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Guscio planetario

nomi legati : barriera planetaria | cupola planetaria | porto spaziale

Indice

1 Descrizione
1.1 Vantaggi nel costruire un guscio planetario
1.2 Aspetto e funzionalità
2 Altezza dei gusci e gusci multipli
2.1 Numerazione progressiva
2.2 Raggio dei gusci
3 Caratteristiche comuni ai vari gusci
3.1 Direttive principali
3.2 Sicurezza
3.3 Sistema informatizzato
4 Tempi di formazione e materiale da disgregare
4.1 Creazione durante la prima colonizzazione di un pianeta
5 Funzionalità di base del guscio planetario
5.1 Contenimento e regolazione dell’atmosfera
5.2 Smistamento e regolazione della luce e delle onde
5.3 Protezione dallo spazio
5.4 Difese automatiche da attacchi
6 Difese per proteggere i gusci planetari
6.1 Riparazione di un guscio danneggiato
7 Regolazione della gravità
7.1 Sistema gravitazionale
7.2 La linea di spazio-gravità di transizione
7.3 Colonia e spazio attorno
7.4 Quantità di energia zero richiesta
7.5 Rischi e sistemi gravitazionali alternativi
8 Passaggio delle astronavi attraverso i gusci planetari
8.1 Accesso a impatto
8.2 Accesso a livelli
9 Storia e creazione

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« Una guida gratuita per conoscere il mondo e il contesto in cui sono ambientati i libri della saga di
fantascienza Nuova Alba. Si tratta di un testo di consultazione da usare per recuperare le
informazioni poco chiare — o non spiegate — all'interno dei racconti. L'ambientazione è nata in
seguito ad anni di studio da parte mia sul progresso tecnologico e sul futuro del pianeta Terra. È da
considerarsi per la maggior parte basata su previsioni realistiche, affiancate ad alcune licenze
letterarie dovute all'esigenza di trama.
Nelle mie ricerche, ho affrontato varie aree scientifiche e umanistiche che troverete divise in
capitoli tematici. Il linguaggio di scrittura usato in questa guida è formale, distaccato: un testo di
consultazione che non è fatto per una lettura da cima a fondo, ma per recuperare le informazioni
poco chiare (o non spiegate) all'interno dei racconti».

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Descrizione
Il guscio planetario (chiamato anche cupola planetaria o barriera planetaria) è una cupola
artificiale che avvolge un oggetto astronomico, che può essere un pianeta, un satellite naturale o un
asteroide. È l'evoluzione della cupola nazionale.

Vantaggi nel costruire un guscio planetario


Costruendo una cupola statica attorno a un pianeta è possibile stabilire elementi quali la
composizione, la temperatura e la pressione dell'atmosfera. Inoltre è possibile ottenere dei benefici
che non si avrebbero con la normale atmosfera, per esempio bloccare le radiazioni ultraviolette.
L'unico fattore non controllabile da una cupola statica è la gravità: tuttavia i gusci planetari sono
dinamici e informatizzati, predisposti per generare una gravità artificiale. In questo modo anche i
piccoli pianeti possono sperare di ottenere un'accelerazione di gravità che si avvicina molto al
valore presente su Gea (9,81 m/s2).

Aspetto e funzionalità
Il guscio planetario è composto in mimateria, quindi offre dei vantaggi evidenti rispetto alla materia
ordinaria, tra cui una maggiore leggerezza e la capacità di autoriparare i propri danni. Come
qualsiasi oggetto costruito in mimateria, parti dei gusci planetari possono decadere senza preavviso.
Per evitare questo disastro, i gusci planetari sono controllati di continuo e progressivamente
sostituiti a distanza di anni, creando uno strato parallelo sottostante identico ma fatto di mimateria
sempre più efficiente.

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Il modello specifico del guscio planetario varia a seconda della mimateria di cui è composto.

Altezza dei gusci e gusci multipli

Numerazione progressiva
In fase avanzata, sulle colonie più importanti si creano due o più gusci planetari, sia per aumentare
la sicurezza sia per una questione di prestigio. In questo caso i gusci sono numerati
progressivamente a partire da quello più interno (guscio 1).
Il guscio planetario più interno (guscio 1) è in genere il primo a essere costruito, perché crearne uno
intermezzo richiede di smontare parte dell’architettura di sostegno.
Grazie alla mimateria, il guscio planetario è molto leggero, per cui i pilastri di sostegno necessari
per sostenerlo sono in numero limitato.
Per la costruzione di un nuovo guscio si usa come base il guscio planetario già presente, sul quale si
creano le infrastrutture per sostenere il nuovo guscio planetario. Ogni guscio è costruito a un’altezza
tra i 5 km e i 10 km rispetto al guscio sottostante, ma questa distanza può variare a seconda degli
scopi della colonia ed essere diversa tra i vari livelli.

Raggio dei gusci


Il raggio di un guscio planetario dipende dalla colonia, dai progetti futuri e da numerosi altri fattori.
In genere, comunque, il guscio planetario più interno (guscio 1) è costruito a un’altezza pari a circa
5 km più alto della montagna più elevata. Il guscio 1 quindi comprende i satelliti artificiali inferiori
(quelli usati per esempio per rilevare le caratteristiche del terreno e la temperatura che, su Gea, sono
presenti nelle orbite polari ad altezze tra i 500 m e 1 km), mentre i satelliti artificiali geostazionari
(cioè fermi rispetto al pianeta perché hanno lo stesso moto di rotazione, che su Gea si trovano a 36
000 km di altezza dal suolo) si trovano generalmente oltre il guscio più esterno, anche se non è raro
trovare gusci esterni in posizioni più elevate rispetto alle orbite geostazionarie.

Caratteristiche comuni ai vari gusci


Le mimaterie dei gusci sono molto simili tra loro e hanno delle direttive in comune.

Direttive principali
Una delle direttive più importanti ordina di creare una sfera, cioè di continuare a replicarsi in modo
da mantenere sempre lo stesso raggio di distanza dal nucleo della colonia (la distanza è un'altra
direttiva, che varia a seconda della colonia).
La mimateria del guscio planetario è creata per essere molto leggera e resistente, capace di resistere
agli impatti minori di asteroidi e di proiettili; tuttavia la resistenza varia di colonia in colonia, a
seconda del tipo di mimateria di cui si è fatto uso. I primi gusci avevano uno spessore rilevante, ma
con il tempo si sono sempre più assottigliati, mantenendo la stessa resistenza o migliorandola. I
gusci planetari delle prime colonie, sostituiti nei secoli successivi da gusci migliorati, erano poco
resistenti e pensati soltanto per essere leggeri e mantenere l’atmosfera e la temperatura voluta, in
modo da favorire l’insediamento nella colonia. Con la nascita di armi sempre più potenti innestate
sulle astronavi, i gusci sono stati sostituiti da mimaterie con direttive più incentrate sulla resistenza.

Sicurezza
I pilastri di sostegno che reggono i gusci sono sempre costruiti con una mimateria diversa rispetto al
guscio planetario, per impedire che un proiettile antiblasto faccia cedere sia la cupola planetaria sia i
sostegni collegati.
In colonie tecnologicamente più avanzate e più vecchie, i gusci planetari possono essere dotati di
doppio strato, ciascuno formato da mimateria diversa. Questo permette al guscio di sopravvivere in
caso di attacco con antiblasto, perché sarebbe distrutto soltanto lo strato superiore, mentre quello

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inferiore rimarrebbe integro; in questo modo si protegge tra l’altro l’architettura informatizzata
presente all’interno.

Sistema informatizzato
I gusci planetari hanno una struttura cava all’interno, in modo da lasciar passare un sistema
informatizzato e da lasciar scorrere l’energia necessaria per ricevere i dati informatici. La linea
informatizzata di un guscio è suddivisa in segmenti autonomi, che comunicano con i segmenti
limitrofi attraverso una connessione fisica molto sottile. In caso di avaria a un segmento, quindi,
quest’ultimo viene isolato e i segmenti limitrofi non vengono coinvolti.
La buona salute del sistema informatizzato è continuamente monitorata. L’intera linea è ricoperta da
nanobot autosufficienti, che si alimentano attraverso l’energia che scorre nel guscio stesso. Lo
scopo dei nanobot è di prevenire gli errori, riparare i piccoli danni e impedire che i danni maggiori
si espandano. In caso di anomalie, un allarme è inviato dalle aree limitrofe sane per avvertire il
personale umano di intervenire.

Tempi di formazione e materiale da disgregare


Quando la mimateria si sta formando su un pianeta già provvisto di atmosfera, il processo richiede
un tempo variabile. Se la mimateria trova gli atomi necessari per seguire le sue direttive e creare il
guscio planetario, l'operazione può completarsi in pochi anni anche nei pianeti di largo diametro. Se
invece non trova materiale da disgregare, i terrestri sono costretti a inviarle gas in astronavi
automatiche; infatti non possono avvicinarsi con equipaggio, perché la mimateria disgregherebbe
anche le astronavi pur di soddisfare le direttive.

Creazione durante la prima colonizzazione di un pianeta


Agli inizi della colonizzazione di un nuovo pianeta si costruiscono gusci in aree ristrette (simili alle
cupole nazionali, anche se non ricalcano i confini di una Nazione) e si aspetta la formazione di
atmosfera in queste aree; questa fase è fatta molto tempo prima di formare il guscio planetario e
permette di iniziare una colonizzazione in zone ristrette.
Nel frattempo, si inizia a creare una cupola più grande che avvolge le aree così definite e si genera
al suo interno l'atmosfera adatta: una volta terminato il processo, le cupole minori sono distrutte
(perché inutili).
Il processo si ripete con cupole sempre più grandi, fino a quando l’intero pianeta non è avvolto da
un unico guscio planetario che contiene un’atmosfera diffusa. In realtà tutte le cupole, dalle più
piccole al guscio planetario, sono iniziate quasi in contemporanea per accelerare la colonizzazione e
quelle interne sono progressivamente smantellate quando una cupola superiore è pronta all'uso.
Generalmente il guscio planetario più interno (guscio 1) è il primo a essere costruito.

Funzionalità di base del guscio planetario


Le caratteristiche descritte di seguito fanno parte dei gusci planetari più avanzati.

Contenimento e regolazione dell’atmosfera


Nelle colonie prive di un campo magnetico capace di trattenere un’atmosfera, il guscio planetario si
occupa di impedire che i gas atmosferici si disperdano. Inoltre permette di attuare misure interne
per:
 regolare la temperatura;
 regolare la pressione atmosferica;
 regolare la composizione dei gas: se un gas è presente in quantità eccessive, si occupa di
lasciar filtrare il gas voluto per disperderlo nello spazio.

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Smistamento e regolazione della luce e delle onde
Assorbe le onde provenienti dalla colonia e si occupa di smistarle all’occorrenza.
Per esempio, dirige le onde della connessione UWW con le altre colonie, permettendo quindi di
registrare ogni messaggio nella rete partito dalla colonia; oppure rimanda indietro il segnale per
indicare la posizione geografica a un dispositivo.
Il guscio planetario è pensato per assorbire le onde, immagazzinare il loro valore e replicarle
all’interno. In questo modo può regolare il passaggio sia della luce luminosa sia delle
comunicazioni esterne (indispensabile per accogliere gli aggiornamenti delle sonda UWW). Nel
caso in cui la colonia non abbia una luce stellare esterna di cui beneficiare, in genere è il guscio 1 a
provvedere all’illuminazione, simulando la luce stellare attraverso l’energia artificiale prodotta dal
pianeta.

Protezione dallo spazio


Il guscio planetario blocca i livelli dannosi di radiazioni cosmiche, proteggendo la vita interna.
Inoltre, i frammenti di materiale stellare di piccole dimensioni sono facilmente respinti dallo strato
di mimateria (mentre i frammenti di medie-grandi dimensioni rappresentano un pericolo e sono
anticipati con vari sistemi di allarme).

Difese automatiche da attacchi


Il materiale è resistente a sufficienza per sopportare gran parte degli impatti e dei proiettili. Tuttavia
attacchi mirati, soprattutto di artiglieria pesante, possono provocare dei danni molto vasti
impedendo al guscio planetario di auto-ripararsi in tempo utile per difendere la colonia o il
successivo guscio interno.
Ecco quindi che i gusci sono dotati di difese esterne o integrate. In caso di attacco, soprattutto se
massiccio, si attivano determinate difese automatiche che possono essere disattivate manualmente
solo tramite autorizzazione:
 un potente campo magnetico repulsivo che rallenta o devia i proiettili sparati a grande
velocità;
 sigillazione di tutte le porte di accesso;
 attivazione di sistemi massicci di monitoraggio;
 se un guscio viene bucato, il guscio sottostante si ispessisce nella stessa posizione per
prepararsi a un secondo attacco mirato (assottigliandosi di conseguenza in zone più esterne).

Difese per proteggere i gusci planetari


Se il pianeta è giovane e i coloni non sono ancora riusciti a creare l’atmosfera vivibile sulla colonia,
la distruzione del guscio planetario può portare all’estinzione della vita sul pianeta. Lo stesso
avviene se la colonia, pur non essendo giovane, si trova in una posizione tale che in mancanza di un
guscio protettivo, potrebbe finire bruciata o congelata dallo spazio e dalle stelle. Ecco perché le
colonie si dotano sempre di protezioni di base:
 sin da subito, i gusci planetari incorporano dei rilevatori antiblasto sparsi ovunque e sistemi
di difesa che si attivano non appena è inviato un segnale di allerta, per esempio se si sta
avvicinando un proiettile.
 leggi severe per impedire l’uso e il possesso di proiettili antiblasti, che possono distruggere
un intero guscio fatto di uno specifico tipo di mimateria.
 gusci planetari più esterni composti da mimateria leggermente diversa (in modo che non ci
sia il rischio di fondersi con la mimateria dei gusci sottostanti), che fungono semplicemente
da barriera: se uno è distrutto, l’atmosfera è comunque trattenuta dagli altri gusci. Lo
svantaggio è che sono più costosi e costringono a tecniche particolari per far uscire o entrare
le astronavi.
 proiettili da sparare dall’interno della colonia, in grado di far esplodere alcune sezioni dei
gusci planetari. I proiettili sono fatti esplodere attorno all’area colpita dall’antiblasto, in
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modo da isolarla dal resto del guscio e da bloccare la disintegrazione a catena; la mimateria
sana seguirà la direttiva di ricostruire il guscio. Lo svantaggio è che per qualche tempo il
guscio resterà con un buco, provocando scompensi nell’atmosfera.

Riparazione di un guscio danneggiato


Generalmente i danni ai gusci si autoriparano in poco tempo, grazie alle proprietà della mimateria
con cui sono costruiti. Anche la linea informatizzata interna a un guscio è monitorata di continuo e,
in caso di danni, è riparata dai nanobot presenti nell’intera linea.
In caso di danni considerevoli, tuttavia, si devono seguire delle procedure particolari: il segmento
danneggiato della linea informatizzata viene riparato manualmente da persone umano (o robot
esterni specializzati). Prima di tutto è necessario distruggere la guaina di mimateria che ricopre la
linea informatizzata e tenerla poi aperta tramite dei divaricatori composti in mimateria diversa, che
impediscono la chiusura del buco. Una volta risolto il danno, il divaricatore è tolto e la mimateria
del guscio si occuperà di richiudere il buco.

Regolazione della gravità

Sistema gravitazionale
In genere la gravità artificiale è attivata all'interno del guscio 1. La strumentazione gravitazionale va
ad alterare la legge di attrazione estesa (una legge di frequenza responsabile dell’attrazione
gravitazionale) di un versino presente nel nucleo della colonia. Il versino è scelto stabilendo delle
coordinate spaziali a partire dal guscio planetario, pertanto è un’operazione che richiede estrema
precisione.
A seconda delle dimensioni della colonia, bisogna imprimere una quantità diversa di energia zero al
guscio affinché alteri la legge; in colonie composte da una grande quantità di materia, la quantità di
energia richiesta è enorme.
Il valore di un singolo versino può essere alterato con molta precisione, ma poiché è quasi
impossibile stabilire con precisione come saranno alterati a cascata i versini più periferici della
colonia, l’alterazione della gravità risulta approssimativa. L’idea è comunque di tendere a una
gravità vicina a quella terrestre.

La linea di spazio-gravità di transizione


Spesso il guscio planetario interno si occupa anche di contenere l’alterazione gravitazionale
all’interno dello spazio da esso racchiuso, senza modificare la parte esterna; il motivo è di evitare
l’alterazione naturale della colonia nello spazio esterno (alterazione pericolosa se sono presenti altri
corpi celesti nelle vicinanze). Questo può essere fatto abbastanza facilmente alterando ogni singolo
versino subito sopra il guscio stesso, riportandolo al valore naturale della colonia: poiché la
modifica del singolo versino è precisa e poco costosa in termini di energia da immettere e le
coordinate spaziali di questi versini sono facili da trovare, è possibile smorzare gradualmente
l’attrazione, fino a raggiungere il valore della gravità naturale. Questa zona con gravità in
diminuzione è chiamata linea di spazio-gravità di transizione.
Alcune strutture spaziali isolate potrebbero non richiedere la presenza di una linea di spazio-gravità
di transizione.

Colonia e spazio attorno


La strumentazione gravitazionale altera l’attrazione gravitazionale entro un certo raggio, ma non
cambia la massa o la materia della colonia. Al di fuori del raggio alterato, la colonia deforma lo
spaziotempo come farebbe se fosse priva del guscio planetario. Esternamente la colonia sembra
deformata verso l’origine della gravità artificiale (in genere il centro del nucleo), apparendo
"stirata" verso i margini in cui la gravità riprende il suo valore naturale. A seconda di quanto la
gravità è stata modificata, la deformazione può apparire più o meno marcata.
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In genere la gravità artificiale si espande in modo uniforme e un soggetto che entra nel nuovo
spazio gravitazionale avvertirà un fastidio sopportabile e facilmente ammortizzato dalle armature
spaziali (anche se il corpo si dovrà adattare al cambiamento). Ma se la gravità artificiale viene
improvvisamente interrotta o avviata, come avviene nelle linee di spazio-gravità di transizione, la
presenza di armature spaziali è indispensabile per evitare traumi letali al corpo.

Quantità di energia zero richiesta


Anche in colonie ridotte, come le piccole lune, si richiede il continuo apporto di energia zero per
mantenere stabile il valore della legge di attrazione estesa e quindi della gravità. Questo richiede di
deviare una grande quantità di energia dai generatori zero del pianeta al guscio planetario. La
quantità cresce di molto se la colonia è massiccia o se si prevede la creazione di uno spazio-gravità
di transizione.

Rischi e sistemi gravitazionali alternativi


I rischi maggiori sono di due tipi:
 apporto di energia zero sotto i livelli minimi: il malfunzionamento di alcuni generatori zero
di solito non comporta danni, perché in genere si dedicano interi generatori di scorta soltanto
per il guscio planetario. Nel caso in cui i generatori rimasti attivi non bastassero ad apportare
l’energia zero minima necessario per mantenere la gravità ai livelli voluti, si possono
verificare alterazioni della gravità nell’intera colonia.
 la distruzione del guscio planetario: se sottoposto ad attacchi capaci di distruggere una sua
parte, il guscio devia nelle zone ancora integre l’energia zero necessaria per mantenere la
gravità ai normali livelli. Quando però il guscio viene distrutto oltre una certa percentuale si
possono verificare gli effetti visti prima per la mancanza di apporto di energia zero sopra i
livelli minimi. Quando il danno si estende e, in casi peggiori, il guscio viene completamente
distrutto, la colonia perde la gravità artificiale e in poche ore o in pochi giorni (dipende da
quanto è massiccia la colonia) ritorna a possedere la sua gravità naturale.

Passaggio delle astronavi attraverso i gusci planetari


Per approfondire l'argomento:
Veicolo spaziale
In genere le astronavi attraccano nei porti spaziali, per poi scendere sul pianeta con navette inferiori
o ascensori spaziali; ma capita spesso che le astronavi di piccole dimensioni ottengano il consenso
di attraccare direttamente negli hangar del pianeta: in tal caso devono prima penetrare nel guscio
planetario.

Accesso a impatto
Uno dei modi per permettere il passaggio delle astronavi attraverso il guscio planetario è di creare a
forza un buco nella mimateria del guscio, delle dimensioni sufficienti per attraversare. Per eseguire
la procedura si fa uso di missili antiblasti; in seguito, la mimateria si preoccuperà di autorigenerare
il danno.
Lo svantaggio di questo sistema è che l’entrata e l'uscita delle astronavi sono limitate nel numero,
per non lasciare troppi buchi aperti nel guscio (anche per impedire l’entrata di astronavi profughe),
e i buchi devono essere fatti in zone isolate dalle città; inoltre questa struttura permette la creazione
di pochi gusci multipli, in genere 3 al massimo, perché i proiettili antiblasti sono molto costosi.
L’accesso a impatto è antiquato e poco usato, generalmente creato in colonie poco importanti o con
gusci planetari costruiti con tecniche superate.

Accesso a livelli
Nei gusci planetari più avanzati si sono introdotte direttive nella mimateria affinché si componga
creando quasi una sfera perfetta, a eccezione di un buco circolare chiamato porta di accesso e
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protetto da materiale ordinario dotato di dispositivi elettronici. Generalmente esistono due porte di
accesso per singolo guscio, poste in punti opposti della colonia. La porta di accesso è integrata con
un tunnel attraverso cui far uscire ed entrare le astronavi, generalmente con materiale di altri tipi di
mimateria.
Lo svantaggio di questo sistema è che richiede la continua sorveglianza, perché è un punto
altamente vulnerabile, e protezioni e armi difensive avanzate. Inoltre, il guscio creato permette
esclusivamente porte di accesso preventivate, perché in futuro la direttiva che le ha create non può
essere alterata (a meno di creare un guscio da zero la cui mimateria ha nuove direttive).
Proprio a causa della sua vulnerabilità, l’accesso a livelli è usato su colonie che comprendono vari
gusci planetari; più gusci sono presenti, più la protezione risulta elevata. Il funzionamento difensivo
è il seguente:
 negli hangar delle colonie passano solo le navette per far atterrare gli equipaggi e le navi di
piccole dimensioni; solo poche navi di medie dimensioni possono accedere. Tutte le altre
sono ancorate nei porti spaziali (porti BS) o devono sbarcare su questi.
 le navi che hanno il permesso di accedere all'hangar attraversano la porta di accesso del
guscio più esterno. Una volta attraversato il guscio, devono percorrere diversi chilometri
nello spazio sottostante prima di trovare la porta di accesso del guscio successivo; e così via
fino a raggiungere l'ultimo guscio e ad entrare nell'atmosfera terrestre, dove possono
sbarcare nell'hangar. Il lungo giro è uno strumento di protezione, durante il quale la colonia
può monitorare in profondità la nave ed eventualmente attivare i sistemi di difesa.
 invece l'equipaggio delle navi che sbarcano nei porti BS usano un ascensore spaziale
(vulnerabile ad attacchi esterni) o piccole navette per raggiungere la porta di accesso del
guscio planetario più esterno. A ogni porta di accesso devono ottenere l'autorizzazione a
passare, dopodiché vengono imbarcati su una navetta da trasporto proprietaria della colonia
per raggiungere la porta di accesso successiva.
In origine, la direttiva per la creazione delle porte di accesso è stata molto difficile da implementare
e le prime volte creava numerosi buchi sparsi. Non è mai stata perfezionata del tutto e da sempre si
procede a tentativi finchè la forma non risulta esatta. La direttiva è studiata per spingere la
mimateria a seguire i contorni di un oggetto e, una volta circondato tutto, manterrà per sempre la
memoria di forma.

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