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N
applicata la certezza della pena (anche se forse ultimamente è da chiunque pretende una società civile e libera. E tutti urlano e
davvero scarsa) per sentirsi al sicuro. Di che sicurezza vogliamo vogliono una società degna, pulita, giusta, ma non pensano che esisto-
parlare? Se ci interessa solo quella nostra “momentanea” e che no “chiavi”che devono aprire la mente sul tema della punizione, dei
riguarda le nostre paure, forse la certezza della pena può darci metodi, dei modi, del “carcerare mentalmente” ancor prima che mate-
qualche tranquillità; ma se ci interessa la sicurezza di tutti gli rialmente. Punire: abbiamo mai fatto una ricerca interiore e ulteriore
esseri, la sicurezza intesa come certezza di poter cambiare asset- su come si può e si deve (nelle scuole nelle televisioni nelle famiglie)
to sociale, di poter modificare la cultura della colpa, della vendetta, ri-leggere ri-tradurre e ri-vedere “l’imprigionare”, che senso ha, per
delle libertà, del male, delle pene, allora dobbiamo per forza smonta- chi non conosce da vicino questo mondo? Perché si deve imparare l’e-
re le paure quotidiane e aprire la testa per vedere bene cosa temiamo ducazione stradale l’educazione civica, l’educazione sessuale, e non si
degli altri e cosa temiamo di noi stessi. Quale sicurezza è quella di chi introduce nessuno studio o ricerca sul tema del “male”, della respon-
dice “buttate la chiave”? È quella di rimandare ad altre generazioni il sabilità del gesto, del concetto di vendetta, di odio, di libero arbitrio e
dovere di riformare e di riabilitare quello che chiamiamo colpa e soprattutto di paura, con le sue infinite ombre e sfumature d’anima?
danno. A forza di rimandi noi siamo ancora una ennesima generazio- Uso questa parola perché il cambiamento, la metamorfosi (che auspi-
ne che ha saltato il turno, che non ha investito energie interiori per la chiamo, in chi “progetta” normativamente politicamente e socialmen-
metamorfosi necessaria per arrivare a considerare la pena come un te) nasce da anime, che spesso non sanno approfondire ma solo spro-
tema esistenziale comune e nostro. Ho parlato di energie interiori per- fondare certi concetti, come appunto l’essenza del reintegrare, del far
ché, a prescindere da tutto il già detto sulla mancanza di strutture ade- rinascere, o come troppo spesso avviene, concetti come il punire e
guate e di mezzi, di moventi politici ed economici, manca in ognuno basta, il piegare e basta, lo sradicare e basta.
di noi, nei cittadini cosiddetti, l’ “arte” di concepire l’inconcepibile, di Segue a pag. 2
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nonsolocarcere
editoriale
Mi sembra già di sentire chi ha subito la delinquen-
za o chi lavora in certi ambienti, controbattere e dirmi
“ma tu cosa ne sai delle carceri della sicurezza della
paura del dolore di chi ha perso qualcuno e non può
immaginare che chi ha commesso un delitto possa un
giorno essere libero e tornare a vivere? ”. Ne so qual-
cosa come uomo, come essere pensante, ne devo sape-
re di più ancora, e non attraverso le cronache televisi-
ve da strapazzo, gli speciali dei giallisti alla moda,
delle inchieste pettegole e gossip su questo e su quel-
N
la bella assassina di turno (che pena! E in questo
senso sì: fine pena mai!…) Ne devono sapere diversa- on è una faccenda di buon
mente i miei figli, gli studenti, che non si possono sen- cuore. Tanto meno un irra-
tire solo retoriche manfrine sulla sicurezza mediatico- gionevole desiderio di impu-
cronachistica, sulla libertà chiacchierata, ne dobbiamo nità. E non dovrebbe nem-
sapere di più tutti, iniziando il mestiere dell’immede- meno essere un pensiero partorito dal-
simazione, del coinvolgimento culturale antropologi- l’emergenza perché la situazione delle
co, nei fatti che non sono solo meri fatti di attualità da carceri non ha le caratteristiche dell’e-
asporto, ma parte di noi che siamo quegli assassini, mergenza; non è cioè frutto di un even-
che siamo quegli assassinati, che siamo quelle guardie to imprevedibile ma piuttosto logica
carcerarie, che siamo quei folli, che siamo quei paren- conseguenza di alcune scelte legislative
ti, quegli indifesi dall’una e dall’altra parte; non siamo e di un modo tetragono di pensare agli
diversi come esseri (forse come persone), non siamo strumenti di esecuzione penale. Di un
diversi come impauriti o pericolosi. Come racconto immobilismo che ci tiene rigidamente
spesso negli incontri sulla malattia e sul tema del ancorati a un codice penale vecchio di ottant’anni. Un po’ come se, in medicina, le infezioni
curare e del guarire, non si può attendere di essere si curassero ancora con l’amputazione.
coinvolti o colpiti da un evento per accorgersi di quan-
to enorme sia la devastazione sociale e psicologica di Piuttosto è una questione di intelligenza e di cultura, di progresso e di buon senso, di eco-
un trauma. Enorme: ecco una parola che viene prima nomia e di ecologia. Una pena ecologica è una pena che non lascia residui tossici nei con-
delle “norme” (in cui credo quasi fermamente), che dannati e nella società. O almeno ci prova. Una pena che contempla la possibilità di una resti-
preesiste e che non può più essere dimenticata. tuzione, di una riparazione del danno. Magari anche di una ricomposizione del conflitto. Ove
Sembra che tutto dipenda solo e soprattutto da legis- e quando sia possibile. Una pena che non sia solo carcere, reclusione, prigione per tutti. Una
latori e dalla giurisprudenza, ma a quel solo va pena flessibile così come dovrebbe essere e come è in tanti paesi d’Europa.
aggiunto un “anche”, e poi spostato quel soprattutto,
che vanno messi vicini all’anima di chi è parte della Avremmo voluto proporre questi pensieri in tempi meno grevi, con penitenziari meno con-
società mentale culturale intellettuale filosofica, cioè gestionati, con meno tensioni, meno violenza, meno disperazione, meno morti. Riuscendo a
quel “noi” perenne, intendendo con noi, quella popo- tenere alta la riflessione, a ragionare con la testa e non con le emozioni. Condividendo un lin-
lazione di “pensanti” prima che di votanti, di esseri guaggio asciutto e sobrio. Avremmo voluto parlare più di pena e meno di carcere. Ma i tempi
prima che cittadini, di persone prima che padri figli non ce lo hanno permesso. Il volontariato che ha pensato e prodotto questo progetto è lo stes-
orfani santi o demoni. Stabiliamo un rapporto tra asili so che entra tutte le settimane nelle carceri della nostra regione e ne esce sommerso dall’an-
e carceri, tra ospedali e scuole elementari, per “anda- goscia e dalle difficoltà non solo delle persone detenute ma anche degli operatori e del perso-
re a vedere” fin dall’età più giovane, per “usare le nale di sorveglianza. Tutto questo emerge con chiarezza in questo foglio unico regionale; pur
mani dell’anima”, per entrare con le stesse chiavi che volendo partire dal fuori, siamo più e più volte scivolati dentro. Ma era quasi inevitabile.
dovrebbero buttare per darci la sicurezza, a far parte di
cosa ci spetta (e ci aspetta), sia come futuri carcerati La cosa importante è che chi ci legge, troverà tracce di Emilia e di Romagna, storie e testi-
sia come future vittime (chi è che sa la differenza, tra- monianze giunte dalle nove città sedi di carcere collocate lungo il tracciato del Po: Piacenza,
scendentalmente parlando, tra i due termini?). Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna e Rimini. Non sarà una
pubblicazione del tutto organica ma piuttosto un mosaico di quanti hanno voluto esserci, con
E’ un lavoro che dobbiamo fare parallelamente alle le forze e le risorse che erano a disposizione in quel momento. Ad alcuni approfondimenti
nostre attività qualsiasi esse siano (attori muratori hanno collaborato Laura Baccaro e Francesco Morelli della redazione di Ristretti.
scrittori medici industriali), è un mestiere che include Come manifesto introduttivo uno scritto di Alessandro Bergonzoni che non ci stancheremo
gli altri mestieri, se tra qualche generazione vorremo mai di ringraziare per la finezza morale e intellettuale e la grande generosità.
poter dire che sono cambiate le intelligenze e le anime
di chi decide e di chi sbaglia, di chi sceglie e di chi Questo progetto “Nonsolocarcere: la pena utile” che sta concludendo il suo percorso con il
subisce. È un tempo lungo, sono tante le generazioni seminario bolognese del 6 maggio, ha coinvolto una ventina di associazioni di volontariato e
che dovranno passare per vedere cosa è cambiato, ma alcune cooperative sociali; ha lavorato insieme alla direzione EPE del Provveditorato
generazione deriva forse anche da generare (e non Regionale e alle tre Direzioni di Reggio Emilia, Modena e Bologna, insieme al Garante del
solo da degenerare), generare altro pensiero altre idee capoluogo, al Presidente del Tribunale di Sorveglianza, all’Ordine dei giornalisti e con tutti i
altro spirito, prima in se stessi (manifestando prima Centri di Servizio della Regione. Ha potuto contare sulla collaborazione professionale di
nella nostra interiorità sopita poi nelle piazze), nella Ornella Favero e Adriana Lorenzi; ha moltiplicato impegno e fatica, cercando di tenere viva
propria coscienza sociale interiore, in un “sè” che non la speranza. Questo potrebbe essere già un primo risultato.
sia solo solidale, partecipato, altruistico, ma anche Carla Chiappini
immedesimato, connaturato, “sovrumano”, perchè
ormai il concetto di violenza di colpa di sopruso di
pena, è da troppo tempo trattato con spirito umano,
debole, arreso; si deve fare il salto, e passare a preten-
dere di più da quel noi che si dissangua in “ma dove Questa pubblicazione conclude il progetto inter-provinciale “Nonsolocarcere: la
siamo arrivati” “è una vergogna” “com’è possibile”, e pena utile” promosso da tre associazioni di volontariato: “Oltre il muro” di
non riesce e salire, a vedere l’impossibile da fare, l’in- Piacenza, “Carcere – Città” di Modena, “Con – Tatto” di Forlì e sostenuto dai
concepibile da visitare, per volere quel molto che è Centri di Servizio di Piacenza – Svep e Modena – Volontariamo.
ormai obbligatorio se si pretende conoscere e non L’obiettivo dichiarato era ed è quello di aprire una riflessione seria e quanto più
solo comunicare, per vedere e non solo per guardare, possibile serena sulle “misure alternative” al carcere, coinvolgendo il volontariato
per cambiare e non solo per informare. emiliano – romagnolo, la cooperazione sociale, le istituzioni, i colleghi giornalisti
e i cittadini.
Questo, forse, è sicuro.
Abbiamo viaggiato su e giù per la regione e, quando siamo partiti, pensavamo di
Almeno appena appena (è questa la mia certezza: la aver avuto un’intuizione felice. Ora, purtroppo, la parola intuizione è stata già tra-
certezza dell’appena!) volta dalla parola emergenza. Speriamo che all’arrivo a Bologna, con il contributo
dell’esperienza europea, si affaccino altre parole: progresso, sviluppo, inclusio-
ALESSANDRO BERGONZONI ne…
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nonsolocarcere
Da PIACENZA
A cura di Cristina Ibba
VUOTI A RENDERE
L’amaro sapore della “rieducazione” dei detenuti clandestini
“ L’
emergenza carcere è il problema uomini liberi irregolarmente presenti
degli extracomunitari”. Non ha sul territorio.
mezze misure Piero Bertolazzi nel La seconda. Che senso ha ogni sfor-
tratteggiare il quadro. “Rappresenta zo di reinserimento sociale se poi,
un grosso problema da una decina d’anni. Gli una volta libero, il beneficiario di
stranieri sono una significativa componente quel trattamento deve tornarsene
della popolazione carceraria, tanto problematica nel suo Paese? La terza. Viene
perché si tratta di persone che non hanno nulla prima la rieducazione o il rispetto
da perdere e nulla da guadagnare”. Perché non della disciplina dell’immigrazio-
hanno alcuna possibilità di inserimento. Sono ne?
clandestini, invisibili. “Qui non si tratta di estendere
In carcere si trovano quelli che non sono indiscriminatamente a tutti la pos-
riusciti a trovare una collocazione nella società. sibilità di ottenere il permesso di
Come immigrati, rappresentano la componente soggiorno al termine dell’esecu-
più forte e determinata dei loro connazionali, zione della pena”, chiarisce Piero
perché disposta a lasciare la terra d’origine pur Bertolazzi della coop Futura. “Si
di migliorare la propria condizione di vita. Sono tratta, piuttosto, di valutare la
persone che non torneranno mai a casa da scon- concessione del permesso in rela-
fitti. In carcere non hanno alcuna legittimità, zione ad alcune circostanze con-
alcun diritto. “Proviamo a pensare alla perce- crete, tra le quali proprio il com-
zione che ha dell’immigrato la società libera e portamento del condannato nel
trasliamo questa percezione in carcere. Non corso dell’esecuzione della misura
sono solo immigrati, hanno anche commesso alternativa”. Circostanze, lo sotto-
reati!”. Immigrati, clandestini e detenuti. Una lineiamo, certificate da relazioni di
miscela che probabilmente li colloca all’ultimo istituzioni, quali l’UEPE ed i ser-
gradino della società. vizi sociali locali, oltre alla
Direzione del carcere.
Italiani e stranieri: una differente Non escludere a priori il permes-
cultura del lavoro. so di soggiorno, dunque. Ma valu-
tare il percorso dell’individuo: dal- Piero Bertolazzi
Dal suo osservatorio privilegiato, Bertolazzi l’ingresso in carcere in poi. “Non
riconosce che in carcere italiani e stranieri sono tutti santi, ma occorre una
appartengono a due realtà diverse. Gli italiani lettura più approfondita delle sin-
arrivano spesso da una realtà di emarginazione gole storie, che non si fermi al reato commesso poche realtà in Emilia-Romagna che offre lavo-
sociale e di incultura del lavoro, come ad esem- ed al provvedimento con il quale viene intimata ro fuori e dentro al carcere.
pio la tossicodipendenza. Realtà in cui il lavoro l’espulsione”. “Arrivo da una lunga detenzione, sono un ex
non viene considerato come una dimensione con Il ruolo del Garante per i diritti dei detenuti brigatista. Tra carcere e misure alternative, mi
cui la persona si costruisce. potrebbe essere prezioso per fungere da filtro tra sono fatto 27 anni di carcere. Una volta uscito,
Al contrario, gli extracomunitari generalmente le figure che ruotano attorno ad un detenuto o ad dovevo decidere cosa fare. Dovevo cercare di
sono persone che sono arrivate in Italia per lavo- un ex detenuto. ricollocarmi professionalmente nella società,
rare. E che per varie ragioni non sono riuscite a Non è difficile comprendere che un cambio di trovare un lavoro che mi desse da mangiare tutti
farlo e perciò hanno commesso un reato. Il loro rotta interessa a tutti. Queste non sono storie che i giorni. Non volevo stare sotto padrone, volevo
approccio al lavoro è completamente diverso. vanno bene per uno sparuto gruppetto di “amici essere autonomo e fare qualcosa che avesse
“Se l’italiano emarginato non sa fare nulla, dei detenuti”. “Stiamo parlando di sicurezza senso non solo per me, ma anche per altre per-
l’extracomunitario ha il senso della realtà, ha sociale. Che non si assicura solo mettendo le sone”, racconta Piero Bertolazzi.
una tensione al lavoro e una certa serietà. manette alla gente, ma anche consentendo a chi La detenzione di Bertolazzi comincia a 24
Anche il modo in cui lavorano è diverso. Li ho ha sbagliato di essere protagonista di percorsi anni. “Prima di allora, mi ero iscritto a
visti certi italiani. Abbiamo costruito loro un inclusivi”, si sfoga Bertolazzi. E aggiunge: Filosofia, che avevo interrotto per andare a
lavoro che ha una base manuale e non avevano “Abbiamo tra le mani una bomba che può esplo- lavorare come geometra nei cantieri. Avevo una
idea di dove mettere le mani. Quando comincia- dere da un momento all’altro. Un uomo può moglie e un figlio, in seguito sono diventato
no a guadagnare qualcosa, poi, si giocano tutto essere disposto a commettere un reato perché clandestino (espressione con la quale si indicava
alle macchinette. E dopo ti vengono a chiedere non riesce a pagare l’affitto o per non rischiare chi si dedicava completamente alla causa delle
altri soldi in prestito”, spiega Bertolazzi. di essere abbandonato dalla moglie”. BR, ndr)”.
Dopo aver seguito in carcere corsi per inse-
No ad una indiscriminata concessione del gnare l’italiano agli stranieri, Bertolazzi comin-
permesso di soggiorno. Sì a valutazioni indi- COOP FUTURA, UN PONTE cia a collaborare con l’ENAIP (Ente Nazionale
vidualizzate che tengano conto del percorso TRA IL CARCERE Acli Istruzione Professionale) di Lodi e di
Piacenza. “Sono stato molto sostenuto, non-
del singolo. E IL MONDO DEL LAVORO ostante fossi una figura non molto facile da
Le storie che seguono di Simone e Filippo ci
mettono di fronte ad alcune contraddizioni del digerire per il mio passato”, ricorda. Insegna
Fondata nel 1994, attualmente ha 23 dipen- informatica e contabilità in carcere. Poi la svol-
nostro ordinamento. La prima. Anche gli irrego- denti. “Una rete di contatti con professionisti
lari possono beneficiare delle misure alternative, ta: “A un certo punto si è aperta la possibilità di
ed aziende consolidata negli anni” avere una commessa di lavoro tramite la Spes di
ma l’intento rieducativo di quelle si arresta una
volta scontata la pena. Che è come dire che Milano. Grazie a quella, avrei avuto del lavoro
(C.I.) - La cooperativa Futura è nata nel 1994, da portare in carcere. Ho elaborato un progetto,
hanno più diritti (quello al lavoro, per esempio) fondata da Piero Bertolazzi e da Manuela Zaini
come detenuti in misura alternativa che come discusso con il Comune di Piacenza - ricordo
(presidentessa della cooperativa). È una delle
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PROGETTO ICARO
invece possono modificare la propria
storia e scegliere la legalità.
“Una volta decorsa la durata della
misura alternativa, sono obbligato a
licenziare il mio dipendente, perché Accoglienza dei familiari dei detenuti e dei loro congiunti ammessi
irregolare. Anche volendo, non posso ai benefici di legge
aiutare nessuno”, chiarisce Bertolazzi
della coop Futura.
L
a famiglia costituisce per il detenuto una fonte di sostegno morale e materiale. La presenza di una
rete di rapporti familiari può svolgere, nel contesto detentivo, un’utile opera di sostegno espressi-
La storia di Filippo, che ha rifiuta- vo, in grado di offrire al soggetto recluso una trama di bisogni, aspettative e interessi “esterni” che
to un lavoro sicuro e poco “pulito”. proiettano il vissuto esperienziale dell’individuo oltre le mura del carcere, in una continuità sim-
Anche Filippo non è italiano, ma per bolica di legami e di rapporti affettivi. L’ordinamento penitenziario tratta della famiglia in molti
fortuna la sua storia ha un esito diver- articoli, ad esempio: Art.45 “Il trattamento dei detenuti è integrato da una azione di assistenza alle loro
so. famiglie. Tale azione è rivolta anche a conservare e migliorare le relazioni dei soggetti con i familiari ed a
Filippo viene da un’area geografica rimuovere le difficoltà che possono ostacolare il reinserimento sociale. E’ utilizzata, all’uopo la collabora-
completamente diversa da quella di zione degli enti pubblici e privati qualificati nell’assistenza sociale” (Legge 26 Luglio 1975 n° 354). Il dis-
Simone. In Italia ha qualche parente tacco tra gli orientamenti espressi dalla legge e la realtà dell’esperienza “carcere-famiglia”, è rilevante. Nello
specifico, qualsiasi nucleo familiare che si trova ad interagire con l’istituzione carceraria è costretto a fron-
teggiare una serie di difficoltà e di disagi che compromettono la qualità dei rapporti con il congiunto dete-
LA PENA È INUTILE nuto. Il trasferimento in altro carcere di un familiare detenuto suscita una serie di ulteriori difficoltà per la
QUANDO… famiglia, che si trova costretta a lunghi viaggi e spostamenti che vanno ad appesantire una situazione fami-
Le regole sono chiare ma non ven- liare già segnata da disagi e da difficoltà.
gono rispettate
Non c’è niente da fare tutto il gior- L’idea progettuale è nata nel 2003, a partire da queste riflessioni, all’interno del Coordinamento dei volon-
no, tutte le settimane, i mesi, gli anni tari attivi presso la Casa Circondariale delle Novate a Piacenza. In particolare, da alcuni momenti di incon-
Non ci sono prospettive fuori tro e di approfondimento con gli operatori dell’UEPE (al momento dell’avvio del progetto si chiamava
Quando arriva troppo tardi; dopo Centro di Servizio Sociale per Adulti C.S.S.A) di Reggio Emilia sulle prospettive di reinserimento sociale
sette, otto, dieci anni, magari quando dei detenuti, è emerso come molte famiglie di detenuti non effettuano i colloqui di diritto presso il carcere
una persona ha già cambiato vita, ha a causa delle difficoltà economiche e logistiche legate a lunghi spostamenti. Inoltre, alcuni detenuti posso-
trovato una casa, un lavoro, ha no accedere al beneficio di colloqui con i familiari all’esterno del carcere, ma hanno difficoltà ad individuare
costruito una famiglia luoghi adatti all’accoglienza delle famiglie soprattutto in relazione ai bisogni dei figli minori. In fase di pro-
Quando si vive sempre il carcere gettazione sono state individuate esperienze simili da cui trarre informazioni indispensabili riguardo alla fat-
come emergenza, quando manca il tibilità ed alla gestione del progetto. In particolare, sono state contattate l’Associazione Assistenti Volontari
personale trattamentale e di sorve- Penitenziari “Per Ricominciare”, che gestisce una accoglienza per i familiari dei detenuti presso il Convento
glianza S. Giovanni di Parma, e l’Associazione A.L.I sempre di Parma che ha attivato un’ accoglienza per detenuti
Riflessioni dalla redazione di in permesso premio. Concretamente il progetto ha assunto la forma di una casa di accoglienza capace di
“Sosta Forzata” offrire anche a Piacenza uno spazio protetto destinato all’ospitalità dei familiari ed all’incontro, quando pos-
sibile, con i detenuti. Il progetto ha previsto la costituzione di un gruppo di volontari adeguatamente forma-
ti alla gestione ed alla animazione di un appartamento per l’accoglienza diurna e notturna di famigliari di
detenuti che devono effettuare colloqui presso il carcere di Piacenza e per l’incontro delle famiglie con i loro
qua e là, ma vive solo. Non è sposato e congiunti ammessi ai benefici di legge.
non ha figli.
Come Simone, una volta fuori si è Con il gennaio 2004 la struttura è diventata operativa e da allora ha funzionato con continuità grazie al
trovato sulla strada. Senza lavoro, determinante contributo di un piccolo gruppo di volontari che accompagnano i familiari dei detenuti nei
senza futuro. Di lui ci parla Giacomo diversi momenti della loro presenza a Piacenza. Aspetto qualificante del progetto è infatti rappresentato dal
Gnocchi, che fino a poco tempo fa ruolo del volontariato come promotore di reti e di attività intese alla valorizzazione del soggetto, del suo
lavorava per la cooperativa “Pecora ambiente, sottraendolo ai meccanismi dell’esclusione sociale.
Nera” di Piacenza. “Filippo è stato un Massimo Magnaschi
nostro volontario per un paio di mesi. Caritas di Piacenza - Bobbio
Ne abbiamo visti tanti di ex detenuti
passare di lì, ma lui si distingueva per
impegno, costanza e senso di respon-
sabilità. Dava una mano a tenere in
ordine il magazzino. Lo faceva con
rapidità ed efficienza, in piena autono-
mia”. Da allora Gnocchi non ha più
saputo nulla di lui.
Anche Filippo dopo il carcere rischia
l’espulsione. È un clandestino, girova-
ga in cerca di lavoro. Perché senza
quello, non ha diritto ad un permesso
di soggiorno. Un connazionale gli
offre un lavoro in un’altra città, nel set-
tore dell’edilizia. Ma Filippo lo rifiuta.
C’è qualcosa che non lo convince.
Forse il suo datore di lavoro non opera
nella legalità, forse ha dei precedenti e
Filippo non vuole rischiare di essere
visto con quelle persone.
A costo di rischiare di essere espul-
so, continua a cercare un lavoro one-
sto.
Oggi Filippo ha trovato un lavoro, ha
regolarizzato la sua posizione. Per
mesi ha vissuto come un fantasma
della società. Ma ha scelto di non tor-
nare a delinquere.
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nonsolocarcere
Da MODENA
A cura dell’ Associazione “Carcere-città”
L
a metterai sul giornale? mia – sono anche serena. A lui e ai
Ma a chi vuoi che inte- suoi parrocchiani devo tutto.
ressi la mia storia? Sì, mi hanno diagnosticato una
Prima, quando ero brutta forma di anemia e mi sto
fuori, tacevo perché volevo quasi curando. Ma non c’entra, questo: io
sembrare un’italiana, non volevo che lavoro lo stesso. Io lavoro. Non rubo,
la gente mi compatisse. Adesso tac- capito. E magari comincio a manda-
cio perché quando stai qui, per quel- re un po’ di soldi a casa.
li fuori, diventi un’ombra, una che –
a pensarci - dà solo un po’ fastidio… E poi: la mazzata, l’espulsione.
Vengo dall’Albania. Là, la vita Mi cacciate via. Non mi volete più.
com’era l’avrai già sentito. Poco Ma perché – dico io – io voglio
lavoro fuori dalle città e, anche lì, per solo lavorare e dimostrare chi sono:
chi non aveva una raccomandazione, non una spacciatrice, non una ladra.
c’era poco da fare. E l’Italia, per noi, non una prostituta, solo una che
era quella della televisione: bei soldi, lavora. Mi scaldo, sì. Hai ragione, mi
belle case, molto divertimento. scaldo, scusa. Ma tu mi devi spiega-
A me il divertimento non interes- re perché gli italiani mi hanno sem-
sava e mi bastava non dormire nella pre teso una mano perché sono intel-
strada. Però volevo i soldi: mio fra- ligenti e hanno capito. Lo Stato no.
tello è sposato e ha tre bambini. Uno Ma lo Stato – dico io – non è fatto
è malato e ci vuole una cifra tutti i di italiani?
mesi per curarlo. Mia cognata ha un
problema di cuore che è venuto fuori
con l’ultimo parto. Mia madre ha
SOCIALMENTE
settant’anni e porta ancora il fazzo- PERICOLOSI
letto nero. Mio padre? Lui è morto E DELINQUENTI
dal dispiacere quando ha capito che
andavo via e ha pensato che sarei ABITUALI
venuta qui a fare… beh, sai… ecco.
Quando ho deciso di iniziare il mio
Invece, io sono venuta qui a lavo- volontariato nell’ambiente carcera-
rare: le mie braccia sono buone e voi rio e, in particolare, nella Casa di
rispettate la gente che fatica seria- lavoro di Castelfranco Emilia, con-
mente. Io, agli Italiani, gli posso solo fesso, qualche timore l’avevo.
significato. Se si vive, ad esempio, in normali!
dire grazie. Sì, adesso capisci. Innanzi tutto mi sono trovata di
un ambiente degradato, non sarà dif- Bisogna ammettere che ultima-
Nel 2004 sono arrivata con una fronte a un mare di sigle e a due defi-
ficile essere sorpresi a parlare con un mente sono un po’ nervosi, sembra
mia amica che viveva a Modena e mi nizioni degli “ospiti” : detenuti ed
pregiudicato. Se hai commesso e che da mesi non siano loro concesse
ha offerto un letto per dormire, ma internati. Per i detenuti riuscivo a
completamente espiato la pena per le licenze previste dalla legge pur
in casa sua si litigava sempre: lei con capire il significato, stavano scontan-
alcuni reati e sei diventato, quindi, avendone i requisiti, che siano tratta-
suo marito, suo figlio con lei…io do una pena per i reati commessi
un libero cittadino, quella semplice ti come detenuti anche se non sono
non sopporto, vado in panico, mi ma…gli internati?
circostanza può diventare il fattore tali, che non abbiano, se non per
sento male. Ma non per modo di Risposta : sono socialmente peri-
determinante per l’applicazione pochi casi, la possibilità di lavorare,
dire: cado a terra. colosi o addirittura delinquenti abi-
delle misure di sicurezza. che passino molto tempo rinchiusi
Allora me ne sono andata via, ho tuali o professionali che sono sotto-
nella loro sezione, che non ci siano
trovato una stanza e ho continuato a posti a misure di sicurezza anche se
La Casa di lavoro non dovrebbe molti progetti per la loro rieducazio-
lavorare, sempre, notte e giorno, tan- hanno già completamente scontato la
essere un carcere ma si è reclusi. ne come sarebbe previsto, che per
t’è che la stanza mi serviva a poco. pena per i reati commessi.
Ammetto che la cosa non è chia- molti si allontani a tempo indetermi-
Così il padrone l’ha affittata a un rissima per noi profani perché o è nato la fine della loro permanenza in
altro e, mentre portavo via un po’ Qui un sussulto di paura è d’ob-
pena o non è pena, se serve per la casa di lavoro per mancanza di una
della mia roba, questo è arrivato. bligo: ma dove sono capitata?
rieducazione anche il carcere casa, di un lavoro, di legami fami-
Insomma, te la faccio breve: lui era Mi aiuta M., ladro gentiluomo, (
dovrebbe avere avuto questa finalità, gliari esterni ma, a parte questo….
albanese come me, abbiamo comin- non manca mai di salutarmi con
se non si sono commessi reati dopo
ciato a chiacchierare. Gli ho chiesto molta deferenza, mi apre la porta e
quelli espiati, che cos’è, un carcere La curiosità è troppa, approfitto
un passaggio. Lui non voleva, io ho mi porta la cartella, cosa di cui si è
preventivo? Aggiungiamo, poi, che della loro voglia di raccontare e
insistito, lui me l’ha dato. Ci ha fer- persa l’abitudine da tempo) che,
non è detto che si esca alla fine del lascio che un signore anziano,
mato la Finanza - forse già lo stava- informatissimo, mi spiega. Tutti gli
periodo previsto perché bisogna all’andatura non troppo sicura e
no seguendo – e hanno trovato la internati hanno già scontato la pena
avere precisi requisiti per non essere dall’aria un po’ sofferente inizi a
droga nella sua macchina. Tanta, sì. comminata per i loro reati in carcere,
più considerati socialmente pericolo- parlare.
E, logico, non mi hanno creduto e mi però il Magistrato di Sorveglianza
si. Ergastolo preventivo? Ha 76 anni ( credevo di aver capi-
hanno condannato a tre anni e può decidere della pericolosità
Inizio il mio lavoro di insegnante e to male, ma è nato nel 1934),
mezzo. sociale di un individuo, nella presun-
sono circondata da ragazzi più o ammette di avere un buona serie di
Poi ho incontrato un prete: dopo zione che possa ripetere i reati.
meno attempati molto corretti, che reati contro il patrimonio ( ricettazio-
più di un anno di carcere mi hanno Presunzione che, a volte, scatta
mi salutano, chiacchierano e sono ne, furto, assegni a vuoto…) per i
messo agli arresti domiciliari da lui, anche in situazioni che per le perso-
attenti al mio lavoro. Certo, mi dico, quali ha scontato altrettanti periodi
lì lavoro e – per la prima volta in vita ne normali non assumono nessun
recitano benissimo, sembrano quasi più o meno brevi in carcere. Anzi,
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aggiunge quasi con orgoglio, “io ho pagato per derarli a tutti gli effetti dei detenuti.
tutto!”. Ha anche lavorato e ha maturato 16 anni Non si rischia niente e poi come dice il
di contributi che gli permettono di avere una pen- Magistrato di Sorveglianza : “ la revoca delle
sione . misure di sicurezza richiede un complesso di ele-
Si è sposato, ha divorziato, ha avuto un figlio col menti ( lavoro, astensione dai reati per un periodo
quale non ha rapporti, ha un modesto appartamen- significativo, casa ) tale da far ragionevolmente
tino in affitto di cui con fierezza mi mostra la foto. pensare con rigoroso giudizio ex-ante (mirabile
L’ha ristrutturato lui e appare in perfetto ordine. dono divinatorio!) che il soggetto si asterrà da
Certo non è esattamente quello che ci si aspette- ulteriori reati”.
rebbe da un delinquente professionale, come è Proprio in base a quanto sopra, mi si presenta il
stato definito, in ambito finanziario. Se quasi 50 caso di O: ex tossicodipendente, non ha più com-
anni di andirivieni dalle patrie galere e successivi piuto reati da alcuni anni, tre reati per i quali dove-
reati, gli hanno procurato una pensione di 585 va scontare alcuni mesi ciascuno. E’ stato anche
euro, l’assegno mensile sociale di 40 e l’assisten- condannato per lancio di oggetti pericolosi!. Non
za dei servizi sociali deve proprio essere stato un ha casa, non ha lavoro, non può che essere un
dilettante o esageratamente sfortunato. Forse, non potenziale delinquente, quindi misure di sicurezza
vuole farmi conoscere i dettagli. per ben tre anni. Nel frattempo, però, aveva trova-
Ma torniamo al presente. to un lavoro e stava per firmare il contratto d’affit-
Dopo che non ha ottemperato agli obblighi to di una casa, ma il Magistrato non firma, alme-
della libertà vigilata non rispondendo a un con- no per ora, la misura alternativa alla casa di lavo-
trollo notturno dei carabinieri ( è sordo come da ro e O. resterà a Castelfranco.
certificato medico) e cercando di spendere denaro Il lavoro del Magistrato di Sorveglianza è certa-
falso che lui sostiene gli fosse stato dato come mente ingrato; essere sicuri che queste persone al
resto, sono scattate le misure di sicurezza. E così, momento dell’uscita dalla Casa di lavoro non
all’età di 75 anni, è stato finalmente riconosciuto commetteranno più reati è quasi impossibile dato
come “delinquente professionale” che significa che anche le persone normali possono essere
che non è più solo socialmente pericoloso (che indotte a commettere reati, figuriamoci loro!
sembra sia meno grave) quindi resterà in casa di Ma noi persone per bene siamo molto più tran-
lavoro almeno 3 anni. Dovrebbe uscire nel 2012 a quille se li sappiamo al chiuso e non ci chiediamo
78 anni, sempre, ovviamente, che abbia tutti i cosa avremmo fatto se fossimo vissuti nelle loro
requisiti richiesti. Rischia di diventare il più vec- stesse condizioni. Non li voglio giustificare, pote-
chio internato d’Italia. vano, come tanti, comportarsi ugualmente bene e
L’età, però, può giocare brutti scherzi. Nel mese non delinquere, però hanno pagato col carcere per
di novembre ha avuto un ictus. L’hanno salvato e quello che hanno fatto. Dobbiamo continuare a
curato ma, certamente, non sembra più l’arzillo punirli in attesa che si abbia la sicurezza che “si
pensionato che attenta alle finanze altrui. asterranno da ulteriori reati” o dobbiamo fare in
E’ stata chiesta una perizia e corrono voci che modo che, se proprio non c’è altra soluzione che
non gli sarà riconosciuta l’incompatibilità con il la Casa di lavoro, almeno, sia stato fatto il massi-
regime carcerario. Non ho parole.. ma io mi mo per colmare quelle carenze culturali, educati-
lascio condizionare da un’eccessiva sensibilità. ve, professionali per aiutarli, forse, a non delin-
quere di nuovo?
Non manca, ovviamente, anche il caso con- Una volontaria
trario
Non manca, ovviamente, anche il caso contra- COME FACCIO
rio: C. di 47 anni, gravemente ammalato e dichia-
rato incompatibile con il regime carcerario, non A SAPERE
potrà uscire essendo senza fissa dimora. Dovrà
aspettare che qualche sevizio sociale lo prenda a
SE HA AVUTO
carico ma non è così semplice. I GIORNI?
E’ tanto poco semplice che mi viene raccontato L’attesa di una moglie
il caso M.S, anche lui senza fissa dimora e alcoli-
sta, che ha aspettato 10 anni prima di ottenere la Se gli hanno dato i giorni all’udienza di questa
scarcerazione per poi morire sotto un autobus. mattina dovrebbe uscire subito! Non ha avuto rap-
Forse, si può dire, era meglio se restava in Casa di porti, però…
lavoro, ma è morto libero sotto l’effetto dell’unica Ho chiamato l’ avvocato, ma è in udienza. Ho
sostanza che gli faceva dimenticare una vita diffi- lasciato detto, ma non sanno se tornerà nel pome-
cilissima . E non è l’unico, visto che si parla di un riggio.
internato che ha aspettato 25 anni!! Ho chiamato “dentro”, ma non sanno… lo sape-
Sentirsi raccontare la vita di alcuni internati, è vo, ma ho provato!
un’esperienza che ti fa riflettere. Sono vite di orfa- Chiamo la volontaria… non risponde… è matti-
ni, di sbandati, di persone con una famiglia pro- na, sarà dentro. È la mia unica speranza, magari lo
blematica se c’è famiglia, spessissimo alcolisti o ha visto… ha saputo… oppure può informarsi.
tossicodipendenti. Il livello di scolarità è minimo, Richiamo… ancora nulla. Riprovo prima che
l’analfabetismo di ritorno è la norma. I reati che vada via da lì… vedrà le mie chiamate sul cellula-
commettono e che giustamente pagano con il car- re… mi chiamerà, però riprovo. Stai calma. Porta
cere, sono strettamente correlati a questa condi- pazienza, i ragazzi chiedono… sono rimasti a casa
zione. Sono socialmente pericolosi? Può darsi, ma da scuola per andare a prendere il padre davanti al
la soluzione è quella di rinchiuderli o di offrire carcere. Vogliono esserci quando dopo 8 anni… è
loro la possibilità di riscattarsi davvero? finita! Da “giù” i suoi chiamano… ”allora?”
“quando?”
La Casa di lavoro ha triplicato gli ospiti
I servizi sociali fanno quello che possono con Noi siamo saliti 8 anni fa, perché Angelino
l’eterna carenza di personale e mezzi finanziari, la aveva trovato lavoro qui al Nord e da qui avreb-
Casa di lavoro ha triplicato gli ospiti, non ci sono be dovuto ripartire la nostra famiglia, lontano,
programmi di rieducazione e lavoro per tutti, la molto lontano dalla nostra terra, nel tentativo di
soluzione più praticabile è sempre quella consi- lasciarsi alle spalle un pezzo doloroso della nostra
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Da RIMINI
AGLI ARRESTI
DOMICILIARI IN CARITAS
N
el mese di settembre
2009 nelle carceri italia-
ne erano presenti 64.179
detenuti a fronte di una
capienza regolamentare di 43.327
unità. Dodici regioni appaiono
‘fuori legge’.
Tra queste l’Emilia Romagna con
4.670 detenuti presenti contro i
3.796 di capienza tollerabile.
Un sovraffollamento che si mani-
festa in maniera forte anche nella
Casa Circondariale di Rimini, dove
– afferma Gloria Lisi, responsabile
del progetto detenuti stranieri della
Caritas diocesana – “in una cella di
15 metri si è arrivati ad ospitare 15
detenuti e i letti a castello sono
arrivati al quarto piano”. A
Rimini, nel mese di febbraio 2009,
si registravano 195 detenuti a fron-
te di una capienza di 80 posti.
Questo problema crea forti disagi
anche al personale di polizia peni-
tenziaria e alla Direzione che si tro-
vano a gestire situazioni al limite.
Un problema, quello del sovraffol-
lamento, vissuto in prima persona
da coloro che hanno passato un
periodo al carcere dei Casetti e che
ora si trovano agli arresti domicilia-
ri alla Caritas. Quando i reati non Caritas perché la situazione in car- ché sto insieme agli altri. La
sono gravi il giudice può decidere cere, per me, era pesante, soprat- Come ti trovi alla Caritas e Caritas per me è diventata un punto
di concedere i domiciliari presso la tutto il fatto di non essere libero. Il com’è il rapporto con gli altri ope- di riferimento.-
struttura di via Madonna della carcere è un brutto posto e mi tro- ratori e volontari?
Scala. vavo male. Io vengo dalla Bulgaria In Caritas mi trovo bene. Aiutare I detenuti, per la Caritas, rappre-
e sono stato recluso per aver com- gli altri per me è importante anche sentano tutte quelle tipologie di
piuto un piccolo reato. Stare lì per perché la Caritas mi aiuta. Mi sento persone citate nel capitolo 25 del
La Caritas di Rimini me non era giusto. Inoltre dormivo grato verso il direttore e gli operato- vangelo di Matteo: ‘Perché io ho
vicina ai soggetti più deboli con altre 12 persone, piccoli e ri perché se non ci fosse questa avuto fame e mi avete dato da man-
grandi, tra i quali malati di HIV e struttura io sarei ancora in carce- giare, ho avuto sete e mi avete dato
Come Caritas da sempre voglia- tossicodipendenti. Vivevo con per- re”. da bere; ero forestiero e mi avete
mo essere accanto ai soggetti più sone che hanno ammazzato la ospitato, nudo e mi avete vestito,
deboli, in particolare a quelli che gente. In carcere ci sono persone Racconta un altro detenuto: - Il malato e mi avete visitato, carcera-
sul territorio non hanno risorse dis- da tutto il mondo e la convivenza è mio avvocato si è accorto che la to e siete venuti a trovarmi’. Il dete-
ponibili – continua la dottoressa difficile. - vita del carcere mi aveva turbato nuto generalmente è malato, o ha
Lisi - oppure a coloro che per la troppo così mi ha proposto di veni- problemi di carattere psicologico a
giovane età hanno la possibilità di E alla Caritas che cosa fai? re alla Caritas. In carcere ci sono causa delle condizioni nelle quali
un riscatto personale attraverso lo Lavoro in cucina, aiuto gli altri, rimasto per tre settimane; le prime vive. La Caritas cerca di promuove-
svolgimento dell’umile servizio faccio tutto quello che mi viene chie- due non ho fatto nulla. Mangiavo re il più possibile la solidarietà
quotidiano svolto accanto ai pove- sto. Pulisco le stanze degli ospiti, poco, dormivo e guardavo la televi- anche nei confronti dei carcerati
ri, come nel caso di un nostro vado a fare il giro nonni e la visita sione. Ero preoccupato per la mia che sono coloro che hanno bisogno
accolto da più di un anno che ha agli anziani, insieme ai volontari famiglia che è rimasta in di un aiuto maggiore per il reinse-
commesso un reato grave. - della struttura, vado al magazzino Afghanistan e non ha saputo nulla rimento nella società. Ma, vista l’e-
dei mobili e dei vestiti e sono impe- della mia reclusione. Sono alla terogeneità dei nostri ospiti che
Un detenuto racconta: gnato nella raccolta degli stessi. Caritas da un anno e svolgo servi- provengono da mondi molto diversi
Sono stato due mesi in carcere. Questa esperienza la sto vivendo zio in cucina e alla mensa, oltre (disagio psichico, dipendenze,
La maggior parte del tempo l’ho bene perché qua non mi serve nien- all’attività con i bambini che emarginazione, tratta) sia dei
passato dormendo e guardando la te, ho tutto. Tutti ti vogliono bene e seguono il Centro Educativo volontari (giovani studenti, pensio-
televisione, oppure non facendo mi sento di fare qualcosa di utile, mi Caritas. Sto vivendo bene questa nati, ospiti diventati operatori),
assolutamente nulla. Stavo tutto il sento più buono e tranquillo. - esperienza. Ho imparato anche l’i- possiamo accogliere ai domiciliari
giorno nella stanza e potevo uscire taliano, insieme ad una volontaria solo coloro che sono alla prima
un’ora al mattino e un’ora al Cos’è che ti piace più di tutto? e poi ho seguito un corso in una esperienza carceraria e che devono
pomeriggio. Lì dentro mi sentivo Mi fa piacere stare in cucina per- scuola. Sono contento di stare alla scontare pene lievi per piccoli reati
inutile allora ho chiesto al mio ché apprezzo cucinare e il fatto che Caritas anche perché fuori non ho - sottolinea Gloria Lisi.
avvocato di fare i domiciliari alla lo faccio per persone che sono in amici, non ho la famiglia. Questa
difficoltà mi da soddisfazione.- esperienza mi fa sentire bene per- Letizia Rossi
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L
a casa Madre del reo; essa, la pena, va considerata
Perdono accoglie da anni come necessaria per spingere l’indi-
detenuti comuni non tossi- viduo verso il cambiamento. Il lin-
codipendenti, sviluppando guaggio della misericordia, del per-
un progetto educativo con l’obiettivo dono e della solidarietà, non deve
di rimuovere le cause che rendono la mai prescindere dal riconoscimento
persona propensa ad atteggiamenti, della colpa e del male arrecato alle
sentimenti e atti criminosi. vittime.
Dal 2005 ad oggi sono state accol-
te oltre 100 persone alle quali in La formazione religiosa
varie forme e gradi sono state offerte si estrinseca attraverso:
occasioni di cambiamento di vita
che passano soprattutto attraverso Momenti di conoscenza sui fonda-
un cambio di mentalità. I problemi di menti della religione Cattolica e
maggiore entità sono costituiti da attraverso essi capire cosa Dio
episodi di fuga avvenuti da persone dice(non rubare, non uccidere,amare
prive di permesso di soggiorno.La ecc.); a tal riguardo si svolgono sera-
nuova sede è stata inaugurata l’11 te di catechismo dialogato, di testi-
luglio del 2008 monianze di fede vissuta (missiona-
Gli strumenti offerti dalla casa ri, consacrati, sposi, handicappati,
sono di duplice natura: formazione strutturato in cui a turno il recupe- ex-carcerati, prostitute ecc.). Se nella
L’amore disarma: quando uno rando è chiamato a confrontarsi sul
umana e formazione religiosa. si sente amato del tutto, sempre, formazione si cerca di comprendere
Oltre agli operatori, sono presenti in piano interiore. Il sistema delle cosa Dio dice, nei momenti di culto
ovunque, a qualsiasi costo, non Punizioni svolge varie funzioni:
forma continuativa 12 volontari che teme più, lascia cadere le armi e e di preghiera si chiede a Dio la
svolgono il delicato compito di spingere al riconoscimento della forza e la grazia per vivere ciò che
al posto dell’odio subentra l’a- colpa e dare prova di pentimento con
accompagnare nella gratuità del loro more, al posto della menzogna Lui vuole. Tali momenti quotidiani e
operare i recuperandi loro assegnati. l’accettazione della punizione. Le settimanali sono strutturati.
subentra la verità, al posto della responsabilità vengono date sin da
Il loro apporto è fondamentale in morte entra la vita La formazione umana e quella reli-
quanto rappresentano l’impegno subito ad ogni recuperando e verifi- giosa ovviamente si amalgama in un
Don Oreste Benzi cate dal C.S.S.S.: attraverso esse si
concreto che la società civile e la unico percorso educativo che neces-
chiesa procurano per aiutare le per- misura il grado di coinvolgimento e sita un’adesione alta e motivata, pur
sone criminali. Il lavoro educativo cosa si è vissuto nelle varie attività; di assunzione di responsabilità. Il rispettando a discrezione dei respon-
rappresenta l’impegno principale del l’incontro, è il momento in cui si Lavoro ha una grande funzione edu- sabili tempi e modi.
recuperando. La presa di coscienza mettono a tavolino tutti i problemi cativa: rispetto degli orari, impegno
della gravità del reato e del male che emergono dalla convivenza e che quotidiano, scelta al sacrificio ecc. La Rete
commesso deve essere accompagna- fanno parte del vissuto dei recupe- L’assenza di retribuzione diretta,
to dalla speranza di poter ricomincia- randi. Si leggono anche i resoconti, quando è accettata ha un grande
Intorno alla Casa Madre del
re una vita diversa, accettando di ci si confronta sulla base della valore educativo per la persona che è
Perdono, ci sono realtà significative
dover fare una cammino di riconci- Tabella di merito, sulla relazione chiamata ad espiare una pena ed in
sul piano educativo e lavorativo
liazione con se stessi e con la società ecc.; un apposito incontro viene svol- qualche modo a risarcire la società
della Comunità Papa Giovanni
intera. to per approfondire i propositi di ferita dal crimine commesso. Ci si
XXIII . Tra esse spicca appunto la
Gli strumenti che offre la casa cambiamento personali, con relativi educa al Fare per gli altri. A tal
Coop. “La Fraternità”con i suoi
ovviamente hanno valore nella misu- richiami che i recuperandi sono soli- riguardo è preziosa l’attività svolta
centri:il già citato “La Pietra
ra in cui il recuperando sceglie di ti farsi vicendevolmente. La presso il centro “La Pietra Scartata”
Scartata”, in cui si producono i pro-
aderire con cuore al progetto. Spesso Relazione: è un’incontro cui tutti ove si svolge attività di volontariato
dotti biologici, con 20 persone dis-
pur di uscire dal carcere il detenuto sono invitati a dare un parere su una con 20 persone diversamente abili e
abili e 7 operatori, “Il Biancospino”,
aderisce alla proposta senza una pro- singola persona che in quel momen- svolgono specifici corsi di profes-
con 10 operatori e circa 35 persone
fonda consapevolezza; per tale moti- to è assente. La persona oggetto della sionalizzazione: magazziniere, con-
disabili con produzioni di icone e
vo risulta importante un accompa- discussione, nel frattempo scrive una fezionamento, laboratorio di produ-
lavoro di assemblaggio e articoli da
gnamento che lo spinga ad una scel- relazione su se stesso. La Tabella di zione prodotto biologico, corsi spe-
regalo; la Coop. “Cieli e terre
ta motivata e meno strumentale e merito: è un esercizio di verità attra- cifici sulla sicurezza al lavoro con
nuove” che attraverso il centro “S.
nel tempo consapevole. verso cui ognuno si esprime attraver- relativo attestato di frequenza. La
Facondino”, con oltre 130 capi di
Il percorso educativo elaborato dal so un voto sul comportamento degli presenza dei Volontari è di essenzia-
bestiame, produce latte e formaggi e
servizio carcere dell’associazione altri compagni su punti specifici. le importanza: ogni volontario, vero
carne da macello. Il centro “Il
Comunità Papa Giovanni XXIII si Verrà simbolicamente premiato il apostolo della carità, ha affidati a sé
Garden”che svolge attività da vivai-
differenzia da quello delle comunità migliore e evidenziato il peggiore. alcuni figliocci con i quali svolge
sta con coltivazione di piante, fiori
terapeutiche per le tossicodipenden- Il C.S.S.S. è il consiglio della colloqui individuali e instaura rap-
ecc.Inoltre l’hotel Royal, situato sul
ze pur avendo molti aspetti in comu- Sicurezza, Sincerità, Solidarietà; porti di amicizia e di autentica fratel-
lungomare di Cattolica svolge attivi-
ne. L’elemento forza del percorso è generalmente è costituito da un lanza. Gli stessi volontari svolgono
tà alberghiera e non solo con 6 ope-
dato dalla gratuità delle persone numero ristretto di recuperandi che settimanalmente le seguenti attività:
ratori. Tutti questi ambiti rappresen-
che vi operano, siano esse operatori sono in fase avanzata:ad essi spetta corso di informatica, scuola di
tano occasione di professionalizza-
interni ma ancor più, grazie alla pre- di dare il loro consiglio al responsa- Italiano per stranieri, scuola di
zione al lavoro in ambienti adeguati .
senza di volontari esterni che donano bile, su ogni decisione o proposte canto, découpage. Anche attraverso
L’aspetto professionalizzante è
gratuitamente il loro tempo, con che si devono prendere. Il responsa- tali attività il recuperando può trova-
qualificato e coniugato ad un forte
amore. bile è l’unico che decide. I membri re occasione per conoscere e farsi
impatto sociale. Attualmente 15
del C.S.S.S. si occupano anche del- conoscere.
recuperandi frequentano questi cen-
La formazione umana l’andamento sul piano educativo dei A tutto ciò, si aggiunge attività che
tri. Alcuni hanno assunto regolar-
si estrinseca in varie recuperandi stessi. Si relazionano può avere un senso specifico nello
mente recuperandi. A tutto ciò si
attività e occasioni: anche con i volontari a cui sono stati svolgimento del programma educati-
aggiungono alla rete le varie realtà
affidati i recuperandi. Sono anche vo come: attività di calcetto, passeg-
d’accoglienza dell’Associazione,
Il resoconto scritto quotidiano, garanti che tutte le responsabilità giate, uscite varie ecc: si deve però
che rendono eseguibile il percorso
un tempo preciso durante la giornata della casa sono portate bene a termi- considerare che la struttura non
personalizzato, in tutto il territorio
in cui ci si ferma per scrivere che ne. La Fraternità è il momento vuole alleggerire la pena per atteg-
nazionale
giamento buonista nei confronti del
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“O
Penale. rieducazione dei detenuti, rac- tra la seconda metà degli anni
ccorre stabilire chiude principi molto importan- 70 ed i primi anni 80, con “l’e-
norme di vita carce- Con la Costituzione (1948) ti: mergenza terrorismo”;
raria che siano viene introdotto il concetto di la discontinuità della pena, all’inizio degli anni 90, con
bensì idonee ad “rieducazione”: l’esecuzione con i permessi che permettono “l’emergenza criminalità orga-
emendare il condannato, ma della pena detentiva deve essere ai detenuti di riallacciare perio- nizzata”;
non tolgano alla pena il caratte- organizzata in modo tale da non dicamente i rapporti umani, a negli ultimi anni, con “l’emer-
re afflittivo ed intimidativo…” rappresentare un castigo più partire da quelli familiari; genza criminalità predatoria, o
(Dalla Relazione di presentazio- grande di quello che già si rea- la flessibilità della pena, con micro-criminalità”.
ne al Regolamento per gli
Istituti di Prevenzione e Pena -
Regio Decreto 18 giugno 1931,
lizza per effetto della privazione
della libertà e da consentire tutti
quei trattamenti che appaiono
la liberazione anticipata;
la modalità alternativa di ese-
cuzione della pena, con l’affida-
. = legge di grande
n. 787).
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Anno e norma Argomento trattato Novità introdotte
1962 - Legge n. 1634 Modifica dell’art. 176 del Codice Prevede la possibilità di ammissio-
Penale. ne alla “liberazione condizionale”
per gli ergastolani che abbiano
scontato almeno ventotto anni di
pena. a non essenziale”.
1975 - Legge n. 152 Cosiddetta “legge Reale”: Stabilisce che la “liberazione con-
Disposizioni a tutela dell’ordine dizionale” non possa essere con-
pubblico. cessa ai condannati per reati gravi
(omicidio, sequestro di persona,
banda armata, estorsione, etc.)
1975 - Legge n. 354 Riforma dell’ordinamento peniten- Introduce le prime misure alterna-
tive alla detenzione: affidamento
ziario. in prova al servizio sociale, semili-
bertà, liberazione anticipata (20
giorni ogni semestre di pena espia-
ta) e “permessi di necessità”. Il
lavoro esterno è consentito, ma
solo in aziende agricole o indu-
striali ed è prevista la scorta.
1977 - Legge n. 1 Modificazioni alla legge 26 luglio Prevede che l’affidamento al servi-
1975, n. 354, sull’ordinamento peni- zio sociale sia escluso per i delitti
tenziario, e all’articolo 385 del di rapina aggravata, estorsione,
codice penale. sequestro di persona a scopo di
rapina o di estorsione.
1977 - Legge n. 128 Coordinamento del servizio di sicu- Istituisce le carceri di massima
rezza degli istituti penitenziari. sicurezza, nelle quali vengono tra-
sferiti varie categorie di detenuti
“pericolosi”. Stabilisce che il
numero degli “agenti di custodia”
deve essere pari a quello dei reclu-
si.
1979 - Legge n. 625 Cosiddetta “legge Cossiga”: Misure Prevede l’aumento delle pene per i
urgenti per la tutela dell’ordine reati commessi con finalità di ter-
democratico e della sicurezza pub- rorismo e maggiore autonomia
blica. delle forze dell’ordine rispetto alla
magistratura.
1985 - Legge n. 297 Norme per la erogazione di contri- Introduce “l’affidamento in prova
buti finalizzati al sostegno delle atti- in casi particolari”, per i condan-
vità di prevenzione e reinserimento nati tossicodipendenti o alcool
dei tossicodipendenti. dipendenti.
1991 - Legge n. 203 Conversione in legge, con modifica- Vieta la concessione dei permessi
zioni, del decreto-legge 13 maggio premio e delle misure alternative
1991, n. 152, recante provvedimenti ai condannati per reati di associa-
urgenti in tema di lotta alla crimina- zione mafiosa, terrorismo, seque-
lità organizzata. stro di persona, traffico di stupefa-
centi, a meno che collaborino con
la giustizia.
I condannati per altri reati gravi
(omicidio, rapina, estorsione, etc.)
possono accedervi ma soltanto
dopo avere scontato almeno metà
della pena.
1992 - Legge n. 356 Conversione in legge, con modifica- Introduce il 2° comma dell’artico-
zioni, del decreto-legge 8 giugno lo 41-bis dell’ordinamento peni-
1992, n. 306, recante modifiche tenziario, che prevede la sospen-
urgenti al nuovo codice di procedu- sione delle regole di trattamento
ra penale e provvedimenti di contra- dei detenuti per motivi di sicurez-
sto alla criminalità mafiosa. za e legittima l’utilizzo del cosid-
detto “carcere duro” come misura
provvisoria ed eccezionale di con-
trasto alla criminalità organizzata.
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Anno e norma Argomento trattato Novità introdotte
1998 - Legge n. 165 Cosiddetta “legge Simeone - Prevede, per i condannati a pene
Saraceni”: Modifiche all’articolo fino a 3 anni che si trovano in
656 del codice di procedura penale libertà, la possibilità di ottenere
ed alla legge 26 luglio 1975, n. 354, una misura alternativa senza entra-
e successive modificazioni re in carcere.
Inoltre introduce la cosiddetta
“detenzione domiciliare generica”
(per pene fino a due anni) indipen-
dentemente dall’esistenza dei pre-
supposti (di salute, età, etc.) tipici
della misura.
2002 - Legge n. 189 Cosiddetta “legge Bossi-Fini”: Prevede che per il condannato stra-
Modifica alla normativa in materia niero, con pena non superiore a
di immigrazione e di asilo (art. 16 - due anni, sia disposta l’espulsione.
comma 5). Non si applica a chi è condannato
per reati gravi.
2002 - Legge n. 279 Modifica degli articoli 4-bis e 41-bis Amplia la casistica dei reati per i
della legge 26 luglio 1975, n. 354, quali è vietata o limitata la conces-
in materia di trattamento peniten- sione delle misure alternative (art.
ziario. 4-bis op).
Rende permanente il cosiddetto
“carcere duro” (introdotto nel 1992
come misura “provvisoria e straor-
dinaria” previsto dall’art. 41-bis
op.
2005 - Legge n. 251 Cosiddetta “legge ex-Cirielli”: Prevede limiti più severi per l’ac-
Modifiche al codice penale e alla cesso alle misure alternative alla
legge 26 luglio 1975, n. 354, in detenzione per i condannati pluri-
materia di attenuanti generiche e di recidivi: tempi più lunghi per per-
recidiva. messi premio, semilibertà e affida-
mento; esclusione della detenzione
domiciliare “generica”.
2009 - Legge n. 94 Cosiddetta “legge Maroni”: Amplia la casistica dei reati per i
Disposizioni in materia di sicurezza quali è vietata o limitata la conces-
pubblica. sione delle misure alternative (art.
4-bis op).
Inasprisce le restrizioni previste
per i detenuti sottoposti al regime
di cosiddetto “carcere duro” (art.
41-bis op).
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MISURE ALTERNATIVE
Affidamento in prova reati; pena per i condannati all’ergastolo;
al Servizio Sociale per chi non è detenuto: aver tenuto
(art. 47 O.P.) un comportamento tale, dopo la con- Può infatti dirsi, per metafora, che, Detenzione domiciliare (art.
danna, da consentire lo stesso giudizio come la funzione sanzionatoria 47 ter O.P.)
È la misura alternativa alla detenzione di cui sopra, anche senza procedere della detenzione è immediatamente
più ampia, si svolge totalmente nel ter- all’osservazione in istituto. concretizzata dalla vistosa presenza La misura alternativa della detenzione
ritorio e intende evitare alla persona delle misure del carcere, così nella domiciliare è stata introdotta dalla
condannata i danni derivanti dal con- Semilibertà sanzione che si espia nella società è Legge n. 663 del 10.10.1986 (Legge
tatto con l’ambiente penitenziario e (articoli 48 – 50 O.P.) un reticolato invisibile, ma pure esi- Gozzini), di modifica
dalla condizione di privazione della stente, di relazioni umane e istitu- dell’Ordinamento Penitenziario
libertà. È considerata una misura alternativa zionali, di rapporti giuridici e pro- (O.P.). Con tale beneficio si è voluto
È regolamentata dall’art. 47 impropria, in quanto il condannato fessionali, a dare realtà alla pena. ampliare l’opportunità delle misure
dell’Ordinamento Penitenziario, così rimane in stato di detenzione e il suo Ciò giustifica, a nostro avviso, la alternative, consentendo la prosecu-
come modificato dall’art. 2 della reinserimento nell’ambiente libero è particolare attenzione che si è posta zione, per quanto possibile, delle atti-
Legge n. 165 del 27 maggio 1998 parziale. È regolamentata dall’art. 48 agli elementi che sostanziano la vità di cura, di assistenza familiare,
(Legge Simeone - Saraceni): consiste dell’Ordinamento Penitenziario e con- misura alternativa. d’istruzione professionale, già in corso
nell’affidamento del condannato al siste nella possibilità, data al condan- Riccardo Turrini Vita nella fase della custodia cautelare
Servizio Sociale, fuori dall’istituto di nato, di trascorrere parte del giorno Direttore Generale EPE nella propria abitazione (arresti domi-
pena, per un periodo uguale a quello fuori dall’Istituto di pena, per parteci- ciliari) anche successivamente al pas-
della pena da scontare. pare ad attività lavorative, istruttive o saggio in giudicato della sentenza, evi-
comunque utili al reinserimento socia- o, se si tratta di condannato per uno dei tando così la carcerazione e le relative
Requisiti per l’ammissione le, in base ad un programma di tratta- reati indicati nel comma 1 dell’art. 4 conseguenze negative.
mento, la cui responsabilità è affidata bis O.P., di almeno due terzi della pena L’art. 47 ter O.P. è stato modificato
una pena detentiva inflitta, o anche al Direttore dell’Istituto di pena. (comma 2 art. 50 O.P.); dalla Legge n° 165 del 27.05.1998
residuo pena, non superiore a tre prima dell’espiazione di metà della (Legge Simeone - Saraceni), che ha
anni; Requisiti per la ammissione pena, nei casi previsti dall’art. 47 ampliato la possibilità di fruire di que-
O.P. (pena inferiore ai tre anni), se sto beneficio. La misura consiste nel-
per chi è detenuto: relazione “di sin- Requisiti oggettivi: mancano i presupposti per l’affida- l’esecuzione della pena nella propria
tesi” che preveda che la misura alter- pena dell’arresto, o pena della reclu- mento in prova al servizio sociale e la abitazione, o in altro luogo di privata
nativa, anche attraverso le prescrizio- sione non superiore a sei mesi, se il condanna è per un reato diverso da dimora, o in luogo pubblico di cura,
ni, contribuisca alla rieducazione del condannato non è affidato al servizio quelli indicati nel comma 1 dell’art. 4 assistenza e accoglienza.
condannato e assicuri la prevenzione sociale (comma 1 art. 50 O.P.); bis O.P.;
del pericolo che egli commetta altri espiazione di almeno metà della pena espiazione di almeno venti anni di Requisiti per l’ammissione alla
detenzione domiciliare prevista dal-
l’art. 47 ter c. 1 O.P.
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nonsolocarcere
Da FORLI’
A cura dell’ Associazione Con-Tatto
DONNE
L
e detenute sono in Italia PUNTO SU PUNTO
circa il 5% della popolazio- IL RICAMO SULLA
ne ristretta. Tale percentuale
è poco più alta all’interno
TOVAGLIA DELLE
della casa circondariale di RELAZIONI AMICALI
Forlì, che ospita l’unica sezione SI REALIZZA….
femminile della Romagna. Si tratta
di una delle 52 sezioni all’interno di A cura dell’Associazione di
strutture maschili (gli istituti femmi- Volontariato Gruppo di Preghiera di
nili sono soltanto otto) con stanze in MontePaolo
cui trovano posto 4, 6 ed a volte
anche 8 letti, dove si incontrano Nella sezione Femminile della
donne di nazionalità e culture diver- Casa Circondariale di Forlì dal 2000
se, alcune delle quali parlano a sten- operano due volontarie
to l’italiano. Quelle provenienti dalla dell’Associazione di Volontariato
Riviera e dal litorale ravennate sono Gruppo di Preghiera di MontePaolo.
più numerose, spesso straniere o tos- Non sono più giovani ma il loro spi-
sicodipendenti arrestate per reati rito di servizio e fraternità è vivo per
contro il patrimonio o violazione cui è garantita la loro presenza nella
della legge in materia di sostanze giornata di incontro con la popola-
stupefacenti. Donne giovani, spesso zione femminile della Sezione
sfiorite, con le occhiaie ed i segni Ordinaria. Modeste e discrete sono
della sofferenza sul volto, anche se attese dalle ragazze con gioia perché
fanno di tutto per non rinunciare alla portano la luce nel buio della soffe-
propria femminilità. renza della reclusione. Le chiamano
Nell’emergenza sovraffollamento “le nostre nonnine” ed in questa
che affligge tutti gli istituti peniten- espressione c’è tutto l’affetto delle
ziari parlare di detenzione femmini- ragazze e la nostalgia per le nonne
le potrebbe sembrare inutile, un della loro infanzia. Il rapporto tra hanno divertite oltre misura, per ne dalle volontarie che con forte
argomento vacuo, considerato che il ragazze e volontarie è improntato a qualcuno era la prima bambola della senso di corresponsabilità con le isti-
numero delle donne ristrette ha sol- cordiale e fattiva collaborazione che sua vita! Trascrivo un paio di bigliet- tuzioni si adoperano perché “il carce-
tanto quattro cifre. Quando si pensa diventa amicale nel tempo. Non ti scritti da alcune ragazze quale testi- re” sia educativo e liberatorio e non
al carcere si pensa sempre a quello mancano momenti di tensione nella monianza della presenza positiva un luogo di pena e punizione.
maschile, le donne sono meno “visi- sezione, insofferenze varie, aggressi- delle volontarie.
bili”. E per loro è più difficile entra- vità latente, diffidenza e pigrizia che LE DONNE
re in contatto con la società. Da qui nasconde incapacità di lavorare nel Una donna tornata in libertà, a
la necessità di conoscere il mondo cucito, nel ricamo, nella maglia ai casa, ha inviato loro quanto segue:
SCRIVONO DI SÉ
ignorato delle donne in carcere, delle ferri e ad uncinetto. I primi approcci “Mie care Emma e Verdiana, siete
con l’ago sono veramente comici Mi chiamo Eva e sono in carcere
difficoltà e della complessità della due persone speciali, mi avete dato
perché l’ago viene usato a mo’ di da quasi quattro anni, non è la
detenzione femminile. tanto e mi avete insegnato tanto. Vi
baionetta e ci vuole tempo e volontà prima volta che ci entro ma spero sia
Le donne vivono in strutture pen- ringrazio moltissimo. Io sto bene
per usarlo correttamente, non parlia- l’ultima! Sono qui per il reato di
sate per gli uomini, confrontandosi sono a casa con mio figlio e mio
mo poi dell’uncinetto e dei ferri….! spaccio, facevo anche uso di stupefa-
con un ordinamento maschile. Sono marito, ma un pezzo del mio cuore è
Pian piano tra un brontolamento, un centi e naturalmente appena sono
sopraffatte dai sensi di colpa per aver rimasto là… e vi penso tantissimo. Vi
incoraggiamento e un rifare, sciarpe, arrivata ho dovuto affrontare una
abbandonato i figli, che spesso giu- mando i miei più sinceri auguri di
magliette, borse, cappelli, tovagliette “bella” crisi di astinenza. La mia
dicano senza appello. In genere buone feste”.
prendono corpo e riempiono di orgo- prima settimana in carcere è stata
hanno poche opportunità di lavoro e
glio le ragazze. I manufatti sono orribile e sono stata malissimo; i
di formazione. Portano sul corpo i Un’altra scrive “ Per la nostra
gelosamente conservati per sé o per i medici mi hanno aiutato tantissimo
segni della detenzione, che quasi Emma che con tanta costanza,
propri familiari e di malgrado vengo- somministrandomi calmanti e anti-
sempre altera del ritmo delle funzio- pazienza e amore ci insegna a fare
no ceduti per le esposizioni nelle dolorifici. Generalmente i primi mesi
ni biologiche e spesso si porteranno tante cose belle. Ti auguriamo un
mostre di artigianato, ma non sono in sono i più difficili: si è ancora con la
fuori l’eredità dell’instabilità psico- buon Natale e che l’anno nuovo ti
vendita. L’importanza del lavoro ha mente “fuori” da queste mura, si
logica. porti tanta salute e serenità”.
anche un altro perché: mentre “il ripensa a tutto quello che è successo,
Il loro ruolo all’interno è negato, Aggiungo il biglietto augurale
punto dietro punto” disegna scene o meglio dire ai guai combinati, agli
se ne ha solo la percezione attraver- dalla Presidentessa dell’UNICEF di
sulla tela, il vissuto delle ragazze affetti forzatamente lasciati e tante
so i piccoli atti quotidiani di cura di Forlì “A chi ha lavorato con noi, a
affiora dai loro racconti espressi altre cose; poi con il passare del
sé e delle cose, che scandiscono chi ha aperto il proprio cuore alla
spesso in gergo limitato e con voca- tempo ci si adegua e si sta un pochi-
giornate tutte uguali. solidarietà, a chi ha accettato “la
boli non sempre appropriati (ci sono no meglio. Nel mio caso è stata una
La contaminazione tra interno ed sfida” di voler portare un sorriso sul
slave, rumene, polacche, cinesi fortuna che mi abbiano arrestata, in
esterno che l’opera dei volontari rea- volto di un bimbo lontano e sofferen-
ecc)però pieni di sofferenza, dolore, qualche modo hanno fermato la mia
lizza le aiuta ad accettare con mag- te. Dal Comitato Provinciale per
preoccupazione. Povere creature tra- corsa verso la rovina, il buon Dio mi
giore serenità la detenzione. Nel l’UNICEF i migliori auguri di tempi
volte da dolorose realtà fin dall’in- ha voluto aiutare e mi ha “parcheg-
contempo serve a chi sta fuori per nuovi, di vita diversa da quella di
fanzia a volte! Si sono verificate rea- giato” per un po’ di tempo!
imparare che dietro le sbarre non ci oggi. I più cordiali saluti da …..”.
sono mostri, ma persone. zioni di eccitazione ed euforia nella
realizzazione per l’UNICEF delle E’ un paradosso, ma il carcere
Dalle missive si deduce che lavora-
bambole Pigotte. Tagliare la sagoma, mi ha salvata; in questo posto si ha
Dott.ssa RosaAlba Casella re nella Sezione femminile è un
riempirla, vestirla, metterle i capelli, tanto tempo per pensare e riflettere
Direttore Casa Circondariale impegno vissuto con amore, fiducia,
disegnare gli elementi del viso le sui proprio errori; ci sono anche per-
accoglienza, pazienza e comprensio-
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sone in grado di aiutare a fare questo, corsi, ce ne sono stati diversi: ginna- Il carcere è un mondo che suscita messo contro la vita umana. Siamo
con colloqui individuali o incontri stica, informatica, cucina, estetista, generalmente ostilità e paure. E’ un qua ognuno con la propria storia, con
con più persone, ma la voglia di vol- fotografia, découpage ecc... mondo del quale nonostante molti i nostri sbagli più o meno gravi, volu-
tare pagina, la si deve sentire dentro. passi avanti, si sa e si parla ancora ti o meno voluti, responsabili o meno
Il carcere è una “piccola città” dentro Uno che mi è rimasto particolar- poco. Il peso dell’opinione pubblica responsabili dei danni arrecati, ma
una città; ci sono persone, c’è vita. mente impresso è stato il corso di influenza sicuramente il comune sen- ormai siamo qua e dobbiamo convi-
La mattina questa piccola città si psico-dramma. Non avevo idea di tire delle persone sul carcere e sui vere insieme. La carcerazione, espia-
sveglia, le celle si aprono, si fanno le cosa si trattasse ma eravamo tutti detenuti: è nell’indole di molta gente zione della pena, è molto soggettiva,
pulizie, si fa il bucato, si pranza, molto curiosi. Era una donna a tener- che il negativo fa notizia, attira, fa ognuno la vede, la rielabora, in modo
insomma si fanno tutte le cose nor- ci il corso, penso una psicologa. parlare, tutti i giudici:si sentono le diverso e reagisce di conseguenza.
mali. La cella si può definire la “pro- Inizialmente eravamo in tante, ma storie terribili, i reati commessi dis- L’istituto ci offre i percorsi personali,
pria casa” e la si cura come tale. Si poi come spesso succedeva, rimane- umani, si sente parlare delle pene collettivi, professionali, scolastici,
convive con altre persone e può non vamo in poche e sempre le stesse. poco severe, di troppi benefici per i per il recupero della persona, per
essere sempre facile. Solitamente si Questa ragazza aveva la capacità di detenuti, dei recidivi che tornano in ridarci la dignità, per aiutarci a crede-
cerca di coabitare con le persone con tirarci fuori anche le cose più nasco- carcere. Purtroppo è una realtà che re in se stessi. Credo sia fondamenta-
le quali si pensa di andare d’accordo. ste, che comunque volevamo rimuo- esiste ed è inevitabile che l’opinione le riguardarsi bene, trovare le rispo-
Durante la mia carcerazione ho vere. E’ stato molto emozionante e pubblica creda poco alla possibilità di ste, affrontare e riconoscere le debo-
conosciuto tantissime persone, sono più di una volta ci siamo commosse. un recupero per chi ha sbagliato. Si lezze, credere per primi nel proprio
nate anche delle belle amicizie, più o Alla fine della lezione aveva un sente troppo poco però parlare di chi recupero. Per chi nonostante tutto ha
meno profonde. Ognuno di noi ha la modo tutto suo per farci ritornare prova a rifarsi una vita, si dà poco trovato un senso, per chi crede anco-
propria storia, il proprio vissuto; ci si serene. Un altro corso, che c’è tutt’o- rilievo alle storie finite bene, alle per- ra in se stesso, per chi crede nel futu-
raccontano le nostre esperienze, si ra, è quello di ricamo ferri e uncinet- sone che hanno riconosciuto lo sba- ro e ha la voglia di farsi aiutare, di
piange, si ride...dipende! Molte per-
sone pensano al carcere come ad un
luogo dove sono chiusi individui che
passano il loro tempo stesi sul letto
ad oziare, non è assolutamente così!
Naturalmente non tutti vivono la car-
cerazione allo stesso modo.
All’inizio non è stato facile to, è in assoluto quello più frequenta- glio e si impegnano a integrarsi nella reagire, non è tutto perduto.
riprendere in mano i libri di scuo- to. Due signore volontarie vengono società. Ci sono molte di queste per-
la, ho avuto delle difficoltà, ma ho due volte la settimana e con tanta sone. Abbiamo bisogno che la socie- Certo, l’ambiente non aiuta:
studiato tanto e alla fine mi sono pazienza ci insegnano a fare tanti tà ci dia un’altra possibilità, che tenti pesano le restrizioni, i regolamenti,
diplomata: ragioniere e perito com- lavoretti. Io ho fatto dei lavori bellis- di capire meglio, di entrare nelle pro- a volte la convivenza non è sempli-
merciale. Per me è stata una grande simi e non avevo mai ricamato in vita blematiche delle persone ristrette, ce. Per me personalmente è stato lo
soddisfazione. I professori erano mia, ma imparare con loro è stato che non generalizzi. Mi rendo conto studio, la via migliore per ricredersi,
tutte persone fantastiche, estranee a davvero bellissimo! Il tempo trascor- che non è semplice, ma se la società per non buttare via il tempo, per aver
questo mondo e all’inizio anche un so in carcere, se si vuole non è tempo rimane indifferente le cose non cam- oltre alle soddisfazioni anche qualco-
po’ diffidenti, ma in pochissimo sprecato, può anche servire a fare bieranno mai, non miglioreranno sa di concreto per un domani. Mi
tempo si sono resi conto che il carce- chiarezza dentro se stessi, capire mai. sono diplomata in ragioneria e poi ho
re non è poi così tremendo e le per- bene cosa si vuole e soprattutto cosa deciso di continuare iscrivendomi
Qui, in carcere a Forlì, da un po’ all’università. Attualmente mi man-
sone che ci vivono, non sono poi così non si deve più fare.
di tempo hanno preso l’iniziativa i cano sei esami, e se tutto va bene,
spietate. E’ molto importante avere Io ho imparato a volermi più bene,
diversi incontri con gli studenti l’anno prossimo potrò avere la laurea
contatti con persone che vengono ad avere una maggior autostima.
esterni proprio per fargli conoscere in mano. Attraverso lo studio e i per-
dall’esterno. Alle volte mi sembrava Posso fare e dare tanto, devo solo
le svariate storie personali, per farli corsi professionali, si può prevenire
di non essere nemmeno in carcere, volerlo. Fra pochi mesi avrò finito di
entrare nelle problematiche interne, la criminalità, dando opportunità a
oltre alle lezioni si discuteva di tanti scontare la mia condanna, ho un
per fargli conoscere questo modo quelli che escono dal carcere e
argomenti, nascevano dibattiti accesi figlio che mi aspetta. Voglio uscire
spesso così astratto e lontano. Il car- rischiano di cadere in una vita sba-
fra noi detenuti. Mentalità e culture con tutte le intenzioni più buone di
cere è un luogo dove c’è la vita, ci gliata. Ma non basta. A parte gli aiuti
diverse che si confrontavano e non questo mondo, non voglio più sba-
sono persone ristrette, ma con i loro concreti, un detenuto ha bisogno di
sempre si trovavano d’accordo, ma gliare. Lo devo fare per lui e più che
errori e i loro limiti. Anch’io mi trovo attenzione, di sostegno, di sentirsi far
poi alla fine, tutti abbiamo qualcosa altro per me stessa.
qua da ormai da 8 anni a scontare la parte della società.
da imparare. Per quanto riguarda i Eva pena per il grave reato che ho com- Ilona
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TECHNE
REINSERIMENTO le, coniugando mercato ed equità
e gli inserimenti sociale, con una funzione da vero
lavorativi e proprio ammortizzatore sociale,
tanto più in questo periodo di pro-
T
Techne Scpa, ente di fonda crisi economica e a vantag-
formazione dei gio delle categorie maggiormente
Comuni di Forlì e in difficoltà.”
Cesena, è da sempre L’esperienza non è immune
attiva nell’inserimento da criticità.
lavorativo di persone che presen-
tano svantaggi fisici e sociali. È difficile infatti mantenere
L’esperienza e la conoscenza separate dal contesto lavorativo
delle nuove, complesse esigenze le dinamiche che i lavoratori
del mercato e delle persone, vivono in carcere: per le persone
determinano sempre più spesso può essere faticoso disgiungere
l’utilizzo del “tirocinio formati- ciò che vivono “in cella” da ciò
vo” quale strumento appropriato che vivono sul posto di lavoro.
ad accompagnare le persone (e le
imprese) al lavoro ed a promuo- Essendo il carcere di Forlì
verne una occupazione che tenda una Casa Circondariale che
a stabilizzarsi. vede la presenza prevalente di
La durata dei tirocini è variabi- pene brevi e imputati, le principa-
le - in media circa 2 mesi di inse- li difficoltà formative per le perso-
rimento lavorativo sul luogo di ne (allievi e formatori) consistono
lavoro, senza oneri per le imprese quanto riguarda l’inadeguatezza degli senta un esempio di collaborazione tra nel poter raggiungere/garantire,
accoglienti - ed è articolato in una parte spazi offerti dal carcere – collocato in soggetti imprenditoriali di natura diver- nel limitato tempo a disposizione, un
formativa in aula e una parte (preponde- quella che era la Rocca Medievale di sa, e con il coinvolgimento anche degli buon livello di apprendimento e di capa-
rante) di work experience presso le Caterina Sforza- che legati all’elevato enti pubblici, con cui si possano pianifi- cità produttiva.
imprese e/o cooperative sociali del terri- turnover dei detenuti –dovuto al fatto care e concretamente realizzare occa-
torio. che in una Casa Circondariale sono sioni di inserimento lavorativo e promo- È anche difficoltoso mediare tra
Il tirocinio rappresenta un momento di internate persone in attesa di giudizio o zione sociale, rivolte a fasce di lavorato- tempi ed esigenze del carcere e neces-
traghettamento verso il mercato del che stanno scontando una pena breve. ri in condizioni di svantaggio e diversa- sità organizzative dei contesti produttivi:
lavoro in cui lavoratore ed azienda La cooperativa San Giuseppe riceve mente a rischio di marginalizzazione. vi sono situazioni in cui le ragioni di
hanno l’opportunità di conoscersi a attualmente le commesse da due In particolare l’incontro tra realtà del sicurezza del carcere possono prevalere
vicenda, sostenuti, anche economica- aziende, la Mareco Luce e la Vossloh- mondo profit e cooperazione sociale ha su quelle economiche dell’attività pro-
mente, dall’ente di formazione tramite i Schwabe. consentito di promuovere occupazione duttiva, creando disagi quali ritardi nel-
finanziamenti di vari enti. Al termine del per alcuni lavoratori detenuti nel carce- l’accesso ai laboratori da parte dei dete-
tirocinio i lavoratore ha quindi buone Oltre ai laboratori interni alla struttu- re forlivese. È questa la funzione sociale nuti, difficoltà di trasferimento della
possibilità di essere assunto nel ruolo ra, da circa un anno è stato avviato il nella quale il movimento cooperativo merce all’interno dell’Istituto e verso i
che ha svolto. progetto “RAEE in carcere” in cui è atti- crede: non come una forma di assisten- vettori esterni, difficoltà di comunica-
Sul territorio di Forlì anche le persone vo un laboratorio esterno di disassem- zialismo, ma come la creazione di zione quotidiana tra le attività produttive
detenute della Casa Circondariale, blaggio di materiali di rifiuto. opportunità di inserimento lavorativo e interne e le aziende fornitrici, etc.
potendo accedere al “lavoro all’esterno” Enrica Mancini, Area Welfare, di inclusione sociale. La cooperazione
(cd art. 21 dell’Ordinamento penitenzia- Legacoop Forlì-Cesena ci racconta que- sociale, specie quella cosiddetta di “tipo
rio), hanno la possibilità di svolgere tiro- RIFLESSIONI
sta esperienza “Il laboratorio rappre- B”, può svolgere un ruolo fondamenta-
cini formativi e poi attività lavorative Secondo me il reinserimento per un
nelle imprese; inoltre possono essere detenuto è molto difficile perché fuori la
inseriti nei laboratori produttivi, sia società è piena di pregiudizi, e quindi una
all’interno che all’esterno dell’Istituto, “MONDO GIOVANILE CRIMINALITÀ volta fuori dal carcere dopo aver sconta-
nati da progetti specifici ed oggi gestiti E DEVIANZA” to la propria penaèe difficile trovare un
da cooperative sociali ed aziende in Un progetto di Con-Tatto lavoro. Ti trovi in balia delle onde e cer-
stretta collaborazione con la direzione chi uno scoglio a qui aggrapparti ma se
dell’Istituto stesso. Il progetto “Mondo giovanile, criminalità e devianza” è nato dalla percezione che il car- non lo trovi tornerai a delinquere. Poi c’è
cere oggi occupa nella nostra società un posto sempre marginale. Nella realtà forlivese pur chi il delinquente lo fa per mestiere e chi
Stefano Uguzzoni, responsabile della trovandosi in un edificio storico – la Rocca di Caterina Sforza- e al centro della città, resta
lontano dall’interesse di molti. Così il progetto nel 2006 ha preso avvio coinvolgendo gli
capita per casualità o perché aveva biso-
cooperativa sociale San Giuseppe, con gno solo in quel momento e poi ritorna a
sede a Sadurano, ci racconta come viene studenti delle scuole superiori, in quanto cittadini del domani e credendo che la scuola
debba fornire spazio di formazione e confronto su tematiche sociali. È stato un momento vivere una vita normale.
gestito il lavoro “La nostra è una coope- utile per fornire informazioni e promuovere una riflessione restituendo un volto ed una Trinchera Andrea
rativa sociale di tipo B che dunque si voce ai detenuti. Così mentre i ragazzi affrontavano le diverse tematiche inerenti l’esecu-
occupa di persone aventi varie tipologie zione penale, nascevano domande e obiezioni anche in riferimento a fatti di cronaca o a Per essere reinserito nella società non
di svantaggi. Nel 2005 ha risposto ad eventi noti e maturava il pensiero personale. L’indifferenza e la chiusura iniziale verso servono amnistie o indulti ma aiuti con-
una richiesta proveniente dalla Casa questa tematica, pian piano venivano superate soprattutto riflettendo sulle finalità e sul creti alle persone che escono da un isti-
Circondariale aprendo e gestendo un funzionamento del trattamento penitenziario. tuto di pena. Seguirli costantemente con
laboratorio produttivo interno, con il La volontà di lasciare spazio al confronto interno alla classe e di prevedere uno spazio progetti sul territorio, inserirli in aziende
compito di ricevere le commesse da di confronto a distanza tra detenuti e studenti, ha permesso ai ragazzi di maturare un pen- e soprattutto non abbandonarli quando
aziende esterne del territorio e organiz- siero originale e personale sulle tematiche trattate e quelle ad esso correlate. finiscono la condanna. Perché quando
zare il lavoro con i detenuti. L’Associazione Con…tatto ha seguito il percorso in collaborazione con altre realtà del uno di noi si sente lasciato da parte ci
Questo offre ai detenuti la possibilità territorio, ed ha raccolto le testimonianze di insegnanti e studenti al termine dei tre anni. ricasca di nuovo.
di lavorare ed evitare così di restare per Riconoscendo la difficoltà e la diffidenza iniziale nell’affrontare certe tematiche, le inse- Un detenuto
tutto il tempo in cella, oltre che una gnanti hanno sottolineato l’importanza del percorso come momento per aprire una fine-
opportunità per acquisire abilità even- stra sulla condizione detentiva, come una esperienza che può riguardare molti di noi, a Il carcere è una struttura che una volta
tualmente spendibili al momento dell’u- seguito di un’azione compiuta con leggerezza e disattenzione. In quest’ottica il progetto
ha avuto anche finalità preventiva verso comportamenti a rischio. Dalle parole degli alun-
che ci entri puoi capire molte cose, ma
scita dal carcere. spesso siamo lasciati soli con noi stessi.
Per questo tipi di attività è importante ni invece emerge lo stupore nello scoprire che “ (…) i detenuti sono persone come noi.
Prima li pensavo legati al reato che hanno commesso e per cui stanno giustamente pagan- E questo crea un gran cratere tra noi
il coinvolgimento delle istituzioni, pro- do. Non vedevo la ragione per cui avrei dovuto interessarmi a loro, fintanto che sono in detenuti e la società che ci circonda. Un
vincia e comune, piuttosto che associa- carcere. Mentre sentendo raccontare i loro punti di vista e la loro vita in cella ora riesco a detenuto quando entra solo con il pen-
zioni di categoria ed ispettorato del vederli come esseri umani.” In molti riconoscono che dopo il periodo della detenzione, siero in quel cratere si trova di fronte ha
lavoro, che possono fornire appoggio punitiva e rieducativa, è importante che la società accolga e offra una possibilità alla per- molte difficoltà per il lavoro e altro.
nella ricerca di commesse di lavoro.” sona, superando la definizione di ex-detenuto, che da un lato sottolinea che la detenzione Quando sei detenuto la gente ti conside-
Le maggiori difficoltà incontrate negli è stata conclusa e dall’altro evoca pregiudizio e diffidenza. ra un pinco pallino. Tutto ciò è la realtà..
anni sono sia di ordine strutturale per Lisa Di Paolo Venturi Vanes
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nonsolocarcere
Da BOLOGNA
DENTRO E FUORI
STAMATTINA
MI SONO SVEGLIATA
Stamattina mi sono svegliata alle 5,30: la testa
mi scoppiava e avevo contrazioni alla pancia: virus
di stagione in libertà.
Il brusco risveglio mi ha consentito di afferrare
per la coda l’ultimo sogno: mi scarceravano dopo
5 anni e 15 giorni di pena espiata.
A parte la chiarezza sui numeri della pena, il
resto era confuso: quale scarcerazione, quella vec-
chia o una nuova, cosa avevo fatto. Non ricordavo.
Mi restava una sensazione di malessere, poten-
ziata dal mal di testa e dal mal di pancia.
Durante il giorno, poi ho riflettuto ed ho conclu-
so che ho ri – sognato la galera perché giusto ieri
avevo parlato con una volontaria di questo foglio
regionale sulle carceri e mi è stato chiesto un arti-
colo.
Devo dire però che mi capita spesso di sognare
che sono in carcere, che mi hanno ripreso per moti-
vi che non so, capisco che nessuno sa dove mi
trovo, vorrei uscire ma non posso. Foto scattate da detenuti durante un corso di fotografia nel carcere di Forlì
Eppure sono circa vent’anni che ho attraversato
per l’ultima volta il cancello di un carcere. mi sono mai sentita sola (oddio qualche volta si, ed dono entrando tutti i rapporti - e trova tutte le porte
Vent’anni fa + venti di detenzione + venti di vita è stato terribile: soli tra quelle mura!) I miei com- chiuse di fronte alle più naturali richieste di aiuto o
giovane e spericolata: ed ecco la somma: i miei pagni/e, la mia numerosa famiglia, amici e amiche, al rispetto dei fondamentali diritti delle persone,
sessant’anni che ancora non bastano a darmi sere- molti volontari - preziosissime persone - alcuni possa essere travolto dalla depressione, dalla
nità. operatori/operatrici si sono impegnati per sostener- disperazione più cupa, così i suicidi si moltiplica-
mi, aiutarmi, darmi spazi di riflessione critica no e le sezioni psichiatriche o gli OPG sono stra-
Non sono sicura che sia solo il passato che senza chiusure e senza muri davanti. colmi.
ritorna; lavorando per la cooperativa sono ancora Per me poi è stato sempre così: a muro ho con- E questo non è tutto : il peggio dei peggi è usci-
“contigua” al carcere, e forse ho una attenzione ed trapposto muro, ma quando mi sono stati aperti re, a fine pena, in condizioni ancora più drammati-
una sensibilità più acuta per quanto avviene “den- spiragli di dialogo, di speranza, di opportunità … che di quando si è entrati: il peggio è aver vissuto
tro”. Mi sento spesso frastornata dalle notizie che mi ci sono fiondata a pesce. Come me molti altri, e il carcere come un buco nero, un vuoto, una assen-
leggo o che sento sulle condizioni dei detenuti oggi gli spiragli non sono mancati za per tornare indietro e ritrovarsi senza prospetti-
e così le traduco in sogni, in incubi. ve.
Fino a qualche tempo fa ero convinta che il car- Terza cosa. Non sono mai stata respinta nei miei
cere - speciale e non - degli anni 70, scientifico e sforzi di reinserimento, di ri-adeguamento ad un Non è un momento facile per nessuno: la crisi
strutturato per distruggere l’integrità della persona, tipo di vita che prima rifiutavo completamente, pesa su tutta la società, in particolare pesa sugli
fosse quanto di peggio potesse capitare. Ma sto fatta di quotidianità, lavoro dignitoso che non can- strati meno garantiti, lo abbiamo capito da un
cambiando idea. Per quanto dura sia stata non cellava le passate esperienze ma le riqualificava. pezzo.
penso si possa paragonare al presente. Partendo dalla mia esperienza e da questi pre- Altrettanto però abbiamo capito che la guerra tra
Se penso di dover condividere la cella di 3 m x supposti è chiaro come posso capire ed essere sfigati, la strada dell’ egoismo, dello schiacciare gli
2m con altre 4 o 5 donne, muoversi a turno e stare coinvolta profondamente per la condizione di chi altri per sopravvivere, non risolve e non paga,
in branda per fare qualunque cosa, mi viene un entra in carcere adesso, spesso senza sapere i per- come non risolve e non paga l’indifferenza e il
attacco di claustrofobia. ché, per rimanervi solo qualche giorno e poi di chiudere gli occhi davanti al precipitare degli even-
Se penso al carcere senza nessuna opportunità di nuovo fuori, portandosi dentro un trauma immen- ti.
lavoro, di studio, di formazione, di guadagno per so ed inutile.
sentirsi attivi e presenti a se stessi, autonomi..sarei Il carcere non è un mondo a parte da affon-
pronta per uno sciopero della fame a oltranza. Eppure tutto questo capita a decine di dare.
Se penso ad una detenzione da 2/3 giorni ad migliaia di persone in Italia, ogni anno. Ci vivono migliaia di persone, piene di risorse; ci
anni, senza la minima possibilità di maturazione e Non hanno sbagliato, solo qualcuno si è sbaglia- lavorano migliaia di persone che sperimentano
cambiamento - come lo è stata per me - perdo le to su di loro... però… però sono troppi: ingolfano ogni giorno la fatica dell’operare all’interno di una
energie e la carica per andare avanti. E capisco che le matricole delle carceri, ma anche le nostre istituzione totale; ci entrano ogni giorno migliaia di
pur nella mia grande sfiga (20 anni di carcere per coscienze. familiari, di volontari, di operatori…ci si spendono
reati che per chiunque altro sarebbero stati 5 o 6) C’è anche chi ha sbagliato, e magari pesante- milioni di euro.
ho avuto ad assistermi una buona stella. mente. Ma anche a costoro va riconosciuto il dirit- E prima di pensare che eliminando un “bubbo-
to a capire, trovare una strada per reinserirsi una ne” possiamo stare meglio proviamo a convincerci
Prima cosa: ero colpevole e non ho mai vissuto volta scontata la pena. Siamo o no garantisti ? che staremo meglio solo se riusciremo a sommare
la pena come ingiusta: avevo infranto le leggi in siamo o no garantisti con tutti ? tutte le risorse, a fare fronte comune contro questo
più punti, non per interessi materiali, o per una vita Purtroppo invece questo diritto va ad aggiunger- disgregarsi e contro questa rovina.
all’ultimo respiro: semplicemente inseguivo un si a tutti gli altri negati: diritto ad un minimo di Io penso che si possa provare a trasformare in
sogno, un sogno di cambiamento del mondo inte- spazio vitale, ad una vita dignitosa, ad un lavoro positivo questo quadro, e questa giornata di atten-
ro, e in questa corsa mi sono fatta cambiare dai che dia reddito, a servizi sanitari, educativi, infor- zione potrebbe essere un primo tassello da cui par-
mezzi che pensavo di dover usare contro gli altri. mativi, formativi… che realizzino l’obiettivo per tire per prendere coscienza, per comunicare espe-
Questa in sostanza è la colpa che sento più grave, cui vengono istituiti. rienze e lavorare
ma non fa differenza: ho pagato e mi sento in pari. E’ tragicamente ovvio dunque che chi in carcere Nadia Mantovani
è solo - e penso a tutti quelli che non hanno fami- Cooperativa “Verso casa”
Seconda cosa: durante i vent’anni di carcere non glia o ce l’hanno lontana, in un altro paese, o per-
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PICCOLA FAMIGLIA
DELL’ANNUNZIATA
INCONTRARE IL FRATELLO:
progetto di incontro e scambio con musulmani
La Piccola Famiglia dell’ queste condizioni trascorrono mol-
Annunziata è una realtà monastica, tissime ore in una completa assenza
nata a Bologna e fondata da di attività. Le attività di lavoro e di
Giuseppe Dossetti alla fine degli istruzione promosse dalla Casa
anni ‘50, che accoglie monaci, Circondariale sono di gran lunga
monache e famiglie. insufficienti a riempire il vuoto di
Lo sguardo rivolto alle genti e ai una forzata inattività, favorendo l’in-
problemi dell’uomo nella nostra sorgere di un clima di tensione.
società è stata una costante della
Piccola Famiglia dell’Annunziata fin La Piccola Famiglia dell’
dalla sua nascita, per cui è stato Annunziata si inserisce in questo
molto naturale entrare in contatto mondo, descritto sommariamente,
con il mondo del carcere. in due bracci del Blocco Maschile,
La realtà della Casa Circondariale dove la componente di persone di
è complessa e difficile e resa ancora lingua araba è pressoché totale e
più problematica dal sovraffollamen- nel Blocco Femminile.
to – più di 1200 di persone detenute Una idea che fin dall’inizio ha
a fronte di una capienza tollerabile di accompagnato il suo percorso all’in-
circa 850 persone. L’alto numero di terno della Casa Circondariale è stata
persone provenienti dal mondo quella di provare ad entrare in dialo- forte ostacolo alla comprensione del- araba e l’interesse dimostrato ha reso
musulmano (70%), la presenza di un go con le persone di lingua araba l’altro. Il metodo scelto è quello di gli incontri molto attivi e partecipati
elevato numero di persone in attesa all’interno del loro mondo, utilizzan- presentare dei testi di carattere etico, con aperture ricche per tutti.
di giudizio (circa i 2/3) e l’eccessiva do la conoscenza della lingua araba e o religioso e di favorire una discus- Un esempio per tutti. Banisa, un
parsimonia nella concessione degli delle loro tradizioni religiose e cultu- sione nella quale emergano problemi algerino di madre francese, mi trat-
arresti domiciliari e dei permessi rali. L’intenzione è quella di fare di vita quotidiana. I primi contatti tiene quasi un’ora per parlare del
premio sono causa di tensioni all’in- emergere negli incontri la consape- con un piccolo gruppo sono stati Yaqin, la “certezza della fede”.
terno della struttura. Inoltre, occorre volezza del loro patrimonio religio- incoraggianti e si pensa di rendere Racconta un storia che riporto qui
tenere presente la penuria di organi- so e culturale per aiutarli a capire più sistematici questi contatti, allar- per dare un’idea del tipo di materiali
co degli agenti e i turni faticosi cui meglio la loro vita, per accrescere la gati a gruppi più consistenti. che possono emergere da questi dia-
sono sottoposti. consapevolezza della propria identità loghi: “Un uomo povero e anziano,
Le persone detenute sono rinchiu- e quindi aumentare la stima in sé I primi contatti hanno generato con una numerosa famiglia, vorreb-
se in celle di circa 10 metri quadrati stessi e rendere meno conflittuale il una certa sorpresa e diffidenza alla be partire per il pellegrinaggio. Tutti
in numero di tre e alle volte di quat- rapporto con il mondo che li circon- vista di un monaco cristiano, ma la lo sconsigliano: Se parti, di cosa
tro persone; la quarta dorme su un da. La conoscenza della lingua araba diffidenza è subito scomparsa quan- vivranno i tuoi. La figlia più piccola
materasso messo sul pavimento tra è fondamentale per abbattere la bar- do le persone hanno sentito presenta- interviene: Papà, parti! Non sei tu
un letto a castello e una branda. In riera linguistica che costituisce un re temi religiosi ed etici in lingua che provvedi a noi, ma è Dio che
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Da REGGIO EMILIA
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Da PARMA
Da RAVENNA
Da FERRARA
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CENTRO DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO
DI PIACENZA - S.V.E.P.
La pena utile
Strumenti ed esperienze in Europa, in Italia, in Regione
Nello Cesari Provveditore della Amministrazione La pena utile: strumenti ed esperienze in Italia e in Emilia-Romagna
Penitenziaria dell’Emilia Romagna - Desi Bruno Garante conduce Ornella Favero Direttore di Ristretti Orizzonti
del Comune di Bologna - Gerardo Bombonato Intervengono:
Presidente Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna
Lucia Castellano Direttore della Casa di Reclusione Milano - Bollate
- un rappresentante del Consiglio Regionale
A Bollate l’articolo 21 è una realtà
10.00 Paola Cigarini Antonio Amato Assistente Sociale U.E.P.E. Bologna
M
Referente Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Le misure alternative: un'esperienza con le scuole di Bologna
Il nostro obiettivo: la pena utile Carlo Alberto Romano
Docente universitario e Presidente dell’Associazione “Carcere e territorio”
M
Gianluca Borghi
Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna A Castrocaro una comunità per gli internati dell’OPG
Lo stato di salute delle misure alternative Nadia Mantovani per la cooperativa bolognese “Verso Casa”
alla luce della recente legislazione L’inserimento lavorativo: un allenamento alla libertà
10.35 Leo Tigges Segretario Generale
M
quali direzioni?
L’attrice e regista teatrale Michelina Capato Sartore arricchirà la mattinata con alcune letture sul concetto di pena
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