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Nodo contro terra: come modellarlo agli elementi

finiti (FEM)

AUTORE: Alice Lorenzati, Ingegnere - C2R Energy Consulting; Alice Gorrino, Ingegnere – Internationalization
consultant presso Edilclima Srl

Tra i diversi ponti termici da analizzare in fase di valutazione delle prestazioni energetiche di un
edificio, uno dei più critici e complessi è sicuramente rappresentato dal nodo contro terra. In questo
nodo, infatti, oltre allo scambio termico tra ambiente climatizzato e ambiente esterno, si aggiunge
anche l’effetto dovuto allo scambio con il suolo, difficilmente quantificabile. Vediamo di seguito
come modellare correttamente, agli elementi finiti, questa tipologia di nodo.

Ponti termici: introduzione alla normativa di riferimento


Per prima cose è bene ricordare che cosa si intende per ponti termici: questi sono tutti quei punti
dell’involucro edilizio in cui si concentrano dispersioni termiche diverse rispetto alla restante parte
dell’involucro edilizio, a causa di discontinuità dell’involucro stesso, che ne generano variazioni di resistenza
termica, più o meno importanti. In altre parole, i ponti termici si creano in tutti quei nodi in cui si incontrano
tipologie diverse di involucro edilizio.
L’effetto dei ponti termici si traduce in due contributi alle dispersioni termiche:
• Lineare, esprimibile tramite la trasmittanza termica lineica (ψ [W/m∙K]), la quale è definita come il
flusso termico in regime stazionario rispetto alla lunghezza e alla differenza di temperatura tra gli
ambienti posti in ogni lato del ponte termico;
• Puntuale, definita dalla trasmittanza termica puntuale (χ [W/K]), ovvero il flusso termico in regime
stazionario rispetto alla differenza di temperatura tra gli ambienti posti in ogni lato del ponte termico
(in genere tale contributo è trascurabile per la valutazione delle dispersioni di un componente).

L’ individuazione della corretta procedura per la valutazione degli effetti dei Ponti Termici (PT) è affidata alla
norma UNI EN ISO 14683:2018 “Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi
semplificati e valori di riferimento”. Questa norma individua quatto distinte metodologie, caratterizzate da
diversi livelli di accuratezza ottenibili. Le diverse casistiche che possono portare all’uso di una piuttosto che
di un’altra metodologia è invece affidata alla norma UNI/TS 11300-1:2014 “Prestazioni energetiche degli
edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva
ed invernale”:
• L’analisi numerica (Finite Element Method – FEM), la più affidabile, caratterizzata accuratezze
dell’ordine del ± 5%, deve essere tassativamente utilizzata nel caso di valutazioni di progetto,
secondo quanto indicato nella norma UNI EN ISO 10211:2018 “Ponti termici in edilizia - Flussi termici
e temperature superficiali - Calcoli dettagliati”;

1
• I metodi di calcolo manuali (accuratezza ± 20%), ovviamente conformi alla UNI EN ISO 14683:2018,
possono invece essere utilizzati per gli edifici esistenti.

PER APPROFONDIRE: metodologie e condizioni al contorno per l’analisi FEM dei ponti termici.
https://www.ingenio-web.it/31916-analisi-dei-ponti-termici-agli-elementi-finiti-fem-procedura-ed-esempi-di-
calcolo

Nodo contro terra e normativa specifica


Nel caso dei nodi contro terra, ovvero quei nodi parete – solaio in cui almeno uno dei due componenti è a
contatto con il terreno, la questione si complica ulteriormente perché, oltre allo scambio termico tra
ambiente interno ed esterno, si aggiunge anche lo scambio termico con il terreno. Per tale motivo, oltre alla
UNI EN ISO 10211:2018, è necessario fare riferimento a un’ulteriore norma, la UNI EN ISO 13370:2018
“Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di calore attraverso il terreno - Metodi di calcolo”. Tramite
questa norma è possibile calcolare il valore della trasmittanza termica equivalente dei componenti a
contatto con il terreno.
Il calcolo della trasmittanza termica equivalente per queste struttura si rende necessario perché, oltre alla
trasmittanza termica reale della struttura stessa (e di conseguenza, della sua resistenza termica), lo scambio
termico con il terreno è influenzato da:
• Perimetro e superficie esposta al terreno del componente;
• Conducibilità termica del terreno;
• Spessori delle struttura costituenti il nodo.

Ovviamente, l’influenza dei parametri sopra indicati dipende dalla tipologia di nodo contro terra. In
particolare, la norma ne individua 5 (delle quali saranno in seguito analizzate la 1. e la 3.):
1. Pavimento contro terra;
2. Pavimento su intercapedine;
3. Piano interrato riscaldato;
4. Piano interrato non riscaldato;
5. Piano interrato parzialmente riscaldato.

Ai fini della modellazione FEM, per ognuno di questi nodi, la norma UNI EN ISO 13370:2018 integra quanto
indicato nelle altre già citate normative, in termini di:
a. Proprietà geometriche del modello del nodo in analisi;
b. Proprietà termofisiche dei materiali utilizzati;
c. Condizioni al contorno.

Si precisa che il presente articolo tratta unicamente il calcolo dello scambio termico per la determinazione
della trasmittanza termica lineare, tralasciando invece la trattazione della determinazione della temperatura
superficiale per il controllo della condensa. In questo articolo vogliamo solo specificare che, in accordo con
la UNI EN ISO 13788:2013 (“Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia -
Temperatura superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale -
Metodi di calcolo”), per il controllo della condensa superficiale per nodi contro terra occorre un modello
ad hoc che differisce per geometria e condizioni al contorno dal modello per il calcolo della trasmittanza
termica lineare.

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a. Proprietà geometriche del modello
Per procedere alla corretta analisi FEM di un ponte termico, il modello del PT deve avere dimensioni tali da
includere l’intero campo termico deformato per effetto del ponte termico. In questo modo si evita di
sottostimare la superficie influenzata dal ponte termico, e, di conseguenza, l’entità del flusso termico che lo
attraversa.
La Tabella 5 della norma UNI EN ISO 10211:2018 fornisce indicazioni sulle dimensioni minime del modello
(ovvero della posizione dei piani di taglio) nel caso di nodi costruttivi a contatto con il suolo.
Si rimanda alla consultazione della norma per tutti i casi specifici, mentre nei prossimi capitoli saranno viste
nel dettaglio degli esempi relativi alle due tipologie di nodo sopra indicate.

b. Proprietà termofisiche dei materiali


Le proprietà termofisiche dei materiali termicamente omogenei (ovvero caratterizzato da proprietà
termiche uniformi) possono essere calcolate in conformità con le norma UNI EN ISO 10456:2008 “Materiali
e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la
determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto” e UNI EN ISO 6946:2007 “Componenti ed elementi
per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo”. Nel caso di materiali quasi
omogenei, è necessario il calcolo di una conducibilità termica equivalente (UNI EN ISO 13370:2018).

ATTENZIONE!
Per materiali utilizzati al di sotto del livello del terreno, la resistenza termica utilizzata deve essere rappresentativa
delle reali condizioni di temperatura e umidità della specifica applicazione.

La conducibilità termica del terreno, in mancanza di indicazioni più precise, può essere:
• Ricavata dalla Tabella 7 della norma UNI EN ISO 13370:2018 (Figura 1);
• Assunta pari a pari a 2,00 W/(m∙K), in accordo con la UNI EN ISO 10211:2018.

Le proprietà termofisiche di strati quasi-omogenei, all’interno del Capitolo 2 si è definita la procedura per il
calcolo di una conducibilità termica equivalente.

Conducibilità termica – λg Capacità termica volumetrica - ρ∙c


Descrizione
[W/(m∙K)] [J/(m3∙K)]
Argilla o limo 1,5 3,6 ∙ 106
Sabbia o ghiaia 2 2,0 ∙ 106
Roccia omogenea 3,5 2,0 ∙ 106

Figura 1 – Conducibilità termica del terreno (Tabella 7 della norma UNI EN ISO 13370:2018).

c. Condizioni al contorno
Le condizioni al contorno da considerare sono:
• Temperature degli ambienti che delimitano il nodo;
o Aria esterna (te [°C]): valori di progetto ricavabili dalla norma UNI 10349:1994
“Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici”;
o Aria interna (ti [°C]): valori che dipendono dalla destinazione d’uso dell’edificio (edifici
residenziali: ti = 20°C nei mesi in cui è in funzione l’impianto di riscaldamento, 18°C quando

3
l'impianto di riscaldamento non è in funzione e la temperatura esterna media mensile è < 18
°C, uguale alla temperatura esterna nei mesi in cui la temperatura esterna media mensile è
≥ 18 °C;
o Nel caso di nodo contro terra: condizioni di adiabaticità lungo il piano di taglio orizzontale,
la cui posizione è stabilita, come già detto, dalla Tabella 5 della norma UNI EN ISO
10211:2018;
• Resistenze termiche superficiali, interne ed esterne (rispettivamente Rsi ed esterna Rse [ m2K/W]),
indicate nella norma UNI EN ISO 6946:2018 in funzione della direzione del flusso termico. La Tabella
10.1 (Figura 2) ne riporta i valori tipici, rappresentativi di superfici con emissività pari a 0,9 e valori
del coefficiente di irraggiamento del corpo nero valutato a 20°C per la resistenza superficiale interna
e 10°C per la resistenza superficiale esterna, e con velocità dell’aria pari a 4 m/s. In aggiunta, qualora
la direzione del flusso termico non sia univocamente definita o sia variabile, o nel caso in cui l’intero
edificio venga valutato con un’unica modellazione, è possibile utilizzare la sola resistenza termica
superficiale per flusso termico orizzontale.

Resistenza superficiale Direzione del flusso termico


[m2K/W] Verso l’alto Orizzontale Verso il basso
Rsi 0,10 0,13 0,17
Rse 0,04 0,04 0,04

Figura 2 – Resistenze superficiale (Tabella 10.1 della norma UNI EN ISO 6946:2018).

Esempi di calcolo: impostazione del modello e metodologia di calcolo


Come accennato in precedenza, nel caso di nodi contro terra, la dimensione del modello del nodo da
analizzare (ovvero la posizione dei piani di taglio), e le prestazioni termiche equivalenti del componente di
involucro a contatto con il terreno, variano a seconda della tipologia del nodo stesso. Si è pertanto deciso di
procedere con la loro spiegazione attraverso l’ausilio di un paio di esempi: pavimento contro terra e piano
interrato riscaldato.

PAVIMENTO CONTRO TERRA PIANO INTERRATO RISCALDATO

Per poter procedere alla trattazione è però necessario un ulteriore commento.

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https://www.ingenio-web.it/35828-nodo-contro-terra-come-modellarlo-agli-elementi-finiti-fem;
Quando si ha a che fare con un ponte termico con strutture contro terra (pavimenti e/o pareti), bisogna
ricordare che il flusso termico verso l’ambiente esterno è scambiato in parte dal componente perimetrale
verso l’esterno e in parte da quelle a contatto con il suolo. Siccome la quantità di calore che attraversa una
struttura dipende da trasmittanza e dalle temperature coinvolte, è facile capire che il contributo di
dispersioni attraverso il componente a contatto con il terreno dovrà essere valutato diversamente da quello
attraverso il componente esposto all’aria esterna (terreno vs aria: diverse resistenze termiche superficiali e
temperature). Si ritorna quindi sul concetto di trasmittanza termica equivalente del componente edilizio
verso il terreno, necessaria per poter sommare i due contributi di scambio termico.
Inoltre, un ulteriore elemento che influenza lo scambio termico attraverso il suolo (e quindi il ponte termico
corrispondente) è l’estensione del pavimento contro terra, espressa in termini di perimetro disperdente (P
[m]), ovvero il contorno della porzione di pavimento disperdente verso il suolo, e di superficie a contatto con
il terreno (A [m2]).
Per gli esempi in esame si assuma di utilizzare la planimetria riportata in Figura 3.

Figura 3 – Pianta di riferimento per l’individuazione di P e A.

Secondo la UNI EN ISO 13370:2018, la trasmittanza termica equivalente del componente edilizio verso il
terreno dipende dalla cosiddetta dimensione caratteristica del pavimento (B [m]) calcolabile attraverso la
seguente equazione:

𝐴
𝐵=
0,5 ∙ 𝑃

Va da sé che debba esserci congruenza tra la dimensione caratteristica del pavimento calcolata per il ponte
termico e quella del modello dell’intero edificio, realizzato per il calcolo delle dispersioni.

Prosegue in questo modo la serie di nostri articoli su esempi di analisi FEM dei ponti termici:
https://www.ingenio-web.it/31916-analisi-dei-ponti-termici-agli-elementi-finiti-fem-procedura-ed-esempi-di-
calcolo
https://www.ingenio-web.it/32189-ponte-termico-parete-serramento-procedura-ed-esempi-di-analisi-agli-
elementi-finiti-fem

Pavimento contro terra


Nel caso di nodi con il solo pavimento a contatto con il terreno, si rende necessario il calcolo di una sola
trasmittanza termica equivalente, ovviamente quella del pavimento contro terra.

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Partiamo innanzitutto dalla definizione della posizione dei piani di taglio per la corretta modellazione del
nodo in esame.

Figura 4 – Modello geometrico del nodo “Pavimento contro terra”.

In Figura 4 individuiamo cinque elementi dimensionali:


• dw,e = spessore reale della parete verticale verso l’esterno [m] (legenda pedici: w = wall; e = external);
• df,sog = spessore reale del solaio verso il terreno [m] (legenda pedici: f = floor; sog = slab on ground);
• dmin_w,e = posizione minima del piano di taglio relativo alla parete verticale verso l’esterno [m];
• dmin_f,sog = posizione minima del piano di taglio relativo al solaio verso il terreno [m];
• dmin_g = posizione minima del piano di taglio relativo al terreno [m] (legenda pedici: g = ground).

dmin_w,e è definito dalla norma UNI EN ISO 10211:2018 come il valore massimo tra 1 m (in genere la
modellazione è fatta in millimetri, quindi 1000 mm) e tre volte lo spessore dell’elemento di involucro
corrispondente. dmin_f,sog e dmin_g sono invece calcolati in funzione della dimensione caratteristica del
pavimento, e valgono rispettivamente (UNI EN ISO 13370:2018):

𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔 = (0,5 ∙ 𝐵) 𝑜 4 𝑚 (𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑛𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑢𝑒)


𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑔 = (2,5 ∙ 𝐵) 𝑜 20 𝑚 (𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑛𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑢𝑒)

Definita la geometria del modello, possiamo procedere con l’analisi delle prestazioni termiche degli elementi
coinvolti:
• Uw,e = trasmittanza termica reale della parete verticale verso l’esterno [W/(m2∙K)];
• Ufg,sog = trasmittanza termica equivalente del sistema pavimento – terreno [W/(m2∙K)];

Note le proprietà di tutti gli strati costituenti la muratura esterna, e le resistenze superficiali interne ed
esterne, è semplice calcolare il valore di Uw,e (UNI EN ISO 6946:2018). Il calcolo di Ufg,sog è invece definito nella
UNI EN ISO 13370:2018:

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2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑓 < 𝐵 (𝑝𝑎𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖)
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑑𝑓
𝜆𝑔
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = 𝑠𝑒 𝑑𝑓 ≥ 𝐵 (𝑝𝑎𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑏𝑒𝑛 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖)
{ 0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓

Dove:
• λg = conducibilità termica del terreno [W/(m∙K)], si veda Figura 1;
• df = spessore equivalente del sistema pavimento – terreno [m].

Questo, a sua volta, è ricavabile dalla seguente equazione:

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 )

In cui Rf,sog è la resistenza termica reale del pavimento a contatto con il terreno ([(m2∙K)/W]), e Rse è la
resistenza termica superficiale esterna (pari a zero, perché a contatto con il terreno).

Definiti questi parametri è finalmente possibile procedere al calcolo della trasmittanza termica lineica del
ponte termico in esame.
Si ricorda che, supponendo di trascurare i PT puntuali, la trasmittanza termica lineica ψ può essere
determinata, in linea generale, con la seguente relazione:

𝜓 = 𝐿2𝐷 − ∑(𝑈𝑘 ∙ 𝑙𝑘 )

Dove:
• L2D [W/(m∙K)] è il coefficiente di accoppiamento termico lineico ottenuto tramite un calcolo
bidimensionale del componente che separa i due ambienti considerati (ottenibile tramite gli output
del software di simulazione FEM);
• Uk [W/(m2∙K)] è la trasmittanza termica dell’k-esimo componente che separa i due ambienti
considerati (flusso e calcolo monodimensionale);
• lk [m] è la lunghezza del modello geometrico bidimensionale cui corrisponde il valore di trasmittanza
Uk.

Si ricorda che, a seconda del software utilizzato, l’output fornito può essere diverso: tramite la simulazione
si possono infatti ottenere direttamente i valori di L2D oppure dei flussi termici bidimensionali (Φ2D [W])
globalmente trasmessi (ricavati moltiplicando L2D per la differenza di temperatura tra interno e esterno),
oppure una trasmittanza termica bidimensionale, che possiamo chiamare U2D. In quest’ultimo caso, per
ottenere il valore di L2D necessario per il calcolo del ponte termico, e sufficiente moltiplicare la trasmittanza
termica bidimensionale per la superficie disperdente (che può essere esterna, Lesterna, o interna, Linterna), la
quale rappresenta l’intero “bordo” del nodo (dal lato esterno o interno rispettivamente). In questo articolo
ci riferiremo alla generica Ltot (a scelta del lettore utilizzare la superficie disperdente interna o esterna).

𝐿2𝐷 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡

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In altre parole, per valutare l’effetto del ponte termico, al coefficiente di accoppiamento termico L2D,
ottenuto tramite simulazione FEM, vengono sottratte le quote di dispersioni termiche attraverso le pareti
prospicenti verso l’ambiente esterno e quelle attraverso il pavimento a contatto con il suolo.

Nel caso specifico, e supponendo di utilizzare le dimensioni esterne del nodo (cioè misurate tra le superfici
esterne finite degli elementi esterni dell’edificio):

𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 )

Supponendo invece di usare le dimensioni interne del nodo, il calcolo diventa:

𝝍𝒈,𝒊 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ 𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ 𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔

ATTENZIONE!
Rispetto alla norma UNI EN ISO 13370:2018 sono state fatte alcune modifiche alla nomenclatura, per uniformare la
nomenclatura stessa e agevolare la lettura dell’articolo. In particolare nella norma non compaiono df,sog, dmin_w,e,
dmin_f,sog, dmin_g e Uw,e.

Piano interrato riscaldato


Il secondo nodo contro terra che proponiamo è quello che si verifica quando un piano riscaldato è, anche
solo parzialmente interrato. In questo caso, alle dispersioni termiche verso l’ambiente esterno, attraverso la
porzione di muro non interrata, si aggiungono due diverse dispersioni verso il terreno: una attraverso il muro
e una attraverso il pavimento. In questo caso, quindi si devono calcolare due trasmittanze termiche
equivalenti (pavimento e parete).

Figura 5 – Modello geometrico del nodo “Piano interrato riscaldato”.

Alcuni degli elementi riportati in Figura 5 sono gli stessi introdotti con l’esempio precedente (dw,e, dmin_f,sog,
dmin_g, Uw,e), e sono quindi calcolabili con le formule già indicate.

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La posizione minima del piano di taglio relativo alla parete verticale verso l’esterno, dmin_w,e, viene invece
chiamata h, per differenziarla dalla precedente: in questo secondo esempio, infatti, la distanza minima deve
essere misurata a partire dal terreno, e non dal pavimento interno, proprio perché è relativa alla porzione di
muro verso l’esterno.
Si introducono, invece, quattro nuove grandezze:
• z = profondità di interramento del solaio contro terra [m];
• df,b = spessore reale del solaio verso il terreno [m] (legenda pedici: b = basement under the ground
level);
• Ufg,b = trasmittanza termica equivalente del sistema pavimento – terreno [W/(m2∙K)];
• Uwg,b = trasmittanza termica equivalente del sistema parete – terreno [W/(m2∙K)].

Analogamente al caso precedente, per la quantificazione dello scambio termico attraverso il terreno, si rende
necessario il calcolo delle trasmittanze termiche equivalenti (in questo caso due).

La trasmittanza termica equivalente della parete contro terra è calcolabile attraverso la seguente equazione:

2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑓 𝑧
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑤,𝑏 ≥ 𝑑𝑓 (𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑖ù 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒)
𝜋∙𝑧 𝑑𝑓 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑤,𝑏 < 𝑑𝑓
{ 𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏

Con:
• df = spessore equivalente del sistema pavimento – terreno [m];
• dw,b = spessore equivalente del sistema parete – terreno [m].

Ricavabili da:

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 )

In cui Rf,b è la resistenza termica reale del pavimento a contatto con il terreno ([(m2∙K)/W]).

𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 )

In cui Rw,b è la resistenza termica reale della parete contro terra ([(m2∙K)/W]).

La trasmittanza termica equivalente del solaio contro terra è invece calcolabile tramite:

2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 (𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) < 𝐵
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧
𝜆𝑔
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = 𝑠𝑒 (𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) ≥ 𝐵
{ 0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧

Possiamo quindi procedere al calcolo della conducibilità termica lineica (esterna e interna, rispettivamente):

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𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 )

𝝍𝒈,𝒊 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ (𝑧 − 𝑑𝑓,𝑏 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ 𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔

Esempi di calcolo: elaborazione dei risultati


Seguendo le indicazioni riportate nel precedente capitolo ci occupiamo adesso di svolgere i calcoli relativi
alle due tipologie di nodo in esame, in modo da individuare l’entità del ponte termico. In particolare, per ogni
tipologia di nodo, si propongono quattro diverse configurazioni (no isolamento, solo cappotto, cappotto +
isolante sotto la soletta e cappotto + isolante sopra la soletta), così da evidenziare le differenze di
prestazione tra una soluzione e l’altra.

ATTENZIONE!
Si ricorda che i valori qui ottenuti non sono da intendersi come valori di riferimento da usare per casi analoghi, ma
sono semplicemente esempi di calcolo validi esclusivamente per il caso specifico.

I materiali utilizzati in entrambi gli esempi sono riassunti nella seguente tabella, mentre il valore di B relativo
a Figura 3 è:
𝐴 87
𝐵= = = 5,12 𝑚
0,5 ∙ 𝑃 0,5 ∙ 34

Materiali Conducibilità termica [W/(m K)] Spessore [mm]


Laterizio forato 0,500 400
Calcestruzzo 1,600 250 (solaio)
Massetto 0,700 70 (+ 40 con isolamento sopra soletta)
Pavimentazione piastrelle 1,300 15
Isolante termico 0,031 140
Terreno generico 2 -

Pavimento contro terra


Innanzitutto è necessario definire le caratteristiche del nodo, in termini di prestazioni termiche e geometria,
per poi procedere alla simulazione e all’analisi dei risultati.
Ai fini del presente articolo, gli esempi saranno svolti solo relativamente al calcolo di ψg,e. Inoltre, vista la
ripetitività della procedura, per entrambi i nodi saranno svolti i calcoli in maniera estesa solo per la
configurazione senza isolamento.

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PAVIMENTO CONTRO TERRA – NON ISOLATO

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = (𝐿𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎 ) = 1,2 + 2,56 = 3,76 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟖𝟑𝟑𝟎
𝒎𝟐 𝑲
1 1
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 = =
𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 0,13 + 0,4
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 + 0,04
0,5
𝑊
= 1,031 2
𝑚 𝐾

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠 0,015 0,07 0,25


𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 = + + = + + =
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠 1,3 0,7 1,6
𝑚2 𝐾
= 0,268
𝑊

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,8330 ∙ 3,76 = 3,1321
𝑚∙𝐾

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 0,4 + 2 ∙ (0,17 + 0,268 + 0) = 1,276 𝑚 (< 𝐵 = 5,12 𝑚)

2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵 2∙2 𝜋 ∙ 5,12 𝑊


𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,602 2
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑑𝑓 𝜋 ∙ 5,12 + 1,267 1,267 𝑚 𝐾

𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) =
𝑾
= 3,1321 − 1,031 ∙ (1,2 + 0,335) − 0,602 ∙ (2,56 + 0,4) = −𝟎, 𝟐𝟑𝟏
𝒎∙𝑲

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PAVIMENTO CONTRO TERRA – SOLO CAPPOTTO

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = 1,62 + 2,56 = 4,18 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟒𝟕𝟓𝟒
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠 𝑚2 𝐾


𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 = + + = 0,268
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠 𝑊

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,9872
𝑚∙𝐾

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 1,416 𝑚 (< 𝐵 = 5,12 𝑚)

2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,575 2
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑑𝑓 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟏𝟓𝟏
𝒎∙𝑲

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PAVIMENTO CONTRO TERRA – CAPPOTTO + ISOLANTE SOTTO SOLETTA

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = 1,62 + 2,56 = 4,18 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟐𝟗𝟓𝟏
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 𝑚2 𝐾


𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 = + + + = 4,784
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙 𝑊

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,2335
𝑚∙𝐾

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 10,048 𝑚 (> 𝐵 = 5,12 𝑚)

𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = = 0,161 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟒𝟏𝟔
𝒎∙𝑲

13
PAVIMENTO CONTRO TERRA – CAPPOTTO + ISOLANTE SOPRA SOLETTA

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = 1,62 + 2,56 = 4,18 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟐𝟐𝟔𝟕
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠


𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 = + + + + =
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠
𝑚2 𝐾
= 4,824
𝑊

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,9476
𝑚∙𝐾

𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 10,128 𝑚 (> 𝐵 = 5,12 𝑚)

𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = = 0,160 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟏𝟐𝟓
𝒎∙𝑲

Piano interrato riscaldato


Per questo secondo esempio si procede in maniera del tutto analoga al precedente.

14
PIANO INTERRATO RISCALDATO – NON ISOLATO

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = (1,2 + 0,768 − 0,335) + 2,560 = 4,193 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟕𝟒𝟑𝟏
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 = 1,031 2
𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,7431 ∙ 4,193 = 3,1158
𝑚∙𝐾

0,015 0,07 0,25


𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 0,4 + 2 ∙ [0,17 + ( + + ) + 0] = 1,276 𝑚
1,3 0,7 1,6

0,4
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 2 ∙ (0,13 + + 0) = 1,86 𝑚 (> 𝑑𝑓 = 1,276 𝑚)
0,5

(𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) = (1,276 + 0,5 ∙ 0,768) = 1,66 𝑚 (< 𝐵 = 5,12 𝑚)

2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) =
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧
2∙2 𝜋 ∙ 5,12 𝑊
= ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,534 2
𝜋 ∙ 5,12 + 1,276 + 0,5 ∙ 0,768 1,276 + 0,5 ∙ 0,768 𝑚 𝐾

2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑓 𝑧 2∙2 0,5 ∙ 1,276 0,768


𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) =
𝜋∙𝑧 𝑑𝑓 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝜋 ∙ 0,768 1,276 + 0,768 1,86
𝑊
= 0,752
𝑚2 𝐾

𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) =


𝑾
= 3,1158 − 1,031 ∙ 1,2 − 0,752 ∙ 0,768 − 0,534 ∙ (2,56 + 0,4) = −𝟎, 𝟐𝟖𝟎
𝒎∙𝑲

15
PIANO INTERRATO RISCALDATO – SOLO CAPPOTTO

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = (1,62 + 0,768 − 0,335) + 2,560 = 4,613 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟒𝟕𝟖𝟏
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,4781 ∙ 4,613 = 2,2040
𝑚∙𝐾

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠


𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + ( + + ) + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,416 𝑚
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠

𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (> 𝑑𝑓 = 1,416 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜

(𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) = 1,80 𝑚 (< 𝐵 = 5,12 𝑚)

2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,514 2
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾

2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑓 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,759 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑓 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟐𝟔𝟔
𝒎∙𝑲

16
PIANO INTERRATO RISCALDATO – CAPPOTTO + ISOLANTE SOTTO SOLETTA

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = (1,62 + 0,908 − 0,475) + 2,560 = 4,613 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟑𝟒𝟐𝟗
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,5808
𝑚∙𝐾

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙


𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + ( + + + ) + 𝑅𝑠𝑒 ] = 10,448 𝑚
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (< 𝑑𝑓 = 10,448 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜

(𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) = 10,90 𝑚 (> 𝐵 = 5,12 𝑚)

𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = = 0,151 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾

2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,814 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟎𝟕𝟖
𝒎∙𝑲

17
PIANO INTERRATO RISCALDATO – CAPPOTTO + ISOLANTE SOPRA SOLETTA

Dati Output software

𝑳𝒕𝒐𝒕 = (1,62 + 0,768 − 0,515) + 2,560 = 4,430 𝑚 𝑾


𝑼𝟐𝑫 = 𝟎, 𝟐𝟕𝟎𝟕
𝒎𝟐 𝑲
1 𝑊
𝑼𝒘,𝒆 = 𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 = 0,182 2
𝑅𝑠𝑖 + + + 𝑅𝑠𝑒 𝑚 𝐾
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙

Elaborazione

𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,1995
𝑚∙𝐾

𝑠𝑝𝑎𝑣 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑜𝑙 𝑠𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑐𝑙𝑠


𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + ( + + + + ) + 𝑅𝑠𝑒 ] =
𝜆𝑝𝑎𝑣 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑖𝑠𝑜𝑙 𝜆𝑚𝑎𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜 𝜆𝑐𝑙𝑠
= 10,528 𝑚

𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (< 𝑑𝑓 = 10,528 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜

(𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) = 10,91 𝑚 (> 𝐵 = 5,12 𝑚)

𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = = 0,151 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾

2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,840 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾

𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟏𝟖𝟖
𝒎∙𝑲

18

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