Il cantiere

Focus della riforma

bonus casa,
le ultime novità
Tra interventi normativi, correzioni in arrivo da Bruxelles e spiegazioni delle Entrate
gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni in ambito edilizio continuano a cambiare
illustrazione di stefano marra
Norme&Tributi

28/06/23

I Focus del SOLE 24 ORE

Il Sole 24 ORE, Milano, Sett. n.18.
In vendita abbinata obbligatoria
Il calendario le Case popolari i documenti le dichiarazioni
con Il Sole 24 ORE a €3,00 (I focus del
Sole €1,00 + Il Sole 24 ORE €2,00).
Solo ed esclusivamente per gli abbonati,
in vendita separata dal quotidiano a €1,00.
Ultima volata Bonus per gli Iacp, La regola base Lo sconto in 10 anni
Chiuso in redazione il 24 giugno 2023 per il superbonus la tagliola scatta è conservare passa dall’opzione
al 90 per cento dal 30 giugno fatture e pagamenti nel 730 del 2024
Latour e Parente p. 4 Caputo p. 9 Manfredi e Tarabusi p. 11 Pegorin p. 14
2 I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Lo scenario
Le nuove regole europee riscrivono
anche le agevolazioni per la casa
L’effetto combinato potrebbe arrivare
dalla direttiva Case green e dal nuovo
aggiornamento del regolamento Ecodesign
Giuseppe Latour
E
cobonus e superbonus
(trainato) destinati prin-
cipalmente alle pompe di
calore. Escludendo quasi
completamente i sistemi ibri-
di (pompa di calore + caldaia a
condensazione, controllati da
una centralina unica) e le cal-
daie a condensazione, a parti-
re forse già dal 2025. Per ades-
so è solo uno scenario, ma la
tendenza che sta prendendo
forma, in questi mesi, con le
nuove regole in arrivo dal-
l’Europa in materia di impian-
ti di riscaldamento è piuttosto
chiara. E potrebbe avere un
impatto diretto anche sulle
agevolazioni fiscali per la casa
già nei prossimi mesi.
I fronti aperti
Attualmente, i fronti aperti in
ambito europeo legati a questo
tema sono diversi. E tutti po-
trebbero avere un effetto anche
sui bonus. Il capitolo principale
è la cosiddetta direttiva “Case
green”, cioè la Epbd (Energy
performance of buildings di-
rective). Si tratta di un testo che
aggiorna una direttiva già esi-
stente e che fissa le regole per i
piani di efficientamento ener-
getico degli immobili dei Paesi
membri per i prossimi anni.
L’obiettivo generale è ridur-
re in modo drastico l’impatto
delle emissioni degli edifici, in-
sieme con la dipendenza dal gas
russo. Per fare questo la diretti-
va fissa un lungo calendario di
scadenze: ad esempio, sulle ri-
strutturazioni degli edifici resi-
denziali, ma anche sui requisiti
degli edifici nuovi, sulle rinno-
vabili, sugli impianti. Attual-
mente il testo è in discussione
tra istituzioni europee con il co-
siddetto trilogo, la trattativa in-
formale che porterà a un testo
condiviso tra Commissione,
Parlamento e Paesi membri.
Questa trattativa, per adesso, è
però partita in salita: al mo-
mento manca ancora un accor-
do anche sugli elementi collate-
rali del testo. Le discussioni, in-
somma, saranno parecchio
lunghe e potrebbero arrivare in
fondo con un testo molto diver-
so da quello (parecchio ambi-
zioso) proposto dal Parlamento
europeo e votato a metà marzo.
L’altro fronte molto rilevan-
te è quello legato all’aggiorna-
mento dei regolamenti Ecode-
sign ed Ecolabelling: chiusa la
fase di consultazione tra i di-
versi portatori di interessi, ora
la Commissione europea ha allo
studio la sua proposta di testo.
Le bozze circolate finora, che
prevedono anche lo stop alla
commercializzazione di caldaie
a gas a partire da settembre del
2029, avranno conseguenze
sulle agevolazioni, dal momen-
to che la regola (già oggi in vi-
gore) è che solo le tecnologie in-
serite nelle classi energetiche
più alte possono accedere agli
sconti fiscali. Cambiano i criteri
di classificazione, cambieranno
anche gli sconti.
I nuovi obiettivi
Partiamo proprio da qui per fa-
re un quadro della situazione.
Attualmente, l’ecobonus age-
vola, tra i molti interventi, le
caldaie a condensazione che si-
ano almeno in classe A, le pom-
pe di calore ad alta efficienza,
gli impianti dotati di apparec-
chi ibridi, costituiti da pompa
di calore integrata con una cal-
daia a condensazione, realiz-
zati e concepiti per funzionare
in abbinamento tra loro. Questi
prodotti sono agevolati, a se-
conda dei casi, al 50 o al 65% o
possono essere trainati nei la-
vori di superbonus, che attual-
mente accedono al 90% (con
requisiti differenti per le villet-
te e per i condomini).
Nell’ambito dell’ecobonus
le caldaie a condensazione
hanno mosso nel 2021 (ultimo
dato Enea disponibile) 2,4 mi-
liardi di euro di investimenti,
mentre le pompe di calore sono
arrivate a 945 milioni. Guar-
dando al superbonus, l’appor-
to delle diverse tecnologie è
molto differente. Le caldaie nel
2021 hanno raccolto 565 milio-
ni di investimenti, le pompe di
calore 861 milioni, ma soprat-
tutto colpisce la performance
dei sistemi ibridi (poco rile-
vanti nell’ecobonus), arrivati a
quasi 1,2 miliardi.
Gli effetti della Epbd
La geografia di questi investi-
menti, nei prossimi anni, sem-
bra però destinata a cambiare
in modo radicale. In primo luo-
go per effetto della direttiva
Epbd. Questa, infatti, nella ver-
sione approvata dal Parlamen-
to europeo prevede che, addi-
rittura già a partire dal 2024,
scatti un divieto di agevolazio-
ni fiscali per l’installazione di
caldaie a gas.
Attenzione, però: in questi
limiti non rientrano i sistemi
ibridi (come quelli costituiti da
una caldaia a condensazione e
da una pompa di calore) e le
caldaie certificate per funzio-
nare con combustibili rinno-
vabili (come il biometano o
l’idrogeno).
Inserire questa correzione
nel testo finale è stato decisivo
- va ricordato - per ottenere il
sì del Partito popolare europeo
al provvedimento. «Gli Stati
membri – spiega, allora, la di-
rettiva – non offrono più in-
centivi finanziari per l’instal-
lazione di caldaie individuali
che usano combustibili fossi-
2033
li». Questo avviene «al più tardi
da gennaio del 2024». Anche se
bisognerà capire cosa stabilirà
il testo finale.
Il regolamento Ecodesign
Oltre a questo, poi, nei nuovi re-
golamenti Ecodesign ed Ecola-
belling (attualmente allo studio
della Commissione europea,
dopo la fase di consultazione)
compare una riclassificazione
dell’etichettatura energetica
dedicata ai sistemi per il riscal-
damento. Indirettamente, così,
cambieranno anche gli incenti-
vi, perché già oggi le norme eu-
ropee (regolamento Ue
2017/1369, all’articolo 7 comma
2) impongono che «quando gli
Stati membri prevedono incen-
tivi per un prodotto specificato
in un atto delegato, tali incenti-
vi puntano alle due classi di ef-
ficienza energetica più elevate
tra quelle in cui si situa una per-
centuale significativa dei pro-
dotti, o a classi più elevate indi-
cate in tale atto delegato».
I bonus casa, insomma, van-
no alle due classi energetiche
più efficienti. Nel caso della
nuova classificazione (che scat-
terà, in base alla bozza attuale,
dal 1° settembre del 2025) sa-
ranno le classi B e C, perché la
classe A per scelta all’inizio non
sarà popolata. Ma quali prodotti
finiranno nelle classi più alte?
Non le caldaie a condensazione
che, di fatto, si avvierebbero co-
sì ad andare fuori produzione
da settembre del 2029: l’attuale
classe A andrebbe addirittura in
classe F, le attuali classi B e C sa-
rebbero in classe C. Non rien-
trerebbero, nella maggior parte
dei casi, negli incentivi neppure
í sistemi ibridi, destinati alle
classi D ed E; solo in qualche ca-
so potrebbero raggiungere la C.
Alle classi più alte, quindi,
avrebbero accesso soprattut-
to le pompe di calore elettri-
che. Cambiando in modo ra-
dicale la geografia attuale de-
gli sconti fiscali. O
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La scadenza
La direttiva Epbd, nella versione
approvata dal Parlamento Ue,
prevede l’obbligo di classe D entro
il 2033 per gli edifici residenziali
negoziati in salita
Trattative difficili e spac-
cature tra i Paesi membri e
i partiti. È la caratteristica
comune dei negoziati che
attualmente si stanno
svolgendo a Bruxelles in
materia di transizione
energetica. Le difficoltà, in
maniera trasversale,
stanno riguardando
anche i provvedimenti
legati alla casa. Il trilogo
sulla direttiva Epbd,
conosciuta in Italia come
“Case green”, è iniziato
peggio del previsto. Nella
prima giornata di incontri
tra istituzioni non sono
stati trovati accordi
neppure su uno degli
articoli esaminati (tutti su
questioni minori). E si
annunciano divisioni forti
su temi più incisivi, come il
calendario delle ristruttu-
razioni per gli edifici
esistenti. Discorso simile
sul regolamento Ecodesi-
gn. Qui la Commissione
europea ha fatto una
proposta che ha letteral-
mente spaccato i Paesi
membri: vietare la caldaie
a gas da settembre 2029.
Dopo gli ultimi incontri,
non sembra avere gli spazi
politici per andare avanti.
Anche su questo, allora, si
annunciano modifiche
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Il riordino
Primo pacchetto di modifiche
nella prossima legge di Bilancio
Sul tavolo una revisione finalizzata
ad agevolare il recupero di efficienza
e i nuclei con minori risorse a disposizione
Giuseppe Latour
Giovanni Parente
U
na riforma complessiva
dei bonus edilizi. Con un
intervento che potrebbe
arrivare anche in più tempi e in
più veicoli legislativi: uno primo
step si annuncia già con la pros-
sima legge di Bilancio, mentre
un secondo potrebbe aprirsi con
il riordino di tutte le tax expen-
ditures con l’attuazione della
delega fiscale. Il cantiere è aper-
to, con diversi fronti di osserva-
zione. Da un lato, c’è il dossier al-
lo studio di Enrico Zanetti, con-
sigliere del ministro dell’Econo-
mia Giancarlo Giorgetti.
Dall’altro, c’è il fronte parlamen-
tare su cui sia i partiti di maggio-
ranza che di opposizione hanno
depositato alcune proposte di
legge, anche se con prospettive
e visioni differenti.
La logica di fondo è comun-
que quella di garantire un oriz-
zonte temporale più ampio ai
bonus edilizi, anche se con una
maggiore selettività: in questo
modo si riporterebbe l’agevola-
zione maggiormente nell’alveo
della necessità di ammoderna-
mento e valorizzazione del pa-
trimonio immobiliare rispetto a
una funzione congiunturale, co-
me quella che era stata di fatto
“assegnata” con il superbonus e
la cedibilità dei bonus a partire
dal decreto Rilancio (Dl
34/2020) nell’intenzione di far
ripartire il settore edilizio dopo
le restrizioni del Covid.
Il campo su cui si sta dipa-
nando il dossier al ministero
dell’Economia considera alme-
no tre variabili. In primo luogo,
la disponibilità di risorse. Molto,
infatti, dipenderà dall’evoluzio-
ne del Pnrr e la disponibilità di
fondi da destinare a questa linea
di interventi. In secondo luogo,
c’è quello di rendere le agevola-
zioni fiscali maggiormente se-
lettive e, quindi, di fatto indivi-
duare e scremare la platea dei
nuovi potenziali beneficiari. Co-
me? I ragionamenti in corso si
muovono lunga una duplice di-
rettrice. Prima fra tutte, la rige-
nerazione urbana. L’idea di fon-
do dovrebbe essere quella di
premiare interventi con una ca-
pacità di andare in profondità il
patrimonio immobiliare esi-
stente. Potrebbe essere il caso,
ad esempio, del sismabonus ac-
quisti, che consente di agevolare
la vendita di abitazioni soggette
a una integrale ricostruzione.
Una seconda direttrice potrebbe
essere l’incremento di efficienza
energetica: la logica è di massi-
mizzare il risultato in termini di
risparmio di consumi. Un trac-
cia, in tal senso, potrebbe essere
segnata dai dati già a disposizio-
ne dell’Enea, che ha un quadro
dettagliato del “costo del rispar-
mio energetico” dei diversi lavo-
ri e, pertanto, del recupero di ef-
ficienza conseguibile.
Ma c’è anche una terza varia-
bile che sarà soppesata nel rior-
dino: favorire i nuclei familiari
meno abbienti sulla scia di
quanto già fatto con l’introdu-
zione del quoziente familiare
con un reddito non superiore a
15mila euro.
L’idea di fondo di calibrare le
agevolazioni edilizie su chi ha
più difficoltà economiche (e
quindi non può accedere a inter-
venti spesso molto onerosi) è
sottintesa alla proposta di legge
targata Lega e depositata da
quattro deputati della commis-
sione Finanze della Camera (Al-
berto Gusmeroli, Alberto Ba-
gnai, Laura Cavandoli e Giulio
3
15mila euro Reddito di riferimento
Il reddito fino al quale si può
ottenere il superbonus al 90%
per le unifamiliari in caso di
interventi iniziati nel 2023
La mappa degli investimenti dal 2021 ad oggi
L'ANDAMENTO
DELLE SPESE 80.000
77.057
Investimenti
ammessi
a detrazione 60.000
cumulati.
Dati in
mln di €
40.000
ANNO 2021
20.000
16.204
0
G F M A M G L A S O N D G F M A M
2022 2023
TOTALE DEGLI
INVESTIMENTI
39.686
Condomini
DIVISO PER 27.429
TIPOLOGIA Unifamiliari
DI IMMOBILE*
Dati in 11.236
Unità
mln di € TOTALE
indipendenti
INVESTIMENTI
78.353
(*) I numeri tengono conto anche degli investimenti che superano il massimale e non sono ammessi a detrazione.
Fonte: elaborazione Il Sole 24 Ore su dati Enea
Centemero). Una proposta che pari al 100%, e potrà anche avere mente potranno essere mobili-
punta a dividere i cittadini tra lo sconto in fattura e la cessione tate. Gli ultimi interventi in ordi-
capienti fiscali e non capienti fi- del credito (si veda anche «Il Sole ne temporale (dalla riduzione
scali. Se un cittadino è fiscal- 24 Ore» del 6 giugno). Una pro- del superbonus alla stretta sulle
mente capiente, il bonus avrà posta che mira a diventare una cessioni) sono indicativi della li-
una percentuale del 60% e sarà base di discussione per gli ope- nea che intende seguire il Go-
utilizzabile da cinque a 20 anni. ratori del settore in vista del verno. Tra l’altro, c’è anche da
Se , invece, non è capiente da un riordino con la prossima legge di considerare la partita dell’attua-
punto di vista fiscale (o meno Bilancio, su cui si lavorerà in au- zione della delega fiscale. Seb-
abbiente) potrà avere uno scon- tunno. Ma anche l’opposizione bene siano stati indicati i princi-
to a copertura del costo, quindi si muove. Tra le altre, c’è la pro- pi di tutela del «bene casa» e gli
posta del M5S (primo firmatario obiettivi di miglioramento del-
Agostino Santillo) che da una l’efficienza energetica e della ri-
detrazione base prevede poi una duzione del rischio sismico del
Dibattito in Parlamento percentuale crescente in base al patrimonio edilizio esistente, la
La proposta della Lega prevede tipo di intervento e alla sua fina- più generale riduzione delle tax
due aliquote di sconto lità, come ad esempio la classe expenditures potrebbe essere
in base alla capienza fiscale energetica migliorata. un’ulteriore occasione di un ri-
Il M5S mira a un sistema Tutto, però, sarà più chiaro pensamento della materia. O
di detrazioni crescenti con le risorse che complessiva- © RIPRODUZIONE RISERVATA
4 I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Il calendario
Ultima volata per il superbonus 90%
Dal 2024 lo sconto scende al 70%
Mancano sei mesi al taglio del superbonus
e non è l’unica scadenza in programma:
a fine settembre il termine per le villette
Giuseppe Latour
Giovanni Parente
S
ei mesi quasi esatti alla
fine del 2023 e grandi
cambiamenti in arrivo
per i bonus casa. Dice questo
il calendario delle agevola-
zioni fiscali per l’edilizia. Se,
infatti, per molti sconti è già
stata finanziata la conferma
fino a tutto il 2024 e anche
oltre (il bonus barriere ar-
chitettoniche arriverà fino al
2025), il superbonus di fatto
chiuderà il suo percorso il 31
dicembre.
La progressiva riduzione
del 110%, già programmata or-
mai da tempo e rivista al ribas-
so dal Governo Meloni, preve-
de per il 2024 lo scalino più dif-
ficile da digerire per il merca-
to: lo sconto, infatti, scenderà
al 70% il prossimo anno per poi
passare al 65% nel 2025. Vuol
dire che, per la prima volta da
quando è stato varato, il super-
bonus non sarà lo sconto più
vantaggioso a disposizione dei
contribuenti.
Concretamente, allora,
siamo all’ultima volata per i
condomìni e per le villette,
anche se con condizioni mol-
to diverse. I primi hanno an-
cora a disposizione pochi
mesi, ma hanno ancora la
possibilità di mantenere lo
sconto del 70% se non centra-
no la scadenza. Per le villette
e le unità indipendenti, inve-
ce, il 31 dicembre prossimo lo
sconto si esaurisce. Oltre
quella data ci saranno solo i
cosiddetti bonus minori.
Un’altra scadenza riguarde-
rà le villette. È il prossimo 30
settembre. Il termine, istituito
dalla legge di conversione del
30 novembre La sanatoria
Entro questa data è possibile
inviare le comunicazioni
di cessione e sconto in fattura
con la remissione in bonis
La mappa degli sconti fiscali
I principali bonus casa con scadenze e percentuali di agevolazione
2023 2024 2025
Bonus 50% 50% 36%
decreto Cessioni, riguarda i la- ristrutturazioni
vori che erano almeno al livello ordinario
del 30% al 30 settembre 2022.
Dopo diversi rinvii, è arrivato Ecobonus 50% / 65% 50% / 65% -
il momento di completare i Caldaie, infissi,
cantieri, effettuando tutte le pannelli solari..
spese da portare in detrazione
al 110 per cento. Oltre la sca-
denza, anche in questo caso, ci Ecobonus lavori 65% / 70% / 75% 65% / 70% / 75% -
saranno i bonus minori. pesanti - Riqualificaz.
Qualche settimana più edifici e parti comuni
avanti, poi, ci sarà il termine
per completare la remissione
70% / 75% / 80% / 85%70% / 75% / 80% / 85% -
in bonis per la cessione dei Sismabonus*
crediti. Entro il 30 novembre
sarà possibile effettuare le
comunicazioni di cessione e
Sismabonus 75% / 85% 75% / 85% -
sconto in fattura, pagando la
sanzione di 250 euro. Ci sono acquisti
due casi. Il primo è quello dei
soggetti che abbiano tenuto
un comportamento coerente Bonus energetico 80% / 85% 80% / 85% -
con l’esercizio dell’opzione + sismico
prima della scadenza del ter-
mine naturale, il 31 marzo:
cioè, devono avere concluso 50% 50% -
Bonus mobili**
un accordo di cessione prima
della scadenza.
Accanto a questi, la legge di
conversione del decreto Ces- Bonus barriere 75% 75% 75%
sioni ha previsto la possibilità architettoniche
di inviare tardivamente la co-
municazione anche se entro il
31 marzo scorso non è stata 36% 36% -
Bonus verde
formalizzata la cessione del
credito. In questo modo, è pos-
sibile sanare la posizione di chi
ha avuto problemi a vendere il Superbonus 90% 70% 65%
proprio credito. condomini***
Entro lo stesso termine,
infine, ci sarà la remissione
in bonis per rimettere in pi- Superbonus 90% - -
sta chi abbia omesso o abbia villette****
presentato tardivamente
l’asseverazione di efficacia (*) Il sismabonus spetta nella misura del 70% in caso di miglioramento di una classe di rischio sismico; con due classi
degli interventi per la ridu- si sale all’80%. Per i lavori su parti comuni spetta il 5% in più. (**) Spetta solo se agganciato a un lavoro di ristrutturazione.
Nel 2023 il limite di spesa è 8mila euro, nel 2024 scende a 5mila euro. (***) Salvano il 110% per le spese effettuate in tutto
zione del rischio sismico (il
il 2023 i soggetti che abbiano approvato una delibera condominiale entro il 18 novembre e abbiano presentato una Cilas
cosiddetto “allegato B”), sia entro il 31 dicembre. Oppure i soggetti che abbiano approvato una delibera tra il 19 e il 24 novembre e presentato una Cilas
per il sismabonus che per il entro il 25 novembre. (****) Nel 2022 accedono al 110% dopo il 30 giugno solo i soggetti che abbiano effettuato almeno
superbonus. O il 30% dei lavori al 30 settembre: potranno effettuare le spese fino al 30 settembre 2023. Nel 2023 il bonus è subordinato
ad alcune condizioni, come il reddito non superiore ai 15mila euro, in base ai conteggi del quoziente familiare.
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
I titoli edilizi
Superbonus, anche la Cila ordinaria
può salvare il 110% nel 2023
La circolare 13/E spiega quali effetti
hanno le diverse comunicazioni sul rispetto
dei termini fissati dalla legge di Bilancio
Pagina a cura di
Luca De Stefani
I
l superbonus nella misura
del 110% si applica per il
2023 (senza subire la ridu-
zione al 90%) anche per gli
interventi iniziati prima del 1°
giugno 2021 da parte dei con-
domìni e dei proprietari unici
di edifici con due, tre o quat-
tro unità immobiliari (sia per
interventi su parti comuni
che per lavori su singole uni-
tà immobiliari), che dopo tale
data non hanno presentato la
Cilas, ad integrazione del
precedente titolo abilitativo,
in quanto «rileva la data di
presentazione del diverso ti-
tolo abilitativo richiesto dalla
normativa all’epoca vigente».
Il chiarimento è contenuto
nella circolare 13 giugno
2023, n. 13/E, paragrafo 1.1,
che supera il dettato norma-
tivo dell’articolo 119, comma
13-ter del Dl 34/2020, che cita
solo la Cilas, e che dovrebbe
essere applicabile anche ai fi-
ni della sterilizzazione del
blocco delle opzioni di ces-
sione del credito o di «sconto
in fattura», introdotto a par-
tire dal 17 febbraio 2023.
Riduzione dal 110% al 90%
Nell’articolo 1, comma 894
della legge di Bilancio 2023,
quando si prevede la non ap-
plicazione della riduzione
del superbonus dal 110% al
90% per il 2023 prevista dal
decreto Aiuti quater per i
condomìni e i proprietari
unici, infatti, si parla solo di
«Comunicazione di inizio la-
vori asseverata (Cila), ai sen-
si dell’articolo 119, comma
13-ter, del decreto-legge 19
maggio 2020, n. 34», cioè
della Cila superbonus intro-
dotta dal 1° giugno 2021. Non
si parla, invece, di Cila ordi-
naria, Scia, permesso a co-
struire o un altro titolo edili-
zio abilitativo, tranne che
per gli «interventi compor-
tanti la demolizione e la ri-
costruzione degli edifici».
Pertanto, la riduzione del
superbonus dal 110% al 90%
per il 2023, sembrava appli-
carsi sempre a chi, prima del
1° giugno 2021, aveva pre-
sentato una Cila ordinaria o
un’altra richiesta di titolo
edilizio abilitativo (quindi,
non una «Cila-superbonus»,
non esistente in quel perio-
do). Questi soggetti, peral-
tro, avevano seguito il Qua-
derno Anci del 28 luglio
2021, proseguendo l’inter-
vento «con la procedura già
in essere», senza presentare
una nuova Cilas.
Nella circolare 13/E/2023,
in breve
La legge di Bilancio 2023
prevede che, in alcune
situazioni, sia possibile
conservare il 110%
anche per quest’anno,
senza dovere applicare la
misura più svantaggiosa
del 90 per cento. Secon-
do la manovra, fa fede la
presentazione della Cila
superbonus, non di altri
titoli edilizi. La circolare
13/E spiega come que-
sto limite si applica nella
pratica e quali effetti
hanno le diverse comu-
nicazioni
18 novembre
al paragrafo 1.1, ora, si chiari-
sce che resta inteso che, per
questi interventi, iniziati pri-
ma del 1° giugno 2021, «rileva
la data di presentazione del
diverso titolo abilitativo ri-
chiesto dalla normativa al-
l’epoca vigente».
Invece, solo per i lavori ini-
ziati dopo, la mancata pre-
sentazione della Cilas non
consente di derogare alla ri-
duzione dal 110% al 90% per il
2023, «a prescindere dalla
circostanza che in applica-
zione del Tu dell’edilizia i la-
vori richiedano un titolo edi-
lizio diverso».
Cessione e sconto
Si ritiene che questo chiari-
mento debba valere in ma-
niera simile anche per la ste-
rilizzazione della stretta del-
le opzioni di cessione del
credito o di «sconto in fattu-
ra», per chi non deve effet-
tuare demolizione e rico-
struzione di edifici (per le
quali è sufficiente l’istanza
per l’acquisizione del titolo
abilitativo). In questi casi,
infatti, la stretta non si ap-
plica solo se prima del 17 feb-
braio 2023 è stata presentata
una «Cila-superbonus» (e
per i condomìni adottata la
delibera assembleare).
Sono rimasti esclusi da
questa sterilizzazione, quin-
di, i contribuenti che prima
del 1° giugno 2021 hanno
presentato una Cila ordina-
ria o un’altra richiesta di ti-
tolo edilizio abilitativo e poi,
seguendo il Quaderno Anci
del 28 luglio 2021, hanno
proseguito «con la procedu-
ra già in essere», senza pre-
sentare una nuova «Cila-su-
perbonus». L’articolo 2,
comma 2 del decreto legge n.
11/2023, infatti, non consi-
dera questi casi tra quelli
esclusi dalla stretta. Questa
problematica ora sembra
superata. O
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La data chiave
Il 18 novembre è una delle
scadenze chiave per i
condomini che sono riusciti a
mantenere il 110% nel 2023
Il cambio di impresa
non blocca il 110%
Le modifiche
L’Agenzia chiarisce
il concetto di variante
La riduzione del superbonus
dal 110% al 90% nel 2023 per
condomìni e i proprietari uni-
ci può essere evitata, in base
all’articolo 1, comma 894 del-
la legge 29 dicembre 2022, n.
197, se è stata presentata, pri-
ma di specifiche date, la Cilas
(o l’istanza per l’acquisizione
del titolo abilitativo, per la de-
molizione e la ricostruzione).
L’articolo 2-bis del decreto
legge 16 febbraio 2023, n. 11,
ha poi previsto che questa di-
sposizione si interpreti «nel
senso che la presentazione di
un progetto in variante alla
comunicazione di inizio lavo-
ri asseverata (Cila) o al diver-
so titolo abilitativo richiesto
in ragione della tipologia di
intervento edilizio da esegui-
re, non rileva ai fini del rispet-
to dei termini previsti». Inol-
tre, relativamente agli inter-
venti sulle «parti comuni di
proprietà condominiale, non
rileva, agli stessi fini, l’even-
tuale nuova deliberazione as-
sembleare di approvazione
della suddetta variante». Si
tratta, quindi, di varianti che
costituiscono «integrazione»
alla prima comunicazione.
Il riferimento alla variante
è generico e non limita l’in-
terpretazione autentica alle
sole varianti non sostanziali.
Ad esempio, costituiscono
varianti alla Cila iniziale, che
non rilevano ai fini del rispet-
to dei suddetti termini, «non
solo le modifiche o integra-
zioni del progetto iniziale»,
5
ma «anche la variazione del-
l’impresa incaricata dei lavori
o del committente degli stes-
si, nonché la previsione della
realizzazione di interventi
trainanti e trainati rientranti
nel superbonus, non previsti
nella Cila presentata ad inizio
dei lavori». Il chiarimento è
contenuto nella circolare del-
le Entrate del 13 giugno 2023,
n. 13, al paragrafo 1.1.1; nella
nota 7 si ricorda che sono in-
cluse nell’ambito applicativo
di questa norma di interpre-
tazione autentica anche le va-
rianti ai titoli abilitativi riferi-
ti ai lavori iniziati prima del-
l’introduzione dell’obbligo di
presentazione della «Cila-su-
perbonus», introdotta dal 1°
giugno 2021.
Questa norma interpre-
tativa non riguarda le villet-
te e le case a schiera, che
continuano ad applicare il
superbonus nella misura
del 110% fino alla fine di set-
tembre 2023, se hanno ri-
spettato la condizione dei
lavori effettuati del 30% al
30 settembre 2022.
La stessa norma interpre-
tativa, poi, si applica anche
nei casi di presentazione di
una variante di titoli abilitati-
vi presentati prima del 17 feb-
braio 2023, ai fini dell’esclu-
sione dal blocco delle cessioni
e degli «sconti in fattura».
Grazie a questa interpreta-
zione autentica è possibile
presentare una variante so-
stanziale anche dopo il 16 feb-
braio 2023, aggiungendo
nuovi interventi agevolati,
senza subire lo stop alle op-
zioni delle cessioni dei crediti
e degli «sconti in fattura». O
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6 I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
I paletti
Villette e sconto al 90%, nel calcolo
del quoziente anche il convivente
Con la circolare 13/E arrivano i primi
chiarimenti sulle modalità di calcolo
del limite di reddito da 15mila euro
Pagina a cura di
Luca De Stefani
S
uperbonus del 90% per
le villette nel 2023: il
coniuge fa parte del
«nucleo familiare» del con-
tribuente, anche se non risul-
ta nello stato di famiglia per-
ché, ad esempio, ha una di-
versa residenza. Inoltre, rien-
trano gli altri familiari diversi
dal coniuge, anche se non so-
no a carico del contribuente,
ma a carico «dell’altro geni-
tore o di entrambi». Sono
questi alcuni dei chiarimenti
della circolare n. 13/E.
Fanno parte del «nucleo fa-
miliare» del contribuente, da
considerare nel calcolo del
«reddito di riferimento» non
superiore a 15mila euro, sia al
denominatore come «numero
di parti», sia al numeratore co-
me reddito complessivo, i se-
guenti soggetti:
1 il «coniuge o il componente
dell’unione civile, anche se non
risulta nello stato di famiglia
perché, ad esempio, ha una di-
versa residenza»;
2 il convivente in base alla
legge Cirinnà;
3 i figli e ogni altra persona
indicata nell’articolo 433 del
Codice civile, purché siano fi-
scalmente a carico (circolare
del 13 giugno 2023, n. 13, para-
grafo 1.1.3).
Il coniuge o il soggetto lega-
to al contribuente da unione ci-
vile o il convivente vi rientra,
«a prescindere dalla circostan-
za che il medesimo» nel 2022
sia stato o meno a carico fiscale
del contribuente che beneficia
dell’agevolazione; al contrario,
potrebbe anche verificarsi che
quest’ultimo sia stato a carico
fiscale del coniuge (relazione
illustrativa del Senato al decre-
to legge 18 novembre 2022, n.
176, decreto Aiuti-quater).
Mentre, gli altri familiari «di
cui all’articolo 12» del Tuir, di-
versi da quelli precedenti
(sempre nel calcolo sia del
«numero di parti» al denomi-
natore che del reddito com-
plessivo al numeratore), vanno
considerati solo se nel 2022
erano a carico del contribuente
«o dell’altro genitore o di en-
trambi» (anche se non sono
obbligati a presentare la di-
chiarazione dei redditi o il 730).
Devono, quindi, trovarsi
nelle condizioni dell’articolo
12, comma 2 del Tuir, cioè con
un reddito complessivo non
superiore a 2.840,51 euro, al
lordo degli oneri deducibili
ovvero, per i figli di età non su-
periore a ventiquattro anni,
con un reddito complessivo
non superiore a 4mila euro, al
lordo degli oneri deducibili.
Non vanno considerati, inve-
Il coniuge.
Anche se non risultano nello stato
di famiglia i coniugi fanno parte del
nucleo
1° gennaio 2023
ce, i familiari del contribuente
(diversi dal coniuge e dagli as-
similati) non a carico dello
stesso, cioè i percettori di un
reddito complessivo, al lordo
degli oneri deducibili, supe-
riore a 2.840,51 euro (4mila
euro, per i figli di età non supe-
riore a 24 anni).
Questi familiari «di cui al-
l’articolo 12» del Tuir sono so-
stanzialmente i figli del contri-
buente e i familiari dell’articolo
433 del Codice civile; la circola-
re delle Entrate, al paragrafo
1.1.3, ha chiarito che è indiffe-
rente il genitore a cui questi fa-
miliari si trovavano a carico nel
2022, in quanto potevano esse-
re a carico, indifferentemente,
del contribuente «o dell’altro
genitore o di entrambi».
Il figlio di genitori separati
che è a carico di entrambi va
considerato in ambedue i nu-
clei, a prescindere dalle per-
centuali di carico fiscale, per
quel che riguarda sia il numero
di parti sia il reddito comples-
sivo familiare; se un familiare
risulta fiscalmente a carico per
una sola parte dell’anno (ad
esempio, se è nato nel corso del
2022), va considerato in questi
calcoli, a prescindere dalla cir-
costanza che risulti fiscalmen-
te a carico solo per una parte
dell’anno e senza effettuare al-
cun ragguaglio (circolare delle
Entrate del 13 giugno 2023, n.
13, al paragrafo 1.1.3). O
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L’avvio lavori
Possono ottenere il 90% per le
villette e le unità indipendenti
solo i lavori avviati a partire dal
1° gennaio del 2023
La cedolare secca
fa parte del reddito
Il conteggio
Ricompresa anche
la flat tax dei forfettari
Per ottenere il superbonus
del 90% nel 2023 per le villet-
te e le unità indipendenti, è
necessario, con una novità
introdotto in questa occasio-
ne, che «il contribuente abbia
un reddito di riferimento,
determinato ai sensi del
comma 8-bis.1, non superio-
re a 15mila euro».
Secondo quest’ultimo
comma 8-bis.1, il «reddito di
riferimento è calcolato divi-
dendo la somma dei redditi
complessivi posseduti» nel
2023 «dal contribuente, dal
coniuge del contribuente,
dal soggetto legato da unio-
ne civile o convivente se
presente nel suo nucleo fa-
miliare, e dai familiari, di-
versi dal coniuge o dal sog-
getto legato da unione civi-
le», di cui all’articolo 12 del
Tuir, presenti nel suo nucleo
familiare, che nel 2022 era-
no a carico, ai sensi dell’arti-
colo 12, comma 2, del Tuir,
«per un numero di parti de-
terminato secondo la Tabel-
la 1-bis», allegata al decreto
legge 34/2020.
Secondo l’articolo 8 del
Tuir, il reddito complessivo si
determina sommando i red-
diti di ogni categoria (redditi
fondiari, di capitale, di lavoro
dipendente, di lavoro auto-
nomo, di impresa e redditi
diversi), che concorrono a
formarlo e sottraendo le per-
dite derivanti dall’esercizio di
arti e professioni. Nei modelli
dichiarativi il «reddito com-
plessivo» ai fini Irpef è indi-
cato nel rigo RN1 colonna 5
del modello Redditi PF (o nel
rigo 11 del 730-3).
Però, quando le vigenti di-
sposizioni fanno riferimento,
«per il riconoscimento della
spettanza o per la determina-
zione di deduzioni, detrazio-
ni o benefici di qualsiasi tito-
lo, anche di natura non tribu-
taria, al possesso di requisiti
reddituali», si deve tenere
conto anche:
1 del reddito assoggettato
alla cedolare secca (articolo 3,
comma 7, del decreto legisla-
tivo 14 marzo 2011, n. 23);
2 del reddito assoggettato al
regime forfettario (articolo 1,
comma 75, legge 23 dicembre
2014, n. 190);
3 della quota di agevolazio-
ne Ace di cui all’articolo 1 del
decreto legge 6 dicembre
2011, n. 201 (come chiarito
nella circolare delle Entrate
del 13 giugno 2023, n. 13, al
paragrafo 1.1.3).
I righi RN1, colonna 5, del
modello Redditi PF e 11 del
730-3, poi, comprendono
anche i redditi derivanti dal-
l’abitazione principale e dal-
le relative pertinenze, che
poi vengono tolti nei righi
successivi.
Sembra, quindi, che il
reddito complessivo rile-
vante per il «quoziente fa-
miliare» debba essere consi-
derato al lordo del reddito
dell’abitazione principale e
delle relative pertinenze, co-
me accade ai fini del calcolo
del reddito complessivo per
stabilire i carichi di famiglia
(circolare 9 gennaio 2008, n.
1/E, paragrafo 2). O
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Terzo settore
Onlus del settore socio-sanitario
con il 110% fino a tutto il 2025
Agevolazione piena anche per Odv e Aps
con interventi di efficientamento energetico
e di adeguamento antisismico
Pagina a cura di
Ilaria Ioannone
Gabriele Sepio
I
nterventi di efficientamento
energetico e adeguamento
antisismico: per Onlus, or-
ganizzazioni di volontariato
(Odv) e associazione di pro-
mozione sociale (Aps) che
operano nel settore socio-sa-
nitario prorogato il 110% per le
spese sostenute entro il 31 di-
cembre 2025.
Con la circolare 13/E/2023,
l’agenzia delle Entrate si sof-
ferma, ancora una volta, a for-
nire chiarimenti sulle ultime
novità introdotte in materia
di Superbonus dal decreto
Aiuti-quater, dalla legge di bi-
lancio 2023 e dal Dl 11/2023
(decreto Cessioni). Nello spe-
cifico, l’amministrazione fi-
nanziaria nel paragrafo 1.3.
concentra la propria attenzio-
ne sulla disposizione dell’ar-
ticolo 119, comma 8-ter, del
decreto Rilancio (Dl 34/2020).
Una norma quest’ultima che
ammette la possibilità, per
determinati soggetti tra cui
Onlus, Odv e Aps iscritte nei
precedenti registri, di benefi-
ciare del superbonus, nella
misura del 110%, per gli inter-
venti effettuati nei Comuni
colpiti da eventi sismici veri-
ficatisi a far data dal 1° aprile
2009 e in cui sia stato dichia-
rato lo stato emergenziale.
L’agenzia delle Entrate, al
fine di individuare l’ambito
applicativo della norma, in li-
nea con i precedenti orienta-
menti (circolare 23/E del
2022) ribadisce come il comma
8 ter, facendo espresso richia-
mo alle norme che disciplina-
no i rapporti tra il superbonus
e i contributi previsti per la ri-
parazione e ricostruzione de-
gli edifici danneggiati da
eventi sismici (comma 1-ter,
4-ter, 4-quater) si riferisca a
tutte quelle spese sostenute
per gli interventi ammessi al
superbonus e per i quali sia
prevista anche l’erogazione di
contributi per la riparazione o
ricostruzione a seguito di
eventi sismici. Viene, infatti,
evidenziato che in considera-
zione della ratio della norma –
volta ad accelerare la ricostru-
zione degli edifici nelle zone
sismiche – la proroga del 110%
debba trovare applicazione
per tutti quegli interventi ef-
fettuati su edifici residenziali
o unità immobiliari a destina-
zione abitativa per i quali sia
stato accertato, mediante
scheda Aedes o documento
analogo, il nesso causale tra
danno dell’immobile ed even-
to sismico, situati in uno dei
Comuni di cui alle Regioni in-
I REQUISITI
O Svolgimento attività di
assistenza alle fasce più
deboli nell'immobile
oggetto di intervento
O Obbligo per i membri
del Consiglio di ammini-
strazione di non percepi-
re compensi o indennità
di carica
O Inquadramento dell'im-
mobile nella categoria
B/1, B/2 o D/4
O Possesso degli immo-
bili a titolo di proprietà,
nuda proprietà, usufrut-
to o comodato d'uso
gratuito
48mila euro
teressate da eventi sismici per
le quali è stato dichiarato lo
stato di emergenza.
Con riferimento agli enti
non profit, poi, l’agenzia delle
Entrate si sofferma ad analiz-
zare la novità introdotta con
il decreto Aiuti ter per le
Onlus, Odv e Aps nel settore
socio-sanitario.
Come chiarito dalla stessa
amministrazione finanziaria,
al ricorrere dei presupposti
previsti dal comma 10 bis del-
l’articolo 119 del Dl Rilancio
(i.e. svolgimento attività di as-
sistenza alle fasce più deboli
all’interno dell’immobile og-
getto di intervento; obbligo per
i membri del Consiglio di am-
ministrazione di non percepire
compensi o indennità di cari-
ca; inquadramento dell’immo-
bile nella categoria B/1, B/2 o
D/4; possesso degli immobili a
titolo di proprietà, nuda pro-
prietà, usufrutto o comodato
d’uso gratuito) per gli inter-
venti di efficienza energetica,
miglioramento e adeguamen-
to antisismico Onlus, Odv e
Aps potranno beneficiare della
detrazione al 110% per tutte
quelle spese sostenute entro il
31 dicembre 2025.
Resta, infine, da ricordare
che in linea con gli interventi
normativi introdotti con il Dl
11/2023, tali realtà potranno
continuare ad accedere allo
sconto in fattura e alla cessio-
ne del credito. Una possibilità
questa concessa peraltro per
tutti i lavori effettuati su im-
mobili danneggiati dagli
eventi sismici a far data dal 1°
aprile 2009, dove è stato di-
chiarato lo stato di emergenza,
nonché per gli interventi ri-
guardanti fabbricati colpiti dai
fenomeni meteorologici veri-
ficatisi a partire dal 15 settem-
bre 2022, situati nei territori
della regione Marche e per i
quali sia stato dichiarato lo
stato di emergenza (articolo 2,
comma 3-quater). O
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L’importo delle spese
L’importo totale delle spese
su cui calcolare la detrazione
per il solare fotovoltaico non può
superare i 48mila euro
Solare fotovoltaico:
sì al superbonus
Il perimetro
Energia non consumata
da cedere al Gse
Impianti solari fotovoltaici:
la detrazione del 110% scatta
anche per Onlus, organizza-
zioni di volontariato (Odv) e
associazioni di promozione
sociale (Aps). La precisazione
emerge dalla circolare 13/E
del 2023, che, nel fornire in-
dicazioni sulle recenti modi-
fiche normative intervenute
in materia di superbonus, si
sofferma ad analizzare quel-
le che interessano le realtà
del mondo non profit. Nello
specifico, infatti, l’Ammini-
strazione finanziaria ribadi-
sce quanto previsto dalla leg-
ge di Bilancio 2023 che, attra-
verso l’introduzione del
comma 7-bis all’articolo 119
del Dl Rilancio, concede la
detrazione nella misura del
110% anche a Odv, Aps ed
Onlus iscritte nei relativi re-
gistri di settore che installino
impianti solari fotovoltaici in
aree o strutture non perti-
nenziali, anche di proprietà
di terzi, diverse dagli immo-
bili all’interno dei quali ven-
gono realizzati interventi
trainanti rientranti nel su-
perbonus, purché questi ulti-
mi siano situati all’interno di
centri storici soggetti ai vin-
coli di interesse pubblico o
paesaggistico.
Un’agevolazione, quella
individuata dalla norma, che
viene concessa nel caso in cui
accanto alle condizioni appe-
na citate, vi sia una cessione
a favore del Gse dell’energia
non autoconsumata o condi-
7
visa. Per quanto concerne,
invece, l’ammontare com-
plessivo delle spese su cui
calcolare la detrazione non
potrà essere superiore a
48mila euro, nel limite di
spesa di 2.400 euro per kW di
potenza nominale dell’im-
pianto solare fotovoltaico.
Viene poi precisato che, in li-
nea con quanto previsto dal-
l’articolo 119, comma 6, del Dl
Rilancio, l’agevolazione po-
trà valere anche per l’instal-
lazione, contestuale o suc-
cessiva, di sistemi di accu-
mulo integrati negli impianti
solari fotovoltaici agevolati,
nel limite di spesa di mille
euro per ogni kWh di capaci-
tà di accumulo del sistema.
Resta da chiarire, invece,
un aspetto legato al profilo
soggettivo della nuova di-
sposizione che ammette al
beneficio fiscale Odv, Aps e
Onlus iscritte nei previgenti
registri. Per le prime due re-
altà bisognerà riferirsi unica-
mente alle associazioni inte-
ressate dalla procedura di
trasmigrazione conclusasi il
7 novembre scorso.
Per le Onlus occorre com-
prendere se possa benefi-
ciarne anche una realtà che
abbia già deciso di accedere
al Registro unico assumendo
la qualifica di ente del Terzo
settore. In questo senso, po-
trebbero trovare applicazio-
ne i precedenti chiarimenti
dell’Amministrazione finan-
ziaria (circolare 3/E/2022)
che sul punto ha avuto modo
di specificare come tali realtà
potranno mantenere il bene-
ficio data la continuità tra ta-
le qualifica e quella di Ets. O
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8 I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Qualificazione
Per i grandi cantieri dal 1° luglio
le agevolazioni sono legate alla Soa
Entra pienamente in vigore la norma
che obbliga ad avere l’attestazione
Si chiude così una lunga fase transitoria
Pagina a cura di
Giuseppe Latour
L
a rivoluzione delle Soa nei
lavori collegati ai bonus
edilizi è decollata. La stret-
ta messa in piedi il 21 maggio del
2022, con l’articolo 10-bis del
decreto legge 21/2022, dopo una
lunga e travagliata fase transi-
toria, diventa pienamente ope-
rativa dal 1° luglio. Così, l’atte-
stazione Soa, tipica dei contratti
pubblici, diventa obbligatoria
anche nei lavori privati di im-
porto superiore ai 516mila euro
che ottengono incentivi fiscali.
Non basterà più avere sotto-
scritto un contratto che porti al
rilascio della Soa.
Cosa cambia
La novità è nata con l’obiettivo di
aumentare il livello di qualifica-
zione delle imprese che effet-
tuano grandi lavori per i quali si
ottengono i bonus. Il concetto è
che, vista la grande quantità di
risorse pubbliche investite dal-
l’Erario, andava chiusa la stagio-
ne dei soggetti che si improvvi-
sano costruttori.
Lo strumento scelto per rag-
giungere questo scopo è l’atte-
stato rilasciato da una Società
organismo attestazione (Soa,
soggetto di diritto privato vigila-
to dall’Anac), che oggi serve nel-
le opere pubbliche di importo
superiore ai 150mila euro. Per il
rilascio della qualificazione Soa
si verifica una lunga serie di re-
quisiti. Soprattutto, si fanno ve-
rifiche su capacità economica
(misurando i lavori eseguiti in
passato), attrezzature, persona-
le dipendente. È impossibile che
un’impresa appena costituita, e
magari improvvisata, ottenga
una qualificazione.
La circolare 10/E
Su questo obbligo è di recente
intervenuta la circolare 10/E,
che ha chiarito che l’obbligo di
attestazione Soa riguarda tutti i
bonus casa, non solo il superbo-
nus. Inoltre, è stato precisato il
calendario. Bisogna ricordare
che la norma era accompagnata
da una fase transitoria comples-
sa. Ci sono stati tre momenti: il
21 maggio 2022, data di entrata
in vigore, il 1° gennaio 2023, data
in cui inizia la sua piena operati-
vità, e il 1° luglio 2023, data in cui
la norma va a regime.
L’Agenzia ha chiarito che, per
i contratti di appalto e subappal-
to stipulati a decorrere dal 21
maggio 2022 e fino al 31 dicem-
bre 2022, relativi a lavori che si
protraggono oltre il 31 dicembre
2022, «è necessario, ai fini del ri-
conoscimento degli incentivi fi-
scali di cui agli articoli 119 e 121
del decreto Rilancio, acquisire la
certificazione Soa, per lavori di
importo superiore a 516mila eu-
ro o, almeno, documentare l’av-
venuta sottoscrizione di un con-
tratto finalizzato al rilascio del-
l’attestazione». Se i lavori si so-
no chiusi entro il 31 dicembre,
non serve avere la Soa.
Le novità di luglio
A partire dal 1° luglio 2023, per
ottenere i bonus casa «l’esecu-
zione dei lavori di importo supe-
riore a 516mila euro deve essere
affidata, esclusivamente, alle
imprese in possesso della certi-
ficazione Soa al momento della
sottoscrizione del contratto di
appalto o di subappalto, non es-
sendo sufficiente la sottoscri-
zione da parte dell’impresa di un
contratto con l’ente certificatore
finalizzato al rilascio della pre-
detta certificazione». O
© RIPRODUZIONE RISERVATA
516mila euro
Il periodo transitorio La norma sulle Soa è stata caratterizzata da una fase transitoria molto lunga e complessa
Il limite vale per i singoli contratti
I chiarimenti
Il decreto cessioni fissa
i paletti dell’adempimento
Per capire se il contratto ricade
nel perimetro degli obblighi in
materia di Soa bisogna guardare
al singolo affidamento, e non al-
l’importo complessivo dei lavori
in cantiere. È questo uno dei
molti chiarimenti arrivati in
questi mesi sul tema del nuovo
obbligo di Soa.
Lo prevede legge di conver-
sione del decreto cessioni (Dl n.
11/2023), intervenuta con l’arti-
colo 2-ter su diversi temi legati
alle attestazioni.
Il problema nasce dal fatto
che la norma non specifica come
andare a calcolare questo limite.
Una delle possibili interpreta-
zioni è che, una volta sforato il
tetto dei 516mila euro per un
cantiere, tutte le imprese coin-
volte in quell’opera devono ave-
re l’attestazione. Si tratta, però,
di un’interpretazione parados-
sale, perché costringerebbe ad
avere un livello di qualificazione
alto anche soggetti che inter-
vengono per l’opera soltanto
con piccoli lavori.
Sul punto, allora, è arrivato il
chiarimento del decreto cessio-
ni, dove si spiega che il limite de-
ve essere calcolato «avendo ri-
guardo singolarmente a ciascun
contratto di appalto e a ciascun
contratto di subappalto».
Detto in altre parole, se l’im-
porto delle lavorazioni che for-
mano oggetto del singolo affi-
damento non supera la soglia di
516mila euro, le imprese esecu-
trici non dovranno essere quali-
ficate e non dovranno porsi il
problema dell’attestazione Soa.
Sul punto, bisogna ricordare
che anche la circolare 10/E ha
dato diverse indicazioni. Spie-
gando, anzitutto, che «nell’ipo-
tesi in cui detti lavori siano affi-
dati in subappalto, le “condizio-
ni Soa” devono essere rispettate
dall’impresa appaltatrice, nel
caso in cui il valore dell’opera
complessiva superi i 516mila eu-
ro, nonché dalle imprese subap-
paltatrici solo qualora le stesse
eseguano lavori di importo su-
periore a 516mila euro».
Ancora, le Entrate hanno da-
to indicazioni sulle modalità di
calcolo, sottolineando come
«l’importo dei lavori si debba in-
tendere al netto dell’Iva».
Resta, poi, sul tavolo la que-
La soglia
Il valore dei lavori privati con
incentivi fiscali per cui è
obbligatoria l’attestazione
della Soa
ADOBESTOCK
stione delle modalità di applica-
zione delle regole in materia di
appalti pubblici.
La legge, infatti, fa un rinvio
generico al Codice appalti, ma
non spiega come vada applica-
to il sistema delle attestazioni,
che prevede classifiche di im-
porto e un sistema di 52 cate-
gorie di opere, a seconda del ti-
po di appalto.
L’orientamento che sta
emergendo sul mercato è che il
sistema non deve replicare, an-
che nei lavori privati, tutto il
meccanismo pensato per i la-
vori pubblici.
L’applicazione, quindi, deve
essere semplificata. La certifica-
zione Soa va dimostrata a pre-
scindere dal riferimento a cate-
gorie e classifiche. Sarà suffi-
ciente, allora, avere un’attesta-
zione coerente con i lavori
oggetto di bonus: OG1 (edifici ci-
vili e industriali), OG2 (restauro
e manutenzione dei beni immo-
bili sottoposti a tutela), OG11
(impianti tecnologici), OS6 (fini-
ture di opere generali in mate-
riali lignei, plastici, metallici e
vetrosi), OS21 (opere strutturali
speciali), OS28 (impianti termici
e di condizionamento). O
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18 9

Bonus casa, le ultime novità Il mini rinvio completare i loro pagamenti

Per le aree colpite dall’alluvione entro settembre prossimo per
in Emilia-Romagna il Governo avere il 110 per cento.
ha disposto un rinvio per le Potranno, invece, arrivare fino
villette, che dovrebbero al prossimo 31 dicembre.

Case popolari
Superbonus per Iacp verso la fine
Arriva la deadline del 30 giugno
Entro questo mese gli istituti dovranno 1 il comma 3-bis prevede
raggiungere almeno il 60% dell’avanzamento
l’estensione della detrazione
in misura pari al 110% alle
L’alternativa sarà
per mantenere il 110% per tutto il 2023 spese concernenti i lavori
trainanti e trainati ecobonus
sostenute dagli Iacp fino al 30
lo sconto del 90%
giugno 2023;
di proprietà di un consorzio di 2 il comma 8-bis, ultimo pe-
Pagina a cura di Comuni, essendo quest’ultima riodo, consente, invece, di La circolare 13/E l’agevolazione effettuati su
Alessandra Caputo una particolare forma associa- prorogare la scadenza al 31 Gli istituti eviteranno edifici condominiali nei quali
tiva per la gestione di uno o più dicembre 2023 a condizione la prevalenza della proprietà
l’agevolazione al 50%

S
cadenza vicina per il
superbonus al 110% e
gli Iacp. Per gli inter-
venti effettuati dagli istituti
autonomi case popolari (Iacp)
e dagli altri enti con le stesse
finalità sociali, la detrazione
del 110% spetta infatti anche
per le spese sostenute entro il
31 dicembre 2023, a condizio-
ne che alla data del 30 giugno
siano stati effettuati lavori
per almeno il 60% dell’inter-
vento complessivo.
L’articolo 119 del Dl 34/2020,
più volte oggetto di modifi-
che, al comma 9 individua i
soggetti che possono benefi-
ciare della detrazione. In par-
ticolare, la lettera c), include
tra i soggetti ammessi anche
gli Istituti autonomi case po-
polari (Iacp), comunque de-
nominati, nonché gli enti
aventi le stesse finalità sociali
dei predetti istituti, istituiti
nella forma di società che ri-
spondono ai requisiti della le-
gislazione europea in materia
di «in house providing», per
interventi realizzati su im-
mobili, di loro proprietà ov-
vero gestiti per conto dei co-
muni, adibiti a edilizia resi-
denziale pubblica.
Dalla lettura della norma e
dei chiarimenti contenuti nei
documenti di prassi, l’applica-
zione del superbonus nei con-
fronti di questi soggetti è su-
bordinata, quindi, all’esistenza
di due requisiti: uno soggettivo
e uno oggettivo.
Si ricorda che il superbonus
spetta anche se gli interventi
riguardano immobili, adibiti a
edilizia residenziale pubblica,
servizi nonché per l’esercizio
associato di funzioni tra i Co-
muni costituenti il consorzio.
Sono escluse, invece, dal-
l’agevolazione le spese soste-
nute per interventi realizzati
su immobili, adibiti a edilizia
residenziale pubblica, gestiti
per conto di soggetti diversi
dai Comuni (quali, ad esem-
pio, le Province o altri enti lo-
cali) o su alloggi di servizio
del demanio militare asse-
gnati dallo Stato per assicura-
re la mobilità del personale
militare e civile non sussi-
stendo, in tale ultima ipotesi,
né il requisito soggettivo né
quello oggettivo. I commi 3-
bis e 8-bis ultimo periodo del-
l’articolo 119 del Dl 34/2020
contengono, invece, le dispo-
sizioni relative ai termini per
poter usufruire del superbo-
nus. In particolare:
L’altra proroga.
Il termine per gli Iacp funziona in
maniera simile alla scadenza
fissata per le villette
che entro il 30 giugno 2023 si-
ano effettuati almeno il 60%
dei lavori complessivi.
Il sistema che viene previ-
sto per gli Iacp è, quindi, simi-
le a quello che è stato previsto
per le villette che possono be-
neficiare di un termine più
lungo (da ultimo fissato al 30
settembre 2023 per terminare
i lavori a condizione che entro
lo scorso 30 settembre 2022
abbiano conseguito almeno il
30% dei lavori complessivi).
Entro venerdì 30 giugno,
quindi, gli Iacp dovranno di-
mostrare, mediante idonea
documentazione, di aver con-
cluso almeno il 60% dei lavori
e poi, entro il prossimo 31 di-
cembre, dovranno concludere
l’intero lavoro. Si precisa, in-
fine, che nei giorni scorsi era
stata ipotizzata una proroga
al 30 settembre 2023 del ter-
mine del 30 giugno o, in alter-
nativa, uno slittamento al
2024 del termine; tuttavia,
non sono state trovate le co-
perture necessarie. O
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IMAGOECONOMICA
Istituti autonomi case popola-
ri con superbonus al 110% solo
in parte nel caso di mancato
raggiungimento della soglia
del 60% dei lavori completati
entro il 30 giugno 2023.
L’agenzia delle Entrate ha
di recente pubblicato una
nuova circolare in tema di
superbonus, la numero 13/E
del 13 giugno, con cui sono
stati forniti chiarimenti cir-
ca le ultime modifiche ap-
portate alla disciplina del
superbonus. Il documento,
in particolare, si occupa de-
gli Iacp e di cosa accade se
non viene rispettata la sca-
denza del 30 giugno per l’ef-
fettuazione di almeno il 60%
dei lavori (si veda anche l’al-
tro articolo in pagina).
Si ricorda che gli stessi
termini previsti per gli Iacp si
applicano anche ai condomi-
ni nei quali la prevalenza
della proprietà dell’immobi-
le (da calcolare in base alla ri-
partizione millesimale) sia
riferibile a questi istituiti o
enti. La recente circolare 13/
E precisa, tuttavia, che la sca-
denza del 30 giugno non è
applicabile ai lavori riguar-
danti i condomini “misti”,
vale a dire a quegli edifici che
sono connotati dalla presen-
za di unità immobiliari di
proprietà degli enti di gestio-
ne dell’edilizia pubblica e di
proprietà altrui, purché i pri-
mi non siano prevalenti.
Pertanto, con riferimento
agli interventi ammessi al-
dell’immobile sia riferibile ai
predetti istituti o enti e coo-
perative, qualora non si rea-
lizzi la condizione che alla
data del 30 giugno 2023 sia-
no siano effettuati lavori per
almeno il 60% dell’intervento
complessivo, occorre distin-
guere due casi:
1 se ricorrono le condizioni
previste dall’articolo 1, com-
ma 894, lettere b) e c) della
legge di Bilancio 2023, vale a
dire nel caso di interventi per
i quali la Cilas è stata presen-
tata alla data del 31 dicembre
2022 e la delibera assemblea-
re che ha approvato l’esecu-
zione dei lavori è stata adot-
tata entro il 18 novembre
2022 (oppure, Cilas tra il 19 e
il 24 novembre e delibera en-
tro il 25), si applica l’aliquota
di detrazione nella misura
del 110% per le spese soste-
nute entro il 31 dicembre
2023, del 70% per quelle so-
stenute nell’anno 2024 e del
65% per quelle sostenute nel-
l’anno 2025;
2 se non ricorrono le condi-
zioni del punto precedente, la
detrazione è applicabile nella
misura del 110% per le spese
sostenute entro il 31 dicembre
2022, nella misura del 90%
per quelle sostenute entro il
31 dicembre 2023, del 70% per
quelle sostenute nell’anno
2024 e del 65% per quelle so-
stenute nell’anno 2025.
In entrambi i casi, quin-
di, si evita la più penaliz-
zante detrazione del 50%,
legata al semplice bonus ri-
strutturazioni. O
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10
Bonus casa, le ultime novità
Il caso
Il bonus barriere al 75% mantiene
l’accesso a cessione e sconto
Perimetro ampio per l’agevolazione
attualmente confermata fino al 2025:
si applica anche a infissi, bagni e pavimenti
Valentino Tamburro
L
a detrazione fiscale del
75% per gli interventi fi-
nalizzati al superamen-
to e all’eliminazione di bar-
riere architettoniche, intro-
dotta dalla legge di Bilancio
per il 2022, è finita al centro
dell’attenzione degli opera-
tori e dei loro clienti a seguito
della conversione in legge del
Dl n. 11/2023, il cosiddetto
decreto Cessioni.
In base a quanto previsto
dall’articolo 2, comma 1-bis del
decreto, a differenza di quanto
avviene per gli altri bonus rela-
tivi al mondo dell’edilizia, per
i nuovi interventi è, infatti, an-
cora possibile optare per lo
sconto in fattura o per la ces-
sione del credito d’imposta.
Partono le contestazioni ai condomini abusivi
Cgt Trieste
Dubbi sull’applicabilità
dell’abuso del diritto
Silvio Rivetti
La pionieristica sentenza della
Corte di giustizia tributaria di
Trieste n. 81/1/2023, che ha
confermato l’annullamento di
una comunicazione di cessione
del credito da spese super-si-
smabonus, per doversi qualifi-
care la costituzione del condo-
minio come abuso del diritto,
merita alcune considerazioni.
La vicenda vedeva una socie-
Come funziona
La detrazione in questione, di-
sciplinata dall’articolo 119-ter
del decreto legge n. 34/2020,
trova applicazione - va ricor-
dato - in relazione alle spese
sostenute dal 1° gennaio 2022
al 31 dicembre 2025 dai se-
guenti contribuenti: persone
fisiche, compresi gli esercenti
arti e professioni, enti pubblici
e privati che non svolgono atti-
vità commerciale, società sem-
plici, associazioni tra profes-
sionisti e i soggetti che conse-
guono reddito d’impresa (per-
sone fisiche, enti, società di
persone, società di capitali).
I lavori che possono benefi-
ciare della detrazione sono
quelli effettuati nel rispetto dei
requisiti previsti dal decreto del
ministro dei Lavori pubblici n.
236 del 14 giugno 1989, nonché
tà dapprima stipulare un preli-
minare d’acquisto di un immo-
bile in cattive condizioni, e poi
cedere tale contratto a tre per-
sone fisiche, congiunti del lega-
le rappresentante della stessa
società e a loro volta facenti par-
te (o già facenti parte) della
compagine sociale. Tali persone
acquistavano separatamente le
unità immobiliari componenti
l’edificio e, costituito il condo-
minio, affidavano i lavori rica-
denti nel superbonus alla socie-
tà, a cui cedevano i crediti relati-
vi al primo e al secondo Sal. Sol-
tanto la seconda cessione
veniva intercettata dai controlli
preventivi, risultandone annul-
Dm 236/1989
gli interventi di automazione
degli impianti degli edifici e del-
le singole unità immobiliari
funzionali ad abbattere le bar-
riere architettoniche. Nel caso
di sostituzione dell’impianto, la
detrazione spetta anche per le
spese relative allo smaltimento
e alla bonifica dei materiali e
dell’impianto sostituito.
I lavori ammessi
Tra gli interventi che possono
beneficiare del bonus del 75%,
rientrano allora, a titolo di
esempio, la sostituzione di
porte, infissi esterni, pavimen-
ti, il rifacimento di scale ed
ascensori, la ristrutturazione
di bagni, fermo restando il ri-
spetto dei requisiti dettati dal
Dm del 1989.
Questo è un altro motivo di
grande attenzione per questa
agevolazione, dal momento che
nella pratica si adatta a un utiliz-
zo diffuso, per molte tipologie di
interventi, che nelle intenzioni
originarie del legislatore poteva-
no essere considerate comple-
mentari rispetto agli altri bonus
lata per “profili di rischio” nella
costituzione del condominio,
ad avviso del Fisco funzionale
solo ad ammettere l’impresa a
bonus non spettanti.
La tesi è stata accolta dal
giudice di primo grado, che
senza esitazioni ha qualificato,
avallando le risultanze di un
controllo per sua natura som-
mario e fondato su meri ele-
menti documentali esaminati
in soli 30 giorni, l’operazione
compiuta come abuso del dirit-
to. Il giudice ha definito la co-
stituzione del condominio co-
me simulata e «chiaro esempio
di elusione fiscale»: un espe-
diente per consentire la frui-
I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
ed ora invece assumo una pro-
pria autonomia. L’ammontare
detraibile è pari al 75% delle spe-
se sostenute entro i massimali
previsti dal comma 2 dell’articolo
119-ter, da ripartire in cinque
quote annuali di pari importo.
Le regole per gli infissi
Nel caso in cui siano effettuati
lavori di sostituzione di infissi
esterni o altri lavori contemplati
nel decreto Mite del 14 febbraio
2022, oltre ai citati massimali,
bisogna fare riferimento ai “co-
sti massimi specifici” per l’asse-
verazione della congruità delle
spese contenuti nell’allegato A
del decreto Mite in questione.
Per rispettare i requisiti fis-
sati dal Dm n. 236 del 1989, è
inoltre necessario, tra l’altro,
che l’altezza delle maniglie degli
infissi sia compresa tra 100 e
130 cm e che la pressione neces-
saria per utilizzare le ante non
sia superiore a 8 kg. In merito
alle modalità di effettuazione
dei pagamenti connessi all’age-
volazione, nel silenzio della
normativa primaria è opportu-
zione del superbonus alla so-
cietà, da intendersi come la ve-
ra acquirente della proprietà
dell’immobile. Non solo: il giu-
dice ha persino negato la realtà
del condominio in oggetto.
Ora, al di là dell’opinabilità
delle argomentazioni civilisti-
che rese a sostegno delle con-
clusioni fiscali, appare evi-
dente come, nello stadio di
contenzioso in cui ci si trova,
la qualificazione della fattis-
pecie come abusiva appare del
tutto irrituale.
La contestazione dell’abuso
del diritto esige il rispetto delle
ferree prescrizioni dell’articolo
10-bis legge 212/2000, Statuto
I paletti
Per ottenere il bonus barriere
architettoniche è essenziale
rispettare i requisiti tecnici
fissati dal Dm 236 del 1989
no utilizzare il cosiddetto “bo-
nifico parlante” relativo alle de-
trazioni fiscali legate al mondo
dell’edilizia. In assenza di una
causale specifica disponibile
sulla piattaforma informatica
messa a disposizione dalla pro-
pria banca, è opportuno citare
nella causale del bonifico l’arti-
colo 119-ter del Dl n. 34/2020.
Gli altri sconti
L’agevolazione in oggetto, in-
fine, è in parte sovrapponibile
a quelle già previste per gli in-
terventi disciplinati dall’arti-
colo 16-bis, comma 1, lettera e)
del Tuir (che ricadono quindi
nel bonus ristrutturazioni or-
dinario al 50%) e dall’articolo
119 del decreto Rilancio in ma-
teria di superbonus (come in-
tervento trainato). In relazio-
ne a queste ultime, a differen-
za del bonus barriere architet-
toniche è possibile usufruire
dello sconto in fattura o della
cessione del credito limitata-
mente ai lavori iniziati “ante
Dl 11/2023”. O
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del contribuente, qui del tutto
trascurate: ossia la notifica di
apposito atto, preceduto dal-
l’obbligatoria procedura di con-
traddittorio preventivo e moti-
vato in via rinforzata, in relazio-
ne alle repliche della parte; il
tutto, a pena di nullità. L’ufficio
erariale, inoltre, è tenuto a di-
mostrare l’abuso provando che
l’operazione di cui si discute è
priva di sostanza economica si-
gnificativa: una dimostrazione
difficile, a fronte dell’effettivo
svolgimento dei lavori di recu-
pero. Nonostante ciò, il credito
è stato giudicato incedibile a
danno dei contribuenti. O
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
I documenti
La regola base è conservare
fatture e prove dei pagamenti
Alcuni requisiti variano a seconda dei bonus
mentre altri paletti ritornano nei diversi casi
Eccezioni quando c’è un finanziamento
Francesco Manfredi
Marcello Tarabusi
L
a documentazione da con-
servare per i controlli sui
bonus casa varia in base al
tipo di intervento. È però comu-
ne a tutte le detrazioni l’esigenza
di documenti di spesa e, salvo al-
cune eccezioni, la prova del pa-
gamento con bonifico parlante.
La regola primaria, comune a
tutte le agevolazioni, infatti, si ri-
solve nella conservazione di tutte
le fatture e i relativi pagamenti,
effettuati appunto con bonifici
recanti tutte le indicazioni di leg-
ge. In alcuni casi, sono ammessi
altri documenti di spesa laddove
non sia prevista l’emissione di
fattura o il pagamento debba ne-
cessariamente avvenire con
mezzi diversi dal bonifico (oneri
di urbanizzazione, imposte e di-
ritti per concessioni, autorizza-
zioni o denunce di inizio lavori,
eventuali ritenute su prestazioni
professionali e altre spese per cui
sia previsto pagamento a mezzo
Modello F23, F24, bollettino po-
stale o MAV/RAV).
Nell’ipotesi in cui l’immobile
sia stato acquisito a seguito di
successione, occorrerà anche
un’autocertificazione in merito
alla disponibilità del bene e alla
sua detenzione immediata e di-
retta; se poi chi fruisce della de-
trazione è un inquilino o un co-
modatario, occorre il consenso
scritto del proprietario all’ese-
cuzione dei lavori.
Per gli interventi di ristruttu-
razione edilizia va esibito, a ri-
chiesta dell’Agenzia, il titolo di
abilitazione edilizia (compresa
l’eventuale comunicazione al-
l’Asl ove prevista per gli obblighi
di sicurezza dei cantieri); per i
lavori su parti comuni condomi-
niali occorre la dichiarazione
dell’amministratore sul rispetto
di tutti gli obblighi di legge, sulle
somme corrisposte dal contri-
buente e sulla detrazione spet-
tante; se non sono state rilascia-
te tali dichiarazioni, è essenziale
disporre di tutti i documenti di
spesa (e quindi richiederli al-
l’amministratore); analoga-
mente occorrono tutti i docu-
menti qualora lo stabile non ab-
bia un amministratore.
Se si vende l’immobile mante-
nendo in capo al cedente le quote
non ancora detratte, si dovrà con-
servare l’atto notarile con tale spe-
cifica indicazione. Se poi le spese
sono sostenute da più aventi dirit-
to, è imprescindibile anche un’au-
tocertificazione che attesti che il
totale delle varie somme detratte
non supera il massimale.
Circa la riqualificazione
energetica, l’ulteriore docu-
mentazione da conservare ed
esibire, a richiesta, concerne
l’asseverazione di un tecnico
abilitato (salvo non sia equipol-
Gli strumenti.
In alcune situazione il pagamento
va effettuato con mezzi diversi
dal bonifico
90 giorni
lente una certificazione del pro-
duttore, per finestre ed infissi e
per impianti di climatizzazione
invernale inferiori a 100 kW),
copia della scheda informativa
richiesta dall’Enea in base al tipo
di intervento, nonché l’autocer-
tificazione che attesti che il con-
tribuente non fruisce di even-
tuali altri contributi riferiti ai
medesimi lavori.
In merito al tipo di pagamen-
to ammesso, il bonifico parlante
richiede la specifica indicazione
del codice fiscale del fruitore
della detrazione, codice fiscale o
partita Iva di chi esegue i lavori,
nonché la specifica della tipolo-
gia di intervento effettuato, af-
finché la banca possa puntual-
mente effettuare la ritenuta di
legge; a questo proposito, per
eventuali spese sostenute in fa-
vore del Comune, se si opta per
il pagamento con bonifico, an-
drà specificata in maniera op-
portuna la causale del paga-
mento ed indicato il Comune co-
me beneficiario.
Queste regole si applicano
anche nel caso di spese sostenu-
te tramite un finanziamento al
contribuente: va fatta molta at-
tenzione a questa ipotesi, perché
si dovrà acquisire, dalla società
finanziaria, la ricevuta del boni-
fico effettuato a favore del forni-
tore dei lavori (l’anno di sosteni-
mento della spesa sarà quello in
cui la finanziaria ha provveduto
al pagamento). O
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IMAGOECONOMICA
Il caso dell’ecobonus
Entro 90 giorni dalla fine lavori
è necessario inviare la
comunicazione all’Enea per
ottenere l’ecobonus
Bonus cointestati
a rischio errori
I casi problematici
Con la fattura elettronica
aumentano le difficoltà
Francesco Capri
Marcello Tarabusi
I bonus edilizi richiedono il ri-
spetto puntuale di tutti gli
adempimenti documentali. Un
errore o una irregolarità può
comportare una futura conte-
stazione dell’agenzia delle En-
trate che, anche in caso di ces-
sione del credito, colpisce il
contribuente.
Il primo caso che può inge-
nerare problematiche riguarda
l’intestazione del documento:
con l’avvento della fattura elet-
tronica, non è possibile cointe-
stare il documento a più di un
soggetto, perché il tracciato in-
formatico non lo prevede; la fat-
tura andrà perciò integrata, fin
dal primo anno di detrazione,
con l’annotazione del nomina-
tivo di tutti gli aventi diritto alla
detrazione e la relativa percen-
tuale di spettanza; non è possi-
bile modificare successivamen-
te la ripartizione della spesa.
Questo vale anche nel caso
in cui la spesa sia sostenuta in-
sieme con un familiare che, in
anni successivi, non percepisca
reddito, e diventi a carico: poi-
ché, dall’origine, gli interventi
sono stati sostenuti da più sog-
getti, non si può più reimputa-
re le quote di spesa non fruite
all’altro familiare rimasto
l’unico con reddito capiente.
Se si ricevono eventuali
contributi o sovvenzioni, biso-
gna fare attenzione; se ricevuti
nello stesso anno di sosteni-
mento della spesa, riducono
11
l’importo detraibile (o cedibi-
le). Se invece arrivano dopo
aver detratto la prima rata, o
dopo aver ceduto il credito, i
rimborsi dovranno essere as-
soggettati a tassazione separa-
ta nell’anno di incasso.
In caso di riqualificazione
energetica, se il contribuente d
il tecnico hanno annullato l’in-
vio della scheda dei lavori al-
l’Enea, si perde il diritto della
detrazione, salvo che non si
opti per la “remissione in bo-
nis”, ossia per il pagamento di
un importo fisso, entro il ter-
mine per la presentazione del-
la dichiarazione.
Un altro caso frequente è
l’acquisto di un box pertinen-
ziale: è importante, per evitare
facili contestazioni, acquisire
una dichiarazione del costrut-
tore che attesta i costi di co-
struzione (che non coincidono
con il prezzo di acquisto), sui
quali spetta la detrazione. Va
verificato che dal preliminare o
dal rogito di vendita risulti il
vincolo di pertinenzialità.
Nel caso in cui il bonifico
non sia “parlante” (ossia non
riporti codice fiscale del bene-
ficiario, codice fiscale/partita
Iva di chi esegue i lavori e cau-
sale del tipo di intervento), la
detrazione è a rischio per tutte
le tipologie di “bonus casa”: oc-
corre richiedere all’impresa
che ha eseguito i lavori di pro-
durre una dichiarazione sosti-
tutiva, che attesti di aver rice-
vuto le somme e di averle in-
cluse nella propria contabilità.
Per l’errata indicazione del-
l’agevolazione (ad esempio, ri-
strutturazione invece di riqua-
lificazione energetica) non si
perdono le agevolazioni. O
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12
Bonus casa, le ultime novità
Le cessioni
Remissione in bonis con 250 euro
per le opzioni da aprile a novembre
Via d’uscita dopo la stretta su traferimenti
dei crediti e sconti in fattura ma restano
ancora esclusioni mirate al divieto
Fabio Chiesa
Giampiero Gugliotta
I
l Dl 11/2023, convertito con la
legge 38/2023, ha stabilito,
dal 17 febbraio 2023, il divieto
di optare, in luogo della fruizio-
ne diretta della detrazione, per
lo sconto in fattura o per la ces-
sione del credito. Tuttavia la
norma ha riconosciuto una se-
rie di esclusioni.
Le cessioni superbonus
Per gli interventi di superbonus,
la possibilità di optare per la
cessione del credito (o per lo
sconto in fattura) è oggi possibi-
le per gli interventi:
O diversi da quelli effettuati
dai condomini qualora in data
antecedente al 17 febbraio
2023 risulti presentata la co-
municazione di inizio lavori
asseverata (Cila);
O effettuati dai condomini
qualora in data antecedente al 17
febbraio 2023 risulti adottata la
delibera assembleare che ha ap-
provato l’esecuzione dei lavori e
risulti presentata la Cila;
O comportanti la demolizione
e la ricostruzione degli edifici
qualora in data antecedente al 17
febbraio 2023 risulti presentata
l’istanza per l’acquisizione del
titolo abilitativo.
Per le aree classificate come
zone sismiche di categoria 1, 2 e
3, le disposizioni in esame si
applicano anche alle spese per
gli interventi già rientranti nel-
l’ambito di applicazione del-
l’articolo 119 e dell’articolo 121,
comma 2, del Dl 34/2020, ri-
compresi in piani di recupero
del patrimonio edilizio esisten-
te e di riqualificazione urbana
comunque denominati. Tali
piani di recupero e di riqualifi-
cazione urbana, tuttavia, devo-
no presentare contenuti pro-
gettuali di dettaglio, attuabili a
mezzo di titoli semplificati, che
alla data di entrata in vigore del
decreto in commento risultino
approvati dalle amministrazio-
ni comunali a termine di legge
e che concorrono al risparmio
del consumo energetico e al-
l’adeguamento sismico dei fab-
bricati previsti.
Gli altri lavori
Per i lavori non rientranti nel
novero del superbonus invece il
divieto (alla cessione del credito
o allo sconto in fattura) non si
applica se in data antecedente al
17 febbraio 2023:
O risulti presentata la richie-
sta del titolo abilitativo, ove
necessario;
O per gli interventi per i quali
non era prevista la presentazio-
ne di un titolo abilitativo (inter-
venti «in edilizia libera») solo a
LE ECCEZIONI
Ulteriori esclusioni
Sono stati esclusi dal
divieto di opzione per lo
sconto o per la cessione gli
interventi effettuati nei
comuni dei territori colpiti
da eventi sismici verificatisi
dal 1° aprile 2009 e in quelli
danneggiati dagli eventi
meteorologici verificatisi a
partire dal 15 settembre
2022 nei territori della
Regione Marche, quelli
realizzati dagli Iacp, dalle
cooperative di abitazione a
proprietà indivisa, nonché
da Onlus o dalle organizza-
zioni di volontariato
I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
17 febbraio
condizione che alla data del 16
febbraio siano già iniziati i lavo-
ri oppure, nel caso in cui i lavori
non siano ancora iniziati, alla
medesima data sia già stato sti-
pulato un accordo vincolante tra
le parti per la fornitura dei beni
e dei servizi oggetto dei lavori.
A tal fine, se al 17 febbraio
2023 il contribuente non aveva
ancora versato acconti, è am-
messa la possibilità di attestare
con una dichiarazione sostituti-
va di atto notorio in base all’arti-
colo 47 del Dpr 445/2000 (resa
sia dal cedente o committente
che dal cessionario o prestatore)
che la data di inizio lavori o la
stipula di tale accordo è anterio-
re al 17 febbraio 2023.
La remissione in bonis
Coloro che non sono riusciti a ri-
spettare il termine (per le spese
sostenute nel 2022 e per le rate
residue 2020 e 2021 era il 31 mar-
zo 2023) per l’invio della comu-
nicazione alle Entrate dell’eser-
cizio delle opzioni alternative al-
la detrazione fiscale (sconto in
fattura e cessione del credito),
possono effettuare la comunica-
zione anche tardivamente, con le
modalità e i termini per la remis-
sione in bonis (articolo 2, comma
1, del Dl 16/2012).
La trasmissione della comu-
nicazione va effettuata entro il
termine della prima dichiara-
zione dei redditi utile (30 no-
vembre 2023) e va versato un
importo, a titolo di sanzione,
pari a 250 euro da versare trami-
te F24, senza possibilità di effet-
tuare compensazioni con crediti
eventualmente disponibili.
Possono accedere all’istituto
coloro che al 31 marzo avevano
già concluso un contratto di ces-
sione, indipendentemente dalla
tipologia del soggetto cessiona-
rio (intermediario qualificato o
meno) e coloro che successiva-
mente al 31 marzo hanno sotto-
scritto un contratto di cessione
con una banca o con un altro in-
termediario qualificato. O
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La data spartiacque
Con l’entrata in vigore del Dl
11/2023 è scattata la strtetta
sulle cessioni dei bonus
mitigata con alcune eccezioni
Mercato dei bonus
ancora al rallentatore
Lo scenario
Restano 30 miliardi
di crediti incagliati
Giuseppe Latour
Giovanni Parente
Sono ancora molti i crediti
che, in vista della scadenza
del 30 novembre per la re-
missione in bonis, sono in
attesa di uno sfogo sul mer-
cato. Si tratta di una massa
di bonus dal valore di circa
30 miliardi. Il numero emer-
ge guardando in profondità
i numeri resi noti in audi-
zione da Tesoro, Finanze e
Ragioneria generale dello
Stato in commissione Bilan-
cio alla Camera a maggio,
leggendoli in parallelo con
le cifre divulgate preceden-
temente dall’amministra-
zione finanziaria.
Sono numeri che certifi-
cano come le ultime mano-
vre di sblocco dei crediti fi-
scali, messe in atto da Parla-
mento e Governo, non abbia-
no ancora sortito gli effetti
sperati. Per questo motivo,
potrebbe rendersi necessario
un nuovo intervento di cor-
rezione nei prossimi mesi.
Anche perché sulla piattafor-
ma Enel X (una delle soluzio-
ni sponsorizzate dal Gover-
no) al momento arrivano se-
gnali molto negativi.
Dai numeri dell’Economia
la lentezza del mercato emer-
ge in modo chiaro. Bisogna,
però, fare un passo indietro.
Nell’aggiornamento fornito
dal direttore delle Entrate,
Ernesto Maria Ruffini, a ini-
zio marzo nelle audizioni
parlamentari proprio sulla
conversione del decreto
11/2023, emergeva uno stock
di cessioni e sconti in fattura
comunicati per il solo super-
bonus pari a 61,9 miliardi di
euro. Non tutti questi crediti,
però, sono arrivati in fondo
alla procedura di cessione.
L’audizione di Tesoro, Fi-
nanze e Ragioneria generale
dello Stato attestava, con un
profilo temporale che si
spinge fino a fine aprile
(quindi con un margine di
differenza), «le cessioni dei
crediti per le quali il cessio-
nario ha comunicato l’accet-
tazione e indicato il momen-
to di utilizzo in compensa-
zione». Quindi, quelle che
hanno completato l’iter. Si
tratta di 31,4 miliardi. Da qui
è possibile stimare uno
spread di circa 30 miliardi di
crediti che rimarrebbero in
attesa. Sono, allora, ancora
molti i bonus che hanno av-
viato il loro percorso per la
cessione del credito e lo
sconto in fattura ma che non
lo hanno ancora completato.
Non tutte le situazioni so-
no uguali. Dentro questo nu-
mero gigantesco possono es-
serci molti casi differenti. Ad
esempio, ci sono quei sogget-
ti che stanno aspettando una
risposta da parte del loro ac-
quirente. Nel caso di un in-
termediario finanziario, la
procedura di verifica sui cre-
diti può essere molto artico-
lata (per prevenire responsa-
bilità) e prendere anche molti
mesi. La lentezza sconta, poi,
il blocco totale delle cessioni
del quale ha sofferto il mer-
cato fino a poco tempo fa. O
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
Bonus casa, le ultime novità
Le sanzioni
La giurisprudenza demarca
i crediti non spettanti e inesistenti
Le violazioni possono portare sanzioni
fino al 200% del credito; nei casi più gravi
è possibile arrivare anche alla reclusione
Pagina a cura di
Antonio Iorio
L’
utilizzo illegittimo dei
crediti di imposta ha con-
seguenze sanzionatorie
gravi che variano a seconda se il
credito sia considerato inesi-
stente o non spettante. Peraltro,
superando determinati importi
la violazione è anche penal-
mente rilevante.
La Cassazione
Circa le conseguenze derivanti
dalla differenziazione delle due
tipologie di crediti l’orienta-
mento della Cassazione non è
uniforme e si è in attesa delle
decisioni delle Sezioni Unite.
Basti pensare che:
1 con ordinanza 3784/2023 ai
giudici è stato richiesto in che
modo la distinzione tra crediti
rilevi ai fini sanzionatori;
2 con ordinanza n35536/2022,
invece, è stato chiesto se i termini
per il recupero dei crediti non
spettanti siano quelli ordinari o
gli otto anni previsti per quelli
inesistenti.
L’interpello 348
Va detto che, di recente,
l’agenzia delle Entrate con
l’interpello 348/2023 ha con-
diviso l’impostazione della
Cassazione (sentenze 34443;
34444 e 34445 del 2021) in me-
rito alle modalità di individua-
zione del credito non spettan-
te rispetto a quello inesistente,
ritenendo non spettante il cre-
dito derivante da un’errata in-
dicazione in fattura del codice
fiscale con successiva emis-
sione corretta del documento.
In sintesi, il credito è inesi-
stente quando ricorrono due
requisiti:
1 manchi il presupposto costi-
tutivo (il credito non emerge dai
dati contabili, finanziari o patri-
moniali del contribuente);
2 l’inesistenza non deve essere
riscontrabile con controlli auto-
matizzati o formali dei dati in
anagrafe tributaria.
Se non ricorre uno di tali re-
quisiti, il credito è non spettante.
Ne consegue che, se la non
spettanza del credito è rilevabile
con il controllo automatizzato/
formale tra i dati in dichiarazio-
ne e i documenti esibiti dal con-
tribuente, si è in presenza di un
credito esistente ma non spet-
tante. Se, il credito di imposta è
non reale, ad esempio perché
sorretto da documenti falsi, è
inesistente.
Ne conseguono due sanzio-
ni: per il credito non spettante il
30% del credito utilizzato; per i
crediti inesistenti dal 100 al
200% del credito.
L’ambito penale
Sotto il profilo penale, l’arti-
colo 10 quater del Dlgs
74/2000 punisce con la reclu-
sione: da sei mesi a due anni
chiunque non versa le somme
dovute, utilizzando in com-
pensazione, crediti non spet-
tanti, per un importo annuo
superiore a 50mila euro; da un
anno e sei mesi a sei anni
chiunque non versa le somme
dovute, utilizzando in com-
pensazione, crediti inesistenti
per un importo annuo supe-
L’indicazione
L’interpello 348/23
delle Entrate ha condiviso
l’impostazione indicata
dalla Corte di cassazione
sui requisiti delle violazioni
riore ai 50mila euro.
Da evidenziare che, ai fini del
computo dei 50mila euro, oc-
corre far riferimento all’utilizzo
indebito del credito in ciascun
anno, a nulla rilevando l’entità
e il periodo di maturazione del
credito. La violazione penale
scatta peraltro nel momento in
cui viene effettuata la compen-
sazione con il modello F24 a
prescindere da quali tributi sia-
no stati compensati.
Per «somme dovute» non
devono intendersi gli effettivi
debiti tributari del contribuen-
te, ma solo quelli dallo stesso
autoliquidati come debito nel
modello F24, utilizzato per tale
forma di versamento.
Non punibilità
Si ricorda che il contribuente
può beneficiare di una causa di
non punibilità nel caso in cui
prima dell’apertura del dibatti-
mento versi le somme indebita-
mente compensate.
Ne consegue che se il contri-
buente, pure in presenza di
una indebita compensazione
superiore a 50mila euro effet-
tua successivamente la regola-
rizzazione della violazione, ma
prima dell’apertura del dibatti-
mento, non verrà perseguito.
Tuttavia tale causa di non pu-
nibilità vale solo per i crediti
non spettanti e non anche per
quelli inesistenti.
L’indebita compensazione
Da ultimo, va ricordato che il
reato di indebita compensa-
zione rileva eccezionalmente
anche ai fini della responsabi-
lità delle società (Dlgs
231/2001): gli illeciti tuttavia
devono caratterizzarsi per la
transnazionalità (commessi
anche nel territorio di altro
Stato membro) e per l’evasione
Iva non inferiore a 10 milioni di
euro. Si ritiene che, stante i re-
quisiti richiesti, si tratti di vio-
lazioni che possono verificarsi
abbastanza raramente. O
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30%
Il sequestro blocca
anche gli acquirenti
Provvedimenti cautelari
Nelle frodi la buona fede
non incide sulla misura
Dai casi di cronaca più recenti,
in ipotesi di frodi nella fruizio-
ne dei bonus edilizi vengono,
in genere, contestate due diffe-
renti macro categorie di illeciti
penali: reati tributari (emissio-
ne fatture false, dichiarazione
fraudolenta, indebita compen-
sazione di crediti inesistenti);
reati comuni (truffa aggravata
indebita percezione di contri-
buti). In questo contesto, una
questione molto dibattuta
concerne la possibilità di sot-
toporre a sequestro nei con-
fronti del cessionario il credito
ceduto. Di sovente, infatti, il
cessionario del credito è in-
consapevole dell’illecito com-
messo dal cedente.
In ipotesi di reati tributari
secondo la Cassazione
(45558/2022), per escludere,
nei confronti del cessionario
del credito, il sequestro pre-
ventivo finalizzato alla confi-
sca, questi deve risultare
estraneo al reato, per non aver
ottenuto vantaggi od altre uti-
lità e versare in una situazione
di buona fede. Tuttavia, il fatto
di conseguire comunque un
beneficio dalla cessione del
credito pone serie difficoltà
nel provare la buona fede.
In sostanza il cessionario,
monetizzando il credito al ce-
dente, consegue un indubbio
vantaggio economico, in
quanto i crediti sono ceduti a
un valore inferiore rispetto a
quello nominale. Per questo
beneficio, conseguito dall’al-
trui attività criminosa, diffi-
13
Due livelli di sanzione
La sanzione per il credito non
spettante è pari al 30% del
credito utilizzato, ed è più bassa
di quella per il credito inesistente
cilmente egli potrà essere ri-
tenuto persona estranea al re-
ato. La sua buona fede va ac-
certata tenendo conto degli
obblighi di vigilanza su di lui
incombenti in base alla nor-
mativa antiriciclaggio (Dlgs
231/2007) e alle istruzioni
dell’Uif in tema di operazioni
sospette che impongono con-
trolli precedenti alla monetiz-
zazione dei crediti ceduti.
Nel caso, invece, di seque-
stro impeditivo e non preven-
tivo (che, di prassi, “colpisce” i
reati tributari aggredendo il
profitto del reato) secondo la
Cassazione, con la cessione del
credito non si verifica l’estin-
zione del diritto alla detrazione
in capo al beneficiario, con
contestuale costituzione di un
diritto di credito a favore del
cessionario, né si attiva un fe-
nomeno novativo, ma si deter-
mina l’evoluzione della prima
situazione giuridica soggettiva
nella seconda.
In base all’articolo 321 com-
ma 1 del Codice di pricedura
penale, che disciplina il seque-
stro impeditivo, quando vi è
pericolo che la libera disponi-
bilità di una cosa pertinente al
reato possa aggravare o pro-
trarre le conseguenze di esso
ovvero agevolare la commis-
sione di altri reati, a richiesta
del Pm il giudice competente
nel merito ne dispone il seque-
stro con decreto motivato. In
sostanza ciò che rileva in que-
sto tipo di misura cautelare è il
collegamento tra il reato e la
“cosa” e non tra il reato e il suo
autore. Da qui la legittimità
della misura nei confronti del
cessionario del credito, ancor-
ché in buona fede. O
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14
Bonus casa, le ultime novità
Dichiarazioni
Detrazione superbonus in dieci anni
con opzione nel 730 del 2024
Per le spese sostenute durante il 2022
più tempo per utilizzare lo sconto
ma non si potrà ritornare al piano in 4 anni
Pagina a cura di
Lorenzo Pegorin
Detrazione del superbonus
per spese sostenute nel 2022
con ripartizione in dieci anni
anziché in quattro.
L’opzione è praticabile sia
per il legittimo titolare del cre-
dito, che per il fornitore dello
sconto sul corrispettivo o il
cessionario-acquirente nel
caso di cessione del credito.
Nel primo caso l’opzione
dovrà essere esercitata, dallo
stesso titolare del credito, di-
rettamente nella dichiarazio-
ne dei redditi 2024 relativa al
periodo d’imposta 2023 (ossia
quella dell’anno prossimo) ed
è irrevocabile.
La novità è quella contenu-
ta nell’articolo 2, comma 3-
sexies, del Dl 11 del 2023, che
ha introdotto nell’articolo 119
del Dl 34/2020 il comma 8-
quinquies, in virtù del quale il
contribuente, per le spese so-
stenute nell’anno 2022, può
ripartire il beneficio fiscale in
dieci anni piuttosto che in
quattro anni, come previsto a
legislazione vigente dai com-
mi 1, 3 bis, 4, 5 e 8 dello stesso
articolo 119.
La possibile nuova riparti-
zione opera in presenza di en-
trambe le condizioni di segui-
to indicate:
O la spesa relativa, non ven-
ga indicata nella relativa di-
chiarazione dei redditi (mo-
dello dichiarativo 730/2023 o
Redditi 2023) del periodo
d’imposta 2022.
O il credito non sia stato og-
getto di cessione a terzi.
Si tratta, è bene ricordarlo,
di una facoltà rimessa alla vo-
lontà del legittimo beneficia-
rio del credito che, in mancanza
di sufficiente capacità fiscale,
potrebbe avere convenienza a
diluire l’impatto della detra-
zione in un tempo più lungo.
Va infatti ribadito che
l’eventuale quota eccedente di
pertinenza del singolo anno
(ognuna delle quattro rate)
non utilizzata nel periodo di
competenza va persa e non po-
trà essere recuperata negli an-
ni successivi; da qui la necessi-
tà di poter spalmare la detra-
zione in un arco temporale di-
verso che permette di non
perdere per strada il beneficio.
Altri concetti da ribadire ri-
guardano l’irrevocabilità della
scelta e il periodo d’imposta
interessato dall’opzione.
In relazione all’annualità
d’imposta oggetto di opzione
va detto che essa opera solo
DAL PROSSIMO ANNO
O La detrazione su 10
anni invece che su 4 per le
spese sostenute nel 2022
per il superbonus potrà
essere scelta solo nel 730
o nel modello Redditi che
si presenteranno nel
2024 (relativi all’anno
d’imposta 2023)
O Il recupero delle spese
sostenute nel 2022 viene
ad essere di fatto diluito
per quote nei periodi dal
2023 al 2032
O La scelta dei 10 anni è
irrevocabile, senza quindi
la possibilità di tornare
alle 4 rate nemmeno in
presenza di rinnovata
capacità fiscale del
contribuente
I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18
31 marzo 2023
per le spese del 2022 ossia per
la detrazione utilizzabile ordi-
nariamente nei periodi d’im-
posta 2022-2023-2024-2025.
L’opzione è altresì irrevo-
cabile, ossia una volta com-
piuta la scelta non è più possi-
bile tornare indietro.
La ripartizione avverrà
dunque in dieci anni senza al-
cuna possibilità di tornare alle
quattro rate nemmeno in pre-
senza di rinnovata capacità fi-
scale del contribuente che nel
frattempo dovesse avere au-
mentato il proprio reddito im-
ponibile soggetto ad Irpef.
Tale opzione è subordinata,
come dicevamo al fatto che il
contribuente “sospenda” la
fruizione della detrazione nel-
la dichiarazione dei redditi
presentata per l’anno d’impo-
sta 2022 ed eserciti l’opzione
nella dichiarazione dei redditi
2024 da presentare per l’anno
d’imposta 2023, rinviando
quindi a tale dichiarazione dei
redditi la fruizione della prima
quota costante di detrazione.
In pratica in questa ipotesi
vi è la necessità di stare fermi
un anno; ossia la quota relati-
va al 2022 che si sarebbe dovu-
ta recuperare sulle dichiara-
zioni in lavorazione in questi
giorni (modello 2023 redditi
2022) non dovrà essere indi-
cata poiché il tutto verrà ri-
mandato all’anno prossimo.
In definitiva quindi il recu-
pero delle spese sostenute nel
2022 viene ad essere di fatto
diluito per quote nei periodi
dal 2023 al 2032.
Da notare, infine che tale
informazione viene riportata
anche sul sito dell’agenzia
delle Entrate quando si accede
alla dichiarazione precompi-
lata, dove il contribuente vie-
ne reso edotto che nel caso in
cui intendesse operare per lo
spalma crediti in 10 anni non
dovrà indicare alcunché nella
dichiarazione di quest’anno
(periodo d’imposta 2022) O
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Spalmacrediti in 10 anni
Spalmacrediti in 10 anni se
l’opzione di cessione o sconto in
fattura è stata comunicata entro
il 31 marzo 2023
Spalmacrediti
anche con delega
Cassetto fiscale
Dal 3 luglio coinvolti
gli intermediari abilitati
Il provvedimento 132123/2023
Entrate ha reso operativo lo
spalmacrediti in dieci anni
fruibile per opzione da par-
te dei fornitori che hanno
applicato lo sconto in fattu-
ra e dei cessionari acqui-
renti del credito.
Dal 2 maggio 2023, è attiva
una nuova funzionalità al-
l’interno della «Piattaforma
cessione crediti» che permet-
te ai soggetti interessati di
comunicare all’Agenzia la
volontà di optare per la ra-
teizzazione lunga – al posto
di quella originariamente
prevista – (4 anni) semplice-
mente accedendo all’area ri-
servata del sito delle Entrate.
Il servizio dal 3 luglio
2023 sarà attivo anche per gli
intermediari provvisti di de-
lega alla consultazione del
Cassetto fiscale dei titolari
dei crediti.
La comunicazione è im-
mediatamente efficace e
non può essere rettificata o
annullata. Si tratta, quindi,
anche qui, di una scelta ir-
revocabile.
In sede di conversione in
legge del Dl 11/2023, la possi-
bilità di scegliere di ripartire
i crediti d’imposta in dieci ra-
te è stata estesa oltre che agli
interventi superbonus (arti-
colo 119 del Dl 34/2020), an-
che al bonus barriere 75% (ar-
ticolo 119-ter del Dl 34/2020),
e al sismabonus (commi da 1-
bis a 1-septies dell’articolo 16
del Dl 63/2013).
In particolare, la nuova ri-
partizione può essere effet-
tuata per la quota residua
delle rate dei crediti riferite:
O agli anni 2022 e seguenti,
per i crediti derivanti dalle
comunicazioni delle opzioni
per la prima cessione o lo
sconto in fattura inviate al-
l’agenzia delle Entrate fino al
31 ottobre 2022, relative al
superbonus;
O agli anni 2023 e seguenti,
per i crediti derivanti dalle
comunicazioni inviate al-
l’agenzia delle Entrate dal 1°
novembre 2022 al 31 marzo
2023, relative al superbo-
nus, nonché dalle comuni-
cazioni inviate fino al 31
marzo 2023, relative al si-
smabonus e al bonus barrie-
re architettoniche.
Il provvedimento specifica
che ciascuna nuova rata an-
nuale risultante dalla riparti-
zione in base al punto 2.1 po-
trà essere utilizzata esclusi-
vamente in compensazione
in base all’articolo 17 Dlgs
241/1997, dal 1° gennaio al 31
dicembre del relativo anno di
riferimento.
La quota di credito non
utilizzata nell’anno di perti-
nenza continua a non poter
essere riportata negli anni
seguenti né possa essere ri-
chiesta a rimborso.
La possibilità per cessio-
nari e fornitori di optare per
lo spalma crediti in dieci anni
non opera, quindi, per coloro
i quali entro il 31 marzo 2023
non hanno inviato la comu-
nicazione di cessione ed in-
tendono fruire della remis-
sione in bonis entro il 30 no-
vembre 2023. O
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I focus del Sole 24 Ore Mercoledì 28 Giugno 2023 – N. 18 15

Bonus casa, le ultime novità

10mila euro Il tetto
Il limite di spesa previsto per il
2022 per il bonus mobili è di
10mila euro. A questo vanno
sottratte le spese 2021

Dichiarazioni
Bonus mobili nel 730, da conservare
le ricevute dei pagamenti elettronici
I contribuenti che hanno realizzato un lavoro servativo, ristrutturazione edili- consigliabile inserire le etichette no sostenute spese per mobili
zia su parti comuni di edifici energetiche, nel caso in cui la o grandi elettrodomestici an-
di ristrutturazione potranno agganciare residenziali. spesa agevolata ricomprenda che nel corso del 2021, queste
l’acquisto di arredi ed elettrodomestici Nessuna preclusione anche l’acquisto di elettrodomestici. devono essere sottratte dal
nel caso in cui il contribuente Più semplici, rispetto ad altri bo- massimale di spesa di 10mila
abbia optato per la cessione del nus, le modalità di pagamento, euro previsto per il 2022.
credito o per lo sconto in fattu- che prevedono unicamente l’ob- Oltre alle fatture di acquisto,
1 manutenzione straordina- ra relativamente ai bonus casa, bligo di pagamento tracciato e recanti l’indicazione di natura,
Francesco Capri ria, restauro e risanamento ma il soggetto che usufruisce, cioè attraverso carte di debito o qualità e quantità dei beni e
Francesco Manfredi conservativo, ristrutturazione direttamente o indirettamente credito o con bonifico ordinario, servizi acquistati, vanno con-
edilizia su singole unità immo- (tramite cessione), delle detra- mentre è escluso il pagamento servati i documenti di paga-

A
nche quest’anno, solo per
i contribuenti che hanno
realizzato un intervento
di recupero del patrimonio edi-
lizio, è possibile usufruire del
bonus mobili nel 730. La detra-
zione, pari al 50% delle spese so-
stenute per l’acquisto di mobili o
grandi elettrodomestici, preve-
de un limite di spesa di 10mila
euro per il 2022, come stabilito
dalla legge n. 234/2021 (la legge
di Bilancio 2022) e deve essere
ripartita in dieci quote annuali.
Presupposto dell’agevola-
zione è la presenza di un inter-
vento edilizio compreso fra:
biliari residenziali;
2 ricostruzione o ripristino di
un immobile danneggiato da
eventi calamitosi, se è stato di-
chiarato lo stato di emergenza;
3 restauro, risanamento con-
servativo e ristrutturazione
edilizia, riguardanti interi fab-
bricati, eseguiti da imprese di
costruzione o ristrutturazione
immobiliare e da cooperative
edilizie che entro 18 mesi dal
termine dei lavori vendono o
assegnano l’immobile;
4 manutenzione ordinaria,
manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento con-
zioni per spese relative al recu-
pero del patrimonio edilizio è
l’unico che ha accesso al bonus
mobili. Il beneficiario deve
inoltre avere la proprietà o la
detenzione degli immobili ai
quali sono destinati i beni.
Sono acquistabili mobili
d’arredo o grandi elettrodo-
mestici di classe energetica
non inferiore alla A per i forni,
E per lavatrici, lavasciugatrici
e le lavastoviglie, F per frigori-
feri e congelatori.
Fra i documenti da conserva-
re, anche se non espressamente
previsto dalla norma, è sempre
con assegno bancario.
Rilevante la sequenza tem-
porale degli interventi: per
sfruttare la detrazione, infatti, è
necessario che quelli di recupero
del patrimonio edilizio siano
iniziati a partire dal 1° gennaio
dell’anno precedente, ossia a
partire dal 1° gennaio 2021 per le
spese del bonus mobili sostenu-
te nel corso del 2022, da inserire
nel 730 di quest’anno. In ogni
caso, la data di inizio lavori deve
sempre essere precedente quel-
la in cui si acquistano i beni og-
getto di agevolazione.
Da tenere conto che, se si so-
mento, tra cui rientrano: rice-
vute dei bonifici, ricevuta di
avvenuta transazione, estratti
conto con evidenza dell’adde-
bito, ricevute di altri mezzi di
pagamento elettronico (ad
esempio la “strisciata” del pos).
L’acquisto mediante finanzia-
mento non fa perdere il diritto
alla detrazione, a patto che la
società erogante il prestito ef-
fettui il pagamento del fornito-
re con le modalità previste dal-
la norma ed il contribuente
conservi una copia della rice-
vuta di pagamento. O
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Visto «ora per allora» senza comunicazione

I chiarimenti
Il rilascio non è rilevante
per l’opzione già eseguita
Fabio Chiesa
Giampiero Gugliotta
La Faq delle Entrate del 6 giugno
2023 fornisce chiarimenti sulle
modalità di rilascio del visto di
conformità «ora per allora» in-
trodotto dal decreto Aiuti bis (Dl
115/2022) per limitare la respon-
sabilità solidale tra cedente e
cessionario (in base all’articolo
14, comma 1-bis.2, del Dl 50 del
2022) per tutti quei crediti a suo
tempo ceduti senza il corredo
del visto di conformità.
Si tratta tutte quelle opzioni
di cessione derivanti da detra-
zioni “edilizie”, diverse dal su-
perbonus, presentate prima del
12 novembre 2021 e per le quali -
ai fini dell’opzione - non sussi-
steva l’obbligo di acquisire il vi-
sto oppure ancora di tutti quei
lavori effettuati in edilizia libera
o inferiori a 10mila euro.
L’amministrazione chiarisce
ora che è necessario che il pro-
fessionista incaricato, alla data
di rilascio del visto, abbia pre-
ventivamente effettuato la co-
municazione prevista dall’arti-
colo 21 del Dm Finanze 31 mag-
gio 1999, n. 164. Non sarebbe
quindi necessaria la formale
iscrizione del professionista ne-
gli elenchi ma solo che lo stesso
abbia inviato la comunicazione
di richiesta di iscrizione.
Inoltre nel documento che at-
testa il rilascio del visto, sotto-
scritto dal professionista incari-
cato, devono essere indicati il
protocollo e progressivo della
comunicazione dell’opzione per
la prima cessione del credito o
per lo sconto in fattura, a cui il vi-
sto si riferisce. Infine, tale docu-
mento deve contenere gli ele-
menti essenziali dell’opzione.
Il rilascio del visto non deve
neppure essere comunicato alle
Entrate in quanto non rappre-
senta una condizione per l’eser-
cizio dell’opzione (che è già av-
venuta), ma costituisce un re-
quisito per limitare la responsa-
bilità del cessionario, da far va-
lere in caso di controlli.
L’attestazione di rilascio del
visto può però essere inviata, dal
professionista incaricato al sog-
getto interessato, tramite posta
elettronica certificata, ma nulla
vieta che il professionista utilizzi
altre metodologie che rendano
comunque certa la data in cui il
visto «ora per allora» viene in-
viato al richiedente. O
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I Focus Direttore responsabile Caporedattore Inserto a cura di Settimanale -

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Fabio Tamburini Maria Carla De Cesari Giuseppe Latour, Giovanni Parente
del Sole 24 Ore Tribunale di Milano
n. 170 del 07-06-2013
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