un altro fascicolo (nel caso in un fascicolo «gemello»
iscritto, come ricorso successivo: cfr. Cass. Sent. 14.11.2019, n. 29634).
Ancora:
› «Un errore di calcolo del termine di impugnazione, qualora dalla sentenza risultino sia la corretta indi-
viduazione in fatto e in diritto di tutti gli elementi del relativo conteggio e del criterio con il quale con-
durre quest’ultimo, non costituisce error in iudicando e può essere oggetto di ricorso per revocazione»
(cfr. Cass. Ord. 2.3.2022, n. 6844);
› La «falsa percezione della realtà (…) deve emergere in maniera oggettiva ed immediata dal solo raffron-
322
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
to tra la realtà fattuale e la realtà rappresentata in sentenza. Con la conseguenza che non può dirsi re-
vocatorio quell’errore la cui verificazione richieda indagini, procedimenti ermeneutici, svolgimento di
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decor-
renza dal 16.09.2022.
essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della sentenza o, in caso di omessa
notificazione, entro sei mesi dalla pubblicazione della sentenza;
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado adita per la revocazione si os-
servano le norme stabilite per il procedimento davanti ad essa in quanto non derogate da quelle
della presente sezione. 1
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Processo tributario 325
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza
dal 16.09.2022.
PRASSI AMMINISTRATIVA
Capo IV
L'esecuzione delle sentenze delle corti
di giustizia tributaria di primo e secondo grado
1. Le sentenze emesse dalle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado sono esecutive
secondo quanto previsto dal presente capo. 1 2
Note
1 Il presente articolo inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.06.2016, è stato poi così modifi-
cato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
326 Processo tributario
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Anche in deroga a quanto previsto nelle singole leggi d'imposta, nei casi in cui è prevista la riscos-
sione frazionata del tributo oggetto di giudizio davanti alle commissioni, il tributo, con i relativi in-
teressi previsti dalle leggi fiscali, deve essere pagato:
a) per i due terzi, dopo la sentenza della corte di giustizia tributaria di primo grado che respinge il ri-
corso;
b) per l'ammontare risultante dalla sentenza della corte di giustizia tributaria di primo grado, e co-
munque non oltre i due terzi, se la stessa accoglie parzialmente il ricorso;
c) per il residuo ammontare determinato nella sentenza della corte di giustizia tributaria di secondo
grado.
c-bis) per l’ammontare dovuto nella pendenza del giudizio di primo grado dopo la sentenza della Corte
di cassazione di annullamento con rinvio e per l’intero importo indicato nell’atto in caso di mancata
riassunzione.
Per le ipotesi indicate nelle precedenti lettere gli importi da versare vanno in ogni caso diminuiti di
quanto già corrisposto. 4
2. Se il ricorso viene accolto, il tributo corrisposto in eccedenza rispetto a quanto statuito dalla sen-
tenza della corte di giustizia tributaria di primo grado, con i relativi interessi previsti dalle leggi fi-
scali, deve essere rimborsato d'ufficio entro novanta giorni dalla notificazione della sentenza. In ca-
so di mancata esecuzione del rimborso il contribuente può richiedere l’ottemperanza a norma del-
l’articolo 70 alla corte di giustizia tributaria di primo grado ovvero, se il giudizio è pendente nei gradi
successivi, alla corte di giustizia tributaria di secondo grado. 4
3. Le imposte suppletive [e le sanzioni pecuniarie] debbono essere corrisposte dopo l'ultima sentenza
non impugnata o impugnabile solo con ricorso in cassazione. 2
3-bis. Il pagamento, in pendenza di processo, delle risorse proprie tradizionali di cui all’articolo 2, para-
grafo 1, lettera a), della decisione 2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, e del-
l’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione resta disciplinato dal regolamento (CEE) n.
2913/92 del Consiglio, del 12 ottobre 1992, come riformato dal regolamento (UE) n. 952/2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, e dalle altre disposizioni dell’Unione euro-
pea in materia. 3 1 5
Note
1 Le parole "e delle sanzioni pecuniarie" contenute nella rubrica del presente articolo sono state abrogate dall'art. 29 D.Lgs.
18.12.1997, n. 472.
2 Le parole "e le sanzioni pecuniarie" contenute nel presente comma sono state abrogate dall'art. 29 D.Lgs. 18.12.1997, n. 472.
Processo tributario 327
nell’atto impugnato (salvi i cd. «giudicati interni»). In proposito, la Relazione illustrativa al D.Lgs.
156/2015 (che ha inserito la lettera c-bis) al comma 1 dell’articolo in esame), sottolinea «le conse-
In sostanza, ciò che rileva ai fini del pagamento del tributo in pendenza di giudizio è il contenuto
della sentenza: «laddove il giudice tributario annulli in parte un atto impositivo ordinando la riliquida-
zione delle somme, il titolo in base al quale l’ente può riscuotere gli importi non è più l’atto in origine
emanato bensì la sentenza. Infatti dopo la sentenza, viene meno il titolo esecutivo formato in base all’av-
viso di accertamento in quanto una nuova iscrizione va effettuata in base alla sentenza, della quale sta-
tuizione deve riprodurre il contenuto» (cfr. Cass., Sent. 12.11.2014, n. 24092).
«Se, quindi, il giudice tributario “(…) annulla, totalmente o parzialmente, l’atto impositivo (pur se in via
non definitiva in attesa dell’eventuale giudizio di impugnazione), quest’ultimo, rispettivamente in toto o
nei limiti della parte annullata, non può che perdere efficacia quale titolo idoneo a legittimare, in radice,
l’inizio o la prosecuzione di un’azione di riscossione provvisoria, anche avente natura cautelare” (cfr.
Cass. Civ., Sez.Un., 2017/758 in motivazione)» (cfr. Cass., Ord., 23.11.2018, n. 30399).
Lo stesso effetto consegue alla proposizione del ricorso cui non sia seguita la costituzione in giu-
dizio del ricorrente: perché la notifica del ricorso impedirebbe la definitività dell’atto e comporte-
rebbe, comunque, la pendenza del processo, con la conseguenza che «l’Amministrazione finanziaria
non può procedere alla iscrizione a ruolo dell’imposta a titolo definitivo, neppure nel presupposto della
mancanza di un requisito del ricorso, dovendo anche tale vizio essere accertato nella sede giudiziaria»
(cfr. Cass. Ord. 31.3.2021, n. 8885).
Il tributo in contestazione va versato insieme con i relativi interessi (previsti dalle singole leggi tri-
butarie); la somma irrogata a titolo di sanzione, invece, non produce interessi (cfr. art. 2, co. 3 del
D.Lgs. 472/1997 [CFF · 9465]).
Nel caso di imposte ad aliquota progressiva (ad es., Irpef, non per Ires, Irap, Imu), la formazione di
un «giudicato interno» (che si forma quando la parte non appella tutta la sentenza ma solo una
parte) fa sì che «Il dies a quo da cui far decorrere il termine per l’iscrizione a ruolo va individuato nel
momento del passaggio in giudicato della sentenza che definisce l’intero giudizio relativo all’avviso di
accertamento, con la determinazione dell’intera imposta dovuta»; e non prima, «non essendo possibile
determinare l’aliquota progressiva applicabile sull’intero reddito accertato, essendo le aliquote d’imposta
progressivamente variabili al variare dell’imponibile accertato» (cfr. Cass., Sent. 20.2.2013, n. 4172).
Le somme suindicate saranno richieste mediante:
atto di rideterminazione delle somme dovute, contenente l’intimazione ad adempiere (da notificare
al contribuente) nel caso di impugnazioni di avvisi di accertamento cd. «esecutivi» emessi ai fini
delle imposte sui redditi, dell’Irap e dell’imposta sul valore aggiunto ed ai connessi provvedimenti
di irrogazione delle sanzioni (cfr., art. 29, co. 1, lett. a), D.L. 78/2010). Il versamento delle somme
dovute deve avvenire entro sessanta giorni dal ricevimento dell’intimazione (di solito, dalla racco-
mandata); i relativi codici tributo sono stati istituiti con Ris. Ag. Entrate 27.9.2011, n. 95/E;
iscrizione a ruolo (e conseguente cartella di pagamento) nel caso di impugnazioni concernenti atti
diversi dagli avvisi di accertamento «esecutivi» indicati sub a.: e, quindi, in tema di imposta di re-
gistro, imposte ipotecarie e catastali, imposta di successione e donazione, diritti e dazi doganali,
etc.; non più per i tributi locali ai quali è stato esteso l’istituto dell’accertamento esecutivo (cfr. art.
1, co. 792 e segg., L. 27.12.2019, n. 160, c.d. Legge di Bilancio 2020).
Nel caso di accoglimento del ricorso relativo ad atti di diniego (ad es., ricorso contro il diniego di
iscrizione al «sistema VIES»), la norma non prevede che vengano caducati gli effetti del provvedi-
mento di diniego, per cui era stata sollevata questione di legittimità costituzionale ritenendo che tale
Processo tributario 329
mancata previsione comporterebbe il protrarsi degli effetti sfavorevoli al contribuente, pur in pre-
Rimborso dei tributi pagati in eccedenza (co. 2) La norma «tratta delle decisioni favorevoli al contri-
buente e stabilisce che, in ipotesi di accoglimento del ricorso, il tributo corrisposto in eccedenza, con i relati-
330
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
vi interessi [previsti dalle singole leggi di imposta], deve essere rimborsato d’ufficio nel termine di 90
giorni dalla notificazione della sentenza» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.15.1).
liquidazione commessi dall’Ufficio impositore). Sono corrisposte dopo l’ultima sentenza non impu-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
D.M. 21.5.2009
PRASSI AMMINISTRATIVA
Circ. Min. Fin. 23.4.1996, n. 98/E Circ. Ag. Entrate 21.6.2010, n. 37/E
Dir. Reg. Entrate Piemonte, Nota 24.12.1997 Circ. Ag. Entrate 1.10.2010, n. 49/E
Circ. Min. Fin. 10.7.1998, n. 180/E Ris. Ag. Entrate 27.9.2011, n. 95/E
Note
1 Il presente articolo prima modificato dall'art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, poi sostituito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015,
n. 156 con decorrenza dal 01.06.2016, è stato da ultimo nuovamente modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Sentenze tributarie di condanna del Fisco al pagamento di somme a favore del contribuente
Somme non superiori a € 10.000 Il pagamento va eseguito entro 90 giorni dalla notifica della
Mancata esecuzione (co. 5) Nel caso in cui l’amministrazione resistente non provveda al paga-
mento entro i predetti termini, il contribuente può esperire il giudizio di ottemperanza (ex
successivo art. 70), il quale va promosso (ex art. 68) dinanzi alla Corte di giustizia tributaria
di primo grado ovvero, se il giudizio è pendente nei gradi successivi, alla Corte di giustizia
tributaria di secondo grado. «La nuova formulazione dell’articolo 69 non ha richiamato, come la
previgente, l’articolo 475 c.p.c. in ordine alla spedizione in forma esecutiva della sentenza rilasciata
dalla segreteria della commissione tributaria, in linea con la scelta operata dal legislatore del giu-
dizio di ottemperanza come unico strumento di esecuzione delle sentenze» (cfr. Circ. Ag. Entrate
29.12.2015, n. 38/E, § 1.15.2).
Entrata in vigore e disciplina transitoria Il «nuovo» art. 69 è entrato in vigore il 1° giugno
2016. In via transitoria, il Legislatore ha previsto che, fino all’approvazione del decreto MEF
relativo alla disciplina della garanzia, «restano applicabili le previgenti disposizioni» dell’art. 69
(cfr. art. 12, D.Lgs. 156/2015).
Tale disciplina transitoria ha dato origine ad un contrasto interpretativo sulla decorrenza
della nuova disposizione e, conseguentemente, sull'applicabilità (o meno) della «vecchia»
versione dell’art. 69. In particolare:
› l’Agenzia delle Entrate ha sostenuto che «per le sentenze già depositate alla data del 1° giu-
gno 2016 e, in mancanza del predetto D.M., anche per quelle depositate successivamente a tale
data, rimane in vigore il precedente testo dell’articolo 69, ai sensi del quale per i giudizi aventi
ad oggetto un diniego espresso o tacito alla restituzione di tributi e relativi accessori versati
spontaneamente, la sentenza di condanna dell’ufficio al pagamento di somme, comprese le spese
di giudizio, non è immediatamente esecutiva e deve essere eseguita solo dopo il passaggio in giu-
dicato» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.15.2);
› la Corte di Cassazione ha affermato che, qualora intervenga una sentenza del Giudice tri-
butario, anche non passata in giudicato, che annulla in tutto o in parte l’atto impositivo, «il
Giudice dinanzi al quale sia stata impugnata la relativa cartella di pagamento, ha l'obbligo di
agire in conformità della statuizione giudiziale (…), adottando i conseguenziali provvedimenti di
sgravio, o eventualmente di rimborso della eccedenza versata»; e ha concluso che «riguardo la
questione relativa alla mancata emanazione del D.M. n. 22 del 2017 alla data in cui era stata de-
positata la sentenza di cui era chiesta l'ottemperanza, deve ritenersi che l'art. 69, comma 1, cit.,
che prevede la immediata esecutività delle sentenze del Giudice tributario, abbia natura imme-
diatamente precettiva (…), a prescindere dalla emanazione dei decreti ministeriali di attuazione»
(cfr. Cass. Ord. 19.4.2019, n. 11135);
› la giurisprudenza di merito:
- da un lato, ha ritenuto di dover dare alla norma «una lettura costituzionalmente orientata:
[per cui] la provvisoria esecutività delle sentenze, già chiaramente imposta dalla legge delega,
[deve] ritenersi pienamente operante in tutti quei casi in cui il giudice non intenda (oppure
non possa ovvero non voglia) imporre alcuna garanzia a carico della parte privata»: perché,
diversamente, «la norma potrebbe esporsi a più di una censura costituzionale». Sarebbe, in-
fatti, «irragionevole che la previsione di esecutività possa essere subordinata alla emanazione
di un decreto relativo alle «garanzie» quando esse non sono dovute; (…) la Legge delega non
prevedeva che a fronte della esecutività si dovesse imporre una garanzia; tantomeno quindi
potrebbe ammettersi che la previsione di esecutività chiaramente espressa nella legge sia inde-
finitamente posticipata dal Legislatore delegato al fine di disciplinare un aspetto marginale
che il giudice può regolamentare caso per caso» (cfr. Comm. Trib. Reg. Milano, Sent.
13.12.2016, n. 6725; Comm. Trib. Prov. Roma, Sent. 16.1.18, n. 1246; Comm. Trib. Reg. Ve-
neto, Ord. 16.1.2018, n. 18; Comm. Trib. Prov. Reggio Emilia, Sent. 21.11.2016, n. 310;
Processo tributario 335
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
[1. Se la commissione tributaria accoglie totalmente o parzialmente il ricorso proposto avverso gli atti
relativi alle operazioni catastali indicate nell'articolo 2, comma 2, e la relativa sentenza è passata in
giudicato, la segreteria ne rilascia copia munita dell'attestazione di passaggio in giudicato, sulla
base della quale l'ufficio dell'Agenzia del territorio provvede all'aggiornamento degli atti catastali.]1
Note
1 Il presente articolo inserito dall'art. 12, D.L. 02.03.2012, n. 16 con decorrenza dal 02.03.2012 convertito in legge dalla L. 26.04.2012,
n. 44 con decorrenza dal 28.04.2012, è stato abrogato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.06.2016.
Aggiornamento degli atti ex art. 69-bis La sentenza di accoglimento totale o parziale del ricorso
(anche non passata in giudicato) consente al contribuente di ottenere l’aggiornamento degli at-
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. La parte che vi ha interesse può richiedere l'ottemperanza agli obblighi derivanti dalla
sentenza della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado passata in giudicato
mediante ricorso da depositare in doppio originale alla segreteria della corte di giustizia
tributaria di primo grado, qualora la sentenza passata in giudicato sia stata da essa pro-
nunciata, e in ogni altro caso alla segreteria della corte di giustizia tributaria di secondo
grado. 4
2. Il ricorso è proponibile solo dopo la scadenza del termine entro il quale è prescritto dalla
legge l'adempimento a carico dell’ente impositore, dell’agente della riscossione o del sog-
getto iscritto nell’albo di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n.
446, degli obblighi derivanti dalla sentenza o, in mancanza di tale termine, dopo trenta
giorni dalla loro messa in mora a mezzo di ufficiale giudiziario e fino a quando l'obbligo
non sia estinto. 1
3. Il ricorso indirizzato al presidente della commissione deve contenere la sommaria esposi-
zione dei fatti che ne giustificano la proposizione con la precisa indicazione, a pena di
inammissibilità, della sentenza passata in giudicato di cui si chiede l'ottemperanza, che
deve essere prodotta in copia unitamente all'originale o copia autentica dell'atto di messa
in mora notificato a norma del comma precedente, se necessario.
4. Uno dei due originali del ricorso è comunicato a cura della segreteria della commissione ai
soggetti di cui al comma 2 obbligati a provvedere. 1
5. Entro venti giorni dalla comunicazione l'ufficio può trasmettere le proprie osservazioni alla
corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado, allegando la documentazione
dell'eventuale adempimento. 4
6. Il presidente della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado, scaduto il termine di
cui al comma precedente, assegna il ricorso alla sezione che ha pronunciato la sentenza. Il pre-
sidente della sezione fissa il giorno per la trattazione del ricorso in camera di consiglio non ol-
tre novanta giorni dal deposito del ricorso e ne viene data comunicazione alle parti almeno die-
ci giorni liberi prima a cura della segreteria. 5
7. Il collegio, sentite le parti in contraddittorio ed acquisita la documentazione necessaria, adotta
con sentenza i provvedimenti indispensabili per l'ottemperanza in luogo dell'ufficio che li ha
omessi e nelle forme amministrative per essi prescritti dalla legge, attenendosi agli obblighi ri-
Processo tributario 337
sultanti espressamente dal dispositivo della sentenza e tenuto conto della relativa motivazio-
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
2 Il presente comma è stato inserito dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
3 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 9, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal
01.01.2016, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza
dal 16.09.2022.
La riforma degli organi della giurisdizione tributaria Nel contesto della riforma (struttu-
rale) dei componenti gli organi della giurisdizione tributaria, approvata con la L.
31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), in vigore dal 16 settembre 2022, la norma è sta-
ta modificata con la sostituzione della denominazione di «commissioni tributarie», ovun-
que ricorra, con quella di «corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado».
Giudizio di ottemperanza Costituisce «il rimedio attraverso cui il contribuente può ottenere l’adem-
pimento degli obblighi sanciti dalla sentenza per il caso di inerzia dell’Ufficio».
Viene previsto «un sistema unitario di esecuzione delle sentenze, definitive e non, con carattere di
esclusività» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.15.4). Il contribuente può esperire il giudi-
zio di ottemperanza per ottenere l’esecuzione, a carico dell’Ente impositore, dell’Agente della ri-
scossione o del soggetto iscritto nell’Albo di cui all’art. 53, D.Lgs. 446/1997 (cioè i soggetti privati
che esercitano funzioni pubbliche su concessione), per ottenere l’esecuzione a seguito di:
› passaggio in giudicato della sentenza di condanna;
› sentenza (non ancora definitiva) «di condanna al pagamento di somme, comprese le spese di
giudizio (a decorrere dal 1° giugno 2016)» (ex art. 69);
› sentenza (non ancora definitiva) relativa «alle operazioni catastali parzialmente o totalmente
favorevoli al contribuente (a decorrere dal 1° giugno 2016)» (ex art. 69);
› sentenza relativa «ad atti impositivi che comportano, ai sensi dell’articolo 68, comma 2, la resti-
tuzione al contribuente del tributo e relativi interessi e sanzioni, corrisposti in eccedenza rispetto
a quanto statuito dalla sentenza a lui favorevole (a decorrere dal 1° gennaio 2016)»;
› ordinanza «con cui sono liquidate le spese di giudizio in caso di rinuncia al ricorso ai sensi del-
l’articolo 44, comma 2» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, § 1.15.4);
A differenza della disciplina previgente (in cui era prevista anche la espropriazione forzata or-
dinaria), ora il giudizio di ottemperanza costituisce l’unico «rimedio» esperibile dal contribuente
per ottenere l’esecuzione della sentenza in caso di inerzia della controparte.
La giurisprudenza ha ritenuto che:
338
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
› per l’attivazione del giudizio di ottemperanza non è necessaria una «condanna» dell’Ammini-
strazione finanziaria al pagamento di una certa somma (cd. sentenze self executing), ma è suffi-
si chiede l’ottemperanza» (cfr. Circ. Ag. Entrate 29.12.2015, n. 38/E, §1.15.4); che va allegata in
Il giudizio di ottemperanza può essere esercitato solo entro i limiti (invalicabili) posti dall’og-
getto della controversia definita con il giudicato, dato che con tale giudizio «non può essere at-
PRASSI AMMINISTRATIVA
Titolo III
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546
1. Sono abrogati l'art. 288 del testo unico per la finanza locale 14 settembre 1931, n. 1175, l'articolo
1 e gli articoli da 15 a 45 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 e
successive modificazioni e integrazioni, l'art. 19, commi 4 e 5, e l' art. 20 del decreto del Presiden-
te della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 638, l' art. 24 del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 639, gli articoli 63, comma 5, e 68, comma 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43 l' art. 4, comma 8, del decreto legge 2 marzo 1989, n. 66, con-
vertito nella legge 24 aprile 1989, n. 144. 1
2. È inoltre abrogata ogni altra norma di legge non compatibile con le disposizioni del presente decreto.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall' art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437
1. Le controversie pendenti dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado previste
dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 alla data d'insediamento delle
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, sono ad esse rispettivamente attribuite, te-
nuto conto, quanto alla competenza territoriale, delle rispettive sedi. La segreteria della corte di
giustizia tributaria di primo e secondo grado dà comunicazione alle parti della data di trattazione
almeno trenta giorni liberi prima. 8
La consegna o spedizione del ricorso o dell'atto di appello alla segreteria della corte di giustizia
tributaria di primo e secondo grado, ai sensi degli articoli 17, comma primo, e 22, comma secon-
do, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 equivale a costituzione in
giudizio del ricorrente ai sensi degli articoli 22 e 53 , comma 2. La parte resistente può effettuare
la costituzione in giudizio entro il termine di cui all' articolo 32 , comma 1. 1
1-bis. In deroga alle disposizioni del presente decreto, le controversie previste dal comma 1, penden-
ti alla data ivi indicata dinanzi alle commissioni tributarie di primo grado ed il cui valore, determi-
nato ai sensi dell' articolo 12 , comma 5, sia inferiore a cinque milioni di lire, sono trattate e deci-
se in pubblica udienza da un giudice singolo, nominato per ciascun ricorso, ai sensi dell' articolo
30 , comma 1, dal presidente della sezione alla quale il ricorso medesimo è stato assegnato. Il
presidente, se non intende designare se stesso, può nominare giudice unico il vicepresidente od
un componente della sezione appartenente ad una delle categorie di cui all' articolo 4, comma 1,
lettera a), del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, ovvero che sia in possesso di diploma
di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio ed abbia un'anzianità di servizio presso le
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di almeno dieci anni. 8
Per la trattazione della controversia si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni delle se-
zioni III e IV del Capo I del Titolo II del presente decreto, ad eccezione dell' articolo 33 , intenden-
dosi sostituito in ogni caso il giudice singolo al relatore e al collegio. Restano ferme tutte le altre
disposizioni del presente decreto, comprese, con la medesima sostituzione, quelle del Capo II del
Titolo II. Il tentativo di conciliazione, di cui all' articolo 48 , comma 2, è obbligatorio se all'udienza
sono presenti entrambe le parti. Le controversie di cui al presente comma sono trattate dal giu-
dice singolo in udienze distinte da quelle collegiali. 2
2. Se alla data indicata al comma 1 pendono termini per la proposizione di ricorsi secondo le norme
previgenti, detti ricorsi sono proposti alle corti di giustizia tributaria di primo grado entro i termi-
ni previsti dal presente decreto, che decorrono dalla suddetta data. Se alla data indicata al com-
ma 1 pendono termini per impugnare decisioni delle corti di giustizia tributaria di primo e secon-
Processo tributario 343
do grado, dette impugnazioni sono proposte secondo le modalità e i termini previsti dal presente
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato aggiunto dall' art. 32 L. 08.05.1998, n. 146.
3 Il presente comma prima modificato dall' art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, poi sostituito dall'art 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, è
stato da ultimo nuovamente modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 È manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 72, secondo comma, ultimo inciso,
sollevata in riferimento all' art. 76 della Costituzione (C.cost. 08.03 - 17.03 1995, n. 91).
5 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art 72 sollevata in riferimento agli artt 24, 25, pri-
mo comma, 97 e 101 della Costituzione (C.cost. 17.06 - 24.06.1997, n. 201 G.U. 02.07.1997, n. 27 Prima Serie Speciale).
6 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 12 D.L. 08.08.1996, n. 437, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
7 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
8 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Articolo abrogato 1
Note
1 Il presente articolo è stato abrogato dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331.
1. Alle controversie, che alla data di cui all' art. 72 pendono davanti alla corte d'appello o per le quali
pende il termine per l'impugnativa davanti allo stesso organo, continuano ad applicarsi le dispo-
sizioni contenute mel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 e succes-
sive modificazioni e integrazioni. 1
Note
1 Il presente articolo è stato così sostituito dall' art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331.
1. Alle controversie che, alla data di cui all' articolo 72, pendono davanti alla corte di giustizia tribu-
taria di primo e secondo grado, o per le quali pende il termine per l'impugnativa davanti allo stes-
so organo, nonché alle controversie pendenti dinanzi alle commissioni di secondo grado per le
344
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
quali, alla predetta data, è stato depositato il solo dispositivo della decisione, continuano ad ap-
plicarsi le disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.
Note
1 Il presente comma prima sostituito dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331 è stato poi così modificato prima dall' art. 12 D.L.
08.08.1996, n. 437, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma prima sostituito dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331 è stato poi così modificato prima dall' art. 1 D.L.
26.11.1993, n. 477, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 È manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 75, secondo comma, secondo perio-
do, come modificato dall' art. 69, c. 3, lett. h), del D.L. 30.08.1993, n. 331 convertito con modificazioni, nella L.
29.10.1993, n. 427 sollevata in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione (C.cost. 9.07 - 22.07.1998, n. 317 G.U.
02.09.1998, n. 35 Prima Serie Speciale).
4 È costituzionalmente illegittimo l'art 75, secondo comma, secondo periodo, nella parte in cui non prevede che il termine
per l'istanza di trattazione decorra dalla data della ricezione dell'avviso dell'onere di proposizione dell'istanza stessa
(C.cost. 9.04 - 16.04 1998, n. 111, G.U. 22 aprile 1998, n. 16 Prima Serie Speciale).
5 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 Il presente comma è stato abrogato dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331.
7 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
8 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Processo tributario 345
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
1. Se alla data prevista dall'art. 72, a seguito di sentenza della Corte di cassazione o di corte d'ap-
pello o a seguito di decisione della corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado pendono
i termini per la riassunzione del procedimento di rinvio davanti alle corti di giustizia tributaria di
primo e secondo grado, detti termini decorrono da tale data e la riassunzione va fatta davanti al-
la corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado competente. 2
2. Il termine per la riassunzione davanti alla corte d'appello non subisce modifiche.
3. Se alla data prevista all'art. 72, a seguito di rinvio disposto dalla Corte di cassazione, pende il ter-
mine per la riassunzione davanti alla corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado, detto
termine decorre da tale data e la riassunzione va fatta davanti alla corte di giustizia tributaria di
secondo grado competente. 2
4. Se la riassunzione non avviene nei termini, o si avvera successivamente ad essa una causa di
estinzione del giudizio di rinvio, l'intero processo si estingue. 1
5. Se alla data indicata nei commi precedenti pendono i giudizi di rinvio davanti alla corte di giusti-
zia tributaria di primo e secondo grado si applicano le disposizioni di cui all'art. 72, comma 4. 3
Note
1 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
3 Il presente comma prima sostituito dall'art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, è stato poi così modificato dall'art. 4, comma 1,
lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
1. Le controversie relative ai tributi comunali e locali indicati nell'art. 2, lettera h), per le quali era
previsto il ricorso all'intendente di finanza o al Ministro delle finanze, se non ancora definite alla
data di insediamento delle nuove commissioni, continuano ad essere decise in sede amministra-
tiva dai suddetti organi secondo le relative disposizioni, ancorchè abrogate ai sensi dell'art. 71.
1. Le controversie già di competenza in primo grado delle commissioni comunali per i tributi locali,
se alla data d'insediamento delle nuove commissioni pendono davanti all'autorità giudiziaria ordi-
naria, i relativi giudizi proseguono in questa sede.
2. Le controversie di cui al comma 1, che alla data indicata non pendono davanti all'autorità giudi-
ziaria ordinaria e non sono già state definite, qualunque sia il grado in cui si trovavano al mo-
mento della sentenza della Corte costituzionale 27 luglio 1989, n. 451, debbono essere riattivate
da parte degli enti impositori interessati mediante trasmissione dei relativi atti e documenti alla
corte di giustizia tributaria di primo grado competente entro il termine di mesi sei dalla data an-
zidetta; altrimenti ogni pretesa dell'ente impositore s'intende definitivamente abbandonata. 1
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
346
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546 Processo tributario
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, e poi dall'art. 4, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Non è manifestamente fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 80, secondo comma, nel testo modificato
dall' art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla L. 29.10.1993, n. 427 sollevata in riferimento all' art.
3, primo comma, della Costituzione (C.cost. 12.07 - 21.07 1995, n. 351 G.U. 09.08.1995, n. 33 Prima Serie Speciale).
Abrogazioni (art. 71) A partire dal 1.1.1996, oltre all’abrogazione di una serie di norme specifiche,
sono state abrogate tutte le norme incompatibili con il nuovo decreto.
Entrata in vigore (art. 80) Il D.Lgs. 31.12.1992, n. 546 è entrato in vigore il 15.1.1993, ma le sue di-
sposizioni hanno avuto effetto dal 1.1.1996, data dell'(orginario) insediamento delle nuove Com-
missioni Tributarie.
Interventi successivi Le modifiche al Codice di procedura civile introdotte dalla L. 18.6.2009, n.
69 e destinate a valere anche nel processo tributario (ex art. 1, co. 2, D.Lgs. 546/1992), in base al-
la disciplina transitoria contenuta nell’art. 58 di quella legge, riguardano i «giudizi instaurati do-
po la data della sua entrata in vigore», e cioè dopo il 4.7.2009 e, quindi, a partire dal 5.7.2009 (che,
trattandosi di una domenica, diventa il 6.7.2009).
Le misure di revisione del contenzioso tributario introdotte dal D.Lgs. 156/2015 hanno riguarda-
to, tra l’altro, i procedimenti pendenti al 31.12.2014 dinanzi alla cessata Commissione Tributaria
Centrale, che - a decorrere dal 1° gennaio 2015 - sono proseguite dinanzi alla Commissione Tri-
butaria Regionale del Lazio (cfr. art. 12, co. 5).
Organi speciali
1. Gli organi di giurisdizione in materia tributaria previsti dal decreto del Presidente della Repubbli-
ca 26 ottobre 1972, n. 636 sono riordinati in corti di giustizia tributaria di primo grado, aventi se-
de nel capoluogo di ogni provincia, ed in corti di giustizia tributaria di secondo grado, aventi sede
nel capoluogo di ogni regione.
Fino al 31 dicembre 1996, sezioni delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado pos-
sono essere ubicate, ove occorra presso le sedi delle attuali commissioni di primo e di secondo
grado. Entro il 31 dicembre 1993, con decreto del ministro delle finanze, di concerto con il Mini-
stro del tesoro e con il Ministro di grazia e giustizia, in relazione alle esigenze di reperimento dei
locali, sono individuate dette sezioni le quali costituiscono mera articolazione interna delle corti
di giustizia tributaria di primo e secondo grado non rilevante ai fini della competenza e della vali-
dità degli atti processuali. Con decreto del presidente della corte di giustizia tributaria di primo e
secondo grado sono determinati i criteri e le modalità di funzionamento delle sezioni. 1
1-bis. Nei comuni sedi di corte di appello, o di sezioni staccate di corte di appello ovvero di sezioni stac-
cate di tribunali amministrativi regionali o comunque capoluoghi di provincia con oltre 120.000 abi-
tanti alla data di entrata in vigore della presente disposizione distanti non meno di 100 chilometri dal
comune capoluogo di regione, saranno istituite sezioni staccate delle corti di giustizia tributaria di se-
condo grado nei limiti numerici dei contingenti di personale già impiegato negli uffici di segreteria
delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, senza incrementare il numero complessivo
dei componenti delle medesime commissioni, con corrispondente adeguamento delle sedi delle se-
zioni esistenti e conseguente riduzione delle relative spese. L'istituzione delle sezioni staccate non
deve comunque comportare maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. 2
2. In ciascuna delle province di Trento e di Bolzano la giurisdizione di cui al comma 1 è esercitata da
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, aventi competenza sul territorio della pro-
vincia corrispondente, alle quali si applicano rispettivamente le disposizioni concernenti le corti
di giustizia tributaria di primo e secondo grado compatibili con le norme di legge e dello statuto
regionale che le riguardano. 6
3. Le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, il numero delle relative sezioni e i corri-
spondenti organici sono indicati nelle tabelle A e B allegate al presente decreto. 6
4. Il numero delle sezioni di ciascuna commissione può essere adeguato, in relazione al flusso me-
dio dei processi, con decreto del Ministro delle finanze di concerto con il Ministro del tesoro ed il
Ministro di grazia e giustizia.
5. Alla istituzione di nuove commissioni ed alle variazioni conseguenti, in relazione a mutamenti
dell'assetto provinciale e regionale del territorio della Repubblica, si provvede con decreto del Mi-
nistro delle finanze di concerto con il Ministro del tesoro ed il Ministro di grazia e giustizia. 3 4 5 7
348
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
Note
1 Il presente comma prima è stato così modificato prima dall'art. 3 sexies D.L. 23.01.1993, n. 16, poi dall'art. 69 D.L.
Le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado Nel quadro delle iniziative assunte in
esecuzione del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si pone (anche) la riforma
(strutturale) dei componenti gli organi della giurisdizione tributaria, nonché di alcune disposi-
zioni del processo tributario, approvata con la L. 31.8.2022, n. 130 - «Disposizioni in materia di
giustizia e di processo tributario» (in G.U. 1.9.2022, n. 204) - in vigore dal 16 settembre 2022,
composta da 8 articoli (e 1 Allegato), il primo dei quali è dedicato, tra l’altro, alla professionaliz-
zazione dei giudici tributari, con la sostituzione della denominazione di «commissioni tributa-
rie» con quella di «corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado».
La giurisdizione tributaria viene esercitata (co. 1):
› in 1° grado, dalle Corti di giustizia tributaria di primo grado, che hanno sede nel capoluogo di
ogni Provincia;
› in 2° grado, dalle Corti di giustizia tributaria di secondo grado, che hanno sede nel capoluogo
di ogni Regione.
I ricorsi da parte del contribuente devono essere presentati alle Corti di giustizia tributaria di
primo grado competenti per territorio (cfr. art. 4, D.Lgs. 546/1992).
Le sentenze delle Corti di giustizia tributaria di primo grado possono essere impugnate davanti
alle Corti di giustizia tributaria di secondo grado (cfr. art. 4, D.Lgs. 546/1992).
Le sentenze delle Corti di giustizia tributaria di secondo grado possono essere impugnate solo
davanti alla Corte di Cassazione, e solo nei casi previsti dall’art. 360 c.p.c. (cfr. art. 62, D.Lgs.
546/1992).
È prevista la possibilità di istituire «Sezioni staccate» (co. 1-bis) delle Corti di giustizia tributaria
di secondo grado (non anche di primo grado) nei Comuni sedi di Corte d’Appello o di Tribunali
Amministrativi Regionali, che siano capoluoghi di Provincia con oltre 120.000 abitanti e distanti
non meno di 100 chilometri dal Comune capoluogo di Regione (art. 1, co. 1-bis, D.Lgs. 545/1992).
L’entrata in funzione delle Sezioni (staccate) istituite viene disposta con decreto dei rispettivi
Presidenti di Corti di giustizia tributaria di secondo grado.
Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria ha fornito una serie di istruzioni sui criteri
di composizione delle Sezioni staccate e sulla assegnazione dei ricorsi e ha chiarito che i ricorsi
di competenza delle Sezioni staccate potranno (e dovranno) essere presentati direttamente alle
Organi della giurisdizione tributaria 349
Segreterie delle Sezioni staccate stesse (cfr. Risoluzione C.P.G.T. del 13.11.2001, n. 4).
1. La giurisdizione tributaria è esercitata dai magistrati tributari e dai giudici tributari nominati presso le
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, presenti nel ruolo unico nazionale di cui all'arti-
colo 4, comma 39-bis, della legge 12 novembre 2011, n. 183, alla data del 1° gennaio 2022.
2. I magistrati tributari di cui al comma 1 sono reclutati secondo le modalità previste dagli articoli
da 4 a 4-quater.
3. L'organico dei magistrati tributari di cui al comma 2 è individuato in 448 unità presso le corti di giusti-
zia tributaria di primo grado e 128 unità presso le corti di giustizia tributaria di secondo grado. 1 2
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. b), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità
della presente norma, nonchè degli articoli 8, co. 1; 9, co. 2 e 2-bis; 11, co. 1, del presente Decreto, così come novellati
dalla L. 130/2022, «nella parte in cui le predette norme assegnano ai giudici tributari onorari lo stabile ed istituzionale
esercizio di funzioni collegiali, pur nella prevista esistenza di un magistrato professionale a ciò destinabile» (cfr. C.G.T. I
Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
La Corte veneta, con tale ordinanza, ha inteso evidenziare «come, per effetto di una molteplicità di disposizioni norma-
tive (tra cui quelle indicate appaiono solo quelle "di maggior rilievo ed evidenza") l’affidamento proprio al Ministero del-
l’Economia e delle Finanze dei compiti di supporto e di organizzazione del personale e strumentale riguardo all’ordina-
mento giudiziario tributario ed il vero e proprio inquadramento organico nel ridetto plesso Amministrativo della catego-
ria del "personale giudicante" (sia onorario che di carriera) a detto Ordinamento Giudiziario assegnato creino un vulnus
insanabile e persistente (anche oltre il termine del lunghissimo periodo transitorio che è stato delineato con la legge n.
350
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
130/2022), alle guarantigie di autonomia ed indipendenza che costituiscono il necessario "priius" della funzione giudi-
cante».
La giurisdizione tributaria L’articolo in commento - in vigore dal 16 settembre 2022 - è stato in-
trodotto dall’art. 1, co. 1, lett. b), della L. 31.8.2022, n. 130 - «Disposizioni in materia di giustizia e
di processo tributario» (in G.U. 1.9.2022, n. 204). Esso prevede che la giurisdizione tributaria sia
esercitata da magistrati e giudici tributari, «nominati presso le Corti di giustizia tributaria di primo
e secondo grado, presenti nel ruolo unico nazionale di cui all’art. 4, co. 39-bis della L. 12.11.2011, n. 183,
alla data del 1° gennaio 2022», cioè quello tenuto dal Consiglio di presidenza della giustizia tribu-
taria, comprendente i componenti delle (ex) commissioni tributarie.
Il reclutamento dei magistrati tributari avviene secondo le modalità previste nei successivi arti-
coli da 4 a 4-quater, introdotti dall’art. 1, co. 1, lett e) ed f), della citata L. 130/2022, nel contesto
della professionalizzazione dei giudici tributari e, quindi, attraverso la nomina per concorso
pubblico dei soggetti in possesso dei requisiti richiesti, la previsione del tirocinio e l’obbligo di
formazione continua previsto dal successivo art. 5-bis, anch’esso introdotto dalla L. 130/2022 (si
veda il relativo commento).
L’organico di nuova nomina – quello reclutato tramite concorso – è previsto in 448 unità, presso le Corti
di giustizia tributaria di primo grado e 128 unità, presso le Corti di giustizia tributaria di secondo grado.
1. A ciascuna delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado è preposto un presidente
che presiede anche la prima sezione. L’incarico ha durata quadriennale a decorrere dalla data di
esercizio effettivo delle funzioni ed è rinnovabile per una sola volta e per un uguale periodo, pre-
via valutazione positiva da parte del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria dell’attività
svolta nel primo triennio del quadriennio iniziale. Il Consiglio di presidenza della giustizia tributa-
ria stabilisce con proprio regolamento il procedimento e le modalità di tale valutazione, garan-
tendo la previa interlocuzione con l’interessato. Il Presidente non può essere nominato tra sog-
getti che raggiungeranno l’età pensionabile entro i quattro anni successivi alla nomina. 2
1-bis. A seguito di valutazione negativa da parte del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria
e comunque all’esito dell’ottavo anno di esercizio delle funzioni di cui al comma 1, il giudice tribu-
tario è riassegnato a sua richiesta, salvo tramutamento all’esercizio di funzioni analoghe o diver-
se all’incarico di presidente di sezione nella corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado
a cui era preposto ovvero in quella di precedente provenienza. 3
2. Il Presidente della commissione, in caso di assenza o di impedimento, è sostituito nelle funzioni
non giurisdizionali dal presidente di sezione con maggiore anzianità nell'incarico subordinata-
mente d'età.
3. Il presidente di commissione con oltre quindici sezioni può delegare sue attribuzioni non giuri-
Organi della giurisdizione tributaria 351
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma prima sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così
modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma inserito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così modifi-
cato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. c), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Composizione delle Corti di giustizia tributaria A ciascuna Corte di giustizia tributaria di primo
e secondo grado viene preposto un Presidente, che presiede anche la prima Sezione. L’incarico
ha durata quadriennale ed è, rinnovabile, - «una sola volta, previa valutazione positiva del Consi-
glio di Presidenza della Giustizia Tributaria (CPGT), per un uguale periodo» - esclusi i soggetti che
raggiungeranno l’età pensionabile entro i quattro anni successivi alla nomina. La disciplina di
tale valutazione è demandata ad apposito regolamento del CPGT. In caso di assenza o di impe-
dimento, il Presidente della Commissione viene sostituito, nelle sue funzioni, dal Presidente di
Sezione con maggiore anzianità; in caso di pari anzianità rileva l’età anagrafica.
Ciascuna Sezione è composta da un Presidente, da un Vicepresidente e da non meno di «due
magistrati o giudici tributari» (cfr. la modifica introdotta dall’art. 1, co. 1, lett. c) della L. 31.8.2022,
n. 130, in G.U. 1.9.2022, n. 204, in vigore dal 16 settembre 2022).
La Sezione (presieduta dal Presidente o dal Vicepresidente) giudica con un minimo di tre votan-
ti, compreso il Presidente o il Vicepresidente.
Se in una Sezione mancano i componenti necessari per costituire il Collegio giudicante, il Presi-
dente della Commissione può nominare i componenti di quella Sezione utilizzando giudici ap-
partenenti ad altre Sezioni.
1. I presidenti delle corti di giustizia tributaria di primo grado sono nominati tra i magistrati tributari
ovvero tra quelli ordinari, amministrativi, contabili o militari, in servizio o a riposo, secondo la gra-
duatoria redatta sulla base delle disposizioni contenute nell'articolo 11. 3
2. I presidenti di sezione delle corti di giustizia tributaria di primo grado sono nominati tra i magistrati
tributari ovvero tra quelli ordinari, amministrativi, contabili o militari, in servizio o a riposo, secondo la
graduatoria redatta sulla base delle disposizioni contenute nell'articolo 11. I vicepresidenti di sezione
delle corti di giustizia tributaria di primo grado sono nominati tra i magistrati di cui al comma 1, ovve-
ro tra i componenti che abbiano esercitato, per almeno cinque anni le funzioni di giudice tributario,
352
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a) e lett. d), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza
dal 16.09.2022.
Presidenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado e delle sezioni La norma
è stata modificata dall’art. 1, co. 1, lett. d), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), nel
contesto della riforma dell’ordinamento giudiziario tributario. La nuova formulazione - in vigo-
re dal 16 settembre 2022 – sostituisce i precedenti riferimenti ai magistrati ordinari, ammini-
strativi o militari, ovunque ricorrano, con il riferimento ai magistrati tributari, ovvero ordinari,
amministrativi, contabili o militari; nonché le parole «tabelle E ed F» con le parole «disposizioni
contenute nell’articolo 11»; viene, inoltre, introdotta la denominazione di «corti di giustizia tribu-
taria di primo e secondo grado» in luogo della precedente denominazione commissioni tributa-
rie provinciali e regionali (cfr. art. 1, co. 1, lett. a) della citata L. 130/2022).
Possono ricoprire la carica di
› Presidente delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado: i magistrati tributari
ovvero ordinari, amministrativi, contabili o militari, in servizio o a riposo selezionati in base
alla graduatoria «redatta sulla base delle disposizioni contenute nell’articolo 11»;
› Presidente di Sezione ddelle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado: i magistrati,
in servizio o a riposo, selezionati in base ai criteri di valutazione dei Presidenti di Commissione;
› Vicepresidente di Sezione della Corte di giustizia di primo grado: oltre ai soggetti in grado di otte-
nere la nomina a Presidente della Corte o di Sezione, i componenti di Corti di giustizia tributaria,
in possesso di laurea in giurisprudenza o economia che abbiano maturato cinque anni di anzianità
di Servizio, «secondo la graduatoria redatta sulla base delle disposizioni contenute nell’articolo 11»;
› Vicepresidente di Sezione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado: oltre ai soggetti
in grado di ottenere la nomina a Presidente della Corte o di Sezione, i componenti in possesso
del diploma di laurea in giurisprudenza o in economia che abbiano esercitato per almeno die-
ci anni le funzioni di giudice tributario regionale, «secondo la graduatoria redatta sulla base del-
le disposizioni contenute nell’articolo 11».
Le disposizioni dell’art. 11 (modificato dall’art. 1, co. 1, lett. n) della L. 130/2022), indicano - come
criteri di valutazione e punteggio - quelli stabiliti dalla tabella F (sostituita dall’art. 1, co. 1, lett. t)
della medesima legge. Si veda il relativo commento).
«L’attribuzione, a livello ordinamentale, delle funzioni di Presidente di commissione, Presidente di se-
zione e Vicepresidente di sezione ai soli soggetti appartenenti ad una delle magistrature – ordinaria,
Organi della giurisdizione tributaria 353
Art. 4 - I GIUDICI DELLE CORTI DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO [CFF ¶ 4603]
1. La nomina a magistrato tributario si consegue mediante un concorso per esami bandito in rela-
zione ai posti vacanti e a quelli che si renderanno vacanti nel quadriennio successivo, per i quali
può essere attivata la procedura di reclutamento.
2. Il concorso per esami consiste in una prova scritta, effettuata con le procedure di cui all'articolo
8 del regio decreto 15 ottobre 1925, n. 1860, e in una prova orale.
3. La prova scritta ha la prevalente funzione di verificare la capacità di inquadramento logico siste-
matico del candidato e consiste nello svolgimento di due elaborati teorici rispettivamente ver-
tenti sul diritto tributario e sul diritto civile o commerciale, nonché in una prova teorico-pratica di
diritto processuale tributario.
4. La prova orale verte su:
a) diritto tributario e diritto processuale tributario;
b) diritto civile e diritto processuale civile;
c) diritto penale;
d) diritto costituzionale e diritto amministrativo;
e) diritto commerciale e fallimentare;
f) diritto dell'Unione europea;
g) diritto internazionale pubblico e privato;
h) contabilità aziendale e bilancio;
i) elementi di informatica giuridica;
l) colloquio in una lingua straniera, indicata dal candidato all'atto della domanda di partecipazione
al concorso, scelta fra le seguenti: inglese, spagnolo, francese e tedesco.
5. Sono ammessi alla prova orale i candidati che ottengono un punteggio non inferiore a dodici
ventesimi in ciascun elaborato della prova scritta. Conseguono l'idoneità i candidati che ottengo-
no un punteggio non inferiore a sei decimi in ciascuna delle materie della prova orale di cui al
comma 4, lettere da a) a i), e un giudizio di sufficienza nel colloquio nella lingua straniera prescel-
ta, e comunque una votazione complessiva nelle due prove non inferiore a novanta punti. Non
sono ammesse frazioni di punto. Agli effetti di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241,
il giudizio in ciascuna delle prove scritte e orali è motivato con l'indicazione del solo punteggio
numerico e il giudizio di insufficienza è motivato con la sola formula “non idoneo”.
6. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, previa deliberazione conforme del Consi-
glio di presidenza della giustizia tributaria, terminata la valutazione degli elaborati scritti, sono
nominati componenti della commissione esaminatrice docenti universitari delle lingue indicate
dai candidati ammessi alla prova orale. I commissari così nominati partecipano in soprannumero
ai lavori della commissione, ovvero delle sottocommissioni, qualora formate, limitatamente alle
prove orali relative alla lingua straniera della quale sono docenti.
7. Per la copertura dei posti di magistrato tributario nella provincia di Bolzano si applicano gli spe-
cifici requisiti previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, fermo
restando, comunque, che il colloquio di cui al comma 4, lettera l), deve svolgersi in una lingua di-
versa rispetto a quella obbligatoria per il conseguimento dell'impiego. 1
Note
1 Il presente articolo prima rettificato con avviso pubblicato in G.U. n. 72 del 27.03.93, poi modificato dall'art. 39, D.L.
06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011, è stato da ultimo così sostituito dall'art. 1,
comma 1, lett. e), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
354 Organi della giurisdizione tributaria
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Requisiti per l’ammissione al concorso per esami Nel contesto della riforma strutturale dell’or-
dinamento giudiziario tributario, l’art. 1, co. 1, lett. f), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022,
n. 204), ha introdotto, nel D.Lgs. 545/1992, il nuovo art. 4-bis, in vigore dal 16 settembre 2022,
che indica i requisiti necessari ai candidati per essere ammessi al concorso per il reclutamento
dei magistrati tributari.
I requisiti previsti sono: la laurea in giurisprudenza conseguita al termine di un corso universi-
tario non inferiore a quattro anni, ovvero il diploma di laurea magistrale in Scienze dell’econo-
mia (classe LM-56) o in Scienze economico-aziendali (classe LM-77); o il possesso di titoli degli
ordinamenti previgenti a questi equiparati.
I candidati, inoltre devono:
› «essere cittadini italiani;
› avere l’esercizio dei diritti civili;
› essere di condotta incensurabile;
› non essere stati dichiarati per tre volte non idonei al concorso per esami di cui all’articolo 4, alla
data di scadenza del termine di presentazione della domanda;
› [possedere] gli altri requisiti richiesti dalle leggi vigenti».
1. Il concorso per esami di cui all'articolo 4 si svolge con cadenza di norma annuale in una o più se-
di stabilite con il decreto con il quale è bandito.
2. Il concorso è bandito con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, previa deliberazione
conforme del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, che determina il numero dei posti
messi a concorso. Con successivi decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, da pubblicare
nella Gazzetta Ufficiale, sono determinati il luogo e il calendario di svolgimento della prova scritta.
3. In considerazione del numero delle domande, la prova scritta può aver luogo contemporanea-
mente in Roma e in altre sedi, assicurando il collegamento a distanza della commissione esami-
natrice con le diverse sedi.
356
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
4. Ove la prova scritta abbia luogo contemporaneamente in più sedi, la commissione esaminatrice
espleta le operazioni inerenti alla formulazione e alla scelta dei temi e presiede allo svolgimento
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Indizione del concorso (co. 1 e 2) Nel contesto della riforma strutturale dell’ordinamento giudizia-
rio tributario, l’art. 1, co. 1, lett. f), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), ha introdotto,
nel D.Lgs. 545/1992, il nuovo art. 4-ter, in vigore dal 16 settembre 2022, il quale prevede la indizio-
ne di un concorso per l’accesso alla magistratura tributaria, in una o più delle sedi stabilite con de-
creto del Ministro dell’economia e delle finanze – previa deliberazione conforme del Consiglio di
presidenza della giustizia tributaria – da svolgersi, di norma, con cadenza annuale.
Il bando determina il numero dei posti messi a concorso, mentre il luogo e il calendario di svolgi-
mento della prova scritta sono determinati con successivi decreti del Ministro dell’economia e del-
le finanze.
Svolgimento della prova scritta (co. 3 e 4) La prova scritta può avere luogo in Roma e, contempora-
neamente, in altre sedi, assicurando il collegamento a distanza della commissione esaminatrice con
le diverse sedi, tenendo conto del numero dei candidati che hanno presentato domanda (co. 3).
Nel caso di contemporaneo svolgimento della prova scritta in Roma e in altre sedi, la commissione
esaminatrice presiede lo svolgimento della prova nella sede di Roma, espletando le operazioni ine-
renti alla formulazione e alla scelta dei temi, mentre il regolare espletamento della prova scritta,
presso le altre sedi, viene demandato ad un comitato di vigilanza, nominato con decreto del Ministro
dell’economia e delle finanze, previa delibera del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
La norma disciplina, quindi, analiticamente la composizione del comitato di vigilanza, nonché le
modalità di svolgimento della sua attività; e prevede che il presidente sia coadiuvato dal personale
amministrativo del Ministero dell’economia e delle finanze, con funzioni di segreteria (co. 4).
Il comma 5, infine, stabilisce che le spese del concorso restino a carico del candidato nella misu-
ra forfettaria di 50 euro, da corrispondere – secondo le modalità che verranno stabilite con de-
creto del Ministro dell’economia e delle finanze – al momento della presentazione della doman-
da. L’importo di tale contributo verrà aggiornato con cadenza triennale.
Organi della giurisdizione tributaria 357
come definita dal contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni centrali, e sono
coordinate dal titolare del competente ufficio del Dipartimento delle finanze del Ministero
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Commissione di concorso Nel contesto della riforma strutturale dell’ordinamento giudiziario tributa-
rio, l’art. 1, co. 1, lett. f), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), ha introdotto, nel D.Lgs.
545/1992, il nuovo art. 4-quater, in vigore dal 16 settembre 2022, che disciplina la nomina, la compo-
sizione e le funzioni della commissione di concorso, dotandola anche di un ufficio di segreteria.
Nomina e composizione della commissione di concorso (co. 1-3, 5 e 9) Entro il quindicesimo gior-
no antecedente all’inizio della prova scritta, la commissione di concorso viene nominata con decreto
del Ministro dell’economia e delle finanze, adottato previa delibera del Consiglio di presidenza della
giustizia tributaria.
Compongono la commissione di concorso: il presidente di una Corte di giustizia tributaria di secon-
do grado, che la presiede; cinque magistrati, scelti tra i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e
militari, con almeno quindici anni di anzianità; quattro professori universitari di ruolo, uno dei quali
deve essere titolare dell’insegnamento di diritto tributario e gli altri di uno degli insegnamenti delle
altre materie oggetto di esame (indicate nel precedente art. 4). Possono essere nominati, come com-
ponenti della commissione, anche i magistrati e i professori universitari, a riposo (in entrambi i casi)
da non più di due anni, purché in possesso dei requisiti richiesti all’atto della cessazione del servizio.
Requisiti necessari anche per ciascun supplente nominato per ogni componente della commissione.
Contestualmente alla nomina, sia il presidente di commissione che gli altri magistrati sono esonerati
dalle funzioni giudiziarie e giurisdizionali, con effetto dall’insediamento e fino alla formazione della
graduatoria finale dei candidati. La delibera di esonero è di competenza del Consiglio di presidenza
della giustizia tributaria e degli altri organi di autogoverno.
Il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria provvede anche alla nomina, d’ufficio, dei magi-
strati che non hanno prestato il loro consenso all’esonero dalle funzioni, quando non sia possibile
completare la composizione della commissione di concorso, secondo le disposizioni sopra indicate.
Non possono essere nominati componenti della commissione:
› «i magistrati e i professori universitari che, nei dieci anni precedenti, abbiano prestato, a qualsiasi titolo
e modo, attività di docenza nelle scuole di preparazione al concorso per magistrato ordinario, ammini-
strativo e contabile» (co. 2, ultimo periodo);
› «i magistrati che abbiano fatto parte della commissione in uno dei tre concorsi precedenti» (co. 3, ulti-
mo periodo).
Funzioni della commissione (co. 4 e 6) I criteri omogenei per la valutazione delle prove scritte sono
definiti dalla commissione nella seduta conclusiva (cfr. art. 8, co. 6, R.D. 1860/1925); i criteri per la
valutazione delle prove orali sono definiti prima dell’inizio delle stesse.
Partecipano alle sedute per la definizione di detti criteri, tutti i componenti della commissione, salvi i
casi di forza maggiore e legittimo impedimento, che, comunque, vengono valutati dal Consiglio di
presidenza della giustizia tributaria, il quale può anche deliberare la revoca dell’incarico al compo-
nente, assente ingiustificato a una di tali sedute o a due sedute consecutive.
In caso di assenza del presidente della commissione o di suo impedimento, le relative funzioni sono
svolte dal magistrato con maggiore anzianità di servizio presente in ciascuna seduta.
Prova orale (co. 7 e 8) Vengono dettate particolari regole per la formazione delle sottocommissioni,
che procederanno all’esame orale dei candidati e all’attribuzione del punteggio finale, nell’ipotesi in
cui i candidati, che hanno portato a termine la prova scritta, siano più di trecento.
Attività di Segreteria (co. 10) L’ultimo comma della neo introdotta disposizione prevede che le attivi-
tà di segreteria della commissione e delle sottocommissioni siano esercitate dal personale ammini-
strativo del Ministero dell’economia e delle finanze, e coordinate dal titolare del competente ufficio.
Organi della giurisdizione tributaria 359
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. f), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 41 bis, comma 1, D.L. 09.08.2022, n. 115, così come inserito dall'alle-
gato alla legge di conversione, L. 21.09.2022, n. 142 con decorrenza dal 22.09.2022.
Tirocinio dei magistrati tributari Nel contesto della riforma strutturale dell’ordinamento giudizia-
rio tributario, l’art. 1, co. 1, lett. f), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), ha introdotto,
nel D.Lgs. 545/1992, il nuovo art. 4-quinquies, in vigore dal 16 settembre 2022, che disciplina lo
svolgimento del tirocinio formativo dei magistrati tributari che abbiano superato il concorso pre-
visto dal precedente art. 4, e regolato dagli articoli 4-bis, 4-ter e 4-quater, del presente Decreto.
La nuova formulazione del testo introduce l’obbligo del tirocinio formativo di almeno sei mesi
presso le Corti di giustizia tributaria per i candidati che abbiano superato il concorso per l’acces-
so alla magistratura tributaria.
I magistrati affidatari dei tirocinanti sono individuati dal Consiglio di presidenza della giustizia
tributaria, con una delibera che definisce anche le modalità di affidamento e i criteri per il con-
seguimento del giudizio di idoneità al conferimento delle funzioni giurisdizionali.
Nel caso di valutazione negativa del magistrato tirocinante, è possibile svolgere un ulteriore pe-
riodo di sei mesi di tirocinio al termine del quale, una (eventuale) seconda valutazione negativa
determina la cessazione del rapporto di impiego del magistrato tributario in tirocinio.
Art. 5 - I GIUDICI DELLE CORTI DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI SECONDO GRADO [CFF ¶ 4605]
1. I giudici delle corti di giustizia tributaria di secondo grado sono nominati tra i magistrati tributari
di cui all'articolo 1-bis, comma 2, e i giudici tributari presenti nel ruolo unico di cui all'articolo 1-
bis, comma 1. 1
Note
1 Il presente articolo prima modificato dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal
06.07.2011, è stato poi così sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. g), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
360 Organi della giurisdizione tributaria
Art. 5-bis - FORMAZIONE CONTINUA DEI GIUDICI E MAGISTRATI TRIBUTARI [CFF ¶ 4605a]
1. Il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, entro novanta giorni dalla data di entrata in vi-
gore della presente disposizione, con proprio regolamento, definisce i criteri e le modalità per
garantire, con cadenza periodica, la formazione continua e l'aggiornamento professionale dei giu-
dici e magistrati tributari di cui all'articolo 1-bis, comma 1, attraverso la frequenza di corsi di ca-
rattere teorico-pratico da tenere, previa convenzione, anche presso le università accreditate ai
sensi del decreto legislativo 27 gennaio 2012, n. 19. 1
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. g), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Formazione continua dei giudici e magistrati tributari Nel contesto della riforma strutturale
dell’ordinamento giudiziario tributario, la L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), ha previ-
sto di attuare la professionalizzazione dei giudici tributari, attraverso:
› l’accesso alla magistratura tributaria tramite concorso;
› il tirocinio dei magistrati tributari prima di essere immessi definitivamente in ruolo, e
› l’obbligo – stabilito dall’articolo in commento (introdotto l’art. 1, co. 1, lett. g), della L.
130/2022) – della formazione continua.
La novella normativa è in vigore dal 16 settembre 2022, ma per la sua concreta attuazione si
prevede un termine di 90 giorni da tale data, entro il quale il Consiglio di presidenza della giu-
stizia tributaria definirà, con proprio regolamento, i criteri e le modalità per garantire, con ca-
denza periodica, la formazione continua e l’aggiornamento professionale dei magistrati tributa-
ri, attraverso la frequenza di corsi di carattere teorico-pratico da tenere, previa convenzione, an-
che presso le università accreditate.
1. Con provvedimento del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria sono istituite sezioni
specializzate in relazione a questioni controverse individuate con il provvedimento stesso. 2
1-bis. I presidenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado assegnano il ricorso ad
una delle sezioni tenendo conto, preliminarmente, della specializzazione di cui al comma 1 e ap-
plicando successivamente i criteri cronologici e casuali. I presidenti delle corti di giustizia tributa-
ria di primo grado assegnano il ricorso al giudice monocratico nei casi previsti dall'articolo 4-bis
Organi della giurisdizione tributaria 361
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
3 Il presente comma inserito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così modifi-
cato dall'art. 1, comma 1, lett. a) e lett. h), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. h), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. h), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Formazione delle Sezioni e Collegi Sono previste (ma non sempre istituite) sezioni specializzate
per materia.
I Presidenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado assegneranno il ricorso
ad una delle sezioni tenendo conto della sua specializzazione ed applicando, solo dopo, i criteri
cronologici e casuali.
I Presidenti delle Corti di giustizia tributaria di primo grado assegneranno il ricorso al giudice mo-
nocratico nel caso di controversie di valore fino a 3.000,00 euro (si veda, il neo introdotto art. 4-
bis del D.Lgs. 546/1992, disposizione che, peraltro, è stata modificata dall’art. 40, co. 2, del D.L.
24.2.2023- in G.U. 24.2.2023, n. 47 - in vigore dal 25.2.2023, innalzando la soglia di valore da
3.000,00 euro a 5.000,00 euro, con riferimento ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2023).
L’assegnazione va rinnovata se il giudice, in composizione monocratica o collegiale, rileva che la
controversia ad esso assegnata avrebbe dovuto essere tratta dalla Corte di giustizia tributaria in
altra composizione (cfr. il nuovo co. 1-ter, della presente disposizione).
Spetta, invece, al Presidente della Sezione predisporre un calendario annuale delle udienze e, tri-
mestralmente, la composizione dei collegi giudicanti. Ciascun collegio giudicante, ovvero cia-
scun giudice monocratico, dovrebbe tenere almeno una udienza alla settimana, fatta eccezione
per il periodo feriale (1°-31 agosto), nel corso del quale – peraltro – rimane attiva almeno una Se-
zione, individuata con decreto da adottare entro il 30 giugno di ogni anno, per vagliare le istan-
ze di sospensione cautelare (art. 47, D.Lgs. 546/1992). Nella fissazione delle udienze mensili,
inoltre, verrà individuata, per ciascuna Sezione, «almeno una udienza per ogni mese nella quale
trattare, se presenti, le controversie di valore superiori a euro 51.645,69 e/o nei confronti di società con
personalità giuridica e/o inerenti all’applicazione dell’art. 10-bis, L. 212/2000» (cfr. C.P.G.T.
6.12.2022, n. 5, § III;nonché art. 30, D.Lgs. 546/1992).
Quanto alla attivazione «del Processo Tributario Telematico e dei servizi informatizzati dedicati ai
componenti delle Corti di Giustizia Tributaria», la Risoluzione 5/2022 del C.P.G.T. precisa che:
362
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
› «i Presidenti delle Corti di Giustizia Tributaria (…) avranno cura di sollecitare tutti i componenti dei
collegi all’utilizzo della piattaforma informatica S.I.Gi.T. per la consultazione via internet dei fasci-
Capo II
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 La presente lettera prima sostituita dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005, è stat poi co-
sì modificata dall'art. 1, comma 1, lett. i), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La presente lettera è stata abrogata dall'art. 4, comma 40, L. 12.11.2011, n. 183 (Legge di stabilità) con decorrenza dal
01.01.2012.
4 La presente lettera è stata inserita dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
5 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 Il presente alinea è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Requisiti dei giudici tributari I componenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado devono:
a) avere la cittadinanza italiana;
b) disporre dei diritti civili e politici;
c) non aver riportato condanne per delitti comuni o per contravvenzioni a pena detentiva o per
reati tributari (ed essere stati immuni da misure di prevenzione o di sicurezza);
d) non avere superato sessantasette anni di età, alla data di scadenza del termine stabilito nel
bando di concorso per la presentazione della domanda di ammissione, (il precedente limite
di età fissato a 72 anni è stato sostituito con quello di 67 anni dall’art. 1, co. 1, lett. i) della L.
31.8.2022, n. 130, in G.U. 1.9.2022, n. 204);
e) disporre di idoneità fisica e psichica;
e-bis) essere muniti di laurea magistrale o quadriennale in materie giuridiche o economico-
aziendalistiche.
Per i giudici tributari delle Commissioni Tributarie di 1° e di 2° grado di Bolzano è altresì richie-
sto, quale requisito per la nomina, l’attestato di conoscenza della lingua italiana e tedesca (art.
26, D.Lgs. 354/1997).
364
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
INCOMPATIBILITÀ (Art. 8)
1. Alla prima e alle successive nomine dei magistrati tributari nonché alle nomine dei giudici tribu-
tari di cui all'articolo 1-bis, comma 1, si provvede con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze, previa deliberazione conforme del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. 3
2. Il consiglio di presidenza procede alle deliberazioni di cui al comma 1 relative alle nomine succes-
sive alla prima, sulla base di elenchi formati relativamente ad ogni corte di giustizia tributaria di
primo e secondo grado e comprendenti tutti gli appartenenti alle categorie indicate negli articoli
3, 4 e 5 per il posto da conferire che hanno comunicato la propria disponibilità all'incarico e sono
in possesso dei requisiti prescritti. 6
Organi della giurisdizione tributaria 367
2-bis. Per le corti di giustizia tributaria di secondo grado i posti da conferire sono attribuiti in modo
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma aggiunto dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011, è stato
poi così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma prima modificato dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così so-
stituito dall'art. 1, comma 1, lett. m), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n.
130, con decorrenza dal 16.09.2022.
5 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. m), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
7 Il presente comma è stato abrogato dall'art. 1, comma 1, lett. m), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
8 La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità
dei commi 2 e 2-bis della presente norma, nonchè degli articoli 1-bis; 8, co. 1; 11, co. 1, del presente Decreto, così come
novellati dalla L. 130/2022, «nella parte in cui le predette norme assegnano ai giudici tributari onorari lo stabile ed isti-
tuzionale esercizio di funzioni collegiali, pur nella prevista esistenza di un magistrato professionale a ciò destinabile».
«L’inquadramento della organizzazione giudiziaria tributaria all’interno dell’apparato che della medesima organizzazione
giudiziaria – in concreto – si serve per la realizzazione dei fini suoi propri appare a questa Corte giudicante istituzional-
mente in conflitto con i principi di autonomia ed indipendenza che devono permeare non solo la sostanza della funzio-
ne giurisdizionale ma anche la sua apparenza nei confronti dei consociati, i quali hanno il diritto di non temere che il
Giudice innanzi al quale si presentano sia pregiudizialmente schierato a favore di una della parti del processo».
«Maggiormente la giurisdizione tributaria è esposta a rischio di (almeno apparente) assenza di indipendenza ed auto-
nomia», addirittura accentuato per il fatto che «tutti i futuri componenti delle Corti di Giustizia finiranno per diventare
(…) "lavoratori dipendenti" in senso stretto dell’Amministrazione (come si desume dal novellato art. 9 del D.Lgs.
545/1992)» (cfr. C.G.T. I Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
Procedimenti per la nomina dei componenti Il primo comma della norma – sostituito dall’art. 1, co. 1,
lett. h) della L. 130/2022 – stabilisce che alla prima e alle successive nomine dei magistrati tributari,
compresi i magistrati presenti nel ruolo unico nazionale di cui all’art. 4, co. 39-bis della L. 12.11.2011,
n. 183, alla data del 1° gennaio 2022, provvede con decreto il Ministro dell’economia e delle finanze,
previa deliberazione conforme del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
Quest’ultimo - «sulla base di elenchi formati relativamente ad ogni corte di giustizia tributaria di
primo e secondo grado» - adotta anche le delibere relative alle nomine successive alla prima:
368
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
› dei presidenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, dei presidenti e vi-
cepresidenti di sezione delle stesse corti (di cui all’art. 3);
1. I componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, prima dell'immissione
nelle loro funzioni, prestano giuramento, pronunziando e sottoscrivendo la formula: "Giuro di es-
sere fedele alla Repubblica italiana, di osservare lealmente le leggi dello Stato e di adempiere con
coscienza ai doveri inerenti al mio ufficio". 3
2. I presidenti delle corti di giustizia tributaria di secondo grado prestano giuramento dinanzi al
presidente del consiglio di presidenza. 3
3. I presidenti delle corti di giustizia tributaria di primo grado prestano giuramento dinanzi al presi-
dente della corte di giustizia tributaria di secondo grado nella cui circoscrizione ha sede la com-
missione cui sono destinati. 3
4. I presidenti di sezione e gli altri componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado prestano giuramento dinanzi al presidente della commissione cui sono destinati. 3
5. I verbali di giuramento sono conservati presso l'ufficio cui appartiene l'organo dinanzi al quale
esso è stato prestato. 1 2
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. La nomina dei giudici tributari presenti nel ruolo unico di cui all'articolo 4, comma 39-bis, della
legge 12 novembre 2011, n. 183, alla data del 1° gennaio 2022, a una delle funzioni dei componen-
ti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado non costituisce in nessun caso rap-
porto di pubblico impiego. 4
2. I magistrati tributari di cui all'articolo 1-bis, comma 2, e i giudici tributari del ruolo unico di cui al
comma 1, indipendentemente dalle funzioni svolte, cessano dall'incarico, in ogni caso, al compi-
mento del settantesimo anno di età. 5
3. I presidenti di sezione, i vice presidenti e i componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e
secondo grado non possono essere assegnati alla stessa sezione della medesima commissione
per più di cinque anni consecutivi. 6
4. I componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, indipendentemente dalla
funzione o dall'incarico svolti, non possono concorrere all'assegnazione di altri incarichi prima di
due anni dal giorno in cui sono stati immessi nelle funzioni dell'incarico ricoperto. 7
4-bis. Ferme restando le modalità indicate nel comma 4-ter, l'assegnazione del medesimo incarico o
di diverso incarico per trasferimento dei componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e
Organi della giurisdizione tributaria 369
secondo grado in servizio è disposta, salvo giudizio di demerito, sulla base dei punteggi stabiliti
Note
1 Il presente articolo prima modificato dall'art. 12, L. 28.12.2001, n. 448, poi modificato dall'art. 16 quater, D.L. 28.12.2001, n. 452,
poi modificato dall'art. 8, D.L. 29.11.2004, n. 282. è stato, poi, così sostituito dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decor-
renza dal 03.12.2005.
2 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
3 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130,
con decorrenza dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a) e lett. n), n. 1), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. n), n. 2.1) e 2.2), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022; ai sensi dell'art. 8, comma 1, della suddetta legge la disposizione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera n), numero
2.2), si applica a decorrere dal 1° gennaio 2027.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
7 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. n), n. 3), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
8 Il presente comma è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. n), n. 4), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
9 Il presente comma è stato così sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. n), n. 5), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
10 La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità
di diverse norme del D.Lgs. 545/1992, compresi i commi 1, 4-ter e 5 del presente articolo, così come novellati dalla L.
130/2022. Quanto al comma 1 del presente articolo, nonchè agli articoli 1-bis; 8, co. 1; 9, co. 2 e 2-bis, del presente De-
creto, il dubbio ha riguardato le citate disposizioni «nella parte in cui (…) assegnano ai giudici tributari onorari lo stabile
370
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
ed istituzionale esercizio di funzioni collegiali, pur nella prevista esistenza di un magistrato professionale a ciò destina-
bile». Quanto ai commi 4-ter e 5 del presente articolo, «nella parte in cui contemplano come requisito di accesso al
Durata dell’incarico La norma è stata modificata e integrata dall’art. 1, co. 1, lett. n), della L.
31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204), in vigore dal 16 settembre 2022, ma va coordinata con
quanto previsto dall’art. 8 della stessa legge, che, da un lato, ne posticipa in parte l’applicazione,
dall’altro, ne prevede un’applicazione scaglionata.
Il primo comma conferma che la nomina «a una delle funzioni di componente delle commissioni
tributarie provinciali o regionali» dei magistrati presenti nel ruolo unico nazionale di cui all’art. 4,
co. 39-bis della L. 12.11.2011, n. 183, alla data del 1° gennaio 2022, non costituisce in nessun caso
rapporto di pubblico impiego.
Il secondo comma anticipa la cessazione, in ogni caso, dell’incarico, indipendentemente dalle
funzioni svolte, al raggiungimento del settantesimo anno di età (in luogo del precedente limite
fissato a 75 anni), ma (solo) «a decorrere dal 1° gennaio 2027» (cfr. l’art. 8, co. 1, L. 130/2022).
L’art. 8, della L. 130/2022, rubricato «Disposizioni transitorie e finali», detta la tempistica di appli-
cazione della nuova previsione, stabilendo che: «fino al 31 dicembre 2026, i componenti delle corti
di giustizia tributaria di primo e secondo grado, indipendentemente dalle funzioni svolte, cessano dal-
l’incarico, in ogni caso:
› il 1° gennaio 2023, qualora abbiano compiuto settantaquattro anni di età entro il 31 dicembre
2022, ovvero al compimento del settantaquattresimo anno di età nel corso del 2023;
› il 1° gennaio 2024, qualora abbiano compiuto settantatre anni di età entro il 31 dicembre 2023, ov-
vero al compimento del settantatreesimo anno di età nel corso del 2024;
› il 1° gennaio 2025, qualora abbiano compiuto settantadue anni di età entro il 31 dicembre 2024,
ovvero al compimento del settantaduesimo anno di età nel corso del 2025;
› il 1° gennaio 2026, qualora abbiano compiuto settantuno anni di età entro il 31 dicembre 2025, ov-
vero al compimento del settantunesimo anno di età nel corso del 2026
Assegnazione dell’incarico Viene confermata la regola del turnover, per cui i componenti di una se-
zione non possono essere assegnati alla medesima sezione per più di 5 anni consecutivi.
Inoltre, i componenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, prima di due anni
dal giorno in cui sono stati immessi nelle funzioni dell’incarico ricoperto, indipendentemente dalla
funzione o dall’incarico svolti, non possono concorrere all’assegnazione di altri incarichi.
Ferma questa preclusione, l’assegnazione del medesimo incarico o di un incarico diverso per trasfe-
rimento dei componenti in servizio delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, è di-
sposta, salvo giudizio di demerito, sulla base dei punteggi stabiliti dalla Tabella F allegata al decreto.
Il giudizio di demerito è espresso dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria nel caso
di irrogazione di una sanzione disciplinare, nel quinquennio antecedente la data di scadenza
della domanda per l’incarico per il quale il candidato concorre; ovvero quando il rapporto annuo
tra il numero di provvedimenti depositati oltre il termine di trenta giorni dalla data di delibera-
zione e il totale dei provvedimenti depositati, sia pari o superiore al 60%.
La Tabella F, come sostituita dall’art. 1, co. 1, lett. t) della L. 130/2022, stabilisce il punteggio attribui-
bile ai «servizi prestati nelle commissioni tributarie per anno o frazione di anno superiore a sei mesi».
In caso di vacanza dei posti di: presidente, presidente di sezione, vicepresidente e componente,
presso una sede giudiziaria di corte di giustizia tributaria, il Consiglio di presidenza della giusti-
zia tributaria provvede a bandire interpelli per il trasferimento di giudici che ricoprono la mede-
sima funzione o una funzione superiore, almeno una volta all’anno e con priorità rispetto alle
procedure di concorso di cui all’art. 4 e a quelle per diverso incarico (cfr. co. 4-bis).
L’assegnazione degli incarichi avviene secondo le modalità indicate nel co. 4-ter, per cui chi
Organi della giurisdizione tributaria 371
aspira all’incarico deve presentare una domanda entro un termine determinato; la nomina av-
1. Decadono dall'incarico i componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado i
quali: 3
a) perdono uno dei requisiti di cui all'art. 7 ;
b) incorrono in uno dei motivi di incompatibilita` previsti dall'art. 8 ;
c) cessano, se magistrati o altri dipendenti dell'amministrazione pubblica in attività di servizio,
dall'impiego per causa diversa dal collocamento a riposo o da dimissioni volontarie, secondo i ri-
spettivi ordinamenti;
d) omettono, senza giustificato motivo, di assumere l'incarico entro trenta giorni dalla comunicazio-
ne del decreto di nomina;
e) non partecipano, senza giustificato motivo, a tre sedute consecutive.
2. La decadenza è dichiarata con decreto del Ministro delle finanze previa deliberazione del consi-
glio di presidenza. 1 2 4
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente alinea è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
4 La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità
di diverse norme del D.Lgs. 545/1992, compreso il presente articolo, che, in combinato disposto con l’art. 7, stesso De-
creto, «genera una vera e propria sanzione automatica espulsiva (denominata "rimozione") correlata a qualsivoglia con-
danna inflitta al componente dell’ordine giudiziario (che sia in servizio onorario o di carriera) per delitti comuni non col-
posi o per contravvenzioni a pena detentiva o per reati tributari ovvero ancora correlata alla sottoposizione a misure di
prevenzione o di sicurezza», la quale «pone dubbi di contrasto con l’art. 3 della Costituzione per violazione del principio
di ragionevolezza» (cfr. C.G.T. I Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
Note
1 Nella seduta del 24.10.96 il Senato della Repubblica ha respinto il disegno di legge n. 1537 recante: conversione in leg-
ge del D.L.23.10.96, n. 539. La decadenza delle disposizioni di questo decreto ha riguardato anche il D.L. n. 437/96 le
cui disposizioni erano state abrogate dall'art. 14 del D.L. n. 539. Le disposizioni del D.L. n. 437/96 hanno, dunque, riac-
quistato efficacia a partire dal 25.10.96 (comunicato relativo alla mancata conversione del D.L. n. 539/96 in G.U. n. 251
del 25.10.96). Inoltre nella medesima G.U., è stata altresì pubblicata la legge di conversione del D.L. n. 437/96 che, rela-
tivamente alle modifiche apportate, ha effetto a partire dal 26.10.96.
2 Il presente comma è stato così modificato dall' art. 11 D.L. 08.08.1996, n. 437
3 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
4 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 86, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decor-
renza dal 10.12.2000.
5 Sono manifestamente inammissibi le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, commi 1, 2 e 3, del decreto legi-
slativo 31 dicembre 1992, n. 545 (Ordinamento degli organi speciali di giurisdizione tributaria ed organizzazione degli
uffici di collaborazione in attuazione della delega al Governo contenuta nell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n.
413), sollevate, in riferimento agli artt. 101, 111 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’art.
6, paragrafo 1, della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il
4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848, dalla Commissione tributaria provinciale
di Novara, con l’ordinanza indicata in epigrafe (C.Cost. 20.03.2019, n. 60, ordinanza).
6 Il compenso aggiuntivo di cui al presente comma viene determinato secondo quanto disposto dal D.M. 5 febbraio 2016.
7 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
8 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. o), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
9 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 1, comma 1, lett. o), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
10 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. o), L. 31.08.2022, n. 130, con decor-
renza dal 16.09.2022.
11 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
12 Ai sensi dell'art. 4, comma 3, L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 01.01.2023, gli importi dei compensi fissi di cui al
presente comma individuati dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 20 giugno 2019 sono aumentati
del 130 per cento.
Organi della giurisdizione tributaria 373
Trattamento economico (co. 1 e 2) La nuova formulazione della disposizione (cfr. modificata dall’art.
1, co. 1, lett. o), della L. 31.8.2022, n. 130, in G.U. 1.9.2022, n. 204), riguarda il trattamento economico
dei componenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, presenti nel ruolo unico
nazionale di cui all’art. 4, co. 39-bis della L. 12.11.2011, n. 183, alla data del 1° gennaio 2022, i qua-
li percepiscono un compenso fisso mensile e un compenso aggiuntivo: «la natura dell’incarico trova
corrispondenza anche nella regolamentazione del compenso, il quale oltre ad una parte fissa, ha una com-
ponente aggiuntiva collegata ai ricorsi definiti e ai provvedimenti emessi; al contempo, [però] non si in-
staura un rapporto di pubblico impiego» (cfr. Cons. Stato, Sent. 31.8.2017, n. 4122).
La disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate
o meno che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di sup-
porto amministrativo in ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in
contrasto con la Costituzione dalla Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia, che ha
sollevato la questione di legittimità dell’articolo in esame, per violazione del principio di uguaglianza
dei cittadini di fronte alla legge (art. 3 Cost.) per effetto del combinato disposto degli art. 13 e 13-bis
del D.Lgs. 545/1992.
Secondo la Corte veneta, le modifiche introdotte hanno creato «l’anomala condizione di una giurisdi-
zione speciale articolata in un ordine unico (…) tuttavia distinto in due sottocategorie, la prima delle quali
è composta da magistrati "a tutto tondo", assunti per concorso o per diretto transito dagli altri ordini giu-
diziari (…) e a cui (…) si applica la disciplina di status tipica dei magistrati ordinari, e la seconda delle quali
resta composta (come già in precedenza) da personale onorario, cui altro non può applicarsi che la discipli-
na generica relativa ai "munera" che non danno luogo a rapporto di lavoro dipendente (…)».
Ne deriva che «mentre i "Magistrati Tributari"risulteranno essere per lo meno tutelati sotto il profilo della
eterodeterminazione con fonte normativa primaria del trattamento economico che ad essi spetta (art. 13-
bis del D.Lgs. 545/1992 come ex novo introdotto dalla L. 130/2022), permane nei confronti dei Giudici Tri-
butari attualmente in servizio (…) la, per molti versi inaccettabile, modalità di determinazione del "compo-
sito" trattamento economico spettante a questi ultimi (…) a mezzo di fonte normativa di origine propria-
mente amministrativa (decreto ministeriale) …». «Per non dire», prosegue la Corte veneta,«del fatto che
finanche il controllo della liquidazione della parte variabile del compenso è» assegnata «alla direzione re-
374
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
gionale delle entrate nella cui circoscrizione ha sede la Corte Tributaria di appartenenza, senza neanche
prevedere che al Giudice tributario competa l’omologo del diritto alla ricezione della "busta paga" (…)».
Si ricorda, infine, che, a seguito della emergenza epidemiologica da Covid-19, è previsto, in deroga
Liquidazione (co. 3) La liquidazione del compenso è operata dalla Direzione Regionale dell’Agen-
zia delle Entrate ed il pagamento dal «responsabile della Segreteria della Commissione».
1. Ai magistrati tributari reclutati per concorso, secondo le modalità di cui all'articolo 4, si applicano
le disposizioni in materia di trattamento economico previsto per i magistrati ordinari, in quanto
compatibili.
2. Gli stipendi del personale indicato nel comma 1 sono determinati, esclusivamente in base all'an-
zianità di servizio, nella misura prevista nella tabella F-bis allegata al presente decreto, con de-
correnza dal 1° gennaio 2021 ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 ago-
sto 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 229 del 24 settembre 2021, salva l'attribuzione
dell'indennità integrativa speciale. 1 2
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. p), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o meno
che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto amministrativo in
ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione dalla Corte di giusti-
zia tributaria di primo grado di Venezia, che ha sollevato la questione di legittimità dell’articolo in esame, per violazione del
principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art. 3 Cost.) per effetto del combinato disposto degli art. 13 e 13-bis
del D.Lgs. 545/1992.
Secondo la Corte veneta, le modifiche introdotte hanno creato «l’anomala condizione di una giurisdizione speciale articolata
in un ordine unico (…) tuttavia distinto in due sottocategorie, la prima delle quali è composta da magistrati "a tutto tondo",
assunti per concorso o per diretto transito dagli altri ordini giudiziari (…) e a cui (…) si applica la disciplina di status tipica dei
magistrati ordinari, e la seconda delle quali resta composta (come già in precedenza) da personale onorario, cui altro non può
applicarsi che la disciplina generica relativa ai "munera" che non danno luogo a rapporto di lavoro dipendente (…)».
Ne deriva che «mentre i "Magistrati Tributari" risulteranno essere per lo meno tutelati sotto il profilo della eterodeterminazio-
ne con fonte normativa primaria del trattamento economico che ad essi spetta (art. 13-bis del D.Lgs. 545/1992 come ex no-
vo introdotto dalla L. 130/2022), permane nei confronti dei Giudici Tributari attualmente in servizio (…) la, per molti versi
inaccettabile, modalità di determinazione del "composito" trattamento economico spettante a questi ultimi (…) a mezzo di
fonte normativa di origine propriamente amministrativa (decreto ministeriale) …».
In conclusione, resta «totalmente differenziato lo status che la legge attualmente vigente riconosce alle due categorie di
Organi della giurisdizione tributaria 377
Trattamento economico dei magistrati tributari Il nuovo art. 13-bis – introdotto dall’art. 1, co. 1,
lett. p), della L. 31.8.2022, n. 130 (in G.U. 1.9.2022, n. 204) – riguarda i magistrati tributari reclu-
tati in base al concorso di cui all’art. 4 del presente Decreto (non quelli presenti nel ruolo unico
ex art. 4, co. 39-bis della L. 183/2011, al 1° gennaio 2022, per i quali valgono i compensi stabiliti
dal precedente art. 13), il cui trattamento economico viene equiparato a quello dei magistrati or-
dinari. La norma stabilisce, infatti, che:
› le disposizioni in materia di trattamento economico previsto per i magistrati ordinari si appli-
cano, in quanto compatibili, ai magistrati tributari reclutati per concorso (co. 1);
› gli stipendi sono determinati, esclusivamente in base all’anzianità di servizio, nella misura
prevista dalla (neo introdotta: cfr. art. 1, co. 1, lett. t), della L. 130/2022), Tabella F-bis allegata
al Decreto, con decorrenza dal 1° gennaio 2021, fatta salva l’attribuzione dell’indennità inte-
grativa speciale (co. 2).
Si riporta di seguito la citata Tabella.
Importi degli stipendi rivalutati con decorrenza 1° gennaio 2021, ai sensi dell’articolo 1 del decre-
to del Presidente del Consiglio dei ministri 6 agosto 2021.
La disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (no-
vellate o meno che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestio-
nale e di supporto amministrativo in ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è sta-
ta ritenuta in contrasto con la Costituzione dalla Corte di giustizia tributaria di primo grado di
Venezia, che ha sollevato la questione di legittimità dell’articolo in esame, per violazione del
principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art. 3 Cost.) per effetto del combinato
disposto degli art. 13 e 13-bis del D.Lgs. 545/1992.
Secondo la Corte veneta, le modifiche introdotte hanno creato «l’anomala condizione di una giu-
risdizione speciale articolata in un ordine unico (…) tuttavia distinto in due sottocategorie, la prima
delle quali è composta da magistrati “a tutto tondo”, assunti per concorso o per diretto transito dagli
altri ordini giudiziari (…) e a cui (…) si applica la disciplina di status tipica dei magistrati ordinari, e
la seconda delle quali resta composta (come già in precedenza) da personale onorario, cui altro non
può applicarsi che la disciplina generica relativa ai “munera” che non danno luogo a rapporto di lavo-
ro dipendente (…)».
Ne deriva che «mentre i “Magistrati Tributari” risulteranno essere per lo meno tutelati sotto il profi-
lo della eterodeterminazione con fonte normativa primaria del trattamento economico che ad essi
spetta (art. 13-bis del D.Lgs. 545/1992 come ex novo introdotto dalla L. 130/2022), permane nei con-
fronti dei Giudici Tributari attualmente in servizio (…) la, per molti versi inaccettabile, modalità di
determinazione del “composito” trattamento economico spettante a questi ultimi (…) a mezzo di fonte
normativa di origine propriamente amministrativa (decreto ministeriale) …».
378
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Responsabilità civile dei giudici Ai componenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e se-
condo grado si applicano le disposizioni della L. 13.4.1988, n. 117, avente per oggetto il risarci-
mento dei danni causati dai giudici alle parti nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali.
1. Il presidente di ciascuna corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado esercita la vigilan-
za sugli altri componenti e sulla qualità e l’efficienza dei servizi di segreteria della propria com-
missione, al fine di segnalarne le risultanze al Dipartimento delle finanze del Ministero dell’eco-
nomia e delle finanze per i provvedimenti di competenza. Il presidente di ciascuna corte di giusti-
zia tributaria di secondo grado esercita la vigilanza sulla attività giurisdizionale delle corti di giu-
stizia tributaria di primo grado aventi sede nella circoscrizione della stessa e sui loro
componenti. 1
2. I componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, per comportamenti non
conformi a doveri o alla dignità del proprio ufficio, sono soggetti alle sanzioni individuate nei
commi da 3 a 7. 1
3. Si applica la sanzione dell’ammonimento per lievi trasgressioni.
4. Si applica la sanzione non inferiore alla censura, per:
a) i comportamenti che, violando i doveri di cui al comma 2, arrecano ingiusto danno o indebito
vantaggio a una delle parti;
b) la consapevole inosservanza dell’obbligo di astensione nei casi previsti dalla legge;
c) i comportamenti che, a causa dei rapporti comunque esistenti con i soggetti coinvolti nel procedi-
mento ovvero a causa di avvenute interferenze, costituiscano violazione del dovere di imparzialità;
d) i comportamenti abitualmente o gravemente scorretti nei confronti delle parti, dei loro difensori,
o di chiunque abbia rapporti con il giudice nell’ambito della corte di giustizia tributaria di primo e
secondo grado, ovvero nei confronti di altri giudici o di collaboratori; 5
e) l’ingiustificata interferenza nell’attività giudiziaria di altro giudice;
f) l’omessa comunicazione al Presidente della corte di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do da parte del giudice destinatario delle avvenute interferenze; 5
g) il perseguimento di fini diversi da quelli di giustizia;
h) la scarsa laboriosità, se abituale;
i) la grave o abituale violazione del dovere di riservatezza;
l) l’uso della qualità di giudice tributario al fine di conseguire vantaggi ingiusti;
Organi della giurisdizione tributaria 379
m) la reiterata e grave inosservanza delle norme regolamentari o delle disposizioni sul servizio adot-
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente articolo prima modificato dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal
06.07.2011, è stato poi così sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
3 La rubrica del Capo cui il presente articolo appartiene è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022,
n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
5 La presente lettera è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Il procedimento disciplinare è promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal presidente
della corte di giustizia tributaria di secondo grado nella cui circoscrizione presta servizio l'incol-
pato. 3
2. Il consiglio di presidenza, nel termine di dieci giorni dalla richiesta di apertura del procedimento
disciplinare, affida ad un suo componente l'incarico di procedere agli accertamenti preliminari da
svolgersi entro trenta giorni.
3. Il consiglio di presidenza, sulla base delle risultanze emerse provvede a contestare i fatti all'incol-
pato con invito a presentare entro trenta giorni le sue giustificazioni, a seguito delle quali, se non
ritiene di archiviare gli atti, incarica un proprio componente di procedere alla istruttoria, che deve
essere conclusa entro novanta giorni col deposito degli atti relativi presso la segreteria. Di tali
deliberazioni deve essere data immediata comunicazione all'incolpato.
4. Il presidente del consiglio di presidenza, trascorso comunque il termine di cui al comma 3, fissa
la data della discussione davanti allo stesso con decreto da notificare almeno quaranta giorni
prima all'incolpato, il quale può prendere visione ed estrarre copia degli atti e depositare le sue
difese non oltre dieci giorni prima della discussione.
5. Nella seduta fissata per la discussione, il componente del consiglio di presidenza di cui al comma
3 svolge la relazione. L'incolpato ha per ultimo la parola e può farsi assistere da altro componen-
te di corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado. 3
6. La sanzione disciplinare deliberata dal consiglio di presidenza è applicata con decreto del Mini-
stro delle finanze.
380
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
7. Per quanto non contemplato dalla presente legge si applicano le disposizioni sul procedimento
disciplinare vigenti per i magistrati ordinari in quanto compatibili. 1 2
Capo III
1. Il consiglio di presidenza della giustizia tributaria è costituito con decreto del Presidente della
Repubblica, su proposta del Ministro delle finanze, ed ha sede in Roma presso il Ministero delle
finanze.
2. Il consiglio di presidenza è composto da undici componenti eletti dai giudici tributari e da quat-
tro componenti eletti dal Parlamento, due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Re-
pubblica a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, tra i professori di università in mate-
rie giuridiche o i soggetti abilitati alla difesa dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e se-
condo grado che risultino iscritti ai rispettivi albi professionali da almeno dodici anni. 4
2-bis. Il Consiglio di Presidenza elegge nel suo seno un presidente tra i componenti eletti dal Parla-
mento; 2
2-ter. I componenti del consiglio di presidenza della giustizia tributaria eletti dal Parlamento, finche'
sono in carica, non possono esercitare attività professionale in ambito tributario, né alcuna altra
attività suscettibile di interferire con le funzioni degli organi di giustizia tributaria. 5
3. I componenti del consiglio di presidenza sono eletti da tutti i componenti delle corti di giustizia tri-
butaria di primo e secondo grado con voto personale, diretto e segreto, e non sono rieleggibili. 6
[4. È eletto, per ogni componente effettivo, un componente supplente che lo sostituisce in caso di
assenza o impedimento.] 3 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma prima aggiunto dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decorren-
za dal 10.12.2000 è stato da ultimo così sostituito dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decor-
renza dal 06.07.2011. Si riporta di seguito il testo previgente: "2 bis. Il consiglio di presidenza elegge nel suo seno il pre-
sidente e due vicepresidenti. "
3 Il presente comma è stato abrogato dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decor-
renza dal 10.12.2000.
4 Il presente comma, prima sostituito dell'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decorren-
za dal 10.12.2000 è stato poi così modificato prima dall'art. 16 quater del D.L.28.12.2001, n. 452, con decorrenza dal
28.02.2002, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
5 Il presente comma è stato aggiunto all'art. 16 quater del D.L.28.12.2001, n. 452, con decorrenza dal 28.02.2002.
6 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 6 D.L. 31.05.2010, n. 78 così come modificato dall'allegato alla
legge di conversione, L. 30.07.2010, n. 122 (G.U. 30.07.2010, n. 176, S.O. n. 174) con decorrenza dal 31.07.2010, e
poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Nota
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
382
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente articolo è stato abrogato dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decor-
renza dal 10.12.2000.
1. Non possono essere eletti al consiglio di presidenza, e sono altresì esclusi dal voto, i componenti
delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado sottoposti, a seguito di giudizio disci-
plinare, ad una sanzione più grave dell'ammonimento. 2
2. Il componente di corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado sottoposto alla sanzione
della censura è eleggibile dopo tre anni dalla data del relativo provvedimento, se non gli è stata
applicata altra sanzione disciplinare. 2 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Le elezioni del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria hanno luogo entro quattro mesi
dallo scadere del precedente Consiglio. Esse sono indette con provvedimento del Presidente del
Consiglio di presidenza, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana almeno
quarantacinque giorni prima della data stabilita per le elezioni. Esse si svolgono in un giorno fe-
stivo dalle ore 9 alle ore 21. 3 4 5
2. Il Presidente del Consiglio di presidenza nomina, con propria delibera, l’ufficio centrale elettorale,
che si insedia presso lo stesso Consiglio di presidenza, ed è costituito da un presidente di corte
di giustizia tributaria di primo e secondo grado, che lo presiede, e da due giudici tributari. Con la
stessa delibera sono nominati, altresì, i tre giudici supplenti, che sostituiscono i componenti ef-
fettivi in caso di loro assenza o impedimento. 2
2-bis. Le candidature devono essere presentate all’ufficio centrale elettorale, a mezzo plico racco-
mandato, almeno venticinque giorni prima delle elezioni mediante compilazione della apposita
scheda di presentazione. Ciascun candidato è presentato da non meno di venti e da non oltre
trenta giudici tributari. Le firme di presentazione possono essere apposte e depositate anche su
più schede di presentazione, se i candidati raccolgono firme di presentazione in Commissioni di-
verse da quella di appartenenza. 6
2-ter. Nessuno può presentare più di un candidato né essere, contemporaneamente, candidato e
presentatore di se stesso. L’inosservanza delle disposizioni del presente comma determina la
nullità di ogni firma di presentazione proposta dal medesimo soggetto. 7
2-quater. Nei dieci giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 3, l’ufficio elettorale cen-
Organi della giurisdizione tributaria 383
trale accerta che nei confronti del candidato non sussistono le cause di ineleggibilità di cui all’arti-
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma prima sostituito dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decorren-
za dal 10.12.2000, poi dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato da ultimo così modifi-
cato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 Secondo quanto disposto dall' art. 84 comma 3, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), in vigore dal
10.12.2000, i termini di cui al presente comma decorrono dal centoventesimo giorno successivo alla scadenza del peri-
odo di cui al comma 2 del medesimo aricolo 84 (dieci mesi dalla data del 10.12.2000).
4 Tali termini, in base al disposto della L. 23.12.2000, n. 386 decorrono a partire dal centoventesimo giorno successivo al
29.10.2001.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
6 Il presente comma inserito dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decorrenza dal
10.12.2000, è stato così sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
7 Il presente comma è stato inserito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
8 Il presente comma inserito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016, è stato poi così modifi-
cato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
Elezione del Consiglio di Presidenza A seguito della modifica dell’art. 8, co. 5, della L. 130/2022
(cfr. art. 40, co. 1, lett. b), del D.L. 24.2.2023, n. 13, in G.U. 24.2.2023, n. 47, in vigore dal
25.2.2023), le elezioni del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria sono indette entro
trenta giorni dalla pubblicazione della graduatoria – relativa al transito dei magistrati ordinari,
amministrativi, contabili o militari, che abbiano partecipato alla procedura di interpello per il
definitivo transito alla giurisdizione tributaria (si veda l’art. 4 del presente Decreto) – e, in ogni
caso, hanno luogo non oltre il 31 maggio 2023.
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Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente articolo prima modificato dall'art. 85, L. 21.11.2000, n. 342 (G.U. 25.11.2000, n. 276, S.O. n. 194), con decor-
renza dal 10.12.2000, e dall'art. 16 quater del D.L.28.12.2001, n. 452, con decorrenza dal 28.02.2002, è stato da ultimo
così sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
1. L'ufficio elettorale centrale proclama eletti coloro che, nell'ambito di ciascuna categoria di eleggi-
bili, hanno riportato il maggior numero di voti. A parità di voti è eletto il più anziano di età. I no-
minativi degli eletti sono comunicati al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria e al Dipar-
timento delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze. 2
2. I reclami relativi alla eleggibilità e alle operazioni elettorali sono indirizzati al consiglio di presi-
denza e debbono pervenire alla segreteria dello stesso entro il quindicesimo giorno successivo
alla proclamazione dei risultati. Essi non hanno effetto sospensivo.
3. Il consiglio di presidenza decide sui reclami nella sua prima adunanza.
3-bis. Nei quindici giorni successivi all’emanazione del decreto del Presidente della Repubblica, di cui
all’articolo 17, comma 1, il Presidente in carica del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria
convoca per l’insediamento il Consiglio nella sua nuova composizione. 3
3-ter. Il Consiglio di Presidenza scade al termine del quadriennio e continua ad esercitare le proprie
funzioni fino all’insediamento del nuovo Consiglio. 3 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016. Si riporta di
seguito il testo ancora vigente fino al 31.12.2015: «1. L'ufficio elettorale centrale proclama eletti coloro che, nell'ambito di cia-
scuna categoria di eleggibili, hanno riportato il maggior numero di voti. A parità di voti è eletto il più anziano di età.».
3 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
Organi della giurisdizione tributaria 385
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La presente lettera aggiunta all'art. 16 quater, D.L.28.12.2001, n. 452, con decorrenza dal 28.02.2002, è stata poi così
modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La presente lettera è stata così sostituita dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal
06.07.2011.
4 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 39, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decor-
renza dal 06.07.2011, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a) e lett. q), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022 ed
applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2023.
5 La presente lettera è stata così sostituita dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal 01.01.2016.
6 La presente lettera è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
386
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
7 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 1, comma 1, lett. q), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022 ed
applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2023.
1. È istituito presso il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria l'Ufficio del massimario na-
zionale, al quale sono assegnati un direttore, che ne è il responsabile, e quindici magistrati o giu-
dici tributari.
2. Il direttore, i magistrati e i giudici tributari assegnati all'Ufficio sono nominati con delibera del
Consiglio di presidenza tra i componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do. La nomina del direttore e dei componenti dell'ufficio è effettuata tra i candidati che hanno
maturato non meno di sette anni di effettivo esercizio nelle funzioni giurisdizionali. L'incarico del
direttore e dei componenti dell'Ufficio ha durata quinquennale e non è rinnovabile.
3. L'Ufficio del massimario nazionale provvede a rilevare, classificare e ordinare in massime le deci-
sioni delle corti di giustizia tributaria di secondo grado e le più significative tra quelle emesse
dalle corti di giustizia tributaria di primo grado.
4. Le massime delle decisioni di cui al comma 3 alimentano la banca dati della giurisprudenza tribu-
taria di merito, gestita dal Ministero dell'economia e delle finanze.
5. Mediante convenzione tra il Ministero dell'economia e delle finanze, il Consiglio di presidenza del-
la giustizia tributaria e la Corte di cassazione sono stabilite le modalità per la consultazione della
banca dati della giurisprudenza tributaria di merito da parte della Corte.
6. L'Ufficio del massimario nazionale si avvale delle risorse previste nel contingente di cui all'artico-
lo 32 e dei servizi informatici del sistema informativo della fiscalità del Ministero dell'economia e
delle finanze.
7. I componenti dell'Ufficio del massimario nazionale possono essere esonerati dall'esercizio delle
funzioni giurisdizionali presso le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado. In caso di
esonero, ai giudici tributari componenti dell'Ufficio è corrisposto un trattamento economico, so-
stitutivo di quello previsto dall'articolo 13, pari alla metà dell'ammontare più elevato corrisposto
nello stesso periodo ai giudici tributari per l'incarico di presidente di corte di giustizia tributaria. 1
Nota
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 1, comma 1, lett. r), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022 ed
applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2023.
Massimario nazionale La nuova disposizione - che si applica a decorrere dal 1° gennaio 2023 –
istituisce, presso il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’Ufficio del massimario na-
zionale con la funzione di «rilevare, classificare e ordinare in massime le decisioni delle corti di giu-
stizia di secondo grado e le più significative tra quelle emesse dalle corti di giustizia di primo grado»,
per alimentare la banca dati della giurisprudenza tributaria di merito. Mediante una convenzio-
Organi della giurisdizione tributaria 387
ne verranno stabilite le modalità di consultazione della banca dati da parte della Corte di cassa-
1. Il consiglio di presidenza è convocato dal presidente o, in sua assenza, dal componente che lo so-
stituisce, di iniziativa propria o su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti. 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza)
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
1. I componenti del consiglio di presidenza sono esonerati dalle funzioni proprie conservando la ti-
tolarità dell'ufficio ed il relativo trattamento economico ragguagliato, quanto alla parte variabile,
a quella più elevata conferita nello stesso periodo ai presidenti di corte di giustizia tributaria di
primo e secondo grado. 2
2. Ai componenti del consiglio di presidenza spetta, se con residenza fuori Roma, il trattamento di
missione nella misura prevista per la qualifica rivestita e comunque non inferiore a quella previ-
sta per il dirigente generale dello Stato, livello C. 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 3 comma 121, L. 24.12.2003, n. 350, con decorrenza dal
01.01.2004, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
388
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri esercita l'alta sorveglianza sulle corti di giustizia tributaria
di primo e secondo grado e sui giudici tributari. Il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Mini-
stro delle finanze hanno facolta` di chiedere al consiglio di presidenza e ai presidenti delle com-
missioni informazioni circa il funzionamento della giustizia tributaria ed i servizi relativi e posso-
no fare, al riguardo, le comunicazioni che ritengono opportune al consiglio di presidenza. 3
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze presenta entro il 30 ottobre di ciascun anno una relazio-
ne al Parlamento sullo stato della giustizia tributaria nell’anno precedente anche sulla base degli
elementi predisposti dal Consiglio di presidenza, con particolare riguardo alla durata dei processi
e all’efficacia degli istituti deflattivi del contenzioso. 2 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così sostituito così sostituito dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 156 con decorrenza dal
01.01.2016.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Il Consiglio di presidenza provvede all'autonoma gestione delle spese per il proprio funzionamen-
to, nei limiti del fondo stanziato a tale scopo nel bilancio dello Stato e iscritto con unico capitolo
nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica. La gestione si svolge in base al bilancio di previsione e a rendiconto consuntivo sog-
getto al controllo della Corte dei conti. Il bilancio e il rendiconto sono pubblicati nella Gazzetta
Ufficiale. 1 2
Note
1 Il presente articolo è stato aggiunto dall'art. 36 L. 18.02.1999, n. 28
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04.1998, n. 144 Or-
dinanza).
Organi della giurisdizione tributaria 389
Capo IV
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
1. È istituito presso ogni corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado un ufficio di segreteria
con funzioni di assistenza e collaborazione nell'esercizio dell'attività giurisdizionale nonché per lo
svolgimento di ogni altra attività amministrativa attribuita alla stessa o ai suoi componenti. 3 2 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
1. Agli uffici di segreteria delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado sono addetti di-
pendenti del Ministero delle finanze compresi in un apposito contingente del personale indicato
nell'art. 10 della legge 29 ottobre 1991, n. 358. 3
2. Il contingente del personale istituito a norma del comma 1 è costituito con la dotazione indicata,
complessivamente, nella tabella C e, per ogni corte di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do, nella tabella D.
Il Ministro delle finanze di concerto con il Ministro del tesoro, con proprio decreto determina ogni an-
no le variazioni da apportare alle dotazioni del contingente in relazione alle variazioni del numero di
sezioni e del flusso dei ricorsi presso ogni corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado. 3 1 2 4
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o meno
390
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto amministrativo in
ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione, dalla Corte di giusti-
1. Al personale addetto agli uffici di segreteria delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado spetta il trattamento economico previsto per le rispettive qualifiche dalle disposizioni con-
cernenti il personale del Ministero delle finanze. 2
2. Al personale di cui al comma 1 è attribuita dalla data di entrata in funzione delle nuove corti di
giustizia tributaria di primo e secondo grado, se più favorevole, l'indennità prevista dalla legge 22
giugno 1988, n. 221 e con le modalità da essa stabilite in luogo dei compensi previsti dall'art. 4,
commi 4, 5 e 6 del decreto legge 19 dicembre 1984, n. 853, convertito con modificazioni dalla
legge 17 febbraio 1985, n. 17, del compenso previsto dall'art. 10 del decreto del Presidente della
Repubblica 25 giugno 1983, n. 344, nonché di qualsiasi altro compenso o indennità incentivante
la produttività. 2
3. L'attribuzione dell'indennità di cui al comma 2, nei casi stabiliti dall'art. 2 della legge 22 giugno
1988, n. 221, è fatta con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro. 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Il personale di cui all'art. 32 è amministrato secondo le disposizioni della legge 29 ottobre 1991,
n. 358 e del suo regolamento di attuazione. 1
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
1. I direttori delle segreterie delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado e i funzionari
con IX e VIII qualifica funzionale provvedono all'organizzazione tecnica del lavoro degli uffici di
segreteria per adeguarne l'efficienza alle necessità del processo tributario; partecipano a com-
missioni di studio relative al funzionamento del contenzioso tributario istituite in seno all'Ammi-
nistrazione finanziaria; vigilano sul restante personale assegnato alla segreteria. 2
2. Gli impiegati con VII e VI qualifica funzionale assistono i collegi giudicanti nelle udienze e controfir-
mano gli atti nei quali la legge richiede il loro intervento; ricevono gli atti del processo concernenti il
loro ufficio; rilasciano le copie delle decisioni; svolgono compiti di carattere amministrativo e con-
tabile e provvedono agli adempimenti che ad essi vengono affidati; possono, nel caso di assenza o
vacanza, fare le veci dei funzionari della qualifica funzionale immediatamente superiore.
Organi della giurisdizione tributaria 391
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Autonomia organizzativa delle Segreterie delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado Gli artt. 31, 32 e 35 del Decreto assegnano ai direttori delle Segreterie delle Corti di giusti-
zia tributaria di primo e secondo grado piena ed esclusiva competenza (con la connessa responsa-
bilità) in materia di organizzazione e funzionamento dei rispettivi uffici di segreteria. Tale compe-
tenza è generale, per cui «non può intendersi circoscritta all’attività di udienza, essendo intuitivo che
l’intero funzionamento delle Segreterie è funzionale al corretto ed efficiente svolgimento dell’attività giu-
risdizionale, ivi comprese le attività svolte dalle parti fuori udienza, come il deposito di documenti e me-
morie, la richiesta e il ritiro di copie di atti processuali» (cfr. Cons. di Stato, Sent. 25.6.2010, n. 4123).
Ne deriva l’illegittimità della Circolare del Dipartimento delle Politiche Fiscali del Ministero del-
l’Economia e delle Finanze del 23.2.2007, con la quale è stata disposta la chiusura delle Segreterie
delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado nella giornata del sabato (con la sola
deroga prevista per le ipotesi in cui l’apertura sia necessaria per lo svolgimento di udienze o di al-
tre attività giurisdizionali), non potendosi espropriare, con atto amministrativo generale, la pote-
stà attribuita per legge ai dirigenti dei singoli uffici giudiziari di valutare, in ragione delle specifi-
che esigenze degli uffici medesimi, la sussistenza di esigenze connesse ai carichi di lavoro tali da
rendere necessario od opportuno di sabato il regolare funzionamento delle Segreterie (anche in
ipotesi diverse dalle deroghe previste nella Circolare citata).
Infine, «in considerazione della introduzione del Processo Tributario Telematico e dei servizi informa-
tizzati dedicati ai componenti delle Corti di Giustizia Tributaria», il C.P.G.T. ha ritenuto «indispensa-
bile assicurare la piena e tempestiva corrispondenza delle banche dati informatiche delle segreterie delle
Corti di Giustizia Tributaria con quanto stabilito nei decreti presidenziali. A tale scopo i Presidenti delle
Corti di Giustizia Tributaria avranno cura di disporre affinché le segreterie provvedano ad aggiornare gli
archivi e banche dati del sistema S.I.Gi.T. a quanto disposto con i decreti adottati dai Presidenti, di Cor-
te di Giustizia Tributariae di Sezioni, e che vadano a variare per un determinato periodo la composizione
delle sezioni e dei collegi (…) con esclusione delle variazioni di carattere meramente temporaneo, quali la
sostituzione di udienze. Le variazioni dovranno essere acquisite al S.I.Gi.T. entro e non oltre il termine
di decorrenza della efficacia delle disposizioni contenute nei decreti medesimi, con riferimento alla da-
ta di quella più immediata tra esse» (cfr. C.P.G.T. Risoluzione 6.12.2022, n. 5).
392 Organi della giurisdizione tributaria
Capo V
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545
1. È istituito il servizio automatizzato per la gestione delle attività degli uffici di segreteria delle cor-
ti di giustizia tributaria di primo e secondo grado e del consiglio di presidenza e per le rilevazioni
statistiche sull'andamento dei processi comprese la formazione e la tenuta dei ruoli. 2
2. Al servizio automatizzato di cui al comma 1 è preposto il centro informativo del dipartimento del-
le entrate di cui all'art. 49 del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992, n. 287.
3. Le modalità di gestione dei servizi automatizzati sono stabiliti con regolamento. 1 3
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o meno
che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto amministrativo in
ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione, dalla Corte di giusti-
zia tributaria di primo grado di Venezia, che ha sollevato la questioni di legittimità del presente articolo, nella parte in cui attri-
buisce al Ministro delle Finanze «competenza in merito al servizio automatizzato per la gestione delle attività degli uffici di
segreteria della corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado e del consiglio di presidenza della giustizia tributaria e
per le rilevazioni statistiche sull’andamento dei processi, comprese la formazione e la tenuta dei ruoli, oltre che la competen-
za ad emanare norme regolamentari per la disciplina delle modalità di gestione di tale servizio» (C.G.T. I Venezia, Ord.
31.10.2022, n. 408/1/22).
1. La direzione centrale per gli affari giuridici e per il contenzioso tributario presso il Dipartimento delle
entrate del Ministero delle finanze cura la rilevazione e l'esame delle questioni di rilevante interesse o
di ricorrente frequenza nelle controversie pendenti dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e
secondo grado sulla base di segnalazioni periodiche dei presidenti delle stesse. 3
2. La direzione centrale di cui al comma 1, sentita quando occorre l'Avvocatura generale dello Stato, in
particolare quando si tratti di questioni sulle quali non vi sia un univoco orientamento giurispruden-
ziale, formula e propone al Ministro indirizzi per gli uffici periferici ai fini della difesa dell'Amministra-
zione finanziaria, in ordine alle questioni rilevate ed esaminate, secondo criteri di uniforme e corretta
interpretazione della legge.
3. La direzione centrale di cui al comma 1, sulla base di relazioni periodiche delle direzioni regionali o
compartimentali, esamina l'attività di rappresentanza e difesa degli uffici periferici dinanzi alle corti di
giustizia tributaria di primo e secondo grado e, se necessario, impartisce le direttive del caso per la
loro organizzazione. 3
4. Gli uffici periferici, sulla base degli indirizzi e delle direttive di cui ai commi 2 e 3, esercitano l'attività di
rappresentanza e difesa dell'Amministrazione nelle controversie dinanzi alle corti di giustizia tributaria
di primo e secondo grado e coordinano con gli uffici competenti dell'Avvocatura dello Stato le iniziati-
ve dirette a facilitare l'assistenza consultiva e il patrocinio in giudizio da parte della stessa. 3
4-bis. Il dirigente dell'ufficio del Ministero delle finanze di cui all' articolo 11, comma 2, del decreto legisla-
tivo 31 dicembre 1992, n. 546, riguardante la capacità di stare in giudizio, stabilisce le condizioni ne-
cessarie per la formulazione o l'accettazione della proposta di conciliazione di cui all'articolo 48 del ci-
tato decreto legislativo n. 546 del 1992. 2 1 4
Note
1 Il presente comma è stato aggiunto dall' art. 14 D.Lgs. 19.06.1997, n. 218.
Organi della giurisdizione tributaria 393
1. La direzione centrale di cui all'art. 37, comma 1, rileva, sulla base di relazioni trimestrali delle dire-
zioni regionali e compartimentali ed avvalendosi anche del servizio di cui all'art. 36, i motivi per i
quali più frequentemente i ricorsi avverso atti degli uffici periferici sono accolti dalle corti di giu-
stizia tributaria di primo e secondo grado; essa, in relazione ai motivi di accoglimento rilevati, ela-
bora le direttive per gli uffici periferici e formula le conseguenti proposte al Ministro. 2
2. La direzione centrale di cui all'art. 37, comma 1, in relazione alla rilevazione di cui al comma 1 ed
anche avvalendosi di informazioni ed elementi acquisiti dall'ufficio per l'elaborazione di studi di
politica tributaria e di analisi fiscali, formula le proposte di modifiche legislative ritenute neces-
sarie e le trasmette all'ufficio del coordinamento legislativo. 1 3
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o
meno che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto ammini-
strativo in ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione. La
Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia, infatti, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legitti-
mità (anche) del presente articolo, nella parte in cui attribuisce al Ministro delle Finanze «competenza in merito alla rile-
vazione ed esame dei motivi per i quali più frequentemente i ricorsi avverso atti degli uffici periferici sono accolti dalle
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado ai fini della successiva elaborazione delle direttive per gli uffici pe-
riferici e la formulazione delle conseguenti proposte al Ministro oltre che per la formulazione delle proposte di modifi-
che legislative ritenute necessarie» (C.G.T. I Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
1. La direzione centrale di cui all'art. 37, comma 1, avvalendosi del servizio di cui all'art. 36, compie
tutte le rilevazioni statistiche relative alle controversie pendenti, ai ricorsi proposti ogni anno, al-
le varie fasi dei processi in corso ed alla loro definizione, nonché ai provvedimenti adottati.
2. Le modalità delle rilevazioni previste dal comma 1 e gli elementi che ne sono oggetto sono stabi-
liti con regolamento. 1 2
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
394
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
2 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o
meno che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto ammini-
[1. È istituito presso ciascuna commissione tributaria regionale un ufficio del massimario, che prov-
vede a rilevare, classificare e ordinare in massime le decisioni della stessa e delle commissioni
tributarie provinciali aventi sede nella sua circoscrizione.
2. Alle esigenze del suindicato ufficio si provvede nell'ambito del contingente di cui all'art. 32 .
3. Le massime delle decisioni saranno utilizzate per alimentare la banca dati del servizio di docu-
mentazione tributaria gestita dal sistema centrale di elaborazione del Ministero delle finanze, al
quale le commissioni sono collegate anche per accedere ad altri sistemi di documentazione giuri-
dica e tributaria.] 1 2 3
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente articolo è stato abrogato dall'art. 1, comma 1, lett. s), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 01.01.2023.
3 La norma è stata abrogata (cfr. art. 1, co. 1, lett. s), della L. 31.8.2022, n. 130, in G.U. 1.9.2022, n. 204), a decorrere dal 1°
gennaio 2023, a seguito della introduzione – a decorrere dalla medesima data – del nuovo art. 24-bis, rubricato «Ufficio
del massimario nazionale», che prevede la istituzione del citato Ufficio, presso il Consiglio di presidenza della giustizia
tributaria.
Questa disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o meno
che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto amministrativo
in ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione, dalla Corte
di giustizia tributaria di primo grado di Venezia, che ha sollevato la questione di legittimità del presente articolo, nella
parte in cui attribuisce al Ministro delle Finanze «competenza in merito alla alimentazione della banca dati del servizio di
documentazione tributaria gestita dal sistema centrale di elaborazione del Ministero delle finanze, Ufficio del massimario,
mercè la rilevazione, la classificazione e l’ordinamento in massime delle decisioni delle corti di giustizia tributaria di primo
e secondo grado aventi sede nella medesima circoscrizione».
Secondo la Corte veneta, tale competenza strumentale «induce giustificatamente a temere che lo stesso sapere giuri-
sprudenziale - sia nel momento della sua formazione che nel momento della sua raccolta e selezione – possa essere sot-
toposto al condizionamento ab externo, con fini contrastanti con quelli della garanzia delle pari opportunità a favore di
ciascuna parte del processo» (C.G.T. I Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
Organi della giurisdizione tributaria 395
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordinanza).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La presente disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o
meno che siano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto ammini-
strativo in ordine alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione, dal-
la Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia, che ha sollevato la questione di legittimità del presente artico-
lo, nella parte in cui attribuisce al Ministro delle Finanze «competenza in merito alla organizzazione dei corsi di aggior-
namento, d’intesa con la scuola centrale tributaria per i componenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo
grado concernenti la disciplina del processo in relazione al sistema normativo dei singoli tributi ed alle modificazioni
sopravvenute» (C.G.T. I Venezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
396 Organi della giurisdizione tributaria
Capo VI
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545
1. Le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado sono insediate in unica data entro l'1
aprile 1996 con decreto del Ministro delle finanze pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repub-
blica italiana almeno sessanta giorni prima. 5
2. Dalla stessa data sono soppresse le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di pri-
mo e di secondo grado previste dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, nu-
mero 636. 6
3. La corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale prevista dal decreto di cui al comma
2 è soppressa e cessa di funzionare, tenuto conto dei ricorsi pendenti, entro la data stabilita con de-
creto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle finanze. 2
4. Al reperimento delle sedi necessarie all'insediamento di cui al comma 1 si applicano le disposizio-
ni dell' art. 48 del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992, n. 287. 3 1 4
Note
1 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, e poi dall' art. 19 L. 08.05.1998, n.
146, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del presente articolo sollevata in riferimento agli
artt. 24, 25, primo comma, 97 e 101 della Costituzione (C.cost. 17.06-24.06 1997, n. 201 Ordinanza).
4 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
5 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 1, D.L. 26.09.1995, n. 403, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Insediamento delle nuove Corti tributarie di primo e secondo grado La norma, in vigore dal 16
settembre 2022, è stata modificata sostituendo la precedente denominazione di «commissioni
tributarie», ovunque ricorra, con quella di «corti di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do» (cfr. art. 1, co. 1, lett. a) della L. 31.8.2022, n. 130, in G.U. 1.9.2022, n. 204).
L’(originario) insediamento, dopo una serie di proroghe, è avvenuto il 1° aprile 1996 (art. 1, co. 1,
D.L. 26.9.1995, n. 403), con D.M. 26.1.1996.
Organi della giurisdizione tributaria 397
[9. Gli elenchi di cui ai commi 3 e 5 sono sottoposti a ratifica del consiglio di presidenza della giusti-
zia tributaria, che procede alle eventuali rettifiche e promuove i conseguenti provvedimenti subi-
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall' art. 31 L. 27.12.1997, n. 449, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Il presente comma è stato così sostituito dall' art. 1 D.L. 26.09.1995, n. 403
3 Il presente comma aggiunto dall'art. 11 D.L. 08.08.1996, n. 437, è stato poi così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
4 Il presente comma è stato abrogato dall' art. 1 D.L. 26.09.1995, n. 403
5 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento all'art.
102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04.1998, n. 144 Ordinanza).
6 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
7 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
8 Questa disposizione, insieme a «tutte le norme del D.Lgs. 545/1992 nella loro formulazione vigente (novellate o meno che si-
ano state dall’anzidetta Legge [130/2022]) che attribuiscono competenza gestionale e di supporto amministrativo in ordine
alla organizzazione giudiziaria tributaria al MEF», è stata ritenuta in contrasto con la Costituzione, dalla Corte di giustizia tri-
butaria di primo grado di Venezia, che ha sollevato la questione di legittimità del presente articolo, nella parte in cui attribui-
sce al Ministro delle Finanze «competenza in merito alla nomina della Commissione (che a sua volta si avvale dei servizi e del
personale della Direzione degli affari giuridici e del contenzioso del Ministero della Finanze), che provvede alla formazione de-
gli elenchi di cui ai commi 3 e 5 dello stesso art. 43 finalizzati alla selezione dei giudici tributari di prima nomina» (C.G.T. I Ve-
nezia, Ord. 31.10.2022, n. 408/1/22).
1. Coloro che sono rimasti a comporre la corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado centrale
fino alla cessazione dell'attività di tale organo, a partire da tale data entrano a far parte dell'ordina-
mento giudiziario tributario e sono nominati nelle corti di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do, su loro domanda, con precedenza sugli altri aspiranti con i criteri di valutazione ed i punteggi di
cui alla tabella F ed, a parità di punteggio, secondo la maggiore anzianità di età. 2 1 3
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 3 bis, D.L. 30.09.2005, n. 203, con decorrenza dal 03.12.2005,
e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
3 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
Organi della giurisdizione tributaria 399
Note
1 Il presente articolo è stato aggiunto dall'art. 32 L. 08.05.1998, n. 146.
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
1. I criteri di valutazione e i punteggi di cui alle tabelle E ed F allegate al presente decreto sono mo-
dificati, su conforme parere del consiglio di presidenza della giustizia tributaria, con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze 1
Note
1 Il presente articolo è stato aggiunto dalla L 28.12.01, n.448 (G.U. 29.12.2001, n. 301, S.O. n.285)
1. Nella prima applicazione del presente decreto il consiglio di presidenza è eletto da tutti i compo-
nenti delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado nominati a norma dell'art. 43. 3
2. Le elezioni hanno luogo entro il 31 dicembre 1996. 1 2
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 11 D.L. 08.08.1996, n. 437.
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Il personale in servizio alla data dell'1 ottobre 1993 presso le segreterie delle commissioni tribu-
tarie di primo e di secondo grado previste dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 636 è assegnato dalla stessa data al contingente di cui all' art. 32 e destinato alle corti di
giustizia tributaria di primo e secondo grado nella cui circoscrizione è la residenza di ognuno nei
limiti dei posti disponibili. 3
2. Il personale in servizio alla data del 31 dicembre 1995 presso la segreteria della corte di giustizia
tributaria di primo e secondo grado prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 26 otto-
400
D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 Organi della giurisdizione tributaria
bre 1972, n. 636 è assegnato dall'1 gennaio 1996 al contingente di cui all'art. 32 e destinato alle
corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado aventi sede in Roma. 3
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
2 La rubrica del presente articolo è stata così modificata dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorren-
za dal 16.09.2022.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), L. 31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal
16.09.2022.
1. Alla copertura dei posti disponibili nelle qualifiche dirigenziali e di quelli rimasti nelle qualifiche funzio-
nali dopo gli inquadramenti di cui all'art. 46, si procede nei modi previsti dalle disposizioni vigenti. È
data tuttavia facoltà, in relazione alla necessità di urgente copertura dei posti delle qualifiche VI, IV e
III, di procedere all'assunzione di idonei nei concorsi ordinari indetti dal Ministero delle finanze nei cin-
que anni antecedenti all'entrata in vigore del presente decreto, sulla base di graduatorie uniche nazio-
nali approvate con decreto del Ministro delle finanze, e di indire concorsi speciali da espletarsi secon-
do le disposizioni degli articoli 9, 10 e 11 della legge 4 agosto 1975, n. 397.
2. Gli impiegati di VII qualifica funzionale, in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza o
scienze politiche o economia e commercio od equipollenti, che, per almeno cinque anni, abbiano
svolto effettivamente e lodevolmente funzioni di cancelliere, coordinando due o più sezioni, pur-
Organi della giurisdizione tributaria 401
Note
1 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
1. A decorrere dalla data di insediamento delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo gra-
do sono abrogati gli articoli da 2 a 14 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 636, salvo quanto disposto dal comma 2. 1
2. Gli articoli 4 , 5 , 6 , 7 , 8 , 9 , 10 , 11 , 12 , quarto comma, 13 , 13 bis e 14 del decreto del Presiden-
te della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636 continuano ad applicarsi relativamente alla corte di
giustizia tributaria di primo e secondo grado fino alla cessazione del suo funzionamento. 1 2
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
1. I regolamenti previsti dal presente decreto sono emanati entro il 28 febbraio 1994. 1 2
Note
1 Il presente articolo è stato così modificato dall'art 69 D.L. 30.08.1993, n. 331.
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C. cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Or-
dinanza).
Note
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 11 D.L. 08.08.1996, n. 437, e poi dall'art. 1, comma 1, lett. a), L.
31.08.2022, n. 130, con decorrenza dal 16.09.2022.
2 Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale del presente decreto sollevate in riferimento
all'art. 102, secondo comma, e alla VI disposizione transitoria della Costituzione (C.cost. 20.04 - 23.04 1998, n. 144 Ordi-
nanza).
Scadenzario ricorsi,
di posta certificata dell’Ufficio Notificazioni Esecuzioni e Protesti (UNEP) pubblicato sull’indice degli Indi-
la notifica, che rimane necessaria nei soli casi in cui l’istanza di discussione da remoto venga presentata pri-
ma della notifica dell’avviso di trattazione.
del compimento dei 30 giorni, si somma il periodo utilmente decorso prima dell’1.8 con quello successi-
Nota (**) si veda «Termini per la proposizione del ricorso» in [le regole del processo davanti alla Corte di Giustizia
Triutaria di 1° grado in sintesi].
408
Le regole del processo Scadenze ricorsi e memorie
con deposito del fascicolo di parte presso la Segreteria della Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado
(art. 22, D.Lgs., 31.12.1992, n. 546)
Nota (**) si veda «Termini per costituzione in giudizio del ricorrente» in [le regole del processo davanti
alla Corte di Giustizia Triutaria di 1° grado in sintesi].
Scadenze ricorsi e memorie 409
Nota (**) si veda Deposito documenti, memorie illustratuve in le regole del processo davanti alla Corte di Giustizia
Triutaria di 1° grado in sintesi.
Formulario degli atti
principali nel processo
www.giustiziatributaria.gov.it
Atti processuali
413
***
Il Sig.......... . nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n........... codice fiscale .......... d'ora in poi anche "il
ricorrente"
(oppure)
La società ………. (denominazione, sede legale, codice fiscale e indirizzo di Posta elettronica certificata (3),
se obbligatoria) in persona del proprio legale rappresentante Sig........... (codice fiscale .......) nato a .......... e
residente a .......... in via .......... d'ora in poi anche solo "la Società" o "il ricorrente" rappresentato/a e difeso/
a - giusta procura allegata/rilasciata su foglio separato (4) - dall'avv./dott./rag. (ecc.) .......... (codice fisca-
le), iscritto all'Albo.......... con studio in .......... via ………. (numero fax e indirizzo di Posta elettronica certifica-
ta) presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del P.T.T. per il presente giudizio,
• esaminato il provvedimento sopra indicato;
• considerato che, con tale atto, l'Ufficio impositore provvede a ………. (indicare le pretese impositive e san-
zionatorie contenute nell'atto impugnato);
• valutati i motivi addotti a supporto delle pretese avanzate;
• visti gli arti. 18 e segg. del D.Lgs. 546/1992 e ss.mm.;
RICORRE
avverso .......... (indicare la tipologia dell'atto impugnato) per i motivi che seguono, dopo aver riepilogato il
FATTO
Con avviso notificato il .......... (descrivere sinteticamente i fatti su cui è fondato l'accertamento)
DIRITTO
L'atto impugnato è illegittimo (in diritto)/ è infondato (nel merito) per i seguenti motivi: ……….
Per i suesposti motivi, il ricorrente, come sopra rappresentato,
CHIEDE
a) in via pregiudiziale/preliminare ……….
b) in via principale ……….
c) in via subordinata (eventuale) ……….-
d) in via istruttoria (richiesta di disporre consulenza tecnica, di ordinare l'esibizione di documenti ecc.)
..........
e) che la presente controversia venga discussa in pubblica udienza.
Con rifusione di spese ed onorari di causa.
***
Quanto sopra affermato e richiesto in relazione a .......... (indicare la tipologia dell'atto impugnato), il sotto-
scritto indica l'elenco degli atti e dei documenti che saranno depositati nel fascicolo telematico di parte in
sede di costituzione in giudizio del ricorrente (art. 22, D.Lgs. 546/1992): .......... .......... ..........
Con ossequio.
Per il ricorrente
Sig./Società..........
Il presente documento è costituito da n........... pagine, numerate progressivamente da 1 a ......e da n. ..... allegati.
Formulario 415
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
Atti processuali
Si attesta, ai sensi degli artt. 14, 16-bis, 22 e 23 del D.Lgs. 546/1992, che l'atto notificato alla parte all'indi-
rizzo PEC come risultante agli atti di causa e quello depositato telematicamente presso la Corte di Giusti-
Avv./dott./rag.
Firmato digitalmente ..........
____________________________________________________________________________________________________
Note:
(1) Per i contenziosi con lite di valore (convenzionale) superiore a 50 mila euro. Dal 16 settembre 2022, la
Legge n. 130 del 31 agosto 2022, di riforma del processo tributario, ha stabilito il cambio di denominazio-
ne delle Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali in Corti di Giustizia Tributaria di 1°/2° Grado.
(2) La Legge n. 130 del 31 agosto 2022 (cfr. art. 4, c. 4), di riforma del processo tributario ha modificato
l’art. 16, c. 4 del D.L. 119/2018, che disciplina la trattazione delle udienze a distanza, prevedendo che: per i
giudizi instaurati dal 1° settembre 2023 (ovvero per i ricorsi notificati dal 1 settembre 2023 in poi), le
udienze pubbliche (ex art 34 D.lgs n. 546/1992) e in Camera di Consiglio (ex art. 33 del D.lgs. n. 546/1992)
potranno essere discusse con collegamento da remoto secondo le istruzioni già previste dal DM del 10
novembre 2020. La trattazione da remoto dovrà essere richiesta nel ricorso/primo atto difensivo o con
apposita istanza da depositare in segreteria entro i 20 giorni liberi prima della data di trattazione (non è
più prevista la notifica, che rimane necessaria nei soli casi in cui l’istanza di discussione da remoto venga
presentata prima della notifica dell’avviso di trattazione). Sarà garantita la trattazione da remoto solo nel
caso di richiesta congiunta delle parti, in caso contrario si ritiene che l’udienza debba esser discussa in
presenza presso le Corti di Giustizia Tributaria di Primo e Secondo Grado. Non saranno, quindi, più possi-
bili le udienze miste (con alcune parti da remoto ed altre in presenza).
Le udienze in composizione monocratica di cui all’art. 4-bis del D.Lgs 546/1992 e le udienze cautelari di
cui agli artt. 47, c. 2 e 52, c. 3 del D.Lgs. 546/1992 potranno avvenire solo da remoto, fatta salva la richie-
sta di trattazione in presenza di una delle parti per comprovate ragioni.
(3) L'indicazione della PEC equivale alla elezione di domicilio digitale ai fini delle comunicazioni e notificazioni
telematiche. Ogni variazione del predetto indirizzo di posta elettronica certificata deve essere comunicata
alla Segreteria della Corte di Giustizia Tributaria adita ed alle parti costituite. In ogni caso la variazione ha ef-
fetto dal decimo giorno successivo a quello in cui è stata notificata (cfr. artt. 6 e 7, Regolamento del PTT).
(4) Nel PTT la procura alle liti deve essere rilasciata su foglio separato (si veda formula n. 3) e può essere
sottoscritta digitalmente oltre che dal difensore, anche dal ricorrente se munito di firma digitale. Nel caso
in cui il cliente non disponga di firma digitale, la firma autografa dovrà essere autenticata dal difensore
secondo quanto stabilito dall'art. 22.
(5) Con l'avvento del PTT, il ricorso, una volta redatto, deve essere salvato in formato PDF/A-1a o PDF/A-
1b e sottoscritto dal difensore con l'apposizione di firma digitale di tipo CADES/PADES. Tale firma attribu-
isce al file salvato, l'estensione pdf.p7m. Nel caso di più difensori, la firma digitale può essere apposta da
ciascuno di essi con l'effetto che al file .pdf verrà automaticamente aggiunta l'estensione p7m, tante volte
quante saranno le firme apposto sul ricorso.
Il sottoscritto Sig. ......... (ovvero la Società .......... in persona del legale rappresentante pro-tempore Sig.
..........), delega a rappresentarlo e difenderlo in ogni fase e grado del giudizio, l'avv./dott./rag..... conferen-
dogli ogni e più ampio potere, ivi compreso quello di conciliare, di farsi sostituire in udienza, di nominare
coadiutori e assistenti in giudizio, di rinunciare al ricorso e agli atti.
Elegge domicilio presso l'indirizzo PEC del difensore
……….
Firma del delegante (apposta sul modulo cartaceo)
……….
«È autentica»
……….
Firma del difensore (apposta sul modulo cartaceo)
……….
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: Il documento, che costituisce un allegato (il primo) al ricorso, deve essere scansionato, salva-
to in PDF/A e poi autenticato, cioè sottoscritto digitalmente dal (solo) difensore. In alternativa, è possibile
la delega su file sottoscritta sia dal difensore che dal ricorrente con firma digitale.
416
Atti processuali Formulario
4. Relazione di notifica
Ad istanza di ………. (parte richiedente), io sottoscritto Aiutante Giudiziario addetto all’Ufficio notifiche
____________________________________________________________________________________________________
Nota Bene: la relata di notifica, è normalmente apposta in calce all'atto, nei casi di notifica a mezzo posta.
Dal 1° luglio 2019, la notifica dei ricorsi avviene soltanto a mezzo PEC, conseguentemente non c'è più
l'obbligo di compilazione della relata. Anche nel caso di notifica tramite Ufficiale Giudiziario (ai sensi degli
artt. 137 e ss. c.p.c.) l'atto dovrà, infatti, essere trasmesso all'indirizzo di posta elettronica certificata
dell'Ufficio UNEP (cfr. art. 5, D.M. 23.12.2013, n. 163, "Regolamento del PTT").
La notifica a mezzo PEC si considera regolarmente avvenuta nel momento stesso in cui il gestore di posta
elettronica certificata del destinatario dell'atto, genera la ricevuta di avvenuta consegna. In realtà, il siste-
ma genera, di regola, due ricevute: la prima di accettazione e la seconda di avvenuta consegna: solo
quest'ultima è in grado di garantire il perfezionamento della notifica.
Dal 1° luglio 2019 la costituzione in giudizio del ricorrente può avvenire solo telematicamente attra-
verso il sistema S.I.Gi.T. La piattaforma permette al professionista di trasmettere direttamente alla Se-
greteria della Corte di Giustizia Tributaria competente, il ricorso notificato, con copia della ricevuta di no-
tifica PEC, della procura e dei relativi documenti allegati (tutti gli atti trasmessi: ricorso, procura e docu-
menti allegati devono essere sottoscritti digitalmente).
Seguendo le indicazioni messe a disposizione dallo stesso portale, sarà possibile fornire tutti i dati neces-
sari per la costituzione in giudizio (dati generali della parte, atto impugnato, ecc.), compilare la nota di
iscrizione a ruolo ed effettuare il pagamento del contributo unificato attraverso il sistema PagoPa (oppure
prima di accedere al PTT, mediante F23 o marca da bollo da depositare in sede di costituzione attraverso
il S.I.GI.T).
Una volta completata la procedura di deposito, il S.I.Gi.t. rilascia in modalità sincrona la ricevuta di accet-
tazione, contenente numero, data ed ora di trasmissione dell'atto, che verrà automaticamente trasmessa
anche all'indirizzo PEC del soggetto abilitato che ha i effettuato il deposito. Tale data rappresenterà
quella di deposito ed iscrizione a ruolo della causa. Il S.I.Gi.T., infatti, verificato il regolare deposito degli
atti provvede all'iscrizione della causa al ruolo rendendo disponibile il relativo numero di iscrizione presso
l'area riservata dell'utente e trasmettendolo all'indirizzo PEC
dell'operatore che ha effettuato il deposito.
Formulario 417
-
Atti processuali
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: la figura propone un esempio della prima schermata che l'utente è tenuto a compilare per
procedere con la formazione del fascicolo di parte e la contestuale costituzione in giudizio. Per evitare
anomalie nella formazione del fascicolo telematico di parte, ogni singolo documento caricato non può
avere una dimensione superiore a 10 MB; possono essere trasmessi con un unico invio, non più i di 50
documenti, i quali complessivamente considerati non possono superare i 50 MB. Per un'indicazione detta-
gliata rispetto anche alla tipologia dei file che possono essere trasmessi, si rinvia a quanto dettagliata-
mente previsto agli artt. 10 e 11 del Regolamento del PTT (D.M. 163/2013) e agli artt. 7, 8, 9 e 10 del rela-
tivo allegato tecnico.
In caso di errore nella procedura di costituzione, il S.I.Gi.T. informa l'utente della/e eventuale/i anomalia/e
riscontrata/e, sempre a mezzo PEC.
5-bis. Fascicolo della parte ricorrente (per i contenziosi per cui il P.T.T.
non è obbligatorio, ma solo facoltativo)
PRESENTA RECLAMO
avverso il predetto atto impositivo, chiedendone l’annullamento totale, per le seguenti ragioni: (indicare i
motivi della richiesta di annullamento, come se si trattasse di una istanza di autotutela).
In via subordinata, nell’ipotesi in cui codesta spett. le Direzione ritenesse di non accogliere la suesposta
richiesta di annullamento, il Sig./la Società formula la seguente
PROPOSTA DI MEDIAZIONE
fondata sulle motivazioni di seguito esposte (da indicare analiticamente), che, se condivise, porterebbero
alla rideterminazione della pretesa reclamata nei seguenti termini (quantificare la pretesa rideterminata
con la proposta di mediazione).
Qualora, decorsi novanta giorni dalla presentazione del suesposto reclamo, non sia stato notificato l’acco-
glimento dello stesso e non sia stata neppure conclusa la mediazione nei termini sopra proposti, il pre-
sente atto produrrà gli effetti propri del ricorso di cui all’art. 18, D.Lgs. 546/1992 e verrà dunque presen-
tato davanti alla
CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA di 1° GRADO ..........
per sentire dalla stessa accogliere le seguenti
CONCLUSIONI
a) in via pregiudiziale/preliminare ..........
b) in via principale ..........
c) in via subordinata (eventuale) ..........
d) in via istruttoria (eventuale richiesta di disporre consulenza tecnica, di ordinare l’esibizione di documenti,
ecc.) ..........
Con rifusione di spese di causa.
DICHIARAZIONE DI VALORE DELLA LITE (4)
«Ai sensi dell’art. 14, co. 3-bis, D.P.R. 115/2002, si dichiara che il “valore legale” della presente causa è pari a
………. euro, per cui il contributo unificato dovuto per spese di giustizia è pari a ………. euro»; prova del paga-
mento sarà fornita in sede di costituzione in giudizio del ricorrente …….…
Elenco degli atti e dei documenti allegati al presente ricorso:
……….
……….
Con ossequio.
Atti processuali
n. …… allegati.
Avv./dott./rag.
.........................................
Firmato digitalmente
____________________________________________________________________________________________________
Note: (1) L’istanza di reclamo è condizione di procedibilità per i contenziosi di valore della lite inferiore a
50.000,00 euro. Dal 1° luglio 2019, il PTT è obbligatorio anche per tali giudizi, purché di valore non inferiore a
3.000,00 euro, per i quali rimane invece ancora facoltativo. Una volta notificato il ricorso-reclamo senza che si
giunga a una mediazione, questo dovrà essere depositato telematicamente entro gli ordinari termini di costi-
tuzione, ovvero entro 30 giorni dallo scadere dei termini per la mediazione (90 giorni dalla notifica del ricorso).
(2) L’obbligo di assistenza tecnica nel procedimento di reclamo e di difesa nell’eventuale successivo giudi-
zio riguarda le controversie potenziali di valore legale superiore a 3 mila euro e fino a 50 mila euro.
(3) Anche nel ricorso con istanza di reclamo la procura alle liti – predisposta ab origine telematicamente e
sottoscritta digitalmente sia dal ricorrente che dal difensore – va rilasciata su foglio separato (si veda for-
mula successiva). Nel caso in cui il ricorrente non disponga di firma digitale, la procura può anche essere
acquisita prima su supporto cartaceo e poi trasformata in formato pdf; in questo caso il difensore è tenu-
to ad autenticare la procura.
(4) Se il reclamo viene respinto o non si conclude la mediazione, il processo è assoggettato a Contributo Unificato.
(5) Dal 1° luglio 2019, anche il ricorso con istanza di reclamo, notificato e trasmesso telematicamente, de-
ve essere sottoscritto digitalmente.
Il sottoscritto Sig. ………. (ovvero la Società ………. in persona del legale rappresentante pro-tempore Sig.
……….), delega a rappresentarlo e difenderlo in ogni fase e grado del giudizio, l'avv./dott./rag. ………. confe-
rendogli ogni e più ampio potere, ivi compreso quello di proporre reclamo o di mediare ai sensi dell'art. 17-
bis del D.Lgs. 546/1992, di conciliare, di farsi sostituire in udienza, di nominare coadiutori e assistenti in
giudizio, di rinunciare al ricorso e agli atti.
Elegge domicilio presso lo Studio del difensore, sito in ………. via ………..
8. Chiamata in causa
• da parte del Sig./della Società ……....................…. di (residenza/sede legale) ….................……. con il difensore
avv./dott./rag. ………...................................
- ricorrente;
• In relazione al provvedimento in data ….........…. della Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di ............…. Ri-
corso n. ……...…. del Registro Generale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n. ……...........….
***
Il Sig. ……..............…. nato a ………. il ……..…. residente a ……...…. via ……........…. n. ………. codice fiscale ……….
(oppure)
La Società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale e indirizzo PEC) in persona del proprio legale
rappresentante Sig. .......... (codice fiscale ..........) a .......... residente a .......... in via .......... rappresentato/a e di-
feso/a, giusta procura alle liti già in atti dall’avv./dott. /rag. (ecc.) … (codice fiscale ..........), iscritto all’Albo
.......... , con studio in .......... , via .......... (numero fax e indirizzo di posta elettronica certificata), presso il qua-
le il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio,
420 Formulario
PREMESSO
Atti processuali
- che in data .......... ha depositato presso la segreteria di Codesta Corte ricorso avente il n. .........., del Regi-
stro Generale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n........... contro avviso .......... (indicare l'atto impugna-
CHIAMA IN CAUSA
Il Sig. ........../la Società affinché si costituisca nei modi e termini di legge davanti alla Sezione n........... della
Corte di Giustizia Tributaria di ..........
Con ossequio.
Luogo e data
..........................
Firma digitale del difensore
......................................................
Il presente documento è costituito da n........... pagine, numerate progressivamente da 1 a .........
DICHIARAZIONE di CONFORMITÀ
Si attesta, ai sensi degli artt. 14, 16-bis, 22 e 23 del D.Lgs. 546/1992, che l’atto notificato al chiamato in
causa (…) all’indirizzo PEC (come risultante agli atti di causa) e quello depositato telematicamente presso
la Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di ........., sono tra loro conformi (trattandosi del medesimo file).
Avv./dott./rag. .......…
Firmato digitalmente
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: se l'oggetto del ricorso riguarda inscindibilmente più soggetti, questi devono essere chiamati
in giudizio su ordinanza della Corte di Giustizia Tributaria (art. 14, D.Lgs. 546/1992). La chiamata in giudi-
zio è effettuata a cura del ricorrente, che deve notificare, nel termine fissato dal giudice, copia del ricorso
e del provvedimento del giudice tributario ai litisconsorti necessari.
Dal 1° luglio 2019, anche l'atto di chiamata in causa deve essere notificato a mezzo PEC e depositato te-
lematicamente.
L'atto di chiamata in causa non è soggetto a Contributo Unificato (si tratta di una mera integrazione del
contraddittorio in una causa per la quale esso è stato già assolto).
COSTITUZIONE IN GIUDIZIO
• Ricorso notificato dal (ricorrente) Sig.........../dalla Società .......... alla Direzione Provinciale/Regionale (resi-
stente);
• avverso .......... (avviso di accertamento, di liquidazione, di irrogazione sanzioni, di rettifica, cartella di pa-
gamento ecc.), n........... relativo a ..........(lrpef, lres, lrap, Iva ecc.) per l'anno/periodo di imposta ..........
***
L'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale/ Regionale di (..........) rappresentata dal Direttore pro-tem-
pore ..........
SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO
nel processo introdotto con il ricorso di cui sopra avanti a codesta On. Le Corte e, con l'occasione, pre-
senta le seguenti
CONTRODEDUZIONI
……….
……….
Per i suesposti motivi
CHIEDE
a codesta Corte di respingere il ricorso e condannare il ricorrente alle spese di giudizio.
Si allegano e depositano telematicamente i seguenti documenti:
a) originale delle controdeduzioni;
b) altri eventuali documenti.
Luogo e data
……….
Timbro e firma digitale di chi rappresenta l'Ufficio tributario
………..
Formulario 421
Atti processuali
DETTAGLIO DELLA COSTITUZIONE TELEMATICA IN GIUDIZIO DEL RESISTENTE:
Dal 1° luglio 2019, il fascicolo informatico ha sostituito il fascicolo d’ufficio di cui all’art. 25 del D.Lgs.
546/1992. Formato dalla Segreteria della Corte di Giustizia Tributaria adìta, il nuovo fascicolo informatico
permetterà ai giudici e alle parti di consultare telematicamente tutti gli atti, i documenti, gli allegati, le ri-
cevute di posta elettronica certificata, i messaggi di sistema e i dati del procedimento.
Le segreterie delle Corti sono, pertanto, esonerate dal rilasciare copia degli atti e documenti contenuti nel
fascicolo informatico, a favore delle parti abilitate alla consultazione telematica.
CONSULTAZIONE DEL FASCICOLO PROCESSUALE:
422 Formulario
Nota bene: dal 28 gennaio 2019 anche la parte che non si è ancora costituita in giudizio ha la facoltà di
visionare gli atti e i documenti contenuti nel fascicolo d'ufficio, previa presentazione di una richiesta spe-
cifica di accesso temporaneo al fascicolo informatico.
L'interessato sceglie il servizio di accesso temporaneo tra le varie tipologie di deposito e indica, nelle
schede del PTT, tutti i dati necessari ad individuare il giudizio già presente nel sistema informatico per il
quale chiede l'accesso; quindi allega la richiesta redatta in formato PDF/ A e la procura alle liti, entrambe
sottoscritte digitalmente.
La Segreteria della Corte di Giustizia Tributaria verifica la titolarità della parte ad accedere al fasci-
colo processuale telematico e ne comunica l'esito a mezzo PEC.
L'autorizzazione alla visione del fascicolo ha una durata limitata di 10 giorni e può avvenire utilizzando
il servizio Telecontenzioso accessibile dall'area riservata del PTT. La consultazione avviene agevol-
mente inserendo unicamente nella schermata di ricerca il numero di RGR o di RGA.
.........
Atti processuali
.........
Per i motivi sopraesposti e per quelli indicati nel ricorso
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
Si attesta, ai sensi degli artt. 14, 16-bis, 22 e 23 del D.Lgs. 546/1992, che l’atto notificato al chiamato in
causa (…) all’indirizzo PEC (come risultante agli atti di causa) e quello depositato telematicamente presso
la Corte di Giustizia Tributaria 1° Grado di …, sono tra loro conformi (trattandosi del medesimo file).
Avv./dott./rag. .......…
Firmato digitalmente
______________________________________________________________________________________________
Nota bene: dal 1° luglio 2019, anche l'atto di integrazione dei motivi di ricorso rientra tra quelli per i quali
è obbligatorio il PTT, pertanto esso dove essere sottoscritto digitalmente, notificato via PEC alla
controparte e depositato telematicamente avvalendosi della piattaforma S.I.Gi.T.
Le modalità da seguire per il deposito telematico, sono le stesse previste per il deposito dei documenti
successivi alla costituzione in giudizio e, quindi, previo inserimento nel sistema del numero di iscrizione a
ruolo. Individuato il fascicolo processuale telematico, si può procedere con la trasmissione dell'atto di
integrazione dei motivi di ricorso seguendo le regole previste dagli artt. 10-11 del Regolamento del
PTT e dagli artt. 8 e 9 del relativo allegato tecnico.
Per gli atti di integrazione dei motivi di ricorso, il Contributo Unificato è dovuto solo nel caso in cui tali
motivi configurino la proposizione di un nuovo ricorso avverso atti non indicati in quello introduttivo e de-
positati in corso di giudizio; se, invece, i motivi aggiunti hanno per oggetto atti già impugnati per vizi di-
versi da quelli fatti valere nel ricorso originario, il Contributo Unificato non è dovuto.
MEMORIE ILLUSTRATIVE
relative al RICORSO depositato in data .......... presso la Segreteria della Corte con n. .......... del Registro Ge-
nerale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n. .........., contro avviso .......... (indicare l'atto impugnato) n.
.........., emesso (ad es.) dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il .........., in
materia .......... per l'anno .........
***
Il Sig. .......... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. .......... codice fiscale ..........
(oppure)
La società ………. (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig. .......... (codice fiscale ……….), nato a ……….e residente a ………. in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti rilasciata su foglio separato allegato al/del
ricorso introduttivo - dall'avv./dott./rag..........., iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via .......... presso
il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
a) di aver preso atto delle osservazioni e considerazioni indicate nell'atto di costituzione in giudizio da
parte dell'Ufficio;
b) di ritenere tuttora valide le argomentazioni e i motivi del ricorso con cui è stato incardinato il presente
processo tributario; con il presente atto
SI PROPONE
a) di contrastare le eccezioni mosse dall'Ufficio resistente appena ricordate;
b) di illustrare e, se del caso, di precisare e chiarire il contenuto del ricorso. Per i suesposti motivi
424 Formulario
INSISTE
Atti processuali
affinché codesta On.le Corte accolga le domande proposte con il ricorso introduttivo. Con ossequio.
Nota bene: dal 1° luglio 2019, anche le memorie illustrative devono essere depositate telematica-
mente nel giudizio, attraverso la piattaforma S.I.Gi.T., ai sensi dell'art. 11 del Regolamento del PTT (D.M.
163/2013) e degli artt. 8 e 9 dell'allegato tecnico.
Le «memorie illustrative» non sono assoggettate al Contributo Unificato, già assolto all'atto della costitu-
zione in giudizio.
a seguito del RICORSO depositato in data .......... presso la Segreteria di codesta On.le Corte n........... del
Registro Generale Ricorsi (RGR), assegnato alla sezione n..........., contro avviso .......... (indicare l'atto impu-
gnato) n..........., emesso (ad es.) dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il
.........., in materia .......... per l'anno ..........;
***
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n ........ codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig........... (codice fiscale..........), nato a .......... e residente a .......... in via .......... rappresentato/a e difeso/a -
giusta procura alle liti già in atti - dall'avv./dott./rag..........., iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via
.......... presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
di aver ricevuto, in data .........., avviso di trattazione della controversia per il giorno ..........ad ore ..........
Per i suesposti motivi
CHIEDE
a codesta On.le Corte che la controversia di cui trattasi sia discussa in pubblica udienza, ai sensi
dell'art. 33, co. 1, D.Lgs. 546/1992.
Con ossequio.
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: se l'istanza di pubblica udienza non è già stata presentata nel ricorso introduttivo - o in altro
atto del processo notificato alla controparte - può essere chiesta anche con atto separato almeno 10
giorni liberi prima dell’udienza, ma solo se questa viene sempre almeno 10 giorni liberi prima, depositata
nella Segreteria della Corte (con le stesse modalità utilizzate per il ricorso introduttivo).
Dal 1° luglio 2019 anche la presente istanza deve essere redatta in formato elettronico PDF/A, sottoscrit-
ta digitalmente dal difensore, notificata via PEC alle altre parti e depositata telematicamente nella segre-
teria della Corte adìta, tramite il S.I.Gi.T., secondo le regole previste per il deposito telematico degli atti
successivi al ricorso principale.
Le «istanze di trattazione in pubblica udienza» non sono assoggettate al Contributo Unificato, già assolto
all'atto della costituzione in giudizio.
Formulario 425
Atti processuali
13-bis Istanza di trattazione da remoto
On.le
***
Udienza del …
• per la Società “…” (P.IVA: …), con sede legale in ..., via …, n. …, CAP … (…), in persona dell’Amministratore
Unico e legale rappresentante pro tempore dott. … (C.F.: …), rappresentata e difesa, anche disgiuntamen-
te, dall’avv. … (C.F. …; PEC …), del foro di … e dal dott.. … (C.F. …; PEC …), iscritto all’Albo dei dottori com-
mercialisti di …, domiciliata, anche a seguito di nuova nomina dei suddetti difensori, presso il medesimo
Studio … sito in …, via …, n. …;
- ricorrente -
• contro la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di …. , d’ora in poi anche solo “la D.P.A.E.” o
“l’Ufficio”, in persona del Direttore pro tempore
- resistente -
• in relazione all’avviso di Accertamento … n. … per ….
VISTI
CHIEDONO
che l’udienza, già fissata al …, avvenga con trattazione da effettuarsi con collegamento da remoto, ai sensi
dell’art. 16, comma 4 della Legge n. 136 del 17.12.2018 e dell’art. 27 del D.L. n. 137 del 28.10.2020.
Si allega copia di ricevuta di accettazione e consegna della notifica via Pec della presente istanza all’indi-
rizzo Pec dell’Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale di ….
Luogo e data
per la società
firmato digitalmente
Avv. …
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: con le debite modificazioni (C.di G.T. di 2° grado, R.G.A., etc.), l’istanza in parola, può essere
presentata anche nel giudizio d’appello.
426
Atti processuali Formulario
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n........... codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig. .......... (codice fiscale ..........), nato a .......... e residente a .......... in via .......... rappresentato/a e difeso/a -
giusta procura alle liti già in atti - dall'avv/dott./rag. .........., iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via
.......... presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
- che in data .......... l'Ufficio .......... di .......... ha depositato memorie illustrative presso Codesta Corte per
contestare i motivi indicati nel ricorso sostenendo che .......... ;
- che non è stata richiesta la discussione in pubblica udienza, e dunque la trattazione della controversia
avverrà in Camera di consiglio in data ..........; presenta le seguenti
REPLICHE
avverso le controdeduzioni dell'Ufficio per i seguenti motivi:
.......... ..........
.......... ..........
Per tutto quanto sopra esposto
CHIEDE
il rigetto delle eccezioni di controparte .......... e di conseguenza l'accoglimento del ricorso precedentemen-
te presentato.
Con ossequio.
Nota bene: dal 1° luglio 2019, il deposito delle brevi repliche deve avvenire, al pari di tutti gli altri atti e
documenti, tramite la piattaforma S.I.Gi.T. Pertanto, l'atto va redatto su supporto informatico, salvato in
formato PDF/ A, sottoscritto digitalmente e depositato telematicamente nella Segreteria della Corte di
Giustizia Tributaria adìta.
Le «brevi repliche» non sono assoggettate al Contributo Unificato, già assolto all'atto della costituzione in
giudizio.
ISTANZA DI SOSPENSIONE
relativa al ricorso presentato da .........., con difensore .......... iscritto al n. ................... del Registro Generale Ri-
corsi (R.G.R.) assegnato alla sezione n. .........., avverso ............................. (avviso di accertamento, di liquida-
zione, di irrogazione sanzioni, di rettifica, cartella di pagamento ecc.), n. .......... relativo a .......... (lrpef, lres,
lrap, Iva ecc.) emesso (ad es.) dall'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale o Regionale di (………).
***
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. ........... codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig. .......... (codice fiscale ..........), nato a .......... e residente a .......... in via .......... rappresentato/a e difeso/a -
giusta procura alle liti già in atti - dall'avv./dott./rag. .........., iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via
.......... presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
Formulario 427
PREMESSO
Atti processuali
che in data …….. ha depositato presso la Segreteria di Codesta On.le Corte il ricorso di cui sopra,
• che sussiste il «fumus boni juris», nel senso che il ricorso appare fondato, come risulta dai motivi che
seguono, posti a base dello stesso ..........;
• che sussiste il «periculum in mora», dato che dalla esecuzione dell'atto impugnato deriverebbe un danno
grave ed irreparabile, in quanto ..........
CHIEDE
a codesta On.le Corte, ai sensi del primo comma dell'art. 47, D.Lgs. 546/1992, di sospendere l'esecuzione
dell'atto impugnato e, in particolare, di evitare, al momento, di dover corrispondere le imposte che l'Ufficio
potrebbe pretendere in via provvisoria.
Si depositano telematicamente:
1) copia dell'atto impugnato;
2) copia del ricorso conforme all'originale notificato a mezzo PEC (con relative ricevute di notifica);
3) altri eventuali documenti.
Con ossequio.
Nota bene: la presente istanza può essere formulata anche nello stesso ricorso che introduce la causa.
Se presentata a parte, deve, al pari di tutti gli altri atti successivi al ricorso introduttivo, essere depositata
telematicamente e previamente notificata alle altre parti costituite.
Le «istanze di sospensione» non sono assoggettate al Contributo Unificato, già assolto all'atto della co-
stituzione in giudizio.
della esecuzione dell'atto impugnato (avviso di accertamento, di liquidazione, di irrogazione sanzioni, di ret-
tifica, cartella di pagamento ecc.), n. ………. relativo a ………. (Irpef, lres, lrap, Iva ecc.) emesso (ad es.)
dall'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale o Regionale di (...........), oggetto di ricorso da parte di
.......... con difensore .......... iscritto al n. ………. del Registro Generale Ricorsi (R.G.R.) assegnato alla se-
zione n...........
***
Il Sig. .......... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. .......... codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig. ………. (codice fiscale ..........), nato a .......... e residente a .......... in via .......... rappresentato/a e difeso/a -
giusta procura alle liti già in atti - dall'avv./dott./rag..........., iscritto all'Albo .........., con studio in ………., via
………. presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
che in data ………. ha depositato presso la segreteria di Codesta On.le Corte il ricorso di cui sopra,
CONSIDERATO
• che sussiste il «fumus boni juris», nel senso che il ricorso appare fondato, come risulta dai motivi che
seguono, posti a base dello stesso ……….;
• che sussiste il «periculum in mora», dato che dalla esecuzione dell'atto impugnato deriverebbe un dan-
no grave ed irreparabile, in quanto ..........;
• che il danno succitato è altresì imminente, in quanto ..........
CHIEDE
all'ill.mo Presidente di Codesta On.le Corte, ai sensi del terzo comma dell'art. 47, D.Lgs. 546/1992, di so-
spendere l'esecuzione dell'atto impugnato, e, in particolare, di evitare, al momento, di dover corrispondere
428 Formulario
Si depositano telematicamente:
1) copia dell'atto impugnato;
Con ossequio.
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: la presente istanza può essere presentata in qualsiasi stato e grado del processo secondo le
regole previste dal PTT. Le «istanze di sospensione» non sono assoggettate al Contributo Unificato, già
assolto all'atto della costituzione in giudizio.
presentato da .......... in data .......... e depositato in data .......... presso la Segreteria di Codesta On.le Corte,
con il n. .......... del Registro Generale Ricorsi (R.G.R.), contro avviso .......... (indicare l'atto impugnato) n.
.........., emesso (ad es.) dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il .........., in
materia .......... per l'anno ..........
***
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. ........ codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig.......... (codice fiscale..........), nato a .......... e residente a .......... in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti allegata al ricorso introduttivo - dall'avv./dott.
rag..........., iscritto all'Albo.........., con studio in .........., via.......... presso il quale il ricorrente è elettivamente do-
miciliato ai fini del giudizio
VISTO
..........
..........
DICHIARA
di rinunciare al ricorso sopraindicato ai sensi dell'art. 44, D.Lgs. 546/1992.
Con ossequio.
Nota bene: l'accettazione dell'atto di rinuncia, da parte del ricorrente, è richiesta solo se non è già com-
presa nei poteri di cui alla procura speciale conferita al difensore. In caso contrario, l'accettazione del ri-
corrente può essere fatta, alternativamente, o con firma digitale o con firma analogica su atto separato
(che costituisce un allegato all'atto processuale di rinuncia).
L'atto di rinuncia, al pari di tutti gli altri atti successivi al ricorso, deve essere depositato nel fascicolo pro-
cessuale telematico attraverso il S.I.Gi.T.
L'atto non è assoggettato al Contributo Unificato, già assolto all'atto della costituzione in giudizio.
Formulario 429
Atti processuali
18. Istanza congiunta di conciliazione giudiziale ex art. 48, D.Lgs. 546/1992
CONSIDERATO
• che la Segreteria di codesta On.le Corte ha comunicato che il ricorso/l'appello RGR/RGA .......... verrà di-
scusso in data .......... ore ..........
PREMESSO
• che in data .......... hanno raggiunto un accordo conciliativo per la definizione totale/parziale della con-
troversia in essere (allegato alla presente istanza), in base al quale il sig./la Società .........., si è impegnato/
a versare ed ha tempestivamente versato la somma di € .......... a titolo di imposta, di € .......... a titolo di
sanzione ridotta (40%/50%), oltre agli interessi di legge pari a € ..........; o la somma di € .......... corrispon-
dente alla prima delle 8/16 rate trimestrali di pari importo (allegato Mod. F24/F23 di versamento) e l'Ente
impositore/Agente della riscossione/Concessionario della riscossione ha accettato di ricevere tale som-
ma a titolo transattivo;
VISTI
• gli articoli 48 e 48-ter, D.Lgs. 546/1992
CHIEDONO
che codesta On.le Corte voglia dichiarare con sentenza/ordinanza la totale/parziale cessazione della ma-
teria del contendere, con compensazione delle spese di lite (e, nel secondo caso, di procedere alla ulterio-
re trattazione della controversia).
Con ossequio.
Luogo e data Firma digitale delle Parti istanti
.......... ..........
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: la presente istanza deve essere depositata telematicamente nella Segreteria della Corte di
Giustizia Tributaria adìta fino a 10 giorni (liberi) prima della data prevista per l'udienza di trattazione.
relative a ricorso presentato dal Sig./dalla Società di (luogo di residenza/sede legale) .........., con il difenso-
re avv./dott./rag. ................ depositato presso la Segreteria di Codesta On.le Corte, con il n. .......... del Regi-
stro Generale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n. .........., contro avviso .......... (indicare l'atto impugna-
to) n. .......... emesso (ad es.) dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il
.........., in materia .......... per l'anno ..........;
***
Il Sig. .......... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. ......... codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig. .......... (codice fiscale ..........), nato a .......... e residente a .......... in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti già in atti - dall'avv./dott./rag. .........., iscritto all'Al-
bo , con studio in ..........,via .......... presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del
giudizio.
430
Atti processuali Formulario
PREMESSO
• che in data .......... ha ricevuto avviso di trattazione della controversia per il giorno .......... ad ore ..........
PROPONE
altresì, ai sensi dell'art. 48-bis, co. 1, D.Lgs. citato, la conciliazione totale (o parziale) della controversia nei
termini seguenti:
..........
..........
Con ossequio.
***
Il Sig. .......... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. .......... codice fiscale ..........
(oppure)
La società .......... (denominazione, sede legale, codice fiscale) in persona del proprio legale rappresentante
Sig… …….. (codice fiscale .........), nato a .......... e residente a .......... in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti già in atti - dall'avv./dott./rag. .........., iscritto all'Albo
.........., con studio in ………., via .......... presso il quale il ricorrente è elettivamente domiciliato ai fini del
presente giudizio.
PREMESSO
- che, in data .......... ha depositato presso la Segreteria di Codesta On.le Corte ricorso, con n . ………. del
Registro Generale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n..........., contro avviso .......... (indicare l'atto impu-
gnato) n. ………., emesso dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il ..........,
in materia .......... per l'anno ……….;
- e che, in data .......... ha depositato presso la Segreteria di Codesta On.le Corte ricorso, con n. ………. del
Registro Generale Ricorsi (R.G.R.), assegnato alla sezione n. ..........., contro avviso .......... (indicare l'atto
impugnato) n. ………., emesso dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... e notificato il
.........., in materia .......... per l'anno ……….;
CONSIDERATO
che i suindicati ricorsi sono relativi allo stesso tributo e sono tra loro connessi;
CHIEDE
che la S.V. voglia disporre la riunione dei ricorsi sopra specificati a norma dell'art. 29, D.Lgs. 546/1992.
Con ossequio.
Atti processuali
____________________________________________________________________________________________________
PREMESSO
• che il giorno .........., presso la Sezione .......... di codesta Corte di Giustizia Tributaria, è stata emessa la
sentenza n. ………. depositata in data ..........
• che in data .......... è stata effettuata la notifica della citata sentenza nei confronti della controparte
..........
DEPOSITA
copia conforme all'originale notificato della stessa sentenza ai sensi e per gli effetti del comma 2 dell'art.
38, D.Lgs. 546/1992.
Nota bene: con il PTT la sentenza è redatta come documento informatico e sottoscritta con firma digitale
qualificata dal Presidente, dall'estensore e dal segretario di sezione che provvede anche al suo deposito.
La trasmissione della sentenza alla Corte di Giustizia tributaria avviene sempre tramite il S.I.Gi.T. (cfr. art.
16, Regolamento del PTT).
La notifica della sentenza alla controparte deve avvenire a mezzo PEC. Entro i successivi 30 giorni, il noti-
ficante deve procedere con il deposito di copia conforme all'originale della sentenza notificata e delle re-
lative ricevute di avvenuta notifica.
APPELLO (1)
(con istanza di pubblica udienza)
• presentato dal Sig./dalla Società ………. di (residenza/sede legale) ………., con il difensore avv./dott./rag.
………. – appellante;
• nei confronti dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di ………. – appellata –;
• avverso la sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di ………. Sezione n. ………., del ……….
n. ………. in materia di ………. per l’anno ……… - atto impugnato -
***
Il Sig. ………. nato a ………. il ………. residente a ………. via ………. n. ………. codice fiscale ……….
(oppure)
La società ………. (denominazione, sede legale, codice fiscale e indirizzo di Posta elettronica certificata –
432 Formulario
Pec) in persona del proprio legale rappresentante Sig. ………. (codice fiscale ……….), nato a ………. e residen-
Atti processuali
PREMESSO
- che con avviso di ………., notificato Il ………., la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di ……….
provvedeva a ……….;
- che contro tale avviso ………. Il sottoscritto ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria di 1°
Grado di ………. la quale, con la sentenza che si impugna, respingendo le argomentazioni addotte e docu-
mentate nel ricorso, provvedeva a ……….
PROPONE APPELLO
Avverso la sentenza indicata in oggetto per i seguenti
MOTIVI
(dopo aver sinteticamente riportato i fatti, esporre i motivi dell’impugnazione)
……….
……….
……….
Per i suesposti motivi
CHIEDE
A codesta Corte, in riforma della sentenza impugnata, l’accoglimento del presente appello.
Con vittoria delle spese processuali relative a questo ed al precedente grado di giudizio e con condanna
dell’Ufficio al pagamento di quanto indebitamente riscosso, ai sensi dell’art. 69, D.Lgs. 546/1992.
Si chiede che il presente appello venga discusso in pubblica udienza.
Con ossequio.
Atti processuali
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
23. Controdeduzioni dell'appellato
CONTRODEDUZIONI ALL'APPELLO
• da parte del Sig./della Società .......... di (residenza/sede legale) .........., con il difensore avv./dott./rag.
.......... - appellato;
• avverso l'appello proposto dalla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... contro la sen-
tenza del .......... n. .......... emessa dalla Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di .......... sezione n. ......... in
materia di .......... per l'anno ..........
***
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. .......... codice fiscale ..........
(oppure)
La società....... (denominazione, sede legale, codice fiscale e indirizzo di Posta elettronica certificata, se ob-
bligatorio) in persona del proprio legale rappresentante Sig........... (codice fiscale ..........) nato a .......... e resi-
dente a .......... in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti rilasciata su foglio separato allegato al/del ricorso in-
troduttivo - dall'avv/dott./rag........... (codice fiscale ..........), iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via
.......... (numero di fax e indirizzo di Posta elettronica certificata) presso il quale l'appellato è elettivamente
domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
• che in data .......... è stato notificato atto di appello contro la sentenza del ............... n. .......... emessa
dalla Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di .........., sezione n. ..........;
• che con l'atto di appello la Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... ha eccepito ..........
434 Formulario
Tanto premesso
Atti processuali
SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO
proponendo le seguenti
CHIEDE
a codesta Corte di rigettare l'appello dell'Ufficio con la conferma della sentenza della Corte di Giustizia
Tributaria di 1° Grado di ..........
Con rifusione delle spese di entrambi i gradi di giudizio.
Si provvede al deposito telematico delle presenti controdeduzioni.
Con ossequio.
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: la costituzione della parte resistente deve avvenire telematicamente con le modalità già previ-
ste per la costituzione in primo grado, ovvero previa corretta individuazione del fascicolo processuale te-
lematico e compilazione delle schermate presenti nel PTT (cfr. art 10 del Regolamento del PTT e art. s
dell'allegato tecnico).
Le controdeduzioni dell'appellato non sono assoggettate ad imposta di bollo se al processo di appello è
stato applicato il Contributo Unificato.
• da parte del Sig./della Società .......... di (residenza/sede legale) .........., con il difensore avv./dott./rag.
......... ; - appellato -
• avverso l'appello proposto dalla Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale di (..........) contro la senten-
za del .......... n. ................... emessa dalla Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di .........., sezione n. .......... in
materia di ………. per l'anno ………. - appellante -
***
Il Sig........... nato a .......... il .......... residente a .......... via .......... n. ...... codice fiscale ..........
(oppure)
La società.......... (denominazione, sede legale, codice fiscale e indirizzo di Posta elettronica certificata) in
persona del proprio legale
rappresentante Sig. .......... (codice fiscale .......... ), nato a .......... e residente a .......... in via ..........
rappresentato/a e difeso/a - giusta procura alle liti - allegata al ricorso introduttivo - dall'avv./dott./rag.
……….. (codice fiscale ..........), iscritto all'Albo .........., con studio in .........., via .......... (numero di fax e indirizzo di
Posta elettronica certificata) presso il quale l'appellante è elettivamente domiciliato ai fini del giudizio.
PREMESSO
- che la Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate di .......... ha proposto appello principale contro la
sentenza del .......... n. ..........
- emessa dalla Corte di Giustizia Tributaria di 1° Grado di .........., sezione n con cui, in parziale accoglimen-
to del ricorso, presentato dal sottoscritto provvedeva a..................................... ;
- che tale atto di appello è stato notificato in data ..........
MOTIVI
……….
……….
Formulario 435
Atti processuali
CHIEDE
Con ossequio.
____________________________________________________________________________________________________
Nota bene: il deposito deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica dell'appello principale, indipendente-
mente dai termini previsti per impugnare.
Il Contributo Unificato è applicabile solo all'appello incidentale proposto dalla parte rimasta parzialmente
soccombente nel merito di primo grado.
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
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Istituti Deflativi del
Contenzioso Tributario
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
Ravvedimento operoso
1. La sanzione è ridotta, sempre che la violazione non sia stata già constatata e comunque non sia-
no iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali
l'autore o i soggetti solidalmente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza:
a) ad un decimo del minimo nei casi di mancato pagamento del tributo o di un acconto, se esso
viene eseguito nel termine di trenta giorni dalla data della sua commissione; 4
a-bis) ad un nono del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche se incidenti
sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene entro novanta giorni dalla data del-
l’omissione o dell’errore, ovvero se la regolarizzazione delle omissioni e degli errori commessi in
dichiarazione avviene entro novanta giorni dal termine per la presentazione della dichiarazione in
cui l’omissione o l’errore è stato commesso; 9
b) ad un un ottavo del minimo, se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche se inci-
denti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene entro il termine per la presenta-
zione della dichiarazione relativa all'anno nel corso del quale è stata commessa la violazione ov-
vero, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro un anno dall'omissione o dall'errore; 5
b-bis) ad un settimo del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche se inci-
denti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene entro il termine per la presenta-
zione della dichiarazione relativa all'anno successivo a quello nel corso del quale è stata com-
messa la violazione ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro due anni
dall'omissione o dall'errore; 7
b-ter) ad un sesto del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche incidenti
sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene oltre il termine per la presentazione
della dichiarazione relativa all'anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la
violazione ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, oltre due anni dall'omissione o
dall'errore; 7
b-quater) ad un quinto del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche se inci-
denti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene dopo la constatazione della vio-
lazione ai sensi dell'articolo 24 della legge 7 gennaio 1929, n. 4, salvo che la violazione non rientri
tra quelle indicate negli articoli 6, comma 2-bis, limitatamente all'ipotesi di omessa memorizza-
zione ovvero di memorizzazione con dati incompleti o non veritieri, comma 3, o 11, comma 5,
del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471; 12
c) ad un decimo del minimo di quella prevista per l'omissione della presentazione della dichiarazio-
ne, se questa viene presentata con ritardo non superiore a novanta giorni ovvero a un decimo
del minimo di quella prevista per l'omessa presentazione della dichiarazione periodica prescritta
in materia di imposta sul valore aggiunto, se questa viene presentata con ritardo non superiore a
trenta giorni; 6
[1-bis. Le disposizioni di cui al comma 1, lettere b-bis), b-ter) e b-quater), si applicano ai tributi am-
ministrati dall'Agenzia delle entrate e, limitatamente alle lettere b-bis) e b-ter), ai tributi doganali
e alle accise amministrati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.] 10
1-ter. Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo, per i tributi amministrati
dall'Agenzia delle entrate non opera la preclusione di cui al comma 1, primo periodo, salva la noti-
fica e gli atti di liquidazione e di accertamento, comprese le comunicazioni recanti le somme do-
440
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Ravvedimento operoso
vute ai sensi degli articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settem-
bre 1973, n. 600, e successive modificazioni, e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica
Note
1 Il presente articolo è stato così sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 05.06.1998, n. 203 (G.U. 01.07.1998, n. 151).
2 Il presente comma, prima così modificato dall'art. 6, D.Lgs. 19.11.1998, n. 422 (G.U. 09.11.1998, n. 287), è stato successi-
vamente abrogato dall'art. 7 D.Lgs. 26.01.2001, n. 32 (G.U. 05.03.2001, n. 53).
3 In virtù di quanto è disposto dall'art.1 del DL 07.06.2006 n.206, in caso di violazione dell'obbligo di versamento in ac-
conto o a saldo dell'imposta regionale sulle attività produttive (D.Lgs. 15.12.1997, n. 446), relativo al periodo d'imposta
in corso alla data di entrata in vigore del decreto medesimo, non si applica la riduzione delle sanzioni prevista dal pre-
sente articolo.
4 La presente lettera prima modificata dall' art. 16, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, è stata, poi, co-
sì modificata dall'art. 1, comma 20, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano alle violazioni commesse a de-
correre dal 1° febbraio 2011.
5 La presente lettera prima modificata dall' art. 16, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, è stata, poi, co-
sì modificata dall'art. 1, comma 20, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano alle violazioni commesse a de-
correre dal 1° febbraio 2011. ma modificata dall' art. 16, D.L. 29.11.2008, n. 185, così come modificato dall'allegato alla
legge di conversione L. 28.01.2009, n. 2, con decorrenza dal 29.1.2009, è stata poi così modificata dall'art. 1, comma 20,
L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano alle violazioni commesse a decorrere dal 1° febbraio 2011.
7 La presente lettera è stata inserita dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015.
8 Il presente comma è stato inserito dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015.
9 La presente lettera inserita dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015, è stata così mo-
dificata dall'art. 16, D.Lgs. 24.09.2015, n. 158 con decorrenza dal 01.01.2016.
10 Il presente comma inserito dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015, poi modificato
prima dall'art. 16, D.Lgs. 24.09.2015, n. 158 con decorrenza dal 01.01.2016 e poi dall'art. 5, D.L. 22.10.2016, n. 193 con
decorrenza dal 24.10.2016, così come sostituito dall'allegato alla legge di conversione, L. 01.12.2016, n. 225 con decor-
renza dal 03.12.2016, è stato da ultimo abrogato dall'art. 10 bis, D.L. 26.10.2019, n. 124, così come inserito dall'allegato
alla legge di conversione, L. 19.12.2019, n. 157, con decorrenza dal 25.12.2019.
11 Il presente comma inserito dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015, è stato così mo-
dificato dall'art. 5, D.L. 22.10.2016, n. 193 con decorrenza dal 24.10.2016, così come sostituito dall'allegato alla legge di
conversione, L. 01.12.2016, n. 225 con decorrenza dal 03.12.2016.
12 La presente lettera inserita dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015, è stata così mo-
dificata dall'art. 1, comma 1114, L. 30.12.2020, n. 178 con decorrenza ed applicazione dal 01.01.2021.
Ravvedimento operoso 441
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 4 decies, D.L. 30.04.2019, n. 34, così come inserito dall'allegato alla legge di
conversione, L. 28.06.2019, n. 58, con decorrenza dal 30.06.2019.
Norme in sintesi
1. 1. Se la violazione della normativa relativa a tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e ai
tributi doganali e le accise non è stata ancora oggetto di un avviso di accertamento o di liquidazio-
ne o di un avviso bonario notificato al contribuente o, se la violazione relativa a tributi diversi non
è stata ancora constatata né sono iniziate attività amministrative di accertamento (come accessi,
ispezioni e verifiche) a carico del trasgressore o di ciascuno dei soggetti solidalmente obbligati, le
sanzioni sono ridotte,
a. ad un decimo del minimo, quando il mancato pagamento del tributo (a saldo o in acconto) viene
eseguito entro 30 giorni dalla data della commessa violazione;
b. ad un nono del minimo, quando viene posto rimedio all’errore o alla omissione entro 90 giorni
dalla data della omissione o dell’errore, ovvero dal termine di presentazione della dichiarazione,
se la violazione è stata commessa mediante la dichiarazione;
c. c) ad un ottavo del minimo, quando viene posto rimedio all’errore o alla omissione entro il ter-
mine per la successiva dichiarazione periodica o, se questa non è prevista, entro un anno dalla
commessa irregolarità;
d. ad un settimo del minimo, quando viene posto rimedio all’errore o alla omissione entro il termi-
ne di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è
stata commessa la violazione, o, se questa non è prevista, entro due anni dalla commessa irrego-
larità;
e. ad un sesto del minimo, quando viene posto rimedio all’errore o alla omissione oltre il termine
di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è
stata commessa la violazione, ed entro i termini di decadenza dell’accertamento, o, se questa
non è prevista, oltre due anni dalla commessa irregolarità;
f. ad un quinto del minimo, quando viene posto rimedio all’errore o alla omissione dopo la consta-
tazione della violazione ai sensi dell’articolo 24 della legge 7 gennaio 1929, n. 4, salvo che la vio-
lazione non rientri tra quelle indicate negli articoli 6, comma 2-bis, limitatamente all’ipotesi di
omessa memorizzazione ovvero memorizzazione con dati incompleti o non veritieri, e comma 3,
o 11, comma 5, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471;
g. ad un decimo del minimo di quella prevista per l’omissione della presentazione della dichiara-
zione, se questa viene presentata con ritardo non superiore a novanta giorni.
2. La regolarizzazione di cui al co. 1 si perfeziona con l’adempimento e il pagamento del tributo, se
442
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Ravvedimento operoso
dovuto, degli interessi legali e della sanzione ridotta; se la liquidazione deve essere eseguita dall’Uf-
ficio, il pagamento deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione.
Regole generali
Ambito soggettivo Riguarda tutti i contribuenti, in qualità di autori della violazione e/o di soggetti
solidalmente responsabili; vale a dire:
› i contribuenti, nei cui confronti si verifica il presupposto di imposta;
› i sostituti d’imposta, obbligati al pagamento dell’imposta per conto di altri (ad es., datori di la-
444
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Ravvedimento operoso
› la omessa presentazione del Mod. F24 a saldo zero, dato che ostacola l’attività di accertamento
Pen. 6.2.2018, n. 5448. Per l’ammissibilità, si veda, anche, l’AIDC, Norma di comportamento n.
202/2018) – deriva ora (cfr. art. 39, co. 1, lett. q-bis) del D.L. 124/2019, conv. con modif. in L.
sta, sanzioni, interessi in misura inferiore al dovuto e le sanzioni e/o gli interessi non siano (...)
commisurati alla imposta versata a titolo di ravvedimento», questo dovrà ritenersi perfezionato
strazione finanziaria: cfr. art. 7, co. 1, lett. h), D.L. 70/2011, conv. con modif. con L. 106/2011).
- gli interessi moratori siano dovuti per il periodo del ritardo (venti giorni);
D.Lgs. 472/1997);
› non preclude «l’inizio o la prosecuzione di accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrati-
lett. b-quarter) del D.Lgs. 472. Questo, tuttavia, quale regolarizzazione che avviene dopo la consta-
tazione della violazione, dovrà prendere a riferimento la sanzione determinata applicando a quella
Gli omessi o insufficienti versamenti per i quali è possibile avvalersi dell’istituto, riguardano, ad
esempio:
› imposte dovute dal contribuente a titolo di acconto o di saldo in base alla dichiarazione dei
redditi (comprese le imposte sostitutive; per i relativi codici tributo, si veda la R.A.E. 1.3.2023,
n. 12, che, contestualmente, sopprime i codici tributo 8913, 1992 e 8908), dell’Irap, dell’Iva.
Sulle «ipotesi di violazione dell’obbligo di versamento in acconto o a saldo dell’IRAP dovuta per il
2006», la Cassazione ha statuito che «l’art. 1, co. 3 del D.L. 106/2005 (…), a norma del quale non
si applicano le disposizioni in materia di riduzione delle sanzioni previste dall’art. 13 del D.Lgs.
472/1997 (…) deve intendersi applicabile» (cfr. Cass. Ord. 16.5.2022, n. 15490). Nel caso di versa-
menti effettuati ex art. 17, D.Lgs. 435/2001 e, quindi, entro il trentesimo giorno successivo alla
scadenza, con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo:
- l’omesso versamento si regolarizza con il pagamento «di quanto dovuto a titolo di tributo,
comprensivo della maggiorazione dello 0,40%», relativi interessi e sanzione ridotta a 1/10, en-
tro 30 giorni dalla scadenza del termine «differito»;
- il versamento errato va considerato insufficiente (e non tardivo) per cui si regolarizza ap-
plicando la sanzione sulla sola «differenza tra quanto versato nel termine e quanto dovuto»
ridotta a seconda del momento in cui si effettua il ravvedimento (cfr. Circ. Ag. Entrate
2.8.2013, n. 27; Cass. Ord. 4.8.2020, n. 16645).
L’omesso o carente versamento rateale (cfr. art. 20, D.Lgs. 241/1997), si regolarizza pagando (ol-
tre all’imposta) la sanzione ridotta e gli interessi moratori (al tasso legale) calcolati «con riferi-
mento alle rispettive somme pagate in ritardo (tributo e interesse previsto dall’art. 20, comma 2, del
D.Lgs. n. 241 del 1997)» (cfr. C.M. 23.7.1998, n. 192);
› imposta sostitutiva per la rivalutazione dei beni d’impresa di cui all’art. 110, co. 6, D.L.
14.8.2020, n. 104 (conv. con modif. in L. 13.10.2020, n. 126: cfr. C.A.E. 1.3.2022, n. 6, Parte III);
Ravvedimento operoso 457
› va compilata in tutte le sue parti, utilizzando un modello conforme a quello approvato con ri-
› la Prassi ha ritenuto che l’art. 5, D.L. 24.10.2016, n. 193, abbia «natura chiaramente procedimen-
tale» con conseguente «applicazione anche in relazione ai periodi di imposta precedenti a quello in
razioni regolarmente presentate, cioè la ipotesi di dichiarazione infedele (ad es., omessa o er-
In quest’ultimo caso, oltre alla compilazione del Quadro DI del Modello Redditi, si deve barrare
la casella del frontespizio «Dichiarazione integrativa di errori contabili» (cfr. Istruzioni per la com-
› al comma 274, che «All’art. 8, co. 1-bis, del D.L. 21.6.2022, n. 73, convertito, con modificazioni, dal-
era previsto a favore degli operatori economici che avessero registrato una riduzione del risul-
tato economico di esercizio relativo all’anno d’imposta in corso al 31.12.2020, rispetto a quello
co. 1, lett. b-quarter), dovrà avvenire con riduzione a 1/5 del minimo, ma applicando l’aumen-
to del 50% della sanzione base di cui all’art. 1, co. 3, D.Lgs. 471/19947 (cfr. C.A.E. 12.5.2022, n.
Nel caso di tardiva (oltre i previsti 12 giorni) emissione di una fattura non soggetta ad IVA, da
Le violazioni, riferite ai tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, che riguardano le dichia-
La disposizione si pone:
› in deroga alla ordinaria disciplina del ravvedimento operoso, prevista dall’art. 13, D.Lgs.
samento tramite modello F24 delle somme dovute per effetto della regolarizzazione - da esporre
L’inadempimento nel versamento di una delle rate successive alla prima entro il termine di pa-
gamento di quella successiva comporta:
› la decadenza dal beneficio della rateazione; e
› la iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti, della sanzione del 30% applicata sul residuo
dovuto a titolo di imposta, e degli interessi nella misura (attualmente prevista) del 4% annuo
(ex art. 20 del D.Lgs. 602/1973). In tale caso, «la cartella di pagamento deve essere notificata, a
pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di decadenza della ratea-
zione.
Si precisa [inoltre,] che, in caso di inadempimento nei pagamenti rateali, non possono applicarsi le
previsioni di cui all’art. 15-ter del D.P.R. 602 del 1973 (ad esempio, la maggiorazione delle sanzioni in
caso di decadenza e la disciplina del lieve inadempimento), stante il mancato rinvio a tale disposizione
nella disciplina della definizione de qua» (cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2).
Restano validi i ravvedimenti già effettuati alla data di entrata in vigore della norma e non si dà
luogo a rimborso (co. 177): la regolarizzazione, infatti, «non incide sui ravvedimenti già effettuati
alla data di entrata in vigore della (…) disposizione, con l’effetto che non è possibile chiedere il rimbor-
so delle somme già versate (co. 177)» (cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2). Infine, l’Agenzia delle Entrate ritie-
ne non necessaria la emanazione del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di
cui al co. 178 dell’art. 1, perché la disciplina in esame non richiede ulteriori disposizioni di attua-
zione; ma, solo, la successiva risoluzione con cui saranno individuati i codici tributo per l’effet-
tuazione dei versamenti dovuti per effetto della regolarizzazione.
Da ultimo, l’art. 23 del D.L. 30.3.2023, n. 34 introduce una causa speciale di non punibilità di al-
cuni reati tributari previsti dal D.Lgs. 74/2000, quali:
› l’omesso versamento di ritenute dovute o certificate per un ammontare superiore a
150.000,00 euro per ciascun periodo d’imposta (art. 10-bis);
› l’omesso versamento di Iva per un ammontare superiore a 250.000,00 euro per ciascun peri-
odo d’imposta (art. 10-ter);
› la indebita compensazione di crediti non spettanti per un importo annuo superiore a
50.000,00 euro (art. 10-quater);
Ravvedimento operoso 473
«quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integral-
5) Violazioni relative ai tributi diversi da quelli amministrati dall’Ag. Entrate (come, ad es., i TRI-
BUTI LOCALI). Si tratta, ad esempio, della infedele dichiarazione IMU, che può essere sanata:
zazione o trasmissione con dati incompleti o non veritieri; mancata o irregolare emissione di
gittima se operata prima del termine per la presentazione delle dichiarazione stessa», termine che
tro i 90 giorni successivi, versando la relativa sanzione ridotta a 1/10 e, nel caso l’imposta non
sia stata versata, anche l’imposta, la relativa sanzione e gli interessi.&;
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
D.M. 31.03.2000
Estensione dell'applicazione dei versamenti unitari con compensazione ed approvazione del nuovo mo-
dello di pagamento per l'esecuzione di tali versamenti, ai sensi degli articoli 17, co. 2, lett. h-ter), e 24, co.
4, del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241
D.M. 13.06.2000
Modalità di documentazione dell'avvenuta estinzione dei debiti tributari
Art. 157, D.L. 19.5.2020, n. 34, conv. con modif. in L. 17.7.2020, n. 77 e ss.mm.
Proroga dei termini al fine di favorire la graduale ripresa delle attività economiche e sociali
Ravvedimento operoso 479
Art. 83, D.P.R. 22.12.1986, n. 917, modificato, da ultimo, dall’art. 1 co. 273, della L. 197/2022
Determinazione del reddito complessivo
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
Provv. Ag. Entrate 03.01.2014, n. 554 Risp. Ag. Entrate 31.08.2020, n. 292
Provv. Ag. Entrate 17.03.2016, n. 40892 Risp. Ag. Entrate 21.04.2021, n. 279
Provv. Ag. Entrate 08.02.2022, n. 40601 Risp. Ag. Entrate 04.08.2022, n. 411
Risp. Ag. Entrate 12.07.2022, n. 371 e 372 Ris. Ag. Entrate 01.03.2023, n. 12
Correzione entro novanta giorni della dichiarazione annuale – Adempimenti dei contribuenti
Dichiarazione integrativa Dichiarazione tardiva
Presentare la dichiarazione corretta entro novanta giorni dalla Presentare la dichiarazione
scadenza del termine (omissis) entro novanta gg dalla
scadenza del termine (omissis)
Versare la maggiore imposta, se dovuta, e gli interessi con decorrenza Versare l’imposta, se dovuta, e
dalla scadenza del versamento gli interessi con decorrenza
dalla scadenza del versamento
Versare le relative sanzioni Versare le relative sanzioni
Errori non rilevabili mediante controlli Errori rilevabili euro 250* (articolo 1, comma
automatizzati e formali mediante controlli 1), ridotta a 1/10, ai sensi della
euro 250 (art. 8, comma 1*), ridotta ad 1/9, ai automatizzati e formali lettera c) = 25
sensi della lettera a-bis) = euro 27,78 sanzione per omesso +
+ versamento, se dovuto, sanzione per omesso
sanzione per omesso versamento, se dovuto, ridotta secondo le versamento, se dovuto, ridotta
ridotta secondo le misure dell’articolo 13 del misure dell’articolo 13 secondo le misure dell’articolo
D.Lgs. n. 472 del 1997, a seconda di quando del D.Lgs. n. 472 del 13 del D.Lgs. n. 472 del 1997, a
interviene il ravvedimento. 1997, a seconda di seconda di quando interviene il
* Salvo che ricorra una diversa e più specifica quando interviene il ravvedimento.
irregolarità dichiarativa disciplinata ravvedimento.
dall’articolo 8.
Correzione oltre novanta giorni della dichiarazione annuale – Adempimenti dei contribuenti
Dichiarazione Integrativa Dichiarazione omessa
Presentare la dichiarazione corretta Il ravvedimento della
dichiarazione omessa dopo
Versare la maggiore imposta, se dovuta, e gli interessi con decorrenza
novanta giorni non è possibile.
dalla scadenza del versamento
Versare le relative sanzioni
Errori non rilevabili mediante controlli Errori rilevabili
automatizzati e formali mediante controlli
sanzione pari al novanta per cento della automatizzati e formali
maggiore imposta dovuta o della differenza sanzione per omesso
del credito utilizzato, ridotta secondo le versamento, se dovuto,
misure dell’articolo 13 del D.Lgs. 472 del 1997, ridotta secondo le
a seconda di quando interviene il misure dell’articolo 13
ravvedimento del D.Lgs. n. 472 del
Oppure 1997, a seconda di
Se non sono dovute imposte o non ricorre quando interviene il
infedeltà della dichiarazione ma irregolarità ravvedimento.
della stessa, applicazione della sanzione
prevista dall’articolo 8 del D.Lgs. n. 471 del
1997, ridotta secondo le misure dell’articolo
13 del D.Lgs. n. 472 del 1997, a seconda di
quando interviene il ravvedimento.
484 Ravvedimento operoso
Tabella codici tributo delle somme dovute per sanzioni (Mod. F24)
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472
Tabella codici tributo delle somme dovute per sanzioni (Mod. F23)
Codice sanzione Tributo
671T Sanzione imposta di registro
672T Sanzione imposta di successione e donazione
674T Sanzione imposte e tasse ipotecarie e catastali
675T Sanzione imposta di bollo
1. Tutti gli accessi, ispezioni e verifiche fiscali nei locali destinati all'esercizio di attività commerciali,
industriali, agricole, artistiche o professionali sono effettuati sulla base di esigenze effettive di in-
dagine e controllo sul luogo. Essi si svolgono, salvo casi eccezionali e urgenti adeguatamente do-
cumentati, durante l'orario ordinario di esercizio delle attività e con modalità tali da arrecare la mi-
nore turbativa possibile allo svolgimento delle attività stesse nonché alle relazioni commerciali o
professionali del contribuente.
2. Quando viene iniziata la verifica, il contribuente ha diritto di essere informato delle ragioni che
l'abbiano giustificata e dell'oggetto che la riguarda, della facoltà di farsi assistere da un professio-
nista abilitato alla difesa dinanzi agli organi di giustizia tributaria, nonché dei diritti e degli obblighi
che vanno riconosciuti al contribuente in occasione delle verifiche.
3. Su richiesta del contribuente, l'esame dei documenti amministrativi e contabili può essere effet-
tuato nell'ufficio dei verificatori o presso il professionista che lo assiste o rappresenta.
4. Delle osservazioni e dei rilievi del contribuente e del professionista, che eventualmente lo assista,
deve darsi atto nel processo verbale delle operazioni di verifica.
5. La permanenza degli operatori civili o militari dell'amministrazione finanziaria, dovuta a verifiche
presso la sede del contribuente, non può superare i trenta giorni lavorativi, prorogabili per ulterio-
ri trenta giorni nei casi di particolare complessità dell'indagine individuati e motivati dal dirigente
dell'ufficio. Gli operatori possono ritornare nella sede del contribuente, decorso tale periodo, per
esaminare le osservazioni e le richieste eventualmente presentate dal contribuente dopo la con-
clusione delle operazioni di verifica ovvero, previo assenso motivato del dirigente dell'ufficio, per
specifiche ragioni. Il periodo di permanenza presso la sede del contribuente di cui al primo perio-
do, così come l'eventuale proroga ivi prevista, non può essere superiore a quindici giorni lavorativi
contenuti nell'arco di non più di un trimestre, in tutti i casi in cui la verifica sia svolta presso la se-
de di imprese in contabilità semplificata e lavoratori autonomi. In entrambi i casi, ai fini del com-
puto dei giorni lavorativi, devono essere considerati i giorni di effettiva presenza degli operatori
civili o militari dell'Amministrazione finanziaria presso la sede del contribuente. 1
6. Il contribuente, nel caso ritenga che i verificatori procedano con modalità non conformi alla legge,
può rivolgersi anche al Garante del contribuente, secondo quanto previsto dall'articolo 13.
7. Nel rispetto del principio di cooperazione tra amministrazione e contribuente, dopo il rilascio della
copia del processo verbale di chiusura delle operazioni da parte degli organi di controllo, il contri-
buente può comunicare entro sessanta giorni osservazioni e richieste che sono valutate dagli uf-
fici impositori. L'avviso di accertamento non può essere emanato prima della scadenza del pre-
detto termine, salvo casi di particolare e motivata urgenza. Per gli accertamenti e le verifiche
aventi ad oggetto i diritti doganali di cui all'articolo 34 del testo Unico delle disposizioni legislative
in materia doganale approvato con del decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973,
n. 43, si applicano le disposizioni dell'articolo 11 del decreto legislativo 8 novembre 1990, n. 374. 2
486
L. 27 luglio 2000 n. 212 Osservazioni e richieste del contribuente
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 7 D.L. 13.05.2011, n. 70 così come modificato dall'allegato alla legge di
Norme in sintesi
Nel rispetto del principio di cooperazione tra Amministrazione finanziaria e contribuente, di cui al pre-
cedente art. 10, il contribuente ha facoltà di presentare all’Organo accertatore, nel termine di 60 giorni
(30 giorni, nel caso di diritti doganali) dalla consegna o rilascio del P.V.C. da parte di quest’ultimo, una
memoria contenente «osservazioni e richieste», che l’Ufficio ha l’obbligo di valutare per poi, motivata-
mente, recepirle o meno nell’eventuale atto di imposizione.
Definizione L’istituto giuridico consente al contribuente di presentare all’Ufficio accertatore, entro
60 giorni dalla consegna del P.V.C. da parte dei verificatori, una memoria contenente «osserva-
zioni e richieste», che l’Ufficio deve esaminare e valutare prima di procedere con l’accertamento,
dando corso, così, a quel contraddittorio anticipato che dovrebbe essere attuato con la convoca-
zione del contribuente, per consentirgli di partecipare attivamente al procedimento già nella fase
istruttoria.
L’Ufficio, in pendenza del predetto termine di 60 giorni, non può emettere (e notificare) l’avviso
di accertamento, (l’avviso di rettifica o di recupero di un credito d’imposta, ecc.), a meno che non
ricorrano casi di particolare e motivata urgenza (cfr. art. 12, co. 7, primi due periodi).
Peculiarità e caratteristiche La presentazione della memoria è facoltativa, ma va considerata
come espressione della «collaborazione» del contribuente (art. 10 dello Statuto) nella determi-
nazione della corretta pretesa impositiva; la quale deve basarsi non solo sugli elementi raccol-
ti nel corso dell’attività istruttoria, ma anche su quelli forniti (successivamente) dal contri-
buente.
Contesto L’attività di controllo da parte degli Organi di verifica deve svolgersi nel rispetto delle
norme che la disciplinano nei vari settori impositivi (per le imposte sui redditi, cfr. artt. 31, 32 e
33, D.P.R. 600/1973; per l’Iva, cfr. artt. 51, 52 e 63, D.P.R. 633/1972), dei principi costituzionali di
cui agli artt. 3, 23, 53 e 97 Cost., richiamati dall’art. 1 della L. 212/2000 (Statuto dei diritti del con-
tribuente), e dei «Diritti e garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali», stabiliti dall’art. 12,
L. 212/2000, in base al quale:
› «tutti gli accessi, ispezioni e verifiche fiscali nei locali destinati all'esercizio di attività (...) sono effet-
tuati sulla base di esigenze effettive di indagine e controllo sul luogo (...)» (co. 1);
› «quando inizia la verifica, il contribuente ha diritto di essere informato (…) dei (suoi) diritti e obbli-
ghi» (co. 2), anche se tale obbligo, secondo la giurisprudenza, non sarebbe previsto a pena di
nullità, considerata la regola delle tassatività delle nullità (cfr. Cass. Ord. 29.12.2021, n. 41903).
Non rientra tra i diritti del contribuente quello di essere informato «della sussistenza di una
previsione di legge che, in caso di sua opposizione, consente l’apertura coattiva [di pieghi sigillati,
borse, casseforti e mobile in genere], solo previa autorizzazione del Procuratore della Repubblica»,
in quanto non compreso nel presente comma (e neppure nell’art. 52, co. 3, D.P.R. 633/1972: cfr.
Cass. SS.UU. Sent. 2.2.2022, n. 3182. Sulla eventuale facoltà del contribuente di non rispondere
Osservazioni e richieste del contribuente 487
alle richieste – c.d. «diritto al silenzio» – che gli vengano poste in sede di accesso, si veda Cass.
› l’obbligo di redazione del P.V.C. non sussisterebbe, invece, qualora, in sede di accesso, al con-
n. 6383; 6.2.2018, n. 2873; 19.10.2017, n. 24626; 22.9.2017, n. 22186; 11.9.2017, n. 21071; 5.9.2017, n.
sendo sufficiente (e necessario) che [il contraddittorio] si realizzi in modo effettivo, quali che siano gli
strumenti in concreto adottati, siano essi il ricorso a procedure partecipative o l’impiego di altri mecca-
La Corte costituzionale ha dichiarato la questione inammissibile, ritenendo, però, che: «Di fronte
› nel caso di controllo fiscale eseguito sulla base della documentazione presente negli archivi in-
(…), qualora scaturisca da una verifica fiscale con accesso (nella specie effettuata per accertare la esi-
Modalità Quando inizia una verifica, il contribuente deve essere informato dei suoi doveri e dei
suoi diritti, tra i quali quello di intervenire sia nel corso della stessa (facendo inserire a verbale
le proprie osservazioni e richieste), sia in sede di chiusura (facendo inserire a verbale le dichia-
razioni di parte o la riserva di farle successivamente, nelle sedi competenti); e anche dopo la
chiusura della verifica per consentirgli di presentare la «memoria» qui in esame non ai verifi-
catori, ma all’Ufficio accertatore. In proposito, la Circolare della Guardia di Finanza 29.12.2008,
n. 1/2008 richiama l’attenzione dei verificatori sul fatto che il P.V.C. «deve essere compilato in
maniera chiara e razionalmente articolata» e «che di tutte le richieste (…) avanzate dai verificatori,
(…) e dei riscontri forniti dal contribuente – anche in caso di inottemperanza – [va] data ampia e
dettagliata esposizione (…) nel processo verbale di constatazione, allo scopo di fornire all’Agenzia del-
le Entrate un quadro completo degli elementi utilizzati per la ricostruzione del reddito e della moda-
lità delle loro acquisizioni (…)» (cfr., anche, Circolare della Guardia di Finanza 19.11.2014, n.
0336701/14).
Contenuto del P.V.C. I verificatori devono riportare nel P.V.C.:
› «la puntuale esposizione delle osservazioni e dei rilievi formulati dal contribuente o da chi lo assiste,
ovvero le risposte da questi fornite alle richieste eventualmente formulate dai verificatori»
› «le eventuali dichiarazioni od osservazioni conclusive che il contribuente intenda spontaneamente
rilasciare a verbale all’atto della conclusione delle operazioni;» (cfr. Circolare della Guardia di Fi-
nanza 27.11.2017, n. 1/2018), tenendo, però, presente:
- da un lato, che talune dichiarazioni poco meditate o imprecise possono essere mal interpre-
tate o, peggio, considerate «confessioni stragiudiziali» idonee a giustificare (da sole, cioè
senza la necessità di ulteriori riscontri) le contestazioni dei verificatori (cfr. Cass. Sentenze
16.10.2015, n. 20979; 19.6.2013, n. 15315; 23.9.2011, n. 19524; 17.9.2009, n. 20009; 26.5.2008, n.
13482); per cui prudenza suggerisce di esprimersi solo dopo aver letto attentamente il P.V.C.
(e, nel corso della verifica, chiedendo domande scritte, per formulare risposte meditate);
- dall’altro, che ricevere il P.V.C. senza proferir parola, potrebbe essere interpretato come im-
plicito assenso al contenuto dell’atto; per cui è consigliabile che il contribuente dichiari – so-
prattutto nei casi in cui la verifica si basa su «indizi e presunzioni» (anziché su «prove stori-
che» che vanno, se del caso, subito contestate) – che si riserva di esaminarne il contenuto
per valutare (insieme con il proprio professionista di fiducia) l’opportunità di presentare
«osservazioni e richieste» all’Ufficio accertatore. Un esempio di dichiarazione potrebbe esse-
re: «prendo atto di quanto constatato a seguito della verifica condotta nei miei confronti (o della
Società che rappresento) e mi riservo di esporre eventuali controdeduzioni nelle sedi amministra-
tive e/o contenziose competenti».
Nel P.V.C., i verificatori devono anche riportare: «la informativa al contribuente circa la sua facoltà di:
› far pervenire all’Ufficio titolare della funzione impositiva, entro 60 giorni dal rilascio del processo
verbale di constatazione, osservazioni e richieste che devono essere dallo stesso necessariamente pre-
se in considerazione (…);
› richiedere al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (…) la formulazione di una proposta di ac-
certamento ai fini della eventuale adesione (…) [ex art. 6, co. 1, D.Lgs. 218/1997];
› regolarizzare spontaneamente, in caso di avvenuta presentazione della dichiarazione, i propri errori
500
L. 27 luglio 2000 n. 212 Osservazioni e richieste del contribuente
e/o omissioni accedendo al ravvedimento (…)» ex art. 13, D.Lgs. 472/1997, anche se «il pagamento
e la regolarizzazione non limitano né inibiscono l’avvio o la prosecuzione delle attività ispettive né la
› con la indicazione, in calce, dell’indirizzo (o del domicilio eletto) del contribuente e con la pro-
so l’indicazione «nella motivazione del provvedimento finale, delle eventuali ragioni di dissenso ri-
spetto alle prospettazioni formulate dal privato» (cfr. C.T.P. Milano, 10.5.2010, n. 126; per l’appli-
principio di diritto: «In tema di diritti e garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali, l’art.
fica dell’atto impositivo in deroga al termine sospensivo di 60 giorni dalla consegna del PVC (…) tan-
to più in presenza di una supposta partecipazione della società» ad una frode carosello (cfr. Cass.
5137; 20.3.2015, n. 5642; 30.4.2014, n. 9424; 21.3.2014, n. 6666; 5.2.2014, n. 2595; 3.2.2014, n. 2279;
Tutela del contribuente in sede contenziosa Come sopra rilevato, la violazione, da parte dell’Uf-
ficio, dell’obbligo di contraddittorio anticipato, nel caso di tributi non armonizzati, può essere ec-
cepita, dal contribuente, (solo) in presenza di una norma espressa che lo preveda (cfr. Cass.,
SS.UU. 24823/2015).
È il caso dell’art. 12, co. 7, L. 212/2000: se l’Ufficio procede ad accessi, ispezioni o verifiche presso
i locali del contribuente, senza rispettare il termine di 60 giorni tra la consegna del P.V.C. e la
506
L. 27 luglio 2000 n. 212 Osservazioni e richieste del contribuente
emissione dell’atto di accertamento, questo è invalido (indipendentemente dal fatto che riguardi
tributi armonizzati o non armonizzati).
accessi, ispezioni e verifica presso i luoghi di attività del contribuente - attraverso la previsione
374/1990, con la conseguenza che l’art. 12, co. 7 non trova(va) applicazione nel caso di «avvisi di
rettifica in materia doganale, operando in tale ambito lo jus speciale» (cfr. Cass. Sent. 17.1.2019, n.
fondate» se ne deve tenere conto «ai fini della adozione del provvedimento, privilegiando, quin-
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
Cass. Sent. 28.10.2016, n. 21870 Corte Cost. Ord. 13.07.2017, nn. 187, 188, 189
PRASSI AMMINISTRATIVA
Nota Ag. Dogane 12.03.2010, n. 29694 Nota Ag. Dogane 06.12.2016, n. 136812/R.U.
1. L'accertamento delle imposte sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto può essere definito
con adesione del contribuente, secondo le disposizioni seguenti.
2. L'accertamento delle imposte sulle successioni e donazioni, di registro, ipotecaria, catastale e
comunale sull'incremento di valore degli immobili, compresa quella decennale, può essere defini-
to con adesione anche di uno solo degli obbligati, secondo le disposizioni seguenti.
1. La definizione delle imposte sui redditi ha effetto anche per l'imposta sul valore aggiunto, relati-
vamentealle fattispecie per essa rilevanti.
In tal caso l'imposta sul valore aggiunto è liquidata applicando, sui maggiori componenti positivi
di reddito rilevanti ai fini della stessa, l'aliquota media risultante dal rapporto tra l'imposta relati-
va alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili e di
quella considerata detraibile forfettariamente in relazione ai singoli regimi speciali adottati, e il
volume d'affari incrementato delle operazioni non soggette ad imposta e di quelle per le quali
non sussiste l'obbligo di dichiarazione. Possono formare oggetto della definizione anche le fatti-
specie rilevanti ai soli fini dell'imposta sul valore aggiunto.
2. Può essere oggetto di definizione anche la determinazione sintetica del reddito complessivo netto.
3. L'accertamento definito con adesione non è soggetto ad impugnazione, non è integrabile o mo-
dificabile da parte dell'ufficio e non rileva ai fini dell'imposta comunale per l'esercizio di imprese
e di arti e professioni, nonché ai fini extratributari, fatta eccezione per i contributi previdenziali e
assistenziali, la cui base imponibile è riconducibile a quella delle imposte sui redditi.
La definizione esclude, anche con effetto retroattivo, in deroga all'articolo 20 della legge 7 gen-
naio 1929, n. 4, la punibilità per i reati previsti dal decreto - legge 10 luglio 1982, n. 429, converti-
to, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1982, n. 516 limitatamente ai fatti oggetto dell'accerta-
mento; la definizione non esclude comunque la punibilità per i reati di cui agli articoli 2, comma 3,
e 4 del medesimo decreto - legge.
4. La definizione non esclude l'esercizio dell'ulteriore azione accertatrice entro i termini previsti
dall'articolo 43 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, relativo
all'accertamento delle imposte sui redditi, e dall' articolo 57 del decreto del Presidente della Re-
Accertamento con adesione (Iva e Redditi) 517
Note
1 Non è fondata, la questione di legittimità costituzionale dell' art. 2, comma 6, D.Lgs. 19.06.1997, n. 218, sollevata in rife-
rimento all'art. 3, primo comma, della Costituzione (C. cost. 16-30.12.1998, n. 452; Gazz. Uff. 13.01.1999, n. 2, S.S.).
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 18, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano
con riferimento agli atti definibili emessi dagli uffici dell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° febbraio 2011. Si riporta
di seguito il testo previgente: «5. A seguito della definizione, le sanzioni per le violazioni concernenti i tributi oggetto
dell'adesione commesse nel periodo d'imposta, nonché per le violazioni concernenti il contenuto delle dichiarazioni re-
lative allo stesso periodo, si applicano nella misura di un quarto del minimo previsto dalla legge, ad eccezione di quelle
applicate in sede di liquidazione delle dichiarazioni ai sensi dell' articolo 36 bis del decreto del Presidente della Repub-
blica 29 settembre 1973, n. 600, e dell' articolo 60, sesto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 otto-
bre 1972, n. 633, nonché di quelle concernenti la mancata, incompleta o non veritiera risposta alle richieste formulate
dall'ufficio. Sulle somme dovute a titolo di contributi previdenziali e assistenziali di cui al comma 3 non si applicano
sanzioni e interessi.».
1. Competente alla definizione è l'ufficio delle entrate, nella cui circoscrizione il contribuente ha il
domicilio fiscale.
2. Nel caso di esercizio di attività d'impresa o di arti e professioni in forma associata, di cui all'arti-
colo 5 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Re-
pubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ovvero in caso di azienda coniugale non gestita in forma so-
cietaria, e in caso di società che optano per la trasparenza fiscale di cui agli articoli 115 e 116 del
medesimo testo unico, l'ufficio competente all'accertamento nei confronti della società, dell'as-
sociazione o del titolare dell'azienda coniugale effettua la definizione anche del reddito attribui-
bile ai soci, agli associati o all'altro coniuge, con unico atto e in loro contraddittorio. 1
Nei confronti dei soggetti che non aderiscono alla definizione o che, benché ritualmente convo-
cati secondo le precedenti modalità non hanno partecipato al contraddittorio, gli uffici compe-
tenti procedono all'accertamento sulla base della stessa; non si applicano gli articoli 2, comma 5,
e 15, comma 1, del presente decreto.
[3. Fino all'entrata in funzione dell'ufficio delle entrate sono competenti l'ufficio distrettuale delle
imposte dirette ovvero, nei disciplinati dall'articolo 6, comma 2, l'ufficio dell'imposta sul valore
aggiunto, se la definizione ha ad oggetto esclusivamente fattispecie rilevanti ai fini di tale impo-
sta. ] 2
4. Non si applicano le disposizioni dell'articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 29
settembre 1973, n. 600, riguardante la partecipazione dei comuni all'accertamento dei redditi del-
le persone fisiche.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. 28.01.2009,
n. 2 con decorrenza dal 29.01.2009. Si riporta di seguito il testo previgente: «2. Nel caso di esercizio di attività d'impre-
sa o di arti e professioni in forma associata, di cui all'articolo 5 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ovvero in caso di azienda coniugale non gestita in
forma societaria, l'ufficio competente all'accertamento nei confronti della società, dell'associazione o del titolare
dell'azienda coniugale effettua la definizione anche del reddito attribuibile ai soci, agli associati o all'altro coniuge, con
unico atto e in loro contraddittorio.»
2 Il presente comma è stato così abrogato dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. 28.01.2009, n.
2 con decorrenza dal 29.01.2009
[1-ter. Il pagamento delle somme dovute indicate nell'invito di cui al comma 1 deve essere effettuato
Note
1 La presente lettera è stata aggiunta dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, ed applicazione
a decorrere dal 1° gennaio 2009, secondo quanto disposto dal comma 3 dell'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185.
2 Il presente comma aggiunto dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, ed applicazione a de-
correre dal 1° gennaio 2009, secondo quanto disposto dal comma 3 dell'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, è stato abroga-
to dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015. Ai sensi dell'art. 1, comma 638, del me-
desimo provvedimento modificante le disposizioni di cui al presente comma continuano ad applicarsi agli inviti al con-
traddittorio in materia di imposte sui redditi, di imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette, notificati entro
il 31.12.2015.
Ai sensi dell'art. 2, D.L. 30.09.2015, n. 153, ai soli fini della collaborazione volontaria di cui alla legge 15 dicembre 2014,
n. 186, le disposizioni di cui al presente comma, nel testo vigente alla data del 30 dicembre 2014, continuano ad appli-
carsi fino al 31 dicembre 2016.
3 Il presente comma è stato abrogato dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, ed applicazione
a decorrere dal 1° gennaio 2009, secondo quanto disposto dal comma 3 dell'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185.
4 La presente lettera aggiunta dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, con decorrenza dal 29.11.2008, ed applicazione a de-
correre dal 1° gennaio 2009, secondo quanto disposto dal comma 3 dell'art. 27, D.L. 29.11.2008, n. 185, è stata così
modificata dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015.
5 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 4-octies, comma 1, lett. a), D.L. 30.04.2019, n. 34, così come inserito dall'al-
legato alla legge di conversione, L. 28.06.2019, n. 58, con decorrenza dal 30.06.2019 ed applicazione agli avvisi di ac-
certamento emessi dal 1° luglio 2020.
520
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Iva e Redditi)
Note
1 Il presente articolo inserito dall'art. 83, D.L. 25.06.2008, n. 112, (G.U. 25.06.2008, n. 147, S.O., n. 152), con decorrenza dal
25.06.2008, è stato abrogato dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015; ai sen-
si dell'art. 1, comma 638, del medesimo provvedimento modificante le disposizioni di cui al presente articolo continua-
no ad applicarsi ai processi verbali di constatazione in materia di imposte sui redditi e di imposta sul valore aggiunto
consegnati entro il 31.12.2015.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 83, D.L. 25.06.2008, n. 112, così come modificato dall'allegato alla L.
06.08.2008, n. 133 con decorrenza dal 22.08.2008. Si riporta di seguito il testo previgente: «L'adesione di cui al comma
1 può avere ad oggetto esclusivamente il contenuto integrale del verbale di constatazione e deve intervenire entro i 30
giorni successivi alla data della notifica del verbale medesimo mediante comunicazione al competente Ufficio delle en-
trate ed al Reparto della Guardia di finanza che ha redatto il verbale. Entro i 60 giorni successivi alla comunicazione,
l'Ufficio delle entrate notifica al contribuente l'atto di definizione dell'accertamento parziale recante le indicazioni previ-
ste dall'articolo 7.»
3 Il presente articolo in virtù di quanto disposto dall'art. 83, DL 25.06.2008, n. 112, così come modificato dall'allegato alla
L. 06.08.2008, n.133 con decorrenza dal 22.08.2008 si applica con riferimento ai verbali di constatazione consegnati a
decorrere dall'entrata in vigore del decreto medesimo. In sede di prima applicazione del presente articolo, ai sensi
dell'art. 83, DL 25.06.2008, n. 112, così come modificato dall'allegato alla L. 06.08.2008, n.133 con decorrenza dal
22.08.2008:
a) il termine per la comunicazione dell'adesione da parte del contribuente ai verbali consegnati entro il 22.08.2008 è
comunque prorogato fino al 30.09.2008;
b) il termine per la notifica dell'atto di definizione dell'accertamento parziale relativo ai verbali consegnati al contribuen-
te fino al 31 dicembre 2008 è comunque prorogato al 30.06.2009.
1. L'ufficio, fuori dei casi in cui sia stata rilasciata copia del processo verbale di chiusura delle ope-
razioni da parte degli organi di controllo, prima di emettere un avviso di accertamento, notifica
l'invito a comparire di cui all'articolo 5 per l'avvio del procedimento di definizione dell'accerta-
mento.
2. Sono esclusi dall'applicazione dell'invito obbligatorio di cui al comma 1 gli avvisi di accertamento
parziale previsti dall'articolo 41-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 600, e gli avvisi di rettifica parziale previsti dall'articolo 54, terzo e quarto comma, del de-
creto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
3. In caso di mancata adesione, l'avviso di accertamento è specificamente motivato in relazione ai
chiarimenti forniti e ai documenti prodotti dal contribuente nel corso del contraddittorio.
4. In tutti i casi di particolare urgenza, specificamente motivata, o nelle ipotesi di fondato pericolo
per la riscossione, l'ufficio può notificare direttamente l'avviso di accertamento non preceduto
dall'invito di cui al comma 1.
5. Fuori dei casi di cui al comma 4, il mancato avvio del contraddittorio mediante l'invito di cui al
comma 1 comporta l'invalidità dell'avviso di accertamento qualora, a seguito di impugnazione, il
contribuente dimostri in concreto le ragioni che avrebbe potuto far valere se il contraddittorio
fosse stato attivato.
6. Restano ferme le disposizioni che prevedono la partecipazione del contribuente prima dell'emis-
sione di un avviso di accertamento. 1
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 4 octies, comma 1, lett. b), D.L. 30.04.2019, n. 34, così come inserito dall'alle-
gato alla legge di conversione, L. 28.06.2019, n. 58, con decorrenza dal 30.06.2019 ed applicazione agli avvisi di accerta-
mento emessi dal 1° luglio 2020.
Accertamento con adesione (Iva e Redditi) 521
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 4 octies, comma 1, lett. c), D.L. 30.04.2019, n. 34, così come inserito
dall'allegato alla legge di conversione, L. 28.06.2019, n. 58, con decorrenza dal 30.06.2019 ed applicazione agli avvisi di
accertamento emessi dal 1° luglio 2020.
1. L'accertamento con adesione è redatto con atto scritto in duplice esemplare, sottoscritto dal
contribuente e dal capo dell'ufficio o da un suo delegato. Nell'atto sono indicati, separatamente
per ciascun tributo, gli elementi e la motivazione su cui la definizione si fonda, nonché la liquida-
zione delle maggiori imposte, delle sanzioni e delle altre somme eventualmente dovute, anche in
forma rateale.
1-bis. Il contribuente può farsi rappresentare da un procuratore munito di procura speciale, nelle for-
me previste dall'articolo 63 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.
600, e successive modificazioni [, ovvero, quando la procura è rilasciata ad un funzionario di un
centro di assistenza fiscale, essa deve essere autenticata dal responsabile del predetto centro]. 1 2
1-ter. Fatte salve le previsioni di cui all’articolo 9-bis del presente decreto, il contribuente ha facoltà
di chiedere che siano computate in diminuzione dai maggiori imponibili le perdite di cui al quarto
comma dell’articolo 42 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,
non utilizzate, fino a concorrenza del loro importo. 3 4
Note
1 Il presente comma è stato aggiunto dall' art. 10. L. 18.10.2001, n. 383 (G.U. 24.10.2001), con decorrenza dal 25.10.2001.
2 Le parole del presente comma riportate tra parentesi quadre sono state soppresse dall'art. 1, comma 280, L.
27.12.2013, n. 147 con decorrenza dal 01.01.2014.
3 Il presente comma è stato inserito dall'art. 25, D.Lgs. 24.09.2015, n. 158 con decorrenza dal 01.01.2016; ai sensi del me-
desimo articolo modificante, con riferimento ai periodi di imposta per i quali, alla data del 1° gennaio 2016, sono ancora
pendenti i termini di cui all’articolo 43 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, le dispo-
sizioni di cui al presente comma entrano in vigore il 1° gennaio 2016.
522
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Iva e Redditi)
4 Ai sensi dell'art. 149, comma 1, lett. a), D.L. 19.05.2020, n. 34, convertito in legge dalla L. 17.07.2020, n. 77 con decorren-
za dal 19.07.2020, i termini di versamento delle somme dovute a seguito di atti di accertamento con adesione ai sensi
1. Il versamento delle somme dovute per effetto dell’accertamento con adesione è eseguito entro
venti giorni dalla redazione dell’atto di cui all’articolo 7.
2. Le somme dovute possono essere versate anche ratealmente in un massimo di otto rate trime-
strali di pari importo o in un massimo di sedici rate trimestrali se le somme dovute superano i
cinquantamila euro. L’importo della prima rata è versato entro il termine indicato nel comma 1.
Le rate successive alla prima devono essere versate entro l’ultimo giorno di ciascun trimestre.
Sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi calcolati dal giorno suc-
cessivo al termine di versamento della prima rata.
3. Entro dieci giorni dal versamento dell’intero importo o di quello della prima rata il contribuente
fa pervenire all’ufficio la quietanza dell’avvenuto pagamento. L’ufficio rilascia al contribuente
copia dell’atto di accertamento con adesione.
4. Per le modalità di versamento delle somme dovute si applicano le disposizioni di cui all’articolo
15-bis. In caso di inadempimento nei pagamenti rateali si applicano le disposizioni di cui all’arti-
colo 15-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. 1
Note
1 Il presente articolo è stato:
- prima modificato dall'art. 1, comma 418, L. 30.12.2004, n. 311, poi dall'art. 1, c. 125, L. 24.12.2007, n. 244, dall'art. 3 D.L.
25.03.2010, n. 40 con decorrenza dal 26.03.2010, dall'art. 9 D.Lgs. 13.08.2010, n. 141 con decorrenza dal 19.09.2010,
dall'art. 2 D.L. 05.08.2010, n. 125 così come modificato dall'allegato alla legge di conversione, L. 01.10.2010, n. 163 con
decorrenza dal 06.10.2010 e dall'art. 23, D.L. 06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155), così come modificato dall'allega-
to alla legge di conversione L. 15.07.2011, n. 111 (G.U. 16.07.2011, n. 164) con decorrenza dal 17.07.2011,
- da ultimo così sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art. 15 del
medesimo provvedimento modificante le presenti disposizioni non si applicano agli atti di adesione, agli atti definiti ai
sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle conciliazioni giudiziali e alle mediazioni tributarie
già perfezionati alla data di entrata in vigore del suddetto decreto.
1. La definizione si perfeziona con il versamento di cui all'articolo 8, comma 1, ovvero con il versa-
mento della prima rata [e con la prestazione della garanzia], prevista dall'articolo 8, comma 2. 1 2
Note
1 Le parole del presente comma inserite tra parentesi quadre sono state soppresse dall'art. 23, D.L. 06.07.2011, n. 98
(G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011.
2 La parola «prevista» del presente comma ha sostituito la previgente parola «previste» in virtù dell'art. 23, D.L.
06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155) con decorrenza dal 06.07.2011.
1. Al procedimento di accertamento con adesione avente ad oggetto le rettifiche previste dal com-
ma 2 dell'articolo 40-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,
Accertamento con adesione (Iva e Redditi) 523
partecipano sia la consolidante che la consolidata interessata dalle rettifiche, innanzi all'ufficio
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 35 D.L. 31.05.2010, n. 78 con decorrenza dal 31.05.2010.
1. Il pagamento delle somme dovute ai sensi degli articoli 8 e 15 si esegue mediante versamento
unitario di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, secondo le modalità sta-
bilite dall’articolo 19 del medesimo decreto, fatte salve le ipotesi in cui siano previste altre moda-
lità di pagamento in ragione della tipologia di tributo.
2. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze possono essere stabilite ulteriori modalità
di versamento. 1
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art.
15 del medesimo provvedimento modificante le presenti disposizioni non si applicano agli atti di adesione, agli atti de-
finiti ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle conciliazioni giudiziali e alle mediazioni
tributarie già perfezionati alla data di entrata in vigore del suddetto decreto.
Norme in sintesi
1. L’accertamento con adesione può riguardare sia le imposte sui redditi (e tributi assimilati) sia la
sola Iva; nel caso che interessi entrambi i settori tributari, la definizione delle imposte sui redditi
produce effetti anche sull’Iva, applicando le regole proprie di ciascun tributo.
2. L’accertamento definito con adesione non è soggetto ad impugnazione, non è integrabile o modifi-
cabile da parte dell’Ufficio e non rileva ai fini extratributari, fatta eccezione per i contributi previ-
denziale e assistenziali, la cui base imponibile è riconducibile a quella delle imposte sui redditi
(senza, però, applicazione di interessi né di sanzioni).
3. La definizione non esclude l’esercizio della ulteriore azione accertatrice, entro i termini previsti
dall’art. 43 del D.P.R. 600/1973 e dall’art. 57 del D.P.R. 633/1972 nei casi seguenti:
a. se sopravviene la conoscenza di nuovi elementi, in base ai quali è possibile accertare un mag-
gior reddito superiore al 50% del reddito definito e comunque non inferiore a 77.468,53 euro;
b. se la definizione ha riguardato accertamenti parziali o i redditi derivanti da partecipazione
nelle Società, associazioni o aziende coniugali indicate nell’articolo 5 del T.U.I.R. di cui al
D.P.R. 917/1986, nei confronti delle quali è stato esercitato l’accertamento.
4. Le sanzioni per le violazioni concernenti i tributi oggetto dell’adesione commesse nel periodo di
524
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Iva e Redditi)
imposta (comprese quelle concernenti le dichiarazioni relative allo stesso periodo) si applicano
nella misura di un terzo del minimo previsto dalla legge. Sono escluse dalla riduzione le sanzioni
dovuti a titolo di imposta, interessi e sanzioni e della sanzione per omesso versamento (di cui al-
guardante la società (con conseguente intangibilità dell’accordo raggiunto: cfr. Cass. Ord.
17.11.2020, n. 26109);
Pure gli avvisi di liquidazione possono «essere considerati quali avvisi di accertamento (…) tenuto
Tipologie di - imposte sui redditi (IRPEF, IRES, IRAP) e loro In relazione a fattispecie rilevanti:
tributi imposte sostitutive › ai soli fini delle IIDD o ai soli fini
- imposta sul valore aggiunto (IVA) IVA
› ai fini delle II.RR. con effetto
anche per l’IVA
Altre imposte indirette («tipo registro»): imposta di registro, imposta ipotecaria e
catastale, imposta di successione e donazione
Tributi locali (es. IMU, IUC) se l’istituto è previsto dal Regolamento dell’Ente locale
Tipi di Tutte le categorie di reddito
Accertamento Tutte le tipologie di accertamento: analitico, analitico-induttivo, induttivo puro, sintetico
Fattispecie di natura estimativa e di accertamento (altre imposte indirette)
Atti definibili Processi verbali di constatazione (P.V.C.)
Avvisi di accertamento (in senso ampio)
Atti di recupero di crediti d’imposta indebitamente utilizzati (cfr. Cass. 8429/2017)
Atti esclusi Avvisi di liquidazione delle imposte ex artt. 36-bis, 36-ter, D.P.R. 600/1973 e 54-bis,
D.P.R. 633/1972. Atti di contestazione sanzioni ex art. 16, D.Lgs. 472/1997
dai quali non sia individuabile l’effettiva natura delle operazioni Iva», si adotta l’aliquota media
(cfr. art. 2, co. 1), che deriva dal rapporto fra:
buente, questi non avrà più la possibilità di utilizzare la procedura di definizione con adesione nel
c. nel caso degli avvisi di accertamento e di rettifica parziale di cui agli articoli 41-bis, del
D.P.R. 600/1973 e 54, commi terzo e quarto, del D.P.R. 633/1972 (co. 2);d) in tutti i casi di
› con l’archiviazione;
di emissione a carico dell’Ufficio (che può fornirla anche attraverso il c.d. glifo: cfr. C.T.P. Na-
poli, Sent. 2.3.2022, n. 345; C.T.P. Bari, Sent. 19.9.2022, n. 1495; C.T.P. Arezzo, Sent. 12.10.2022,
lizzano con riferimento agli atti emessi a partire da tale data. Pertanto, è legittimo un avviso di
grandi contribuenti) competente ad emettere l’avviso di accertamento. L’istanza deve essere fir-
mata digitalmente o, in alternativa, sottoscritta con firma autografa e accompagnata dalla co-
mine di sospensione di 90 giorni per proporre ricorso (cfr. C.T.R. Venezia, 30.5.2016, n. 707).
La possibilità di valersi dell’intero periodo – di 90 giorni – per cercare una soluzione prima di
(eventualmente) accedere alla giustizia tributaria non viene meno:
› se il procedimento (di accertamento con adesione) si conclude – senza un accordo fra le parti
– prima della scadenza dei 90 giorni di sospensione (C.T.R. Roma, 5.4.2016, n. 1766; per il caso
di rigetto dell’istanza: cfr. C.T.R. Lombardia, 14.1.2020, n. 32), a meno che il contribuente non
formuli una esplicita rinuncia ad esso o proponga, nel frattempo, ricorso;
› se il contribuente non si presenta: «In quest’ottica, la mancata comparizione del contribuente alla
data fissata per la definizione, in via amministrativa, della lite, sia essa giustificata o meno, non in-
terrompe la sospensione del termine di 90 giorni per l'impugnazione dell'avviso di accertamento,
in quanto detto comportamento non è equiparabile alla formale rinuncia all'istanza né è idoneo a
farne venir meno "ab origine" gli effetti» (cfr. Cass. Ord. 24.10.2019, n. 27274; conf. Cass. Ordinanze
16.12.2022, n. 36919; 1.6.2022, n. 17946; Cass. Sent. 17.11.2020, n. 26166);
› se il contribuente abbandona, il contraddittorio originariamente instaurato, non presentando-
si agli incontri successivi (cfr., Cass. Ord. 28.3.2019, n. 8643).
La redazione del verbale di mancato accordo «si risolve in una mera presa d’atto del mancato rag-
giungimento dell’accordo tra il contribuente e l’ufficio tributario e, pertanto, non può né equipararsi
all’impugnativa dell’atto di accertamento, né assumere il significato di una definitiva rinuncia del
contribuente all’istanza di accertamento con adesione», per cui essa non fa «cessare la sospensione
dei termini per ricorrere», a meno che la «definitiva rinuncia all’istanza di accertamento con adesio-
ne sia manifestata con dichiarazione espressa o mediante proposizione del ricorso» (cfr. Corte Cost.,
Ord. 15.4.2011, n. 140).
La Corte di Cassazione, a sua volta, ha affermato che: «il verbale di constatazione del mancato accordo
non integra una situazione omogenea a quella di definitiva rinuncia all'istanza di accertamento con adesio-
ne, sicché alla constatazione del mancato accordo non può riconoscersi il valore di atto idoneo alla interru-
zione del termine di sospensione di novanta giorni, previsto dal D.Lgs. n. 218 del 1997, artt. 6 e 12 connesso
all'istanza di accertamento con adesione» (cfr. Cass. Ord. 24.8.2017, n. 20362; conf. Cass. Sentenze
26.6.2015, n. 13248; 11.5.2012, n. 7334; 13.4.2012, n. 5837; 30.6.2006, nn. 15170 e 15171).
E la prassi si è, da tempo, conformata a tale orientamento: «il periodo di sospensione [non viene
meno con] l’eventuale anticipato esito negativo dell’istanza di adesione prodotta dal contribuente».
Così come la conclusione negativa del procedimento «non incide sul periodo di sospensione dei
termini», dato che la disposizione dell’art. 6, co. 3, assegna «alla presentazione dell’istanza di ade-
sione l’effetto automatico e predeterminato di sospensione, per novanta giorni, dei termini per impu-
gnare l’atto di accertamento notificato dall’Ufficio, non prevedendo alcuna causa di decadenza della
sospensione stessa» (cfr. Circ. Ag. Entrate 65/2001).
La ripresa della decorrenza dei termini già sospesi si verifica se il contribuente:
› successivamente alla presentazione dell’istanza, impugna l’avviso di accertamento, si determi-
na ex lege «la rinuncia all’istanza di definizione» (cfr. C.M. 8.8.1997, n. 235);
› presenta «una formale ed irrevocabile rinuncia a detta istanza» che porta ad «escludere irrime-
diabilmente tale soluzione compositiva» (cfr. Corte Cost. Ord. 15.4.2011, n. 140; Cass. Ordinanze
13.7.2022, n. 22194 e 24.8.2018, n. 21148 e Cass. Sent. 12.10.2012, n. 17439).
La verbalizzazione dell’esito negativo del contraddittorio, invece, non integra «definitiva rinuncia
all’istanza di accertamento con adesione» (cfr. Cass. Sent. 24.2.2012, n. 2860), né «epilogo comunque
definitivamente conclusivo del procedimento, espressivo della volontà di escludere, anche per il futuro,
la composizione della controversia in via amministrativa» (cfr. Cass. Sent. 9.3.2012, n. 3762; confor-
mi Cass. Ord. 5.2.2019, n. 3278; Cass. Sentenze 15.3.2019, n. 7386; 11.5.2012, n. 7334; 13.4.2012, n.
Accertamento con adesione (Iva e Redditi) 537
5837; C.T.R. Firenze, 14.5.2014, n. 959), anche se andrebbe (prudenzialmente) evitata. Sotto il
cio: cfr. C.T. II° Trento, 11.3.2009, n. 16; C.T.P. Genova 9.4.2009, n. 103 e C.T.P. Torino 16.7.2009,
n. 96; C.T.R. Roma, 12.2.2014, n. 806).
(o da un suo delegato), a pena di nullità (cfr. Cass. Sent. 28.6.2006, n. 14945); e deve contenere:
buente ha la possibilità di fornire tutti gli elementi indispensabili ai fini della effettuazione della com-
pensazione». Se, sussistendone le condizioni, la compensazione (delle imposte) viene riconosciu-
giori imponibili accertati o definiti ai fini IRES», l’Agenzia delle Entrate ha diramato la Circolare
21.3.2019, n. 5, per cercare di ripristinare la «situazione che si sarebbe realizzata» se il contribuen-
l’ufficio competente (…) dovranno essere tutti convocati» (cfr. C.M. 8.8.1997, n. 235).
› «nella diversa ipotesi in cui la società oggetto di controllo partecipi alla fiscal unit nel periodo di
imposta accertato, ma non aderisca al regime di tassazione di gruppo in quello di corretta imputa-
› processi verbali di constatazione redatti, ai sensi dell’art. 24 della L. 7.1.19292, n. 4, e consegnati en-
› «per poter accedere alla definizione è necessario che l’adesione non risulti perfezionata alla data del
1° gennaio 2023»;
11139).
Il mancato pagamento si realizza anche se il contribuente effettua il pagamento compensando il
a seguire) decorre dal termine previsto per il versamento della prima rata (e non più dalla data in
adesione perfezionato. Per i rapporti tra contribuente e garante nel testo anteriormente vigente,
si veda Cass. Ord. 23.3.2023, n. 8384), nonché della (ulteriore) sanzione del 30% aumentata della
vigore dal 31.3.2023, che ha precisato che la regolarizzazione è inibita se «alla medesima data»
800, L. 160/2019, né l’intervenuto sollecito di pagamento (…) nel caso di mancato pagamento di quan-
to dovuto in seguito agli accertamenti con adesione (…)» (la decadenza, ex art. 1, co. 800, L.
della metà ex art. 15-ter, D.P.R. 602/1973. Tale atto costituisce titolo per la riscossione coattiva.
«L’inadempimento, da parte del contribuente, che non ha provveduto al versamento della rata né
entro il termine concordato nell’ambito del piano di ammortamento, né entro la scadenza della rata
stivo e regolare adempimento degli atti già emanati, alla emissione per le restanti annualità, pure
questa ipotesi l’ulteriore azione accertatrice potrà riguardare i redditi diversi da quelli derivanti dal-
la partecipazione oggetto della definizione» (cfr. C.M. 8.8.1997, n. 235); o quando l’accertamento
getto di adesione: è il caso della richiesta di rimborso dell’Iva «a credito scaturente da fatture di
possibilità di rateizzare il debito, ma l’imponibile contributivo rimarrà quello definito con l’adesione
(e non quello originariamente accertato) [per cui] il recupero contributivo, tramite Avviso di Adde-
controllo.
«Confisca per equivalente» L’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 dispone che, nel caso di condanna o di
applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p. per uno dei delitti previsti dal
comparire (ex art. 5 D.Lgs. 218/1997) per lo svolgimento del contraddittorio, il contribuente non
Tabella della misura del tasso legale di interesse per ritardato pagamento 1
Dal 01.7.2003 Al 30.9.2009 2,75%
Dal 01.10.2009 Al 31.12.2009 4%
Dal 01.10.2010 3,5%
Note Cfr. art. 20, D.P.R. 602/1973 e D.M. 21.5.2009.
1
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 7-quater, D.L. 22.10.2016, n. 193, conv. con modif. in L. 01.12.2016, n. 225
Disposizioni in materia di semplificazione fiscale
562
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Iva e Redditi)
D.M. 13.06.2000
Modalità di documentazione dell'avvenuta estinzione dei debiti tributari
Art. 157, D.L. 19.05.2020, n. 34, conv. con modif. in L. 17.7.2020, n. 77 e ss.mm.
Proroga dei termini al fine di favorire la graduale ripresa delle attività economiche e sociali
Art. 3-bis, D.L. 29.12.2022, n. 198, conv. con modif. in L. 24.2.2023, n. 14 (c.d. Milleproroghe)
Proroga della facoltà di annullamento automatico dei debiti inferiori a 1.000 euro per gli enti diversi
dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
(segue)
568
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Iva e Redditi)
1. L'accertamento delle imposte sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto può essere definito
con adesione del contribuente, secondo le disposizioni seguenti.
2. L'accertamento delle imposte sulle successioni e donazioni, di registro, ipotecaria, catastale e
comunale sull'incremento di valore degli immobili, compresa quella decennale, può essere defini-
to con adesione anche di uno solo degli obbligati, secondo le disposizioni seguenti.
(omissis)
Art. 3 - DEFINIZIONE DEGLI ACCERTAMENTI NELLE ALTRE IMPOSTE INDIRETTE [CFF ¶ 4775]
1. La definizione ha effetto per tutti i tributi di cui all'articolo 1, comma 2, dovuti dal contribuente,
relativamente ai beni e ai diritti indicati in ciascun atto, denuncia o dichiarazione che ha forma-
to oggetto di imposizione. Il valore definito vincola l'ufficio ad ogni ulteriore effetto limitata-
mente ai menzionati tributi. Sono escluse adesioni parziali riguardanti singoli beni o diritti con-
tenuti nello stesso atto, denuncia o dichiarazione.
2. Se un atto contiene più disposizioni che non derivano necessariamente, per la loro intrinseca
natura, le une dalle altre, ciascuna di esse, se soggetta ad autonoma imposizione, costituisce
oggetto di definizione come se fosse un atto distinto.
3. A seguito della definizione, le sanzioni dovute per ciascun tributo oggetto dell'adesione si ap-
plicano nella misura di un terzo del minimo previsto dalla legge. 1
4. L'accertamento definito con adesione non è soggetto ad impugnazione e non è integrabile o
modificabile da parte dell'ufficio.
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 18, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano
con riferimento agli atti definibili emessi dagli uffici dell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° febbraio 2011. Si ri-
porta di seguito il testo previgente: «3. A seguito della definizione, le sanzioni dovute per ciascun tributo oggetto
dell'adesione si applicano nella misura di un quarto del minimo previsto dalla legge.»
570 Accertamento con adesione (Altre imposte)
1. L'ufficio invia ai soggetti obbligati un invito a comparire, nel quale sono indicati:
a) gli elementi identificativi dell'atto, della denuncia o della dichiarazione cui si riferisce l'accerta-
mento suscettibile di adesione;
b) il giorno e il luogo della comparizione per definire l'accertamento con adesione.
b-bis) le maggiori imposte, sanzioni e interessi dovuti; 3
b-ter) i motivi che hanno dato luogo alla determinazione delle maggiori imposte di cui alla lettera b-
bis). 1
[1-bis. Il contribuente può prestare adesione ai contenuti dell'invito di cui al comma 1. Per le modalità
di definizione dell'invito, compresa l'assenza della prestazione delle garanzie previste dall'articolo
8, per la misura degli interessi e per le modalità di computo degli stessi in caso di versamento
rateale, nonché per i poteri del competente ufficio dell'Agenzia delle entrate in caso di mancato
pagamento delle somme dovute per la definizione, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 5,
commi 1-bis, 1-ter e 1-quater. In presenza dell'adesione all'invito di cui al comma 1 del presente
articolo, la misura delle sanzioni indicata nell'articolo 3, comma 3, applicabile per ciascun tributo
di cui all'articolo 1, comma 2, è ridotta alla metà.] 2
Note
1 La presente lettera è stata così inserita dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. 28.01.2009, n. 2
con decorrenza dal 29.01.2009.
2 Il presente comma inserito dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. 28.01.2009, n. 2 con decor-
renza dal 29.01.2009, è stato abrogato dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015; ai
sensi dell'art. 1, comma 638, del medesimo provvedimento modificante le disposizioni di cui al presente comma conti-
nuano ad applicarsi agli inviti al contraddittorio in materia di imposte sui redditi, di imposta sul valore aggiunto e di al-
tre imposte indirette, notificati entro il 31.12.2015.
3 La presente lettera inserita dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. 28.01.2009, n. 2 con decor-
renza dal 29.01.2009, è stata così modificata dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal
01.01.2015. Si riporta di seguito il testo previgente: «b-bis) le maggiori imposte, sanzioni e interessi dovuti in caso di
definizione agevolata di cui al comma 1-bis;».
Accertamento con adesione (Altre imposte) 571
Norme in sintesi
14. L’accertamento delle imposte di registro, ipotecaria, catastale e sulle successioni e donazioni può
essere definito con adesione, anche di uno solo degli obbligati, relativamente ai beni e ai diritti indicati
in ciascun atto, denuncia o dichiarazione che ha formato oggetto di imposizione. Se un atto contiene
più disposizioni che non derivano necessariamente, per loro intrinseca natura, le une dalle altre, cia-
scuna di esse, se soggetta ad autonoma imposizione, costituisce oggetto di definizione, come se fosse un
atto distinto. Sono escluse adesioni parziali riguardanti singoli beni o diritti contenuti nello stesso at-
to, denuncia o dichiarazione.
Per le modalità di definizione, la misura e il computo degli interessi, in caso di versamento rateale,
nonché i poteri del competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate in caso di mancato pagamento delle
somme dovute per la definizione, si applicano le disposizioni di cui al precedente co. ….
15. Se il contribuente procede ad accertamento con adesione, le sanzioni dovute per ciascun tributo, si
applicano nella misura di un terzo del minimo previsto dalla legge.
16. L’accertamento definito con adesione non è soggetto ad impugnazione e non è integrabile o modifi-
cabile da parte dell’Ufficio.
17. Nel caso in cui sia stato notificato un avviso di accertamento, non preceduto dall’invito a comparire
di cui al co. …, il contribuente può formulare, in carta libera, istanza di accertamento con adesione en-
tro il termine per il ricorso dinanzi alla Commissione tributaria provinciale. La presentazione del-
l’istanza, anche da parte di un solo obbligato, comporta la sospensione, per tutti i coobbligati, dei ter-
mini per l’impugnazione dell’atto e di quelli per la riscossione delle imposte in pendenza di giudizio,
per un periodo di novanta giorni. L’impugnazione dell’atto da parte del soggetto che abbia richiesto
l’accertamento con adesione comporta rinuncia all’istanza. Entro quindici giorni dalla ricezione del-
l’istanza, l’Ufficio, anche telefonicamente o telematicamente, formula al contribuente l’invito a compa-
rire; se, a seguito di esso, il contribuente paga l’intero importo dovuto o la prima delle rate, in cui è ri-
partito il dovuto, la definizione fa venir meno la efficacia dell’avviso di accertamento/liquidazione.
572
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Altre imposte)
18. Per quanto non previsto specificatamente nei commi da 14 a 17, valgono, in quanto applicabili, le
disposizioni dei commi da 1 a 13.
› le fattispecie per le quali all’Ufficio è riconosciuto il potere di accertamento (da esercitare se-
(cfr. art. 5, co. 3 del D.Lgs. 14.9.2015, n. 147 - disposizione di natura interpretativa e, dunque, con
to, denuncia o dichiarazione (a meno che le singole disposizioni non derivino le une dalle al-
tre e siano soggette ad autonoma imposizione);
L’istanza deve essere diretta a una soluzione concordata della controversia; deve contenere, fra
mento della quantificazione della pretesa tributaria e la riduzione della conflittualità nel rapporto con il
contribuente», consentendo a quest’ultimo «di fornire chiarimenti e documentazione utili a inquadrare
menti con adesione, di cui agli articoli 2 e 3 del D.Lgs. 218/1997, relativi a:
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218
› processi verbali di constatazione redatti, ai sensi dell’art. 24 della L. 7.1.19292, n. 4, e consegnati en-
tro il 31 marzo 2023;
› «per poter accedere alla definizione è necessario che l’adesione non risulti perfezionata alla data del
diecimila euro»; o il versamento con ritardo non superiore a sette giorni rispetto al termine di
2.3.2022, n. 345).
Sono fatti salvi i casi di indifferibilità ed urgenza «o al fine del perfezionamento degli adempimenti
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 7-quater, D.L. 22.10.2016, n. 193, conv. con modif. in L. 01.12.2016, n. 225
Disposizioni in materia di semplificazione fiscale
588
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Accertamento con adesione (Altre imposte)
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Con decreti del Ministro delle finanze sono indicati gli organi dell'Amministrazione finanziaria
competenti per l'esercizio del potere di annullamento d'ufficio o di revoca, anche in pendenza di
giudizio o in caso di non impugnabilità, degli atti illegittimi o infondati. Con gli stessi decreti sono
definiti i criteri di economicità sulla base dei quali si inizia o si abbandona l'attività dell'ammini-
strazione.
1-bis. Nel potere di annullamento o di revoca di cui al comma 1 deve intendersi compreso anche il
potere di disporre la sospensione degli effetti dell'atto che appaia illegittimo o infondato. 2
1-ter. Le regioni, le province e i comuni indicano, secondo i rispettivi ordinamenti, gli organi compe-
tenti per l'esercizio dei poteri indicati dai commi 1 e 1-bis relativamente agli atti concernenti i tri-
buti di loro competenza. 2
1-quater. In caso di pendenza del giudizio, la sospensione degli effetti dell'atto cessa con la pubbli-
cazione della sentenza. 2
1-quinquies. La sospensione degli effetti dell'atto disposta anteriormente alla proposizione del ricor-
so giurisdizionale cessa con la notificazione, da parte dello stesso organo, di un nuovo atto, mo-
dificativo o confermativo di quello sospeso; il contribuente può impugnare, insieme a quest'ulti-
mo, anche l'atto modificato o confermato. 2
1-sexies. Nei casi di annullamento o revoca parziali dell’atto il contribuente può avvalersi degli istituti
di definizione agevolata delle sanzioni previsti per l’atto oggetto di annullamento o revoca alle
medesime condizioni esistenti alla data di notifica dell’atto purché rinunci al ricorso. In tale ulti-
mo caso le spese del giudizio restano a carico delle parti che le hanno sostenute. 3
1-septies. Le disposizioni del comma 1-sexies non si applicano alla definizione agevolata prevista dal-
l’articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472. 3
1-octies. L’annullamento o la revoca parziali non sono impugnabili autonomamente. 3 1
Note
1 Il presente articolo è stato aggiunto dall'art. 1 l. 30.11.1994, n. 656.
2 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 27, L. 18.02.1999, n. 28.
3 Il presente comma è stato aggiunto dall'art. 11, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015.
Autotutela 591
1. Nell'attività di cui all'articolo 2 è data priorità alle fattispecie di rilevante interesse generale e, fra
queste ultime, a quelle per le quali sia in atto o vi sia il rischio di un vasto contenzioso.
1. Nel caso in cui l'importo dell'imposta, sanzioni ed accessori oggetto di annullamento o di rinuncia
all'imposizione in caso di autoaccertamento o della agevolazione superi lire un miliardo, l'annulla-
mento è sottoposto al preventivo parere della direzione regionale o compartimentale da cui l'uf-
ficio dipende.
2. Dell'eventuale annullamento, o rinuncia all'imposizione in caso di autoaccertamento, è data co-
592
D.M. 11 febbraio 1997 n. 37 Autotutela
1. La Direzione centrale per gli affari giuridici e per il contenzioso tributario del Dipartimento delle
entrate, la Direzione centrale per gli affari generali, il personale e i servizi informatici e tecnici del
Dipartimento delle dogane e la Direzione centrale per i servizi generali, il personale e l'organizza-
zione del Dipartimento del territorio, sulla base di relazioni che le direzioni regionali e comparti-
mentali, avvalendosi del servizio automatizzato di cui all'articolo 36, comma 1, del decreto legisla-
tivo 31 dicembre 1992, n. 545, sono tenute a far pervenire trimestralmente alle stesse Direzioni
centrali e al Segretariato generale, rilevano i motivi per i quali più frequentemente i ricorsi avver-
so atti degli uffici periferici e centrali sono accolti o respinti dalle commissioni tributarie.
2. Le Direzioni centrali di cui al comma 1 trasmettono semestralmente alle direzioni regionali e com-
partimentali elenchi, distinti per singoli tributi, delle questioni che più frequentemente tormano
oggetto di ricorso, evidenziando i casi di contrasto con la giurisprudenza nazionale e comunitaria.
1. Tenuto conto delle rilevazioni previste dall'articolo 6 e della giurisprudenza consolidata nella ma-
teria, le direzioni dei Dipartimenti impartiscono direttive per l'abbandono delle liti già iniziate, sul-
la base del criterio delle probabilità della soccombenza e della conseguente condanna dell'Ammi-
nistrazione finanziaria al rimborso delle spese di giudizio. Ad analoga valutazione e subordinata
l'adozione di iniziative in sede contenziosa.
2. Ai fini di cui al comma precedente è presa in considerazione anche l'esiguità delle pretese tribu-
tarie in rapporto ai costi amministrativi connessi alla difesa delle pretese stesse.
1. Con successivi propri decreti sono stabiliti i criteri di economicità sulla base dei quali si inizia o si
abbandona l'attività dell'Amministrazione, in relazione a predeterminate categorie generali ed
astratte.
Autotutela 593
essere indicati «l’organo e l’autorità amministrativa presso i quali è possibile promuovere un rie-
same, anche nel merito, dell’atto in sede di autotutela»; e
buente» (cfr. Circolare G. di F. 27.11.2017, n. 1/2018, Vol. II, Parte. III, Cap. 6).
rinunci al ricorso» (cfr. co. 1-sexies dell’art. 2-quater del D.L. 564/1994).
Pertanto, se dopo aver notificato l’atto, l’Ufficio lo annulla con un’autotutela parziale (o lo revo-
davanti alla Corte di giustizia tributaria, il relativo processo si estingue per cessata materia del
o confermato deve intendersi limitato alla sola ipotesi in cui l’atto oggetto del procedimento di revi-
sione non si sia già consolidato per il decorso del termine per impugnare» (cfr. Cass. Sent.
definitivi e decidere quale impugnare dinanzi al Giudice, potendo essere proposto ricorso soltanto av-
legittimità dell’atto che ne giustificano l’adozione», nel caso di annullamento o revoca dell'atto
impositivo (cfr. C.M. 8.7.1997, n. 195);
195/1997), o, ancora, della scelta di strategia difensiva del contribuente che «abbia lasciato scade-
a norma dell’art. 630 c.p.p., lett. c), tale da comportare un effetto demolitorio del giudicato – il mero
annullamento in autotutela, da parte dell’Amministrazione finanziaria, dell’avviso di accertamento
Esiste, infatti, da parte dell’Ufficio, un «dovere di agire in autotutela (cioè di riesaminare il proprio
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
1. Le somme che, a seguito dei controlli automatici, ovvero dei controlli eseguiti dagli uffici, effet-
tuati ai sensi degli articoli 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973,
n. 600 e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1972, n. 633, risultano
dovute a titolo d'imposta, ritenute, contributi e premi o di minori crediti già utilizzati, nonché di
interessi e di sanzioni per ritardato o omesso versamento, sono iscritte direttamente nei ruoli a
titolo definitivo. 3
[1-bis. Se i termini per il versamento delle somme di cui al comma 1 sono fissati oltre il 31 dicembre
dell'anno in cui è presentata la dichiarazione, l'iscrizione a ruolo a titolo definitivo è eseguita en-
tro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui è previsto il versamento dell'unica
o ultima rata.] 2
2. L'iscrizione a ruolo non è eseguita, in tutto o in parte, se il contribuente o il sostituto d'imposta
provvede a pagare le somme dovute con le modalità indicate nell'art. 19 del decreto legislativo 9 lu-
glio 1997, n. 241, concernente le modalità di versamento mediante delega, entro trenta giorni dal ri-
cevimento della comunicazione, prevista dai commi 3 dei predetti articoli 36-bis e 54-bis, ovvero
della comunicazione definitiva contenente la rideterminazione in sede di autotutela delle somme
dovute, a seguito dei chiarimenti forniti dal contribuente o dal sostituto d'imposta. In tal caso, l'am-
montare delle sanzioni amministrative dovute è ridotto ad un terzo e gli interessi sono dovuti fino
all'ultimo giorno del mese antecedente a quello dell'elaborazione della comunicazione. 1 4 5 6 7
Note
1 Il presente comma prima modificato dall'art. 3, D.Lgs. 26.01.2001, n. 32 (G.U. 05.03.2001, n. 53), è stato, poi, così modi-
ficato dall'art. 1, comma 413, L. 30.12.2004, n. 311, con decorrenza dal 01.01.2005 in riferimento alle dichiarazioni pre-
sentate dal 1°gennaio 1999. Si riporta di seguito il testo previgente: «2. L'iscrizione a ruolo non è eseguita, in tutto o in
parte, se il contribuente o il sostituto d'imposta provvede a pagare le somme dovute con le modalità indicate nell'art.
19 del decreto legislativo 9 luglio1997, n. 241, concernente le modalità di versamento mediante delega, entro trenta
giorni dal ricevimento della comunicazione, prevista dai commi 3 dei predetti articoli 36-bis e 54-bis, ovvero della co-
municazione definitiva contenente la rideterminazione in sede di autotutela delle somme dovute, a seguito dei chiari-
menti forniti dal contribuente o dal sostituto d'imposta. In tal caso, l'ammontare delle sanzioni amministrative dovute è
ridotto ad un terzo.».
2 Il presente comma prima inserito dall'art. 1, D.L. 24.06.2003, n. 143, è stato, poi, abrogato dall'art. 37 D.L. 04.07.2006, n.
223, con decorrenza dal 04.07.2006.
3 Il presente comma prima modificato dall'art. 2, D.L. 30.09.2005, n. 203 è stato, poi, così modificato dall'art. 37 D.L.
04.07.2006, n. 223, con decorrenza dal 04.07.2006. Si riporta di seguito il testo previgente: «1. Le somme che, a seguito
dei controlli automatici, ovvero dei controlli eseguiti dagli uffici, effettuati ai sensi degli articoli 36-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settem-
bre 1972, n. 633, risultano dovute a titolo d'imposta, ritenute, contributi e premi o di minori crediti già utilizzati, nonché
Definizione degli avvisi bonari 609
1. Le somme che, a seguito dei controlli formali effettuati ai sensi dell'articolo 36-ter del decreto
del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, risultano dovute a titolo d'imposta, ri-
tenute, contributi e premi o di minori crediti già utilizzati, nonché di interessi e di sanzioni, pos-
sono essere pagate entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione prevista dal comma 4
del predetto articolo 36-ter, con le modalità indicate nell'articolo 19 del decreto legislativo 9 lu-
glio 1997, n. 241, concernente le modalità di versamento mediante delega. In tal caso l'ammonta-
re delle sanzioni amministrative dovute è ridotto ai due terzi e gli interessi sono dovuti fino all'ul-
timo giorno del mese antecedente a quello dell'elaborazione della comunicazione. 1 2 3
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 1, comma 413, L. 30.12.2004, n. 311, con decorrenza dal 01.01.2005 in
riferimento alle dichiarazioni presentate dal 1° gennaio 1999. Si riporta di seguito il testo previgente: «1. Le somme che,
a seguito dei controlli formali effettuati ai sensi dell'articolo 36 ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 set-
tembre 1973, n. 600, risultano dovute a titolo d'imposta, ritenute, contributi e premi o di minori crediti già utilizzati,
nonché di interessi e di sanzioni, possono essere pagate entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione prevista
dal comma 4 del predetto articolo 36-ter, con le modalità indicate nell'articolo 19 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.
241, concernente le modalità di versamento mediante delega. In tal caso l'ammontare delle sanzioni amministrative do-
vute è ridotto ai due terzi».
2 Ai sensi di quanto disposto dall'art. 7-quater, D.L. 22.10.2016, n. 193, così come inserito dall'allegato alla legge di con-
versione, L. 01.12.2016, n. 225 con decorrenza dal 03.12.2016, i termini di cui al presente comma sono sospesi dal 1º
agosto al 4 settembre per il pagamento delle somme dovute a seguito dei controlli formali effettuati ai sensi dell’arti-
colo 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973.
3 Ai sensi dell'art. 144, commi 1 e 2, D.L. 19.05.2020, n. 34:
- i versamenti delle somme dovute ai sensi del presente articolo, in scadenza nel periodo compreso tra l'8 marzo 2020
e il giorno antecedente l'entrata in vigore del sopra citato decreto, sono considerati tempestivi se effettuati entro il 16
settembre 2020;
- i versamenti delle somme dovute ai sensi del presente articolo, in scadenza nel periodo compreso tra l'entrata in vi-
gore del sopra citato decreto e il 31 maggio 2020, possono essere effettuati entro il 16 settembre 2020, senza applica-
zione di ulteriori sanzioni e interessi.
610
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 462 Definizione degli avvisi bonari
Note
1 Il presente articolo è stato:
- aggiunto dall'art. 1, c. 144, L. 24.12.2007, n. 244 (G.U. 28.12.2007, n. 300, S.O. n. 285), con efficacia dalle dichiarazioni
relative al periodo d'imposta in corso, secondo quanto disposto dal c. 147 del suddetto provvedimento;
- modificato prima dall'art. 7 D.L. 13.05.2011, n. 70 con decorrenza dal 14.05.2011, poi dall'art. 10, comma 13-decies, D.L.
06.12.2011, n. 201 così come modificato dall'allegato alla legge di conversione L. 22.12.2011, n. 214 con decorrenza dal
28.12.2011, dall'allegato alla legge di conversione L. 12.07.2011, n. 106 con decorrenza dal 13.07.2011(G.U. 12.07.2011,
160) e dall'art. 1 D.L. 02.03.2012, n. 16 con decorrenza dal 02.03.2012, convertito in legge dalla L. 26.04.2012, n.44 con
decorrenza dal 29.04.2012;
- sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015 ed efficacia dalle dichiarazioni relative al
periodo d'imposta in corso, secondo quanto disposto dall'art. 15 del suddetto provvedimento;
- da ultimo così modificato dall'art. 1, comma 159, L. 29.12.2022, n. 197 con decorrenza dal 01.01.2023.
2 Ai sensi dell'art. 144, commi 1 e 2, D.L. 19.05.2020, n. 34:
- i versamenti delle somme dovute ai sensi del presente articolo, in scadenza nel periodo compreso tra l'8 marzo 2020
e il giorno antecedente l'entrata in vigore del sopra citato decreto, sono considerati tempestivi se effettuati entro il 16
settembre 2020.
- i versamenti delle somme dovute ai sensi del presente articol, in scadenza nel periodo compreso tra l'entrata in vigore
del sopra citato decreto e il 31 maggio 2020, possono essere effettuati entro il 16 settembre 2020, senza applicazione
di ulteriori sanzioni e interessi.
Norme in sintesi
1. Se il contribuente o il sostituto d’imposta versa le somme dovute a seguito di controlli automatici di
cui agli artt. 36-bis, D.P.R. 600/1973 e 54-bis, D.P.R. 633/1972, nel termine di 30 giorni dalla ricezione
dell’atto o dalla comunicazione definitiva che ridetermina l’importo dovuto, l’Ufficio non esegue la
iscrizione a ruolo e le sanzioni dovute sono ridotte ad un terzo.
2. Se il contribuente versa le somme dovute a seguito di controllo formale di cui all’art. 36-ter, D.P.R.
600/1973, nel termine di 30 giorni dalla ricezione della relativa comunicazione, le sanzioni sono ridot-
te a due terzi.
3. Le somme dovute ai sensi dei commi precedenti possono essere versate in un numero massimo di venti
rate trimestrali di pari importi. La prima rata va versata entro 30 giorni dalla ricezione della comuni-
cazione e sulle rate successive, che scadono l’ultimo giorno di ciascun trimestre, sono dovuti gli inte-
ressi calcolati dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunica-
zione.
4. Si applica l’art. 15-ter, D.P.R. 602/1973 in caso di inadempimento nei pagamenti rateali.
Contesto Le comunicazioni di irregolarità (cd. avviso bonario) emesse dall’Agenzia delle Entrate –
a seguito del controllo automatico (ex art. 36-bis, D.P.R. 600/1973 e 54-bis, D.P.R. 633/1972) o
Definizione degli avvisi bonari 611
formale (ex art. 36-ter, D.P.R. 600/1973) delle dichiarazioni (dei redditi o sull’Iva) – sono diret-
«emergano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione» (cfr. Cass. Sent. 10.6.2015, n. 12023;
conf. Cass. Sent. 24.8.2022, n. 25315).
pagamento delle somme dovute nel termine di trenta giorni «decorrenti dalla notificazione della
contribuente ha espresso tale opzione e l’intermediario, che ha curato l’invio della dichiarazione
del contribuente, ha accettato l’incarico di ricevere l’atto.
spiegazioni della divergenza e/o produrre la relativa documentazione, valendosi, tra gli altri, del
ticoli 36-bis del D.P.R. 600/1973, per le imposte sui redditi e 54-bis del D.P.R. 633/1972, per l’Iva), o di
un controllo formale delle dichiarazioni dei redditi (articolo 36-ter del D.P.R. 600/1973), può utilizza-
ressi e le sanzioni irrogate con aliquota piena» (cfr. Cass. Sent. 22.9.2022, n. 27817).Se la comuni-
Omessa dichiarazione IVA a credito In caso di omessa dichiarazione IVA, si è (molto) discusso
sulla spettanza (o caducazione) del credito IVA che l’Ufficio contesti con la emissione dell’avviso
› «i requisiti sostanziali del diritto a detrazione sono quelli che stabiliscono il fondamento stesso e
mente la dichiarazione» (cfr. Cass. Ord. 19.10.2019, n. 25288; conf. Cass. Ordinanze 27.6.2022, n.
20554; 20.7.2021, n. 20643; a sua volta, Cass. Sent. 24.8.2021, n. 23382 ribadisce l’onere a carico
› «l’importo della prima rata deve essere versato entro il termine di trenta giorni dal ricevimento del-
Il Provv. Direttore Ag. Entrate 6.4.2021, Prot. 88314 (cfr. art. 157, co. 6), aveva previsto che la ri-
presa degli invii delle comunicazioni da parte degli Uffici avvenisse - nel periodo 1.3.2021-
› sia dei casi di indifferibilità ed urgenza «(ad esempio legati alla necessità di procedere con infor-
la condizione della riduzione del volume d’affari, ricavi o compensi, procede ad inviare (tramite
PEC o raccomandata con avviso di ricevimento) ai soggetti interessati, insieme alla comunicazio-
› una seconda Dichiarazione, oltre il 30 giugno 2022 ed entro 60 giorni dal pagamento, con riferi-
› quindi, il Provv. A.E. 22.6.2022, n. 233822, che ha prorogato al 30.11.2022 (in luogo del
30.6.2022), il termine di presentazione dell’autodichiarazione da parte dei contribuenti, stabi-
bis del D.P.R. 633/1972 – relativi ai periodi d’imposta in corso al 31.12.2019, 31.12.2020 e
che «I benefici della definizione agevolata sono conservati anche nelle ipotesi di lieve inadempimento
previste dall’art. 15-ter» del D.P.R. 602/1973, salva l’applicazione delle sanzioni per la carenza e/o
alcuna causa di decadenza ai sensi dell’art. 15-ter del D.P.R. 602/1973» (cfr. C.A.E. 13.1.2022, n. 1).
Alternative e preclusioni nell’utilizzo degli istituti deflativi La ricezione da parte del contribuen-
te di un «avviso bonario» (rectius, di una comunicazione di irregolarità ex artt. 36-bis e 36-ter del
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
Art. 7-quater, D.L. 22.10.2016, n. 193, conv. con modif. in L. 01.12.2016, n. 225
Definizione degli avvisi bonari 633
GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
Provv. Ag. Entrate 03.12.2021, n. 345838 Provv. Ag. Entrate 25.10.2022, n. 398976
Guida Ag. Entrate, Giugno 2022 Risp. Ag. Entrate, Telefisco 26.01.2023
Provv. Ag. Entrate 19.05.2022, n. 173217 Provv. Ag. Entrate 17.04.2023, n. 130859
1. Le sanzioni irrogate per le violazioni indicate nell'articolo 2, comma 5, del presente decreto, negli
articoli 71 e 72 del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, e negli articoli 50 e 51 del testo
unico delle disposizioni concernenti l'imposta sulle successioni e donazioni, approvato con de-
creto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1990, n. 346, sono ridotte a un terzo se il contri-
buente rinuncia ad impugnare l'avviso di accertamento o di liquidazione e a formulare istanza di
accertamento con adesione, provvedendo a pagare, entro il termine per la proposizione del ricor-
so, le somme complessivamente dovute, tenuto conto della predetta riduzione. In ogni caso la
misura delle sanzioni non può essere inferiore ad un terzo dei minimi edittali previsti per le viola-
zioni più gravi relative a ciascun tributo. 3
2. Si applicano le disposizioni degli articoli 2, commi 3, 4 e 5, ultimo periodo, e 8, commi 2, 3 e 4. 1
[2-bis. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, le sanzioni ivi indicate sono ridotte alla metà
se l'avviso di accertamento e di liquidazione non è stato preceduto dall'invito di cui all'articolo 5 o
di cui all'articolo 11. La disposizione di cui al periodo precedente non si applica nei casi in cui il
contribuente non abbia prestato adesione ai sensi dell'articolo 5-bis e con riferimento alle mag-
giori imposte e alle altre somme relative alle violazioni indicate nei processi verbali che consen-
tono l'emissione degli accertamenti di cui all'articolo 41-bis del decreto del Presidente della Re-
pubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni, e all'articolo 54, quarto comma,
del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni.] 2
2-bis.1 Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche nei casi in cui il contribuente rinunci a
impugnare l’avviso di liquidazione emesso a seguito della decadenza dalle agevolazioni indicate
nella Nota II bis) dell’articolo 1, della Parte I, della Tariffa I allegata al decreto del Presidente della
Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, e nell’articolo 2, comma 4-bis, del decreto-legge 30 dicembre
2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25. 4
Note
1 Il presente comma prima sostituito dall'art. 21, L. 27.12.1997, n. 449, poi modificato dall'art. 1, comma 418, L. 30.12.2004,
n. 311, con decorrenza dal 01.01.2005, è stato da ultimo così sostituito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decor-
renza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art. 15 del medesimo provvedimento modificante le presenti disposizioni non si appli-
cano agli atti di adesione, agli atti definiti ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle con-
ciliazioni giudiziali e alle mediazioni tributarie già perfezionati alla data di entrata in vigore del suddetto decreto.
2 Il presente comma aggiunto dall'art. 27, D.L. 29.11.2008, come modificato dall'allegato alla L. L. 28.01.2009, n. 2 con de-
correnza dal 29.01.2009, è stato abrogato dall'art. 1, comma 637, L. 23.12.2014, n. 190, con decorrenza dal 01.01.2015; ai
sensi dell'art. 1, comma 639, del medesimo provvedimento modificante l'abrogazione delle presenti disposizioni opera
con riferimento agli atti definibili notificati dagli uffici dell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 01.01.2016.
3 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 1, comma 18, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si appli-
cano con riferimento agli atti definibili emessi dagli uffici dell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° febbraio 2011, e
poi dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art. 15 del medesimo provvedimento
modificante le presenti disposizioni non si applicano agli atti di adesione, agli atti definiti ai sensi dell’articolo 15 del de-
creto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle conciliazioni giudiziali e alle mediazioni tributarie già perfezionati alla data di
entrata in vigore del suddetto decreto.
4 Il presente comma è stato inserito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art.
638
D.Lgs. 19 giugno 1997 n. 218 Acquiescenza
15 del medesimo provvedimento modificante le presenti disposizioni non si applicano agli atti di adesione, agli atti de-
finiti ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle conciliazioni giudiziali e alle mediazioni
1. Il pagamento delle somme dovute ai sensi degli articoli 8 e 15 si esegue mediante versamento
unitario di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, secondo le modalità sta-
bilite dall’articolo 19 del medesimo decreto, fatte salve le ipotesi in cui siano previste altre moda-
lità di pagamento in ragione della tipologia di tributo.
2. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze possono essere stabilite ulteriori modalità
di versamento. 1
Note
1 Il presente articolo è stato inserito dall'art. 2, D.Lgs. 24.09.2015, n. 159 con decorrenza dal 22.10.2015; ai sensi dell'art.
15 del medesimo provvedimento modificante le presenti disposizioni non si applicano agli atti di adesione, agli atti de-
finiti ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, alle conciliazioni giudiziali e alle mediazioni
tributarie già perfezionati alla data di entrata in vigore del suddetto decreto.
Norme in sintesi
1. Il contribuente che ha ricevuto un atto di imposizione, in alternativa all’impugnazione o a una
istanza di accertamento con adesione, può, entro il termine per la proposizione del ricorso, definire
l’atto, con il pagamento, secondo le modalità proprie degli istituti deflativi, dell’importo dovuto a ti-
tolo di imposta e di interessi e delle sanzioni irrogate nella misura di un terzo dei minimi edittali
previsti per le violazioni più gravi, facendone, così, venir meno l’efficacia.
Definizione L’istituto giuridico consente al contribuente di definire l’avviso di accertamento (o di
liquidazione) con il pagamento, entro il termine di proposizione del ricorso, dell’imposta indica-
ta nell’atto e dei relativi interessi, usufruendo della riduzione delle sanzioni a 1/3 (un terzo),
purché rinunci sia ad impugnare l’atto in via giudiziaria, sia a formulare istanza di accertamento
con adesione. In altre parole, l’acquiescenza «presuppone l’accettazione in toto dell’accertamento
così come formulato dall’ufficio» (cfr. Nota D.R.E. Sicilia 29.10.1999, n. 99/50685); anche se parte
della giurisprudenza di legittimità ha ammesso - in ragione della ratio deflattiva dell'istituto - la
possibilità di perfezionare l’acquiescenza «anche in relazione a singoli addebiti dotati di rilevanza
autonoma, pur se ricompresi in un accertamento unitario», (cfr. Cass. Ord. 11.5.2018, n. 11497). «Evi-
dente è la ratio deflativa dell’istituto, che consente, da un lato, all’Erario, di incassare in breve termine
gli importi dovuti evitando contenzioso o riscossione dei detti importi tramite ruolo e, dall’altro, al
contribuente, che ritiene non sussistano valide ragioni per contrastare l’accertamento notificatogli, di
versare solo in parte le sanzioni irrogabili» (cfr. Cass. Sent. 17.7.2018, n. 18939).
L’art. 1, co. da 179 a 185 della L. 29.12.2022, n. 197, Legge di Bilancio 2023, ha introdotto una sorta
di acquiescenza «rafforzata», che consente di definire gli atti di accertamento con una riduzione
delle sanzioni maggiore (rispetto a quella a regime, ferme restando le regole «ordinarie»; si ve-
da l’apposito paragrafo); e la possibilità di regolarizzare gli omessi versamenti delle rate dovute
a seguito (anche) dell’acquiescenza (art. 1, co. da 219 a 221, L. 197/2022: si veda oltre).
Ambito di applicazione per le Imposte dirette e l’Iva Coincide con quello dell’accertamento con
adesione, dato che il contribuente può definire, con l’acquiescenza, gli avvisi di accertamento e
di liquidazione relativi a violazioni concernenti dette imposte; non gli avvisi bonari di cui all’art.
36-bis e 36-ter, D.P.R. 600/1973 (per i quali è prevista una specifica modalità di regolarizzazione,
si veda il relativo capitolo).
Si può definire in acquiescenza anche l’atto modificativo (o sostitutivo) emesso in autotutela
parziale dall’Amministrazione finanziaria a riduzione della propria originaria pretesa impositiva
Acquiescenza 639
ponenti positivi in un periodo di imposta successivo rispetto a quello in cui gli stessi componen-
ti hanno già concorso alla determinazione del reddito (cfr. C.A.E. 20.9.2012, n. 35).
Pertanto, se il contribuente presta acquiescenza ad un rilievo fondato sulla violazione del princi-
trata in vigore del D.L. 34/2020 (cfr. art. 17, co. 1);
› possono essere rideterminati gli importi ancora dovuti a titolo di sanzione, relativi agli avvisi
«agli atti definibili ai sensi dell’articolo 15 del D.Lgs. 218/1997, i cui termini di versamento scadono nel
periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e il 31 maggio 2020». Secondo il Consiglio Nazionale dei
utilizzando il codice del tributo, mentre la sanzione si paga a parte con il relativo codice (cfr.
È pacifico, invece, che non possono «ammettersi ipotesi di autoriduzione [dell’importo dovuto in ac-
quiescenza] compiute dal contribuente in sede di versamento, discendenti da proprie valutazioni circa la
stata notificata la cartella di pagamento o l’atto di intimazione. Restano, quindi, escluse dalla defini-
zione i carenti od omessi versamenti delle rate successive alla prima, relativi all’acquiescenza perfe-
pagamento rateale». L’Agenzia specifica, inoltre, «che per accedere alla definizione (…) la cartella di paga-
terzo del minimo edittale previsto per le violazioni più gravi (relative a ciascun tributo). In deroga
alla disciplina della continuazione e del concorso di violazioni, l’art. 12, D.Lgs. 472/1997 prevede
Tabella della misura del tasso legale di interesse per ritardato pagamento 1
Dal 01.7.2003 Al 30.9.2009 2,75%
Dal 01.10.2009 Al 31.12.2009 4%
Dal 01.10.2010 3,5%
Note 1 Cfr. art. 20, D.P.R. 602/1973 e D.M. 21.5.2009.
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
D.M. 11.09.1997
D.M. 31.03.2000
Estensione dell'applicazione dei versamenti unitari con compensazione ed approvazione del nuovo
D.M. 13.06.2000
Modalità di documentazione dell'avvenuta estinzione dei debiti tributari
GIURISPRUDENZA di LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
Note
1 Il presente comma prima modificato prima dall'art. 2, D.Lgs. 05.06.1998, n. 203 (G.U. 01.07.1998, n. 151), poi dall'art. 7,
D.Lgs. 26.01.2001, n. 32 (G.U. 05.03.2001, n. 53), è stato da ultimo così modificato dall'art. 1, comma 20, L. 13.12.2010, n.
220, le cui disposizioni si applicano con riferimento agli atti emessi a decorrere dal 1° febbraio 2011. Si riporta di segui-
to il testo previgente: «3.Entro il termine previsto per la proposizione del ricorso, il trasgressore e gli obbligati ai sensi
dell'articolo 11, comma 1, possono definire la controversia con il pagamento di un importo pari ad un quarto della san-
zione indicata e comunque non inferiore ad un quarto dei minimi edittali previsti per le violazioni più gravi relative a cia-
scun tributi. La definizione agevolata impedisce l'irrogazione delle sanzioni accessorie».
Definizione agevolata delle sanzioni 657
1. In deroga alle previsioni dell' articolo 16, le sanzioni collegate al tributo cui si riferiscono sono irroga-
te, senza previa contestazione e con l'osservanza, in quanto compatibili, delle disposizioni che rego-
lano il procedimento di accertamento del tributo medesimo, con atto contestuale all'avviso di accer-
tamento o di rettifica, motivato a pena di nullità. 3
1-bis. All'accertamento doganale, disciplinato dall'articolo 247 del regolamento (CEE) n. 2454/1993 della
Commissione, del 2 luglio 1993, e successive modificazioni, e dall'articolo 117 del regolamento (CE) n.
450/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, effettuato con criteri di selet-
tività nella fase del controllo che precede la concessione dello svincolo, restano applicabili le previ-
sioni dell'articolo 16 del presente decreto. 4
2. È ammessa definizione agevolata con il pagamento di un importo pari ad un terzo della sanzione ir-
rogata e comunque non inferiore ad un terzo dei minimi edittali previsti per le violazioni più gravi re-
lative a ciascun tributo, entro il termine previsto per la proposizione del ricorso. 2
3. Possono essere irrogate mediante iscrizione a ruolo, senza previa contestazione, le sanzioni per
omesso o ritardato pagamento dei tributi, ancorché risultante da liquidazioni eseguite ai sensi degli
articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 con-
cernente disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi, e ai sensi degli ar-
ticoli 54-bis e 60, sesto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633
recante istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto. Per le sanzioni indicate nel periodo
precedente, in nessun caso si applica la definizione agevolata prevista nel comma 2 e nell'articolo 16,
comma 3 1
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 2, D.Lgs. 05.06.1998, n. 203 (G.U. 01.07.1998, n. 151).
2 Il presente comma prima modificato dall'art. 2, D.Lgs. 05.06.1998, n. 203 (G.U. 01.07.1998, n. 151), è stato poi così modificato
dall'art. 1, comma 20, L. 13.12.2010, n. 220, le cui disposizioni si applicano con riferimento agli atti emessi a decorrere dal 1°
febbraio 2011. Si riporta di seguito il testo previgente: «2. È ammessa definizione agevolata con il pagamento di un importo
pari ad un quarto della sanzione irrogata e comunque non inferiore ad un quarto dei minimi edittali previsti per le violazioni
più gravi relative a ciascun tributo, entro il termine previsto per la proposizione del ricorso.».
3 La parola «sono» del presente comma ha sostituito le previgenti parole «possono essere» in virtù dell'art. 23, D.L.
06.07.2011, n. 98 (G.U. 06.07.2011, n. 155). La disposizione si applica agli atti emessi a decorrere dal 1° ottobre 2011.
4 Il presente comma è stato inserito dall'art. 9, comma 3-undecies, D.L. 02.03.2012, n. 16 con decorrenza dal 02.03.2012, così
come modificato dall'allegato alla legge di conversione L. 26.04.2012, n. 44 con decorrenza dal 29.04.2012.
Norme in sintesi
La sanzione irrogata dall’Ufficio può essere definita dal contribuente con il pagamento, entro il termine
previsto per la proposizione del ricorso, di un importo pari ad un terzo della sanzione indicata e comunque
non inferiore ad un terzo dei minimi edittali previsti per le violazioni più gravi relative a ciascun tributo;
con ciò viene meno qualsiasi sanzione accessoria che fosse stata irrogata.
Definizione Le sanzioni irrogate con atto di contestazione o contestualmente all’avviso di accertamen-
to possono essere definite, entro il termine di proposizione del ricorso, con il pagamento di un im-
porto pari a 1/3 (un terzo) del loro ammontare o del minimo edittale.
Ambito soggettivo La definizione è ammessa sia a favore del contribuente, «autore materiale» della
violazione, che del soggetto solidalmente obbligato; se eseguita da uno, estingue l’obbligazione rela-
tiva alle sanzioni tributarie anche dell’altro.
658
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Definizione agevolata delle sanzioni
Ambito oggettivo Riguarda, in generale, le sanzioni collegate a violazioni di tutti i tributi, sia erariali
che locali rispetto ai quali, «l'art. 13, comma 13 del D.L. 201/2011 (…) ha definitivamente chiarito che la
mento logico-giuridico» (cfr. Cass. Ord. 29.8.2022, n. 25436. In senso conforme Cass. Ord.
Le norme in esame «individuano un termine per assolvere l'obbligo di pagamento della pretesa era-
riale con il beneficio della riduzione della sanzione. La scelta legislativa di fissare il termine in corre-
– che deve essere obbligatoriamente utilizzato per l’irrogazione delle sanzioni relative a viola-
Invece, l'Ufficio non può far rivivere l’originario atto di contestazione, se alle deduzioni difensi-
ve è seguito, prima il suo annullamento e, poi, «la revoca dell’annullamento in autotutela, con la
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ
Circ. Ag. Dogane 23.12.1998, n. 292 Provv. Ag. Entrate 31.01.2014, n. 13917
TABELLA CODICI TRIBUTO delle SOMME dovute per SANZIONI (Mod. F23)
Codice Tributo
671T Sanzione Imposta di registro
672T Sanzione Imposta di successione e donazione
674T Sanzione Imposte e tasse ipotecarie e catastali
675T Sanzione Imposta di bollo
Nota bene: Più ricorrenti.
Definizione agevolata
1. Le controversie tributarie, diverse da quelle di cui al comma 6, pendenti innanzi alla Corte di cas-
sazione ai sensi dell'articolo 62 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, per le quali
l'Agenzia delle entrate risulti integralmente soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio e il
valore delle quali, determinato ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n.
289, sia non superiore a 100.000 euro, sono definite, a domanda dei soggetti indicati al comma 3
del presente articolo, con decreto assunto ai sensi dell'articolo 391 del codice di procedura civile,
previo pagamento di un importo pari al 5 per cento del valore della controversia determinato ai
sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n. 289. 1
2. Le controversie tributarie, diverse da quelle di cui al comma 6, pendenti innanzi alla Corte di cas-
sazione ai sensi dell'articolo 62 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, per le quali
l'Agenzia delle entrate risulti soccombente in tutto o in parte in uno dei gradi di merito e il valore
delle quali, determinato ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n. 289,
sia non superiore a 50.000 euro, sono definite, a domanda dei soggetti indicati al comma 3 del
presente articolo, con decreto assunto ai sensi dell'articolo 391 del codice di procedura civile,
previo pagamento di un importo pari al 20 per cento del valore della controversia determinato ai
sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n. 289. 1
3. Le controversie tributarie di cui ai commi 1 e 2 possono essere definite a domanda del soggetto
che ha proposto l'atto introduttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione.
4. Per controversie tributarie pendenti si intendono quelle per le quali il ricorso per cassazione è
stato notificato alla controparte entro la data di entrata in vigore della presente legge, purché,
alla data della presentazione della domanda di cui al comma 8, non sia intervenuta una sentenza
definitiva.
5. L'adesione alla definizione agevolata delle controversie tributarie di cui ai commi 1 e 2 comporta
la contestuale rinuncia ad ogni eventuale pretesa di equa riparazione ai sensi della legge 24 mar-
zo 2001, n. 89. In ogni caso le spese del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha an-
ticipate.
6. Sono escluse dall'applicazione delle disposizioni del presente articolo le controversie concernenti
anche solo in parte:
a) le risorse proprie tradizionali previste dall'articolo 2, paragrafo 1, lettera a), della decisione (UE,
Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, e l'imposta sul valore aggiunto riscos-
sa all'importazione;
b) le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 16 del regolamento
670
L. 31 agosto 2022 n. 130 Definizione agevolata delle liti pendenti in Cassazione
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 41 bis, comma 2, lett. b), D.L. 09.08.2022, n. 115, così come inserito
dall'allegato alla legge di conversione, L. 21.09.2022, n. 142 con decorrenza dal 22.09.2022.
Definizione L’art. 5 della L. 31.8.2022, n. 130, in vigore dal 16 settembre 2022, ha previsto la possi-
bilità di definire, a domanda degli interessati, le controversie tributarie pendenti in Corte di cas-
sazione ex art. 62 del D.Lgs. 546/1992, con il pagamento di un importo pari:
› al 5% del valore della controversia, se l’Agenzia delle Entrate «risulti integralmente soccombente
in tutti i precedenti gradi del giudizio, e il valore» della controversia «sia non superiore a
100.000,00 euro» (cfr. art. 5, co. 1, L. 31.8.2022, n. 130);
› al 20% del valore della controversia, se l’Agenzia delle Entrate «risulti soccombente in tutto o in
parte in uno dei gradi di merito, e il valore» della controversia «sia non superiore a 50.000,00
euro» (cfr. art. 5, co. 2, L. 31.8.2022, n. 130).
Sono escluse dalla definizione le controversie sulle risorse proprie tradizionali della UE e sul-
l’Iva riscossa all’importazione, nonchè quelle sul recupero degli aiuti di Stato.
Ambito soggettivo La domanda per la definizione delle controversie tributarie può essere pre-
sentata dal «soggetto che ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o da chi vi è subentrato o ne ha
la legittimazione», entro il termine di 120 giorni dalla entrata in vigore della L. 31.8.2022, n. 130
(16 settembre 2022) e, dunque, entro il 16 gennaio 2023 (cfr. art. 5, commi 3 e 7).
Definizione agevolata delle liti pendenti in Cassazione 671
Parti processuali delle controversie definibili sono, da un lato, il contribuente – persona fisica o
tonoma, e
› effettuare il pagamento degli importi dovuti,
entro 120 giorni dalla entrata in vigore della L. 31.8.2022, n. 130, quindi, entro il 16 gennaio
Dall’importo dovuto per la definizione vanno scomputate le somme eventualmente già versate a
qualsiasi titolo in pendenza di giudizio, purché non siano state oggetto di rimborso; fermo re-
stando che non si dà luogo alla restituzione delle somme già versate, ancorché eccedenti rispet-
to a quanto dovuto per la definizione (cfr. art. 5, co. 9 e Provv. A.E. 356446/2022).
La definizione si perfeziona con la presentazione della domanda entro il termine, più volte ricor-
dato, del 16 gennaio 2023, e con il pagamento degli importi dovuti, «salvo l’eventuale diniego»
della definizione, che «va notificato entro trenta giorni dalla data di presentazione della domanda,
con le modalità previste per la notificazione degli atti processuali» (cfr. Provv. A.E. 356446/2022,
punto 6).
«Il diniego è impugnabile entro sessanta giorni dinanzi alla Corte di cassazione» (cfr. art. 5, co. 11, L.
130/2022).
«Qualora non ci siano importi da versare, la definizione si perfeziona con la sola presentazione della
domanda» (cfr. art. 5, co. 7).
Se la definizione è perfezionata da uno dei coobbligati, essa giova in favore degli altri «inclusi
quelli per i quali la controversia non sia più pendente» (cfr. art. 5, co. 13).
Infine, «gli effetti della definizione perfezionata prevalgono su quelli delle eventuali pronunce giuri-
sdizionali non passate in giudicato anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge»
(cfr. art. 5, co. 9, ultimo periodo).
Effetti Le controversie definibili in base alla novella normativa non sono sospese, a meno che il
contribuente non presenti apposita richiesta al Giudice «dichiarando di volersi avvalere delle di-
sposizioni del presente articolo», nel qual caso, «riscontrata la regolarità formale della richiesta,
l’stanza proposta dal contribuente deve essere accolta» (cfr. Cass. Ord. 5.12.2022, n. 35605) e la trat-
tazione del processo è sospesa fino alla scadenza del termine per la presentazione della doman-
da di definizione e, quindi, fino al 16 gennaio 2023 (cfr. art. 5, co. 10).
Quanto alle modalità di proposizione dell’istanza, si è precisato: «Nei procedimenti civili in mate-
ria tributaria pendenti innanzi alla Corte di cassazione, definibili ai sensi dell’art. 5 della L. 31.8.2022,
n. 130, l’istanza con cui il contribuente, ai sensi del comma 10, richieda la sospensione della controver-
sia dichiarando di volersi avvalere delle nuove disposizioni, deve essere depositata con modalità tele-
matica sulla piattaforma del PCT di Cassazione (art. 221, co. 5, D.L. 34/2020), ovvero, in subordine, in
forma cartacea presso la Cancelleria della Quinta Sezione civile della Corte» (cfr. Corte di cassazione,
Nota del Primo Presidente, 15.9.2022, n. 0003089).
Il processo viene dichiarato estinto con decreto del Presidente, se la parte interessata non pre-
senta istanza di trattazione entro la scadenza del termine di presentazione della domanda di de-
finizione. La impugnazione del diniego vale anche come istanza di trattazione (cfr. art. 5 co. 12).
Al fine di conseguire gli obiettivi di riduzione dei giudizi pendenti in Cassazione, «mediante la
riduzione dei tempi per la dichiarazione di estinzione dei giudizi di legittimità, ai sensi dell’art. 5, co.
12, della L. 31.8.2022, n. 130 (…), l’Agenzia delle Entrate, fermi restando gli oneri posti a carico del con-
tribuente e decorso il termine di cui al co. 11 del medesimo art. 5, provvede a depositare, entro il 31
marzo 2023, presso la cancelleria della Corte di cassazione un elenco delle controversie per le quali è
stata presentata domanda di definizione, con la indicazione dei relativi versamenti, nonché dell’assen-
za di provvedimento di diniego» (cfr. Art. 40, co. 4, del D.L. 24.2.2023, n. 13, in G.U. 24.2.2023, n. 47,
674 Definizione agevolata delle liti pendenti in Cassazione
La disciplina in esame è alternativa a quella di cui all’art. 1, commi da 186 a 205, della L.
29.12.2022, n. 197 (c.d. legge di Bilancio 2023), da cui si distingue perché la norma in esame
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ
PRASSI AMMINISTRATIVA
Provv. Ag. Entrate 16.09.2022, n. 356446 Risp. Ag. Entrate 09.02.2023, n. 210
213. In alternativa alla definizione agevolata di cui ai commi da 186 a 204, nelle controversie tributa-
rie pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge innanzi alla Corte di cassazione ai
sensi dell'articolo 62 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, in cui è parte l'Agenzia del-
le entrate, aventi ad oggetto atti impositivi, il ricorrente, entro il 30 settembre 2023, può rinun-
ciare al ricorso principale o incidentale a seguito dell'intervenuta definizione transattiva con la
controparte, perfezionatasi ai sensi del comma 215, di tutte le pretese azionate in giudizio. 1
214. La definizione transattiva di cui al comma 213 comporta il pagamento delle somme dovute per
le imposte, le sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge, gli interessi e
gli eventuali accessori.
215. La definizione transattiva si perfeziona con la sottoscrizione e con il pagamento integrale delle
somme dovute entro venti giorni dalla sottoscrizione dell'accordo intervenuto tra le parti.
216. È esclusa la compensazione prevista dall'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
La rinuncia agevolata non dà comunque luogo alla restituzione delle somme già versate, ancor-
ché eccedenti rispetto a quanto dovuto per la definizione transattiva.
217. Alla rinuncia agevolata di cui al comma 213 si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni
dell'articolo 390 del codice di procedura civile.
218. Sono escluse le controversie concernenti anche solo in parte:
a) le risorse proprie tradizionali previste dall'articolo 2, paragrafo 1, lettera a), delle decisioni
2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, 2014/335/UE, Euratom del Consiglio,
del 26 maggio 2014, e 2020/2053/UE, Euratom del Consiglio, del 14 dicembre 2020, e l'imposta
sul valore aggiunto riscossa all'importazione;
b) le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 16 del regolamento (UE)
2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015.
Nota
1 Il presente comma è stato così modificato prima dall'art. 3 bis, comma 1, lett. b), D.L. 29.12.2022, n. 198, così come in-
serito dall'allegato alla legge di conversione, L. 24.02.2023, n. 14 con decorrenza dal 28.02.2023, e poi dall'art. 20, com-
ma 1, lett. g), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal 31.03.2023.
Definizione L’art. 1, co. da 213 a 218, della L. 29.12.2022, n. 197, c.d. Legge di Bilancio 2023, in vigore dal
1° gennaio 2023, ha previsto, in alternativa alla definizione agevolata delle controversie pendenti di
Rinuncia agevolata delle liti pendenti in Cassazione 677
cui all’art. 1, co. 186-205 (al cui commento, si rimanda), l’istituto della rinuncia agevolata dei giudizi
agevolata, l’accordo transattivo e la regolarizzazione degli omessi versamenti rateali» (cfr. Ifel Nota
1.3.2023).
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
PRASSI AMMINISTRATIVA
186. Le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l'Agenzia delle entrate ovvero
l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso
quello innanzi alla Corte di cassazione, anche a seguito di rinvio, alla data di entrata in vigore del-
la presente legge, possono essere definite, a domanda del soggetto che ha proposto l'atto intro-
duttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione, con il pagamento di un im-
porto pari al valore della controversia. Il valore della controversia è stabilito ai sensi del comma 2
dell'articolo 12 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
187. In caso di ricorso pendente iscritto nel primo grado, la controversia può essere definita con il
pagamento del 90 per cento del valore della controversia.
188. In deroga a quanto previsto dal comma 186, in caso di soccombenza della competente Agenzia
fiscale nell'ultima o unica pronuncia giurisdizionale non cautelare depositata alla data di entrata
in vigore della presente legge, le controversie possono essere definite con il pagamento:
a) del 40 per cento del valore della controversia in caso di soccombenza nella pronuncia di primo
grado;
b) del 15 per cento del valore della controversia in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo
grado.
189. In caso di accoglimento parziale del ricorso o comunque di soccombenza ripartita tra il contri-
buente e la competente Agenzia fiscale, l'importo del tributo al netto degli interessi e delle even-
tuali sanzioni è dovuto per intero relativamente alla parte di atto confermata dalla pronuncia giu-
risdizionale e in misura ridotta, secondo le disposizioni di cui al comma 188, per la parte di atto
annullata.
190. Le controversie tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione, per le quali la competente
Agenzia fiscale risulti soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio, possono essere definite
con il pagamento di un importo pari al 5 per cento del valore della controversia.
191. Le controversie relative esclusivamente alle sanzioni non collegate al tributo possono essere
definite con il pagamento del 15 per cento del valore della controversia in caso di soccombenza
della competente Agenzia fiscale nell'ultima o unica pronuncia giurisdizionale non cautelare, sul
merito o sull'ammissibilità dell'atto introduttivo del giudizio, depositata alla data di entrata in vi-
gore della presente legge, e con il pagamento del 40 per cento negli altri casi. In caso di contro-
versia relativa esclusivamente alle sanzioni collegate ai tributi cui si riferiscono, per la definizione
non è dovuto alcun importo relativo alle sanzioni qualora il rapporto relativo ai tributi sia stato
definito anche con modalità diverse dalla presente definizione agevolata.
192. La definizione agevolata si applica alle controversie in cui il ricorso in primo grado è stato notifi-
cato alla controparte entro la data di entrata in vigore della presente legge e per le quali alla data
della presentazione della domanda di cui al comma 186 il processo non si sia concluso con pro-
nuncia definitiva.
193. Sono escluse dalla definizione agevolata le controversie concernenti anche solo in parte:
680
L. 29 dicembre 2022 n. 197 Definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti
a) le risorse proprie tradizionali previste dall'articolo 2, paragrafo 1, lettera a), delle decisioni
2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, 2014/335/UE, Euratom del Consiglio,
Note
1 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 3 bis, comma 1, lett. a), D.L. 29.12.2022, n. 198, così come inserito
dall'allegato alla legge di conversione, L. 24.02.2023, n. 14 con decorrenza dal 28.02.2023.
2 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 20, comma 1, lett. a), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal
31.03.2023.
3 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 20, comma 1, lett. b), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal
31.03.2023.
4 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 20, comma 1, lett. c), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal
31.03.2023.
5 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 20, comma 1, lett. d), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal
31.03.2023.
6 Il presente comma è stato così modificato dall'art. 20, comma 1, lett. e), D.L. 30.03.2023, n. 34 con decorrenza dal
31.03.2023.
Definizione L’art. 1, co. da 186 a 205 della L. 29.12.2022, n. 197, c.d. Legge di Bilancio 2023, in vigo-
re dal 1° gennaio 2023, «consente di definire le controversie, attribuite alla giurisdizione tributaria, in
cui è parte l’Agenzia delle Entrate ovvero l’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, pendenti – alla data
di entrata in vigore della legge di bilancio 2023, ossia al 1° gennaio 2023 – in ogni stato e grado del
giudizio, compreso quello in Cassazione e quello instaurato a seguito di rinvio, attraverso il pagamen-
to di un determinato importo correlato al valore della controversia e differenziato in relazione allo sta-
to e al grado in cui pende il giudizio da definire» (cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2).
Su questa disciplina è intervenuto il D.L. 30.3.2023, n. 34, c.d. Decreto Bollette (in G.U.
30.3.2023, n. 76), in vigore dal 31.3.2023, che ha posticipato i termini dei relativi adempimenti e
quelli processuali (e amministrativi) connessi; e previsto una causa di non punibilità per alcuni
reati di cui al D.Lgs. 74/2000 (cfr. l’art. 20, co. 1, lettere da a) a e), e co. 2; e art. 23 del citato de-
creto).
La definizione, esperibile a domandadell’interessato, riguarda, quindi, le controversie tributarie:
› in cui è parte l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;
› pendenti - «in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello innanzi alla Corte di Cassazione an-
che a seguito di rinvio» - alla data della entrata in vigore della presente legge, cioè al 1° gennaio
2023; “Pertanto, occorre che il ricorso, introduttivo del giudizio di primo grado, sia stato già notifi-
cato”, ricordando che nel P.T.T. la notifica tramite PEC si intende effettuata, per il mittente, al
momento dell’invio al proprio gestore dalla relativa ricevuta di accettazione. Ne deriva che
682
L. 29 dicembre 2022 n. 197 Definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti
“devono ritenersi rientranti nel perimetro della definizione agevolata le notifiche effettuate entro le
ore 23.59 del 1° gennaio 2023, ovverossia quelle per le quali, entro quell’orario, il gestore della PEC
Sono, inoltre, escluse, per espressa previsione normativa, le controversie concernenti, anche so-
della Corte di giustizia tributaria di primo grado, ai sensi dell’art. 22, co. 1 del D.Lgs. 546 del
1992» (cfr. C.A.E. 27.1.2023, n. 2);
- «il contribuente ha notificato il ricorso, alla stessa data, all’Agenzia fiscale, anche se ricadente
«Nell’ipotesi in cui i provvedimenti impositivi riguardino distintamente società e soci e i relativi giudi-
diante servizio postale o posta elettronica ordinaria o certificata, salvo quanto precisato al punto 4.2.
(…)
Effetti Una volta perfezionata, la definizione prevale, quanto agli effetti, su quelli delle eventuali
pronunce giurisdizionali non passate in giudicato prima dell’entrata in vigore della norma. «In
Da ultimo, l’art. 23 del D.L. 30.3.2023, n. 34 introduce una causa speciale di non punibilità di al-
versie, proveniente da organi della giurisdizione tributario, in attesa di essere riassunte presso organi
di una diversa giurisdizione» (cfr. Circ. ADM 14.3.2023, Prot. 141687/RU).
Tipologia di atti impugnati Sono «definibili, oltre alle controversie relative agli avvisi di pagamento, gli
definitivi per mancata impugnazione. Tuttavia, si osserva che il comma 186 considera solo, come parte proces-
suale, l’Agenzia delle entrate e dei Monopoli, e non anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Né quest’ultima
DISPOSIZIONI INTEGRATIVE
GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ
ISTANZA
per la correzione della errata indicazione dei dati nel Mod. F24 (1)
***
Il sottoscritto ... (cod. fisc. ... e P. Iva. ..........), nato il .........., a .........., e residente a .......... via ..........,
PREMESSO
• che in data .......... ha effettuato il versamento di .......... euro con il Mod. F24, indicando erroneamente il
codice tributo .........., invece del codice tributo .......... (oppure «indicando erroneamente quale anno di rife-
rimento il .......... invece del ..........» oppure «indicando erroneamente il proprio codice fiscale»)
CHIEDE
• di procedere alla correzione del Mod. F24 allegato alla presente istanza e di imputare, conseguentemen-
te, le imposte versate al codice tributo (oppure «all'anno di riferimento» oppure «al sottoscritto, con
codice fiscale ..........») indicato in premessa.
Con osservanza.
Allegati:
1. Fotocopia versamento effettuato con Mod. F24, erroneamente compilato;
2. Fotocopia documento di identità.
Note
(1) Cfr. Circ. Ag. Entrate 25.1.2002, n. 5/E.
698
Atti degli Istituti deflativi Formulario
OSSERVAZIONI e richieste redatte ai sensi dell'art. 12, co. 7, della L. 212/2000 (c.d. Statuto dei diritti del
contribuente), sui due maggiori rilievi contenuti nel P.V.C, elevato in data … dalla Guardia di Finanza di …
nei confronti della Società … , con sede in … , a valere per (indicare le imposte), relativo al periodo di impo-
sta ….
***
La Società … (C.F. … e P. Iva …), con sede legale in …, via … (PEC …) in persona del legale rappresentante
pro tempore Sig. … (C.F. …), nato il …, a …, e residente in …, via …, assistita e rappresentata dal dott. …,
iscritto all'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili della Provincia di …….;
elettivamente domiciliata presso lo Studio di quest’ultimo, sito in … via … (tel. ... fax … e-mail … PEC …);
• formula le seguenti osservazioni sul P.V.C. del …, consegnato in esito alla «verifica fiscale generale», di
cui la Società è stata oggetto, e
• chiede, a codesta spett.le Direzione provinciale (d'ora in poi anche Ufficio), un approfondimento degli
argomenti contenuti nel predetto P.V.C.: sia in termini «di fatto» che «in diritto».
PREMESSA
La Società – operante nel settore (Industria/…) - ha subito a partire dal … e fino al … una verifica fiscale
globale relativa all’anno …, a cura della Guardia di Finanza di … Dal P.V.C. emergono le seguenti (n°…) con-
testazioni (riportarle tutte, secondo l’ordine del P.V.C.). Pur riservandosi di sviluppare le proprie difese an-
che sugli altri rilievi, in questa sede la Società ritiene opportuno richiamare l’attenzione dell’Ufficio accer-
tatore sui due rilievi seguenti: vuoi per la loro rilevanza quantitativa, vuoi per il profilo «delicato» in termini
di diritto.
***
1) Rilievo n. 1
a) Tesi dei verificatori
I verificatori hanno ritenuto indeducibile, nella determinazione del reddito d’impresa della Società (relativo
al periodo di imposta …), il costo di … relativo a ….
b) Le osservazioni della Società
La pretesa dei verificatori è destituita di ogni fondamento, dato che …
La contestazione dei verificatori deve, pertanto, essere abbandonata e il relativo addebito annullato.
2) Rilievo n. 10
a) Tesi dei verificatori
I verificatori contestano il difetto di inerenza dei costi sostenuti dalla Società per spese legali nei procedi-
menti penali a carico dei propri amministratori, in quanto spese sostenute non a causa del mandato (ov-
vero in funzione del perseguimento dell’oggetto sociale), ma in occasione dello stesso, così escludendone
la loro deducibilità ai fini IRES per un importo pari a complessivi .......... euro.
b) Le osservazioni della Società
La Società rileva che …
3) Conclusioni
La scrivente chiede a codesta spett.le Direzione provinciale di tener conto delle sopra citate osservazioni
e formula le seguenti richieste:
• quanto al Rilievo n. 1 …
• quanto al Rilievo n. 10 … chiede di considerare inerenti e, pertanto, deducibili ai fini IRES, ..........
Si ringrazia per l'attenzione e, mentre ci si dichiara a disposizione per rispondere a eventuali richieste di
approfondimento o di documentazione ritenute utili da codesto Ufficio, si precisa che le presenti osserva-
zioni sono state formulate con l'assistenza dello Studio del dott. …, al quale, al fine di consentirgli di inter-
venire nel contraddittorio, viene conferita, in calce al presente atto, specifica procura ex art. 63 del D.P.R.
600/1973.
Formulario 699
Con osservanza
La società
Il rappresentante legale
.............................
La società
Il rappresentante legale
……….
È autentica
Il professionista incaricato
……….
Il presente atto si compone di n. ………. pagine numerate progressivamente da 1 a ……….; reca n. ………. alle-
gati ed è sottoscritto dal legale rappresentante della Società.
700
Atti degli Istituti deflativi Formulario
ISTANZA
Per la formulazione di proposta di accertamento con adesione ai sensi dell’art. 6, comma 2 del D.Lgs. 19
giugno 1997, n. 218.
La Società … (cod. fisc. e P.IVA …), con sede legale in …, via …, in persona del legale rappresentante pro
tempore sig. … (cod. fisc. ….), nato il …, a … e residente in …, via …,
• rappresentata e assistita – giusta procura in calce al presente atto – dal dott./avv. …, iscritto all’Ordine/
Albo di …/del Foro di …;
• elettivamente domiciliata – ai fini del procedimento promosso con la presente istanza – presso lo Studio
del professionista incaricato, sito in … via …, (tel. …, fax …, e-mail…, PEC …);
PREMESSO CHE
• in data … codesta spett.le Direzione Provinciale/Regionale ha notificato alla Società in epigrafe l’Avviso di
accertamento n. …, relativo a … per il periodo di imposta ….
• il suddetto avviso non è stato preceduto dall'invito a comparire ex artt. 5 e 5-ter, D.Lgs. 218/1997
PRESENTA
Istanza, ex art. 6, comma 2 del D.Lgs. 218/1997, affinché codesta spett.le Direzione Provinciale/Regionale,
nei termini di legge, voglia formulare proposta di accertamento con adesione, ai fini della eventuale defi-
nizione dei tributi per il periodo di imposta accertato.
Con osservanza
La Società
…………………….
Il professionista dott./avv.
……………………
La Società
Il legale rappresentante
…….…….…….…….…….
È autentica
Il professionista incaricato
…….…….…….…….…….
Formulario 701
NOMINA DI SOSTITUTO
nell’ambito del procedimento di accertamento con adesione promosso dal Sig. ………. (con ap-
posita istanza del ……….) a seguito dell’Avviso di Accertamento n. ………. relativo a ………. per il
periodo di imposta …................
***
Il sottoscritto dott./avv ………. iscritto all’Ordine/Albo di …......../del Foro di ………., quale rap-
presentante ex art. 63 del D.P.R. 600/1973 del Sig. ………., giusta procura agli atti,
DELEGA
il dott./avv. ………. dell’Ordine/Albo di ………./del Foro di ………., a sostituirlo nel contraddittorio
di cui al procedimento in epigrafe.
Con osservanza
Luogo e data
……….
Il professionista dott./avv.
……….
MEMORIA
La Società (C.F. …. e P. Iva …..) con sede legale in … via … in persona del legale rappresentante pro tempo-
re sig. …. (C.F. …), nato il …. a ….., residente in …… via … assistito e rappresentato – giusta procura in calce
dell’istanza di accertamento con adesione - dal dott.. …, iscritto all’Ordine dei dottori commercialisti ed
esperti contabili della Provincia di ……..., con Studio in …, via …, (tel. …, fax …, e-mail …, indirizzo PEC …)
PREMESSO CHE
• in data ... ha ricevuto la notifica dell'Avviso di Accertamento n. ..., relativo ad IRAP, IVA, Ritenute IRPEF e
Addizionali, per il periodo d’imposta …;
• in data … ha presentato a codesta spett.le Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate istanza di ac-
certamento con adesione ai sensi dell’art. 6, co. 2 del D.Lgs. 218/1997;
• l’Ufficio ha fissato per il giorno … l’inizio del contraddittorio diretto, se possibile, a definire consensual-
mente il contesto
***
formula, con la presente memoria le seguenti osservazioni e considerazioni.
***
Premesso che nell’AVVISO di ACCERTAMENTO, codesta Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate,
a) riqualifica i costi di lavoro autonomo in lavoro dipendente per la presenza di un presunto potere diretti-
vo e di controllo della Società su un totale di n. ….. lavoratori con partita Iva, i quali risulterebbero a tutti
gli effetti inseriti nella struttura aziendale con compiti e mansioni pari a quelle dei lavoratori assunti;
b) sostiene che il rapporto di subordinazione sarebbe dimostrato da una serie di indici essenziali, quali: la
presenza di ordini e direttive e l’inserimento in via continuativa e sistematica nell’organizzazione
aziendale; e residuali, quali: l’orario di lavoro, l’assenza di struttura organizzativa in capo al lavoratore e del
rischio d’impresa, l’oggetto e il luogo della prestazione, l’utilizzo di attrezzature del datore per l’esecuzione
della prestazione, la presenza di un compenso fisso mensile …;
c) conseguentemente contesta l’indeducibilità, ai fini IRAP e IVA di costi per collaborazioni con lavoratori
autonomi/imprese per …… euro e provvede al recupero di Ritenute Irpef per ….. euro – Addizionali (Regio-
nali e Comunali) per … euro, oltre interessi e sanzioni;
DEDUCE
nel merito dell’AVVISO di ACCERTAMENTO e dei rilievi operati quanto segue, riservandosi – nell’eventuali-
tà che non si pervenga ad una definizione in via amministrativa del contesto – di formulare, in sede di ri-
corso giurisdizionale, articolate eccezioni di diritto, attinenti, tra l’altro, a
– violazione della normativa medio tempore applicabile in tema di lavoro;
– difetto di motivazione;
– violazione degli artt. 2094 c.c., 2222 c.c. e 2697 c.c. e 2698 c.c.;
– omesso esame della documentazione prodotta dalla Società in sede di verifica.
1. Quanto alla violazione della normativa medio tempore applicabile (p.i. 2015) in tema di lavoro, si ritiene
di poter far presente, già in questa sede, che, nella lotta contro le c.d. «false P.IVA», l’art. 69-bis D.Lgs.
276/2003, stabiliva … Ciò porta a ritenere che, nella riqualificazione dei costi di lavoro, l’Ufficio …
2. Quanto all’omesso esame della documentazione già prodotta dalla Società in sede di verifica, appare
doveroso segnalare che, a conferma dell’assenza di subordinazione, è già stata fornita copiosa documen-
tazione, in particolare: i contratti di consulenza; le fatture, i curriculum vitae …..
***
Formulario 703
In ordine alle singole posizioni lavorative contestate, la Società al mero fine di un tentativo di definizione
Con osservanza
Per la Società,
firmato digitalmente
il professionista dott. ………………….
704
Atti degli Istituti deflativi Formulario
Con questo modello il Contribuente può chiedere all'Amministrazione finanziaria il riesame di un atto che
ritiene sia da correggere o annullare.
Io sottoscritto/a ………. nato/a a ……………. il ……………. residente a ……………. Via/piazza ………. tel. …………….
e-mail …………………………………………………………………. codice fiscale …………………………………………………………..….
(Questa parte deve essere compilata solo nel caso in cui la richiesta venga presentata per una ditta/società)
CHIEDO
Sono consapevole che questa richiesta non sospende i termini per la proposizione del ricorso alla Corte di
DELEGO
(compilare se interessa)
alla presentazione di questa richiesta ........... il Sig. .........., tipo documento di riconoscimento .........., n. ..........,
rilasciato il ...................................................... da .......................................................................... .
Autotutela tributaria
8. Esempio di Istanza di annullamento in autotutela di avviso di accertamento
***
La società (C.F.), con sede legale in … (…), via …, a mezzo del legale rappresentante Sig. …, nato a … (…) il
… ed ivi residente in via …. n. … (C.F. …),
• con l’assistenza e la rappresentanza, giusta procura in calce, del dott. … (C.F. …, indirizzo PEC …), iscritto
all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili della Provincia di …;
• elettivamente domiciliata, per il presente procedimento, presso il suo Studio …, sito in …, via …, n. … (tel.
…, fax … , e-mail …, P.E.C. …);
si rivolge a codesta Direzione P.A.E. per chiedere l’annullamento, in autotutela, dell’accertamento di cui
sopra per i motivi che saranno indicati dopo aver riepilogato «i fatti» della vicenda che la vede coinvolta.
PREMESSA
1. Codesto Ufficio ha notificato, in data … alla Società istante, l’avviso di accertamento indicato in epigra-
fe per contestarle di aver contabilizzato, nel …, fatture di acquisto per operazioni in oggettivamente inesi-
stenti, e poi, procedere alla rettifica della dichiarazione presentata (dalla Società) ai fini IRES, IRAP e IVA,
p. d’imposta ………. .
2. Tutto nasce da una segnalazione (d.d. …) della Guardia di Finanza di … (…) alla DPAE da cui era emerso
che la … sarebbe stata uno dei “clienti finali” di un articolato sistema frodatorio «ideato ed orchestrato da
soggetti di nazionalità italiana (che) prevedeva l’esecuzione di fittizie operazioni di commercializzazione di
beni e servizi tailored made, cioè attagliati alle esigenze economico-finanziarie del cliente che si rivolgeva al
sodalizio (…)».
In realtà, era emerso solo che la Società risultava aver intrattenuto, nel …, rapporti commerciali con la So-
cietà «…», ma il fatto che quest’ultima Società fosse stata ritenuta una Società c.d. «filtro» (o «cartiera»)
nell’ambito della citata frode fiscale aveva indotto la Guardia di Finanza a «coinvolgerla» nella vicenda.
3. Sulla base della predetta segnalazione, codesto Ufficio aveva notificato, in data … alla Società l’invito n.
…, per chiederle di produrre tutta la documentazione relativa ai rapporti intrattenuti negli anni … e … con il
fornitore ...; e – ancorché tale richiesta fosse stata soddisfatta con il deposito, in data …, dei documenti
che comprovavano la concreta effettuazione delle operazioni descritte nelle fatture di acquisto contesta-
te (con allegati i relativi documenti di trasporto della merce) – codesto Ufficio, in data … – senza alcun
contraddittorio preventivo e, soprattutto, senza considerare il contenuto della documentazione che aveva
chiesto e ottenuto – notificava l’avviso di accertamento indicato in epigrafe, affermando «che dagli ele-
menti n possesso dell’Ufficio risulta provata la natura di “cartiera” della … (per cui) le operazioni intercorse
con il fornitore citato sono da ritenersi inesistenti e, pertanto, i relativi costi si considerano indeducibili e
l’IVA indebitamente detratta».
4. In data …, poi, comunicava alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di ... una «notizia di reato» a
carico del legale rappresentate della Società per i medesimi fatti oggetto dell’avviso di accertamento noti-
ficatole per «dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti» (art. 2 del
D.Lgs. 74/2000); da cui è derivata, a carico del dott. …, il procedimento penale n. … presso la Procura della
Repubblica di ….
5. Nell’ambito di tale procedimento, il P.M. titolare del fascicolo, con atto del ..., delegava il Nucleo di Poli-
zia Economico-Finanziaria della G.d.F. di … «a riscontrare puntualmente l’ipotesi di reato formulata a cari-
co del …» e, a seguito delle risultanze dell’attività di indagine delegata, formulava – con atto del … – ri-
chiesta di archiviazione, poi accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di … (dott. …) con Decreto di archiviazio-
ne del …. Le indagini svolte, infatti, avevano «permesso di riscontrare probatoriamente la effettività delle
operazioni commerciali» oggetto dell’accertamento fiscale emesso a carico della Società (e del suo legale
rappresentante e socio).
6. La Società, nel frattempo, aveva impugnato l’avviso di accertamento di cui sopra di fronte alla Corte di
Formulario 707
***
La «Società», come sopra assistita e rappresentata, confida che codesta spett.le Direzione dia corso ad
un provvedimento amministrativo che annulli totalmente la pretesa erariale di cui all’avviso di accerta-
mento in oggetto, in quanto infondata, considerato l’esito della (seconda) indagine della Guardia di Finan-
za, che ha riconosciuto che le operazioni commerciali di acquisto contestate come «oggettivamente inesi-
stenti» in realtà sono state «realmente effettuate».
***
708 Formulario
In attesa di un cortese e sollecito riscontro da parte di codesta spett.le Direzione Provinciale, lo scrivente
Atti degli Istituti deflativi
ringrazia per l’attenzione e per la collaborazione (art. 10 della L. 212/2000) che dovrebbe caratterizzare,
insieme con la buona fede, i rapporti tra l’Amministrazione finanziaria e contribuenti.
È autentica
Il professionista delegato
dott. ..........
Formulario 709
Attenzione: questa applicazione può essere utilizzata soltanto per le rate di pari importo.
DATI ANAGRAFICI
Soggetto: [ ] Persona fisica [ ] Diverso da persona fisica
Codice fiscale:
Agenzia delle Entrate via Cristoforo Colombo n. 426 C/D 00145 Roma – Codice Fiscale e Partita Iva
06363391001
710
Atti degli Istituti deflativi Formulario
in ordine a
ATTO di CONTESTAZIONE n. ........., notificato dalla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di
………. (d’ora in poi anche l’Ufficio) il ………. relativo a sanzioni per ………., in relazione al periodo di imposta
……….
***
La Società ………. (C.F. ………. P.IVA ……….) con sede legale in ………. Via ………. , (PEC ……….), in persona del
legale rappresentante pro tempore Sig. ………. (C.F. ……….) nato il ………. a ………. e residente in ………. via
……….
• assistita e rappresentata, giusta procura in calce, dal dott. ……….; iscritto all’Ordine/Albo dei dottori
commercialisti ed esperti contabili di ………. , presso il cui studio in via ………. (tel. ……….; fax ……….; e-mail
……….; indirizzo PEC ……….) la Società è elettivamente domiciliata ai fini del procedimento promosso con
le presenti deduzioni
PREMESSO CHE
- in data ………. è stato notificato un atto di contestazione sanzioni per il periodo di imposta ……….
- le sanzioni irrogate ammontano a ……….
***
esaminato l’atto di contestazione in oggetto,
visto l’art. 16, co. 4 del D.Lgs. 472/1997
ESPONE E PRODUCE
le seguenti DEDUZIONI DIFENSIVE
1. ........................
2. ........................
Per quanto sopra esposto, le contestazioni mosse alla Società devono ritenersi infondate e illegittime, per
cui si chiede a codesto spett.le Ufficio di non procedere alla irrogazione delle sanzioni.
Con osservanza.
Luogo e data
……..............….
per la Società
…….......................….
Il professionista dott. ……….
Allegati:
1) ..............................
2) ..............................
PROCURA ex art. 63, D.P.R. 600/1973
La Società ………. con sede in ………. , in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. ……….
DELEGA
il dott. ………., iscritto all’Ordine/Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili di ………. ad assisterla
e rappresentarla – anche valendosi di propri collaboratori – presso la Direzione provinciale dell’Agenzia
delle Entrate di ………. nel procedimento che viene promosso con la presente memoria difensiva ex art. 16,
co. 4, D.Lgs. 472/1997, e in ogni altro procedimento amministrativo ad esso connesso. A tal fine elegge il
proprio domicilio presso lo Studio dello stesso, sito in ………. via ……….
Per la Società
……................................
È autentica
Il professionista incaricato
………...........................................
LE GUIDE PRATICHE FISCALI
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I CODICI
Codice Imposte Indirette 1° semestre
Codice Imposte Indirette 2° semestre
Codice Imposte Dirette 1° semestre
Codice Imposte Dirette 2° semestre
Codice del processo tributario
Codice civile annotato con la normativa tributaria
RIPRODUZIONE RISERVATA - GRUPPO 24 ORE
GUIDA PRATICA FISCALE
Contenzioso Tributario
e Istituti Deflativi
2023
a cura di
R. Lunelli, F. Ravasio, M. Lunelli, L. Lunelli
Comitato scientifico
P. Ceroli, C. Delladio, R. Esposito, E. Gobbi, M. Iori,
M. Postal, M. Pozzoli