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Il lavoro negli

ambienti confinati
Rischi e misure di prevenzione.
Aggiornato con il D.P.R. 177/2011

Antonio Fucile
Ingegnere chimico, dirigente in multinazionali della chimica, consulente per la sicurezza
sul lavoro e per sistemi di gestione, consulente di direzione, autore di volumi
e articoli sulla sicurezza sul lavoro
EPC srl - Via dell’Acqua Traversa 187/189 - 00135 Roma
Tel. 06.33245.203 - www.epc.it - www.insic.it
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Edizione luglio 2011

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ogni responsabilità per possibili errori od omissioni, nonché per eventuali danni risultanti dall’informazione
ivi contenuta.

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Sommario

1. Premessa ...........................................................................................6

2. I rischi negli spazi confinati ........................................................... 12

2.1. Rischi specifici ............................................................................ 14

3. Valutazione dei rischi..................................................................... 22

3.1. Fase preparatoria ........................................................................ 23

3.2. Procedura di accesso al luogo ....................................................... 24

3.3. Lo svolgimento dell’attività ........................................................... 25

4. Misure di prevenzione/DPI ............................................................ 27

4.1. Altri DPI ..................................................................................... 28

4.2. Formazione sulle procedure ed addestramento ............................... 29

4.3. Gestione emergenze .................................................................... 30

Appendice 1 ....................................................................................... 35

Attività connesse all’ingresso in un serbatoio dal passo d’uomo


ed i rischi collegati .......................................................................... 35

Appendice 2 ....................................................................................... 37

Procedura Operativa Attività in Spazio Confinato ...................................... 37

Scopo .............................................................................................. 37

Campo di applicazione ....................................................................... 37

Definizioni ........................................................................................ 37

Responsabilità ................................................................................... 38

Emergenze ....................................................................................... 38

Analisi dei rischi specifici .................................................................... 38

DPI utilizzabili per le attività previste dalla presente procedura ............... 42

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Altri presidi di sicurezza...................................................................... 43

Schema delle attività della procedura ................................................... 44

Verifiche preliminari ........................................................................... 45

Messa in Sicurezza ............................................................................ 45

Bonifica di Serbatoi o Reattori ............................................................. 46

Utilizzo di apparecchiature elettriche ed altri inneschi ............................. 46

Accesso al passo d’uomo .................................................................... 46

Verifica atmosfera ............................................................................. 47

Permesso di accesso .......................................................................... 48

Misure per l’emergenza ...................................................................... 48

Ingresso nel serbatoio ....................................................................... 50

Lavorazioni previste .......................................................................... 52

Saldatura in serbatoio ........................................................................ 52

Smerigliatura e Taglio ........................................................................ 53

Interventi senza utilizzo di energia ...................................................... 54

Permesso di accesso in spazio confinato ............................................... 55

Appendice 3 ....................................................................................... 56

Check list per i lavori all’interno degli spazi confinati ................................. 56

Check list ......................................................................................... 58

Appendice 4 ....................................................................................... 61

Esempio di una procedura operativa ....................................................... 61

Lavorazione in Fusore 17 - data prevista inizio lavori 01/06/xxxx ............ 61

CHECK LIST-Attività di Pulizia: da verificare prima di OGNI accesso. ........ 63

CHECK LIST- Attività di taglio e saldatura:


da verificare prima di OGNI accesso. ................................................. 65

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CHECK LIST- Attività di montaggio bronzina:
da verificare prima di OGNI accesso. ................................................. 67

Riferimenti bibliografici ..................................................................... 69

NOTA: tutti gli esempi riportati si riferiscono a casi specifici realmente accaduti. Le
valutazioni e le misure descritte sono riportate a titolo esemplificativo, e non sono
esaustive, né applicabili a casi diversi.
E’ responsabilità del valutatore applicare i concetti e le tecniche qui espresse ai casi
reali che si trova ad affrontare.

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1. Premessa
Ogni anno si registrano in Italia numerosi incidenti con il coinvolgimento di lavoratori
intenti al lavoro in spazi confinati.
Spesso le conseguenze sono disastrose con la morte dei malcapitati e, spesso, sono
coinvolti due o più persone contemporaneamente.
Nessun ambiente di lavoro si salva: la statistica tragica ci mostra che tale tipo di
incidente accade al contadino, alle imprese di pulizia industriale, agli operatori di
impianti industriali di piccole-medie-grandi dimensioni, ai trasportatori, ecc…
Nessuno si salva! Eppure, la materia è semplice e nota….da sempre!
Le dinamiche sono sempre le stesse: una persona entra in un luogo confinato (vasca,
recipiente, canalizzazione, cisterna, ecc..) e dopo poco si accascia a terra privo di sensi;
una seconda persona si precipita per portare soccorso, ma finisce anch’egli con il
perdere i sensi; una terza…..e poi una quarta…… finiscono allo stesso modo.
Non è accettabile tutto ciò! Il problema è semplice da risolvere, ma l’incidente si ripete
sempre in tutti gli ambienti lavorativi.
Maggiormente critica si presenta inoltre l’esecuzione di attività occasionali, ovvero di
tipo non ripetitivo. E’ infatti più frequente, in tali casi, la tendenza a non pianificare
adeguatamente il processo lavorativo che, troppo spesso, viene lasciato
all’improvvisazione delle squadre operative non sempre sufficientemente formate ed
informate dei rischi cui si trovano ad essere esposte.
Gli episodi registrati, anche negli ultimi tempi, hanno confermato che ad essere colpite
sono, in larga misura, le microimprese che operano, talvolta, in subappalto presso dei
committenti.
Già nel 1955 il legislatore si era posto il problema e con la emissione del D.P.R. 547 ai
cap.li 236 e 237 aveva gettato le basi per una efficace prevenzione:
Lavori entro tubazioni, canalizzazioni, recipienti e simili nei quali possono esservi gas e
vapori tossici od asfissianti.
“Prima di disporre l’entrata di lavoratori nei luoghi di cui all’art. 235, chi sovraintende ai
lavori deve assicurarsi che all’interno non esistano gas o vapori nocivi o una temperatura

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dannosa e deve, qualora vi sia pericolo, disporre efficienti lavaggi, ventilazione o altre
misure idonee. Colui che sovraintende deve, inoltre, provvedere a far chiudere e bloccare
le valvole e gli altri dispositivi dei condotti in comunicazione col recipiente, e a fare
intercettare i tratti di tubazione mediante flange cieche o con altri mezzi equivalenti ed a
far applicare, sui dispositivi di chiusura o di isolamento, un avviso con l’indicazione del
divieto di manovrarli.
I lavoratori che prestano la loro opera all’interno dei luoghi predetti devono essere
assistiti da altro lavoratore, situato all’esterno presso l’apertura di accesso.
Quando la presenza di gas o vapori nocivi non possa escludersi in modo assoluto o
quando l’accesso al fondo dei luoghi predetti è disagevole, i lavoratori che vi entrano
devono essere muniti di cintura di sicurezza con corda di adeguata lunghezza e, se
necessario, di apparecchi idonei a consentire la normale respirazione”.
Ed ancora all’art. 237 il DPR dispone per i lavori entro tubazioni, canalizzazioni e simili
nei quali possono esservi gas, vapori, polveri infiammabili od esplosive:
“Qualora nei luoghi di cui all’art. 235 non possa escludersi la presenza anche di gas,
vapori o polveri infiammabili od esplosivi, oltre alle misure indicate nell’articolo
precedente, si devono adottare cautele atte ad evitare il pericolo di incendio o di
esplosione, quali la esclusione di fiamme libere, di corpi incandescenti, di attrezzi di
materiale ferroso e di calzature con chiodi. Se necessario l’impiego di lampade, queste
devono essere di sicurezza”.
In pratica, ci pare, che il legislatore, sicuramente sulla base dell’esperienze negative già
vissute allora, abbia non già dettata una disposizione di legge/un principio, ma
addirittura abbia stabilito una procedura operativa, assolutamente chiara ed esplicita.
In conclusione, quindi, le operazioni all’interno di tubazioni, canalizzazioni, cisterne,
serbatoi, vasche e simili, (di seguito chiamati recipienti), devono essere attuate tenendo
presenti le caratteristiche dell’impianto e delle sostanze interessate, rispettando i
corretti principi operativi e adottando le necessarie misure di sicurezza, d’ordine
generale e specifico. Queste ultime, in particolare, devono tendere ad eliminare i rischi
derivanti dalla presenza di sostanze pericolose, da deficienza di ossigeno, da messa in

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marcia accidentale o intempestiva di organi meccanici o, infine, dall’immissione di fluidi
dalle tubazioni collegate ai recipienti.
L’argomento è stato ripreso nel D.Lgs. 81/08, all’art. 66: “lavori in ambienti sospetti di
inquinamento”,che possiamo così riassumere:
“E’ vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e
in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il
rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo
per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento
dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio
sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di
sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di
protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter
consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi”.
Negli ultimi mesi, l’argomento è stato ripreso ed approfondito con l’emanazione della
Circolare Ministeriale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali n.42/2010 del 9
Dicembre 2010, che partendo da un’analisi delle principali mancanze delle misure di
prevenzione e protezione chiede agli organi ispettivi competenti di condurre un
monitoraggio sugli appalti relativi a lavorazioni in spazi confinati, valutando in
particolare:

1. la corretta e completa elaborazione del DUVRI;


2. le misure di prevenzione e protezione previste;

3. l’efficacia della formazione;


4. l’efficienza del sistema di emergenza.

Successivamente il Ministero riprende il tema con la emanazione della nuova circolare n.


13 del 13 aprile 2011, ribadendo essenzialmente quando già indicato sopra.
Finalmente il 14 settembre 2011 il Presidente della Repubblica, firma un decreto
deliberato nel Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011 sulle lavorazioni in spazi
confinanti.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011 viene
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’ 8 novembre 2011.

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Il provvedimento, atteso dopo gli ultimi infortuni verificatisi, ed in qualche modo
preannunciato, disciplina la qualificazione delle imprese che operano nei “luoghi
confinati” , ossia destinate ad operare nel settore degli ambienti sospetti di
inquinamento o confinati, in attuazione degli articoli 6 e 27 del D.lgs. 81/08 - “Testo
Unico Sicurezza sul lavoro”, e va ritenuto una sorta di anticipazione “di un complessivo
sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, come previsto dagli
articoli 6, comma 8, lettera g), e 27 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81” .
Il D.P.R. 177/2011 entra in vigore dal 23 novembre 2011.
Si riporta una breve analisi del decreto
Il Decreto è formato da 4 articoli.
Il primo è relativo al campo di applicazione, il secondo riguarda la qualificazione ed il
terzo le procedure di sicurezza. Il quarto è la “Clausola di invarianza finanziaria”.
Come già accennato il regolamento disciplina la qualificazione delle imprese e dei
lavoratori autonomi che lavorano appunto negli spazi confinati. In particolare, riguarda i
lavori che vengono appaltati e che si svolgono in ambienti sospetti di inquinamento di
cui agli articoli 66 (“Lavori in ambienti sospetti di inquinamento”) e 121 (“Presenza di
gas negli scavi”) del D.lgs. 81/08, e negli ambienti confinati di cui all'allegato IV, punto
3, (“Vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos”) del medesimo decreto
legislativo.
Il regolamento, all’art. 2, prevede i requisiti per le imprese e lavoratori autonomi , e
all’art. 3 fissa delle procedure di sicurezza per il lavoro in questi ambienti.
I requisiti per le imprese riguardano:
- l’integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, per
queste lavorazioni, anche nei confronti dei lavoratori autonomi;

- una presenza del personale, in percentuale non inferiore al 30% della forza lavoro, con
esperienza almeno triennale relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o
confinati;

- adeguata formazione e informazione mirata alla conoscenza dei fattori di rischio propri
di tali attività, anche per il datore di lavoro ove impiegato per attività lavorative in
ambienti pericolosi;

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- rispetto dei dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di
lavoro idonei alla prevenzione dei rischi propri di queste attività.

La presenza di personale “esperto”, come dice il DPR “con esperienza almeno triennale”,
è un altro punto forte del decreto. Infatti la richiesta riguarda il 30% della forza lavoro ed
in particolare il preposto ai lavori, e riguarda solo personale fortemente legato
all’azienda con un rapporto subordinato ben identificato e con regole e responsabilità
precise.
Ma le novità non si fermano qui; infatti per tali appalti nasce l’obbligo di formazione per
il datore di lavoro della azienda appaltatrice ed anche per i lavoratori autonomi.
Una nuova figura, nel sistema aziendale della sicurezza, viene infine identificata
dall’articolo 3; il rappresentante del committente: una figura professionale, esperta in
sicurezza, con specifica esperienza in lavorazioni in spazi confinati e che ha effettuato lo
stesso percorso formativo a cui deve sottoporsi l’azienda appaltatrice.
E’ inoltre escluso il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di
lavoro committente. Eventuali subappalti devono inoltre essere certificati ai sensi del
Titolo VIII, Capo I, del D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276.
Quanto alle procedure relative alle lavorazioni in ambienti confinati, dovranno essere
dirette ad eliminare o ridurre al minimo i rischi e dovranno considerare le eventuali fasi
di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario
Nazionale e dei Vigili del fuoco. Il mancato rispetto delle previsioni di cui sopra
determina il venir meno della qualificazione necessaria per operare, direttamente o
indirettamente, nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
E’ quindi evidente lo sforzo che il legislatore sta profondendo per combattere il
fenomeno degli incidenti in ambienti confinati, introducendo una serie di obblighi atti a
portare sulla “scena” di queste attività a rischio, una serie di competenze specifiche,
evitando che in tali contesti ci sia posto per improvvisazione o impreparazione.
Occorre però che gli attori attivi (aziende committenti ed appaltatrici, datori di lavoro,
dirigenti preposti e lavoratori) facciano la propria parte, prendendo le mosse da corrette
procedure applicative, che, ancora una volta, devono essere predisposte da personale

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esperto in grado di pianificare le attività in luoghi pericolosi con professionalità e
competenza.
In questa monografia si cercherà di dare una traccia operativa per realizzare un sistema
di procedure con cui affrontare, in maniera consapevole, i rischi legati ad ambienti di
lavoro così pericolosi.

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2. I rischi negli spazi confinati
Si possono scrivere diverse definizioni di spazio confinato, ponendo l’accento su aspetti
diversi:
ad esempio uno spazio confinato “può essere qualsiasi spazio chiuso in cui esiste un
rischio di morte o di gravi lesioni da sostanze pericolose o di condizioni di pericolo (per
esempio la carenza di ossigeno)”.
Ma vorremmo proporre e condividere una definizione più operativa di spazio confinato,
visto quindi come uno spazio, in cui può svolgersi una attività di lavoro o di vita, in cui le
caratteristiche di vivibilità sono fortemente influenzate dalle caratteristiche proprie del
luogo stesso, e possono cambiare repentinamente.
Riteniamo utile una tale definizione poiché pone l’accento sulla “dinamicità” dello spazio
confinato, sulla sua suscettibilità a modificarsi, spesso in modo repentino, e quindi
introdurre il concetto che, in particolare per tali spazi, vanno valutate due tipologie di
pericolo: le condizioni di vivibilità precedenti all’ingresso e le condizioni di vivibilità
durante la permanenza, focalizzando l’attenzione sulle cause che possono modificare
appunto tali condizioni.

Ci sono innumerevoli esempi di spazi confinati e ne citeremo solo alcuni per amore di
discussione. Molti luoghi sono immediatamente percepibili come spazi confinati,
soprattutto per le loro dimensioni anguste:

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- serbatoi, silos, autobotti
- fosse biologiche, cunicoli fognari.

Alcuni invece non danno l’immediata percezione di “spazio confinato”:

- vasche a cielo aperto

- la stiva di una nave

- l’esterno di un serbatoio.

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Luoghi che in condizioni particolari (accumulo di gas pesanti sul fondo della vasca,
sviluppo di sostanze tossiche durante la pulizia e asfissia da azoto uscente da un passo
d’uomo), si sono trasformati in trappole mortali.
Alcuni luoghi infine “possono diventare spazi confinati in cui si opera, durante la loro
costruzione, fabbricazione o modifica successiva”.
Va anche considerato, per valutare correttamente i rischi degli spazi confinati, che i
luoghi di cui discutiamo possono essere isolati dall’ambiente circostante, o connessi, ad
esempio tramite tubazioni, agli impianti circostanti. In questa ultima ipotesi va sempre
considerato il rischio rappresentato dalla interazione degli altri impianti con lo spazio
confinato; interazione che può essere normale o accidentale.
Ad esempio, si consideri il caso di un recipiente inserito in un impianto industriale. Prima
di un intervento all’interno si arieggia il recipiente aprendo i passi d’uomo superiore ed
inferiore. Non si tiene però conto che i pozzetti della rete fognaria di processo, corrono
nella zona sottostante nei pressi della apertura inferiore e quindi, eventuali esalazioni,
legate ad altre parti dello stabilimento, possono introdursi nel recipiente e rendere
l’ambiente non vivibile. Numerosi episodi sono avvenuti in impianti industriali, per cui la
corretta analisi e le relative misure devono anche prevedere la copertura ermetica dei
pozzetti fognari potenzialmente pericolosi.

2.1. Rischi specifici


Vediamo ora quali sono i rischi che in linea di massima possono presentarsi nei lavori
all’interno di uno spazio confinato:
- presenza di sostanze nocive;

- deficienza di ossigeno;

- presenza di sostanze infiammabili;

- temperatura (caldo, freddo);

- spazi angusti;

- presenza di parti mobili;


- presenza di sorgenti ionizzanti;

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- immissione improvvisa di liquidi o materiali;
- spazi non accessibili.

L’elenco, che non è esaustivo, raccoglie le tipologie di pericolo più comunemente


incontrate nelle attività di esercizio e manutenzione.

Di seguito un dettaglio per le categorie citate.

a) Presenza di sostanze nocive

A secondo della natura del recipiente la presenza di sostanze nocive può essere normale
o accidentale: il rischio può determinarsi dalla mancata o inadeguata effettuazione delle
operazioni di bonifica e/o di isolamento.
In caso di serbatoi fissi o mobili, nel cui interno si interviene per manutenzione o pulizie,
le sostanze possono essere presenti come residui o “sporcamenti”.
In caso di locali in cui ci sono pompe o serbatoi, la presenza di sostanze pericolose può
essere dovuta a piccole perdite dalle tenute o dagli accoppiamenti flangiati.
In cunicoli dove corrono tubazioni, a causa di perdite, possono accumularsi sostanze
pericolose.
Inoltre le sostanze nocive possono svilupparsi durante la permanenza all’interno
dell’ambiente, o come risultato di attività lavorative.
Come esempio si consideri la pulizia per la rimozione di incrostazioni o simili che
possono sviluppare gas o vapori nocivi perché impregnati di sostanze pericolose. Si
tenga presente che in questo caso pur essendo in presenza di condizioni iniziali vivibili,
l’ambiente diventa rapidamente nocivo.
Quest’ultimo caso si è in effetti verificato durante la pulizia di una cisterna stradale che
aveva contenuto zolfo, e che andava pulita dalle incrostazioni rimanenti.
Lo Zolfo si trasporta come liquido a circa 120 °C, e dopo lo svuotamento lascia delle
incrostazioni. Lo zolfo inoltre può contenere idrogeno solforato.
Le operazioni di pulizia all’interno della cisterna, effettuate con vapore, hanno liberato
l’idrogeno solforato e l’addetto è rimasto intossicato, e con lui i soccorritori che si sono
precipitati all’interno a prestare il loro aiuto. L’addetto era entrato in un luogo chiuso

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che era però vivibile. C’era ossigeno a sufficienza e non c’era presenza di gas nocivi.
L’ambiente però si è rapidamente modificato, in seguito ad una attività specifica
diventando non adatto alla vita umana.
Questo accadeva nel marzo 2008, a Molfetta, e nell’incidente perdevano la vita 5
persone.
Anche le attività di manutenzione possono dare luogo a cambiamenti repentini delle
condizioni di vivibilità, durante operazioni di saldatura, oltre allo sviluppo dei fumi tipici
dell’operazione si possono avere reazioni chimiche attivate dal calore che sprigionano
fumi tossici, e che, per difficoltà insite nel luogo stesso di lavoro, non possono essere
captate agevolmente e con la dovuta efficienza.

b) Deficienza di ossigeno

La concentrazione di ossigeno nell’aria è circa il 21% in volume. Con concentrazioni al di


sotto del 16% i polmoni non sono il grado di funzionare. Si considera la soglia di 18%
come minimo assoluto ammissibile.

Asfissia – Effetti della concentrazione di O2 (dalla Campagna contro l'asfissia NL/77)

O2 (Vol %) Effetti e sintomi

18-21 Non ci sono sintomi riconoscibili da parte della persona colpita. Si deve
effettuare una valutazione dei rischi per individuare le cause e
determinare se sia o meno sicuro continuare a lavorare.

11-18 Riduzione delle prestazioni fisiche e intellettuali senza che la persona


colpita se ne renda conto.

8-11 Possibilità di svenire entro pochi minuti, senza preavviso. Rischio di morte
se il tenore di ossigeno è minore dell’11%.

6-8 Lo svenimento si verifica in breve tempo. La rianimazione è possibile


se effettuata immediatamente.

0-6 Svenimento quasi immediato. Danni cerebrali, anche se la vittima viene


soccorsa.
Fonte: Federchimica/Assogastecnici

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AVVERTENZA: La situazione si fa pericolosa non appena il tenore di ossigeno inalato si
riduce a meno del 18 %. In mancanza totale di ossigeno, l’inalazione di soli 1 o 2 respiri
di azoto o altro gas inerte causa l’immediata perdita di conoscenza e può causare la
morte.

Altri autori individuano un diverso valore di soglia di sicurezza, secondo la tabella:

O2 (%vol) Effetti e sintomi

22.5 Massima concentrazione di sicurezza

21 Concentrazione media nell'aria

19.5 Minima concentrazione di sicurezza

15 - 19 Primi segnali di ipossia. Riduzione della capacità di lavoro. Può


provocare scompensi a soggetti con problemi coronarici, polmonari o
circolatori

12 - 14 La frequenza respiratoria aumenta, le pulsazioni aumentano,


indebolimento della capacità muscolare, della percezione e di giudizio

10 - 12 Ulteriore aumento della frequenza o intensità respiratoria, labbra


leggermente blu

8 - 10 Problemi mentali, svenimento, incoscienza, faccia cinerea, labbra blu,


nausea, vomito, difficoltà di movimenti

6-8 6 minuti - 50% probabilità di morte


8 minuti - 100% probabilità di morte

4-6 Coma in 40 secondi, convulsioni, blocco respirazione, morte

Bastano allora piccole variazioni percentuali nella composizione di ossigeno dell’aria per
determinare condizioni di pericolo per la vita; e se tali variazioni sono molto difficili nelle
normali condizioni di spazi aperti, in uno spazio confinato possono essere raggiunte con
estrema facilità. Anche sostanze non classificate come pericolose quindi, per la fisica
dello spazio confinato, possono rivelarsi mortali.
Ad esempio in una cisterna da 25 mc ci sono normalmente 20 mc di azoto e 5 mc di
ossigeno. E’ sufficiente introdurre 1 mc di azoto per rendere impossibile la respirazione

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in tutto l’ambiente, molto meno per rendere l’aria irrespirabile in una singola zona. Una
bombola di azoto da 1 mt di altezza contiene 3 mc di gas inerte alle condizioni standard.
Una manichetta, o peggio una bombola, che perde leggermente, e lasciata durante la
notte in uno spazio confinato, possono rendere l’ambiente invivibile il giorno successivo.
La mancanza di ossigeno può determinarsi per diverse cause, tra le più comuni,
incontrate nella pratica industriale, possono essere:

- bonifica con azoto non seguita da sufficiente ventilazione

- reazioni chimiche con produzione di gas

- formazione di anidride carbonica per processi fermentativi.

Tra i gas inerti l’azoto merita un’attenzione ed una conoscenza particolare. L’azoto
infatti è molto usato nelle attività industriali che trattano infiammabili e combustibili per
le operazioni di bonifica. Ancora, esso insieme ad altri asfissianti come per es. l’elio viene
anche usato per prove di tenuta speciali. Tutti gli asfissianti, come appunto l’azoto sono
subdoli perché non hanno odore, quindi il rischio di un grave infortunio per le persone è
molto alto e certo. L’azoto è contenuto nell’aria che respiriamo per il 79%; perciò,
quando la sua presenza all’interno di uno spazio confinato supera l’82-84% ne consegue
che l’ossigeno si riduce al di sotto del 18%, mettendo a sicuro rischio la sicurezza delle
persone. L’esperienza dimostra che la sua presenza (azoto) oltre i limiti consentiti
all’interno degli spazi confinati, porta ad una graduale perdita di coscienza fino alla
perdita dei sensi con un sonno profondo, che diventa irreversibile dopo alcuni minuti (2-
3). Questo rischio vale anche per le persone all’esterno degli spazi confinati che si
affacciano all’interno, respirando così l’atmosfera dell’ambiente inquinato da azoto.

c) Presenza di sostanze infiammabili

Quando il recipiente ha contenuto liquidi infiammabili, sussiste sempre il rischio


d’incendio ed esplosione nel caso di insufficienti bonifiche e/o isolamento, o
permangono nel recipiente fanghi, incrostazioni, ecc., da cui possono liberarsi gas o
vapori infiammabili.
E’ da tener presente, inoltre, il pericolo costituito dalla presenza di polveri combustibili,
come quelle che si possono trovare nei depolverizzatori-cicloni-ecc., ma bisogna tener

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presente che il problema sussiste per tutte le polveri combustibili come per es. quelle di
uso domestico: farina, zucchero, aglio, ecc.
In alcuni casi, si possono sviluppare gas infiammabili per reazione. E’ il caso, per esempio
del sodio e del carburo di calcio che, a contatto con l’acqua o l’umidità, sviluppano
rispettivamente idrogeno e acetilene. L’acido solforico concentrato, diluendosi, attacca il
ferro con sviluppo di idrogeno. La trielina, in certe condizioni, reagisce con l’alluminio
liberando idrogeno.
Sono reazioni che si innescano a temperatura ambiente e con la presenza di acqua o
altre sostanze “comuni”, e che sono quindi abbastanza probabili negli ambienti
industriali.
L’idrogeno che si forma, anche se non è sufficiente a ridurre la quantità di ossigeno a
livelli pericolosi, genera facilmente atmosfere esplosive.
Un rischio particolare di esplosione può originarsi da depositi o incrostazioni, anche in
piccola quantità, di composti instabili (acetiluri, perossidi, nitrati, ecc.) che, allo stato
secco, possono esplodere a seguito di riscaldamento o urto.
Anche il riscaldamento può creare atmosfere esplosive; ad esempio i bitumi, a
temperature prossime a quelle di fusione (200°C) generano dei fumi che possono essere
infiammabili (oltre che nocivi).
Una lavorazione che genera calore (saldatura a cannello o elettrica, taglio di metalli), in
un recipiente sporco di bitume può creare un riscaldamento localizzato e quindi, in uno
spazio confinato, una atmosfera potenzialmente esplosiva.
La possibilità di formazione di atmosfere esplosive o infiammabili è uno degli elementi
che concorrono ad un evento incidentale. Occorre poi che si verifichi un innesco.
L’innesco può essere generato da scariche elettriche, elettrostatiche, da scintille o calore
generato meccanicamente.
Negli spazi in cui possono formarsi atmosfere esplosive vanno applicate le norme
relative.
Vanno classificati allora i luoghi rispetto al rischio di esplosione e vanno installati
impianti elettrici, apparecchiature ed attrezzature di lavoro che rispondano alle norme
specifiche (AtEx).

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d) Condizioni microclimatiche estreme

In ambienti particolari si possono determinare situazioni microclimatiche che anche in


breve tempo possono creare problemi alla salute dei lavoratori.
Ad esempio, una serra non sufficientemente raffrescata, per quanto ampia sia, può
rappresentare un rischio per colpi di calore o collasso dei lavoratori addetti, così come
una cella frigorifera, se non sono ben definiti e rispettati i turni di lavoro e l’utilizzo degli
appositi DPI antifreddo, è un pericolo.
Più in generale possiamo affermare che condizioni improprie di temperatura,
illuminazione, ventilazione, umidità, rumorosità possono determinare condizioni di
disagio, oltre che essere causa di danno alla salute e di infortuni.
Questo rischio è comune anche negli ambienti di vita: un’auto lasciata chiusa al sole è
una trappola mortale per chiunque si trovi all’interno.

e) Spazi angusti

In alcuni particolari recipienti, come ad esempio i tank per il trasporto di liquidi, dotati al
loro interno di setti frangiflutti, il passaggio degli operatori è reso, proprio dalla presenza
di questi elementi, particolarmente disagevole. Tale disagio, in caso di soccorso, rende le
operazioni assai difficoltose e pericolose. Per questo occorre uno sforzo particolare nella
fase di pianificazione delle emergenze per tenere conto di tali difficoltà. Anche le
attrezzature di lavoro e di soccorso devono tenere conto degli spazi angusti in cui si è
costretti ad operare.

f) Presenza di parti mobili

Gli organi mobili (agitatori, coltelli, coclee, ecc.) o i recipienti rotanti (mescolatori, forni,
mulini, ecc.) possono determinare gravi infortuni se messi accidentalmente in moto.
Occorre allora eliminare le fonti energetiche, con blocchi di sicurezza e cartelli di avviso.
Non solo l’energia elettrica va considerata, ma tutte le fonti di energia come aria, acqua,
vapore, gas, ecc, che possono “muovere” qualcosa inaspettatamente.

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EPC Srl 20
g) Presenza di sorgenti ionizzanti

In molti recipienti sono presenti sistemi di misura di livello con sorgenti ionizzanti. In
rischio di essere irradiati, all’interno, è molto alto e pertanto dette sorgenti vanno
preventivamente isolate.

h) Immissione improvvisa di liquidi o materiali

L’immissione improvvisa di liquidi o materiali, probabile soprattutto in casi di recipienti o


spazi collegati ad altre parti di impianto e in generali connessi ad utenze di fluidi e gas di
servizio, possono determinare pericoli di annegamento o di seppellimento.
Infine va ricordato che l’energia elettrica utilizzata per l’alimentazione di lampade, apparecchi,
utensili elettrici mobili o portatili, può causare infortuni da elettrocuzione o innescare
un’eventuale miscela infiammabile qualora non si siano presi i necessari provvedimenti
cautelativi. In ogni caso per lavori all’interno di grandi masse metalliche (serbatoi)
l’alimentazione elettrica deve essere a bassa tensione: 25 volt in c.a. e 50 volt in c.c..

i) spazi non accessibili

Anche spazi che non sono accessibili dai lavoratori possono nascondere insidie mortali.
Un cunicolo o un tombino possono contenere un accumulo di gas esplosivo, che può
essere innescato da una scintilla proveniente dall’esterno, che si “infila” nella zona
pericolosa, provocando così una esplosione.
Ci sono poi pericoli generali come scivolamento o cadute che traggono origine da
superfici sdrucciolevoli o irregolari, ostacoli, buche, scale fisse o portatili, cedimenti di
appigli o ancoraggi o ancora caduta di materiali: come, ad esempio parti delle strutture,
dei rivestimenti, attrezzi e utensili, incrostazioni, ecc..
Visto il gran numero di pericoli che sono presenti negli spazi confinati, pericoli con
conseguenze gravi o gravissime, è fondamentale pianificare con estrema cura le attività
da effettuarsi all’interno di tali spazi. La pianificazione infatti è la prima e più importante
misura preventiva da utilizzare in circostanze del genere. Il nemico maggiore è
l’improvvisazione e la faciloneria, che in contesti come quelli di cui trattiamo, portano
inevitabilmente a conseguenze disastrose.

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EPC Srl 21
3. Valutazione dei rischi
Prima di effettuare la valutazione dei rischi vanno considerati alcuni aspetti.
La prima considerazione è che all’interno di uno spazio confinato le condizioni di
concentrazione delle sostanze possono cambiare in maniera rapida ed inattesa, i
fenomeni non sono strettamente controllabili, per cui vanno definite misure di cautela
che ipotizzino un superamento sistematico dei limiti di esposizione.
Oltre a ciò si consideri che il danno atteso da un evento incidentale è quasi sempre
molto alto.
La probabilità di accadimento, vista l’abbondante casistica esistente, non può
considerarsi trascurabile.
In estrema sintesi, quindi, una valutazione del rischio per lavorazioni in spazi confinati,
che porti ad una valutazione del rischio bassa o trascurabile, è sicuramente da rivedere
con estrema attenzione e tanto senso critico.
La valutazione dei rischi non può prescindere dalle procedure lavorative, anzi occorre
che sia la valutazione sia le procedure, siano coordinate. Le procedure infatti devono
formare l’ossatura su cui fondare poi la valutazione del rischio, e divenire esse stesse
misure atte a prevenire eventi incidentali.
Vanno definite specifiche procedure che riguardano la fase preparatoria, l’accesso al
luogo, lo svolgimento delle attività, l’uscita da luogo di lavoro e la gestione delle
emergenze.
Queste procedure, devono essere predisposte insieme ai responsabili, agli operatori e
soprattutto con i tecnici esperti della sicurezza nei luoghi in questione, in modo da
considerare da un lato le attività che normalmente si svolgono e dal’altro avere un
parere autorevole su come tali attività devono essere svolte per garantirne la sicura
effettuazione.

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EPC Srl 22
3.1. Fase preparatoria
In questa procedura vanno indicati i controlli atti a definire la pericolosità del luogo ed a
garantire che le condizioni all’interno siano quelle che le successive procedure
prevedono.
A titolo di esempio:

- il controllo che le tubazioni di collegamento siano messe in sicurezza tramite valvole


doppie, cieche, sflangiamenti, scollegamenti ecc;

- il controllo che l’energia (elettrica, idraulica o pneumatica) sia scollegata;


- il controllo che il luogo sia stato bonificato.

La verifica della documentazione riguardante le sostanze contenute o che sono state


contenute nel luogo stesso.
I controlli, previsti dalla procedura, devono essere registrati ed effettuati da un
responsabile o un preposto. Devono essere reali, e dove applicabile, vanno effettuate
misure atte a verificare la vivibilità dei luoghi interessati.

In sintesi le procedure di preparazione servono a garantire che il luogo si presenti come


è previsto dalle procedure seguenti. Infatti le attività successive saranno condotte a
partire da una condizione iniziale ben definita e che la procedura iniziale serve a
garantire.

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EPC Srl 23
Questa procedura dovrebbe prevedere anche la messa in servizio dei presidi di
emergenza che si ritiene di dovere avere nelle vicinanze dei lavori, per un utilizzo più
rapido.
Deve essere sempre predisposto un permesso specifico di lavoro in modo da garantire
un controllo formale affinchè tutti gli elementi di un sistema di lavoro sicuro siano
approntati prima che le persone siano autorizzate a entrare o a lavorare in uno spazio
confinato. Il permesso di lavoro è anche un mezzo di comunicazione tra il gestore del
sito, l'autorità di vigilanza, e coloro che eseguono i lavori pericolosi.

3.2. Procedura di accesso al luogo


Vanno qui riportate le modalità con cui si deve entrare nello spazio confinato, da quale
ingresso o boccaporto, con quali DPI indosso, se vanno utilizzate scale o altri sistemi di
accesso.
Inoltre va qui definito come assicurare il lavoratore e quale presidio predisporre
all’esterno. Si tenga presente che la normativa prevede, in alcune situazioni la presenza
di un operatore all’esterno, con lo specifico compito di assistere il lavoratore che si trova
nello spazio confinato. Ma, al di là della norma, riteniamo che tale figura vada sempre
prevista, in qualunque contesto, sia per garantire che le operazioni standard si svolgano
secondo procedura, ma anche la pronta assistenza in caso di eventi incidentali.
Comunque la procedura deve definire i compiti del lavoratore all’interno e quelli del
lavoratore all’esterno. Vanno specificati i DPI che il lavoratore all’esterno deve indossare
e quelli che devono essere invece disponibili nelle vicinanze.
Non vanno trascurate le verifiche documentali rispetto alla fase precedente, e le
ulteriori verifiche ambientali da predisporre immediatamente prima dell’accesso.
Vanno poi considerate le verifiche da effettuare nel caso si acceda allo spazio di lavoro
dopo una pausa significativa dell’attività.
Quest’ultima verifica, spesso scambiata per eccesso di zelo o di prudenza, in realtà è
riferita proprio alla definizione che abbiamo dato: uno spazio in cui le condizioni di
vivibilità cambiano rapidamente. Alla luce di tale definizione è abbastanza ragionevole

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EPC Srl 24
verificare nuovamente, ad esempio dopo la pausa pranzo, che le condizioni dei luoghi
siano quelle previste.

3.3. Lo svolgimento dell’attività


In questa procedura (in realtà possiamo avere un insieme di procedure da realizzare in
caso di attività numerose o diverse) si dettaglieranno le modalità operative delle singole
attività.
Tali modalità dovranno tenere conto della specificità del luogo, e va attentamente
esaminata l’eventualità che sia la stessa attività a modificare le condizioni di vivibilità
dell’ambiente.
Ad esempio, nel caso di una pulizia, va valutato se la rimozione di croste o l’uso di
detergenti può dare luogo a formazione di atmosfere nocive. Se invece si tratta di una
lavorazione di saldatura si deve considerare che non solo sarà difficile evacuare i fumi
con i metodi tradizionali, ma probabilmente la quantità di ossigeno disponibile calerà
rapidamente.
Comunque è difficile esemplificare questa fase, ma sicuramente si può affermare che va
condotta una analisi approfondita, valutando anche le deviazioni dalle normali
condizioni di lavoro.

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EPC Srl 25
Ci si dovrà sempre accertare che gli addetti operino seguendo pedissequamente le
procedure, effettuando sia la formazione sia l’addestramento.
Anche l’uscita dallo spazio confinato deve essere procedurata attentamente: il lavoro è
finito e l’attenzione potrebbe calare; non è il caso di abbassare la guardia.
Va verificato che il luogo che si lascia sia pulito e che non si dimentichino attrezzature o
altri strumenti di lavoro; il rischio è quello di effettuare poi un accesso frettoloso per
recuperare un attrezzo, trascurando le solite precauzioni. Può essere utile, predisporre
una check-list da verificare in ingresso, e successivamente in uscita.

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EPC Srl 26
4. Misure di prevenzione/DPI
La prima misura preventiva da adottare è un sistema di procedure coordinate, in modo
da evitare assolutamente l’improvvisazione.
Tutte le attività vanno predisposte all’esterno e tutto ciò che può essere fatto fuori dallo
spazio confinato va effettuato al di fuori, riducendo così la permanenza all’interno.
Altre misure devono poi tendere a mantenere le condizioni di vivibilità costanti durante
la permanenza dei lavoratori all’interno dello spazio confinato. Vanno predisposti
sistemi per il ricambio di aria. La portata d’aria fresca e respirabile, deve tenere conto
delle dimensioni, del numero di lavoratori e del tipo di attività che si svolge. Deve essere
prevista, se necessario anche un’ estrazione di aria, in modo da garantire un buon
ricambio nell’ambiente ed in particolare nella posizione lavorativa.
Per il resto, nella valutazione dei rischi si deve valutare se, durante la permanenza e
l’attività lavorativa, le condizioni di vivibilità possono cambiare in maniera
incontrollabile, nonostante le procedure, la preparazione preliminare e le altre misure
adottate. Si tenga sempre presente che tale eventualità è spesso presente, e nel dubbio
piuttosto che escluderla è bene considerarla come eventualità possibile.
In questo caso deve essere prevista una protezione totale.
Una maschera con autorespiratore collegato ad una bombola o ad una fonte di aria
esterna in caso di rischi per la respirazione, una tuta completa con caratteristiche tali da
proteggere l’operatore da pericoli ambientali quali residui di acidi o altre sostanze.
Nel caso invece che non sia ipotizzabile una modifica delle condizioni si possono usare
sistemi di protezione meno invasivi come le maschere antigas.
Va posta comunque molta attenzione all’uso di maschere antigas con filtro, molto usate
in questo tipo di attività. Va infatti considerato che una maschera con filtro va usata solo
se sono state verificate due condizioni:

- è nota la concentrazione dell’inquinante, ed il filtro è in grado di abbattere la


concentrazione al di sotto del TLV;

- c’è sempre presenza di ossigeno: la maschera infatti non fornisce l’ossigeno per la
respirazione.

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EPC Srl 27
Queste due condizioni in realtà non sono molto comuni all’interno degli spazi confinati,
per cui va posta molta attenzione all’utilizzo di tali DPI come idonei in spazi confinati.
I DPI da utilizzare devono poi proteggere anche dai rischi legati alla attività svolta nello
spazio confinato, per cui va previsto l’utilizzo combinato di DPI diversi ed atti a
proteggere da rischi diversi.
Si trovano in commercio interessanti combinazioni, per la saldatura ad esempio esistono
maschere da saldatore con flussaggio di aria, che danno un fattore di protezione di circa
200 e garantiscono buone condizioni di microclima. Tali maschere proteggono inoltre il
capo e possono essere equipaggiate con cuffie antirumore.

4.1. Altri DPI


Oltre alla protezione delle vie respiratorie si devono considerare:

- Imbragatura di sicurezza

Va sempre indossata e connessa ad un sistema di recupero di emergenza. E’ infatti


previsto dalle norme, oltre ad essere una misura di estremo buon senso, che il
lavoratore che opera all’interno di uno spazio confinato si assicurato ad un sistema in
grado di “trascinarlo” al di fuori della zona a rischio in caso di incidenti.
Ad esempio la mancanza di un sistema di recupero è costata la vita ad un operatore di
uno zuccherificio, che, operando all’interno di un silo di zucchero, è rimasto sepolto
dalla frana di una parte del prodotto. Se fosse stato assicurato ad un idoneo sistema di
recupero si sarebbe con ogni probabilità salvato.

- Protezione del capo

Gli spazi confinati sono spesso angusti, e con la presenza di diversi ostacoli, posti ad
altezze diverse; di solito sono spazi non progettati per la presenza umana. Per questo
motivo possono essere presenti tubazioni, superfici,ed altre irregolarità che possono
interferire con i movimenti, in particolare con la testa. E’ bene dunque proteggere il
capo sia durante la permanenza sia durante l’accesso si durante l’uscita, in modo che
eventuali colpi, o impatti con superfici non creino problemi.

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Si possono utilizzare i normali elmetti di protezione (EN 397), ma anche i più leggeri
copricapo antiurto (EN812), se il pericolo è legato solo a possibili impatti e non ad
oggetti che cadono dall’alto.

- Protezione da agenti chimici

In caso di presenza di aggressivi chimici, va prevista la protezione del corpo intero, con
tute, scarpe e guanti adatti agli elementi chimici presenti.

- Protezione da altri rischi

Se si svolgono attività all’interno si devono considerare anche tutti i rischi che tali
attività comportano, e prevedere adeguate misure. L’utilizzo di DPI integrati è di grande
aiuto negli spazi ristretti in cui si opera.
Ad esempio, caschi dotati di cuffie proteggono efficacemente dal rumore offrendo nel
contempo protezione dai colpi alla testa.
In caso di attività di saldatura, come già descritto, è possibile abbinare in un unico
elemento la protezione della vista, del capo, dell’udito e della respirazione..

4.2. Formazione sulle procedure ed addestramento


Si è detto che uno dei maggiori pericoli delle lavorazioni in spazio confinato è
rappresentato dalla improvvisazione e dal pressapochismo. Ed allora la formazione
assume un ruolo fondamentale nelle misure di prevenzione.
I lavoratori e le squadre di supporto all’esterno devono essere formati sulle procedure
previste in maniera dettagliata e continua. In caso di nuove attività le procedure vanno
riviste ed i lavoratori formati ancora.
La formazione va ripetuta con frequenza elevata, ed in particolare per le procedure di
emergenza, va svolto uno specifico addestramento.
E’ un passaggio molto importante; moltissimi morti si sono registrati perché gli
interventi di emergenza sono stati affrontati senza preparazione e lucidità. Il correre in
aiuto del collega in difficoltà ha causato il 60% dei decessi negli incidenti in spazi
confinati.

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EPC Srl 29
Lo scopo della formazione e dell’addestramento è in questo caso quello di evitare che
comportamenti non razionali e non ben studiati portino a più gravi danni.

4.3. Gestione emergenze


La gestione delle emergenze nello spazio confinato rappresenta senz’altro uno dei
pericoli maggiori da valutare.
Infatti, come detto, oltre il 60% dei decessi avviene tra i soccorritori, a dimostrare che gli
interventi in emergenza rappresentano un rischio molto elevato.
Alla luce di questo vanno adottate prioritariamente due misure:
- riduzione degli eventi: adottando procedure di controllo preliminare che tendono ad
evitare situazioni di emergenza.
- formazione ed addestramento degli addetti in modo da avere sul posto personale
preparato ed all’altezza delle situazioni che possono presentarsi.

Anche per le emergenze vale la regola principale per le operazioni in spazio confinato:
mai affidarsi al caso, ma pianificare tutte le attività.
La gestione delle emergenze va quindi impostata analizzando i possibili accadimenti e le
possibili conseguenze.
La discriminante più importante è senz’altro quella in cui l’addetto che si trova al lavoro
perde conoscenza. In questo caso si deve decidere PREVENTIMENTE quale strategia di
intervento adottare. La cosa fondamentale è capire che una decisione non può e non
deve essere presa nel momento dell’incidente, ma deve essere progettata e pianificata
in precedenza in modo da valutare i rischi dell’intervento stesso e le misure per ridurli.
Si ricorda che l’art. 66 del D.Lgs. 81/08 prescrive che il lavoratore sia legato con una
cintura di sicurezza e vigilato durante l’attività; tale sistema può essere utilizzato per
portare l’infortunato vicino all’ingresso e rendere l’intervento di soccorso più agevole,
ma le geometrie del luogo vanno studiate accuratamente per evitare impigliamenti,
potrebbe essere necessario, ad esempio, predefinire un percorso per la corda.
Insieme all’addestramento, i soccorritori e gli addetti all’emergenza dovranno essere
dotati di DPI idonei agli interventi previsti; ad esempio le maschere con autorespiratore

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EPC Srl 30
devono obbligatoriamente fare parte del kit di emergenza e devono essere disponibili
nei pressi dell’accesso.
La gestione delle emergenze deve essere supportata da un’adeguata formazione ed
addestramento. In realtà lo stesso addestramento in spazio confinato, può presentare
alcuni rischi. Per tale motivo si è dato vita ad un progetto che ha visto la realizzazione di
un “campo scuola” per esercitazioni di emergenza in spazio confinato con recupero di
persone non coscienti.
Per lo scopo è stata modificata una cisterna stradale, eliminando i fondelli ed una parte
dei setti frangiflutto, ma lasciando inalterato il punto di ingresso. In questa maniera è
stato possibile simulare la gestione di un evento incidentale senza alcun rischio per gli
operatori.

La cisterna stradale modificata. Sono state aggiunte le scalette dotate di parapetti per
operare in sicurezza durante l’addestramento.

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Vista interna dei frangiflutti: sono stati rimossi i frangiflutti inferiori.

Attrezzatura di salvataggio a cui assicurare l’operatore.

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Inizio della simulazione: l’operatore perde i sensi, l’assistente lancia l’allarme e comincia
il recupero.

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Per consentire l’uscita, l’operatore esterno deve applicare una tecnica specifica, viste le
dimensioni ridotte del boccaporto. Deve prendere un braccio dell’infortunato e farlo
passare al di sopra della testa.
L’elmetto di protezione consente di proteggere la testa dagli urti durante l’uscita.

L’infortunato viene adagiato a terra.


SALVATAGGIO ESEGUITO !!!

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Appendice 1

Attività connesse all’ingresso in un serbatoio dal passo


d’uomo ed i rischi collegati

Attività Rischi Misure prevenzione

Accesso alla sommità del Caduta dall’alto Non trasportare oggetti nel
serbatoio Caduta di oggetti dall’alto salire

Apertura passo d‘uomo Presenza di sovrappressioni. Utilizzo di maschera pieno


Presenza di gas o polveri facciale o autorespiratore.
tossiche o nocive. Altri DPI
Presenza di gas caldi

Verifica condizioni di Presenza di gas o polveri Assicurarsi con la cintura di


vivibilità all’interno della tossiche o nocive. stazionamento.
cisterna: utilizzo di Temperature eccessive. Utilizzo di maschera pieno
misuratore di ossigeno e di facciale o autorespiratore.
esplosività.

Ingresso nella cisterna Scivolamento. La scala deve essere dotata


Presenza di sostanze liquide di ganci.
aggressive. Utilizzo di indumenti a
Presenza di condizioni di prova di aggressivi chimici.
vivibilità non garantite Maschera a facciale intero o
Cambiamento delle autorespiratore.
condizioni di vivibilità Cintura di sicurezza.
Argano per il salvataggio.
Presenza di personale di
supporto all’esterno.

Lavorazione: bonifica Presenza di sostanze liquide Utilizzo di indumenti a


aggressive. prova di aggressivi chimici.
Presenza di condizioni di Maschera a facciale intero o
vivibilità non garantite autorespiratore.

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EPC Srl 35
Cambiamento delle
condizioni di vivibilità

Lavorazione: saldatura ad Modifica condizioni di Utilizzo del misuratore di


arco elettrico con vivibilità: riduzione ossigeno e di esplosività.
elettrodo ossigeno, sviluppo di gas Utilizzo di maschera da
tossici, nocivi e cancerogeni. saldatura con flusso d’aria.
Sviluppo di atmosfere Aspiratore fumi.
esplosive.
Radiazioni ottiche.
Campi elettromagnetici.

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EPC Srl 36
Appendice 2

Procedura Operativa Attività in Spazio Confinato

Scopo
La presente procedura definisce le modalità di accesso agli spazi confinati rappresentati
dai fusori, serbatoi, e vasche all’interno dello stabilimento.
Viene definito chi può accedere agli spazi confinati.
Vengono definite le modalità di accesso per l’ingresso a tali spazi.

Campo di applicazione
La presente procedura si applica a tutte le attività che prevedono un accesso all’interno
di fusori, serbatoi o altri luoghi chiusi e ristretti, nel reparto di produzione per scopo di
ispezione, pulizie o interventi di manutenzione. La presente procedura si applica a tutti
gli spazi confinati indipendentemente se essi abbiamo contenuto sostanze o se esse
siano state già bonificate.
La presente procedura è parte integrante del documento di valutazione dei rischi della
società, e fa riferimento alla rev. 1 del 3/1/2011 (nel seguito citato come DVR). In
particolare si rimanda al capitolo 2 del citato documento per la definizione dei criteri di
valutazione dei rischi qui utilizzati.
Sempre in riferimento al DVR, i gruppi di lavoro interessati a tali attività sono:
- Operatori Manutenzione
- Operatori di Produzione
- Preposti tecnici

Definizioni
Ambienti confinati sono tutti i luoghi che sono abbastanza ampi da permettere ad una
persona di entrarci dentro per eseguire dei lavori, che non sono stati previsti perché ci si
lavori all’interno e che hanno aperture di accesso e di uscita limitate o ristrette.

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EPC Srl 37
Sono luoghi che possono diventare estremamente pericolosi se non sono rispettate
tutte le procedure di sicurezza, e corrette procedure di soccorso.
Alcuni esempi di ambienti confinati:

- serbatoi e recipienti
- fogne e tombini

- sotterranei (p.e. metropolitana)

- cisterne su autocarri

- cisterne interrate

- vasche di raccolta (acque piovane o altri reflui)

- vasche di raccolta liquami

- silos.

Responsabilità
La responsabilità delle operazioni preliminari, e delle verifiche di abitabilità, nonché di
tutto quanto previsto dalle norme di legge è il preposto del reparto produzione.
La responsabilità di utilizzare correttamente, ed in conformità alle istruzioni ed alla
formazione ricevuti di attrezzature, mezzi di protezione collettivi e personali è dei singoli
lavoratori, in conformità alle norme di legge.

Emergenze
Per la gestione delle emergenze si rimanda all’apposita procedura. Comunque, viste le
criticità insite nella gestione di emergenze in spazi confinati, con apertura con solo passo
d’uomo, l’obiettivo della presente procedura è l’abbattimento del rischio di incidente
tramite verifiche preliminari e modalità di lavoro atte a scongiurare gli eventi incidentali.

Analisi dei rischi specifici


Gli spazi confinati presenti in azienda sono di due tipologie:

- Serbatoi o fusori
- Vasche.

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EPC Srl 38
L’accesso ai serbatoi avviene tramite un passo d’uomo, di solito posizionato sulla
sommità.
Le vasche sono interrate e l’accesso avviene tramite una scala non particolarmente
agevole.
Vista la possibilità di sviluppo di sostanze nocive durante le lavorazioni si applica l’art. 62
del D.Lgs. 81/08, ed i dettami dell’allegato IV.
Di seguito le attività connesse all’ingresso del serbatoio dal passo d’uomo ed i rischi
specifici correlati. I rischi generali (es. rumore, vibrazioni, ecc) della mansione sono
analizzati nel DVR. Qui sono valutati i rischi specifici delle attività descritte.

Attività Rischi P D R Misure prevenzione

Accesso alla Caduta dall’alto 2 4 8 Utilizzare i parapetti, se non


sommità del presenti usare DPI anticaduta.
serbatoio
tramite Caduta di oggetti 2 2 4
scaletta Non trasportare oggetti nel salire
dall’alto

Presenza di 1 3 3 Verifica documentale.


sovrappressioni.
Assicurarsi con la cintura di
stazionamento, se si tratta di
Apertura passo Presenza di gas o 2 3 6 lavoro in quota.
d‘uomo polveri tossiche o Utilizzo di maschera pieno facciale
nocive. o autorespiratore.
Casco, occhiali, guanti e scarpe di
Presenza di gas caldi 2 2 4 sicurezza

Verifica Presenza di gas o 2 3 6


condizioni di polveri tossiche o Assicurarsi con la cintura di
vivibilità nocive. stazionamento, se si tratta di
all’interno del lavoro in quota.
serbatoio:
Temperature 1 1 1 Utilizzo di maschera pieno facciale
utilizzo di
eccessive o autorespiratore.
misuratore di
ossigeno e di

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EPC Srl 39
esplosività.

Scivolamento. 1 2 2 La scala deve essere dotata di


ganci.
Utilizzo di indumenti a prova di
Presenza di gas 2 4 8
aggressivi chimici.
tossici o nocivi.
Utilizzo del misuratore di ossigeno
Ingresso nel e di esplosività.
serbatoio Maschera con flusso d’aria o
Cambiamento delle 2 4 8
autorespiratore.
condizioni di
vivibilità Cintura di sicurezza.
Argano per il salvataggio.
Presenza di personale di supporto
all’esterno.

Caduta dall’alto 2 4 8 Assicurasi con la cintura di


Assistenza
stazionamento, se si tratta di
esterna
lavoro in quota.

Modifica condizioni 2 4 8
di vivibilità: Verifica documentale sui materiali
riduzione ossigeno, contenuti nel serbatoio.
sviluppo di gas Utilizzo del misuratore di ossigeno
tossici, nocivi e e di esplosività.
Lavorazione:
cancerogeni.
saldatura ad Utilizzo di maschera da saldatura
arco elettrico ad oscuramento automatico con
con elettrodo Sviluppo di 2 4 8 flusso d’aria.
atmosfere esplosive. Aspiratore per ricambio aria.
Utilizzo di illuminazione di
sicurezza
Radiazioni ottiche.

Modifica condizioni 2 4 8 Verifica documentale sui materiali


di vivibilità: contenuti nel serbatoio.
Lavorazione: riduzione ossigeno,
Utilizzo del misuratore di ossigeno
smerigliatura sviluppo di gas
e di esplosività.
tossici, nocivi e
cancerogeni. Maschera con flusso d’aria.

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EPC Srl 40
Sviluppo di 2 4 8 Aspiratore per ricambio aria.
atmosfere esplosive. Utilizzo di illuminazione di
sicurezza

Modifica condizioni 1 4 4 Verifica documentale sui materiali


di vivibilità: contenuti nel serbatoio.
riduzione ossigeno, Utilizzo del misuratore di ossigeno
Lavorazione: sviluppo di gas e di esplosività.
taglio tossici, nocivi Maschera con flusso d’aria.
meccanico
Aspiratore per ricambio aria.
Sviluppo di 2 4 8 Utilizzo di illuminazione di
atmosfere esplosive. sicurezza

Modifica condizioni 1 4 4 Verifica documentale sui materiali


di vivibilità: contenuti nel serbatoio.
riduzione ossigeno, Utilizzo del misuratore di ossigeno
Lavorazione: sviluppo di gas e di esplosività.
sostituzione di tossici, nocivi
Maschera con flusso d’aria.
pezzi meccanici
Aspiratore per ricambio aria.
Sviluppo di 1 4 4 Utilizzo di illuminazione di
atmosfere esplosive. sicurezza

Lampade: Verifica preliminare atmosfera.


esplosione Monitoraggio continuo con
misuratore.
Utilizzo di lampade per ambienti
Utilizzo di esplosivi
attrezzature
Lampade ed
Utilizzo di lampade ed
attrezzature
attrezzature con tensione di
elettriche:
sicurezza.
elettrocuzione

Scivolamento 2 2 4
Uscita
Caduta di oggetti

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EPC Srl 41
DPI utilizzabili per le attività previste dalla presente
procedura
DPI Altre specifiche In/Formazione -
Addestramento
Casco di sicurezza I

Guanti da saldatore I

Guanti da lavoro I

Scarpe di sicurezza, I
antiscivolo, da saldatore

Tuta in materiale a bassa I


infiammabilità, per
saldatore

Maschera pieno facciale Filtro: per idrocarburi, H2S, F-A


con filtro polivalente, a CO
tenuta

Maschera ed F-A
autorespiratore alimentato
con bombole d’aria

Maschera pieno facciale Flusso: fino a 300 lt/min F-A


con flusso d’aria esterno, a
pressione positiva

Maschera pieno facciale, Flusso: fino a 300 lt/min F-A


con schermo automatico Oscuramento: DIN 3-12
per saldatura, con flusso
d’aria esterno, a pressione
positiva

Tappi auricolari I-F

Imbragatura di sicurezza a F-A


doppio aggancio dorsale,
con cintura ventrale
incorporata

Recuperatore F-A

Cordino di sicurezza corto F-A

________________________________________________________________________
EPC Srl 42
Corda di sicurezza F-A

Autorespiratore per F-A


emergenza

Altri presidi di sicurezza


Cintura porta attrezzi I

Cesto per attrezzi I

Ventilatore per aria ambiente F

Ventilatore per aria casco Regolabile da 150 a 350 F-A


lt/min

Lampade di illuminazione di F
sicurezza

Misuratore di O2, esplosività F-A

Attrezzature elettriche a 24V I-F

________________________________________________________________________
EPC Srl 43
Schema delle attività della procedura

________________________________________________________________________
EPC Srl 44
Verifiche preliminari
Prima di procedere all’accesso allo spazio confinato vanno effettuate le verifiche
documentali.
La documentazione deve riportare gli estremi dell’avvenuta bonifica del serbatoio e la
descrizione del materiale che è stato contenuto.
La documentazione deve essere redatta sul modulo in allegato, firmata dal responsabile
del reparto, datata e deve riportare gli estremi dell’apparecchiatura.
Alla conclusione delle verifiche preliminari verrà redatto dal responsabile delle
operazioni il “Permesso di accesso in serbatoio”.

Messa in Sicurezza
Prima di qualsiasi attività all’interno dello spazio confinato va effettuata la messa in
sicurezza dell’apparecchiatura.
Reattore
Cercare o scollegare le tubazioni di

- materie prime
- acqua

- eventuali gas.
Chiudere le valvole dell’olio diatermico della camicia e delle serpentine.
Bonificare il fusore
Vasche
Cercare o scollegare le tubazioni di

- materie prime

- acqua

- eventuali gas.

Tappare collegamenti alle fogne o altri sistemi di scarico


Misura atmosfera ed eventuale bonifica.

________________________________________________________________________
EPC Srl 45
Bonifica di Serbatoi o Reattori
L’ingresso in Serbatoi o Reattori è consentito solo previa bonifica e successivo controllo
dell’atmosfera presente.
La bonifica di apparecchiature con temperature interne superiori ai 140°C deve essere
fatta introducendo acqua in piccole quantità (pochi litri ora).
Una volta che la temperatura è scesa sotto i 140°C, può essere usata aria per completare
il raffreddamento ed allontanare altri gas eventualmente presenti.
L’avvenuta bonifica non autorizza l’accesso senza il controllo preventivo del misuratore
di ossigeno e di gas pericolosi e senza i dpi respiratori.
Controllo dell’atmosfera per verificare l’effettiva avvenuta bonifica.
Il controllo va effettuato introducendo il misuratore di almeno 1,5 metri all’interno del
serbatoio e dopo 5 minuti dalla fermata dei ventilatori di ventilazione.

Utilizzo di apparecchiature elettriche ed altri inneschi


L’utilizzo di apparecchiature elettriche o di attrezzature in grado di produrre inneschi
(fiamme, scintille ecc.) è consentito solo in ambienti in cui si sia effettuata la verifica
della atmosfera.
Durante l’attività lo strumento di misura dell’atmosfera deve essere posizionato in
prossimità della zona di lavoro.
Negli spazi conduttori ristretti (Serbatoi metallici, reattori, ecc.) le apparecchiature
elettriche devono essere alimentate con tensione di sicurezza per evitare fulminazione da
contatto.

Accesso al passo d’uomo


Prima di aprire il passo d’uomo va verificato che non ci sia una pressione residua nel
serbatoio.
Questa operazione è condotta aprendo le valvole di sicurezza o di sfiato.
Indossare la maschera a pieno facciale.
In caso di apparecchiatura non bonificata indossare maschera antigas con filtro
polivalente.

________________________________________________________________________
EPC Srl 46
Operazione Modalità Misure protezione e
prevenzione

Salire su Utilizzare la scala usando Delimitare l’area.


apparecchiatura entrambe le mani. Usare cinture porta attrezzi.
Non trasportare oggetti o Parapetto o DPI anticaduta
attrezzi in mano. DPI: Casco, guanti

Depressurizzare Aprire le valvole di sfiato DPI: Guanti, occhiali


l’apparecchiatura lentamente Maschera a pieno facciale

Assistenza a quota DPI: Casco


pavimento

Preparazione della scala Introdurre la scala portatile nel DPI: cintura di


passo d’uomo verificando che i stazionamento, casco,
ganci siano ben agganciati al guanti
bordo

L’operazione è superflua se il serbatoio è a pressione atmosferica.

Verifica atmosfera
Scopo della operazione è verificare:

 La presenza di ossigeno che deve essere non inferiore al 19,5%


 La assenza di sostanze o polveri infiammabili
 La assenza di sostanze o polveri tossiche o nocive.

L’operazione di verifica deve essere effettuata da personale che è stato formato ed


addestrato all’uso dello strumento di misura.

________________________________________________________________________
EPC Srl 47
Operazione Modalità Misure protezione e
prevenzione

Verifica Verificare che lo strumento non


documentazione abbia la taratura scaduta. Uno
Strumento di misura strumento non tarato non è
utilizzabile.

Verifica strumento di Accensione e verifica della


misura funzionalità come previsto dal
libretto di uso e manutenzione

Introduzione DPI: cintura di


strumento nel stazionamento se in quota,
serbatoio casco, guanti
Maschera a pieno facciale

La sonda dello strumento va calata all’interno della apparecchiatura per almeno 1,5
metri.

Permesso di accesso
Dopo la valutazione della qualità dell’aria contenuta nel serbatoio, si può procedere alla
compilazione del permesso di accesso.
Nel permesso si riporteranno le eventuali lavorazioni da effettuare e le ulteriori misure
da predisporre.
Il permesso riporta la validità temporale, questo per evitare che le condizioni di vivibilità
nel serbatoio possano modificarsi nel tempo senza che il lavoratore se ne renda conto.

Misure per l’emergenza


Al fine di ottimizzare un eventuale intervento di emergenza si disporranno le seguenti
misure.
Una persona in assistenza sarà posizionata sul passo d’uomo e resterà in contatto con il
lavoratore all’interno.

________________________________________________________________________
EPC Srl 48
L’ assistente avrà a disposizione un pulsante per l’allarme o sarà presente un’altra
persona al suolo in contatto visivo con l’assistente.
L’assistente indosserà i DPI: guanti, cintura e imbracatura. Avrà a disposizione un
autorespiratore a pieno facciale.
L’assistente sarà assicurato con un cordino corto se si tratta di lavoro in quota.
Sarà predisposto un argano per il recupero del lavoratore, che sarà assicurato tramite
imbracatura di sicurezza dotata di doppio gancio sulle spalle.
Un altro operatore sarà disponibile nei pressi. Un altro respiratore o maschera antigas
sarà disponibile per il secondo operatore.

L’accesso in emergenza dentro il serbatoio è consentito solo indossando


l’autorespiratore.
Il caso di accesso in quota, il secondo operatore può accedere al piano del passo
d’uomo solo indossando l’autorespiratore e la cintura di sicurezza. L’autorespiratore
va indossato al suolo, prima di salire al piano del passo d’uomo.

________________________________________________________________________
EPC Srl 49
Ingresso nel serbatoio

Operazione Modalità Misure protezione e


prevenzione

Preparazione della Introdurre la scala portatile nel DPI: cintura di


scala passo d’uomo verificando che i stazionamento, casco,
ganci siano ben agganciati al guanti
bordo.

Preparazione Preparare una cassetta con il DPI: cintura di


attrezzature e materiale e le attrezzature. stazionamento, casco,
materiali Contare i pezzi introdotti guanti
spuntandoli sul permesso di
ingresso

Entrata Scendere la scala tenendosi con Aspiratore per ricambio


entrambe le mani, senza aria.
trasportare attrezzature e Utilizzo di illuminazione di
rimanendo agganciati alla corda sicurezza
di sicurezza. Imbracatura di sicurezza,
L’assistente lascerà scorrere la casco, guanti
corda collegata al verricello Maschera a Flusso d’aria o
autorespiratore.

Introduzione di I materiali saranno introdotti nel DPI: cintura di


attrezzature e passo d’uomo con un apposito stazionamento, casco,
materiali cestello dall’assistente che avrà guanti
cura di verificare che l’addetto
non si trovi immediatamente
sotto.

Le lavorazioni possibili nel serbatoio sono solo quelle previste e di seguito descritte.
Sono vietate tutte le attività diverse.
E’ vietato svolgere le attività previste con modalità, apparecchiature, strumenti e DPI
diversi da quelli previsti e qui descritti.

________________________________________________________________________
EPC Srl 50
E’ vietato fare operazioni al di fuori delle procedure previste.
In caso di impossibilità a procedere nei modi qui descritti, il lavoro va bloccato, ed i
luoghi e le persone vanno messe in sicurezza prima di prendere decisioni di qualsiasi
tipo.

________________________________________________________________________
EPC Srl 51
Lavorazioni previste
1. Saldatura con elettrodo
2. Smerigliatura

3. Taglio

4. Interventi meccanici senza sviluppo di calore, scintille o uso di agenti chimici.

5. Sostituzione di pezzi meccanici.

In tutti i casi l’accesso va effettuato indossando il rilevatore di gas/ossigeno portatile.


Tutte le apparecchiature elettriche utilizzate all’interno delle serbatoio devono essere
a24V.
I lavori vanno effettuati indossando l’imbragatura di sicurezza collegata ad un cavo
azionato da un verricello posto all’esterno del passo d’uomo.

Saldatura in serbatoio
Il calore prodotto con l’operazione può avviare reazioni chimiche o fisiche tali da
sviluppare gas tossici, nocivi o cancerogeni.
L’energia può essere innesco di esplosione o incendio in caso di presenza di atmosfere
contenenti gas o polveri infiammabili.
La lavorazione può avvenire solo se l’apparecchiatura è stata bonificata.
Va ritenuta comunque possibile la presenza di residui di agenti chimici all’interno di
tubazioni, o al di sotto degli strati solidificati di materiale.

Rischio P D R Misure

Rischio chimico: presenza di 3 4 12 Utilizzo di aspirazione forzata


agenti nocivi e cancerogeni. nell’ambiente confinato
Mancanza/Carenza di ossigeno Utilizzo di maschera per saldatore con
flussaggio di aria (*).
La saldatura deve prevedere pause in
modo da evitare accumulo di sostanze
nocive:

________________________________________________________________________
EPC Srl 52
7-8 secondi di saldatura e 10-12 di pausa.
Utilizzo di misuratore di ossigeno/gas
personale

Rischio incendio: proiezione di 2 3 6 Utilizzo di indumenti a bassa


frammenti incandescenti infiammabilità

(*) Lo sviluppo di fumi di saldatura non può essere limitato con l’utilizzo di aspirazioni
localizzate.

Smerigliatura e Taglio
Il calore prodotto con l’operazione può avviare reazioni chimiche o fisiche tali da
sviluppare gas tossici, nocivi o cancerogeni.
L’energia può essere innesco di esplosione o incendio in caso di presenza di atmosfere
contenenti gas o polveri infiammabili.
La lavorazione può avvenire solo se l’apparecchiatura è stata bonificata.
Va ritenuta comunque possibile la presenza di residui di agenti chimici all’interno di
tubazioni, o al di sotto degli strati solidificati di materiale.

Rischio P D R Misure

Mancanza/Carenza di 1 4 4 Utilizzo di aspirazione forzata


ossigeno. nell’ambiente confinato
Rischio chimico: sviluppo di Utilizzo di misuratore di ossigeno/gas
prodotti tossici o nocivi personale
Utilizzo di facciale con flusso d’aria o
autorespiratore

Proiezione di frammenti 2 2 4 Utilizzo di facciale


metallici

Rischio incendio: proiezione di 1 3 3 Utilizzo di indumenti a bassa


frammenti incandescenti infiammabilità

________________________________________________________________________
EPC Srl 53
Interventi senza utilizzo di energia
Pulizia residui solidi dai fusori

La pulizia si effettua scalfendo i depositi solidificati di materiale e può dare origine a


polveri.
Possono essere proiettati frammenti di materiale.

Rischio P D R Misure

Mancanza/Carenza di 1 4 4 Utilizzo di aspirazione forzata


ossigeno. nell’ambiente confinato
Rischio chimico: sviluppo di Utilizzo di misuratore di ossigeno/gas
polveri personale
Utilizzo mascherina antipolvere FFP3

Proiezione di frammenti 2 2 4 Utilizzo di occhiali di sicurezza per


impatto a bassa energia

Rischio incendio: proiezione di 1 3 3 Utilizzo di indumenti a bassa


frammenti incandescenti infiammabilità

Attività di manutenzione semplice

Attività come serraggio di bulloni, controlli e simili vanno eseguite nel rispetto di tutte le
procedure qui descritte.
Nell’ambiente confinato va sempre considerato il rischio di mancanza di ossigeno.
Tutto ciò che non è espressamente autorizzato è VIETATO.

________________________________________________________________________
EPC Srl 54
Permesso di accesso in spazio confinato

Data: ___ /____ / ___________ Serbatoio:


__________________________

Il permesso è valido solo se compilato in tutte le sue parti e per il periodo di tempo
indicato.

Sostanze contenute precedentemente: ___________________________________


Serbatoio Bonificato: [_]NO [_]SI
Sistema usato per la bonifica: ____________________________________________

Controllo ambientale
Effettuato da: __________________________ ora: ______
Esito controllo ambientale: _____________________________________________

Modalità Operative specifiche


Lavorazioni da effettuare: ________________________________________________
Attrezzature da utilizzare: ________________________________________________
Materiali da utilizzare: _________________________________________________
Sostanze da utilizzare: _________________________________________________
Consentite operazioni a caldo: [_]NO [_]SI

Validità del permesso: dalle ore: _______ alle ore: _______

Firma Responsabile Firma Operatore Firma


Assistente esterno
_________________ ___________________ _____________________

________________________________________________________________________
EPC Srl 55
Appendice 3

Check list per i lavori all’interno degli spazi confinati


La presente “lista di controllo” (Check List) vuole offrire uno strumento di lavoro per
tutti i lavoratori che hanno la necessità di operare all’interno di spazi confinati. La lista di
controllo potrà permettere un rapido “promemoria di verifica” allo scopo di garantire
migliori condizioni di sicurezza evitando così pericolose dimenticanze e/o errori.

Riferimenti Legislativi

- D.Lgs. 81/08, art. 66: ”E’ vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri,
camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e
simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente
accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi,
ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi
idonei. Quando possono esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori
devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e,
ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi
deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore
privo di sensi.”
- Decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali n. “Qualificazione delle
imprese delle imprese operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.”

Definizione di “spazio confinato”

- Uno spazio confinato è quello in cui può svolgersi una attività di lavoro o di vita, in cui
le caratteristiche di vivibilità sono fortemente influenzate dalle caratteristiche proprie
del luogo stesso. Tale definizione pone l’accento sulla “dinamicità” dello spazio
confinato, sulla sua suscettibilità a modificarsi, spesso in modo repentino, e quindi
introdurre il concetto che, per tali spazi, vanno valutate due tipologie di pericolo: le
condizioni di vivibilità precedenti all’ingresso e le condizioni di vivibilità durante la
permanenza, evidenziando le cause che possono modificare appunto tali condizioni.

________________________________________________________________________
EPC Srl 56
Molti luoghi sono immediatamente percepibili come spazi confinati, soprattutto per le
loro dimensioni anguste: serbatoi o recipienti in genere, silos, autobotti, fosse
biologiche, cunicoli fognari. Alcuni invece non danno l’immediata percezione di
“spazio confinato”: le vasche a cielo aperto, depuratori, la stiva di una nave, l’esterno
di un serbatoio, canalizzazioni varie. Tutti luoghi, questi ultimi, che, in condizioni
particolari (accumulo di gas pesanti sul fondo della vasca, sviluppo di sostanze
tossiche durante la pulizia, ecc.), possono trasformarsi in trappole mortali. Infine,
sono da accostare con molta prudenza quegli spazi dove vi è la temperatura
potenzialmente dannosa per le persone: celle frigorifere (industria alimentare e
farmaceutica), macchinari con diffusione di calore per irraggiamento, camere
scarsamente ventilate, camere di combustione (forni).

I possibili pericoli e rischi associati

- presenza di sostanze nocive;

- deficienza di ossigeno;
- presenza di sostanze infiammabili;

- temperatura (caldo, freddo);


- spazi angusti;

- presenza di parti mobili;

- presenza di sorgenti ionizzanti;

- immissione improvvisa di liquidi o materiali;


- spazi non accessibili.

La check list che segue è una ampia lista di controllo che può essere usata per valutare
la rispondenza di un sistema di sicurezza alle regole basilari. Va personalizzata ed
adattata ai singoli casi specifici, alle singole realtà aziendali ed alle specifiche attività.

________________________________________________________________________
EPC Srl 57
Check list
1. Formazione ed informazione

1.1 Il personale del committente è stato informato sufficientemente sulle sostanze


contenute o che sono state immesse precedentemente nello spazio confinato?
1.2 Se SI, sono consultabili le schede di sicurezza di tali sostanze?
1.3 Esiste una procedura di lavoro per l’ingresso negli spazi confinati?
1.4 Il personale di esercizio e manutenzione ha ricevuto una adeguata formazione
su tale procedura?
1.5 E’ stato redatto il “DUVRI” (documento unico di valutazione dei rischi) ?
1.6 Nel caso di lavori affidati in appalto è stata data specifica informazione
all’impresa sui rischi residui presenti?
1.7 Sono stati valutati i rischi residui presenti?
1.8 Il personale dell’impresa addetto ai lavori è stato formato ed informato sui rischi
connessi ai lavori nello spazio confinato?
1.9 Lo stesso personale è stato formato ed informato sull’uso dei dispositivi di
protezione personale e collettivo da usare?
1.10 Lo stesso personale comprende una percentuale di almeno il 30% di “esperti” in
lavori negli spazi confinati?

2. Documentazione e adempimenti di legge


2.1 E’ stato previsto un “coordinatore” dei lavori del committente?
2.2 E’ stato individuato un “coordinatore” dei lavori per l’impresa?
2.3 E’ stato predisposto un permesso di lavoro ad hoc per il l’attività da svolgere
nello spazio confinato?
2.4 Se sono impiegate più imprese contemporaneamente è garantito il
coordinamento delle misure preventive e di tutte le attività?
2.5 E’ stata predisposta la segnaletica di sicurezza indicante lavoro in spazio
confinato?

3. Operazioni preliminari
3.1 Il permesso di lavoro contiene le seguenti prescrizioni principali?
3.2 sostanze contenute nel recipiente
3.3 modalità di svuotamento
3.4 sistema di bonifica
3.5 chiusura tubazioni fluidi in ingresso
3.6 blocco delle parti mobili
3.7 apertura circuiti elettrici

________________________________________________________________________
EPC Srl 58
3.8 controllo ambientale (% ossigeno)
3.9 assistenza esterna
3.10 mezzi personali e collettivi di protezione
3.11 modalità di comunicazione (fra interno ed esterno)
3.12 predisposizione di sistemi meccanici per l’eventuale soccorso (estrazione di
personale in difficoltà)
3.13 validità del permesso

4. Operazioni propedeutiche (preparazione dello spazio confinato).

4.1 E’ stato escluso il recipiente dal ciclo di lavorazione ed il suo isolamento,


compreso la sconnessione dei servizi ausiliari ( energia elettrica, acqua, vapore,
azoto, ecc., mediante inserimento dischi ciechi?
4.2 Sono state bloccate le parti rotanti?
4.3 E’ stata delimitata e segnalata la zona di lavoro?
4.4 Sono stati ricoperti ermeticamente eventuali pozzetti delle fogne della zona?
4.5 Sono stati apprestati i servizi esterni di salvataggio (impalcati, ponteggi, argani,
messa e terra, ecc.), comprese le vie di fuga per un eventuale salvataggio?
4.6 Lo spazio confinato è stato svuotato?
4.7 Lo stesso è stato bonificato?
4.8 Sono state messe in sicurezza eventuali sorgenti ionizzanti presenti?
4.9 Sono stati aperti tutti i boccaporti in alto ed in basso di cui è dotato il recipiente?
4.10 Gli stessi, soprattutto quello superiore, ha dimensioni adeguate per il passaggio
agevole di una persona (almeno DN 600)?
4.11 Sono stati effettuati e registrati i controlli ambientali, come.
- controllo esplosivi metrico?
- controllo presenza vapori tossici?
- controllo presenza ossigeno superiore al 18%

NB: il controllo del tenore di ossigeno deve essere effettuato e registrato ad ogni ripresa del
lavoro; tale operazione deve essere effettuata da personale qualificato con idonea
strumentazione.
4.12 E’ garan
tita l’aerazione naturale o forzata?
4.13 E’ garantita l’illuminazione interna?

5. Misure di sicurezza durante il lavoro


5.1 E’ stato effettuato il monitoraggio ambientale ( misura % ossigeno, eventuale
misura di altri possibili inquinanti) dell’interno dello spazio confinato?
5.2 Tali risultati sono stati registrati?

________________________________________________________________________
EPC Srl 59
5.3 E’ funzionante ed efficiente la ventilazione?
5.4 E’ limitato al massimo il numero di persone all’interno del recipiente?
5.5 La sorveglianza dall’esterno è qualificata e costante?
5.6 Gli operatori all’interno dello spazio confinato sono dotati dei DPI necessari?
5.7 Sono essi dotati di cinture di sicurezza legate da funi e controllate dall’esterno?
5.8 E’ possibile la formazione di vapori di sostanze pericolose durante il lavoro
(come esalazioni da rimozione di scrostazioni, provenienti da eventuali sostanze
impiegate come per es. vernici, catramina, ecc..)?
5.9 In tali casi gli operatori all’interno usano gli auto-protettori o le maschere
alimentate con aria dall’esterno?
5.10 Eventuali bombole di gas necessarie per il lavoro sono posizionate all’esterno?
5.11 Si fa uso di operazioni a caldo, come saldature?
5.12 Se SI, devono essere controllate le seguenti condizioni principali:
- allontanamento dei gas ?
- sospensione periodica del lavoro?
- controllo ambientale continuo, anche con strumentazione fissa ?

5.13 Sono presenti ed efficienti i mezzi antincendio idonei?


5.14 Sono effettuati i controlli ambientali prima di ogni ripresa del lavoro?
5.15 Se sono usate maschere antigas con filtro sono verificate le seguenti condizioni?
- è nota la % dell’inquinante?
- il filtro della maschera è in grado di abbattere la concentrazione al di sotto del
TLV?
- è assicurata sempre la presenza di ossigeno al 18%? (infatti, la maschera antigas
con filtro non fornisce l’ossigeno per la respirazione)

6. Fine lavori

Alla fine dei lavori, dopo il controllo della bontà degli stessi, occorre che il luogo sia
lasciato pulito e completamente libero di ogni attrezzatura usata per il lavoro, come:
ponteggi, tavole, attrezzi, DPI, ecc…Il rischio è quello di effettuare poi un accesso
frettoloso per il recupero, trascurando le necessarie precauzioni.
Di seguito si riporta un esempio di una check list applicata in un contesto specifico, in cui
le procedure generali sono state già messe a punto. La lista rappresenta quindi una
verifica da effettuarsi immediatamente prima dell’accesso in un reattore di fusione di
materiali bituminosi per eseguire interventi di pulizia e manutenzione.
In questo contesto, la lista è un sotto insieme della lista generale presentata sopra.

________________________________________________________________________
EPC Srl 60
Appendice 4

Esempio di una procedura operativa

Lavorazione in Fusore 17 - data prevista inizio lavori


01/06/xxxx

Attività da svolgere:

 Pulizia del fusore


 Sostituzione bronzina di fondo dell’agitatore

Fusore 17 – caratteristiche

 1 passo d’uomo superiore: 700 x 440 mm


 1 apertura inferiore: diam 340 mm
 2 camicie olio diatermico con 4 valvole (2 ingressi e 2 uscite)
 1 ingresso olio di processo
 1 ingresso acqua
 1 albero mosso da motore elettrico
 1 cappa con ugello a CO2 per antincendio

Messa in sicurezza preliminare

 Apertura passi d’uomo


 Chiusura delle 4 valvole olio diatermico
 Smontaggio tronchetto olio di processo
 Chiusura valvola acqua
 Sezionamento interruttore elettrico e messa in sicurezza del quadro elettrico
 Rimozione cappa e relativo ugello

________________________________________________________________________
EPC Srl 61
Dettaglio attività

Attività Personale Attrezzature tmp


Pulizia materiale 1 – reparto Demolitore ad 16 h Immissione aria da
fondo. aria passo d’uomo
Il materiale Accessi multipli
solido viene rotto
ed allontanato
tramite il passo
d’uomo in basso
Taglio sede 1 - manutenzione Frullino elettrico 30 ‘ Immissione aria da
bronzina 48 V passo d’uomo.
Aspirazione
localizzata da
bocchello inferiore.
Saldatura nuova 1 - manutenzione Saldatrice ad 30 ‘ Immissione aria da
sede bronzina elettrodo passo d’uomo.
Aspirazione
localizzata da
bocchello inferiore.
Montaggio nuova 1 – manutenzione Utensili manuali 20 ‘ Immissione aria da
bronzina in sede 1 - aiuto passo d’uomo.
Il secondo uomo è
agganciato ad un
sistema di recupero
manuale.

Oltre a seguire la procedura di lavorazione in spazi confinati verificare la seguente check


list.

________________________________________________________________________
EPC Srl 62
CHECK LIST
Attività di Pulizia: da verificare prima di OGNI accesso.

Rappresentante del DATORE DI LAVORO: __________________ firma: ______________

Lavoratore: ___________________________________________ firma: _____________

Addetto all’emergenza: ________________________________ firma: ______________

Accesso da effettuarsi in FUSORE 17 il …. / …. / …….. dalle ore: ……… alle ore: ……………

SI NO

Valvole olio diatermico chiuse

Valvola acqua chiusa

Tronchetto olio di processo rimosso

Interruttore motore aperto

Quadro elettrico in sicurezza

Cappa rimossa

Accensione sensore gas in ambiente pulito

Verifica preliminare ambiente di lavoro (circa 1,5


m dal fondo)

Fissaggio corretto argano recupero di sicurezza

Fissaggio corretto carrucola per recupero di


sicurezza

Cintura di sicurezza indossata dall’operatore

Cintura di sicurezza agganciata al sistema di


recupero

Casco indossato

Scarpe di sicurezza

Guanti da lavoro

________________________________________________________________________
EPC Srl 63
Cuffie

Mascherina antipolvere

Sensore di gas indossato

Sistema di ventilazione funzionante

Permesso di accesso compilato e valido

Eseguita formazione ed informazione all’addetto

Attrezzatura da utilizzare funzionante

CHECK LIST Compilata da: ______________________________firma: _____________

Il …. / …. / ………… alle ore: ….. : …..

________________________________________________________________________
EPC Srl 64
CHECK LIST
Attività di taglio e saldatura: da verificare prima di OGNI
accesso.

Rappresentante del DATORE DI LAVORO: ____________________ firma: ____________


Lavoratore: _____________________________________________ firma: ___________
Addetto all’emergenza: ___________________________________ firma: ___________
Accesso da effettuarsi in FUSORE 17 il …. / …. / …….. dalle ore: ……………. alle ore: ………..

SI NO
Valvole olio 4 diatermico chiuse
Valvola acqua chiusa
Tronchetto olio di processo rimosso
Interruttore motore aperto
Quadro elettrico in sicurezza
Cappa rimossa
Accensione sensore gas in ambiente pulito
Verifica preliminare ambiente di lavoro (circa 1,5 m
dal fondo)
Fissaggio corretto argano recupero di sicurezza
Fissaggio corretto carrucola per recupero di
sicurezza
Cintura di sicurezza indossata dall’operatore
Cintura di sicurezza agganciata al sistema di
recupero
Casco indossato
Scarpe di sicurezza
Guanti da lavoro
Cuffie

________________________________________________________________________
EPC Srl 65
Occhiali o schermo per saldatura
Occhiali o schermo per particelle
Mascherina antipolvere
Sensore di gas indossato
Sistema di ventilazione funzionante
Ventilatore per aspirazione fumi funzionante
Permesso di accesso compilato e valido
Eseguita formazione ed informazione all’addetto
Attrezzatura da utilizzare funzionante

CHECK LIST Compilata da: ______________________________ firma: ______________

Il …. / …. / ………… alle ore: ….. : …..

________________________________________________________________________
EPC Srl 66
CHECK LIST
Attività di montaggio bronzina: da verificare prima di OGNI
accesso.
E’ previsto l’ingresso di 2 lavoratori. Il tempo di intervento stimato è di circa 20 minuti.
Rappresentante del DATORE DI LAVORO: ___________________ firma: _____________
Lavoratore 1: _________________________________________ firma: ____________
Lavoratore 2: _________________________________________ firma: _____________

Addetto all’emergenza 1: _______________________________ firma: ____________


Addetto all’emergenza 2: _______________________________ firma: ____________

Accesso da effettuarsi in FUSORE 17 il …. / …. / …….. dalle ore: …… alle ore: ………………

SI NO

Valvole olio 4 diatermico chiuse

Valvola acqua chiusa

Tronchetto olio di processo rimosso

Interruttore motore aperto

Quadro elettrico in sicurezza

Cappa rimossa

Accensione sensore gas in ambiente pulito

Verifica preliminare ambiente di lavoro (circa 1,5


m dal fondo)

Fissaggio corretto argano recupero di sicurezza

Fissaggio corretto carrucola per recupero di


sicurezza 1

Fissaggio corretto carrucola per recupero di


sicurezza 2

________________________________________________________________________
EPC Srl 67
Operatore 1

Cintura di sicurezza indossata dall’operatore

Cintura di sicurezza agganciata al sistema di


recupero

Casco indossato

Scarpe di sicurezza

Guanti da lavoro

Sensore di gas indossato

Operatore 2

Cintura di sicurezza indossata dall’operatore

Cintura di sicurezza agganciata al sistema di


recupero

Casco indossato

Scarpe di sicurezza

Guanti da lavoro

Sistema di ventilazione funzionante

Ventilatore per aspirazione fumi funzionante

Permesso di accesso compilato e valido

Eseguita formazione ed informazione all’addetto

Attrezzatura da utilizzare funzionante

CHECK LIST Compilata da: __________________________ firma: __________________

Il …. / …. / ………… alle ore: ….. : …..

________________________________________________________________________
EPC Srl 68
Riferimenti bibliografici
- A. Fucile e A. Ronca: “GUIDA OPERATIVA alla sicurezza in azienda”, EPC LIBRI
- A. Fucile: “Lavori in spazi confinati”, Ambiente & sicurezza sul lavoro, EPC, 10-2010

- ISPESL: “GUIDA OPERATIVA sui rischi specifici nell’accesso a silos, vasche e fosse
biologiche, collettori fognari, depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio e il
trasporto di sostanze pericolose”.

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EPC Srl 69

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