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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO

DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE, FORESTALI E ALIMENTARI


CORSO DI LAUREA IN SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI

Relazione conclusiva di Tirocinio


Curricolare presso “Ufficio Forestale di
Valle”, Pomaretto (TO)

Studente: Galliano Fabio


Matricola: 858485

Tutor accademico: Prof. Simone Blanc


Tutor aziendale: Dott.ssa Forestale Federica Berger

Anno accademico 2021/2022


INDICE

INTRODUZIONE 3

UFFICIO FORESTALE DI VALLE 4

INQUADRAMENTO ATTIVITA’ 5
PSR 2014-2020 6
Misura 8 PSR 2014-2020 6
Misura 16 PSR 2014-2020 8

ATTIVITA’ SVOLTE 9
Progetto TracciaLegno 9
Diradamenti ed interventi di miglioramento forestale 10
Individuazione dei confini catastali 12
Assegnazioni al taglio e relazioni di taglio 14
Individuazione della nuova viabilità forestale 16

DISCUSSIONE 19

CONCLUSIONI 20

BIBLIOGRAFIA 21

SITOGRAFIA 21
INTRODUZIONE
Nel periodo intercorso tra i primi giorni di marzo e la fine del mese di maggio del corrente anno è
stato svolto il tirocinio curricolare di laurea magistrale, per una durata complessiva di 150 ore
distribuite equamente all’interno dei trascorsi mesi.
Il tirocinio è stato svolto presso la dottoressa forestale Federica Berger, ma eseguito nel gruppo di
lavoro afferente all’” Ufficio forestale di Valle”, di cui nel capitolo seguente sarà riportata una breve
descrizione.
In questo arco temporale è stato possibile condurre numerose e differenti attività riguardanti la
professione del Dottore Forestale. Oltre a spaziare tra le diverse applicazioni delle scienze forestali
è stato possibile confrontare le competenze relazionali e la conoscenza del territorio con diversi
soggetti del settore agro-silvo-pastorale operanti sul territorio.
La scelta di svolgere il tirocinio presso questo ente è stata infatti motivata dalla precedente
conoscenza del territorio in cui opera l’ufficio forestale di valle ed i professionisti che lo
compongono. Inoltre, era espressa volontà del sottoscritto quella di approfondire la conoscenza
della rete di imprese e professionisti del settore per le vallate Chisone, Germanasca e Pellice, luoghi
di svolgimento del tirocinio.
La presente relazione conclusiva ha lo scopo di riportare le attività svolte ed eseguire alcune
considerazioni su queste. La prima parte sarà dedicata alla descrizione dell’Ente ospitante e delle
attività svolte con i professionisti che vi lavorano. La seconda parte, quella conclusiva, si concentrerà
invece su considerazioni personali dell’esperienza e dei temi trattati.
UFFICIO FORESTALE DI VALLE
Nel 2013 alcuni comuni delle vallate alpine Chisone, Pellice e Germanasca hanno delegato la
gestione tecnica delle aree forestate di proprietà comunale al Comune di Massello e al Comune di
Bobbio Pellice. Questi due comuni, in qualità di capofila, hanno istituito tramite finanziamento del
PSR un ufficio tecnico che si occupasse della gestione del territorio e del patrimonio forestale a loro
assegnato.
Per mezzo della misura 225 del PSR 2007-2013 è stato finanziato un Raggruppamento Temporaneo
tra sei liberi professionisti ed uno studio tecnico forestale. Sotto il nome di “Ufficio Forestale di
Valle” si costituì un gruppo di lavoro atto a svolgere le mansioni di gestione e tutela delle foreste
comunali.
Le attività specifiche che l’Ufficio Forestale svolge sono le seguenti:

• assegnazione di lotti boschivi nelle proprietà comunali in attuazione degli strumenti di


pianificazione forestale e/o su richiesta dei singoli Comuni;
• progettazione di interventi di miglioramento forestale previsti dagli strumenti di
pianificazione forestale o, in loro assenza, richiesti dai Comuni;
• sorveglianza e monitoraggio dei boschi di protezione ad evoluzione controllata;
• progettazione degli interventi di cure minime per mantenere od accrescere la stabilità dei
boschi a funzione di protezione diretta, previsti dagli strumenti di pianificazione;
• svolgimento delle attività necessarie per il mantenimento della certificazione di Gestione
Forestale Sostenibile secondo lo schema PEFC per i Comuni facenti parte del gruppo di
certificazione
• ogni altra attività che costituisca gestione tecnica delle aree boscate comunali;
• adeguamento, aggiornamento e redazione dell’aggiornamento dei Piani Aziendali Forestali;
• svolgimento di un’attività generale di informazione e coordinamento.
È importante sottolineare come l’Ufficio Forestale di Valle abbia come principale obiettivo la
gestione forestale sostenibile. Per dimostrare ciò i boschi dei principali Comuni delle valli Chisone e
Germanasca hanno deciso, su suggerimento del Comune Capofila, di dotarsi della certificazione di
gestione delle foreste secondo gli schemi PEFC. In tal modo la certificazione permette di far
conoscere ad un ampio pubblico la volontà dei Comuni di gestire in modo sostenibile i boschi, ed
inoltre obbliga i Comuni stessi a seguire norme precise circa la preservazione della biodiversità e il
mantenimento della produttività delle foreste, tali però da mantenere un tessuto sociale ed
economico coeso con il territorio.
Un’ulteriore attività svolta dall’Ufficio Forestale è lo Sportello Forestale.
Gli sportelli forestali, istituiti dall’Art.15 della legge regionale 4/2009, sono “un punto d'accesso ai
servizi informativi forestali, forniscono chiarimenti tecnico-amministrativi in materia, distribuiscono
la modulistica e ricevono la documentazione riferita alle procedure per la realizzazione degli
interventi selvicolturali (…)”. Tramite lo sportello forestale l’Ufficio Forestale di Valle dialoga con gli
operatori del territorio, fornendo informazioni e supporto tecnico, oltre a fornire consulenze e
gestire le procedure di iscrizione all’Albo delle imprese forestali. Quest’attività non è esclusivamente
indirizzata a coloro che lavorano nel settore forestale, ma anche ai portatori di interesse, i quali
possono informarsi dettagliatamente e ricevere materiale informativo e divulgativo circa gli aspetti
della gestione forestale.

INQUADRAMENTO ATTIVITA’
Le attività del tirocinio sono state svolte per la maggior parte nei territori della Val Chisone, Valle
Germanasca e in qualche Comune della Val Lemina, oltre a piccole attività nel Pinerolese e nelle valli
ossolane (figura 1).
Nel territorio del Pinerolese e delle valli Chisone e Germanasca il lavoro svolto rientrava nell’ambito
della gestione forestale, come per esempio l’assegnazione di lotti boschivi. Mentre le giornate
passate nei Comuni di Varzo e Formazza sono state incentrate sulla realizzazione di interventi a
macchiatico negativo finanziati dal PSR 2014-2020.

Figura 1 Borgata Trasquera, nel Comune di Varzo (VB)

Sono infatti molteplici le attività di gestione forestale che rientravano nei finanziamenti delle misure
del PSR 2014-2020. In particolare, alcuni interventi osservati nel territorio di competenza dell’Ufficio
Forestale di Valle e nelle altre aree di svolgimento del tirocinio erano finanziati dalle misure 8 e 16.
PSR 2014-2020
L’Unione Europea ha costituito uno strumento settennale strategico di pianificazione per i settori
agricolo, agroalimentare e forestale, il Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Questo strumento, finanziato
dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale rientra nel più ampio strumento economico della
Politica Agricola Comune (PAC). Esso costituisce il cosiddetto “Secondo Pilastro” della PAC, con
l’obiettivo di rinforzare il tessuto economico, sociale e ambientale delle aree rurali tramite un
supporto economico a specifiche iniziative e interventi. Gli obiettivi principali del PSR sono
l’aumento di competitività del settore agricolo e forestale, garantire la sostenibilità della gestione
del patrimonio rurale e della lotta agli effetti del cambiamento climatico, ottenere uno sviluppo
equilibrato delle economie e comunità rurali.
Il PSR si sviluppa tramite Misure, le quali sono divise per macrocategorie di applicazione. A loro volta
le misure sono dettagliate tramite sottomisure, che vengono infine applicate come Operazioni. Il
settore forestale si avvantaggia prevalentemente di cinque misure:

• Misura 01 - Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione


• Misura 04 - Investimenti in immobilizzazioni materiali
• Misura 08 - Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della
redditività delle foreste
• Misura 12 - Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque
• Misura 16 - Cooperazione
Di seguito si riportano le misure e sottomisure che sono state affrontate all’interno delle attività di
tirocinio.

Misura 8 PSR 2014-2020


La misura 8 prevede azioni volte al miglioramento della competitività del settore agricolo,
agroalimentare e forestale, alla prevenzione e mitigazione delle problematiche di carattere
fitosanitario, ambientale e ai danni connessi al cambiamento climatico. Sostiene inoltre le azioni di
preservazione e miglioramento della biodiversità e del paesaggio, oltre a diffondere le buone
pratiche connesse al mantenimento ed incremento dei sink di Carbonio.
Le operazioni singole della misura 8 sono inquadrate all’interno delle sottomisure. Tra queste, quelle
di maggior applicazione nel settore forestale, e di cui si è potuto avere un’esperienza diretta di
applicazione, sono le sottomisure 8.3, 8.5 e 8.6

Sottomisura 8.3
La sottomisura 8.3 consiste nel sostegno alla prevenzione e al ripristino delle aree percorse da grandi
incendi o da disturbi di grande intensità e severità. L’operazione 8.3.1 sostiene gli interventi
selvicolturali finalizzati alla difesa idrogeologica e fitosanitaria e al miglioramento della stabilità
ecologica dei popolamenti, i quali possono essere condotti anche tramite l’impiego di tecniche
selvicolturali innovative per la conservazione delle foreste alpine.
Questa misura, e connessa operazione, è particolarmente adottata in presenza di boschi di
protezione in ambiente alpino o per i boschi ripari all’interno del demanio idrico, spesso oggetto di
danni estesi legati a condizioni stagionali sfavorevoli ed eventi meteorologici estremi.

Sottomisura 8.5
La sottomisura 8.5 fornisce un sostegno agli interventi finalizzati al miglioramento degli ecosistemi
forestali sia da un punto di vista ambientale, sia per quanto riguarda la fruibilità turistica e il pregio
paesaggistico. Gli obiettivi cardine sono l’accrescimento della resilienza dei popolamenti forestali
tramite interventi di diversificazione dei soprassuoli e la riqualificazione degli ecosistemi forestali,
degli habitat di pregio e in generale delle superfici boscate.
È con l’operazione 8.5.1 che si concorre a garantire la stabilità delle foreste alpine, anche per mezzo
dell’adozione di tecniche selvicolturali innovative. In generale, le azioni inquadrate sotto questa
operazione sono volte alla diversificazione strutturale tramite tecniche rispettose dei contesti
ambientali e del suolo; mirano alla valorizzazione delle superfici forestali per pubblica utilità, con
finalità ricreative, didattiche e di ricerca. C’è un ulteriore forte focus sulla conservazione degli
habitat ed il miglioramento delle aree forestali di interesse paesaggistico e ambientale.

Sottomisura 8.6
La sottomisura 8.6 riguarda l’ammodernamento del parco macchine delle imprese e più in generale
l’investimento in tecnologie del settore forestale utili alla raccolta, trasformazione, mobilitazione e
commercializzazione dei prodotti retraibili dal bosco. Tale intervento mira a incrementare la
meccanizzazione del settore e a garantire una maggiore tutela dei lavoratori tramite l’impiego di
attrezzature sicure e certificate secondo quanto previsto da normativa vigente in materia di
sicurezza sul lavoro e sicurezza dei macchinari. Inoltre, risponde al fabbisogno di incrementare la
redditività delle imprese agro-forestali.
L’operazione 8.6.1, oltre a sostenere l’acquisto di macchinari utili ad incrementare il valore aggiunto
dei prodotti degli interventi selvicolturali prevede anche l’adozione di certificazioni di gestione
forestale sostenibile (PEFC, FSC) e la costituzione o il recupero di viabilità forestale utile a migliorare
l’accesso alla risorsa forestale. È per quest’ultima finalità che spesso viene adottata questa
sottomisura, dal momento che nel territorio italiano la risorsa forestale non manca, ma scarseggia
la viabilità a supporto delle operazioni di utilizzazione. In particolar modo si è osservato come questa
operazione abbia consentito ad un’ampia porzione del territorio della Val Chisone di essere servito
da strade e piste forestali e di recuperare porzioni di territorio abbandonate da decenni.
Misura 16 PSR 2014-2020
La misura 16 riguarda tutte le possibili forme di cooperazione attuabili tra due o più soggetti, al fine
di costituire gruppi di cooperazione per le attività agricole, agro-alimentari e forestali. Con le varie
sottomisure si incentiva l’unione e la gestione di gruppi operativi del PEI (Partenariato Europeo per
l’Innovazione), l’attuazione di progetti pilota, la collaborazione tra operatori del settore e
l’organizzazione di filiere corte e sistemi di approvvigionamento locali delle biomasse. Sempre
all’interno della misura 16 sono ricomprese le misure di mitigazione e riduzione degli effetti del
cambiamento climatico.

Sottomisura 16.6
Nello specifico la misura 16.6 riguarda l’approvvigionamento del legname da biomassa per energia
o ad uso industriale. Concorde ai temi della misura 16, questa sottomisura ha l’obiettivo di
migliorare la cooperazione e costituire una filiera che garantisca un approvvigionamento costante
di materiale legnoso.
Tramite all’operazione 16.6.1 si valorizza la risorsa legnosa da biomasse e si permette un
miglioramento della produttività in territori che avrebbero uno scarso interesse produttivo. Si fa
leva, inoltre, sulla cooperazione dei proprietari forestali oltre che degli operatori della filiera, in
modo tale da costituire un ampio e coeso bacino di prelievo del materiale legnoso.
ATTIVITA’ SVOLTE
Le tematiche principali affrontate durante il tirocinio sono state le seguenti:

• Classificazione del legname in piedi


• Miglioramenti forestali
• Confini catastali
• Progetti di taglio
• Viabilità forestale
• Didattica esperienziale
Queste tematiche sono state affrontate congiuntamente ed in modo trasversale nelle diverse
attività a cui si è preso parte, le quali saranno dettagliatamente descritte di seguito.

Progetto TracciaLegno

Figura 2 Certificazione PEFC del Gruppo Legno Pinerolese, stakeholder ed ospitante del progetto TracciaLegno

La prima attività svolta è consistita nella classificazione delle piante in piedi, operazione cardine
all’interno del progetto pilota “TracciaLegno”, finanziato da Regione Piemonte per mezzo della
misura 16 del PSR 2014-2020. Esso opera nelle vallate del Pinerolese e nelle valli Antigorio, Divedro
e Formazza, nel Verbano-Cusio-Ossola.
Gli obiettivi principali del progetto sono di sperimentare innovativi metodi di calcolo e
classificazione del legname in piedi, di organizzare piazzali virtuali per la commercializzazione del
legname locale, istituire un’asta di legname piemontese di qualità ed infine individuare prodotti
innovativi che possano concorre alla creazione di una filiera del legname di qualità piemontese.
Questi obiettivi concorrono tutti al fabbisogno del territorio regionale di creare nuovi modelli di
commercializzazione del legname.
Legato a questo progetto era stato già possibile partecipare alla prima asta del legname di qualità,
tenutasi all’interno dell’evento fieristico “Tuttomele” di Cavour, il 13 novembre 2021. A questo
evento avevano partecipato gli studenti del corso di Filiera legno e prodotti legnosi, tenuto dal
docente Francesco Negro, ed era stata occasione per conoscere più da vicino il progetto
TracciaLegno, i suoi scopi e i possibili futuri sviluppi.
Successivamente, durante il tirocinio, è stata svolta la classificazione secondo tecniche innovative
del legname in piedi. Tale iniziativa mira a valorizzare maggiormente gli assortimenti di pregio,
assegnando una classe economica ai toppi ottenibili dalle piante prima ancora che queste siano
tagliate.
La classificazione consisteva nell’individuazione dei potenziali candidati, individuati tra le piante dal
migliore portamento all’interno delle superfici destinate a taglio secondo gli strumenti di
pianificazione vigenti nei differenti Comuni. In seguito, i candidati venivano valutati a vista secondo
le caratteristiche delle classi economiche del legname. In tal modo si definiva la trasformazione alla
quale ogni toppo era destinato, al fine di valorizzare al meglio le sue caratteristiche.
In un secondo momento sarebbero stati tagliati gli alberi selezionati e sarebbe stata effettuata una
verifica dei prodotti finali, in modo tale da saggiare l’effettiva congruenza tra la classificazione
effettuata e il prodotto ottenuto.

Diradamenti ed interventi di miglioramento forestale


Come anticipato nel paragrafo dedicato alla spiegazione della misura 8 del PSR, durante
quest’esperienza didattico-lavorativa sono state affrontate le operazioni afferenti alle sottomisure
8.3, 8.5 e 8.6.
Queste sottomisure sono state impiegate per finanziare interventi di miglioramento forestale, svolti
diffusamente sul territorio della Val Chisone, Formazza, Antigorio e Divedro. Gli interventi sono stati
numericamente molteplici e inquadrati principalmente come tagli intercalari in boschi ad altofusto
di latifoglie e conifere.
I più importanti si sono concentrati nel Comune di Formazza (VB), nel Comune di Varzo (VB) in
località Trasquera e nel Comune di San Germano Chisone (TO), sopra alla borgata Sangle.
Nel Comune di Formazza (figura 3) il richiedente era un’associazione di proprietari forestali e terrieri
locale. Si è scelto di effettuare un diradamento dal basso, concentrando il prelievo tra le piante
deperienti e morte, in particolar modo per gli abeti rossi andati incontro a morte in seguito agli
attacchi dell’insetto scolitide Ips typographus L., comunemente noto come bostrico. L’intera zona
delle valli ossolane è infatti oggetto di ampi ed evidenti attacchi da parte dell’insetto.
Figura 3 Comune di Formazza, vista dei boschi oggetto di intervento

L’intervento aveva come obiettivo di mantenere le piante dal portamento qualitativamente migliore
e garantire lo sviluppo di nuovi individui con caratteristiche similari.
Per la località Trasquera gli obiettivi gestionali, forniti dal Piano Forestale Aziendale (PFA) del
Comune di Varzo, erano di migliorare la stabilità del popolamento al fine di aumentare la resilienza
del bosco e la funzione protettiva del bosco nei confronti dell’unica via di comunicazione stradale
tra le borgate Bugliaga e Trasquera. Il bosco, una pineta di pino silvestre con compresenza di larice,
è stata sottoposta ad un diradamento selettivo nella porzione bassa, al fine di eliminare gli individui
concorrenti delle piante del piano dominante e di salvaguardare le piante maggiormente stabili.
Nella porzione alta, a monte della strada, è stato effettuato un diradamento dal basso con il fine di
eliminare tutti gli individui che potessero compromettere la sicurezza della viabilità sottostante.
Infine, nel comune di San Germano Chisone l’intervento è stato finalizzato al recupero di un
soprassuolo instabile, dal momento che vi erano numerose porzioni del popolamento costituite da
vecchi rimboschimenti di abete rosso nei quali si erano verificati schianti, mentre in altre aree si
osservavano ceppaie di faggio che avevano abbondantemente superato il turno utile ad eseguire
una ceduazione a norma di legge (40 anni).
I primi due interventi sono stati eseguiti tramite contrassegnatura con bolli di vernice al colletto e
sul fusto delle piante destinate al taglio, mentre nell’ultimo caso le piante contrassegnate erano i
candidati selezionati per non essere eliminati durante le operazioni di utilizzazione. In tutti i casi
contemporaneamente alla contrassegnatura si procedeva con il cavallettamento delle piante e la
stima delle altezze, in modo tale da poter stimare i volumi rilasciati e i volumi prelevati. In questo
modo si sono potute seguire le indicazioni relative al prelievo, indicate nei PFA dei rispettivi Comuni.
Individuazione dei confini catastali
Per quanto l’individuazione dei confini dei terreni non rientri tra le mansioni comunemente note
per essere svolte dai dottori agronomi e forestali, se si considera il panorama italiano della proprietà
privata e della frammentazione del paesaggio rurale, risulta un’attività di vitale importanza per i
tecnici che lavorano quotidianamente sul territorio.
In due differenti occasioni è stato necessario individuare con precisione i confini catastali di alcune
proprietà private in località Crò, nella Val Lemina (TO) e nel comune di Villar Perosa (TO). Nel primo
caso ci si è dotati di strumentazione di geolocalizzazione di precisione (figura 4); lo strumento
adoperato è stato un ricevitore GNSS differenziale. Tramite questo strumento e l’osservazione dei
segni presenti sul territorio è stato possibile determinare con precisione la posizione dei vertici delle
proprietà.

Figura 4 Strumentazione impiegata per il rilievo dei confini

Nel secondo comune, non essendo provvisti del precedente strumento, caratterizzato da un’elevata
precisione, l’osservazione del contesto ha permesso di individuare i termini catastali posti nei confini
delle proprietà private oggetto dell’indagine. Le caratteristiche che hanno permesso
l’individuazione dei termini sono state: vecchi alberi dai diametri particolarmente elevati rispetto al
contesto boschivo in cui erano calati, vecchi muretti e tracce di sentieri o viabilità antica ed ormai
in disuso.

Figura 5 Il dottore Forestale Ighina osserva le carte per individuare i confini da tracciare
Assegnazioni al taglio e relazioni di taglio
Una buona porzione del tirocinio è stata spesa nell’attività relativa alle assegnazioni al taglio e alla
progettazione degli interventi.
Dal momento che tutti i boschi in cui sono state eseguite tali attività erano sottoposti ad un regime
di pianificazione forestale, tutti gli interventi erano già stati inquadrati all’interno dei tagli previsti
ed autorizzati dal regolamento forestale piemontese. La maggior parte degli interventi realizzati
erano assimilabili a tagli di maturità condotti come tagli a scelta colturale.
Il taglio a scelta colturale può essere inteso come un contenitore di molteplici sistemi e tagli
caratteristici della selvicoltura. Esso rappresenta la massima libertà circa gli interventi da condurre
in bosco adattandosi alle necessità del selvicoltore e del bosco. Gli interventi sono condotti andando
a identificare diverse tipologie di taglio a seconda delle caratteristiche microtopografiche e
strutturali delle porzioni di bosco. Non si esegue un’operazione omogenea, bensì si inquadrano le
caratteristiche peculiari del bosco e si interviene congiuntamente a queste.
È altresì vero che questo taglio possiede limitazioni, prima di tutto di carattere normativo,
riscontrabili nell’Art. 21 del Regolamento Forestale della Regione Piemonte. Le limitazioni
riguardano il rilascio minimo in bosco (90 m3) e il prelievo massimo di provvigione (40%), oltre ad
accortezze circa l’apertura di buche di superficie massima di 1000 m2 e al tempo di ritorno degli
interventi, non inferiore ad anni 10.
Per l’operazione di assegno al taglio ci si rifà alle norme sancite dal Regolamento Forestale; in
particolare l’Art. 9 al comma 1 stabilisce che le piante all’interno delle fustaie debbano essere
contrassegnate con bollo di vernice fino alla classe diametrica del 25, mentre dalla classe diametrica
del 30 si richiede in aggiunta la specchiatura e marcatura al colletto tramite martello forestale,
recante il codice alfa-numerico del tecnico forestale abilitato.
Figura 6 I dottori Forestali Cicconetti e Ribotta durante il cavallettamento di un lotto boschivo

Dal momento che i boschi sottoposti a questo taglio sono stati molteplici e non è possibile
riassumere o generalizzare la ratio mantenuta nella scelta degli individui da rilasciare o da
sottoporre ad utilizzazione, non sarà riportata la descrizione dei singoli interventi seguiti.
Si sottolinea però come l’assegno al taglio sia solamente una parte dell’intervento, dal momento
che si necessita di effettuare la comunicazione di tale intervento in Regione, secondo le disposizione
degli Artt. 3, 4 e 5 del Regolamento Forestale.
La procedura per effettuare le comunicazioni di taglio, indifferentemente che esse siano
comunicazioni semplici o autorizzazioni con progetto, è svolta esclusivamente per via telematica,
per mezzo del sito https://servizi.regione.piemonte.it/.
All’interno di questa attività si è potuto affrontare il tema della stima del valore di macchiatico.
L’Ufficio Forestale, occupandosi delle proprietà boschive comunali, prevede successivamente
all’assegno al taglio l’individuazione del valore del lotto boschivo e la scrittura del bando d’asta per
il Comune proprietario.
La stima di macchiatico prevede l’individuazione dei costi di macchinari e manodopera tramite il
prezzario regionale e la valutazione di rese e tempi necessari allo svolgimento delle operazioni di
cantiere. Il risultato finale è il prezzo di macchiatico del bosco, ovvero il valore unitario di 1 m3 di
legname. Tale risultato viene poi moltiplicato per la ripresa del lotto boschivo al fine di ottenere il
valore di macchiatico, valore economico di partenza dell’asta pubblica.

Individuazione della nuova viabilità forestale


Si premette che per questa attività non è stato possibile seguire la completa realizzazione di un
tratto di viabilità forestale, bensì sono state effettuate le sole operazioni in campo volte a
identificare il tracciato della potenziale pista o strada.
Come premesso nel capitolo precedente, con il finanziamento della misura 8.6 del PSR è possibile
realizzare nuova viabilità in bosco che permetta l’accesso a porzioni non servite, oppure è
incoraggiato il ripristino della viabilità esistente. Inoltre, molti PFA comunali che si sono potuti
visionare durante il tirocinio prevedevano la costituzione di nuove piste forestali in settori non
ancora serviti adeguatamente.
Per ambedue le attività si prevedeva di individuare l’area sulla quale potesse ricadere la pista
forestale ed in un secondo momento di individuare il tracciato potenziale della pista, il cosiddetto
“tracciolino”.
Per individuare la traccia della viabilità sono stati imposti una partenza ed un arrivo. Solitamente la
partenza è considerata all’imbocco della viabilità già esistente, mentre il punto conclusivo della pista
dovrebbe essere dotato di uno spazio più ampio al fine di garantire lo spazio adatto alle manovre
per i mezzi forestali, oppure affinché possa essere impiegato come imposto.
Successivamente si è percorsa una prima volta l’ipotetica pista, valutando ostacoli e percorsi
obbligati. Infine, si è svolto un secondo transito in modo tale da verificare le pendenze del tracciato
individuato tramite uno strumento ottico ad-hoc. Durante questa seconda fase è stato necessario
tracciare segni visibili sul territorio e bollare le piante che dovranno essere eliminate per permettere
la costituzione della pista. Un criterio impiegato nella selezione delle piante, oltre all’ingombro del
centro pista, è il rilascio delle piante che possono favorire la costruzione del piede della pista.
Figura 7 Esempio di realizzazione di viabilità forestale, particolare del piede della pista
Attività esperienziale con i bambini
Una piccola attività promossa dal dottor. Andrea Ighina riguarda la presentazione di tematiche
forestali ai bambini delle scuole medie ed elementari. L’esperienza affrontata aveva come ospiti le
classi 4° e 5° della scuola elementare di San Pietro Val Lemina (TO).
Il tema portante della giornata era l’energia, per cui i bambini avevano già affrontato numerose
lezioni in classe. Il contesto della Val Lemina ben si presta ad ospitare un’attività esperienziale circa
questa tematica, dal momento che fino a 40 anni fa i boschi del territorio erano gestiti per la
produzione di carbone vegetale. Difatti, questa vallata ospita un ecomuseo dedicato al tema delle
carbonaie e alla vita dei carbonai. Mentre tutt’ora presenta un’importante filiera legno-energia
grazie al contributo di numerose imprese che utilizzano i boschi locali al fine di ritrarne legna da
ardere.
Con le due classi è stata fatta una visita all’agriturismo e ditta forestale “Bianciotto”, nella quale è
stato possibile osservare come la tradizione della filiera legno-energia sia portata avanti da
molteplici generazioni. I bambini hanno avuto modo di osservare la trasformazione del legname in
legna da ardere e sono stati istruiti circa queste operazioni dal gestore della ditta boschiva. Nel
medesimo contesto il padre del gestore dell’impresa ha avuto modo di raccontare aneddoti ed
effettuare una breve spiegazione circa le carbonaie e il carbone vegetale. Egli è l’ultima persona
della Val Lemina ad aver effettuato una carbonaia a scopo produttivo e non puramente divulgativo.
Nella seconda parte della mattinata ci si è concentrati sugli aspetti di gestione forestale e sono state
portate avanti attività e giochi mirati alla identificazione delle principali specie arboree della zona
(faggio, ciliegio, pino silvestre, castagno, frassino, betulla).
È stata infine conclusa la giornata con la dimostrazione del gruppo locale dei volontari A.I.B.,
rappresentati dal dottor. Ighina e da altri due volontari. Sono state mostrate le attrezzature ed è
stato spiegato in cosa consiste il ruolo delle squadre A.I.B., oltre a dare dimostrazione pratica del
funzionamento del modulo di spegnimento incendi.
L’aiuto delle maestre e il confronto con i bambini hanno permesso di creare un’esperienza
interattiva partecipata e coinvolgente. Gli obiettivi della giornata sono stati conseguiti al meglio e la
scuola ha manifestato il suo vivo interesse nello svolgere ulteriori attività seguendo le orme di
questa iniziativa. Importante ed utile è stato il riscontro dei bambini, i quali hanno apprezzato assai
il dialogo e le spiegazioni, oltra al modo aperto e semplice che si è cercato di mantenere nel
raccontare tematiche tecniche complesse.
DISCUSSIONE
In questa sezione si desidera trattare di due temi che, seppur sembrino di importanza marginale
nelle attività di tirocinio, sono stati percepiti come di fondamentale importanza per il futuro
lavorativo nel settore. Tutti questi temi sono stati oggetto di numerose discussione e chiacchierate
portate avanti con i diversi professionisti che mi hanno seguito, in particolare con i dottori Cicconetti
Igor, Ighina Andrea e Ribotta Fabio.
Il primo tema è la comunicazione; spesso tra colleghi e compagni dell’università si discute di questo
tema ed è dunque particolarmente sentito. All’interno del tirocinio vi è stato un profondo focus su
questo aspetto. Non solo l’attività esperienziale con i bambini si è occupata di questo tema, bensì
ogni singola attività poteva vantarsi di presentare una componente forte di comunicazione. Sovente
ci si trovava in bosco con le ditte boschive per capire problematiche e aspetti da valorizzare, oppure
si dialogava con proprietari forestali, rappresentanti della popolazione locale o semplici abitanti dei
territori percorsi.
In ogni situazione la capacità comunicativa del tecnico forestale era la protagonista. È stato appreso
tramite queste esperienze come la prima componente del tecnico forestale non sia la competenza
tecnica pura, ma la capacità di comunicare e ascoltare le necessità. Per un sopralluogo ci si impiega
una frazione del tempo che si spende in campo, l’altra parte, più consistente, è dedicata al dialogo
e al confronto.
Dunque, una particolare attenzione all’aspetto comunicativo e sociale del lavoro forestale è
essenziale nella formazione di un buon tecnico. Alcune persone lo possiedono come un dono, ma
non ci si può basare esclusivamente su pochi individui selezionati che innatamente riescono a
dialogare, ascoltare e comunicare.
L’altro aspetto che è stato sentito particolarmente importante, seppur sia spesso tralasciato ed
argomento di pochi dibattiti all’interno del corso di laurea è la proprietà privata. Si sente molto
spesso in realtà parlare di frammentazione fondiaria e si conosce abbastanza bene la teoria di
questo problema, ma solo tramite quest’esperienza è stato possibile comprendere le reali
implicazioni del problema.
Si riporta di seguito una situazione significativa che ha portato a partorire la presente discussione.
I boschi di un Comune della Val Chisone necessitavano dell’esecuzione di una pista forestale, dal
momento che una buona porzione di territorio comunale non era servita. Per la realizzazione della
pista ci si trovava difronte ad un passaggio obbligato e all’esecuzione di un tornante all’interno di
una proprietà privata. La proprietà privata era una piccola striscia di meno di 50 m di larghezza
all’interno di una particella comunale. Dopo aver superato le numerose problematiche nel reperire
gli attuali proprietari della particella il lavoro è stato dapprima approvato. Solo in un secondo
momento la proprietà si è rifiutata di fornire il consenso alla realizzazione della pista; pertanto, non
è più stato possibile procedere oltre con l’intervento.
Seppur vi siano soluzioni alla problematica di cui sopra, la situazione è solamente una delle
molteplici a cui il tecnico forestale e la proprietà pubblica va incontro nell’applicazione degli
interventi forestali e di risistemazione del territorio. Tale problema necessiterebbe di una maggiore
attenzione anche solo a livello didattico e di ricerca. Si è notato difatti che le soluzioni al problema
sono spesso più complesse del problema stesso o poco chiare, e sebbene vi siano proposte per
contrastare non solo la frammentazione fondiaria ma anche i temi collegati ad essa quali abbandono
dei terreni e presenza di fondi silenti, esse non sono così diffusamente applicate o applicabili.
Questi due temi, la comunicazione e la gestione della proprietà, sono grandi difficoltà del settore
forestale che sono state percepite ripetutamente all’interno di quasi tutte le attività svolte. È quindi
da prendere nota di temi tanto importanti e farsi portatori o ideatori di soluzioni.

CONCLUSIONI
L’intera esperienza è stata percepita come estremamente valida, utile e incoraggiante. I molteplici
temi affrontati e le varie attività svolte sono serviti a comprendere maggiormente le capacità che
sono state insegnate e trasmesse dall’università nei cinque anni precedenti. L’idea che il ruolo del
tecnico forestale sia quello di figura chiave di un territorio e gestore di esso è ancora più chiaro in
seguito a questa seconda esperienza di tirocinio.
Le persone incontrate, in particolare i professionisti con i quali si ha preso parte alle attività
presentavano una sconfinata passione e competenza per il loro lavoro, parte dei quali sono riusciti
a trasmettere e alimentare nel sottoscritto.
L’intero tirocinio ha anche avuto il ruolo fondamentale di indirizzare la personale idea di futuro
lavorativo verso la professione di dottore Forestale.
Le problematiche del settore e gli aspetti da sviluppare iniziano ad essere ora più chiare e le soluzioni
ad esse si sa che saranno fondamentali nella futura professione, seppur si sia ancora alla ricerca di
risoluzioni utili e applicabili.
BIBLIOGRAFIA
• Regolamento forestale di attuazione dell’articolo 13 della legge regionale 10 febbraio 2009,
n. 4
• REGOLAMENTO (UE) N. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013

SITOGRAFIA
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europei/programma-sviluppo-rurale-feasr/m8-sviluppo-aree-forestali/psr-
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23&tornaIndietro=true

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