Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
finiti (FEM)
AUTORE: Alice Lorenzati, Ingegnere - C2R Energy Consulting; Alice Gorrino, Ingegnere – Internationalization
consultant presso Edilclima Srl
Tra i diversi ponti termici da analizzare in fase di valutazione delle prestazioni energetiche di un
edificio, uno dei più critici e complessi è sicuramente rappresentato dal nodo contro terra. In questo
nodo, infatti, oltre allo scambio termico tra ambiente climatizzato e ambiente esterno, si aggiunge
anche l’effetto dovuto allo scambio con il suolo, difficilmente quantificabile. Vediamo di seguito
come modellare correttamente, agli elementi finiti, questa tipologia di nodo.
L’ individuazione della corretta procedura per la valutazione degli effetti dei Ponti Termici (PT) è affidata alla
norma UNI EN ISO 14683:2018 “Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi
semplificati e valori di riferimento”. Questa norma individua quatto distinte metodologie, caratterizzate da
diversi livelli di accuratezza ottenibili. Le diverse casistiche che possono portare all’uso di una piuttosto che
di un’altra metodologia è invece affidata alla norma UNI/TS 11300-1:2014 “Prestazioni energetiche degli
edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva
ed invernale”:
• L’analisi numerica (Finite Element Method – FEM), la più affidabile, caratterizzata accuratezze
dell’ordine del ± 5%, deve essere tassativamente utilizzata nel caso di valutazioni di progetto,
secondo quanto indicato nella norma UNI EN ISO 10211:2018 “Ponti termici in edilizia - Flussi termici
e temperature superficiali - Calcoli dettagliati”;
1
• I metodi di calcolo manuali (accuratezza ± 20%), ovviamente conformi alla UNI EN ISO 14683:2018,
possono invece essere utilizzati per gli edifici esistenti.
PER APPROFONDIRE: metodologie e condizioni al contorno per l’analisi FEM dei ponti termici.
https://www.ingenio-web.it/31916-analisi-dei-ponti-termici-agli-elementi-finiti-fem-procedura-ed-esempi-di-
calcolo
Ovviamente, l’influenza dei parametri sopra indicati dipende dalla tipologia di nodo contro terra. In
particolare, la norma ne individua 5 (delle quali saranno in seguito analizzate la 1. e la 3.):
1. Pavimento contro terra;
2. Pavimento su intercapedine;
3. Piano interrato riscaldato;
4. Piano interrato non riscaldato;
5. Piano interrato parzialmente riscaldato.
Ai fini della modellazione FEM, per ognuno di questi nodi, la norma UNI EN ISO 13370:2018 integra quanto
indicato nelle altre già citate normative, in termini di:
a. Proprietà geometriche del modello del nodo in analisi;
b. Proprietà termofisiche dei materiali utilizzati;
c. Condizioni al contorno.
Si precisa che il presente articolo tratta unicamente il calcolo dello scambio termico per la determinazione
della trasmittanza termica lineare, tralasciando invece la trattazione della determinazione della temperatura
superficiale per il controllo della condensa. In questo articolo vogliamo solo specificare che, in accordo con
la UNI EN ISO 13788:2013 (“Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia -
Temperatura superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale -
Metodi di calcolo”), per il controllo della condensa superficiale per nodi contro terra occorre un modello
ad hoc che differisce per geometria e condizioni al contorno dal modello per il calcolo della trasmittanza
termica lineare.
2
a. Proprietà geometriche del modello
Per procedere alla corretta analisi FEM di un ponte termico, il modello del PT deve avere dimensioni tali da
includere l’intero campo termico deformato per effetto del ponte termico. In questo modo si evita di
sottostimare la superficie influenzata dal ponte termico, e, di conseguenza, l’entità del flusso termico che lo
attraversa.
La Tabella 5 della norma UNI EN ISO 10211:2018 fornisce indicazioni sulle dimensioni minime del modello
(ovvero della posizione dei piani di taglio) nel caso di nodi costruttivi a contatto con il suolo.
Si rimanda alla consultazione della norma per tutti i casi specifici, mentre nei prossimi capitoli saranno viste
nel dettaglio degli esempi relativi alle due tipologie di nodo sopra indicate.
ATTENZIONE!
Per materiali utilizzati al di sotto del livello del terreno, la resistenza termica utilizzata deve essere rappresentativa
delle reali condizioni di temperatura e umidità della specifica applicazione.
La conducibilità termica del terreno, in mancanza di indicazioni più precise, può essere:
• Ricavata dalla Tabella 7 della norma UNI EN ISO 13370:2018 (Figura 1);
• Assunta pari a pari a 2,00 W/(m∙K), in accordo con la UNI EN ISO 10211:2018.
Le proprietà termofisiche di strati quasi-omogenei, all’interno del Capitolo 2 si è definita la procedura per il
calcolo di una conducibilità termica equivalente.
Figura 1 – Conducibilità termica del terreno (Tabella 7 della norma UNI EN ISO 13370:2018).
c. Condizioni al contorno
Le condizioni al contorno da considerare sono:
• Temperature degli ambienti che delimitano il nodo;
o Aria esterna (te [°C]): valori di progetto ricavabili dalla norma UNI 10349:1994
“Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici”;
o Aria interna (ti [°C]): valori che dipendono dalla destinazione d’uso dell’edificio (edifici
residenziali: ti = 20°C nei mesi in cui è in funzione l’impianto di riscaldamento, 18°C quando
3
l'impianto di riscaldamento non è in funzione e la temperatura esterna media mensile è < 18
°C, uguale alla temperatura esterna nei mesi in cui la temperatura esterna media mensile è
≥ 18 °C;
o Nel caso di nodo contro terra: condizioni di adiabaticità lungo il piano di taglio orizzontale,
la cui posizione è stabilita, come già detto, dalla Tabella 5 della norma UNI EN ISO
10211:2018;
• Resistenze termiche superficiali, interne ed esterne (rispettivamente Rsi ed esterna Rse [ m2K/W]),
indicate nella norma UNI EN ISO 6946:2018 in funzione della direzione del flusso termico. La Tabella
10.1 (Figura 2) ne riporta i valori tipici, rappresentativi di superfici con emissività pari a 0,9 e valori
del coefficiente di irraggiamento del corpo nero valutato a 20°C per la resistenza superficiale interna
e 10°C per la resistenza superficiale esterna, e con velocità dell’aria pari a 4 m/s. In aggiunta, qualora
la direzione del flusso termico non sia univocamente definita o sia variabile, o nel caso in cui l’intero
edificio venga valutato con un’unica modellazione, è possibile utilizzare la sola resistenza termica
superficiale per flusso termico orizzontale.
Figura 2 – Resistenze superficiale (Tabella 10.1 della norma UNI EN ISO 6946:2018).
4
https://www.ingenio-web.it/35828-nodo-contro-terra-come-modellarlo-agli-elementi-finiti-fem;
Quando si ha a che fare con un ponte termico con strutture contro terra (pavimenti e/o pareti), bisogna
ricordare che il flusso termico verso l’ambiente esterno è scambiato in parte dal componente perimetrale
verso l’esterno e in parte da quelle a contatto con il suolo. Siccome la quantità di calore che attraversa una
struttura dipende da trasmittanza e dalle temperature coinvolte, è facile capire che il contributo di
dispersioni attraverso il componente a contatto con il terreno dovrà essere valutato diversamente da quello
attraverso il componente esposto all’aria esterna (terreno vs aria: diverse resistenze termiche superficiali e
temperature). Si ritorna quindi sul concetto di trasmittanza termica equivalente del componente edilizio
verso il terreno, necessaria per poter sommare i due contributi di scambio termico.
Inoltre, un ulteriore elemento che influenza lo scambio termico attraverso il suolo (e quindi il ponte termico
corrispondente) è l’estensione del pavimento contro terra, espressa in termini di perimetro disperdente (P
[m]), ovvero il contorno della porzione di pavimento disperdente verso il suolo, e di superficie a contatto con
il terreno (A [m2]).
Per gli esempi in esame si assuma di utilizzare la planimetria riportata in Figura 3.
Secondo la UNI EN ISO 13370:2018, la trasmittanza termica equivalente del componente edilizio verso il
terreno dipende dalla cosiddetta dimensione caratteristica del pavimento (B [m]) calcolabile attraverso la
seguente equazione:
𝐴
𝐵=
0,5 ∙ 𝑃
Va da sé che debba esserci congruenza tra la dimensione caratteristica del pavimento calcolata per il ponte
termico e quella del modello dell’intero edificio, realizzato per il calcolo delle dispersioni.
Prosegue in questo modo la serie di nostri articoli su esempi di analisi FEM dei ponti termici:
https://www.ingenio-web.it/31916-analisi-dei-ponti-termici-agli-elementi-finiti-fem-procedura-ed-esempi-di-
calcolo
https://www.ingenio-web.it/32189-ponte-termico-parete-serramento-procedura-ed-esempi-di-analisi-agli-
elementi-finiti-fem
5
Partiamo innanzitutto dalla definizione della posizione dei piani di taglio per la corretta modellazione del
nodo in esame.
dmin_w,e è definito dalla norma UNI EN ISO 10211:2018 come il valore massimo tra 1 m (in genere la
modellazione è fatta in millimetri, quindi 1000 mm) e tre volte lo spessore dell’elemento di involucro
corrispondente. dmin_f,sog e dmin_g sono invece calcolati in funzione della dimensione caratteristica del
pavimento, e valgono rispettivamente (UNI EN ISO 13370:2018):
Definita la geometria del modello, possiamo procedere con l’analisi delle prestazioni termiche degli elementi
coinvolti:
• Uw,e = trasmittanza termica reale della parete verticale verso l’esterno [W/(m2∙K)];
• Ufg,sog = trasmittanza termica equivalente del sistema pavimento – terreno [W/(m2∙K)];
Note le proprietà di tutti gli strati costituenti la muratura esterna, e le resistenze superficiali interne ed
esterne, è semplice calcolare il valore di Uw,e (UNI EN ISO 6946:2018). Il calcolo di Ufg,sog è invece definito nella
UNI EN ISO 13370:2018:
6
2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑓 < 𝐵 (𝑝𝑎𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖)
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑑𝑓
𝜆𝑔
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = 𝑠𝑒 𝑑𝑓 ≥ 𝐵 (𝑝𝑎𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑏𝑒𝑛 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑖)
{ 0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓
Dove:
• λg = conducibilità termica del terreno [W/(m∙K)], si veda Figura 1;
• df = spessore equivalente del sistema pavimento – terreno [m].
In cui Rf,sog è la resistenza termica reale del pavimento a contatto con il terreno ([(m2∙K)/W]), e Rse è la
resistenza termica superficiale esterna (pari a zero, perché a contatto con il terreno).
Definiti questi parametri è finalmente possibile procedere al calcolo della trasmittanza termica lineica del
ponte termico in esame.
Si ricorda che, supponendo di trascurare i PT puntuali, la trasmittanza termica lineica ψ può essere
determinata, in linea generale, con la seguente relazione:
𝜓 = 𝐿2𝐷 − ∑(𝑈𝑘 ∙ 𝑙𝑘 )
Dove:
• L2D [W/(m∙K)] è il coefficiente di accoppiamento termico lineico ottenuto tramite un calcolo
bidimensionale del componente che separa i due ambienti considerati (ottenibile tramite gli output
del software di simulazione FEM);
• Uk [W/(m2∙K)] è la trasmittanza termica dell’k-esimo componente che separa i due ambienti
considerati (flusso e calcolo monodimensionale);
• lk [m] è la lunghezza del modello geometrico bidimensionale cui corrisponde il valore di trasmittanza
Uk.
Si ricorda che, a seconda del software utilizzato, l’output fornito può essere diverso: tramite la simulazione
si possono infatti ottenere direttamente i valori di L2D oppure dei flussi termici bidimensionali (Φ2D [W])
globalmente trasmessi (ricavati moltiplicando L2D per la differenza di temperatura tra interno e esterno),
oppure una trasmittanza termica bidimensionale, che possiamo chiamare U2D. In quest’ultimo caso, per
ottenere il valore di L2D necessario per il calcolo del ponte termico, e sufficiente moltiplicare la trasmittanza
termica bidimensionale per la superficie disperdente (che può essere esterna, Lesterna, o interna, Linterna), la
quale rappresenta l’intero “bordo” del nodo (dal lato esterno o interno rispettivamente). In questo articolo
ci riferiremo alla generica Ltot (a scelta del lettore utilizzare la superficie disperdente interna o esterna).
7
In altre parole, per valutare l’effetto del ponte termico, al coefficiente di accoppiamento termico L2D,
ottenuto tramite simulazione FEM, vengono sottratte le quote di dispersioni termiche attraverso le pareti
prospicenti verso l’ambiente esterno e quelle attraverso il pavimento a contatto con il suolo.
Nel caso specifico, e supponendo di utilizzare le dimensioni esterne del nodo (cioè misurate tra le superfici
esterne finite degli elementi esterni dell’edificio):
ATTENZIONE!
Rispetto alla norma UNI EN ISO 13370:2018 sono state fatte alcune modifiche alla nomenclatura, per uniformare la
nomenclatura stessa e agevolare la lettura dell’articolo. In particolare nella norma non compaiono df,sog, dmin_w,e,
dmin_f,sog, dmin_g e Uw,e.
Alcuni degli elementi riportati in Figura 5 sono gli stessi introdotti con l’esempio precedente (dw,e, dmin_f,sog,
dmin_g, Uw,e), e sono quindi calcolabili con le formule già indicate.
8
La posizione minima del piano di taglio relativo alla parete verticale verso l’esterno, dmin_w,e, viene invece
chiamata h, per differenziarla dalla precedente: in questo secondo esempio, infatti, la distanza minima deve
essere misurata a partire dal terreno, e non dal pavimento interno, proprio perché è relativa alla porzione di
muro verso l’esterno.
Si introducono, invece, quattro nuove grandezze:
• z = profondità di interramento del solaio contro terra [m];
• df,b = spessore reale del solaio verso il terreno [m] (legenda pedici: b = basement under the ground
level);
• Ufg,b = trasmittanza termica equivalente del sistema pavimento – terreno [W/(m2∙K)];
• Uwg,b = trasmittanza termica equivalente del sistema parete – terreno [W/(m2∙K)].
Analogamente al caso precedente, per la quantificazione dello scambio termico attraverso il terreno, si rende
necessario il calcolo delle trasmittanze termiche equivalenti (in questo caso due).
La trasmittanza termica equivalente della parete contro terra è calcolabile attraverso la seguente equazione:
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑓 𝑧
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑤,𝑏 ≥ 𝑑𝑓 (𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑖ù 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒)
𝜋∙𝑧 𝑑𝑓 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 𝑑𝑤,𝑏 < 𝑑𝑓
{ 𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏
Con:
• df = spessore equivalente del sistema pavimento – terreno [m];
• dw,b = spessore equivalente del sistema parete – terreno [m].
Ricavabili da:
In cui Rf,b è la resistenza termica reale del pavimento a contatto con il terreno ([(m2∙K)/W]).
In cui Rw,b è la resistenza termica reale della parete contro terra ([(m2∙K)/W]).
La trasmittanza termica equivalente del solaio contro terra è invece calcolabile tramite:
2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) 𝑠𝑒 (𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) < 𝐵
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧
𝜆𝑔
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = 𝑠𝑒 (𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧) ≥ 𝐵
{ 0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧
Possiamo quindi procedere al calcolo della conducibilità termica lineica (esterna e interna, rispettivamente):
9
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛_𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 )
ATTENZIONE!
Si ricorda che i valori qui ottenuti non sono da intendersi come valori di riferimento da usare per casi analoghi, ma
sono semplicemente esempi di calcolo validi esclusivamente per il caso specifico.
I materiali utilizzati in entrambi gli esempi sono riassunti nella seguente tabella, mentre il valore di B relativo
a Figura 3 è:
𝐴 87
𝐵= = = 5,12 𝑚
0,5 ∙ 𝑃 0,5 ∙ 34
10
PAVIMENTO CONTRO TERRA – NON ISOLATO
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,8330 ∙ 3,76 = 3,1321
𝑚∙𝐾
𝑑𝑓 = 𝑑𝑤,𝑒 + 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 0,4 + 2 ∙ (0,17 + 0,268 + 0) = 1,276 𝑚 (< 𝐵 = 5,12 𝑚)
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) =
𝑾
= 3,1321 − 1,031 ∙ (1,2 + 0,335) − 0,602 ∙ (2,56 + 0,4) = −𝟎, 𝟐𝟑𝟏
𝒎∙𝑲
11
PAVIMENTO CONTRO TERRA – SOLO CAPPOTTO
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,9872
𝑚∙𝐾
2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,575 2
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑑𝑓 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟏𝟓𝟏
𝒎∙𝑲
12
PAVIMENTO CONTRO TERRA – CAPPOTTO + ISOLANTE SOTTO SOLETTA
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,2335
𝑚∙𝐾
𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = = 0,161 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟒𝟏𝟔
𝒎∙𝑲
13
PAVIMENTO CONTRO TERRA – CAPPOTTO + ISOLANTE SOPRA SOLETTA
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,9476
𝑚∙𝐾
𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 = = 0,160 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑤,𝑒 + 𝑑𝑓,𝑠𝑜𝑔 ) − 𝑈𝑓𝑔,𝑠𝑜𝑔 ∙ (𝑑𝑚𝑖𝑛 _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟏𝟐𝟓
𝒎∙𝑲
14
PIANO INTERRATO RISCALDATO – NON ISOLATO
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,7431 ∙ 4,193 = 3,1158
𝑚∙𝐾
0,4
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 2 ∙ (0,13 + + 0) = 1,86 𝑚 (> 𝑑𝑓 = 1,276 𝑚)
0,5
2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) =
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧
2∙2 𝜋 ∙ 5,12 𝑊
= ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,534 2
𝜋 ∙ 5,12 + 1,276 + 0,5 ∙ 0,768 1,276 + 0,5 ∙ 0,768 𝑚 𝐾
15
PIANO INTERRATO RISCALDATO – SOLO CAPPOTTO
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 0,4781 ∙ 4,613 = 2,2040
𝑚∙𝐾
𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (> 𝑑𝑓 = 1,416 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
2 ∙ 𝜆𝑔 𝜋∙𝐵 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,514 2
𝜋 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑓 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,759 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑓 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟐𝟔𝟔
𝒎∙𝑲
16
PIANO INTERRATO RISCALDATO – CAPPOTTO + ISOLANTE SOTTO SOLETTA
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,5808
𝑚∙𝐾
𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (< 𝑑𝑓 = 10,448 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = = 0,151 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,814 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = 𝟎, 𝟎𝟕𝟖
𝒎∙𝑲
17
PIANO INTERRATO RISCALDATO – CAPPOTTO + ISOLANTE SOPRA SOLETTA
Elaborazione
𝑊
𝑳𝟐𝑫 = 𝑈2𝐷 ∙ 𝐿𝑡𝑜𝑡 = 1,1995
𝑚∙𝐾
𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝑑𝑤,𝑏 = 𝜆𝑔 ∙ (𝑅𝑠𝑖 + 𝑅𝑤,𝑏 + 𝑅𝑠𝑒 ) = 𝜆𝑔 ∙ [𝑅𝑠𝑖 + + 𝑅𝑠𝑒 ] = 1,86 𝑚 (< 𝑑𝑓 = 10,528 𝑚)
𝜆𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜
𝜆𝑔 𝑊
𝑈𝑓𝑔,𝑏 = = 0,151 2
0,457 ∙ 𝐵 + 𝑑𝑓 + 0,5 ∙ 𝑧 𝑚 𝐾
2 ∙ 𝜆𝑔 0,5 ∙ 𝑑𝑤,𝑏 𝑧 𝑊
𝑈𝑤𝑔,𝑏 = ∙ (1 + ) ∙ 𝑙𝑛 ( + 1) = 0,840 2
𝜋∙𝑧 𝑑𝑤,𝑏 + 𝑧 𝑑𝑤,𝑏 𝑚 𝐾
𝑾
𝝍𝒈,𝒆 = 𝐿2𝐷 − 𝑈𝑤,𝑒 ∙ ℎ − 𝑈𝑤𝑔,𝑏 ∙ 𝑧 − 𝑈𝑓𝑔,𝑏 ∙ (𝑑min _𝑓,𝑠𝑜𝑔 + 𝑑𝑤,𝑒 ) = −𝟎, 𝟏𝟖𝟖
𝒎∙𝑲
18