Sei sulla pagina 1di 8

Uno stormo di gabbiani viaggia verso la città di

Amburgo. Kengah, mentre pesca, non sente il grido di


pericolo e viene raggiunta dalla “peste nera”, una
macchia di petrolio.

Kengah riesce a ripulirsi un poco e vola verso la città


in cerca di un posto dove deporre il suo uovo, atterra
sul balcone di Zorba, un gatto nero grande e grosso.
Il gatto è
preoccupato per le
condizioni della
Gabbiana e questa
gli chiede di fargli tre
promesse: di non
mangiare l’uovo, di
averne cura finché
sarebbe nato il
piccolo e di
insegnare al piccolo
a volare.

Zorba promette elascia la gabbiana da sola per


andare in cerca di aiuto. Al suo ritorno con Segretario,
Generale e Diderot trova la gabbiana morta e vede
che ha deposto un uovo.
Zorba, mantiene la promessa e cova l’uovo di
gabbiano.

Quando il pulcino nasce i ratti del porto provano a


rapirlo, ma Zorba lo salva e scende nelle fogne per
parlare con il re dei topi, con il quale fa un patto per
proteggerlo.
Passato il pericolo, i
gatti portano il
pulcino da
Sopravento, un
gatto di mare, per
sapere se è
maschio o femmina.
Quando scoprono
che si tratta di una
gabbiana la
chiamano
Fortunata.

Mentre Fortunata cresce, i gatti, con l’aiuto


dell’Enciclopedia di Diderot, cercano di insegnarle a
volare ma non ci riescono.
Zorba propone di
infrangere il tabù e
di miagolare con un
umano. Dopo molte
discussioni i gatti
del porto gli danno il
permesso di parlare
con il poeta:
l’umano che si
occupa della gatta
Bubbolina.

Zorba miagola con


l’umano e gli spiega
che non riescono a
insegnare alla
gabbiana a volare.
Ma il loro piccolo cuore
L’umano legge a – lo stesso degli equilibristi –
Zorba una poesia per nulla sospira tanto
come per quella pioggia
dedicata ai sciocca
gabbiani. che quasi sempre porta il
vento,
che quasi sempre porta il
sole.
Il poeta accompagna Zorba e la gabbiana sulla cima
del campanile dove Fortunata sente l’aria e la pioggia
e trova il coraggio di lanciarsi nel vuoto e imparare a
volare.

Fortunata e Zorba si salutano.


Fortunata spicca il volo e parte per il suo lungo
viaggio.
“Vola solo chi osa farlo”
Ognuno di noi, se incoraggiato dagli altri e dalla propria volontà, trova il
coraggio di superare il vuoto e spiccare il volo.

Allora forza bambini, volate, voi che potete, il cielo sarà vostro, come la vita
che vi attende, abbiate il coraggio dei gabbiani… osate!

Disegna e racconta il volo che vorresti osare…

Potrebbero piacerti anche