Isetti
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO: ASPETTI CLIMATICI ED ENERGETICI
Cap. 6
1
CAPITOLO 6
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO:
ASPETTI CLIMATICI ED ENERGETICI
6.1 Generalit
In generale progettare un impianto di riscaldamento (o di condizionamento
dellaria) significa proporzionare i suoi componenti per controllare la temperatura
interna desiderata (e umidit relativa, nel caso di condizionamento) in corrispondenza
a condizioni climatiche esterne significative. In taluni casi le condizioni climatiche
esterne da assumersi per il dimensionamento degli impianti saranno prescritte da leggi.
Come si ricorder, gli impianti centralizzati devono prevedere dispositivi di regolazione
per adeguare la potenzialit termica dellimpianto alle effettive condizioni climatiche
esterne mediamente meno gravose di quelle assunte a base del progetto.
Con riferimento agli impianti di riscaldamento, necessario prendere le
mosse, per le diverse localit, da informazioni e dati climatici sulle temperature esterne,
apporti solari, velocit del vento, mentre nel caso di condizionamento dellaria avremo
necessit anche di dati relativi all'umidit dell'aria esterna.
L'analisi di questi dati richiede indagini di tipo statistico. In generale,
l'importanza della componente stocastica tanto pi grande quanto pi breve il
periodo su cui si valuta un grandezza meteorologica. Ad esempio, in un determinato
luogo il valore medio giornaliero della temperatura dell'aria pu deviare
considerevolmente dai valori tipici stagionali (ricavati dalle serie storiche dei valori
della temperatura), mentre il valore medio mensile della stessa grandezza presenter una
deviazione minore.
Sul piano pratico opportuno distinguere tra dati climatici per la progettazione degli
impianti di riscaldamento e quelli per gli impianti di climatizzazione estiva di cui si
parler in seguito.
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6.2 Parametri climatici per il riscaldamento
Le grandezze che interessano particolarmente la progettazione, la verifica del
perimetro e il dimensionamento degli impianti di riscaldamento sono:
ve
=potenza termica dispersa per ventilazione [W];
tr
=potenza termica dispersa per trasmissione attraverso l'involucro edilizio [W].
I termini
ve
e
tr
possono, a loro volta, essere espressi nella forma:
ve
= H
ve
(t
a
- t
e
)
tr
= H
tr
(t
a
- t
e
)
ove H
ve
e H
tr
assumono il significato di coefficienti di dispersione termica
rispettivamente di ventilazione e di trasmissione termica dell'edificio. Le dimensioni
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di H
ve
e H
tr
sono [W/K] e, pertanto, ciascun coefficiente rappresenta il relativo
disperdimento delledificio per unit di differenza di temperatura.
Durante il giorno j (e cio durante un intervallo di tempo At = 360024 = 86400
[s]) viene dispersa a causa della differenza di temperatura (t
a
-t
ej
) unenergia termica
j
Q :
86400 t t H H Q
ej a tr ve j j
+ = t A = ) ( ) ( [J]
La totale quantit denergia dispersa nellintera stagione di riscaldamento (N
giorni) :
GG 86400 H H t t 86400 H H Q Q
tr ve
N J
1 j
ej a tr ve
N J
1 j
j
+ = + = =
=
=
=
=
) ( ) ( ) (
e cio proporzionale al numero dei gradi-giorno GG della localit.
opportuno non confondere il significato dei gradi-giorno con la temperatura
esterna di progetto per la quale si progetta l'impianto. Infatti, come gi stato precisato,
il concetto dei gradi-giorno utilizzato per classificare le condizioni climatiche esterne
delle varie localit ed significativo nei riguardi dellordine di grandezza dei consumi
di energia termica per il riscaldamento mentre la temperatura esterna di progetto
concorre a determinare la potenzialit di un impianto termico.
Si consideri, ad esempio, il caso di due localit X e Y a pari temperatura esterna
di progetto, e che X abbia GG = 2000 mentre Y GG = 1000. Ci significa che due
edifici identici ed ugualmente gestiti, siti uno a X ed uno a Y, richiedono una centrale
termica con la stessa potenza termica installata, ma, nell'arco di molte stagioni
invernali, l'impianto al servizio dell'edificio di X consuma circa una quantit doppia di
combustibile di quella consumata dall'impianto dell'edificio di Y.
Pertanto, il territorio nazionale viene suddiviso nelle seguenti sei fasce climatiche in
funzione dei gradi giorno associandone il periodo di funzionamento dellimpianto di
riscaldamento nonch il numero di ore giornaliere.
ZONA CLIM. GRADI GIORNO ORE DI FUNZ. PERIODO DI FUNZ.
A Fino a 600 6 dal 1/12 al 15/3
B 601 900 8 dal 1/12 al 31/3
C 901 1400 10 dal 15/11 al 31/3
D 1401 2100 12 dal 1/11 al 15/4
E 2101- 3000 14 dal 15/10 al 15/4
F Oltre 3000 nessuna limitazione
Gli edifici sono poi classificati in differenti categorie in base alla loro destinazione d'uso
come precisato nella seguente tabella.
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I valori massimi della temperatura ambiente nel periodo di funzionamento
dell'impianto di climatizzazione invernale sono posti pari a 18 [C] per gli edifici di
categoria E.8 e a 20 [C] per tutte le altre categorie; su entrambi i valori ammessa una
tolleranza di +1 [C]. Deroghe particolari possono essere concesse dalle autorit
comunali per le categorie E.3 (ospedali) e E.6 (piscine).
Per quanto attiene alla regolazione, negli impianti termici centralizzati adibiti al
riscaldamento per una pluralit di utenze aventi potenza nominale del generatore
superiore a 35 [kW] prescritta l'adozione di una termoregolazione asservita ad un
sensore (sonda) di temperatura esterna; inoltre, negli impianti nuovi, deve essere
possibile la contabilizzazione del calore e la regolazione della temperatura interna
di ogni unit immobiliare.
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6.3 Cenni sulla legislazione relativa alle prestazioni energetiche degli
edifici
Da quanto detto nel Capitolo 1 si evince la necessit di contenere sempre di pi
le richieste energetiche relative al settore edilizio attraverso una pi attenta
progettazione dei nuovi edifici, un pi spinto isolamento termico, una maggiore
efficienza degli impianti di climatizzazione, di produzione dellacqua calda sanitaria e
degli impianti di illuminazione.
Si pu ricordare che, nel nostro Paese, il riscaldamento invernale degli edifici
impegna circa 29 [Mtep/anno] prevalentemente sotto forma di combustibili fossili
(metano, gasolio, etc.) cui corrisponde immissione nellatmosfera di circa 78 milioni di
tonnellate di CO
2
.
I Decreti Legislativi n 192 (8/10/2005), n 311 (29/12/2006) nonch, per la
Liguria, il regolamento di attuazione art. 29 della Legge Regionale 29 Maggio 2007 n
22) in corso di emanazione e recante Norme in materia di certificazione energetica
degli edifici in attuazione della direttiva UE 2002/91 a partire dal 1 Gennaio 2010
impongono:
nuovi edifici/ristrutturazione:
trasmittanze termiche di pareti opache e trasparenti inferiori, a limiti
stabiliti in funzione del numero di gradi-giorno GG della localit;
limpianto di climatizzazione dovr avere un rendimento globale
superiore ad un limite minimo in funzione della sua potenzialit termica;
fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale inferiore
ad un valore limite stabilito in funzione del numero di gradi-giorno GG
della localit e del fattore di forma S/V delledificio;
certificazione energetica degli edifici.
edifici esistenti:
certificazione energetica degli edifici in modo da evidenziare e suggerire i
pi opportuni interventi di riqualificazione energetica degli stessi.
La legislazione suddetta si richiama, poi, ad una imponente mole di norme tecniche
UNI, CEN. Ad esempio, particolare importanza rivestono le norme:
UNl/TS 11300-1 - Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1:
Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione
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estiva ed invernale;
UNl/TS 11300-2 - Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2:
Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la
climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
Come gi osservato, si introducono indici di prestazione energetica EP (Energy
Performance index) in termini di energia primaria utilizzata consumata. Gli indici
vengono espressi in [kWh/(m
2
anno)] o in [kWh/(m
3
anno)] e cio per unit di superficie
abitabile nel caso di edifici residenziali e di volume per le altre destinazioni duso.
Nel computo degli indici di prestazione si tiene conto di:
- energia primaria consumata direttamente nel generatore di calore;
- energia primaria consumata nelle centrali termoelettriche per produrre lenergia
elettrica utilizzata dallimpianto (pompe, bruciatori, ecc);
- apporti di energia primaria derivanti da apporti gratuiti come lirraggiamento
solare, sorgenti interne.
6.4 Cenni sulla valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici
In questo paragrafo si discuter in forma assai sintetica di questa complessa
materia cercando di evidenziarne gli aspetti principali senza entrare nei dettagli assai
articolati previsti dalle numerose norme tecniche coinvolte. Durante la stagione di
riscaldamento il fabbisogno di energia termica mensile (base temporale di calcolo)
delledificio (Heat needs) Q
H,nd
esprimibile nella forma:
Q
H,nd
= Q
ve
+ Q
tr
- q
H,gn
(Q
int
+ Q
sol
) [kWh/mese]
ove Q
ve
+ Q
tr
la totale energia termica mensile dispersa e q
H,gn
(Q
int
+ Q
sol
) il totale
apporto di energia termica utile che, nello stesso mese, deriva da apporti energetici
gratuiti (apporti termici interni Q
int
e contributi solari Q
sol
trasmessi attraverso
linvolucro opaco e trasparente). Dati convenzionali per valutare Q
int
a partire dagli
apporti termici interni medi fornito dalla tabella seguente.
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I contributi solari Q
sol
trasmessi attraverso linvolucro opaco e trasparente, ovviamente,
dipendono dallentit media mensile della radiazione solare al suolo disponibile nella
localit, dallorientamento e dal fattore di assorbimento (colore) delle superfici
soleggiate nonch dalla presenza di ombreggiamento da parte di strutture permanenti e
manovrabili (ad esempio, tapparelle) come sintetizzato nello schema seguente.
Il fattore di utilizzazione degli apporti gratuiti q
H,gn
dipende dal comportamento
dinamico delledificio (inerzia delle strutture interne e periferiche in relazione
allirraggiamento solare). Si noti che nel calcolo fabbisogno di energia termica mensile
delledificio Q
H,nd
per ora non si ancora tenuto conto della pi o meno elevata
APPORTI SOLARI
Ombreggiamento Schermature
Componenti trasparenti Componenti opachi
RIDUZIONE
gestione
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efficienza dellimpianto di riscaldamento per quanto riguarda la generazione
dellenergia termica, la sua distribuzione ai singoli ambienti, la sua regolazione e la sua
emissione da parte dei terminali dellimpianto.
La quantificazione delle prestazioni energetiche di edifici viene effettuata, in
accordo con lattuale legislazione, in termini di sistema edificio-impianto.
Per approfondire largomento opportuno considerare i seguenti aspetti.
Un primo aspetto da valutare riguarda le perdite di energia termica che si
accompagnano inevitabilmente al funzionamento dellimpianto. In altre parole, per
fornire alledificio il fabbisogno termico mensile Q
H,nd
sar necessario partire da una
maggiore quantit di energia termica Q
H
:
g
nd H
p d r e
nd H
H
Q Q
Q
q
=
q q q q
=
, ,
rendimento di emissione q
e
< 1 tiene conto di disperdimenti termici aggiuntivi ai
terminali utilizzatori.
rendimento di regolazione q
r
< 1 tiene conto di penalizzazioni termiche dovute a
imperfetta regolazione della temperatura interna degli ambienti
rendimento di distribuzione q
d
<1 conseguente a inevitabili disperdimenti termici
nella rete di distribuzione del fluido termovettore,
rendimento del generatore di calore q
p
< 1,
rendimento medio stagionale q
g
=
p d r e
q q q q dellimpianto di climatizzazione
invernale
Il rendimento medio stagionale esprime, pertanto, la complessiva prestazione termica
dellimpianto:
H
nd H
g
Q
Q
,
= q
Per esprimere poi la complessiva energia primaria Q
H,p
che necessario impegnare
per la climatizzazione invernale delledificio si dovr conteggiare anche lenergia
elettrica prelevata dalla rete elettrica per azionare gli ausiliari dellimpianto (pompe di
circolazione, bruciatori, etc.). Come ben noto (Capitolo 1) E
e
[kWh] di energia elettrica
non eguaglia numericamente Q
pe
[kWh] di energia primaria. Infatti, per operare una
corretta conversione occorre riferirsi al rendimento medio nazionale di conversione q
tra energia elettrica finale e lenergia fornita dal combustibile pari a:
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39 0
Q
E
pe
e
. = = q
in accordo con quanto considerato nei recenti provvedimenti legislativi (1 [kWh]
elettrico =2.56 [kWh] di energia primaria). Il consumo mensile di energia primaria Q
pe
dellimpianto si ottiene moltiplicando lenergia elettrica consumata E
e
per il fattore di
conversione f
p,el
=1 / q e cio:
56 2 E f E
E
Q
e el e e
e
pe
.
,
= =
q
=
Oltre a ci si deve considerare quale sia il vettore energetico (combustibili, energia
elettrica, etc) che alimenta limpianto.
Pertanto la totale energia primaria mensile utilizzata per il riscaldamento pu essere
espressa da:
ove :
f
p,i
fattore di conversione in energia primaria del vettore energetico i (ad esempio,
se limpianto utilizzasse gasolio (combustibile fossile) f
p,i
= 1 ; nel caso utilizzasse
energia elettrica direttamente per il riscaldamento sarebbe f
p,i
= f
e,el
= 2.56.
La prestazione energetica mensile dellimpianto e pu ora essere definito dal seguente
rapporto tra il fabbisogno Q
H,nd
e lenergia primaria Q
H,p
complessivamente consumata:
Una volta valutati i suddetti apporti energetici su base mensile, si pu passare su
scala stagionale (annuale) ad esempio il fabbisogno annuale di energia termica Q
H,nd
=
nd , H
Q e consumo annuo di energia primaria Q
H,np
=
p , H
Q in [kWh/m
2
anno].
Ai fini di valutare tutti termini sopra accennati si utilizza un ampio messe di norme
tecniche che riportano i metodi da seguire per svolgere calcoli dettagliati. Dal punto di
vista pratico prevista lutilizzo di programmi di calcolo opportunamente certificati.
el e e
p d r e
nd H
i p el e e h i p p H
f E
Q
f f E Q f Q
,
,
, , , ,
+
q q q q
= + =
p H,
nd H
Q
Q
e
,
=
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6.4 Indici per la caratterizzazione energetica degli edifici
I principali indici sono:
Indice di prestazione energetica dellinvolucro
Lindice di prestazione energetica dellinvolucro definito dal seguente rapporto:
a) edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme:
A
inv , EPi
nd , H
Q
= [kWh/m
2
anno]
per tutti gli altri edifici:
V
inv , EPi
nd , H
Q
= [kWh/m
3
anno]
ove:
- A: superficie utile (definita come superficie netta calpestabile della zona
riscaldata);
- V : il volume lordo riscaldato, definito dalle superfici che lo delimitano.
6.4.1 Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale
Lindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale definito dal
seguente rapporto:
- edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e
caserme:
A
EPi
p , H
Q
= [kWh/m
2
anno]
- per tutti gli altri edifici:
V
EPi
p , H
Q
= [kWh/m
3
anno]
6.4.2 Indice di prestazione energetica dellimpianto per la climatizzazione
invernale
Lindice di prestazione energetica dellimpianto definito dal seguente rapporto:
ove:
-
p . H
Q il fabbisogno annuale di energia primaria per il riscaldamento ;
nd H
P H
1
,
,
Q
Q
e
= = O
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6.4.3 Indice di prestazione energetica dellimpianto per la produzione di acqua
calda sanitaria
Lindice di prestazione energetica dellimpianto per la produzione di acqua calda
sanitaria definito dal seguente rapporto:
a) edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme:
A
EPacs
p , W
Q
= [kWh/m
2
anno]
b) per tutti gli altri edifici:
V
EPacs
p , W
Q
= [kWh/m
3
anno]
ove:
-
p , W
Q : il fabbisogno annuale di energia primaria per acqua calda sanitaria;
6.4.4 Indice di prestazione energetica globale
Lindice di prestazione energetica globale dellimpianto per la climatizzazione invernale
definito dal seguente rapporto:
a) edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme:
EPi EPacs
A
EPgl
p , H p , W
+ =
+
=
Q Q
[kWh/m
2
anno]
per tutti gli altri edifici:
EPi EPacs
V
EPgl
p , H p , W
+ =
+
=
Q Q
[kWh/m
3
anno]
In Italia un tipico edificio residenziale pu raggiungere un indice EPi 100
[kWh(m
2
/anno)] per la climatizzazione invernale e un indice EPacs 60
[kWh/(m
2
anno)] per la produzione di acqua calda sanitaria con una prestazione
energetica complessiva EPgl pari a:
EPgl = EPi + EPacs = 160 [kWh/(m
2
anno)]
Se si vorr tener conto anche del consumo di energia primaria per
lilluminazione e per il condizionamento estivo si dovranno aggiungere gli indici EPill
e Epe relativo al consumo di energia primaria per condizionare laria durante lestate.
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6.5 Prestazioni energetiche richieste per nuovi edifici/ristrutturazioni
Nelle seguenti tabelle si riportano i valori limite EP
Li
dellindice di prestazione
energetica per la climatizzazione invernale applicabili dal 1 gennaio 2008 e dal 1
gennaio 2010. I limiti EP
Li
espressi in [kWh/(m
2
anno)] per edifici di classe E1 (escluse
caserme, etc.) sono tabellati in funzione del coefficiente di forma delledificio S/V e del
numero di gradi-giorno GG. Per le nuove costruzioni occorre riferirsi gi da ora ai limiti
2010.
Si precisa che:
S [m
2
] =superficie che delimita verso lesterno il volume riscaldato V;
V [m
3
] =volume lordo riscaldate definito dalle superfici che lo delimitano.
Valori limite EP
Li
, applicabili dal 1 gennaio 2008, espressi in [kWh/m
2
anno]
Zona climatica
A B C D E F
Rapporto
di forma
delledificio
S/V
Fino a
600 GG
da
601 GG
a
900 GG
da
901 GG
a
1400
GG
da
1401 GG
a
2100 GG
da
2101 GG
a
3000 GG
oltre
3000 GG
0.2 9.5 9.5 14 14 23 23 37 37 52 52
0.9 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133
Valori limite EP
Li
, applicabili dal 1 gennaio 2010, espressi in [kWh/m
2
anno]
Zona climatica
A B C D E F
Rapporto
di forma
delledificio
S/V
Fino a
600 GG
da
601 GG
a
900 GG
da
901 GG
a
1400 GG
da
1401 GG
a
2100 GG
da
2101 GG
a 3000
GG
oltre
3000 GG
0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8
0.9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116
Per GG < 600 e GG > 3000 i valori del EP
Li
rimangono costanti, come pure
rimangono costanti quando il coefficiente di forma delledificio S/V < 0.2 oppure S/V >
0.9. I valori della tabella devono essere interpolati linearmente per valori GG compresi
tra gli estremi che delimitano le zone climatiche. Ad esempio, un edificio caratterizzato
da un rapporto di forma S/V = 0.55 da costruirsi in una localit con GG =1400 dovr
raggiungere un fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale EPi
inferiore al limite EP
Li
= 50.5 [kWh/(m
2
anno)]. Un ulteriore requisito riguarda
rendimento globale medio stagionale dellimpianto che dovr risultare superiore a:
ove P
n
=
foc
[kW] =potenzialit nominale del generatore.
Ulteriori requisiti riguardano valori limite di trasmittanza da rispettare per le pareti
opache e trasparenti. I valori minimi richiesti sono riportati nelle sottostanti tabelle.
n g
P log 3 75 % + = q
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Valore limite della trasmittanza termica K delle strutture opache verticali
Zona climatica
Dal 1 Gennaio 2008
K [W/m
2
K]
Dal 1 Gennaio 2010
K [W/m
2
K]
C 0.46 0.40
D 0.40 0.36
E 0.37 0.34
F 0.35 0.33
Valore limite della trasmittanza termica K delle strutture opache orizzontali o inclinate di copertura in W/m
2
K
Zona climatica
Dal 1 Gennaio 2008
K [W/m
2
K]
Dal 1 Gennaio 2010
K [W/m
2
K]
C 0.42 0.38
D 0.35 0.32
E 0.32 0.30
F 0.31 0..29
Valore limite della trasmittanza termica K delle strutture opache orizzontali di pavimento in W/m
2
K
Zona climatica
Dal 1 Gennaio 2008
K [W/m
2
K]
Dal 1 Gennaio 2010
K [W/m
2
K]
C 0.49 0.42
D 0.41 0.36
E 0.38 0.33
F 0.36 0.32
Valore limite trasmittanza delle chiusure trasparenti comprensive degli infissi in W/m
2
K [S
v
< 25% Sup.
perimetrale]
Zona climatica
Dal 1 Gennaio 2008
K [W/m
2
K]
Dal 1 Gennaio 2010
K [W/m
2
K]
C 3.0 2.6
D 2.8 2.4
E 2.4 2.2
F 2.2 2.0
Valore limite trasmittanza delle chiusure trasparenti comprensive degli infissi in W/m
2
K [S
v
> 25% Sup.
perimetrale]
Zona climatica
Dal 1 Gennaio 2008
K [W/m
2
K]
Dal 1 Gennaio 2010
K [W/m
2
K]
C 2.4 2.1
D 2.2 1.9
E 2.0 1.7
F 1.8 1.5
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Anche la trasmittanza termica delle strutture edilizie di separazione verticali e
orizzontali tra edifici o unit immobiliari dovr essere inferiore o uguale a K=0,8
[W/m
2
K]. Il medesimo limite deve essere rispettato per tutte le strutture opache,
verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l'ambiente esterno gli ambienti
non dotati di impianto di riscaldamento. Un ulteriore requisito riguarda la verifica
igrometrica delle strutture perimetrali al fine di evitare danni idrometrici. Di questo
verifica si discuter nel Capitolo 10.
6.6 Cenni sulla certificazione energetica
Per gli edifici gi esistenti (la gran maggioranza del parco residenziale) si
prevede di attuare la loro certificazione energetica e cio la predisposizione di un
certificato energetico che dovr accompagnare limmobile e le singole unit immobiliari
(ad esempio, dovr essere esibito nel caso di compravendita).
Lo scopo di tale certificato ovviamente quello di fotografarne lo stato energetico
attuale e suggerire quali possano essere i possibili interventi di una sua futura
riqualificazione energetica.
La seguente figura riporta il certificato energetico della Regione Ligura in termini
dellindice di prestazione energetica globale EPgl, dellindice di prestazione energetica
dellinvolucro edilizio EPi,inv, dellindice di prestazione, dallindice EPacs e
dellindice O caratterizzante lefficienza energetica complessiva dellimpianto. Lo
stato energetico attuale delledificio indicato da una freccia rossa mentre lo stato
energetico raggiungibile indicato da una freccia verde.
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Cap. 6
17
U b ica zio n e :
P ro p rie t :
A n n o d i co stru zio n e :
Z o n a C lim a tica :
S u p e rficie u tile A
u
[m
2
]: ..
V o lu m e lo rd o V [m
3
]: ..
R a p p o rto d i fo rm a S /V [m
-1
] : .
I d e n tifica tivi ca ta sta li:
C o m u n e : S e zio n e : F o g lio :
M a p p a le : S u b :
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE n.
rilasciato il
scadenza il
Prestazione energetica globale
Emissioni di CO
2
attribuibili alledificio allo stato attuale: . t/anno
Potenziale di riduzione CO
2
ottenibile con interventi migliorativi: . t/anno
Emissioni di CO
2
attribuibili alledificio allo stato attuale: . t/anno
Potenziale di riduzione CO
2
ottenibile con interventi migliorativi: . t/anno
Benefici Ambientali
CO
2
CO
2
attuale
raggi ungi bil e
A
+
A
B
C
D
E
F
G
kWh/m
2
anno
kWh/m
3
anno
Informazioni generali delledificio
Rif. Legislativo =.
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CONFIGURAZIONE A CUI SI RIFERISCE IL POTENZIALE
MIGLIORAMENTO DEL FABBISOGNO DI ENERGIA
PRIMARIA
ENERGIE RINNOVABILI
INTERVENTI SULLIMPIANTO
Tempo di
ri torno (anni)
Sovraccosto/
Costo intervento
Energia primaria
annua risparmiata (*)
INTERVENTI SULLINVOLUCRO
Firma, numero e timbro del certificatore:
I n vo lu c ro Im p ia n to p e r la clim a tizza zio n e
in ve rn a le
1,03 -1,11
1,11-1,19
1,19 - 1,49
1,49 - 1,80
1,80 2,10
> 2,10
< 1,03
A
B
C
D
E
F
G
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE n.
raggiungibi le
P ro d u zio n e d i a c q u a ca ld a sa n ita ria
kWh/m
2
anno
kWh/m
3
anno
kWh/m
2
anno
kWh/m
3
anno
Interventi Consigliati
Valore attuale:
Valoreraggiungibile:..
Valore attuale:
Valore raggiungibile:..
Valore attuale:
Valore raggiungibile:..
A B C D E F G
Prestazioni energetiche parziali
A
B
C
D
E
F
G
A
+
(*) kWh/m
2
anno kWh/m
3
anno
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19
Ad esempio, per classificare un edificio in termini della prestazione energetica del solo
involucro edilizio (classificazione di particolare interesse per larchitetto ) si confronta lindice
EPi,inv calcolato di un edificio con gli intervalli di valori determinanti le singole classi
secondo la seguente tabella.
A
+
< 0.23 EP
Li
(2010)
0.23 EP
Li
(2010) A < 0.45 EP
Li
(2010)
0.45 EP
Li
(2010) B < 0.65 EP
Li
(2010)
0.65 EP
Li
(2010) C < 0.85 EP
Li
(2010)
0.85 EP
Li
(2010) D < 1.00 EP
Li
(2010)
1.00 EP
Li
(2010) E < 1.50 EP
Li
(2010)
1.50 EP
Li
(2010) F < 2.00 EP
Li
(2010)
G > 2.00 EP
Li
(2010)
Nel caso dellindice di prestazione energetica globale EPgl una tabella simile viene
utilizzata per individuare le parametrizza le classi con gli EP
Li
(2010) delledificio tenendo
conto del consumo di acqua calda sanitaria. Nel caso dellindice dellindice O
caratterizzante lefficienza energetica complessiva dellimpianto gli intervalli di valori
determinanti le singole classi sono direttamente riportati sul certificato.
6.7 Cenni sullisolamento termico dellinvolucro edilizio
Il vincolo della gi citata normativa sulla coibentazione degli edifici deve essere
visto in primo luogo in base a un'analisi economica; infatti lisolamento termico
comporta da un lato un maggiore onere nella costruzione o nella ristrutturazione
dell'edificio, e dall'altro un minor consumo di combustibile; quindi, a fronte di un
maggiore investimento iniziale, si viene a determinare un minor costo di esercizio
(minori consumi).
Occorre inoltre tenere presente anche il costo sociale dell'inquinamento ambientale
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Cap. 6
20
derivante dai consumi energetici.
Nel seguito si analizzeranno alcune soluzioni di isolamento termico. Si precisa
che lattuale normativa al fine di evitare danneggiamento e degrado dellinvolucro
edilizio termicamente isolato prevede espressamente anche la verifica igrometrica
delle pareti perimetrali. Di questo argomento si parler in seguito.
6.7.1 Isolamento a cappotto
L'isolamento termico dei fabbricati dall'esterno, comunemente chiamato a
cappotto, sia su edifici nuovi che esistenti, ha avuto le sue prime applicazioni circa venti
anni or sono e si dimostrato un sistema tra i pi indovinati e ha preso sempre pi
piede, tanto da essere oggigiorno ampiamente adottato.
Questo sistema caratterizzato da un rivestimento isolante situato sulla parte
esterna delle pareti d'ambito dell'edificio, cos da avvolgerlo completamente.
Ci permette di correggere i ponti termici e di ridurre i dannosi effetti indotti
nelle strutture e nei parametri murari dalle variazioni rapide o notevoli della temperatura
esterna, migliora il comportamento igrometrico delle pareti (vedi dopo) e aumenta il
comfort abitativo. Il sistema permette di sfruttare l'inerzia termica delle murature e,
comportando un intervento dall'esterno, consente di evitare disagi agli occupanti delle
abitazioni.
La tecnica di installazione consiste essenzialmente nella preparazione preventiva
delle superfici esterne dei manufatti e nell'applicazione su tali superfici, mediante
incollaggio, di pannelli isolanti di varia natura, consistenza e spessore. Si procede
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quindi ad una rifinitura con intonaco rasante a due strati con interposta rete in fibra di
vetro, di vario tipo, e infine a un trattamento superficiale di finitura in vari colori.
L'aspetto finale di questa opera deve essere quello di un comune muro di facciata.
L'isolamento a cappotto realizzato anche per resistere ad urti di una certa intensit.
6.7.2 Isolamento in intercapedine
L'applicazione del materiale isolante per insufflazione o iniezione pu essere
eseguita dall'esterno con l'impiego di apposite macchine insufflatrici. Durante
loperazione di coibentazione si deve verificare che il riempimento ottenuto sia
sufficientemente continuo e omogeneo.
I materiali isolanti da applicare devono avere caratteristiche di imputrescibilit,
stabilit chimica e fisica, non igroscopicit, stabilit dimensionale e inoltre non devono
emettere odori. I materiali isolanti sfusi devono essere caratterizzati da un basso valore
del fattore d'attrito per consentire un perfetto riempimento delle intercapedini; tra i pi
usati: vermiculite, perlite, polistirene espanso, pomice, argilla espansa, sughero, fibre di
cellulosa. Le resine espanse utilizzate sono le ureiche e le poliuretaniche.
Per permettere l'esecuzione dell'isolamento per insuffiazione lo spessore
dell'intercapedine non deve essere inferiore a 5 cm: per quello mediante iniezione lo
spessore minimo scende a 3-4 cm.
La coibentazione delle intercapedini pu anche essere effettuata mediante
pannelli isolanti i quali vengono interposti tra la controparte esterna ed interna. E ovvio
che in tale caso la parete dovr essere di nuova costruzione come illustrato in figura.
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6.7.3 Isolamento di copertura piana con isolante esterno
Nel caso di coperture praticabili, e cio quelle coperture che sono pedonabili a
tutti gli effetti, lo strato di isolante (di tipo concentrato) viene posto direttamente sopra il
solaio e protetto sulla parte superiore da uno strato di malta su cui posata la
pavimentazione, come illustrato in figura.
6.7.4 Isolamento di solai su porticati
L'isolamento deve essere caratterizzato da elevata durata e resistenza agli urti
accidentali, idoneo comportamento al fuoco, semplicit di posa in opera, buona
aderenza dei materiali isolanti al supporto.
L'applicazione dell'isolante richiede la preventiva preparazione del supporto, in
modo da ottenere una superficie compatta e complanare. Solitamente lisolante viene
posto all'intradosso del solaio, collocando dello strato isolante in corrispondenza alla
faccia inferiore della prima soletta del fabbricato al di sopra del porticato. Questo tipo di
isolamento consente la correzione dei ponti termici e pu essere eseguito su qualsiasi
superficie, previa idonea preparazione.
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23
Da quanto sopra esposto si pu notare come sia di primaria importanza disporre
di dati certi di conducibilit termica dei materiali, per valutare correttamente la
trasmittanza termica della parete. In genere le prestazioni termiche di un isolante in
opera si discostano in modo significativo dalle analoghe prestazioni misurate in
laboratorio; mentre queste ultime sono determinate in condizioni di riferimento, le
prime sono condizionate dalle reali situazioni di posa in opera e di esercizio (contenuto
di umidit, invecchiamento, etc.).
Per tenere conto di quanto detto, le norme UNI definiscono i seguenti parametri:
1. conduttivit di riferimento (
m
): valore della conduttivit misurata in laboratorio;
2. maggiorazione percentuale (m) che tiene conto del contenuto percentuale di
umidit, dell'invecchiamento, del costipamento dei materiali sfusi, della
manipolazione e installazione a regola d'arte, delle tolleranze sullo spessore;
3. conduttivit utile di calcolo (), dedotta applicando la maggiorazione percentuale
(m) alla conduttivit indicativa di riferimento (
m
).
La norma UNI 10351 Materiali da costruzione: conduttivit termica e permeabilit al
vapore riporta i valori che interessano la progettazione termica di un edificio. La
seguente tabella, estratta dalla suddetta norma, riporta, nelle diverse colonne:
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il materiale in considerazione,
la massa volumica ( densit ) del materiale secco, espressa in [kg/m
3
],
la conduttivit indicativa di riferimento (
m
), espressa in [W/mK],
la maggiorazione percentuale (m),
la conduttivit utile di calcolo (), espressa in [W/mK].
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Cap. 6
25
ESERCIZI ED ESEMPI
1) La trasmittanza termica di un parete perimetrale K =1.80 [W/m
2
K]. Si ipotizza
limpiego di questa parete in un edificio da costruirsi in zona climatica C isolando
termicamente la struttura mediante iniezione nellintercapedine (spessore 5 [cm]) di una
resina poliuretanica con conduttivit utile di calcolo = 0.044 [W/m K]. Si valuti se
tale ipotesi sia adeguata alle attuali prescrizioni legislative.
La resistenza specifica della parete :
(
=
o
+ +
+
o
= =
W
) K m (
55 . 0
1
R
l 1
K
1
R
2
e
'
in
i ni
ni
i
'
t
con resistenza specifica dellintercapedine daria:
R
in
=0.15 [(m
2
K)/W]
La resistenza termica dopo lintervento e la corrispondente trasmittanza saranno:
| |
)] K m /( W [ 65 . 0
51 . 1
1
R
1
K
W / ) K m ( 54 . 1
044 . 0
05 . 0
15 . 0 55 . 0
L
R R R
2
tf
tf
2
p
'
in
'
t tf
= = =
= + =
+ =
La trasmittanza ottenuto pi alta del limite previsto dal 1 gennaio 2008 per la
zona climatica C (K
lim
=0.46 [W/m
2
K] ). La parete potr rispettare il limite attuale se
lintercapedine da riempire di resina poliuretanica sar pi larga. Ad esempio, nel caso
di con uno spessore pari a 8 [cm ] si ottiene:
| |
)] /( [ .
.
/ ) ( .
.
.
. .
' '
K m W 45 0
18 2
1
R
1
K
W K m 22 2
044 0
08 0
15 0 55 0
L
R R R
2
tf
tf
2
p
in t tf
= = =
= + =
+ =
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Cap. 6
26
2) Un edificio, caratterizzato da un rapporto di forma S/V = 0.39, deve essere
ristrutturato nella zona climatica E; (GG =2404). Si valuti lindice limite relativo alle
dispersioni invernali dellinvolucro EP
Li
.
Il EP
Li
si calcola mediante doppia interpolazione sulla base della tabella
seguente in funzione dei gradi-giorno GG e del fattore di forma S/V.
Valori limite EP
Li
, applicabili dal 1 gennaio 2008, dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione
invernale espresso in kWh/m
2
anno
Zona climatica
A B C D E F
Rapporto di
forma
delledificio
S/V
Fino a
600 GG
da
601 GG
a
900 GG
da
901 GG
a
1400 GG
da
1401 GG
a
2100 GG
da
2101 GG
a
3000 GG
oltre
3000 GG
0.2 9.5 9.5 14 14 23 23 37 37 52 52
0.9 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133
Interpolando la prima volta sui gradi-giorno (zona a E) si hanno per GG =2404 i
seguenti valori limiti:
S/V =0.2 )] /( [ . ) ( anno m kWh 1 42
2101 3000
2101 2404
37 52 37 EP
2
Li
=
+ =
S/V =0.9 )] /( [ . ) ( anno m kWh 1 111
2101 3000
2101 2404
100 133 100 EP
2
Li
=
+ =
Il EP
Li
delledificio si ottiene interpolando relativamente al valore S/V =0.39:
3) Un edificio nuovo in una localit ligure (Zona a: D; GG =1415) ha una totale
superficie disperdente S =2100 [m
2
]. La superficie calpestabile A =1350 [m
2
]. Nella
stagione invernale il fabbisogno totale di energia termica per la climatizzazione
delledificio sia Q
H,nd
=147770 [MJ]. Nellipotesi che il rendimento globale medio
dellimpianto sia q
g
=0.78 si valuti il fabbisogno annuo di energia primaria per il
riscaldamento e lindice EP
i,inv
relativo alle dispersioni invernali del solo involucro.
Lenergia termica utile che limpianto deve fornire alledificio :
| | ) /( .
. .
. .
) . . ( . anno m kWh 8 60
2 0 9 0
2 0 39 0
1 42 1 111 1 42 EP
2
Li
=
+ =
] anno / MJ [ 147770
nd , H
= Q
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27
] anno m /( kWh [ 4 . 30
10 6 . 3
10 46 . 109
)] anno m /( J [ 10 46 . 109
1350
147770
A
inv , EPi
2
6
6
2 6 nd , H
=
= = = =
Q
Nellipotesi di trascurare il consumo di energia primaria relativo agli ausiliari (e =q
g
=
0.78 ) la totale energia primaria per la climatizzazione invernale :
] / [ ] / [
.
, ,
anno kWh 52624 anno MJ 189449
78 0
147770 1
nd H P H
= = = =
e
Q Q
Lindice EP
i
delledificio risulta :
Il rapporto di forma delledificio :
S/V = 2100/5400 = 0.39 [1/m]
Interpolando sui gradi-giorno (zona D) si ha per la localit (GG =1415):
S/V =0.2 )] /( [ . ) . ( . anno m kWh 6 21
1401 2100
1401 1415
3 21 34 3 21 EP
2
Li
=
+ =
S/V =0.9 )] /( [ . ) ( anno m kWh 4 68
1401 2100
1401 1415
68 88 68 EP
2
Li
=
+ =
Il EP
Li
limite delledificio previsto (almeno fino al 1 gennaio 2009) si ottiene
interpolando i valori ottenuti rispetto a S/V =0.39:
Come si pu osservare il EP
Li
limite previsto non rispettato dalledificio per cui il
progetto del sistema edificio-impianto dovr essere modificato fino a verifica positiva.
Ad esempio, il progettista potr:
incrementare lisolamento termico delledificio (ridurre il Q
tr
e cio ridurre
lenergia utile Q
H,nd
richiesta allimpianto)
aumentare il rendimento globale q
g
dellimpianto ( generatore di calore, rete,
regolazione, terminali utilizzatori);
intervenire sul termine(Q
int
+ Q
sol
)
e cio prevedere modifiche al progetto che
consentano di contabilizzare maggiori apporti gratuiti, ad esempio da fonte solare.
)] anno m /( kWh [ 39
1350
52624
A
EP
2
p , H
i
= = =
Q
| | ) /( .
. .
. .
) . . ( . anno m kWh 0 34
2 0 9 0
2 0 39 0
6 21 45 68 3 21 EP
2
Li
=
+ =