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Steve Jobs, il sogno americano e il welfare europeo http://www.youtube.com/watch?

v=8ogACjJcNzc Pur Impero in crisi, gli Stati Uniti non hanno tuttora rivali e non hanno perso il proprio primato in una specifica attivit: la capacit di creare e diffondere miti. La fabbrica dei sogni (o per alcuni la fabbrica delle illusioni e delle menzogne) che il vero collante ed il vero fattore di stabilit sociale di quel grande e controverso Paese Non so quanto rimarr nei libri di storia della sua vita ma Steve Jobs, il fondatore della Apple e certamente uno degli uomini che hanno contribuito a costruire il mondo in cui viviamo, ha tutti i requisiti per incarnare il sogno americano dove ognuno pu diventare ricco e famoso (ma dove contemporaneamente milioni di persone non riescono ad avere quanto necessario per vivere dignitosamente). La stessa morte prematura per un cancro contribuir ad accrescerne il mito e la societ da lui fondata non si risparmiata dallo sfruttare l'evento luttuoso per accrescere prestigio, fatturato e profitti. Figlio di un arabo siriano e di una ragazza madre che costretta a darlo in adozione, rinuncia a conseguire la laurea per non consumare tutti i risparmi dei propri nuovi genitori e studia da autodidatta. Valente capitano di industria (da un'idea nata in un garage stata realizzata una societ che capitalizza in borsa oltre 350 miliardi di dollari), genio tecnologico, grande venditore e creatore di un marchio che andato ben oltre il semplice prodotto industriale per diventare griffe di tendenza amata e venerata nel mondo liberal in contrapposizione ai giganti massificati quali Microsoft e Ibm. Solo in pochi hanno ricordato che accanto all'immagine innovativa e originale delle sue ideazioni ed al mondo democratico ed egualitario di internet, esiste una realt di sfruttamento e di sopraffazione. Nel discorso all'Universit di Stansford c' tutta la sua filosofia e la filosofia del sogno americano: per ottenere qualcosa e realizzare quello che si ritiene lo scopo della propria vita bisogna volerlo a tutti i costi, essere folli e affamati. Accanto a tutta la retorica del sogno americano, un discorso suggestivo, affascinante e toccante, un invito di cui tutti dovremmo tenere conto anche quando sogniamo di cambiare la societ e la politica italiana. Ma il discorso di Steve Jobs ha suscitato in me anche un'altra riflessione. La sua una risposta individuale alla sfida che ci pone la vita. A me interessano le risposte collettive che riguardano tutti gli individui. Chiss forse alcuni geni riescono ad esprimere meglio il proprio talento proprio nelle (o nonostante le) situazioni estreme: la miseria, la guerra, la dittatura, la malattia. Ma per tutti gli altri e per tutte le persone normali, coltivare i propri sogni e le proprie aspirazioni, tentare di mettere a frutto il proprio talento pi o meno grande, senza rischiare di compromettere la vita futura richiede una rete sociale di protezione che garantisca eguali condizioni di partenza, un reddito minimo garantito, un sistema formativo, scolastico e universitario pubblico e gratuito di qualit, la cura e l'assistenza gratuita per la malattia e per la disabilit, l'accessibilit a prezzi 'politici' dei servizi essenziali e della casa. Esattamente quel welfare europeo che la maggioranza degli americani sdegnatamente rifiuta e che l'Italia non ha mai conosciuto in forme realmente efficaci ed efficienti e che ora per tutti i Paesi colpiti dalla crisi finanziaria si pretende di smantellare.

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