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Sommario

Approfondimenti
Il rapporto tra committente e coordinatore per l’esecuzione nei cantieri edili
di Pierguido Soprani 249
Stato dell’arte delle conoscenze sui perturbatori endocrini
di Giuseppina Paolantonio 255

VDR in pratica
Imparare dagli errori: percorsi pratici
di Michele Montresor 262

Inserto
Sicurezza dei ponti sollevatori per veicoli
di Maurizio Magri

Legislazione
Impianti a fune: pubblicato il nuovo Regolamento UE
Regolamento (UE) 2016/424 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 275

Nuovo Regolamento UE sui dispositivi di protezione individuale


Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 276

Prassi
Linee guida per la deroga alle regole tecniche di prevenzione incendi per le attività
aperte al pubblico negli edifici tutelati
Ministero dell’Interno - Circolare 15 marzo 2016, prot. n. 3181 278

Piano nazionale delle ispezioni per la sicurezza degli stabilimenti a rischio di incidente
rilevante
Ministero dell’Interno - Circolare 12 febbraio 2016, prot. n. 1834 280

Giurisprudenza

Rassegna della Cassazione penale


a cura di Raffaele Guariniello

La verifica del coordinatore sul rispetto delle prescrizioni impartite


Cass. Pen., sez. IV, 18 marzo 2016, n. 8374 282

Infortunio a invalido con limitazioni imposte dalla commissione medica


Cass. Pen., sez. IV, 3 marzo 2016, n. 8872 282

Il datore di lavoro non ha più un obbligo di vigilanza assoluta sul lavoratore


Cass. Pen., sez. IV, 3 marzo 2016, n. 8883 282

La posizione di garanzia del responsabile dei lavori nei cantieri


Cass. Pen., sez. IV, 11 marzo 2016, n. 10187 283

Igiene & Sicurezza del Lavoro n. 5/2016 247


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Sommario

Norme sui cantieri: campo di applicazione, idoneità dell’appaltatore, omessa nomina del coor-
dinatore
Cass. Pen., sez. IV, 17 marzo 2016, n. 11384 284
Mancanza di CPI e di SCIA come ipotesi di reato
Cass. Pen., sez. III, 22 marzo 2016, n. 12188 285
Sicurezza sul lavoro e non punibilità per particolare tenuità del fatto
Cass. Pen., sez. IV, 22 marzo 2016, n. 12257 286

Interpelli

Rassegna interpelli
a cura di Pierluigi Rausei

DURC
Ministero del Lavoro, 21 marzo 2016, n. 1 287
Aggiornamento del RSPP
Ministero del Lavoro, 29 dicembre 2015, n. 15 287
Preposto alla sorveglianza dei ponteggi
Ministero del Lavoro, 29 dicembre 2015, n. 16 288

Casi e Questioni
ISL risponde 290

Finanziamenti
Finanziamenti per la sicurezza
a cura di Bruno Pagamici 291

248 Igiene & Sicurezza del Lavoro n. 5/2016


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Approfondimenti

Cantieri

Il rapporto tra committente e


coordinatore per l’esecuzione
nei cantieri edili
Pierguido Soprani – Avvocato
Nel rapporto con il responsabile dei lavori
Il responsabile dei lavori è figura di vertice nel
cantiere che assume una funzione di sovraintendi-
Premessa mento e di direzione generale sulle attività e sul-
Il committente è stato da più parti definito come l’andamento dei lavori. Si tratta di un’area «funzio-
una sorta di «regista della sicurezza», il quale, per nale» svincolata dal previo conseguimento sia di
assolvere ai propri compiti di regia, si avvale − ove uno specifico titolo di studio, sia di una qualifica
non possa o non voglia provvedervi personalmente professionale e/o di una precedente minima espe-
− della collaborazione del responsabile dei lavori e rienza professionale. In ciò il responsabile dei lavo-
di tecnici specialisti da lui designati (coordinatore ri si distingue dai coordinatori, i quali all’opposto
per la progettazione e coordinatore per l’esecuzione devono risultare ab origine soggettivamente qualifi-
dei lavori). cati dal possesso dei «requisiti professionali» indi-
Il committente è, in buona sostanza, colui che trae cati nell’art. 98 del TUSL. Le ragioni di tale scelta
dalla realizzazione dell’opera il soddisfacimento di legislativa risiedono principalmente nel fatto che
un interesse personale, colui cioè nel cui interesse quella di responsabile dei lavori è una figura solo
− primario ed originario − l’opera viene realizzata. eventualmente presente nel cantiere.
Sicché non si può ragionare del committente nei Ciò detto, il Titolo IV, Capo I del TUSL prevede
cantieri edili, se non si considera l’estensione della che il rapporto tra il committente e il responsabile
sua responsabilità penale: la quale finisce per coin- dei lavori sia misurato in base all’«incarico» che il
cidere con quella del c.d. «responsabile dei lavori» secondo riceve dal primo. Si tratta di un incarico
(art. 89, comma 1, lett. c) del D.Lgs. n. 81/2008). di natura facoltativa, anche se è bene ricordare che
«Il committente che non designi il responsabile
La responsabilità del committente dei lavori, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n.
494/1996, è tenuto a precisi obblighi di collabora-
Nel caso in cui il committente non intenda proce- zione e coordinamento nell’attuazione delle misure
dere alla designazione del responsabile dei lavori, di sicurezza all’interno del cantiere ove si svolgono
egli risponderà personalmente del mancato adem- i lavori» (Cass. pen., sez. IV, 16 aprile 2002, n.
pimento degli obblighi che il D.Lgs. n. 81/2008 14371).
(c.d. «Testo unico della sicurezza del lavoro» o, più Quanto alla qualificazione giuridica dell’incarico
brevemente, TUSL) ricollega alla sua area funzio- conferito al responsabile dei lavori da parte del
nale. committente dei lavori, la Giurisprudenza è inter-
L’attuale assetto delle responsabilità tra il commit- venuta a più riprese. La sentenza guida è quella di
tente e il responsabile dei lavori esprime dunque in Cass. pen., sez. III, 10 agosto 2006, n. 29149. La
linea generale il principio di «non condivisione» valutazione della Suprema Corte è stata nel senso
della responsabilità, con ciò capovolgendo total- che, all’atto della designazione del responsabile dei
mente la prospettiva delineata nel testo iniziale del lavori, qualora il committente intenda attivare a
D.Lgs. n. 494/1996, ove il legislatore aveva optato proprio favore la clausola di esonero dalla respon-
per la parificazione – almeno apparente – dei ri- sabilità penale prevista dall’art. 93, comma 1 del
spettivi profili di responsabilità. TUSL), egli è contestualmente tenuto a conferire

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 249


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Approfondimenti

al soggetto designato quale responsabile dei lavori, committente può essere esonerato dalle proprie re-
una vera e propria delega di funzioni. In difetto di sponsabilità.
tale conferimento, non si produrrà alcun esonero Dunque la natura del rapporto tra il committente
di responsabilità. e il responsabile dei lavori (diversamente da quel-
lo che lega il committente ai coordinatori) pre-
Cass. pen., sez. III, 10 agosto 2006, n. 29149 suppone che l’incarico ricevuto si trasfonda obbli-
gatoriamente in un atto di delega. Infatti è condi-
zione imprescindibile che il primo specifichi, nel-
Il committente è sgravato degli obblighi in mate- l’atto di designazione del secondo, la natura e l’e-
ria di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri stensione dell’incarico e dei compiti affidatigli (in
temporanei soltanto se abbia conferito incarico quanto è in base a tale criterio non legale ma vo-
al responsabile dei lavori, non essendo sufficien- lontaristico che, ai sensi dell’art. 93, comma 1 del
te, per l’esonero da responsabilità del commit- TUSL, si misurano le rispettive sfere di responsa-
tente, la nomina del responsabile dei lavori ove bilità).
non intervenga delega a favore di quest’ultimo. Sul piano dei contenuti, è dunque opportuno che
In caso di omessa designazione dei coordinatori l’incarico conferito al responsabile dei lavori sod-
per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori, disfi il requisito della «specificità»: e, in caso di
risponde della violazione dell’art. 3, commi 3 e 4,
incarico parziale, a contenuto limitato, è fonda-
D.Lgs. 14 agosto 1996 n. 494 il committente
che pur avendo provveduto alla nomina del re-
mentale che di ciò si faccia menzione nell’atto di
sponsabile dei lavori, non gli abbia altresì confe- conferimento dell’incarico, e se ne definisca det-
rito esplicita delega di funzione per l’adempi- tagliatamente e con puntualità il contenuto, dal
mento degli obblighi previsti a suo carico. momento che l’operatività della «clausola di eso-
nero» della responsabilità per il committente di-
pende dal contenuto e dall’estensione dell’incari-
co conferito al responsabile dei lavori. La puntua-
Cass. pen., sez. IV, 14 gennaio 2010 n. 1490 le indicazione dei limiti delle reciproche funzioni
tra committente e responsabile dei lavori, non so-
lo ha la funzione di prevenire, risolvendole stra-
L’incarico al responsabile dei lavori da parte del giudizialmente, contestazioni future e controversie
committente (lo si voglia o meno tratteggiare co- di ambito civilistico (es. relativamente al limite
me una forma di delega), per assumere rilevanza del potere decisionale e di spesa riconosciuto al
giuridica deve comunque presentare una chiara responsabile dei lavori), ma è anche il parametro
evidenza formale, ed implica necessariamente il giuridico di riferimento per la definizione della li-
conferimento dei poteri decisori, gestionali e di nea di confine tra le rispettive aree di responsabi-
spesa necessari. lità penale.
Quanto alla possibilità di fare riferimento, per il
conferimento della delega di funzioni, all’istituto
Neppure è ammissibile, secondo i giudici di legitti- delineato in via generale all’art. 16 del TUSL, la
mità, che il committente invochi a propria discol- risposta non può che essere affermativa. Invero i
pa la scusabilità dell’ignorantia legis, in quanto la rapporti tra il Titolo I e il Titolo IV, Capo I del
sua qualifica impedisce di poter configurare l’ipote- TUSL sono improntati al principio di specialità, ri-
tica situazione di errore come inevitabile e scusabi- cavabile dalla chiara indicazione contenuta nel-
le. l’art. 88, comma 1 del TUSL («Il presente capo
Mentre per i coordinatori è il Titolo IV, Capo I contiene disposizioni specifiche relative alle misure
del TUSL a definire specificamente la tipologia e per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavo-
il contenuto dei loro poteri-doveri, senza che vi sia ratori nei cantieri temporanei o mobili quali defi-
intersecazione di responsabilità con il committen- niti all’articolo 89, comma 1, lettera a)»).
te, lo stesso non avviene per il responsabile dei la- L’attuale assetto delle responsabilità tra il com-
vori. mittente e il responsabile dei lavori esprime dun-
Il dato di sintesi ricavabile dalle norme è dunque que in linea generale il principio di «non condivi-
che solo nella misura in cui l’atto di conferimento sione» della responsabilità, con ciò capovolgendo
dell’incarico al responsabile dei lavori soddisfa i re- totalmente la prospettiva delineata nel testo ini-
quisiti essenziali propri della delega (di funzioni), il ziale del D.Lgs. n. 494/1996, ove il legislatore ave-

250 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Approfondimenti

va optato per la parificazione –almeno apparente Nel rapporto con l’impresa esecutrice
– dei rispettivi profili di responsabilità. Con defi- Quanto al rapporto tra committente e singola im-
nizione sintetica si può affermare che il responsa- presa esecutrice, la valutazione della Cassazione è
bile dei lavori è in ogni caso un soggetto con re- che al committente «è ascritta la piena correspon-
sponsabilità di vertice, i cui compiti attengono sia sabilità con l’appaltatore per le violazioni delle mi-
ad un’area funzionale, sia ad un’area operativa in sure prevenzionali e protettive sulla base degli ob-
relazione ai lavori in corso nel cantiere. L’esten- blighi sullo stesso incombenti ai sensi di legge, con
sione e il contenuto di tali compiti dipenderanno la conseguenza che la responsabilità dell’appaltato-
e si misureranno sui «limiti» dell’incarico ricevuto re non esclude quella del committente, da ritenersi
dal committente. Ed è proprio la previsione della corresponsabile unitamente al primo, qualora l’e-
clausola di esonero del committente (nei limiti vento si ricolleghi causalmente ad una sua omissio-
dell’incarico conferito al responsabile dei lavori) ne colposa.»
lo strumento che, determinando il trasferimento – Quanto poi all’eventualità che l’incarico di respon-
totale o parziale – della responsabilità del primo
sabile dei lavori venga affidato al titolare dell’im-
in capo al secondo, manifesta la innegabile pro-
presa esecutrice dei lavori, si deve registrare che il
pensione legislativa per la valorizzazione di tale fi-
TUSL ha stabilito il principio di incompatibilità
gura professionale.
funzionale solo quale divieto di cumulo delle quali-
Peraltro il ricorso alla delega di funzioni comporta
fiche di CSE e di datore di lavoro dell’impresa ese-
inevitabili riflessi in tema di culpa in eligendo e di
cutrice (o di un suo dipendente o del RSPP), senza
culpa in vigilando; anche se la Suprema Corte ha
chiarito (Cass. pen., sez. IV, 19 marzo 2012, n. includervi l’area funzionale di responsabile dei la-
10702) che la vigilanza, quale che ne sia l’esatta vori. In assenza di un esplicito divieto, sarebbe per-
estensione, di certo non può identificarsi con un’a- tanto astrattamente ipotizzabile la situazione di
zione di vigilanza, da parte del soggetto delegante, coincidenza tra responsabile dei lavori e datore di
sulla concreta, minuta conformazione delle singole lavoro per la fase di esecuzione dell’opera (e anche
lavorazioni affidate, appunto, per delega al soggetto per la contestuale fase di controllo dell’esecuzione
delegato, pena la perdita di qualsiasi utilità pratica dell’opera). Certo sarebbe paradossale che ciò av-
ed efficacia operativa della delega. venisse: l’incompatibilità della coincidenza tra
CSE e datore di lavoro dovrebbe sussistere a fortiori
Cass. pen., sez. IV, 30 dicembre 2015, n. 51190 avendo riguardo alla figura di responsabile dei la-
vori per conto del committente. È per questo moti-
vo –e per colmare sul piano interpretativo tale la-
In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, cuna normativa – che la giurisprudenza è interve-
il committente, quale soggetto che concepisce, nuta a supplire all’obiter dictum del legislatore: i
programma, progetta e finanzia un’opera edile e giudici di legittimità (Cass. pen., sez. IV, 14 gen-
di ingegneria civile, è il soggetto obbligato in via naio 2010, n. 1490) hanno precisato che «Stante
principale all’osservanza degli obblighi imposti il rapporto critico-dialettico tra il committente e il
in materia di sicurezza. Egli è titolare ex lege di datore di lavoro dell’impresa esecutrice, è da esclu-
una specifica posizione di garanzia e, ai fini del-
dere, sul piano logico-sistematico, che il ruolo di
l’esonero personale dalla responsabilità, può de-
signare, con incarico formale, accompagnato
responsabile dei lavori possa essere assegnato dal
dal conferimento di poteri decisori, gestionali e primo al secondo, pena l’inconcepibile identifica-
di spesa, un responsabile dei lavori. Il controllo zione tra soggetto controllore e soggetto controlla-
del committente sui coordinatori non è di natura to per ciò che riguarda la sicurezza del cantiere.»
meramente formale ma implica una effettiva e Con due pronunce successive (Cass. pen., sez. IV,
ragionata verifica circa le soluzioni adottate o da 6 maggio 2013, n. 19382 e Cass. pen., sez. IV, 16
adottare. Nel caso in cui il committente non sia maggio 2013, n. 21059), la Corte di Cassazione ha
in grado o non voglia mantenere personalmente
ulteriormente precisato l’estensione dell’area di
tale qualifica e la funzione di controllo che a det-
to ruolo si accompagna, deve nominare un re-
esposizione del committente alla responsabilità pe-
sponsabile dei lavori sul quale trasferire la re- nale, stabilendo che egli (al pari del responsabile
sponsabilità. L’effetto liberatorio si verifica solo a dei lavori, ove nominato) «è chiamato a verificare
seguito della designazione e nei limiti dell’incari- l’adempimento da parte dei coordinatori degli ob-
co conferito al responsabile dei lavori. blighi di assicurare e di verificare il rispetto, da
parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori auto-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 251


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Approfondimenti

nomi, delle disposizioni contenute nel piano di si- ad attrezzature di lavoro utilizzate dalla singola im-
curezza e di coordinamento, nonché la corretta ap- presa.
plicazione delle procedure di lavoro. Da ciò conse- Peraltro nel 2010 si è affermato un orientamento
guendo che al committente (così come al responsa- giurisprudenziale nuovo, che ha segnato un deciso
bile dei lavori) è attribuito dalla legge un compito cambiamento di rotta rispetto agli anni precedenti.
di verifica non meramente formale, bensì una posi- Con le decisioni di Cass. pen., sez. IV, 14 gennaio
zione di garanzia particolarmente ampia, compren- 2010, n. 1490 e di Cass. pen., sez. IV, 13 maggio
dente l’esecuzione di controlli sostanziali e incisivi 2010, n. 18149, in luogo di avallare la pregressa te-
su tutto quel che concerne i temi della prevenzio- si degli «intrecci di responsabilità» e della «confu-
ne, della sicurezza del luogo di lavoro e della tutela sione dei ruoli» tra committenza, coordinatori e
della salute del lavoratore, accertando, inoltre, che imprese esecutrici, la Suprema Corte ha corretta-
i coordinatori adempiano agli obblighi sugli stessi mente ritenuto che, per il fatto che il coordinatore
incombenti in detta materia.» è un collaboratore del committente, ne deriva l’ob-
bligo di analizzare il contenuto e l’estensione della
Nel rapporto con il coordinatore per sfera funzionale e di gestione del rischio del CSE,
l’esecuzione con modalità coerenti.
Per lungo tempo l’orientamento della Corte di I giudici di legittimità hanno così ritenuto che il
Cassazione sul ruolo del coordinatore per l’esecu- CSE informa la propria condotta ad un modello di
zione ha inteso equiparare inaccettabilmente il «alta» vigilanza, distinta dalla vigilanza operativa
CSE a un secondo datore di lavoro (ex multis Cass. demandata a ciascuna singola impresa operante nel
pen., sez. IV, 4 luglio 2008, n. 27442; Cass. pen., cantiere. Secondo la Suprema Corte, «Così come
sez. IV, 10 luglio 2008, n. 28525; Cass. pen., sez. per il committente, anche per il coordinatore – se-
IV, 3 ottobre 2008, n. 38002; Cass. pen., sez. IV, gnatamente il CSE – la funzione di vigilanza è “al-
12 novembre 2008, n. 42131; Cass. pen., sez. IV, ta” e non si confonde con quella operativa deman-
24 aprile 2009, n. 17631 e di Cass. pen., sez. IV, data al datore di lavoro ed alle figure che da esso
30 giugno 2009, n. 26664). Pur puntualizzando che ricevono poteri e doveri: il dirigente ed il preposto.
il coordinatore per l’esecuzione esprime una posi- Tanto è vero che il coordinatore articola le sue
zione di garanzia che non si sovrappone a quelle funzioni in modo formalizzato: contestazione scritta
delle imprese, ma ad esse si affianca per realizzare, alle imprese delle irregolarità riscontrate per ciò
attraverso la valorizzazione di una figura unitaria che riguarda la violazioni dei loro doveri “tipici”, e
con compiti di coordinamento e controllo, la mas- di quelle afferenti all’inosservanza del piano di si-
sima garanzia dell’incolumità dei lavoratori, di fat- curezza e di coordinamento; indi segnalazione al
to in passato i giudici di legittimità hanno spesso committente delle irregolarità riscontrate. Solo in
sanzionato il CSE anche per inosservanze alla nor- caso di imminente e grave pericolo direttamente
mativa prevenzionistica, tipicamente riconducibili riscontrato è consentita la immediata sospensione
allo «statuto» funzionale dell’impresa. Così, ad dei lavori. Appare dunque chiara la rimarcata di-
esempio, è stata affermata la responsabilità del versità di ruolo rispetto al datore di lavoro delle
coordinatore per l’esecuzione anche in casi in cui imprese esecutrici: un ruolo di vigilanza che riguar-
erano state riscontrate violazioni alla normativa in da la generale configurazione delle lavorazioni e
tema di opere provvisionali (Cass. pen., sez. III, 8 non la puntuale stringente vigilanza, momento per
ottobre 2004, n. 45054; Cass. pen., sez. III, 12 ot- momento, demandata alle figure operative (datore
tobre 2004, n. 39869; Cass. pen., sez. IV, 23 set- di lavoro, dirigente, preposto).»
tembre 2005, n. 34160; Cass. pen., sez. IV, 21 giu- Questo orientamento giurisprudenziale ora citato si
gno 2006, n. 21485), senza considerare che le ca- è poi rafforzato negli anni successivi, sulla scorta
dute dall’alto e i lavori sui tetti costituiscono (in del criterio di base che al CSE non spettano com-
base al chiaro dettato dell’art. 9 e dell’Allegato IV piti consistenti in un puntuale controllo, momento
della Direttiva 92/57/CEE) situazioni di rischio ti- per momento, delle singole attività lavorative,
piche dell’impresa che opera nel settore delle co- bensì il diverso compito di verifica della configura-
struzioni, e come tali rientranti propriamente e a zione generale delle singole lavorazioni; e che a sif-
pieno titolo nel novero degli obblighi e nella sfera fatto compito di gestione corrisponde un preciso
di responsabilità del (singolo) datore di lavoro. dovere che tuttavia non implica, di norma, la con-
Analogamente è avvenuto con riguardo a situazio- tinua presenza nel cantiere né lo svolgimento di
ni di inefficienza strutturale e/o funzionale relative una funzione di supervisione e di controllo di ogni

252 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Approfondimenti

contingenza concreta (Cass. pen., sez. IV, 29 marzo integrante ed essenziale gli obblighi di verifica di
2011, n. 12703; Cass. pen., sez. IV, 12 aprile 2011, cui all’art. 92 del TUSL – deve essere necessaria-
n. 14654; Cass. pen., sez. IV, 18 aprile 2011, n. mente limitato e rapportato alla gestione, median-
15562; Cass. pen., sez. IV, 27 giugno 2011, n. te le disposizioni e le prescrizioni del piano di sicu-
25663; Cass. pen., sez. IV, 16 febbraio 2012, n. rezza e di coordinamento (PSC), dei soli rischi in-
6379). Alle pronunce giurisprudenziali sin qui cita- terferenziali «di cantiere.» (1)
te ne sono seguite poi altre, a formare un orienta-
mento che può dirsi ormai sufficientemente conso- L’ipotesi particolare della delega tra
lidato (per tutte da ultimo Cass. pen., sez. IV, 19 committente e CSE
ottobre 2015, n. 41820).
In una vicenda giudiziaria sottoposta in epoca re-
Invero, non vi è dubbio che il ruolo del CSE è
cente al giudizio della Corte di cassazione, i giudici
quello di essere «gestore» dei soli rischi di cantiere,
di legittimità hanno affrontato svariate problemati-
non anche dei rischi intra-aziendali: tant’è che
che, tra le quali quella relativa all’ipotesi del con-
nell’Allegato XV al TUSL, punti 2.1.2., lett. c) ed
ferimento della delega (di funzioni) dal commit-
e) e 2.3.2., l’obbligo per il CSE di elaborare idonee
tente al coordinatore per l’esecuzione.
misure preventive e protettive, è previsto e circo-
Si trattava di un infortunio avvenuto durante la
scritto alle sole «lavorazioni interferenti.» Dunque
non è compito del coordinatore per l’esecuzione ri- posa in opera di una guaina bituminosa sul tetto di
cercare attivamente, indagando, la sussistenza nel un edificio in costruzione: l’apprendista della ditta
cantiere di eventuali inosservanze da parte delle subappaltatrice cadeva dall’apertura esistente sul
imprese (es. controllando lo stato di ogni macchi- tetto, adibita a lucernaio, precipitando per oltre
na e attrezzatura di lavoro, opera provvisionale e due metri e riportando lesioni gravissime che ne
così via, sia sotto il profilo dell’idoneità strutturale, cagionavano, pochi giorni dopo, il decesso.
sia sotto il profilo del montaggio a regola d’arte), Venivano imputati il datore di lavoro, nonché il
né verificare l’idoneità dei POS delle imprese lad- committente, e anche il coordinatore per l’esecu-
dove i profili di rischio assumano natura non inter- zione.
ferenziale: così ritenendo, il ruolo del CSE verreb- La tesi difensiva si basava, tra l’altro, sul fatto che,
be a confondersi con quello del direttore tecnico essendo stata rilasciata delega di funzioni dal com-
di cantiere (che per tradizione è un dirigente del- mittente al CSE, tale circostanza comportava ex se
l’impresa, con compiti di generale sovraintendi- l’esonero di responsabilità del primo.
mento delle maestranze: v. Cass. pen., sez. IV, 10 In primo luogo la Cassazione ha precisato che il
gennaio 1981, Battana; Cass. pen., sez. IV, 29 otto- profilo di responsabilità del committente non può
bre 1980, Fabbri; Cass. pen., sez. VI, 10 luglio essere oggetto di applicazione automatica, «non
1976, Mori; Cass. pen. sez. VI, 24 maggio 1975, potendo esigersi dal committente un controllo
Scibessi) e ne risulterebbe stravolta la «filosofia» pressante, continuo e capillare sull’organizzazione e
generale che è alla base del Titolo IV, Capo I del sull’andamento dei lavori.» Ai fini della configura-
TUSL. zione della responsabilità del committente, occorre
Infatti l’esercizio del coordinamento nei cantieri infatti sempre verificare in concreto quale sia stata
edili è ineludibilmente correlato ai presupposti ri- l’incidenza della sua condotta nell’eziologia dell’e-
chiesti dall’art. 90, comma 3 del TUSL, che fa rife- vento, a fronte delle capacità organizzative della
rimento al requisito della «presenza di più imprese ditta scelta per l’esecuzione dei lavori, avuto ri-
esecutrici, anche non contemporanea.» Ne conse- guardo alla specificità dei lavori da eseguire, ai cri-
gue che anche la valutazione del «raggio di azione» teri seguiti dallo stesso committente per la scelta
dell’art. 92 del TUSL – che costituisce lo «statuto dell’appaltatore o del prestatore d’opera, alla sua
funzionale» del coordinatore per l’esecuzione – ingerenza nell’esecuzione dei lavori oggetto di ap-
non può non essere collegata a una situazione di palto o del contratto di prestazione d’opera, non-
pluralità di organizzazioni di lavoro; di modo che ché alla agevole ed immediata percepibilità da par-
lo statuto funzionale del CSE – di cui sono parte te del committente di situazioni di pericolo.

(1) Sul tema, amplius, L. Poniz, Il sistema di coordinamento ne dei coordinatori (art. 90, commi 3 e 4 del TUSL), ma anche
nei cantieri, in questa Rivista, 2008, 7, 383, secondo il quale il per ciò che attiene allo svolgimento della funzione di coordina-
parametro di «taratura» legislativa del coordinamento nei can- mento delle imprese durante la fase di realizzazione dell’opera
tieri edili è la «presenza di più imprese esecutrici»: e ciò vale edile o di ingegneria civile (art. 92 del TUSL).
non solo in relazione all’obbligo del committente di designazio-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 253


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Quanto tuttavia all’obbligo del committente di vi- (cui era stato ascritto di non aver «verificato l’a-
gilare sull’operato delle imprese esecutrici, imposto dempimento delle disposizioni contenute nel piano
dall’art. 93, comma 2 del TUSL (“La designazione di sicurezza, in violazione dell’obbligo che permane
del coordinatore per la progettazione e del coordi- a suo carico anche in caso di delega di funzioni»).
natore per l’esecuzione dei lavori, non esonera il
committente o il responsabile dei lavori dalle re- Cass. pen., sez. III, 5 gennaio 2016, n. 16
sponsabilità connesse alla verifica dell’adempimen-
to degli obblighi di cui agli articoli 91, comma 1, e
92, comma 1, lettere a), b), c), d) ed e)”), la Supre- L’obbligo del committente di vigilare sull’operato
ma Corte ha ritenuto che esso non può essere og- del coordinatore per l’esecuzione in ordine alla
getto di delega dal committente al CSE. Si tratta verifica, da parte di quest’ultimo, dell’attività del-
infatti e a ben vedere di una responsabilità a titolo le imprese esecutrici non può essere oggetto di
proprio per omessa verifica, il che presuppone piut- delega di funzioni da parte del primo in capo al
tosto, sul piano organizzativo e dei rapporti relazio- secondo. L’eventuale delega conferita in questi
nali, la predisposizione di adeguati flussi di rapporti termini non può avere l’effetto di un esonero del
informativi tra committente e CSE. committente dall’obbligo di vigilare sugli adem-
Più specificamente secondo i giudici la nomina del pimenti gravanti sul CSE, in quanto contraria alla
coordinatore per l’esecuzione comporta al tempo norma imperativa dell’art. 93, comma 2 del
TUSL. Il giudizio fondativo della responsabilità
stesso l’insorgenza di doveri prevenzionistici «tanto
del committente per mancato assolvimento del-
sulla figura del committente che su quella del coor-
l’obbligo di controllo sul CSE deve essere anco-
dinatore per la esecuzione.» Da un lato infatti, du- rato a specifiche circostanze fattuali, le quali de-
rante la realizzazione dell’opera, spetta al coordina- vono essere analiticamente esplicitate e sorrette
tore l’obbligo di verifica circa «l’applicazione, da altresì da una motivazione adeguata (quando,
parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori auto- come, in quali fasi di lavorazione sia mancata la
nomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute doverosa azione di controllo).
nel piano di sicurezza e di coordinamento»; dall’al-
tro lato il committente è tenuto a svolgere un’atti-
vità di vigilanza sull’adempimento, da parte del
CSE, dei compiti che la legislazione prevenzionisti- Conclusioni
ca gli assegna. La pronuncia di Cass. pen., sez. III, n. 16/2016 co-
In siffatto contesto di analisi, la Cassazione ha rite- stituisce un ulteriore avanzamento del percorso di
nuto che la delega di funzioni rilasciata dal com-
riflessione e argomentativo che faticosamente la
mittente al coordinatore per l’esecuzione non può
Cassazione ha compiuto negli ultimi dieci-quindici
valere ad esonerare il primo dall’obbligo di vigilare
anni.
sugli adempimenti ai quali il secondo è per legge
La secca affermazione del principio che la delega
autonomamente tenuto.
In sintesi, i giudici hanno correttamente ritenuto di funzioni si rivela inefficace ogniqualvolta essa
che l’area di rischio imputata ex lege al committen- intende trasferire i doveri di controllo dal soggetto
te non sia delegabile al CSE, pena l’identificazione controllore al soggetto controllato (perseguendo la
in capo alla stessa persona fisica del soggetto con- non consentita reductio ad unum delle distinte posi-
trollore e del soggetto controllato, con conseguen- zioni di garanzia penalistica), si pone sulla scia del-
te violazione di una norma ritenuta inderogabile, la precedente decisione (Cass. pen., sez. IV, n.
in quanto fondativa di una posizione di garanzia 1490/2010 cit.) che ha escluso la designazione per
delegabile ad altri (di regola al responsabile dei la- delega del titolare dell’impresa esecutrice a svolge-
vori), ma non al CSE. re, in nome e per conto del committente, le funzio-
Nondimeno, con riguardo al caso concreto, i giudi- ni di responsabile dei lavori.
ci di legittimità hanno annullato la decisione dei Occorre dunque, anche nel conferimento delle de-
giudici di merito, rilevando che la Corte di Appel- leghe di funzioni, evitare che si producano situazio-
lo non aveva esplicitato le circostanze fattuali dalle ni di «corto circuito» funzionale tra le qualifiche
quali trarre la valutazione di mancato assolvimento rispettivamente possedute dal soggetto delegante e
dell’obbligo di controllo da parte del committente dal soggetto delegato.

254 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Sostanze pericolose

Stato dell’arte delle conoscenze


sui perturbatori endocrini
Giuseppina Paolantonio (*) – Consulente e formatrice in igiene e sicurezza del
lavoro
sufficientemente chiariti, ma possono comprende-
Introduzione re:
— un’azione simile a quella degli ormoni endogeni
I perturbatori o interferenti endocrini (o disruttori, per somiglianza strutturale;
dall’inglese Endocrine Disruptors Compounds – — la competizione chimica con i recettori presenti
EDC) sono sostanze la cui caratteristica è di potersi per gli ormoni endogeni;
sovrapporre attraverso vari meccanismi all’azione — l’azione sugli organi coinvolti nella sintesi e nel
degli ormoni endogeni, interferendo così con im- controllo degli ormoni endogeni (es., sul fegato);
portanti processi biologici che sono alla base dello — una maggior affinità dei perturbatori endocrini
sviluppo e della riproduzione dell’organismo uma- verso le proteine di trasporto.
no. Gli interferenti endocrini sono caratterizzati dalla
La perturbazione endocrina non rappresenta di per enorme diffusione, anche in ambito extralavorati-
sé un esito negativo, ma è un meccanismo che può vo (Tabella 1), e dalla molteplicità di effetti e dan-
alterare importanti funzioni vitali: infatti, gli ormo- ni cronici, quali ad esempio:
ni endogeni sono sostanze messaggere e regolano, — anomalie dell’apparato riproduttivo in ambo i
attraverso sistemi “a cascata”, tutti i processi biolo- sessi,
gici dell’organismo umano – dalla riproduzione, al- — effetti sulla spermatogenesi,
la crescita e differenziazione e mantenimento dei — pubertà e senescenza riproduttiva precoci,
tessuti, al controllo delle condizioni di equilibrio — aumentata abortività,
dei sistemi viventi, al metabolismo energetico. In — malformazioni e patologie fetali,
poche parole, il sistema endocrino mantiene l’inte- — tumori dell’utero, del testicolo, della prostata,
ro organismo in equilibrio in base alle necessità e della mammella,
agli stimoli ricevuti. L’interferenza da parte di so- — effetti sulla tiroide,
stanze esogene può dunque tradursi in una comple- — diabete (per l’interferenza con l’insulina, i glu-
ta sregolazione delle funzioni di cellule, tessuti, or- cocorticoidi e i recettori insulinici),
gani e apparati. Un semplice esempio che può rap- — patologie autoimmuni,
presentare la complessità e la delicatezza dei mec- — disordini del sistema neurovegetativo e del
canismi di regolazione ormonale riguarda la nicoti- comportamento.
na, che può perturbare l’asse endocrino nelle don- Un aspetto di particolare preoccupazione è la po-
ne fumatrici aumentando la produzione di un parti- tenziale trasmissione del danno alle generazioni fu-
colare tipo di estrogeno, l’estrone, una molecola ture, in quanto feti, neonati e bambini sono cate-
estremamente potente che in queste circostanze gorie in via di sviluppo e perciò a rischio partico-
può agire senza la possibilità di un bilanciamento larmente elevato per l’esposizione a queste sostan-
con il progesterone: diviene così più probabile il ze: gli EDC possono ostacolare la programmazione
danno cardiovascolare. delle principali funzioni endocrine fetali durante la
La ricerca è tuttora in progress su queste sostanze, gravidanza e dopo la nascita, determinando conse-
in quanto si tratta di una preoccupazione eviden- guenze negative che si manifesteranno in modo oc-
ziatasi negli ultimi quindici anni. Dunque i mecca- culto ovvero a distanza di tempo dalla circostanza
nismi di azione degli EDC non sono ancora stati espositiva.

(*) giuseppina.paolantonio@fastwebnet.it.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 255


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In effetti, diversi studi epidemiologici europei han- presenza di numerose esposizioni a composti con
no evidenziato una crescita nell’incidenza di alcu- queste caratteristiche.
ne patologie già in età molto precoce. La materia è dunque ancora oggetto di studio e
Peraltro, la tossicità degli EDC può esplicarsi solo non esiste nemmeno una vera e propria classifica-
in alcuni periodi della vita animale: uno stesso zione dei perturbatori endocrini.
composto può essere innocuo per la madre in ge- Anche i criteri di classificazione delle sostanze
stazione, ma nocivo al feto che porta in grembo. adottati in sede europea (1) quale recepimento dei
Gli interferenti endocrini comprendono contami- criteri internazionali attualmente non considerano
nanti persistenti (es. diossine), pesticidi, sostanze in modo dedicato tale end point trasversale che, in
industriali (es. ftalati, bisfenolo A) ma anche so- base agli specifici meccanismi tossicologici attivati
stanze naturali (es. “fitoestrogeni” utilizzati proprio dalla sostanza, può rientrare in altre classi di peri-
allo scopo di regolare disagi e patologie correlate al colosità (es. tossicità cronica STOT – organo spe-
deficit ormonale nella menopausa). Composti con cifica, oppure cancerogenicità o reprotossicità).
queste peculiarità possono derivare dalla sinergia di A livello internazionale, la strategia ONU Strategic
sostanze che singolarmente possono risultare inno- Approach to International Chemicals Management
cue, ma se miscelate insieme diventano attive. (SAICM) – a cui REACh si è ispirato – ha propo-
È importante sottolineare che ad oggi non è noto sto un’azione coordinata a livello globale, dal mo-
se esista con certezza una relazione dose-risposta ed mento che molte di queste sostanze sono anche
è dunque difficile stimare il rischio e definirne con- persistenti in ambiente e in base all’affinità che
dizioni di accettabilità; questo anche perché molte presentano verso i comparti ambientali possono
sostanze con queste caratteristiche sono anche do- raggiungere siti molto lontani dal punto di emissio-
tate di potenziale di bioaccumulo nei tessuti – an- ne e generare esposizioni difficili da prevedere e
dando così a costituire una duratura esposizione in- valutare a posteriori. Ma non è stato messo a punto
terna – e dunque non è possibile definire un effica- un univoco criterio di individuazione del potenzia-
ce valore limite di esposizione health based. In ogni le di perturbazione del sistema endocrino; solo la
caso l’azione può essere ritenuta pertinente già a classificazione in base all’origine è unanimemente
bassissime dosi, dato che l’interferenza riguarda la condivisa, potendosi distinguere:
cascata ormonale. — sostanze di origine naturale (es. fitoestrogeni o
micoestrogeni prodotti dalle piante, dai funghi e
Individuazione degli EDC dalle muffe);
Trattandosi di una preoccupazione alquanto recen- — ormoni naturali (androgeni, estrogeni) o di ori-
te nel panorama del rischio chimico, le evidenze gine sintetica (contraccettivi);
sia tossicologiche che epidemiologiche sono ancora — sostanze di sintesi, come quelle prodotte dall’in-
limitate. In molti casi devono ancora essere identi- dustria farmaceutica o in uso nell’industria chimica
ficati con precisione i meccanismi biologici che so- (ftalati, perclorati, perfluorati, perfluorottanoati,
no alla base dell’azione di questi composti; pari- fenoli etossilati, polibromobifenili, stirene, metalli
menti, attualmente l’identificazione di queste so- pesanti, alcuni solventi), agricola (biocidi in gene-
stanze è ancora assai limitata, anche a causa di ca- re), o prodotte dall’incenerimento dei rifiuti (dios-
renze esistenti nei sistemi di indagine sia a priori sine, dibenzofurani).
che post-esposizione. Circa 800 composti chimici L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
sono conosciuti o sospetti come interferenti endo- (EFSA) utilizza una distinzione base in due gruppi
crini, ma di questi solo una piccola parte è stata in- di rischio:
vestigata attraverso strumenti capaci di caratteriz- 1) sostanze dannose verso il sistema endocrino (in-
zare il tipo e il livello di rischio associato all’esposi- terferenti accertati),
zione nei diversi ambiti. 2) sostanze che hanno un’azione sul sistema endo-
La difficoltà nell’individuare i rischi e valutare le crino ma sotto forma di una risposta adattativa, ov-
conseguenze è anche dovuta alla potenziale com- vero priva di effetti nocivi per l’organismo.

(1) Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n.
e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativo alla classifica- 1907/2006, c.d. “Regolamento CLP”, di armonizzazione coi
zione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle criteri definiti dal sistema GHS sviluppato in ambito ONU.
miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e

256 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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A un livello di maggior dettaglio, esiste una classi- tuttavia agli esiti emersi non è seguita, come da in-
ficazione in progress, ma incompleta, operata dalla tenzioni dichiarate, alcuna pianificazione di lavoro.
statunitense EPA (Environmental Protection Agen- Certamente vi è ancora necessità di estendere ed
cy) in base al grado di probabilità di innescare ef- affinare la ricerca nel merito; ma è anche necessa-
fetti sull’uomo, che distingue tra: rio mettere a punto, nel frattempo, strumenti ap-
• distruttori endocrini accertati (gruppo 1): com- propriati alla gestione dei rischi evidenziati.
prendono quelle sostanze che in seguito ad esposi- A livello legislativo, l’identificazione delle sostanze
zione hanno procurato danni sugli animali e talvol- con proprietà di perturbazione endocrina è uno de-
ta effetti sull’uomo, sia direttamente che sulla prole gli intenti del sistema innescato dal Regolamento
(es. DDT, Dieldrin, Diossine, Lindano, Clordeco- REACh: in particolare, le proprietà degli EDC so-
ne); no ritenute di particolare preoccupazione, e una
• distruttori endocrini sospetti (gruppo 2A): si volta individuate nello specifico possono condurre
comportano come tali in studi eseguiti su animali e all’inclusione di un dato composto nella lista delle
in vitro (es. dietilftalato, piombo, mercurio, para- SVHC (Substances of Very High Concern) (Tabella
thion); 2), con l’intento di approfondire i meccanismi e la
• distruttori endocrini potenziali (gruppo 2B), per diffusione d’uso e di esposizione ed eventualmente
i quali esistono solo dati provenienti da esperimen- avviarlo a provvedimenti restrittivi quali l’autoriz-
ti in vitro (es. ftalati, malathion, carbaryl). zazione all’uso e la restrizione sui prodotti commer-
E in Europa? cializzati.
Nel 1999, previa consultazione con le parti interes- In modo indiretto, inoltre, questi composti possono
sate, la Commissione adottò la Community strategy essere considerati da specifiche normative (es. pe-
for endocrine disrupters (2) che ha individuato diver- sticidi e biocidi).
se azioni sul breve, medio e lungo termine. Questi strumenti, spesso di recente introduzione
Fra le azioni a breve termine venne focalizzata la nel panorama legislativo, non si sono però tradotti
necessità dell’istituzione di un elenco di sostanze in un quadro d’azione coerente che permetta di in-
prioritarie; questo primo passo ha condotto alla dagare più approfonditamente le proprietà perico-
preparazione di una lista di 564 sostanze e ha evi- lose degli EDC e consenta inoltre di ricostruirne i
denziato la necessità di informazioni più approfon- flussi espositivi e di conseguenza chi sia maggior-
dite su 435 sostanze con dati insufficienti. Una fase mente esposto a queste sostanze di particolare peri-
ulteriore ha sviluppato uno studio sulle sostanze colosità (elemento che ha invece caratterizzato il
chimiche a basso volume di produzione. portato di REACh per quanto concerne le sostanze
Allo stato attuale la UE ha individuato 147 sostan- chimiche di pericolosità più tradizionale) e vada
ze potenzialmente EDC che possono essere prodot- maggiormente tutelato attraverso gli strumenti di-
te in grandi volumi. Tuttavia il rischio è compro- sposti attualmente (valutazione dei rischi in ambi-
vato solo per 66 delle 147 sostanze più preoccupan- to occupazionale; autorizzazione all’uso in ambito
ti (categoria 1; di queste 66 si ritiene che l’esposi- occupazionale e ambientale; restrizione in ambito
zione sia significativa per 60 composti), mentre per di vita e di consumo).
altre 52 si definisce una attività potenziale (catego- In ultima analisi, ad oggi l’azione europea si è mo-
ria 2). Un elenco del tutto parziale di tali sostanze strata debole e carente sul tema degli EDC.
si può ritrovare, oltre che nei documenti dell’A- Lo scorso 16 dicembre, la Corte di Giustizia UE ha
genzia europea, anche sul sito dedicato della DG giudicato illegale la gestione dei perturbatori endo-
Ambiente della Commissione (3), e per quanto ri- crini da parte della Commissione europea (5). La
guarda gli EDC assunti attraverso l’alimentazione Corte ha stabilito che nel merito la Commissione
nella banca dati EDID sul sito dell’Istituto Superio- non si sia mossa coerentemente ai principi che
re di Sanità (4). orientano il diritto nell’Unione europea: in modo
Attraverso questi passaggi, la UE ha valutato tutte particolare, sotto accusa è l’assenza di definizione
le sostanze incluse originariamente nel progetto; dei criteri scientifici necessari a testare le proprietà

(2) Documento COM (1999) 706, Comunicazione della (3) http://ec.europa.eu/environment/chemicals/endocrine/-


Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del 17 di- strategy/substances_en.htm.
cembre 1999, Strategia comunitaria in materia di sostanze che (4) www.iss.it, nella sezione “Banche dati”.
alterano il sistema endocrino. Una serie di sostanze con so- (5) Sentenza ECLI:EU:T:2015:976 del 16 dicembre 2015
spetta azione di interferenza sui sistemi ormonali nei soggetti nella causa T-521/14.
umani e nella fauna selvatica.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 257


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pericolose intrinseche degli EDC, e ciò è contrario riconosciute come EDC certi — tra cui bisfenolo
ai principi definiti dalla legislazione in materia di A (PBA), ftalati, ritardanti di fiamma (PBDEs),
rischio chimico. Nel luglio del 2014, dopo alcune pesticidi organofosforati, e l’insetticida DDE che
comunicazioni scambiate con la Commissione eu- ha sostituito il DDT); i dati relativi sono dunque
ropea, la Svezia aveva deciso di aprire una causa in ampiamente sottostimati, riferendosi al 5% delle
quanto, ai sensi dell’articolo 5 paragrafo 3 del rego- esposizioni a EDC noti.
lamento sui biocidi (6), la Commissione avrebbe Oltre ai costi economici per la presa in carico delle
dovuto definire tali criteri entro il 13 dicembre patologie da esposizione a EDC (Tabella 3), le pro-
2013. E in effetti la Commissione aveva lanciato spettive socio-sanitarie sono molto gravi: dallo stu-
una consultazione on line per la definizione di crite- dio emerge che la sola esposizione a pesticidi può
ri specifici di individuazione degli EDC, che si è causare in tutta Europa alla perdita di 13 milioni
chiusa il 16 gennaio 2015 (i cui esiti però non so- di punti di Quoziente Intellettivo (IQ), mentre
no disponibili in rete). l’incidenza annua nei nuovi nati di disabilità intel-
Nella causa, la Commissione UE ha sostenuto che lettive imputabili all’esposizione a EDC tocca i
l’azione legislativa in questa direzione necessitasse 59.300 casi.
di un’analisi d’impatto socioeconomico per valuta- Il gruppo sta lavorando per completare due studi si-
re il rapporto rischi/benefici di un’azione maggior- mili, rivolti alla salute riproduttiva femminile e ai
mente incisiva in merito a queste sostanze; ma non tumori ormone-dipendenti, e intende espandere il
vi è traccia di pianificazione di un tale studio. lavoro svolto anche agli Stati Uniti (ove sono atte-
Si tratta certamente di una risoluzione importante: si risultati simili, in alcuni casi peggiori).
ora la messa a punto di criteri specifici deve essere
considerata nella pianificazione delle attività degli Le prospettive di intervento future
organi tecnici di supporto alla Commissione, in L’analisi degli effetti sugli esseri umani ha fallito nel
modo particolare dell’Agenzia europea ECHA e provare l’evidenza di una associazione causale diret-
delle Autorità nazionali degli Stati membri. ta tra esposizioni a basse dosi a perturbatori endocri-
ni e l’insorgenza di specifici effetti sulla salute. Ma
Il costo dell’esposizione a EDC in Europa diversi studi su animali e dati provenienti dal moni-
Un gruppo internazionale di ricercatori ha recente- toraggio in presenza di elevati livelli espositivi indi-
mente stimato l’impatto economico che deriva da- cano che gli EDC hanno effetti sulla salute ripro-
gli effetti sulla salute da perturbatori endocrini nel- duttiva, sullo sviluppo e funzionamento neuronale,
l’Unione Europea (7). Nonostante le stime pruden- sulla funzione immunitaria e nella generazione di
ziali, l’impatto appare notevole: gli scienziati han- diverse forme di cancro ormone-dipendenti.
no stimato che tali esposizioni si traducono in un La strategia sugli EDC in Europa dovrà coprire i se-
onere economico annuo che va da circa 157 mi- guenti punti (8):
liardi di euro (corrispondente a 1,23% del prodotto — ampliare la ricerca sui meccanismi di azione e
interno lordo UE) fino a 269 miliardi di euro. per l’individuazione di EDC, anche rispetto all’e-
Lo studio, seguendo le indicazioni del WHO (UN sposizione a miscele;
Environment Programme, State of the Science of En- — sviluppare marcatori biologici più sensibili e
docrine Disrupting Chemicals) si è focalizzato solo specifici per riscontrare l’effetto sul sistema endo-
sulle patologie correlate all’esposizione a EDC con crino mediato dagli EDC nelle esposizioni occupa-
probabilità superiore al 20%, quali: obesità, diabe- zionali;
te, disturbi riproduttivi maschili ed effetti neurolo- — implementare un miglior sistema di rilevazione
gici (autismo, disabilità psichica, deficit dell’atten- dei dati di patologia che permetta una correlazione
zione), e solo su esposizioni a sostanze storicamente con le esposizioni pregresse (9), e aumenti la possi-

(6) Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo the European Union”, “Obesity, Diabetes, and Associated
e del Consiglio del 22 maggio 2012 relativo alla messa a di- Costs of Exposure to Endocrine-Disrupting Chemicals in the
sposizione sul mercato e all’uso dei biocidi. European Union”, in Journal of Clinical Endocrinology and Me-
(7) AA.VV, “Estimating Burden and Disease Costs of Expo- tabolism, vol. 100, Issue 4, aprile 2015.
sure to Endocrine-Disrupting Chemicals in the European (8) Priorities for occupational safety and health research in Eu-
Union”, “Neurobehavioral Deficits, Diseases, and Associated rope for the years 2013-2020 (gennaio 2014).
Costs of Exposure to Endocrine-Disrupting Chemicals in the (9) Si veda anche, G. Paolantonio, Sostanze CMR: il punto
European Union”, “Male Reproductive Disorders, Diseases, della situazione in Europa, in ISL n. 3/2016, 129.
and Costs of Exposure to Endocrine-Disrupting Chemicals in

258 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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bilità di rilevare i danni correlati alle esposizioni a scontro più comune in scenari di esposizione reali-
EDC; stici o in ragione degli impieghi previsti (es. sulla
— svolgere studi epidemiologici su più ampia scala base di dati raccolti nel quadro degli adempimenti
incentrati sulle basse esposizioni; REACh);
— ideare interventi focalizzati sulle fasce di popo- • studi epidemiologici sugli EDC indirizzati sulla
lazione più suscettibili all’azione degli EDC. correlazione esposizioni-patologie, particolarmente
In Italia, il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, gli studi sull’età evolutiva;
le Biotecnologie e le Scienze della Vita – Gruppo • un impiego maggiore e più efficace di banche
di studio per la prevenzione dei rischi alimentari biologiche, banche dati e registri di patologia, dan-
ed ambientali da interferenti endocrini ed altri do la priorità all’ottimizzazione ed integrazione di
contaminanti emergenti – ha individuato in modo strumenti già disponibili;
più concreto le prospettive future della ricerca, che • miglioramento della sorveglianza sanitaria sugli
comprenderanno (10): EDC conosciuti in contesti lavorativi prioritari (es.
• elaborazione di strategie integrate per la identifi- agricoltura, rifiuti), integrando indagini di igiene
cazione sensibile, efficiente e precoce degli EDC industriale con indagini di monitoraggio biologico,
nell’ambito di REACh e altri programmi europei e inserite all’interno di protocolli di sorveglianza sa-
internazionali; nitaria con specifico rilievo, ove possibile, alle dif-
• messa a punto di modelli sperimentali in vitro e ferenze di genere;
in vivo per valutare le differenti vulnerabilità lega- • nuove strategie per la sicurezza alimentare, iden-
te al sesso ed alla fase del ciclo vitale e caratterizza- tificata come uno dei punti più importanti conside-
re in maniera più completa gli effetti degli EDC; rando che l’alimentazione è una componente del-
• studio dei meccanismi, in primo luogo la identi- l’ambiente di vita comune a tutta la popolazione.
ficazione di biomarkers precoci, e di potenziali effet- La prevenzione di molte attuali patologie non sarà
ti additivi o sinergici da esposizioni multiple e/o possibile finché non saranno acclarati gli effetti
contemporanee; tossicologici delle sostanze EDC e, in parallelo, sia-
• potenziamento degli studi per la valutazione del no costruiti studi che rilevano i dati di esposizione
rischio delle miscele, dando priorità a quelle di ri- e permettano di correlare l’esposizione col danno.

Tabella 1 – Esempi di comuni perturbatori endocrini e loro utilizzi

Effetti di perturbazione del sistema endocrino


Sostanza Utilizzi e sorgenti di esposizione
riscontrati

Bisfenolo A (BPA) Preoccupazioni riguardano gli effetti riscontrati sul Utilizzato principalmente nella produzione di resine
cervello e sulla prostata già in feti e bambini, e le pos- policarbonato ed epossidiche; si può ritrovare come
sibili alterazioni del sul comportamento impurezza nei manufatti costituiti con quei materiali,
nei contenitori per alimenti (es. lattine), nelle stampe
su carta termica (es. scontrini).

Di(2-etilesil) ftalato Effetti sullo sviluppo riproduttivo maschile già nei Utilizzati in elevati quantitativi per la produzione di
(DEHP) bambini plastiche e articoli correlati oggetti di uso comune,
imballaggi per alimenti, giocattoli, dispositivi medici)

Ftalati in genere Effetti sulla salute riproduttiva maschile e femminile


Malformazioni fetali
Alterazione del segnale di morte cellulare
Diminuzione della conta e della mobilità spermatica
Obesità
Diabete
Affezioni tiroidee

Perclorati Competono col metabolismo dello iodio e possono al- Prodotti sbiancanti per il bucato
terare il funzionamento della tiroide inducendo minore
produzione di ormoni tiroidei

Arsenico Interferenze con la regolazione dei glucocorticoidi Comune contaminante nei terreni (e di conseguenza
(possibile conseguenza: immunosoppressione, osteo- negli alimenti) e nelle acque
porosi, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia) e di

(10) Priorità e obiettivi per la valutazione e gestione del rischio terferenti Endocrini, 2010.
per la salute umana e la qualità ambientale da esposizione a In-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 259


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Effetti di perturbazione del sistema endocrino


Sostanza Utilizzi e sorgenti di esposizione
riscontrati

conseguenza con la regolazione dei livelli glicemici


(possibile conseguenza: insulino-resistenza, obesità,
diabete)

Perfluorottanoati Patologie renali e tiroidee Materiali antiaderenti (es. per la cucina) e impermea-
(PFOAs) Sottosviluppo del feto bilizzati (vestiario waterproof); sono composti estre-
Effetti sulla qualità e sulla conta spermatica mamente persistenti, a volte si è dimostrato l’impossi-
Interazione con gli ormoni sessuali bilità alla biodegradazione

Glicoleteri Anomalie sanguigne Diminuzione della conta sperma- Comuni solventi, presenti in vernici, formulazioni per
(es. 2-butossietanolo tica Asma, allergie l’industria e per le pulizie e in prodotti per la cosmesi
(EGBE), metossidigli-
cole (DEGME))

Fitoestrogeni Azione inibitrice o amplificatrice sugli ormoni endoge- Contenuti naturalmente in piante e prodotti vegetali e
(es. genisteina, daid- ni; in genere sono ritenuti dei regolatori ormonali animali, quali i derivati della soia
zeina)

Tabella 2 – Perturbatori endocrini accertati inseriti nella lista delle SVHC

Sostanza con effetti


Data
di perturbazione del sistema Effetti accertati Utilizzi in UE
di inserimento
endocrino accertati o sospetti

Bis-(2-etilesil) ftalato(CAS 117-81-7) 28/10/2008 Attività antiandrogenica, sterilità Plastificante nella produzione di
maschile materie plastiche

4-(1,1,3,3-tetrametilbutil)fenolo (CAS 140- 19/12/2011 Attività estrogenica ed antiandro- Formulazione di pitture, vernici e
66-9) genica prodotti di rivestimento; polime-
rizzazione in emulsione; intermedi
nella produzione di eteri solfati;
reagenti di laboratorio; ausiliari di
processo nell’industria tessile e
del cuoio; produzione di elementi
prefabbricati in calcestruzzo ed
emulsionanti del bitume; in pro-
dotti per la pulizia dei macchinari,
in fluidi per la lavorazione del me-
tallo e per la pulizia di superfici
metalliche, in prodotti per la sigil-
latura nel settore delle costruzio-
ni; come ausiliari in agenti espan-
denti per l’industria plastica e nel-
la produzione di carta; in formula-
zioni di pesticidi e di prodotti ve-
terinari.

4-(1,1,3,3-tetrametilbutil)fenolo etossilato 19/12/2012

Nonilfenolo, ramificato e lineare 19/12/2012 Attività estrogenica Tensioattivi utilizzati in detergenti


Nonilfenolo etossilato, ramificato e lineare 20/06/2013 industriali e ad uso civile

Cadmio (CAS 7440-43-9) 20/06/2013 Iperestrogenismo con iperplasia Non ci sono dati sugli utilizzi in
composti del cadmio: 16/06/2014 e ipertrofia dell’endometrio (po- UE; si tratta di contaminanti ubi-
— cadmio cloruro (CAS 10108-64-2) 16/12/2013 tenzialità cancerogena) quitari del terreno e di conse-
— cadmio solfuro (CAS 1306-23-6) guenza degli alimenti

— cadmio fluoruro (CAS 7790-79-6) 17/12/2014 Produzione di leghe metalliche;


sintesi organiche

— cadmio solfato (CAS 10124-36-4, 17/12/2014 Pigmento; intermedio per la pro-


31119-53-6) duzione di composti del cadmio;
processi galvanici di cadmiatura

Fonte: sito dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (www.echa.eu), ultimo aggiornamento al 5 dicembre 2015; si noti che questo elenco non
è esaustivo di tutti gli EDC inclusi nelle SVHC in quanto i composti qui considerati sono quelli individuati come composti di “equivalente preoccu-
pazione” per via dei meccanismi di perturbazione del sistema endocrino, ma anche diverse sostanze classificate come CMR possono agire per via
endocrina (è il caso degli ftalati classificati come reprotossici).

260 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Approfondimenti

Tabella 3 – Le stime dei costi economici associati alla probabilità di diversi danni dall’esposizione a EDC

Probability
Strength of Strength of
of
Exposure Outcome Human Toxicological Base Estimate € Low Estimate € High Estimate €
Causation,
Evidence Evidence
%

PBDEs IQ loss and Moderate-to- Strong 70-100 9.587.571.420 1.577.449.552 22.356.864.892


intellectual high
disability

Organo- IQ loss and Moderate-to- Strong 70-100 146.178.556.566 46.760.988.423 194.850.545.761


phosphate intellectual high
pesticides disability

DDE Childhood Moderate Moderate 40-69 24.610.041 24.610.041 86.448.264


obesity

DDE Adult diabe- Low Moderate 20-39 834.741.170 834.741.170 16.694.823.393


tes

Di-2-ethylhe- Adult obesi- Low Strong 40-69 15.610.612.091 15.610.612.091 15.610.612.091


xylphthalate ty

Di-2-ethylhe- Adult diabe- Low Strong 40-69 606.944.344 606.944.344 606.944.344


xylphthalate tes

BPA Childhood Very low-to- Strong 20-69 1.537.177.463 1.537.177.463 1.537.177.463


obesity low

PBDEs Testicular Very low-to- Weak 0-19 847.975.932 313.179.835 847.975.932


cancer low

PBDEs Cryptorchi- Low Strong 40-69 129.807.327 116.841.584 129.807.327


dism

Benzyl and Male inferti- Low Strong 40-69 4.714.114.146 4.714.114.146 4.714.114.146
butyl phtha- lity, resulting
lates in increased
assisted re-
p r o d u c t i ve
technology

Phthalates Low T, re- Low Strong 40-69 7.958.358.238 7.958.358.238 7.958.358.238


sulting in in-
creased ear-
ly mortality

Multiple ex- ADHD Low-to-mode- Strong 20-69 1.743.332.686 1.212.298.027 2.861.405.410


posures rate

Multiple ex- Autism Low Moderate 20-39 199.339.876 79.735.951 398.679753


posures

Abbreviation: ADHD, attention-deficit hyperactivity disorder.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 261


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VDR in pratica

Analisi degli infortuni

Imparare dagli errori:


percorsi pratici
Michele Montresor (*) – Tecnico della prevenzione ATS Val Padana

L’articolo è il primo di una serie ispirata al modello INAIL “Sbagliando s’impara”, a sua volta ba-
sata sullo schema classico di correlazione, nella prevenzione degli infortuni, tra fattore di rischio,
esposizione e danno.

Introduzione Particolare attenzione è stata riservata a un possibi-


Nell’introdurre il tema degli infortuni sul lavoro, le utilizzo di questo modello interpretativo anche
assumere un punto di vista “soggettivo” nel proces- nelle aziende (pubbliche e private) che, ai sensi
so di valutazione è utile per tentare di capire i dell’art. 29, comma 3, del D.Lgs. n. 81/2008 (c.d.
comportamenti degli infortunati e degli altri attori “Testo Unico della Sicurezza del Lavoro” o, più
della prevenzione che compiono la loro prestazione brevemente, TUSL) (2), sono tenute ad analizzare
(task) all’interno di un contesto organizzativo che gli infortuni significativi; se non fosse che il Legi-
non appare mai semplice e scontato, e ancor di più slatore ha omesso di dare ulteriori indicazioni sulle
sicuro. Soprattutto senza pregiudizi e stereotipi, al- modalità di tale operazione e, credo correttamente,
trimenti il puzzle così ricostruito, verosimilmente sul senso di “significatività”. Il “senso” è da costrui-
incompleto di molti tasselli, ci racconterebbe re all’interno dell’azienda e del contesto in cui ope-
un’altra storia e le conclusioni a cui arriveremmo ra ed è, conseguentemente, a carico della “catena
sarebbero fuorvianti, in termini sia penali (indivi- di comando aziendale”.
duazione delle responsabilità) che preventivi (indi- Si consideri, ad esempio, la lista stilata a cura del
viduazione delle misure di prevenzione). dott. Adolfo Fiorio, Direttore SPISAL ULSS 5
Anche per tale ragione si presenta il tema della Ovest Vicentino (3); appare chiaro che i criteri di
modellistica degli infortuni secondo un consolidato definizione di “significatività infortunistica” sono
metodo interpretativo denominato “Sbagliando tutti da declinare all’interno delle singole realtà
s’impara” [1], di cui l’Autore ha curato (1) una ri- aziendali, ma prima che si verifichi un infortunio,
lettura integrata [2] nel tentativo di renderlo mag- cioè all’interno del DVR, nella sessione dedicata ai
giormente sovrapponibile alle metodologie d’inda- criteri adottati per la valutazione stessa (art. 28,
gine che caratterizzano il servizio di prevenzione e comma 2, lett. a) del TUSL).
sicurezza negli ambienti di lavoro delle ASL Nel rimandare alla consultazione della copiosa do-
(SPSAL) . cumentazione sul metodo (infra Bibliografia) se ne

(*) Le considerazioni espresse in questo articolo sono frutto produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini
esclusivo dell'autore e non hanno carattere in alcun modo im- della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di
pegnativo per l'amministrazione di appartenenza. L’Autore rin- evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o
grazia il collega Alberto Tieghi, attuale RSPP dell’ASST Manto- a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sor-
va, con cui ha potuto confrontarsi in questi anni sull’applica- veglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale
zione del modello e trovare nuove direzioni operative per con- rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere ag-
tribuire allo sviluppo e diffusione del modello “Sbagliando giornate. Nelle ipotesi di cui ai periodi che precedono il docu-
s’impara”. mento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato, nel ri-
(1) Con il dott. Paolo Ricci (Osservatorio Epidemiologico, spetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2, nel termine di tren-
ASL Mantova) e l’ing. Elio Giroletti (Dipartimento fisica nuclea- ta giorni dalle rispettive causali.
re e teorica, Università degli studi di Pavia). (3) Ripresa da PuntoSicuro http://www.puntosicuro.it/sicu-
(2) Art. 29, comma 3, TUSL: La valutazione dei rischi deve rezza-sul-lavoro-C-1/ruoli-figure-C-7/datore-di-lavoro-C-71/gli-
essere immediatamente rielaborata, nel rispetto delle modalità adempimenti-in-caso-di-infortuni-significativi-AR-9989/
di cui ai commi 1 e 2, in occasione di modifiche del processo

262 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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VDR in pratica

propone – in questo e prossimi articoli – l’utilizzo sebbene, in realtà particolarmente piccole, essa
pratico nell’ambito di alcuni infortuni indagati, al non trovi possibilità di applicazione (almeno da un
fine di offrire alle aziende (e a tutti gli attori della punto di vista economico); in tema di analisi inci-
prevenzione, interni ed esterni) l’opportunità di dentale è molto raro trovare consulenti esterni pre-
impiego di uno strumento operativo dalle indubbie parati e quelli interni ancora non si cimentano
potenzialità per una gestione aziendale che intenda con modellistiche avanzate come quella proposta
affrontare e monitorare la sicurezza del lavoro in in questo articolo e patrimonio di numerosi “tecni-
maniera equilibrata e senza convinzioni aprioristi- ci della prevenzione” (T.d.P.) di molte ASL.
che. Non di rado, infatti, a seguito di analisi inci- La conoscenza dei fattori di rischio (determinanti)
dentali di superficie (laddove svolte), la reazione proposti attraverso il modello può stimolare l’emer-
dell’imprenditore è di irrigidire, almeno formal- sione di elementi e direzioni di osservazione non
mente, il processo produttivo con nuove procedure considerate nella valutazione dei rischi che nel
(non sempre concretamente attuabili e quindi di- DVR, il documento ex artt. 28 e 29 del TUSL, tro-
sattese dalle maestranze) e/o investire in nuovi cor- va il suo strumento applicativo e operativo da rite-
si di formazione spesso inutili e ridondanti, almeno nersi in continuo e regolare aggiornamento.
come soluzione dei fattori che hanno generato l’e-
vento. Solo l’analisi incidentale di profondità per- Approccio metodologico
mette di indirizzare il datore di lavoro verso inve-
stimenti maggiormente motivati, mirati e articola- Il modello proposto necessita, per una sua applica-
ti. zione pratica, di un preciso percorso formativo in
Quindi, “imparare dagli errori” (4) permette di am- quanto, sebbene non particolarmente complesso, a
pliare l’orizzonte della valutazione dei rischi, inter- differenza di altre metodologie d’analisi (5), si
cettando fattori di potenziale infortunio che, da struttura per tassonomie, schemi e terminologie
un’analisi classica, potrebbero non emergere; so- tutte proprie.
prattutto quando questa viene condotta da un solo Non potendo in questo articolo ripercorrere tutti
soggetto, che, per quanto preparato in materia di gli schemi concettuali del metodo, se ne ricordano
salute e sicurezza sul lavoro, rischia però di avere gli elementi maggiormente significativi al fine di
un unico e limitato punto di vista. Se poi all’anali- una miglior comprensione delle analisi proposte
si degli infortuni si aggiungono gli incidenti, ecco che attingeranno, oltre che al modello classico di
che la ricca casistica permette una conoscenza pro- derivazione INAIL-ISPESL-Regioni, anche all’in-
fonda delle (specifiche) criticità aziendali in tema tegrazione citata [2] e al modello (cognitivo/com-
di salute e sicurezza. portamentale) di James Reason [7], a cui si riman-
Solo la multidisciplinarità è in grado di offrire alle da per una comprensione completa del modello
aziende strumenti valutativi completi ed efficaci, proposto da questo noto ricercatore internazionale.

(4) Per tale motivo chi scrive ritiene che l’esperienza di molto in termini di partecipazione dei front line alla gestione
DORS (http://www.dors.it/tema.php?idtema=46) e di Infor.MO del rischio lavorativo.
rappresentino, per il Sistema di Prevenzione Nazionale, due (5) Nel panorama internazionale i metodi di analisi a poste-
esperienze uniche: esse portano fuori dagli archivi delle ASL riori degli infortuni (quali il Fault Tree Analysis [3], Causal Ttree
preziose informazioni su “come” e “perché” avvengono gli in- Method [4], Management Oversight Risk Tree [5] e Multiple
fortuni e, quindi, su come prevenirli. Spesso (soprattutto in ca- Cause Systems Oriented Incident Investigation Technique [6],
si gravi e mortali) le analisi e valutazioni condotte dai colleghi tutte metodologie appartenenti alle tecniche deduttive [8]) na-
T.d.P. delle ASL nulla hanno da invidiare a vere e proprie peri- scono e si sviluppano all’interno di specifiche aziende (solita-
zie tecniche incidentali. Un patrimonio di scienza (e coscienza) mente multinazionali); esse comportano una limitata diffusione
veramente prezioso per tutti perché il vero fine di ogni inchie- soprattutto nell’ambito delle piccole e medie imprese (PMI)
sta non è quello di stabilire sic et simpliciter responsabilità e che invece caratterizzano il tessuto produttivo italiano. Mag-
colpe, ma quello di trarre dagli eventi un insegnamento che giormente sviluppati ed in taluni casi estremamente raffinati (e
consenta di evitarne il ripetersi. È l’esperienza che da decenni complessi) sono i metodi Accident/Incident Data REPorting
caratterizza il settore dell’Aeronautica civile e commerciale (ADREP), Cognitive Reability and Error Analisys Method
con obblighi di incident reporting (Regolamento UE n. (CREAM) e Technique for Human Error Rate Prediction (THERP)
376/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 aprile caratterizzati dal particolare approfondimento sui fattori uma-
2014 concernente la segnalazione, l’analisi e il monitoraggio di ni. Utilizzati in domini quali quello aerospaziale, nucleare e del-
eventi nel settore dell’aviazione civile e il sistema volontario in la produzione di energia (in ossequio ai punti 4.9.2. della UNI
medicina “Qualcosa non ha funzionato: possiamo imparare? Il 10616:1997 e 4.10 della UNI 10617:1997) appaiono di com-
sistema dell’incident reporting in Emilia-Romagna”, Rodella S., plessa applicazione pratica in comparti produttivi caratterizzati
Mall S., Porcu E. (2012-2013). Dossier n. 250 – Agenzia sanita- da un medio-basso livello tecnologico e basso profilo di rischio
ria e sociale regionale, Regione Emilia-Romagna. 2015) che, incidentale.
sebbene applicato in sistemi complessi, possono insegnare

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 263


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VDR in pratica

Tale modello comportamentale, che approfondisce riore, senza escludere i lavoratori (ex artt. 20 e 21
le caratteristiche cognitive dell’agire umano, offre TUSL) con differenti e specifiche aree di possibile
importanti spunti di analisi in materia di errore intervento. La sicurezza, in fondo, altro non è se
umano che nel modello “Sbagliando s’impara” non non la sintesi di una “cultura organizzativa” (6).
trovano adeguate opportunità di analisi. Infatti ciò
che, di norma, viene osservato come ultimo ele- Analisi degli infortuni
mento comportamentale del soggetto esposto a un
rischio (o che ne ha determinato le condizioni) Si parlerà quindi di slip e lapse (7) (fallimenti del-
non è che il risultato di un ragionamento umano l’esecuzione), mistake (8) (fallimenti della pianifi-
che deve trovare una sua adeguata comprensione cazione) e violazioni o sabotaggi (9) (azioni volon-
all’interno del contesto lavorativo [8] da esso in- tarie o indotte dalle circostanze). Dalle definizioni
fluenzato. Nei molti anni di esperienza, l’Autore che ne dà Reason si possono facilmente cogliere le
non ha mai osservato un comportamento di un la- profonde differenze tra un comportamento e l’altro
voratore (ma nemmeno di un imprenditore o lavo- e la reale portata preventiva della possibilità offerta
ratore autonomo) che, per quanto potesse apparire da tale livello di analisi in termini di misure pre-
“azzardato” se non addirittura curioso o anomalo, ventive ad esse direttamente connesse. Ciò è senza
non trovasse invece, scavando a ritroso nei fatti e alcun dubbio di fondamentale importanza per la
nelle circostanze, una sua precisa collocazione e ra- (ri)definizione delle strategie di investimenti sulla
gion d’essere all’interno del conteso lavorativo da sicurezza del lavoro da parte di un’organizzazione.
dove quel comportamento ha avuto origine. Tale Per “descrivere” gli infortuni occorre identificare:
comportamento, al primo livello di osservazione, 1) il trauma subito dall’infortunato (sede e natura
vede sicuramente protagonista il soggetto esposto della lesione);
(il front line di Reason) mentre a livelli successivi – 2) il contatto nel corso del quale è avvenuto il tra-
e quindi più distanti dall’evento – vede la parteci- sferimento di energia che ha provocato il trauma
pazione di altri attori (o comparse) che per il ruolo (parte del corpo e parte dell’ambiente che sono ve-
aziendale assunto possono, con azioni o omissioni, nute in contatto tra loro);
aver influito negativamente sulle condizioni di la- 3) l’incidente che ha messo a disposizione l’energia
voro dei prestatori d’opera. Si parlerà allora di
trasferita nel corso del contatto.
“comportamento organizzativo” la cui ricerca ed
Per “interpretare” gli infortuni occorre identificare:
emersione appare di fondamentale importanza per
evitare numerose condizioni di “non sicurezza” che 1) i fattori di rischio d’incidente (o determinati)
alla lunga possono sfociare in un evento avverso, che hanno provocato l’incidente, intesi come
sia esso un incidente o un infortunio. “ogni fattore di rischio che, rispetto al punto di vi-
Pur sottolineando che il modello “Sbagliando s’im- sta del preventore, concorre a determinare un inci-
para” non si pone come obiettivo l’individuazione dente, aumentandone la probabilità di accadimen-
delle colpe dei soggetti che hanno avuto un ruolo to, e che pertanto risulta, per definizione, elimina-
nella genesi infortunistica, non si può non rilevare bile” (ridefinizione a cura dell’Autore in [2]);
che tali soggetti sono tuttavia investiti di una “re- 2) i modulatori intesi come “ogni fattore che, inin-
sponsabilità organizzativa”, dai preposti, su cui rica- fluente sulla probabilità di accadimento, è in grado
dono specifici obblighi di sicurezza definiti dall’art. di ridurne o aggravarne le conseguenze”. Essi si col-
19 del TUSL, a tutta la catena di comando supe- locano successivamente all’incidente.

(6) In tema di differenza tra “colpa” e “responsabilità” si ri- processi di giudizio e/o inferenziali coinvolti nella scelta di un
manda alla lettura di due recenti approfondimenti; uno del obiettivo o nella specificazione dei mezzi necessari al suo rag-
dott. Attilio Pagano, presidente AiNTS (http://www.puntosicu- giungimento, indipendentemente dal fatto che le azioni dirette
ro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/rubriche-C-98/interviste-inchieste- da questo schema di decisione vengano eseguite secondo il
C-117/la-differenza-tra-colpa-responsabilita-nella-sicurezza-sul- piano o meno. Essi sono più elusivi e complessi degli SLIP,
lavoro-AR-14468/), e l’altro del prof. Maurizio Catino sull’inci- rappresentano un pericolo più grande e per natura sono anche
dente della Costa Concordia (http://download.repubblica.it/pd- più difficili da individuare.
f/2012/rapporto-progresss-concordia.pdf) (9) Trattasi delle violazioni di routine [o ottimizzanti], viola-
(7) Sono errori (SLIP – di tipo attenzionale e LAPSUS – della zioni eccezionali o atti di sabotaggio: di complessa valutazio-
memoria) che hanno origine da qualche fallimento nello stadio ne, ma sempre all’interno del “contesto organizzativo” che ne
di esecuzione e/o di immagazzinamento di una sequenza d’a- può favorire la comparsa. Esempio: la reiterata disattivazione
zioni senza riferimento al fatto che il piano che le ha guidate dei finecorsa di sicurezza o mancata osservanza di normative
fosse adeguato o meno per raggiungere l’obiettivo. di sicurezza, procedure di lavoro e buone prassi.
(8) Sono da considerarsi come deficienze o fallimenti dei

264 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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VDR in pratica

Tabella 1 – Elementi costitutivi del modello

Elementi del modello Finalità di prevenzione Azioni

Incidente Prevenzione degli incidenti Identificazione dei pericoli (fattori di rischio di in-
cidente, c.d. “FRI” o anche “determinanti”) e loro
rimozione o attenuazione

Contatto Prevenzione dei contatti Barriere materiali o immateriali

Contatto Prevenzione dei contatti più lesivi Misure tendenti ad impedire contatti che interes-
sano organi vitali

Trasferimento di energia Ridurre al pericolosità di eventuali trasferimenti Scelta del tipo di energia meno pericolosa
di energia

Trasferimento di energia Riduzione dell’entità del trasferimento di energia Mantenimento dell’energia ai più bassi livelli
compatibili con le esigenze lavorative
Predisposizione delle misure che riducono la du-
rata di un eventuale trasferimento di energia

Trauma Riduzione dell’entità dei traumi Misure per la dissipazione in modo non dannoso
dell’energia (uso idoneo di DPI)
Primo soccorso tempestivo ed adeguato

Fonte: “Sbagliando s’impara”: documentazione di approfondimento scaricabile al link: http://www.dors.it/alleg/newfocus/manuale_Sbagliando_-


s_impara.pdf

Entrambi gli elementi sopra citati possono essere so, ad ulteriore analisi secondo specifici attributi
raggruppati in specifiche classi destinate, se del ca- (Tabella 2) (10).

Tabella 2 – Classificazione dei fattori di rischio (FRI)

Categoria Specificazione

Attività dell’infortunato (AI) Azioni, gesti, movimenti inappropriati/inidonei compiuti nel corso della dinamica infortunistica; per
definizione trattasi di fattori prossimi. Di rado possono essere associati a Determinanti remoti se
commessi dallo stesso soggetto e rispondenti ai criteri sotto riportati.

Attività di terzi (AT) — Determinanti prossimi: azioni inappropriate/inidonee compiute da terzi (altri lavoratori o altri sog-
getti presenti sulla scena dell’infortunio) nel corso della dinamica infortunistica.
— Determinanti remoti (distali): azioni o omissioni inappropriate/inidonee compiute da terzi (altri lavo-
ratori o altri soggetti, presenti sulla scena dell’infortunio o anche distanti dall’evento) ma che possa-
no essere individuate in stretto nesso causale con l’incidente (pur ricordando che trattasi di eventi di
carattere probabilistico e non deterministico).

Utensili, Macchine, Impianti Attrezzature di qualunque tipo, genere e natura (o loro parti) coinvolte nell’infortunio e individuate in
(UMI) stretto nesso causale con l’incidente.

Materiali (Mat.) Materiali di qualunque tipo e che si presentino in qualunque stato coinvolti nell’infortunio.

Ambiente (Amb.) Caratteristiche ambientali o elementi strutturali con problemi di sicurezza che si ritengano in nesso
causale con l’incidente.

Dispositivi di Protezione Indivi- Abiti, abiti da lavoro, DPI coinvolti nell’infortunio. Può essere invocato il mancato uso del DPI solo se
duali (DPI) essi vengono giudicati necessari per il tipo di attività svolta dall’infortunato al momento dell’infortu-
nio.

L’approccio meccanicistico, sebbene utile per la ri- nanti” di un infortunio, l’analista dovrebbe chieder-
costruzione e descrizione della realtà fattuale, non si: “cosa sarebbe dovuto accadere (di diverso) o, me-
contribuisce all’individuazione dei suoi “determi- glio, a quali condizioni l’evento non si sarebbe potu-
nanti”, che non sussistono in quanto tali, ma sola- to verificare? Per rispondere a tale domanda e per
mente in quanto generati dall’interpretazione dell’a- poter garantire un sufficiente grado di confidenza è
nalista. Infatti, per l’individuazione dei “determi- necessario definire il punto di vista dell’osservatore,

(10) Il modello “Sbagliando s’impara”: documentazione di g/newfocus/manuale_Sbagliando_s_impara.pdf


approfondimento scaricabile al link: http://www.dors.it/alle-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 265


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VDR in pratica

che in questa sede sintetizzeremo nella descrizione con conseguenti gravi lesioni interne, che ne han-
di una sola parte della realtà: quella che attiene alla no causato il decesso dopo circa 9 ore dall’inciden-
prevenzione dell’evento in questione. te.

Analisi di un caso Come


Antefatto Si doveva svuotare una cisternetta (tank) piena
dello scarto di lavorazione del formaggio grana pa-
L'evento (11) si è svolto all’interno dei magazzini di dano all’interno di una vasca liquami. Il peso sti-
stagionatura delle forme di grana, dove ogni giorno mato della tank pieno era di circa 950 kg. Per fare
una specifica attrezzatura automatica denominata ciò G. (che aveva congegnato il sistema) collega
“spazzolatrice” effettua la spazzolatura delle forme dell’infortunato ha utilizzato un carrello elevatore
depositate sugli scaffali (scalere), per evitare perico- (Figura 5) e una catena agganciata alla piastra por-
losi processi di ammuffimento eccessivo e favorire taforche del mezzo di sollevamento; il tutto con la
quindi una corretta stagionatura del formaggio. Per collaborazione di A. (cfr. lo schema della sequenza
alcuni anni la risulta di tale operazione, una specie operativa condotta in precedenza dal lavoratore G.
di segatura fine (Figura 1), è stata gettata ai margini e che lo stesso si accingeva, con l’aiuto di A., a
della proprietà, sul prato attiguo alla recinzione. Col compiere anche il giorno dell’infortunio di que-
tempo i roditori presenti nella zona, gradendo il st’ultimo, Figura 4).
pranzo servito regolarmente, si sono fatti più audaci
e hanno cominciato a minare la salubrità della zo- Perché
na. Il presidente della cooperativa ha pertanto con- Dopo aver sistemato il tank sul bordo del muretto
cordato con l’addetto dell’allevamento, G., di racco- (largo appena 24 cm) della vasca di raccolta dei li-
gliere lo scarto utilizzando una “tank” (cisternetta quami in equilibrio instabile, G. è sceso dal carrel-
vuota che in origine conteneva 1 metro cubo di lo per aiutare A. ad agganciare una catena alla pia-
prodotto chimico, Figura 2) a cui si sarebbe dovuta stra porta forche del carrello, al fine di recuperare
eliminare la parte superiore in plastica, per poter il contenitore dopo lo svuotamento. Durante que-
permettere lo scarico degli scarti alimentari. sta operazione il tank, alto un metro e “coricato”
sul bordo del muretto, è caduto nella vasca liquami
Chi (Figura 3) trascinando con sé il carrello e causan-
A., operaio generico a tempo indeterminato, lavo- done l’avanzamento improvviso, poiché il carrello
rava al caseificio da circa due anni e mezzo, sotto non era stato bloccato con il freno di stazionamen-
le direttive del casaro. Svolgeva varie mansioni to in quanto rotto da tempo. G. ed A. si trovavano
connesse alla produzione del formaggio grana pada- in quel momento tra il carrello e il muro della va-
no. Quella mattina aiutava un collega addetto al- sca; il primo, riuscendo a scansarsi, ha evitato il
l’allevamento maiali all’interno della stessa area di peggio, mentre A. è stato schiacciato al bacino ri-
produzione del caseificio. portando il trauma che ne ha causato il decesso
nel tardo pomeriggio (Figura 4).
Dove e quando
L’infortunio è avvenuto nell’estate del 2010 nelle Il retroscena
prime ore del mattino, nell’area esterna di un alle- G. aveva già in passato eseguito tale operazione
vamento di maiali annesso a un caseificio della con successo (rispetto al suo obiettivo), ma in con-
Provincia di Mantova, di fronte alla vasca di scari- dizioni diverse da quelle in cui ha operato il giorno
co e scarico liquami delle due vasche di raccolta dell’incidente. Prima di tutto il tank era stato riem-
delle deiezioni interne alla proprietà. pito per il 50% del suo volume utile e inoltre non
era stato oggetto di pesanti piogge che ne avevano
Che cosa determinato il forte “impaccamento” col tempo,
Durante lo svuotamento di una cisternetta che rac- creando così le condizioni per un ulteriore riempi-
coglieva lo scarto della pulizia delle forme di grana, mento fino all’orlo del contenitore. Si può stimare
condotto con un carrello elevatore elettrico, A. ha pertanto che il giorno dell’evento il tank pesasse al-
riportato un trauma da schiacciamento al bacino, l’incirca il 60-70% in più della prima volta, oltre

(11) L’evento in questione è stato trattato, completo di im- al link: http://www.dors.it/page.php?idarticolo=68


magini e sequenza lavorativa, all’interno delle “Storie di Dors”,

266 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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VDR in pratica

che contenere prodotto impaccato che non ne ha Conclusioni


favorito il distacco al momento del ribaltamento Il percorso di analisi presentato appare, pur nella
all’interno della vasca liquami. Si può infatti ragio- sua iniziale (apparente) complessità dovuta verosi-
nevolmente ritenere che nelle medesime condizio- milmente alla scarsa conoscenza del modello, ri-
ni, se con la caduta il tank si fosse svuotato, la mas- spondere adeguatamente all’indagine che ogni da-
sa del carrello avrebbe contrastato, sebbene di po- tore di lavoro, RSPP e dirigente (senza escludere la
co, l’avanzamento del carrello, determinando un possibilità di un contributo da parte del preposto
evento infortunistico di minor entità. Resta il fatto medico competente e dell’RLS/RLST) dovrebbe
che le operazioni condotte esulano completamente mettere in campo; non tanto (e solo) per risponde-
dalle procedure corrette e da condursi in sicurezza. re ai disposti normativi dell’art. 29,comma 3, del
Ma G., mai stato oggetto di alcuna formazione in TUSL, ma principalmente per chiarire in profondi-
materia di salute e sicurezza sul lavoro, non poteva tà le cause e le circostanze di ogni evento indeside-
avere la percezione del rischio delle operazioni che rato (infortunio o incidente che sia).
stava eseguendo (Figura 4). Primario obiettivo del modello interpretativo pro-
posto resta quello di valutare la congruità della va-
Misure di prevenzione lutazione dei rischi eseguita, delle misure di pre-
Definizione e redazione di una procedura sicura e venzione adottate, dei percorsi formativi realizzati
appropriata per lo smaltimento degli scarti alimen- e in sostanza di tutti gli investimenti per la sicurez-
tari, assegnazione di appalto a specifica ditta di tra- za messi in campo dall’organizzazione che, se ineffi-
sporto rifiuto e adozione di una attrezzatura ade- caci, risulterebbero conseguentemente mal spesi.
guata (Figura 6). Quest’ultimo, semplice accorgi- Inoltre, il valore aggiunto dell’analisi del compor-
mento, per altro obbligatorio anche ai sensi del tamento dei soggetti coinvolti nell’evento, sebbene
D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, avrebbe evitato l’e- condotta a un primo livello, secondo il modello di
vento. J. Reason, offre importanti spunti di valutazione e
Utilizzo in modo corretto e professionale del carrel- programmazione dell’attività formativa da svolgersi
lo elevatore; G. e A. non avevano le competenze in azienda. Infatti la presenza di tre mistake da par-
te dei lavoratori chiude il cerchio sulla valutazione
tecniche, anche minime, per eseguire il compito
della informazione, formazione e addestramento di
che era stato loro affidato e G. non sapeva condur-
cui i lavoratori dovevano essere oggetto, a prescin-
re un carrello elevatore (non essendo mai stato og-
dere dalla soluzione finale che ha riguardato la ge-
getto di specifico corso per l’abilitazione all’uso del stione del rifiuto alimentare da parte di ditta auto-
carrello elevatore ai sensi dell’art. 71, comma 7, rizzata.
del TUSL). Si era sempre solo occupato dell’alle- In definitiva, sebbene l’operatore front line si possa
vamento dei maiali; analogo discorso per A. che individuare come il “responsabile morale” dell’e-
lavorava sì al caseificio, ma si dedicava occasional- vento, sullo sfondo delle dinamiche aziendali è
mente a compiti completamente diversi. possibile notare una certa approssimazione circa il
Il carrello elevatore, che presentava numerose cri- rispetto di norme cogenti, anche non direttamente
ticità dovute alla scarsa manutenzione, quali il non connesse con la materia di sicurezza sul lavoro. La
funzionamento del freno di stazionamento e l’o- loro applicazione avrebbe certamente reso forte-
messo aggiornamento tecnico, ai sensi dell’art. 18, mente improbabile l’evento; fino a che il mondo
comma 1, lett. z) del TUSL, doveva essere oggetto del lavoro, cioè tutti gli attori della prevenzione,
di un’adeguata valutazione dei rischi. non verrà a conoscenza delle reali cause, circostan-
Divieto d’uso improprio del tank (modificato) e ze e fattori determinanti gli infortuni, il timore che
vietato dal fornitore che lo aveva lasciato al casei- tali eventi avvengano di nuovo, non appare per
ficio. Infatti sul tank era riportato: “È vietata ogni nulla fuori luogo.
manomissione od uso improprio. La mancata resti-
tuzione o eventuali danni saranno addebitati”. Bibliografia
In generale si può affermare che con questo siste- [1] http://www.dors.it/alleg/newfocus/manuale_Sba-
ma, adottato da G. e tacitamente approvato dal da- gliando_s_impara.pdf
tore di lavoro per risolvere il problema dello stoc- http://www.inail.it/internet/salastampa/Salastampa-
caggio e della movimentazione del rifiuto, si con- Content/PeriGiornalisti/news/p/dettaglioNews/in-
travvenivano le più elementari regole di sicurezza. dex.html?wlpinternet_salastampa_salastampaho-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 267


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VDR in pratica

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[2] http://www.epiprev.it/articolo_scientifico/teoriz- — Grassani E. (2003), L’errore come causa d’infor-
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voro: prevedibilità e prevenibilità di un infortunio da APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e
un punto di vista dello psicologo-ergonomo, Diparti- per i servizi tecnici)
mento Scienze dell’Educazione Università di Tori- — Il modello “Sbagliando s’impara”: documentazione
no, dal sito: di approfondimento, scaricabile al link:
www. far.unito.it/ergonomia/articolo%20gallia- http://www.dors.it/alleg/newfocus/manuale_Sba-
no%pastore%d’orso gliando_s_impara.pdf

268 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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VDR in pratica

Figura 1 – Scarti della spazzolatura delle forme di grana padano

Fonte: INAIL Banca Dati Statistica (www.inail.it)

Figura 2 – Cisternetta (tank) adattata al trasporto delle sostanze di scarto

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 269


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VDR in pratica

Figura 3 – Vasca liquami

Figura 4 – Fasi dell’infortunio

270 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


ISL Igiene & Sicurezza del Lavoro n. 5 Maggio 2016

Gli inserti di

IPSOA
IGIENE
& SICUREZZA
DEL LAVORO
Mensile di aggiornamento giuridico e di orientamento tecnico

Rivista mensile Anno XX – Maggio 2016


Direzione e Redazione Strada 1 Palazzo F6 20090 Milanofiori - Assago 5/2016
INSERTO
SICUREZZA DEI PONTI
SOLLEVATORI PER VEICOLI
Maurizio Magri

cop_ins_rsic-5.indd 1 26/04/16 08:54


ABCompos - 3B2 v. 11.0.3108/W Unicode-x64 (Dec 17 2013) - H:/RIVISTE_TECNICA/0464_16-RSIC05/
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Sommario

I ponti sollevatori ................................................................................................................ III

Riferimenti normativi .......................................................................................................... V


Norme d’uso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VI
Verifiche periodiche. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VIII
Qualificazione degli operatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VIII
Riconoscimento dell’idoneità tecnica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IX

Riduzione dei rischi ............................................................................................................. XIV


Rischio meccanico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIV
Rischio elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XVI
Rischio da mancato comando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIX
Rischi idraulici e pneumatici. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XX

Istruzioni d’uso.................................................................................................................... XX

MILANOFIORI ASSAGO, Strada 1, Palazzo F6, Tel. 02.82476.090


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Inserto

Sicurezza dei ponti sollevatori per veicoli


Maurizio Magri (*) – Ingegnere, Funzionario della Direzione Territoriale
del Lavoro di Torino

I ponti sollevatori pesatura; il peso del veicolo può essere determinato an-
che in fase preliminare così da stabilire l’ammissibilità
Il ponte sollevatore è un’attrezzatura di lavoro, dotata di all’uso del sollevatore;
dispositivi guidati di sostegno del carico, che permette — idoneità alla effettuazione dei controlli previsti nel
di sollevare un veicolo (a 2, 4 o più ruote) a un’altezza
processo di revisione periodica dei veicoli: le caratteri-
tale da consentirne l’accesso dal basso, per un’ispezione
visiva o per effettuare dei lavori sulle strutture e sugli stiche del sollevatore debbono essere tali da consentire
organi di trasmissione del veicolo. In particolare l’uso l’effettuazione in sicurezza dei controlli previsti in sede
del ponte è necessario per l’effettuazione dei controlli di revisione; in particolare in riferimento alla Direttiva
previsti dal processo di revisione del veicolo. L’altezza 2010/48/UE della Commissione del 5 luglio 2010 “che
di sollevamento può essere diversa a seconda dei mo- adegua al progresso tecnico la direttiva 2009/40/CE del
delli di ponte, intendendo per altezza di sollevamento la Parlamento europeo e del Consiglio concernente il con-
distanza intercorrente fra piano di calpestio, utilizzato trollo tecnico dei veicoli a motore e dei loro rimor-
dall’operatore, nella zona interno pedane, purché reso chi” (1), i controlli previsti sono quelli visivi in generale
praticabile senza pericolo, e il piano delle pedane su cui (ruote, ammortizzatori, stato generale telaio, serbatoi e
poggiano le ruote del veicolo in prova. Data la possibili- tubi carburante, fissaggio cabina e carrozzeria, pavimen-
tà che vengano effettuate le prove di revisione sia con to), visivi su dispositivi prova-giochi (controllo degli or-
veicolo a pieno carico che con carico parziale o a vuoto gani di sterzo di tutti gli assi sterzanti attivi e passivi,
e data la corrispondente grande variabilità delle possibili fissaggio alloggiamento scatola sterzo, stato organi ster-
configurazioni dei veicoli da sottoporre a prova di revi- zo, assi, fuselli, cuscinetti ruote; controllo degli organi
sione, la compatibilità del sollevatore con il veicolo de- di sospensione di tutti gli assi, molle e stabilizzatori,
ve essere valutata caso per caso, al momento della scelta barre torsione, forcelle, bracci sospensione, attacchi so-
dell’attrezzatura. spensioni), visivi ad asse sollevato (controllo dei pneu-
La compatibilità sollevatore/veicolo deve essere assicu- matici). I controlli sullo stato dello sterzo, sull’aziona-
rata in particolare in termini di: mento degli organi di sterzo, sulla colonna/forcelle di
— idoneità al posizionamento del veicolo sul sollevato- sterzo e sul gioco sterzo debbono essere effettuati in
re: ci si riferisce all’effettiva possibilità di posizionare condizioni di veicolo a terra; infatti questi controlli pre-
in sicurezza il veicolo sul sollevatore; adeguate indica-
supponendo la presenza di un operatore alla guida del
zioni debbono quindi essere previste nel manuale di
istruzioni, con precisazione riguardo a passi, carreggiate veicolo (e in alcuni casi con motore in moto), non risul-
e distribuzione ammissibile dei carichi sugli assi; tano compatibili con l’uso in sicurezza del sollevatore,
— capacità di carico: la portata del sollevatore deve es- che non prevede mai il sollevamento di persone o il loro
sere non inferiore del peso del veicolo nelle effettive stazionamento sul veicolo sollevato.
condizioni in cui questo si presenta ai lavori o alle revi- Diverse sono le tipologie di ponti sollevatori presenti
sioni (si fa riferimento quindi all’effettivo peso del vei- sul mercato, si possono citare le seguenti categorie pre-
colo e non al peso teorico a pieno carico previsto per il valenti:
veicolo stesso); il peso del veicolo può essere determi- — sollevatori elettromeccanici a 2 colonne, usati per
nato come somma dei pesi statici dei singoli assi rilevati veicoli a 4 ruote (Figura 1);
dal dispositivo di pesatura integrato nel banco provafre- — sollevatori elettroidraulici a 2 colonne, usati per vei-
ni o tramite dispositivi fuori linea quali pese o piastre di coli a 4 ruote (Figura 2);

(*) Ai sensi della circolare del Ministero del Lavoro del 18 (1) In Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea L 173/47 dell’8
marzo 2004, le considerazioni espresse sono frutto esclusivo luglio 2010. Direttiva recepita con D.M. 13 ottobre 2011 (Gaz-
dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo zetta Ufficiale n. 271 del 21 novembre 2011).
per l’amministrazione di appartenenza.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 III


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Inserto

— sollevatori elettroidraulici a forbice o doppia forbice, • sollevatore per veicoli mobile motorizzato: sollevatore
per veicoli a 4 ruote o per veicoli industriali (Figure 3 e per veicoli mobile che non può essere spostato con la
4); forza dell’uomo;
— sollevatori elettroidraulici a 4 colonne, con o senza • posizione di riposo (iniziale): la più bassa posizione
dispositivo di prova giochi già integrato sul ponte (Figu- che può essere assunta dai dispositivi di sostegno del
re 5 e 6); carico;
— ponti sollevatori realizzati a colonne mobili, usati per • carico nominale: il carico massimo da sollevare, per il
il sollevamento di mezzi pesanti a più ruote, anche di quale il sollevatore per veicoli è stato progettato;
varie dimensioni e tipologie (Figura 7); • dispositivi di sostegno del carico: parti del sollevatore
— sollevatori elettromeccanici a 4 colonne, per il solle- per veicoli destinate a supportare il carico, sia per con-
vamento di veicoli industriali (Figure 8 e 9); tatto diretto con il veicolo, sia per l’interposizione di
— sollevatori per veicoli a 2 ruote, per il sollevamento piatti o di cuscinetti d’appoggio; i dispositivi di soste-
di mezzi quali le moto o i motocicli (Figura 10). gno del carico comprendono le rotaie, i bracci di soste-
Una grossa distinzione riguarda poi i ponti sollevatori gno e altri dispositivi meccanici previsti per sollevare e
idonei al sollevamento di veicoli di massa fino a 3,5 t o sostenere un veicolo nei punti di sollevamento designa-
di massa superiore a 3,5 t. ti;
Solamente persone opportunamente addestrate possono • braccio di sostegno: dispositivo di sostegno del carico
far funzionare i sollevatori per veicoli e particolare cura connesso ad un’estremità direttamente o indirettamente
va prestata affinché l’area di lavoro sulla quale è instal- al dispositivo elevatore e all’altra estremità supportante
lato il ponte sia sufficientemente ampia e orizzontale. A il carico; i bracci di sostegno sono comunemente usati
nessuno è consentito di stare sotto il veicolo durante il nei sollevatori a due colonne;
sollevamento o l’abbassamento. • piatto di appoggio: parte del dispositivo di sostegno
Al fine di usare un linguaggio tecnico comune, anche in del carico, per esempio nei sollevatori a due colonne
conformità alla norma di riferimento UNI EN 1493, si con bracci di sostegno, che sono in diretto contatto con
possono dare le definizioni seguenti: il veicolo e hanno una posizione assegnata sul dispositi-
• sollevatore per veicoli: dispositivo di sollevamento, vo di sostegno del carico;
dotato di dispositivi guidati di sostegno del carico, per il • tampone di appoggio: tampone di sostegno, a contatto
sollevamento di mezzi di trasporto terrestri, quali vettu- diretto con il veicolo, ma senza una posizione assegnata;
per esempio i cuscinetti utilizzati nei sistemi libera ruote
re, motocicli, furgoni, autocarri, autobus, tram, veicoli
su piattaforme;
su rotaia, carrelli industriali e tutti i mezzi similari, de-
• dispositivo di sollevamento: mezzo attraverso il quale
nominati generalmente veicoli, progettato per consentire
la forza viene trasmessa dalla sorgente di potenza al di-
di lavorare sopra e sotto il carico; la guida per i disposi-
spositivo di sostegno del carico; il dispositivo di solle-
tivi di sostegno del carico è assicurata dalla struttura vamento comprende martinetti idraulici e pneumatici, i
portante; il sollevatore per veicolipuò avere la capacità sistemi a vite e madrevite, i collegamenti flessibili mec-
di inclinare i dispositivi di sostegno del carico attorno a canici quali funi di acciaio e catene;
un asse orizzontale parallelo o perpendicolare all’asse • dispositivo di blocco: dispositivo che mantiene in po-
principale del veicolo sollevato; i sollevatori possono sizione il dispositivo di sostegno del carico in caso di
essere del tipo a una o più colonne, fisse o mobili, a pa- avaria del dispositivo di sollevamento;
rallelogramma o a forbice, a corsa corta, e sopportano il • dispositivo contro la risalita: dispositivo che previene
veicolo sotto le ruote, sotto il telaio, o sotto altri punti la risalita del dispositivo di sostegno del carico, a partire
designati per il sollevamento; i sollevatori a corsa corta dalla posizione iniziale, in caso di avaria del dispositivo
sono sollevatori per veicoli a pavimento, con una corsa di sollevamento;
di spostamento verticale non maggiore di 500 mm, che • utilizzazione abusiva: uso del sollevatore da parte di
non consentono di lavorare sotto il carico sollevato; una persona non autorizzata e priva delle istruzioni ne-
• sollevatore per veicoli azionato a mano: sollevatore cessarie per operare in condizioni di sicurezza;
per veicoli azionato dalla forza umana; • comando ad azione mantenuta: dispositivo di comando
• sollevatore per veicoli azionato meccanicamente: sol- che avvia e mantiene il funzionamento degli elementi
levatore per veicoli non azionato dalla forza umana; della macchina solo fino a quando il comando manuale
• sollevatore per veicoli fisso: sollevatore per veicoli an- (attuatore) è azionato; quando lo si rilascia, questo ritor-
corato permanentemente al suolo; na automaticamente nella posizione di arresto;
• sollevatore per veicoli spostabile: sollevatore per vei- • freno automatico: dispositivo frenante che è continua-
coli che può esercitare la sua funzione senza essere an- tivamente attivo e che viene rilasciato soltanto in conco-
corato al suolo e può essere concepito per essere tra- mitanza dell’azione della sorgente di potenza; l’azione
sportabile; di frenatura si genera automaticamente anche quando
• sollevatore per veicoli mobile: sollevatore per veicoli viene rilasciato il comando del sollevatore e quando è
spostabile dotato di ruote, rulli ecc., atto ad essere spo- interrotta la sorgente di potenza;
stato da un posto ad un altro con carico o senza; • sistema autofrenante: sistema che, per la resistenza in-
• sollevatore per veicoli mobile azionato manualmente: trinseca al movimento, arresta il movimento del disposi-
sollevatore per veicoli mobile spostabile unicamente tivo di sostegno del carico quando è interrotta la sorgen-
con la forza dell’uomo; te di potenza;

IV Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


Sinergie Grafiche srl

Inserto

• interruttore di sicurezza: interruttore nel quale l’aper- rezza, anche la pertinente e necessaria documentazione
tura dei contatti è direttamente collegata al meccanismo a corredo della macchina.
di comando, senza molle o elementi flessibili; la com- Fino all’avvento delle direttive comunitarie di prodotto,
pleta apertura dei contatti specificata deve essere ottenu- i ponti sollevatori dovevano essere fabbricati conforme-
ta per azione del meccanismo di comando della corsa mente alle prescrizioni del D.P.R. 27 marzo 1955, n.
prevista, con la forza stabilita dal fabbricante; 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavo-
• carreggiata di un veicolo: distanza fra i piani longitu- ro” (5), e in particolare a quelle generali e speciali del
dinali mediani delle ruote di un medesimo asse, o fra i Titolo III “Norme generali di protezione delle macchi-
piani longitudinali mediani delle due coppie di ruote nel ne” e Titolo V “Mezzi ed apparecchi di sollevamento,
caso di asse con ruote gemellate; di trasporto e di immagazzinamento”; ai sensi dell’art.
• passo di un veicolo: distanza fra l’asse delle ruote an- 374, dovevano quindi possedere, in relazione alle neces-
teriori e l’asse delle ruote posteriori, oppure, nel caso di sità della sicurezza del lavoro, i necessari requisiti di re-
veicoli ad assi multipli, fra l’asse delle ruote anteriori e sistenza e di idoneità ed essere mantenuti in buono stato
un punto medio agli assi delle ruote posteriori. di conservazione e di efficienza.
Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 “Attuazione delle di-
Riferimenti normativi rettive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE,
Il ponte sollevatore per veicoli rappresenta per il D.Lgs. 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE,
9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’articolo 1 della
99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE,
legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della
2003/18/CE e 2004/40/CE riguardanti il miglioramento
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (2) (c.d.
della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il la-
“Testo Unico della Sicurezza del Lavoro” o, brevemente
“TUSL”), così come modificato e integrato dal D.Lgs. 3 voro” (6) e s.m.i., conteneva, all’art. 35, gli obblighi di si-
agosto 2009, n. 106 “Disposizioni integrative e corretti- curezza nell’uso delle attrezzature di lavoro, ivi compresi
ve del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia quindi i ponti sollevatori, ma non introduceva nuove pre-
di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavo- scrizioni tecniche che rimanevano quindi quelle di cui al
ro” (3) (c.d. “Correttivo”), una attrezzatura di lavoro, ai D.P.R. n. 547/1955. In particolare, si ribadiva il concetto
sensi dell’art. 69; pertanto il Capo I del Titolo III del dell’obbligo, da parte del datore di lavoro, di idonea ma-
medesimo decreto, inerente l’uso delle attrezzature di nutenzione al fine di garantire nel tempo la rispondenza
lavoro, disciplina i requisiti e le procedure di sicurezza ai requisiti di sicurezza, di corredare l’attrezzatura di ap-
da rispettare. posite istruzioni d’uso nonché di sottoporla a idonei con-
È necessario anche ricordare che il ponte sollevatore ri- trolli nel tempo al fine di assicurarne l’installazione cor-
cade nella definizione di “macchina”, ai sensi D.Lgs. 27 retta ed il buon funzionamento.
gennaio 2010, n. 17 “Attuazione della direttiva Dal 21 settembre 1996, a seguito dell’entrata in vigore
2006/42/CE, relativa alle macchine e che modifica la di- del D.P.R. 24 luglio 1996, n. 459 “Regolamento per l’at-
rettiva 95/16/CE relativa agli ascensori” (4), in quanto tuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE,
per “macchina” propriamente detta si intende sia l’insie- 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento
me equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di delle legislazioni degli Stati membri relative alle mac-
un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o chine” (7), i ponti sollevatori divenivano una “macchi-
animale diretta composto di parti o di componenti, di na” che per la sua commercializzazione e messa in ser-
cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente vizio necessitava di marcatura “CE” e dichiarazione di
per un’applicazione ben determinata, sia l’insieme so- conformità “CE”, in quanto poteva circolare liberamente
pradetto al quale mancano solamente gli elementi di sul territorio dell’Unione Europea solo se il fabbricante
collegamento al sito di impiego o di allacciamento alle avesse progettato e costruito la macchina rispettando de-
fonti di energia e di movimento, sia gli insiemi sopraci- terminati RES “Requisiti Essenziali di Sicurezza” vale-
tati pronti per essere installati e che possono funzionare voli per quel tipo di macchina. L’applicazione del prin-
solo dopo essere stati montati su un mezzo di trasporto cipio della libera circolazione dei prodotti conformi alle
o installati in un edificio o in una costruzione, sia l’in- direttive comunitarie “CE” che li riguardano comporta
sieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobi- il divieto per gli Stati membri dell’Unione di introdurre
le, collegati tra loro solidalmente e destinati al solleva- o mantenere in vigore qualsiasi disposizione di carattere
mento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza costruttivo o di controllo all’immissione nel circuito
umana diretta. Poiché le attrezzature di lavoro possono commerciale o alla messa in servizio che sia in contra-
essere state fabbricate in diversi periodi, l’utilizzatore sto con le direttiva europee, in quanto il requisito della
deve essere in grado di ricostruire correttamente il regi- conformità alle corrispondenti esigenze è da ritenersi
me giuridico dell’attrezzatura “ponte sollevatore per vei- soddisfatto mediante l’apposizione della marcatura
coli”, al fine di individuare, oltre che i requisiti di sicu- “CE” e la redazione e sottoscrizione della dichiarazione

(2) In Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 – Suppl. (5) In Gazzetta Ufficiale n. 158 del 12 luglio 1955 – Suppl.
Ordinario n. 108. Ordinario.
(3) In Gazzetta Ufficiale n. 180 del 5 agosto 2009 – Suppl. (6) In Gazzetta Ufficiale n. 265 del 12 novembre 1994 –
Ordinario n. 142. Suppl. Ordinario n. 141.
(4) In Gazzetta Ufficiale n. 41 del 19 febbraio 2010 – Suppl. (7) In Gazzetta Ufficiale n. 209 del 6 settembre 1996 –
Ordinario n. 36. Suppl. Ordinario n. 146.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 V


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di conformità “CE”. Conseguentemente, l’attestazione macchina. I requisiti essenziali di sicurezza e di tutela


di conformità e l’apposizione della marcatura “CE” da della salute (RES) si ricavano dalle disposizioni obbli-
parte del fabbricante rappresentano le condizioni neces- gatorie relative alla progettazione e alla fabbricazione
sarie e sufficienti a ritenere soddisfatte le procedure for- delle macchine, intese ad assicurare un elevato livello di
mali e i requisiti di sicurezza previsti per il prodotto protezione della salute e della sicurezza delle persone e,
“macchina” e a consentire l’immissione sul mercato o se del caso, degli animali domestici e dei beni, nonché,
in servizio dei singoli esemplari, superando quindi le qualora applicabile, dell’ambiente; tali RES sono elen-
prescrizioni tecniche di cui al D.P.R. n. 547/1955. cati nell’Allegato I, sia del D.P.R. n. 469/1996 sia del
Con l’entrata in vigore del TUSL (il 15 maggio 2008), D.Lgs. n. 17/2010. Per attestare la conformità del ponte
per non determinare situazioni di discontinuità giuridica sollevatore ai RES e poterla marcare “CE”, i fabbricanti
determinata dalla cessazione della regolamentazione di devono applicare una delle procedure di valutazione del-
prodotti già messi in servizio e dall’abrogazione del la conformità previste dall’art. 9, commi 3 e 4, del
complesso delle disposizioni comportamentali o di uso D.Lgs. n. 17/2010, in quanto i ponti elevatori per veicoli
succedutesi nel tempo, i ponti sollevatori messi in servi- sono ricompresi al punto 16 dell’Allegato IV al medesi-
zio prima del 20 settembre 1996 (quindi non marcati mo decreto, e possono avvalersi delle norme armonizza-
“CE”) devono possedere tutti i requisiti di sicurezza di te, cioè delle specifiche tecniche di vario tipo adottate
cui all’Allegato V del TUSL, applicabili alle attrezzatu- da un organismo di normalizzazione, ovvero il Comitato
re di lavoro costruite o messe a disposizione dei lavora- europeo di normalizzazione (CEN), il Comitato europeo
tori antecedentemente alla data dell’emanazione delle di normalizzazione elettrotecnica (CENELEC) o l’Istitu-
norme legislative e regolamentari di recepimento delle to europeo per le norme di telecomunicazione (ETSI),
direttive comunitarie di prodotto; il D.P.R. n. 547/1955 nel quadro di un mandato rilasciato dalla Commissione
è stato infatti abrogato definitivamente. europea. La Comunicazione 2016/C014/01 della Com-
A partire dal 6 marzo 2010, il D.Lgs. n. 17/2010 ha infi- missione Europea nell’ambito dell’applicazione della di-
ne recepito nell’ordinamento la “Nuova Direttiva Mac- rettiva 2006/42/CE del Parlamento europeo e del Consi-
chine” e pertanto da tale data i ponti sollevatori devono glio “relativa alle macchine e che modifica la direttiva
essere dotati di marcatura e dichiarazione di conformità 95/16/CE” (8) contiene l’elenco dei titoli e dei riferi-
“CE” redatta ai sensi della Direttiva 2006/42/CE del menti alle norme armonizzate ai sensi della Direttiva
Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio Macchine attualmente vigenti.
2006, relativa alle macchine. La norma specifica di tipo C vigente applicabile al pro-
È bene chiarire alcuni concetti riguardanti la costruzione dotto “ponte sollevatore per veicoli” è la CEN EN
di attrezzature di lavoro, quali i ponti sollevatori, rien- 1493:2010 “Sollevatori per veicoli”, in vigore dal 8
tranti nella Direttiva Macchine, sia vecchia (D.P.R. n. aprile 2011, che sostituisce la precedente EN 1493:1998
459/1996) che nuova (D.Lgs. n. 17/2010), e marcate +A1:2008.
quindi “CE”. Il fabbricante è la persona fisica o giuridi- I ponti sollevatori, risultati dopo opportuni accertamenti
ca che progetta e/o realizza la macchina ed è responsa- tecnici non conformi alla Direttiva Macchine, sono sot-
bile della conformità della macchina ai fini dell’immis- toposti al divieto di immissione sul mercato e di utiliz-
sione sul mercato con il proprio nome o con il proprio zazione, ovvero all’ordine di ritiro dal mercato, da parte
marchio. In mancanza di un fabbricante, è lo stesso uti- del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero
lizzatore che mette in servizio la macchina a diventare del Lavoro, quali Autorità di Sorveglianza del Mercato.
destinatario degli obblighi di cui alla Direttiva Macchi- In Tabella 1 è riassunto schematicamente quanto riporta-
ne. L’art. 23 del TUSL sanziona penalmente chi fabbri- to in tema di regime giuridico dei ponti sollevatori.
ca macchine non sicure; è bene comunque ricordare che
la marcatura “CE” è una condizione necessaria ma non Norme d’uso
sufficiente per ritenere un ponte sollevatore sicuro ai Premesso che si intende per attrezzatura di lavoro qual-
sensi della legislazione di sicurezza sui luoghi di lavoro, siasi apparecchio destinato ad essere usato durante il la-
in quanto i vizi palesi direttamente riscontrabili non esi- voro, l’uso di una attrezzatura di lavoro, cioè qualsiasi
mono da responsabilità gli utilizzatori, che devono quin- operazione lavorativa connessa all’attrezzatura, quale la
di astenersi immediatamente dall’impiego. I fabbricanti messa in servizio o fuori servizio, l’impiego, il traspor-
non stabiliti nel territorio dell’Unione Europea devono to, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la
dotarsi di un “mandatario”, cioè una persona fisica o pulizia, il montaggio, lo smontaggio, deve essere effet-
giuridica stabilita all’interno della Comunità che abbia tuato secondo precise regole di sicurezza, tali da impe-
ricevuto delega scritta dal fabbricante per eseguire a suo dire, nella zona pericolosa all’interno ovvero in prossi-
nome gli obblighi e le formalità connesse alla Direttiva mità dell’attrezzatura di lavoro, che tanto il lavoratore
Macchine. Per “immissione sul mercato” si deve inten- esposto (qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o
dere la prima messa a disposizione, all’interno della Co- in parte in una zona pericolosa) quanto l’operatore (il
munità, a titolo oneroso o gratuito, di una macchina a fi- lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavo-
ni di distribuzione o di utilizzazione; mentre per “messa ro) siano soggetti ad un rischio per la salute o la sicu-
in servizio” si considera il primo utilizzo, conforme alla rezza.
sua destinazione, all’interno della Comunità, di una

(8) In Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea C 14/1 del 15


gennaio 2016.

VI Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Tabella 1 – Regime giuridico dei ponti sollevatori

Data di commercializzazione o messa in servizio Normativa e documentazione pertinente

Fino al 20 settembre 1996 Titolo III e V del D.P.R. n. 547/1955 – Allegato V del TUSL – Istru-
zioni d’uso e manutenzione

Dal 21 settembre 1996 al 5 marzo 2010 Direttiva Macchine D.P.R. n. 459/1996 – Marcatura e Conformità
CE “vecchia” – Istruzioni d’uso e manutenzione

Dal 6 marzo 2010 Nuova Direttiva Macchine D.Lgs. n. 17/2010 – Marcatura e Con-
formità CE “nuova” – Istruzioni d’uso e manutenzione

Si è già detto che le attrezzature di lavoro messe a di- un nuovo luogo di lavoro, al fine di assicurarne l’instal-
sposizione dei lavoratori in assenza di norme legislative lazione corretta e il buon funzionamento;
e regolamentari di recepimento delle direttive comunita- — il ponte sia sottoposto, per accertarsi degli influssi
rie di prodotto devono essere conformi ai requisiti gene- che possono provocare deterioramenti suscettibili di da-
rali di sicurezza di cui all’Allegato V del TUSL (in virtù re origine a situazioni pericolose, ad interventi di con-
del richiamo effettuato dall’art.70, comma 2), mentre le trollo periodici, secondo frequenze stabilite in base alle
attrezzature di lavoro marcate “CE” devono rispondere indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme
alla pertinente Direttiva Macchine applicabile (in virtù di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumi-
del richiamo effettuato dall’art. 70, comma 1). bili dai codici di buona prassi, e ad interventi di control-
Diversi altri obblighi di sicurezza ricorrono in capo al lo straordinari al fine di garantire il mantenimento di
datore di lavoro (ma anche al lavoratore autonomo, in buone condizioni di sicurezza, ogni volta che interven-
virtù dell’art. 21 del TUSL), cioè alla persona deputata gano eventi eccezionali che possano avere conseguenze
a garantire la sicurezza dei lavoratori addetti all’impresa pregiudizievoli per la sicurezza delle attrezzature di la-
o a se stesso, relativamente all’utilizzo delle attrezzature voro, quali riparazioni, trasformazioni, incidenti, feno-
di lavoro, dettati dal Titolo III, Capo I del TUSL (art. meni naturali o periodi prolungati di inattività.
71, 72, 73); in particolare il ponte sollevatore, una volta Gli interventi di controllo devono essere effettuati da
scelto, deve essere idoneo ai fini della salute e sicurez- persona competente, scelta dal datore di lavoro. I risul-
za, adeguato al lavoro da svolgere o adattato a tale sco- tati dei controlli devono essere riportati per iscritto e, al-
po e utilizzato conformemente alle istruzioni d’uso e meno quelli relativi agli ultimi tre anni, devono essere
manutenzione. All’atto della scelta, il datore di lavoro o conservati e tenuti a disposizione degli organi di vigi-
il lavoratore autonomo deve prendere in considerazione lanza; almeno un documento attestante l’esecuzione del-
le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da l’ultimo controllo con esito positivo deve sempre ac-
svolgere, i rischi presenti nell’ambiente di lavoro, i ri- compagnare l’attrezzatura di tipo trasferibile o mobile,
schi derivanti dall’impiego delle attrezzature e i rischi
usata al di fuori del luogo ove è conservata abitualmen-
derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in
te.
uso. Gli stessi soggetti devono prendere le misure ne-
cessarie affinché il ponte sia utilizzato in conformità alle Nel caso in cui l’attrezzatura venga noleggiata o conces-
istruzioni d’uso, sia oggetto di idonea manutenzione al sa in uso e non sia marcata “CE”, il noleggiatore o il
fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti concedente in uso ha l’obbligo di attestare sotto la pro-
di sicurezza e sia corredato da apposite istruzioni d’uso pria responsabilità che il ponte sia conforme, al momen-
e dal libretto di manutenzione, nonché siano curati la te- to della consegna a chi le riceva in noleggio o in uso, ai
nuta e l’aggiornamento del registro di controllo dell’at- requisiti di sicurezza di cui all’Allegato V del TUSL.
trezzatura. In particolare per i ponti sollevatori destinati Inoltre chiunque noleggi o conceda in uso attrezzature
ad attività di revisione è obbligatoriamente richiesto che di lavoro “a freddo”, cioè senza fornire anche il perso-
il fabbricante preveda nel manuale d’uso un registro di nale incaricato dell’uso (operatori), deve, al momento
controllo, nel quale vengano dettagliati tutti gli interven- della cessione, attestarne il buono stato di conservazio-
ti (con data e identificazione del personale esecutore) ne, manutenzione ed efficienza a fini di sicurezza. Il no-
che il datore di lavoro deve assicurare per garantire lo leggiatore deve altresì acquisire e conservare agli atti
stato di conservazione e di efficienza dell’attrezzatura. per tutta la durata del noleggio o della concessione del-
Fondamentale è infatti che il datore di lavoro, secondo l’attrezzatura una dichiarazione del datore di lavoro uti-
le indicazioni fornite dai fabbricanti ovvero, in assenza lizzatore che riporti l’indicazione del lavoratore o dei la-
di queste, dalle pertinenti norme tecniche (es. la EN voratori incaricati del loro uso, i quali devono risultare
1493) o dalle buone prassi o da linee guida, provveda formati e qualificati. Ai sensi dell’art. 21 del TUSL de-
affinché: vono essere rispettate tutte le norme d’uso e di sicurezza
— il ponte sollevatore, la cui sicurezza dipende dalle anche per le attrezzature di lavoro (ponti sollevatori) uti-
condizioni di installazione, sia sottoposto a un controllo lizzate dai componenti dell’impresa familiare di cui al-
iniziale (dopo l’installazione e prima della messa in l’articolo 230-bis cod. civ., dai lavoratori autonomi che
esercizio) e ad un controllo dopo ogni montaggio o in- compiono opere o servizi ai sensi dell’articolo 2222
stallazione (ad esempio per i ponti a colonne mobili) in cod. civ. e dagli artigiani (si pensi alle officine di revi-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 VII


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sione e riparazione veicoli condotte in forma individuale tivamente e ulteriormente il fatto che i ponti sollevatori
o familiare). per veicoli non rientrano tra le attrezzature di lavoro
Ai sensi dell’art. 24 del TUSL, qualora l’utilizzatore del soggette agli obblighi di verifica periodica, di cui all’Al-
ponte si avvalga di un installatore per il montaggio e legato VII del TUSL, in quanto non rispondenti alla de-
smontaggio dello stesso, anche l’installatore o montato- finizione di apparecchi di sollevamento, ai sensi della
re, per la parte di competenza, dovrà attenersi alle nor- norma UNI ISO 4306-1.
me di salute e sicurezza sul lavoro, nonché alle istruzio-
ni fornite dai fabbricanti. Qualificazione degli operatori
Come prescritto dall’art. 73 del TUSL, il datore di lavo-
Verifiche periodiche ro (ma anche il lavoratore autonomo, in virtù dell’art.
Relativamente al regime delle verifiche periodiche, i 21 del TUSL) provvede affinché, per ogni attrezzatura
ponti sollevatori non rientrano nell’Allegato VII del di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati
TUSL; pertanto non sono dovute le verifiche, volte a dell’uso (operatori) dispongano di ogni necessaria infor-
valutare l’effettivo stato di conservazione e di efficienza mazione e istruzione e ricevano una formazione e un
ai fini di sicurezza dell’attrezzatura, effettuate dall’I- addestramento adeguati, in rapporto alla sicurezza.
NAIL (ex ISPESL), dalle ASL/ARPA competenti su ba- Le conoscenze o le responsabilità particolari da acquisi-
se regionale e/o dai soggetti pubblici o privati abilitati, re, in relazione ai rischi specifici relativi alle condizioni
con le modalità di cui al Decreto Interministeriale 11 di impiego delle attrezzature e alle situazioni anormali
aprile 2011 “Disciplina delle modalità di effettuazione prevedibili, sono di fondamentale importanza per l’uso
delle verifiche periodiche di cui all’Allegato VII del de- in sicurezza da parte degli operatori dei ponti sollevato-
creto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri ri. In particolare il datore di lavoro deve prendere le mi-
per l’abilitazione dei soggetti di cui all’articolo 71, com- sure necessarie affinché in caso di uso dei ponti, i lavo-
ma 13, del medesimo decreto legislativo” (9). ratori interessati siano qualificati in maniera specifica
Già la nota del 5 maggio 2010 prot. 10128 del Ministero per svolgere tali compiti. Il datore di lavoro provvede
del Lavoro, in risposta ad un quesito riguardante l’as- altresì a informare i lavoratori sui rischi cui sono esposti
soggettamento o meno dei ponti sollevatori all’obbligo durante l’utilizzo delle attrezzature sul luogo di lavoro e
della verifica periodica (prima e successiva) di cui al- sulla presenza di attrezzature di lavoro nell’ambiente
l’articolo 71. comma 11, del TUSL, ha chiarito che le
immediatamente circostante, anche se da essi non usate
verifiche periodiche sono richieste solo ed esclusiva-
direttamente, per conoscerne le interferenze. Le infor-
mente per le attrezzature comprese nell’Allegato VII al
mazioni e le istruzioni d’uso devono risultare sempre
decreto stesso. In particolare, nel caso degli apparecchi
comprensibili ai lavoratori interessati. Il lavoratore che
di sollevamento materiali con portata superiore a 200
kg, non azionati a mano, sia fissi che mobili, le verifi- usa la macchina (secondo le indicazioni indicate dal fab-
che sono richieste solo per le fattispecie “gru, argani, bricante nelle istruzioni di uso e manutenzione) deve es-
paranchi e simili”, vale a dire per apparecchiature desti- sere quindi qualificato in maniera specifica per tale atti-
nate a sollevare carichi sospesi ad organi di presa (quali vità.
i ganci, pinze, polipi, ecc) che ne consentono la libera I ponti sollevatori non sono considerate comunque “at-
oscillazione in tutti i sensi. La nota ritiene quindi che il trezzature che richiedono conoscenze e responsabilità
volere estendere ai ponti sollevatori l’obbligo delle veri- particolari” e pertanto il datore di lavoro (o il lavoratore
fiche periodiche non sia in linea con le intenzioni del le- autonomo) non deve provvedere affinché il loro uso sia
gislatore e che quindi l’attrezzatura di lavoro “ponte sol- subordinato a una specifica qualificazione degli operato-
levatore” non sia soggetta all’obbligo delle verifiche pe- ri (il cosiddetto “patentino”), ottenuta attraverso un per-
riodiche. In ogni caso, come ribadito dal chiarimento corso di informazione, formazione e addestramento ade-
ministeriale, resta in carico al datore di lavoro utilizza- guato e specifico, in quanto l’attrezzatura non rientra
tore l’obbligo di curare, con apposite procedure di sor- nelle previsioni dell’“Accordo ai sensi dell’art. 4 del de-
veglianza interna, la corretta manutenzione ed il mante- creto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo,
nimento dei requisiti di sicurezza dei ponti sollevatori le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano
(come d’altronde per tutte le attrezzature messe a dispo- concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro
sizione dei suoi lavoratori, in ottemperanza a quanto per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli
previsto dall’art. 71, commi 4 e 8 del TUSL), ancorché operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di
esenti, in ragione della loro natura o configurazione tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indi-
d’impiego, dalle procedure di verifica periodica. I ponti rizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione,
sollevatori per veicoli devono avere, come già detto, il in attuazione dell’art. 73, comma 5, del decreto legislati-
registro di controllo fornito dal fabbricante o predispo- vo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integra-
sto dal datore di lavoro seguendo le informazioni conte- zioni. (Repertorio atti n. 53/CSR)” (10), del 22 febbraio
nute nelle istruzioni d’uso e manutenzione, in quanto 2012, raggiunto in sede di Conferenza permanente per i
macchine di sollevamento. La Circolare n. 23 del 13 rapporti tra Stato, le Regioni e le Province autonome di
agosto 2012 del Ministero del Lavoro ha ribadito defini- Trento e di Bolzano.

(9) In Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29 aprile 2011 – Suppl. Or- (10) In Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2012 – Suppl.
dinario n.111. Ordinario n. 47.

VIII Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Riconoscimento dell’idoneità tecnica — le caratteristiche meccaniche devono comprendere:


Oltre alla normativa in materia di salute e sicurezza sul l’azionamento elettroidraulico o elettromeccanico, la
luogo di lavoro, i ponti sollevatori, impiegati nei centri portata deve essere di almeno 3.500 kg, le pedane deb-
autorizzati di revisione veicoli, sono soggetti alla nor- bono avere una lunghezza non inferiore a 4.500 mm.
mativa attuativa del Codice della Strada. In particolare i una larghezza non inferiore a 600 mm, l’altezza del bor-
ponti sollevatori per veicoli devono ottenere il ricono- do lato interno non inferiore a 60 mm ed una distanza
scimento dell’idoneità tecnica da parte dell’INAIL (ex fra i bordi interni delle pedane non superiore a 800 mm
ISPESL), in modo tale da attestarne l’idoneità all’utiliz- (l’obbligo del bordo lato interno pedana è riferito unica-
zo nei centri autorizzati all’attività di revisione dei vei- mente ai ponti installati fuori terra, non incassati), l’al-
coli. I fabbricanti di ponti sollevatori (per il riconosci- tezza di sollevamento dal piano di calpestio dell’ele-
mento di idoneità di tipo) oppure le ditte/officine utiliz- mento più basso della struttura del sollevamento non in-
zatrici di ponti sollevatori (per il riconoscimento dell’e- feriore a 1.800 mm; il tempo di ciclo salita-discesa a
semplare) devono attivare la procedura di riconoscimen- pieno carico non superiore a 60 secondi, la possibilità di
to, sia per ponti sollevatori di veicoli di massa non supe- montaggio apparecchiatura prova giochi, la possibilità
riore a 3,5 t sia per quelli di veicoli di massa superiore a di montaggio incassato nel pavimento, la possibilità di
3,5 t. Se il richiedente il riconoscimento è il fabbricante inserire un impianto di illuminazione fondo vettura, la
di ponti sollevatori si parla di riconoscimento d’idoneità possibilità di applicare un sollevatore ausiliario per libe-
di tipo, perché si estende a tutti gli esemplari del mede- rare le ruote; in caso di montaggio prova giochi il solle-
simo modello immessi sul mercato; se il richiedente è la vatore deve avere rigidità sufficiente tale da impedire
ditta/officina utilizzatrice di ponti sollevatori il ricono- l’assorbimento della spinta delle piastre da parte della
scimento si riferisce invece allo specifico esemplare in struttura (es. giochi delle pedane, flessioni o torsioni
uso, identificato con il numero di fabbrica. delle colonne o delle traverse);
La prima fase della procedura di riconoscimento dell’i- — le sicurezze devono comprendere: le protezioni sal-
doneità prevede l’esame della documentazione presenta- vapiedi, l’arresto veicoli fissi o automatici, gli appoggi
ta dal richiedente all’INAIL (ex ISPESL); successiva- meccanici ad inserimento automatico durante la salita, i
mente si procede alle prove e ai controlli effettuati diret- dispositivi di regolazione velocità discesa (solo per sol-
tamente sull’attrezzatura. A seguito del buon esito delle levatori elettroidraulici), il dispositivo di sicurezza in
operazioni di verifica, l’INAIL (ex ISPESL), al termine caso di rottura di tubazione idraulica, per sollevatori a
della procedura, provvede a rilasciare il certificato di ri- forbice o a parallelogramma il dispositivo di sincroniz-
conoscimento di idoneità. zazione degli organi di sollevamento tale da garantire
L’attività di riconoscimento d’idoneità è volta a verifica- l’allineamento delle pedane indipendentemente dalla di-
re la rispondenza del ponte sollevatore (per sollevamenti stribuzione del carico, il dispositivo di sicurezza per il
di veicoli fino a 3,5 t) alle caratteristiche previste dal sovraccarico, i pulsanti di comando salita/discesa a uo-
Decreto 23 ottobre 1996, n. 628 “Regolamento recante mo presente, il circuito di comando in bassa tensione, il
norme per l’approvazione e l’omologazione delle attrez- grado di protezione minima IP55, il quadro elettrico a
zature tecniche per le prove di revisione dei veicoli a norme CEI.
motore e dei loro rimorchi” (11), attuativo dell’art. 80, La Circolare n. 88/95 del 22 maggio 1995, coordinata
comma 9, del D.Lgs. n. 285/1992 (12) e s.m.i., il quale con la Circolare n. 112/96 del 7 agosto 1996, dell’allora
prescrive che le imprese di autoriparazione cui siano Ministero dei Trasporti e della Navigazione, ha meglio
state affidate le revisioni dei veicoli a motore e dei loro chiarito le procedure di riconoscimento, visita iniziale,
rimorchi debbano essere in possesso di attrezzature ido- periodica ed occasionale dei ponti sollevatori. La Circo-
nee alla corretta esecuzione delle attività di verifica e di lare ricorda che, ai sensi del Codice della Strada, il pon-
controllo, e dell’art. 241, comma 2, del D.P.R. n. te sollevatore è l’attrezzatura che permette di sollevare
495/1992 (13) e s.m.i., il quale stabilisce che le attrezza- un autoveicolo o un rimorchio ad un’altezza che consen-
ture di cui al punto h) dell’Appendice X al titolo III del ta di verificare dal basso le strutture e gli organi di tra-
citato D.P.R. n. 495/1992 (ponti sollevatori) debbono es- smissione del veicolo. Come specifiche tecniche indica-
sere riconosciute idonee dall’Istituto superiore per la te ulteriormente, il ponte sollevatore e l’ambiente in cui
prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ex ISPESL, ora è installato devono poter garantire un’altezza di solleva-
INAIL). Quindi i ponti sollevatori sono riconosciuti ido- mento pari a 1,8 m per veicoli di massa fino a 3.500 kg.
nei alla funzione che sono tenuti a svolgere se rispettano Devono altresì essere assicurati:
alcune specifiche tecniche, riportate al punto h) dell’Al- • uno spazio libero di almeno 60 cm intorno al ponte;
legato tecnico al D.M. n. 628/1996. In particolare, è pre- • circuiti di sicurezza che permettano l’arresto del movi-
visto: mento discendente del ponte quando viene interrotto il
— le caratteristiche minime del sollevatore devono per- raggio luminoso di relè fotoelettrici applicati sui bordi
mettere il sollevamento del veicolo fino a 3.5 t, per esterni inferiori delle superfici di guida;
un’ispezione visiva del sottoscocca, del sistema di scari- • dispositivi di sicurezza contro l’improvvisa perdita di
co, delle sospensione ecc.; pressione nel sistema idraulico;

(11) In Gazzetta Ufficiale n. 293 del 14 dicembre 1996. (13) In Gazzetta Ufficiale n.303 del 28 dicembre 1992 –
(12) In Gazzetta Ufficiale n.114 del 18 maggio 1992 – Suppl. Ordinario n. 134.
Suppl. Ordinario n. 74.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 IX


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• banco prova giochi, se incorporato, a rigidità sufficien- duabile, una targhetta indelebile e inalterabile nel tempo
te ad assorbire la spinta delle piastre; contenente marchio o ragione sociale del costruttore, ti-
• pedane di lunghezza non inferiore a 4.500 mm e lar- po o modello, anno di costruzione, numero del ricono-
ghezza non inferiore a 600 mm; scimento di idoneità di tipo; deve rilasciare inoltre copia
• dispositivo di sincronizzazione degli organi di solleva- conforme del certificato di idoneità ottenuto.
mento tale da garantire l’allineamento delle pedane indi- Le aziende che intendono richiedere l’abilitazione alla
pendentemente dalle distribuzioni di carico; revisione dei veicoli, in possesso di un ponte sollevatore
• dispositivo di sicurezza nei confronti del sovraccarico. privo del riconoscimento di idoneità di tipo del fabbri-
La Circolare già prevede che, per tutto quello non speci- cante, devono invece presentare alla sede ex ISPESL,
ficato, si deve far riferimento al D.P.R. n. 459/1996 di ora INAIL, competente per territorio, la domanda di ri-
recepimento della Direttiva Macchine, in quanto s’inten- conoscimento secondo il modello scaricabile sul sito
de legittimo, in sede di riconoscimento, il ricorso alla www.inail.it, fornendo la documentazione indicata nel
normativa europea vigente in materia, anche in ossequio modello stesso. A seguito di esito positivo degli accerta-
al principio di libero scambio delle merci fra i paesi del- menti sull’apparecchio, l’ufficio periferico dell’INAIL
la Comunità e nel presupposto quindi d’accettare nel- (ex ISPESL), rilascia tre copie del riconoscimento di
l’ambito della normativa di riferimento anche quella idoneità riferito al singolo esemplare, una da inviare al
propria dei paesi membri non in contrasto con la norma- Ministero dei Trasporti e della Navigazione (ora Mini-
tiva italiana. La prescrizione di un franco di 60 cm in- stero delle Infrastrutture e Trasporti), una per l’utilizza-
torno al ponte sollevatore deve essere riportata, secondo tore e una per gli atti INAIL (ex ISPESL). Gli attestati
la Circolare, sul libretto d’uso e manutenzione. Il circui- sono numerati secondo un numero progressivo relativo
to con raggio luminoso interrotto costituisce, come sug- alla provincia di installazione riportato su apposito regi-
gerito dalla Circolare, una delle modalità con le quali stro.
può essere realizzato il circuito di sicurezza destinato ad Sempre a mente della citata Lettera Circolare, le opera-
interrompere il movimento del ponte sollevatore. Nulla zioni di riconoscimento consistono nella verifica della
esclude che la predetta finalità possa essere raggiunta rispondenza del ponte sollevatore alle disposizioni di
anche con sistemi concomitanti o sostitutivi diversi, ma cui al paragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n.
di equivalente efficacia. La Circolare conclude che il 628/1996. Per le macchine immesse sul mercato o mes-
ponte sollevatore non può essere utilizzato sino a che se in servizio in conformità alla Direttiva Macchine
non sia intervenuto il controllo periodico previsto a sca- (vecchia e nuova) si deve tener conto della preminenza
denza almeno annuale.
delle disposizioni tecnico-procedurali in essa contenute
La Lettera Circolare n. 18/1997 dell’ex ISPESL, ora
e, pertanto, le verifiche e gli accertamenti non entreran-
INAIL, ha dato le disposizioni specifiche relative al rila-
no nel merito degli specifici requisiti di sicurezza, sopra
scio del “Riconoscimento di idoneità” dei ponti solleva-
ricordati, previsti ai punti 2 e 3 del paragrafo 1.h) del-
tori per veicoli. Le ditte costruttrici di ponti sollevatori
per veicoli, destinati ad essere installati presso le azien- l’Appendice X art. 241 del D.P.R. n. 495/92 e al punto
de che intendono richiedere la abilitazione alla revisione 3 del paragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n.
dei veicoli, anche se immessi sul mercato o messi in 628/1996, essendo i requisiti essenziali di sicurezza co-
servizio antecedentemente all’entrata in vigore delle Di- perti già dalla dichiarazione “CE” di conformità. Ad
rettive Comunitarie di Prodotto, possono effettuare la esempio, la norma EN 1493 non prevede dispositivi di
domanda di riconoscimento di idoneità di tipo all’ex limitazione del carico, in quanto i dispositivi che potreb-
ISPESL, ora INAIL, secondo il modello scaricabile sul bero proteggere da situazioni di sovraccarico locale o
sito www.inail.it, fornendo la documentazione indicata totale non sono ritenuti dalla norma capaci di coprire
nel modello stesso. A seguito dell’esito positivo degli correntemente tutte le eventualità, mentre il peso del
accertamenti sul prototipo, l’ex ISPESL, ora INAIL, ri- veicolo e la sua distribuzione sono perfettamente cono-
lascia tre copie del riconoscimento di idoneità, una per sciuti per ogni tipo di veicolo da sollevare (i sollevatori
il Ministero dei Trasporti e della Navigazione (ora Mini- sono quindi normalmente utilizzati con un carico assai
stero delle Infrastrutture e Trasporti), una per il costrut- inferiore a quello di progetto massimo). La norma EN
tore che ne ha fatto richiesta e una per gli atti INAIL affida quindi alla responsabilità dell’utilizzatore di pre-
(ex ISPESL). Gli attestati sono numerati secondo un nu- venire il sorgere di qualunque situazione pericolosa di
mero progressivo su apposito registro. Il costruttore ha sovraccarico massimo, mentre il D.M. n. 628/1996 pre-
l’obbligo di comunicare ogni modifica che intende ap- vede la presenza obbligatoria di un dispositivo di sicu-
portare alla produzione del tipo approvato. Se tali modi- rezza nei confronti del sovraccarico. Un sollevatore
fiche comportano variazioni alle caratteristiche di cui al marcato “CE” è comunque essere riconosciuto idoneo
D.M. n. 628/1996, si deve richiedere nuovo riconosci- anche se privo di tale dispositivo, per la preminenza del-
mento di idoneità di tipo, che, a seguito di esito positivo la legislazione europea su quella interna italiana.
dei conseguenti accertamenti, comporta il rilascio di un Le operazioni finalizzate al riconoscimento di idoneità
nuova attestazione. Se tali modifiche non comportano di tipo sono effettuate presso il costruttore direttamente
variazioni, la ditta deve comunque comunicare le varia- dalla sede centrale INAIL (ex ISPESL), e consistono:
zioni apportate e aggiornare la documentazione agli atti — nel riscontro di quanto previsto nel manuale di istru-
dell’INAIL (ex ISPESL). Il costruttore deve applicare, a zione delle indicazioni relative all’installazione ed all’u-
beneficio dell’utilizzatore, su ciascun apparecchio con- so dell’apparecchio ai fini di quanto previsto al paragra-
forme al tipo approvato, in posizione facilmente indivi- fo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n. 628/1996;

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XI


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— negli accertamenti dimensionali di cui ai punti 2.3, La Circolare 30 aprile 2002 del Ministero delle Infra-
2.4 e nella verifica del tempo di ciclo di cui al punto 2.5 strutture e dei Trasporti ha chiarito che condizione ne-
del paragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n. cessaria ai fini dell’accettazione di un apparecchio di
628/1996; sollevamento per veicoli a 2 ruote è la marcatura “CE”,
— nella verifica di quanto previsto al punto 2.6 e delle con la quale il costruttore dichiara formalmente, sotto la
caratteristiche di cui ai punti 2.1 e 2.2 del paragrafo h) propria responsabilità, la rispondenza del prodotto ai re-
dell’Allegato tecnico al D.M. n. 628/1996; quisiti essenziali di sicurezza previsti dalle direttive eu-
— nel riscontro documentale della sussistenza delle pre- ropee in vigore. Per effetto della predetta norma il con-
visioni di cui al punto 2.7 del paragrafo h) dell’Allegato trollo tecnico sulla idoneità della attrezzatura non può
tecnico al D.M. n. 628/1996; tenere conto degli specifici requisiti di sicurezza previsti
— in prove e verifiche di funzionalità; alla lettera e), punti 2, 3, 4 dell’art. 3 del D.P.R. n.
— nella constatazione degli avvenuti adempimenti di 360/2001, essendo i requisiti essenziali di sicurezza già
cui alla Direttiva Macchine. coperti dalla dichiarazione “CE” di conformità (vale
Le operazioni di verifica dell’apparecchio in sede di quanto già detto per il dispositivo di sovraccarico ad
esemplare sono invece effettuati presso l’utilizzatore da esempio). La Circolare ricorda poi che restano ferme le
funzionari tecnici dell’ufficio periferico dell’INAIL (ex norme sulla sicurezza del lavoro, con particolare riguar-
ISPESL), competente per territorio in relazione all’ubi- do alla installazione ed all’uso delle attrezzature di lavo-
cazione dell’officina/centro revisione. Le operazioni ro. Inoltre, per quanto attiene quei ponti per autoveicoli
consistono: già in dotazione alle officine autorizzate per le revisioni
— nel riscontro della documentazione; dei veicoli di massa complessiva fino a 3,5 t, il chiari-
— negli accertamenti dimensionali di cui ai punti 2.3, mento ministeriale consente che gli stessi ponti possano
2.4 e nella verifica del tempo di ciclo di cui al punto 2.5 essere utilizzati per i veicoli a 2 ruote, previo aggiorna-
del paragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n. mento della marcatura “CE”, qualora ricorra il caso,
628/1996; qualora cioè il costruttore stesso ravveda la necessità di
— nella verifica delle predisposizioni di cui al punto dover provvedere ad un aggiornamento della marcatura,
2.6 e delle caratteristiche di cui ai punti 2.1 e 2.2 del pa- per effetto di eventuali dotazioni aggiuntive del ponte
ragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n. 628/1996; che lo rendano idoneo per gli usi a 2 ruote. Se le modi-
fiche comportano variazioni alle caratteristiche di cui al
— nel riscontro documentale della sussistenza di quanto
paragrafo h) dell’Allegato tecnico al D.M. n. 628/1996,
previsto al punto 2.7 del paragrafo h) dell’Allegato tec-
deve essere inoltre richiesto un nuovo riconoscimento di
nico al D.M. n. 628/1996;
idoneità di tipo da parte dell’INAIL (ex ISPESL). Nel
— in prove e verifiche di funzionalità; caso ciò invece non si renda necessario, e pertanto il
— nel controllo della rispondenza alla procedure di in- ponte già in dotazione sia ritenuto valido per l’uso a 2
stallazione, uso e manutenzione previste dal costruttore; ruote, è necessario solamente che la nuova utilizzazione
— nel riscontro delle disposizioni di sicurezza sulla sia oggetto di una specifica dichiarazione del costrutto-
macchina installata in servizio secondo le normative ad re. Tale atto rende possibile attestare il mantenimento
essa applicabili; dei requisiti di sicurezza dell’apparecchio anche in caso
— nella constatazione degli avvenuti adempimenti con- di diversa utilizzazione dell’impianto. Le variazioni ap-
nessi alla Direttiva Macchine, per le macchine fornite di portate devono comunque essere comunicate all’INAIL
marcatura “CE”. (ex ISPESL), onde consentire l’aggiornamento della do-
Il D.P.R. 5 giugno 2001, n. 360 “Regolamento recante cumentazione agli atti. Considerato che l’uso del ponte
modifiche agli articoli 239 e 240 e all’appendice X al ti- ai fini dell’ispezione dei veicoli a 2 ruote comporta mo-
tolo III del decreto del Presidente della Repubblica 16 dalità operative di utilizzazione dell’apparecchio diverse
dicembre 1992, n. 495, concernente: Regolamento di da quelle per le quali è stato realizzato, devono essere
esecuzione e di attuazione del nuovo codice della stra- indicate nel dettaglio le nuove modalità d’uso nelle
da” (14), ha disposto che anche le imprese abilitate alle istruzioni della macchina.
revisioni dei veicoli a 2 ruote debbano possedere un La Circolare del 10 agosto 2010 del Ministero delle In-
ponte sollevatore, cioè una attrezzatura che permette di frastrutture e dei Trasporti ha ricordato che la Direttiva
sollevare il ciclomotore o motoveicolo, a due ruote, a 2010/48/UE della Commissione, relativa al controllo
un’altezza tale che consenta di verificare le strutture e tecnico dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, ha pre-
gli organi di trasmissione dello stesso. La norma preve- visto l’obbligatorietà dell’uso dei ponti sollevatori o del-
de che debbano essere assicurati, per tali ponti: le fosse di ispezione, e quindi gli operatori privati inte-
• uno spazio libero di larghezza di almeno 60 cm intor- ressati all’uso del ponte sollevatore sono divenuti via
no al ponte; via sempre più numerosi. Con Circolare prot. n. 31750
• circuiti di sicurezza che permettano l’arresto del movi- del 10 novembre 2011, il Ministero delle Infrastrutture e
mento discendente del ponte; Trasporti ha ulteriormente ricordato che, a far data dal 1
• dispositivi di sicurezza contro l’improvvisa perdita di gennaio 2012, è entrato in vigore l’obbligo di “esame
pressione nel sistema idraulico; visivo con il veicolo sopra una fossa di ispezione o su
• un dispositivo di sicurezza nei confronti del sovracca- un ponte sollevatore” per il controllo tecnico dei veicoli;
rico. pertanto, a decorrere dalla predetta data, tutte le officine

(14) In Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3 ottobre 2001.

XII Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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e imprese autorizzate devono avere in dotazione la fossa gatorietà dell’adeguamento dei ponti già in uso è stata
di ispezione o il ponte sollevatore. fissata al 1° gennaio 2015. Da tale data i possessori a
Dal 1° novembre 2013, con l’entrata in vigore del De- vario titolo dei ponti sollevatori per veicoli pesanti, uti-
creto Dirigenziale prot. R.D. 202 del 21 maggio 2013 lizzati per le revisioni dei veicoli di massa complessiva
del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, anche i superiori alle 3.5 t, devono aver provveduto quindi a far
ponti sollevatori per veicoli di massa superiore a 3.5 t, adeguare gli stessi alle disposizioni contenute al D.D. n.
di nuova costruzione o utilizzo, devono essere sottoposti 202/2013, pena la messa fuori servizio dell’attrezzatura.
a procedura di riconoscimento d’idoneità, di tipo o di La Circolare rammenta che in relazione alle specificità
esemplare, da parte dell’INAIL (ex ISPESL). Infatti la correlate all’utilizzo dei ponti nelle attività di revisione
Circolare del 21 maggio 2013 del Ministero delle Infra- ed in particolare alle prescrizioni aggiuntive di cui al ca-
strutture e dei Trasporti ha reso noto il capitolato tecni- pitolato tecnico, il ponte sollevatore deve essere com-
co per i ponti sollevatori di veicoli di massa complessi- pleto del certificato di riconoscimento di idoneità rila-
va superiore a 3,5 t (3.500 kg – veicoli pesanti), adottato sciato dall’ INAIL (ex ISPESL), in quanto l’attività con-
con Decreto Dirigenziale prot. R.D. n. 202/2013, suc- dotta dall’INAIL (ex ISPESL), è funzionale a verificare
cessivamente corretto e integrato dalla Circolare del 17 che il ponte sollevatore presenti tutte le caratteristiche
ottobre 2013. Nell’Allegato tecnico al capitolato, viene tecniche e le predisposizioni individuate come necessa-
ribadito che il sollevatore e gli eventuali accessori deb- rie per condurre i controlli tecnici dei veicoli a motore e
bono rispondere alle norme in materia di sicurezza vi- dei loro rimorchi. In riferimento poi alle verifiche da ef-
genti, in particolare deve essere assicurata la conformità fettuarsi sul veicolo, la Circolare fa alcune considerazio-
alla Direttiva Macchine (D.Lgs. n. 17/2010, recepita in ni sulla esaustività delle prove da condursi col veicolo
Italia il 6 marzo 2010) e l’installazione deve essere rea- disposto sul ponte. Per tutte le prove che presuppongono
lizzata secondo le indicazioni riportate nel manuale d’u- la visione dal basso, le norme europee recepite in Italia
so del fabbricante e attuata in conformità alle prescrizio- propongono in alternativa l’utilizzazione della fossa di
ni di sicurezza di cui al TUSL. Le caratteristiche tecni- ispezione o del ponte sollevatore, così da far ritenere
che del sollevatore, indicate dal capitolato, devono esse- che detti impianti possano essere ritenuti equivalenti. Le
re quelle del sollevatore del tipo a pedane, con presa norme inoltre prevedono l’utilizzazione di piastre prova
veicolo sulle ruote. L’installazione può essere a pavi- giochi per la verifica del fissaggio della scatola dello
mento o ad incasso, deve essere possibile l’installazione sterzo, dello stato degli organi di sterzo (usura, rottura,
di un impianto di illuminazione per consentire adeguata fissaggio), degli assi, fuselli, cuscinetti delle ruote, non-
visibilità degli organi del veicolo da controllare; il solle- ché controlli visivi ad asse sollevato. L’uso di tali dota-
vatore deve essere equipaggiato con almeno un disposi- zioni unitamente a una attenta e approfondita visione
tivo prova-giochi per veicoli pesanti approvato e posi- del veicolo dal basso forniscono all’addetto al controllo
zionato/posizionabile in modo idoneo ad operare in si- sufficienti informazioni sullo stato d’uso del veicolo,
curezza sugli assi del veicolo. Inoltre il ponte deve esse- consentendo allo stesso di esprimere un adeguato giudi-
re dotato di una attrezzatura integrata che consenta di zio circa l’idoneità dello stesso alla circolazione. Consi-
effettuare il sollevamento dell’asse per liberare le ruote derato che l’uso in sicurezza del ponte non prevede il
e permettere i controlli previsti ad asse sollevato. In ca- sollevamento di persone o il loro stazionamento sul vei-
so di utilizzo in ambito di centri revisione mobili, l’in- colo sollevato, la Circolare stabilisce che la prova della
stallazione può essere del tipo “scarrabile”, assicurando rotazione del volante, con veicolo sollevato, possa esse-
la necessaria stabilità e capacità di carico in sicurezza re omessa, mentre quella che prevede la movimentazio-
del sollevatore in funzione delle effettive condizioni di ne dello sterzo nelle varie direzioni, perpendicolarmente
installazione e uso e precisando le prescrizioni necessa- alla colonna, venga eseguita a terra.
rie a garantire l’uso in sicurezza nel manuale di istruzio- In conclusione, il D.M. n. 628/1996 e il D.D. n.
ni del sollevatore “scarrabile”. Le caratteristiche di mi- 202/2013 rappresentano i riferimenti normativi per l’at-
nima del sollevatore, indicate dal capitolato tecnico, so- tività di riconoscimento all’idoneità, svolta dall’INAIL
no le seguenti: (ex ISPESL), sui ponti sollevatori usati per le prove sui
• portata non inferiore a 18 t; veicoli di massa rispettivamente inferiore o superiore a
• lunghezza pedane non inferiore a 8.000 mm; 3,5 t. Le caratteristiche del sollevatore presente nel cen-
• larghezza pedane non inferiore a 750 mm; tro revisioni definiscono quindi i limiti di attività del
• distanza lato esterno pedane non inferiore a 2.500 centro stesso: il centro sarà abilitato esclusivamente alla
mm; revisione dei veicoli per ì quali è stato rilasciato il perti-
• distanza lato interno pedane non superiore a 1.100 nente certificato di idoneità INAIL (ex ISPESL). In re-
mm; lazione alle caratteristiche del sollevatore ed in partico-
• altezza di sollevamento non inferiore a 1.800 mm. lare ai controlli che prevedono l’uso del dispositivo pro-
La Circolare del 24 febbraio 2014 del Ministero delle va-giochi, si configura la possibilità di limitazione del
Infrastrutture e dei Trasporti ha definito il termine ulti- parco veicoli ammissibile per il centro revisioni in base
mo per l’adeguamento, ai contenuti tecnici di cui al al numero e alla posizione degli assi. A titolo di esem-
D.D. n. 202 del 21 maggio 2013, dei ponti sollevatori pio, un sollevatore con prova-giochi fisso ad una estre-
per veicoli di massa complessiva superiore alle 3.5 t, mità delle pedane può consentire esclusivamente prove
già in uso. Fissato infatti al 1° novembre 2013 la data su veicoli con solo due assi, posizionabili alternativa-
dalla quale i ponti di nuova costruzione devono essere mente sul prova-giochi invertendo la posizione del vei-
conformi alle norme di cui al D.D. n. 202/2013, l’obbli- colo sul sollevatore; un sollevatore con prova-giochi po-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XIII


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sizionabile in qualsiasi punto delle pedane consente il male continuo funzionamento. Se una deformazione
controllo di tutti i veicoli, indipendentemente dal nume- permanente avviene nei dispositivi di sicurezza, si devo-
ro di assi, riposizionando opportunamente il prova-gio- no trovare nel manuale di istruzione le indicazioni preci-
chi in relazione all’asse in prova. se su come comportarsi (es. sostituzione di un compo-
nente, eliminazione di bavature).
Riduzione dei rischi Relativamente alle trasmissioni a fune, le funi in acciaio
devono essere composte di almeno 114 fili singoli. La
La gestione delle operazioni con i ponti sollevatori per resistenza a trazione nominale di ciascun filo deve esse-
veicoli deve avvenire assicurando che le attività lavora- re al minimo di 1.570 N/mm 2 e al massimo di 1.960
tive siano svolte in modo sicuro e che tutti i rischi pre- N/mm2. La resistenza a trazione dei terminali delle funi
vedibili siano stati presi in considerazione e valutati. La non deve essere minore dell’80 % di quella della fune
pianificazione, effettuata da persone competenti e docu- stessa. Si devono utilizzare i seguenti tipi di terminali:
mentata nel documento di valutazione dei rischi (DVR) — capicorda con impiombatura;
dell’impresa utilizzatrice, avvalendosi del manuale di — manicotti pressati in alluminio;
istruzioni della macchina, deve mirare alla riduzione dei — manicotti pressati in acciaio resistente all’invecchia-
rischi prevalenti. I rischi principali connessi con l’im- mento;
piego del ponte sollevatore sono: — capicorda a cuneo.
• rischio meccanico; Il carico minimo di rottura delle funi deve essere docu-
• rischio elettrico; mentato con un certificato di prova. Il diametro delle fu-
• rischio da mancato comando; ni, dei tamburi e delle pulegge deve essere calcolato
• rischi idraulici e pneumatici. supponendo che un singolo dispositivo a funi sopporti
Si considerano pertanto gli accorgimenti e le procedure la totalità del carico.
tecniche per ridurre tali rischi nell’uso dell’attrezzatura. Relativamente alle trasmissioni a catena, il carico di rot-
tura minimo della catena non deve essere inferiore a
Rischio meccanico quattro volte il carico statico massimo ammissibile, con-
I rischi meccanici nell’uso del sollevatore comprendono siderando il carico nominale nella posizione più sfavore-
i pericoli di schiacciamento e cesoiamento, di taglio e vole. Il carico di rottura minimo deve essere documenta-
sezionamento, di impigliamento, trascinamento o intrap- to in un certificato di prova. Non si devono utilizzare né
polamento, di urto e di eiezione di fluidi ad alta pressio- ruote per catene, né pignoni con dentatura corretta. La
ne. resistenza a trazione dei terminali non deve essere mino-
I sollevatori per veicoli, struttura di supporto del carico re dell’80% di quella della catena.
ed equipaggiamenti, devono essere progettati in modo Si devono provvedere delle protezioni che impediscano
che in ogni condizione di funzionamento prevedibile alle funi e alle catene di fuoruscire dalle pulegge e dalle
presentino un livello di sicurezza soddisfacente. La resi- ruote a denti. Esse devono essere progettate in maniera
stenza e la stabilità del ponte devono essere dimostrate tale che la fune o la catena non possano passare fra la
con il calcolo, considerando opportuni carichi statici e protezione e la puleggia o la ruota. Si devono mettere
dinamici, ad esempio quelli indicati nella EN 1493. La delle protezioni per impedire l’accesso alle zone in cui
sollecitazione conseguente alla più sfavorevole riparti- le funi o le catene sono ancorate. Se più di una fune o
zione del carico deve essere calcolata in ogni parte che di una catena agiscono su un medesimo punto, deve es-
sostiene il carico. La ripartizione dei carichi deve con- sere possibile regolare la loro tensione.
formarsi ai carichi per asse dei veicoli che devono esse- Relativamente alle trasmissioni idrauliche e pneumati-
re sollevati. Se il sollevatore per veicoli è previsto per che, i martinetti idraulici e pneumatici, le tubazioni rigi-
differenti modelli di veicoli, deve essere scelta la riparti- de e il loro raccordi, che sono sottoposti alla pressione
zione corrispondente al caso più sfavorevole. I solleva- massima consentita dalla valvola limitatrice di pressio-
tori a colonna mobile devono essere dotati di una targa ne, devono essere progettati per resistere, senza alcuna
di carico, facilmente comprensibile, di dimensioni suffi- deformazione permanente, almeno a:
cientemente ampie, collocata in evidenza per non supe- — due volte la suddetta pressione per i dispositivi
rare il carico assiale consentito. Normalmente la verifica idraulici;
strutturale si riferisce a 22.000 cicli di carico al valore — tre volte la suddetta pressione per i dispositivi pneu-
nominale del carico; se si supera questo valore, si deve matici.
effettuare il calcolo della resistenza a fatica della struttu- I tubi flessibili, i cuscini ad aria e i soffietti devono es-
ra e del meccanismo. La velocità dei movimenti di salita sere proporzionati in modo da resistere a una pressione
e di discesa non deve essere maggiore di 0,15 m/s. La di scoppio di almeno tre volte la pressione massima
velocità del movimento di inclinazione, misurata nel consentita dal limitatore di pressione.
punto del dispositivo di sostegno del carico più lontano Relativamente alle trasmissioni a vite, i meccanismi a
dall’asse di rotazione, non deve essere maggiore di 0,1 vite devono essere progettati in modo da assicurare che
m/s. durante l’utilizzazione il dispositivo di sostegno del ca-
I meccanismi per il sollevamento devono essere idonei rico non si separi dal meccanismo. Ciascuna vite di
e funzionali. L’entrata in funzione dei dispositivi di spinta deve essere accoppiata con una madrevite prima-
blocco o dei dispositivi contro la risalita del ponte non ria che sostenga il carico e con una madrevite di sicu-
deve causare alcuna deformazione permanente in qualsi- rezza non caricata, o dotata di altro dispositivo di sicu-
voglia elemento di sostegno del carico necessario al nor- rezza costantemente attivo. La madrevite di sicurezza

XIV Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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deve venire caricata unicamente in caso di cedimento cerchio più ampio che si può inscrivere nella base del
della madrevite primaria. Le viti di spinta devono essere cuscinetto non deve essere maggiore del 1/1.
dotate alle due estremità di dispositivi che evitino la Ove i sollevatori per veicoli permettano un’inclinazione
fuoruscita delle madreviti primarie e di sicurezza dalla del dispositivo di sostegno del carico, si deve prevedere
parte filettata della vite. Il materiale della vite di spinta un dispositivo meccanico di sicurezza, che consenta un
deve avere una resistenza all’abrasione superiore a quel- bloccaggio del veicolo sul dispositivo di sostegno del
la del materiale della madrevite primaria. carico.
I sollevatori per veicoli che non sono fissati al suolo so- I bracci di sostegno del carico devono essere muniti di
no considerati stabili, se i momenti stabilizzanti Ms so- dispositivi di bloccaggio meccanici di tipo automatico,
no superiori ai momenti di rovesciamento Mt moltipli- atti ad impedire qualsiasi movimento non voluto dei
cati per un fattore di sicurezza. Nel caso in cui il peso bracci. Essi devono essere operativi al di sopra dei primi
del veicolo partecipa alla stabilità del sollevatore, si può 100 mm di spostamento verticale, indipendentemente
nel calcolo di stabilità contro il ribaltamento mettere in dal carico. I sollevatori progettati per essere utilizzati
conto il peso stabilizzante. Le forze del vento agenti sul sopra una fossa o come a libera ruota devono soddisfare
sollevatore in funzione nella direzione del passo del vei- la prescrizione sopra riportata per l’intera corsa del di-
colo possono essere calcolate considerando una pressio- spositivo di sostegno del carico. Se detto dispositivo di
ne massima applicata dal vento di 125 N/m2, corrispon- bloccaggio funziona a gradini, l’altezza del gradino, mi-
dente alla velocità del vento di 14 m/s (pari a 50,4 surata all’estremità del braccio completamente esteso,
km/h). Le forze del vento agenti sul sollevatore fuori non deve essere maggiore del diametro del piatto di so-
servizio nella direzione del passo del veicolo possono stegno. I dispositivi di bloccaggio del braccio devono
essere calcolate considerando una massima pressione essere progettati per resistere senza deformazioni per-
del vento sull’ apparecchiatura pari a 500 N/m2, corri- manenti a una forza pari al 4,5% della capacità del sol-
spondente alla velocità del vento di 28 m/s. Si suppone levatore, oppure per resistere senza rotture a una forza
che, in ogni caso, l’operatore, alla fine del lavoro, ab- pari al 6,75% di detta capacità. Comunque dette forze
bassi il veicolo fino alla posizione più vicina a terra. non devono mai esser inferiori rispettivamente a 1.500
Nelle istruzioni per l’uso, deve essere riportata sempre N e a 2.250 N. Queste forze devono essere assunte co-
una prescrizione di fuori servizio, se il sollevatore è pre- me agenti orizzontalmente sui punti di applicazione del
visto per l’uso all’esterno. carico, con i bracci completamente estesi, nella direzioni
I dispositivi di sostegno del carico devono essere pro- più sfavorevole.
gettati in modo da evitare ogni oscillazione, inclinazio- Le rotaie o pedane di sostegno devono essere munite a
ne, rotazione o spostamento non voluti. Le singole parti ciascuna estremità di bordi di arresto, che impediscano
non devono poter staccarsi in modo accidentale. al veicolo di rotolare fuori di esse. I bordi arresto devo-
Nel caso di utilizzo di piatti di appoggio del veicolo, la no portarsi automaticamente in posizione dopo uno spo-
lunghezza di ingaggio dei perni di fissaggio alla parte stamento verticale delle rotaie di 0,75 m, alternativa-
portante dei piatti non deve essere inferiore allo spesso- mente essi devono essere fissati saldamente in posizio-
re della parte portante stessa. I piatti di appoggio regola- ne. L’altezza dei bordi di arresto rispetto alla superficie
bili verticalmente per mezzo di un gambo filettato devo- della rotaia deve essere di almeno 0,1 m. Per i veicoli
no essere autofrenanti e dotati di impedimento contro lo su rotaia, i dispositivi di arresto devono avere un’altezza
svitamento completo. Se vengono utilizzati dei sovra- minima di 25 mm al di sopra del piano del ferro e devo-
piatti, si devono rispettare le seguenti prescrizioni: no mettersi in posizione automaticamente dopo una cor-
a) un solo singolo sovrapiatto deve essere utilizzato su sa verticale delle rotaie di 0,1 m.
ciascun punto di sollevamento; I sollevatori per veicoli devono avere un meccanismo
b) tutti i sovrapiatti amovibili devono fare presa sul loro automatico di sicurezza, che impedisca qualunque movi-
sopporto di base in modo da prevenire il rovesciamento mento imprevisto del dispositivo di sostegno del carico,
sotto l’azione di una forza orizzontale H = 1.000 N, ap- e che entri in azione al di sopra dei primi 500 mm di
plicata nella posizione più sfavorevole, mentre il solle- spostamento verticale del dispositivo di sostegno del ca-
vatore è caricato a un terzo del carico nominale. rico a partire dalla sua posizione iniziale. I sollevatori
Se si utilizzano tamponi di appoggio per il veicolo sul per veicoli progettati per essere utilizzati sopra una fos-
dispositivo di sostegno del carico del sollevatore, si de- sa, o come sollevatori a libera ruota, devono soddisfare
vono rispettare le seguenti prescrizioni: le precedenti prescrizioni per l’intera corsa di sposta-
a) i cuscinetti di appoggio devono essere progettati in mento del dispositivo di sostegno del carico. Nel caso
modo da evitare qualsiasi scivolamento, per esempio in cui per soddisfare questa prescrizione si impiegano
con una superficie bloccante fra il cuscinetto e il dispo- dei freni, l’azione frenante deve essere ottenuta median-
sitivo di sostegno del sollevatore; questo dispositivo te molle di compressione. Le molle devono essere siste-
bloccante deve resistere all’azione di una forza orizzon- mate adeguatamente e non essere sollecitate al di sopra
tale H = 1.000 N, applicata nella posizione più sfavore- dell’80 % del limite elastico a torsione del materiale.
vole, senza che il cuscinetto si muova, quando il solle- Non si devono utilizzare freni a nastro. Le guarnizioni
vatore è caricato con un terzo del carico nominale; dei freni devono essere di materiale incombustibile (sen-
b) i tamponi di appoggio devono essere conici o cubici, za amianto) e fissate in modo che la normale usura non
al fine di assicurare un uso sicuro ed evidente; il rappor- indebolisca il fissaggio. I freni devono essere forniti
to massimo fra l’altezza del cuscinetto e il diametro del completi dei loro mezzi di regolazione. I freni e le guar-

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XV


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nizioni frenanti devono essere protetti dal contatto con I sollevatori dotati di passerelle frontali o laterali, sta-
lubrificanti, acqua, polvere o altri contaminanti. zionarie o mobili con il sollevatore, la cui altezza rispet-
Se i sollevatori sono progettati affinché delle persone la- to al suolo superi il valore di 1 m, devono possedere di-
vorino sotto il veicolo e sotto i dispositivi di sostegno spositivi atti a prevenire la caduta accidentale di persone
del carico, gli elementi sollevatori dei dispositivi di so- dalle passerelle. Detti dispositivi di protezione devono,
stegno del carico, o gli stessi dispositivi di sostegno, de- come minimo, consistere in una ringhiera dotata di un
vono essere automaticamente mantenuti fermi da dispo- corrimano rigido a un’altezza di almeno 1,1 m, con un
sitivi autobloccanti. bordo rigido di protezione del piede alto almeno 0,15 m
I punti di pizzicamento e di cesoiamento devono essere e una traversa intermedia situata a non più di 0,5 m dal
protetti mantenendo distanze sufficienti fra le parti mo- corrimano o dal bordo di protezione del piede. Le parti
bili, o fra le parti mobili e quelle fisse. Se ciò non fosse amovibili di questi dispositivi devono essere fissati in
possibile, si devono adottare altri mezzi di protezione modo da impedire eventuali movimenti non voluti du-
equivalenti, in modo che né l’operatore né i lavoratori rante l’utilizzazione. Le parti incernierate devono aprirsi
esposti siano in condizione di pericolo. Le persone vici- verso l’interno. Questi dispositivi di protezione non so-
ne al sollevatore sono considerate protette contro il piz- no necessari nei seguenti casi:
zicamento e il cesoiamento fra il suolo e il dispositivo a) in corrispondenza delle aperture previste per effettua-
di supporto, se i punti pericolosi sono coperti dal veico- re lavori sotto il veicolo;
lo sollevato. I punti di pizzicamento, di cesoiamento e b) sulle passerelle stazionarie, nel lato verso il dispositi-
di schiacciamento sono supposti evitati se vengono ri- vo di sostegno del veicolo.
spettate le seguenti distanze di sicurezza: Le superfici delle passerelle, frontali o laterali, non de-
— per il passaggio delle dita: 25 mm; vono essere sdrucciolevoli. Fori, spaziature e feritoie
— per il passaggio delle mani: 30 mm; nella superficie delle passerelle devono essere tali da
— per il passaggio della punti dei piedi: 100 mm; non permettere il passaggio di una sfera avente diametro
— per il passaggio delle braccia e dei piedi: 120 mm; di 0,02 m.
— per il passaggio delle gambe: 180 mm; Relativamente ai sollevatori per veicoli mobili e sposta-
— per il passaggio del corpo: 500 mm. bili, la sicurezza contro il movimento accidentale va ga-
I punti di pizzicamento e di cesoiamento per i piedi so- rantita impedendo che i sollevatori possano muoversi
no supposti evitati, qualora lo spazio libero minimo ri- inavvertitamente sul piano e sulle inclinazioni entro i li-
miti specificati dal fabbricante del sollevatore. I freni
servato ai piedi corrisponda, con variazione lineare, a
impiegati devono essere dimensionati in modo da impe-
50 mm di altezza a 150 mm in orizzontale, a 60 mm di
dire qualsiasi movimento spontaneo del sollevatore per
altezza a 50 mm in orizzontale e a 120 mm di altezza a
veicoli fermo, caricato con il carico nominale, su una
filo (Figura 11). È consentita deroga per le rampe di ac-
pendenza maggiore di 2° a quella dichiarata dal fabbri-
cesso, se sono sistemate in maniera tale che le forze ver- cante del sollevatore. I sollevatori per veicoli mobili
ticali di schiacciamento non superino i 250 N. motorizzati devono essere equipaggiati di freni automa-
Nelle sistemazioni in cui non è possibile rispettare le di- tici. Questi freni devono essere dimensionati in modo
stanze di sicurezza, si devono usare coperture o barre di da fermare il sollevatore per veicoli non caricato, che si
protezione per impedire l’accesso alle zone pericolose; muove alla velocità massima stabilita dal costruttore del
altrimenti si devono usare altri dispositivi che arrestino sollevatore, su una pendenza maggiore di 2° a quella di-
il movimento del sollevatore per veicoli, se un oggetto chiarata accettabile dal costruttore stesso. I sollevatori
o una parte del corpo sono situati sul suo percorso. In per veicoli mobili manualmente devono essere muniti di
ogni caso questi dispositivi non devono generare un pe- impugnature adatte per il loro spostamento, nel caso che
ricolo addizionale. Le coperture e le barre di protezione il telaio non consenta un corretto afferraggio. Le impu-
possono essere realizzate con materiali rigidi o flessibili. gnature devono essere progettate in modo da evitare fe-
I dispositivi con materiali rigidi devono essere dimen- rite alle mani e essere posizionate in modo che il loro
sionati per resistere, senza deformazioni permanenti, a utilizzo non possa provocare pericolo di schiacciamento
tutti i carichi ai quali è probabile siano sottoposti; quelli dei piedi sotto il telaio o le ruote, durante lo spostamen-
con materiali flessibili devono essere sufficientemente to del sollevatore. Se un sollevatore per veicoli si sposta
robusti per non essere danneggiati durante il loro uso. I su delle rotaie, il deragliamento deve essere prevenuto.
dispositivi che arrestano il movimento del sollevatore Le forze di spostamento esercitate manualmente, alla
per veicoli devono intervenire prima che si generi la si- temperatura ambiente di 20 °C ± 5 °C, non devono su-
tuazione di pericolo. La sicurezza è garantita anche se, perare i 400 N per iniziare e 300 N per mantenere il
durante la discesa del sollevatore per veicoli, il movi- movimento su un piano orizzontale.
mento si ferma automaticamente alla distanza di 120 In sintesi, i dispositivi di sicurezza dei sollevatori per
mm prima della posizione pericolosa. Il movimento può veicoli comprendono:
allora ripartire in seguito a un comando supplementare — i dispositivi di arresto di emergenza;
di discesa, oppure previo rilascio e riattivazione del co- — i dispositivi contro l’avviamento accidentale;
mando di discesa normale. Questa porzione di corsa fi- — le valvole di sovrappressione;
nale deve essere accompagnata da un segnale sonoro. In — i dispositivi di blocco dei bracci di sostegno;
ogni caso, non deve essere possibile superare il disposi- — i dispositivi di arresto;
tivo di arresto, né proseguire fino alla posizione iniziale — i dispositivi di bloccaggio meccanico;
senza aver effettuato una fermata. — i blocchi di sicurezza ;

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XVII


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— i dispositivi accompagnatori non caricati; sitivi di sostegno del carico. Il movimento nel senso op-
— i dispositivi di sicurezza in caso di guasto dei tubi ri- posto deve essere ancora possibile.
gidi e flessibili; I sollevatori per veicoli, nei quali il dispositivo di soste-
— i dispositivi per evitare pizzicamenti e cesoiamenti; gno del carico è sostenuto da funi o catene, devono es-
— gli interruttori di sicurezza. sere provvisti di uno o più dispositivi di bloccaggio
I dispositivi di sicurezza devono essere progettati e di- meccanici, che si inseriscono automaticamente, salvo
sposti in modo da essere protetti da qualsiasi regolazio- che durante la discesa normale. Dopo l’inserimento di
ne o danneggiamento accidentale o non autorizzato. I questi dispositivi, il dispositivo di sostegno del carico
dispositivi di sicurezza meccanici devono funzionare deve essere supportato meccanicamente in modo indi-
con i loro componenti interconnessi meccanicamente pendente dalle funi e dalle catene, impedendo l’ulteriore
senza ricorso all’attrito. Nei sollevatori per veicoli sono, discesa (per esempio ciò può accadere nell’eventualità
per esempio, interruttori di sicurezza quelli che blocca- di un guasto nel dispositivo sollevatore del carico). Que-
no la trasmissione nel caso di un imprevisto blocco dei sti dispositivi devono essere operativi dopo i primi 500
dispositivo di sostegno del carico, o comandano l’inter- mm di spostamento verticale del dispositivo di sostegno
vento degli elementi di protezione dei punti di pizzica- del carico e la massima spaziatura ammessa fra le posi-
mento e di cesoiamento. In queste situazioni deve essere zioni di bloccaggio è di 100 mm.
interrotto il movimento in corso, ma deve essere ancora I sollevatori per veicoli i cui dispositivi di sostegno del
ottenibile il movimento contrario. Gli interruttori di si- carico sono sostenuti con funi o catene, come tutti i sol-
curezza che controllano le avarie sono, per esempio, levatori per veicoli che hanno dispositivi meccanici di
quelli di emergenza per i fine-corsa, quelli che interven- sollevamento del carico, devono essere progettati in mo-
gono per la rottura di funi, catene, madreviti, ingranag- do da impedire una discesa dei dispositivi di sostegno
gi, quelli che controllano il livellamento. Dopo l’inter- del carico maggiore di 100 mm., nel caso di rottura del-
vento, questi interruttori devono impedire ogni ulteriore le funi, delle catene, della madrevite o degli ingranaggi.
normale funzionamento del sollevatore. Tutti gli inter- Questa funzione deve essere operativa in ogni posizione
ruttori di sicurezza devono essere operanti in modo che di stazionamento al di sopra di un sollevamento vertica-
le sicurezza siano attivate dall’apertura del circuito di le del dispositivo di sostegno del carico di 500 mm e
alimentazione. La rottura di una molla non deve rendere durante i movimenti di salita e di discesa. In queste
inattivo un dispositivo di sicurezza. Inoltre le molle di eventualità un sistema di sicurezza deve intervenire
compressione devono essere guidate per evitare la loro automaticamente a fermare il moto. I sollevatori per vei-
inflessione laterale o lo spostamento delle loro estremità coli destinati ad operare sopra una fossa o come solleva-
durante il funzionamento. tori a libera ruota devono ottemperare a quanto sopra in
Prima che il dispositivo di sostegno del carico raggiun- ogni posizione della corsa del dispositivo di sostegno
ga le sue posizioni estreme, si deve fermare il suo movi- del carico. Il blocco di sicurezza deve essere indipen-
mento. I martinetti idraulici o pneumatici, che agiscono dente dal dispositivo di trasmissione e non dipendere
direttamente sul dispositivo di sostegno del carico, de- dall’energia o dalla manutenzione di un circuito elettrico
vono essere muniti di un arresto meccanico o di una o di un altro circuito ausiliario. In alternativa al blocco
valvola di scarico che limiti l’altezza di sollevamento. I di sicurezza, si possono utilizzare le catene, le funi, le
sollevatori per veicoli azionati da martinetti idraulici o madreviti o gli ingranaggi che accompagnano i disposi-
pneumatici, ove il dispositivo di sostegno del carico è tivi di sollevamento del carico senza essere caricati nel
mosso, in tutto o in parte, mediante funi o catene, senza normale funzionamento. In caso di guasto del dispositi-
che i martinetti abbiano un arresto meccanico, devono vo di sollevamento del carico, può essere possibile fare
limitare l’altezza di sollevamento interrompendo il cor- discendere il carico, ma deve essere impedita la ripresa
rispondente circuito di comando. Sui sollevatori per vei- dell’operazione di sollevamento dalla posizione iniziale.
coli a trasmissione meccanica, si devono interrompere i Se dei sollevatori per veicoli sono progettati per suppor-
corrispondenti circuiti di comando, quando vengono tare il carico per mezzo di diversi dispositivi o elementi
raggiunti, in salita e in discesa, i limiti della corsa utile. di sollevamento, si deve assicurare che una desincroniz-
I sollevatori per veicoli a trasmissione meccanica devo- zazione accidentale dei dispositivi di sollevamento mo-
no inoltre essere provvisti di arresti meccanici o di inter- torizzati non sia possibile, se non entro i seguenti limiti:
ruttori di sicurezza alle due estremità della corsa, per of- a) una differenza di 50 mm o un’inclinazione di 1°, qua-
frire una sicurezza supplementare nel caso di avaria dei le delle due è più grande.
limitatori di corsa utile, Un’avaria del limitatore di corsa b) una differenza addizionale di 100 mm, in caso di rot-
utile in salita, e/o dell’intervento dell’interruttore di si- tura dell’unità di comando o di trasmissione, in caso di
curezza, deve comportare la discesa del carico e consen- perdita dal circuito idraulico o pneumatico, in caso di
tire la ripresa del sollevamento a partire dalla primitiva rottura delle funi, delle catene, delle madreviti o degli
posizione iniziale. ingranaggi.
I sollevatori per veicoli, nei quali il movimento di disce- I componenti interessanti la sicurezza in questi sistemi
sa non è ottenuto invertendo il moto dei motori che in- elettrici di controllo devono essere conformi alla catego-
viano direttamente la potenza necessaria, ma sfruttando ria 2 della EN 954-1.
la forza di gravità, devono essere muniti di dispositivi
tali che, se avviene accidentalmente un bloccaggio del Rischio elettrico
moto di discesa, sia interrotto il flusso di potenza nelle Il rischio elettrico comprende i pericoli derivanti dal
trasmissioni e sia arrestato il movimento di tutti i dispo- contratto elettrico diretto e indiretto.

XVIII Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Tutte le parti dell’equipaggiamento elettrico devono es- no pure essere incorporate e prescelte per mezzo di un
sere conformi alle prescrizioni delle norme CENELEC comando selettivo; i dispositivi di sostegno del carico
che le riguardano, in special modo la EN 60204-1. Il co- non selezionati devono essere resi inattivi.
dice IP dei ponti sollevatori, in conformità alla EN Ciascun posto di comando deve essere dotato di un di-
60529, deve essere almeno IP 54. I sollevatori per vei- spositivo di arresto di emergenza che soddisfi le prescri-
coli azionati da motori elettrici devono esser muniti di zioni della EN 418. Agendo su uno di questi dispositivi
un dispositivo per disconnettere la sorgente di energia di arresto di emergenza si devono fermare tutti i disposi-
(EN 60204-1). Le eventuali batterie devono essere soli- tivi elevatori. La funzione di arresto deve soddisfare la
damente fissate nei loro alloggiamenti ed essere protette categoria 0 della EN 60204-1. I dispositivi di aziona-
da possibili danneggiamenti esterni quali conseguenze mento doppi, che comprendono un azionamento moto-
di vibrazioni, acqua, pulizie ad alta pressione ecc. I cavi rizzato e un azionamento manuale devono essere previ-
elettrici devono essere sistemati in modo da non essere sti in modo tale che nessuno dei due dispositivi di azio-
danneggiati durante il movimento del carico o di parti namento possa innestare l’altro dispositivo.
del macchinario. I comandi dei sollevatori per veicoli azionati a mano de-
vono essere sistemati in maniera che:
Rischio da mancato comando a) le maniglie, le leve e i volantini girevoli non possano
Particolarmente importante è l’idoneità degli organi di ritornare, sotto carico, più di 15 cm, misurati sul mag-
comando dei ponti sollevatori. giore dei raggi del comando (sicurezza sul ritorno). La
I sollevatori per veicoli devono essere dotati di un di- sicurezza sul ritorno non è necessaria per i volantini a
spositivo, fisso e accessibile, il quale, successivamente mano, se la superficie del loro contorno è liscia, senza
alla messa fuori servizio dell’elevatore, impedisca l’uso fori e senza alcun’altra impugnatura;
non autorizzato b) la direzione di rotazione delle maniglie girevoli ri-
Gli organi di comando devono essere del tipo ad azione manga sempre la stessa, senza dipendere dalla trasmis-
mantenuta e devono soddisfare le condizioni della cate- sione;
goria 1 della EN 954-1. La funzione di arresto deve es- c) le maniglie, le leve e i volantini girevoli siano accura-
sere conforme alla categoria 0 della EN 60204-1. Nel tamente fissati in modo da impedirne la rimozione acci-
caso in cui gli organi di comando di più elevatori siano dentale e lo scalettamento dall’albero di comando.
riuniti in un medesimo luogo, ciascun organo di coman- La forza di azionamento esercitata sull’impugnatura,
do deve chiaramente mostrare quale elevatore sia sotto misurata alla sua estremità, con il carico nominale, alla
il suo controllo. Gli organi di comando devono essere temperatura ambiente di 20 °C ± 5 °C, non deve supera-
progettati in modo tale che, con riguardo alla loro posi- re i 400 N, applicata in accordo alle specifiche del co-
zione, il movimento del dispositivo di comando sia coe- struttore.
rente con l’azione comandata. La direzione del moto di Un quadro di comando di un ponte sollevatore per vei-
azionamento del dispositivo di sollevamento deve essere coli a forbice può essere ad esempio costituito da: un in-
marcata in modo indelebile. La marcatura deve essere terruttore generale principale, un display a LED, un al-
realizzata mediante simboli o didascalie appropriate e larme/beep, un pulsante di salita, due pulsanti di discesa
può essere situata direttamente sul comando o adiacente (Figura 12).
ad esso. Gli organi di comando devono essere dotati di L’interruttore generale principale può essere posizionato
protezione contro ogni azionamento non voluto. Gli or-
in 2 modi: posizione 0 (il sollevatore è spento e privo di
gani di comando devono essere progettati e sistemati in
alimentazione), posizione 1 (il sollevatore è acceso ed è
modo che siano facilmente raggiungibili da un operatore
in piedi, in posizione protetta da pericoli derivanti dal sotto tensione).
carico e dal movimento dell’elevatore o di sue parti. Il display è composto da singoli LED che indicano:
Non si devono utilizzare organi di comando senza fili. “ON” (il sollevamento è fornito di energia elettrica), il
Il posto di comando dell’elevatore di veicoli deve essere finecorsa si è attivato (il sollevatore ha raggiunto la po-
progettato e sistemato in modo che l’operatore possa sizione massima di sollevamento), il finecorsa si è atti-
sorvegliare il carico durante il movimento e il dispositi- vato (il sollevatore è stato abbassato in posizione di si-
vo di sostegno del carico, così come lo spazio situato curezza), le pedane di sollevamento principali sono atti-
sotto il dispositivo di sostegno del carico e sotto il cari- ve (possono salire o scendere), le pedane di sollevamen-
co stesso. Ciò si applica al funzionamento dei dispositi- to ausiliari sono attive (possono salire o scendere), il
vi di sollevamento singoli e multipli. In aggiunta, l’ope- “programma di sfiato” è selezionato.
ratore deve essere in grado di sorvegliare lo spazio da- L’allarme/beep si attiva quando si abbassa il sollevatore
vanti all’elevatore per veicoli, se l’elevatore è mobile. in quota di sicurezza.
Nel caso in cui è previsto che diversi dispositivi di so- Il tasto “UP” salita comanda il sollevamento del ponte.
stegno del carico di un elevatore per veicoli debbano Azionando il tasto “DOWN1”, la sicurezza si apre e il
muoversi indipendentemente, si deve munire l’elevatore sollevatore si abbassa. Premendo il tasto “DOWN2”, il
di un comando selettivo che abiliti: sollevatore si abbassa dal livello di sicurezza, accompa-
a) il movimento indipendente di ciascun dispositivo di gnato da un segnale acustico. In questo modello di pon-
sostegno del carico; te l’operazione di abbassamento è fatta con un livello di
b) il movimento concorde e contemporaneo di tutti i di- sicurezza: quando il livello di sicurezza (fine-corsa) vie-
spositivi di sostegno del carico; altre combinazioni di ne raggiunto, l’operazione di abbassamento viene auto-
movimento dei dispositivi di sostegno del carico posso- maticamente interrotta e il sollevatore scende l’ultimo

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XIX


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tratto, che è quello di sicurezza per cui si era fermato, quale è regolata la valvola di sovrappressione, si deve
accompagnato da un segnale acustico. installare un dispositivo che riduca automaticamente la
I ponti sollevatori presentano anche un comando manua- pressione generata. I sollevatori pneumatici, provvisti di
le per la discesa di emergenza; es. se l’unità di controllo cuscinetti o di soffietti pneumatici quali elementi di sol-
è difettosa o non vi è elettricità, si può abbassare la piat- levamento del carico, che si vogliono utilizzare per la-
taforma del sollevatore a mano. L’operazione di discesa vori con alte temperature (saldature, molature ecc.), de-
manuale di emergenza deve essere perfettamente cono- vono essere dotati di protezioni appropriate contro ogni
sciuta dall’operatore, che deve essere addestrato ad ef- danneggiamento, per esempio ricoprendo i soffietti. I
fettuarla. sollevatori destinati a essere usati a temperature minori
di +10 °C devono essere progettati in modo da preveni-
Rischi idraulici e pneumatici re la formazione di ghiaccio nel circuito pneumatico,
Relativamente alle trasmissioni idrauliche, si devono per esempio mediante dosaggi di alcol. I sistemi pneu-
soddisfare le prescrizioni della EN 982. Il sistema idrau- matici devono essere provvisti di un dispositivo per la
lico deve essere munito di una valvola di sovrappressio- riduzione dell’umidità.
ne. Se il sistema idraulico comprende circuiti separati, I sollevatori per veicoli a trasmissione idraulica o pneu-
con pressioni massime differenti, ciascun circuito deve matica devono essere progettati in modo che, in caso di
essere provvisto di una valvola di sovrappressione. La perdite nei circuiti, la velocità di discesa del dispositivo
valvola di sovrappressione deve essere la prima valvola di sostegno del carico non superi una volta e mezza la
di ciascun circuito. La regolazione della valvola di so- velocità di discesa normale. I sollevatori per veicoli de-
vrappressione deve essere possibile soltanto con l’aiuto vono essere progettati in modo da impedire qualsiasi
di utensili e devono essere impedite le regolazioni non movimento del dispositivo di sostegno del carico mag-
autorizzate. Le valvole di sovrappressione devono esse- giore di 100 mm, a partire da una posizione qualunque,
re regolate per agire a una pressione non maggiore del in caso di perdite (idrauliche o pneumatiche), dopo uno
10% oltre la pressione che si stabilisce durante il fun- spostamento verticale di 500 mm. I sollevatori per vei-
zionamento con il carico nominale. Deve essere possibi- coli destinati a operare su una fossa o come sollevatori
le effettuare lo spurgo del circuito idraulico. In tutti i si- a libera ruota devono ottemperare a quanto sopra detto
stemi idraulici deve essere presente una presa per mano- per tutta la corsa del dispositivo di sostegno del carico.
metro situata in luogo accessibile. Tutti i circuiti idrauli- Questi dispositivi di sicurezza possono essere rilasciati
ci devono essere dotati di un dispositivo che filtri il flui- per sollevare o abbassare il dispositivo di sostegno del
do idraulico. I serbatoi del fluido devono essere dotati carico, ma debbono reinserirsi automaticamente dopo
di un dispositivo che filtri l’aria all’ingresso. I serbatoi ogni arresto volontario. Se due o più martinetti sono
del fluido idraulico devono essere dotati di un indicatore
meccanicamente connessi per sopportare il medesimo
di livello del fluido, con l’indicazione del livello mini-
carico e sono indipendentemente muniti di una valvola
mo ammesso. I serbatoi di fluido idraulico devono avere
una dimensione tale da presentare una capacità almeno di non ritorno, ciascun martinetto deve essere progettato
il 10% in più del volume necessario a riempire comple- per sopportare il carico totale senza deformazioni per-
tamente il sistema idraulico. Se un accumulatore di manenti.
pressione a gas entro il serbatoio genera la pressione per
l’azionamento del dispositivo di sollevamento idraulico, Istruzioni d’uso
il movimento deve arrestarsi automaticamente quando L’utilizzatore deve operare con il sollevatore per veicoli
nel serbatoio si raggiunge il livello minimo ammesso. in accordo con le istruzioni operative del fabbricante e
Relativamente alle trasmissioni pneumatiche, si devono
con le indicazioni affisse sul sollevatore stesso.
soddisfare le prescrizioni della EN 983. Se la corsa ver-
Le seguenti indicazioni devono essere affisse sul solle-
ticale del dispositivo di sostegno del carico è maggiore
di 500 mm, il sollevatore per veicoli deve essere munito vatore e devono essere chiaramente visibili e leggibili:
di un bloccaggio automatico e di un dispositivo di bloc- • il carico nominale espresso in kg oppure in t;
co. Occorre notare che ciò ha lo scopo di attenuare il • la ripartizione di carico consentita, se il carico nomina-
pericolo di movimento imprevisto del dispositivo di so- le dipende da essa;
stegno del carico. I sollevatori per veicoli progettati per • la massa senza carico in kg oppure in t, se il sollevato-
essere utilizzati su una fossa o come sollevatori a libera re è mobile o spostabile;
ruota devono soddisfare questa prescrizione per l’intera • un avviso di pericolo “vietato il movimento con perso-
corsa del dispositivo di sostegno del carico. Il sistema ne sul piano di carico”, a meno che il sollevatore non
pneumatico deve essere munito di una valvola di so- sia stato progettato per questo scopo;
vrappressione. Se il sistema pneumatico comprende cir- • istruzioni sull’alimentazione idraulica, se è usata un’a-
cuiti separati con differenti pressioni massime, ciascun limentazione idraulica esterna;
circuito deve avere una valvola di sovrappressione. La • istruzioni sull’alimentazione pneumatica, se è usata
valvola di sovrappressione deve essere la prima valvola un’alimentazione pneumatica esterna;
di ciascun circuito. La regolazione della valvola di so- • istruzioni sull’alimentazione elettrica, se è usata un’a-
vrappressione deve essere possibile solamente con l’im- limentazione elettrica esterna;
piego di utensili e deve essere protetta contro gli inter- • se il sollevatore per veicoli è progettato per essere usa-
venti non autorizzati. Se la pressione proveniente da un to all’esterno, informazioni specifiche per l’utilizzazione
generatore di pressione è superiore alla pressione alla sicura quando il sollevatore è esposto all’azione del

XX Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Inserto

vento, comprendenti la massima velocità del vento con- Il fabbricante deve assicurare che tutti i sollevatori per
sentita per ciascuna categoria di veicoli tipo. veicoli della medesima serie siano conformi al progetto
Si deve fornire con ogni sollevatore un manuale di uso del sollevatore prototipo utilizzato per le prove e per il
completo, contenente le informazioni necessarie per uti- quale sono state redatte le istruzioni d’uso. Le prove,
lizzare e operare in sicurezza con il sollevatore stesso. Il prima dell’immissione sul mercato, devono essere effet-
manuale deve contenere almeno le seguenti informazio- tuate per verificare che:
ni: a) il sollevatore per veicoli è stabile;
• campo di applicazione (usi ammessi e usi vietati); b) il sollevatore per veicoli è strutturalmente a posto;
• installazione e messa in funzione; c) tutte le funzioni vengono attivate in modo corretto e
• manovra e comportamento del sollevatore durante il sicuro.
funzionamento; La prova dinamica di sovraccarico si effettua con un ca-
• controllo dei dispositivi di sicurezza; rico di prova pari al 115% del carico nominale. Tutti i
• manutenzione; movimenti con il carico di prova devono effettuarsi con
• ispezione; accelerazioni e decelerazioni che consentano il controllo
• interventi e riparazioni; del carico in tutta sicurezza. I movimenti intenzionali
• sostituzione di parti, per esempio a causa di usura o in- devono effettuarsi avendo cura di realizzare le posizioni
tervento dei dispositivi di sicurezza; meno favorevoli e di attendere che le vibrazioni conse-
• se è il caso, ricarica delle batterie e ventilazione del- guenti ai precedenti movimenti siano scomparse. Allor-
l’ambiente. ché siano necessarie differenti prove con differenti cari-
Le informazioni devono essere estese a quelle concer- chi di prova, a causa di varie combinazioni della riparti-
nenti la resistenza delle fondazioni e i tombini di ispe- zione di carico su di un sollevatore per veicoli, i movi-
zione al suolo eventualmente necessari. menti devono essere effettuati con tutti i carichi di pro-
Nel caso che il sollevatore sia montato per la prima vol- va, eccetto il caso in cui le condizioni meno favorevoli
ta presso la sede dell’utilizzatore, si deve controllare possano essere simulate conducendo una sola prova.
che il sollevatore per veicoli con i suoi dispositivi di Nel corso di questa prova, il sollevatore per veicoli deve
protezione e di sicurezza sia correttamente installato e essere in grado di fermarsi e di sostenere il carico di
funzioni convenientemente. La relativa procedura deve prova.
La prova di sovraccarico statico è condotta con un cari-
essere riportata nelle istruzioni di uso (controllo di in-
co di prova pari al 150% del carico nominale. Nel corso
stallazione).
di questa prova di sovraccarico statico il sollevatore per
Allo scopo di utilizzare con sicurezza il sollevatore, si
veicoli deve essere portato in ciascuna posizione che
deve affiggere sul sollevatore per veicoli un riassunto produce le massime sollecitazioni in ciascun elemento
delle istruzioni di uso, che evidenzi i possibili pericoli, di sostegno del carico. Dopo aver rimosso il carico di
che sia facilmente leggibile e contenga almeno le se- prova, il sollevatore per veicoli non deve mostrare alcu-
guenti informazioni: na deformazione permanente.
• che solo al personale autorizzato è consentito adopera- Le prove di funzionamento si eseguono con il carico no-
re il sollevatore; minale e senza carico. Con il carico nominale si deve
• che è necessario riferirsi alle istruzioni di uso comple- dimostrare che:
to, specialmente per interventi e riparazioni; 1) il sollevatore per veicoli sia in grado di funzionare
• che nei sollevatori mobili e spostabili devono essere dolcemente, in tutti i movimenti alle velocità nominali;
impediti tutti i movimenti non voluti; 2) i dispositivi di sicurezza intervengano correttamente;
• che la zona di movimento del carico e dei suoi dispo- ciò comprende le protezioni contro le perdite di fluido,
sitivi di sostegno deve essere libera da ostruzioni; che devono essere provate con il 40% e con il 100% del
• che bisogna prestare attenzione che il modo di solleva- carico nominale;
re il carico non presenti pericoli e che sia osservata la 3) i dispositivi di livellamento operino con le tolleranze
regola che impone di fermarsi dopo un breve solleva- stabilite;
mento per controllare che il veicolo sia correttamente 4) le velocità massime consentite non vengano superate.
posizionato in sicurezza; Senza carico si deve dimostrare che i meccanismi di
• che bisogna prestare attenzione alla regola che il di- bloccaggio dei bracci resistano ai carichi del valore sta-
spositivo di sostegno del carico sia sorvegliato dall’ope- bilito.
ratore durante la corsa del sollevatore; Infine, si deve sempre fissare permanentemente sul sol-
• che è vietato alle persone di sostare nella zona del mo- levatore e sulle sue parti intercambiabili, se ce ne sono,
to del carico e del dispositivo di sostegno del carico du- una targhetta di identificazione facilmente leggibile, che
rante il movimento; riporti le seguenti informazioni:
• che è vietato alle persone di salire sul carico o sul di- a) nome e indirizzo del fabbricante;
spositivo di sostegno del carico quando sono in posizio- b) paese di costruzione;
ne sollevata, a meno che non vi sia un dispositivo di ac- c) designazione del tipo;
cesso appositamente progettato. d) numero di serie.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XXI


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Inserto

Figura 1 - Ponte sollevatore elettromeccanico a 2 Figura 4 - Ponte sollevatore elettroidraulico a


colonne doppia forbice

Fonte: www.omcn.it Fonte: www.omcn.it

Figura 5 - Ponte sollevatore elettroidraulico a 4


Figura 2 - Ponti sollevatori elettroidraulici a 2
colonne
colonne

Fonte: www.omcn.it

Figura 6 - Ponte sollevatore: dettaglio dispositivo


prova giochi

Fonte: www.omcn.it

Figura 3 - Ponte sollevatore elettroidraulico a


forbice

Fonte: www.omcn.it

Fonte: www.omcn.it

XXII Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Figura 7 - Ponti sollevatori a colonne mobili Figura 10 - Ponte sollevatore per moto

Fonte: www.omcn.it

Figura 11 - Spazio libero minimo per i piedi


Fonte: www.maha.de

Figura 8 - Ponte sollevatore elettromeccanico a 4


colonne per veicoli industriali

Fonte: www.inail.it

Fonte: www.omcn.it Figura 12 - Quadro di comando

Figura 9 - Ponte sollevatore elettroidraulico a


forbice per veicoli industriali

Fonte: www.omcn.it Fonte: www.rptools-italia.it

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 XXIII


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VDR in pratica

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 271


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VDR in pratica

272 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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VDR in pratica

Figura 5 – Carrello elevatore

Figura 6 – Attrezzatura idonea allo smaltimento di scarti alimentari

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 273


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VDR in pratica

Figura 7 – Schema grafico della dinamica infortunistica e dei fattori causali con il modello “Sbagliando
s’impara”

274 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Legislazione

Sicurezza macchine e apparecchiature

Impianti a fune: pubblicato il


nuovo Regolamento UE
Con il nuovo Regolamento 2016/424, è stata abrogata la Direttiva 2000/9/CE in materia di im-
pianti a fune. Impianto normativo interamente nuovo dunque per tale materia, il quale, oltre a
introdurre in quest’ultima i fisiologici aggiornamenti, segna un passo avanti nelle nuove tenden-
ze comunitarie in materia di gerarchia delle fonti e applicazione diretta nei Paesi membri.

Regolamento (UE) 2016/424 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 (GUUE
31 marzo 2016 L 81/1) (1)

Relativo agli impianti a fune e che abroga la direttiva 2000/9/CE

Sintesi del testo della precedente direttiva, bensì la abroga e la sostitui-


sce in toto.
Con il Regolamento (UE) 2016/424 del 9 marzo 2016, Tradizionalmente, il filone normativo degli impianti a
«relativo agli impianti a fune e che abroga la direttiva fune si applica alla generalità degli impianti di risalita:
200/9/CE» il Parlamento europeo e il Consiglio hanno funivie, seggiovie, sciovie e affini, nonché funicolari,
scelto di sostituire la norma europea in materia di im- mentre non si applica agli ascensori, compresi gli ascen-
pianti a fune: non più una direttiva ma un regolamento. sori a fune, sia verticali che inclinati.
La sostituzione di una direttiva con un regolamento è L’impianto concettuale resta analogo alla normativa
innanzitutto interessante dal punto di vista del mecca- previgente: si dettano quindi norme che vogliono essere
nismo delle fonti europee. La ragione è spiegata dal principalmente di prodotto. A tale scopo, come ormai
quarto «considerando» al regolamento stesso, nel quale da anni, l’essenza dell’impianto a fune viene spezzata in
si nota che, «poiché l’ambito di applicazione, i requisiti una quantità di sottosistemi opportunamente definiti.
essenziali e le procedure di valutazione della conformità Per ciascuno di essi, valgono separatamente le norme
devono essere identici in tutti gli Stati membri, non vi circa la produzione e l’immissione sul mercato.
è quasi alcuna flessibilità nel recepimento nel diritto Tutto ciò non fa però dimenticare al legislatore europeo
nazionale di una direttiva basata sui principi del nuovo la necessità di una serie di norme di carattere costrutti-
approccio». Indi, «per semplificare il quadro normativo, vo, dirette a chi fisicamente realizza l’impianto a fune
è opportuno sostituire la direttiva 2000/9/CE con un re- nel luogo prescelto. Del resto, quando si tratta di funi-
golamento, che è lo strumento giuridico adeguato poi- vie e affini, sarebbe vaga l’illusione di spostare del tutto
ché prevede norme chiare e dettagliate, che non lascia- a monte il baricentro del processo realizzativo, come se
no spazio a differenze di recepimento da parte degli Sta- si trattasse di un prodotto destinato alla vendita al det-
ti membri, e garantisce quindi un’attuazione uniforme taglio. Restano, naturalmente, delicate e importanti
in tutta l’Unione». Dunque, attraverso lo strumento del questioni di sicurezza inerenti al vero e proprio cantiere
regolamento, l’Unione ha modo di garantire una nor- che si instaura nel sito in cui l’impianto a fune deve es-
mativa in materia identica per ciascuno degli Stati sere installato.
membri, semplicemente perché il regolamento, contra- Come da tradizione, i 48 articoli del regolamento sono
riamente alla direttiva, non necessita di uno strumento completati da ben 10 allegati, a offrire un dettaglio nor-
nazionale di recepimento. Ciò premesso, è facile notare mativo congruo a una fonte soggetta – come visto – ad
che il nuovo regolamento non si pone come attuativo applicazione diretta negli Stati membri.

(1) Sintesi tratta da Sistema Sicurezza Ambiente (www.Si- sarà oggetto di un approfondimento di R. Codebò.
stemaSicurezzaAmbiente.it). Prossimamente il regolamento

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 275


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Legislazione

Prevenzione infortuni

Nuovo Regolamento UE sui


dispositivi di protezione
individuale
Il Regolamento (UE) 2016/425 del 9 marzo 2016 disciplina i DPI nuovi immessi sul mercato del-
l’Unione e quelli nuovi o usati, importati da un paese terzo. Per imporre norme chiare e detta-
gliate senza spazi a differenze di recepimento da parte degli Stati membri, il legislatore europeo
ha scelto di sostituire la direttiva 89/686/CEE con un regolamento direttamente applicabile negli
Stati nazionali.

Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 (GUUE
31 marzo 2016 L 81/1) (1)

Sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio

Sintesi del testo Il nuovo regolamento disciplina i DPI nuovi immessi


sul mercato dell’Unione, vale a dire i DPI nuovi di un
Il Regolamento (UE) 2016/425 del 9 marzo 2016 sui di- fabbricante stabilito nell’Unione oppure i DPI, nuovi o
spositivi di protezione individuale abroga la direttiva usati, importati da un paese terzo.
89/686/CEE del Consiglio (recepita dal D.Lgs. 19 set- La lunghissima serie di “considerando” (57) illustra tut-
tembre 1994 con il Titolo IV). Tale direttiva, adottata to il quadro dell’applicazione del regolamento, dalle re-
nell’ambito della realizzazione del mercato interno per sponsabilità per l’immissione sul mercato, alla circola-
armonizzare i requisiti di salute e di sicurezza dei dispo- zione delle informazioni, al sistema di accreditamento.
sitivi di protezione individuale (DPI) in tutti gli Stati Il regolamento si applica ai DPI, che vengono definiti
membri e di eliminare gli ostacoli al commercio dei come dispositivi progettati e fabbricati per essere indos-
DPI tra gli Stati membri, nell’ambito dei principi del sati o tenuti da una persona per proteggersi da uno o
«nuovo approccio» (risoluzione del Consiglio del 7 più rischi per la sua salute o sicurezza; sono compresi
maggio 1985), stabilisce solo i requisiti essenziali appli- nella definizione anche i loro componenti intercambia-
cabili ai DPI, mentre i dettagli tecnici sono adottati dal bili, essenziali per la loro funzione protettiva e i sistemi
Comitato europeo di normazione (CEN) e dal Comita- di collegamento che non sono tenuti o indossati da una
to europeo di normazione elettrotecnica (Cenelec). persona, che sono progettati per collegare tali dispositi-
Durante l’applicazione della direttiva 89/686/CEE sono vi a un dispositivo esterno o a un punto di ancoraggio
sicuro, che non sono progettati per essere collegati in
apparse evidenziato carenze e incongruenze nella coper-
modo fisso e che non richiedono fissaggio prima dell’u-
tura dei prodotti e nelle procedure di valutazione della
so.
conformità. Le eccezioni riguardano i DPI:
Poiché l’ambito di applicazione, i requisiti essenziali di a) per le forze armate o il mantenimento dell’ordine
salute e di sicurezza e le procedure di valutazione della pubblico;
conformità devono essere identici in tutti gli Stati b) per l’autodifesa, ad eccezione dei DPI destinati ad at-
membri, il legislatore europeo ha dunque scelto di sosti- tività sportive;
tuire la direttiva 89/686/CEE con un regolamento, così d) da utilizzare esclusivamente su navi o aerei;
da imporre norme chiare e dettagliate senza spazi a dif- e) che coincidono con le norme per i caschi per condu-
ferenze di recepimento da parte degli Stati membri. centi e passeggeri di motocicli.

(1) Sintesi tratta da Sistema Sicurezza Ambiente (www.Si- sarà oggetto di un approfondimento di A. Oddo, M.S. Lora e
stemaSicurezzaAmbiente.it). Prossimamente il regolamento C. Gabriele.

276 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Legislazione

Il regolamento entra in vigore il 20 aprile 2016, ma si — l’articolo 44 (Procedura di comitato): si applica dal
applica a decorrere dal 21 aprile 2018, con tre eccezio- 21 ottobre 2016;
ni: — l’articolo 45, paragrafo 1 (imposizione delle sanzioni
— il capo V (notifica degli organismi di valutazione da parte degli Stati Membri): si applica dal 21 marzo
della conformità): si applica dal 21 ottobre 2016; 2018.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 277


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Prassi

D.P.R. 1° agosto 2011, n. 151

Linee guida per le deroghe di


prevenzione incendi per gli
edifici tutelati
Le caratteristiche strutturali degli edifici e beni pubblici tutelati dallo Stato destinati alle attività
aperte al pubblico, rendono talvolta difficoltosa l’applicazione delle misure antincendio contenu-
te nelle regole tecniche, attuabili in alcuni casi solo attraverso interventi invasivi, incompatibili
con i vincoli storico-artistici posti sull’immobile. La Linea Guida elaborata dai VV.FF. contiene i
criteri generali per procedere, in deroga alle regole tecniche specifiche previste per questi edifi-
ci, alla progettazione antincendio attraverso la valutazione del rischio e l'individuazione delle mi-
sure compensative e delle soluzioni tecniche sinora adottate affinché sia assicurato un grado di
sicurezza antincendio equivalente alle norme tecniche disapplicate.

Ministero dell’Interno – Circolare 15 marzo 2016, prot. n. 3181

Linea guida per la valutazione, in deroga, dei progetti di edifici sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gen-
naio 2004, n. 42, aperti al pubblico, destinati a contenere attività dell’Allegato 1 al D.P.R. 1° agosto 2011, n.
151.

MINISTERO DELL’INTERNO tività, si ricorre all’istituto della deroga. Pertanto, con-


DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL giuntamente al MIBACT, è stata realizzata la presente
SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE Linea Guida con la quale sono proposte soluzioni tecni-
DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E che che possono essere adottate dal progettista per la ri-
LA SICUREZZA TECNICA chiesta di deroga alle regole tecniche di prevenzione in-
Il decreto del Presidente della Repubblica, 1° agosto cendi.
2011, n. 151, ha compreso le attività aperte al pubblico, È bene richiamare l’attenzione sul fatto che il documen-
ubicate negli edifici tutelati dallo Stato, tra quelle sog- to è una linea guida e che, sebbene condivisa dal MI-
gette ai procedimenti di prevenzione incendi. BACT ed approvata dal CCTS, è da considerarsi un au-
Per tali attività, individuate al punto 72 dell’Allegato 1 silio per il progettista, non obbligatorio, per la indivi-
al citato D.P.R. n. 151/2011, devono essere applicate le duazione delle misure tecniche che si intendono adotta-
regole tecniche di prevenzione incendi riferite alle de- re in caso di ricorso all’istituto della deroga.
stinazioni previste ovvero, per le attività non nomiate, i Il campo di applicazione della linea guida è quello della
criteri generali di prevenzione incendi. progettazione, in deroga, degli edifici sottoposti a tutela,
Le caratteristiche morfologiche e strutturali degli edifici destinati a contenere attività dell’Allegato 1 al D.P.R.
e dei beni tutelati, rendono talvolta difficoltosa l’appli- 1° agosto 2011 aperte al pubblico quali ad esempio, atti-
cazione delle misure contenute nelle regole tecniche, vità 41, 65, 66, 67, 71, 78, ecc.
attuabili in alcuni casi solo attraverso interventi invasi- In questo ambito, dal punto di vista metodologico, la li-
vi, incompatibili con i vincoli storico-artistici posti sul- nea guida prevede la preliminare valutazione del rischio
l’immobile. L’istituto della deroga ha consentito al pro- di incendio (per gli occupanti e per i beni tutelati) e,
gettista, nella quasi totalità dei casi, attraverso un’atten- sulla base di questa, la determinazione di una strategia
ta valutazione dei rischi, la determinazione di misure al- composta di soluzioni tecniche affinché sia assicurato
ternative a quelle previste nelle regole tecniche. un grado di sicurezza antincendio equivalente a quello
Poiché da uno studio comparativo è emerso che alcune della regola tecnica alla quale si intende derogare.
deroghe sono ricorrenti, si è ritenuto utile realizzare uno Le soluzioni tecniche in deroga, contenute nella linea
strumento di ausilio al progettista per la individuazione guida, affidano la compensazione del maggior rischio
delle misure di sicurezza equivalenti quando, per tali at- d’incendio, derivante dal mancato rispetto delle regole

278 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Prassi

tecniche di settore, all’azione sinergica e complementa- compensazione del rischio incendio negli edifici sotto-
re delle soluzioni conformi derivate dal decreto ministe- posti a tutela.
riale 3 agosto 2015, modulate per il caso specifico, e In conclusione, è opportuno sottolineare che il corretto
delle misure aggiuntive, anche di tipo gestionale, per la utilizzo della guida nella progettazione in deroga alle
salvaguardia degli occupanti e dei beni tutelati. norme vigenti prevede l’adozione completa della stessa:
dalla valutazione del rischio all’insieme di soluzioni pro-
Considerato che i presupposti per la predisposizione del- poste perché solo in questo modo è assicurata l’integrità
la linea guida sono basati sui casi di deroga risultati più delle salvaguardie poste in alternativa alla regola tecni-
frequenti, le soluzioni tecniche proposte rappresentano ca alla quale si intende derogare.
una casistica, sicuramente non esaustiva, ma utile nella Allegato
generalità delle problematiche progettuali legate alla (omissis)

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 279


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Prassi

Direttiva “Seveso III”

Piano nazionale delle ispezioni


per la sicurezza degli
stabilimenti a rischio di
incidente rilevante
Il D.Lgs. n. 105/2015, di recepimento della Direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo
di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, ha previsto che le ispezioni sui sistemi di
gestione della sicurezza approntati dagli stabilimenti interessati debbano essere pianificate a li-
vello centrale e programmate a livello territoriale. A tal riguardo la Direzione Centrale Prevenzio-
ne e Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha emanato il Piano Nazionale delle
ispezioni, per il triennio 2016-2018, riguardante tutti gli stabilimenti di soglia superiore presenti
nel territorio nazionale. Con la presente nota la Direzione ha fornisce ai Comitati Tecnici Regio-
nali (CTR) criteri e strumenti utili per la redazione dei rispettivi programmi annuali di ispezione
degli stabilimenti a rischio.

Ministero dell’Interno – Circolare 12 febbraio 2016, prot. n. 1834

D.Lgs. n. 105/2015. Piano nazionale delle ispezioni

MINISTERO DELL’INTERNO gli stabilimenti di soglia superiore siti nel territorio na-
DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL zionale, e ai Comitati Tecnici Regionali (CTR), il com-
SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE pito di redigere, sulla base del piano nazionale, un pro-
DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E gramma annuale delle ispezioni ordinarie per tutti gli
LA SICUREZZA TECNICA stabilimenti ubicati nel territorio di competenza, da co-
Il decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105, di recepi- municare al Ministero dell’Ambiente e per conoscenza
mento della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo a questa Direzione Centrale entro il 28 febbraio di ogni
del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze anno.
pericolose, ha previsto una diversa articolazione dell’at- In tale programma dovrà essere indicata la frequenza
tività di controllo rispetto a quanto era stabilito nel delle visite per ogni stabilimento da stabilirsi sulla base
previgente D.Lgs. n. 334/1999. di una valutazione sistematica dei pericoli di incidente
In particolare, per quanto concerne le ispezioni, svolte rilevante che tiene conto dei seguenti criteri:
“al fine di consentire un esame pianificato e sistematico a) pericolosità delle sostanze presenti e dei processi pro-
dei sistemi tecnici, organizzativi e di gestione applicati duttivi utilizzati;
nello stabilimento”, è stata prevista una fase di pianifi- b) risultanze delle ispezioni precedenti;
cazione e una fase di programmazione per lo svolgimen- c) segnalazioni, reclami, incidenti e quasi-incidenti;
to delle stesse. d) stabilimenti o gruppi di stabilimenti per i quali la
Per quanto riguarda la fase di pianificazione, il D.Lgs. n. probabilità o la possibilità o le conseguenze di un inci-
105/2015 ha affidato alla Direzione Centrale Prevenzio- dente rilevante possono essere maggiori a causa della
ne e Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del posizione geografica, della vicinanza degli stabilimenti
Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, in stessi e dell’inventario delle sostanze pericolose presenti
collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione in essi (effetto domino);
e la Sicurezza Ambientale (ISPRA), il compito di redi- e) concentrazione di più stabilimenti a rischio di inci-
gere un piano nazionale delle ispezioni riguardante tutti dente rilevante;

280 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Prassi

f) collocazione dello stabilimento in rapporto alle carat- nenza, designerà i componenti delle commissioni ispet-
teristiche di vulnerabilità del territorio circostante; tive, che dovranno essere in possesso dei requisiti stabi-
g) pericolo per l’ambiente, in relazione alla vulnerabili- liti al punto 7 dell’Allegato H del D.Lgs. n. 105/2015 e
tà dei recettori presenti nell’area circostante e alle vie gli eventuali uditori. Si rammenta che le commissioni
di propagazione della sostanza pericolosa. dovranno essere composte da tre dirigenti o funzionari
Ferma restando la facoltà del CTR di articolare ulterior- tecnici appartenenti rispettivamente al CNVVF, all’I-
mente i criteri sopra descritti, nonché di attribuire a NAIL e all’ARPA; nel caso in cui non sia disponibile
ciascuno di essi, in fase di valutazione, un peso correlato presso l’ARPA personale in possesso dei requisiti sopra
alle informazioni in suo possesso e all’esperienza pre-
indicati, si farà ricorso a personale dell’ISPRA. Per le
gressa maturata nei controlli, così come previsto nel
ispezioni negli stoccaggi sotterranei in terraferma di gas
punto 4.2 dell’Allegato H al D.Lgs. n. 105/2015, si tra-
smette il documento tecnico costituente il Piano nazio- naturale le commissioni dovranno essere composte da
nale delle ispezioni ex art.27, somma 3, del D.Lgs. n. tre dirigenti o funzionari tecnici appartenenti rispettiva-
105/2015 degli stabilimenti di soglia superiore per il mente al CNVVF, all’ARPA e all’UNMIG.
triennio 2016-2018 al quale i Comitati Tecnici Regio- I nominativi dei componenti dell’INAIL verranno for-
nali si atterranno per la programmazione annuale. niti a livello centrale dal competente Dipartimento In-
Il predetto piano, consentirà a ciascun CTR di stabilire, novazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Pro-
sulla base dell’individuazione del livello di priorità di dotti ed Insediamenti Antropici, che sarà interessato di-
ogni stabilimento, il numero di ispezioni da programma- rettamente dai singoli CTR. Il componente del Corpo
re nell’anno, derivante dalla somma degli stabilimenti Nazionale dei Vigili del Fuoco verrà scelto tra i funzio-
che necessitano di ispezione con frequenza annuale, più nari, in possesso dei requisiti di cui al punto 7.2 dell’Al-
il 50% degli stabilimenti che necessitano di ispezione legato H al D.Lgs. n. 105/2015, presenti in regione. Nei
con frequenza biennale, più il 33% degli stabilimenti casi in cui tali figure non siano numericamente suffi-
che necessitano di ispezione con frequenza triennale; a cienti sul territorio di competenza, dovrà essere formu-
tale somma dovranno essere aggiunti eventuali altri sta- lata una specifica richiesta alla Direzione Centrale Pre-
bilimenti così come descritto al punto 2.5 del Piano. venzione e Sicurezza Tecnica che provvederà al riguar-
Come specificato nel piano, i criteri indicati dovranno
do.
essere applicati dai CTR con il necessario grado di fles-
I CTR vorranno adottare altresì tutte le iniziative utili
sibilità, soprattutto in relazione al numero complessivo
degli stabilimenti presenti nel territorio di competenza ad assicurare il coordinamento con le competenti strut-
ed alla loro ripartizione nei tre livelli di priorità, non- ture delle Regioni al fine di armonizzare il sistema ispet-
ché al numero di ispettori qualificati disponibili per la tivo, in coerenza a quanto indicato all’art. 27 del D.Lgs.
costituzione delle commissioni ispettive ed alla necessi- n. 105/2015.
tà di riequilibrare i carichi di lavoro nei tre anni di du- Si confida nella puntuale attuazione di quanto indicato,
rata del presente piano. segnalando tempestivamente eventuali criticità, che po-
Effettuata la programmazione annuale, il Presidente del tranno essere prese in considerazione anche ai fini della
CTR, sulla base delle indicazioni degli Enti di apparte- revisione del piano di ispezione in argomento.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 281


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Giurisprudenza

Rassegna della Cassazione


penale
a cura di Raffaele Guariniello

1° mARZO – 22 MARZO 2016 INFORTUNIO A INVALIDO CON LIMITAZIONI IMPOSTE DALLA


COMMISSIONE MEDICA

LA VERIFICA DEL COORDINATORE SUL RISPETTO DELLE Cassazione penale sez. IV, 3 marzo 2016 (u.p. 15 di-
PRESCRIZIONI IMPARTITE cembre 2015), n. 8872 – Pres. Ciampi – Est. Savino –
P.M. (Conf.) Galli – Ric. Cocozza
Cassazione penale sez. IV, 1° marzo 2016 (u.p. 19 gen-
naio 2016), n. 8374 – Pres. Izzo – Est. Bellini – P.M. Un preposto, responsabile del reparto ricambi, figlio del ti-
(Conf.) Spinaci – Ric. P.c. in c. Tuzzolino tolare dell’azienda, fu imputato del delitto di lesione perso-
nale colposa in danno di un dipendente colpito da lombal-
Tra i profili di responsabilità del coordinatore per l’esecu- gia, in quanto «avrebbe dovuto vigilare sulla movimentazio-
zione dei lavori, fa spicco quello relativo alle modalità della ne dei carichi manuali al fine di evitare o, comunque, ridur-
vigilanza imposta dall’art. 92 D.Lgs. n. 81/2008 (in argo- re il rischio di lesioni dorso lombari anche tenuto conto dei
mento v. Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commenta- fattori individuali di rischio» e «al contrario, lo stesso chiese
to con la giurisprudenza, VII edizione, Milano, 2015, 849 al dipendente di aiutare un collega a portare un pezzo
ss.). grande, di peso probabilmente superiore ai 40 kg (e co-
Nella sentenza che qui presentiamo, la Sez. IV insiste nel- munque anche partendo da tale valore il peso diviso per i
l’attribuire al coordinatore il compito di «una verifica attiva due trasportatori superava la soglia di 15 kg che, secondo
e concreta del rispetto delle prescrizioni eventualmente im- quanto stabilito dalla Commissione Medica, il lavoratore
partite.» poteva trasportare).»
Spiega che «le attribuzioni e le responsabilità del coordina- Nel considerare «evidente l’omissione da parte dell’imputa-
tore della sicurezza in sede esecutiva non si arrestano alla to delle cautele previste dalla legge», la Sez. IV rileva che il
fase prescrittiva delle cautele cui sono tenuti datore di lavo- lavoratore «era stato assunto nella quota riservata agli af-
ro e maestranze nel corso della lavorazione ma compren- fetti da disabilità e, proprio per tale motivo, era stato desti-
dono l’onere di adeguamento del piano alle esigenze deri- nato a mansioni di ufficio quali la etichettatura dei pezzi in
vanti dalla peculiarità delle lavorazioni da eseguirsi.» magazzino.» (Per un caso d’infortunio a lavoratore invalido
Esclude, è vero, «un obbligo di presenza continuativa in adibito a mansioni contrastanti con il suo stato v., da ulti-
cantiere», ma ritiene che «il coordinatore per l’esecuzione mo, Cass. 16 febbraio 2015, Bruzzone, in Guariniello, Il
dei lavori, nel corso dei periodici accessi, debba informarsi T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato con la giurisprudenza,
scrupolosamente sullo sviluppo delle opere, verificando VII edizione, Milano, 2015, 171; nonché, in precedenza,
specificamente, per ciascuna fase, l’effettiva realizzazione Cass. 6 ottobre 2004, Conson, in ISL, 2005, 2, 107; Cass.
24 novembre 1999, Bassi, ibid., 2000, 1, 36).
delle programmate misure di sicurezza e svolgendo una
concreta e puntuale azione di controllo sulla loro osservan-
za, la cui omissione comporta la sua responsabilità in ordi- IL DATORE DI LAVORO NON HA PIÙ UN OBBLIGO DI
ne ai sinistri dipendenti dalla mancata predisposizione delle VIGILANZA ASSOLUTA SUL LAVORATORE
misure provvisionali.» Cassazione penale sez. IV, 3 marzo 2016 (u.p. 10 feb-
Con riguardo al caso di specie, ritiene «inidonea ad esclu-
braio 2016), n. 8883 – Pres. Blaiotta – Est. Pezzella –
dere la responsabilità del coordinatore della sicurezza la
P.M. (Parz.diff.) Iacoviello – Ric. Santini e altro
circostanza che egli avesse indicato nel verbale di sopral-
luogo le prescrizioni circa il corretto montaggio dell’impal- Nella giurisprudenza sta assumendo un peso mai prima vi-
catura, date all’impresa appaltatrice, in quanto era obbligo sto la norma attualmente dettata dall’art. 20, comma 1,
dell’imputato nella sua qualità di verificare che tali prescri- D.Lgs. n. 81/2008: «Ogni lavoratore deve prendersi cura
zioni impartite fossero state effettivamente attuate.» della propria salute e sicurezza e di quella delle altre perso-
Precisa che il coordinatore «avrebbe dovuto vigilare sulla ne presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti
corretta adozione delle misure di sicurezza attraverso una delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua for-
presenza assidua, se non quotidiana, sul cantiere, quanto- mazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavo-
meno nelle fasi più complesse della lavorazione tali da ro.»
esporre i lavoratori a rischi per la loro incolumità.» In più sentenze, la Corte Suprema ne trae un insegnamen-
Considera insufficiente «prevedere nel piano di sicurezza le to innovativo: «Il sistema della normativa antinfortunistica
corrette modalità di montaggio del ponteggio se a questa si è lentamente trasformato da un modello “iperprotettivo”,
previsione non si accompagna la verifica in concreto da interamente incentrato sulla figura del datore di lavoro che,
parte del responsabile della sicurezza dell’osservanza delle in quanto soggetto garante era investito di un obbligo di vi-
prescrizioni, non semplicemente affidata ad un verbale di gilanza assoluta sui lavoratori (non soltanto fornendo i di-
prescrizioni in sede di sopralluogo.» spositivi di sicurezza idonei, ma anche controllando che di

282 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Giurisprudenza

questi i lavoratori facessero un corretto uso, anche impo- un soggetto così esperto non ponesse in essere il compor-
nendosi contro la loro volontà), ad un modello “collaborati- tamento che ha cagionato l’incidente? E risponde che
vo” in cui gli obblighi sono ripartiti tra più soggetti, com- «nessun rimprovero può muoversi ad entrambi gli imputati,
presi i lavoratori. In giurisprudenza, dal principio “dell’onto- in quanto gli stessi si sono legittimamente fidati della pro-
logica irrilevanza della condotta colposa del lavoratore” si fessionalità del soggetto cui avevano affidato il lavoro da
è giunti al ricorso del concetto di “area di rischio” che il da- compiersi.»
tore di lavoro è chiamato a valutare in via preventiva. La re- A questo punto, la Sez. IV ribadisce che «non vale a esclu-
cente normativa (D.Lgs. n. 81/2008) impone anche ai lavo- dere la responsabilità del datore di lavoro il comportamen-
ratori di attenersi alle specifiche disposizioni cautelari e co- to negligente del lavoratore infortunato che abbia dato oc-
munque di agire con diligenza, prudenza e perizia. Le ten- casione all’evento, quando questo sia da ricondurre co-
denze giurisprudenziali si dirigono anch’esse verso una munque all’insufficienza di quelle cautele che, se adottate,
maggiore considerazione della responsabilità dei lavoratori sarebbero valse a neutralizzare proprio il rischio derivante
(c.d. “principio di autoresponsabilità del lavoratore”)» (così, dal richiamato comportamento imprudente.» Ma subito
ad es., Cass. 15 ottobre 2015, n. 41486, inedita). E fu per sottolinea che, nel caso di specie, «tutte le cautele possibili
prima Cass. 1° settembre 2014, Rizzolo e altro, in Guariniel- da assumersi ex ante erano state assunte», e che «il com-
lo, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato con la giurispru- portamento posto in essere dall’infortunato non era assolu-
denza, VII edizione, Milano, 2015, 332 ss., ad approfondire tamente prevedibile.» In particolare, «erano rimaste provate
il tema con novità di accenti, là dove affermò che la dispo- non solo la valutazione preventiva del rischio derivante dal-
sizione attualmente dettata dall’art. 20, comma 1, D.Lgs. n. lo svolgimento in quota dei lavori di sostituzione dei faretti
81/2008 «ha introdotto un nuovo principio: la trasformazio- e di posizionamento dei fili, ma anche la concreta dotazio-
ne del lavoratore da semplice creditore di sicurezza nei ne al lavoratore, nel frangente dell’infortunio, degli stru-
confronti del datore di lavoro a suo compartecipe nell’ap- menti idonei ad effettuare tali tipi di lavoro in sicurezza.»
plicazione del dovere di fare sicurezza, nel senso che il la- Il principio accolto è che «il datore di lavoro non ha più un
voratore diventa garante, oltre che della propria sicurezza, obbligo di vigilanza assoluta rispetto al lavoratore, come in
anche di quella dei propri compagni di lavoro o di altre per- passato, ma una volta che ha fornito tutti i mezzi idonei alla
sone presenti, quando si trovi nella condizione, in ragione
prevenzione ed ha adempiuto a tutte le obbligazioni proprie
di una posizione di maggiore esperienza lavorativa, di inter-
della sua posizione di garanzia, egli non risponde dell’even-
venire onde rimuovere le possibili cause di infortuni sul la-
to derivante da una condotta imprevedibilmente colposa
voro.»
del lavoratore.» (Sulla condotta colposa del lavoratore v.
In questo quadro, si colloca consapevolmente la sentenza
Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato con la
qui presentata. Nel caso ivi affrontato, l’amministratore
giurisprudenza, VII edizione, Milano, 2015, 334 ss.).
unico e l’RSPP di una s.r.l. furono imputati del delitto di le-
sione personale colposa in danno di un dipendente inviato
presso il capannone di altra ditta per il montaggio di faretti LA POSIZIONE DI GARANZIA DEL RESPONSABILE DEI
e caduto al suolo dal tetto in un tratto ricoperto da sottili la- LAVORI NEI CANTIERI
stre di eternit.
Cassazione penale sez. IV, 11 marzo 2016 (u.p. 10 feb-
Nell’annullare senza rinvio la sentenza della Corte d’Appel-
braio 2016), n. 10187 – Pres. Blaiotta – Est. Gianniti –
lo, la Sez. IV assolve gli imputati perché il fatto non costi-
tuisce reato. Prende atto che: il lavoro avrebbe potuto-do- P.M. (Diff.) Iacoviello – Ric. Di Florio e altri
vuto essere eseguito dall’infortunato facendo uso di un ele-
vatore messo a sua disposizione senza salire sul tetto; l’in- Prosegue la preziosa opera di approfondimento da parte
fortunato – esperto elettricista manutentore, dipendente da della Corte Suprema in merito alle responsabilità del com-
cinque anni, nominato responsabile della sicurezza dei la- mittente o responsabile dei lavori previste dall’art. 93, com-
voratori della sua azienda, adibito a lavori in altezza quasi ma 2, D.Lgs. n. 81/2008 («La designazione del coordinato-
tutti i giorni – in seguito a un sopralluogo, rappresentò re per la progettazione e del coordinatore per l’esecuzione
all’RSPP il lavoro da fare, ricevette l’indicazione di prendere dei lavori, non esonera il committente o il responsabile dei
in magazzino tutte le necessarie attrezzature di lavoro e di lavori dalle responsabilità connesse alla verifica dell’adem-
sicurezza, e in effetti le prese prima di recarsi presso il ca- pimento degli obblighi di cui agli articoli 91, comma 1, e
pannone; il datore di lavoro conosceva i luoghi, in quanto 92, comma 1, lettere a), b), c), d) ed e)»). (In merito v. Gua-
si recava spesso (circa una volta a settimana) presso la dit- riniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato con la giuri-
ta committente, con la quale aveva un rapporto da anni, e sprudenza, VIII edizione, Milano, 2016, sub art. 93, para-
in una di quelle occasioni aveva ricevuto a richiesta di ef- grafo 2).
fettuare la posa dei faretti a mezzo dell’elevatore messo a Questa volta, «durante i lavori di sistemazione idraulica di
disposizione dalla stessa committente insieme con una un torrente mediante la realizzazione di gabbioni metallici,
persona addetta alla sua manovra, senza che mai s’ipotiz- un lavoratore veniva travolto da uno smottamento di terra
zasse la necessità di salire sul tetto. e pietre verificatosi nella parte alta della scarpata.»
Da queste circostanze, la Sez. IV trae una domanda: «che La Sez. IV conferma la condanna dei responsabili dell’im-
tipo di rimprovero può rivolgersi ad un datore di lavoro o a presa appaltatrice e del coordinatore per l’esecuzione dei
un responsabile aziendale per la sicurezza che ha dotato il lavori, ma annulla per non aver commesso il fatto la con-
dipendente, esperto e formato in materia di sicurezza del danna del responsabile dei lavori, individuato dal responsa-
lavoro, di tutti i presidi antinfortunistici e della strumenta- bile del procedimento nel direttore del settore lavori pubbli-
zione necessaria per effettuare il lavoro in sicurezza, analo- ci del comune committente. In proposito, osserva che «la
go a quello che egli era chiamato a compiere da cinque an- nomina del coordinatore per la progettazione o per l’esecu-
ni? hanno potuto incolpevolmente il datore di lavoro e il re- zione dei lavori non esonera il committente ed il responsa-
sponsabile per la sicurezza fare affidamento sul fatto che bile dei lavori da responsabilità per la redazione del piano

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 283


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Giurisprudenza

di sicurezza, ma nel caso di specie il piano di sicurezza era funzionale di un impianto di acque reflue», e «le modalità
stato correttamente redatto.» esecutive dell’operazione prevedevano dapprima il taglio
Rileva che «l’art. 93 D.Lgs. n. 81/2008 stabilisce l’obbligo dei bulloni di fissaggio della passerella, quindi il taglio di
del responsabile dei lavori di verificare l’effettiva e corretta parte della struttura a tratti di 4-5 m, previo fissaggio a un
applicazione delle disposizioni contenute nel piano di sicu- argano, infine il sollevamento della passerella mediante
rezza e di coordinamento, ma tale obbligo l’imputato aveva una gru, per trascinarla fuori delle vasche.»
assolto proprio attraverso la nomina del coordinatore per la Al riguardo, la Sez. IV premette che «l’art. 89 del D.Lgs. n.
sicurezza.» 81/2008 rimanda, per la nozione di lavori che qualificano il
Ammette che «a capo dell’imputato residuava una posizio- luogo come “cantiere temporaneo”, all’allegato X al decre-
ne di garanzia limitata alla verifica che il nominato coordi- to.»
natore per la sicurezza adempisse al suo compito, ma dalla Osserva che «lo smantellamento della passerella metallica
mera titolarità di detta posizione di garanzia, in difetto di (struttura avente notevoli dimensioni) alla quale stava lavo-
precisi elementi fattuali, non può essere fatta discendere rando assieme ad altri operai la persona offesa, non può
automaticamente l’affermazione di penale responsabilità, che qualificare il luogo di svolgimento del lavoro in questio-
tanto più che il coordinatore per la sicurezza non aveva se- ne come cantiere temporaneo.»
gnalato al responsabile dei lavori presso il comune le omis- Esclude che, «a fronte di ciò, assuma rilievo a contrario il
sioni della impresa appaltatrice, come pur avrebbe dovu- fatto che il contratto vigente fra la s.p.a. committente e la
to.» s.r.l. appaltatrice facesse riferimento ad opere, generica-
mente qualificate come di manutenzione, tra le quali (peral-
NORME SUI CANTIERI: CAMPO DI APPLICAZIONE, IDONEITÀ tro in via interpretativa) poteva farsi rientrare anche lo
DELL’APPALTATORE, OMESSA NOMINA DEL smantellamento della passerella in occasione della quale
avvenne l’evento lesivo; così come alcun rilievo può annet-
COORDINATORE
tersi, per analoghe ragioni, al capitolato d’appalto posto in
Cassazione penale sez. IV, 17 marzo 2016 (u.p. 4 feb- essere tra la s.p.a. committente e il consorzio, del quale la
braio 2016), n. 11384 – Pres. Blaiotta – Est. Pavich – s.r.l. faceva parte.»
P.M. (Parz.diff.) Iacoviello – Ric. Rossi e altri Ritiene del pari «irrilevante, in relazione alla tipologia fattua-
le dei lavori in corso di svolgimento al momento del fatto,
Illuminanti sono le delucidazioni date da questa sentenza a la circostanza che l’attività oggetto della DIA presentata
proposito sia del campo di applicazione delle norme detta- dal dirigente della s.p.a. committente al comune fosse pre-
te dal D.Lgs. n. 81/2008 in tema di sicurezza nei cantieri vista in un momento successivo all’evento oggetto del pro-
temporanei o mobili, sia della verifica dell’idoneità tecnico- cesso», stante «la necessaria funzionalità prodromica della
professionale dell’impresa appaltatrice (su questi temi v. rimozione della passerella rispetto ai lavori cui si riferiva la
Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato con la DIA, tra i quali rientrava la realizzazione di una passerella in
giurisprudenza, VII edizione, Milano, 2015, rispettivamente cemento al posto di quella metallica.»
785 ss. e 832 ss.). Conclude che, «indipendentemente dall’inquadramento
A) Tre sono i dati normativi che valgono a individuare il formale e contrattuale delle opere in corso di svolgimento
campo di applicazione del Titolo IV, Capo I, D.lgs. n. al momento dell’evento, lo smontaggio della passerella
81/2008. Anzitutto, l’art. 88, comma 1, in forza del quale «il metallica qualificava in concreto il luogo di lavoro come
presente Capo contiene disposizioni specifiche relative alle cantiere temporaneo e imponeva dunque l’adozione di tut-
misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavo- te le cautele e misure all’uopo previste, con conseguente
ratori nei cantieri temporanei o mobili quali definiti all’arti- applicazione delle previsioni di cui agli artt. 88 e ss. D.Lgs.
colo 89, comma 1, lettera a)»; in secondo luogo, l’art. 89, n. 81/2008.»
comma 1, lettera a), esplicito nel definire il cantiere tempo- B) Altro basilare chiarimento è che, «allorquando un cantie-
raneo o mobile come «qualunque luogo in cui si effettuano re temporaneo o mobile viene in essere all’interno del pro-
lavori edili o di ingegneria civile il cui elenco è riportato nel- cesso produttivo di un’impresa, il datore di lavoro commit-
l’allegato X»; infine, l’allegato X, ove si elencano come «la- tente, oltre che alla valutazione dei rischi ai sensi dell’art.
vori edili o di ingegneria civile di cui all’articolo 89 comma 17 D.Lgs. n. 81/2008, è tenuto:
1, lettera a)», «i lavori di costruzione, manutenzione, ripara- a) nel caso di appalto interno conferito ad una sola impresa
zione, demolizione, conservazione, risanamento, ristruttu- o ad un singolo lavoratore autonomo, a redigere il docu-
razione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnova- mento di valutazione dei rischi di cui all’art. 26, comma 3,
mento o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o del D.Lgs. n. 81/2008;
temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in b) nel caso in cui i lavori contemplino l’opera di più imprese
legno o in altri materiali, comprese le parti strutturali delle o lavoratori autonomi, anche in successione tra loro, a no-
linee elettriche e le parti strutturali degli impianti elettrici, le minare il coordinatore per la progettazione, il quale, ai sen-
opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettri- si dell’art. 91 del citato D.Lgs., deve redigere il piano di si-
che e, solo per la parte che comporta lavori edili o di inge- curezza e di coordinamento, che ha valore di documento di
gneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale valutazione del rischio interferenziale» (conformi Cass. 31
e di sterro», e ove si considerano, inoltre, «lavori di costru- luglio 2015, R.C., Badiali e altri; Cass. 8 aprile 2015, Marza-
zione edile o di ingegneria civile» «gli scavi, ed il montaggio no, in Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato
e lo smontaggio di elementi prefabbricati utilizzati per la con la giurisprudenza, VIII edizione, Milano, 2016, sub art.
realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile.» 26, paragrafo 27).
Nel caso di specie, «i lavori consistevano nella bonifica e C) La Sez. IV prende poi atto che, «sul posto, il giorno del-
nello smantellamento di una passerella metallica di rilevan- l’infortunio, operavano quattro dipendenti dell’impresa ap-
ti dimensioni, posizionata sull’estremità del muro di separa- paltatrice, mentre nei giorni precedenti, all’interno di una
zione di due vasche, nel quadro del ripristino strutturale e delle vasche, avevano operato alcuni dipendenti di altra dit-

284 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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ta per le opere in muratura, ditta le cui attrezzature erano nerale configurazione delle lavorazioni, e non anche il pun-
ancora presenti all’interno della vasca, e che avrebbe dovu- tuale controllo, momento per momento, delle singole attivi-
to operare anche successivamente.» tà lavorative, che è demandato ad altre figure operative.»
Non condivide, pertanto, l’assunto dell’imputato «in base Asserisce che «non può affermarsi in modo certo e univoco
al quale il dovere di coordinamento scatterebbe unicamen- che la designazione di un coordinatore per la progettazione
te in caso di compresenza di più imprese, quale presuppo- avrebbe ex se avuto efficacia impeditiva dell’infortunio.»
sto della nomina di coordinatori.» (Non collimanti le precedenti pronunce della Corte Supre-
E spiega che «è lo stesso dato testuale dell’art. 90, commi ma: v. Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro commentato
3 e 4, D.Lgs. n. 81/2008, a fare espresso riferimento ai can- con la giurisprudenza, VII edizione, Milano, 2015, 823 ss.).
tieri in cui è prevista la presenza di più imprese, anche non «Quanto, poi, alla mancata verifica dell’idoneità tecnica
contemporanea), facendone discendere il dovere di desi- dell’impresa esecutrice», la Sez. IV ammette che «non fu
gnare il coordinatore per la progettazione e quello per l’e- redatto, per la specifica operazione, un piano operativo di
secuzione dei lavori.» sicurezza», ma subito segnala, «da un lato, che i pregressi
D) Ulteriore tema: l’obbligo di verifica in ordine all’idoneità rapporti tra la s.p.a. e la s.r.l. fornivano alla società commit-
tecnico-professionale dell’impresa esecutrice previsto dal- tente elementi generali di affidamento circa le capacità or-
l’art. 90, comma 9, lettera a), del D.Lgs. n. 81/2008). ganizzative e la disponibilità di idonee attrezzature della dit-
La Sez. IV afferma che «la mera disamina della visura ca- ta esecutrice, anche con riferimento a lavori del tipo di
merale relativa all’impresa esecutrice e le ulteriori verifiche quello in corso di esecuzione al momento dell’infortunio; e,
effettuate, oltre a non risultare corrispondenti a quanto dall’altro, che il capitolato dà conto di un’ampia autonomia
espressamente previsto all’allegato XVII del D.Lgs. n. organizzativa conferita alla s.r.l. esecutrice, sebbene nel-
81/2008, non avevano specifica attinenza rispetto ai lavori l’ambito di lavorazioni alle quali partecipavano più ditte di-
in corso di svolgimento al momento dell’infortunio.» verse.»
E rileva che «mancò, nell’occasione, la verifica della reda-
Di qui l’annullamento con rinvio della condanna del diri-
zione di un piano operativo di sicurezza concernente le
gente della s.p.a. committente.
specifiche lavorazioni di demolizione in occasione delle
quali si verificò il sinistro.»
E) Da ultimo, la Sez. IV s’interroga circa «il nesso causale MANCANZA DI CPI E DI SCIA COME IPOTESI DI REATO
tra la condotta omissiva ascritta al dirigente della s.p.a. Cassazione penale sez. III, 22 marzo 2016 (u.p. 12 gen-
committente Tondini e l’evento lesivo.» naio 2016), n. 12188 – Pres. Amoresano – Est. Liberati –
Prende le mosse dal «principio in base al quale, ai fini della P.M. (Diff.) Fimiani – Ric. Monticelli
configurazione della responsabilità del committente, occor-
re veri-ficare in concreto quale sia stata l’incidenza della Condannato per il reato di cui agli artt. 16 e 20 del D.Lgs.
sua condotta nell’eziologia dell’evento, a fronte delle capa- n. 139/2006 per avere omesso di richiedere il prescritto cer-
cità organizzative della ditta scelta per l’esecuzione dei la-
tificato di prevenzione incendi e di presentare la prescritta
vori, avuto riguardo alla specificità dei lavori da eseguire, ai
segnalazione di inizio attività, il titolare di un serbatoio di
criteri seguiti dallo stesso committente per la scelta dell’ap-
gas liquido deduce a sua discolpa che «l’omissione degli
paltatore o del prestatore d’opera, alla sua ingerenza nell’e-
adempimenti amministrativi prescritti (richiesta di sopral-
secuzione dei lavori oggetto di appalto o del contratto di
luogo da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuo-
prestazione d’opera, nonché alla agevole ed immediata
co e dichiarazione di inizio attività) era da addebitare alla
percepibilità da parte del committente di situazioni di peri-
mancata consegna da parte dell’installatore dell’impianto
colo.»
della relativa documentazione tecnica, con la conseguente
Afferma che «non vi è necessariamente un’equazione fra la
condotta omissiva del committente rispetto agli obblighi assenza di qualsiasi sua responsabilità al riguardo.»
stabiliti a suo carico dalla normativa antinfortunistica e La Sez. III replica che «l’art. 20 del D.Lgs. n. 139/2006 san-
l’addebito riferito al verificarsi dell’evento lesivo a carico ziona, con l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da euro
del lavoratore della ditta esecutrice», e che «occorre verifi- 258 a euro 2.582 la condotta del titolare di una delle attività
care puntualmente se l’evento è scaturito sul piano causale soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi
da detta condotta omissiva, avuto appunto riguardo, da un che ometta di richiedere il rilascio o il rinnovo dì tale certifi-
lato, alla specificità operativa e organizzativa dei lavori in cato, quando si tratta di attività che comportano la deten-
corso di esecuzione, nel cui ambito l’evento si é verificato, zione e l’impiego di prodotti infiammabili, incendiabili o
e, dall’altro, all’incidenza concreta che la ridetta condotta esplodenti, da cui derivano in caso di incendio gravi perico-
omissiva ha avuto sul prodursi di esso.» li per l’incolumità della vita e dei beni.»
Sostiene che, «nella specie, pur a fronte delle già viste ca- Prende atto che, nel caso di specie, era stato installato
renze nell’adozione delle misure di coordinamento prescrit- «presso l’abitazione dell’imputato un serbatoio di gas liqui-
te e nella verifica dell’idoneità tecnico-professionale del- do ad uso domestico della capacità di un metro cubo, per
l’impresa affidataria dei lavori, la sentenza impugnata non il quale, benché necessaria (presentando, pacificamente,
va esente da censure sotto il profilo del vizio di motivazio- tale serbatoio le ca-ratteristiche richieste dalla disposizione
ne, non avendo esplicitato quale specifica incidenza eziolo- citata), non era stata presentata la segnalazione di inizio at-
gica abbiano avuto le condotte omissive contestate all’im- tività né richiesto il rilascio del certificato di prevenzione in-
putato sul verificarsi dell’infortunio (in specie le carenze cendi», e che si è affermata «la responsabilità dell’imputato
nella verifica dell’idoneità tecnica della ditta esecutrice).» per tali omissioni, in ragione della piena disponibilità da
Aggiunge che «all’imputato, a titolo di esempio, è ascritto parte di costui del serbatolo ottenuto in comodato (in forza
fra l’altro di avere omesso di nominare un coordinatore per di contratto concluso con l’impresa distributrice del gas li-
l’esecuzione dei lavori, laddove è noto che tale figura ha quido) e del prodotto (gas liquido) in esso depositato, da
una autonoma funzione di alta vigilanza che riguarda la ge- cui deriva l’obbligo dì osservanza delle norme dì esercizio e

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 285


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Giurisprudenza

dei divieti, limiti e misure di sicurezza antincendio contem- non hanno causato postumi permanenti, e perché il grado
plati dalla legislazione vigente.» della colpa non è elevato, trattandosi in effetti della manca-
E «trattandosi di fattispecie contravvenzionale, punita an- ta valutazione, da parte di entrambi gli imputati, di un ri-
che a titolo di colpa», considera «irrilevante l’eventuale schio che non appariva come tipico dell’attività agricola
mancata consegna della documentazione necessaria da che l’azienda svolgeva, e che poteva quindi essere percepi-
parte del fornitore.» (sul punto v. i precedenti richiamati, e i to, sia pure erroneamente, come molto limitato.»
dubbi espressi, in Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro Peraltro, annulla senza rinvio la sentenza impugnata per
commentato con la giurisprudenza, VIII edizione, Milano, essersi il reato ascritto agli imputati estinto per intervenuta
2016, sub art. 46, paragrafo 1). prescrizione. Ritiene, infatti, che «la declaratoria di estinzio-
(Nel caso esaminato dalla presente decisione si è posta la ne del reato per prescrizione prevale sulla esclusione della
questione attinente alla non punibilità per particolare tenui- punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all’art. 131-
tà del fatto: v. più avanti nel commento alla sentenza Topi- bis c.p., sia perché diverse sono le conseguenze che scatu-
ni). riscono dai due istituti, sia perché il primo di essi estingue
il reato, mentre il secondo lascia inalterato l’illecito penale
SICUREZZA SUL LAVORO E NON PUNIBILITÀ PER nella sua materialità storica e giuridica.»
PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO Da notare che la questione si è posta anche nel caso esa-
minato dalla sentenza Monticelli sopra segnalata. In questa
Cassazione penale sez. IV, 22 marzo 2016 (u.p. 26 gen- sentenza, la Sez. III annulla con rinvio, «onde consentire al
naio 2016), n. 12257 – Pres. Izzo – Est. Pezzella – P.M. giudice di merito di accertare, in punto di fatto, l’esistenza
(Diff.) Fodaroni – Ric. Topini e altro delle condizioni per escludere la punibilità per particolare
tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p.»
Sempre più al centro dell’attenzione giurisprudenziale è la Spiega che «nella specie, dalla sentenza impugnata non
delicata questione attinente all’impatto sulla sicurezza del emergono elementi che consentano di escludere immedia-
lavoro del nuovo art. 131-bis c.p., introdotto dal D.Lgs. n.
tamente l’esistenza delle condizioni per escludere la punibi-
28/2015, e intitolato «Esclusione della punibilità per parti-
lità ai sensi dell’art. 131-bis c.p., avendo il tribunale dato at-
colare tenuità del fatto» (v. in argomento i precedenti ri-
to della incensuratezza dell’imputato (e parendo dunque
chiamati in Guariniello, Il T.U. Sicurezza sul Lavoro com-
non abituale il comportamento) e valutato positivamente il
mentato con la giurisprudenza, VIII edizione, Milano, 2016,
comportamento successivo dell’imputato, con la conse-
sub art. 61, paragrafo 34).
guenza che occorre compiere ulteriori accertamenti in fatto
Nel caso esaminato dalla sentenza Topini, l’amministratore
(circa l’entità del danno o del pericolo conseguente al rea-
delegato e il direttore generale di una s.p.a. agricola furono
condannati per lesioni gravi subite da un lavoratore duran- to, tenendo anche conto della ratio della norma incrimina-
te operazioni di sgombero e riordino di locali in disuso e trice, diretta a salvaguardare l’incolumità pubblica), che de-
scivolato su uno strato di melma untuosa. vono essere necessariamente compiuti dal giudice del me-
La Sez. IV ritiene «evidente che un caso come quello che ci rito, essendo preclusi a questa Corte dalla natura del giudi-
occupa sia uno di quelli tipici in cui, al vaglio di astratta zio di legittimità.»
non incompatibilità della fattispecie concreta (come risul- Precisa che «l’art. 131-bis c.p. prende in considerazione
tante dalla sentenza impugnata e dagli atti processuali) reati rispetto ai quali non difetti alcuno degli elementi costi-
con i requisiti ed i criteri indicati dall’art. 131-bis che com- tutivi, ritenuti non punibili perché irrilevanti in base ai prin-
pete a questa Corte di legittimità, si palesa non infondato, cipi di proporzione ed economia processuale, e si riferisce
in concreto, ritenere il fatto di particolare tenuità.» anche ai reati di pericolo, senza distinguere tra pericolo
Osserva che «depone in tal senso la concessione ad en- astratto o pericolo concreto, sicché non si pone un proble-
trambi gli imputati delle circostanze attenuanti generiche, ma di inoffensività del fatto ma di irrilevanza dello stesso.»
in virtù della loro incensuratezza e del loro comportamento Afferma che «la esiguità del danno o (come nel caso di
successivo alla commissione del fatto reato, con l’ottempe- specie) del pericolo va valutata sulla base di elementi og-
ranza alle prescrizioni con predisposizione di un nuovo do- gettivamente apprezzabili, dai quali ricavare la minima enti-
cumento di valutazione rischi e pagamento della sanzione tà delle conseguenze o del pericolo e, dunque, la loro irrile-
amministrativa (elementi cui fa esplicito riferimento il Tribu- vanza in sede penale» e che «tale accertamento deve esse-
nale) e l’avere irrogato la corte d’appello la sola pena pecu- re compiuto dal giudice di merito, mediante la verifica del
niaria.» pericolo conseguente alle omissioni dell’imputato.»
Aggiunge che «porta a tale conclusione, inoltre, l’esplicita Considera «ferma la preclusione al rilievo dell’eventuale de-
affermazione dei giudici che scrivono, per motivare la ridu- corso del termine di prescrizione, stante la formazione del
zione della pena, che il fatto non appare grave, perché le giudicato progressivo in punto di accertamento del reato e
lesioni verificatesi, pur di lunga durata, per quanto risulta affermazione di responsabilità dell’imputato.»

286 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Interpelli

Rassegna interpelli
a cura di Pierluigi Rausei – ADAPT professional fellow (*)

DICEMBRE 2015 – GENNAIO 2016 Peraltro, riguardo alla trasmissione o presentazione del
DURC, l’art. 16-bis, comma 10, del decreto-legge n.
185/2008, convertito dalla legge n. 2/2009, aveva già intro-
DURC dotto l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquisi-
re d’ufficio il DURC quali stazioni appaltanti, mentre l’art.
Ministero del lavoro, 21 marzo 2016, n. 1 14, comma 6-bis del decreto-legge n. 5/2012, convertito
Oggetto: Art. 12, D.Lgs. n. 81/2008 e successive modi- dalla legge n. 35/2012, ha stabilito che anche nell’ambito
fiche ed integrazioni – Risposta al quesito in merito al- dei lavori privati dell’edilizia il DURC non deve essere più
l’art. 90, commi 9 e 10 del D.Lgs. 81/2008. trasmesso all’amministrazione concedente.


Da ultimo, comunque, la disciplina in materia di «DURC on li-
Per la verifica della idoneità tecnico-professionale
ne», introdotta con D.M. 30 gennaio 2015, ha specificamente
delle imprese affidatarie, delle imprese esecutrici e dei evidenziato che si ha «assenza» del DURC quando il docu-
lavoratori autonomi il DURC irregolare equivale alla mento non è stato rilasciato tramite la procedura telematica.
mancanza del DURC? Sul punto, dunque, la risposta ad Interpello n. 1/2016 sottoli-
nea che nei casi in cui la regolarità dei versamenti contributi-
Nota vi non può essere attestata, il sistema telematico non rilascia
Con la risposta ad Interpello n. 1/2016 viene fornita una at-
alcun «DURC irregolare», ma comunica, appunto, l’impossi-
tenta lettura del disposto contenuto nell’art. 90, commi 9 e bilità di rilascio del documento, che può essere «ontologica-
10, del TUSL (su richiesta del Consiglio Nazionale degli In- mente» rilasciato soltanto quando attesta la regolarità contri-
gegneri) circa la corretta attuazione degli obblighi posti a butiva. Basti osservare, in tal senso, che gli artt. 2 e 7 del
carico del committente (o del responsabile dei lavori) con D.M. 30 gennaio 2015 esplicitamente si riferiscono al DURC
riferimento al documento unico di regolarità contributiva quale documento generato dal sistema telematico soltanto
(DURC) delle imprese e dei lavoratori autonomi. all’esito positivo della verifica circa la regolarità del soggetto,
In particolare, la Commissione è stata chiamata ad espri- e, per converso, l’art. 4 del D.M. 30 gennaio 2015 prevede
mere il proprio parere con riferimento alla possibile soddi- una specifica procedura di regolarizzazione qualora il siste-
sfazione del requisito richiesto dalla norma della presenza ma restituisca una assenza di regolarità.
del DURC a fronte di un DURC irregolare, specificando, Sulla scorta di tale composito quadro regolatorio, dunque,
pertanto, se i lavori possano svolgersi ovvero, al contrario, appare chiara la risposta al quesito formulato, per cui soltanto
se si possa procedere alla sospensione del titolo abilitativo il DURC quale documento effettivamente attestante la regola-
non considerando il DURC irregolare validamente inverante rità contributiva del soggetto interessato (per quanto attiene
la condizione di legge dalla presenza del DURC. agli adempimenti previdenziali, assicurativi e assistenziali
I tecnici ministeriali muovono la disamina della questione presso INPS, INAIL e Cassa Edile), integra e invera la condi-
ovviamente dai contenuti precettivi dell’art. 90, comma 9, zione di cui all’art. 90, comma 9, del TUSL, quale presuppo-
del TUSL, in forza del quale il committente (o per lui il re- sto essenziale che consente il successivo avvio dei lavori.
sponsabile dei lavori), anche quando i lavori sono affidati D’altronde, la Commissione non tralascia di fornire i richiesti
ad un’unica impresa o ad un lavoratore autonomo, deve, chiarimenti in ordine alla titolarità a procedere alla sospensio-
fra l’altro, verificare l’idoneità tecnico-professionale delle ne del titolo abilitativo in mancanza di DURC regolare, che
imprese affidatarie ed esecutrici, nonché dei lavoratori solo validamente invera la condizione di legge come detto.
autonomi secondo quanto previsto dall’Allegato XVII, tutta- In proposito la risposta ad Interpello n. 1/2016 afferma che
l’amministrazione concedente può sospendere legittima-
via «nei cantieri la cui entità presunta è inferiore a 200 uo-
mente l’efficacia del titolo abilitativo in assenza del DURC,
mini-giorno e i cui lavori non comportano rischi particolari
sia qualora le inadempienze vengano documentalmente
di cui all’Allegato XI», la verifica si considera effettuata me-
accertate direttamente dall’amministrazione stessa (anche
diante presentazione del certificato di iscrizione alla Came- attraverso la procedura «DURC on line» di cui al D.M. 30
ra di commercio, industria e artigianato e del DURC, con gennaio 2015), sia quando le inosservanze e gli inadempi-
autocertificazione circa il possesso degli ulteriori requisiti di menti vengano comunicati dall’organo di vigilanza ai sensi
cui all’Allegato XVII (art. 90, comma 9, lettera a), TUSL). dell’art. 90, comma 10, del TUSL.
D’altro canto, il committente (o il responsabile dei lavori)
deve anche trasmettere all’amministrazione concedente,
AGGIORNAMENTO DEL RSPP
prima dell’inizio dei lavori oggetto del permesso di costrui-
re o della denuncia di inizio attività, copia della notifica pre- Ministero del lavoro, 29 dicembre 2015, n. 15
liminare di cui all’art. 99 del TUSL, il DURC delle imprese e Oggetto: Art. 12, D.Lgs. n. 81/2008 e successive modi-
dei lavoratori autonomi, unitamente ad una dichiarazione fiche ed integrazioni – Risposta al quesito in merito al-
attestante l’avvenuta verifica della ulteriore documentazio- l’aggiornamento del RSPP di cui al punto 2.6 dell’Ac-
ne richiesta dalla legge (art. 90, comma 9, lettera c), TUSL). cordo Stato-Regioni del 26/ gennaio 2006.

(*) Il testo è frutto esclusivo del pensiero dell'Autore e non


impegna l'Amministrazione cui appartiene.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 287


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Interpelli

► L’omessa frequenza entro il termine previsto delle mantiene il requisito derivato dalla regolare frequenza ai
corsi, ma «non è in grado di poter esercitare i propri compi-
ore minime del corso di aggiornamento per RSPP impli-
ti fintanto che non venga completato l’aggiornamento per
ca l’annullamento della formazione (completata nel
il monte ore mancante, riferito al quinquennio appena con-
quadriennio successivo) o costituisce una causa di im-
cluso.»
possibilità temporanea ad esercitare la funzione di
Sulla scorta di questo apparato normativo, dunque, e in
RSPP per il periodo di mancata adempienza? particolare dell’Allegato A del richiamato Accordo Stato-
Nota Regioni del 25 luglio 2012, la risposta ad Interpello n.
Nella risposta ad Interpello n. 15/2015 la Commissione ri- 15/2015 afferma che il mancato adempimento delle ore di
sponde ad apposita istanza della Regione Marche in merito formazione che dovevano obbligatoriamente essere fre-
alla corretta interpretazione circa gli effetti del mancato quentate entro il 14 febbraio 2008, nell’ambito del percorso
adempimento degli obblighi di aggiornamento del Respon- di aggiornamento per lo specifico macrosettore, determina
sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ai la perdita della operatività temporanea del RSPP, vale a di-
sensi del punto 2.6 dell’Accordo Stato-Regioni del 26 gen- re l’impossibilità di esercitare i propri compiti fino al com-
naio 2006. La questione attiene alla ipotesi del riconosci- pletamento del percorso formativo richiesto, senza far veni-
mento dei crediti professionali e formativi pregressi secon- re meno tuttavia la validità del percorso formativo compiu-
do le previsioni contenute nel punto 2.6 dell’Accordo Sta- to.
to-Regioni del 26 gennaio 2006.
Il quesito attiene alla circostanza di una mancata frequenza PREPOSTO ALLA SORVEGLIANZA DEI PONTEGGI
entro il 14 febbraio 2008 di almeno il 20% delle ore previste
Ministero del lavoro, 29 dicembre 2015, n. 16
dal percorso di aggiornamento per lo specifico macrosetto-
Oggetto: Art. 12, D.Lgs. n. 81/2008 e successive modi-
re, a fronte dell’avvenuto completamento di tutto il percor-
so formativo nel quadriennio successivo. Si chiede, infatti, fiche ed integrazioni – Risposta al quesito in merito alla
di capire se l’omissione iniziale (poi recuperata in seguito) corretta interpretazione della figura del preposto alla
comporti l’annullamento dell’intero percorso formativo di sorveglianza dei ponteggi.
aggiornamento oppure rappresenti soltanto la condizione
oggettiva che implica l’impossibilità temporanea ad eserci-
► Quali sono i compiti e i requisiti di formazione del
preposto alla sorveglianza dei ponteggi?
tare la funzione di RSPP per il periodo del mancato adem-
pimento. Nota
La risposta ad Interpello n 15/2015 muove dal dettato nor- La risposta ad Interpello n. 16/2015 interviene (su istanza
mativo del c.d. “Testo Unico della Sicurezza del Lavoro” dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili) a fornire chia-
(più brevemente, TUSL) e, in specie, dall’art. 32, comma 2, rimenti in merito al preposto alla sorveglianza dei ponteggi
del D.Lgs. n. 81/2008 in base al quale per svolgere le fun- nelle costruzioni, a norma dell’art. 136 del TUSL: in partico-
zioni di RSPP, oltre ai requisiti indicati dallo stesso decreto, lare la Commissione è chiamata a delineare i compiti asse-
«è necessario possedere un attestato di frequenza, con ve- gnati a tale figura e a specificare i requisiti di formazione ri-
rifica dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione in chiesti per l’effettiva operatività della stessa.
materia di prevenzione e protezione», con la precisazione Nella disamina del quesito i tecnici ministeriali muovono
che detti percorsi formativi «devono rispettare in ogni caso dall’art. 2, comma 1, lettera e), del TUSL che contiene la
quanto previsto dall’Accordo sancito il 26 gennaio 2006 in definizione di «preposto» identificandolo con il soggetto
sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, con specifiche competenze professionali che, «nei limiti di
le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.» poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’inca-
I tecnici ministeriali evidenziano, quindi, che l’Accordo Sta- rico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garan-
to-Regioni del 26 gennaio 2006, nel disciplinare i corsi di tisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la
formazione per lo svolgimento delle funzioni di RSPP, al corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando
punto 2.6, prevede espressamente che «il riconoscimento un funzionale potere di iniziativa.»
dell’esperienza lavorativa già maturata dai RSPP e dagli La risposta ad interpello annotata precisa, peraltro, che
ASPP, è riportato nelle rispettive tabelle A4 e A5, del pre- non sussiste alcun obbligo generalizzato di individuazione
sente accordo.» del preposto in azienda, essendo tale designazione rimes-
Mentre il successivo Accordo Stato-Regioni del 5 ottobre sa, di norma, ad una autonoma valutazione del datore di la-
2006, che fornisce linee guida interpretative dell’Accordo voro, sulla scorta dell’organizzazione dell’azienda, nonché
citato, al punto 2.3 sancisce che «per coloro che possono in ragione della complessità della stessa.
usufruire dell’esonero dalla frequenza del Modulo B sulla In questo contesto, il datore di lavoro si avvale del prepo-
base del riconoscimento di crediti professionali pregressi, sto (con le competenze professionali proprie e i poteri ge-
l’obbligo di aggiornamento legato all’esonero decorre dal rarchici e funzionali previsti) nei casi in cui è impossibilitato
14 febbraio 2007 e deve essere completato entro il 14 feb- a sovraintendere in prima persona alla attività lavorativa e
braio 2012», precisando, tuttavia, che entro il 14 febbraio a controllare l’effettiva attuazione delle direttive impartite al
2008 avrebbe dovuto essere «comunque svolto almeno il personale occupato.
20% del monte ore complessivo d’aggiornamento relativo Nel merito della questione, la Commissione evidenzia altre-
ai macrosettori di appartenenza.» sì che l’art. 19 del TUSL individua espressamente gli obbli-
Su tale quadro regolatorio è successivamente intervenuto ghi del preposto, dei quali lo stesso, una volta designato, è
l’Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012, il cui Allegato ope legis destinatario, senza eccezioni, né deroghe.
A, al paragrafo dedicato alla formazione del RSPP, chiari- D’altro canto, la risposta ad Interpello n. 16/2015 sottolinea
sce espressamente che laddove il RSPP «non adempia che nel TUSL sussistono alcune fattispecie peculiari nelle
l’obbligo di aggiornamento nei tempi previsti», lo stesso quali, contrariamente alla generale non obbligatorietà della
perde la «operatività» nelle proprie funzioni, vale a dire che, designazione del preposto, il legislatore prevede espressa-

288 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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Interpelli

mente l’obbligo di far svolgere i lavori sotto la diretta sorve- operazione ulteriore che riguardi il lavoro di montaggio,
glianza di un preposto, gerarchicamente sovraordinato ai smontaggio e trasformazione del ponteggio, compresa l’or-
lavoratori addetti alle attività particolari considerate, in ganizzazione e la direzione delle manovre di emergenza,
stretta connessione alla pericolosità delle lavorazioni. previste in base alla valutazione dei rischi.» Inoltre nella
In questo senso rilevano, anzitutto, i lavori di montaggio e stessa Linea guida si afferma anche che «il preposto ha il
smontaggio dei ponteggi, in ragione delle previsioni conte- compito di controllare costantemente i lavoratori e la cor-
nute nell’art. 136, comma 6, che sancisce, appunto, lo spe- retta esecuzione delle operazioni di montaggio», dovendo
cifico obbligo per il datore di lavoro nei cantieri temporanei assicurare il proprio intervento «in aiuto del lavoratore in
e mobili di assicurare che «i ponteggi siano montati, smon- difficoltà”, effettuando «le eventuali manovre di emergenza
tati o trasformati sotto la diretta sorveglianza di un prepo- e allertamento del soccorso.»
sto, a regola d’arte e conformemente al PiMUS, ad opera Analogamente deve essere nominato un preposto, ma sen-
di lavoratori che hanno ricevuto una formazione adeguata za l’esigenza di una formazione specifica ulteriore e ag-
e mirata alle operazioni previste.» Peraltro, il preposto ad- giuntiva rispetto a quella prevista dall’art. 37, comma 7, del
detto a sovraintendere e controllare il montaggio e lo TUSL, per:
smontaggio dei ponteggi deve frequentare sia i corsi di for- — le attività di costruzione, sistemazione, trasformazione o
mazione e di aggiornamento indicati nell’Allegato XXI del smantellamento di una paratoia o di un cassone nei cantie-
TUSL, sia il corso di formazione dell’art. 37, comma 7, del ri temporanei o mobili (art. 149, comma 2, TUSL);
TUSL. — i lavori di demolizione nei cantieri temporanei o mobili
D’altro canto, nella Linea guida «Per l’esecuzione di lavori che non devono pregiudicare la stabilità delle strutture por-
temporanei in quota con l’impiego di sistemi di accesso e tanti, di collegamento e adiacenti (art. 151, TUSL).
posizionamento mediante ponteggi metalli fissi di facciata. In ogni caso, conclusivamente, quale evidente semplifica-
Montaggio, smontaggio, trasformazione ponteggi», elabo- zione gestionale per le piccole imprese, viene specificato
rata dall’ex ISPESL e dal Ministero del Lavoro, si specifica dai tecnici ministeriali nella risposta ad Interpello n.
anche (al paragrafo 9.1) che «la squadra deve includere al- 16/2015 che a svolgere le funzioni di preposto, anche nei
meno tre lavoratori, di cui uno avente la funzione di prepo- casi in cui il TUSL rende obbligatoria la presenza di tale fi-
sto» e, in particolare, che «il preposto deve sorvegliare l’e- gura, può essere lo stesso datore di lavoro, che ne assume
secuzione delle operazioni di accesso, posizionamento e tutti i relativi obblighi, a condizione di aver frequentato i
uscita del lavoratore ed essere disponibile per qualsiasi corsi di formazione previsti.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 289


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Casi e Questioni

ISL risponde
NUOVI DPI E FORMAZIONE DEI LAVORATORI necessaria l’introduzione di un DPI si rischia che i restanti
concetti non vengano appresi correttamente oppure che
Nella nostra azienda verrà prossimamente introdotta vengano rifiutati. Questa fase del training dovrà quindi ri-
una lavorazione che richiede l’accesso di persone per guardare gli elementi quali-quantitativi che caratterizzano il
tempi limitati ad un ambiente a elevato rischio espositi- rischio e come questo è stato affrontato nella VdR, ed esse-
vo per la presenza di principi attivi farmaceutici microniz- re svolta nel modo più interattivo possibile e ricorrendo a nu-
zati, che possono essere presenti in aria. Stante l’impos- merose esemplificazioni che permettano di trasporre i con-
sibilità di garantire una segregazione completa tra la fon- cetti teorici in elementi pratici di utilità nel quotidiano. Inutile
te di esposizione e gli addetti, vorremmo adottare quale forse specificare che questo tipo di formazione dovrebbe es-
protezione integrale delle tute ventilate. Quali caratteri- sere svolta on the job, in quanto l’argomento da trattare è
stiche dovrà prevedere la formazione del personale? strettamente dipendente dal contesto operativo – dunque
un training in aula potrebbe risultare troppo astratto – e ri-
L’introduzione di nuovi DPI rappresenta un passaggio criti- chiede un livello di interazione notevole – che non può esse-
co e, come osserva il lettore, un momento formativo è re raggiunto, ad esempio, con la formazione a distanza.
sempre auspicabile anche quanto non fosse previsto come Un percorso formativo efficace su questo tema potrebbe
obbligatorio dalla vigente normativa (è il caso dei DPI di essere suddiviso nei seguenti passaggi:
protezione dell’udito e di tutti i DPI di 3a categoria). 1) introduzione: si discutono gli obiettivi del corso e si la-
Spesso infatti l’introduzione di un DPI in una fase di lavoro scia spazio alle domande dei partecipanti; molta importan-
può rappresentare una scelta problematica e non ben ac- za dovrà essere data agli aspetti di coerenza d’insieme, ad
cetta dalle persone, in base a diverse motivazioni: rallenta esempio l’importanza della procedura nel sistema di ge-
lo svolgimento dell’attività; impedisce l’agevolezza del mo- stione della sicurezza;
vimento; è faticoso/scomodo da indossare e rimuovere; ag- 2) inquadramento della tematica: si entra nel merito della
grava il carico fisico dell’attività da svolgere. Questi punti lavorazione interessata, delle sue caratteristiche, del per-
devono essere considerati attentamente nella valutazione corso di valutazione compiuto, delle misure attuate o previ-
del rischio, in quanto possono condurre ad un rifiuto (non ste e della necessità di introdurre il DPI in questione;
sempre esplicitato) dell’uso del DPI oppure a una non me- 3) approfondimento: si esplicitano i punti specifici sopra deli-
no pericolosa modifica delle modalità di svolgimento del- neati sul DPI che si introdurrà, affiancando alla parte teorica
l’attività assegnata o dei tempi da dedicarvi. Anche aspetti anche gli aspetti concreti (come è fatto il DPI, come funzio-
apparentemente poco rilevanti possono fare la differenza: na, come si usa, come si verifica, come si pulisce ecc.);
per una tuta di protezione, ad esempio, fondamentale sarà 4) verifica della comprensione: non è quella che formalizza
la scelta degli spazi di servizio dove il lavoratore potrà age- l’esito finale, ma è piuttosto una verifica in progress neces-
volmente indossarla e rimuoverla a fine attività. saria – specialmente sui rischi gravi – per definire se il trai-
Una volta predisposte le condizioni opportune per agevola- ning ha raggiunto gli obiettivi di apprendimento o se sia ne-
re l’ergonomia e l’adattabilità del DPI stesso rispetto all’at- cessario riprendere alcuni punti: i discenti sono invitati a
tività da svolgere ed alle caratteristiche dei lavoratori coin- esprimere ciò che hanno compreso, ad esempio a ripetere
volti, la formazione del personale è fondamentale a predi- la procedura e a guidare il docente all’utilizzo del DPI come
sporre a un corretto uso del DPI. se questi fosse un discente;
Il training dovrà essere di tipo teorico-pratico e comprende- 5) verifica finale: consiste in un test scritto (eventualmente
re i seguenti punti: accompagnato da un esame orale), e in una prova pratica;
— quando e perché sia necessario utilizzare il DPI; 6) conclusione: l’esito viene formalizzato e registrato come
— quale DPI è necessario in funzione delle specificità di ri- previsto dalla normativa.
schio, e le caratteristiche di protezione dello stesso; Occorre anche prevedere delle successive verifiche periodi-
— durata d’uso e limiti di utilizzo del DPI; che sia teoriche sia tramite audit durante l’operatività stessa.
— le eventuali caratteristiche personali (taglia, accessori, Sugli aspetti di contenuto inerenti specificamente il DPI a
aspetti inerenti la salute, ecc.) che possono influire sulla cui il lettore fa riferimento non si ritiene utile entrare nel
prestazione del DPI e ridurne l’efficacia protettiva; merito in questa sede, ma si sottolinea che può essere im-
— le verifiche da compiere per verificarne la piena efficacia; portante richiedere la collaborazione del fornitore special-
— come indossare, utilizzare e rimuovere il DPI ed eventua- mente per gli elementi tecnici inerenti le caratteristiche pre-
li manovre specifiche; stazionali del DPI e le modalità più corrette d’uso.
— come conservare, pulire e manutenere il DPI (la respon- Sarebbe anche ottimale introdurre il DPI all’interno di un
sabilità di tutti questi aspetti è del lavoratore, una volta che periodo di sperimentazione da cui trarre indicazioni miglio-
venga correttamente formato e possa disporre delle neces- rative o confermare la scelta fatta: questo strumento può
sarie attrezzature). fornire elementi preziosi non solo per migliorare le perfor-
Si tratta di punti tutti importanti, ma il “perché” utilizzare un mance del DPI in sé, ma anche per ottimizzare il training ri-
DPI è in qualche modo di importanza preliminare agli altri volto ai lavoratori sul corretto uso dei DPI.
aspetti. Spesso la formazione sull’uso dei DPI si concentra
sul “cosa” e sul “come”, il che è ovviamente necessario, ma Giuseppina Paolantonio – Consulente e formatrice in
senza che venga compreso pienamente il motivo che rende igiene e sicurezza del lavoro

290 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


Sinergie Grafiche srl

Finanziamenti – 30 giugno – 31 dicembre 2016

Finanziamenti per la sicurezza


a cura di Bruno Pagamici – Studio Pagamici, Macerata (*)

Dalle Regioni
Deliberazione della Giunta Regionale 29 marzo 2016, n. 448 (BUR 7 aprile 2016, n. 93: bando unico regionale
di attuazione al Tipo di operazione 4.2.01 “Sostegno delle imprese agroindustriali di trasformazione e/o com-
mercializzazione di prodotti agricoli che operano in approccio individuale e di sistema” del PSR 2014-2020, li-
mitatamente all’approccio individuale)

Contributi per elevare gli standard di sicurezza sul lavoro


EMILIA-ROMAGNA – Scadenza: 30 giugno 2016
Sono disponibili per le imprese agroindustriali dell’Emilia-Romagna incentivi per migliorare la sicurezza degli am-
bienti di lavoro.
Le agevolazioni sono previste dal bando approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 448 del 29 marzo
2016, relativo all’Operazione 4.2.01 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Potranno presentare domanda di contributo le imprese che svolgono attività di commercializzazione e/o trasfor-
mazione di prodotti agricoli di cui all'Allegato I del Trattato UE sia in entrata che in uscita, esclusi i prodotti della
pesca. L'attività di commercializzazione e/o trasformazione dovrà avere ad oggetto materie prime acquistate/con-
ferite per almeno il 51% da soggetti terzi. Per le aziende agricole di base, che svolgono tali operazioni quale attivi-
tà connessa ai sensi dell'articolo 1, comma 1 del D.Lgs. n. 228/2001 e successive modifiche ed integrazioni, la
percentuale di materie prime deve essere superiore al 34%.
Ai fini dell’ammissibilità, le imprese dovranno iscritte ai registri della CCIAA, e se impresa agricola di base:
— in caso di ditta individuale, l’esercizio dell’attività agricola di cui all’art. 2135 del c.c., come riportato nell’iscri-
zione alla CCIAA, dovrà risultare quale attività primaria;
— in caso di impresa costituita in forma societaria, l’esercizio dell’attività agricola di cui all’art. 2135 del c.c., con
riferimento all’oggetto sociale, dovrà risultare in forma esclusiva.
Il contributo regionale (pari al 40% delle spese) sarà concesso per investimenti finalizzati all’ottenimento di livelli
di sicurezza sul lavoro superiori ai minimi indicati dalla normativa vigente.
Le domande dovranno essere inviate entro il 30 giugno 2016, secondo le procedure e le modalità indicate dall’A-
genzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura (AGREA), disponibili sul sito http://agrea.regione.emilia-roma-
gna.it.

Decreto del Presidente della Regione 12 febbraio 2016, n. 026/Pres (BUR 17 febbraio 2016 n. 7 – Supplemen-
to ordinario, n. 11: regolamento di attuazione per l’accesso al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della
Regione autonoma Friuli Venezia Giulia mediante il pacchetto giovani)

Sostegno agli interventi diretti a ridurre i rischi sul lavoro


FRIULI-VENEZIA GIULIA – Scadenza: 30 giugno 2016
La regione Friuli Venezia Giulia sostiene i giovani agricoltori impegnati a migliorare la sicurezza nei luoghi di lavo-
ro.
Al contributo regionale potranno accedere i giovani agricoltori che, alla data di presentazione della domanda, sia-
no in possesso dei seguenti requisiti:
• hanno un’età compresa tra 18 anni compiuti e non superiore a 40 anni;
• sono agricoltori in attività, ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento (UE) 1307/2013 o si impegna ad acquisire ta-
le qualifica entro 18 mesi dalla data dell’insediamento;
• si insediano, per la prima volta, in aziende agricole in qualità di capo dell’azienda;
• possiedono adeguate qualifiche e competenze professionali.
Ai fini dell’ammissibilità, l’azienda neo costituita o in cui è avvenuto l’insediamento dovrà:
1) essere iscritta al registro delle imprese della CCIAA;
2) avere una dimensione di micro o piccola impresa, così come definita dalla Raccomandazione 2003/361/CE del
6 maggio 2003, recepita dal Decreto del Ministro delle Attività Produttive del 18 aprile 2005 e s.m.i.;
3) avere una dimensione economica, minima e massima, espressa in termini di Standard Output, pari a:

(*) Bruno Pagamici è Dottore commercialista, Revisore contabile e Pubblicista.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 291


Sinergie Grafiche srl

Finanziamenti – 30 giugno – 31 dicembre 2016

— localizzazione della SAU prevalente nelle are rurali D: dimensione economica minima 10.000 euro, dimensione
economica massima 200.000 euro;
— localizzazione della SAU prevalente nelle are rurali C: dimensione economica minima 13.000 euro, dimensione
economica massima 200.000 euro;
— localizzazione della SAU prevalente nelle altre aree rurali: dimensione economica minima 15.000 euro, dimen-
sione economica massima 200.000 euro;
— non essere in difficoltà come definita all’articolo 2, paragrafo 1, numero 14) del Regolamento (UE) 702/2014,
in conformità all’articolo 1, paragrafo 6 del regolamento medesimo;
— non essere destinataria di un ordine di recupero pendente a seguito di una precedente decisione della Com-
missione che dichiara gli aiuti illegittimi ed incompatibili con il mercato interno in conformità all’articolo 1, para-
grafo 5 del Regolamento (UE) 702/2014.
Saranno ammessi gli investimenti diretti al miglioramento delle condizioni di lavoro e la sicurezza degli addetti, ol-
tre gli standard minimi fissati dalla normativa di settore vigente.
Ai giovani agricoltori sarà erogato un premio di insediamento, calcolato sulla base dei seguenti criteri tra loro cu-
mulabili:
• localizzazione della superficie agricola utilizzata, (SAU) prevalente dell’azienda agricola neo costituita o in cui si
insedia il giovane, nel rispetto dei seguenti parametri:
— 40.000 euro, nelle aree Natura 2000, parchi e riserve naturali di cui alla L.R. n. 42/1996;
— 30.000 euro in aree rurali C diverse da quelle di cui al punto precedente;
— 20.000,00 in aree diverse da quelle di cui ai punti precedenti;
• 30.000 per aziende agricole neo costituite o in cui si insedia il giovane, che soddisfano almeno una delle se-
guenti condizioni:
— la prevalenza dei prodotti aziendali sono già certificati biologico, DOC, DOCG, DOP, IGP, IGT o AQUA;
— la produzione delle materie prime necessarie alla realizzazione dei prodotti di cui al punto precedente è preva-
lente ed è gestita secondo i relativi disciplinari;
— il cui piano aziendale presentato preveda il raggiungimento delle condizioni di cui ai punti precedenti entro il
termine di conclusione dello stesso.
Nel caso di insediamento di più giovani agricoltori, il premio sarà concesso a ogni giovane insediato.
Per gli investimenti, sarà erogato un contributo pari:
• al 60% della spesa ammessa, per operazioni relative alla produzione agricole;
• al 40% della spesa ammessa, per operazioni relative alla prima lavorazione, alla trasformazione, allo stoccaggio
o alla commercializzazione di prodotti agricoli di provenienza aziendale.
La domanda di contributo dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2016, per posta elettronica certificata (PEC)
all'indirizzo agricoltura@certregione.fvg.it. Tale modalità di compilazione invio è utilizzabile fino a quando non verrà
resa disponibile (di cui sarà data opportuna comunicazione sul sito istituzionale della Regione Friuli Venezia Giu-
lia) la “domanda di pacchetto” sul portale informatico SIAN; da quel momento in poi, le domande andranno re-
datte e inoltrate con tramite SIAN.

Dalle Camere di Commercio


Deliberazione 28 gennaio 2016, n. 5/FG: bando per l’adeguamento delle imprese industriali ed artigiane alla
normativa antincendio ed antisismica; Deliberazione 28 gennaio 2016, n. 6/FG: bando per l’adeguamento del-
le imprese del commercio e dei servizi alla normativa antincendio ed antisismica

Incentivi per l’adeguamento delle strutture alla normativa antincendio


GORIZIA – Scadenza: 31 dicembre 2016, salvo chiusura anticipata per esaurimento risorse
La CCIAA di Gorizia ha aperto due bandi con contributi a sostegno di investimenti finalizzati all’adeguamento alla
normativa antincendio e sismica.
Il primo (approvato con Deliberazione n. 5/FG del 28 gennaio 2016) è destinato alle micro, piccole e medie impre-
se industriali ed artigiane, già iscritte al Registro delle Imprese ed operanti in provincia di Gorizia nelle sezioni del-
la classificazione delle attività economiche (ATECO 2007) di seguito riportate (ai fini dell’individuazione delle atti-
vità specifiche ammesse a contributo si rimanda all’elenco dettagliato di cui all’Allegato 1 del bando):
• sezione C “Attività manifatturiere”, limitatamente alle divisioni 10, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23,
24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32 e 33;
• sezione D “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata”, limitatamente alla divisione 35;
• sezione E “Fornitura di acqua; Reti fognarie; attività di gestione dei rifiuti e risanamento”, limitatamente alle di-
visioni 38 e 39;
• sezione F “Costruzioni”, limitatamente alle divisioni 41, 42 e 43;
• sezione H “Trasporto e magazzinaggio”, limitatamente alle divisioni 49 e 52.
Il contributo camerale sarà concesso, fino ad un importo massimo di 5.000 euro, in misura pari al 50% delle spe-
se relative alle perizie necessarie per individuare gli interventi di adeguamento delle infrastrutture operative delle
imprese alla normativa antincendio e antisismica.

292 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


Sinergie Grafiche srl

Finanziamenti – 30 giugno – 31 dicembre 2016

Il secondo bando (approvato con Deliberazione n. 6/FG del 28 gennaio 2016) è rivolto alle micro, piccole e medie
imprese del commercio e dei servizi, già iscritte al Registro delle Imprese ed operanti in provincia di Gorizia nelle
seguenti sezioni della classificazione delle attività economiche ATECO 2007:
• sezione C “Attività manifatturiere”, limitatamente al codice 33.1;
• sezione E “Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento”, limitatamente al codi-
ce 38.1;
• sezione G “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazioni di autoveicoli e motocicli”, limitatamente ai codici
45.11.01, 45.19.01, 45.20, 45.31.01,45.32.00, 45.40.11, 45.40.21, 45.40.30, 46.2, 46.3, 46.4, 46.5, 46.6, 46.7,
46.9, 47.11.40, 47.11.50, 47.19.20, 47.19.90, 47.2, 47.3, 47.4, 47.5, 47.6, 47.7, 47.8, 47.9;
• sezione H “Trasporto e magazzinaggio”, limitatamente al codice 52.21.6;
• sezione J “Servizi di informazione e comunicazione”, limitatamente ai codici 62.01, 62.02, 62.09.01, 62.03,
63.11.3;
• Sezione M “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, limitatamente ai codici 71.20.10, 71.20.21, 73.11.0,
74.10.21, 74.2;
• Sezione N “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, limitatamente ai codici 79.1, 81.2,
81.3, 82.92;
• Sezione S “Altre attività di servizi”, limitatamente ai codici 95, 96.01, 96.02, 96.09.02, 96.09.04.
Il contributo camerale coprirà – nella misura del 50%, fino ad un importo massimo di 5.000 euro – le spese soste-
nute per perizie necessarie per individuare gli interventi di adeguamento alla normativa antincendio e antisismica
delle strutture operative dedicate allo svolgimento dell’attività d’impresa.
Per entrambi i bandi, saranno ammesse le imprese:
— in regola con il pagamento del diritto annuale;
— che osservino nei confronti dei lavoratori la disciplina normativa e le condizioni retributive previste dalle leggi,
dai contratti collettivi di lavoro e dagli eventuali accordi integrativi.
Le domande di contributo dovranno essere presentate entro il 31 dicembre 2016, salvo chiusura anticipata per
esaurimento risorse, esclusivamente per posta elettronica certificata (PEC) al seguente indirizzo: fondogorizia@-
go.legalmail.camcom.it.

Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016 293


Sinergie Grafiche srl

Finanziamenti – 30 giugno – 31 dicembre 2016

294 Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2016


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