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APPENDICE ZB RIFERIMENTI INFORMATIVI ALLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E

(informativa) PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI


La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati.1)

Pubblicazione Anno Titolo EN Anno Titolo


1) 1)
ISO 10077-2 - Thermal performance of windows, doors EN ISO 10077-2 - Thermal performance of windows, doors
and shutters - Calculation of thermal and shutters - Calculation of thermal
transmittance - Numerical method for transmittance - Numerical method for
frames frames
ISO 10211-2 - Thermal bridges in building construction EN ISO 10211-2 - Thermal bridges in building construction
- Calculation of heat flows and surface - Calculation of heat flows and surface
temperatures - Linear thermal bridges temperatures - Linear thermal bridges

1) Da pubblicare.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 29


APPENDICE NA DATI DA ASSUMERSI NEI CALCOLI E INDICAZIONI UTILI PER L’APPLICAZIONE
NAZIONALE DELLE VERIFICHE
(normativa)

NA.1 Dati da assumersi nei calcoli

NA.1.1 Dati climatici delle località


Per le condizioni climatiche esterne richieste al punto 4.2 della presente norma si adotta-
no i valori riportati nella UNI 10349.
In caso di disponibilità di più accurate e specifiche informazioni, possono essere utilizzati
dati climatici medi mensili locali (mediati su base temporale di almeno 20 anni).

NA.1.2 Temperatura interna degli ambienti


Per edifici destinati ad abitazione e simili, in assenza di più specifiche informazioni, si
adottano i seguenti valori di temperatura interna:
ϑi = 20 °C nei mesi in cui è in funzione l'impianto di riscaldamento;
ϑi = 18 °C nei mesi in cui l'impianto di riscaldamento non è in funzione, ma la tem-
peratura esterna media mensile è < 18 °C;
ϑi = ϑe nei mesi in cui la temperatura esterna media mensile è ≥ 18 °C.
Per edifici destinati ad altri utilizzi la temperatura interna deve essere valutata caso per ca-
so, coerentemente con le condizioni d'uso prevedibili o accertabili.

NA.1.3 Rinnovo dell'aria


In assenza di più specifiche informazioni, per edifici adibiti ad abitazione, privi di sistema
di ventilazione meccanica, può essere inizialmente utilizzata l’espressione seguente:
n = 0,2 + 0,04 ϑ e (h-1)
dove:
ϑe è la temperatura esterna media mensile secondo la UNI 10349; per ϑe ≤ 0 si assuma
n = 0,2.
Il necessario rinnovo d'aria deve essere tuttavia determinato in funzione delle condizioni
interne assunte, al fine di prevenire la formazione di condensa superficiale o interstiziale.
Per edifici destinati ad altri utilizzi il rinnovo d'aria dovrà essere valutato caso per caso in
funzione della presenza di impianti meccanici di ventilazione o delle specifiche necessità
correlate all'utilizzo degli edifici stessi.
La relazione riportata, da utilizzarsi in prima verifica, fornisce il valore minimo di rinnovo
dell'aria riscontrabile in edifici adibiti ad abitazione, completamente privi di sistemi di ven-
tilazione. Detto valore costituisce una iniziale e prudenziale stima della ventilazione ai fini
delle verifiche di cui alla presente norma e non un valore ottimale della stessa, che deve
invece essere determinato nel rispetto delle condizioni di igiene e salubrità regolamentate
e normate dalle disposizioni vigenti.
La relazione suddetta è composta da due termini, il primo dei quali tiene conto della ven-
tilazione comunque generata da infiltrazioni attraverso i serramenti e dai normali flussi
d'aria prodotti dall'utilizzo comune degli ambienti, il secondo termine tiene conto di una
ventilazione aggiuntiva, dovuta al comportamento dell'utenza (apertura di finestre e porte
esterne) in funzione delle condizioni climatiche esterne.
Se il rinnovo d'aria così valutato e/o fRsi (soprattutto sui ponti termici) non risultano suffi-
cienti, si rende necessario progettare un sistema di ventilazione che garantisca un rinno-
vo di aria adeguato. Tale sistema può essere:
- a ventilazione naturale (per esempio per tiraggio naturale di un camino di esalazione);
- a ventilazione naturale asservita (per esempio con sistemi di controllo delle aperture verso
l’esterno);
- a ventilazione meccanica controllata (per esempio con sistemi di estrazione
meccanica dotati di controllo delle portate di estrazione e di reintegro).
È comunque necessario un adeguato controllo del tasso di ventilazione, anche al fine di
contenere i consumi energetici.

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NA.1.4 Produzione di vapore interna
In riferimento all’appendice A, in assenza di più specifiche informazioni, per edifici ad uso
abitativo, si adottino i valori di ∆ν riportati nel grafico della figura A.1 con riferimento alla
spezzata che divide le zone di classe 3, produzione "media" e di classe 4, produzione
"alta" (∆ν = 0,006 per θe ≤ 0 °C, ∆ν = 0 per θe = 20 °C).

NA.1.5 Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione
In assenza di più specifiche informazioni, la quantità ammissibile di condensa presente in
un elemento alla fine del periodo di condensazione è riportata nel prospetto seguente.
In ogni caso la quantità di condensa non può superare 500 g/m2.
Tutta la condensa formatasi all’interno di un elemento al termine del periodo di riscalda-
mento dovrà sempre evaporare prima dell’inizio della successiva stagione di riscalda-
mento.
prospetto Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione

Materiale Densità [kg/m3] Qamm [g/m2]


Laterizi 600 - 2 000 ≤ 500
Calcestruzzi 400 - 2 400 ≤ 500
Legnami e derivati 500 - 800 ≤ 30 ρ d
Intonaci e malte 600 - 2 000 ≤ 30 ρ d
Fibre di natura organica:
con collanti resistenti all’acqua 300 - 700 ≤ 20 ρ d
con collanti non resistenti all’acqua 300 - 700 ≤ 5ρd
Fibre minerali 10 - 150 ≤ 5 000 ρ d [λ/(1 - 1,7 λ)]
Materie plastiche cellulari 10 - 80 ≤ 5 000 ρ d [λ/(1 - 1,7 λ)]
Nota d è espresso in [m] e ρ in [kg/m3].

NA.2 Indicazioni utili per l’applicazione delle verifiche

NA.2.1 Caratteristiche del componente edilizio


Qualora non risulti possibile soddisfare le condizioni previste dalla presente norma me-
diante l’incremento del rinnovo di aria, si rende necessaria la revisione del componente
edilizio in esame, al fine di modificarne opportunamente le caratteristiche termiche e/o di
resistenza al vapore.
Il criterio da adottarsi deve essere quello di ridurre il più possibile i percorsi preferenziali del flus-
so termico, sia interponendo materiali isolanti di rivestimento, sia mediante un più opportuno di-
segno delle zone di accoppiamento. In particolare, se la parete corrente comprende uno strato
di materiale isolante, sarà opportuno cercare di mantenere la continuità di tale strato, anche in
corrispondenza ai nodi strutturali. Ove ciò non fosse possibile, nel disegno delle zone di accop-
piamento si dovrà cercare di incrementare la lunghezza del percorso del flusso termico, in modo
da aumentare così la resistenza al suo passaggio.
A tale proposito non si possono tuttavia fornire indicazioni precise, valide in ogni caso par-
ticolare: si riporta solo il caso (figura NA.1) di una struttura, esemplificando alcuni criteri
generali di intervento. Il ponte termico rappresentato in figura viene corretto nell’intervento
di tipo a) mantenendo la continuità dell’isolamento termico dell’involucro edilizio (isola-
mento sull’esterno); nel caso b) (isolamento termico sull’interno) viene invece considerato
un più opportuno disegno della zona di accoppiamento per incrementare la lunghezza del
percorso del flusso termico.

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figura NA.1 Esempio di correzione di ponte termico

NA.2.2 Criteri di intervento per modificare strutture risultate non idonee nella valutazione della
condensa interstiziale
Qualora la struttura in esame non risulti idonea secondo i criteri presentati, è necessario
prendere provvedimenti con l'adozione di una o più delle seguenti linee di intervento.
a) In generale occorre tenere presente che un migliore comportamento igrometrico della
struttura può essere ottenuto intervenendo sulla disposizione degli strati secondo i se-
guenti criteri:
- disposizione, verso il lato esterno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
termica R ;
- disposizione, verso il lato interno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
alla diffusione Zp.
In figura NA.2 è rappresentato a titolo di esempio un confronto tra due pareti bistrato.
Nella figura NA.2a lo strato B è posto sul lato interno e lo strato A su quello esterno;
viceversa nella figura NA.2b. Appare evidente come sia più favorevole il comportamento
della struttura in cui resistenza termica maggiore (strato B) è posta sul lato esterno e la
resistenza alla diffusione maggiore (strato A) sul lato interno (figura NA.2b). Tale inter-
vento tuttavia non risulta sempre possibile: per esempio una copertura piana deve inevi-
tabilmente presentare uno strato di impermeabilizzazione (Zp elevato) sul lato esterno.
figura NA.2a Confronto Ps, Pv per parete bistrato

figura NA.2b Confronto Ps, Pv per parete bistrato

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b) Si può osservare che è sempre possibile evitare la formazione di condensa,
impedendo al vapore di diffondere nella struttura, mediante l'inserimento sul lato
interno di uno strato di materiale di notevole resistenza alla diffusione (barriera al
vapore). Nella figura NA.3 è rappresentato l'effetto dell'inserimento di uno strato
barriera (C) in una parete.
figura NA.3 Effetto per inserimento di una barriera al vapore sull’andamento di Pv , Ps

È opportuno precisare che l'adozione di barriera al vapore deve essere sempre


valutata con molta cautela, in quanto con la sua presenza spesso si possono
verificare inconvenienti, tra i quali per esempio:
- si può verificare una riduzione dell'asciugamento estivo;
- nelle strutture con impermeabilizzazione sul lato esterno rispetto all’isolante
l’eventuale umidità presente all’atto della costruzione (getti in opera) non ha più
la possibilità di essere smaltita;
- la barriera può perdere con il tempo le sue caratteristiche.
In genere se la quantità di condensa formatasi risulta ammissibile, per una ulteriore
riduzione, è sconsigliabile porre in opera uno strato barriera al vapore; è auspicabile
invece una più accurata progettazione dell’involucro edilizio.
Nelle strutture, e in particolare nelle coperture, quando è presente uno strato di
impermeabilizzazione sul lato esterno rispetto all’isolante, nel caso si adotti una
barriera al vapore, è buona norma che essa garantisca una resistenza al passaggio
del vapore superiore di almeno 5-7 volte il corrispondente valore della membrana
impermeabile. La resistenza termica degli strati sottostanti la barriera al vapore non
dovrebbe superare il 20% della resistenza termica globale.
c) Al fine di aumentare la possibilità di smaltimento dell'acqua condensata è anche
possibile prevedere un'opportuna ventilazione con aria esterna della zona
interessata alla condensazione (vedere figura NA.4).
figura NA.4 Esempio di parete ventilata
Legenda
1 Aria di ventilazione

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UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
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20133 Milano, Italia

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