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prevede
Il Chips Act è il pacchetto legislativo europeo sui
semiconduttori, approvato l’8 febbraio 2022 dalla
Commissione Europea: prevede 43 miliardi di euro per
raddoppiare entro il 2030 la produzione europea di chip e
rendere autonomi gli Stati membri dalle forniture extraUE.
Ecco tutti i dettagli
10 Ago 2022
Josephine Condemi
Giornalista
Dal POS alla lavatrice, dall’automobile al cellulare: tutti gli oggetti smart sono oggi
dotati di un chip, un microprocessore integrato. A propria volta, ciascun chip è
composto da una sottilissima piastrina di silicio, materiale semiconduttore, su cui
vengono inserite componenti elettroniche a semiconduttore come i transistor.
I materiali semiconduttori, capaci cioè di farsi attraversare dalla corrente elettrica a
particolari condizioni, a metà tra un conduttore e un isolante, sono quindi componenti
strategiche per l’industria manifatturiera, specie in chiave 4.0.
La Commissione Europa ha calcolato che nel 2021, siano stati fabbricati più di 1000
miliardi di chip nel mondo, quasi 140 per ogni persona sulla terra. E la domanda è
in continua crescita, per due motivi principali:
• porre fine alla “chip crunch”, cioè alla carenza di componenti al silicio
che danneggia, da quasi due anni, le supply chain tecnologiche e non solo;
• sopperire a eventuali interruzioni nella catena di approvvigionamento
dei semiconduttori;
• fare dell’Europa un leader industriale nel settore strategico della
produzione dei chip, ponendo fine alla dipendenza dall’Asia e dagli Stati
Uniti;
• affrontare la carenza di competenze per migliorare la capacità di ricerca
e sviluppo nella progettazione e produzione dei chip.
Innovazione tecnologica
Il Chips Act punta a rendere leader l’UE nella produzione di microchip pari o
inferiori a due nanometri dal 2024. Un nanometro è pari alla crescita di un’unghia in
un secondo. Ad oggi, la produzione di chip è pari a cinque nanometri ma già entro
l’anno è prevista la produzione di chip a tre nanometri.
La Chip for Europe Initiative, primo pilastro del Chips Act, prevede l’istituzione di
una rete di centri di competenza europea, nonché di una piattaforma virtuale UE per
architetture di processori in open-source (RISC-V). È prevista la creazione di linee
guida sulla produzione di chip sotto i due nanometri, nonché sulla tecnologia Fully
Depleted Silicon-on-Insulator (FD-SOI) sotto i dieci nanometri, sui sistemi eterogenei
3D, sull’elettronica per l’energia sostenibile e la mobilità elettrica, sull’integrazione con
i chip neuromorfici. Una specifica azione è dedicata all’accelerazione dello sviluppo
dei chip quantistici.
Progresso e sviluppo
Il Chips Act prevede un “Fondo Chips” per l’accesso al debito di start-up e all’equity
delle scale-up e delle Pmi. La rete dei centri di competenza dovrebbe supplire all’attuale
carenza di formazione e fare emergere una forza lavoro adeguatamente qualificata.
Sicurezza nell’approvvigionamento
Gli Stati membri sono invece chiamati a mappare le imprese di settore a livello
nazionale e notificare l’elenco alla Commissione, monitorando gli indicatori di
preallarme e la disponibilità di beni e servizi.
Gli Stati informeranno regolarmente sullo stato del settore il Consiglio Europeo per i
Semiconduttori (ESB), chiamato a fornire consulenza e assistenza alla Commissione
nell’attuazione del Chips Act. In caso di informazioni su una fluttuazione della domanda
di chip, gli Stati dovranno allertare la Commissione, che convocherà una riunione
dell’ESB per attivare o meno lo stato di crisi e l’approvvigionamento coordinato tra
Stati.