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INDICE
LA DISCIPLINA DEI DISPOSITIVI MEDICI DOPO IL REGOLAMENTO UE N. 2017/745
(MDR)INDICE
1. IL REGOLAMENTO UE N. 2017/745 SUI DISPOSITIVI MEDICI
2. MDR: ENTRATA IN VIGORE E PERIODO TRANSITORIO
3. L’AMBITO DI APPLICAZIONE DEL MDR4. GLI OBBLIGHI DEI FABBRICANTI DI DISPOSITIVI
MEDICI
4.1 L’OBBLIGO DI COPERTURA FINANZIARIA PER LA RESPONSABILITÀ DERIVANTI DA PRODOTTI
DIFETTOSI
5. GLI OBBLIGHI DEGLI IMPORTATORI E DEI DISTRIBUTORI DI DISPOSITIVI MEDICI
6. GLI OBBLIGHI DEL MANDATARIO E DELLA PERSONA RESPONSABILE DEL RISPETTO
DELLA NORMATIVA
7. LA CLASSIFICAZIONE DEI DISPOSITIVI
8. LE PROCEDURE DI VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ
9. IDENTIFICAZIONE E TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI
10. IL GRUPPO DI COORDINAMENTO PER I DISPOSITIVI MEDICI (MDCG) E I GRUPPO DI
ESPERTI
11. L’ATTUAZIONE DEL MDR: IL D.LGS. N. 137/2022
12. IL REGIME SANZIONATORIO NEL D.LGS. N. 137/202213. LA PUBBLICITÀ DEI DISPOSITIVI
MEDICI
1. Il Regolamento UE n. 2017/745 sui dispositivi
medici
Il settore dei dispositivi medici riveste in ambito europeo una grande
importanza nell’assistenza sanitaria, contribuendo in modo rilevante al
miglioramento del livello di protezione della salute attraverso lo sviluppo di
soluzioni innovative per la diagnosi, la prevenzione, le cure e la riabilitazione.
Il 26 maggio 2021 (a seguito del posticipo di un anno dovuto all’emergenza
sanitaria Covid-19) è entrato definitivamente in vigore il nuovo Regolamento
UE n. 2017/745 sui dispositivi medici (Medical Device Regulation, “MDR”) che
ha abrogato le precedenti direttive europee in materia (n.90/385 e n.93/42) e
conseguentemente i Decreti legislativi n. 507/92 e n. 46/97.
Secondo la guida del Medical Device Coordination Group (MDCG) 2020-3, non
sono significative le modifiche amministrative (modifiche del nome,
dell’indirizzo o della forma giuridica del fabbricante o modifiche del
rappresentante autorizzato) e, ad esempio, il trasferimento o l’aggiunta di nuovi
siti di produzione o alcune modifiche al sistema di gestione della qualità, purché
siano mantenute le condizioni per le quali è stata rilasciata la certificazione di
valutazione della conformità. Quando invece la modifica può influire sulla
progettazione o sulla destinazione del dispositivo, la rilevanza di tale modifica
deve essere valutata caso per caso.
Il fabbricante non è invece tenuto a segnalare gli eventi avversi attesi, ossia
quelli già individuati nell’ambito della valutazione rischi/benefici del dispositivo
medico.
Nel primo caso, la catena di fornitura di un dispositivo medico sarà composta dal
fabbricante (che immette sul mercato il dispositivo), dai distributori (che
effettuano le successive messe a disposizione) e dall’utilizzatore finale.
Nel caso invece in cui il fabbricante abbia sede in un paese extra-UE, interviene
l’ulteriore figura dell’importatore, che realizza l’immissione sul mercato UE del
prodotto.
L’importatore è definito dal MDR come “qualsiasi persona fisica o giuridica
stabilita nell’Unione che immette sul mercato dell’Unione un dispositivo
originario di un paese terzo”. Il distributore è invece definito come “qualsiasi
persona fisica o giuridica nella catena di fornitura, diversa dal fabbricante o
dall’importatore, che mette a disposizione sul mercato un dispositivo, fino al
momento della messa in servizio”.
Il ruolo dell’importatore viene assunto in relazione al singolo dispositivo
medico. L’importatore all’interno della catena di fornitura viene infatti
individuato facendo riferimento al concetto di immissione in commercio, che
deve essere interpretato alla luce dei principi contenuti nella Guida blu
all’attuazione della normativa UE sui prodotti del 2016, secondo la quale
l’immissione in commercio si riferisce al singolo dispositivo medico e non alla
categoria (quando per esempio i dispositivi medici siano fabbricati in serie).
Sono quindi qualificabili come importatori tutti coloro che operano la prima
messa a disposizione di un singolo dispositivo nel mercato dell’Unione (anche se
fabbricato in serie). Ne consegue che per la stessa tipologia di prodotti possono
aversi anche più importatori.
Per quanto attiene ai dispositivi impiantabili di classe III e per i dispositivi attivi
della classe IIb destinati a somministrare e/o sottrarre all’organismo un
medicinale, l’Organismo notificato, prima di rilasciare il certificato di valutazione
UE, deve sottoporre tramite la Commissione la relazione di valutazione sulla
valutazione clinica all’esame del gruppo di esperti, il quale valuta se sussistono
le condizioni (innovatività del dispositivo, variazione sfavorevole del rapporto
rischio-benefici, aumento incidenti gravi) per cui sia necessario fornire un suo
parere scientifico, notifica entro 21 giorni la propria decisione di esprimere o
meno un parere ed eventualmente fornisce il suddetto parere entro 60 giorni dal
ricevimento della documentazione.
Inoltre, le procedure che per dispositivi di classe IIa e di classe IIb prevedono la
valutazione della documentazione tecnica da parte dell’Organismo notificato
(punto 4 dell’allegato IX) la suddetta valutazione deve essere effettuata su base
rappresentativa: per i dispositivi di classe IIa è necessario analizzare almeno un
dispositivo rappresentativo per categoria di dispositivi, cioè per l’insieme dei
dispositivi che presentano settori di utilizzo comuni o tecnologie comuni,
mentre per i dispositivi di classe IIb si valuta almeno un dispositivo
rappresentativo per gruppo generico di dispositivi, cioè per “l’insieme di
dispositivi con destinazioni d’uso identiche o analoghe o che condividono la
stessa tecnologia” (art.2, par. 1 MDR).
9. Identificazione e tracciabilità dei dispositivi medici
Una novità rilevante è stata introdotta dal MDR sul versante della tracciabilità
dei dispositivi, con l’introduzione del sistema di identificazione unica del
dispositivo (Unique Device Identification, UDI). L’UDI è un codice numerico o
alfanumerico in formato leggibile dall’uomo o in forma di un codice a barre, un
codice QR o un qualsiasi altro codice a lettura ottica, e comprende due parti
distinte:
• un UDI-DI, identificativo del modello di dispositivo e chiave di accesso alle
informazioni contenute nella banca dati UDI;
• un UDI-PI, identificativo dell’unità di produzione, quale ad esempio il numero
di serie, il numero di lotto, la data di fabbricazione e la data di scadenza.
Gli UDI sono contenuti nella c.d. Banca Dati UDI, la quale, ai sensi dell’art. 28
MDR, è “intesa a convalidare, raccogliere, trattare e rendere disponibili al
pubblico le informazioni di cui all’allegato VI, parte B”. Le informazioni, fornite
dal fabbricante, riguardano il fabbricante stesso e il dispositivo, non contengono
informazioni riservate di natura commerciale sui prodotti e sono consultabili
gratuitamente dal pubblico.
La Banca Dati UDI è a sua volta parte integrante della Banca Dati Europea dei
Dispositivi medici (European Databank for Medical Devices – EUDAMED).
Obiettivo di EUDAMED è migliorare la trasparenza generale grazie ad un miglior
accesso alle informazioni dirette al pubblico e agli operatori sanitari, nonché
garantire la tracciabilità dei prodotti.
La banca dati EUDAMED è composta da 6 moduli:
• registrazione degli operatori economici;
• registrazione dei dispositivi medici e UDI;
• Organismi notificati e certificati;
• Indagini cliniche e studi delle presentazioni;
• vigilanza e sorveglianza post-commercializzazione;
• sorveglianza del mercato.
I membri dei gruppi di esperti sono nominati per un periodo massimo di tre anni
a seguito della risposta ad un invito a manifestare interesse pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. I criteri di selezione sono definiti
nell’invito stesso; in generale la scelta è effettuata sulla base dell’adeguatezza
delle competenze cliniche, scientifiche e tecniche dei consulenti nei rispettivi
settori e considerando la necessità che i membri garantiscano indipendenza,
trasparenza, imparzialità, obiettività, assenza di conflitti di interessi ed
equilibrata distribuzione geografica.