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2. Qual è la tesi esposta da Antonio Polito a proposito della “paura” e delle sue
caratteristiche?
Antonio Polito nell'introduzione del suo articolo ci spiega come la paura sia un
sentimento irrazionale e comune a tutti gli uomini fin da sempre. La paura non
può diventare un motivo di scontro politico, spiega, non è corretto fantasticare
su idee secondo cui la paura starebbe a destra e la speranza a sinistra. L'autore
ci spiega anche che la paura è direttamente proporzionale a quanto l'oggetto
temuto è più diverso e lontano da noi, in sostanza temiamo l'ignoto, non ci
fidiamo e ci sentiamo impotenti, soprattutto nel caso in cui il "nemico" sia un
virus che non può essere ucciso facilmente. Tutte le sensazioni e reazioni che la
paura genera in noi esseri umani, quali diffidenza, impulsività, aggressività e via
dicendo, ci portano a fare cose stupide ed eccessive, come andare dalla
preside perché il compagno di classe cinese del proprio figlio ha tossito o
starnutito, scrive infine Polito nella sua introduzione.
Secondo Polito l'uomo conosce così bene la paura che fin dall'antichità si mise
in società per combatterla, tramite il cosiddetto "contratto sociale". Come
scriveva Thomas Hobbes, filosofo inglese della seconda metà del Seicento, il
patto che si creò tra gli uomini stabiliva che ciascun uomo desse parte della
propria libertà a un sovrano, il quale doveva garantire pace e sicurezza per
tutti.
4. Quali sono gli strumenti di cui attualmente disponiamo secondo Polito per
proteggerci?
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