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Luis Sepulveda
Cenni Biografici
Luis Sepulveda nasce il 4 ottobre del 1949 ad Ovalle, nel Cile. Il suo talento per la scrittura
emerge sin da ragazzo, quando a soli vent’anni ottiene il Premio Casa de las America con il
suo primo libro di racconti. Oltre alla scrittura, Sepulveda consegue il diploma di regista
teatrale, allestisce spettacoli, lavora in radio.
Con il colpo di stato del 1973 e la dittatura del generale Pinochet, Sepulveda viene
catturato, interrogato, torturato. Grazie ad Amnesty International, dopo sette mesi di
prigionia, viene scarcerato, e la sua condanna a morte viene commutata in un esilio della
durata di otto anni. Tra le sue maggiori opere ritroviamo “Storia di una gabbianella e del
gatto che le insegnò a volare”. Questo libro di straordinario successo mondiale, è stato
addirittura trasposto in un film animato del 1998 di Enzo D’Alò.
Qui avviene l’incontro con il gatto di casa, di nome Zorba. La gabbiana, sentendo che sta
per morire, decide di deporre qui il suo prezioso uovo, ma prima chiede al gatto di
mantenere tre promesse:
-insegnargli a volare.
Nonostante le cure e le attenzioni continue del gatto e dei suoi amici Colonnello e
Segretario, la gabbiana muore.
Poco dopo nasce la Gabbianella Fortunata. I gatti non solo la aiutano a crescere e diventare
forte ma – come Zorba aveva appunto promesso alla sua mamma – le stanno vicino nel
momento più importante, quello in cui spicca il volo per la prima volta. Grazie a Zorba e
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company, la Gabbianella arriva finalmente a gettarsi dal campanile di San Michele,
librandosi in volo con grande coraggio.
Questa bellissima storia è prima di tutto la storia di una bella amicizia, disinteressata, priva
di pregiudizi, quindi pura. Si parla poi di coraggio, una dote indispensabile per affrontare al
meglio le avversità della vita.
Se ci identifichiamo con la Gabbianella Fortunata, come lei anche noi dovremmo imparare
a spiccare il volo per raggiungere i nostri obiettivi e realizzare i sogni che abbiamo nel
“cassetto”.
Dal gatto possiamo imparare ad accettare gli altri, pur nella loro diversità, perché tale
accettazione porta ricchezza e non divisione.