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Lo Sgabello

Analisi morfologica
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Irene Ambuchi
Corso di Disegno e Morfologia 2
Docente: Antonio Abate
A.A 2022/2023
Indice
Storia Funzione primaria

1 1.1 Introduzione........................................pag. 7
1.2 Evoluzione e timeline............pag. 8-11
2 2.1 Analisi Funzionale........................pag. 13
2.2 Forma tipo basica.......................pag. 14
2.3 Morfogramma................................pag. 15

Forme tipo Funzioni accessorie

3 3.1 Specializzazione della forma...pag.17


3.2 Sgabello alto.................................pag. 18-21
3.3 Sgabello basso..........................pag. 22-25
3.4 Sgabello da lavoro................pag. 26-28
4 4.1 Tavolino.............................................pag. 30
4.2 Contenitore.....................................pag. 31
4.3 Poggiapiedi...................................pag. 32
4.4 Scalotto..............................................pag. 33
4.5 Impilabili..........................................pag. 34
4.6 Trasportabili...................................pag. 35

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Ergonomia Aspetti tecnologici

5 5.1 Interazioni di tipo fisico e spaziale


................................................................................pag. 7
5.2 Interazioni di tipo fisico ...........................
..................pag. 38-40
5.3 Interazioni di tipo percettivo-co-
gnitivo............................................................pag. 41
6 6.1 Introduzione.....................................pag. 43
6.2 Materiali......................................pag. 44-62
6.3 Elementi meccanici.........pag. 63-64

Aspetto estetico Aspetto simbolico culturale

7 7.1 Estetizzazione decorativa ..........................


....................................pag. 66-71
7.2 Estetizzazione compositiva ....................
....................................pag. 72-74
8 8.1 Designers..................................pag. 76-77
8.2 Allusività della forma.....pag. 78-80
8.3 Qualità stilistiche della forma .........
......................................pag. 81
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Storia

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1.0 Storia

Introduzione
Lo sgabello è una tipologia di seduta spesso realiz-
zata in legno, in metallo, o utilizzando un qualsiasi
materiale rigido; il suo piano orizzontale equivale in
altezza a quello di una comune sedia, ma può esse-
re anche più alto o più basso a seconda della fun-
zione che gli viene assegnata. Ciò che lo distingue
da una seduta standard in genere è la totale assen-
za di braccioli e schienale.
Infatti lo sgabello è un oggetto di arredamento
molto versatile che viene utilizzato in contesti piut-
tosto vari: si può dire quasi con certezza che chiun-
que possiede dentro le mura della propria casa uno
sgabello, che si tratti di uno sgabello da toeletta re-
legato alla toilette o alla stanza da letto, sia che si
tratti di un semplice sgabello da collocarsi in cuci-
na o in salotto dove appoggiarsi o far accomodare
chiunque necessiti di far riposare un po’ le gambe.
Ma è anche piuttosto frequente entrare in un bar o
in un ristorante e trovarsi davanti degli sgabelli alti
che consentono di sfruttare bancone e alti ripiani
come un piano d’appoggio su cui consumare.

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1.1 Storia

Evoluzione e timeline
Da “fratello minore” della sedia, umile attrezzo che
serviva durante la mungitura, a oggetto di design
e strumento di comunicazione: lo sgabello è forse
l’arredo che, nell’evoluzione del forniture design, ha
attraversato il maggior numero di trasformazioni
stilistiche, conservando le sue funzionalità basilari
di seduta, tavolino e piano d’appoggio. Grazie alla
sua grande versatilità, ha attirato molto presto l’at-
tenzione di produttori e designer, diventando un
elemento di design fondamentale sia per la casa
che per i locali pubblici.

La sua storia, del resto, ha radici molto antiche. Mol-


te sono le testimonianze dell’utilizzo di sgabelli che
risalgono addirittura all’antico Egitto, dove non solo
le forme, ma anche le funzioni erano molto varie:
da quella di rappresentare l’autorità e il prestigio
del defunto che vi si sedeva sopra nelle sculture,
fino a quella di ospitare gli umili artigiani durante il
loro lavoro. Uno degli elementi che in questa epo-
ca riflettono maggiormente le evoluzioni stilistiche
sono le gambe, tre o quattro, che inizialmente era-
no di forma taurina, per poi assumere quella leoni-
na e, in qualche caso, lavorate al punto da sembrare
lunghi colli d’oca con tanto di becco. In epoca ro-
mana, quelle leonine vengono talvolta sostituite da
quelle che riproducono figure femminili.

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Anche alla corte del Re Sole, nella Francia del Sei-
cento, tipo e forma degli sgabelli assumevano
un’importanza fondamentale nel rappresentare
distinzioni di identità e privilegi, a servizio della ri-
gida etichetta: a Versailles per le mogli dei duchi e
le dame di corte c’era il pliant, semplice sgabello
pieghevole, con la struttura delle gambe “a doppia
x”, ma era il tabouret de grace, sgabello basso e ge-
neralmente imbottito, che veniva riservato ai pochi
membri della nobiltà che avevano diritto di sedersi
nella ristretta cerchia intorno ai regnanti.

In epoca moderna la libertà nelle forme, dimensio-


ni e materiali è massima. Un pezzo classico, simbolo
del funzionalismo nel forniture design, è lo Sgabello
60 progettato nel 1933 dall’architetto e designer fin-
landese Alvar Aalto: semplice ed essenziale, diven-
ne famoso per le gambe in legno di betulla piegate
a L che sorreggono il sedile rotondo, curvate con
una tecnica particolare ideata dallo stesso Aalto
con l’ebanista Otto Korhonen.

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Ancora più interessante è l’evoluzione progettuale sottile eleganza delle curve appena accennate che Butterfly: un ponte concettuale tra culture diverse,
dello sgabello nel mondo del design. Infatti lo sga- compongono il telaio tubolare di metallo. ha la forma di uno sgabello “occidentale” ma me-
bello nasce come un modesto “mobiletto” pensato Sgabello 60: progenitore della classica gamba di scolandosi a un’essenza giapponese. Lo sgabello ri-
per ambienti di lavoro, come la bottega di un arti- legno a forma di L, lo Sgabello 60 è un’icona del prende non solo la forma delle ali di una farfalla ma
giano o la fabbrica di un operaio, divenendo così un design del ventesimo secolo il cui successo com- anche quella di edifici tradizionale giapponesi.
oggetto simbolo della classe lavoratrice; nonostan- merciale non è ancora sfumato. Questo sgabello Sella: Emblema degli oggetti ready-made che ca-
te questa sua reputazione però è stato reimmagi- impilabile incarna alla perfezione la filosofia del de- ratterizzano i fratelli Castiglioni, Sella si differenzia
nato e ripensato innumerevoli volte dai più grandi signer che preferisce per le forme organiche mate- come seduta atipica non solo per l’utilizzo di un
designer di questo secolo, affermandosi come un riali naturali come il legno, esprimendo un comfort vero sellino di una bicicletta, ma anche per la sua
“parco giochi” di grande sperimentazione. che si basa su un rapporto olistico fra uomo e am- base emisferica che trasforma lo sgabello in una se-
biente. duta oscillante. Nel progettare la sua forma i fratel-
Sgabello Bauhaus: fra i tanti sgabelli progettati Sgabello x601: un’evoluzione della gamba a L, la li castiglioni si sono lasciati ispirare d allo sgabello
dalla scuola Bauhaus abbiamo lo sgabello realiz- gamba “a ventaglio” propone una connessione an- per la mungitura, un particolare sgabello a una sola
zato da Hynek goldwig si distingue dal resto per la cora più armoniosa con la seduta. gamba pensato per rendere più facile questo tipo

Sgabello Bauhaus, Hynek Sgabello 60, Alvar Aalto, Sgabello x601, Alvar Aal- Sgabello Butter fly, Sorl Sella, Achille e Pier Giaco- Tam Tam, Henry Masso-
gottwald Artek to, Artek Yanagl, Vitra mo Catiglioni, Zanotta net, Stamp

1930s 1933 1954 1954 1957 1968

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tipo di lavoro; il colore rosa della gamba è un tributo Backhenzan: Fondato sull’esaltazione del materiale di aria pressurizzata fra due lastre di metallo saldate
alla gazzetta dello sport. e della tecnica artigianale, Backhenzan si regge su fra loro; nonostante il suo aspetto fragile, la struttura
Tam Tam: Un’icona del design francese, nasce 4 gambe di legno tozze che si incontrano a formare può sostenere 10 volte il suo peso.
come uno sgabello da pesca per poi diventare un una seduta leggermente concava. Bureaurama: è un essenziale oggetto di arredo che
oggetto di arredo a basso prezzo pratico e versati- Bombo: viene ideato dal designer in risposta alla funge anche da tavolino complementare. È il risul-
le. composto da due coni sormontati da un plateau richiesta di riutilizzare l’intera scorta di migliaia di tato di un design molto aggressivo dallo dall’incon-
che funge da seduta, è considerato il simbolo dell’a- pistoni a gas già realizzati per altri sgabelli. Bombo tro fra la diagonale delle gambe e l’angolo retto del
more per la stagione del colore, dell’informalità e è composto da una seduta in plastica con finitura piano di seduta.
della plastica. cromo realizzata con la tecnica ad iniezione, è dota- Pillow: un ironico gioco di percezione che gioca con
Giotto: Ispirato dalle forme del cavalletto e dello to di meccanismo girevole ed è regolabile in altezza le nostre più solide aspettative, Pillow trasla l’uso
sgabello da lavoro regolabile, giotto è messo in ri- grazie al suo pistone a gas, tutti elementi che lo ren- del cuscino come seduta da pavimento, tipico del-
salto da proporzioni e materiali classici che lo ren- dono progenitore di una nuova e moderna genera- le culture orientali in uno sgabello che mantiene la
dono una presenza discreta ma longeva nella no- zione di sedute. leggera struttura che caratterizza l’oggetto.
stra vita quotidiana. Plopp: Plopp si ottiene iniettando un potente getto

Sgabello Giotto, De Pas, Backenzahn, Philipp Mal- Bombo, Stefano Giovan- Plopp Stool, Oskar Zleta Bureaurama, Jerszy Sey- Pillow, Adrea Staslo, Me-
D’urbino, Lomazzi, Zanotta zner, e15 noni, Malgs mour, Magls talmobl

1975 1996 1997 2008 2017 2018

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2
Funzione
primaria

12
2.1 Funzione primaria

Analisi funzionale
La funzione primaria di un oggetto è la sua utilità
principale, ovvero l’elemento gerarchicamente più
importante per stabilire la forma-tipo base.
La funzione primaria di uno sgabello è offrire un
piano di appoggio su cui sedersi ed è garantita
da alcuni elementi funzionali che possiamo defi-
nire “morfologie invarianti” in quanto sono quegli
elementi indispensabili affinchè l’oggetto svolga
la sua funzione e sono dunque presenti in qualsi-
asi tipo di sgabello; quindi gli elementi invarianti
contribuiscono a determinare la forma tipo basica
dello sgabello, la morfologia più elementare che
consente l’assolvimento della prestazione fonda-
mentale.

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2.2 Funzione primaria

Forma tipo basica

Essendo lo sgabello un oggetto di arre- Piano di seduta


do molto semplice, la sua morfologia ha
subito nel tempo un sacco di trasforma-
zioni, al punto che ormai molti sgabelli
sono simili in tutto e per tutto a normali
sedute; tuttavia se ci concentriamo sul-
le sue forme più elementari si possono
riconoscere solo due morfologie inva-
rianti, ovvero un piano di seduta, che Struttura di sostegno
esso sia tondo, quadrato o di altra forma,
e una struttura che lo sostiene, struttura
che può contare un numero variabile di
gambe.

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2.3 Funzione primaria

Morfogramma
L’organizzazione formale di un oggetto può esse- Morfogramma della forma tipo basica
re scomposta e schematizzata attraverso il morfo-
gramma, che consente di analizzarne i vari aspetti
morfologici. Tale strumento permette dunque di
individuare gli elementi della forma e rintracciare
come si definiscono le funzionalità dell’oggetto,
come queste interagiscono fra loro.

Piano di seduta rotondo

Morfologie di tipo ergonomico

Morfologie di tipo prestazionale

Morfologie di tipo tecnico Poggiapiedi che svolge il ruolo di rinforzo

Struttura di supporto a tre gambe

Morfologie di tipo segnaletico e di comando

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3
Forme
tipo

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3.1 Forme tipo

Specializzazione della forma


Per quanto riguarda la prestazionalità, la forma di ficacia pratica e l’ampliamento dell’utilità primaria duta da salotto, comoda nella sua semplicità e adat-
un oggetto pùo essere configurata da molteplici della forma. Le varianti tipologiche risultanti sono tabilità, oppure una seduta da tavolo che consente
funzionalità che vanno a influire sulla forma-tipo determinate non solo da specializzazioni prestazio- l’appoggio a ripiani di altezza variante o ancora una
base dell’ogetto, modificandola a scopi utilitaristici nali ma anche dalla scelta dei materiali costituitivi e seduta da lavoro collocata in ambienti di ufficio o
e adattativi. Le morfologie prestazionali possono delle loro caratteristiche. officine. A seconda di come lo si considera, si gene-
consentire gradi di funzionalità differenti, a partire rano diverse specializzazioni della forma-tipo basica
da una prima essenziale e basica, fino a funziona- La morfologia complessiva dello sgabello dipende che diversificano la sua funzione.
lità molto estese e specializzate; in entrambi i casi principalmente dall’ambiente in cui lo si colloca e
l’obiettivo è generalmente l’ottimizzazione dell’ef- dall’utilità di una seduta in tale ambiente: una se-

Sgabello alto Sgabello basso Sgabello da lavoro

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3.2 Forme tipo

Sgabello alto
Lo sgabello alto svolge la funzione di una seduta un basso schienale per offrire un maggiore suppor-
che consente di sfruttare al meglio un piano di ap- to, può possedere come struttura di sostegno una,
poggio più alto rispetto alle misure standard gene- tre o quattro gambe, può avere una base di appog-
ralmente attribuite ai tavoli, come un ripiano di un gio, può possedere un piano di seduta girevole.
bar o una isola della cucina. È caratterizzato da una
notevole varietà di forme costruttive: può possedere

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3.2 Forme tipo

Morfogramma
Morfologie di tipo ergonomico

Morfologie di tipo prestazionale

Morfologie di tipo tecnico

Morfologie di tipo segnaletico e di comando

Schienale basso che permette di scaricare al-


meno in parte il peso della schiena

Piano di seduta alto rispetto allo standard

Leva a pressione che permette di regolare in


parte l’altezza della seduta

Struttura di supporto alta a una sola gamba

Poggiapiedi ad anello che consente di


scaricare il peso delle gambe

Base su cui è montato lo sgabello, larga e circolare


per conferire maggiore stabilità alla struttura

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3.2 Forme tipo

Morfologie prestazionali
Lo sgabello alto si distingue per una morfologia ca-
ratterizzata da un piano di seduta collocato a una
maggiore altezza da terra rispetto alla maggioranza
delle sedute, una funzione che permette all’utente
di sfruttare con maggiore comodità ripiani o tavoli
più alti rispetto alla media. Ciò è reso possibile au-
mentando la lunghezza della struttura di suppor-
to, ovvero la gamba o le gambe che sostengono lo
sgabello; in entrambi i casi quasi tutti gli sgabelli
alti possiedono un qualche tipo di poggiapiedi, ele-
mento fondamentale per garantire la stabilità e la
comodità dell’utente a causa della notevole altezza
del piano di seduta, che non consente di scaricare il
peso attraverso l’appoggio a terra delle gambe. Tut-
te le altre morfologie come lo schienale o i braccioli
non sono sempre presenti ma possono contribuire
ad aumentare il comfort e l’equilibrio dell’utente.

Alcune tipologie di sgabello alto consentono an-


che di regolare l’altezza del piano di seduta e il suo
orientamento ruotandolo su sè stesso.

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5.1 Ergonomia

Relazioni antropometriche
Per ogni forma-tipo riconosciuta, si ha uno spettro
di misure estremamente diversificato e variabile. In
media gli sgabelli alti hanno un’altezza minima di
90 cm e non superiore ai 110 cm, dalla base dello
sgabello fino alla fine dello schienale. Per quanto ri-
guarda l’altezza della seduta da terra, in genere non
si scende sotto i 70 cm e non si supera gli 80 cm,
di modo da non ostacolare o rendere più difficol-
toso l’atto di sedersi. L’ingombro in larghezza è ab-
bastanza oscillante, ma in genere corrisponde alle
misure standard di una sedia, ovvero non meno di
30 cm se il piano è circolare, non meno di 37 cm se
è squadrato.

Invece l’altezza e la forma del poggiapiedi e dello


schienale, se presenti, variano drasticamente da
modello a modello: in alcuni sgabelli il poggiapiedi
è collocato a soli 15 cm da terra, in altri raggiunge
anche i 30 cm e lo schienale pùo essere molto bas-
so, fino a 10 cm, o molto più alto, fino a 35 cm.

Queste misure sono molto fluttuanti e pesante-


mente influenzate dall’estetica e dall’ambiente in
cui si colloca l’oggetto. Infatti una soluzione comu-
ne per questa forma tipo è la possibilità di regolare
l’altezza della seduta generalmente attraverso un
pistone ad aria attivato da una leva a pressione, ren-
dendo lo sgabello adatto ad ogni tipo di ambiente
e ad utenti di ogni altezza.

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3.3 Forme tipo

Sgabello basso
Lo sgabello basso ricopre il ruolo di una seduta più fungere come comodini se abbastanza bassi. Pro-
spartana rispetto a una sedia o una poltrona, anche prio come gli sgabelli alti si può notare una note-
se alcuni sgabelli caratterizzati da questa forma vole varietà negli elementi funzionali che li com-
tipo sono in grado di svolgere una serie di funzioni pongono: il numero di gambe, la forma del piano
accessorie che non hanno niente a che vedere con di seduta, la presenza o meno del poggiapiedi e di
quella primaria di seduta, per esempio possono un’imbottitura...

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3.3 Forme tipo

Morfogramma
Morfologie di tipo ergonomico

Morfologie di tipo prestazionale

Morfologie di tipo tecnico

Morfologie di tipo segnaletico e di comando

Piano di seduta squadrato e leggermente concavo

Struttura di supporto bassa a quattro gambe

Poggiapiedi integrato nella struttura di


supporto che offre ulteriore stabilità

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3.3 Forme tipo

Morfologie prestazionali
La forma complessiva di uno sgabello basso è de-
terminata da una morfologia molto basilare che fa
uso di pochi ed essenziali elementi prestazionali,
ovvero la struttura di supporto, il piano di seduta e
spesso un poggiapiedi. Proprio grazie alla sua as-
soluta semplicità, all’interno di questa forma tipo
sono riunite una varietà di forme e design molto
differenti fra loro sia strutturalmente che estetica-
mente, come per esempio il pouf che non è dotato
di gambe e possiede un qualche tipo di imbottitura

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5.1 Ergonomia

Relazioni antropometriche
Per gli sgabelli bassi si ha una serie di misure di in-
gombro estremamente diversa ma altrettanto va-
riabile a seconda di ambienti ed estetica. In gene-
rale hanno un altezza totale non inferiore a 35 cm
per evitare una postura eccessivamente scomoda e
hanno una larghezza complessiva più o meno pari
a quella degli sgabelli alti, non inferiore a 30 cm per
le sedute rotonde e non inferiore a 40 cm per le se-
dute sqadrate.
Il poggiapiedi è meno frequente negli sgabelli di
queste misure, ma se è presente è collocato molto
vicino al suolo.

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3.4 Forme tipo

Sgabello da lavoro
Lo sgabello da lavoro è una forma tipo molto par- un’alternativa valida alle sedie da ufficio per tutti gli
ticolare, in quanto nasce da una specializzazione utenti a cui è richiesto di svolgere incarichi che pre-
della funzione primaria dell’oggetto, una specializ- suppongono una postura molto china, oppure per
zazione che però è molto efficace in un’ampia va- utenti che non passano l’intera giornata lavorativa
rietà di ambienti lavorativi, a partire da un impie- a sedere.
go di ufficio fino al lavoro manuale in officina. Sono

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3.4 Forme tipo

Morfogramma
Morfologie di tipo ergonomico

Morfologie di tipo prestazionale

Morfologie di tipo tecnico

Morfologie di tipo segnaletico e di comando

Schienale basso

Piano di seduta imbottito

Leva a pressione che permette di regolare in


parte l’altezza della seduta

Struttura di supporto unica con cinque bracci


su cui sono montate le ruote

Ruote che permettono la mobilità dello sgabel-


lo, contribuendo alla comodità dell’utente

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3.4 Forme tipo

Morfologie prestazionali
Le morfologie prestazionali dello sgabello da la-
voro sono essenzialmente le stesse della forma ti-
po-base di uno sgabello, ovvero piano di seduta e
struttura di supporto, con l’aggiunta di una serie di
elementi meccanici e tecnologici che favoriscono
lo svolgimento della sua funzione, consentendo la
massima comodità dell’utente in ambienti lavorati-
vi: le ruote, che permettono una notevole mobilità ,
eliminando la necessità di alzarsi ripetutamente, e
la leva di comando del pistone per regolare l’altez-
za della seduta, che consente di adattarlo all’altezza
dell’utente o della scrivania su cui lavorare.

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4
Utilità
accessorie
4.1 Utilità accessorie

Tavolino
Negli sgabelli bassi, oltre alle prestazioni di base e
secondarie, esistono una serie di morfologie specia-
lizzate che consentono all’oggetto di svolgere fun-
zioni accessorie. Una di queste è quella di tavolino
o comodino che trasforma il piano di seduta dello
sgabello in un piano di appoggio senza bisogno di
aggiungere elementi funzionali ulteriori; inoltre le
soluzioni progettuali possono essere molto diverse
fra loro andando a variare la forma complessiva ma
conservando la morfologia di base di uno sgabello.

Esempi di tale utilità accessoria si osservano più


spesso negli ambienti intimi e privati di una casa,
come la camera da letto o il bagno; morfologia di
base di uno sgabello.

30
4.2 Utilità accessorie

Contenitore
Un’altra funzione accessoria un po’ meno diffusa
è l’utilizzo dei pouf o degli ottomani, due varianti
di sgabello basso da salotto, come contenitori di
ogetti.

Infatti la forma complessiva di queste sedute, spes-


so cilindriche e piuttosto spaziose, permette di ri-
cavare al loro interno uno spazio vuoto dove poter
riporre coperte, cuscini o altro; tale “tasca” viene
chiusa da un coperchio di materiale variabile sem-
plicemente riposto e appoggiato sulla struttura
dello sgabello, fungendo così anche da piano di
seduta.

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4.3 Utilità accessorie

Poggiapiedi
Quasi tutti gli sgabelli bassi possono svolgere la
funzione di poggiapiedi vista la loro altezza rispetto
a quella delle sedute standard, ma particolarmente
utilizzati a questo scopo sono i pouf; infatti i pouf
sono un’oggetto di arredamento spesso frequente
nei soggiorni di molte abitazioni e spesso affiancati
a un qualche divano o poltrona.
La loro altezza, la loro struttura leggera e la loro im-
bottitura li rende perfetti a svolgere sia la funzione
di seduta che quella di poggiapiedi senza necessità
di variare la loro morfologia complessiva.

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4.4 Utilità accessorie

Scalotto
Un’altra utilità accessoria di uno sgabello è anche
quella di scalotto, ovvero una sorta di piccola scala o
appoggio per raggiungere comodomente qualsia-
si cosa sia fuori portata. Per svolgere tale funzione è
preferibile una morfologia caratterizzata da un pia-
no di seduta o di appoggio sia stretto e rettango-
lare, proprio come uno scalino e che la struttura di
supporto delle gambe sia molto stabile.
Spesso per garantire un’utilizzo più facile e sicuro,
il poggiapiedi dello sgabello viene utlizzato come
un’ulteriore gradino a cui appoggiarsi.

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4.5 Utilità accessorie

Sgabelli impilabili
Un’ utilità accessoria un po’ più particolare e meno
frequente è “l’impilabilità”, ovvero la realizzazione di
sgabelli abbastanza regolari e modulari da poter
essere posti l’uno sopra l’altro senza intoppi. In ge-
nerale ciò non è possibile con gli sgabelli oltre una
certa altezza ed è una funzione per lo più limitata
agli sgabelli bassi.
Si tratta di una caratteristica molto comoda, che
permette all’utente di avere sempre a disposizione
delle sedute senza dover rinunciare a grandi quan-
tità di spazio.

34
4.7 Utilità accessorie

Sgabelli trasportabili
Infine alcuni sgabelli sono dotati di un particolare
elemento morfologico che rende la seduta stes-
sa più ergonomica, ma non al fine di rendere più
comfortevole l’atto di sedersi: un foro ovale ad asola
che consente all’utente di infilare la mano e affer-
rare la seduta con una presa più salda e meno fa-
ticosa. È una soluzione molto semplice ma efficace
applicabile a ogni forma tipo di sgabello.

35
5
Ergonomia

36
5.1 Ergonomia

Interazioni di tipo fisico e spaziale


Una forma ergonomica è una forma ben adattata potenzialità motorie e posturali; infatti ancora più seduta, la quale deve permettere di mantenere una
alle dimensioni, ai movimenti , alla fisiologia e alle importanti delle misure complessive di un’ogget- comoda postura delle gambe e permettere di sca-
esigenze del corpo. Nel disegno complessivo di un to sono fondamentali il rapporto di tali misure fra ricarne il peso o a terra o utilizzando un poggiapied;
oggetto le parti che consentono la manipolazione loro, il rapporto fra tali misure e la fisiologia del cor- infatti tale elemnto funzionale è fondamentale so-
o che sono a contatto diretto con il corpo devono po umano e infine il rapporto fra tali misure e l’am- prattutto per gli sgabelli alti, che non consentono di
assumere una morfologia ergonomica. Quando si biente circostante. appoggiare i piedi a terra.
parla di sgabelli o di sedute in generale l’ergono- Spesso per ovviare a questo problema viene ag-
mia esplora sostanzialmente l’interazione fisica fra Dunque qualsiasi tipo di sgabello segue in primis giunto uno strumento che consente di regolare l’al-
oggetto ed utente, dando priorità al rispetto dei una serie di parametri determinati dall’antropome- tezza della seduta a seconda della persona o delle
parametri anatomici e fisiologici del corpo e delle tria specialmente per quanto rigurda l’altezza della necessità imposte dall’ambiente.

37
5.2 Ergonomia

Interazioni di tipo fisico


Per quanto riguarda i singoli elementi funzionali,
come il piano di seduta o un eventuale schienale, ci
sono varie soluzioni progettuali che tentano di otti-
mizzare sia la comodità della seduta, sia il contatto
fisico del corpo con essa proprio a livello sensoriale.

Infatti molti sgabelli hanno implementato l’uso di


un piano di seduta non completamente piatto, ma
leggermete concavo o scolpito seguendo le curve
del corpo umano; in alcuni casi più estremi si arriva
a sostituire la classica seduta con una forma ispira-
ta ai sellini delle biciclette. Un’altra soluzione molto
comune è lasciare invariata la forma del piano di
seduta aggiungendo semplicemente dell’imbotti-
tura che faccia da cuscino.

38
5.2 Ergonomia

Interazioni di tipo fisico


Gli schienali sono una morfologia fondamentale
per favorire l’ottimizzazione della postura e della
comodità dell’utente, ma non sono sempre pre-
senti.
Nel caso uno sgabello sia dotato di schienale, spes-
so si tratta di uno schienalino basso e rigido che
non accomoda le curve della schiena; nonostante
ciò può comunque aiutare a mantenere una po-
stura naturale e l’equilibrio. Può essere incorpora-
to al piano di seduta, oppure come in molte sedie
staccato e sostenuto da due braccia.
Proprio come nel caso dei pani di seduta anche gli
schienali possono essere rivestiti da un’imbottitura.

39
5.2 Ergonomia

Interazioni di tipo fisico


Un’altra morfologia fondamentale per aumentare
l’ergonomia di uno sgabello è sicuramente il pog-
giapiedi Sebbene non è fondamentale e difatto
non sempre presente nelle forme tipo più basse,
esso diventa una risorsa molto preziosa negli sga-
belli più alti per garantire l’equilibrio dell’utente.
Infatti la funzione del poggiapiedi rimane invariata
indipendentemente dallo sgabello su cui si trova
ma diventa molto più essenziale negli sgabelli alti
in quanto la distanza dal suolo impedisce di scari-
care il peso delle gambe a terra, rischiando quindi
di imporre una postura scomoda e instabile..

40
5.2 Ergonomia

Interazioni di tipo percettivo-cognitiva


Fra tutti gli elementi che costituiscono lo sgabello,
solo uno comunica in maniera chiara e immedia-
ta la propria funzione pratica e la propria modalità
d’uso: si tratta del meccanismo per la regolazione
dell’altezza, spesso manovrato attraverso l’uso di
una leva a pressione o di un pulsante.

Tale morfologia è anche una forma autoesplicati-


va, ovvero si distingue per l’immediatezza con cui,
semplicemente osservandola, si riesca subito a di-
stinguerne l’utilià e come usarla. La sua qualità au-
toesplicativa deriva anche dal fatto che impronta
la sua morfologia alle motricità corporee coinvolte
nell’uso.

41
6
Aspetti
tecnologici

42
6.1 Aspetti tecnologici

Introduzione
Gli sgabelli possono essere realizzati attraverso una grande varietà di processi produttivi e utilizzando un’ampia gamma di materiali, spesso selezionati tenendo
conto non solo delle specifiche caratteristiche di ciascuna opzione e della convenienza sui costi, ma anche ponderando bene l’effetto estetico desiderato. Infatti,
avendo lo sgabello una morfologia molto basilare, il materiale con cui viene realizzato ne influisce molto l’aspetto.
Gli sgabelli, proprio come le sedie, possono essere dotati di imbottitura, in tal caso andremo ad analizzarla separatamente dal telaio.

Molti sono inoltre dotati di una serie di innovazioni tenologiche meccaniche, come la leva per la regolazione dell’altezza, il piano di seduta rotante e le ruote
sicuramente da esplorare più a fondo.

Metallo Legno
I metalli sono dei materiali frequente- Il legno e i suoi semilavorati sono alcu-
mente usati in ogni settore industriale ni fra le risorse più importante di molti
sia per le loro caratteristiche generali settori industriali, in particolare quello
sia per i vantaggi che la loro lavorazio- edile e immobiliare. Questo è dovuto in
ne comporta: i materiali metallici pos- parte al fatto che le varietà di legname
siedono una serie di proprietà fisiche, ottenibile sono pressochè infinite, visto
come le loro elevate qualità meccani- a richezza di biodiviersità nella flora, una
che o la loro resitenza a rotture e defor- gamma ulteriormente ampliata dagli
mazioni, che li rendono risorse versatili innumerevoli cicli produttivi applicabili
per svariati settori e la loro lavorazione, per ottenere ogni tipo di semilavorato.
sfruttando la loro formabilità allo stato
fluido, consente di ottenere notevoli ri-
sultati con tecniche non eccessivamen-
te complesse.

Polimeri plastici Fibre vegetali


Le materie plastiche sono dette anche Un materiale meno convenzionale e
resine sintetiche. Esse sono per lo più sicuramente meno diffuso a livello in-
sostanze artificiali costituite da mole- dustriale sono le fibre naturali. Anche in
cole di idrocarburi di grandi dimensioni questo caso esistono numerose piante
(macromolecole), dette polimeri. Sono da cui poter ricavare fibre adeguate ad
ampiamente utilizzati in tantissimi essere essiccate e intrecciate, ma si trat-
settori industriali sia per il basso costo ta più di una produzione locale e artgia-
della materia prima, sia perchè permet- na che industriale.
te di realizzare prodotti particolari che
richiedono lavorazioni non ottenibili da
altri materiali.

43
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali
Legno
01. Betulla 06. Noce 01 02 03

02. Faggio 0.7 Acciaio inossidabile

03. Acero 08. Alluminio

04. Quercia 09. Ferro

0.5 Teak 04 05 06

Spesso gli sgabelli vengono prododotti fa-


cendo uso di un unico materiale per realiz-
zare ogni suo singolo elemento funzionale. Metallo
Vengono generalmente costruiti in legno
massello o in metallo, più precisamente
tubolare metallico retto e curvato.. 07 08 09

44
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Legno
Legno massello
Il legno massello è un tipo di legno pregiato che Il legno massello, pur
essendo un legno molto
può essere estratto da ogni tipologia di albero pur- pregiato, consente di ot-
chè sia sempre ricavato dal durame. Le varianti più tenere un’estetica rustica
comuni per gli sgabelli sono il legno di betulla, mol- e modesta.
to flessibile, il legno di quercia, molto durevole, e il
legno di noce, apprezzato per le sue caratteristiche
estetiche.
Una caratteristica molto interessante del legno
massello è che essendo composto dal durame
dell’albero ogni ciclo produttivo può produrre ri-
sultati molto differenti anche a partire dal legna-
me dell stessa tipologia di albero, quindi ogni og-
getto realizzato con tale materiale si distingue per
una certa unicità. Questo è determinato dal fatto
che nel durame di ogni singolo albero presentano
variazioni di colore e crepe, che nel caso del legno
massello sono sinonimo di un prodotto pregiato.

Il legno massello possiede una serie di caratteristi-


che fisiche negative che lo rendono particolarmen-
te soggetto a deformazioni e ritiri, motivo per cui
per la realizzazione di determinati oggetti si preferi-
sce utilizzare semilavorati da esso ricavati.

45
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Legno
Legno massello listellare e lamellare
Il legno massello listellare e lamellare è un semila-
vorato del legno molto diffuso preferito al massello
grezzo sia per il suo minor costo, sia per le sue pro-
prietà strutturali. Infatti permette di compensare il
problema di deformazione e ritiro che caratterizza il
legno massello: l’assemblaggio a venatura contrap-
posta di listelli, specialmente se tagliati in direzione
radiale, contribuisce a ridurre al minimo il rischio di
ritiro dimensionale. Proprio per la sua robustezza, il
massello listellare può essere sfruttato per realizza-
re sia telai o strutture portanti, che per le superfici,
soprattuto quando si va a produrre oggetti con par-
ticolari esigenze di iperstazionalità.

Un altro vantaggio del massello listellare o lamel-


lare è la possibilità di utilizzarlo sia per andamenti
rettilinei sia per andamenti curvilinei, rendendolo
una risorsa molto flessibile e versatile.

46
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Legno
Processo produttivo del legno massello
Il legno massello ha un processo produttivo piuttosto sempplice e composto da poche fasi, proprio perché subisce pochi trattamenti e lavorazioni.

Taglio classico

Abbattimento Scortecciatura Segagione


La prima fase è semplicemente Prima di essere segato, ogni tron- Vengono prelevati i tronchi dalla
quella di selezione degli albrei, e il co viene avviato alla scortecciatura, catasta e avviati alla lavorazione,
successivo abbatimento attravero misurato e stoccato nei box. Ogni utilizzando diverse teniche di ta-
appositi macchinari. I tronchi ven- catasta comprenderà tronchi con glio a seconda del risultato voluto.
gono poi spediti in segheria. caratteristiche omogenee.

Taglio di quarto

47
Squadratura Essicazione tecninca Piallatura e spazzolatura
Questo processo produttivo con- L’essiccazione tecnica permette Mentre la piallatura rende la su-
sente di ottenere un prodotto di diminuire l’umidità interna del perficie del segato più liscia, eli-
massiccio fresato e piallato superfi- legname al fine di aumentarne minando la “peluria” superficiale
cialmente, da impiegare allo stato la resistenza e di anticipare i mo- successiva alla segagione, la spaz-
grezzo oppure piallato. vimenti naturali del legno quali zolatura toglie la parte tenera del
Durante questa lavorazione le fibre torsioni, incurvamenti, fenditure. legno esaltandone la naturale ve-
del tronco non vengono intaccate L’essiccazione consente, inoltre, di natura, conferendo così un aspetto
mantenendo inalterate le caratte- annullare quasi totalmente la fuo- antichizzato.
ristiche meccaniche ed elastiche riuscita di gocce di resina tipica dei
del prodotto. legni resinosi e di ottenere un risul-
tato ottimale della superficie dopo
la piallatura e/o la spazzolatura.

48
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Legno
Processo produttivo del massello listellare e lamellare
Essendo dei semilavorati del massello, il loro ciclo produttivo inizia a partire dalle tavolle già piallate e spazzolate.

Taglio Incollaggio Pressatura


Dalle tavole di massello vengono taglia- Le operazioni di incollaggio costituisco- Per realizzare l’incollaggio fra le lamelle
te lamelle e listelli di diverse dimensioni no una fra le operazioni più importanti bisogna sottoporre l’elemento struttu-
a seconda dell’esigenza. e delicate dal punto di vista operativo rale a una pressione il più possibile uni-
e tecnologico. Gli incollanti devono in- forme; tale operazione viene effettuata
staurare legami intermolecolari fra la in apposite presse. Le travi così realizza-
colla stessa e le sostanze che costitui- te rimangono in pressa per un periodo
scono il legno, cioè le fibre di cellulosa e di 12 ore o più, secondo il tipo di colla, la
lignina. temperatura e la forma della trave.

49
Piallatura Rivestimento Finitura e impregnatura
Rimosse dalla pressa le travi sono lascia- Nel caso si voglia ottenere un pannello L’ultima operazione in ordine di tempo
te 1-2 giorni a riposo all’interno dello di legno listellare, si ha una fase ulte- consiste nell’applicazione di prodotti
stabilimento. Quindi fatte passare den- riore del ciclo produttivo dove l’anima impregnanti tramite semplice spen-
tro una pialla fissa di forte capacità in di listelli incollati viene rivestita su due nellatura, sostanze cioè con funzione
modo da dare all’elemento lo spessore facce meccanicamente con vari strati di di preservare il legno da insetti, funghi,
finito e rendere uniformi e lisce le super- sfogliato sovreapposti a fibra parallela o umidità e con un pigmento che conferi-
fici laterali. incrociata sca alle travi il colore voluto..

50
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Metallo
Tubolare in metallo
Il tubolare in metallo è un semilavorato finito che si
ottiene dalla lavorazione dei semilavorati intermedi,
ovvero blumi, bramme, billette e lingotti. I tubi in
particolare sono ricavati dalle billette.
Il loro utilizzo principale è quello di convogliare flu-
idi, tuttavia le caratteristiche geometriche del tubo
lo definiscono come struttura leggera, in quanto
cava, e ad alto momento di inerzia, e quindi parti-
colarmente adatta ad applicazioni strutturali; infatti
sono spesso utilizzati per realizzare telai o strutture
portanti che devono essere robuste ma leggere.

Molti sgabelli sfruttano tubolari in metallo per la


realizzazione delle gambe, in quanto, attraverso
un’ulteriore fase di lavorazione, possono essere sal-
dati o piegati a freddo, consentendo di ottenere
un’ampia gamma di forme.

51
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Metallo
Tranciatura e stampaggio di lamiere
La maggior parte degli sgabelli composti unica-
mente e totalmente da materiali metallici sono rea-
lizzati attraverso lo stampaggio a freddo di lamiere.
Una lamiera è una lastra di metallo creata dalla la-
minazione di bramme o barre a loro volta ottenute
mediante una colata continua di metallo liquido;
il suo spessore, dimensioni, tipo e qualità possono
variare in base alle lavorazioni a cui sono destinate.

Si tratta di un ciclo produttivo composto da più fasi,


in primis la laminazione delle barre, una lavorazione
che avviene a caldo, a cui segue lo stampaggio e
la piegatura, due processi che avvengono invece a
freddo.

52
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Metallo
Processo produttivo del tubolare
Il tubolare è un semilavorato finito che per essere prodotto deve attraversare numerose fasi di lavorazione a partire dall’estrazione.

con saldatura

Estrazione Produzione della billetta Tubo con o senza saldatura


L’estrazione consiste nel separare il Estratto come mteallo fuso, rag- A questo punto si può ottenere
metallo dalle altre sostanze. Dopo giunge la macchina di colata con- due tipi diversi di tubo, il tubo con
l’estrazione, il metallo viene fuso e tinua. Qui viene quindi fatto soli- saldatura e il tubo senza saldatura.
poi raffinato, cioè ne vengono eli- dificare in modo controllato nelle Il primo può essere elettrosaldato
minate le impurità fino ad ottenere lingottiere in rame della colata durante la formatura a freddo o
la percentuale di purezza desidera- continua trasformandosi in billette formando una bobina laminata di
ta. A questo punto il metallo viene che costituiranno il semilavorato forma tubolare (tubo a spirale), op- senza saldatura
colato, cioè viene estratto dal forno intrmedio necessario per la suc- pure prodotto a formatura a clado
come metallo fuso. cessiva lavorazione. salnado poi le cuciture testa testa
(tubo a testa). Il secondo viene pro-
dotto col metodo Mannersmann.

53
Produzione del forato Laminazione a passo di pellegrino
La barra di acciaio pieno viene scaldata nel Nella seconda fase, nel forato viene inserito
forno e immessa nel laminatoio a cilindri un mandrino, che lo sospinge tra due cilin-
obliqui. Qui scorre nel senso della lunghezza dri sovrapposti e rotanti in senso opposto tra
tra due cilindri disposti in modo obliquo, che loro. I cilindri premono sul forato, esercitan-
ruotano nello stesso senso: i cilindri compri- do a ogni giro una forza non costante, com-
mono la barra e la fanno avanzare. posta da una fase di pressione che lamina il
La pressione dei cilindri crea, all’interno del- forato, seguita da una fase inerte.
la barra, una cavità longitudinale dove vie- Ad ogni giro completo dei due cilindri il fo-
ne fatta scorrere una punta che la liscia e rato avanza, sospinto dal mandrino. Dopo
la allarga. Si ottiene così il forato di acciaio, questa seconda fase il tubo raggiunge una
che ha una lunghezza assai maggiore della lunghezza da 5 a 10 volte maggiore del fora-
barra (o del lingotto) iniziale e mantiene una to di partenza.
temperatura abbastanza elevata per essere
avviato alla seconda fase.

54
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Metallo
Processo produttivo di lamiere tranciate e stampate
Le lamiere sono un semilavorato finito ricavato dalle bramme o dalle billette. Infatti le prime fasi del ciclo porduttivo, estrazione e produzione del semilavorato
intermedio sono identiche a quelle già illustrate.

Laminazione Tranciatura Stampaggio


E’ il procedimento principale che ha come La tranciatura delle lamiere è una lavora- Nello stampaggio della lamiera, la forma fi-
scopo la riduzione di sezione. Esitono diversi zione meccanica a freddo, particolarmente nale dell’elemento viene costruita a partire
tipi di laminazione (longitudinale, trasversa- adatta a grandi quantitativi di produzione, da un foglio di lamiera. La forma desidera-
le ecc) ma il più diffuso è il processo Man- che consente, tramite l’utilizzo di un punzo- ta viene ottenuta mediante deformazione
nesmann: Si realizza facendo passare il fuso ne e di una matrice opportunamente pro- plastica, senza subire alcuna lavorazione
di metallo fra due cilindri che ruotano l’uno gettati e inseriti in uno stampo, di ottenere meccanica come la fresatura. processo vie-
contro l’altro in senso contrario in modo tale la separazione di una determinata geome- ne suddiviso in base alle sollecitazioni che si
da rendere la lamiera sottile quanto deside- tria piana dalla lamiera. possono tipicamente applicare al foglio di
rato. La laminazione, soprattutto in base allo lamiera: compressione, trazione, piegamen-
spessore finale da realizzare, può essere ef- to, taglio.
fettuata a caldo e a freddo.

55
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali

Polimeri plastici
01 02 03
01. Acrilico 04. Canapa

02. Polipropilene 05. Vimini

03. Policarbonato 06. Bamboo

Un altro materiale spesso utilizzato per


realizzare gli sgabelli sono le plastiche e i
polimeri plastici. Infatti l’ottima lavorabilità
dei materiali plastici permette di ottenere Materiali alternativi
prodotti non realizzabili con altri materiali
come il legno o il metallo. 04 05 06
Gli sgabelli possono essere prodotti utiliz-
zando un’ampia gamma di materiali alter-
nativi; una tipologia molto diffusa di sedu-
ta, ad esempio, sono gli sgabelli realizzati
con fibre vegetali come la canapa. il vimini
e il bamboo, tutte piante spesso utilizzate
per la flessibilità e la resistenza delle loro
fibre che possono facilmente essere mani-
polate e intrecciate.

56
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Plastica
Stampaggio a iniezione
I materiali plastici sono materiali di natura organica Con questo processo
produttivo si ottiene pro-
ricavati dalla chimica degli idrocarburi, sono costi- dotti in massa di buona
tuiti da strutture macromolecolari artificiali sintetiz- qualità, anche per design
zate attraverso processi di laboratorio. In base alla più complessi
diversa natura della loro struttura molecolare, linea-
re, ramificata, reticolata, danno origine a tre classi di
materiali polimerici che presentano caratteristiche
e comportamenti differenti: I polimeri più utilizzati
per la produzione di sgabelli, ovvero il polipropilene
e il policarbonato, appartengono alla classe dei po-
limeri termoplastici e si caratterizzano quindi per la
lorro leggerezza e versatilità nei cicli produttivi.

I vantaggi che comporta l’utilizzo della plastica


sono tanti: sono formabli a stampo e con morfo-
logie a geometria libera, sono colorabili in massa
e producibili a basso costo. Per fortuna i polimeri
termoplastici sono anche riciclabli a ciclo continuo,
riducendo il devastante impatto ambientale dei
materiali plastici.

Lo stampaggio a iniezione è il metodo produtti-


vo più diffuso per produrre oggetti in plastica. In
questo processo granuli o pellet di plastica vengo-
no prima sciolti e poi iniettati sotto alta pressione
in uno stampo solitamente composto; quando la
plastica si è freddata e solidificata, viene aperto lo
stampo ed estratto lo sgabello.

57
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Plastica
Stampaggio rotazionale
Un altro processo metodo di lavorazione comune-
mente usato per i polimeri termoplastiici è lo stam-
paggio rotazionale o rotostampaggio; è un pro-
cesso che consente di ottenere corpi cavi di ogni
dimensione e forma. Si tratta di una tecnologia di
trasformazione che si differenzia rispetto ai più dif-
fusi procedimenti di stampaggio a iniezione o sof-
fiaggio. risultando particolarmente indicata per la
produzione di oggetti di grandi dimensioni e og-
getti internamente vuoti.

Nello stampaggio rotazionale, resina plastica in


polvere è posta dentro lo stampo che viene rotato
bi-assialmente all’interno del forno, provocando un
graduale scioglimento della plastica che riveste le
pareti interne dello stampo. Dopo che la plastica si
è raffreddata viene estratto lo sgabello.

Processo utilizzato in
particolare per ottenere
complessi design con
forme morbide e curve,

58
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Plastica
Processo produttivo dello stampaggio a iniezione
Il processo produttivo dello stampaggio a iniezione non è particolarmente complicato in quanto viene completato utilizzando un solo macchinario.

Fusione dei pellet Colatura nello stampo Raffreddamento


Lo stampaggio a iniezione inizia Il materiale viene poi forzato attra- Dopo che il materiale si è raffred-
con il versamento di pellet di resi- verso l’ugello dell’unità di iniezione dato e indurito, lo stampo si apre
na (granuli) nella tramoggia, punto prima di finire - passando per un e la parte stampata viene espul-
di ingresso del materiale. I pellet canale - nello stampo chiamato sa dallo stampo. Per finire il pezzo
vengono quindi riscaldati e fusi canale di colata e poi, attraverso stampato, vengono tagliati via la
all’interno del cilindro in prepara- dei canali ramificati, nella cavità materozza e il canale di colata.
zione dell’iniezione. dello stampo.

59
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Plastica
Processo produttivo del rotostampaggio
Il processo produttivo dello stampaggio rotazionale, sebbene un po’ diverso, è altrettanto semplice.

Caricamento dello stampo Rotazione dello stampo Raffreddamento


Si introduce il materiale, liquido o o stampo, una volta caricato e raffreddamento dello stampo,
polvere nello stampo. chiuso, viene riscaldato (ad esem- sempre in rotazione, in modo che
pio in un forno), e fatto ruotare il polimero solidifichi assumendo
lungo uno o due assi, in modo tale la forma desiderata. La rotazione
che il materiale polimerico in esso viene sospesa quando il materia-
introdotto possa aderire alle pareti le polimerico si è sufficientemen-
dello stampo stesso, assumendo- te indurito. Una volta completata
ne la forma. questa fase l’oggetto viene estratto
dallo stampo.

60
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Fibre Vegetali


Canapa, vimini e bamboo
Si tratta di un materiale meno convenzionale, al-
meno per quanto riguarda i tempi moderni, ma
che è stato ampiamente sfruttato nella storia per
realizzare arredi di ogni tipo. Infatti i primi oggetti ri-
cavati dall’intrecciamento di fibre vegetali risalgono
addirittura aal 2000 a.C. nell’antico Egitto.
Si tratta dunque di una materia prima fortemente
legata alla cultura, alla tradizione e alla storia, tant’è
vero che spesso si parla dell’arte di intrecciare. An-
cora oggi la realizzazione di oggetti del genere è
ancora fortemente legata all’artigianato.

C’è una grande varietà di fibre vegetali utilizzabili


per la produzione di arredo; quelle che oggi sono
più popolari sono il vimini, la canapa e il bamboo,
ma sicuramente non sono state le uniche in quan-
to a seconda della collocazione geografica cambia-
no drasticamente le risorse naturali a disposizione.

Ormai la produzione di sgabelli o oggetti di arreda-


mento utilizzando queste materie prime non è più
determinata da motivi di necessità, ma è ancora
popolare per le sue cartteristiche estetiche.

61
6.2 Aspetti tecnologici

Materiali - Imbottitura e rivestimenti


Alcuni sgabelli non sono composti solo da una struttura portante “nuda”, ma tavolta presentanto un telaio, realizzato nei materiali precedentemente elencati,
che svolge la funzione di sostegno e un qualche tipo di imbottitura più o meno spessa per migliorare il comfort della seduta.

Gomma piuma Poliuretano espando rigido


Rivestimenti
01. Pelle

02. Tessuto

I tipi di imbottitura più diffusi sono il poliuretano espanso e schiumato con densità diffe-
renziate. Il primo, più comunemente coosciuto come gomma piuma, è spesso usato per
l’inottiura di divani, poltrone sedute e cuscini per la sua caratteristica leggerezza e capaci-
tà di schiacciamenti senza deformazione permanente. Il secondo invece è più comune- 03. Vinile
mente usato nei materassi o nei cuscini ortopedici proprio per la sua maggiore fermezza
dovuta a una densità maggiore.

62
6.3 Aspetti tecnologici

Materiali - Elementi meccanici


Regolazione dell’altezza
Spesso gli sgabelli, che siano alti o bassi, sono do- Pistone pneumatico o a gas
tati di meccanismi che permettono di regolarne
l’altezza al fine di rendere la seduta sia accessiile a Il meccanismo penumatico o a
ogni tipo di utente sia utilizzabile in svariati tipi di gas è molto ulitizzato negli sga-
ambiente. belli regolabili. è composto da
un cilindro riempito di gas collo-
cato nella colonna centrale della
struttura di supporto. Attivando
una levetta o un bottone è possi-
Meccanismo a vite bile regolare l’altezza della sedu-
ta; quando la leva è impegnata
permette una regolazione con-
trollata e fluida.

Sistema idraulico
Meccanismi di questo tipo sono
meno frequenti ma comunque
presenti in certi tipi di sgabello.
Gli sgabelli con una vite o un meccanismo filetta- Uitlizzano il fluido idraulico e una
to sono dotati di un asta filettata collegata al piano pompa a mano per aumentare
di seduta e alla struttura di supporto dello sgabel- o diminuire l’altezza dello sga-
lo che, se ruotate l’una rispetto all’altro in direzione bello. Anche questo meccani-
opposte, permettono di regolare l’altezza della se- smo permette una regolazione
duta. fluida dell’altezza, ma essendo
più complesso ha usi più specia-
listici.

63
6.3 Aspetti tecnologici

Materiali - Elementi meccanici


Ruote girevoli
Gi sgabelli progettati per concedere massima mobilità spesso possiedono ruote o rotelle girevoli. Il loro tipo varia a seconda di fattori quali l’uso previsto, il tipo
di pavimentazione e requisiti più specifici.

Rotelle dure in nylon o plastica Rotelle morbide in gomma


Gli sgabelli dotati di queste ruote Le rotelline in gomma fornisco-
sono adatti a un uso su superfici no più trazione e grip sul pa-
dure lische, come un pavimento vimento, per questo sono più
piastrellato, di legno duro o di la- adatte per sgabelli utilizzati su
minato. Questo tipo di rotelline su superfici quali tappeti e mo-
offre una mobilità fluida e in ge- quette. Inoltre sono più silen-
nere non lasciano segni dovuti ziose e assorbono meglio gli
allo strusciamento. impatti rispetto a quelle dure in
plastica.

Rotelle doppie Rotelle con bloccaggio


Le rotelle doppie sono com- Alcuni sgabelli possono avere
poste da due ruote affiancate anche delle ruotine dotate di
montate su un’unica struttura freni o di sistemi di bloccaggio
girevole; questo permette di di- che permettono di fermare lo
stribuire il peso della seduta su sgabello in una posizione fissata.
un’area di superficie più larga, Spesso il meccanismo è realizza-
garantendo così una maggiore to con una semplice levetta che
stabilità e capacità di peso. Sono se spostata di modo da essere in
frequentemente utilizzati su su- attrito con la ruota ne impedisce
perfici irregolari. lo scorrimento.

64
7
Aspetto
estetico
7.1 Aspetto estetico

Estetizzazione decorativa
Proprio per la loro morfologia estremamente sem-
plice ed essenziale, gli sgabelli sono un perfetto
strumento per l’esperimentazione estetica e for-
male.

Uno degli interventi possibili volto alla pura este-


tizzazione è di tipo decorativo, applicando sulle
superfici dell’oggetto decorazioni secondo due
modalità: in modo integrato alla geometria strut-
turale dell’oggetto, quando il motivo decorativo è
totalmente integrato, oppure in modo autonomo
rispetto alla gometria strutturale dell’oggetto., se il
motivo decorativo è in antitesi all’identità geome-
trico strutturale dell’oggetto, assumendo spesso un
proprio valore metanarrativo.

La decorazione o estetizzazione delle superfici può


operare attraverso l’uso di textures, cromatismi, gra-
fiche geometrizzate, astratte o iconiche.

66
7.1 Aspetto estetico

Cromatismi

Come spesso accade per gli ogetti di arredo, molti


sgabelli vengono realizzati con una serie di varianti
colore, a scopo puramente estetico. Questo perchè
così è più probabile che l’oggetto risponda al gusto
estetico di una gamma maggiore di clienti.
Talvolta la variazione del colore interessa tutta la
struttura dello sgabello, talvolta solo il piano di se-
duta e diversi elementi dell’oggetto.

67
7.1 Aspetto estetico

Grafiche geometriche

68
7.1 Aspetto estetico

Grafiche astratte

69
7.1 Aspetto estetico

Grafiche iconiche
Tuttavia il colore non è l’unico motivo decoratico che si può applicare a uno sgabello. Infatti l’estetizzazione
attraverso le grafiche, anche se più ardita e sgargiante, è altrettanto popolare. Spesso si tratta di stampe
realizzate direttamente sul materiale rigido dell’oggetto, ma esiste anche un notevole mercato per le gra-
fiche dipinte a mano.

70
7.1 Aspetto estetico

Textures
Meno comune è l’estetizzazione attraverso una texture o l’uso di particolari che vanno ad alterare lo sga-
bello da un punto di vista estetico senza modificare però la struttura geometrica. Una delle texture più dif-
fusi è quella della corda o della lana tessuta a uncinetto, che pur essendo spesso un semplice rivestimento
va a modificare completamente l’aspetto dell’oggetto.

71
7.2 Aspetto estetico

Estetizzazione conformativa
Lo sgabello è un’oggetto di arredo che ben si presta all’innovazione non solo decorativa, ma anche a un intervento che si esercita sulla morfologia strutturale
e sul disegno complessivo dell’oggetto, variandone la morfologia. Tutte le modifiche sono comunque volte all’estetizzazione. questo tipo di intervento è stret-
tamente legato al tipo di materiale utilizzato, alle lavorazioni che subisce e alla scelta di seguire uno schema preciso nel modificare la geometria dell’oggetto.

72
7.2 Aspetto estetico

Per Materiali
Uno dei fattori che più incide sulla struttura di un
manufatto è il materiale con cui è realizzato, i pro-
cessi a cui è stato e può essere sottoposto. Infatti
non tutte le forme sono ottenibili con determinati
materiali e, oltre ai problemi pratici, il materiale in-
fluisce molto sull’estetica della forma.
Grazie all’ampia gamma di materiali utilizzati oggi-
giorno per gli arredi, le combinazioni sono infinite.

73
7.2 Aspetto estetico

Per Materiali
Il design degli sgabelli spesso utilizza oggetti ed
elementi realmente esistenti come ispirazione. In
molti casi questo processo creativo è utilizzato per
realizzare sgabelli per bambini ispirati ad animali
oppure sgabelli molto cratteristici.

74
8
Aspetto
simbolico
culturale
7.2 Aspetto simbolico culturale

Designers -“Sella”
Lo sgabello “Sella” è un noto sgabello creato dal famoso designer indu-
striale italiano Achille Castiglioni, che ha lavorato al fianco di suo fratello
Pier Giacomo Castiglioni. Lo sgabello Sella è stato introdotto per la prima
volta nel 1957 ed è diventato un pezzo iconico nel mondo del design del
mobile.
Il design esemplifica al meglio quello che era l’approccio dei fratelli Casti-
glioni a un design sì funzionale ma anche scherzoso: questi puntavano
a creare oggetti che fossero sia pratici che visivamente intriganti, spesso
incorporando oggetti di uso quotidiano e reinventando i loro scopi.
infatti “Sella” è ispirato dalla forma ergonomica e funzionale del sellino di
una biciletta. Lo sgabello si distingue per la sua estetica semplice e mini-
malista.

Aspetto rappresentativo
Si tratta sicuramente di uno sgabel-
lo molto interessante: è ispirato dalla
parte più ergonomica della bicicletta
eppure, solo a guardare quel suppor-
to traballante a base semisferica, dà
l’impressione di prendersi quasi gioco
dell’utente e della sua comodità

76
7.2 Aspetto simbolico culturale

Designers - “ButterfIy”
Lo sgabello Butterfly è un iconico sgabello creato dall’architetto e designer giapponese
Sori Yanagi nel 1954. È rinomato per la sua forma organica, l’elegante semplicità e la co-
struzione innovativa.
Lo sgabello Butterfly prende il nome dalla sua forma distintiva, che ricorda le ali di una
farfalla se vista da certe angolazioni. Lo sgabello è costituito da due pannelli identici in
compensato modellato che fungono da seduta e gambe. Questi pannelli sono curvati
simmetricamente e collegati al centro, creando una silhouette aggraziata simile a una
farfalla.

Aspetto rappresentativo
Sicuramente la parte più impressionante di questo capolavoro di Sori Yanagi è la capacità
di coniugare due universi semantici diametralmente opposti, ovvero quello della natura e
quello dell’industria, per dare vita a un perfetto esempio di armonia ed equilibrio dell’ar-
tificiale con il naturale.

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7.2 Aspetto simbolico culturale

Allusività della forma

Mondo animale: ispirati alle forme o alle movenze in particolare di animali terrestri.

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Essere umano ispirati alle forme organiche dell’essere umano, però deformate o accentuate per creare un efftto di inquietudine

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Linee sinuose e continue: sgabelli che sembrano piegarsi su se stessi come delle graffette.

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7.3Aspetto simbolico culturale

Qualità stilistiche della forma


Ready-made: molti sgabelli prodotti dal dissassemblaggio e ricontestualizzzione di parti della bicicletta, ma non necessariamente limitati solo a questi elementi.

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