PAESE :Italia AUTORE :Caterina Ruggì D…
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Corriere della Sera
27 ottobre 2023
L'Universitàdi Urbino siidentificagià nellesuesediconl'ereditàstoricadelducatodiMontefeltrochela battezzònel1506.
«Accoglienzaeinnovazione:restiamofedelialleideedi CarloBo chel'haguidataper54anni», dice il rettoreCalcagnini
«Vogliamo ancoraessere
la città idealedello studio»
di CATERINA RUGGÌ D'ARAGONA dell'anno accademico ig47/'48,
sede centrale nell'antica
La dimora dei duchi di Mon-
tefeltro: PalazzoBonaven-
tura. Gli studi umanistici
dentro PalazzoAlbani. Economia e
commercio a Palazzo Battiferri;
Scienze politiche e Sociologia in
due ex conventi, rispettivamente
Sant'Agostino e Santa Maria della
Bella; Lingue e Letterature stranie-
re a PalazzoPetrangolini. La con-
centrazione dei dipartimenti den-
tro il centro storico indica l'identità
dell'università di Urbino Carlo Bo:
un Ateneo storico inglobato all'in-
terno della «città ideale» . Impossi-
bile immaginare l'uno al di fuori
dell'altra, così come la città senza
la sua università.
Non solo per l'impatto dei 1501ila
studenti provenienti da tutto il
mondo sull'economia cittadina e,
viceversa,l'attrattiva di una delle
due capitali del Rinascimento ita-
liano. In 517 anni di storia, l'univer-
sità ha, infatti, sempre intrecciato
le sue vicende con quelle di Urbi-
no, fin dai tempi del decreto di
Guidubaldo I da Montefeltro ( 1506)
e della bolla di Papa Giulio II « Ad
Sanctam Beati Petri SedemDivina
Dispositione Sublimati» (1507) che
ne segnano l'istituzione.
«La vita moderna porta a corre-
zioni e a mutamenti anche nel
campo degli studi, bisogna saper
cogliere il momento opportuno
per questeinnovazioni». Con que-
sta frase, nel discorso inaugurale
Carlo Bo anticipò il programma del
suo rettorato, durato ben 54 anni.
«L'ideadi un ateneoaccogliente,in
cui gli studenti si sentono parte
della comunità, al centro di un
progetto culturale e formativo, è la
prima eredità lasciata da Carlo Bo,
a cui la nostra università è intitola-
ta da vent'anni», commenta Gior-
gio Calcagnini, rettore a Urbino dal
2020.«Durante la pandemia, dopo
appena una settimana di chiusura,
siamo riusciti a far partire l'8o% di
corsi online. Da allora, sebbenean-
cora più convinti di prima dell'im-
portanza dell'insegnamento in pre-
senza ( per la sua irrinunciabile ca-
pacità di relazioni empatiche), uti-
lizziamo i sistemi telematici per
comunicare con gli studenti, fare
ricevimento, assisterli durante la
preparazione della tesi, mettere a
disposizione di tutti materiale del-
le lezioni e delle esercitazioni» , ag-
giunge Calcagnini sottolineando la
seconda eredità lasciata da Carlo
Bo: la capacitàdi cogliere i cambia-
menti della società. «Bo ha avuto la
possibilità di gestire con totale li-
bertà un'università privata, mentre
noi siamo vincolati agli adempi-
menti burocratici di un'università
statale». Unatrasformazione avvia-
ta negli anni '90 per rispondere
con finanziamenti al boom di iscri-
zioni (2omila) e conclusanel 2012.
Oggi la Carlo Bo, inserita dal Times
of Higher Education fra le 500 mi-
gliori Universitàdel mondo, al ter-
zo posto in Italia per citazioni
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scientifiche, ha 37 corsi di studio,

in 6 dipartimenti, per ismila iscrit-
ti ( poco più degli abitanti di Urbi-
no). La metà risiede nelle Marche;
l'altra metà viene dal resto d'Italia,
99
«Questo luogo
con il 7% di stranieri. Tra i fiori permettedi far
all'occhiello della collaborazione
cinquantennale tra Carlo Bo e l'ar-
sentiregli studenti
chitetto Giancarlo De Carlo è stata
partedi una
infatti la costruzione sul Colle dei comunità»
Cappuccini, apartire dagli anni '60,
di un campus che oggi ospita 1500
studenti.
«La legge regionale del 2017 ha
99
dato precedenza, nell'assegnazione Internazionalizzarenon
dei posti letto, agli italiani con bor- è solomandarei nostri
sa di studio, provocandola chiusu-
studentiall'esteroma
ra di alcuni scambi strategici con
università europee.Io vorrei far ca- ancheaccoglierechi
pire alle istituzioni che internazio- vienedafuori
nalizzare non significa solo man- CONFRONTI
dare i nostri studenti oltreconfine,
ma anche accogliere chi viene da Da sinistra,nella foto (GettyImages),
fuori. Per questo, sarebbe necessa- unavedutaa distanzadelprofilo
rio agevolare i collegamenti con turrito di Urbino,mentreaccanto
Urbino, tagliata fuori dalle linee unariproduzionedellaCittà Ideale,
ferroviarie ( la stazione fu chiusa operadellaqualeancorasi discute
negli anni '80) e poi penalizzata circalapaternità,conservata
anche dalla soppressionedell'auto- nellaGalleria Nazionaledelle
bus diretto per Roma», dice il ret- Marchea Urbino,proveniente
tore. C'è chi sostiene che l'isola- dal Monasterodi SantaChiara
mento agevoli la concentrazione
sullo studio dei nostri ragazzi, per
il 45% iscritti a facoltà umanistiche
( nell'area Stem, storicamente, ab-
biamo grande richiesta per Farma-
cia). Il rettore pensa a nuovi corsi
che li traghettino verso il mondo
del lavoro. «Abbiamo in partenza
corsi trasversali,magari disponibili
anche per gli alunni, sulla leader-
ship, il lavoro di gruppo e la comu- Il rettoreGiorgio
nicazione ». Calcagnini:l'ateneoè fra
© RIPRODUZIONE RISERVATA le 500migliori università
al mondo,terzain Italia
percitazioniscientifiche.
15mila gli studenti,la
metàrisiedenelleMarche,
7%sonogli stranieri

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Una delleaule
dell'Università di Urbino.
La lungacollaborazione
tra CarloBo e l'architetto
GiancarloDeCarlo ha
portatoalla creazionedi
un campuscheospita
1500studenti

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