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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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Albino Santucci - Le Relazioni Pubbliche. Contenuti e modalità operative
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
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per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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programmate che una organizzazione (pubblica o privata, profit o no profit) pone in essere per
creare, sviluppare o consolidare relazioni con i suoi pubblici influenti; i pubblici influenti sono quei
soggetti che la coalizione dominante in seno a una organizzazione ritiene possano agevolare o
James Grunig, docente statunitense famoso per i suoi studi in materia di relazioni pubbliche,
agli inizi degli anni ’90, definisce la coalizione dominante di una organizzazione come il gruppo di
persone che, in seno alla organizzazione stessa, detiene il potere di definire strutture e decidere
organizzazioni. Ma nella pratica tale ruolo hanno fatto fatica a esercitarlo in quanto, anche tra gli
addetti, spesso si riscontra una non facile convergenza anche sui contenuti stessi delle medesime.
Si è detto anche che le stesse siano pervasive e possano essere percepite anche come
“manipolatorie” e “ambigue” ma, nella realtà, per essere efficaci devono essere trasparenti e
bidirezionali.
influente al quale vengano trasferiti, in modo occulto, messaggi non corretti e che non consentano
al medesimo soggetto alcuna possibilità di interazione. Una relazione può dirsi trasparente in
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fattore caratterizzante l’attività di relatore professionista e non necessariamente di chi si trovi a fare
La trasparenza è strettamente connessa con gli aspetti etici della professione, che non
vanno affatto sottovalutati; tuttavia è sicuro che, nella stragrande maggioranza dei casi, quando si
ha a che fare con interlocutori con i quali l’organizzazione è interessata a creare relazioni positive e
efficacia. Non si può infatti pensare di mantenere una relazione duratura e positiva con soggetti ai
quali vengano trasferiti, con modalità non trasparenti, messaggi non corretti e ai quali non si
significativo, nei casi in cui l’operatore decida consapevolmente di avviare un’iniziativa non
pessimo operatore.
modificare opinioni, comportamenti scelte e decisioni mediante una attività retorica e persuasiva.
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Il principio della asimmetria o simmetria è da anni al centro degli studi teorici delle relazioni
pubbliche per descrivere i modelli di pratica delle relazioni pubbliche. Una relazione è sempre
asimmetrica in natura (all’interno della stessa c'è sempre un soggetto che ha peso) e lo è a
maggior ragione quando ad avviarla è una organizzazione che, tramite l relazione istaurata,
intende accelerare il raggiungimento degli obiettivi perseguiti: che poi è la ragione stessa delle
relazioni pubbliche.
dell’organizzazione avendo come unico fine la persuasione: vale a dire il cambiamento delle
opinioni, dei comportamenti e degli atteggiamenti degli influenti al fine di raggiungere gli obiettivi
Tuttavia la tesi prevalente degli studiosi (Grunig, Hunt, Vercic, Sriramesh...) è che l'efficacia
di una relazione è inversamente proporzionale alla sua asimmetria percepita: in altri termini quanto
più un soggetto percepisce di avere con un altro soggetto una relazione simmetrica, tanto più è
possibile che l'uno tenga conto delle argomentazioni e aspettative dell'altro, che il negoziato
giunga ad un risultato positivo per le due parti, e che si possa dunque definire efficace quella
relazione.
assume la forma del monologo, al contrario quella a due vie rappresenta la modalità dello
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soggetti che hanno poteri decisionali o di influenza importanti per il raggiungimento degli obiettivi
Un’organizzazione che pratica relazioni pubbliche tende ad attivare relazioni con questi
che, al contempo, permettano a quei pubblici di avere un valore aggiunto dall’avere agevolato o
Questa definizione fa emergere in modo chiaro il principio della tendenziale simmetria fra le
parti di una relazione che è l’elemento caratterizzante le relazioni pubbliche efficaci. In sostanza i
pubblici influenti di una organizzazione trovano interesse a contribuire a ridurre gli ostacoli o
misurabile valore aggiunto dalla relazione che in tal modo intrattengono con l’organizzazione.
Gli stakeholder attivi, o pubblici influenti, sono soggetti interessati a relazionarsi direttamente
e in maniera pull con l’organizzazione perché consapevoli delle conseguenze prodotte dalla/sulla
organizzazione nel raggiungimento dei suoi scopi principali (missione, visione, valori, strategia, …) e
dall’organizzazione, di possedere un titolo per entrare in relazione con questa; ritiene di essere un
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Per fare l’esempio di una impresa, questa avrà tra i suoi stakeholder i dipendenti, le
Ogni organizzazione ha stakeholder che variano in funzione degli obiettivi perseguiti e più o
per esempio, saranno stakeholder per tutti gli stilisti, ma ciascun stilista avrà azionisti, clienti e
distributori diversi. Anche per un produttore di profumi il giornalista che si occupa di moda è
importante ma, fra i tanti giornalisti, tenderà a relazionarsi con il giornalista esperto di bellezza e
cosmesi.
conseguenze prodotte sul raggiungimento delle finalità generali e degli obiettivi specifici
dell’organizzazione.
Al fine di chiarire anche la differenza tra stakeholder e influente occorre porre l’attenzione
sulla questione inerente la fonte di legittimità; il termine “influente” implica che sia l’organizzazione
a ritenerlo tale, quindi la fonte di legittimazione è l’organizzazione stessa. Nel caso dello
stakeholder, al contrario, è egli stesso a ritenere di avere il titolo per rivendicare il diritto di
interloquire con l’organizzazione e non sempre l’organizzazione gli riconosce tale ruolo.
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Dal punto di vista pratico, i due termini possono sembrare sinonimi e intercambiabili, ma è
bene essere consapevoli delle differenze. Esistono infatti le seguenti tre diverse categorie:
- influenti che si ritengono stakeholder, ovvero soggetti che l’organizzazione per prima ritiene
influenti e che sono anche stakeholder, cioè si ritengono portatori di un interesse nei
confronti dell’organizzazione;
- influenti che non si ritengono stakeholder, ovvero soggetti che l’organizzazione ritiene
La distinzione non ha una valenza solo speculativa ma ha riflessi pratici importanti perché
per ogni specifico obiettivo perseguito l’organizzazione deve in primo luogo decidere quali siano i
suoi influenti e quindi individuare quali tra questi sono consapevoli di essere stakeholder e quali non
lo sono, tenendo in considerazione anche quegli stakeholder che l’organizzazione non intenda
Ora, mentre con riferimento al primo gruppo, si può pensare che la relazione instaurata (o
Rispetto al secondo gruppo l’organizzazione dovrà operare, in una prima fase, con
modalità push, persuasive e con argomenti tali da attirare l’attenzione cercando poi di persuaderli
a diventare stakeholder, così da potere instaurare anche con loro una relazione interattiva e
l’organizzazione dovrà adottare un diverso modello comunicativo, più indiretto, più attraente, e
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Qualsiasi organizzazione per il solo fatto di esistere, anche se non dotata di una funzione né
interna né esterna adibita alle RP, instaura delle relazioni con una molteplicità di soggetti come, a
titolo di esempio, azionisti, elettori, soggetti istituzionali, clienti, soci. Molto spesso si tratta di relazioni
non consapevoli o non programmate ma tale ricorrenza non ne neutralizza gli effetti; pertanto le
Relazioni Pubbliche, al pari di qualsiasi disciplina della comunicazione e del management, hanno
bisogno di essere implementate in modo consapevole mediante processi che, al pari di altre
- l’identità indica i valori che sono alla base di una organizzazione e sono veicolati, condivisi,
in base alla esperienza diretta o indiretta, avuta dagli stessi nel tempo.
Le RP sono, a tutti gli effetti, una delle discipline della comunicazione d’impresa.
Si affiancano a
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direct marketing che ha lo scopo di creare e rafforzare la relazione diretta con il cliente,
possano essere considerate una disciplina autonoma rispetto alle altre. La questione è controversa:
può dirsi, infatti, che le sponsorizzazioni, infatti, possono far parte delle relazioni pubbliche, della
pubblicità e delle promozioni. Nel primo caso rientrano le sponsorizzazioni classiche effettuate a
vantaggio di associazioni culturali, sociali; nel secondo quelle sportive e nel terzo le cosiddette
A questo punto è bene sottolineare che la pubblicità, a differenza di tutte le altre discipline,
viene definita “above the line”, sopra la riga, cioè visibile, trasparente, quantificabile, esplicita,
tutte le altre si definiscono invece “below the line”, sotto la riga, cioè più difficilmente identificabili
e dunque quantificabili. Ognuna di queste discipline risponde a regole diverse che si sono evolute
e consolidate nel tempo e ciò comporta che non si possano applicare alla pubblicità le medesime
regole della promozione in quanto l’efficacia dell’una o dell’altra dipendono infatti da principi e
modalità operative diversi; infatti la promozione efficace produce effetti immediati invece la
pubblicità si propone obiettivi più a medio termine come il rafforzamento dell’immagine di marca.
Sulla stessa linea il direct marketing genera informazioni relative al singolo consumatore, per
supporto a specifici obiettivi di marketing, pianificano e realizzano eventi e sviluppano relazioni con
i media per ottenere approvazione e consenso da parte di opinion leader credibili e capaci di
attirare l’attenzione dei consumatori sul prodotto o servizio. Tuttavia non può negarsi che, per
informare il consumatore dell’esistenza di una promozione, è sovente utile servirsi della pubblicità,
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management può scegliere di usare ciascuna disciplina come disciplina-guida che coordina le
altre oppure come disciplina-supporto che viene coordinata da un’altra. Tale situazione traduce,
Le organizzazioni tendono a rendere coerenti i messaggi inviati all’esterno con quelli inviati
Le organizzazioni tendono a rendere coerenti i messaggi inviati al mercato con quelli inviati
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ascoltare dei pubblici influenti sulle variabili definite e sui destinatari finali;
implementare un pretest che analizza i livelli di familiarità del contesto, del contenuto del
effettuare una ulteriore fase di ascolto tesa a valutare gli esiti e a riprogettare RP.
degli obiettivi dell’organizzazione e creare l’interesse, nel pubblico influente, a stabilire una
- ascolto iniziale,
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- progettazione,
- attuazione,
- ascolto.
La fase iniziale dell’ascolto è una fase attiva che si realizza attraverso un’intensa e
importante attività relazionale che deve fornire all’organizzazione elementi utili per definire con
Può verificarsi che, a seguito di un’attenta fase di ascolto, vengano rideterminati gli stessi
progettazione di una strategia relazionale tesa alla determinazione degli strumenti che meglio di
capacità comunicativa della funzione delle relazioni pubbliche. Infatti, essendo le risorse disponibili,
sia umane che finanziarie, sempre limitate, la sfida non consiste solo nel produrre iniziative efficaci
Intanto va detto che l’ascolto non è separato dalla comunicazione anzi ne è la parte più
importante.
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dimostrare di fornire dati misurabili e quindi le valutazioni sulla loro efficacia devono dimostrare se:
E’ evidente che avendo a che fare con sistemi di relazione le cui dinamiche sono per
definizione veloci, il riavvio del ciclo conduce inevitabilmente ad una revisione degli obiettivi, e
dunque di variabili e strumenti, degli stakeholder o degli influenti; il tutto è teso ad una pratica che
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Bibliografia
Cutlip, Center, Broom. Effective Public Relations, 1994; trad. it.: Nuovo manuale di
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