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INTRODUZIONE 3
INQUADRAMENTO ATTIVITA’ 5
PSR 2014-2020 6
Misura 8 PSR 2014-2020 6
Misura 16 PSR 2014-2020 8
ATTIVITA’ SVOLTE 9
Progetto TracciaLegno 9
Diradamenti ed interventi di miglioramento forestale 10
Individuazione dei confini catastali 12
Assegnazioni al taglio e relazioni di taglio 14
Individuazione della nuova viabilità forestale 16
DISCUSSIONE 19
CONCLUSIONI 20
BIBLIOGRAFIA 21
SITOGRAFIA 21
INTRODUZIONE
Nel periodo intercorso tra i primi giorni di marzo e la fine del mese di maggio del corrente anno è
stato svolto il tirocinio curricolare di laurea magistrale, per una durata complessiva di 150 ore
distribuite equamente all’interno dei trascorsi mesi.
Il tirocinio è stato svolto presso la dottoressa forestale Federica Berger, ma eseguito nel gruppo di
lavoro afferente all’” Ufficio forestale di Valle”, di cui nel capitolo seguente sarà riportata una breve
descrizione.
In questo arco temporale è stato possibile condurre numerose e differenti attività riguardanti la
professione del Dottore Forestale. Oltre a spaziare tra le diverse applicazioni delle scienze forestali
è stato possibile confrontare le competenze relazionali e la conoscenza del territorio con diversi
soggetti del settore agro-silvo-pastorale operanti sul territorio.
La scelta di svolgere il tirocinio presso questo ente è stata infatti motivata dalla precedente
conoscenza del territorio in cui opera l’ufficio forestale di valle ed i professionisti che lo
compongono. Inoltre, era espressa volontà del sottoscritto quella di approfondire la conoscenza
della rete di imprese e professionisti del settore per le vallate Chisone, Germanasca e Pellice, luoghi
di svolgimento del tirocinio.
La presente relazione conclusiva ha lo scopo di riportare le attività svolte ed eseguire alcune
considerazioni su queste. La prima parte sarà dedicata alla descrizione dell’Ente ospitante e delle
attività svolte con i professionisti che vi lavorano. La seconda parte, quella conclusiva, si concentrerà
invece su considerazioni personali dell’esperienza e dei temi trattati.
UFFICIO FORESTALE DI VALLE
Nel 2013 alcuni comuni delle vallate alpine Chisone, Pellice e Germanasca hanno delegato la
gestione tecnica delle aree forestate di proprietà comunale al Comune di Massello e al Comune di
Bobbio Pellice. Questi due comuni, in qualità di capofila, hanno istituito tramite finanziamento del
PSR un ufficio tecnico che si occupasse della gestione del territorio e del patrimonio forestale a loro
assegnato.
Per mezzo della misura 225 del PSR 2007-2013 è stato finanziato un Raggruppamento Temporaneo
tra sei liberi professionisti ed uno studio tecnico forestale. Sotto il nome di “Ufficio Forestale di
Valle” si costituì un gruppo di lavoro atto a svolgere le mansioni di gestione e tutela delle foreste
comunali.
Le attività specifiche che l’Ufficio Forestale svolge sono le seguenti:
INQUADRAMENTO ATTIVITA’
Le attività del tirocinio sono state svolte per la maggior parte nei territori della Val Chisone, Valle
Germanasca e in qualche Comune della Val Lemina, oltre a piccole attività nel Pinerolese e nelle valli
ossolane (figura 1).
Nel territorio del Pinerolese e delle valli Chisone e Germanasca il lavoro svolto rientrava nell’ambito
della gestione forestale, come per esempio l’assegnazione di lotti boschivi. Mentre le giornate
passate nei Comuni di Varzo e Formazza sono state incentrate sulla realizzazione di interventi a
macchiatico negativo finanziati dal PSR 2014-2020.
Sono infatti molteplici le attività di gestione forestale che rientravano nei finanziamenti delle misure
del PSR 2014-2020. In particolare, alcuni interventi osservati nel territorio di competenza dell’Ufficio
Forestale di Valle e nelle altre aree di svolgimento del tirocinio erano finanziati dalle misure 8 e 16.
PSR 2014-2020
L’Unione Europea ha costituito uno strumento settennale strategico di pianificazione per i settori
agricolo, agroalimentare e forestale, il Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Questo strumento, finanziato
dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale rientra nel più ampio strumento economico della
Politica Agricola Comune (PAC). Esso costituisce il cosiddetto “Secondo Pilastro” della PAC, con
l’obiettivo di rinforzare il tessuto economico, sociale e ambientale delle aree rurali tramite un
supporto economico a specifiche iniziative e interventi. Gli obiettivi principali del PSR sono
l’aumento di competitività del settore agricolo e forestale, garantire la sostenibilità della gestione
del patrimonio rurale e della lotta agli effetti del cambiamento climatico, ottenere uno sviluppo
equilibrato delle economie e comunità rurali.
Il PSR si sviluppa tramite Misure, le quali sono divise per macrocategorie di applicazione. A loro volta
le misure sono dettagliate tramite sottomisure, che vengono infine applicate come Operazioni. Il
settore forestale si avvantaggia prevalentemente di cinque misure:
Sottomisura 8.3
La sottomisura 8.3 consiste nel sostegno alla prevenzione e al ripristino delle aree percorse da grandi
incendi o da disturbi di grande intensità e severità. L’operazione 8.3.1 sostiene gli interventi
selvicolturali finalizzati alla difesa idrogeologica e fitosanitaria e al miglioramento della stabilità
ecologica dei popolamenti, i quali possono essere condotti anche tramite l’impiego di tecniche
selvicolturali innovative per la conservazione delle foreste alpine.
Questa misura, e connessa operazione, è particolarmente adottata in presenza di boschi di
protezione in ambiente alpino o per i boschi ripari all’interno del demanio idrico, spesso oggetto di
danni estesi legati a condizioni stagionali sfavorevoli ed eventi meteorologici estremi.
Sottomisura 8.5
La sottomisura 8.5 fornisce un sostegno agli interventi finalizzati al miglioramento degli ecosistemi
forestali sia da un punto di vista ambientale, sia per quanto riguarda la fruibilità turistica e il pregio
paesaggistico. Gli obiettivi cardine sono l’accrescimento della resilienza dei popolamenti forestali
tramite interventi di diversificazione dei soprassuoli e la riqualificazione degli ecosistemi forestali,
degli habitat di pregio e in generale delle superfici boscate.
È con l’operazione 8.5.1 che si concorre a garantire la stabilità delle foreste alpine, anche per mezzo
dell’adozione di tecniche selvicolturali innovative. In generale, le azioni inquadrate sotto questa
operazione sono volte alla diversificazione strutturale tramite tecniche rispettose dei contesti
ambientali e del suolo; mirano alla valorizzazione delle superfici forestali per pubblica utilità, con
finalità ricreative, didattiche e di ricerca. C’è un ulteriore forte focus sulla conservazione degli
habitat ed il miglioramento delle aree forestali di interesse paesaggistico e ambientale.
Sottomisura 8.6
La sottomisura 8.6 riguarda l’ammodernamento del parco macchine delle imprese e più in generale
l’investimento in tecnologie del settore forestale utili alla raccolta, trasformazione, mobilitazione e
commercializzazione dei prodotti retraibili dal bosco. Tale intervento mira a incrementare la
meccanizzazione del settore e a garantire una maggiore tutela dei lavoratori tramite l’impiego di
attrezzature sicure e certificate secondo quanto previsto da normativa vigente in materia di
sicurezza sul lavoro e sicurezza dei macchinari. Inoltre, risponde al fabbisogno di incrementare la
redditività delle imprese agro-forestali.
L’operazione 8.6.1, oltre a sostenere l’acquisto di macchinari utili ad incrementare il valore aggiunto
dei prodotti degli interventi selvicolturali prevede anche l’adozione di certificazioni di gestione
forestale sostenibile (PEFC, FSC) e la costituzione o il recupero di viabilità forestale utile a migliorare
l’accesso alla risorsa forestale. È per quest’ultima finalità che spesso viene adottata questa
sottomisura, dal momento che nel territorio italiano la risorsa forestale non manca, ma scarseggia
la viabilità a supporto delle operazioni di utilizzazione. In particolar modo si è osservato come questa
operazione abbia consentito ad un’ampia porzione del territorio della Val Chisone di essere servito
da strade e piste forestali e di recuperare porzioni di territorio abbandonate da decenni.
Misura 16 PSR 2014-2020
La misura 16 riguarda tutte le possibili forme di cooperazione attuabili tra due o più soggetti, al fine
di costituire gruppi di cooperazione per le attività agricole, agro-alimentari e forestali. Con le varie
sottomisure si incentiva l’unione e la gestione di gruppi operativi del PEI (Partenariato Europeo per
l’Innovazione), l’attuazione di progetti pilota, la collaborazione tra operatori del settore e
l’organizzazione di filiere corte e sistemi di approvvigionamento locali delle biomasse. Sempre
all’interno della misura 16 sono ricomprese le misure di mitigazione e riduzione degli effetti del
cambiamento climatico.
Sottomisura 16.6
Nello specifico la misura 16.6 riguarda l’approvvigionamento del legname da biomassa per energia
o ad uso industriale. Concorde ai temi della misura 16, questa sottomisura ha l’obiettivo di
migliorare la cooperazione e costituire una filiera che garantisca un approvvigionamento costante
di materiale legnoso.
Tramite all’operazione 16.6.1 si valorizza la risorsa legnosa da biomasse e si permette un
miglioramento della produttività in territori che avrebbero uno scarso interesse produttivo. Si fa
leva, inoltre, sulla cooperazione dei proprietari forestali oltre che degli operatori della filiera, in
modo tale da costituire un ampio e coeso bacino di prelievo del materiale legnoso.
ATTIVITA’ SVOLTE
Le tematiche principali affrontate durante il tirocinio sono state le seguenti:
Progetto TracciaLegno
Figura 2 Certificazione PEFC del Gruppo Legno Pinerolese, stakeholder ed ospitante del progetto TracciaLegno
La prima attività svolta è consistita nella classificazione delle piante in piedi, operazione cardine
all’interno del progetto pilota “TracciaLegno”, finanziato da Regione Piemonte per mezzo della
misura 16 del PSR 2014-2020. Esso opera nelle vallate del Pinerolese e nelle valli Antigorio, Divedro
e Formazza, nel Verbano-Cusio-Ossola.
Gli obiettivi principali del progetto sono di sperimentare innovativi metodi di calcolo e
classificazione del legname in piedi, di organizzare piazzali virtuali per la commercializzazione del
legname locale, istituire un’asta di legname piemontese di qualità ed infine individuare prodotti
innovativi che possano concorre alla creazione di una filiera del legname di qualità piemontese.
Questi obiettivi concorrono tutti al fabbisogno del territorio regionale di creare nuovi modelli di
commercializzazione del legname.
Legato a questo progetto era stato già possibile partecipare alla prima asta del legname di qualità,
tenutasi all’interno dell’evento fieristico “Tuttomele” di Cavour, il 13 novembre 2021. A questo
evento avevano partecipato gli studenti del corso di Filiera legno e prodotti legnosi, tenuto dal
docente Francesco Negro, ed era stata occasione per conoscere più da vicino il progetto
TracciaLegno, i suoi scopi e i possibili futuri sviluppi.
Successivamente, durante il tirocinio, è stata svolta la classificazione secondo tecniche innovative
del legname in piedi. Tale iniziativa mira a valorizzare maggiormente gli assortimenti di pregio,
assegnando una classe economica ai toppi ottenibili dalle piante prima ancora che queste siano
tagliate.
La classificazione consisteva nell’individuazione dei potenziali candidati, individuati tra le piante dal
migliore portamento all’interno delle superfici destinate a taglio secondo gli strumenti di
pianificazione vigenti nei differenti Comuni. In seguito, i candidati venivano valutati a vista secondo
le caratteristiche delle classi economiche del legname. In tal modo si definiva la trasformazione alla
quale ogni toppo era destinato, al fine di valorizzare al meglio le sue caratteristiche.
In un secondo momento sarebbero stati tagliati gli alberi selezionati e sarebbe stata effettuata una
verifica dei prodotti finali, in modo tale da saggiare l’effettiva congruenza tra la classificazione
effettuata e il prodotto ottenuto.
L’intervento aveva come obiettivo di mantenere le piante dal portamento qualitativamente migliore
e garantire lo sviluppo di nuovi individui con caratteristiche similari.
Per la località Trasquera gli obiettivi gestionali, forniti dal Piano Forestale Aziendale (PFA) del
Comune di Varzo, erano di migliorare la stabilità del popolamento al fine di aumentare la resilienza
del bosco e la funzione protettiva del bosco nei confronti dell’unica via di comunicazione stradale
tra le borgate Bugliaga e Trasquera. Il bosco, una pineta di pino silvestre con compresenza di larice,
è stata sottoposta ad un diradamento selettivo nella porzione bassa, al fine di eliminare gli individui
concorrenti delle piante del piano dominante e di salvaguardare le piante maggiormente stabili.
Nella porzione alta, a monte della strada, è stato effettuato un diradamento dal basso con il fine di
eliminare tutti gli individui che potessero compromettere la sicurezza della viabilità sottostante.
Infine, nel comune di San Germano Chisone l’intervento è stato finalizzato al recupero di un
soprassuolo instabile, dal momento che vi erano numerose porzioni del popolamento costituite da
vecchi rimboschimenti di abete rosso nei quali si erano verificati schianti, mentre in altre aree si
osservavano ceppaie di faggio che avevano abbondantemente superato il turno utile ad eseguire
una ceduazione a norma di legge (40 anni).
I primi due interventi sono stati eseguiti tramite contrassegnatura con bolli di vernice al colletto e
sul fusto delle piante destinate al taglio, mentre nell’ultimo caso le piante contrassegnate erano i
candidati selezionati per non essere eliminati durante le operazioni di utilizzazione. In tutti i casi
contemporaneamente alla contrassegnatura si procedeva con il cavallettamento delle piante e la
stima delle altezze, in modo tale da poter stimare i volumi rilasciati e i volumi prelevati. In questo
modo si sono potute seguire le indicazioni relative al prelievo, indicate nei PFA dei rispettivi Comuni.
Individuazione dei confini catastali
Per quanto l’individuazione dei confini dei terreni non rientri tra le mansioni comunemente note
per essere svolte dai dottori agronomi e forestali, se si considera il panorama italiano della proprietà
privata e della frammentazione del paesaggio rurale, risulta un’attività di vitale importanza per i
tecnici che lavorano quotidianamente sul territorio.
In due differenti occasioni è stato necessario individuare con precisione i confini catastali di alcune
proprietà private in località Crò, nella Val Lemina (TO) e nel comune di Villar Perosa (TO). Nel primo
caso ci si è dotati di strumentazione di geolocalizzazione di precisione (figura 4); lo strumento
adoperato è stato un ricevitore GNSS differenziale. Tramite questo strumento e l’osservazione dei
segni presenti sul territorio è stato possibile determinare con precisione la posizione dei vertici delle
proprietà.
Nel secondo comune, non essendo provvisti del precedente strumento, caratterizzato da un’elevata
precisione, l’osservazione del contesto ha permesso di individuare i termini catastali posti nei confini
delle proprietà private oggetto dell’indagine. Le caratteristiche che hanno permesso
l’individuazione dei termini sono state: vecchi alberi dai diametri particolarmente elevati rispetto al
contesto boschivo in cui erano calati, vecchi muretti e tracce di sentieri o viabilità antica ed ormai
in disuso.
Figura 5 Il dottore Forestale Ighina osserva le carte per individuare i confini da tracciare
Assegnazioni al taglio e relazioni di taglio
Una buona porzione del tirocinio è stata spesa nell’attività relativa alle assegnazioni al taglio e alla
progettazione degli interventi.
Dal momento che tutti i boschi in cui sono state eseguite tali attività erano sottoposti ad un regime
di pianificazione forestale, tutti gli interventi erano già stati inquadrati all’interno dei tagli previsti
ed autorizzati dal regolamento forestale piemontese. La maggior parte degli interventi realizzati
erano assimilabili a tagli di maturità condotti come tagli a scelta colturale.
Il taglio a scelta colturale può essere inteso come un contenitore di molteplici sistemi e tagli
caratteristici della selvicoltura. Esso rappresenta la massima libertà circa gli interventi da condurre
in bosco adattandosi alle necessità del selvicoltore e del bosco. Gli interventi sono condotti andando
a identificare diverse tipologie di taglio a seconda delle caratteristiche microtopografiche e
strutturali delle porzioni di bosco. Non si esegue un’operazione omogenea, bensì si inquadrano le
caratteristiche peculiari del bosco e si interviene congiuntamente a queste.
È altresì vero che questo taglio possiede limitazioni, prima di tutto di carattere normativo,
riscontrabili nell’Art. 21 del Regolamento Forestale della Regione Piemonte. Le limitazioni
riguardano il rilascio minimo in bosco (90 m3) e il prelievo massimo di provvigione (40%), oltre ad
accortezze circa l’apertura di buche di superficie massima di 1000 m2 e al tempo di ritorno degli
interventi, non inferiore ad anni 10.
Per l’operazione di assegno al taglio ci si rifà alle norme sancite dal Regolamento Forestale; in
particolare l’Art. 9 al comma 1 stabilisce che le piante all’interno delle fustaie debbano essere
contrassegnate con bollo di vernice fino alla classe diametrica del 25, mentre dalla classe diametrica
del 30 si richiede in aggiunta la specchiatura e marcatura al colletto tramite martello forestale,
recante il codice alfa-numerico del tecnico forestale abilitato.
Figura 6 I dottori Forestali Cicconetti e Ribotta durante il cavallettamento di un lotto boschivo
Dal momento che i boschi sottoposti a questo taglio sono stati molteplici e non è possibile
riassumere o generalizzare la ratio mantenuta nella scelta degli individui da rilasciare o da
sottoporre ad utilizzazione, non sarà riportata la descrizione dei singoli interventi seguiti.
Si sottolinea però come l’assegno al taglio sia solamente una parte dell’intervento, dal momento
che si necessita di effettuare la comunicazione di tale intervento in Regione, secondo le disposizione
degli Artt. 3, 4 e 5 del Regolamento Forestale.
La procedura per effettuare le comunicazioni di taglio, indifferentemente che esse siano
comunicazioni semplici o autorizzazioni con progetto, è svolta esclusivamente per via telematica,
per mezzo del sito https://servizi.regione.piemonte.it/.
All’interno di questa attività si è potuto affrontare il tema della stima del valore di macchiatico.
L’Ufficio Forestale, occupandosi delle proprietà boschive comunali, prevede successivamente
all’assegno al taglio l’individuazione del valore del lotto boschivo e la scrittura del bando d’asta per
il Comune proprietario.
La stima di macchiatico prevede l’individuazione dei costi di macchinari e manodopera tramite il
prezzario regionale e la valutazione di rese e tempi necessari allo svolgimento delle operazioni di
cantiere. Il risultato finale è il prezzo di macchiatico del bosco, ovvero il valore unitario di 1 m3 di
legname. Tale risultato viene poi moltiplicato per la ripresa del lotto boschivo al fine di ottenere il
valore di macchiatico, valore economico di partenza dell’asta pubblica.
CONCLUSIONI
L’intera esperienza è stata percepita come estremamente valida, utile e incoraggiante. I molteplici
temi affrontati e le varie attività svolte sono serviti a comprendere maggiormente le capacità che
sono state insegnate e trasmesse dall’università nei cinque anni precedenti. L’idea che il ruolo del
tecnico forestale sia quello di figura chiave di un territorio e gestore di esso è ancora più chiaro in
seguito a questa seconda esperienza di tirocinio.
Le persone incontrate, in particolare i professionisti con i quali si ha preso parte alle attività
presentavano una sconfinata passione e competenza per il loro lavoro, parte dei quali sono riusciti
a trasmettere e alimentare nel sottoscritto.
L’intero tirocinio ha anche avuto il ruolo fondamentale di indirizzare la personale idea di futuro
lavorativo verso la professione di dottore Forestale.
Le problematiche del settore e gli aspetti da sviluppare iniziano ad essere ora più chiare e le soluzioni
ad esse si sa che saranno fondamentali nella futura professione, seppur si sia ancora alla ricerca di
risoluzioni utili e applicabili.
BIBLIOGRAFIA
• Regolamento forestale di attuazione dell’articolo 13 della legge regionale 10 febbraio 2009,
n. 4
• REGOLAMENTO (UE) N. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013
SITOGRAFIA
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