L’immigrazione costituisce un tema di attualità che interessa molto il nostro paese,
che si trova proprio sulla rotta dei flussi migratori tra l’Africa e il Medio Oriente. Siamo, infatti, quotidianamente a contatto con immigrati, stranieri che si spostano dal loro paese e che portano con loro un altro mondo, un’altra cultura, che non sempre accettiamo. “La paura forse non è la più nobile delle attitudini; ma non è una colpa. Non va alimentata e usata, ma non va neppure negata, rimossa. La paura si vince rimuovendone le cause.” Questa frase, estratta da un articolo del giornale “Corriere della sera”, introduce il testo che ci è stato proposto per realizzare questo elaborato. All’interno di quest’ultimo si parla della paura dell’immigrazione che, secondo Cazzullo, non va confusa con il razzismo. Afferma infatti che, molti italiani, hanno paura della migrazione soprattutto a causa della mala gestione e della disorganizzazione nell’accoglienza degli immigrati da parte del Governo. Personalmente penso che, seppure questa paura possa apparentemente sembrare legittima, non è giustificata dalle cause precedentemente menzionate. La “paura”, di cui parla il testo, deriva dalla mancanza di empatia, della capacità di mettersi nei panni degli altri. Spesso questi immigrati hanno dei passati burrascosi, tra guerre, violenze, squilibri economici che li hanno portati a condurre vite caratterizzate da estrema povertà…Diventa quindi importante il nostro incontro emotivo con l’altro, proprio come fondamento del nostro essere umani. La paura dello straniero non deve diventare il criterio delle nostre scelte e dei nostri giudizi. Ritengo che le persone affette da questa “paura” stiano solamente cercando di trasformare, una tragedia umanitaria, in una questione di sicurezza e di ordine pubblico. L’immigrato, che spesso viene dipinto come un “nemico”, non è altro che la vittima: perché alzare un muro di divisione tra noi e lo straniero? Oltre il fatto che i muri e i fili spinati che innalziamo per “paura”, sono non solo disumani, ma anche estremamente inutili. Questo modo di pensare potrebbe essere definito utopico, “buonista”, ma allora è “buonista” anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani? Oppure la nostra Costituzione? Entrambi questi documenti sono stati formati per garantire pace, libertà e democrazia, dopo un periodo di lunga oppressione. Se anche questi sono utopia allora l’alternativa qual è? La guerra dovuta dall’egoismo e dalla mancanza di empatia delle persone? In conclusione, sarebbe necessaria, a parer mio, un’iniezione di umanità ed empatia, per creare un mondo che abbia come motore di scelta non la paura, ma la speranza, un mondo dove una persona sia riconosciuta e accolta nella sua dignità.
Geopolitica del terrorismo. Quali minacce? Quali soluzioni?: Numero 1 di Diplomazia - Rivista di affari strategici e geopolitica, dedicato al terrorismo internazionale con un'analisi delle cause e delle possibili soluzioni per prevederne la minaccia.