Sei sulla pagina 1di 4

Comprensione e analisi del testo

1. Riassumi l’articolo, evidenziando gli snodi del ragionamento dell’autore.

L'articolo di Antonio Polito tratta un argomento molto attuale e delicato,


ovvero la paura dell'ignoto, che molto spesso si trasforma in terrore di
qualcosa che in realtà ci è semplicemente nuovo. Tutti abbiamo paura perché
ci sentiamo impotenti e non sempre ci fidiamo, andando così ad agire in modo
irresponsabile e inappropriato, compiendo gesti inutili, eccessivi e perfino
discriminatori. La paura infatti esiste per tutti e da sempre, fu proprio per
combattere questo sentimento invasivo che l'uomo si mise in società,
stipulando il contratto sociale, per cercare protezione e difesa nel famoso
Leviatano che non è altri che lo Stato.
Solidarietà e fiducia sono le due parole chiave contenute nel titolo dell'articolo
che, secondo l'autore, aiuterebbero a combattere la paura, ed è per questo,
scrive, che in momenti come questi, in cui la paura si respira nell'aria,
dobbiamo ricordarci di avere fiducia nel Paese in cui viviamo, uno dei meglio
attrezzati per fronteggiare una simile calamità. Tutti gli strumenti che meglio ci
possono proteggere si trovano, infatti, proprio in Europa: la democrazia,
l'informazione, la ricerca scientifica e il welfare state.
La democrazia, assieme all'informazione, rende il Paese più trasparente e
veloce nelle pratiche, rispetto ai regimi autoritari (come si è già visto nel corso
della storia); la ricerca scientifica risulta essenziale per aiutarci a comprendere
gli eventi e prendere le eventuali contromisure; infine, il welfare state,
garantisce a chiunque l'aiuto sanitario necessario.
Avere fiducia e mostrare solidarietà sono quindi le due scelte migliori che
possiamo fare per combattere la paura e, nel caso in cui la paura sia generata
da un'epidemia come questa, è importante che chiunque ci governi lasci da
parte le controversie per darsi da fare con grande responsabilità.

2. Qual è la tesi esposta da Antonio Polito a proposito della “paura” e delle sue
caratteristiche?
Antonio Polito nell'introduzione del suo articolo ci spiega come la paura sia un
sentimento irrazionale e comune a tutti gli uomini fin da sempre. La paura non
può diventare un motivo di scontro politico, spiega, non è corretto fantasticare
su idee secondo cui la paura starebbe a destra e la speranza a sinistra. L'autore
ci spiega anche che la paura è direttamente proporzionale a quanto l'oggetto
temuto è più diverso e lontano da noi, in sostanza temiamo l'ignoto, non ci
fidiamo e ci sentiamo impotenti, soprattutto nel caso in cui il "nemico" sia un
virus che non può essere ucciso facilmente. Tutte le sensazioni e reazioni che la
paura genera in noi esseri umani, quali diffidenza, impulsività, aggressività e via
dicendo, ci portano a fare cose stupide ed eccessive, come andare dalla
preside perché il compagno di classe cinese del proprio figlio ha tossito o
starnutito, scrive infine Polito nella sua introduzione.

3. In che modo, secondo l’autore, fin dalle origini l’uomo ha tentato di


contrastare la paura?

Secondo Polito l'uomo conosce così bene la paura che fin dall'antichità si mise
in società per combatterla, tramite il cosiddetto "contratto sociale". Come
scriveva Thomas Hobbes, filosofo inglese della seconda metà del Seicento, il
patto che si creò tra gli uomini stabiliva che ciascun uomo desse parte della
propria libertà a un sovrano, il quale doveva garantire pace e sicurezza per
tutti.

4. Quali sono gli strumenti di cui attualmente disponiamo secondo Polito per
proteggerci?

Secondo Polito, attualmente in Europa disponiamo di 4 strumenti essenziali


per proteggerci: la democrazia, l'informazione, la ricerca scientifica e il welfare
state.
La democrazia, infatti, rispetto ai modelli autoritari risulta più veloce e più
trasparente davanti alle emergenze, soprattutto se aiutata dai "media", spesso
molto criticati.
La ricerca scientifica si rivela importantissima per poter comprendere gli eventi
e le eventuali contromisure; per finire, il welfare state appare davvero come
uno strumento potentissimo durante un'emergenza sanitaria come questa
poiché chiunque, persino l'uomo più povero, può ricevere un aiuto sanitario
efficiente.

Produzione

Elabora un testo in cui esprimi le tue opinioni sull’argomento affrontato


nell’articolo proposto.
Esprimi pure le tue riflessioni alla luce della tua esperienza e delle tua
personale riflessione.

Riprendendo l'articolo di Polito, mi rendo conto di trovarmi in totale accordo


con il giornalista, riguardo al fatto che la paura sia "un sentimento irrazionale
quanto gli esseri umani", penso non possa esistere una definizione più corretta
al riguardo, soprattutto in determinate situazioni. La paura è lecita, è vero, ma
è anche vero che la libertà personale di un individuo termina dove inizia quella
degli altri, e per questo motivo non trovo corretto giustificare qualsiasi azione
moralmente scorretta soltanto perché l'individuo che l'ha commessa ha
provato paura.
Per non parlare solamente dell'emergenza sanitaria attuale, vi sono tanti altri
casi nei quali può essere tirata in ballo la "giustificazione" della paura: casi di
bullismo, razzismo, emarginazione, "mobbing", violenza e persino omicidio.
Potrei riportare innumerevoli esempi per ognuna delle azioni sopra citate, ma
ci tengo a soffermarmi su due in particolare, ovvero il "mobbing" e l'omicidio.
Il "mobbing" è un fenomeno che in realtà non è conosciuto da molti, io stessa
ne ho sentito parlare poche volte, la parola proviene dall'inglese "to mob" che
significa "molestare" e viene usata per parlare di casi in cui determinati
comportamenti, in campo esclusivamente lavorativo, finiscono per emancipare
e sminuire un collega, un dipendente, o un superiore. Il "mobbing" è un
fenomeno punito dalla legge, ma nonostante ciò non sempre è facile
riconoscerlo e uscirne, anzi, molto spesso la vittima tende ad arrendersi e a
lasciare il posto di lavoro, perché difatti questo è l'obbiettivo finale di colui che
attua gli "attacchi". Ho letto del "mobbing" in un libro e ciò che ho compreso
leggendo di questo fenomeno è esattamente ciò che riporta Polito
nell'articolo: casi del genere si sviluppano soprattutto quando qualcuno ha
paura, magari un dipendente che teme di poter essere superato da un collega
e per evitare che ciò avvenga agisce in modo irrazionale e subdolo,
diffondendo pettegolezzi, sminuendo continuamente la persona in questione e
il lavoro che svolge. Gli unici modi per uscirne risultano quindi la fiducia in se
stessi e nelle proprie capacità lavorative e la solidarietà, la prontezza di
chiedere subito aiuto e sostegno a qualcuno, di farsi comprendere.
Nonostante ciò, però, vi sono casi in cui, a mio parere, la solidarietà e la fiducia
non sono sufficienti per poter sconfiggere la paura, parlo dei casi in cui si arriva
addirittura all'omicidio e per spiegarmi meglio cercherò di usare un articolo di
cronaca recente. "Il fratello la sperona e la uccide perché gay: «Volevo darle
una lezione, era infetta»", ecco, casi come questo ce ne sono a non finire e,
secondo me, per porre fine a tutto ciò è necessario ben altro oltre alla fiducia e
alla solidarietà. Cultura, informazione e rispetto sono elementi essenziali per
un mondo libero e in pace: siamo tutti diversi, ma nella diversità non si
dovrebbe mai vedere pericolo o disprezzo, bensì ammirazione e curiosità.
Per concludere vorrei riportare una frase di Mahatma Gandhi, che spero possa
aiutare le mie parole a far riflettere ulteriormente riguardo alle cause di molti
mali: "Il nemico è la paura. Si pensa che sia l’odio, ma è la paura."

Potrebbero piacerti anche